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Le libraie di Rimini, quest’anno per la prima volta, dal 20 al 22 giugno, hanno organizzato una fiera nella loro città. Una fiera per i ragazzi, in particolare, ma, in fondo, un po’ per tutti, purchè interessati a conoscere scrittori famosi e sentirli parlare dei loro libri o semplicemente a chiacchierare e discutere con altri riguardo alle letture preferite o odiate. Per l’occasione sono stati chiamati a raccolta a Rimini tutti gli avamposti Fuorilegge (non sapete cos’è un avamposto Fuorilegge?? Allora non potete che visitare il sito www.fuorilegge.org per scoprirlo!): l’avamposto con l’anima della Biblioteca di Castelvetro Piacentino non poteva mancare! Io e Manuel ci siamo buttati in quest’avventura come rappresentanti dell’avamposto e questo viaggio è stato uno di quelli che ti lasciano dentro tanto: ricordi, emozioni, sensazioni. E in tasca parecchie foto. 1° Giorno_ Si parte il venerdì, insieme ad un altro gruppo di ragazzi (l’avamposto Fuoridimelone, di Piacenza), guidati dalla loro professoressa, e già siamo in ritardo; ci aspettano al salotto Fuorilegge, in centro a Rimini, ma la voglia di fare un bagno e le urla di protesta del nostro stomaco, dopo tutta la strada fatta a piedi, ignari del fatto che la fermata dell’autobus giusta era ben vicina al nostro albergo, si fanno sentire e non possiamo che assecondarli… Così ci troviamo a rincorrere l’autobus, ancora con la piadina in mano (eravamo pur sempre in Romagna!) e, dopo la chiamata di Gabriela, che con voce lievemente agitata ci intima di muoverci, e un “leggero” senso di smarrimento nel centro di Rimini che non conosciamo, arriviamo al salotto Fuorilegge. E la prima sorpresa non si fa attendere. Ma prima di raccontarvela, devo spiegarvi chi è Gabriela… Gabriela Zucchini, collaboratrice della redazione Fuorilegge, i ragazzi di Castelvetro l’hanno conosciuta grazie ad un progetto scolastico messo in atto da lei, grazie al quale, un po’ per caso, è nato l’avamposto con l’anima, che si riuniva per parlare di libri (ma anche di molto altro) e per scrivere sulla rivista Fuorilegge nella biblioteca di Castelvetro Piacentino.

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Le libraie di Rimini, quest’anno per la prima volta, dal 20 al 22 giugno, hanno organizzato una fiera nella loro città. Una fiera per i ragazzi, in particolare, ma, in fondo, un po’ per tutti, purchè interessati a conoscere scrittori famosi e sentirli parlare dei loro libri o semplicemente a chiacchierare e discutere con altri riguardo alle letture preferite o odiate.Per l’occasione sono stati chiamati a raccolta a Rimini tutti gli avamposti Fuorilegge (non sapete cos’è un avamposto Fuorilegge?? Allora non potete che visitare il sito www.fuorilegge.org per scoprirlo!): l’avamposto con l’anima della Biblioteca di Castelvetro Piacentino non poteva mancare! Io e Manuel ci siamo buttati in quest’avventura come rappresentanti dell’avamposto e questo viaggio è stato uno di quelli che ti lasciano dentro tanto: ricordi, emozioni, sensazioni. E in tasca parecchie foto.

1° Giorno_ Si parte il venerdì, insieme ad un altro gruppo di ragazzi (l’avamposto Fuoridimelone, di Piacenza), guidati dalla loro professoressa, e già siamo in ritardo; ci aspettano al salotto Fuorilegge, in centro a Rimini, ma la voglia di fare un bagno e le urla di protesta del nostro stomaco, dopo tutta la strada fatta a piedi, ignari del fatto che la fermata dell’autobus giusta era ben vicina al nostro albergo, si fanno sentire e non possiamo che assecondarli…Così ci troviamo a rincorrere l’autobus, ancora con la piadina in mano (eravamo pur sempre in Romagna!) e, dopo la chiamata di Gabriela, che con voce lievemente agitata ci intima di muoverci, e un “leggero” senso di smarrimento nel centro di Rimini che non conosciamo, arriviamo al salotto Fuorilegge. E la prima sorpresa non si fa attendere. Ma prima di raccontarvela, devo spiegarvi chi è Gabriela… Gabriela Zucchini, collaboratrice della redazione Fuorilegge, i ragazzi di Castelvetro l’hanno conosciuta grazie ad un progetto scolastico messo in atto da lei, grazie al quale, un po’ per caso, è nato l’avamposto con l’anima, che si riuniva per parlare di libri (ma anche di molto altro) e per scrivere sulla rivista Fuorilegge nella biblioteca di Castelvetro Piacentino.Parlavo della prima sorpresa: nel salotto Fuorilegge, seduto su di una sedia troppo piccola, in mezzo ad un mare di bambini, ragazzi, organizzatori, c’è Aidan Chambers, uno dei miei scrittori preferiti (tra i suoi libri per giovani adulti si possono ricordare Cartoline dalla terra di nessuno, Ora che so e l’ultimo Questo è tutto. Se volete conoscere altri suoi titoli non vi resta che fare un salto in biblioteca...). Come faccio a non guardare verso di lui? Di sfuggita, ogni tanto, intensamente. Trattenere il sorriso, ormai simile ad una semi paresi facciale, è impossibile. E quando si alza e viene da me, la paresi altro non fa che estendersi al cuore, che salta un battito. “Perché mi guardi e sorridi?”, mi chiede, in un inglese fortunatamente comprensibile anche a me, ciò che di più lontano esiste da un’anglofona. Così, anche grazie all’aiuto del traduttore, inizia la conoscenza con questo grande scrittore per “giovani adulti” così gentile, che subito mi fa passare tutte le paure riguardo al comportamento degli scrittori, instillate in me da precedenti esperienze negative…

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Mi riprendo quando mi ricordano che sono io che lo devo intervistare, mi ero dimenticata di aver preparato, durante il viaggio in treno, sempre all’ultimo minuto, le domande da porgli. Ci spostiamo nella redazione Fuorilegge, dove lo intervistano prima i ragazzi più giovani. Il tempo a nostra disposizione non è molto, ma Chambers ci invita a non preoccuparci: potremo continuare la nostra conversazione al bar, parlando anche di cose che i più piccoli non possono sentire…E così continua, davanti ad una tazza di the caldo (quella di Chambers), nonostante la temperatura esterna sia quasi peggio di quella del the nella tazza, la nostra conversazione, tra qualche difficoltà di traduzione (ma grazie a Manuel, “traduttore per un giorno”, tutti hanno capito, anche chi l’inglese proprio non lo mastica!) e qualche domanda impossibile di Gabriela (come spiegare a Chambers che i personaggi dei suoi libri non sono proprio veri, ma reali, ma non proprio reali, più veri…?!).

Infine, arriva l’ultima domanda, la più difficile da fare (è infatti Manuel che prova a porla), ma anche quella che ci incuriosisce di più. Alla richiesta di quale sia il suo vero nome, dato che Aidan è il nome che si è “scelto”, ci sorride, ma ci lascia ancora nel dubbio: è un segreto, dice…Finito il the (ovviamente il mio freddo), c’è da correre nella redazione Fuorilegge a scrivere, come già stanno facendo altri ragazzi: il primo speciale Fuorilegge in diretta dalla fiera di Rimini deve essere stampato! C’è chi scrive sulla carta e chi sul computer, chi controlla e chi rilegge: massima organizzazione per imprimere su carta le emozioni che ciascuno ha dentro. Questi speciali Fuorilegge io me li sono portati a casa, ma se volete vederli vi

basta passare in biblioteca, dove ne ho lasciata una copia.Giusto il tempo di scrivere qualcosa di rubare una cartina della città (fedele compagna per tutti e tre i giorni…), che è già ora di andare ad un incontro sul rapporto adolescenti-lettura, nel quale interverranno Aidan Chambers e Beatrice Masini (tra i suoi libri più belli, Ciao tu e Estate gigante). Il bello di questa fiera è anche il fatto che non è organizzata in un unico, ampio, spazio chiuso, bensì ogni evento è in una sede diversa della città; questa volta dobbiamo andare ai Musei Comunali. Una volta dentro ai musei non sappiamo dove dirigerci, finalmente vediamo una giovane donna con il pass tipico della fiera di Rimini: seguiamola! Troviamo così la sala giusta e, appena entrati, quella giovane donna và a sedersi proprio sul palco! Quando capiamo si tratta di Beatrice Masini ci viene un po’ da ridere, ma d’altronde non potevamo sapere chi era…Arrivati tutti, inizia un dialogo sui libri per adolescenti (ora chiamati “giovani adulti”) circa il ruolo che hanno nell’educazione dei giovani e il timore che oggi ci siano sempre più libri scritti in fretta, solo per vendere il più possibile, con un linguaggio molto semplificato. I ragazzi ai quali sono destinati questi libri sembrano essere come bambini piccoli ai quali i genitori vogliono togliere

qualsiasi preoccupazione.Intervengono sull’argomento due autori, Beatrice Masini e Aidan Chambers, appunto, che, invece, scrivono libri che fanno riflettere i ragazzi, che pongono loro domande, che li considerano davvero giovani adulti. Entrambi si schierano contro questa nuova “tendenza” per la quale si scrivono libri solo per far soldi, ritenendo che i libri abbiano una funzione importantissima nell’educazione e nella crescita dei giovani e che per questo non possano essere scritti solo per vendere. Unica nota negativa, una traduzione delle parole di Aidan Chambers che lascia piuttosto a desiderare; fortunatamente lui parla lentamente e in modo molto semplice ed è facile capirlo anche se parla inglese.

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Finito l’incontro è ora di mangiare e, tra una pizza sbagliata (c’è una bella differenza tra una margherita con rucola ed una bufalina con crudo, no??) ed un pullman perso, si torna in albergo, a montare la sveglia alle 3 del mattino, per poi addormentarsi aspettando un domani che non è poi così lontano.

2° Giorno_ Ci svegliamo quand’ è ancora buio, per dirigerci al bagno 41 a Rimini. Vi state chiedendo il perché di questa levataccia? Vi basterà leggere il libro Per sempre Stargirl, di Jerry Spinelli (fino alla fine, però!), per scoprirlo… e capire che emozione abbiamo voluto condividere con Stargirl.Ci dirigiamo verso la spiaggia, dove, sedute sulle sdraio, ci sono già molte persone che ascoltano Alessia Canducci (a Castelvetro conosciuta per lo spettacolo di Natale organizzato dalla biblioteca qualche anno fa) che, nonostante il suo pancione molto prominente, si è alzata presto per intrattenerci con la sua voce leggendo brani tratti dai libri Stargirl e Per sempre Stargirl di Jerry Spinelli; il tutto avviene in un’atmosfera perfetta per l’occasione: le fiaccole, il mare, l’orizzonte che pian piano si schiarisce.

Un po’ ascoltando, un po’ guardando verso il mare, un po’ facendo entrambe le cose, aspettiamo tutti insieme, cercando di stare più vicini possibile per scaldarci un po’, l’alba del solstizio d’estate.E appena il sole fa capolino, escono dalle tasche, dagli zaini, le macchine fotografiche: tutti vogliono fotografare il sorgere del sole che sarà pure un evento quotidiano ma resta sempre speciale. E, dopo la colazione, di nuovo in redazione Fuorilegge per lasciare su carta una scheggia di quella mattina.

Poi via, nel salotto Fuorilegge, per leggere e discutere, assieme a Gabriela e a chi verrà ad ascoltarci, i libri di Aidan Chambers. Il pubblico non è folto, ma almeno non è inesistente: “pochi ma buoni”, si dice… E mentre sto leggendo arriva proprio Aidan Chambers, che vedendoci tutti lì raggruppati, vicini, ci chiede cosa stiamo facendo. Quando glielo spieghiamo, si mette a ridere e poi ci dice di dire tutto quello che vogliamo tanto lui l’italiano proprio non lo capisce!Un altro incontro ci aspetta, ma Aidan Chambers blocca me e Manuel per invitarci a pranzo il giorno successivo! Come rifiutare??Siamo quasi in ritardo, così corriamo per la città a cercare il Chiostro degli Agostiniani, dove farà il suo intervento Paola Zannoner, poliedrica scrittrice, che i ragazzi di Castelvetro avevano già conosciuto tre anni fa, quando era stata premiata al concorso Ciliegia D’Oro (tra i suoi libri per ragazzi, Il portachiavi, La linea del traguardo e Sopra l’acqua sotto il cielo). Ci accoglie insieme ad una presentatrice molto brava, Simona B. Lenic, anch’essa scrittrice, ed al suo accento toscano, che la rende immediatamente simpatica. Presenta i suoi ultimi due libri, Matilde la ribelle e La settima strega, parlando di quando sono le ragazze a cambiare la storia, ma preferisce lasciare spazio alle domande del pubblico, che sono molte. Queste ultime ci permettono di scoprire che ha sempre amato leggere e che, come dice, solo una buona lettrice può essere una buona scrittrice. Ma, se non avesse intrapreso questa carriera, le sarebbe piaciuto fare la cantante lirica. Parla dei suoi libri, dei generi che ha trattato, degli argomenti quali l’amore e l’amicizia, collegati anche al libro che dice esserle più a cuore, La linea del traguardo, ispiratole da una storia vera, la cui protagonista, sua amica, è in sala. E quando le chiedono se, nello scrivere i suoi libri,

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si basa sempre su esperienze reali, risponde che è meglio non dire certe cose, suo marito è proprio in quella sala…Nella redazione Fuorilegge intanto si scrive per poter pubblicare il secondo numero dello speciale Fuorilegge (anche questo potete trovarlo in biblioteca, assieme al primo).Un pranzo veloce, anche perché io e Manuel, col fiuto di due segugi col raffreddore, riusciamo a selezionare proprio il bar che quel giorno chiude presto per motivi familiari, siamo di nuovo in pista, pronti per assistere all’incontro con Aidan Chambers, per fortuna proprio di fianco alla redazione Fuorilegge! Parla ai ragazzi, Chambers, ad una sala gremita, alcuni seduti per terra, le sedie non bastano più. È un incontro, questo, nel quale l’autore risponderà semplicemente alle domande del pubblico. La sua traduttrice, per rompere il ghiaccio, gli fa la prima domanda, una sola, alla quale finisce di rispondere esattamente dopo un’ora! Parla dei suoi libri, di come creino una sorta di catena e presentino un’evoluzione si a dal punto di vista dei personaggi (mano a mano si fa strada la componente femminile a discapito di quella maschile), sia dal punto di vista delle pagine (il suo primo libro, Breaktime, è piuttosto esile, l’ultimo, Questo è tutto, sfiora le mille pagine!). Parla della stupidità dei tabù e dell’importanza di evitarli, portando ad esempio alcuni aneddoti della sua vita che, oltre a far sbellicare dalle risate tutti, anche per il modo in cui li racconta, fanno capire perfettamente che i tabù sono inutili, soprattutto, come Chambers afferma, per le persone già grandi, ormai in grado di “reggere” certe notizie. Esaurita la risposta alla prima domanda, lascia spazio a chi gliene volesse porre altre, magari un po’ meno dettagliate, come sottolinea la sua traduttrice. E, dopo varie risate, suscitate da una divertentissima digressione di Chambers riguardo alle sue “prove”, fatte quando era un adolescente, per imparare a baciare, purtroppo un signore della sala, ponendo una domanda all’autore, rivela il finale del libro Questo è tutto. L’ho letto lo stesso, nonostante conoscessi già la fine, e, purtroppo, quel signore aveva ragione…Termina così anche sabato, con un ritorno anticipato in albergo, per recuperare un po’ di energie per l’ultimo giorno a Rimini, e con una cena (stranamente!) a base di piadina.

3° Giorno_ Domenica mattina, terminata la colazione, si torna a Rimini, e per farlo impieghiamo davvero poco tempo: ormai siamo esperti dell’autobus e del centro di Rimini! Si impara sempre

quando è ormai troppo tardi…Di fianco alla redazione Fuorilegge ci sarà un incontro con Marie Aude-Murail; non la conosco, ma ho letto, nell’attrezzatissima libreria della fiera, dove sono in vendita i libri di tutti gli scrittori presenti a quest’evento, la trama del libro che presenterà, Oh, boy!, che mi ha colpita (nel caso voleste leggerlo, in biblioteca è proprio appena arrivato…). Per la scrittrice francese questa non è la prima visita a Rimini e ricorda con tenerezza quella avvenuta quarant’anni prima, insieme a tutta la famiglia. È proprio dalla sua famiglia (madre, padre, una sorella e due fratelli) che dice di aver preso spunto per scrivere il suo libro, nel quale aveva l’intento di descrivere una situazione drammatica attraverso l’arma dell’ironia. Per scrivere i suoi libri, dice, ama ispirarsi a Dickens, il suo autore preferito; mentre la traduttrice spiega ciò che ha detto, la scrittrice apre il portafogli e ci mostra una foto del suo autore preferito: la tiene lì come se fosse un santino!Parla anche lei dell’inutilità dei tabù, soprattutto nella fase adolescenziale, nella quale dice che i ragazzi tendono a chiudersi rispetto al periodo dell’infanzia, quando ancora non hanno inibizioni e peli sulla lingua. Imporre loro tabù significa solo farli chiudere ulteriormente, impedendo loro di trovare le risposte che cercano alle loro domande. È anche per questo che ha deciso di inserire nel suo libro un personaggio omosessuale, modellandolo attraverso le parole in

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modo che i lettori del suo libro potessero immedesimarsi in lui. Rispondendo alle domande del pubblico, dice di amare leggere, cosa che fa più frequentemente rispetto allo scrivere (la lettura, dice, non è solo un vizio solitario, ma anche una virtù sociale), ma di amare anche incontrare i giovani; per rimanere più a contatto con loro, dice di aver chiesto di poter fare alcune lezioni regolari nelle scuole di vari gradi e di essere stata accontentata.Termina l’incontro leggendo alcuni brani in francese tratti dal suo libro, alternandosi con la traduttrice che ne legge invece altri in italiano.Arriva così l’ora di pranzo e Aidan Chambers non si smentisce, ci aspetta nel salotto Fuorilegge, sempre in mezzo ai ragazzi, per salutarli e far due chiacchiere con loro, e ci porta a pranzare, in una sorta di ristorante-bar proprio di fronte alla redazione Fuorilegge. È il suo giorno-champagne: è solito, ci spiega, bere ogni domenica un bicchiere di champagne, una sua piccola tradizione. Mentre mangiamo, parliamo un po’ di tutto, ma veramente di tutto. E mentre quasi tutte le persone nel bar ci osservano invidiandoci, chiacchieriamo, tra un’ordinazione fatta in inglese al cameriere (piccolo errore, ma ha capito lo stesso…) e la spiegazione di tutti gli ingredienti di tutte le insalate sul menu.Accompagnato Chambers al suo albergo è ora di andare ad incontrare Silvana De Mari, scrittrice di libri fantasy fra cui L’ultimo elfo e L’ultimo orco. Ci colpisce subito con la sua parlantina e col suo movimento incessante, non si ferma un attimo. Annuncia che ci racconterà la storia del fantasy da 200 anni fa ad oggi. Parla di libri che sembrano non avere nulla a che fare col fantasy, come Pinocchio, Peter Pan e Alice nel paese delle meraviglie, collegandoli a questo genere, e di altri che invece fanno la storia del fantasy, come Il signore degli anelli, che portava sempre con sé, dice, quando doveva fare le guardie notturne in ospedale (è infatti medico oltre che scrittrice) per darsi coraggio. Ma parla anche di psicologia e di un po’ di tutto, mescolando insieme discorsi sulla Bibbia ad una marea di battute che spesso fanno scoppiare la sala in uno scroscio di risa. Dice che il fantasy è importantissimo, che bisogna recuperare da questi la forza di dire “non mi fai paura”, di combattere per dei punti fermi che ci devono essere e che non vanno superati.Si interrompe dopo un’ora, e il pubblico rimane in silenzio, quel silenzio che ti rimane addosso dopo che qualcuno ha detto qualcosa che ti ha fatto pensare. Poi sale l’applauso, lungo e forte, che fa commuovere Silvana De Mari, la quale, dopo questo momento, dà il via alle domande. Dato che tardano ad arrivare, chiede lei un minuto: deve andare a fare la pipì! Dopo essere tornata ed aver avvisato una signora, anch’essa intenta ad andare in bagno, di far attenzione al ritorno poiché il personale dei Musei Comunali aveva fatto in modo di impedire il ritorno diretto, obbligando le persone a perdersi per visitare tutti i musei, partono le domande, che sono molte. Alla fine del consueto rituale, al quale si sottopongono tutti gli autori, della firma di libri, quaderni e fogli volanti, terminano i nostri incontri e non solo per quel giorno. Si sta per partire. C’è ancora il tempo per un the in compagnia di Chambers e per lo scambio dei rispettivi indirizzi e-mail, per tenersi in contatto anche dopo Rimini, come dice Aidan (ha mantenuto la promessa!).Dopo averlo dissuaso dal chiamare un taxi per me e Manuel (“ma le vostre valigie sono pesanti!”), ci salutiamo alla stazione dei treni, dopo un piccolo infarto, non avendo visto il nostro treno sul tabellone, con un po’ di malinconia addosso, ma anche molto felici per aver vissuto questa così bella esperienza. Salendo sul treno salutiamo Rimini, che abbandoniamo, senza poter però lasciare tutte le emozioni accumulate in questi tre intensi giorni.