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Via A. Depretis, 102 – 80133 Napoli

Tel. 0815511818 – 08155159

MERCOLEDì 4 DICEMBRE 2019

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Napoli, gli anziani in piazza: «Vogliamo difendere le nostre pensioni e aiutare i giovani»

Hanno forza da vendere gli anziani che ieri mattina si sono radunati in piazza del Plebiscito a Napoli per chiedere l'aiuto del prefetto sulla legge per la non autosufficienza. Un problema che coinvolge ogni famiglia. Molte persone sono costrette ad aiutare un familiare anziano anche 24 ore su 24 senza nessun tipo di aiuto finanziario da parte del Governo. Una situazione inaccettabile che umilia i cittadini che purtroppo si trovano in situazioni di difficoltà, sia per problemi di salute che di età. Abbiamo già portato la nostra protesta a Roma e non ci fermeremo. Però cerchiamo il sostegno di tutte le istituzioni. Anche se la nostra età è avanzata, ci sentiamo giovani. Lottiamo per garantire un futuro, e soprattutto una pensione, ai nostri figli. In un Paese in cui la natalità è sempre più bassa, gli anziani sono diventati il fulcro per il sostegno economico delle nuove generazioni. Al prefetto di Napoli Carmela Pagano, ieri mattina i rappresentanti sindacali di Spi, Fnp e Uilp hanno presentato ufficialmente una documento per richiedere il suo aiuto per intercedere con le altre istituzioni. I «combattenti dai capelli argentei» non hanno alcuna intenzione di

fermarsi.

IL MATTINO

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Riforma Pensioni. Le novità del dl fiscale per i fondi previdenziali

Con il decreto fiscale ci saranno delle misure che, pur non riguardando il tema della riforma pensioni, incideranno sulla previdenza complementare. Viene cancellata la “norma restrittiva sugli investimenti in Pir” per i fondi previdenziali. Inoltre verrà attivata “una garanzia pubblica sugli investimenti dei fondi pensione in micro e medie imprese con dotazione di 12 milioni di euro dal 2020 al 2034”. Il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha spiegato che si adopererà l’opportuna attenzione per evitare che tale garanzia “possa trasformarsi in un disincentivo a investire in modo oculato”. Cosa che non sarebbe certamente positiva né per i pensionati futuri, né per le aziende oggetto di investimenti. Il quotidiano di Confindustria ricorda anche che Assofondipensione e Cassa depositi e prestiti hanno lanciato “un’iniziativa comune per veicolare investimenti in economia reale”, il cui “obiettivo è di raccogliere 500 milioni dai fondi negoziali cui se ne aggiungerebbero altrettanti da parte di Cdp”.

RIFORMA PENSIONI

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“Continueremo a esercitare la massima attenzione al rigore dei conti mantenendo un passo di marcia deciso che rispetti la tabella progressiva di sostenibilità che ci siamo assunti con la riforma delle pensioni”. Parole di Alberto Oliveti, Presidente dell’Enpam, l’ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri, la cui assemblea nazionale ha approvato il bilancio previsionale 2020. L’Enpam prevede di chiudere i conti dell’anno prossimo con un avanzo di circa 850 milioni, in linea con il risultato inizialmente ipotizzato per quest’anno. Vogliamo garantire la circolarità della funzione previdenziale, assistenziale e di welfare dell’Enpam, a vantaggio di tutti gli iscritti attuali e futuri, in una logica di allineamento degli interessi e di convenienza a partecipare. Resta l’obiettivo primario di sostenere la professione, promuovendo iniziative a favore dei giovani, delle colleghe e delle aree di criticità professionale anche con investimenti socialmente responsabili, allineando gli interessi degli iscritti all’Enpam a quelli di tutti i cittadini”, ha aggiunto Oliveti.

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Il direttivo dell’Associazione della stampa romana ha approvato un documento per chiedere che l’Inpgi venga trasformato in un ente di diritto pubblico. Come riporta Askanews, nel testo del documento si legge che “con 150 milioni di disavanzo per il 2019 e con la previsione di altri 190 milioni in rosso per il 2020 i bilanci approvati dai vertici dell’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani purtroppo confermano la gravità della situazione. Quanto dichiarato dalla presidente Marina Macelloni – anche nel recente incontro all’Ordine dei giornalisti – sulla liquidità dell’Inpgi a quota 400 milioni di euro significa che l’Istituto è in grado di pagare le pensioni in essere (figuriamoci quelle future) per poco più di due anni, al netto dell’uso del patrimonio immobiliare. Se questo è vero abbiamo bisogno di scelte coraggiose”.Dunque per l’Asr ci vorrebbe una sorta di riforma pensioni per l’istituto previdenziale dei giornalisti in modo che, da ente di diritto pubblico, sia sottoposto a controlli reali ed efficaci. “La cosiddetta privatizzazione del ’94 ha trasformato la previdenza dei giornalisti così come le altre casse delle professioni (2 milioni di iscritti, 70 miliardi di patrimonio complessivo) in altrettante entità a due facce: pubbliche quando si tratta di incassare, private quando si tratta di dare conto della gestione”, si segnala nel documento, secondo cui “affrontare la crisi del giornalismo professionale ricorrendo per l’ennesima volta ai prepensionamenti spalmati su otto anni significa mettere una pietra tombale sull’Inpgi comprimendo la platea degli attivi”.

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Pensionati in piazza in Campania, s'inizia con Napoli

Dopo il capoluogo, giovedì 5 sit-in a Benevento e Salerno, venerdì 6

ad Avellino.

Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil promuovono presìdi in tutte le province della Campania “al fine di sollecitare il governo a dare risposte alla condizione di difficoltà in cui versano milioni di pensionati italiani”. I sit-in si tengono davanti alle Prefetture: il primo appuntamento è stato ieri, martedì 3 dicembre a Napoli alle ore 10.30. Giovedì 5 dicembre è il turno di Benevento e Salerno, alle ore 10.30, mentre venerdì 6 dicembre manifestazione ad Avellino, sempre alle 10.30.

“L’iniziativa è mirata a inserire nella manovra economica l’abbassamento delle tasse anche per i pensionati italiani, visto che contribuiscono in maniera significativa alla fiscalità generale. Si tratta di 16 milioni di pensionati che non possono essere ignorati”, dichiara i sindacati. “Inoltre è necessario promuovere una legge sulla non autosufficienza, dando così risposte a migliaia di pensionati non autosufficienti e alle loro famiglie. Ci sembra, questa, una legge di civiltà che può dare un aiuto concreto a tantissime persone e alle loro famiglie che vivono in solitudine una condizione di straordinaria difficoltà, provocando gravi disagi,

sofferenze, esclusione sociale e impoverimento”.

RASSEGNA.IT

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Riforma Pensioni. La discrepanza tra età pensionabile ed età in cui non si lavora più

Ha fatto discutere il rapporto Pensions at a glance dell’Ocse, che è stato visto come un segnale contro la riforma pensioni con Quota 100. Su truenumbers.it viene ricordato che nel confronto tra l’età effettiva di ritiro dal lavoro e quella minima per avere la pensione di vecchiaia sembra che in Italia si vada in pensione prima che altrove, “ma non è proprio così”, perché “l’Ocse parla di ‘average age of exit from the labour force for workers aged 40 and over’. Si tratta dell’età media in cui le persone non fanno più parte della forza lavoro, ovvero dell’insieme di coloro che o stanno lavorando o cercano lavoro e sono disoccupati. Non stiamo quindi parlando di persone che necessariamente percepiscono una pensione, ma semplicemente che non lavorano più”. Inoltre, “l’Ocse nel suo report specifica che l’età effettiva di ritiro è calcolata su una media che riguarda il 2013-2018, quindi rientrano anche gli anni in cui, pur se già in vigore la legge Fornero, per esempio la pensione anticipata era concessa prima di oggi. È per questi motivi che

IL SUSSIDIARIO

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vediamo una discrepanza così grande tra età legale di pensione ed età in cui non si lavora più”.

Annamaria Furlan evidenzia che “una vera discontinuità non c’è ancora” tra il vecchio Governo e quello nuovo. Cosa che si vede anche in tema di riforma pensioni, secondo la Segretaria generale della Cisl. “Non c’è una soluzione per Ilva e per Alitalia, non abbiamo avuto risposte sulla rivalutazione delle pensioni, sulle risorse per rinnovare i contratti pubblici, sulla stabilizzazione di migliaia di precari nella Pa, sulle carenze di organico nella sanità dove vengono richiamati in servizio persino i medici in pensione. Noi i governi li giudichiamo solo dai fatti”, sono le sue parole riportate da Askanews.

I pensionati hanno ricevuto la tredicesima e recentemente è stato ricordato di quanto aumenteranno gli assegni nel 2020 in virtù non di una misura di riforma pensioni, ma della rivalutazione stabilita con un decreto ministeriale, che sarà dello 0,4%. C’è però da evidenziare che non tutti avranno una rivalutazione piena in virtù del blocco parziale delle indicizzazioni che forse verrà solo in parte corretto dalla Legge di bilancio in discussione in Parlamento. I presidi dei sindacati dei pensionati, dinanzi le Prefetture, sostenngono tre rivendicazioni precise: la piena rivalutazione delle pensioni di importo fino a 7 volte il trattamento minimo; l’allargamento della platea dei beneficiari della 14ma mensilità oltre il limite attuale dei mille euro; una legge di civiltà che aiuti le persone e le famiglie ad affrontare il dramma della non autosufficienza”. Rivendicazioni che saranno al centro anche di un’iniziativa sindacale unitaria che porterà a tre manifestazioni/assemblee nazionali aperte a Roma durante il mese di dicembre.

Prosegue l’iter parlamentare della Legge di bilancio che contiene anche degli emendamenti riguardanti temi di riforma pensioni. Tra questi anche quello dei Senatori Nannicini, Laus e Manca (Pd) che riguarda gli esodati. Nel testo dell’emendamento, che è stato segnalato come prioritario, si chiede che si equipari per tutte le categorie dell’Ottava Salvaguardia la maturazione del requisito

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pensionistico al 31/12/2021 – esclusa la categoria dei lavoratori in mobilità alla quale è già stato concesso e che è di conseguenza andata già a esaurimento – per una platea quantificata in massimo 7.000 esodati. Nell’emendamento si specifica anche che l’intervento andrebbe finanziato attingendo le risorse dal fondo in cui era stati fatti confluire i risparmi derivanti dall’ultima salvaguardia. Risorse pari a oltre 700 milioni di euro (anche se l’emendamento prevede un massimo di spesa di 635 milioni) che era stato previsto utilizzare esclusivamente proprio per gli esodati. Dunque questo emendamento, oltre a garantire equità di trattamento tra tutti gli esodati, non comporterebbe nuove spese per le casse dello Stato.

Nei mesi scorsi si era parlato, in tema di riforma pensioni, della possibilità che all’Inpgi confluissero tutti gli operatori della comunicazione e non solo i giornalisti. La cassa previdenziale dei giornalisti, secondo i dati di Itinerari previdenziali, nel 2017 ha registrato un saldo negativo di 150 milioni di euro. Come spiega firstonline.info, “se nel 2010 il saldo era ancora leggermente positivo (+15,70 milioni), dall’esercizio successivo è iniziato un volo in caduta libera. Il buco aperto nel 2011 (-11 milioni) ha continuato a raddoppiare nei tre anni successivi (-25,5 milioni nel 2012, -46,4 milioni nel 2013 e -87,6 milioni nel 2014), per poi allargarsi oltre quota 100 milioni (-112,5 nel 2015 e -113,9 nel 2016). A questa velocità, c’è il rischio che la voragine abbia già raggiunto i 200 milioni”. Va meglio per le altre casse di previdenza private, visto che l’Inpgi occupa l’ultimo posto, mentre in testa alla classifica “c’è la cassa dei medici, che guarda tutti dall’alto con un attivo superiore al miliardo di euro ormai dal 2015”.

Martedì scorso si è tenuta a Lucca una riunione dei pensionati iscritti alla Cgil, che, come riporta versiliatoday.it, dopo un approfondito dibattito hanno evidenziato la necessità di alcune misure di riforma pensioni. In particolare: “a) un incremento delle pensioni basse e medie di almeno il 15%; b) riportare il sistema pensionistico al retributivo al fine di garantire ai giovani una futura pensione dignitosa; c) ripristinare la possibilità di andare in pensione con 40 anni di contributi e 60 anni di età; d) alzare il tetto

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per avere il diritto delle detrazioni per il coniuge a carico; e) dividere la previdenza dall’assistenza, con l’assistenza che non deve più gravare a carico dell’Inps, ma essere a carico dello Stato; f) obbligare le imprese statali e amministrazione pubbliche a pagare i contributi assicurativi come avviene per le aziende private”.

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Bonus TV e Decoder, come funziona

Nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.270 è stato pubblicato il Decreto interministeriale Mise-Mef recante le “modalità per l'erogazione dei contributi in favore dei consumatori finali per l'acquisto di apparati televisivi idonei alla ricezione dei programmi con le nuove tecnologie trasmissive DVB-T2”, che disciplina le modalità per l'erogazione del contributo, previsto dalla Legge di bilancio 2018, per l'acquisto di TV e decoder di nuova generazione, al fine di supportare il processo di trasformazione digitale del settore TV fino al 2022, anno di conclusione del processo di transizione.

Ecco gli articoli più importanti:

Ambito di applicazione del contributo

1. Il contributo verrà concesso agli utenti finali per l'acquisto, dal 18 dicembre p.v. al 31 dicembre 2022, di apparecchi atti a ricevere programmi e servizi radiotelevisivi - dotati in caso di decoder anche di presa o di convertitore idonei ai collegamenti alla presa SCART dei televisori - con interfacce di programmi

PENSIONATI CISL

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(API) aperte, laddove presenti, a prescindere dalla piattaforma tecnologica scelta dal consumatore, sia essa terrestre, satellitare e, ove disponibile, via cavo. Gli apparecchi da utilizzare per il digitale terrestre, dovranno incorporare la tecnologia DVB-T2 HEVC, main 10, di cui alla raccomandazione ITU-T H.265, almeno nella versione approvata il 22 dicembre 2016.

2. Il contributo verrà riconosciuto: - ai residenti nel territorio dello Stato appartenenti a nuclei familiari per i quali il valore dell'ISEE, risultante da una dichiarazione sostitutiva unica (DSU), non è superiore a 20.000 euro; - per l'acquisto di un solo apparecchio per ciascun nucleo familiare.

Modalità di riconoscimento del contributo

1. Il contributo verrà riconosciuto all'utente finale sotto forma di sconto praticato dal venditore dell'apparecchio sul relativo prezzo di vendita, per un importo pari a 50 euro o pari al prezzo di vendita se inferiore. Lo sconto sarà applicato sul prezzo finale di vendita comprensivo di IVA e non ridurrà la base imponibile dell'imposta. Sarà possibile usufruire dell'agevolazione fino all'esaurimento delle risorse annualmente stanziate.

2. L'utente finale dovrà presentare al venditore apposita richiesta di riconoscimento del contributo, contenente anche la dichiarazione sostitutiva, con la quale dovrà affermare che il valore dell'ISEE relativo al nucleo familiare di cui fa parte non è superiore a 20.000 euro e che i componenti dello stesso nucleo non hanno già fruito del contributo. Alla richiesta deve essere allegata copia del documento di identità dell'utente finale.

3. Ai fini dell'applicazione dello sconto, il venditore, avvalendosi del servizio telematico messo a disposizione dall'Agenzia delle entrate, trasmetterà alla Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali del Mise

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una comunicazione telematica contenente, a pena di inammissibilità: il codice fiscale del venditore; il codice fiscale dell'utente finale e gli estremi del documento d'identità allegato alla richiesta di cui sopra; i dati identificativi dell'apparecchio, per consentirne la verifica di idoneità; il prezzo finale di vendita, comprensivo dell'IVA; l'ammontare dello sconto da applicare, pari a 50 euro, o pari al prezzo di vendita se inferiore.

Controlli e cause di revoca

1. Ai fini dell'attività di controllo, il venditore dell'apparecchio dovrà conserva la richiesta di riconoscimento del contributo, sottoscritta dall'utente finale, la copia del relativo documento d'identità, nonchè la copia della certificazione del corrispettivo versato dall'utente stesso.

2. La Direzione generale per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali del Mise effettuerà verifiche sul possesso dei requisiti e sul rispetto delle condizioni previste per beneficiare del contributo. In particolare, richiedendo anche la collaborazione dell'INPS, la Direzione generale verificherà, anche a campione, la veridicità della dichiarazione sostitutiva. Il contributo verrà recuperato nei confronti dell'utente finale nel caso in cui venga accertata l'insussistenza di uno dei requisiti previsti, o risulti falsa la dichiarazione sostitutiva resa.

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Siamo tutti pedoni. Verso la città delle relazioni

Riparte la campagna nazionale per la sicurezza stradale promossa da FNP, SPI e UILP

Come ogni anno riparte la campagna nazionale per la sicurezza stradale "Siamo tutti pedoni 2019-2020. Verso la città delle

relazioni", promossa da FNP CISL, SPI CGIL e UILP UIL.

I dati statistici sulle persone che hanno perso la vita o che, a vario grado, sono rimaste ferite sulle strade, rimangono allarmanti, registrando nell'ultimo anno addirittura un aumento.

Pertanto consideriamo il nostro impegno sempre più urgente e attuale, anche alla luce degli innumerevoli temi che confluiscono nella sicurezza stradale. Si pensi, ad esempio, ai danni alla salute provocati dall'inquinamento atmosferico e acustico prodotto dal traffico urbano; fino a quelli inferti all'ambiente e al riscaldamento globale, se si valuta che le città generano il 75% di anidrite carbonica (CO2) del Pianeta.

PENSIONATI CISL

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Tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, conosciuti anche come Agenda 2030, dell' Organizzazione delle Nazioni Unite che mirano a risolvere questioni attinenti lo sviluppo economico e sociale del Pianeta, l'obiettivo numero 11 consiste nel Rendere le città e le comunità sicure, inclusive, resistenti e sostenibili. L'ambiente che ci circonda può influire drasticamente sulle nostre abitudini e stili di vita. Per questo il miglioramento in ottica sostenibile dei nostri spazi vitali è un obiettivo imprescindibile entro il 2030.

Ogni anno la campagna "Siamo tutti pedoni" si arricchisce di nuove sfide. Quest'anno, insieme al nostro impegno ad essere più responsabili e rispettosi della vita umana quando siamo alla guida, abbiamo inserito come sottotitolo: "Verso la città delle relazioni", con l'obiettivo di rendere le città, piccole o grandi che siano, non solo luoghi di transito ma anche zone in cui si creano e si consolidano le "relazioni umane". Gli spazi pubblici urbani: le piazze, i giardini, gli isolati, i marciapiedi, devono riacquistare la funzione di luoghi della sosta, dell'incontro e dove si forma la vita pubblica.

Inoltre, avere strade e marciapiedi sicuri, stimola le persone anziane a spostarsi a piedi e dunque a non rimanere chiusi in casa limitando i rischi della solitudine. Camminare serve anche a garantire i fattori che consentono a chi è avanti negli anni, di mantenere le abilità funzionali nel corso dell'invecchiamento: fattori fisici, motori, ma anche cognitivi.

In questo preciso momento storico ci è sempre più chiaro che le persone anziane (che rappresentano una fetta di popolazione elevata), possono e devono usare il tempo liberato dal lavoro e dalle obbligazioni di ruolo, per donarlo alla comunità attraverso l'attivismo civico, cioè la partecipazione quotidiana, diretta e immediata nello spazio pubblico. Questa "relazione di cura" può e deve caratterizzare soprattutto il rapporto con le generazioni future.

Per approfondire clicca qui

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Le scadenze del mese di Dicembre

2 DICEMBRE

Modello PF 2019 Termine ultimo entro cui la Dichiarazione Redditi Persone fisiche 2019 deve essere presentata, in via telematica (in quanto il 30 novembre cade di sabato).

Imposta di registro contratti di locazione Ultimo termine per il versamento dell'imposta di registro sui

PENSIONATI CISL CAMPANIA

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contratti di locazione e affitto stipulati in data 1 Novembre 2019 o rinnovati tacitamente con decorrenza dallo stesso giorno.

Cedolare secca 2019 Versamento acconto seconda rata o acconto in unica soluzione dell'imposta sostitutiva nella forma della cosiddetta "cedolare secca", dovuta per il 2019.

Definizione agevolata Ultimo termine (in quanto il 30 novembre cade di sabato) per il versamento in un'unica soluzione, oppure della prima rata, per chi ha aderito al c.d. Saldo e Stralcio e alla Rottamazione ter con istanza di adesione entro il 31 luglio (art. 37 “Riapertura del termine di pagamento della prima rata della definizione agevolata di cui all'art. 3 del Dl. n. 119/2018” del Decreto fiscale collegato alla Legge di bilancio 2020, Dl. n. 124/2019). Il mancato, insufficiente o tardivo pagamento oltre la tolleranza di cinque giorni prevista per legge, determina l'inefficacia della definizione agevolata.

Pagamento sulle pensioni della tredicesima mensilità, dell'importo aggiuntivo Con il pagamento della mensilità di dicembre – fissato per lunedì 2 dicembre per Poste Italiane S.p.A. ed Istituti di Credito - viene accreditata anche la tredicesima mensilità. Inoltre, per i titolari di pensione, il cui importo complessivo non superi il trattamento minimo Inps (pari a 6.669,13 euro annui per il 2019) e i cui redditi soddisfino le condizioni previste, è corrisposto l'importo aggiuntivo di 154,94 euro. Per ulteriori informazioni in merito ai requisiti per ottenere tale beneficio, i pensionati interessati potranno rivolgersi al nostro Patronato INAS-CISL.

Corresponsione quattordicesima mensilità (somma aggiuntiva) Con la rata di pensione di dicembre è corrisposta d'ufficio la quattordicesima mensilità (o somma aggiuntiva) a favore di coloro che perfezionano il requisito anagrafico dei 64 anni di età dal 1° agosto al 31 dicembre 2019 e dei soggetti divenuti titolari di pensione nel corso del 2019. Restano ferme le ulteriori condizioni

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richieste per gli aventi diritto al beneficio, vale a dire, un'anzianità contributiva minima di 15 anni e un reddito complessivo individuale fino a € 10.003,70 (entro il quale la somma aggiuntiva è riconosciuta nella misura di € 437,00, € 546,00 ed € 655,00 in base agli anni di contributi versati) o un reddito complessivo individuale fino a € 13.338,26 (entro il quale è corrisposta nella misura di € 336,00, € 420,00 e € 504,00 sempre in base ai contributi versati). Chi non dovesse ricevere la quattordicesima mensilità, pur ritenendo di averne diritto, può presentare domanda di ricostituzione tramite il nostro Patronato INAS-CISL.

Termine ultimo per la presentazione all'INPS della dichiarazione dei redditi da lavoro autonomo per i pensionati soggetti al regime di cumulo I titolari di pensione, con decorrenza compresa entro l'anno 2018, soggetti al divieto di cumulo parziale della pensione con redditi da lavoro autonomo, sono tenuti a dichiarare entro il 2 dicembre 2019, data di scadenza della dichiarazione dei redditi per l'anno 2018 ai fini dell'IRPEF, i redditi da lavoro autonomo conseguiti sempre nell'anno 2018 (art. 10, c. 4 del Decreto legislativo 503/1992). Tali redditi devono essere dichiarati al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali e al lordo delle ritenute erariali. Il reddito di impresa deve essere dichiarato al netto anche delle eventuali perdite deducibili imputabili all'anno di riferimento del reddito. Autenticandosi con il PIN dispositivo sul portale dell'Inps gli interessati dovranno inoltrare la Dichiarazione Reddituale – Red semplificato (per la dichiarazione RED), scegliendo come Campagna reddituale di riferimento: 2019 (dichiarazione redditi per l'anno 2018). Per ulteriori informazioni i pensionati interessati potranno rivolgersi al CAF-CISL.

16 DICEMBRE

Saldo IMU e TASI Ultima giorno per il pagamento del saldo Imu e Tasi 2019.

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21 DICEMBRE

Pagamento della tredicesima alle colf In base all'attuale contratto collettivo di lavoro il pagamento va fatto “in occasione del Natale e comunque entro il mese di dicembre” e dunque nel periodo che intercorre tra il 13 e il 21 dicembre. Va pagata nella misura massima – pari ad una mensilità di salario - per le lavoratrici in servizio dal 1 gennaio al 31 dicembre dell'anno e, invece, in misura ridotta per le lavoratrici che hanno iniziato il rapporto di lavoro nel corso dell'anno, oppure hanno risolto il rapporto di lavoro prima della fine d'anno. In questi due ultimi casi la tredicesima va pagata in tanti dodicesimi dell'importo globale per quanti sono stati i mesi di lavoro; le frazioni di mese pari o superiori a 15 giorni valgono come mese intero.

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Facciamo sentire la nostra voce! Presidio 3 dicembre - Prefettura Napoli

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