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Merli, F. 2003. Tutta la verità sulla caccia in Europa. Considerazioni e riflessioni sul diverso approccio all'attività venatoria nella Comunità Europea. Report: 1-23. Firenze, Arcicaccia. Keywords: 78Eur/8ES/8FR/8GB/8IT/characteristics/Europe/hunters/hunting/hunting legislation/hunting system/Italy/law/legislation/Malme/policy Abstract: This report was written when in Europe a discussion on the possibility of changing law no. 157 of 1992 was going on. Because much had been written on the Italian hunting system and on its bad quality; the author wants to clarify the many aspects that differentiate it from hunting legislation systems of other European countries. As example, nations having similar characteristics to Italy in number of hunters and surface were taken: France, Spain and United Kingdoms.

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Merli, F. 2003. Tutta la verità sulla caccia in Europa. Considerazioni e riflessioni sul diverso approccio all'attività venatoria nella Comunità Europea. Report: 1-23. Firenze, Arcicaccia.

Keywords: 78Eur/8ES/8FR/8GB/8IT/characteristics/Europe/hunters/hunting/hunting legislation/hunting system/Italy/law/legislation/Malme/policy

Abstract: This report was written when in Europe a discussion on the possibility of changing law no. 157 of 1992 was going on. Because much had been written on the Italian hunting system and on its bad quality; the author wants to clarify the many aspects that differentiate it from hunting legislation systems of other European countries. As example, nations having similar characteristics to Italy in number of hunters and surface were taken: France, Spain and United Kingdoms.

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* Relazione presentata il 4 luglio 2003 presso ilConsiglio regionale della Toscana (Firenze)

TUTTA LA VERITÀSULLA CACCIA

IN EUROPAConsiderazioni e riflessioni

sul diverso approccioall�attività venatoria nella

Comunità Europea*

a cura di Federico MerliTecnico faunistico

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PREMESSA

Questa relazione è un piccolo contributo alla rifles-sione e alla valutazione delle normative in materia di caccia alivello europeo, in un momento particolare in cui il mondovenatorio si trova a discutere l�eventualità di sostituire o mo-dificare la normativa quadro di riferimento, cioè la legge 157del 1992. Recentemente esponenti politici o di associazionivenatorie hanno fatto numerose osservazioni e confronti frala legge ed il sistema di caccia italiani e quelli degli altri staticomponenti la Comunità Europea. Obiettivo di questi con-fronti è quello, da una parte, di generare fra i cacciatori ungiudizio negativo sulla L. 157, dall�altra di blandire gli stessi,parlando del cacciatore italiano come il più �bistrattato�, ilpiù ingiustamente vessato dell�intero continente. Tutta que-sta operazione di discredito della normativa italiana, che per-sonalmente ritengo, seppur con alcuni aspetti negativi margi-nali, eccellente per i suoi rivoluzionari concetti di modernagestione faunistica, viene condotta dando informazioni in-complete, spesso errate, che ovviamente condizionano pe-santemente la capacità di giudizio del cacciatore medio ita-liano. Obiettivo di questo studio è dunque quello di chiarirei numerosi aspetti che differenziano l�Italia dagli altri paesi.Prima di tutto bisogna cominciare col dire che una valutazio-ne sulle differenze fra i cacciatori di vari paesi della ComunitàEuropea dovrebbe essere frutto di considerazioni complessi-ve, per poter poi trarre eventualmente conclusioni compa-rative. Questo è tanto più importante quando un dirigente,un legislatore, un amministratore, si trova a dover decidere escegliere il modo migliore per organizzare la caccia. Soprat-tutto tale scelta deve, e lo sottolineo con forza, avere comeobbiettivo fondamentale la salvaguardia e l�incremento delpatrimonio faunistico e non una sorta di aprioristica difesadegli interessi del cacciatore. Tanto più nella società odierna,dove la sopravvivenza di questa bellissima e anche utile atti-vità, quando ben condotta, è giocoforza collegata ad un ri-conoscimento da parte della collettività, sempre più spostataverso un modello urbano rispetto a quello tradizionalmenterurale. In realtà l�interesse del cacciatore non è sparare unasettimana in più o in meno, o avere la possibilità di cacciareuna specie in più, ma mantenere e incrementare la selvaggi-na in modo tale da garantirsi future soddisfazioni. Insomma ilsaggio uso di una risorsa rinnovabile.Nel preparare questo studio ho fatto una scelta fra gli statidella Comunità Europea. Come criterio di selezione ho uti-lizzato il numero di cacciatori presenti e quindi ho analizza-

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to paesi che presentano un numero elevato di doppiette, alivello dell�Italia: Francia, Spagna e Gran Bretagna, rispettiva-mente con 1.300.000, 950.000 e 600.000 cacciatori, a frontedegli 800.000 italiani (dati 2001). Anche come superficie ter-ritoriale e caratteristiche ambientali e faunistiche i quattropaesi possono essere abbastanza significativamente confron-tati.

Prima di entrare nello specifico sono però necessarie alcuneprecisazioni. Per quanto riguarda la legislazione vigente, Fran-cia e Spagna si presentano come stati a forte decentramentonormativo, con ampie facoltà concesse alle regioni, mentrein Gran Bretagna, pur non esistendo nemmeno una precisanormativa statale ma vari atti approvati negli ultimi 150 anni,non esistono forme di federalismo o regionalismo.Altro aspetto molto importante è la normativa comunitaria diriferimento: è in vigore dal 1979 la Direttiva n. 409, comu-nemente detta �Direttiva Uccelli�. Secondo tale Direttiva tuttele specie di uccelli, stanziali e migratori, sono protetti nel-l�ambito del territorio della CE. Per alcune specie è consenti-to il prelievo venatorio in tutti gli stati membri (Direttiva 409/79 - Allegato II/1).Altre specie invece sono cacciabili solo in alcuni stati mem-bri, come lo storno che è cacciabile in Francia e Spagna enon in Italia (Direttiva 409/79 - Allegato II/2).La direttiva proibisce il prelievo venatorio durante il periodoriproduttivo e di dipendenza dei giovani, nonché durante lamigrazione pre-nuziale, comunemente detta �ripasso�. Machi stabilisce quali sono, specie per specie, i periodi riprodut-tivi e quando inizia il ripasso? Il compito spetta ai rappresen-tanti scientifici dei Governi, per l�Italia l�Istituto Nazionale per

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la Fauna Selvatica.I rappresentanti dei vari stati sono riunitinel Comitato ORNIS, nominato dalla Commissione Europeaquale organo di validazione dei dati scientifici e di esamedelle richieste dei vari stati membri. Va anche ricordato che ivari stati sono posti geograficamente a latitudini diverse, èquindi ovvio che vi siano differenze sostanziali anche nei tempidi caccia.

FRANCIA

MODALITÀ DI CACCIA

I cacciatori fanno parte dei cosiddetti ACCA (AssociationsCommunales de Chasse Agréées), cioè comprensori comuna-li, all�interno dei quali si svolge in modo organizzato l�attivitàvenatoria. Agli ACCA aderiscono i proprietari dei terreni, cuiviene pagato in cambio del diritto di caccia una quota, me-diante un regolare contratto. La quota per i soli proprietaricon più di 50 ettari è composta da una parte fissa di circa74,00 euro, più un euro ad ettaro posseduto. Tali soldi ven-gono pagati dai cacciatori iscritti all�ACCA. Tutti i proprietaridi terreni, sulla base della nuova legge sulla caccia del 2000(criticatissima dai cacciatori francesi), possono rifiutarsi di con-cedere il diritto di caccia ed in questo caso ovviamente nonhanno diritto ad eventuali risarcimenti per i danni provocatidalla selvaggina, che invece sono garantiti per contratto aglialtri. È stata inoltre introdotta la possibilità, per chi possiedealmeno 20 ettari, di mantenere per se il diritto di caccia. Pen-sate a cosa succederebbe in Italia!. Qualunque possessore diterreni dunque può fare �obiezione di coscienza� e non ade-rire all�ACCA e può sottrarre i propri fondi all�attività venatoriasemplicemente segnalandolo, mentre in Italia questo avvie-ne mediante la costituzione di un fondo chiuso recintato etabellato. La licenza di caccia può essere dipartimentale, alcosto di € 114,00 (67,00 per il timbro federale e 47,00 ditasse), mentre un secondo dipartimento costa € 38,00. Lalicenza nazionale costa invece € 270,00 (67,00 per il timbrofederale e 203,00 di tasse). Ogni cacciatore in teoria può es-sere iscritto a diverse associazioni comunali nell�ambito diuno o più dipartimenti sulla base della licenza dipartimentaleo nazionale. Se la mobilità è teoricamente illimitata, in realtàilcacciatore francese è però molto più �confinato� di quelloitaliano. In pratica gli ACCA sono dei mini ATC (la dimensio-ne è estremamente ridotta, dai 1000 ai 3000 ettari in media)e quelli ricchi di selvaggina sono assai esclusivi: vi cacciano

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di diritto infatti solo i residenti e i proprietari dei terreni ade-renti mentre pochissimi posti sono riservati ai cacciatori nonresidenti. Si parla di un numero di cacciatori che va dai 30 ai250 per ACCA, anche se ve ne sono alcuni intercomunali piùgrandi, ma sono eccezioni.Analizzando poi le situazioni in estremo dettaglio emergonodati curiosi, che contraddicono l�idea diffusa in Italia che icacciatori francesi non abbiano limiti. Per esempio nel Co-mune di Mont Bellisier esiste tutta una serie di normativerestrittive sui carnieri. Il dato è verificabile sullo stesso sitointernet dell�Acca del Comune. Un iscritto ad esempio puòabbattere una sola lepre all�anno, un solo germano al giorno,due beccacce al giorno e al massimo 20 in tutta la stagione!Ovviamente le regolamentazioni variano moltissimo da Co-mune a Comune, ma in generale sono abbastanza restrittivesulla selvaggina stanziale, meno sulla migratoria.Esistono poi, e questa è un�idea che reputo valida, licenze dicaccia della durata di 9 giorni al costo di € 65,50 per quelladipartimentale e di € 158,50 per quella nazionale, proprioper consentire brevi spostamenti dagli abituali territori di cac-cia e utilizzabili anche dagli stranieri.Infine c�è da ricordare che la caccia agli acquatici necessita diuna ulteriore licenza (€ 15,00) così come quella al cinghiale(€ 8,00) e agli altri ungulati (€ 40,00). Facendo insomma idebiti conti un cacciatore francese che intende muoversi ab-bastanza arriva a pagare cifre superiori al porto d�armi italia-

no. Se si limita ad unsolo ACCA spendeforse qualcosa meno,ma vi sono numero-se variabili e ampiedifferenze fra le quo-te di iscrizione, so-prattutto in relazioneall�ampiezza del ter-ritorio a disposizione.Altro aspetto non se-condario è il costodegli appostamentifissi, comunissimi inFrancia (a palmipedi,trampolieri, colom-bacci, allodole, ecc.)che possono costareanche migliaia dieuro.

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TEMPI DI CACCIA E SPECIE CACCIABILI

Sono stabiliti mediante un Arrêté Préfectoral, che assomigliaal nostro Calendario Venatorio, ma che presenta differen-ziazioni notevoli fra i vari dipartimenti e addirittura tra i variACCA.In pratica, trasferito però sul ristretto livello comunale, è quelloche succede in Italia fra le varie Regioni.Prima di entrare nel particolare delle principali differenzeper tempi e specie occorre sottolineare che per le migrazionidi ripasso (quelle su cui c�è il divieto della Direttiva Europea409/79) la Francia si trova molto più a nord dell�Italia, fattoreche andrebbe tenuto in considerazione anche nel differen-ziare i calendari venatori fra Sicilia e Lombardia, ad esempio.Per quanto riguarda i tempi di caccia l�apertura per molti di-stretti cade fra il 2 e il 10 agosto per oche (selvatica, lombar-

Francia - Tempi di caccia e specie cacciabili(stagione 2002-2003)

TortoraTortora dal collareQuagliaColombellaPiccione selvaticoColombaccioAllodolaMerlo neroTordo sasselloTordo bottaccioCesenaTordelaBeccacciaGermano realeOca selvaticaOca lombardellaOca granaiolaAnatidiLimicoli e trampolieri

31 agosto – 16 febbraio15 settembre – 16 febbraio

31 agosto – 31 gennaio

15 settembre – 10 febbraio

15 settembre – 31 gennaio

15 settembre – 20 febbraio1 settembre – 31 gennaio

10 agosto – 31 gennaio

31 agosto – 31 gennaio2 agosto – 31 gennaio

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della e granaiola) e trampolieri. Questo riguarda ovviamentesolo un piccolo numero di cacciatori, quelli che possiedonoappostamenti a palmipedi e trampolieri o beccaccinaie gesti-te. In Francia c�è infatti una vera cultura per il beccaccino.Per il 90% dei cacciatori la vera apertura è il 31 agosto allatortora (sia per la Streptopelia Turtur che per la StreptopeliaDecaocto), ai palmipedi (uguali a nostri con in più il Fischioneturco), ai rallidi e alla quaglia. In tutta la Francia del nord si vaancora più là nel tempo. Ad esempio per la stagione venatoria2002-2003 l�apertura generale vera e propria variava dall�8settembre al 29 settembre.Analizzando tempi di caccia e specie cacciabili dobbiamotenere sempre presenti le caratteristiche ambientali,faunistiche e geografiche della Francia, che si trova media-mente molto più a nord dell�Italia, e che è interessata da ec-cellenti flussi migratori per quasi tutte le specie durante il passoautunnale. È inoltre destinazione principale per molte popo-lazioni di uccelli, che vi si recano a svernare dalla Scandina-via, dalla Gran Bretagna, dai Paesi Baltici e dal Nord dellaRussia.Prendiamo in esame ad esempio le oche: sono giustamentecacciabili in Francia, dove transitano in buon numero e dovesvernano in alcune zone (Loira, Bretagna, ecc.) costantementenegli anni. In Italia le oche potrebbero essere tranquillamen-te cacciate con un semplice Decreto del Presidente del Con-siglio, in quanto inserite nell�allegato II/1 della Direttiva 409/79 (specie cacciabili in tutta la Comunità Europea). Bisognaperò domandarsi se è giusto cacciare specie che si presenta-no solo occasionalmente nel nostro paese e con numeri tuttosommato molto limitati. Stesso discorso vale per i trampolieri:in Francia ad agosto le zone umide sono moltissime, sia perun clima molto più piovoso del nostro, sia per una correttagestione da parte dei cacciatori; per tale motivo i trampolieri,per lo più migratori lunghi a migrazione tardo estiva (i cosid-detti estatini), sostano in forze in quel mese nelle paludi fran-cesi. Per specie che non presentano trend negativi può quin-di essere corretto consentire agli impianti appositamente co-struiti e gestiti il prelievo venatorio. Diversa considerazioneva fatta per l�Italia, dove agosto è mese siccitoso per eccellen-za. Infatti da noi la caccia tradizionale ai trampolieri si svolge-va durante il ripasso primaverile (marzo-aprile), come prose-cuzione delle classiche cacce ai palmipedi che arrivavanoprima, per il semplice motivo che in quei mesi le condizioniambientali erano tali, grazie ai terreni ampiamente allagatidalle piogge, da consentire un prelievo soddisfacente. Quan-ti cacciatori italiani sarebbero realmente interessati alla cac-

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cia ai trampolieri in agosto? Praticamente pochissimi e perlopiùconcentrati nelle lagune venete e sul delta del Po. Su marzopende però il divieto di caccia durante la migrazione di ritor-no, tanto in Italia quanto in Francia, per cui o si rimette manoalla Direttiva 409/79 oppure continueremo a promettere so-luzioni utopistiche.Esistono poi altre differenze sostanziali tra il calendario fran-cese e quello italiano.Fra le specie cacciabili ci sono la tortora dal collare (Strep-topelia decaocto), che sarebbe giusto cacciare anche da noi,la colombella, da noi praticamente estinta, la tordela, oltre a15 specie di trampolieri. In Italia sono solo 4: combattente,beccaccino, frullino e pavoncella. In Francia si cacciano poi15 specie di anatre, mentre in Italia 9. C�è poi da aggiungerelo storno, con l�Italia �in deroga�. Riassumendo, la Francia ha3 specie di oche, la colombella, 11 specie di trampolieri e 6di anatre, la tordela e la tortora dal collare in più, se però siconsiderano i fatti in realtà tutto si riduce a tordela, tortoradal collare e 6 specie di anatre, peraltro di importanza assailimitata in Italia.Vediamo ora le date di chiusura, che tanto fanno discutere inItalia, sempre ricordando che secondo la Direttiva Europea ilprelievo venatorio sugli uccelli è vietato dal momento in cuicomincia la migrazione di ritorno ai quartieri di nidificazione.Questo momento varia ovviamente specie per specie e pae-se per paese: è naturale che il tordo bottaccio �ripassi� primadalla Sicilia che dalla Francia, vista la latitudine. Ritengo chele date di chiusura dovrebbe variare addirittura a livello re-gionale, sarebbe logico infatti che chiudesse prima la Siciliadel Veneto o della Lombardia, questo però sarebbe moltoimpopolare e quindi nessuno lo propone. Abbiamo già dettoche i tempi del ripasso sono stabiliti attraverso i dati che ognistato membro è obbligato a fornire alla Commissione Euro-pea, correlati da serie valutazioni scientifiche. Per l�Italia i datiforniti dall�INFS indicano la chiusura della stagione al 31 gen-naio, dando come già avviata in tale data la migrazione ditutte le specie cacciabili. Su questo si può discutere quanto sivuole, ma il problema è che il mondo venatorio non ha sapu-to proporre alcun dato scientifico alternativo che smentiscal�INFS.Vediamo invece le chiusure francesi. Il 31 gennaio è la datafissata per tutte le specie tranne che per le tortore (16 feb-braio), il colombaccio e la colombella (10 febbraio), la bec-caccia (20 febbraio). I tordi fino a due anni fa chiudevano trail 10 e il 15 febbraio, ma dall�ultima stagione venatoria chiu-dono al 31 gennaio, così come gli acquatici. Per la beccaccia

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c�è da precisare che l�Office National de la Chasse consigliada anni di anticipare la chiusura per salvaguardarla meglio,ma i cacciatori sono contrari. Va sottolineato che i cacciatorifrancesi hanno ottenuto di protrarre la caccia al 20 febbraioper la beccaccia perché il C.N.B (Club National des Bécassiers)ha promosso uno studio scientifico sulle ghiandole produttri-ci di ormoni delle beccacce abbattute, dimostrando che finoal 20 febbraio in Francia la maggioranza delle beccacce pre-senti non è da considerarsi in migrazione. Studi del genereprodotti dal mondo venatorio mancano totalmente in Italia.Sul colombaccio va fatta un�ulteriore precisazione: viene in-fatti cacciato, in alcuni dipartimenti, addirittura fino a marzo,ed in altri tutto l�anno, ma in base alla deroga per la salva-guardia delle produzioni agricole. Questo atteggiamento haprovocato aspri scontri all�interno del mondo venatorio fran-cese e ha contribuito a ridurre progressivamente del 60% ilnumero di colombacci transpirenaici negli ultimi 50 anni.Alcuni dati completano il quadro della situazione venatoriafrancese. I cacciatori francesi sono molto arrabbiati per le pro-gressive restrizioni, soprattutto dopo la legge del 2000, tantoche come risposta Jean Saint Josse ha fondato un partito dicacciatori, pescatori e agricoltori che ha ottenuto circa il 4%alle ultime elezioni presidenziali e qualche seggio anche alParlamento europeo. I risultati però, come casi analoghi inItalia, sono praticamente nulli, anzi i Francesi hanno persodiverse cose negli ultimi 3-4 anni, per ultimo alcuni periodicacciabili. Ugualmente scarsi i risultati in sede europea, vistoche per ora non si parla di rivedere la Direttiva 409/79. Que-sto stato di cose anche in Francia ha provocato un progressi-vo calo dei cacciatori.La caccia in Francia ha inoltre divieti molto più restrittivi chenon in Italia: tranne che nel sud - dove si possono usare i

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tordi e le allodole ma solo in alcuni dipartimenti - i richiamivivi sono vietati, a parte il colombaccio e il solo germano re-ale fra i palmipedi. Altro che i nostri gabbioni con centinaiadi germani delle varie specie!

SPAGNA

Il secondo paese europeo per numero di cacciatori (circa1.000.000), ha una legislazione complessivamente molto di-versa dalla nostra, completamente legata al principio dellaproprietà privata. Prendo come base di questo studio la Ley4/1996 de 12 de Julio de Caza de Castilla y Leon, cioè la Leg-ge sulla caccia della Regione Castilla y Leon.

MODALITÀ DI CACCIA

Ogni cacciatore deve essere in possesso di licenza di cacciaregionale, che ha un costo variabile da 43,00 a 60,00 euro.Per la caccia alla pernice rossa con reclamos (richiami) serveun ulteriore permesso. Oltre alla licenza è obbligatorio esse-re soci almeno di un Coto, cioè una riserva. Tutta la Spagna èinfatti suddivisa in varie tipologie di terreni ai fini venatori: cisono i Terrenos Cinegeticos, dove si svolge la caccia, e iTerrenos no Cinegeticos, dove la caccia è proibitaL�esercizio della caccia potrà essere esercitato solo dal titola-re cinegetico, cioè dal possessore del titolo di caccia di quelterreno, o dalle persone da lui autorizzate. Questo è il princi-pio cardine della caccia in Spagna, che ha ovvie conseguen-ze.I terreni cinegetici si dividono in Reservas Regionales de Caza,cioè terreni demaniali di proprietà degli enti, Cotos de Caza,cioè terreni gestiti privatamente da titolari del Coto, e Zonasde Caza Controlada, cioè zone dove il Consiglio regionaleconsidera necessario effettuare attività venatoria regola-mentata sotto la propria giurisdizione. Rientrano in queste iterreni che non ricadono nelle altre due categorie, ma a direil vero sono piuttosto limitati per numero ed estensione.Nella cartina che rappresenta la regione di Alava, nei PaesiBaschi si vedono i Cotos de Caza, cioè le riserve private, iParchi Naturali, i Terreni non cinegetici e le Riserve a divietodi caccia (Refugios de Caza). La carta si commenta da sola,ognuno sarà in grado di rendersi conto di quanto siamo piùfortunati in Italia, perché farsi socio in un Coto costa: esisto-no quote annuali, settimanali e per singole giornate di cacciae più il Coto è di qualità, più costa.

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Tanto per fare un esempio, il prezzo di una singola cacciata aicinghiali, la più economica, costa € 210,00 a persona per40 persone al massimo, con cupo, cioè un carniere, illimita-to. IL risultato atteso è di 20 cinghiali, per la modica cifra di €8400,00. Non parliamo poi di una vera monteria (la nostrabattuta) di classe nel Coto El Mencio: 15 posti in esclusiva,con 15 caprioli garantiti (con un massimo comunque di 2 atesta) e carniere di cinghiali illimitato, al modico prezzo di €1600,00 a persona!Se poi andiamo a guardare la Caza menor, cioè quella agliuccelli o alla piccola selvaggina stanziale, scopriamo che unagiornata di caccia ai colombacci a El Borril il 15 agosto dellascorsa stagione costava € 420,00 e garantiva 150-250disparos, cioè fucilate. Vicino a Toledo invece, nella Finca ElTorrao, una cacciata alle sole tortore (125-200 colpi garanti-ti), costano solo € 300,00! Col passare delle settimane il prezzocala, visto che probabilmente diminuiscono anche i selvatici.Infine, in un Coto in Extremadura, i tordi costavano 80 cen-tesimi l�uno, oltre i cento pezzi. Per quelli come me, per iquali tali carnieri sono difficilmente ottenibili, si saliva a €

1,20 a capo. Anche in questo caso sono previsti un numerodi fucili limitato, periodi di caccia contenuti (3 giorni) e di-sponibili a distanza di due settimane. Mi domando in questocontesto dove potremmo trovare posto solo noi cacciatori

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toscani, che siamo 120.000. Il grande e vero problema dellacaccia in forma privata, com�è di fatto in Spagna, non è solo ildenaro, ma anche il posto disponibile. Si capisce bene cheper far divertire pochi cacciatori, in molti devono cacciarepoco. Viene così fuori la specializzazione obbligatoria, poi-ché ogni cacciatore in pratica, per limitare le spese, deve de-dicarsi ad una sola caccia, magari con qualche divagazione 1o 2 giorni l�anno. Molti Cotos inoltre, sono assolutamenteesclusivi, proprietà di grandi latifondisti, che non li affittano:è tradizione infatti in Spagna condurre e trattare affari nelletenute di caccia, alternando le cacciate a pranzi e discussionidi affari fra politici, banchieri, imprenditori.Da un articolo relativo alla Provincia di Granada ho constata-to che oltre il 50% delle prede tra conigli, pernici, tordi(zorzales) e colombacci (palomas torcaz) è stato abbattutonel 10% dei Cotos registrati: questo vuol dire che la maggiorparte dei Cotos sono piuttosto scarsi di selvaggina, e sonoquelli a basso costo.

Azienda (Finca): Galve (Guadalajara)Posti: 40Data:18 gennaio 2002Zona di caccia (Mancha): Los Vallejos (800 ha)Carniere (Cupo): liberoCapi abbattuti nella campagna precedente: 16cinghialiCapi previsti: 20 cinghialiPrezzo: 210,00 euro a persona

Azienda (Finca): El Mencho - Montizòn (Jaen)Posti: 15Data: 23 novembre 2002Zona di caccia (Mancha): Entera (600 ha)Carniere (Cupo): 2 tra cervi e caprioli; cinghialiliberiCapi previsti: 15 tra cervi e caprioliPrezzo: 1600,00 euro a persona

SPAGNA: PREZZI CAZA MAYOR

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EL BORRIL - PolanAGUANEL - GuadamurEL TORRAO - ToledoVALDEMOZARABE - ToledoDEH. VILLARTA - HormigosBUZARABAJO - ToledoAGUANEL - GuardamurLA ENCINILLA - C. CriptanaEL BORRIL - PolanEL TORRAO - ToledoBUZARABAJO - ToledoEL TORRAO - Toledo

ColombaccioColombaccio/Piccione selvaticoColombaccioColombaccioColombaccio/Piccione selvaticoColombaccioColombaccio/Piccione selvaticoTortora/ColombaccioColombaccioSolo TortoraColombaccioSolo Tortora

• 420,00• 360,00• 360,00• 270,00• 360,00• 420,00• 240,00• 360,00• 360,00• 300,00• 300,00• 270,00

150/250125/200100/200100/150125/200150/200100/200150/200150/250125/200125/200100/150

150/250125/200100/200

18/2210/1220/2216/1818/2020/2512/1412/1412/14

15/0817/0815/0817/0817/08

17-18/0824/0824/08

24-25/0831/08

31/08-1/097/09

Zona Giorno n. posti Tirigarantiti

Costo Specie

SPAGNA: PREZZI CAZA MENOR

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TEMPI DI CACCIA E SPECIE CACCIABILI

Contrariamente a quello che si crede comunemente, la Spa-gna ha una situazione assai peggiore della nostra. Ogni anno,entro il 30 Giugno, la Consejeria Regional emette l�OrdenAnual de Caza, equivalente al nostro calendario venatorio,che elenca tempi di caccia e specie cacciabili. Ci sono gran-di differenziazioni regionali, elenco quindi alcuni esempi, perfare un paragone con l�Italia.

La stagione venatoria comincia con tortora, quaglia ecolombaccio, tra il 15 e il 25 agosto; è una sorta di pre-aper-tura prolungata (media veda), che si protrae fino a metà set-tembre. L�apertura generale cade addirittura in ottobre, perquasi tutte le specie, in genere dal tercero domingo, la terzadomenica. Addirittura in molte regioni lepre e pernice si cac-ciano solo dal 1 novembre. La maggior parte delle regionistabilisce inoltre giorni fissi di caccia: in molte i dias habilessono giovedì, sabato, domenica e festivi, in altre solo sabato,domenica e festivi. La chiusura è per tutte le specie tra il 19gennaio e il 2 febbraio, tranne che per la caccia alla pernicecon richiamo vivo, al cinghiale e alla volpe, che arrivano afine febbraio. Aggiungiamo per completezza di informazioneche in Extremadura si caccia in deroga per danni alle produ-zioni agricole il colombaccio per tutto febbraio e nella quan-tità di 3000 capi complessivi. Questo avviene su 450 posteautorizzate in alcuni Cotos, con carniere di 4 capi al giorno etesserino, che gli Spagnoli non hanno di norma, per l�annota-zione degli abbattimenti. La caccia ai tordi chiude entro il 31gennaio dappertutto, anche se ci giungono notizie di caccia-tori italiani che si sono recati a febbraio in Spagna per la con-

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sueta sparatoria finale, dato che verificheremo appena possi-bile!Per quanto riguarda le specie cacciabili troviamo la colombella,la tordela, il lupo (in due sole zone con specifici piani di ab-battimento), l�oca selvatica, il fischione turco. Mancano vice-versa alcune specie che in Italia hanno grande importanzacinegetica: il merlo, l�allodola, i passeri, il codone, la marzaiola;oltre a questi non sono cacciabili la gallinella, il porciglione eil combattente. Notiamo come, rispetto alla Francia, manchi-no numerose specie di uccelli, in particolare tutti i trampolieritranne beccaccino, frullino e pavoncella. La tortora dal colla-re non è più cacciabile dalla stagione 2001/2002.Insomma, se il modello francese è essenzialmente privatisticoma con forti adattamenti pubblicistici a salvaguardia dei cac-ciatori di qualsiasi censo, in Spagna l�impianto è assolutamenteprivatistico, con poche briciole di territorio e di selvagginalasciate a coloro che non possono permettersi grandi Cotos.A questo si aggiunge un calendario venatorio che giudichereitutto sommato peggiore del nostro.

GRAN BRETAGNA E IRLANDA

Le modalità di caccia sono in questi due paesi estremamentesemplici, anche se non esiste una vera e propria legge sullacaccia. Infatti nel Regno Unito la giurisprudenza è basata prin-cipalmente su vari Atti che si susseguono nel corso dei secoli:non esistono in pratica testi unici o leggi specifiche, ma uncorpus che regolamenta i vari aspetti della materia. Nel dirit-to anglosassone la selvaggina è assoluta proprietà degli owners,i proprietari dei terreni. Questi possono far cacciare, gratis oa pagamento, chiunque sulla loro proprietà, sviluppando cosìun concetto del tutto privatistico della caccia. Il territorio in-glese o irlandese è aperto alla caccia solo nelle estates, leriserve di caccia organizzate, che interessano circa il 60% delterritorio; nella restante parte non si caccia, tranne che perquanto riguarda la caccia alla volpe, che ha un regime parti-colare ed è praticata più che per fini venatori (gli equipaggi dibeagle non sono tantissimi), per limitare la predazione sugliagnelli. A questo riguardo è di pochi giorni fa la notizia del-l�approvazione alla Camera dei deputati del bando assolutodi caccia alla volpe: un altro esempio di come la realtà italia-na non sia poi così diversa dagli altri paesi europei, anchequelli in cui ancora forte e radicata è la cultura rurale. C�è dadire che molte specie di animali selvatici sono catturabili eabbattibili in ogni periodo dell�anno - è possibile addirittura

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distruggere le uova - in tutto il Regno Unito, per la salvaguar-dia della zootecnia e delle produzioni agricole. È così che siorganizzano abbattimenti (e non caccia) a conigli, colombacci,storni, gabbiani, ecc. anche fuori delle riserve.I costi per cacciare in riserva sono molto elevati e dipendonodal tipo di selvaggina, se allevata o selvatica, di quale specie,ecc. Le grouses scozzesi possono costare fino a 100-120 ster-line (circa 150,00-200,00 euro). Tale è l�importanza dellegrouses, che il prezzo ad ettaro dei moor, i bellissimi terrenicoperti di erica delle Highlands, è valutato e stabilito in baseal numero di grouses che si riescono ad abbattere.

TEMPI DI CACCIA E SPECIE CACCIABILI

Non esiste un calendario venatorio, ma abbiamo una Quarrylist, che raggruppa tutte le specie di fauna cacciabile. Cacciabili,ad esempio, sono le oche (tutte le specie, dalla selvatica allazampe rosa), il chiurlo (solo in Irlanda), i gabbiani, tutti ipalmipedi principali, la beccaccia, il beccaccino, il frullino(solo in Irlanda) e il piviere dorato, il passerotto, i rallidi, icorvidi, il colombaccio e gli stanziali galliformi e tetraonidi.Mancano tortora, i turdidi, allodola, pavoncella. Insomma l�uc-cello più piccolo a cui si spara è il beccaccino (e tra l�altromolto limitatamente), poiché il passerotto viene abbattuto perevitare danni.I tempi sono molto generici, in pratica dal 1 settembre - tran-ne la classicissima apertura alle grouses d�agosto - fino al 31gennaio per tutte le specie, eccetto i palmipedi in alcune areelimitate, la beccaccia e il colombaccio (20 febbraio).

ALTRI PAESI

Un rapido cenno anche sugli altri paesi della Comunità Euro-pea è doveroso per completare il quadro.Il Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo) ha una legislazio-ne abbastanza similare, basata sul diritto di caccia di proprie-tà esclusiva del proprietario del terreno. Sono previsti limitiminimi di ettaraggio - tranne che per gli appostamenti fissiagli acquatici - per poter esercitare la caccia in una singolaproprietà e i proprietari che detengono il diritto possono ce-derlo in affitto per periodi variabili secondo contratti specifi-ci. Addirittura in Olanda la licenza di caccia viene rilasciatasolo a chi è in possesso di un regolare contratto di affitto deldiritto di caccia. La caccia in Belgio inizia il 15 agosto e termi-na il 31 gennaio, in Olanda si va dal 1 settembre al 31 genna-

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io, così come in Lussemburgo. In tutti e tre i paesi sono po-che le specie di uccelli cacciabili: solo 4 in Lussemburgo e 6in Belgio, 17 in Olanda, dove la specie più piccola è il bec-caccino.La Germania e l�Austria sono abbastanza similari: anche inquesto caso per poter cacciare, oltre alla licenza, è necessa-rio il possesso o l�affitto di un diritto di caccia. La superficieminima per esercitare il diritto di caccia è di 75 ettari in Ger-mania, 300 ettari in Austria. In entrambi i paesi i proprietaridi terreni possono consorziarsi per costituire riserve comuna-li o intercomunali da affittare a singoli o associazioni di cac-ciatori ma la legislazione varia molto a livello regionale o diLand. La Germania apre la caccia il 1 settembre e chiude il15 gennaio, a parte la caccia di selezione agli ungulati, l�Au-stria apre il 16 agosto (in un solo distretto, l�unico in cui sicaccia la tortora) e chiude il 31 gennaio, anche se molte spe-cie si cacciano tutto l�anno su specifici piani di abbattimento.I paesi scandinavi seguono i principi del diritto sassone, percui il diritto di caccia appartiene al proprietario del terreno.Fa eccezione la Lapponia finlandese, dove la caccia rivesteancora importanti funzioni economiche e di sopravvivenza,per cui sui terreni, nella maggior parte demaniali, i Lapponipossono liberamente cacciare. Nel resto del territorio scandi-navo i cacciatori si riuniscono in associazioni per prendere inaffitto terreni di caccia. La caccia in pratica dura tutto l�annoma solo sulla base di precisi e rigorosi piani di abbattimento.Il beccaccino è la preda più piccola cacciabile.Sulla Grecia si sa ben poco, essendo difficile reperire notizieche non siano scritte in greco. L�unica cosa che possiamo ri-portare, in quanto apparsa sui notiziari internet, è l�ade-guamento del calendario venatorio alla Direttiva CE per lachiusura della caccia al 31 gennaio per tutte le specie, anzi-ché a febbraio, come negli anni scorsi.

CONCLUSIONI

Sulla base di questo quadro ognuno può fare le proprie valu-tazioni e trarre le proprie conclusioni.Vi è però un ultimo aspetto da esaminare, che in fondo èquello più importante. Quali risultati portano, a livello di pre-senza faunistica, le rispettive normative? Pur nell�enormedifferenziazione fra stati, regioni, territori e nella immensa va-riabilità ambientale, possiamo affermare che in Italia, laddovela 157 è stata correttamente applicata e per le specie per lequali disponiamo di dati numerici di presenza e densità, i

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risultati sono da buoni ad eccellenti. Per esempio nella riser-va di caccia di Loddington, gestita dal Game Conservancy,forse il più famoso istituto europeo in materia di gestionefaunistica, abbiamo densità eccezionali rispetto alla mediainglese di lepri, fagiani, pernici rosse e starne.

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Ebbene, se paragoniamo questi numeri agli ATC bolognesi,piemontesi o toscani, notiamo che siamo a livelli uguali oaddirittura superiori. Questo significa che la strada intrapresain Italia è quella giusta, basterà proseguire ancora più atten-tamente nel percorso, possibilmente investendo maggiori ri-sorse finanziarie provenienti dal ristorno delle tasse di con-cessione statale per aumentare ulteriormente la presenzafaunistica. Potremo così conservare un bene collettivo qual�èla fauna, garantendo al tempo stesso sempre maggiori soddi-sfazioni in termini venatori.In conclusione, contrariamente a quanto alcuni affermano,vorrei sottolineare come dalla tabella che mostra il numerodi specie di uccelli cacciabili in ciascun paese della ComunitàEuropea, emerge che in Italia siamo secondi solo alla Francia.

NUMERO DI SPECIE CACCIABILIIN EUROPA

FranciaItaliaSveziaDanimarcaGreciaAustriaGran BretagnaGermaniaSpagnaFinlandiaPortogalloIrlandaOlandaBelgioLussemburgo

6441383533323130302626201764

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