Mese di SETTEMBRE 2004 - WebDiocesi · 2011. 5. 9. · Viveva nel cuore di un fitto bosco, amico di...

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Pensieri, spunti, riflessioni dalla PAROLA DI DIO e dalla Vita Mese di SETTEMBRE 2004

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Pensieri, spunti, riflessioni dalla

PAROLA DI DIO e dalla Vita

Mese di SETTEMBRE 2004

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Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

In particolare:

Perché gli anziani siano pienamente riconosciuti come una risorsa preziosa per la crescita spirituale e umana della società.

Perché in Africa si sviluppi una vera e fraterna collaborazione tra quanti operano per la crescita e lo sviluppo delle Comunità ecclesiali.

Perché le comunità parrocchiali accompagnino con delicatezza e lungimiranza la crescita

nella fede delle nuove generazioni.

Cuore di Gesù, attrai a te i presbiteri che in tuo nome agiscono in mezzo al tuo popolo.

Stampato in proprio

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SETTEMBRE 2004

MERCOLEDI’ 1 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

TTUU,, GGEESSUU’’,, SSEEII IILL FFIIGGLLIIOO DDII DDIIOO!!

Tra i santi di oggi ricordiamo: EGIDIO Santo, Monaco

Egidio era eremita. Viveva nel cuore di un fitto bosco, amico di piante

ed animali, specialmente di una cerva che quotidianamente gli

procurava il latte. Un giorno, il re in persona, inoltrandosi nel bosco per

cacciare, avvistò la cerva e la insegui finché fu pronto a far scoccare

l‟arco. Ma la cerva impaurita era ormai giunta ai piedi dell‟asceta e la

freccia a lei destinata colpì di striscio Egidio. Sconvolto, il buon re, per

farsi perdonare, gli regalò tutto il territorio sul quale, più tardi, sorse

una grande abbazia. Perduta ormai per sempre la solitudine, Egidio

trovò in cambio una prospera comunità di monaci, di cui divenne il

padre spirituale fino alla morte.

Parola di Dio: 1Cor. 3,1-9; Sal. 32; Lc. 4,38-44

Dal Vangelo secondo Luca 4,38-44

[38]Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. [39]Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli. [40]Al calar del sole, TUTTI QUELLI CHE AVEVANO INFERMI COLPITI DA MALI DI OGNI GENERE LI CONDUSSERO A LUI. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. [41]Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo. [42]Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. [43]Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». [44]E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

Non so se succede anche a voi quando pregate di fare delle “aggiunte”

alle preghiere. A me succede sovente, non tanto perché le preghiere

non dicano già bene tutte le cose, ma perché io ho bisogno di

conoscere meglio e di specificare ciò che chiedo. Così mi capita sovente

di aggiungere all‟ultima richiesta del Padre Nostro: “Ma liberaci dal

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male”, “Liberaci da tutti i mali, dal peccato, dai mali fisici, da quelli

morali, dai mali che possiamo combinare noi agli altri…” e la lista dei

mali presenti in me e nel mondo diventa lunga. Gesù è il buon

Samaritano che si china sull‟uomo piagato, lasciato ferito al bordo della

strada, colpito da tanti mali. Gesù viene per salvarci nella nostra

totalità. Gesù è davvero l‟unico Bene davanti a cui i demoni tremano e

fuggono, i mali vengono guariti, i peccati perdonati e l‟uomo risanato

nella sua unità. Guardiamo al vangelo di oggi che è una sintesi di una

giornata di Gesù: preghiera comune e personale per essere in

comunione con Dio, gesti di amicizia, guarigione della suocera di Pietro,

predicazione della buona notizia di Dio che salva, cacciata dei demoni,

guarigione dei malati. Davvero Gesù si fa tutto a noi e noi possiamo

andare da Lui con tutto noi stessi. Come siamo assurdi noi a dividere la

preghiera dalla vita, la salvezza spirituale da quella materiale, il

perdono dei peccati dalle grazie per vivere serenamente: Gesù è

venuto per salvarmi nella mia totalità, Lui vuol bene a tutto me stesso,

anima e corpo. Anche noi dobbiamo voler bene a Dio nella sua totalità

e a Gesù nella sua divinità e nella sua umanità. Tutto questo ci è

rappresentato nel Sacramento dell‟Eucaristia dove noi comunichiamo

sia alla divinità di Gesù che alla materialità del suo corpo, donato per

noi, dove noi partecipiamo alla sua Parola di salvezza come alla sua

Passione e alla sua Risurrezione, dove noi mangiamo il “Pane degli

angeli” per la speranza eterna ma anche il pane del cammino per oggi.

Lasciamoci amare totalmente e amiamo totalmente il Signore.

GIOVEDI’ 2 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, AALLLLOONNTTAANNAATTII DDAA MMEE CCHHEE CCOONNOO UUNN PPEECCCCAATTOORREE!!

Tra i santi di oggi ricordiamo: AGRICOLO, Santo, Vescovo

Era il Figlio del Vescovo di Avignone, il Beato Magno ed era nato verso

il 630. Andò a perfezionare la sua formazione al monastero di

Sant‟Onorato nell‟isola di Lerins, dove rimase per 16 anni e venne

ordinato sacerdote. Fu poi chiamato dal padre a succedergli nel 660. Fu

talmente un buon vescovo che dovette far costruire una seconda

cattedrale perché la prima non bastava più per tutti i fedeli. Morì il 2

settembre dell‟anno 700.

Parola di Dio: 1Cor. 3,18-23; Sal.23; Lc. 5,1-11

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Dal Vangelo secondo Luca 5,1-11

[1]Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret [2]e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. [3]Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. [4]Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». [5]Simone rispose: «MAESTRO, ABBIAMO FATICATO TUTTA LA NOTTE E NON ABBIAMO PRESO NULLA; ma sulla tua parola getterò le reti». [6]E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. [7]Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. [8]Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». [9]Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; [10]così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». [11]Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

“Signore, sono tanti anni che sono parroco in questa parrocchia e non

è cambiato nulla”

“Signore i fondatori del nostro ordine erano guidati da te, ma ora non

abbiamo più vocazioni, stiamo morendo…”

“Signore ho cercato di fare di tutto per mio figlio, ma la droga ha vinto”

“Signore abbiamo fatto, abbiamo pregato ma anche tu sembri essere

sordo…”

Ci sono momenti in cui lo scoraggiamento ci pervade. I pescatori del

lago non erano degli sprovveduti, conoscevano il loro mestiere,

sapevano quali erano o non erano i luoghi e i momenti opportuni per la

pesca. Eppure dopo una notte di tentativi, stanchi erano tornati a riva

senza neanche un pesce e questo sconosciuto chiede loro, fuori tempo

di gettare ancora una volta la rete: siamo stanchi, delusi, abbiamo

voglia di andare a dormire, di non pensare più… “Eppure quest‟uomo

parla con parole diverse da tutti gli altri sedicenti rabbi, compie anche

gesti che uomini comuni non possono fare, e poi mi ha anche chiesto in

prestito la barca cioè si è fidato di me…”.”Sulla tua parola getterò le

reti”.

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Se siamo stanchi, delusi dagli eventi della vita, scontenti della nostra

vita spirituale, peccatori, incapaci di cavarcela da soli… E‟ proprio quello

il momento giusto per cominciare a fidarci ciecamente di Gesù. Non è il

momento di chiudere baracca e burattini, di addormentarci nell‟oblio di

dire: “Ma vale la pena?”, non è il momento di piangerci addosso, di

disperare, di accodarci alla fila degli indifferenti, è il momento di

accogliere la parola di Colui che viene a darci se stesso, che, per

aiutarci, ha bisogno del nostro nulla. “Signore, mi fido di te, e se ho

paura che anche questa volta la rete tornerà vuota, la getto lo stesso

sulla tua parola. Se anche non otterrò quello che voglio, Tu avrai

ottenuto che io mi sia fidato di te e forse anch‟io capirò che anche le

grazie non ottenute secondo la mia volontà sono grandi grazie da parte

di chi mi vuole un bene da Dio”.

VENERDI’ 3 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, CCAAMMBBIIAA IILL mmiioo CCUUOORREE DDII PPIIEETTRRAA

IINN UUNN CCUUOORREE DDII CCAARRNNEE,, CCAAPPAACCEE DDII AAMMAARREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: AIGULFO di LERINS,

Santo,martire

Era nato a Blois da umile famiglia ed entrò a vent‟anni nel monastero

benedettino di Feury sur Loire. Verso il 671 fu nominato abate del

monastero di Lerins dove cercò di far tornare i monaci che erano fuggiti

durante le invasioni barbariche. Siccome era molto severo alcuni

monaci insorsero contro di Lui e lo uccisero tra il 674 e il 681.

Parola di Dio: 1Cor. 4,1-5; Sal.36; Lc. 5,33-39

Dal Vangelo secondo Luca 5,33-39

[33]Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!». [34]Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? [35]Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno». [36]Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. [37]E NESSUNO METTE VINO NUOVO IN OTRI VECCHI; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. [38]Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. [39]Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».

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Che cosa vuol dire vivere la novità del Vangelo? Qualcuno pensa che

basti rinnovare qualche preghiera, aggiornare magari qualche norma

morale (“tenendo conto dei tempi che cambiano). Tutti noi di una certa

età abbiamo battuto le mani quando Papa Giovanni ha indetto un

Concilio Ecumenico e leggendo i documenti dei Padri conciliari abbiamo

forse anche scoperto una Chiesa nuova, ma poi spesso ci siamo

accontentati di avere la liturgia in italiano e non più in latino, di leggere

forse qualche pagina in più della Bibbia (magari senza capirla troppo),

di ricevere la Comunione in mano invece che in bocca… e il resto? Tutto

più o meno come prima. Siamo tutti degli ottimi pompieri: il Vangelo è

una fiammata di novità e noi con una innaffiata di tradizioni lo

spegniamo subito perché non ci comprometta troppo. Gesù non dice

che le tradizioni le pratiche di ascesi non vadano bene, a Gesù importa

la novità che ci deve essere dietro. Una casa diroccata, anche se

dipinta con colori sgargianti certo sembrerà più bella, più pulita, ma

sempre diroccata rimane o, per stare all‟esempio di Gesù, la botte

vecchia le cui doghe non son più ben unite o indebolite dal tempo,

davanti all‟effervescenza del vino nuovo, non ce la fa e si perde botte e

vino. Un cristiano che non si lasci “trasportare dove lo Spirito vuole”

sarà magari un religioso osservante ma di certo non uno che ha accolto

Cristo nella sua totale novità.

Dobbiamo lasciarci cambiare dentro. Dobbiamo svecchiare non solo

le formule, ma il cuore, dobbiamo fare pulizia non per aver spazio

per accumulare altro, ma per essere liberi e leggeri per seguire

il Cristo come veri discepoli rinnovati totalmente da Lui.

SABATO 4 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

LLIIBBEERRAACCII,, OO SSIIGGNNOORREE,, DDAALLLL’’OORRGGOOGGLLIIOO CCHHEE CCII RREENNDDEE CCIIEECCHHII

Tra i santi di oggi ricordiamo: IDA, Santa

Al tempo di Carlo Magno, Ida era sposa e madre felice di 5 figli. Li amò,

li segui, li educò cristianamente. Ma la vedovanza segnò per lei l‟inizio

di una nuova missione. Sistemati i figli, libera dai doveri familiari, Ida

riversò l‟amore che la colmava sui poveri, sui bisognosi, su quanti

cercavano conforto.

Parola di Dio: 1Cor. 4,6-15; Sal.144; Lc. 6,1-5

Dal Vangelo secondo Luca 6,1-5

[1]Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.

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[2]Alcuni farisei dissero: «PERCHÉ FATE CIÒ CHE NON È PERMESSO DI SABATO?». [3]Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? [4]Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». [5]E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato».

Spesso, leggendo la storia della Chiesa, sia quella passata che quella

recente, mi sono fatto una domanda: compito della Chiesa è quello di

salvaguardare una dottrina o quello di annunciare in parole ed opere la

buona notizia del Regno di Gesù? Indubbiamente se annunci Gesù devi

annunciarlo nell‟integrità della persona e del messaggio, ma è proprio

compito di noi, poveri uomini che spesso confondono il divino con

l‟umano, quello di difendere Dio? I farisei non erano cattive persone.

Erano coloro grazie ai quali nel mondo ebraico era stata conservata la

purezza della Legge che Dio aveva donato agli uomini, ma proprio per

questo l‟errore più grande dei farisei era l‟orgoglio di sentirsi puri, di

dettar legge, di far passare l‟umano per il divino, di sentirsi giudici

inappellabili del fratello e questo orgoglio li accecava, vedevano le

minuzie della legge e non l‟essenza come in questo caso vedono i

discepoli che sfregano in mano qualche spiga di grano mettendosene in

bocca i chicchi e non riescono più a vedere il Figlio di Dio che cammina

in mezzo a loro.

Nella storia della Chiesa spesso è successo e succede così ma questo è

un rischio anche per noi cristiani: quando la mia fede è diventata una

serie di norme da osservare per sentirmi buono, a posto con Dio, per

“meritarmi il paradiso”, l‟orgoglio rischia di non farmi più vedere Gesù,

la sua liberazione, la sua parola, la sua presenza viva nei segni che ci

ha lasciato e nei fratelli. Quando voglio difendere Dio e per questo

giudico e offendo il fratello, quando scelgo la strada del potere e non

quella dell‟umiltà e del dialogo, non solo non difendo Dio ma difendo

me stesso e delle istituzioni passeggere. Il vero modo di difendere Dio

non è quello di armarci e di combattere, è quello di accettarlo

totalmente, croce compresa, è quello di gioire della sua presenza, è

quello di annunciarlo con gesti di amore che non impongono ma

propongono, che non giudicano ma amano.

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DOMENICA 5 SETTEMBRE

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C.

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII,, OO DDIIOO,, LLAA SSAAPPIIEENNZZAA DDEELL CCUUOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: LORENZO GIUSTINIANI,

Santo, Vescovo

Lorenzo nacque a Venezia nel 1381 dalla nobile famiglia Giustiniani.

Entrò nella Congregazione dei Canonici Secolari nell'isola di San

Giorgio, dedicandosi alla preghiera, alla contemplazione e alla questua.

Divenne successivamente Superiore della Congregazione. Eletto

vescovo di Castello, riformò con zelo apostolico la diocesi. Fu nominato

poi patriarca di Venezia dove, grazie alla sua umiltà, riuscì a sanare la

frattura creatasi tra la Chiesa e il potere civile. Morì nel 1456.

Parola di Dio: Sap. 9,13-18; Sal. 89; Fm 9-10.12-17; Lc. 14,25-33

Dal Vangelo secondo Luca 14,25-33

[25]Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: [26] «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. [27]Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. [28]Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? [29]Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: [30]Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. [31]Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? [32]Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. [33]Così CHIUNQUE DI VOI NON RINUNZIA A TUTTI I SUOI AVERI, NON PUÒ ESSERE MIO DISCEPOLO.

Tanto per vedere quanto la mentalità farisaica di cui parlavamo ieri ha

preso piede anche in noi non è forse vero che dopo aver ascoltato il

vangelo di oggi in cui Gesù dice che dobbiamo amarlo più dei familiari,

che dobbiamo rinunciare a tutti i nostri averi per lui, ci siamo chiesti:

“Ma fino a che punto?”. Ed ecco che è facile cominciare a dire che

quelle del Vangelo sono iperbole, modi per indicare una esigenza, cose

da non prendere alla lettera. Ecco che diciamo che qualche avere è

meglio conservarlo, che con i denari e le cose si può annunciare meglio

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il Vangelo che le chiese belle e ricche le costruiamo in onore di nostro

Signore e non per noi… e nel frattempo ci dimentichiamo l‟esigenza del

Vangelo. Perché Gesù ci chiede di fare una scelta radicale nei suoi

confronti. Non perché Lui è geloso, non perché vuole plagiarci o

sfruttarci ma perché sa che è solo accettando pienamente e totalmente

Lui e il suo Vangelo che noi avremo la vera felicità. Se io accetto Gesù

solo per “andare in paradiso”, quello che conta è trovare il modo di

“pagarmi il paradiso” e non ho incontrato il Paradiso che è Gesù. Se io

accetto Gesù perché tra le religioni la sua è la migliore, io ho incontrato

una religione e non una fede. Se io accetto Gesù solo per la sua

risurrezione e non voglio neanche sentire parlare di croce non incontro

Gesù ma il Gesù che mi sono costruito io. Accettare Gesù totalmente

non vuol dire essere tristi per tutte le rinunce che Lui ci chiede di fare,

vuol dire essere gioiosi per aver trovato la perla preziosa ricercata per

tutta la vita davanti alla quale tutto il resto diventa spazzatura.

Incontrare Gesù non vuol dire disprezzare il resto delle cose e del

mondo, vuol dire vedere le cose e il mondo con libertà, con gli occhi di

Dio. Se Gesù ci chiede scelte radicali non è perché Lui è un padrone

assolutista ma perché ci vuole liberi e felici.

LUNEDI’ 6 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

LLIIBBEERRAA IILL TTUUOO PPOOPPOOLLOO,, OO SSIIGGNNOORREE,, DDAA OOGGNNII MMAALLEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: BENEDETTO DI MILANO,

Santo, Vescovo

Eletto quarantunesimo Vescovo di Milano nel 685, accompagnò a

Roma, secondo una tradizione non accertata, il re anglo Ceadwalla, che

nel 689 vi ricevette il battesimo. Invano rivendicò da papa Costantino il

diritto, che gli competeva come metropolita, di consacrare i vescovi di

Pavia, i quali dal tempo di Damiano (690-697) ricevevano la

consacrazione dal pontefice, poiché la Chiesa pavese era stata resa

direttamente dipendente da Roma. Il suo episcopato sarebbe durato 47

anni.

Parola di Dio: 1Cor. 5,1-8; Sal. 5; Lc. 6,6-11

Dal Vangelo secondo Luca 6,6-11

[6]UN ALTRO SABATO EGLI ENTRÒ NELLA SINAGOGA E SI MISE A INSEGNARE. ORA C'ERA LÀ UN UOMO, CHE AVEVA LA MANO DESTRA INARIDITA. [7]Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un

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capo di accusa contro di lui. [8]Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. [9]Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: E` lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?». [10]E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì. [11]Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Provo a leggere il racconto evangelico come una parabola per noi:

Una domenica il prete entrò, vestito dei paramenti più belli per

celebrare la messa con il suo popolo. Si era preparato, aveva

ripetutamente letto le letture, era perfino andato a confrontare che

cosa dicessero sull‟argomento del giorno i Padri della Chiesa, aveva

pregato il Signore che lo illuminasse su cosa dire ai suoi parrocchiani ed

ora cantava con loro e per loro, poi predicò in maniera semplice: gli

sembrava che tutti potessero capirlo, poi celebrò raccogliendo la

preghiera dei suoi fedeli e di tutta la chiesa. Poi, mentre recitava le

preghiere dopo la consacrazione che sapeva a memoria ebbe una serie

di “benedette” distrazioni. Vide che in chiesa c‟era Maria, quella vedova

che con tre figli stentava a tirare avanti e a cui il gruppo caritativo

aveva smesso di dare una mano almeno per un po‟ perché intanto

“dare lì è come buttare in un pozzo senza fondo” e pensò che sarebbe

passato in settimana a portarle una buona spesa, vide Marco, il

giovanotto sconsolato perché la sua ragazza lo aveva lasciato e si

ricordò di averla risolta con lui un po‟ troppo sbrigativamente

dicendogli: “Lascia un po‟ di tempo vedrai che passerà” e si propose di

fare con lui una bella chiacchierata, vide Roberto e Maria, quella coppia

che avevano in casa la mamma di lui, anziana che ogni tanto dava i

numeri. Era ormai un buon mesetto che non passava a trovarli e anche

se la vecchietta non capiva neppure chi era, sarebbe stato un conforto

almeno per la coppia; vide Giacomo, della casa di riposo che gli aveva

chiesto se per caso un pomeriggio non sarebbe andato a fare il quarto

per una bella partita di scopa…Arrivò il Padre nostro e a quel punto la

preghiera “non più distratta” raccolse tutte queste persone e anche

tutti questi propositi.

Ho applicato la parabola a me prete, ma provate a pensare se non si

può esplicare in maniera concreta per ciascuno di noi.

Se le nostre Eucaristie, oltre che essere partecipate, oltre che essere

un momento di riflessione diventassero anche il momento favorito in

cui ci accorgiamo che in chiesa c‟è anche qualcuno con “la mano

inaridita”, qualcuno che forse ha bisogno di noi…

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MARTEDI’ 7 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

AATTTTIIRRAACCII AA TTEE,, SSIIGGNNOORREE,, PPEERR EESSSSEERREE UUNNAA SSOOLLAA CCOOSSAA CCOONN TTEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: EUGENIA PICCO, Beata

Nacque a Crescenzago (Milano) l‟8 novembre 1867. Il padre un bel

giorno sparisce e non dà più notizie di sé. La madre vive con un

convivente e vorrebbe che la figlia diventasse cantante. Eugenia, anche

se lo conosce poco, si affida a Dio e il 31 agosto 1887 scappa di casa

ed entra nella Congregazione delle Piccole Figlie dei Sacri Cuori di Maria

e Gesù. Nel 1894 farà professione perpetua in questa congregazione e

dal 1911 ne sarà la superiora generale. Animatrice saggia, madre dei

piccoli, vicina al cuore di tutti i sofferenti, specialmente durante la

grande guerra, morì il 7 settembre 1921.

Parola di Dio: 1Cor. 6,1-11; Sal. 149; Lc. 6,12-19

Dal Vangelo secondo Luca 6,12-19

[12]In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. [13]Quando fu giorno, CHIAMÒ A SÉ I SUOI DISCEPOLI E NE SCELSE DODICI, ai quali diede il nome di apostoli: [14]Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, [15]Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, [16]Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore. [17]Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, [18]che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. [19]Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.

La chiamata e la conferma degli apostoli è per me cristiano e prete una

pagina di vangelo che mi rasserena perché come dice Gesù in un altro

brano: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi”. Pensate:

eravamo ancora bambini piccoli e il Signore già ci univa Lui attraverso il

Battesimo. Qualcuno pensa non sia una cosa giusta il battesimo dei

bambini perché essi non hanno ancora coscienza di quello che ricevono,

per me invece è un grande dono che mi testimonia l‟amore di Dio ancor

prima che io possa rispondergli personalmente.

E anche oggi è sempre Lui che chiama: è Lui che mi chiama a dare un

senso gioioso alla mia vita, è Lui che mi chiama attraverso il desiderio

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di testimoniarlo, è lui che mi chiama all‟amore attraverso i fratelli. E

questa chiamata non è generica, è proprio per me. Come Gesù ha

accettato i caratteri diversi degli apostoli così accetta me, con i pregi e

difetti che accompagnano la mia vita. Lui non si spaventa neanche delle

mie irruenze o delle mie incapacità anzi, sembra quasi dirmi che se le

metto nel suo Cuore esse possono addirittura diventare cose buone. Ma

se tutto parte da Lui c‟è ancora responsabilità da parte nostra? Sì, c‟è

la responsabilità della risposta. Nella lista di quei dodici c‟è in

particolare un nome che deve mettermi in guardia, “Giuda Iscariota,

che fu il traditore”, e non tanto per giudicare lui e il suo gesto quanto

per ricordarmi che anche per me c‟è la possibilità di diventare o un

Pietro, o Andrea o Giacomo e Giovanni o Giuda Iscariota, quello che lo

tradì.

MERCOLEDI’ 8 SETTEMBRE

FESTA DELLA NATIVITA’ DI MARIA

Una scheggia di preghiera:

BBEEAATTAA SSEEII TTUU,, OO MMAARRIIAA EE DDEEGGNNAA DDII OOGGNNII LLOODDEE::

DDAA TTEE EE’’ NNAATTOO IILL SSOOLLEE DDII GGIIUUSSTTIIZZIIAA,, CCRRIISSTTOO DDIIOO NNOOSSTTRROO

Tra i santi di oggi ricordiamo: CORBINIANO, Santo, Monaco

Nacque a Châtres-Arpajon nel 670 circa di padre franco e di madre

irlandese. Venne a Roma per ritirarsi in un monastero ma fu mandato

da papa Gregorio II in Baviera dove costituì la diocesi di Frisinga di cui

è protettore. Morì nel 725.

Parola di Dio nella festa della Natività di Maria:

Mic. 5,1-4 (Rom 8,28-30) Sal. 86; Mt. 1,1-16.18-23

Dal Vangelo secondo Matteo 1,1-16.18-23

[1]GENEALOGIA DI GESÙ CRISTO figlio di Davide, figlio di Abramo. [2]Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, [3]Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, [4]Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, [5]Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, [6]Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, [7]Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, [8]Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, [9]Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, [10]Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos,

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Amos generò Giosia, [11]Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. [12]Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, [13]Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, [14]Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, [15]Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, [16]Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. [18]Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. [19]Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. [20]Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. [21]Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». [22]Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: [23]Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi.

Gesù non è un Dio che si è fatto un giro turistico sulla terra prima di

tornarsene beato al suo Paradiso, ha un mamma concreta che Matteo

ha incontrato e conosciuto, è Dio ma ha avuto un padre qui sulla terra.

Ecco allora Matteo costruire questa genealogia di Gesù che a noi, a

prima vista dice poco, ma che può essere piena di significati. Provo ad

enumerarne alcuni:

Partiamo proprio dalla festa di oggi: se Maria è grande soprattutto per

aver fatto nascere il Figlio di Dio, è grande anche la sua nascita perché

le sue radici che si estendono per tutta la storia della salvezza in Lei ci

hanno dato il primo volto di salvata, cioè di come il Signore vuole

ciascuno di noi, insomma, come dice la liturgia: la grazia che Eva ci ha

tolto in Maria ci è ridonata.

Altro significato: in Maria e in Gesù ci sono i cromosomi di tutta

l‟umanità. Se è vero che noi siamo la somma di tutti i nostri avi, Gesù

porta nella sua umanità tutte le caratteristiche dell‟uomo, la sua

grandezza e la sua debolezza, le sue enormi capacità di amore ed

anche i suoi peccati. Davvero Maria e Gesù pur avendo doni particolari

sono in tutto simili a noi.

La genealogia si ferma a Gesù, ma quella genealogia non è ancora

finita perché Gesù l‟ha allargata fino a noi. Infatti il giorno che Maria va

a trovare Gesù e qualcuno gli dice: “C‟è tua madre, ci sono i tuoi

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fratelli”. Gesù risponde: “Chi è mia Madre, chi sono i miei fratelli. Chi fa

la volontà di Dio mi è padre, madre, fratello, sorella”. Dunque noi, figli

di Dio nel Figlio, continuiamo quella genealogia e se nei nostri

cromosomi portiamo le debolezze di tutta un‟umanità, nel nostro DNA

c‟è anche il segno di Gesù, di Maria e dei tanti santi che ci hanno

preceduto.

GIOVEDI’ 9 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

VVEENNGGAA IILL TTUUOO SSPPIIRRIITTOO,, OO SSIIGGNNOORREE,,

AA RRIINNNNOOVVAARREE LLAA FFAACCCCIIAA DDEELLLLAA TTEERRRRAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: OSANNA Santa, Monaca

In un anno imprecisato del VII secolo, Osanna, figlia di un re di Scozia,

scappò di casa per sfuggire alle nozze che le venivano imposte. Arrivò

fino in Francia, dove riuscì finalmente ad esaudire il suo sogno: educata

a una corte pagana il suo cuore era invece sempre stato rivolto a

Cristo. Nella cittadina di Jouarre (Francia centrale) si fece monaca e

visse santamente fino alla morte.

Parola di Dio: 1Cor. 8,2-7.11-13; Sal.138; Lc. 6,27-38

Dal Vangelo secondo Luca 6,27-38

[27]Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, [28]benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. [29]A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. [30]Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. [31]Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. [32]Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [33]E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [34]E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. [35]Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. [36]Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. [37]Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; PERDONATE E VI SARÀ PERDONATO; [38]date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante

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vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio».

E‟ vero che la strada del perdono è difficile. Gesù che è concreto non ce

lo nasconde tant‟è vero che proprio nel vangelo di oggi ci dice che è

una cosa propria di Dio che noi dobbiamo cercare di imitare. Ma se

capiamo davvero il discorso di Gesù ne comprendiamo l‟immensa

portata di novità: non solo cerca di eliminare l‟odio, ma vuole eliminare

anche i nemici nel senso che se i nemici vanno amati non sono più

nemici. Il perdono non è dunque solo una cosa che devo fare per

essere a mia volta perdonato dei miei peccati, diventa invece

partecipare all‟opera di Dio perché agendo in tal modo noi collaboriamo

a trasformare il mondo. Viene trasformato il nostro passato e abbiamo

a nostra volta la possibilità di trasformare il passato degli altri. Il vero

perdono infatti non è l‟oblio, il dimenticare, il seppellire qualcosa che

appartiene al passato, il perdono è guardare avanti, è risorgere, è

novità, atto di creazione. E‟ seppellire il tempo delle ripicche, dei

dispetti, delle vendette, ed è iniziare un tempo in cui agisce unicamente

la potenza dell‟amore.

Qualcuno mi dirà: “Belle parole, ma quanti ci riescono?” Gesù ci è

riuscito, Maria lo ha fatto, tanti santi di ieri e di oggi ci sono riusciti,

persino non cristiani ma uomini di buona volontà ce l‟hanno fatta:

perché non dobbiamo tentarci anche noi? Se ci mettiamo su quella

strada sicuramente avremo la forza stessa di Dio ad aiutarci. E poi non

basta anche solo cominciare ad allenarci partendo dalle piccole cose

quotidiane? Per esempio non potrei oggi cominciare a rigenerare

l‟ambiente dove vivo rinunciando magari a tenere il muso a quella

persona che penso mi abbia offeso?

VENERDI’ 10 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, DDAAMMMMII LLUUCCEE EE GGUUIIDDAAMMII SSUULL CCAAMMMMIINNOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: PULCHERIA, Santa, Imperatrice

Successe come imperatrice a Teodosio II. Durante il suo regno governò

con saggezza ed onestà, combattendo duramente gli eretici ariani e gli

eretici eutichiani. Temperò la fermezza e la decisione del suo carattere

con una grande pietà: non esitò a schierarsi sempre dalla parte degli

oppressi e fondò molte chiese. Pulcheria morì, riconosciuta ovunque

come Santa, nel 453.

Parola di Dio: 1Cor. 9,16-19.22-27; Sal. 83; Lc. 6,39-42

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Dal Vangelo secondo Luca 6,39-42

[39]Disse loro anche una parabola: «PUÒ FORSE UN CIECO GUIDARE UN ALTRO CIECO? Non cadranno tutt'e due in una buca? [40]Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. [41]Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? [42]Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

Nella mia esperienza sacerdotale mi è capitato e capita ancora sovente

che persone vengano da me per “avere un consiglio”. Ricordo in

particolare la prima volta quando qualche giorno dopo essere stato

ordinato sacerdote si presento un uomo ormai maturo a chiedere

consiglio per il suo matrimonio e la sua vita sentimentale che andava a

rotoli. Provai tutto il vuoto immaginabile e possibile, provai poi a rifarmi

a quanto avevo studiato: ma quanto lontano dalla realtà erano le

risposte dei libri ed anche quelle dei codici della Chiesa, che pur avevo

il dovere di dire, quanto erano lontane dalla storia concreta di quella

persona, io poi, non solo non avevo esperienza ma mi sentivo persin

turbato da quanto quest‟uomo in buona fede mi raccontava: ero un

cieco che rischiava di portare un altro cieco nella fossa. Poi (credo sia

stato proprio lo Spirito Santo e il dono della grazia del sacerdozio) mi è

venuto in mente che io, i miei studi, le mie regole non contavano

niente, quell‟uomo non era venuto a cercare don Franco, era venuto a

cercare Gesù ed era Gesù che dovevo dare. Da allora in poi cerco di

ricordarmelo sempre: io non valgo niente, chi vale è Gesù perché è il

Figlio di Dio che ama la persona che ho davanti e allora mi sforzo di

cercar di dire quello che direbbe con amore Gesù a quella persona nella

situazione in cui si trova. Se io sono cieco Lui ha la luce sufficiente per

guidare tutti e due.

Tutti in qualche maniera siamo chiamati a dare qualche consiglio, a

guidare altri, lo sono i genitori con i figli, gli amici con gli amici che si

confidano in loro, gli insegnanti e gli educatori, perfino i bambini e i

nonni. Cerchiamo di non dare noi stessi o i luoghi comuni di una morale

precostituita, cerchiamo di lasciar parlare Gesù e il suo Vangelo in noi

di modo che illumini noi stessi e gli altri. E, ancora una piccola

osservazione, per lasciar parlare Gesù in noi, bisogna che Lui e la sua

parola abitino in noi!

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SABATO 11 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

TTUU,, GGEESSUU’’,, SSEEII IILL MMIIGGLLIIOORR FFRRUUTTTTOO DDEELLLLAA NNOOSSTTRRAA UUMMAANNIITTAA’’

Tra i santi di oggi ricordiamo: AGATONE DI SCETE,

Santo, Anacoreta

E‟ uno degli anacoreti del deserto di Scete, probabilmente

contemporaneo di Macario l‟Omicida (364). Famoso per il suo

ascetismo, per la sua carità e umiltà. A lui furono attribuiti parecchi

degli apoftegmi dei padri del deserto.

Parola di Dio: 1Cor. 10,14-22; Sal. 115; Lc. 6,43-49

Dal Vangelo secondo Luca 6,43-49

[43]Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. [44]OGNI ALBERO infatti SI RICONOSCE DAL SUO FRUTTO: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. [45]L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. [46]Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? [47]Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: [48]è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. [49]Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande».

Tante volte ci riteniamo specialisti nel riconoscere dalle apparenze i

buoni e i cattivi e poi abbiamo delle amare sorprese.

Infatti, per riconoscere la bontà di una pianta non basta vedere se ha

tanti rami, tante foglie e neppure la bellezza dei frutti è sufficiente,

occorre vedere se essi sono commestibili. Quante persone sia dentro

che fuori della Chiesa, pretendono di essere cristiani! Ma lo sono

davvero solo perché compiono determinate opere o osservano

determinate norme? Ciò che conta è il cuore, l‟interiore profondo

dell‟uomo. Cioè, bisogna che i gesti esteriori corrispondano ad una

qualità di fondo, che i nostri gesti religiosi, per esempio, provengano da

una fede interiorizzata. Provo allora oggi a chiedermi: sono un buon

albero da frutto o un albero da foglie? Le mie azioni partono da un

cuore che ha interiorizzato l‟amore di Dio, o sono solo frutto di

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convenienze, di esteriorità?

Quali sono i frutti della mia vita? Anzitutto ne ho portati? Se, per

ipotesi, si potesse cancellare la mia esistenza la vita di qualcuno

sarebbe cambiata?

Poi la qualità dei frutti: giunto a questo punto della mia vita, qualcuno,

incontrandomi, vedendomi agire, è diventato migliore o peggiore?

Qualcuno per causa mia ha amato di più Gesù o, proprio per causa mia,

si è allontanato da Lui? Se oggi dovessi morire, che cosa lascerei a

questo mondo: un po' più di giustizia o un po' più di divisione?

Se avete provato a rispondere a queste domande o ad altre simili che

vi saranno venute in mente, penso avrete notato com'è difficile stabilire

con esattezza i confini tra il bene e il male, il frutto totalmente buono e

quello totalmente velenoso. Si stabilisce la direzione di marcia ma poi

nel buono a volte c'è anche l'amaro e a volte certi veleni in dosi

appropriate servono per guarire.

Credo, allora sia importante puntare verso il bene, verso Gesù e poi

continuamente correggere la meta contando soprattutto sulla grande

misericordia di Dio.

DOMENICA 12 SETTEMBRE

XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C.

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII,, PPAADDRREE LLAA GGIIOOIIAA DDEELL PPEERRDDOONNOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: SILVINO, Santo, Vescovo

Cinque secoli dopo la morte di Gesù, Silvino lo onora servendolo come

vescovo di Verona. Altro di lui non sappiamo, ma se il suo nome è

giunto fino a noi e il suo volto sconosciuto è circondato dall‟aureola

della santità, Silvino dovette sicuramente servire il Signore con cuore

puro e volontà coerente. Non è cosa da poco.

Parola di Dio: Es. 32,7-11.13-14; Sal. 50; 1Tim. 1,12-17; Lc. 15,1-32

Dal Vangelo secondo Luca 15,1-32

[1]Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. [2]I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». [3]Allora egli disse loro questa parabola: [4] «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? [5]Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, [6]va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: RALLEGRATEVI CON ME, PERCHÉ HO TROVATO LA MIA

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PECORA CHE ERA PERDUTA. [7]Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. [8]O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? [9]E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. [10]Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». [11]Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. [12]Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. [13]Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. [14]Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. [15]Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. [16]Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. [17]Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! [18]Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; [19]non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. [20]Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. [21]Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. [22]Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. [23]Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, [24]perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. [25]Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; [26]chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. [27]Il servo gli rispose: E` tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. [28]Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. [29]Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. [30]Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. [31]Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; [32]ma bisognava far festa

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e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

Tutto, nella liturgia odierna parla di misericordia di Dio. Eppure noi

spesso vorremmo un Dio giustiziere (con gli altri), vorremmo un Dio

potente (con noi). Invece il nostro Dio è un Dio potente in misericordia,

è un Dio che si lascia convincere da chi come Mosè chiede misericordia

per un popolo idolatra, è un Dio che non convince a colpi di potenza,

ma parla da una croce su cui lo hanno messo proprio coloro che è

venuto a salvare, è un Dio che parte alla ricerca della pecorella

smarrita o forse scappata, è un Dio che si rallegra quando uno che lo

ha offeso si lascia riportare a casa. E‟ un Dio che non solo accoglie a

braccia aperte il prodigo che fuggito di casa, gli ha dilapidato i suoi doni

e che non è sicuro che dopo il perdono non faccia altrettanto con il

restante, è un Dio che va incontro al figlio maggiore incapace di amore

vero, osservante formale, riottoso a far festa per suo fratello che vede

come concorrente e non come fratello.

Il nostro Dio si fa povero, rischia di perdere nella sua scommessa

sull‟uomo inaffidabile ma non smette di essere misericordioso.

Se anche fossi il più grande dei peccatori di questa terra, se anche

avessi messo in croce Gesù o un fratello, Dio è ancora misericordia.

E misericordia richiede misericordia. Solo essa ci potrà salvare. Davanti

ai fatti terribili del nostro mondo, davanti alle guerre, al terrorismo, agli

egoismi che uccidono, Gesù Crocifisso, Gesù Buon Pastore con la sua

pecorella recuperata sulle spalle e il Padre misericordioso attento ai

suoi due figli, disgraziati tutti e due, ci dicono che come solo la

misericordia di Dio può salvare noi, solo la misericordia nostra può

salvare l‟uomo e l‟umanità; le strade della vendetta, della giustizia fai

da te, del potere e della violenza creano solo altro odio e altra morte, la

morte definitiva che non permette neanche alla misericordia di Dio di

compiere la sua opera.

LUNEDI’ 13 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, IIOO NNOONN SSOONNOO DDEEGGNNOO CCHHEE TTUU VVEENNGGAA AA CCAASSAA MMIIAA,,

MMAA DDII’’ SSOOLLOO UUNNAA PPAARROOLLAA EE SSAARROO’’ SSAALLVVAATTOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: MAURILIO, Santo Vescovo

Nato a Milano da nobile famiglia ebbe come maestro Sant‟Ambrogio e

fu avviato alla vita monastica dove, al seguito di San Martino venne

ordinato prete. Fu un grande e fervoroso predicatore e proprio per la

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sua fama fu eletto vescovo di Angers, in Francia, e lì restò fino alla

morte avvenuta nel 453

Parola di Dio: 1Cor. 11,17-26; Sal. 39; Lc. 7,1-10

Dal Vangelo secondo Luca 7,1-10

[1]Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. [2]Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. [3]Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. [4]Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, [5]perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga». [6]Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; [7]per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. [8]Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa». [9]All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «IO VI DICO CHE NEANCHE IN ISRAELE HO TROVATO UNA FEDE COSÌ GRANDE!». [10]E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Gesù porta ad esempio per la fede un centurione romano. C‟erano i pii

farisei, garanti della fede ufficiale, c‟erano i sadducei, i dottori della

legge, i Sommi sacerdoti e i sacerdoti, i rabbini, è Lui va prendere e

propone ad esempio proprio un occupante romano, un soldato, un

esecutore del potere civile, uno straniero, un pagano! Pensate che

scandalo per allora e per oggi: provate a pensare ad un parroco

(poveretto lui!) che lasciando da parte i benpensanti, i benefattori, i

vescovi e i dicasteri curiali, i teologi alla moda, i membri del consiglio

pastorale e quelli degli affari economici, presentasse come modello di

fede magari uno etichettato miscredente, appartenente ad un partito

non gradito, magari pure un po‟ rivoluzionario?

Eppure questo centurione che forse non conosceva neanche le radici

della fede ebraica, che certamente non conosce Gesù, ne ha solo

sentito parlare, invece di approfittare del suo ruolo è uno che “si

interessa al popolo”, è uno che ha aiutato la costruzione della sinagoga,

è una persona che sa chiedere e che motiva le sue richieste in modo

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umano corretto e rispettoso, è uno che ama il suo servo e non lo tratta

affatto da schiavo anche se ha una precisa idea di ciò che vuol dire

comandare e ubbidire.

E sono anche felice che la Chiesa cattolica abbia preso proprio le parole

di questo centurione e ce le faccia ripetere prima di accostarci

all‟Eucaristia. Se davvero le facciamo nostre, queste parole esprimono

il giusto atteggiamento davanti al mistero e al dono di quel Pane.

Noi non siamo degni che Gesù venga ad abitare in noi. Prima di tutto

non siamo degni perché come può la nostra piccola umanità accogliere

in se stessa la divinità? Anche il più grande santo o il più grande

mistico è indegna dimora del Dio Creatore, Salvatore, Onnipotente. Per

un ebreo, entrare in casa di un pagano era contaminarsi; a noi, ad

entrare in Comunione con Gesù, sembra quasi di contaminare Lui. Poi

non siamo degni anche perché siamo peccatori, incapaci di vivere con

equilibrio, con decisione, con costanza la sua parola, egoisti incapaci di

amore… E allora? Non andremo più a fare la Comunione, ci priveremo

del pane del cammino a causa della nostra indegnità?

Ricordiamoci sempre che se noi siamo indegni e abbiamo quasi timore

di accostarci a Gesù, è invece Lui che vuole venire a noi. La distanza

tra noi e Lui non siamo noi a superarla, è Lui a venirci incontro, è Lui

che ci chiede di fare memoria di quanto ha fatto per noi per entrare in

comunione di salvezza con Lui. Ricevere il pane della vita significa

infatti essere salvati senza alcun merito da parte nostra, ma

unicamente attraverso la Grazia che ci viene donata.

Ripetere la frase del centurione prima di accostarci all‟Eucaristia, è

allora constatare, con umiltà e quindi con verità che noi non solo non

abbiamo nessun merito per ricevere Gesù, ma è anche riconoscenza

assoluta per Colui che ci ama e ci salva “mentre siamo peccatori” e

diventa anche il momento in cui, come il centurione, abbiamo il

coraggio di chiedere e sul suo amore siamo anche certi che Lui in

qualche modo ci ascolterà.

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MARTEDI’ 14 SETTEMBRE

FESTA DELLA ESALTAZIONE DELLA CROCE

Una scheggia di preghiera:

NNEELL TTUUOO NNOOMMEE,, GGEESSUU’’,, OOGGNNII GGIINNOOCCCCHHIIOO SSII PPIIEEGGHHII

NNEEII CCIIEELLII SSUULLLLAA TTEERRRRAA EE SSOOTTTTOO TTEERRRRAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: PLACILLA, Santa, Imperatrice

Era la sposa del generale Teodosio che nel 378 divenne imperatore.

Cristiana si dedicò a opere di bene. Seppe far buon uso della sua

influenza sul marito. Morì nel 386.

Parola di Dio: Num. 21,4-9 (Fil. 2,6-11); Sal. 77; Gv. 3,13-17

Dal Vangelo secondo Giovanni 3,13-17

[13]Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorchè il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. [14]E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così BISOGNA CHE SIA INNALZATO IL FIGLIO DELL'UOMO, [15]PERCHÉ CHIUNQUE CREDE IN LUI ABBIA LA VITA ETERNA». [16]Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. [17]Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

Vi ripropongo in questa festa della esaltazione della croce una

preghiera che avevo scritto alcun anni fa:

Non mi piacciono le croci! Ma guardando alla cattiveria che ha

inventato un simile supplizio ripenso con dolore alle croci che noi

uomini civili inventiamo ogni giorno. Le croci dell‟ignoranza e del potere

che tengono legati e crocifissi migliaia di bambini resi schiavi, obbligati

a lavorare anche sedici o diciotto ore al giorno per poco meno di un

dollaro per la loro fame e quella della loro famiglia, penso alle donne

crocifisse da ciò che hanno di più bello, la loro stessa femminilità, e

costrette a non contare nulla, a tacere e soffrire, penso alla presunta

saggezza civile che fa marcire innocenti in prigioni o che ha inventato

modi detti “meno crudeli” per giustiziare un uomo, dopo magari averlo

fatto aspettare per anni nel braccio della morte. Penso alle croci che la

voglia di potere e di danaro di alcuni ha messo sulle spalle di altri, alla

croce dell‟assuefazione alla droga, alla violenza, al sesso rubato e

profanato per tante bambine povere, alla morte silenziosa per

avvelenamento causata dalla incuria di altri interessati solo a far soldi.

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E penso anche alle croci che ho costruito io, con il mio mettermi al

centro del mondo, con il pensare di essere l‟unico ad aver sempre

ragione su tutto, alle croci che ho fatto pesare sulle spalle dei miei

compagni di lavoro, mettendo sempre e solo in evidenze le loro

mancanze, alle croci di sopportazione che ho fatto subire ai miei

familiari quando davanti ad un loro errore ho voluto essere giudice

insindacabile che punisce.

Gesù, guardo alla tua croce e ti dico che non mi piacciono le croci,

quelle della malattia, della solitudine, delle sofferenze, del non amore...

Eppure quante ce ne sono nel mondo! Tu sei riuscito a tramutare la

tua croce in amore, io spesso bestemmio solo la croce senza riuscirci.

Aiutami a guardare a te!

Ti hanno steso su quel letto di legno. Ti hanno inchiodato lì sopra.

Avevano paura che fuggissi. E tu gridando per il dolore lo hai accettato.

Gesù ti vedo inchiodato sulla croce come nel letto di quell‟anziana che

da tre anni non può più alzarsi e come è inchiodato suo marito che da

tre anni con amore non abbandona quel letto, ti vedo sulla carrozzina,

inchiodato a quelle due ruote come quel ragazzo nel pieno della sua

giovinezza che sa che non potrà mai più né correre né camminare.

Gesù la tua passione continua e, come ai piedi della croce leggo la tua

passione negli occhi e nel cuore e nel corpo di tua madre, così la vedo

continuare negli occhi, nel cuore e nel corpo di quella madre che ha

portato il suo figlioletto in fin di vita all‟ospedale e aspetta con ansia e

tremore una risposta che si fa aspettare dai medici.

Ma ti vedo anche solo, abbandonato. Dove sono le folle che solo pochi

giorni fa gridavano: “Osanna”? dove sono i tuoi baldanzosi discepoli

che promettevano di andare a morire con te? A parte Maria, Giovanni e

quelle poche donne, ai piedi della tua croce non c‟è nessuno. No,

qualcuno c‟è: la Chiesa dei giudei, ma sono lì solo per accertarsi che tu

muoia davvero e la smetta di essere un fastidio per loro, per il loro

perbenismo e per la loro religione ufficiale. Quante volte ti ho lasciato

solo, quante volte davanti alla sofferenza ho preferito far finta di non

vedere, nascondermi dietro i luoghi comuni, pensare che di sofferenza

ce ne è già tanta nella vita senza aver bisogno di addossarsi anche

quella degli altri.

Signore, sei nudo su quella croce.

Ti hanno voluto togliere anche la dignità di un po‟ di pudore e penso ai

nostri occhi indecenti che vogliono violare la dignità dell‟uomo e della

donna, e penso a quelle donne messe in vetrina o spogliate e violate

nei giornali e nelle televisioni per soddisfare il gusto di una sessualità

bacata, penso a quelle prostitute di cui noi ben pensanti ci

scandalizziamo e vogliamo far piazza pulita, che venute per un sogno di

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libertà si sono trovate costrette a suon di botte e di violenze a questo

mestiere che certamente non amano.

Signore stai soffocando, il dolore, il tuo peso ti fanno mancare l‟aria,

ogni tuo respiro è un rantolo doloroso uguale al rantolo a volte

protratto per giorni dei moribondi. Eppure tu hai ancora la forza per

parlare, per dirci qualcosa. Non sono le parole dell‟eroe. Tu gridi anche

il tuo dolore, tu senti la sofferenza sia fisica che morale e come uomo

provi anche la presunta assenza di Dio al tuo soffrire, ma le tue parole

sono soprattutto di donazione, di fiducia, di misericordia.

Ti hanno spogliato e tu ti spogli anche di tua Madre, per donarcela.

Ti abbiamo giudicato colpevole e reo di morte e Tu chiedi a tuo Padre di

perdonarci.

Quasi nessuno ti ha riconosciuto ed ha accettato il tuo invito alla

salvezza e Tu assicuri ad un ladro, ad un crocifisso come te, il Paradiso.

Anch‟io, come te, davanti alla tua croce e alle croci del mondo e della

mia vita, grido: “Dio dove sei?” ma poi continuo a guardate Te

crocifisso e mi sembra di capire che Dio c‟è in ogni prova in ogni lotta,

in ogni dolore. Tu sei il crocifisso di sempre, tu stai patendo ogni nostro

patimento, Tu redimi ogni nostra sofferenza, Tu sei il figlio di Dio morto

e risorto in ogni momento, sei inchiodato alle nostre sofferenze per

sempre ma sei anche il risorto che ha trasformato i segni del dolore in

segni di vita che dura per sempre, che ha trasformato la vendetta in

perdono. E allora ritrovo il bambino che spesso ho seppellito in me, mi

alzo e mi butto tra quelle braccia aperte, inchiodate sulla croce, sicuro,

nonostante la mia povertà di essere accolto, nella misericordia, e, nella

fede di quell‟abbraccio, riesco anch‟io a balbettare: “Nelle tue mani,

Signore affido il mio spirito”.

MERCOLEDI’ 15 SETTEMBRE

BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA

Una scheggia di preghiera:

SSAANNTTAA MMAADDRREE,, DDEEHH,, VVOOII FFAATTEE,, CCHHEE LLEE PPIIAAGGHHEE DDEELL SSIIGGNNOORREE

SSIIAANNOO IIMMPPRREESSSSEE NNEELL MMIIOO CCUUOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: PAOLO MANNA, Beato

Nato ad Avellino nel 1872 entrò nel seminario del Pime nel 1891 e fu

ordinato sacerdote nel 1894. L‟anno dopo partì per la Birmania

orientale dove lavorò fino al 1907. Rimpatriato per malattia, spese il

resto della sua vita per diffondere l‟idea missionaria, con scritti e opere

tra il clero e il popolo. Fondò riviste missionarie, diede vite alla Unione

Missionaria del Clero. Fu superiore generale del Pime nel 1924. “Tutta

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la Chiesa per tutto il mondo” fu il suo motto fino alla fine. Morì a Napoli

il 15 settembre 1952

Parola di Dio nella festa dell’Addolorata: Eb. 5,7-9; Sal. 30;

Gv. 19,25-27 (Lc. 2,33-35)

Dal Vangelo secondo Giovanni 19,25-27

[25]STAVAno PRESSO LA CROCE DI GESÙ, SUA MADRE, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. [26]Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!». [27]Poi disse al discepolo: «Ecco la tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Fra tutte le ore della vita, non c‟e un‟altra ora più preziosa di quella

della morte tua o dell‟altro. Lì non puoi non essere veritiero e sincero.

Maria davanti al mistero della passione e morte di Cristo quali opere ha

fatto? Nulla di trascendentale, ma Maria c'era. Maria, si è fatta trovare

come in tutti gli altri momenti importanti della vita di Gesù, perché è lì

e partecipa. Infatti ai piedi della croce Maria non è una figura

decorativa, espressione dei buoni sentimenti pietistici umani. E' lì

perché corredentrice. Il suo dolore non è figura, è dolore vero,

concreto, da infarto, di una madre che vede morire il proprio Figlio in

una maniera terribilmente atroce; Lei vede il frutto del suo grembo

piagato, distorto, tumefatto, grondante sangue; ogni ferita del Figlio è

ferita della Madre; è il dolore di una donna di fede che grida come suo

Figlio al Padre: ".. se possibile.." e che non sente risposta; "Dio mio,

Dio mio, perché mi hai abbandonato?", e prova il silenzio di Dio. E' il

dolore di una donna che ha vissuto il mistero di un figlio, il Figlio di Dio

e vede suo figlio e il suo Dio in croce, impotente. E' colei che ha sentito

e vissuto la predicazione del Figlio, che ha partecipato alla vita dei

primi amici di suo Figlio ed ora li vede dispersi. E' Colei a cui vien

chiesto di farsi carico, come figli, di coloro che stanno facendo morire in

croce suo Figlio per i quali anche lei deve pregare come Gesù: "Padre,

perdonali, perché non sanno quello che fanno".

Maria, tu non hai fatto nulla, ma c'eri.

Io rischio di voler far molto, ma di non esserci. Voglio servire il Signore,

organizzo, parlo, discuto nel suo nome ma poi, sparisco volentieri

quando quella croce da pezzo di arredamento di una casa o di una

chiesa diventa croce reale, letto di ospedale, tradimento subito,

abbandono…

Maria, Tu ci sei ancora, alla croce di tuo Figlio e alle croci dei tuoi figli,

e il tuo dolore si rinnova ogni volta… sembra che non fai niente, come

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quel giorno, eppure fai più di tutti, perché tu ci sei e noi, come Gesù in

quel momento, abbiamo bisogno soprattutto della tua presenza.

GIOVEDI’ 16 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

PPIIEETTAA’’ DDII NNOOII,, SSIIGGNNOORREE,, NNEELL TTUUOO AAMMOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: CORNELIO, Santo, Papa

Era stato eletto Papa dopo la grande persecuzione di Decio. Si

presentava allora il grave problema se riaccettare nella chiesa i Lapsi,

cioè coloro che durante le persecuzioni avevano abiurato. Corneilio, pur

contrastato si schiererà a favore della misericordia verso essi. Arrestato

venne mandato in esilio a Civitavecchia dove morì nel 253.

Parola di Dio: 1Cor. 15,1-11; Sal. 117; Lc. 7,36-50

Dal Vangelo secondo Luca 7,36-50

[36]Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. [37]Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; [38]e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. [39]A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». [40]Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure». [41] «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. [42]Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». [43]Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». [44]E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. [45]Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. [46]Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. [47]Per questo ti dico: LE SONO PERDONATI I SUOI MOLTI PECCATI, POICHÉ HA MOLTO AMATO. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». [48]Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». [49]Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i

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peccati?». [50]Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».

L‟uomo che pensa di essere a posto con se stesso, di essere

osservante, di poter accampare in chissà quale modo dei diritti su Dio è

un uomo che giudica, quando invece prendiamo coscienza del nostro

peccato e della nostra miseria ci rendiamo conto di non avere motivi

propri per ottenere la misericordia di Dio. Quando, poi, ci sentiamo

talmente lontani da Lui ci sembra che neanche il suo amore possa

raggiungerci.

Ma Gesù, che conosce le persone non per quello che appaiono ma per il

loro cuore, riesce sempre a trovare motivi perché la sua misericordia

possa manifestarsi.

La donna del Vangelo di oggi era stata etichettata: “è una prostituta”,

una pubblica peccatrice. Ma per Gesù conta la persona. Anche Gesù

non dice che questa donna non ha peccato, anzi le ricorda che i suoi

peccati sono molti, ma nello stesso tempo riesce a vedere in lei il suo

molto amore.

Come guardo il mio prossimo? Vado avanti con schemi, stereotipi,

giudizi preconfezionati? Sono capace di vedere il bene negli altri?

Riesco, almeno qualche volta, a far a meno delle etichette? Mi metto

anch‟io con onestà e umiltà nella schiera di coloro che se vogliono

essere perdonati devono molto amare?

La donna del Vangelo incontrando Gesù ha ritrovato quello che in fondo

aveva cercato per tutta la vita. Voleva amare ed essere amata ed

invece era stata usata, posseduta, comprata, qui trova l‟aria pulita

dell‟amore vero ricevuto e donato.

Anche se riconosco di non essere capace di amare in modo pieno

chiedo al Signore che almeno non faccia mai mancare in me la

nostalgia del vero amore che possa portami ai piedi di colui che

perdonandomi mi ridà fiducia e capacità.

VENERDI’ 17 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

UUOOMMIINNII EE DDOONNNNEE,, BBEENNEEDDIITTEE TTUUTTTTII IILL SSIIGGNNOORREE!!

Tra i santi di oggi ricordiamo: SIGISMONDO FELICE FELINSKI,

Beato, Vescovo

Nacque il 1° Novembre 1822 a Woiutyn (allora Polonia, oggi Ucraina)

settimo di undici figli di una nobile famiglia. Studiò Matematica a Mosca

e a Parigi, ma presto sentì la chiamata al sacerdozio. Fu prete nel

1855, poi insegnante, poi fu nominato Arcivescovo di Varsavia nel

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1862. Riformò il clero, insistette molto sulla catechesi al popolo, si

diede da fare per l‟assistenza ai poveri e ai bambini. Difese la libertà

della Chiesa dallo stato per cui fu esiliato per 20 anni a Jaroslavi sul

Volga. Liberato passò gli ultimi anni in Galizia dove continuò la sua

opera soprattutto per i poveri. Morì il 17 Settembre 1895 a Cracovia.

Parola di Dio: 1Cor. 15,12-20; Sal. 16; Lc. 8,1-3

Dal Vangelo secondo Luca 8,1-3

[1]In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e

annunziando la buona novella del regno di Dio. [2]C'ERANO CON LUI

I DODICI E ALCUNE DONNE che erano state guarite da spiriti cattivi

e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni,

[3]Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e

molte altre, CHE LI ASSISTEVANO CON I LORO BENI.

Gesù, ufficialmente non ha fatto nessuna campagna per

l'emancipazione della donna, non si è battuto perché avesse gli stessi

diritti e poteri dell'uomo, ma con il suo atteggiamento l‟ ha valorizzata

nel modo migliore. Ha considerato la donna persona, soggetto

pensante, degno di dialogo, e questo mentre molte scuole rabbiniche

consideravano la donna più o meno alla stregua del campo e dell'asino,

possesso dell'uomo. Gesù ha accolto tutte le donne che sono andate da

Lui, non le ha etichettate anticipatamente. Parla con sua Madre come

con l'adultera, con la samaritana e con la cananea, con Marta e con

Maria ed ha con tutte un rapporto molto sereno. Gesù, permettendo

che Maria di Magdala, Giovanna, Susanna e molte altre lo seguano e

sostengano finanziariamente il gruppo dei dodici, ricorda che il Regno

che Lui è venuto ad annunciare è per tutti, senza alcuna distinzione di

razza o di sesso.

Oggi si parla molto di parità ma con dei grossi rischi, che essa sia solo

una conquista di potere con la perdita dei ruoli o che essa sia solo una

serie di parole che lasciano però uguale la mentalità classista e

maschilista.

Gesù rispetta i ruoli, i compiti, le caratteristiche, ma dice che ognuno,

uomo o donna, ricco o povero, è figlio di Dio, tempio dello Spirito,

capace di annunciare e testimoniare il Regno.

Purtroppo ancor oggi c‟è molta strada da fare sia nella società che nella

Chiesa affinché la donna e la femminilità siano rispettate e valutate

nella giusta misura. Già Santa Teresa d‟Avila scriveva così; “O mio

Creatore, quando peregrinavi quaggiù sulla terra non aborristi le

donne, anzi le favoristi sempre con molta benevolenza e trovasti in loro

tanto amore e più fede che negli uomini. Perché dunque il mondo ci

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tiene così isolate? Quando guardo questi nostri tempi non trovo giusto

che vengano sottovalutati animi virtuosi e forti, per il solo fatto che

appartengono a delle donne”.

Anche Maria, la Madre di Gesù non ha fatto campagne in favore della

donna, ha fatto la donna. Insegni Lei a uomini e donne il rispetto e la

valorizzazione vicendevole.

SABATO 18 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

GGRRAANNDDEE SSEEII TTUU,, SSIIGGNNOORREE,, CCHHEE HHAAII RRIIVVEELLAATTOO AAII PPIICCCCOOLLII

IILL MMIISSTTEERROO DDEELL RREEGGNNOO DDEEII CCIIEELLII

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIOVANNI MACIAS, Santo

Giovanni nacque nel 1585 a Ribera, in Estremadura, da ottima famiglia

cristiana che gl‟inculcò una tenerissima devozione alla Madonna. Il

santo Rosario, diverrà l‟inseparabile amico dei suoi giorni. Partito alla

volta del nuovo mondo, a Lima, nel 1622, entrò nel Convento di Santa

Maria Maddalena facendo il portinaio. Con squisita carità l‟umile

religioso andava a ricercare i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, per

lenire amabilmente le loro pene. Più di duecento persone ricevevano

quotidianamente il vitto dall‟intraprendente fratello Giovanni, aiutato

dal cielo con strepitosi miracoli. Mori il 16 settembre 1645 a Lima.

Parola di Dio: 1Cor. 15,35-37.42-49; Sal. 55; Lc. 8,4-15

Dal Vangelo secondo Luca 8,4-15

[4]Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: [5] «Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. [6]Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. [7]Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. [8]Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!». [9]I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. [10]Ed egli disse: «A VOI È DATO CONOSCERE I MISTERI DEL REGNO DI DIO, MA AGLI ALTRI SOLO IN PARABOLE, PERCHÉ VEDENDO NON VEDANO E UDENDO NON INTENDANO. [11]Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. [12]I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. [13]Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano,

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accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. [14]Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. [15]Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza.

Gesù usa il linguaggio delle parabole per parlare al cuore dei semplici e

solo essi riescono a comprenderle. Vi dono oggi un brano di don Primo

Mazzolari sull‟argomento:

C‟è più verità in una parabola evangelica che non so in quanti trattati

filosofici o teologici.

L‟ignorante rispetta il mistero, mentre il dotto è nella continua

tentazione di deformarlo o di coartarlo a propria somiglianza.

L‟ignorante si riserva un po‟ di spazio per inginocchiarsi: il dotto lo

ingombra con cifre, calcoli, parole, ragionamenti, macchine, strumenti

che gli danno l‟illusione o la pretesa di aver capito. Nell‟immagine

dell‟ignorante c‟è posto per la verità: nella formula del dotto, a volte,

non ci sta dentro più nulla. E‟ levigata, tornita, ricolma.

Gli uomini usano chiamare verità un pensiero cui nulla si può

aggiungere. L‟umile custodisce con amore il più piccolo dei semi o una

briciola di lievito: lo scienziato scompone anche il seme, scioglie anche

il lievito.

DOMENICA 19 SETTEMBRE

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C.

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, IINNSSEEGGNNAACCII AA DDOONNAARREE II TTUUOOII DDOONNII!!

Tra i santi di oggi ricordiamo: MARIA DE CERVELLON

(del Soccorso), Santa

Nacque in Barcellona verso il 1230. Nel 1265 fu ricevuta come

consorella e collaboratrice nell'Ordine della Mercede. La tradizione le ha

attribuito il nome del "Soccorso" per l'aiuto prestato agli schiavi, sul

mare. E' considerata come l'iniziatrice del ramo femminile nell'Ordine

Mercedario. Morì a Barcellona nel 1290.

Parola di Dio: Amos 8,4-7; Sal. 112; 1Tim. 2,1-8; Lc. 16.1-13

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Dal Vangelo secondo Luca 16.1-13

[1]Diceva anche ai discepoli: «C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. [2]Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. [3]L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. [4]So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. [5]Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: [6]Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. [7]Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. [8] IL PADRONE LODÒ QUELL'AMMINISTRATORE DISONESTO, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. [9]Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. [10]Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. [11]Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? [12]E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? [13]Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona».

Ieri don Mazzolari ci ricordava che sono i semplici, gli ignoranti a capire

facilmente le parabole allora oggi, davanti a questa parabola non

cominciamo subito a scandalizzarci al pensiero che il Signore lodi un

disonesto. Qui viene lodata l‟astuzia, non la disonestà. Gesù non

pronuncia un giudizio morale dicendo che un truffatore è l‟esempio per

gli onesti, ma esprime meraviglia e ammirazione per la sua intelligenza

e intraprendenza. La lezione riguarda il sapersi tirare fuori in situazioni

critiche. Il Signore ama non i passivi, i fatalisti, coloro che facilmente si

arrendono, coloro che quando non sanno più che cosa dire alzano le

spalle e dicono: “sarà volontà di Dio” aggiungendo al male pure un

bestemmia. Il Signore ama coloro che non si dimenticano di possedere

un cervello, che ricorrono alle risorse della fantasia. Qui questo

amministratore si accorge che non potendo questa volta cavarsela da

solo, ci sono gli altri. Certo non è un bel modo di accorgersi di vivere

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un mezzo agli altri ma per lo meno, anche se in chiave utilitaristica

scopre la realtà della amicizia.

La lezione riguarda anche noi. Chi di noi infatti ha tutti i registri a

posto? Ma c‟è un modo per regolarizzarli e qui Dio è contento. E‟ il

modo è quello di utilizzare i doni di Dio a favore degli altri. Si tratta di

minimizzare le colpe degli altri, di cancellare le offese, di non ragionare

sempre e solo con i nostri diritti, di tirare una riga sopra i torti. Man

mano che noi “dissipiamo” i doni di Dio, man mano che noi amiamo a

dismisura allora il Signore tornerà a fidarsi di noi.

LUNEDI’ 20 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

RREENNDDIIMMII UUNNOO SSPPEECCCCHHIIOO,, OO SSIIGGNNOORREE,, CCHHEE RRIICCEEVVAA EE DDOONNII LLUUCCEE

Tra i santi di oggi ricordiamo: JOSE’ MARIA DE YERMO

Y PARRES, Santo, Sacerdote

Nacque in Messico il 10 Novembre 1851 da una nobile famiglia e

ricevette una profonda educazione cristiana. A sedici anni entrò nella

Congregazione della Missione, che però lascerà per diventare sacerdote

diocesano a Leon. Oratore eloquente fu parroco di due chiesette. Un

giorno assisté alla scena di alcuni maiali che divoravano due neonati.

Questo gli diede lo spunto per fondazione di una casa di accoglienza

per gli abbandonati e i bisognosi: L‟Asilo del Sacro Cuore. Affidò la cura

di questo istituto a delle giovani che diventeranno la famiglia religiosa

delle Serve del Sacro Cuore e dei Poveri. Da questo inizia tutta una

attività di fondazione di scuole, ospedali, case di accoglienza per

anziani, orfanotrofi. Morì il 24 Settembre 1904.

Parola di Dio: Pro. 3,27-35; Sal. 14; Lc. 8,16-18

Dal Vangelo secondo Luca 8,16-18

[16]Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. [17]NON C'È NULLA DI NASCOSTO CHE NON DEBBA ESSERE MANIFESTATO, NULLA DI SEGRETO CHE NON DEBBA ESSERE CONOSCIUTO E VENIRE IN PIENA LUCE. [18]Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere».

I Vangeli sono pieni di parole di Gesù che invitano alla chiarezza, alla

limpidezza, alla trasparenza.

La nostra fede è luce e la luce illumina, non nasconde.

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Gesù è venuto sulla terra per mostrarci il volto di Dio e non per

nasconderlo.

La fede che Gesù richiede da noi non è una fede da 'iniziati', è la fede

dei semplici che, con tutti i loro limiti, si affidano; la preghiera non è la

successione di formule magiche che armonizzate secondo un

determinato rituale danno un potere, è il rapporto che ciascuno può

avere con il suo Dio; la Bibbia, la Parola di Dio non sono un libro

chiuso, riservato ad una casta sacerdotale che ha doni particolari per

interpretare, per manifestare e nascondere, è il libro della storia di

amore tra Dio e il suo popolo.

Quanto sono assurde le 'religioni' che rifacendosi a Gesù sono 'religioni

per iniziati', piene di ritualismi, di simbolismi e formulari (che sono veri

e propri paganesimi), di caste dotate o meno di poteri.

E quanto è assurdo che cristiani, "per rispettare la Bibbia" l'abbiano

tenuta nascosta al popolo cui è indirizzata. Quanto è assurdo pregare in

lingue sconosciute alle masse solo per attorniare maggiormente di un

alone di mistero la religione e renderla quindi più potente perché

fondata sulla paura e quanto è per lo meno strano ricorrere a formulari

specifici per ottenere benedizioni e per cacciare diavoli.

E' vero, Dio è mistero, è più grande di noi; noi non comprendiamo tutto

di Lui, della sua volontà, delle leggi della sua natura, ma Gesù è la luce

che illumina ogni uomo: la luce e le ombre che ne derivano ci danno

l'immagine nella sua totalità.

MARTEDI’ 21 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

GGUUIIDDAAMMII,, SSIIGGNNOORREE,, SSUULLLLAA VVIIAA DDEEII TTUUOOII PPRREECCEETTTTII

Tra i santi di oggi ricordiamo: MATTEO, Santo, Apostolo

Matteo il pubblicano, il gabelliere, l‟esattore delle tasse: la sua vita

girava sui cardini del denaro. Eppure, nel suo Vangelo, più tardi

scriverà: “Non potete servire a Dio e al denaro”, e: “Non accumulatevi

tesori sulla terra... accumulatevi piuttosto tesori nel cielo”. Gesù gli

disse: “Seguimi” e Matteo, alzatosi, lo seguì. Il suo Vangelo è il primo

in ordine cronologico e venne scritto con certezza prima della

distruzione di Gerusalemme, nell‟anno 70.

Parola di Dio nella festa di San Matteo: Ef. 4,1-7.11-13; Sal. 18;

Mt. 9,9-13

Parola di Dio nella feria ordinaria : Prov. 21, 1-6. 10-13; Sal 118;

Lc. 8,19-21

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Dal Vangelo secondo Luca 8,19-21

[19]Un giorno ANDARONO A TROVARLO LA MADRE E I FRATELLI, MA NON POTEVANO AVVICINARLO A CAUSA DELLA FOLLA. [20]Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». [21]Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Gesù, Colui che si farà Pane per noi, nella sua vita terrena aveva un

forte ascendente sulle persone, esse lo attorniano, lo cercano e Lui “si

fa mangiare dalla folla”. Ma c‟è talmente tanta gente che neanche

Maria, sua Madre, riesce ad avvicinarlo.

E mi piace questa Madre che non fa valere le sue prerogative, che non

vanta diritti sul Figlio di Dio ma si mette in coda con tutti quelli che

vanno da Gesù.

Maria durante la vita pubblica del suo Figlio lo ha sempre seguito ma

da lontano, non interferisce, chiede permesso per poter parlare con suo

Figlio. E Gesù loda sua Madre, non per il merito di averlo generato, ma

per il fatto che ascolta con umiltà e mette in pratica la sua parola.

Quanto avrebbero da imparare da Maria certe mamme tutt‟altro che

discrete nei confronti dei figli sposati o certi cristiani che hanno sempre

da insegnare a tutti, al parroco, al vescovo, al papa, o altri cristiani che

si impongono senza alcuna attenzione ad altri, si mascherano da

persone pie e vorrebbero che gli altri fossero a loro misura. Chiediamo

a Maria che ci aiuti ad essere discreti nei confronti degli altri, a bussare

e non a sfondare le porte, ad ascoltare piuttosto che avere sempre da

dire, a rincuorare piuttosto che stroncare. E poi chiediamole anche di

saper accogliere Gesù non con senso di proprietà assoluta, ma con

umiltà e con gioia di sapere di poter condividere Lui e tutti i suoi doni.

MERCOLEDI’ 22 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

FFAA’’ DDII NNOOII,, SSIIGGNNOORREE,, DDEEII TTEESSTTIIMMOONNII DDEELL TTUUOO AAMMOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: TOMMASO DA VILLANUEVA,

Santo, Arcivescovo

Nacque a Villanueva, in Spagna, nel 1486. Si laureò in filosofia ed entrò

nella Comunità Agostiniana. Ordinato sacerdote, fu nominato

predicatore e quindi, nonostante non volesse fu Superiore della

comunità per tutta la vita. Fu poi eletto arcivescovo di Valencia. Inviò

missionari in tutto il mondo, in particolare il suo ordine evangelizzò il

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Perù. Difese la diocesi dalla minaccia mussulmana e fondò il Collegio

Seminario della Presentazione. Grande predicatore, convertì però più

con l'esempio che con le parole. Per la sua profondità teologica sulla

Vergine Maria, è spesso accostato a San Bernardo. Morì nel 1550.

Parola di Dio: Pro. 30,5-9; Sal. 118; Lc. 9,1-6

Dal Vangelo secondo Luca 9,1-6

[1]GESÙ, CHIAMÒ A SÉ I DODICI E DIEDE LORO POTERE E AUTORITÀ SU TUTTI I DEMÒNI E DI CURARE LE MALATTIE. [2]E LI MANDÒ AD ANNUNZIARE IL REGNO DI DIO E A GUARIRE GLI INFERMI. [3]Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. [4]In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. [5]Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi». [6]Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

Gesù, dando autorità agli apostoli, sintetizza quali siano i segni che

caratterizzano il Regno di Dio: guarire i malati e avere autorità sui

demoni.

Ci chiediamo se sono ancora i segni che caratterizzano oggi l‟opera dei

cristiani.

Innanzitutto, la missione è propria solo dei missionari, dei sacerdoti,

dei consacrati oppure ogni credente deve essere missionario e

testimone e quindi ha anche i doni promessi da Gesù? La missione a cui

Gesù manda non è una prerogativa esclusiva dei vescovi e dei preti ma

è un qualcosa che dovrebbe essere proprio di ogni cristiano. Tutti,

come discepoli di Gesù possiamo e dobbiamo essere evangelizzatori. E

non c‟è neppur bisogno di sentire la vocazione di andare nel terzo

mondo. C‟è spazio per l‟apostolato molto vicino a noi, nel nostro stesso

ambiente: i genitori rispetto ai figli, gli sposi tra loro, i familiari, i vicini,

le amicizie, i colleghi di lavoro.

Gesù dunque dà ad ogni cristiano il potere di combattere il male nel

nome di Dio. Noi possiamo e dobbiamo combattere ogni male. Il male

si presenta oggi come ieri in modi diversi: la sofferenza, la malattia, il

peccato, l‟egoismo, l‟ingiustizia, la fame. Il cristiano deve combatterlo,

in se stesso, attorno a sé, deve combatterlo non con le sue forze (da

soli non ce la facciamo), ma con la forza di Dio (Lui il male lo ha già

vinto definitivamente). Essere cristiani non è una semplice passeggiata

verso un trionfo umano, è una lotta continua, ma come dice San Paolo:

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“Siamo tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma

non disperati; perseguitati ma non abbandonati; colpiti ma non uccisi,

portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, poiché

anche la vita di Gesù si manifesti”.

GIOVEDI’ 23 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII,, OO DDIIOO,, LLAA SSAAPPIIEENNZZAA DDEELL CCUUOORREE

Tra i santi di oggi ricordiamo: PIO DA PIETRALCINA

Santo Sacerdote Cappuccino

Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, nacque a Pietrelcina (BN) il 25

maggio 1887. Entrato come chierico nell'Ordine cappuccino il 6 gennaio

1903, il 27 gennaio 1907 prende i voti e il nome di Padre Pio. Fu

ordinato sacerdote il 10 agosto 1910 nella cattedrale di Benevento. Il

28 luglio 1916 fu mandato a San Giovanni Rotondo (FG), sul Gargano,

dove salvo poche e brevi interruzioni rimase fino alla morte avvenuta il

23 settembre 1968. La mattina di venerdì 20 settembre 1918 pregando

davanti al Crocifisso del coro della vecchia chiesina ricevette il dono

delle stimmate che rimasero aperte, fresche e sanguinanti per mezzo

secolo. Durante la vita attese unicamente allo svolgimento del suo

ministero sacerdotale, fondò i "Gruppi di Preghiera" e un moderno

ospedale a cui pose il nome di "Casa sollievo della sofferenza"

(5 maggio 1956). Il 20 marzo 1983 venne aperto il processo diocesano

per la sua beatificazione terminato il 21 gennaio 1990. Il 21 dicembre

1998 fu promulgato il decreto sul miracolo (guarigione di una malata

cui era apparso in sogno), il 2 maggio 1999 è stato beatificato da Papa

Giovanni Paolo II, che il 16 giugno 2002 lo ha canonizzato a Roma.

Parola di Dio: Qo 1,2-11; Sal. 89; Lc. 9,7-9

Dal Vangelo secondo Luca 9,7-9

[7]Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», [8]altri: «E` apparso Elia», e altri ancora: «E` risorto uno degli antichi profeti». [9]Ma ERODE diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E CERCAVA DI VEDERLO.

Erode aveva avuto nella sua vita molte occasioni per vedere la volontà

di Dio su di lui. Il fatto stesso di essere re lo inseriva direttamente

nell‟alleanza tra Dio e il suo popolo. Giovanni Battista gli aveva parlato

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a nome di Dio, ma lui per paura di una donna, pur ascoltandolo

volentieri, lo aveva fatto uccidere. Ora sente parlare di Gesù, dei suoi

miracoli, ma, anche in questo caso, il suo interesse si ferma alla

curiosità, al desiderio di facile miracolismo.

Nella nostra società ci sono tanti Erodi alla ricerca di segni che però,

spesso, degradano nella curiosità e nella superficialità.

Provate a prendere in mano un quotidiano qualsiasi o un settimanale.

Si può dire che non ci sia numero nel quale non si parli di Chiesa, di

miracoli, di esoterismi vari. Ma l‟interesse dov‟è? Curiosità, fantastico,

sensazionale, scandali... Sembra interessi di più un “miracolo di Padre

Pio” che non la fede nel Dio in cui Padre Pio credeva. Interessa e

incuriosisce di più il messaggio di qualche “veggente” che non il Regno

di Dio annunciato nel Vangelo.

Gesù passa anche oggi vicino a noi, ci parla, compie miracoli, ma se

dalla curiosità non passiamo alla fede c‟è il rischio di non incontrarlo,

anzi, come è successo a Erode, di condannarlo.

VENERDI’ 24 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

TTUU SSEEII IILL CCRRIISSTTOO,, IILL FFIIGGLLIIOO DDEELL DDIIOO VVIIVVEENNTTEE!!

Tra i santi di oggi ricordiamo: GERARDO DI CASNAD,

Santo, Vescovo, Martire

Era nato a Venezia, si fece monaco nell‟isola di San Giorgio; recatosi

poi in Ungheria fu fatto vescovo di Casnad dove diffuse la regola

benedettina, il culto di Maria e si prestò anche come consigliere di re

Stefano. Fu ucciso nel 1046, protomartire di Ungheria.

Parola di Dio: Qo 3,1-11; Sal. 143; Lc. 9,18-22

Dal Vangelo secondo Luca 9,18-22

[18]Un giorno, MENTRE GESÙ SI TROVAVA IN UN LUOGO APPARTATO A PREGARE E I DISCEPOLI ERANO CON LUI, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». [19]Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». [20]Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». [21]Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. [22] «Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».

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Gesù spesso ha bisogno di pregare. Spesso scompare, sale solo sul

monte, scappa dalle folle per pregare, altre volte porta i suoi discepoli

in un luogo separato “per pregare con loro” e per insegnare loro a

pregare. Gesù ha bisogno di comunicare con Dio suo Padre, ha bisogno

di conoscere, approfondire la sua volontà, ha bisogno, nella sua

umanità simile alla nostra, di esprimere le angosce, i dolori, le delusioni

della sua missione non capita, osteggiata. Gesù ha bisogno che i suoi

discepoli imparino questo. Nel caso del Vangelo di oggi, prima di

chiedere loro: “Voi chi dite che io sia?”, una domanda fondamentale,

Gesù desidera che essi siano guidati dallo Spirito.

La preghiera, infatti, non è soltanto dire delle parole a Dio, è entrare in

comunione con Lui, è abbandonarsi con fiducia e accettare l‟opera dello

Spirito in noi. Infatti è solo con lo Spirito di Gesù che noi possiamo

arrivare a dire: “Gesù è Signore”.

I misteri della fede si conoscono meglio nella cappella che allo scrittoio,

si conoscono meglio con la preghiera che con lo studio, sebbene

entrambi siano necessari. Dio è l‟unico ad avere la chiave dei misteri.

Soltanto Lui può aprirci questo sacrario del suo cuore. L‟intelligenza,

quando è aperta alla fede, ci prepara e ci pone davanti al mistero. La

teologia più autentica è quella che si fa non soltanto a partire dalla

fede, ma soprattutto a partire dalla preghiera, dall‟intelligenza orante e

adorante del mistero. Nelle cose di Dio, colui che prega, comprende, e

colui che non prega, non comprende nulla, o quasi nulla. Se noi

cristiani pregassimo di più e meglio, i problemi di fede diminuirebbero

in gran numero o scomparirebbero completamente. In un mondo che a

volte sembra senza senso, la preghiera può trovargli un significato. Ne

vale la pena!

SABATO 25 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

DDAALL TTUUOO AAMMOORREE IINN CCRROOCCEE,, OO GGEESSUU’’,, VVIIEENNEE AA NNOOII OOGGNNII SSAALLVVEEZZZZAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: TERESA COUDREC,

Santa, Fondatrice

Si chiamava Maria Vittoria e nacque a Mas de Sablieres, in Francia il 1°

febbraio 1805. Si dedicò dapprima all‟insegnamento ai bambini delle

campagne, poi fondò le Suore della Madonna del Cenacolo. Fu una

fondazione travagliata. Era dedicata soprattutto al favorire incontri di

preghiera e di catechesi. Teresa, ricca di una profonda vita spirituale

morì il 26 settembre 1885 a Fourvieres.

Parola di Dio: Qo 11,9-12,8; Sal. 89; Lc. 9,43-45

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Dal Vangelo secondo Luca 9,43-45

[43]E tutti furono stupiti per la grandezza di Dio. Mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: [44] «METTETEVI BENE IN MENTE QUESTE PAROLE: IL FIGLIO DELL'UOMO STA PER ESSER CONSEGNATO IN MANO DEGLI UOMINI». [45]Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.

Se abbiamo incontrato Cristo e abbiamo deciso di seguirlo, non

facciamoci illusioni su di Lui: Cristo passa attraverso la croce. Gli

Apostoli pensavano di poter dribblare la croce. Pensavano di potersi

“sedere alla destra e alla sinistra di Gesù” nel suo Regno glorioso senza

doverlo seguire prima sulla collinetta del Calvario. E anche noi

vorremmo arrivare ai misteri gloriosi senza passare da quelli dolorosi.

Gesù deve essere consegnato nelle mani degli uomini e tu, se sei un

uomo che opera la pace, preparati a sostenere la guerra che qualcuno

ti farà, se vuoi imitare Gesù nel perdono preparati a non essere capito,

se vuoi affermare la gioia della fede preparati al sorriso di

commiserazione; è lo scotto inevitabile che bisogna pagare. Anche noi

non comprendiamo umanamente come la sofferenza abbia un fine,

come possa conciliarsi la morte di un bambino o di un innocente con la

bontà del Padre. La passione di Cristo la si comprende solo se si parte

dall‟amore, se no rimane misteriosa: “Non c‟è amore più grande se non

dare la vita per coloro che si ama!”, “Il chicco di frumento se non

muore non porta frutto”, “Amatevi come io vi ho amato”.

Signore, la sofferenza non mi piace. Mi resta difficile comprendere la

croce. Mi ribello davanti alla sofferenza innocente... Signore, non so

amare abbastanza. Aiutami a guardare, in quei momenti, all‟amore

totale che nasce dalla tua croce. Fa‟ che non cerchi troppo con la mia

mente ma che il cuore si allarghi. Fa‟ che mi fidi del tuo amore per

imparare ad amare, anche nella sofferenza.

DOMENICA 26 SETTEMBRE

XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO C.

Una scheggia di preghiera:

SSIIGGNNOORREE,, SSEEII TTUU IILL RRIIFFUUGGIIOO DDEELL PPOOVVEERROO

Tra i santi di oggi ricordiamo: LUIGI TEZZA, Beato, Camilliano

Nacque a Conegliano (TV,) il 1 Novembre 1841. Iniziò i suoi studi a

Padova ma già a 15 anni entrò tra i Camilliani. Presto a Roma fu

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maestro dei novizi e lo stesso incarico ebbe in Francia, dove nonostante

l‟espulsione, in clandestinità tenne compatta la congregazione in tempi

difficili. Nel 1891 propose a Giuseppina Vannini di costituire un gruppo

femminile per l‟assistenza ai malati: Nasce la Congregazione delle Figlie

di San Camillo. A 59 anni è inviato in Perù come visitatore per il suo

ordine a Lima: vi resterà fino alla sua morte avvenuta il 26 settembre

1923. Fu ricercato come padre e venerato come apostolo e santo.

Parola di Dio: Am. 6,1.4-7; Sal. 145; 1Tim 6,11-16; Lc. 16,19-31

Dal Vangelo secondo Luca 16,19-31

[19]C'ERA UN UOMO RICCO, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. [20]UN MENDICANTE, DI NOME LAZZARO, GIACEVA ALLA SUA PORTA, coperto di piaghe, [21]bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. [22]Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. [23]Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. [24]Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. [25]Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. [26]Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. [27]E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, [28]perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. [29]Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. [30]E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. [31]Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».

Per non correre il rischio di abituarci anche alle parabole, cogliamo di

questa alcuni aspetti che ci riguardano.Anzitutto noterete che Dio

conosce per nome il povero Lazzaro (il nome in Israele è

manifestazione dell‟intimo: Dio conosce la sofferenza di questo

mendicante!) mentre non ha nome il ricco epulone che tra l‟altro non

viene descritto come particolarmente malvagio…Inoltre, il centro della

parabola non è la 'vendetta' di Dio che ribalta la situazione tra il ricco e

il povero, come a noi farebbe comodo pensare. Il senso della parabola,

la parola chiave, a me pare, è: "abisso".

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C'è un abisso fra il ricco e Lazzaro, c'è un burrone incolmabile. La vita

del ricco, non condannato perché ricco, ma perché indifferente, è tutta

sintetizzata in questa terribile immagine. E' un abisso la sua vita.

Come ci poniamo di fronte a questa parabola? Il "passare oltre" già

sentito nella parabola del buon samaritano torna prepotentemente a

scuoterci. Non possiamo tirarci da parte di fronte al dramma della

povertà che è la negazione dell'uomo, davanti al problema della

disoccupazione, davanti ad un'economia che vive del capitale

scordando l'uomo.

Il Vangelo di oggi, ci dice che l'anticonsumismo è la solidarietà, la

condivisione. Una condivisione, però, intelligente. E' finito il tempo delle

elemosine "una tantum", degli euro dati per far tacere il fastidio

dell'insistenza di chi chiede e la coscienza. No: Dio chiama per nome

Lazzaro, si lascia coinvolgere, ascolta le ragioni, non accetta gli

inganni, aiuta a crescere. Così la nostra comunità, sempre più, deve

lasciare che lo Spirito susciti in mezzo a noi nuove forme di solidarietà

che rispondano alle nuove forme di povertà.

Infine un richiamo forte alla conversione: epulone rimpiange il fatto di

avere vissuto con superficialità i tanti richiami che gli venivano fatti ed

invoca un miracolo per ammonire i suoi fratelli. No: i profeti e la Parola

del vangelo dimorano abbondanti in mezzo a noi, sta a noi di

accoglierli…

Che il Signore della misericordia converta i nostri cuori e susciti

intelligenza e forza per aprire la nostra vita all'accoglienza del fratello

che soffre!

LUNEDI’ 27 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

EESSUULLTTAA,, PPOOPPOOLLOO DDII PPOOVVEERRII,, EECCCCOO,, AA TTEE VVIIEENNEE,,

UUMMIILLEE,, IILL TTUUOO SSAALLVVAATTOORREE..

Tra i santi di oggi ricordiamo: ADOLFO, Santo, Martire

Visse a Cordoba, in Spagna nel IX secoli. Era figlio di padre musulmano

e di madre cristiana. Adolfo e il fratello Giovanni, cresciuti,

abbracciarono la fede della madre. In quel periodo il califfo Abd-el-

Raman II iniziò una persecuzione contro i cristiani. Denunciati dagli

stessi parenti i due fratelli furono martirizzati nell‟anno 824.

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Parola di Dio: Gb. 1,6-22; Sal. 16; Lc. 9,46-50

Dal Vangelo secondo Luca 9,46-50

[46]Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. [47]Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: [48] «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande». [49]Giovanni prese la parola dicendo: «MAESTRO, ABBIAMO VISTO UN TALE CHE SCACCIAVA DEMÒNI NEL TUO NOME E GLIELO ABBIAMO IMPEDITO, PERCHÉ NON È CON NOI TRA I TUOI SEGUACI». [50]Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Spesso la mentalità di Gesù e la nostra sono in opposizione. Qui

Giovanni è tutto attento a mettere i paletti di recinzione per distinguere

chi sta dalla nostra parte e chi ci è contrario, Gesù invece ce la mette

tutta per abbattere ogni divisione; noi e la Chiesa ce la mettiamo tutta

per difendere “il deposito della fede” dalle eventuali eresie, Gesù ce la

mette tutta perché la sua parola di salvezza possa raggiungere il cuore

di ogni uomo e si preoccupa assai di meno del fatto se abbiamo

compreso per filo e per segno tutta la teologia e la morale; noi

cerchiamo piccole sicurezze definitive, Lui è disposto a farci entrare in

piena libertà nel mistero stesso di Dio.

Stare con Gesù non significa chiuderci in un recinto, far parte della

Chiesa non deve mai essere una limitazione, Dio poi non ha bisogno

della nostra difesa, sa benissimo difendersi da solo e il suo modo di

farlo è quello di amare ancora di più fino a donarsi totalmente. Per il

fatto che Gesù sia venuto sulla terra, si sia fatto uomo non significa che

Dio si sia limitato, no!, facendo questo Egli invece ha aperto l‟uomo

all‟infinito. Smettiamola di pensare che essere cristiani sia un ridurre i

nostri orizzonti a due preghiere, un po‟ di carità e una speranziella di

futuro Paradiso. Aver incontrato Gesù significa essere entrati

nell‟orizzonte immenso di un Dio immenso.

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MARTEDI’ 28 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

DDOONNAACCII,, SSIIGGNNOORREE CCOOEERREENNZZAA EE CCOOSSTTAANNZZAA

Tra i santi di oggi ricordiamo: LORENZO RUIZ E COMPAGNI

Santi, Martiri

Tra il 1633 e il 1637 sedici martiri, Lorenzo Ruiz e i suoi compagni,

versarono il loro sangue per amore di Cristo nella città di Nagasaki in

Giappone. Lorenzo era filippino, padre di famiglia, associato all'ordine

di San Domenico e insieme ad altri due laici, a nove presbiteri, a due

fratelli religiosi e a due vergini consacrate, contribuirono a diffondere il

Vangelo nelle Filippine, a Taiwan e nell'Arcipelago Giapponese.

Parola di Dio: Gb. 3,1-3.11-17.20-23; Sal 87; Lc. 9,51-56

Dal Vangelo secondo Luca 9,51-56

[51]Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, GESÙ SI DIRESSE DECISAMENTE VERSO GERUSALEMME [52]e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. [53]Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. [54]Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». [55]Ma Gesù si voltò e li rimproverò. [56]E si avviarono verso un altro villaggio.

Gesù va “decisamente” verso Gerusalemme. Luca raccoglie attorno a

questo avverbio e nella cornice di un lungo viaggio verso Gerusalemme

tutte le parole e le opere di Gesù. Ma Gesù davvero va decisamente

verso quella città che ha amato ma che non solo non lo ha compreso

ma sta aspettandolo per offrirgli una croce.

Gesù non ama la sofferenza, ma è fedele al suo impegno con Dio e con

gli uomini, quindi va avanti nelle sue scelte.

Pure noi dobbiamo essere coinvolti in quel “decisamente”.

Si tratta di prendere una decisione, non tergiversare all‟infinito, fare

una scelta precisa. Noi, troppo spesso, ci lasciamo paralizzare

dall‟incertezza, dal timore di comprometterci, dalla paura... di aver

coraggio. Siamo indecisi in tutto. Vogliamo seguire Gesù ma abbiamo

paura di perdere altre cose, ci buttiamo ma vogliamo tenerci ben legati

a riva. Partiamo ma lasciandoci aperta la via del ritorno.

Gesù ama chi è deciso (“lascia che i morti seppelliscano i morti”), chi

intende percorrere una strada ma esclusivamente all‟insegna della

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coerenza, senza ripensamenti (“nessuno che ha messo mano all‟aratro

e poi si volge indietro, è adatto al Regno di Dio”).

A chi intende seguirlo, Cristo non promette né la tana, né il nido, ma

un cammino di libertà.

MERCOLEDI’ 29 SETTEMBRE

FESTA DEI SANTI ARCANGELI MICHELE GABRIELE E RAFFAELE

Una scheggia di preghiera:

AA TTEE CCAANNTTIIAAMMOO,, OO SSIIGGNNOORREE,, DDAAVVAANNTTII AAII TTUUOOII AANNGGEELLII

Tra i santi di oggi ricordiamo: BERNARDINO ALBERTI,

Venerabile

Nacque in Corsica a Calenzana il 10 aprile 1591. Fu frate minore, poi

sacerdote, apostolo instancabile. Fu molto malato e sopportò tutto con

fede e rassegnazione. Morì a Marcassi, in Corsica il 29 settembre 1653.

Parola di Dio nella festa dei santi Arcangeli:

Dan. 7,9-11.13-14 (Ap. 12,7-12); Sal. 137; Gv. 1,47-51

Dal Vangelo secondo Giovanni 1,47-51

[47]Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». [48]Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». [49]Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». [50]Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». [51]Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: VEDRETE IL CIELO APERTO E GLI ANGELI DI DIO SALIRE E SCENDERE SUL FIGLIO DELL'UOMO».

Sappiamo che la parola „Angelo‟ significa messaggero, portatore di

buone notizie e di conforto. Persino nel nostro linguaggio corrente

usiamo dire: “Quella persona è un angelo” per indicare la bontà,

l‟attenzione, il servizio prezioso di qualcuno. Gli Angeli sono i

messaggeri di Dio, coloro che con la loro presenza ci richiamano ai

valori del bene senza fine e dell‟eterno, coloro che già vedendo Dio ci

portano la sua parola, il suo conforto.

Qualcuno ha sbrigativamente abolito gli Angeli dicendo che sono frutto

solo di mentalità primitive. lo credo, e la Bibbia e la tradizione della

Chiesa me lo confermano, che gli Angeli siano nostri preziosi amici

proprio perché vedendo Dio a Lui vogliono portarci, E mentre ringrazio

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Dio per i tanti angeli umani che ha messo sul mio cammino: persone

che mi hanno aiutato, indirizzato al bene, pregato per me, lo ringrazio

e lo lodo anche per tutti quegli spiriti buoni che ci proteggono. Sono

convinto che quando vedremo Dio faccia a faccia in Lui ritroveremo

anche tutti coloro che con benevolenza ci hanno aiutati a non perderci.

GIOVEDI’ 30 SETTEMBRE

Una scheggia di preghiera:

LLAA TTUUAA PPAACCEE,, SSIIGGNNOORREE AABBIITTII IINN NNOOII

EE NNEELL CCUUOORREE DDII OOGGNNII FFRRAATTEELLLLOO

Tra i santi di oggi ricordiamo: GIROLAMO, Santo

“Ignorare le Scritture, significa ignorare il Cristo”. Questa massima di

Girolamo (c. 342 - 420) ci dà la chiave di lettura della sua vita

interamente consacrata a tradurre e a commentare la Bibbia. Recatosi

a Roma per motivi di studio, il giovane dalmata si entusiasmò per la

vita dello spirito. Dopo un tentativo di vita eremitica in oriente, venne

ordinato sacerdote ad Antiochia. Compose una nuova traduzione latina

della Bibbia, destinata a diventare di uso comune in occidente: la

“volgata”. Trascorse gli ultimi 35 anni della sua vita a Betlemme,

seguendo alcuni cenacoli di donne che egli aveva formato alla vita

monastica. Nella preghiera scrisse le sue opere di esegesi e di teologia,

e diverse lettere in cui si esprime il suo desiderio di servire la chiesa.

Parola di Dio: Gb 19,21-27; Sal. 26; Lc. 10,1-12

Dal Vangelo secondo Luca 10,1-12

[1]Dopo questi fatti IL SIGNORE DESIGNÒ ALTRI SETTANTADUE DISCEPOLI E LI INVIÒ a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. [2]Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. [3]Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; [4]non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. [5]In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. [6]Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. [7]Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. [8]Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, [9]curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. [10]Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: [11]Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai

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nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. [12]Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

Il Vangelo di oggi ci aiuta a comprendere quali siano le caratteristiche

della missione che Gesù affida ai discepoli e a noi.

Questa missione nasce dalla preghiera: “Pregate il Padrone della

messe...”. Non è iniziativa del singolo ma incarico dato da Gesù stesso.

Il buon annuncio o la missione è per tutti i popoli della terra, nessuno

escluso. Infatti, il numero di settantadue discepoli inviati corrisponde al

numero di tutti i popoli della terra, secondo la credenza ebraica. E'

tutta la comunità che diventa missionaria e testimone: l'andare a due a

due è infatti comprovare a vicenda ciò che si fa e si dice.

La missione è resa possibile dalla povertà. Non conta sull‟avere o su

grandi mezzi. La missione non si fonda sulla sapienza umana. Bastano

parole semplici ma profonde come “Pace” e “Il Regno dei cieli è vicino”.

Se c‟è da fare qualche preferenza esse devono rivolgersi ai malati, ai

diseredati, alle persone comuni. Non ci sono poteri straordinari

all‟infuori di quello di guarire, liberare, restituire l‟uomo alla pienezza

del suo essere.

La missione non è conquista, ma invito, proposta, appello.

Un altro aspetto caratteristico della missione è la debolezza: “Vi mando

come agnelli in mezzo ai lupi”. Gesù non dice di rivaleggiare con i lupi

mostrando i denti, battendo i pugni, urlando più forte, ma

presentandosi disarmati, come agnelli. Non basta neppure stare dalla

parte degli agnelli, delle vittime. Occorre essere agnello, vittima. Come

Cristo stesso.

Ma se la missione può apparire difficile è anche esaltante: siamo

incaricati da Dio di manifestare la sua bontà e il suo amore a tutti gli

uomini e abbiamo la certezza che se pur non ci libererà dalle difficoltà

Egli ci accompagnerà in ogni momento non lasciandoci mai soli.

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Riflessioni di don Franco Locci

Che si possono trovare anche in internet al seguente sito:

http://spazioinwind.libero.it/schegge

L‟ e-mail di posta elettronica con cui poter comunicare è:

[email protected]

Oppure si può scrivere al seguente indirizzo:

Don Franco Locci Via S. Lorenzo 9/5 10060 NONE (TO)

Stampato in proprio dalla Comunità “Piccola Betania”

Via Pasquero, 8 Vicoforte Fiamenga CN

Tel. 0174/563075 fax 0174/569030 e-mail: [email protected]

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*Pro-manuscripto*