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DIREKTION FÜR ENTWICKLUNG UND ZUSAMMENARBEIT DIRECTION DU DÉVELOPPEMENT ET DE LA COOPÉRATION DIREZIONE DELLO SVILUPPO E DELLA COOPERAZIONE SWISS AGENCY FOR DEVELOPMENT AND COOPERATION AGENCIA SUIZA PARA EL DESARROLLO Y LA COOPERACIÓN MESSAGGIO CONCERNENTE LA CONTINUAZIONE DELLA COOPERAZIONE TECNICA E DELL’AIUTO FINANZIARIO A FAVORE DEI PAESI IN SVILUPPO 2004 2007 SINTESI

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DIREKTION FÜR ENTWICKLUNG UND ZUSAMMENARBEITDIRECTION DU DÉVELOPPEMENT ET DE LA COOPÉRATIONDIREZIONE DELLO SVILUPPO E DELLA COOPERAZIONESWISS AGENCY FOR DEVELOPMENT AND COOPERATIONAGENCIA SUIZA PARA EL DESARROLLO Y LA COOPERACIÓN

MESSAGGIO CONCERNENTE LA CONTINUAZIONE DELLA COOPERAZIONE TECNICA E DELL’AIUTO FINANZIARIO A FAVORE DEI PAESI IN SVILUPPO2004–2007

SINTESI

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La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC)

fa parte del Dipartimento federale degli affari esteri

© DSC, maggio 2003

A cura di: Direzione dello sviluppo e della cooperazione DSC

Settore Politica di sviluppo e cooperazione multilaterale

Elaborazione redazionale: Gabriela Neuhaus, Berna

Concezione grafica: BOH Consulting, Christian Jaberg, Soletta

Il presente opuscolo è disponibile in italiano, francese e tedesco

Ulteriori esemplari possono essere ordinati al numero telefonico +41 (0)31 322 4412

o all’indirizzo [email protected]

PERCHÉ LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO È NECESSARIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2

SFORZI INTERNAZIONALI PER UN MONDO EQUO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

LA DSC STABILISCE DELLE PRIORITÀ . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

IMPEGNO SU PIÙ FRONTI PER LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO . . . . . . . . . . . . . . . . 8

STRUMENTI E CONTROLLO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

COOPERAZIONE DELLA DSC CON IL SUD DAL 2004 AL 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12

DENARO PER LO SVILUPPO: UN INVESTIMENTO IN UN FUTURO MIGLIORE . . . . . . . . . 14

GLOSSARIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

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IL MESSAGGIO SUD

1,2 miliardi di esseri umani – pari a un quintodella popolazione mondiale – vivono in condi-zioni di estrema povertà. L’ONU invita i paesimembri a impegnarsi a ridurre a livello plane-tario la fame e la miseria per consentire in futuroa ogni persona di vivere al riparo dal timore edal bisogno. Questa sfida concerne ognuno dinoi. La Svizzera assume da anni le proprieresponsabilità. La Costituzione contiene infattiesplicitamente i seguenti obiettivi di politica estera:

– ridurre il bisogno e la povertà nel mondo, – promuovere la convivenza pacifica dei popoli, – salvaguardare le basi naturali della vita.

I mezzi finanziari della cooperazione pubblicaallo sviluppo servono ad aiutare le persone piùpovere al mondo. A questo scopo il Consigliofederale sottopone infatti ogni quattro anni perapprovazione alle Camere federali un creditoquadro per proseguire la cooperazionetecnica e l’aiuto finanziario a favore dei paesiin via di sviluppo.

Per il periodo 2004–2007, la cooperazione allosviluppo con i paesi del Sud viene assicuratamediante un credito quadro di 4,4 miliardi difranchi. Il presente opuscolo rappresenta unasintesi dell’ultimo «Messaggio Sud»* presentatodal Consiglio federale. Esso motiva la necessitàdi tale cooperazione e descrive il ruolo dellaSvizzera nel contesto nazionale e internazionale,nonché le priorità per i prossimi anni.

La cooperazione allo sviluppo 2004 al 2007

1

Il credito richiesto serve a coprire circa i dueterzi delle spese pubbliche per lo sviluppo; ilrimanente terzo è ripartito fra altri campi d’in-tervento, quali per esempio l’aiuto umanitario,la cooperazione con i paesi dell’Europa orien-tale oppure le misure di politica economica ecommerciale nell’ambito della cooperazioneallo sviluppo.

La cooperazione allo sviluppo è parte integrantedella politica estera svizzera. La responsabilitàgenerale è affidata alla Direzione dello sviluppoe della cooperazione (DSC), che attua e coor-dina la cooperazione allo sviluppo internazio-nale in collaborazione con altri servizi federali.

La cooperazione allo sviluppo della Svizzera ècaratterizzata da un’elevata qualità. I paesipartner e le organizzazioni internazionali apprez-zano in particolare anche la continuità e l’affi-dabilità dell’impegno elvetico. I 4,4 miliardi di franchi richiesti rappresentano la premessa per assolvere anche in futuro i nostri compitinell’ambito della solidarietà internazionale.Questo credito quadro corrisponde inoltre all’o-biettivo, ripetutamente confermato dal Consi-glio federale, di aumentare i mezzi per l’aiutopubblico allo sviluppo dallo 0,34 percento(2001) allo 0,4 percento del prodotto nazionalelordo entro il 2010.

Il testo originale del «Messaggio concernente

la continuazione della cooperazione tecnica

e dell’aiuto finanziario a favore dei Paesi in

sviluppo» può essere ordinato al Ufficio fede-

rale delle construzioni e della logistica UFCL,

vendita delle pubblicazioni ufficiali.

*

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La povertà esiste ovunque, persino nei ricchipaesi industrializzati. Ma essere poveri in Svizzeraè ben altra cosa che essere poveri nell’Africaaustrale o in India. Chi nasce in una famigliapovera a Bombay vive nella strada senza alcunaprospettiva di avere un giorno un tetto sopra latesta, di frequentare una scuola o di guadagnarsila vita in condizioni dignitose. Molti poveri inAfrica, Asia e America latina non riescono anutrire a sufficienza le loro famiglie – di fame sisoffre, ci si ammala e si muore.

Ogni giorno nel mondo 100 000 personemuoiono in causa della denutrizione; ogni anno levittime sono 36 milioni. Quasi 800 milioni dipersone non hanno cibo a sufficienza, il 95per-cento di esse vive nei paesi in via di sviluppo. Unapersona su cinque non ha accesso all’acqua pota-bile. Ogni giorno muoiono nel mondo 30000bambini in seguito a malattie per le quali esisteuna profilassi e una cura. E non è tutto.

NESSI E FATTI

2

La povertà pregiudica la dignità delle persone ele paralizza. «È come essere rinchiusi in unaprigione», osserva un tanzaniano a propositodel sentimento che nutre di fronte alla vita, e unaltro aggiunge: «La povertà è un concetto nega-tivo. Non ti infonde la benché minima forza percostruirti un futuro».

Senza sostegno esterno è pressoché impossibilesfuggire al circolo vizioso della povertà. Chi èindebolito dalla fame si ammala più facilmentee riesce difficilmente a sviluppare spirito d’inizia-tiva. Senza una formazione scolastica è difficilemuoversi in un mondo dominato dal denaro edall’informazione. Chi non ha un alloggio sicurovive alla giornata e non riesce a investire nelproprio futuro. La povertà crea paura e insicu-rezza, riduce le persone alla miseria e alla soli-tudine, sminuisce la loro dignità, incentiva lemigrazioni e induce alla criminalità.

Voci della povertà

Nell’ambito di una ricercasulla povertà condotta in Tanzania nel novembre edicembre 2002, la DSC hastudiato in modo piùapprofondito la situazione dei membri di 26 economiedomestiche nella regione diMogororo. Ciò ha contribuito a chiarire le molteplicisfaccettature della povertà:

«Non ho un letto, né una sedia, né un’accetta – non honiente. Mi vergogno. Nonposso nemmeno comperare la semenza dei fagioli.»

Un padre di quattro figli

«Se avessi una formazione,troverei lavoro ovunque.»

Un ragazzo di strada

«Ammiro un amico che eraconducente e sapeva spenderecon saggezza il suo salario. Ha potuto mandare a scuola icinque figli; due hanno persinofrequentato l’università. Io hocercato di mandare a scuola imiei figli maschi, ma due nonce l’hanno fatta. Se solo avessimandato alle medie le miefiglie!» Un uomo di mezz’età

Diagnosi: povertà

PERCHÉ LA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

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OCCORRE AGIRE

Opportunità per il futuro La povertà è in contraddizione con il diritto diogni persona a «una vita senza paura, senzaprivazioni e in armonia con i bisogni dellegenerazioni future», ha affermato il Segretariogenerale dell’ONU Kofi Annan.

Nel mondo esistono sufficienti mezzi e risorseper eliminare la povertà. Ma sia al Nord che alSud questo comporterebbe un cambiamento dimentalità e nuove priorità. Gli individui e lenazioni ricche dovrebbero limitare il loro benes-sere. La ricchezza dei ricchi non dovrebbe infatticrescere sulla miseria dei poveri. Già negli annisettanta dell’ultimo secolo l’ex cancelliere tedes-co e premio Nobel per la pace Willy Brandtaveva riconosciuto che «la politica di sviluppoè la politica di pace del XXI secolo».

In molte regioni la globalizzazione ha scavatoulteriormente i fossati sociali. Soprattutto i paesimeno sviluppati faticano a trarre profitto dallacrescita dei mercati mondiali e dalle nuovetecnologie. Ma la globalizzazione comportaanche la possibilità per tutti di diventarne bene-ficiarie e beneficiari. Per la cooperazione allosviluppo la sfida consiste nel creare condizionitali da consentire anche ai paesi poveri e allerispettive popolazioni di fruire di queste oppor-tunità. Si tratta in particolare di stabilire regoleper l’economia mondiale, nonché di rafforzare ipotenziali a livello nazionale e locale.

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Vi sono numerosi esempi su come superarela povertà e la miseria. Si pensi al Vietnam,che dopo anni di guerra era completamentedevastato e che oggi, grazie al sostegno dellacomunità internazionale degli Stati, si sta semprepiù profilando come un fornitore di materieprime e di prodotti.

Oppure a Mauritius, dove in una società multi-culturale hanno potuto affermarsi lo stato didiritto e la democrazia. Grazie a una specialeconvenzione, questo paese dell’Africa orientaleha potuto vendere per anni in Europa il propriozucchero a prezzi Ue nettamente superiori aquelli del mercato mondiale. I maggiori introiticonseguiti con questo «commercio equo» hannofornito la base per l’affermazione di un’eco-nomia diversificata.

Oppure a Tangalbamba, un villaggio del Perú,dove oggi si trova una farmacia. I contadiniricevono inoltre della semenza migliorata perla coltivazione delle patate, e questo grazie aun progetto di sviluppo che lo Stato peruvianofinanzia in quanto controprestazione per uncondono dei debiti concesso dalla Svizzera.

«Le mie scorte di cibo sono state rubate. Mi sono lamentatocon il Consiglio del villaggio,ma quelli non si sono mossi. Mi conoscono a malapena.Non vengono mai a trovarmi.Ora mi manca la fiducia. I miei abbiatici vivono con meper aiutarmi a prevenire i furtidi foraggio.» Un uomo anziano

«Se mi occorre aiuto perrisolvere un problema, non vado dal Consiglio del villaggio perché dovrei pagare.» Un giovane padre

«La cosa peggiore è quando il piccolo si ammala. Nonabbiamo soldi e non possiamochiedere aiuto a nessuno.»

Una giovane madre

È NECESSARIA

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GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO PER IL MILLENNIO

Propositi per il nuovo millennio

SFORZI INTERNAZIONALI PER UN MONDO

Eliminazione della fame e della povertà estrema Obiettivo 1: dimezzare il numero delle persone

costrette a vivere con meno di 1 USD al giorno.

Obiettivo 2: dimezzare la quota di persone che

soffrono la fame.

Educazione scolasticaelementare per tutti Obiettivo 3: assicurare a tutte le ragazze e i ragazzi

un’educazione scolastica elementare completa.

Parità dei sessi e maggioreinfluenza per le donne Obiettivo 4: eliminare a tutti i livelli di formazione

le disparità di trattamento tra i sessi

Ridurre la mortalità infantile Obiettivo 5: ogni anno muoiono circa 11 milioni di

bambini in tenera età – occorre ridurre a un terzo

questa mortalità infantile.

Migliori cure sanitarie per le madri Obiettivo 6: in seguito a gravidanza e parto muore

ogni anno oltre mezzo milione di donne – occorre

ridurre di tre quarti questo numero di decessi.

Contenere l’HIV/AIDS, la malaria e altre malattie Obiettivo 7: arrestare la diffusione dell’HIV/AIDS

e costringere la malattia alla ritirata.

Obiettivo 8: arrestare la diffusione della malaria

e di altre malattie gravi.

Gestione sostenibiledell’ambiente Obiettivo 9: ogni paese integra i principi dello

sviluppo sostenibile nella propria politica nazionale

e previene ulteriori perdite di risorse ambientali.

Obiettivo 10: dimezzare il numero delle persone

che non dispongono di un accesso sicuro all’acqua

potabile.

Obiettivo11: migliorare entro il 2020 le condi-

zioni di vita di almeno 100 milioni di abitanti delle

bidonville.

Partenariato globale al servizio dello sviluppo Obiettivo 12: potenziare ulteriormente un sistema

commerciale e finanziario aperto, basato su regole

fisse ed esente da effetti discriminatori.

Obiettivo 13: considerare in modo particolare i

bisogni specifici dei paesi meno sviluppati.

Obiettivo 14: considerare in modo adeguato i

bisogni degli Stati senza accesso al mare e dei

piccoli stati insulari in via di sviluppo.

Obiettivo 15: affrontare in modo integrale ed effi-

cace, attraverso misure a livello nazionale e interna-

zionale i problemi inerenti al debito dei paesi in via di

sviluppo per renderlo sopportabile a lungo termine.

Obiettivo 16: in collaborazione con i paesi in via di

sviluppo, creare posti di lavoro dignitosi e produttivi

per i giovani.

Obiettivo 17: in collaborazione con l’industria

farmaceutica, rendere disponibili medicinali vitali a

prezzi accessibili nei paesi in via di sviluppo.

Obiettivo 18: in collaborazione con il settore

privato, rendere accessibili a tutti i vantaggi delle

nuove tecnologie, in particolare delle tecnologie

dell’informazione e della comunicazione.

Nel settembre del 2000, in occasione del proprio Vertice del millennio l’Assembleagenerale delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità tutta una serie di obiettivi,il cui raggiungimento comporterebbe una consistente riduzione della povertà rispettoai livelli del 1990. L’elenco comprende otto settori tematici con 18 obiettivi concreti daraggiungere entro il 2015:

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SUCCESSI E CONTRACCOLPI

Previsioni contraddittorie

EQUO

La maggior parte degli obiettivi del millennio(Millennium Development Goals o, in breve,MDGs) è il risultato delle esperienze e dei dibat-titi in materia di politica di sviluppo realizzatidurante gli anni novanta del secolo scorso. Daallora molti paesi hanno conseguito progressiriguardo alla loro attuazione.

Il Rapporto sullo sviluppo mondiale del 2002prevede che 55 paesi (con il 23 percento dellapopolazione mondiale) raggiungerà entro il2015 almeno i tre quarti degli obiettivi menzio-nati, ma che 33 paesi (con il 26 percento dellapopolazione mondiale) ne mancheranno almenola metà. Particolarmente negativo si prospetta ilfuturo dell’Africa australe qualora non si intra-prendano degli sforzi eccezionali: la riduzionedella povertà estrema e la realizzazione dellamaggior parte degli altri obiettivi del millenniodovranno essere parzialmente rimandate atempo indeterminato a causa dei contraccolpisubiti.

La Banca mondiale stima che per raggiungerel’obiettivo numero uno, ossia quello di dimezzareil numero delle persone che vivono in condizionidi povertà estrema, sussista un ulteriore fabbi-sogno finanziario di 40–60 miliardi di USD dacoprire tramite l’aiuto pubblico allo sviluppo. Ciòcomporterebbe all’incirca un raddoppio di taleaiuto rispetto ai livelli odierni.

Riguardo all’obiettivo numero due, ossia il dimez-zamento del numero di persone che soffrono lafame, 51 paesi con il 46 percento della popola-zione mondiale sono sulla buona strada verso lameta, 24 paesi denotano un forte distacco e 15paesi annunciano persino un regresso.

Il raggiungimento dell’obiettivo numero tre siprofila vicino in molti paesi: nel mondo, l’84percento delle ragazze e dei ragazzi frequentauna scuola elementare. Ma fra i 680 milioni dibambine e bambini in età di frequentarequesto ordine scolastico ve ne sono tuttora113 milioni che non avranno mai l’opportu-nità di imparare a leggere, scrivere e far diconto – il 97 percento di essi vive nei paesi in viadi sviluppo.

Gli obiettivi di sviluppo del millennio devonoessere considerati delle pietre miliari dellapolitica di sviluppo, atte a indirizzare nei pros-simi anni gli sforzi di sviluppo della comunitàinternazionale. Nell’ambito di varie conferenzeinternazionali sono già stati stabiliti ulterioripassi verso la loro attuazione. In occasione delVertice mondiale sullo sviluppo sostenibile, tenu-tosi a Johannesburg, che nel settembre 2002aveva approvato un piano d’azione per l’at-tuazione degli obiettivi del millennio, la Sviz-zera ha svolto un ruolo particolarmente attivo.Essa pone oggi di proposito la sua politica disviluppo, già da anni orientata al sostegno deipiù poveri, al servizio degli obiettivi di sviluppodel millennio.

Un mondo ricco dicontraddizioni

Circa 1,2 miliardi di personevivono nel mondo con meno di 1 USD al giorno. Nel contempo, in numerosipaesi europei si sussidiano le vacche con un importo circadue volte maggiore.

Il 70 percento delle persone più povere è rappresentato da donne.

Si stima che 815 milioni dipersone siano sottoalimentate.Di esse 777milioni vivono nei paesi in via di sviluppo, 27milioni nei paesi in transi-zione e 11milioni nei paesiindustrializzati.

1,1 miliardi di persone vivononelle bidonville in condizioniinsalubri e pericolose. Essepagano ai rivenditori d’acquafino a cento volte il prezzorichiesto dai servizi pubblici.

Le spese militari dei paesidell’OCSE ammontano a circa522 miliardi di USD; per la protezione della loro produ-zione agricola, questi stessipaesi spendono 361 miliardi di USD, mentre alla coopera-zione pubblica allo svilupporiservano 56 miliardi di USD.

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LA DSC STABILISCE DELLE PRIORITÀ

Temi trasversali

I cinque temi prioritari dellaDSC sono strettamenteconnessi, cosicché le misureprese in un campo possonofacilmente ripercuotersi su altri.La DSC si sforza dunque dicollegare fra loro le varie priorità; inoltre lavora anche sucosiddetti temi trasversali.

Un tema trasversale, consi-derato in tutti i programmi dellaDSC, è quello della parità frauomo e donna.

Le donne sono maggiormentecolpite dalla povertà che non gli uomini. Coinvolgere ledonne nel processo di svilupposignifica generare ulterioriopportunità.

L’approccio trasversale consistein un’analisi del rapporto tra isessi, i cui risultati vengono fatticonvergere nella pianificazionedei programmi della DSC. Se necessario, la DSC puòsostenere progetti specifici voltia promuovere la parità tradonne e uomini.

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La Costituzione e la legge sulla cooperazioneallo sviluppo del 1976, il rapporto sulla poli-tica estera 2000 e il contesto internazionale incambiamento rappresentano il fondamentoper una cooperazione allo sviluppo al passocon i tempi. Per reagire in maniera ottimalealle sfide globali e impiegare con efficienza ilimitati mezzi la DSC incentra le proprie atti-vità in materia di lotta contro la povertà sucinque priorità tematiche:

1 Prevenzione e gestione delle crisi

Le guerre generano povertà e miseria. Dovecovano conflitti e le persone vivono costantementenella paura, non si registra nessuno sviluppo.Solamente in questi ultimi anni è stato ricono-sciuto il ruolo centrale assunto dal mantenimentodella pace e dalla prevenzione dei conflitti perridurre la povertà. Nei programmi e progetti dellaDSC, questi temi sono oggi considerati fattorialtrettanto importanti.

2 Buona gestione degli affari pubblici

Nel promuovere la buona gestione degli affaripubblici («good governance») si cerca di creare unambito possibilmente favorevole allo sviluppo.Elementi importanti a questo scopo sono il raffor-zamento dello stato di diritto e dei diritti umani,una ripartizione adeguata del potere e la stabilitàmacroeconomica.

3 Sviluppo sociale I poveri devono poter accedere ai servizi vitalidisponibili nel campo della formazione, dellasalute e dell’igiene. Per rendere possibile unosviluppo sostenibile, i più poveri devono inoltrepoter partecipare ai processi politici, sociali edeconomici. La partecipazione e l’aiuto all’au-toaiuto («empowerment») sono pertanto temicentrali dell’operato della DSC.

4 Lavoro e reddito La DSC sostiene la creazione e la sicurezza deiposti di lavoro e dei redditi. Elementi essenziali aquesto scopo sono la promozione di regoleeconomiche giuste, la collaborazione con ilsettore privato, l’introduzione e il rispetto di clau-sole sociali, la garanzia dell’accesso alla forma-zione scolastica e professionale, lo sviluppo e laconservazione delle conoscenze e delle tecno-logie, nonché la creazione e il rafforzamento delsettore finanziario e della piccola e media im-prenditorialità.

5 Ambiente Una delle premesse imprescindibili per miglio-rare a lungo termine le condizioni di vita di tuttele nazioni è rappresentata dalla gestione soste-nibile delle risorse naturali. Solo così è garantitala conservazione di importanti basi vitali eproduttive.

SPECIALIZZAZIONE RIGUARDO AI CONTENUTI

Cinque temi prioritari

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STRATEGIE DI CONCRETIZZAZIONE

L’elevata qualità e il profilo indipendente dellacooperazione svizzera allo sviluppo si fondanosu valori chiaramente enunciati. In quantoprincipi d’azione, che ispirano tutte le sue atti-vità e servono a indirizzare il suo lavoro parte-nariale, la DSC ha definito quattro indirizzi:

Aiutare ad aiutarsiLe offerte svizzere di cooperazione devono abili-tare i partner del Sud a determinare da sé ilproprio sviluppo. Sotto questa voce rientranoanche il rafforzamento delle competenze e capa-cità istituzionali, affinché gli interessati possanoanalizzare loro stessi le problematiche, nonchépianificare e attuare i progetti.

ConoscenzeIl know-how rappresenta un’importante premessadello sviluppo. Ogni qualvolta ciò sia possibile, laDSC trasmette nel suo lavoro delle «conoscenze»,contribuendo a livello locale e internazionale allaloro moltiplicazione. Essa sostiene in particolarela valorizzazione e l’utilizzo dei saperi locali.

Indirizzi della cooperazione La DSC impronta le sue attività ai criteri di:

SostenibilitàLo sviluppo rappresenta unprocesso a medio e lungotermine, che deve considerareanche i bisogni delle genera-zioni future.

LungimiranzaLa cooperazione allo sviluppoadotta un approccio incentratosulle soluzioni e orientato versoil futuro.

EfficaciaIl successo della cooperazione si misura principalmente alraggiungimento degli obiettivi.

PartenariatoLo sviluppo rappresenta uncompito comune dei partner alNord e al Sud.

Dialogo internazionaleL’aumento dei problemi transfrontalieri e globalirichiede soluzioni transnazionali. In collabora-zione con altri servizi federali, la DSC s’impegnaa promuovere l’integrazione internazionale e faconfluire di proposito istanze inerenti alla poli-tica di sviluppo nel dialogo internazionale.

SolidarietàLa Svizzera sostiene i paesi del Sud nella lorolotta contro la povertà e la miseria. Per assicurarea questo aiuto un ampio sostegno, la DSC colla-bora con altri servizi federali, con organizzazioninon statali e con l’economia privata.

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Campi d’attività con molte sfaccettature

ATTORI DELLA CONFEDERAZIONE

Gli obiettivi di politica esteradella Svizzera, così comespecificati nel rapporto sullapolitica estera 2000, sono:

1. Convivenza pacifica deipopoli.

2. Rispetto dei diritti dell’uomoe promozione della demo-crazia.

3. Salvaguardia degli interessieconomici.

4. Soccorso alle popolazioni nel bisogno e lotta contro la povertà nel mondo.

5. Salvaguardia delle risorsenaturali.

I programmi e i progetti della DSC rappresentanoun’importante componente della politica esteraelvetica, contribuendo in vari modi al raggiungi-mento degli obiettivi di politica estera del nostroPaese, e con ciò alla considerazione di cui essogode a livello internazionale.

In quanto paese senza un passato coloniale néinteressi legati a una politica egemonica la Sviz-zera è un partner stimato e la cooperazione sviz-zera allo sviluppo riscontra a livello internazio-nale ampi consensi grazie alla sua impostazionee alle sue prestazioni.

Con l’apertura della politica estera svizzeranegli anni novanta del secolo scorso e con lacrescente internazionalizzazione di vari settoridella politica in generale, negli ultimi anninell’agenda della politica estera e di svilupposono entrati a far parte anche nuovi temi,facendo crescere in seno all’Amministrazionefederale il numero di attori che si occupanodella «cooperazione internazionale».

La concezione generale della cooperazione allosviluppo è un compito comune della DSC, delSegretariato di Stato dell’economia (seco) edell’Amministrazione federale delle finanze. Ilcoordinamento generale della concezione edell’attuazione della cooperazione allo sviluppocompete alla DSC. Il principale partner della DSCin seno all’Amministrazione federale è il seco.

Nella politica ambientale internazionale la DSCcollabora con l’Ufficio federale dell’ambiente,delle foreste e del paesaggio (UFAFP). Impor-tanti settori affini alla cooperazione allo svilupposono l’aiuto umanitario e la cooperazione coni paesi dell’Est, per ognuno dei quali vienesottoposto al Parlamento un messaggio sepa-rato. Il Parlamento è inoltre chiamato a dibattereun credito quadro per misure in favore dellapromozione civile della pace e il rafforzamentodei diritti umani.

Oltre ai servizi menzionati, nel campo dellacooperazione internazionale sono oggi attivi, adipendenza della tematica, per esempio anchel’Ufficio federale dei rifugiati, l’Ufficio federaledella sanità, l’Ufficio federale dell’agricoltura,l’Aggruppamento per la scienza e la ricerca, l’Uf-ficio federale di giustizia, nonché alcuni servizidel Dipartimento federale della difesa, dellaprotezione della popolazione e dello sport.

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IMPEGNO SU PIÙ FRONTI PER LA COOPERA

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ATTORI NON STATALI

La DSC e i suoi partner A dipendenza del programma e del tema, laDSC collabora con partner e organizzazioniselezionati. I progetti della cooperazione bila-terale allo sviluppo vengono pianificati eattuati in collaborazione con persone chevivono nei paesi e nelle regioni prioritari. Ciòavviene di regola nell’ambito di programmiregionali pluriennali.

Il radicamento locale rappresenta una rivendi-cazione centrale della cooperazione svizzera allosviluppo. Oltre alle istanze statali, fra i partnerdella DSC nel Sud rientrano anche attori nonstatali, quali le organizzazioni economiche, leorganizzazioni non governative (ONG), le uni-versità, l’economia privata ecc. La realizzazionedelle attività in loco è assicurata, a dipendenzadella disponibilità delle necessarie competenzetecniche, dalla DSC stessa, o conferendo man-dati a ONG e ditte, o in collaborazione con orga-nizzazioni internazionali.

Anche al Nord la DSC dispone di una fitta rete dipartenariati non statali. Da tempo esiste unastretta collaborazione con numerose organizza-zioni private svizzere di sviluppo, e questo siaper quanto concerne il dibattito sulla politica disviluppo che per l’attuazione operativa. Convarie organizzazioni la DSC ha concluso accordipluriennali sui contributi ai programmi. Essarealizza infatti dal 25 al 30 percento dei pro-grammi bilaterali di sviluppo tramite le ONGsvizzere.

In futuro La DSC intendepromuovere maggiormente lacollaborazione con il settoreprivato, qualora

– ciò conduca a un miglio-ramento durevole dellecondizioni di vita dei gruppidi popolazione svantaggiati,

– la crescita economica si riveli proporzionalmente piùche benefica per i poveri,

– le prestazioni della DSC si situino nel campo del suomandato precipuo,

– la collaborazione abbia un carattere sussidiario e non produca distorsioni nel mercato

Negli ultimi anni ha assunto maggiore rilievoanche la collaborazione con le istituzioni scienti-fiche, quali le università, le alte scuole e i centridi competenza. Lo scambio permanente con leistituzioni accademiche svolge infatti un ruoloimportante per l’orientamento strategico e praticodella cooperazione allo sviluppo. L’accesso alleconoscenze e la capacità di elaborare e impie-gare autonomamente le cognizioni scientificherappresentano per la gente del Sud un fattorechiave ai fini di un miglioramento duraturo dellaloro situazione. Nell’ambito di un programmaprioritario nazionale di ricerca, la DSC sostieneperciò anche partenariati di ricerca con il Sud.

Gli obiettivi di sviluppo del millennio, e primo ditutti quello del dimezzamento della povertà, nonpotranno essere raggiunti senza coinvolgerel’economia privata nella cooperazione allosviluppo. La DSC intende in futuro sosteneremaggiormente le forme innovative di collabora-zione con l’economia privata, quali gli investi-menti delle imprese private aventi un obiettivosociale (social investment) o le alleanze tra leONG, l’economia e lo Stato volte a promuovereil commercio equo.

ZIONE ALLO SVILUPPO

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STRUMENTI E CONTROLLO

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La povertà è determinata dall’interazione dinumerosi fattori di vario tipo. Per questa ragionenella cooperazione allo sviluppo si privilegia oggiun approccio a rete di carattere multidimen-sionale. Dove imperversa la carestia, non bastainfatti scavare un pozzo affinché la gente possaspegnere la sete. Per rendere il pozzo di utilitàdurevole, qualcuno deve per lo meno assicu-rarne la manutenzione e saper riparare lapompa. Inoltre è necessario chiarire le questioniinerenti ai diritti di proprietà e di usufruttodell’acqua. E si presterà attenzione a inserire ilprogetto del pozzo in un piano di sviluppo dimaggiore portata, sia per l’intero villaggio, siaper una regione.

La DSC evita di incentivare e realizzare progettiimpegnativi di carattere isolato. Oggi essa cercadi inserire tutte le sue attività in un contesto di poli-tica di sviluppo di ordine superiore. I programmiconcepiti in questo modo aumentano la qualitàdella cooperazione, rendendo possibile unosviluppo sostenibile ben radicato nella realtà.Questo non esclude tuttavia che possano rivelarsinecessari anche singoli progetti innovativi,improntati a un nuovo indirizzo, capaci a lorovolta di fungere da motore per altri programmi.

APPROCCIO INTEGRALE

Programmi e progetti Per quanto riguarda la credibilità e la forza dipersuasione, la Svizzera dispone delle miglioripremesse laddove può valorizzare il suo plurien-nale impegno nell’ambito di progetti e pro-grammi. La cooperazione a lungo termine con ipaesi prioritari non solo consente di costruirequalcosa in modo durevole, ma contribuisceanche ad ampliare le competenze della Svizzerain materia di politica di sviluppo.

Con i suoi mezzi la DSC vuole ottenere un effettopossibilmente ampio e migliorare i sistemi nellaloro integralità. A dipendenza delle dimensioni edell’entità di un programma, nelle attività dellaDSC possono essere coinvolti l’intera economiadi un paese oppure solo determinati settori, comel’agricoltura, la sanità o l’educazione.

La DSC realizza di regola i vari progetti e lemissioni di esperti attingendo ai suoi crediti. Inpresenza di programmi importanti, che interes-sano un settore o l’intero bilancio statale di undeterminato paese e nei quali sono coinvolti piùpartner, essa si coordina con altri donatori,sostenendo i partner tramite un aiuto budgetarioaccuratamente controllato.

Nell’ambito del suo impegno multilaterale, laDSC fa confluire nelle organizzazioni internazio-nali le esperienze acquisite nella cooperazionebilaterale, fornendo così in particolare un contri-buto al consolidamento della qualità dei pro-grammi multilaterali.

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MANAGEMENTControlling

APPRENDIMENTO

Regolazionedel ciclo del programma

RENDICONTOValutazione indipendente

La DSC – un’organizzazione che impara

CONTROLLO DEI RISULTATI E VALORIZZAZIONE DELLE ESPERIENZE

Insegnamenti

Senza una maggiore giustiziasociale non si ottengonoprogressi durevoli in materia di sviluppo.

In passato i progetti agricoli e artigianali solitamente erano poco orientati al mercatoe perciò raramente sostenibilisul piano finanziario.

Le prestazioni ecologiche e la rinuncia allo sfruttamento di risorse devono essereindennizzate.

La partecipazione al dialogopolitico deve essere concordatatra i donatori per non porre lo Stato partner di fronte a esigenze contraddittorie.

La ricerca dell’equilibrio sociale e della giustizia toccainevitabilmente questioniinerenti alla ridistribuzione del potere.

Gli strumenti di riduzione della povertà devono considerare il circolo vizioso AIDS–povertà–AIDS.

Una gestione consapevole delle conoscenze edelle esperienze è utile ai fini del proprio appren-dimento e cambiamento. Occorre tuttavia impo-starla in modo da consentire ai partner dellaDSC di accedere e disporre di tali conoscenze persuperare la povertà e le ingiustizie. L’apprendi-mento dalle conoscenze e dalle esperienze èun’attività che si effettua insieme ai partner.

I processi e le prassi che hanno prodotto esiti posi-tivi sono in tal modo resi fruibili ben oltre l’aread’applicazione originale. Strategie e approccipromettenti vengono incentivati mediante unamessa in rete ottimizzata di informazioni prove-nienti dai più disparati campi esperienziali. Alcentro dell’attenzione si pongono in tal modoprocessi di apprendimento e cambiamento adat-tabili alle condizioni specifiche in cui opera lacooperazione allo sviluppo.

C’è sempre ancora chi s’interroga sull’utilità e suirisultati concreti degli sforzi attuati per ridurre lapovertà. Ma vari studi internazionali dimostranoche negli anni novanta del secolo scorso lacooperazione allo sviluppo è notevolmentemigliorata grazie agli adeguamenti sia degliindirizzi che dello svolgimento operativo.

A livello internazionale, i paesi dell’Organizza-zione per la cooperazione e lo sviluppo econo-mici (OCSE) verificano a vicenda ogni tre-quattroanni le loro attività di sviluppo. In occasionedell’ultima verifica, il lavoro della Svizzera haottenuto buoni voti. Secondo l’OCSE, per miglio-rare la sostenibilità la cooperazione allo sviluppoelvetica dovrebbe tuttavia in futuro

– orientarsi ancor più all’obiettivo della riduzione della povertà,

– limitarsi ad interventi in settori scelti,– sforzarsi maggiormente di assicurare

la partecipazione dei partner locali e la coerenza politica.

La DSC stessa assicura e verifica l’efficacia del suo lavoro tramite un efficiente sistema basato su tre settori:

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COOPERAZIONE DELLA DSC CON IL SUDLA COOPERAZIONE MULTILATERALE E BILATERALE

Un’attuazione mirataPoiché la gestione delle sfide globali – quali lapovertà, il degrado ambientale, le migrazionio l’AIDS – richiede una stretta collaborazioneinternazionale, la comunità degli Stati siorienta sempre più verso soluzioni comuni.

Le istituzioni multilaterali – in particolare le or-ganizzazioni dell’ONU, ma anche le istituzioni diBretton Woods (Banca mondiale e FMI) e lebanche regionali di sviluppo – sostengono neipaesi in via di sviluppo programmi che, a causadella loro complessità, della loro rilevanza globaleo del volume finanziario richiesto supererebbero lepossibilità della cooperazione bilaterale.

Nel suo «Rapporto sulla politica estera 2000» ilConsiglio federale afferma di volere in futuroattribuire un ruolo chiave alle attività multilate-rali della Svizzera. Dal 2004 al 2007 la quotadella cooperazione multilaterale verrà perciòaumentata a circa un terzo del budget globaledella DSC.

Impegno in seno all’ONU

Per dare un seguito all’adesionedella Svizzera all’ONU, avve-nuta nel settembre del 2002, ilnostro Paese vuole impegnarsinei prossimi anni a promuoverein seno a quest’organizzazionele seguenti priorità in materia dicooperazione allo sviluppo:

– orientamento del sistemadelle Nazioni Unite agli obiettivi di sviluppo del millennio,

– lavori di attuazione successivialle grandi conferenze e alle conferenze specialidell’ONU,

– coerenza e coordinamentodelle varie attività di sviluppo,

– rappresentanza adeguata dei paesi in via di sviluppopiù poveri.

Nell’ambito della cooperazione bilaterale allosviluppo la DSC fornisce un sostegno diretto asingoli paesi e regioni. A questo scopo sarannospesi circa i due terzi dei mezzi finanziari dellaDSC.

L’obiettivo è di porre a livello nazionale e locale,nell’ambito di programmi e singoli progetti gestitiin modo partenariale, le basi per un processo disviluppo sostenibile. A dipendenza del paese edelle premesse date, la DSC svolge il proprioimpegno nei settori buona gestione degli affaripubblici, sviluppo sociale, prevenzione dei con-flitti, sfruttamento sostenibile delle risorse natu-rali, nonché lavoro e reddito.

Come già accade per gli indirizzi tematici, la DSCsi preoccupa di concentrare gli sforzi anche sulpiano geografico, concentrandosi nel Sud su 6programmi speciali e sulla cooperazione con 17paesi prioritari.

Con i paesi prioritari

la DSC realizza programmi di

cooperazione di notevole impegno,

impostati sul lungo termine e dotati

di un budget annuale di almeno

8–10 milioni di franchi.

I programmi speciali

sono meno impegnativi e si orien-

tano spesso in funzione dei bisogni

dettati al momento da una situa-

zione transitoria, oppure assumono

il carattere di progetti pilota.

■ Paesi prioritari e■ Programmi speciali

della DSC nel Sud

EcuadorBoliviaPerù

MaliBurkina FasoNigerCiadBenin

RuandaMozambicoTanzania

MadagaskarSudafrica

PakistanBangladeshIndia

Corea del Nord

Palestina

VietnamCuba

Nicaragua

NepalBhutan

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TEMI ATTUALI

Nuovi approcci Negli ultimi anni la DSC ha iniziato a realizzarenei suoi paesi prioritari una politica di svilupporegionale che si spinge anche oltre le frontierenazionali. Questo nuovo approccio è oltremodopromettente e ha consentito, in particolare inAmerica centrale (Nicaragua, Honduras, ElSalvador) e nel Sud-est asiatico (bacino delMekong), di creare reti multinazionali cherendono possibile uno scambio d’esperienzetransfrontaliero.

Si sono così create delle sinergie che non si tradu-cono solo in una riduzione dei costi, ma consen-tono soprattutto ai progetti e ai programmi diavere un maggiore impatto. Forte di queste espe-rienze positive, la DSC vuole ora sviluppare pro-gressivamente i programmi regionali esistenti,estendendoli se possibile anche ad altre regioni.Dal punto di vista odierno, le azioni a carattereregionale sono idonee soprattutto all’Africaaustrale e ai paesi del Sahel.

Mentre la cooperazione allo sviluppo tradizionalevedeva il proprio campo d’attività principalmentenel settore sociale, negli ultimi anni due altri temicruciali per migliorare le condizioni imprescindi-bili allo sviluppo sono diventati sempre più impor-tanti. La DSC promuove perciò intensamente labuona gestione degli affari pubblici (goodgovernance), sostenendo ad esempio i processi didemocratizzazione.

Un’importanza simile è rivestita anche dal conso-lidamento della pace e dalla prevenzione deiconflitti. Nelle regioni in crisi lo sviluppo socialeed economico può infatti essere riattivato soloquando la gente che vive in quelle aree si sentesicura e non deve continuamente temere nuoveminacce.

In seguito a pluriennali attività costruttive, la Sviz-zera ha acquisito notevoli competenze nel campodella cooperazione allo sviluppo nelle regioni dimontagna. In concomitanza con l’Anno interna-zionale delle montagne 2002 essa ha lanciatoun’iniziativa di «Partenariato internazionaleper uno sviluppo sostenibile delle regioni dimontagna». Un importante motore della globa-lizzazione è rappresentato dalle nuove tecno-logie dell’informazione. Qui la DSC ritiene siacompito suo rendere questi mezzi fruibili ancheper i partner del Sud, con lo scopo di ridurre lapovertà e assicurare uno sviluppo sostenibile.

Altre attività della DSC vengono realizzatenell’ambito delle tematiche sviluppo e migra-zioni, acqua, HIV/AIDS e beni pubblici globali.

Nuove tecnologie

Il Global Knowledge Partnership (GKP) è una reteinternazionale che promuovel’accesso alle conoscenze eall’informazione per le personemaggiormente svantaggiate. Ciò è particolarmente impor-tante nell’era della «rivoluzionedigitale», viste le nuove possibilità che la fruizione diradio e internet apre alla gente del Sud. La DSC partecipa attivamentealla creazione della rete delGKP e si impegna affinché lenuove tecnologie della comu-nicazione assicurino deivantaggi anche alle persone più povere.

Mantenimento della pace

Nel Niger la DSC si impegna in favore dell’allevamento,promovendo nel contempo lapace. In una regione dove acausa della mancanza di terrenie di acqua insorgono spessoconflitti tra contadini nomadie sedentari, il programma disviluppo a sostegno dell’alleva-mento contribuisce a ridurnel’incidenza. Un’attenta analisidella situazione mostra tuttaviache un simile programma non è sufficiente a garantire unapace durevole.

DAL 2004 AL 2007

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DENARO PER LO SVILUPPO: UN INVESTIMEN

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Lo sviluppo ha il suo prezzo

UN IMPEGNO PER I BENESTANTI

Nonostante tutti gli sforzi compiuti per lo sviluppo,nel mondo i divario fra ricchi e poveri è incostante crescita. I dibattiti condotti attualmente alivello internazionale mostrano quanto sia difficilemigliorare la situazione dei poveri quandoappaiono minacciati gli interessi dei benestanti.Le rivendicazioni in favore di un condono deidebiti per i paesi in via di sviluppo e dell’aperturadei mercati del Nord ai prodotti del Sud sono solodue esempi che mostrano quanto sia arduo ilprocesso di una «globalizzazione equa».

In questo contesto la cooperazione allo sviluppoassolve un’importante funzione: per tradizione,essa si schiera chiaramente dalla parte dei poverie in favore della riduzione della povertà. Altret-tanto importante è il suo ruolo nel consegui-mento degli obiettivi stabiliti dalla Dichiarazioneper il millennio delle Nazioni Unite. La Svizzera,in quanto paese benestante, è perciò chiamata afornire il suo contributo nell’ambito della coope-razione allo sviluppo.

Con il presente credito quadro di 4,4 miliardi difranchi, destinato ad assicurare dal 2004 al 2007la prosecuzione della cooperazione tecnica edell’aiuto finanziario a favore dei paesi in via disviluppo, il Consiglio federale mira ad aumentareentro il 2010 i mezzi per la cooperazionepubblica allo sviluppo, portandoli dallo 0,34percento allo 0,4 percento del prodotto nazionalelordo (PNL). Con questo aumento delle presta-zioni a favore dello sviluppo, la Svizzera migliore-rebbe leggermente la sua posizione nel confrontointernazionale, ma continuerebbe a presentareun notevole distacco rispetto agli Stati dell’Europasettentrionale e all’obiettivo dell’ONU, che invita ipaesi donatori a portare le loro prestazioni disviluppo allo 0,7 percento del PNL. Nell’ambitodel dibattito internazionale sull’attuazione degliobiettivi del millennio numerosi Stati si sonodichiarati disposti ad aumentare sensibilmente neiprossimi anni il loro impegno finanziario.

Spesa della Confederazionesecondo il Consuntivo 2002Socialità (AVS, AI, assicurazione malattiaecc.): 12,78 miliardi di franchi Traffico: 8,09Difesa nazionale: 4,78 Agricoltura: 4,07 Formazione e ricerca: 3,59Cooperazione allo sviluppo:1,39

Secondo i dati della Bancamondiale, nel 2001 il redditopro capite era in Svizzera di38330 USD. Quello nellaRepubblica democratica delCongo, il paese più povero al mondo nelle statistiche dellaBanca mondiale, era di 80 USD. La media mondiale si situava sui 5120 USD.

Nei 49 paesi più poveri lostandard di vita è oggi inferiorea quello di 30 anni fa.

Il reddito medio dei 20 paesipiù ricchi è 37volte superiore a quello dei 20 paesi piùpoveri. La differenza fra questigruppi di paesi è oggi due voltemaggiore rispetto a 40 anni fa.

1,030,830,820,820,810,370,340,330,320,320,320,300,290,270,250,250,250,230,220,170,150,11

0,22

0,2 0,4 0,6 0,7 0,8 1,0

DanimarcaNorvegia

Paesi BassiLussemburgo

SveziaBelgio

SvizzeraIrlanda

FinlandiaGran Bretagna

FranciaSpagnaAustria

GermaniaNuova Zelanda

AustraliaPortogalloGiappone

CanadaGrecia

Spesamedia:0,4%

ObiettivoONU:0,7%

ItaliaStati Uniti d'America

TOTAL

Nel 2001, nei paesi

dell’OCSE la spesa per la

cooperazione pubblica allo

sviluppo è stata complessiva-

mente di 52,34 miliardi di

USD, pari allo 0,22 percento

dell’intero prodotto nazio-

nale lordo di questi stati.

Confrontando le

percentuali di tutti i paesi,

risulta una spesa media

dello 0,4 percento.

Spese per la cooperazione pubblica allo sviluppoin percento del prodotto nazionale lordo del 2001

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La cooperazione allo sviluppo è utile a tutti

LA LOTTA CONTRO LA POVERTÀ È UTILE ANCHE AI DONATORI

Gli 1,4 miliardi di franchi che la Confederazionespende ogni anno per la cooperazione allosviluppo servono principalmente ad aiutare lepersone più povere del pianeta. Ma questaspesa e il lavoro della DSC sono utili anche a chivive in Svizzera. In un mondo ampiamenteglobalizzato, il benessere di ognuno dipendesempre più anche da uno standard di vita minimoper tutti. La cooperazione allo sviluppo aiuta aridurre la povertà e combatte così una dellecause primarie di un’eccessiva crescita dellapopolazione, del degrado ambientale e dellemigrazioni. Promovendo i diritti umani, la demo-crazia e lo stato di diritto essa contribuisce allapace e alla stabilità, aumentando così la sicurezzanel mondo.

Dove grazie allo sviluppo le persone hanno ciboa sufficienza, esse prenderanno iniziative permigliorare ulteriormente la loro situazione. Dovele bambine e i bambini frequentano la scuola, sidiffonderanno le conoscenze. Dove si crea potered’acquisto, l’economia riceverà impulsi. Dove lepersone hanno prospettive per l’avvenire, nonsaranno spinte a migrare. Ecco perché l’attivitàdella DSC diventa oggi sempre più importanteben oltre il contesto della politica estera.

La cooperazione allo sviluppo è utile alla Svizzeraanche in maniera molto diretta. L’economiasvizzera beneficia infatti in notevole misuradelle spese effettuate in questo settore: daicalcoli risulta che ogni franco speso per l’aiutopubblico allo sviluppo contribuisce in ragione di1,50 franchi al conseguimento del prodottointerno lordo. Complessivamente, la domanda dibeni e servizi indotta in Svizzera dalla coopera-zione allo sviluppo crea dai 13000 ai 18 000posti di lavoro.

Con il nuovo credito quadro di 4,4 miliardi difranchi, la DSC continuerà ad assicurare, concompetenza e in stretta collaborazione con lacomunità internazionale degli Stati, quell’im-pegno per ridurre la povertà che le ha già valsomolti successi. Il credito le dà la possibilità diinvestire in programmi a lungo termine di note-vole portata e di reagire agli eventi del momentosecondo le necessità.

TO IN UN FUTURO MIGLIORE

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GLOSSARIO

Aiuto pubblico allo sviluppo

L’OCSE definisce l’Aiuto pubblico

allo sviluppo come l’insieme dei

flussi finanziari che

■ provengono da enti pubblici

(Confederazione, cantoni,

comuni),

■ sono accordati a condizioni

favorevoli (doni o prestiti a un

tasso agevolato),

■ hanno come obiettivo primario

lo sviluppo economico e sociale,

■ sono destinati a paesi o ai

territori menzionati nell’elenco

dell’OCSE.

Beni pubblici mondiali

(Global Public Goods)

I beni pubblici mondiali sono i

beni la cui fruizione è universale,

vale a dire in linea di principio

destinata a tutti gli esseri umani e

anche alle future generazioni.

Essi includono Natural Global

Commons (clima, strato di ozono),

Human-made Global Commons

(principi e norme universali come

i diritti dell’uomo, il sapere) e

Global Conditions (pace, garanzia

della salute, stabilità finanziaria,

liberismo, giustizia sociale, svi-

luppo sostenibile).

Globalizzazione

Processo nel quale la messa in

rete e l’interdipendenza dei paesi,

delle economie e delle persone

aumentano costantemente in se-

guito alla rapida espansione dei

flussi commerciali e finanziari,

nonché della crescente rapidità dei

trasporti e delle comunicazioni.

Obiettivi internazionali di sviluppoObiettivi di sviluppo riconosciuti a

livello internazionale da importanti

attori (G8, ONU, Banca mon-

diale), che la comunità mondiale

si è prefissa di realizzare entro

il 2015. Si tratta degli obiettivi

principali (goals) e degli obiettivi

parziali (targets) detti International

Development Goals

(www.paris21.org/betterworld/

goals.htm) che per l’essenziale

collimano con i Millennium

Development Goals

(www.developmentgoals.org).

Riguardano i seguenti ambiti:

■ eliminazione della povertà

estrema e della fame

■ garanzia a livello mondiale

della formazione scolastica

elementare

■ promozione di pari opportunità

per i sessi e migliori possibilità

per le donne

■ riduzione della mortalità in-

fantile e migliore accesso alle

cure sanitarie per le madri

■ lotta contro l’HIV/AIDS,

la malaria e altre malattie

■ garanzia di un’utilizzazione

sostenibile dell’ambiente

■ conclusione di un partenariato

planetario mantello per lo

sviluppo

OCSE

Organizzazione per

la cooperazione e lo sviluppo

economico

L’OCSE offre ai 30 stati membri la

possibilità di discutere, di valutare

e di migliorare le loro politiche,

in particolare per quanto riguarda

la cooperazione allo sviluppo.

In un contesto di globalizzazione

essa consente ai governi di

scambiare informazioni ed espe-

rienze e di cercare delle soluzioni

comuni. Vari organi dell’OCSE

trattano principalmente temi legati

alla politica di sviluppo.

I membri dell’OCSE sono:Australia, Austria, Belgio,

Canada, Corea, Danimarca,

Finlandia, Francia, Germania,

Giappone, Gran Bretagna,

Grecia, Irlanda, Islanda, Italia,

Lussemburgo, Messico, Norvegia,

Nuova Zelanda, Paesi Bassi,

Polonia, Portogallo, Repubblica

Ceca, Slovacchia, Spagna, Stati

Uniti d’America, Svezia, Svizzera,

Turchia, Ungheria

Priorità tematiche dell’OCSE:

■ buona gestione degli affari

pubblici (stato di diritto, diritti

umani, democratizzazione,

decentralizzazione, parità tra

uomo e donna)

■ prevenzione e gestione

dei conflitti

■ paesi con redditi bassi

■ povertà e sviluppo sociale

■ sviluppo sostenibile

■ finanziamento dello sviluppo e

aiuto pubblico allo sviluppo

■ coerenza delle politiche di

sviluppo

■ armonizzazione delle procedure

di gestione degli aiuti

■ valutazione

Vertice sullo sviluppo sostenibile

(World Summit on Sustainable

Development, WSSD)

Dal 26 agosto al 4 settembre 2002

si è tenuto a Johanneburg la più

grande conferenza dell’ONU mai

organizzata finora.

Il Vertice sullo sviluppo sostenibile,

una conferenza che si iscrive nella

scia del Vertice di Rio del 1992,

ha posto l’accento sull’importanza

che assumono i tre pilastri dello

sviluppo sostenibile: l’ambiente,

la socialità e l’economia.

(www.johannesburgsummit.org)

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fotografie

pagina di copertina CICR / Halvor Fossum Lauritzen; ARGUS/ Kay

pagina 1 CICR / Sándor Horvath; Daniel Maselli

2 DSC / Ana Feric; IMAGES.DE / Giribas

3 DSC / Toni Linder

4 UN / DPI PHOTO, John Isaac; ARGUM / Thomas Einberger

5 CICR / Priska Spoerri; CORBIS / Tim Thompson

6 DAS FOTOARCHIV/ BLACK STAR / Stubbs; DSC / Daniel Schwartz

7 IMAGES.DE / Nico Schmidt; DSC / Daniel Schwartz

8 CICR / Sándor Horvath; ARGUM / Thomas Einberger

9 DSC / Toni Linder; DAS FOTOARCHIV/ Hacky Hagemeyer

10 DSC; Peter Messerli

13 DSC / Brigitte Lustenberger

15 DAS FOTOARCHIV/Sebastian Bolesch; DSC

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DSCSettore Politica di sviluppo e cooperazione multilaterale Freiburgstrasse 130CH–3003 Berna Telefono +41 (0)31 322 44 12E-mail [email protected]

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