MENSILE DI INFORMAZIONE SPIRITUALITÀ E VITA … · Il titolo rimanda al commento di Agostino...

48
Testimoni 12/2016 1 12 Dicembre 2016 TARIFFA R.O.C.: “POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB BOLOGNA” VIA SCIPIONE DAL FERRO, 4 - 40138 BOLOGNA che permette di incontrare tanti fra- telli e sorelle che tendono la mano perché qualcuno la possa afferrare per camminare insieme». La lettera apostolica Misericordia et misera, (datata 20 novembre e pub- blicata il 21) chiude l’anno giubilare, annunciato il 13 marzo 2015, procla- mato con la bolla Misericordiae vul- tus l’11 aprile e che si è svolto fra l’8 dicembre 2015 e il 20 novembre 2016. I giubilei, come l’anno liturgi- co e le altre periodizzazioni religiose sviluppano il tema della santità del tempo ed esorcizzano il tempo infor- «T ermina il giubileo e si chiude la porta santa. Ma la porta della mise- ricordia del nostro cuore rimane sempre spalancata». Più che un giu- bileo l’anno della misericordia è un pezzo della riforma ecclesiale com- presa dal popolo di Dio meglio degli addetti ai lavori, dalle Chiese cristia- ne meglio dei loro chierici, espressa dai gesti più che dalle parole. La por- ta santa «ci ha immesso nella via del- la carità che siamo chiamati a per- correre ogni giorno con fedeltà e gioia. È la strada della misericordia Giubileo 2015-2016 MISERICORDIA et MISERA Termina il giubileo della misericordia, ma la porta del cuore rimane spalancata. Più che un anno speciale è un pezzo della riforma della Chiesa. Il titolo rimanda al commento di Agostino all’incontro fra Gesù (Misericordia) e la samaritana al pozzo (misera). Testi moni In questo numero VITA CONSACRATA 56° Assemblea CISM: riorganizzare le Province 5 VITA CONSACRATA V° Incontro internazionale delle riviste di vita consacrata 12 LA CHIESA NEL MONDO La situazione dei cattolici in Cina 8 PROFILI E TESTIMONI Centenario della morte di Charles de Foucauld 15 VITA CONSACRATA Convegno USMI: la via dell’agape 18 LA CHIESA NEL MONDO Protestanti e cattolici: evangelicali oltre Lund 20 INDICI 2016 Indice tematico Indice autori 45 QUESTIONI SOCIALI Rapporto Caritas Immigrazione 2016 23 PROFILI E TESTIMONI Sr. Isabel: la sua vita fu un canto a Dio 25 LITURGIA Il mistero del Natale 28 VITA DELLA CHIESA Costruttori di ponti 32 BREVI DAL MONDO 35 VOCE DELLO SPIRITO Una luce nella notte 37 SPECIALE Incontro del Papa con i luterani a Lund in Svezia 38 MENSILE DI INFORMAZIONE SPIRITUALITÀ E VITA CONSACRATA MENSILE DI INFORMAZIONE SPIRITUALITÀ E VITA CONSACRATA

Transcript of MENSILE DI INFORMAZIONE SPIRITUALITÀ E VITA … · Il titolo rimanda al commento di Agostino...

Testimoni 12/2016 1

12Dicembre 2016TARIFFA R.O.C.: “POSTE ITALIANE S.P.A.SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L.27/02/2004 N. 46) ART. 1, COMMA 1, DCB BOLOGNA”VIA SCIPIONE DAL FERRO, 4 - 40138 BOLOGNA

che permette di incontrare tanti fra-telli e sorelle che tendono la manoperché qualcuno la possa afferrareper camminare insieme».La lettera apostolica Misericordia etmisera, (datata 20 novembre e pub-blicata il 21) chiude l’anno giubilare,annunciato il 13 marzo 2015, procla-mato con la bolla Misericordiae vul-tus l’11 aprile e che si è svolto fra l’8dicembre 2015 e il 20 novembre2016. I giubilei, come l’anno liturgi-co e le altre periodizzazioni religiosesviluppano il tema della santità deltempo ed esorcizzano il tempo infor-

«Termina il giubileo e sichiude la porta santa.Ma la porta della mise-

ricordia del nostro cuore rimanesempre spalancata». Più che un giu-bileo l’anno della misericordia è unpezzo della riforma ecclesiale com-presa dal popolo di Dio meglio degliaddetti ai lavori, dalle Chiese cristia-ne meglio dei loro chierici, espressadai gesti più che dalle parole. La por-ta santa «ci ha immesso nella via del-la carità che siamo chiamati a per-correre ogni giorno con fedeltà egioia. È la strada della misericordia

Giubileo 2015-2016

MISERICORDIA et MISERATermina il giubileo della misericordia, ma la porta del cuore

rimane spalancata. Più che un anno speciale è un pezzodella riforma della Chiesa. Il titolo rimanda al commento

di Agostino all’incontro fra Gesù (Misericordia)e la samaritana al pozzo (misera).

TestimoniIn questo numero

VITA CONSACRATA56° Assemblea CISM:riorganizzare le Province5

VITA CONSACRATAV° Incontro internazionaledelle riviste di vita consacrata12

LA CHIESA NEL MONDOLa situazione dei cattoliciin Cina8

PROFILI E TESTIMONICentenario della mortedi Charles de Foucauld15VITA CONSACRATAConvegno USMI:la via dell’agape18LA CHIESA NEL MONDOProtestanti e cattolici:evangelicali oltre Lund20

INDICI 2016Indice tematicoIndice autori45

QUESTIONI SOCIALIRapporto CaritasImmigrazione 2016 23PROFILI E TESTIMONISr. Isabel: la sua vitafu un canto a Dio25LITURGIA

Il mistero del Natale28VITA DELLA CHIESA

Costruttori di ponti32BREVI DAL MONDO35VOCE DELLO SPIRITO

Una luce nella notte37SPECIALE

Incontro del Papa coni luterani a Lund in Svezia

38

MENSILE DI INFORMAZIONE SPIRITUALITÀ E VITA CONSACRATAMENSILE DI INFORMAZIONE SPIRITUALITÀ E VITA CONSACRATA

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.22 Pagina 1

ATTUALITÀ

2 Testimoni 12/2016

me e privo di significato. «Questo èil tempo della misericordia. Ognigiorno del nostro cammino è segna-to dalla presenza di Dio che guida inostri passi con la forza della graziache lo Spirito infonde nel cuore perplasmarlo e renderlo capace di ama-re. È il tempo della misericordia pertutti e per ognuno, perché nessunopossa pensare di essere estraneo al-la vicinanza di Dio e alla potenzadella sua tenerezza. È il tempo dellamisericordia perché quanti sono de-boli e indifesi, lontani e soli possanocogliere la presenza di fratelli e so-relle che li sorreggono nelle neces-sità. È il tempo della misericordiaperché i poveri sentano su di sé lo

sguardo rispettoso ma attento diquanti, vinta l’indifferenza, scopronol’essenziale della vita. È il tempo del-la misericordia perché ogni peccato-re non si stanchi di chiedere perdo-no e sentire la mano del Padre chesempre accoglie e stringe a sé».

—I poverie Cristo Re

Vi è una curiosa assenza nel testo euna novità imprevista. L’assenza ri-guarda il tema delle indulgenze. Giàtrattate come elemento marginalenella bolla di indizione le complessedistinzioni fra peccato e colpa, peni-tenza e pena cedono il passo a quel-lo che già Paolo VI voleva: la conver-sione e il rinnovamento interiore.Anche se sono fuori del campo se-mantico odierno, le indulgenze meri-terebbero una riflessione teologicaconclusiva visto il peso che hanno ri-vestito nel momento della separazio-ne della Riforma. Come ha notato B.Sesboüé (http://www.settimananews.it/chiesa/1517-2017-500-anni-dopo-lutero) è una questione secondaria enella pratica non dà più luogo ad al-cun abuso di tipo finanziario. Ma loscandaloso traffico del XVI secolo vadenunciato come peccato e va cerca-to un accordo dottrinale sul punto.La novità imprevista è la celebrazio-ne a livello universale di una giorna-ta mondiale dei poveri, collocatanella 33ma domenica del tempo or-dinario, immediatamente prima diquella dedicata a Cristo Re. Per chiha seguito gli eventi giubilei dei car-cerati, dei senza tetto, degli emargi-nati ecc. e, soprattutto, l’impegno suimovimenti popolari e i loro progettidi riforma sociale (http://www.setti-mananews.it/primo-piano/populismi-e-popoli) comprende una festa dedi-cata alla centralità dei poveri nelVangelo e nella dottrina sociale del-la Chiesa.I giubilei ordinari sono ormai 26 equelli straordinari, compreso l’attua-le, 3 (cf. Bollario dell’anno santo,EDB Bologna 1998), ma si parla diun centinaio di giubilei minori. Unaprassi pastorale di lunga durata che,nel nostro caso, ha permesso di sot-tolineare un elemento teologico dirilievo: la misericordia come imma-gine dell’Abbà di Gesù. Il card. W.

Kasper annotava con sorpresa comela teologia di scuola avesse trascura-to questo tema e lo avesse ridotto aun semplice sottotema della giusti-zia. «La teologia di scuola si è così ir-retita in grandi difficoltà. Infatti, se sifa diventare la giustizia il criterio su-premo, si pone la domanda: comepuò un Dio giusto, che deve punire ilmale e ricompensare il bene, esseremisericordioso e perdonare?» (inPapa Francesco, Queriniana Brescia2015, p. 51).

—Misericordia:teologia e Spirito

Mi sembra utile in merito una cita-zione della bolla di indizione e qual-che riga della lettera conclusiva.«Misericordia: è la parola che rivelail mistero della ss. Trinità. Misericor-dia: è l’atto ultimo e supremo con ilquale Dio ci viene incontro. Miseri-cordia: è la legge fondamentale cheabita nel cuore di ogni personaquando guarda con occhi sinceri ilfratello che incontra nel camminodella vita. Misericordia: è la via cheunisce Dio e l’uomo, perché apre ilcuore alla speranza di essere amatiper sempre nonostante il limite delnostro peccato». Misericordia è ciòche Gesù di Nazaret rivela del Padreattraverso la parola, i gesti e la suapersona. Non si tratta più di un ele-mento che specifica la giustizia. Ciòche connota Dio è proprio la miseri-cordia. Essa esprime la fedeltà diDio a se stesso e all’alleanza. Resta-no i riferimenti alla verità e alla giu-stizia ma dentro una theologia cor-dis, capace di declinare fede e devo-zione. Dal volto misericordioso diGesù si risale al volto del Padre e nerivela appieno l’amore. Non si trattaquindi solo di un rinnovato approc-cio pastorale, ma di una consapevo-lezza teologica che riconosce nellamisericordia il segno dell’onnipo-tenza di Dio. Giustizia e misericor-dia «non sono due aspetti in contra-sto tra loro, ma due dimensioni diun’unica realtà che si sviluppa pro-gressivamente fino a raggiungere ilsuo apice nella pienezza dell’amore»(Misericordiae vultus). «La misericordia infatti non può es-sere una parentesi nella vita dellaChiesa, ma costituisce la sua stessa

Dicembre 2016 – anno XXXIX (70)

DIRETTORE RESPONSABILE:p. Lorenzo Prezzi

CO-DIRETTORE:p. Antonio Dall’Osto

REDAZIONE:p. Enzo Brena, sr. Anna Maria Gellini,sr. Francesca Balocco, Mario Chiaro,p. Marcello Matté

DIREZIONE E REDAZIONE:Centro Editoriale Dehoniano s.p.a.via Scipione Dal Ferro, 4 – 40138 BolognaTel. 051 3941511 – Fax 051 3941399e-mail: [email protected]

ABBONAMENTI:Tel. 051 3941255 – Fax 051 3941299www.dehoniane.ite-mail: [email protected]

Per la pubblicità sulla rivista contattareUfficio commerciale CED – EDBe-mail: [email protected]. 051 3941206 – Fax 051 3941299

Quote di abbonamenti 2016:ordinario ........................................................ € 40,00una copia........................................................ € 5,00

Via aerea:Europa .......................................................... € 63,50Resto del mondo ........................................ € 71,00

c.c.p. 264408 intestato a: Centro Editoriale Dehoniano

Stampa: - Ferrara

Reg. Trib. Bologna n. 3379 del 19-12-68Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P.D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)art. 1, comma 1, DCB Bologna”Con approvazione ecclesiastica

associatoall’unione stampa periodica italiana

L’editore è a disposizione degli aventi diritto che nonè stato possibile contattare, nonché per eventuali einvolontarie inesattezze e/o omissioni nella citazionedelle fonti iconografiche riprodotte nella rivista.

Questo numero è stato consegnato alle poste il 1-12-2016

moniTestiMensile di informazione spiritualità e vita consacrata

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 2

ATTUALITÀ

3Testimoni 12/2016

esistenza, che rende manifesta e tan-gibile la verità profonda del Vangelo.Tutto si rivela nella misericordia; tut-to si risolve nell’amore misericordio-so del Padre». «È per questo motivoche nessuno di noi può porre condi-zioni alla misericordia; essa rimanesempre un atto di gratuità del Padreceleste, un amore incondizionato eimmeritata». «La misericordia è que-sta azione concreta dell’amore che,perdonando, trasforma e cambia lavita» (Misericordia et misera).

—Il caratteresociale

Accenti nuovi e vecchi si mescolanoin un testo che suona a conferma diun indirizzo pastorale ormai chiaro.Si annotano, ad esempio, i sentimen-ti della misericordia. In particolare lagioia e la consolazione. «La miseri-cordia suscita gioia, perché il cuore siapre alla speranza di una vita nuova.La gioia del perdono è indicibile, matraspare in noi ogni volta che ne fac-ciamo esperienza. All’origine di essac’è l’amore con cui Dio ci viene in-contro, spezzando il cerchio di egoi-smo che ci avvolge, per renderci anostra volta strumenti di misericor-dia». «La misericordia possiede an-che il volto della consolazione».«Non lasciamoci mai rubare la spe-ranza che proviene dalla fede nel Si-gnore risorto. È vero, spesso siamomessi a dura prova, ma non deve maivenir meno la certezza che il Signo-re ci ama». «È importante che giun-ga una parola di forza consolatricealle nostre famiglie». Come si accennava all’inizio, il giubi-leo è un mattone del ponte dellariforma ecclesiale. «Le nostre comu-nità potranno rimanere vive e dina-

miche nell’opera dinuova evangelizza-zione nella misura incui la “conversionepastorale” che siamochiamati a viveresarà plasmata quoti-dianamente dalla for-za rinnovatrice dellamisericordia. Non li-mitiamo la nostraazione; non rattristia-mo lo Spirito che in-dica sempre nuovi

sentieri da percorrere per portare atutti il Vangelo che salva». Non consueto è l’accenno alla «cul-tura della misericordia, basata sullariscoperta dell’incontro con gli altri:una cultura in cui nessuno guarda al-l’altro con indifferenza né gira losguardo quando vede la sofferenzadei fratelli». «Possiamo dare vita auna vera rivoluzione culturale pro-prio a partire dalla semplicità dei ge-sti che sanno raggiungere il corpo elo spirito». Scivolano sullo sfondo al-cune richieste come quella della re-missione dei debiti ai paesi più pove-ri (giubileo del 2000), l’aggiunta diuna nuova opera di misericordia spi-rituale (contemplazione del creato)e materiale (cura quotidiana dellaterra; cf. messaggio per la giornatadel creato 1 settembre 2016) o le ri-chieste formulate nella bolla di indi-zione relativamente alla malavita or-ganizzata e alla corruzione politica esociale. Ma la ricaduta civile delleopere di misericordia è fortementepresente. «Il carattere sociale dellamisericordia esige di non rimanereinerti e di scacciare l’indifferenza el’ipocrisia, perché i piani e i progettinon rimangano lettera morta».

—Numerie politiche

I preti troveranno molte sollecitazio-ni. Dalla conferma dell’iniziativa «24ore per il Signore» in prossimità del-la quarta domenica di Quaresima al-la permanenza del ministero straor-dinario di Missionari della miseri-cordia. Si prevede in particolare, d’o-ra in poi, per tutti i sacerdoti «la fa-coltà di assolvere quanti hanno pro-curato peccato di aborto. Quantoavevo concesso limitatamente al pe-

riodo giubilare viene ora esteso neltempo, nonostante qualsiasi cosa incontrario. Vorrei ribadire con tutte lemie forze che l’aborto è un gravepeccato, perché pone fine a una vitainnocente. Con altrettanta forza, tut-tavia, posso e devo affermare chenon esiste alcun peccato che la mise-ricordia di Dio non possa raggiunge-re». Una estensione che vale ancheper i sacerdoti della comunità lefeb-vriana di san Pio X (validamente or-dinati e illecitamente operanti).«Ai sacerdoti rinnovo l’invito a pre-pararsi con grande cura al ministerodella confessione, che è una vera mis-sione sacerdotale. Vi ringrazio senti-tamente per il vostro servizio e vichiedo di essere accoglienti con tutti;testimoni della tenerezza paterna no-nostante la gravità del peccato; solle-citi nell’aiutare a riflettere sul malecommesso; chiari nel presentare iprincipi morali; disponibili ad ac-compagnare i fedeli nel percorso pe-nitenziale, mantenendo il loro passocon pazienza; lungimiranti nel discer-nimento di ogni singolo caso; genero-si nel dispensare il perdono di Dio».I media hanno sottolineato ancheelementi di possibile fragilità dell’e-vento. Come quello relativo ai nu-meri di pellegrini: 400.000 nel 1900,600.000 nel 1925, 2 milioni e mezzonel 1950, 8 milioni e 700.000 nel1975, 10 milioni nel 1983, 15-20 mi-lioni nel 2000 – che oggi vengono in-vece computati a 25 milioni – e 20milioni nel 2015-16. Oppure l’ineffi-cacia politica a petto dell’onda deipopulismi (Trump e anti-immigra-zione), o ancora la disomogenea co-scienza credente che privilegia letradizioni giubilari all’invito delleopere di misericordia, o ancora lacrisi dello stato sociale e l’isolamen-to dei poveri ecc. Elementi plausibi-li. Rimane la progressiva interioriz-zazione dentro e fuori la Chiesa del-l’immagine di un Dio cristiano che sidefinisce a partire dalla misericor-dia, un esercizio di rappresentazionedei poveri capace di contrastare lo«spirito del tempo» e l’esercizio diuna plenitudo potestatis del papatoche richiama in vita la responsabilitàdelle Chiese locali e il ruolo delle al-tre confessioni cristiane.

Lorenzo Prezzi

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 3

4 Testimoni 12/2016

Quanto abbiamo cantato, noi angeli, e in modo sublime,quella notte in cui i cieli si sono aperti per la nascita neltempo di Colui che aveva creato il tempo! Non si era mai visto, né mai si vedrà, un coro tantoimponente: tutte le schiere dell’esercito celeste, tutte lelegioni di Angeli che venivano dai cieli più alti e piùlontani, erano convenuti nello sperduto villaggio diBetlemme per festeggiare l’avvenimento più importante daquando avevano avuto inizio le cose. A dire il vero, la scelta dell’Altissimo di farsi uomo avevacreato dei malumori e contestazioni tra alcuni di noi:“Perché vuol diventare uomo e non angelo? Sta dandotroppa importanza a quegli inaffidabili mortali!”Non riuscendo ad accettare quella decisione, furonodeclassati e finirono relegati in un punto lontano emalsano, donde, volendosi rifare, hanno sempre tentato inogni modo di impedire agli esseri umani di comprendere eapprezzare la scelta dell’Altissimo. I loro costanti intrallazzi nelle vicende umane hannoavuto, da sempre, lo scopo di gettare discredito sulCreatore, presentandolo astutamente come un padre-padrone, dispotico, geloso del suo potere, nemico dellafelicità, riuscendo a confondere facilmente voi sprovvedutimortali.

* * *In quella indimenticabile notte di stelle ridenti, noi angelic’eravamo tutti a festeggiare coralmente l’eventostrabiliante di una nascita unica e irrepetibile, destinata,fra l’altro, a dissipare i sospetti degli esseri umani nelconfronto del loro Creatore, che dimostrava di voler essereuno di loro e, per di più, uno dei più piccoli, senza mirepadronali, senza gelosie, tanto da camminare con lorosugli assolati sentieri della vita, per portarli sulla via dellapace.

* * *Il pubblico da invitare al nostro concerto fu selezionatocon cura: soltanto pochi pastori poveri, perché per i poveri,che non hanno nulla, è più ovvio prendere inconsiderazione un Dio che si fa povero per condividere lapropria ricchezza.Quelli che hanno tutto, che se ne fanno di Dio? Se unocorre dietro ai soldi, che se ne fa di un Dio che diventapovero? Se uno corre dietro alla propria immagine, che sene fa di uno che pur essendo onnipotente passa per

debole, di uno che, pur conoscendo tutto, passa per unperdente?

* * *Canteremo ancora anche questa notte di Natale.Naturalmente sei invitato.Ma tu potrai sentire qualche nota del nostro concerto,davvero celestiale e angelico, se saprai guardare in alto, seproverai a tenere il tuo cuore libero. La nostra è una musica diversa da quella che ti vienesuonata ogni giorno, quella musica che ti tiene legato soloa quello che vedi, musica spesso inquinata da chi non hamai voluto che “Dio si facesse uomo, perché l’uomodiventasse Dio”.Prepara il tuo cuore e sentirai quell’altra musica, la nostra,che canta contemporaneamente la gloria di Dio e il donodella tua nuova condizione di figlio, impegnato a renderepiù abitabile la terra, col diventare fratello dei tuoi fratelli.

* * *È quello che abbiamo sempre cantato per più di duemilaanni nelle notti di Natale: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli epace in terra agli uomini che sentendosi da lui amatidesiderano amare, come Lui li ha amati”.Parole antiche, musica nuova per le orecchie e il cuore dicoloro che desiderano rimanere giovani in un mondo checi pare stia diventando proprio vecchio!Vieni al nostro concerto e sarà Natale anche per te!Gli angeli cantori

Piergiordano Cabra

IL CORO DEGLI ANGELIinvita al Concerto di Natale

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 4

5Testimoni 12/2016

Èl’invecchiamento il «motivoscatenante che ha generato ildesiderio di mettersi in stato

di conversione pastorale e riformu-larsi». Così don Leonardo Mancini,superiore provinciale dei salesianidell’Italia centrale, ha spiegato lariorganizzazione nazionale dei sale-siani intervenendo, a Rimini, alla 56ªassemblea generale della Cism(Conferenza italiana superiori mag-giori), riunita dal 13 al 18 novembre.Dal 2006 al 2008 sono state accorpa-te gradualmente 7 regioni dell’Italiacentrale. In questo senso, ha spiega-to il religioso, sono stati messi insie-me «540 confratelli con 53 presenzee un organismo centrale a servizio ditutti è operazione consistente e im-pegnativa»; «abbiamo condivisobuone prassi e messo insieme ener-gie per riformulare l’azione pastora-le e le modalità di vita comunitaria».Chiuse anche 17 comunità in 8 anni,

un taglio «doloroso ma inevitabile seorientato a dare respiro ai confratel-li, che rischiavano di essere consu-mati dalle opere». Ad Olbia adesempio si sta percorrendo una stra-da di sinergie: i salesiani, infatti, han-no appena attivato un oratorio insie-me agli oratori diocesani, particolar-mente attento ai disagi giovanili, inrete con le attività promosse in par-rocchia. Anche Frati minori conventuali eMaristi hanno portato la loro espe-rienza sul tema della riorganizzazio-ne. Quello dei Frati minori conven-tuali è un «percorso partito negli an-ni ‘90 che ha coinvolto tre Province,oltre 40 comunità divenute ora 34»,ha spiegato fra Federico Santolin, se-gretario della provincia di s. Antoniodi Padova. «Tra i punti di forza – silegge in una nota – la ricostituzionedella Provincia storica, la possibilitàper le tre Province originarie di ave-

VITA CONSACRATA

56° Assemblea generale della CISM

RIORGANIZZAZIONEDELLE PROVINCE

È un’opportunità da collocare dentro l’orizzonte ecclesiale,per guardare avanti con speranza, proponendo luoghi vitalisani, strutture più leggere, sistemi aperti capaci di generare

fiducia e vita tra i membri e di raggiungere megliol’umanità dove si trova. Tre gli interrogativi posti.

re strutture di governo funzionali,maggior vivacità apostolica, comu-nità più vivibili, dal numero all’etàdei partecipanti». «Dall’unificazione– prosegue la nota – non solo chiusu-re» ma attività «collaborazione conalcune sorelle consacrate, ripensan-do spazi e tempi della vita quotidia-na», attività di «pastorale giovanile euniversitaria in aree in cui non erapresente il carisma» e la «presenzacondivisa in un convento con una fa-miglia a servizio delle coppie ferite». Per i Fratelli maristi, la riorganizza-zione, attivata dopo il 2005, ha ridot-to le Province da 54 a 25. «Un pro-getto – ha chiarito fratel OnorinoRota, delegato per l’Italia della Pro-vincia mediterranea – maturato nelconsiglio generale che ha investivotutto l’Istituto» nel mondo. Si è av-viata una prima sperimentazione cheha portato a rompere gli schemi:«non adeguamento ma cambio e in-novazione», ha proseguito Rota, at-tuando una «riorganizzazione – spe-cifica la nota – proposta in manieraintelligente, in sinergia con le diver-se realtà con effetti benefici anchesulle opere». Il tutto fatto «in comu-nione con i laici con cui diversi sonogli esempi di condivisione delle co-munità stesse, per una vera “rivolu-zione del cuore”». Come a Siracusa,con la nuova esperienza a favore diminori non accompagnati, accolti incomunità formate da religiosi e laici,o a Giugliano con una coppia, partedella comunità dei fratelli.

—Le questionigiuridiche

Tra i temi affrontati, rispetto alle fu-sioni, anche le questioni giuridiche.Infatti la fusione di Province religio-se si può realizzare, ma con «pruden-za e discernimento», come ha preci-sato l’avvocato Massimo Merlini. Ilpanorama legislativo, canonico e ci-vile, è il primo elemento da tenere inconsiderazione. Più semplici le unio-ni se tra Istituti e Province presentiin Italia. Meno se tra Italia ed este-ro. E poi il fisco. «Oggi è mutata laconsiderazione sociale e giuridicadell’ente ecclesiastico», ha precisato,e «si va affermando una sua visioneoggettiva piuttosto che soggettiva,con attenzione alle opere effettiva-

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 5

Testimoni 12/20166

mente svolte e non alla natura del-l’ente; specialmente sotto l’influenzadi una visione europea sta rapida-mente finendo un inquadramento diprivilegio, specie fiscale. L’ente reli-gioso – ha aggiunto – può fallire e sipone dunque un problema di atten-zione ancora maggiore nel rispettodi esigenze di legalità, correttezza etrasparenza, valide a maggior ragio-ne per chi è segno e parte di Chiesa».In una situazione di questo genere èurgente individuare strumenti giuri-dici innovativi in una progettualitàdi insieme dove la riflessione sulproprio carisma costituisce il primogradino, il diritto – canonico e civilenell’ordine – il secondo e il fisco lasua parte conclusiva. Il tutto «nellaricerca di un punto di equilibrio tracarisma ed economia, dove il profitsostenga il non profit, la fusione traenti va realizzata nel contesto di unpiano e di una visione di insieme chela giustifichi e le dia la giusta pro-spettiva»

—Confermato presidenteLuigi Gaetani

Al termine dei lavori la Cism ha con-fermato come suo presidente padreLuigi Gaetani, dell’Ordine dei Car-melitani Scalzi, eletto quattro anni faad Acireale. Padre Luigi è nato aGallipoli il 15 agosto 1959 ed è sa-cerdote dal 1989. Ha frequentato lefacoltà teologiche al San Luigi diNapoli e al Teresianum di Roma,conseguendo poi la Licenza in Teo-logia presso la Pontificia UniversitàGregoriana di Roma, con una tesi su

VITA CONSACRATA

“La coscienza di Gesù davanti allamorte nella tradizione sinottica”. Èstato professore ordinario di Cristo-logia, di Metodologia teologica e diTeologia della Vita Consacrata dal1987 al 2003 presso lo Studio interre-ligioso Santa Fara, affiliato all’Anto-nianum di Roma. Il 13 novembre, inapertura dei lavori, davanti a oltre110 Provinciali italiani, padre Gaeta-ni aveva spiegato che il tema dellariorganizzazione «non va considera-ta una ulteriore riflessione sull’ideo-logia di cambiamento ma una pre-ziosa occasione da vivere nella pro-spettiva ecclesiologica indicata daPapa Francesco di riforma dellaChiesa, per evitare il rischio di avvia-re processi meramente estetici e au-toreferenziali». Una revisione chenecessita di «un profondo respiroteologale e di comunione ecclesiale,che parta dal di dentro per poi arri-vare alle strutture, per irradiazione». Padre Gaetani ha invitato a una «let-tura attenta e orante dei segni deitempi e dei luoghi, che tenga presen-te le diverse anime culturali e reli-giose del nostro Paese». Una nuovapentecoste possibile in grado di rav-vivare i carismi per una loro coes-senzialità. «Comprendere», ha sinte-tizzato, «senza la pretesa di voler ri-solvere», atteggiamento che richiede«formazione e riforma delle struttu-re che preparano clero e laicato peruna Chiesa in missione». Un’oppor-tunità da collocare dentro l’orizzon-te ecclesiale, per guardare avanticon speranza, «proponendo luoghivitali sani, strutture più leggere, si-stemi aperti capaci di generare fidu-

cia e vita tra i membri e di raggiun-gere meglio l’umanità dove si tro-va». Un processo che richiede la re-visione delle norme di ciascun Istitu-to, preservandone radici spirituali eculturali, rivedendo i livelli di gover-no e il personale necessario per lesue esigenze. Un vero e proprio can-tiere in fase sperimentale, dove è be-ne tener presente che «la vita reli-giosa è un sistema olistico in cui tut-to è in relazione».

—Gli interrogativiposti

Tre, infine, gli interrogativi posti: sia-mo di fronte a un momento storicoin cui la riorganizzazione resta unodegli elementi della riforma più am-pia a cui siamo chiamati? Le struttu-re hanno forma profetica? È possibi-le lavorare al presente sulla convi-vialità delle differenze elaborandoforme di partecipazione intercon-gregazionali affini per spiritualità emissione? Da segnalare che in una intervistaall’Agenzia Sir, padre Gaetani avevanotato come negli ultimi quattro an-

Solo i sandali e il vangelo

PEDRO CASALDALIGA

Cronaca di una controversia tra un vescovo e il Vaticano

Richiamato dalla curia per non essersi recato alla visita ad limi-

na quinquennale, il vescovo brasilia-no Casaldaliga venne poi ricevuto inVaticano nel 1988. Il racconto dellavisita a Roma offre lo spaccato dellasensibilità ecclesiale latinoamerica-na negli anni del pontificato di Gio-vanni Paolo II.«LAMPI» pp. 72 - € 7,00

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 6

7Testimoni 12/2016

ni i religiosi in Italia siano passati da19.500 a poco più di 18mila. Alla do-manda se vada avviato un ripensa-mento dei rapporti con le diocesi, harisposto che «è un progetto in can-tiere. Bisogna monitorare il rappor-to tra la vita consacrata e le diocesi.È arrivato il momento di riorganiz-zarci per meglio rispondere alle esi-genze della Chiesa italiana. Viviamouna stagione positiva nel rapportocon i vescovi. Dunque, la riscritturadel documento “Mutuae relationes”sarà importante per ricordare la co-munione che si compie dentro unaChiesa in stato di missione e co-es-senzialità tra dono carismatico e isti-tuzionale. Le mutue relazioni, infat-ti, non devono essere considerate insenso duale – vescovi e religiosi – madentro un rapporto con il popolo diDio. È all’interno della Chiesa che sirealizzano, non tra due settori di es-sa». In Assemblea, sulla scorta del conci-lio Vaticano II, padre Gaetani haconcluso: «Non siano i numeri e lestrategie di governo a frenare il sen-so di una vita spesa per il Vangelo,ma la presenza dello Spirito a farnuove tutte le cose».

—L’interventodi mons. Carballo

Una risposta è arrivata dal Segreta-rio della Congregazione per gli Isti-tuti di vita consacrata e le Società divita apostolica. Mons. José Rodri-guez Carballo ha ribadito che «è ladimensione profetica che non puòmancare» e «ci vogliono Provincialisvegli che sappiano accogliere le sfi-de, uomini di fede». «Non è la crisidei numeri ma della fede che deveinterpellarci» ha aggiunto. Tre le tentazioni principali da evita-re: la tendenza all’autoreferenzialità,la lotta per la semplice sopravviven-za «importando magari forze da altriPaesi per mantenere aperte struttu-re», l’attitudine a «mettere vino nuo-vo in otri vecchi», ovvero il carismain strutture non più rispondenti aireali bisogni. Il futuro dei consacratici sarà «se sapranno cogliere le sfideattuali», ha precisato il segretario ci-tando Benedetto XVI. È necessario,inoltre, il coraggio di «chiamare lecose per nome», distinguendo tra

trasparenza e discrezione e «sapen-do chiedere perdono, quando dob-biamo». La sfida dei mass media edella pluriformità, riscoprendo dina-miche sinodali e co-essenzialità deidoni. Il futuro della vita consacratasarà allora nel «rinvigorirsi forte diun’opzione preferenziale per i pove-ri, nella ristrutturazione per rivitaliz-zare, nel creare fraternità e generaresperanza, nella riscoperta di unaprofonda umanità, che sappia ascol-tare e permetta la libertà di coscien-za, nella compassione e comunione,nel passaggio dal protagonismo allospirito di servizio, nella condivisionedel carisma con i laici, nel farsi cari-co della sfida che anche il mondo di-gitale pone».

—La “sferzata”di mons. Galantino

E proprio l’ultimo giorno, alla finedei lavori, è arrivata la “sferzata” dimons. Galantino, segretario generaledella Cei. «È giunto il momento – haosservato – di pensarci insieme, reli-giosi e vescovi, chiamati a essere se-gno di ciò che la Chiesa è chiamataa fare oggi, tempo magnifico e dram-matico: lavorare insieme oppure,ognuno al proprio posto, diventareirrilevanti o dannosi». «Troppe anco-ra le energie sprecate in controversieche fanno perdere tempo», ha ag-giunto, a danno della trasformazionemissionaria della Chiesa. Richia-mando l’Evangelii gaudium di PapaFrancesco, mons. Galantino ha invi-tato a «tornare sulla strada, abitarefrontiere esistenziali e geograficheper accompagnare l’umanità ferita estanca». Prendere iniziative e «risco-prire la mistica di vivere insieme, ra-dicata nella fede nell’incarnazioneper la rivoluzione della tenerezza».E poi non abbandonare lo specifico,l’audacia dell’improbabile: «Non au-toridursi a fare qualcosa in qualchemomento, ma cercare continuamen-te di incrociare storie concrete, esse-re missionari su questa terra per vi-vificare, sollevare, liberare». Carismiche devono risaltare con più eviden-za e contribuire ad aiutare la pasto-rale ordinaria, indicandole «ciò che èessenziale».

Fabrizio Mastrofini

E S E R C I Z I S P I R I T U A L I

PER RELIGIOSE E CONSACRATE

� 27 dic-3 gen 2017: sr. GabriellaMian, AdGB ed equipe “Salvatiper grazia dalla suamisericordia”SEDE: Garda Family House Centrodi Spiritualità e Cultura, Via B.Giuseppe Nascimbeni, 12 – 37010Castelletto di Brenzone (VR); tel.045.6598700 – fax 045.6598888;[email protected][email protected] –www.gardafamilyhouse.it

� 29 dic-4 gen: p. Roberto Donà,capp “… Siate misericordiosi…”SEDE: “Casa S. Cuore” SuoreSalesie, Via Rina, 2 – 35038Torreglia (PD); tel. 049.5211667 –fax 049.5212537; e-mail:[email protected]

� 30 dic-7 gen: p. Massimo Tozzo,sj ed equipe “Ricentrarsi nelSignore Gesù e scoprirsicreatura amata e perdonata”Itinerario di preghiera 1°settimana ignazianaSEDE: Centro Mater DivinaeGratiae, Via S.Emiliano, 30 –25127 Brescia (BS); tel.030.3847210/212; e-mail:[email protected] –www.materdivinaegratiae.it

� 1-6 gen: p. Giuseppe Valsecchi,CRS “Ascolta ciò che lo Spiritodice alle Chiese”SEDE: Centro di spiritualità, VialePapa Giovanni XXIII, 4 – 23808Somasca di Vercurago (LC); tel.0341.421154; e-mail:[email protected]

� 8-14 gen: p. Cosimo Chianura,CP “Tutto concorre al bene dicoloro che amano Dio” (Rm 8,28)SEDE: Casa Esercizi Spirituali “SsGiovanni e Paolo” Passionisti,Piazza SS. Giovanni e Paolo, 13 –00184 ROMA; tel. 06.772711 – fax06.77271367; e-mail:[email protected] –www.esercizidelcelio.org

� 22-28 gen: p. MassimoReschiglian, ofm “Mistero nuzialee vita consacrata” (VC 34)SEDE: Suore FrancescaneAlcantarine, Via Bernardo diQuintavalle, 16 – 06081 Assisi (PG);tel. 075.812337 – fax 075.816851; e-mail: [email protected] –www.casamadonnadellapaceassisi.jimdo.com

VITA CONSACRATA

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 7

Testimoni 12/20168

al ritorno dal Caucaso il 2 ottobre ilpapa ha manifestato ottimismo neirapporti con la Cina e ha accennatoa un regalo del presidente cinese. Sitratta di un drappo in seta che ripro-duce stele di Xian, il primo docu-mento storico della presenza cristia-na in Cina, nel 781. Lo ha offerto alpapa il segretario generale di unafondazione cinese per la tutela dellabiodiversità, il cui presidente, HuDeping è amico dell’attuale presi-dente della Repubblica cinese XiJinping. Il regalo può essere attribui-to al presidente? Nei complessi ri-mandi delle gerarchie e delle reti ci-nesi si può dire di sì, perché non c’èstato alcun distinguo da parte gover-nativa e si è registrato un positivo ri-scontro su alcuni siti controllati dalgoverno. Questo ha sostenuto Gian-ni Valente, uno degli esperti piùinformati sulle vicende dell’Oriente.Su Eglises d’Asie, invece, si tende adire di no perché Hu Deping non erapresente, perché le fonti cartacee piùautorevoli non ne fanno cenno, per-ché altre iniziative culturali sonostate bloccate, perché è stato impedi-to ad un gruppo di giovani di rag-giungere Cracovia per la giornatamondiale della gioventù.

—Coscienzae comunione

Più impegnativo e preoccupante ilrichiamo dal card. Giuseppe ZenZe-kiun alla resistenza rispetto a uneventuale accordo Cina-Santa Sede.In un messaggio sul suo blog nelmaggio scorso affermava una veritàcondivisa («è la coscienza il criterioultimo per giudicare il nostro com-portamento»), ma aggiungeva:«Quindi, se secondo la vostra co-scienza il contenuto di qualsivogliaaccordo è contrario al principio del-la nostra fede, non lo dovete segui-re». Per l’autorevolezza del perso-naggio – riferimento per le istanzedemocratiche di Hong Kong – e lasua esibita egemonia nei confrontidegli ambienti clandestini, le parolepronunciate sono suonate come unviatico alla consacrazione illegitti-ma registrata un paio di settimanefa (l’interessato cita espressamentele parole del cardinale) e possonodiventare un appiglio per una deri-

L’ordinazione clandestina eillegittima di un vescovo aZhengding da parte del ve-

scovo Wang della diocesi di Tengshuiè un fatto che richiede interpretazio-ne. Che il fatto sia grave è indicatodalla censura canonica prevista (sco-munica latae sententiae), dall’assenzadel consenso del papa, con un solovescovo celebrante (se ne prevedo-no tre), in un contesto di pericoloscismatico. Nel suo blog il nuovo ve-scovo ha scritto: «Hanno cambiato lanostra fede! Gli errori non vengonocorretti, il compromesso è totale. Lecose da fare sono già state fatte equelle da dire già dette. Ora resta lapreghiera e l’affidamento a Dio.Senza il suo permesso, neppure uncapello cadrà. Ora è il momento del-la grande apostasia». Il vescovo loca-le, Giulio Jia Jinguo, appartiene allaChiesa clandestina e tuttavia è rite-nuto da una parte della comunità co-me troppo accomodante con il go-verno comunista. Nello stesso blog si

legge: «Lui ha ricostruito le chiesecon il consenso dell’associazione pa-triottica, ha celebrato con preti pa-triottici. Per noi non è più il vescovo.Dobbiamo continuare a lottare». Siaggiunge paradosso a paradosso.

—Regalie vessazioni

Può essere uno strappo rispetto aRoma, all’associazione patriottica(la Chiesa ufficiale), alla burocrazialocale, al governo centrale. Ma delfatto può giovarsi l’associazione pa-triottica (spaccando la Chiesa clan-destina) e lo stesso governo (nelconfronto con Roma). L’interpreta-zione ambivalente è una costantedella informazione sul caso cinese. Ilgiudizio richiede quindi tempo. Nesono una prova la vicenda del «do-no» al papa, il richiamo all’obiezionedi coscienza, il caso recente delladiocesi di Wenzhou.Nella conferenza stampa sull’aereo

LA CHIESA NEL MONDO

Cattolici in Cina

LO SCENARIODELL’ACCORDO (POSSIBILE)

La notizia dell’ordinazione illegittima di un vescovosotterraneo rende ulteriormente inquieta la situazione deicattolici. Quali sono i contenuti di un possibile accordoSanta Sede-Cina e le ragioni (insufficienti) del dissenso.

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 8

Testimoni 12/2016 9

va scismatica non più dal versante«patriottico», ma da quello «clande-stino». Per altri esse rappresentanoinvece un contenimento di spinte al-trimenti ingestibili. In un saggio ap-parso su Tripod del sacerdote cine-se Yu Heping, morto nel 2015 (sui-cida secondo le informazioni gover-native), si teorizza la medesima po-sizione: «La Santa sede non deveimpedirsi di nominare i vescovi del-la Chiesa in Cina per evitare di irri-tare il governo … La Santa Sedenon ha il diritto di procrastinare orifiutare la nomina di un vescovo diuna Chiesa locale per ragioni di di-saccordo ideologico o politico con ilgoverno cinese. La persecuzione po-litica non deve impedire la nominadi vescovi da parte del papa». Vice-versa, «un prete, qualsiasi siano isuoi valori morali e le sue capacitàdi governo, che abbia partecipatoalla messa in opera dei principi (del-la triplice autonomia: indipendenzada Roma, autogestione, amministra-zione democratica in capo all’asso-ciazione patriottica, ndr.), non do-vrebbe poter candidarsi all’episco-pato».Il 3 settembre scorso è morto il ve-scovo emerito di Wenzhou, V. ZhoWeifang. Alcuni giorni dopo muoreil vescovo A. Xu Jiwei, provenientedai preti patriottici, ordinato nel2010 col consenso di Roma e Pechi-no. Contestualmente viene ordinatovescovo coadiutore il giovane preteclandestino Shao Zhumin. Tocche-rebbe a lui gestire il funerale del suopredecessore e succedergli nel go-verno della diocesi, ma disposizioni

LA CHIESA NEL MONDO

amministrative lo allontanano dallasede, passando l’amministrazione or-dinaria in mano a un prete patriotti-co. Entra in grave difficoltà un cam-mino progressivo di intesa fra le co-munità di diverso orientamento. Ma,nello stesso tempo, non si registranoordinazioni episcopali illegittimedell’associazione patriottica e non èstata ancora convocata la previstaAssemblea nazionale dei rappresen-tanti cattolici, massimo organo di go-verno dell’associazione patriottica emassima espressione della posizioneanti-papale.

—Regolamentie dialogo

L’8 settembre vengono resi noti inuovi regolamenti sulle attività reli-giose che sostituiscono quelli del2004. Distribuiti in 9 capitoli sonocomposti da 78 articoli (cf. AsiaNews23 settembre). Proposti come bozzasono in realtà già decisi. Essi preve-dono un controllo ancora più osses-sivo della vita dei credenti: dalla co-struzione degli edifici alla legittima-zione delle comunità, dal personaleestero (missionari) alla censura sul-l’informazione religiosa, dalla proi-bizione ai membri di partito di par-tecipare ad ogni tipo di credenza al-l’abnorme multa pecuniaria per leattività non permesse (27.000 euro).Al di là del pesante contesto norma-tivo si registra un crescente affannopastorale delle comunità cattoliche.A. Lam Sui-ky (Tripod, ripreso daAsiaNews il 23 agosto) parla di un«fenomeno del Plateau» e cioè di un

processo di decompressione e di sfi-nimento di una comunità che nonriesce più a crescere. Contrariamen-te per quanto succede alle comunitàprotestanti, quelle cattoliche vedonoda un decennio circa un calo sia deibattesimi (circa 210.000 all’anno)che rappresentano soltanto il ricam-bio per i circa 10-12 milioni di catto-lici, sia per le vocazioni presbiterali(erano 2300 nel 1996 e 1260 nel2014) e le ordinazioni (134 nel 2000,78 nel 2014), sia per le suore (in for-mazione si registravano 2500 suorenel 1996 e 156 nel 2014).Una condizione che per alcuni esige-rebbe l’interruzione di ogni dialogofra Santa Sede e governo, candidan-do i cattolici cinesi a una vita sotter-ranea e al martirio. Secondo il card.Zen l’accordo sarebbe solo una cari-catura. La realtà sembra dire il con-trario. Solo accelerando il processodi unificazione delle comunità previ-sto già nella lettera ai cattolici cinesidi Benedetto XVI nel 2007, solo conun accordo anche limitato con il go-verno, solo con una responsabilizza-zione delle Chiese locali si può la-sciare alle spalle la stagione delle ca-

Il naso corto

DANIELA MARCHESCHI

Una rilettura delle Avventure di Pinocchio

Chi ha davvero amato il capitolofinale, in cui Pinocchio diventa

«un bambino per bene» in carne eossa? Dopo un intero racconto di ma-rachelle e avventure, il finale si spe-gne in modo moralistico e sciapo. Ma qualche indizio nella scrittura diCollodi porta a pensare a una burlanei confronti dei lettori...«LAMPI» pp. 88 - € 8,00

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 9

10 Testimoni 12/201610

tacombe e aprirsi alle sfide religiose,culturali e sociali dell’enorme svilup-po del paese. A questo è finalizzatoil dialogo fra Sante Sede e Cina. Sidevono difendere la libertà religiosae i diritti umani, ma è irrealisticoporli come pre-condizione di ogniaccordo. Anche il tema del riconosci-mento diplomatico passa in secondafila. Poco interessa ormai al governoe non è al cuore della preoccupazio-ne del papa. Vi sono molti altri elementi che esi-gerebbero una regolamentazione(dall’inaccettabile intrusione di unaburocrazia esterna nella vita dellaChiesa alla definizione dei confinidelle diocesi, dall’autonomia dei se-minari al riconoscimento delle atti-vità religiose anche pubbliche, dallafine delle vessazioni sul personaleecclesiale al libero annuncio della fe-de ecc.), ma l’essenziale è custodire

LA CHIESA NEL MONDO

l’apostolicità della Chiesa. Per que-sto, il dialogo ormai sistematico frale due commissioni (vaticana e cine-se) in atto dal 2014, si è concentratosulla nomina dei vescovi. E, per laprima volta, il governo riconosce ildiritto del papa alla nomina. Accon-sentire che vi siano percorsi di indi-cazione che passano per strutture as-sembleari e attraverso gli organi epi-scopali, è sul limite della tradizione,ma non costituisce una contraddizio-ne. Soprattutto per chi conosce gliinfiniti meandri della storia dellaChiesa. Il centinaio di vescovi è peril 70% sul lato della Chiesa “legale”e circa 30 per le comunità clandesti-ne. La Santa Sede chiede la piena le-gittimazione dei «clandestini» ed èdisposta a riconoscere gli 8 vescovi“scismatici” (ordinati senza consen-so papale), anche se ne esclude 2 perevidente immoralità.

—Canalie cuori aperti

Il dialogo avviene in un comprensi-bile riserbo e con una crescente fidu-cia reciproca. «I canali di contatto edi dialogo fra le due parti – ha dettoil portavoce del ministro degli estericinese – sono aperti ed efficaci». E il21 ottobre ha aggiunto: «La Cina èsincera quando dice di voler miglio-rare le sue relazioni con il Vaticanoe fa sforzi considerevoli per giunger-vi. Siamo pronti a sviluppare sforzicongiunti con il Vaticano per incon-trarsi a mezza strada e continuare amigliorare le nostre relazioni bilate-rali attraverso dialoghi costruttivi».Si registra l’apertura cordiale del pa-pa verso la cattolicità cinese e il suofuturo, come anche la convinzionedel segretario di stato, card. P. Paro-lin in ordine a un accordo coerente a

Povertà e

Tra le regioni con maggiore “povertà educativa” an-noveriamo la Sicilia e la Campania (cioè quelle in

cui è più scarsa e inadeguata l’offerta di servizi e oppor-tunità educative e formative che consentano ai minori diapprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire capa-cità, talenti e aspirazioni); tra Lombardia, Emilia Roma-gna e Friuli Venezia Giulia invece troviamo le regionipiù virtuose. È quanto emerge dal Rapporto di “Save thechildren” intitolato Liberare i bambini dalla povertà edu-cativa: a che punto siamo?. «Così come la povertà mate-riale, anche la povertà educativa ha carattere “multi-di-mensionale”: si manifesta in un non adeguato sviluppodelle competenze cognitive, fondamentali per crescere evivere nella società contemporanea dell’innovazione edella conoscenza, con un impatto sullo sviluppo dellecompetenze cosiddette ‘non-cognitive’, quali le capacitàemotive, di relazione con gli altri, di scoperta di se stes-si e del mondo», si spiega nel rapporto.

Correlazione tra povertà materiale e povertàeducativa

L’analisi conferma la stretta correlazione tra povertàmateriale e povertà educativa: è proprio nelle regioni aiprimi posti della classifica sulla povertà educativa chesi registrano i tassi di povertà più elevati d’Italia. Il rap-porto evidenzia anche una connessione molto forte trapovertà educativa e i cosiddetti “Neet”, ragazzi tra i 15e i 29 anni che non lavorano e non frequentano percor-si di istruzione e formazione. Secondo i dati dell’inda-gine, le opportunità per i bambini e i ragazzi italiani so-no scarse, a partire dall’offerta di servizi all’infanzia(13%). Il tempo pieno, inoltre, è assente nel 68% delle

primarie e nell’80% delle secondarie di primo grado, il59% degli studenti frequenta scuole dotate di infra-strutture insufficienti a garantire l’approfondimento, eil tasso di dispersione scolastica raggiunge ancora il15%.Bambini e ragazzi sono penalizzati anche dalla forte ca-renza di attività extracurricolari: il 64% dei minori nel-l’ultimo anno non ha svolto almeno quattro attività traandare a teatro o a un concerto, visitare musei, siti ar-cheologici o monumenti, svolgere regolarmente attivitàsportive, leggere libri o utilizzare internet; il 17% ne hasvolta soltanto una, mentre l’11% non ne ha svolta nes-suna; il 48% dei minori tra 6 e 17 anni non ha lettoneanche un libro, se non quelli scolastici, nell’anno pre-cedente, il 69% non ha visitato un sito archeologico e il55% un museo e il 46% non ha svolto alcuna attivitàsportiva.

Il Fondo di contrasto alla povertà educativa

Di recente è stato costituito un Fondo di 400 milioni dieuro per tre anni (300 milioni stanziati dall’ultima leg-ge di stabilità, 100 aggiunti da un certo numero di Fon-dazioni bancarie) che finanzierà progetti di contrastoalla povertà educativa presentati da partenariati trapubblico e privato. Ad avere un ruolo centrale sarannofinalmente soggetti del terzo settore, onlus, associazio-ni, cooperative, mondo del volontariato. Dedicare par-ticolare attenzione alle aree del paese nelle quali il fe-nomeno della povertà educativa è più diffuso, sviluppa-re interventi che agiscono sia a livello di comunità, siaa livello individuale, costruire un sistema di monitorag-gio e valutazione che misuri l’impatto degli interventi

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 10

Testimoni 12/2016 11

tale intento. «Se io ho voglia di anda-re in Cina? Ma sicuro: – ha detto ilpapa sorvolando lo spazio aereo ci-nese il 18 agosto 2014 – domani! Sol-tanto, la Chiesa chiede libertà per lasua missione, nessun’altra condizio-ne». Concetto ripetuto nella già cita-

LA CHIESA NEL MONDO

ta intervista del2 ottobre: «I rap-porti tra Vatica-no e cinesi … Sideve fissare inun rapporto, eper questo si staparlando lenta-mente … Le co-se lente vannobene, sempre. Lecose in frettanon vanno bene.Il popolo cineseha la mia più al-ta stima». «Ci so-

no buone relazioni».In una relazione a Pordenone in me-moria di Celso Costantini che fununzio a Pechino negli anni dram-matici della rivoluzione, il card. Pa-rolin ha detto:«Considero importan-te sottolineare con forza questo con-

cetto: le auspicate e nuove buone re-lazioni con la Cina – comprese le re-lazioni diplomatiche, se così Diovorrà! – non sono fine a se stesse odesiderio di raggiungere chissà qua-li successi mondani, ma sono pensa-te e perseguite, non senza timore etremore perché qui si tratta dellaChiesa, che è cosa di Dio, solo inquanto funzionali – ripeto – al benedei cattolici cinesi, al bene di tutto ilpopolo cinese e all’armonia dell’in-tera società, in favore della pacemondiale». Ne è convinto anche ilcard. J. Tong, attuale vescovo diHong Kong. Per questo ha parlato ditre modelli in auspicabile successio-ne: quello delle persecuzioni del pas-sato, quello attuale del controllo equello desiderabile della piena li-bertà.

Lorenzo Prezzi

à educativa

sui beneficiari diretti e sulla comunità: queste, in estre-ma sintesi, le raccomandazioni di Save the Children perl’applicazione del nuovo “Fondo sulla povertà educati-va minorile”. La legge prevede che un protocollo di in-tesa definisca le modalità di intervento di contrasto al-la povertà educativa, individui le caratteristiche dei pro-getti da finanziare, le modalità di valutazione e selezio-ne dei progetti, i criteri utili a realizzare il monitorag-gio degli interventi al fine di assicurare la trasparenza,il migliore utilizzo delle risorse e l’efficacia degli inter-venti. Lo stesso protocollo regolerà le modalità di orga-nizzazione e di governo del fondo.

Le proposte di Save the Children

Secondo l’organizzazione internazionale Save the Chil-dren, le azioni supportate dal fondo dovrebbero mirarea rafforzare la resilienza dei bambini e degli adolescen-ti che vivono nei contesti di maggiore deprivazione, at-traverso lo sviluppo di opportunità educative intese co-me opportunità di apprendere: per comprendere, ovve-ro per acquisire competenze utili a vivere nel mondo dioggi; per essere, ovvero per rafforzare la motivazione, lastima in se stessi e nelle proprie capacità; per coltivarele aspirazioni per il futuro e per gestire le difficoltà e lesituazioni di stress; per vivere insieme, ovvero per svi-luppare le capacità di relazionarsi agli altri, di coopera-re, di negoziare e di comunicare; per condurre una vitaautonoma e attiva, ovvero per rafforzare le possibilità divita, la salute e la sicurezza considerate come condizio-ni funzionali dell’educazione.Save the Children ritiene fondamentale che gli interven-ti siano prioritariamente indirizzati verso le aree terri-

toriali che mostrano le condizioni più gravi di povertàeducativa. Nella definizione dei criteri per individuaretali aree, Save the Children suggerisce di tener conto de-gli elementi di seguito sintetizzati.L’intervento comunitario-territoriale dovrebbe esserevolto alla costruzione di “comunità educanti” ovveroreti locali di sostegno ai bisogni e alle opportunità edu-cative dei bambini e degli adolescenti che vivono incondizione di povertà. L’attivazione delle reti territoria-li potrebbe essere sostenuta grazie alla stesura di accor-di sul territorio e attraverso il coinvolgimento dellescuole e delle famiglie. È auspicabile che questi accor-di vedano poi la partecipazione del contesto produtti-vo locale (ad esempio di aziende ed esercizi commer-ciali). Per sostenere i bambini e gli adolescenti che vivono incondizioni di povertà tali da pregiudicare le loro possi-bilità di accesso alle opportunità educative, Save theChildren propone di ricorrere alle “doti educative”.Con questo termine si fa riferimento a piani persona-lizzati che sostengono i destinatari nell’acquisizionedelle risorse necessarie a seguire al meglio i percorsiscolastici, ad alimentare le aspirazioni e i talenti, a usci-re dal consueto ambiente di vita e ad allargare i propriorizzonti. Il ricorso a un sistema basato sulle “doti edu-cative” sarebbe poi utile per operare uno screening deibisogni dei minori e a costruire un effettivo interventointegrato di welfare locale e scolastico. In questo qua-dro, il fondo potrebbe allora contribuire allo sviluppodi un nuovo sistema di welfare per l’infanzia.

Mario Chiaro

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 11

Testimoni 12/201612

di realizzarlo. Il primo si è svolto nel2008 a Santiago del Cile. Già alloraera stata formulata una serie di do-mande sulle quali confrontarsi e pos-sibilmente convergere: di che cosadeve parlare una rivista di vita con-sacrata? quali tematiche e versoquale sensibilità comune devono es-sere orientate le riviste, pur mante-nendo la loro peculiarità? Questioniche furono ulteriormente approfon-dite a Madrid, durante il secondo in-contro internazionale organizzatodalla Conferenza dei religiosi spa-gnola. Qui vennero alla luce alcunetendenze: le riviste in America Lati-na esprimono più la forza dell’im-patto di una vita consacrata dedita eimpegnata accanto ai poveri per lagiustizia, mentre le riviste in Europaesprimono maggiormente la forzadella riflessione teologica. Da qui lanecessità di rafforzarsi in sinergia eaggiornarsi per un migliore servizioalla Chiesa. Il terzo incontro interna-zionale avvenuto a Roma, si svolsein coincidenza con il 50mo anniver-sario dall’evento conciliare. Occasio-ne preziosa per confrontarsi sulla re-cezione e attuazione del camminoconciliare nella vita consacrata neivari contesti culturali nei quali le ri-viste operano. L’edizione del 2014 haavuto luogo a Bogotá in Colombia.La riflessione comune è partita dal-le sfide lanciate da papa Francesco –il primo papa latinoamericano – nel-l’esortazione apostolica Evangeliigaudium. L’obiettivo di questo in-contro fu di imprimere maggiore im-pulso alla riflessione teologica fra leriviste nel mondo digitale. Ma nonsolo. Le riviste hanno pure volutocercare una via concreta per esserein sinergia strumenti di mediazioneculturale nell’epoca digitale. Ciò èavvenuto con la creazione di un por-tale comune di informazione e for-mazione (relipress).

—In sinergia,tra fatiche e speranze

Se prestiamo oggi attenzione al giàfaticoso panorama editoriale, ci ren-diamo conto che il settore delle rivi-ste di vita consacrata è molto margi-nale e deve affrontare non pochiproblemi che rischiano di minare laloro sopravvivenza. Vi sono alcuni

Ogni due anni le riviste che sirivolgono alla vita consa-crata si trovano insieme per

riflettere su alcune tematiche di co-mune interesse e per condividere ilcammino che ciascuna rivista portaavanti, nella convinzione che la tra-dizione editoriale di ciascuna è unpatrimonio per tutta la vita consa-crata.La caratteristica di questa tipologiadi evento è avere un orizzonte inter-nazionale e, per questo motivo, la se-de degli incontri varia, in modo taleche si possa avere una più profondae ricca comprensione del contestoculturale, ecclesiale e sociale nelquale ciascuna rivista opera. Per ta-le ragione, sono invitate a partecipa-re anche riviste locali che non opera-no strettamente e direttamente nelsettore della vita consacrata, ma so-no a essa legate o perché apparte-nenti a famiglie religiose o, più sem-plicemente, perché sono mezzi di co-

municazione interessati alla vitaconsacrata.

—Una storianon lunga

L’edizione di quest’anno ha avutoluogo a Brasilia dal 26 al 28 ottobrescorso. Erano presenti 27 riviste disei paesi: Brasile, Colombia, Messi-co, Spagna, Portogallo, Italia. Inrealtà, ci troviamo dinanzi ad un nu-mero di riviste relativamente picco-lo, con una storia non lunga alle spal-le. E tuttavia molto significativo.Nel 2004 si era svolto a Roma il con-gresso mondiale della vita consacra-ta, organizzato dalla Unione interna-zionale delle Superiore Generali(UISG) e dall’Unione dei SuperioriGenerali (USG). In quell’occasioneera stato espresso il desiderio di co-stituire un incontro fra i responsabi-li delle varie riviste di vita consacra-ta. Ci sono voluti quattro anni prima

VITA CONSACRATA

V incontro internazionale delle riviste di vita consacrata

COMUNICARELA MISERICORDIA

Le pubblicazioni devono essere fonte di vita e di speranzain mezzo alle avversità che la VC incontra. Avranno

sempre qualcosa da dire e da comunicare, se sarannosempre attente alla realtà in perenne mutamento.

Il loro contributo è acqua viva per la vita consacrata.

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 12

Testimoni 12/2016 13

VITA CONSACRATA

seri problemi che accomunano oggitutte le riviste: il progressivo calo dilettori e abbonati, l’aumento dei co-sti di produzione, la difficoltà di inte-ragire con le piattaforme digitali, ladifficoltà di intercettare l’interessedelle giovani generazioni di religiosee religiosi. Ma esistono al contempoanche numerosi segnali positivi. Pri-ma di tutto una enorme ricchezza diproposte e riflessioni qualificate sul-la e per la vita consacrata, sia per icontenuti che per gli autori. Il comu-ne lavoro di condivisione rivela co-

me ogni voce sia un’importante pre-senza per tutta la compagine eccle-siale. Nonostante le difficoltà per unfuturo incerto, il cammino che insie-me le riviste vogliono compiere è co-munque ricco di fiducia e speranza.

—Creare ponti,favorire incontroe inclusione

Questo quinto incontro si è svoltonel quadro dell’anno del giubileodella misericordia. Tutte le riviste a

vario titolo e in modo diverso han-no trattato a lungo di questo tema.A Brasilia non si è voluto ripeterequanto già molto si è scritto e ap-profondito in ciascuna delle riviste,ma in un’ottica molto più particola-re le riviste si sono interrogate sucome essere strumenti e comunica-tori di misericordia nell’era dellaglobalizzazione digitale. Papa Fran-cesco nel messaggio per la 50magiornata mondiale delle comunica-zioni sociali così scrive: «Siamo chia-mati a comunicare da figli di Dio

Durante il V Incontro Internazionale delle Rivistedi Vita consacrata, che si è tenuto a Brasilia dal

26 al 28 ottobre 2016, noi partecipanti abbiamo costa-tato la ricchezza e la varietà delle pubblicazioni chehanno in comune il servizio della comunicazione, del-l’informazione e della formazione nella Chiesa, in par-ticolare della vita consacrata e dei laici e/o cooperato-ri delle congregazioni. Ringraziamo per i contributi ditutti coloro che hanno organizzato, convocato e realiz-zato questo Incontro, come pure tutti i 27 partecipan-ti di sei paesi e i 21 rappresentanti delle riviste localiper la loro presenza e i loro apporti.Abbiamo avuto l’opportunità di vedere in faccia colo-ro che stanno dietro a ciascuna pubblicazione. Abbia-mo potuto costatare l’importanza del loro lavoro edi-toriale e riconoscere le difficoltà e i problemi in cui sitrova oggi ciascuna rivista.

Abbiamo preso atto della complessità e delle sfide cheoggi ci pongono la società e i suoi modelli. Anche seviviamo in una società dell’immediatezza, delle nuovepiattaforme e dei mezzi di comunicazione, noi ci sen-tiamo invitati a continuare a lavorare nell’animazione,l’accompagnamento e la diffusione di contenuti chegiungano ai religiosi e religiose del mondo. Siamo unostrumento con cui possiamo farci eco della voce diDio attraverso la diversità di pubblicazioni che arric-chiscono la lista delle possibilità, affinità, e interessi eil gradimento dei destinatari finali che sono i nostrilettori.

Abbiamo sentito che la riflessione, l’ascolto e il discer-nimento verso dove dobbiamo camminare, a chi vo-gliamo arrivare, che cosa vogliamo comunicare e comepubblicare o stampare una rivista o numero, sono do-mande che dobbiamo continuamente porci. Avereorecchi disposti ad ascoltare e occhi aperti per guarda-re la realtà che ci circonda, sono due atteggiamenti cheoggi, più che mai, dobbiamo risvegliare o rivitalizzare.

È significativa ciascuna delle pubblicazioni e il loro

contenuto risponde a una tradizione, a una eredità efanno parte del patrimonio della vita consacrata. Lenostre pubblicazioni devono essere fonte di vita e disperanza in mezzo alle avversità. Avremo sempre qual-cosa da dire, qualcosa da comunicare. Il nostro contri-buto è acqua viva per la vita consacrata, un’oasi di mi-sericordia per l’umanità che essa condivide e si arric-chisce con la presenza di uomini e donne, religiose e re-ligiosi che sotto l’azione dello Spirito costituiscono undono per la Chiesa in forza della loro missione e del lo-ro carisma là dove la vita chiama.Oggi sono molte le sfide. La principale consiste nel cre-dere in ciò che facciamo. Essere umili, generosi e com-petenti in un lavoro che ci unisce e ci sfida ad uscire dainostri confini e andare verso le periferie, ad abbando-nare l’autoreferenzialità e ad accogliere le nuove ini-ziative o esperienze che possono arricchire il lavoroeditoriale.

Siamo una voce che deve essere profetica nelle sueproposte, nei suoi contenuti, nelle sue immagini e neisuoi obiettivi. Dobbiamo essere una voce mistica chegiunga a contagiare vita, gioia, tenerezza, misericordiadi Dio e il suo progetto di Regno. Siamo una luce disperanza per un mondo che vive e sopravvive nelle te-nebre della disumanizzazione, dell’indifferenza, dellapovertà e altre espressioni di morte nei nostri paesi.Siamo chiamati a vivere con passione il servizio di tra-smettere la Buona Novella della misericordia di Diocome un modo per umanizzare il mondo.

Abbiamo avuto uno spazio di discernimento in cui ve-dere l’importanza di riprendere l’orizzonte, l’identità,l’obiettivo e i temi che si dovranno trattare e sviluppa-re nel prossimo Incontro. Un secondo gruppo di rivi-ste locali con tematiche e linee editoriali comuni han-no anch’esse avuto l’opportunità di condividere e va-lutare il loro lavoro e la loro partecipazione durantequesto V Incontro.

Messaggio finale

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 13

14 Testimoni 12/2016

con tutti, senza esclusione. In parti-colare, è proprio del linguaggio edelle azioni della Chiesa trasmette-re misericordia, così da toccare icuori delle persone e sostenerle nelcammino verso la pienezza della vi-ta, che è Gesù Cristo. La comunica-zione ha il potere di creare ponti, difavorire l’incontro e l’inclusione, ar-ricchendo la società. Come vorreiche il nostro modo di comunicare, eanche il nostro servizio di pastoridella Chiesa, non esprimesse mail’orgoglio superbo del trionfo su unnemico, né umiliassero coloro che lamentalità del mondo considera per-denti e da scartare! La misericordiapuò aiutare a mitigare le avversitàdella vita e offrire calore a quantihanno conosciuto solo la freddezzadel giudizio. Lo stile della nostra co-municazione sia tale da superare lalogica che separa nettamente i pec-catori dai giusti». L’invito di papa Francesco costitui-sce per le riviste di vita consacrataun forte impulso alla promozionedella comunione, con uno sguardopiù positivo sulla realtà che ci cir-conda. Nel corso dell’incontro si so-no alternati momenti di ascolto amomenti di laboratorio. Ed è pro-prio nell’analisi dello stile della co-municazione di Francesco che le ri-viste si sono sentite maggiormenteresponsabili nell’impegno a creareponti, legami di fraternità, inclusio-ne. Il gesuita p. Luis González Que-vado, amico personale di papa Fran-cesco, invitato a raccontare lo stilecomunicativo del papa, ha così rias-sunto le tematiche che a lui stanno acuore: il rispetto della dignità di ognipersona e, in particolare, quella più

vulnerabile, la misericor-dia di Dio incarnata inGesù e nei poveri, laChiesa del Vaticano II ela necessità della suariforma. Tematiche che levarie riviste si impegnanoa sostenere ed accompa-gnare con una più pun-tuale informazione e for-mazione.

—Essere fonte di vitae di speranza

A conclusione dell’incon-tro le riviste hanno prodotto un mes-saggio, con cui intendono avere oc-chi aperti per vedere la realtà e orec-chie per ascoltare quanto di positivoe nuovo cresce. Scrivono: «Abbiamosentito che la riflessione, l’ascolto e ildiscernimento verso dove dobbiamocamminare, a chi vogliamo arrivare,che cosa vogliamo comunicare e co-me pubblicare o stampare una rivi-sta o numero, sono domande chedobbiamo continuamente porci.Avere orecchi disposti ad ascoltare eocchi aperti per guardare la realtàche ci circonda, sono due atteggia-menti che oggi, più che mai, dobbia-mo risvegliare o rivitalizzare. È si-gnificativa ciascuna delle pubblica-zioni e il loro contenuto risponde auna tradizione, a una eredità e fannoparte del patrimonio della vita con-sacrata. Le nostre pubblicazioni de-vono essere fonte di vita e di speran-za in mezzo alle avversità. Avremosempre qualcosa da dire, qualcosa dacomunicare. Il nostro contributo èacqua viva per la vita consacrata,un’oasi di misericordia per l’umanitàche con essa condivide e si arricchi-sce con la presenza di uomini e don-ne, religiose e religiosi che sotto l’a-zione dello Spirito costituiscono undono per la Chiesa in forza della lo-ro missione e del loro carisma là do-ve la vita chiama».Una tappa, quella brasiliana, che hastimolato le riviste a proporsi insie-me con lo stile della misericordia. Ilprossimo appuntamento nel 2018, inPortogallo, verificherà questa scelta,indirizzando nuovi cammini e avan-zando nuove proposte.

Sergio Rotasperti

VITA CONSACRATA

E S E R C I Z I S P I R I T U A L I

PER SACERDOTI, RELIGIOSIE DIACONI

� 9-13 gen 2017: don MarcoFrisina “Eccomi, chiamati alservizio di Dio. Un itinerariobiblico esplorando la nostraidentità sacerdotale” SEDE: Villa San Carlo, Via SanCarlo, 1 – 36030 Costabissara (VI);tel. 0444.971031 – fax 0444.971031;e-mail:[email protected] –www.villasancarlo.org

� 15-20 gen: don Gianni Colzani“Libertà nella Verità e nelloSpirito. La pastorale traautonomia personale e aperturaalla trascendenza” SEDE: Monastero S.Croce, ViaS.Croce, 30 – 19030 Bocca diMagra (SP); tel. 0187.60911 – fax0187.6091333; e-mail:[email protected] –www.monasterosantacroce.it

� 15-21 gen: p. Renato Colizzi,sjed equipe “In Cristo scelti primadella creazione del mondo” SEDE: Centro di spiritualità ecultura “Papa Luciani”, Via ColCumano,1 – 32035 Santa Giustina(BL); Tel 0437.858324; e-mail:[email protected] –www.papaluciani.it

� 16-20 gen: mons. Luigi ErnestoPalletti “Li ascoltava e liinterrogava” (Lc 2,46) SEDE: Casa Esercizi Spirituali“Domus Laetitiae”, Viale GiovanniXXIII, 2 – 06081 Assisi (PG); tel.075.812792 – fax 075.815184; e-mail: [email protected] –www.domuslaetitiaeassisi.it

� 22-27 gen: p. Ermes Ronchi,osm “Esercizi spirituali” SEDE: Casa di spiritualità e cultura“S. Martino di Tours”, Via Brevia,33 – 31029 Vittorio Veneto (TV); tel.0438.948270 – fax 0438.948279;e-mail: [email protected] –www.casaesercizi.it

� 23-27 gen: p. MassimoPampaloni, sj “Esercizispirituali” SEDE: Eremo di Lecceto Casa diSpiritualità “Card. Elia DallaCosta”, Via S.Salvadore, 54 –50055 Malmantile (FI); tel.055.878053 – fax 055.8729930;e-mail: [email protected][email protected]

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 14

15Testimoni 12/2016

Charles de Foucauld rappre-senta per la storia della Chie-sa un punto di non ritorno, la

cui profezia è caduta nel deserto delSahara come un “chicco di grano”(Gv 2, 24): era il 1° Dicembre 1916.Esattamente un secolo fa! Quel se-me è marcito a lungo fino a portareil suo frutto, in modo così ricco e va-riegato, in quei discepoli e discepoleche non ebbe in vita e gli sono staticoncessi dopo la morte. La vita difratel Carlo – d’ora in poi lo chiame-remo così – ha scardinato tutte lestrutture che si ritenevano irrinun-ciabili per assicurare una vita consa-crata di perfezione che fosse degnadi questo nome. Remotamente lasua indole di esploratore nato haaperto nuove piste e nuovi camminiben prima che il Concilio Vaticano IIne additasse i percorsi alla Chiesatutta.

—Le intuizioni maturatenella trappa

Fratel Carlo, quasi senza volerlo, harivoluzionato radicalmente i costumiecclesiastici a partire da una conver-sione della vita di perfezione – si in-tende con questo termine la vitaconsacrata – al Vangelo. In fratelCarlo matura gradualmente l’ideache un religioso deve essere fino infondo tale senza sottrarsi al pesodella vita degli altri uomini, anzi di-venendone – come Gesù a Nazaret –solidale fino in fondo e fino allamorte. Queste intuizioni maturanonel contesto della Trappa che, nelmomento del suo ritorno alla fededella sua infanzia, Charles de Fou-cauld ritenne il luogo più propizio aduna vita religiosa che fosse la piùperfetta e austera possibile. Proprioin monastero questo monaco sentì la

PROFILI E TESTIMONI

Centenario della morte di Charles de Foucauld

ESPLORATOREE PROFETA

L’esistenza di fratel Carlo è stata un continuo viaggio diesplorazione, fino a tracciare una nuova pista possibile

non per arrampicarsi verso la perfezione del cielo, ma perscendere e impastare il desiderio di Dio con la

condivisione della vita di tutti.

necessità di andare più lontano tra-sformando la “fuga mundi” di stam-po classico, nell’impegno ad abitareevangelicamente il mondo degli uo-mini con le loro gioie e speranze, fa-tiche e sofferenze.

—Un continuo viaggiodi esplorazione

Tante realtà di condivisione e diapertura che oggi sembrano così na-turali nella vita consacrata post-con-ciliare sono state intuite e remota-mente preparate proprio dalla ricer-ca di questo profeta senza pretese.L’esistenza di fratel Carlo è stata uncontinuo viaggio di esplorazione, fi-no a tracciare una nuova pista possi-bile non per arrampicarsi verso laperfezione del cielo, ma per scende-re e impastare il desiderio di Dio conla condivisione della vita di tutti. L’e-sempio di fratel Carlo rappresenta,prima di tutto, la prova evidente chesi può imparare l’essenziale della vi-ta battesimale proprio da chi ritenia-mo non ce l’abbia e che pure ne tra-smette la realtà: nato cristiano, risco-prì il suo battesimo a contatto conl’Islam che diventa così la cifra perindicare l’altro in tutta la sua diver-sità e complessità. Il mistero evangelico che ha forgiatolo stile di vita di fratel Carlo è quel-lo della Visitazione. In questo miste-ro, infatti, la presenza reale e appas-sionata di Cristo, che portiamo den-tro di noi come credenti, si coniugaall’assoluta discrezione e rispettoverso chi non la pensa come noi. Inquesto mistero della Visitazione, te-stimonianza e discrezione si sposanoaprendo nuove possibilità di dialogocon tutti nell’amore. Chi meglio difratel Carlo e della sua rilettura delmodo di essere uomini e donne diVangelo potrebbe aiutare a comple-tare il passo di Francesco d’Assisi –quello verso i poveri – per osare ilsuccessivo passo? Come continua adesortare papa Francesco, che in piùoccasioni ha citato il piccolo fratellouniversale, il passo che ci resta da fa-re è verso le provanti ed esigenti pe-riferie della storia e dei cuori che sifanno più dure nel nostro mondoglobalizzato e sempre più post-mo-derno. Papa Francesco lo ha dettonella sua prima udienza generale

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 15

Testimoni 12/201616

nell’imminente preparazione allasua prima Pasqua come Vescovo diRoma esortando a «vivere la Setti-mana Santa seguendo Gesù vuol di-re imparare ad uscire da noi stessi –come dicevo domenica scorsa – perandare incontro agli altri, per anda-re verso le periferie dell’esistenza,muoverci noi per primi verso i nostrifratelli e le nostre sorelle, soprattut-to quelli più lontani, quelli che sonodimenticati, quelli che hanno più bi-sogno di comprensione, di consola-zione, di aiuto. C’è tanto bisogno diportare la presenza viva di Gesù mi-sericordioso e ricco di amore!». A queste parole di papa Francescopotremmo accostare, come commen-to quasi profetico, un testo di fratelCarlo proprio sul mistero della Visi-tazione: «Questa festa è anche la fe-sta dei viaggiatori. Insegnaci, o Ma-dre, a viaggiare come viaggiavi tu…con lo sguardo dell’anima incessan-temente fisso sul solo Gesù, che por-tavi nel tuo seno, passando in mezzoalle creature come in sogno».1

—Il suo idealedi vita religiosa

Il nucleo centrale della spiritualità edell’ideale di vita religiosa di fratelCarlo è la vita nascosta di Nazareth.Questo periodo della vita di Gesù loha attirato fino al punto da voler vi-vere a Nazareth, assumendo lo stiledi lavoro che Gesù abbracciò duran-te la sua vita terrena. Con l’iconadella vita di Nazareth, fratel Carlodescrive la sua vocazione, non per-ché ritenga le altre forme di vita nonconformi all’esempio di Gesù, maperché in essa ha ritrovato la suaparticolare modalità di rispondereall’amore di Dio. Egli, infatti, ricono-sce tre vie, tre modalità di imitare ilMaestro.

Nostro Signore ci ha dato l’esempiodi tre vie che ha praticato lui stessoe che sono di conseguenza tutte e treperfette, tutte e tre divine: la via diNazareth, quella del deserto, quelladell’opera evangelica.

In questi tre momenti della vita diGesù, vede la vita puramente con-templativa (via del deserto), separa-ta dal mondo per dedicarsi alla pre-

ghiera, alla penitenza; la vita aposto-lica (l’opera di evangelizzazione),che esprime lo zelo e l’amore mise-ricordioso di Dio per ogni uomo at-traverso tutte le opere di evangeliz-zazione proprie dei sacerdoti e deireligiosi; la vita di Nazareth, vicinaalla vita quotidiana di tutti gli uomi-ni, fatta di lavoro, di relazioni fami-liari, caratterizzate dall’amore di Ge-sù amico di tutti. Questo lo inducead una fedeltà creativa fino ad esse-re limitativa della Regola benedetti-na professata e vissuta in Trappa.

Penso alla Regola di san Benedetto,e perciò in molti punti secondo lalettera della sua Regola, ma non intutti. […] “Voi sarete veramente mo-naci quando vivrete del lavoro dellevostre mani, come i nostri padri e gliapostoli” dice la Regola di san Bene-detto; ci vedo un grande snellimentodelle cerimonie esterne, come pressoi monaci antichi, per dare molto allapreghiera e alla vita interiore e nel-lo stesso tempo per praticare la ca-rità verso il prossimo in tutte le oc-casioni che il buon Dio fornisce.2

—Contemplazionee prossimità agli uomini

Questa forma di vita è la sintesi didue elementi; la ricerca dell’intimitàcon Dio, propria della vita contem-plativa, e la prossimità agli uomini,propria della vita apostolica senzaidentificarsi formalmente né con l’u-

PROFILI E TESTIMONI

na né, tantomeno, con l’altra. La “vi-ta di Nazareth” non comporta l’eser-cizio di un ministero apostolico pro-priamente detto, ma una vita nasco-sta fatta di preghiera, di lavoro, diumiltà, di povertà, per santificaredall’interno la vita quotidiana deipiù poveri, e degli infedeli che diver-ranno sempre di più i suoi amici. Ècurioso notare l’attaccamento perso-nale alla clausura che è previsto co-me voto per i suoi piccoli fratelli,3

ma a cui egli si lega a condizione chea nessuno manchi l’assistenza indi-spensabile alla salvezza per cui scri-ve: «Ormai uscirò da questa piccolaclausura soltanto per gli ammalatiche avranno bisogno di assistenzareligiosa».4

Il cammino interiore di fratel Carlosi è orientato durante il tempo di vi-ta monastica claustrale prima a No-tre-Dame des Neiges e poi adAkbès, in Siria. Proprio nell’austerae appassionata cornice monastica,fratel Carlo ha compiuto il suo eso-do interiore di purificazione e diconcentrazione sull’essenziale. Lasolitudine assistita della vita mona-stica lo ha reso capace di vivere la

Breve storiadella

pioggia

ALAIN CORBIN

Dalle invocazioni religiose alle previsioni meteo

Solo alla fine del Settecento si intensifica lasensibilità individuale ai fenomeni me-

teorologici. Lo sforzo di cogliervi segni di col-lera divina o dell’intervento diabolico vienepoi vanificato dalla secolarizzazione del cieloe infine dalle previsioni meteo. Una storia chel’autore riassume magistralmente nel libro.

«SGUARDI - SEZ. STORIA» pp. 64 - € 9,00

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 16

Testimoni 12/2016 17

solitudine esposta del deserto intesocome rinuncia ad ogni protezione invista di una radicale esposizione alrischio della condivisione. Le fami-glie sorte dal “carisma ispirativo” difratel Carlo rischiano di conoscerepoco la fase monastica che ha prepa-rato l’esperienza propriamente“defoucauldiana” nella veste pro-pria del “piccolo fratello”.La grande scuola di fratel Carlo èstata la lettura del Vangelo secondola tradizione monastica della lectiodivina. Nella solitudine contemplati-va della Trappa, questo cercatore diDio comprende la necessità, dopoessersi separato dal “mondo”, di se-dersi alla mensa degli altri senza di-sdegnare nessuna umana compa-gnia. Così avvenne per Teresa delBambin Gesù, un’altra santa che furivoluzionata interiormente da uncontatto più forte con le Scritture e,in particolare, con il Vangelo. Qualefondamento e nutrimento per la suavita spirituale, fratel Carlo legge ilVangelo e adora l’Eucaristia. La no-vità e la particolarità non è tanto l’a-dorazione eucaristica praticata persi-no in modo esagerato alla sua epoca,ma la lettura personale delle Scrittu-re e in particolare del Vangelo com-mentato per scritto ogni mattina.Quando gli usi liturgici del tempo locostringeranno a privarsi dell’Euca-ristia, fratel Carlo preferisce rimane-re al suo posto di deserto solidalenutrito del Vangelo. Gli usi liturgicidel tempo proibivano di celebrare laMessa senza assistente e lui, in pienodeserto, non ne aveva che rarissima-mente. In tal senso chiese una di-spensa e dovette aspettare la rispo-sta a lungo per avere il permesso dipoter celebrare la Messa in assolutasolitudine. Fratel Carlo accettò – ob-bediente – dicendosi che era megliorinunciare all’eucaristia ma non ri-nunciare alla logica dell’eucaristia.Questa consapevolezza, sacramenta-le ed esistenziale, lo spinse a restarein mezzo ai fratelli più lontani e ab-bandonati per celebrare esistenzial-mente il sacramento della fraternitàuniversale.

—Una grande scommessaanche per l’oggi

Fratel Carlo rappresenta ancora og-

gi, quando non mancano forme no-stalgiche di devozioni un po’ taleba-ne, una grande scommessa soprattut-to per i consacrati: l’Eucaristia e ilVangelo, l’Eucaristia come Vangeloe il Vangelo come Eucaristia. Nonl’Eucaristia e il Vangelo intesi qualecodice religioso di identificazioneche diventa facilmente una questio-ne di identità, ma come disposizionegenerosa ad una reale trasformazio-ne in Cristo, in obbedienza ai segnidella storia e agli incitamenti chevengono dallo Spirito Santo.In un tempo di Chiesa come quelloche, grazie a Dio, stiamo vivendo, ilcentenario della morte di fratel Car-lo che cade dopo cinquant’anni dal-la chiusura del Concilio Vaticano IIe a ridosso della chiusura del Giubi-leo della Misericordia è un’occasio-ne da non perdere. Dopo decenni incui, in forme diverse che non cessa-no ancora di nascere e di stupire,possiamo dire che il carisma di fratelCarlo è un carisma effuso nella vitadella Chiesa stessa e, in particolare,nelle sfide poste alla vita consacratadei nostri giorni. Ciò che le formespecifiche di vita che si rifanno al ca-risma di fratel Carlo hanno vissuto econtinuano a vivere sono solo unapiccola espressione e una minimaeredità di ciò che l’esperienza delpadre De Foucauld rappresenta peril cammino della Chiesa dei nostrigiorni.Se la Chiesa è l’invenzione dellacompassione di Cristo per l’umanità,di certo fratel Carlo ha intuito gra-dualmente questa verità fondamen-tale per una vita autenticamente di-scepolare. Questo esploratore e pro-feta della fraternità universale5 è sta-to capace di incarnare i tratti del di-scepolo in uno stile di cui ancoramolto ci resta da scoprire e, soprat-tutto, da vivere.

Fratel MichaelDavide, osbwww.lavisitation.it

1. Ch. de FOUCAULD, Opere Spirituali, Pao-line 1961, p. 310.

2. Lettera a don Huvelin del 15 ottobre 1898,in Opere spirituali, op. cit., p. 396.

3. Ibidem, pp. 425-426.4. Ibidem, p. 727.5. Cfr. Charles de Foucauld, esploratore e pro-

feta della fraternità universale, San Paolo2016.

E S E R C I Z I S P I R I T U A L I

PER TUTTI

� 1-6 gen: p. Fabrizio Fabrizi, sj“Misericordia io voglio e nonsacrifici” (Mt 9,13) Esercizispirituali ignazianiSEDE: Villa San Giuseppe, Via diSan Luca, 24 – 40135 Bologna(BO); tel. 051.614 2341 – fax051.614 2771; e-mail:[email protected] –www.villasangiuseppe.org

� 1-6 gen: p. Stefano Titta, sj“Conoscere l’amore di Cristo chesorpassa ogni conoscenza” (Ef3,19) SEDE: Oasi Divin Maestro, ViaMontanino, 11 – 52010 Camaldoli(AR); tel. 0575.556016 – fax0575.556156; e-mail:[email protected]

� 8-14 gen: sr. Paola Panetta, op,p. Marcello Finazzi, c.p. “Ti hoamato di amore eterno…Cammino di Geremia” (Ger 31,2)SEDE: Santuario S.Maria del Sasso,Via S.Paolo della Croce, 1 – 21032Caravate (VA); tel. 0332.601405 –fax 0332.604295; e-mail:[email protected][email protected]

� 9-14 gen: p. Armando Santoro,omv ed equipe “Prima settimanaignaziana” SEDE: Casa di spiritualità “P. PioLanteri”, Via Ponte Terra, 8 –00132 San Vittorino (RM); tel.06.2266016 – fax 06.2266144; e-mail: [email protected][email protected] –www.casalanteri.it

� 14-21 gen: don LeonardoBiancalani “La misericordia diDio risplende nella misericordiadell’uomo” SEDE: Comunità di Preghiera“Mater Ecclesiae”, Via della PinetaSacchetti, 502, – 00168 ROMA; tele fax 06.3017936; e-mail:[email protected] –www.centromaterecclesiae.it

� 16-20 gen: p. RanieroCantalamessa, ofmcap “LoSpirito viene in soccorso dellanostra debolezza” (Rm 8,26) Lavita cristiana come vita nelloSpirito SEDE: Garda Family House Centrodi Spiritualità e Cultura, Via B.Giuseppe Nascimbeni, 12 – 37010Castelletto di Brenzone (VR); tel.045.6598700 – fax 045.6598888;[email protected][email protected] –www.gardafamilyhouse.it

PROFILI E TESTIMONI

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 17

18 Testimoni 12/2016

gode dell’ingiustizia ma si compiacedella verità; tutto copre; tutto crede;tutto spera; tutto sopporta, attenden-do il compiersi delle promesse diDio».Una considerazione importante: idoni di Dio, ieri come oggi, possonoessere occasione di ambizione, di in-vidia e gelosia. «La comunità di Co-rinto – prosegue madre Regina – purcosì ricca di carismi, presenta variproblemi: come mettere insieme l’al-to ideale e il travaglio quotidianotalvolta ambiguo e poco chiaro? An-che noi ci accorgiamo con dolore cheil Regno di Dio in mezzo a noi comeChiesa e tra noi come comunità didonne consacrate, incontra ostacoli eritardi per le nostre chiusure, fragi-lità e peccati. Il testo di 1Cor 13 puòessere assunto come programma divita. Si tratta di percorrere un inte-ressante itinerario verso la pienamaturità cristiana”.

—La comunità manifestala misericordia del Padre

La giornata di sabato si apre con larelazione di fratel Luciano Manicar-di, vice priore della comunità di Bo-se, dal titolo: “Annunciare il Vangelo.Una comunità in cui traspare la mise-ricordia del Padre”. Partendo dalla constatazione che lamisericordia è la “parola sintesi” delVangelo, è “il volto di Dio reso visi-bile in Gesù”, il relatore sottolineal’importanza della vita comunitariacome “manifestazione della miseri-cordia” e riporta un’affermazione dipapa Francesco: «La vita religiosa èuna convivenza di credenti che sisentono amati da Dio e che cercanodi amarlo. Nell’esperienza della mi-sericordia di Dio e del suo amore sitrova il punto di armonizzazione diogni comunità». Già san GiovanniPaolo II era convinto che: «Tutta lafecondità della vita religiosa dipendedalla qualità della vita fraterna in co-mune». La vita religiosa, infatti,«sarà tanto più significativa quantopiù riuscirà a costruire comunità fra-terne nelle quali si cerchi Dio e lo siami sopra ogni cosa». La vita comu-nitaria è schola amoris, dove scuolaindica che le religiose stesse non tan-to insegnano al mondo, ma impara-no esse stesse l’arte di amare, si eser-

Nell’introdurre i lavori, il po-meriggio del primo giornomadre Regina Cesarato,

presidente USMI nazionale, presen-ta l’inno alla carità di San Paolo(1Cor 13): “La via per eccellenza, l’a-gape” e spiega: «Inserite come mem-bra vive e dinamiche dello stessoCorpo, come donne consacrate aDio, siamo inviate ad abitare il mon-do, inclusi “i luoghi di frontiera” perportare ovunque la misericordia delPadre che noi abbiamo sperimenta-to per prime. In questo senso hoscelto l’inno della carità di san Pao-lo come testo fondamentale per ilpercorso di vita cristiana che, parten-do dall’iniziativa di Dio, come agape(amore) collabora alla salvezza delmondo in Cristo Gesù, per la poten-za dello Spirito Santo». La via pereccellenza, quella dell’agape, è infat-ti il nuovo cammino che Paolo pro-spetta alla comunità cristiana dove si

accoglie l’amore che è Dio stesso.Madre Regina, nel corso della sualectio, presenta il contesto nel qualeè inserito il brano e prosegue: «Sen-za la carità siamo nulla. Ogni discor-so profetico, ogni sapienza umana eanche tutte le nostre opere di dedi-zione e di rinuncia, senza amore nonhanno valore. San Paolo spiega leopere della carità usando ben 15 ver-bi perché l’agape è azione, è vita vis-suta, è dinamismo dello Spirito innoi. L’agape è paziente cioè ha uncuore grande, ed è benigna perchévuole il bene; non è invidiosa/gelosa:è contenta del bene degli altri; non sivanta e non si inorgoglisce; non sigonfia, non manca di rispetto cioè sarispettare i tempi e non vuole tuttosubito; non cerca il proprio interesse;non si adira non è rigida e sa propor-re passi che facciano crescere la per-sona; non tiene conto del male ricevu-to, infatti si regge sul perdono; non

VITA CONSACRATA

Convegno USMI nazionale

LA VIADELL’AGAPE

Quasi al termine del Giubileo della Misericordia, dall’11 al13 novembre 2016, si è tenuto a Roma il convegno perSuperiore maggiori e Consigli sul tema: “Nella missione

risplende la misericordia del Padre”. Hanno partecipato circaduecento Madri e Sorelle provenienti da tutta Italia.

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 18

19Testimoni 12/2016

citano reciprocamente alla miseri-cordia, entrano progressivamentenell’empatia, apprendono la com-passione.Fratel Luciano, ricordando che lamisericordia divina si esprime come“un eccesso di amore, una misura didono non ricambiabile”, sviluppa iltema della misericordia come “capa-cità di amare nelle difficoltà e nellesituazioni problematiche” e prendein esame quei rapporti asimmetrici eproblematici che sono presenti nellecomunità e che richiedono pazienza,sottomissione, consolazio-ne, e soprattutto perdonoperché in comunità siamo“uniti dal debito della ca-rità e dell’amore verso l’al-tro”. Come conseguenzachi detiene l’autorità nellacomunità deve essere piùmadre che superiora.Un’autorità materna chesa creare un clima di fidu-cia tra le sorelle, essenzia-le per poter vivere la caritàe la misericordia. Dare fi-ducia è già fare misericor-dia. Un’autentica autoritàè umana e spirituale insie-me, è capace di condivisio-ne e soprattutto di ascolto.Fratel Luciano si soffermasu quest’ultimo aspetto ri-cordando che ascoltare si-gnifica «essere presente senza esseresoffocante, dedicare tempo, prende-re sul serio quello che la sorella dice,portare i pesi gli uni degli altri». E,parlando poi della “relazione con lesorelle difficili”, rileva che proprioqui «abbiamo una grande occasioneper esercitare la misericordia. Natu-ralmente occorre tanta pazienza,però la “persona difficile” o anche“nemica, ostile” può essere perfinouna “grazia” perché è solo “il nemi-co” che ci fa vedere che cosa portia-mo nel cuore e ci rende coscienti deinostri aspetti non ancora redenti. «Ilcomportamento pesante e fastidiosodella sorella che ci ha preso di mirapuò far nascere in noi una grandecollera, una forte rabbia. Che fare?Scrive Agostino: “Nella nostra dot-trina si chiede all’anima credentenon se va in collera, ma perché; nonse è triste, ma da dove viene la suatristezza; non se ha paura, ma qual è

l’oggetto della sua paura”(De civita-te Dei IX,5). La collera infatti è rive-latrice della nostra vulnerabilità, es-sa ci consente di conoscerci».La qualità umana e cristiana di unacomunità si rivela particolarmentenella qualità delle relazioni intraco-munitarie e dunque nelle modalità enelle forme della comunicazione chesi instaurano. Luogo privilegiato del-la comunicazione è la parola. Nellavita religiosa bisogna «imparare aparlare, a disciplinare la parola, adassumere un’ascesi e una capacità di

comunicazione sobria ed efficace». E soprattutto, non dimentichiamoche «la misericordia si manifesta nelperdono: ricevuto da Dio e donato alprossimo». Ma anche il perdono nonè immediato o facile: «Perdonare si-gnifica fare anche del male ricevutol’occasione di un dono. Dove c’è per-dono il Cristo si rende presente».

—Corresponsabilitàe sinodalità

Nel pomeriggio madre Paola Manci-ni, superiora generale emerita dellacongregazione Pie Discepole del Di-vin Maestro, presenta la sua espe-rienza riguardo la “Corresponsabi-lità e sinodalità nei consigli generali eprovinciali”. Partendo dalla figura di Mosè e dal-le parole di papa Francesco, madrePaola sottolinea l’importanza, perchi esercita l’autorità nella congre-

VITA CONSACRATA

gazione, di farsi aiutare, di consulta-re le sorelle che la Provvidenza diDio ha messo accanto. Il governo è«una chiamata di Dio per occuparcidelle sorelle che lui stesso ci ha affi-dato», da qui la necessità di vivere ladimensione di fede, la spiritualità, lacomunione, la relazione. Assumere ilservizio di autorità è farsi serva ditutte per la crescita di ogni singolapersona, è tenere vivo il primato del-la consacrazione con quanto essocomporta di testimonianza, di vitacoerente, nei voti, nella vita fraterna,

nella preghiera, perchéquesto è il primo annuncioper le sorelle. Far emerge-re il primato del discepo-lato, essere assimilate aGesù Eucaristia, che si of-fre al Padre e si dona anoi. Dalla partecipazioneall’Eucaristia attingere lacarità, una carità benigna,paziente, darsi tempo perricevere l’azione dello Spi-rito e comunicarla.La relatrice enumera infi-ne le qualità dell’autorità:«disponibilità a lasciarsidisturbare, saper esercita-re la pazienza, lavorare sutempi lunghi, comprende-re i problemi degli altri,dare il proprio tempo nel-l’ascolto che è come dare

la vita, rispettare il dono presente inogni persona, saper leggere il positi-vo che c’è nelle sorelle, curare la re-lazione e il dialogo con ciascuna, sa-per lavorare insieme, discernere levarie situazioni in modo che le deci-sioni importanti siano condivise. Esoprattutto mai rompere la comu-nione con posizioni rigide. Le nostrecomunità siano “luoghi dello Spiri-to” dove si vive in fraterna comunio-ne».

—L’invioin missione

La domenica 13 novembre si aprecon la celebrazione eucaristica, poil’assemblea si dispone ad ascoltarela dottoressa Marina Strenfelj delCentro Aletti sul tema: “Annunciareil vangelo. L’invio in missione”.La relatrice afferma che la missione«è rivelare all’umanità l’amore di

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 19

20 Testimoni 12/2016

Dio», ma questo è possibile sola-mente se facciamo esperienza di “es-sere noi stesse salvate”, come dicesan Paolo: “Per grazia siete stati sal-vati mediante la fede e questo nonviene da voi, ma è opera dello Spiri-to Santo” (Ef 2,5). La missione nonviene da noi. È dono di Dio. Non vie-ne dalle nostre opere, è opera di Dio.La missione è una grazia, un donoche viene dall’alto. Si sofferma poi sul ruolo importanteesercitato in noi dalla volontà. Perquesto è necessario saper distingue-re “la volontà dell’uomo vecchio”chiuso in se stesso, dalla “volontàdell’uomo nuovo”. La volontà infat-ti è questione relazionale: possiamocompiere il mandato solo rimanendoin relazione con il Padre. “Come ilPadre dà la vita, così il Figlio dà la vi-ta” (Gv 5,21) e ci chiede di rivelarela vita. Se la missione è “rivelare il volto diDio”, è necessario verificare semprela nostra volontà perché la volontàpropria è il più grande ostacolo allamissione. La natura della personaumana è corrotta dal peccato, anchela nostra volontà è corrotta, ma noimolte volte la difendiamo perchénon abbiano conosciuto la volontà diDio che è amore. È necessario quindi diventare consa-pevoli che la nostra volontà vuolema non può. Da qui l’invocazione al-lo Spirito affinché venga in nostroaiuto e la volontà di Dio ci raggiun-ga perché solo il suo amore può ope-rare in noi la trasformazione da indi-viduo a persona, da schiavo a figlio,da tenebroso a luminoso. Allora sa-remo immersi nella “fonte della vi-ta” e, abbeverati a questo fiume d’a-more, potremo donare amore.Gesù afferma: “Io sono la vite, voi itralci. Chi rimane in me e io in lui, famolto frutto, perché senza di me nonpotete far nulla” (Gv 15,6): ecco lanecessità di accogliere la vita divinaper lasciar vivere in noi lo SpiritoSanto che è comunione. Marina Strenfelj si sofferma infinesulla maternità spirituale, tanto im-portante quanto necessaria perchéessere madri significa dare la vita: lamissione è dare la vita filiale, la vitaeterna!

sr. Orsola Bertolotto

VITA CONSACRATA

Se nei confronti delle Chieseprotestanti storiche in questoavvio dei 500 anni dalla Rifor-

ma l’atteggiamento è quello della pu-rificazione della memoria (cf. l’incon-tro di papa Francesco con la Federa-zione luterana mondiale a Lund,Svezia, 31 ottobre 2016; cf. in questonumero, Speciale, pp. 38ss.), davantial fenomeno degli evangelicali vi ènel popolo cattolico un grande pun-to interrogativo. Non si sa chi siano.Eppure sono quelli che costruisco-no chiese e cappelle, i cui mezzi ditrasporto con vistose scritte sullaChiesa di appartenenza girano perle nostre strade, soprattutto la do-menica mattina, i cui numeri sonoin costante crescita. I più vicini e imeno noti.

—Vicinie ignoti

I nostri vicini evangelicali. Riflessio-ne sull’evangelismo cristiano: così ti-tola un documento della commissio-ne ecumenica dei vescovi del Cana-da (18 ottobre 2016), paese dove ilfenomeno è assai più consistente cheda noi. Da un lato i cattolici sonosorpresi di non essere considerati ve-ri credenti e sono incuriositi dallamusica trascinante, dal sentimentocomunitario e dall’entusiasmo del-l’annuncio che trovano nei neo-pro-testanti. Dall’altro sono persone chesi incontrano sul lavoro o nel vicina-to. Conoscono una rapida crescitanei paesi del Sud del mondo e non siidentificano in una confessione. So-

LA CHIESA NEL MONDO

Protestanti e cattolici

EVANGELICALIOLTRE LUND

Un documento della Commissione ecumenica dei vescovidel Canada suggerisce una più approfondita conoscenza

dei neo-protestanti, chiamati anche evangelicali e almovimento pentecostale. Il prezioso lavoro ecumenico con

le Chiese protestanti storiche si apre al ceppo cristianomaggiormente in crescita negli ultimi decenni.

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 20

no molto liberi e “autonomi”. Que-sto non toglie che vi siano alcune ca-ratteristiche specifiche. anzitutto lacentralità della Scrittura. La Bibbia èla sola autorità riconosciuta. Essa èispirata e infallibile. Quest’ultimaannotazione ha diverse declinazioniall’interno dei vari gruppi. La salvez-za viene dalla fede: solo Dio salva,non le opere buone che sono an-ch’esse dono dall’alto. Il cuore dellafede è la croce. «Il trionfo di Cristosul peccato e sulla morte al Calvarioè la sola via di salvezza. È evento sin-golare, pienamente sufficiente, unicoed esclusivo». «Gli evangelicali ve-dono in questa accettazione l’avviodi una relazione personale con Ge-sù». La missione evangelica richiededi fare partecipi gli altri dell’annun-cio, in particolare i non credenti.«Gli evangelicali ritengono che lamissione cristiana sia sempre statatrans-confessionale. Essi credonoanche che la missione cristiana con-tribuisca al Regno di Dio attraversole opere di carità». La lealtà confes-sionale non è nelle loro corde.

—L’immaginereciproca

L’immagine che i cattolici hanno diloro è positiva per quanto riguardala morale personale e quella degli af-fari. Ammirano la loro relazione conGesù, che appare spesso più perso-nale e intima di quanto esperimenti-no nella propria Chiesa. Ci sono an-che motivi di inquietudine, quandogli evangelicali leggono la Bibbia al-la lettera, senza percezione delle do-mande che la scienza e l’approcciostorico-critico hanno sollevato (e inparte risolto) o quando annuncianocon precipitazione la fine del mon-do. Sul piano teologico «i cattolicisono preoccupati che gli evangelica-li si sentano autorizzati a interpreta-re la Bibbia senza tenere conto del-la grande comunità cristiana che siestende attraverso i tempi e gli spa-zi». Si corre il rischio di seguire leproprie suggestioni e alimentare lespinte settarie e divisive che giàpreoccupavano Lutero. Senza l’u-nità visibile della Chiesa si fa faticaa riconoscere il «corpo di Cristo». Èdifficile associare l’evangelismo allaprofessione di fede sulla Chiesa san-

LA CHIESA NEL MONDO

ta, cattolica e apostolica. La musicatravolgente, la predicazione enfaticae il clima surriscaldato delle loro as-semblee danno al cattolico la perce-zione di un evento teatrale, non diun luogo in cui si condivide la fedeaccostandosi alla mensa della Paro-la e del pane. La tradizione non è so-lo un peso o un elemento negativocome l’adesione personale a Gesùnon può vivere senza un contesto co-munitario.Se si chiede ad un evangelicale qua-le immagine ha dei cattolici, la primadomanda che lui si fa è questa: sonodavvero credenti? Perché la loro fe-de non «si vede»? In certi ambientineoprotestanti la Chiesa cattolica èancora identificata come la Babilo-nia dell’Apocalisse. I cattolici pensa-no a una salvezza come già raggiun-ta o come da attendersi per il futuro,l’evangelicale la pensa come espe-rienza presente e la sua domanda «tisenti salvato?», va tradotta nella ri-chiesta «parlami del tuo rapportocon Gesù Cristo». Resta infastiditodal sacerdozio cattolico (in partico-lare la confessione), dalle devozionieucaristiche, mariane e dei santi e,soprattutto, dal peso istituzionale. Èconvinto che i cattolici diano troppaimportanza alla Chiesa in ordine al-la definizione della fede e non con-divide l’infallibilità pontificia, la cre-denza del purgatorio e la concezionedei sacramenti. In Canada vi sono esperienze di con-fronto già operanti, in particolarenella pastorale scolastica e universi-taria. Il clima fortemente secolariz-zato rende più facile il rapporto. A li-vello di Chiesa italiana non vi sonoancora riferimenti stabili di dialogocon loro. I rapporti sono con la Fede-razione delle Chiese evangeliche incui le nuove comunità protestantisono solo osservatrici. Ma nei nume-ri sono largamente maggioritarie.Sui circa 200.000 riformati, 30.000sono valdesi e metodisti, mentre leAssemblee di Dio (il ceppo maggio-re degli evangelicali italiani) sono120.000.

—Dopo Caserta

Un momento sorprendente e spiri-tualmente alto è stato l’incontro diFrancesco con la comunità neo-

evangelica di Caserta (28 luglio2014). Si è percepito quanto negliambienti ecumenici era già noto: ilpassaggio a una terza stagione eccle-siale. Dopo la frattura del primo mil-lennio con l’Oriente e la Riforma, laterza ondata è costituita dalle comu-nità evangelicali, con la loro atten-zione alla missione più che alle que-stioni sociali, una spiritualità emoti-va e spontanea e la cura diretta alkerigma e all’annuncio. L’avvio deldialogo con loro da parte del Ponti-ficio consiglio per l’ecumenismo èpartito fin dagli anni ’70 e ha già co-nosciuto diverse stagioni e ap-profondimenti. L’imprevista forza aggregante delrinnovamento evangelicale e delpentecostalismo si accende a cavallodell’800 e del ‘900 fra Stati Uniti eInghilterra. L’inizio non ha una data-zione condivisa. Per alcuni è il 1892,per altri la predicazione di CharlesParham nel 1900-01, per i più l’espe-rienza delle comunità raccoltesi at-torno al nero, figlio di schiavi, Wil-liam J. Seymour ad Azusa Street aLos Angeles nel 1906. Accettarequest’ultima datazione vuol dire, per

Dalla situazione attuale della Chiesa

viene una particolare spinta a rimet-

tere a fuoco il tema del magistero. Dopo

l’avvento al papato di Jorge Mario Ber-

goglio si sono mosse le acque. In qual-

che misura si rivive il clima di dibattito

del concilio Vaticano II.

SEVERINO DIANICH

Magisteroin movimento

Il caso papa Francesco

www.dehoniane.it

«TEOLOGIA VIVA» pp. 112 - € 11,50

Testimoni 12/2016 21

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 21

22 Testimoni 12/2016

esempio, connettere la centralitàdel battesimo nello Spirito conl’opera di riconciliazione e l’in-tento sociale critico. Nei primi decenni la crescita av-viene soprattutto negli Stati Uni-ti, ma oggi si tende a valorizzareceppi nati in contemporanea an-che altrove: nel Galles, in India, inCorea e in Africa del Sud. Unacorrente ispirata dalla radice pu-ritana del XVI sec. e direttamen-te legata ai movimenti spiritualidi «risveglio» e rivitalizzazioneattivi nelle grandi Chiese dellaRiforma fra XVIII e XIX secolo.Su di essa si è innestato quelloche ora viene chiamato anchepentecostalismo, espresso nellacelebra formula «Gesù salva, Ge-sù guarisce, Gesù battezza, Gesùritorna». L’effusione spettacolaredel dono dello Spirito è il suo se-gno maggiore, tanto da essere indi-cato come battesimo nello Spirito,origine per una nuova nascita. La prima fase di sviluppo si collocanei primi decenni del ‘900 (cf. Spiri-tus, n. 216, settembre 2014; Conci-lium, n. 265, 1996). Rapidamente

escluso dalle Chiese d’origine, il«movimento di santità» raggiungepresto i cento milioni di fedeli, rico-noscibili per la valorizzazione dellaglossolalia (doni delle lingue) comeiniziale evidenza del battesimo nelloSpirito, una concezione di Chiesa ditipo congregazionalista (chiese loca-li indipendenti), il dinamismo mis-sionario e l’attesa del ritorno di Cri-sto. Si possono ricordare alcune tipo-logie prevalenti: il pentecostalismodi santità, l’opera compiuta da Cri-sto, i pentecostalisti dell’unicità, ipentecostalisti apostolici. In Africanascono in contemporanea Chiesefortemente radicate nella cultura enei riti autoctoni da cui emergonosuccessivamente le Chiese dello Spi-rito e le Chiese del risveglio.

—La terza stagione

L’esplosione mondiale avviene neglianni ’60. È la seconda ondata che faarrivare il movimento a circa 200 mi-lioni di fedeli. La sensibilità spiritua-le della corrente cristiana guadagnaterreno nelle vecchie Chiese. È ilmomento in cui l’evangelismo siapre a una corrente più ampia, benoltre i confini delle confessioni pro-testanti, verso la Chiesa cattolica enelle Chiese ortodosse. Particolar-mente efficace il suo sviluppo inAmerica Latina. Dagli anni ’70 inpoi il movimento raggiunge, nella

sua terza ondata, la misura cheora gli viene riconosciuta (400-500 milioni). L’emergere dell’e-vangelismo e del pentecostalismo– le due correnti sono sovrapponi-bili, ma non in toto – è in relazio-ne al rovesciamento del centro digravità del cristianesimo da Norda Sud e si avvale della valorizza-zione dell’affettività e dei corpi,dell’esperienza personale e deirapporti a scapito dei discorsi isti-tuzionali e dogmatici. Esse offro-no con maggiore efficacia rispettoalle Chiese storiche la condivisio-ne della sofferenza e del dolore.La nuova situazione non annullae non inficia l’enorme lavorocompiuto nei dialoghi ecumenicicon le Chiese storiche della rifor-ma. Ne è la prova la straordinariasintesi prodotta dal Pontificioconsiglio per la promozione del-

l’unità dei cristiani in Raccogliere ifrutti (2009), il documento sulla giu-stificazione, Dichiarazione congiuntasulla dottrina della giustificazione(1999) e quello sui 500 anni dell’av-vio della Riforma, Dal conflitto allacomunione (2013). Nel momento incui si purificano le memorie si devo-no anche aprire nuovi cantieri.Emerge in particolare il dovere del-l’ecumenismo spirituale. Come hascritto W. Kasper nel 2006: «In defi-nitiva, l’ecumenismo fondamentale èun compito spirituale. Ecco il noc-ciolo del messaggio: l’ecumenismo è,nella sua anima stessa, nella sua es-senza più profonda, un ecumenismospirituale, ovvero un ecumenismoche, al di là di tutte le divisioni, deipeccati contro l’amore e la verità, deipregiudizi e delle malvagità com-messe, lascia spazio allo Spirito diCristo, che è uno spirito di riconcilia-zione e di carità. In modo significati-vo, nel pronunciare le parole “chetutti siano una cosa sola” (Gv 17,21),Gesù non ha, né assegnato un inca-rico, né tantomeno impartito un or-dine: egli ha piuttosto dato voce auna preghiera. Ecumenismo signifi-ca dunque unirsi a questa preghieradel Signore, farla propria. Così ci hainsegnato il grande maestro dell’ecu-menismo spirituale, Paul Couturier(1881-1953)».

Lorenzo Prezzi

LA CHIESA NEL MONDO

Il volume indaga l’anoressia come que-

stione etica. Chi soffre di disturbi ali-

mentari elabora una propria visione del

mondo e insegue un ideale normativo,

quasi una nuova figura di bellezza. Tut-

tavia il vissuto personale, anche quello

patologico, può venir compreso e reso ac-

cessibile a una positiva trasformazione.

PAOLO CATTORINI

Mangiaresolo pensieri

Etica dell’anoressia

www.dehoniane.it

«PERSONA E PSICHE» pp. 320 - € 30,00

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 22

Testimoni 12/2016 23

—La culturadell’incontro

Ed è sull’immigrazione come feno-meno strutturale della società italianache si concentra l’attenzione delXXV Rapporto Immigrazione 2015curato da Caritas e Fondazione Mi-grantes e pubblicato recentemente.Presentando il rapporto, don France-sco Soddu, direttore della Caritas Ita-liana, ha definito l’immigrazione «ilfenomeno sociale più importante delnostro tempo», mentre mons. Gian-carlo Perego, direttore della Fonda-zione Migrantes della Cei, ha ricorda-to che l’immigrazione “sta rinnovan-do i luoghi fondamentali della vita so-ciale del nostro paese: il lavoro, lascuola, la famiglia, la città, la Chiesa”. Il rapporto – un volume di 518 pagine(al prezzo di 15 euro), esemplare perchiarezza, ricchezza di dati e ap-profondimenti e che dovrebbe farparte della consultazione abituale diogni persona che vuole attingereinformazioni e riflessioni da una fon-te autorevole su un tema così decisivo– ha un eloquente sottotitolo: «La cul-tura dell’incontro». È diviso in dueparti: nella prima si dà un quadro sta-tistico chiaro e commentato dell’im-migrazione nel contesto internaziona-le e in quello italiano, quest’ultimo af-frontato anche con utilissime schederegionali e approfondimenti («Italia,un paese plasmato dall’immigrazio-ne», «Lo straniero autore e vittima direato», «Immigrazione e territorio»). La seconda parte, invece, consiste inuno «speciale 25 anni», dove insiemead analisi tematiche ad opera diesperti (lavoro, scuola, minori, stu-denti, cittadinanza, ruolo dei media,legislazione in materia, dialogo tra lereligioni) si dà conto delle numeroseesperienze ecclesiali che in questi 25anni hanno costruito quella «culturadell’incontro» che, come ha ribaditomons. Perego, è «l’unica strada» chedobbiamo percorrere se vogliamoevitare «conflittualità, divisione, vio-lenza, povertà: parole che non posso-no preparare un futuro per i ragazzie i giovani dell’Italia e dell’Europa».Qui di seguito diamo conto soltantodi alcuni dati e temi del rapporto, lacui lettura, lo ribadiamo, è semplice-mente indispensabile per capire que-sto fenomeno epocale.

In questi giorni il salvataggio inmare e l’approdo sulle nostre co-ste di tanti profughi (153 mila, a

tutt’oggi, nel 2016; 140 mila furononel 2015; 170 mila nel 2014) ripropo-ne in termini di “emergenza” la que-stione migratoria, anche per le tantevittime dei naufragi, già più di 3.200quest’anno. Una questione migratoriache è tuttavia strutturale da 25 anni. Certo, la sanguinosa guerra in Sirianegli ultimi cinque anni, quella di Li-bia, il perdurare di quelle in Afgha-nistan e in Iraq (a conferma dell’ir-responsabile arroganza occidentaleche le volle), l’acuirsi delle violenzeinferte alle popolazioni civili da par-te di movimenti radicali islamisti e ditante guerre e guerriglie nell’Africasubsahariana, i disastri ambientali,gli sfruttamenti neocoloniali e lespaventose diseguaglianze in terminidi opportunità di vita in molte areesoprattutto dell’Africa e dell’Asia,ma anche del Centro e Sud America,hanno moltiplicato a dismisura nel

mondo il numero degli sfollati, 40milioni, e di profughi, 20 milioni. Questi ultimi costretti a lasciare ilproprio paese per chiedere asilo al-trove, una minima parte dei quali,però, approda in Europa o nel NordAmerica. Contrariamente a quantole opinioni pubbliche del Nord riccodel mondo percepiscono, l’86% deiprofughi è accolto nei paesi più po-veri, quelli limitrofi alle zone di con-flitto, come documenta l’Alto Com-missariato delle Nazioni Unite per irifugiati. Il dramma dei profughi è tuttavia so-lo l’aspetto più drammatico di un benpiù ampio e consistente fenomenomigratorio che ha spesso connotati dipositiva affermazione della libertàpersonale e che da tempo sta modifi-cando in maniera irreversibile il vol-to sociale, culturale, religioso di mol-te aree del pianeta, compreso il no-stro Paese, il quale fatica però, anco-ra, a guardare al fenomeno in termi-ni strutturali e non più emergenziali.

QUESTIONI SOCIALI

Rapporto Caritas Immigrazione 2016

PRIMA GLI ITALIANI!“GIÀ FATTO”

Presentazione del Rapporto Immigrazione 2016 di Caritase Migrantes. Un fenomeno globale che rappresenta ancheper noi il fenomeno sociale più importante. Dei 5 milionidi stranieri in Italia lavorano 2milioni e mezzo. Prendono

un terzo in meno degli italiani.

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 23

Testimoni 12/201624

Nel 2014 vi sono state 129.887 acqui-sizioni di cittadinanza italiana daparte di stranieri (più 29% rispettoall’anno precedente). Marocchini ealbanesi rappresentano quasi il 40%dei nuovi cittadini italiani, e molti diloro (il 39,4%) sono giovani con me-no di 18 anni.

—Il lavoro

Gli stranieri occupati nel mondo dellavoro sono 2.360.307 e rappresenta-no il 10,5% del totale degli occupa-ti. L’88,5% sono dipendenti. In cercadi lavoro ci sono 455.578 stranieri.Dove lavorano: nei servizi collettivie personali (29,8%), nell’industria(18,4), negli alberghi e ristoranti(10,9), nelle costruzioni (9,6), nelcommercio (8,3). Le donne per lopiù nelle solite 3 C: caring, cleaning,catering, assistenza, pulizie, ristora-zione. Sul totale degli stranieri occu-pati, quelli che svolgono un lavoronon qualificato sono il 36,5% (gli oc-cupati italiani non qualificati sonoinvece il 7,9% del totale degli italia-ni occupati). La metà degli stranieri occupati haun contratto a tempo indeterminato,ma con una retribuzione inferiore aquella degli italiani. Mentre la retri-buzione media mensile di un lavora-tore italiano è di 1.356 euro, quella diun lavoratore straniero è di 965 eu-ro: il 30% in meno. Le diseguaglian-ze sono palesi, più degli sfruttamen-ti che non sono meno pesanti, maspesso più celati da forme contrat-tuali “deboli” e da lavori meno stabi-li, specialmente per le donne. Nonc’è bisogno di agitare lo slogan “pri-ma gli italiani”: è già nelle cose.Lavoratore povero è considerato co-lui che ha una retribuzione inferiorea 2/3 del salario medio calcolato subase orario. Ebbene, secondo il rap-porto di Caritas-Migrantes, i lavora-tori poveri stranieri rappresentano il41,7% del totale degli occupati stra-nieri, contro il 14,9 dei lavoratori po-veri italiani sul totale degli occupatiitaliani. Diseguaglianze a dir pocovergognose. Ancora una volta ledonne straniere sono le più penaliz-zate: il 59,3% di loro è una lavoratri-ce povera. Quando si parla di comegli stranieri trattano le donne, forsebisognerebbe ricordare come gli ita-

migranti si confermano quindi unfattore decisivo dello sviluppo deipaesi d’origine, come d’altronde lofurono per l’Italia.

—Il contestoitaliano

Tutto il XXV Rapporto Immigrazio-ne è costruito sulla base dei dati al31 dicembre 2014. Tuttavia è statoopportunamente aggiunto all’ultimomomento, prima di andare in stam-pa, il dato fornito dall’Istat sulla po-polazione italiana al 31 dicembre2015, secondo il quale risultavano inItalia 5.026.153 persone con cittadi-nanza straniera, l’8,3% della popola-zione (60.665.551 abitanti). Un au-mento della popolazione straniera diappena 11.716 unità, lo 0,2% in piùrispetto all’anno precedente, a fron-te di una clamorosa diminuzione de-gli abitanti della penisola di 130.061unità (gli abitanti al 31 dicembre2014 erano infatti 60.795.612). Nessuna invasione quindi di stranie-ri, ma tendenza alla stabilità, se nonalla flessione in alcune regioni (NordEst, Umbria, Marche). L’Italia non èpiù un paese appetibile per i migran-ti. L’anno 2015 è stato un annus hor-ribilis per la demografia italiana: po-polazione in calo, più morti, menonati. Cosa sta succedendo? E se nonci fossero gli stranieri? Leggere ilRapporto vuol dire conoscere unarealtà che non è quella delle propa-gande politiche e della chiacchieraquotidiana. La questione demografi-ca in rapporto anche alla presenzadegli stranieri sta diventando centra-le, seppur tardivamente, nel dibatti-to su come il nostro Paese sta affron-tando il proprio futuro, anzi, la pro-pria esistenza futura.Il 60% degli stranieri risiede nelNord Italia, il 25% al Centro, il15,2% nel Mezzogiorno. In 3 regionidel Nord e in una del Centro c’è piùdella metà (il 56,6%) della popola-zione immigrata (Lombardia 23%,Lazio 12,7, Emilia Romagna 10,7,Veneto 10,2). Le nazionalità più pre-senti sono, nell’ordine: Romania(22,6%), Albania (9,8), Marocco(9,0), Cina (5,3), Ucraina (4,5), Filip-pine (3,4), India (2,9), Moldova,Bangladesh, Perù, Egitto, Sri Lanka,Pakistan, Tunisia.

QUESTIONI SOCIALI

—Il contestointernazionale

Nel 2015 le persone che nel mondovivono in un paese diverso da quel-lo di origine sono 243,7 milioni, se-condo le Nazioni Unite (erano 173milioni nel 2000). La sesta “nazione”al mondo per numero di “abitanti”.Siamo di fronte a consistenti e cre-scenti spostamenti di popolazioneall’interno dei vari continenti e traun continente e l’altro. La migrazio-ne è davvero il fenomeno sociale piùimportante del nostro tempo. È d’al-tronde sotto gli occhi di tutti quantosia diventato uno dei temi cruciali diun po’ tutte le campagne elettorali,non solo europee o americane. Il 31,2% degli immigrati è in Euro-pa, il 30,8% in Asia, il 22,4% in NordAmerica. Stati Uniti e Russia ospita-no ¼ del totale dei migranti interna-zionali. Nei primi 11 paesi ospitantitroviamo anche Germania, ArabiaSaudita, Regno Unito, Emirati Ara-bi, Canada, Francia, Australia, Spa-gna e Italia. L’Europa, complessiva-mente, ha 35,2 milioni di immigrati,il 3,6% in più rispetto al 2014.Il tradizionale scopo del migrantenon è solo quello di affermarsi per-sonalmente, ma anche di sostenereda lontano la famiglia. Le rimessedei migranti verso i Paesi in via disviluppo ammontano nel 2015 a 432miliardi di dollari, secondo la BancaMondiale, ricorda il Rapporto Cari-tas-Migrantes. Vi andrebbe aggiuntoun altro 50% di questa cifra se sicontassero i flussi non registrati. I

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 24

Testimoni 12/2016 25

liani trattano le donne lavoratricistraniere. Guardare all’immigrazio-ne come fenomeno strutturale, vuoldire guardare anche a queste ingiu-stizie e diseguaglianze che, ricorda ilRapporto, sono elemento caratteriz-zante il mercato del lavoro italiano.Ancora una volta: la lettura del rap-porto ci rivela un’Italia che non co-nosciamo e nella quale prosperanonel silenzio generale vergognose in-giustizie verso le persone più deboli.Chi fa battaglie in loro difesa? Qual-che eroe solitario, quando c’è.

—La scuola

Nell’anno scolastico 2014-2015 glialunni stranieri erano 814.187, il9,2% della popolazione scolastica,11.243 alunni in più (l’1,4%) rispet-to all’anno precedente. Di questi,che chiamiamo “stranieri”, 445.534sono nati in realtà in Italia, quindipiù della metà, e in altri contesti na-zionali sarebbero a tutti gli effetticittadini della terra in cui sono nati.Gli alunni stranieri sono presenti so-prattutto in Emilia Romagna(15,5% del totale degli alunni),Lombardia (14,3), Umbria (14,2),Veneto (13,0), Trentino-Alto Adige(12,1), Liguria (11,8). Pochi al Sud.In Campania, ad esempio, si registra-no solo il 2,2% di alunni stranieri.Alunni stranieri che nel nostro Pae-se, malgrado gli sforzi intelligenti eappassionati di tanti, patiscono unadispersione scolastica ancora troppoelevata. Perdite umane che, come nelmondo del lavoro, mettono in luceprofonde diseguaglianze di fronte al-le quali non possiamo rimanere si-lenziosi e inerti.Il rapporto, come detto all’inizio, hauna seconda, consistente e importan-tissima parte, «Speciale 25 anni», dicui qui non possiamo dare conto, mache mette in luce, accanto ad analisitematiche tutta una serie di esperien-ze positive di costruzione di «culturadell’incontro» nella nostra società enella Chiesa italiana in questo quar-to di secolo. Testimonianze, riflessio-ni, storie altrettanto importanti deidati statistici e delle analisi, e utili so-prattutto per i tanti che ancora sichiedono “cosa possiamo fare”.

Vincenzo Passerini

QUESTIONI SOCIALI

Cominciamo dalla fine, che èl’inizio. Che cosa sente nelcuore una religiosa, un’amica

e sorella quando le giunge la notiziache Isabel è stata assassinata?

La prima cosa è stato lo sconforto,l’abbandono e il vuoto. Un dolorestraziante; e domande sul perché diuna morte così precoce, così violen-ta e assurda...In quei momenti mi sono sentitaprofondamente famiglia e sorellacon tutta la Congregazione; in parti-colare, desideravo stare vicina aquelle compagne con cui abbiamocondiviso generazione e amicizia.Con loro, poco alla volta, il dolore siè tinto di ricordi della sua vita, deimomenti vissuti insieme, di silenzi,pianti e soavi sorrisi; e la pace ha ac-compagnato la tristezza.È ancora necessario il silenzio peraccogliere la morte e l’assenza. È an-cora tempo di “sabato santo”. Tem-po di tacere, di sopportare il dolore

e di accarezzare ciò che abbiamocondiviso insieme. E, in questo vuo-to, molto soavemente, la sua morteillumina la sua vita e la sua vita illu-mina la sua morte.Il Vangelo narra in modo molto bel-lo ciò che credo che molte di noi stan-no vivendo: come con i due discepolidi Emmaus camminiamo tra il dolo-re e la pace, l’assenza e il ricordo; sa-pendo che a un certo momento lamorte ingiusta e assurda illuminerà lanostra vita e la vita di tanta gente cheIsa desiderò accompagnare.

Noi religiosi riteniamo che l’essenzadella nostra missione consista nel do-nare la vita ma quando diventa tantotangibile e doloroso, trova una spie-gazione ciò che è inesplicabile?

Non c’è mai una spiegazione per lamorte, e nessuna morte provocatadalla violenza si giustifica e ha signi-ficato. Nemmeno quella di Isa, né ditanti uomini e donne che ogni giorno

PROFILI E TESTIMONI

Intervista a una consorella di sr. Isabel

“LA SUA VITAFU UN CANTO A DIO”

Una sua consorella, compagna di studi e sua amica inun’intervista ci parla di sr. Isabel Solá Matas, uccisa a Haiti,

il 2 settembre scorso. Descrive le risonanze che questotragico avvenimento ha prodotto nel suo animo e nella

sua Congregazione di Gesù - Maria.1

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 25

Testimoni 12/201626

muoiono a causa della guerra e del-l’odio. L’assassinio di Isa ci ricorda eci rende solidali con la morte di mi-gliaia di persone di cui mai parleran-no i giornali e alcune di loro non sa-ranno nemmeno piante da nessuno.D’altra parte, la morte di Isa è laconseguenza della sua donazione:una donazione che si è realizzataogni giorno, è maturata col passaredegli anni ed è diventata sempre piùprofonda. Dopo il terremoto, Isaoptò chiaramente di vivere con il po-polo haitiano e come il popolo hai-tiano. Per circostanze che ora non èil caso di ricordare, trascorse lunghiperiodi vivendo da sola. E anche al-lora, la sua decisione rimase ferma:«Haiti è la mia casa, la mia famiglia,il mio lavoro, la mia sofferenza e lamia gioia, il luogo dove mi incontrocon Dio» (scritto un mese dopo ilterremoto). Nel marzo di quest’anno, il Giovedìsanto 2016, Isa scrisse una lettera te-stamento per il momento della suamorte. Leggendola, nessuno dubitache stesse vivendo qualcosa di fortee che stesse preparandosi. Il Giovedìsanto la sua vita era già consegnata:“Carissimi tutti: se leggete questo èperché stanno finendo i miei giorni inquesto mondo... Non siate tristi. Seme ne vado troppo presto per voi... èaccaduto quando doveva accadere.Dio lo sa ed è quello che importa. Ilnostro tempo non è il suo tempo. Spe-ro di andarmene almeno facendo ciòche amavo fare, donando la mia vita,amando la mia gente, servendo. Se ècosì, celebratelo, tutto va bene. Sonostata felice e sono stata dove più hosempre desiderato in Africa e poi adHaiti.Seguire Gesù e il suo Vangelo è statala cosa più affascinante della mia vi-ta e ringrazio la mia congregazioneche mi ha aiutato a farlo. Se mi sonoinnamorata pazzamente di qualcunoè stato di Gesù. Perciò state allegri,sono già con Lui... Perdonatemi ciòche vi ho fatto soffrire. A ciascuno ilmio forte bacio, il mio abbraccio in-finito... Ma soprattutto non piangete,vado dove andiamo tutti... solo viprecedo, ok? (Isa, Port au Prince, 26marzo 2016).Alla luce del suo percorso, la mortedi Isa cessa di essere un semplice ac-cidente e si tinge di colori evangeli-

PROFILI E TESTIMONI

la bontà e l’amore di Dio verso tut-ti, specialmente ai bambini e ai gio-vani, e, tra questi, ai più poveri.I compiti sono molteplici: sanità, ac-compagnamento personale, labora-tori sono di aiuto nelle necessità dibase. La cosa più importante: esserecanali di Dio e riflesso del Vangelo.Isa, dopo il terremoto dedicò tutte lesue energie per creare un centro diprotesi per prendersi cura degli am-putati. Non era solo un centro in cuisi offriva loro la capacità di tornaread essere autonomi. Nel centro si ac-compagnava anche tutto il processodi guarigione psicologica e vitale af-finché le persone potessero tornarea vivere.Profondamente educatrice, si dedicòanche all’educazione dei bambini ebambine haitiani, cercando risorseper la ricostruzione delle scuole edei centri di formazione. In questomomento aveva un progetto che laentusiasmava: la costruzione di unascuola nella zona dove vivono incondizioni precarie migliaia di fami-glie, un quartiere in cui Isa lavoravaspesso come infermiera e dove vole-va creare anche un centro di assi-stenza sanitaria.

Tra le priorità della sua congregazio-ne stando all’ultimo Capitolo genera-le troviamo “vivere il perdono, la ri-conciliazione e la guarigione. A voltepensò di poter realizzare questa ne-cessità?

La nostra Congregazione è nata aLione, per opera di una donna, Clau-dina Thévenet che, dopo la Rivolu-zione francese, visse le conseguenzedella violenza sulla propria carne: fu-cilarono due suoi fratelli in sua pre-senza. Nonostante il dolore e la tra-gedia, Claudina scoprì Dio comebontà compassionevole. Malgrado ilterrore sperimentò che il perdono ri-sana e distrugge le spirali della vio-lenza. Fortemente radicata in questaesperienza di vita, la sua esistenza sitrasformò in un donazione al servi-zio della riconciliazione e della gua-rigione.In questo momento della storia, l’o-rigine carismatica della nostra istitu-zione ottiene una forza nuova. Mi li-mito a ricordare che sr. Monica Jo-seph, superiora generale ci scriveva

ci. Ci ricorda che la nostra opzioneper i più deboli della terra è radica-le e seria; che nella sequela di Gesùnon ci mancano le gioie, gli incontrie la vita in abbondanza, ma che sulcammino di Gesù esistono anche ladiscordia, il conflitto e la morte.

Isabel Solá, per quanto veniamo a sa-pere, è la testimonianza di una perso-na entusiasta della vita, che cerca e ri-crea la vita. È il momento dei ricordi:quali tratti della sua personalità sonoi più rimarchevoli?

Una chitarra, una macchina fotogra-fica, dei sandali e una croce. E l’im-mensità del mare riflesso nei suoi oc-chi. Così era Isa. Una donna piena divita e amante della vita, che sapevagodere con gli amici, con la famigliae con la natura, specialmente con ilmare. Una donna appassionata epiena di gioia; di molte relazioni, eallo stesso tempo, tremendamenteindipendente; con uno sguardo at-tento e una raffinata sensibilità, ca-pace di cogliere la bellezza e la sof-ferenza.Una donna apparentemente fragilee con una forza e resistenza enormi;tenace in ciò che vedeva, creativanelle azioni, instancabile nelle ricer-che. Donna appassionata di Gesù,scoperse la chiamata non solo a ser-vire le persone maggiormente sfavo-rite, ma a vivere con e come loro. Lasua esperienza di Dio fu purificataattraverso gli avvenimenti; la soffe-renza ha plasmato il suo significatodella vita: “vivere per gli altri”. La sua vita fu un canto a Dio e allavita: ha celebrato la bellezza, hapianto di fronte alla sofferenza, hadesiderato camminare seguendoGesù e oggi la sua vita e la sua mor-te ci parlano di Vangelo e di Amore.

La sua destinazione ad Haiti costituìun momento speciale nel suo percor-so di consacrata. Ci racconti che co-sa offre la Congregazione in Haiti eche cosa stava facendo Isabel.

Le religiose di Gesù-Maria si trova-no ad Haiti dal 1997. Attualmente citroviamo a Puerto Príncipe, a JeanRabel e Gros Morne. In questi treluoghi le religiose, i volontari e col-laboratori desiderano portare a ter-mine la nostra missione: comunicare

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 26

Testimoni 12/2016 27

In un tempo di tanta pianificazione eorganizzazione, la vita consacratanon è forse un invito a tutti noi di ri-tornare a rileggere e vivere la frasedel Vangelo “una cosa sola ti manca...dare tutto?”.

Uno dei canti che Isa compose dagiovane riprendeva alla lettera San-ta Teresa: “A chi ha Dio nulla man-ca, tutto passa, Dio solo basta...”.Questa frase senza dubbio ha susci-tato vita in lei col passare degli anni.Gli stessi haitiani dopo il terremotole hanno insegnato a viverlo. Ci scri-veva: «Essi sono stati una lezione, unavvicinamento più profondo a Dio,ad essi resta solo Dio e a lui si abban-donano!».Per Gesù, la morte è sorgente di vi-ta, chi la perde la guadagna e il gra-no di frumento che cade in terra por-ta molto frutto. Avvenimenti comequesto tornano a radicare la vita re-ligiosa in ciò che è più originale enella sua essenza: la donazione libe-ra e radicale, secondo lo stile di Ge-sù; il servizio evangelico ai più svan-taggiati, l’invito ad essere e a starecon loro e ad essere memoriale diGesù alleviando la sofferenza eamando senza misura. La vita reli-giosa è chiamata anche ad essere se-gno vivo dell’abbandono radicale aDio e al suo spirito, espressione vivadi svuotamento per essere canali delsuo amore. Donazione senza misuraall’umanità sofferente; fiducia e ab-bandono in Colui che ci abita e ci

dopo la morte di Isa: “Isa è morta acausa della violenza. Abbiamo duepossibilità davanti a noi.... Entrare inquesto circolo vizioso della violenzaoppure come Claudina (nostra fon-datrice) perdonare – lei fu testimonedella morte non di uno ma di due suoifratelli allo stesso tempo. Facciamo inmodo che questa sia una opportunitàper essere positive e perdonare e sce-gliere vie e mezzi, come Claudina, ri-volti alla guarigione e alla riconcilia-zione nel nostro mondo ferito e vio-lento. Non è accidentale, che in questomomento della storia come Congre-gazione ci troviamo di fronte a mortiprovocate, stupri, furti e assassini epertanto partecipiamo alla croce diCristo (Roma, 4 settembre 2016).

La vita donata della nostra sorellanon è un evidente messaggio per unasocietà stanca?

La morte di Isa e il ricordo della suavita hanno fatto il giro del mondo. Imezzi di comunicazione e le reti so-ciali se ne sono fatti eco in modo sor-prendente. Isa non è stata niente dieccezionale; come tutti aveva le sueluci e le sue ombre, i suoi valori e lesue debolezze.... Perché tanta eco difronte alla sua morte? Perché tanteparole sulla sua vita? In una societàa volte annoiata e senza molto oriz-zonte, non sarà forse che abbiamotutti bisogno di persone che ci ricor-dino il vero significato della nostraesistenza?

Davanti a tante notizie di violenza ecorruzione non abbiamo forse biso-gno di riorientare il nostro sguardoper scoprire i segni di donazione disolidarietà che ci sono d’intorno?In una società che cerca di venderci“valori liquidi” e passeggeri non ab-biamo forse fame di parole e gesti checi parlino di fedeltà e autenticità?

Come crede che il passaggio alla Vitadi Isabel rivitalizzerà la nostra vitaconsacrata?

Isa commenta in una delle intervisteche le feci dopo il terremoto: “ Il si-sma ha messo alla prova la fede e lasolidarietà del popolo haitiano e am-bedue ne sono uscite rafforzate”.Credo che siano parole che potreb-bero ben dirsi di fronte alla morte diIsa: volesse il cielo che la nostra fedee la nostra solidarietà fossero più so-lide e profonde dopo questo avveni-mento.Il Mistero pasquale di morte e risur-rezione, non fu solo di Gesù ma con-tinua a realizzarsi nelle persone chesono vissute come lui e che ora stan-no con Lui. La vita di Isa, la sua do-nazione e il suo amore non si perdo-no, si trasformano e sono diventateparte della grande corrente di amo-re che sostiene e imprime fonda-mento alla nostra vita. E noi dobbia-mo solo disporci ad accogliere que-sta corrente di Vangelo e lasciarcicondurre da essa.

PROFILI E TESTIMONI

Parlando di sacro commercio, non intendo alludereironicamente alle finanze vaticane, né alle banche

cattoliche, né tanto meno al traffico delle Indulgenze eneppure all’organizzatissimo commercio prenatalizioche, tutto sommato, dà ossigeno ad un’economia sta-gnante.

Sacro è quel commercio che, rompendo le invalicabilibarriere doganali fra cielo e terra, apre una inedita esconvolgente storia di collaborazione e di scambi.

Sacro è quel commercio che ha permesso ai cieli di farpiovere il Giusto e alla terra di far germogliare il Sal-vatore.

Sacro è quel commercio di sentimenti dove la monetapiù pregiata negli scambi è quella che ha il più alto tas-so di copertura aurea dell’amore, perché favorisce un

clima di benevolenza e di pace, che non umilia nessu-no ed è alla portata di tutti.

Sacro è quel commercio che lascia spazio anche all’e-conomia del dono disinteressato dove chi non ha diche vivere, non muore di fame e chi non ha casa trovaaccoglienza.

Sacro è quel commercio di parole natalizie, quandoscambiandoci gli auguri intendiamo dirci: Coraggio,sempre avanti, niente paura! perdoniamoci e portiamoi pesi gli uni degli altri, come ha fatto il Signore il qua-le ci garantisce che, oltre a tutto, questo è il miglior in-vestimento delle nostre risorse che ci è dato fare inquesto Natale.

Piergiordano Cabra

Il sacro commercio

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 27

Testimoni 12/201628

conduce. Che cosa dobbiamo fareper essere fedeli a questa chiamata?Oggi torniamo a chiedere: “Maestrobuono che dobbiamo fare per avereVita?”, e la risposta risuona con for-za: “Ti manca solo una cosa: va’ ven-di quello che hai e dallo ai poveri;così avrai un tesoro in cielo. Poi vie-ni e seguimi”. Nonostante tanta pia-nificazione, d’altronde urgentemen-te necessaria, la morte di Isa ci ricol-loca nell’opzione fondamentale e cichiede profonda fedeltà e coraggio.

Per concludere, gridi con l’amore e lasoavità della parola: perché la vita re-ligiosa è una vita felice?

Viviamo per amare. Questo è il si-gnificato ultimo della nostra esisten-za, ciò che ci conduce alla pienezza eci rende profondamente felici. Que-sto è il messaggio del Vangelo, e ilmessaggio ultimo di tutte le religio-ni e spiritualità. Ciò che ci vienechiesto è di sapere trovare la nostrastrada per essere canali di questoAmore. La vita religiosa è uno diquesti, il mio e di molti uomini edonne che abbiamo incontrato, inquesto genere di vita, la nostra viaalla felicità.Anzitutto è una vita felice perché èuna vita scelta liberamente. Ed èun’elezione che scaturisce dall’amo-re, dall’esperienza di sentirsi forte-mente regalati e amati da Colui checi sostiene e ci abita. Questa espe-rienza è un dono che orienta la vita ele conferisce uno splendore speciale.Rileggendo la mia vita, dopo 27 an-ni, posso dire che la vita religiosa miparla di orizzonti e di cammini, di ri-cerche e di incontri. Mi parla di unavita con altri, intrecciata con la sof-ferenza della gente, aperta a condivi-dere la festa e la gioia, facendo espe-rienza di fraternità e di condivisionedella mensa. E col passare degli an-ni, mi parla sempre più di Presenzanel silenzio, di umiltà, di abbandonoe di fiducia. E tutto questo... ha il sa-pore della felicità...

1. L’intervista è stata effettuata da Luis A.Gonzalo, direttore della rivista spagnola Vi-da Religiosa, ed è stata pubblicata nel nume-ro di ottobre 2016 pp. 3-11.

PROFILI E TESTIMONI

Itesti biblici e liturgici del Natalesono un prezioso antidoto con-tro lo svuotamento che questo

tempo dell’anno liturgico rischia co-stantemente di subire a causa delprevalere delle logiche da una partedevozionali dall’altra consumistichecon il quale la nostra società è por-tata a viverlo. Torniamo sempre allaBibbia e alla liturgia per lasciarciraccontare quel mistero che cele-briamo nel tempo natalizio.In particolare quest’anno, in cui cifarà da guida il primo evangelista(anno A), potremo seguire i raccon-ti dell’infanzia secondo il Vangelo diMatteo, a partire anche dall’uso cheil lezionario liturgico fa di questi te-sti. L’evangelista Matteo, dopo la ge-nealogia (Mt 1,1-17), che costituiscecome un prologo dei racconti dell’in-fanzia, prosegue la sua narrazionecon cinque episodi (annuncio a Giu-seppe, i magi, la fuga in Egitto, la

strage dei bambini, il ritorno dall’E-gitto), tutti segnati da una citazionedi compimento (Mt 1,22; 2,5; 2,15;2,17; 2,23). La citazione di compi-mento, una caratteristica propria diMatteo, sottolinea come tutto ciòche accade è secondo la Parola diDio e la sua promessa.

—Un Diofedele

Il primo episodio che incontriamonel Vangelo di Matteo riguardante iracconti dell’infanzia è la genealogia(Mt 1,1-17). Nel lezionario liturgicoquesto brano viene proclamato perintero il 17 dicembre, all’inizio delleferie maggiori dell’Avvento, e nellaMessa vespertina nella vigilia. La li-turgia utilizza questo testo quindi insituazioni di attesa, per inserire l’e-vento dell’incarnazione nel contestopiù ampio della storia della salvezza.

LITURGIA

Il mistero del Natale

IL SOGNODI DIO

In quest’anno, in cui ci farà da guida il primo evangelista(anno A), potremo seguire i racconti dell’infanzia secondo

il Vangelo di Matteo, a partire anche dall’uso che illezionario liturgico fa di questi testi.

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 28

Testimoni 12/2016 29

Si tratta di un aspetto moltoimportante, da non dimenti-care, se si vuole comprendereil Natale nella sua dimensio-ne più autentica.Il testo della genealogia spes-so viene letto frettolosamen-te, con un tono che potrem-mo dire “rassegnato”. Addi-rittura a volte si fa la scelta diometterlo considerandolo, atorto, un testo arido e privo diinteresse per chi lo ascolta, acausa della sua monotonianella ripetizione di una lungaserie di nomi. In realtà si trat-ta di un testo molto bello, chel’evangelista Matteo scrive con mol-ta cura per i particolari. Quella lun-ga serie di nomi, il cui monotono sus-seguirsi è parte integrante dell’an-nuncio, nasconde in sé un grandemessaggio, grazie ad alcuni partico-lari che non ci devono sfuggire. Que-sto testo ci dice innanzitutto chel’apparente monotonia del susse-guirsi delle generazioni umane è abi-tata dalla novità sempre inedita diDio. È nella storia apparentementemonotona e scontata dell’umanitàche il Dio della rivelazione ebraico-cristiana si rivela.La genealogia è suddivisa in tre par-ti, ognuna delle quali, stando a ciòche afferma l’evangelista, sarebbecomposta da quattordici generazio-ni. In realtà se andiamo a contare daquante generazioni è costituitaognuna delle tre parti, possiamo no-tare che la dichiarazione di Matteonon corrisponde a verità. Perché al-lora dichiarare che la genealogia delMessia è costituita da tre blocchi diquattordici generazioni ciascuno?Che valore ha per Matteo il numeroquattordici? In ebraico la somma delvalore numerico delle lettere checompongono il nome “Davide” (dvd/ 4+6+4) è appunto di quattordici.L’Evangelista vuole dirci che la pro-messa fatta a Davide attraversa tut-ta una storia fatta di momenti lumi-nosi, ma anche di grandi contraddi-zioni e catastrofi. Basti pensare altragico momento della deportazionein Babilonia o alla lunga serie di reche non hanno agito in conformitàalla Legge del Signore. Ebbene an-che quando la promessa di Dio sem-brava essersi persa e spenta tra le

LITURGIA

pieghe contorte della storia umana,in realtà essa continuava il suo invi-sibile cammino. È un grande annun-cio di speranza: la fedeltà di Dio nonviene mai meno anche quando ai no-stri occhi sembra persa ogni speran-za. Una lunga serie di nomi introdot-ti dal verbo attivo “generò” alla fineconosce un brusco cambiamento. Sipassa improvvisamente dall’attivo alpassivo: «Giacobbe generò Giusep-pe, lo sposo di Maria, dalla quale ènato (let.: è stato generato) Gesù,chiamato Cristo» (Mt 1,16). La storiaumana non avrebbe potuto da solagenerare il Messia; solo un interven-to gratuito e libero di Dio permettealla storia dell’umanità di generarel’insperato. Questo è un primo an-nuncio del Natale che la genealogiasecondo Matteo ci presenta: la fe-deltà di Dio. In Gesù Dio confermala sua fedeltà al suo popolo e all’in-tera umanità.

—Diocon noi

Subito dopo la genealogia troviamol’episodio dell’annuncio a Giuseppee uno stringato riferimento alla na-scita di Gesù (Mt 1,18-25). Matteo, adifferenza di Luca che sottolineamolto il ruolo di Maria, lascia moltospazio nella sua narrazione alla figu-ra di Giuseppe. È lui che appartienealla casa di Davide ed è lui che rico-noscendo e dando il nome al figlio diMaria garantisce l’appartenenza diGesù alla stirpe davidica. Nel lezio-nario liturgico questo testo viene uti-lizzato il giorno di Natale nella Mes-sa vespertina nella vigilia, unito alla

genealogia (Mt 1,1-25). Il te-sto viene letto inoltre privodel v. 25 nella IV Domenicadi Avvento dell’anno A e il18 dicembre nelle ferie mag-giori dell’Avvento.In questo testo emerge un te-ma fondamentale dell’interoracconto di Matteo che creauna inclusione tra l’inizio e lafine del primo Vangelo: ilDio con noi. Una delle cate-gorie bibliche principali percomprendere l’incarnazionee il ministero di Gesù secon-do Matteo consiste nel fattoche in lui Dio si è mostrato

come l’Emmanuele, il “Dio con noi”.Questo annuncio nel contesto delracconto dell’annuncio a Giuseppeavviene tramite la citazione di com-pimento di Isaia: «Ecco: la vergineconcepirà e partorirà un figlio, chechiamerà Emmanuele» (Is 7,14). Iltema del “Dio con noi” tornerà allafine del Vangelo nelle parole del Ri-sorto ai suoi discepoli: «ecco, io sonocon voi tutti i giorni, fino alla fine delmondo» (Mt 28,20).L’Emmanuele non è un concetto, ma

La Bibbia dei miei

primi passi

BETHAN JAMES - ESTELLE CORKE

Gradevolmente illustratoe dal linguaggio semplice

adatto a bambini dai 3 ai 9anni, il volume racconta leprincipali storie della Bibbia.«LA PAROLA ILLUSTRATA» pp. 26 - € 6,90

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 29

Testimoni 12/201630

Nel lezionario liturgico questo testoviene letto nella Solennità dell’Epi-fania. In questa narrazione gli ele-menti che possiamo sottolineare ri-guardo al senso del Natale secondoMatteo sono la presenza di duegrandi elementi: la stella e la Scrittu-ra.I misteriosi personaggi protagonistidi questa narrazione vengono guida-ti all’incontro con il Messia che è na-to da due elementi: la stella e leScritture sante di Israele. Il lorocammino inizia grazie ad una stellache li guida (Mt 2,2.9). Si tratta di unelemento del creato che guida all’in-contro con Dio. Tuttavia questo ele-mento da solo non è sufficiente, oc-corre che siano le Scritture di Israe-le (cf. Mi 5,1) ad indicare loro il luo-go della nascita del Messia.

una storia concreta di un popolo chenelle sue travagliate vicende ha sem-pre sentito la costante presenza delsuo Dio. È un aspetto significativoanche per noi che spesso siamo ten-tati di spiegare Dio. Matteo ci an-nuncia invece che la presenza di Diosi può solo narrare, raccontare, testi-moniare. Una presenza che per po-ter essere comunicata va sperimen-tata e successivamente narrata. Ge-sù, l’Emmanuele è appunto colui checi narra il volto di Dio non attraver-so concetti, ma attraverso la sua vitanella quale Matteo, la sua comunitàe noi sperimentiamo la presenza diDio.In questo senso possiamo vedere co-me l’annuncio di questa pagina delVangelo di Matteo non sia semplice-mente la narrazione di un fatto del

passato – caratteristica che riguardatutti i vangeli dell’infanzia – ma unannuncio sempre attuale per la co-munità circa il suo rapporto con ilCristo Signore che rimane per essa ilmodo permanente nel quale speri-mentare la presenza di Dio. Noi cheleggiamo oggi queste pagine delVangelo di Matteo ascoltiamo nonsemplicemente un fatto del passato,ma come Dio oggi sia «con noi». Pas-sato (storia di Gesù) e presente (vi-ta delle comunità) sono strettamen-te legati tra di loro.

—Le Scritturee la stella

Il secondo episodio del “pentateu-co” matteano dell’infanzia è costitui-to dalla visita dei magi (Mt 2,1-12).

LITURGIA

Gëzuar Krishtlindjet (

La sostanza della storia è vera.I dettagli no.

È il dicembre 1992. Lui si chiama Endrit, lei si chiamaLeda. Sono arrivati in Italia il mese scorso, con una bam-bina in braccio e una (si saprà ad aprile che è femmina)in grembo. Nela, la bambina, ha la carnagione pallidis-sima, a differenza del padre. Lui è atletico, è stato anchegiocatore professionista. Nela, invece, si porta dalla na-scita una grave malformazione cardiaca. «Qui in Alba-nia non possiamo operare Nela. Neanche il miglior ospe-dale ha le apparecchiature per farlo. Non fidatevi di chivi fa promesse diverse: sta solo cercando di prendervitutto quello che avete, perché è chiaro che per Nela sare-ste disposti a tutto». Diceva loro così un compagno discuola di Leda, che era riuscito a diventare medico.Erano passati ormai 15 mesi e più dall’attracco della na-ve Vlora, con il suo peso di 20.000 anime negate in cer-ca di futuro. Arben, amico di Endrit, era saltato sul mo-lo di Bari come su un purosangue, senza saper cavalca-re, ma con la disperazione negli speroni e la speranzanelle briglie. Era arrivato a Trento “fuori sacco”. La rac-colta delle mele e la vendemmia gli avevano aperto unospiraglio.Endrit chiama Arben e gli racconta di Nela. Per quei me-ravigliosi spiragli che si aprono ogni tanto nella sorte,Arben, che aveva trovato aiuto e simpatia in Caritas, rie-sce a richiamare l’attenzione dell’organizzazione sul ca-so, ancor più toccante nei dintorni del Natale.Endrit, Leda e Nela possono venire in Italia con un per-messo di soggiorno per motivi sanitari. Nela viene ope-rata al cuore. Tutto bene. Tutti bene. I medici sono orgo-gliosi, i genitori fiduciosi. Nela viene dimessa... la moti-vazione del permesso di soggiorno cade... anche la fidu-

cia dei genitori cade. «Come potremo fare i controlli, ne-cessari a Nela? Non possiamo permetterci un viaggioogni volta!». Tanto più che Leda è al quinto mese.Qualcuno si prodiga con “le carte”, ma a ridosso del Na-tale – si sa – i motori della società sono tutti impegnati afar girare il commercio,e la burocrazia “si riposa” un po-co.Un amico del chirurgo che ha operato Nela si offre: «Ve-nite a stare da me, in questi giorni di Natale. E speriamoche poi “le carte” possano arrivare con la Befana!».Endrit e Leda non sanno cos’è la Befana. Nemmeno co-sa sia il Natale, se è per questo. Lui aveva quel tanto dianni sufficiente a trovarsi stampata nella memoria l’im-magine di un episodio al quale aveva assistito senza ca-pire. Al suo paese, avevano “impiccato” il campanile del-la vecchia chiesa e consegnato l’altro cappio della funeagli artigli di una ruspa, che l’aveva tirato a terra per poiaccanirsi contro le pareti, chiuse attorno a uno spazio di-ventato inutile perché proibito all’accesso.Si stava bene nella casa italiana. Potevano condurre lagiornata senza disturbare, perché godevano di un appar-tamentino parzialmente indipendente. Un lusso, al qua-le dovevano resistere dal farci l’abitudine. Dalla finestralui poteva vedere, pronunciarsi sopra i tetti non moltolontano, una torre con una specie di cipolla in alto e – so-pra – una croce; un’immagine che gli risvegliava ricordidi funi, di ruspe, di demolizione. Niente piacevole.Dopo un Natale mai-stato-così, la famigliola si ritrova aSan Giovanni – il 27 quell’anno è domenica – padronadi casa. «Noi andiamo su in valle a trovare i nostri geni-tori. Vi abbiamo lasciato il pranzo e la cena tra il frigo-rifero e il forno. Non aprite a nessuno! E, per favore, nonuscite di casa. Non vorremmo trovarci delle storie, chenon sarebbe bene neanche per voi!».

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 30

Testimoni 12/2016 31

Questo testo aggiunge un altro fon-damento al modo di vivere oggi ilNatale. Non è possibile incontrare ilDio con noi senza avere tra le manile Scritture. Gesù è la Parola stessadi Dio che si fa nostra carne e solo leScritture sono il luogo nel quale laParola di Dio può oggi raggiungerela nostra vita e porre la sua tenda inmezzo a noi. Certo dobbiamo la-sciarci interrogare e guidare anchedalla natura, dalla vita umana, manon possiamo giungere all’incontrocon la Parola di Dio per noi, se nonattraverso le Scritture.

—Un Diosolidale

Il terzo episodio è la fuga in Egitto(Mt 2,13-15). Nel lezionario liturgico

LITURGIA

il racconto della fuga in Egitto vieneproposto nella Festa della S. Fami-glia dell’anno A e il 28 dicembre,unitamente all’episodio seguentedella strage degli innocenti.Ci guida alla comprensione di que-sto testo la citazione di compimentodi Os 11,1: «dall’Egitto chiamai miofiglio». Il riferimento al testo profe-tico ci guida nel creare un legame tral’episodio della fuga in Egitto e l’e-vento dell’Esodo. In fondo questoracconto ci dice che Gesù ha dovuto,prima di essere salvatore, essere unsalvato. Nel testo di Osea, Dio chia-ma suo figlio il popolo, nel brano delVangelo di Matteo invece ci si riferi-sce a Gesù: «Matteo ritiene che ilrapporto filiale del popolo di Diovenga ora riassunto in Gesù che rivi-ve nella propria vita la storia di que-

sto popolo» (R. E. Brown). Gesù,proprio in questa sua veste di rap-presentante dell’intero popolo diDio, deve ripercorrere le strade cheil popolo ha percorso nell’infedeltà,per pronunciare un “sì” divino suquelle medesime strade, per trasfor-mare “il deserto in sorgenti d’acqua”(cfr. Is 41,18). Si rivela un altro vol-to del Dio che in Gesù si manifesta,la sua solidarietà con l’umanità.

—Diodella storia

Il quarto episodio è costituito dallastrage degli innocenti (Mt 2,16-18).Nel lezionario liturgico troviamoquesto testo il 28 dicembre, nella fe-sta dei Ss. Innocenti. La citazione dicompimento a cui fa riferimento l’e-

t (Buon Natale)

La giornata è fredda ma luminosa. Fuori dalla finestrail campanile è sempre lì. Qui non lo tirano giù. Oggi sistaglia a sbalzo contro il cielo terso. Alle 10, poco dopoche i “signori” sono partiti, dal campanile arriva netto unsuono che per la prima volta cattura l’attenzione di En-drit e Leda insieme. «Cosa vorrà dire questo suono?»,domanda lei. «E perché non andiamo ... a vedere? C’èuna giornata splendida! E poi, vedi per strada? ci sonotutte quelle decorazioni, luci che restano accese anche digiorno... Forse queste cose non potremo più vederle...».Decidono l’azzardo. Camminano intimoriti per strada.Per orientarsi, fissano il campanile: è sempre lì. Alle10:30 suona di nuovo, quasi fosse per loro, per indicarela strada. Arrivano alla piazza davanti alla chiesa. C’è unabete in mezzo alla piazza, decorato di luci. Qualche pu-pazzo di neve: quelli c’erano anche in Albania.Si infilano nel portone della chiesa dietro qualcuno cheva lesto, forse per il freddo (o forse per il ritardo, direm-mo noi). Il coro sta ancora cantando una melodia tantotradizionale per gli esecutori quanto inedita per i tre“clandestini”. Sul fondo, contro l’abside, sopra l’altare, una pala gigan-tesca riproduce un uomo, vestito solo di un perizoma,appeso a una croce. Ai piedi, disperati, un giovane e unadonna. Vicino all’entrata, sul fianco, c’è come un plasti-co, che riproduce la vita di un villaggio di campagna; alcentro, un stalla più grande delle altre costruzioni. Inquella stalla, un bambino, vestito solo di un perizoma, eal suo fianco, lieti, un uomo e una donna.Endrit dice sottovoce a Leda: «Vedi quella croce sullaquale è appeso quell’uomo? Non è come quella in cimaalla “torre”?». E Leda: «Ma questo “plastico”, non somi-glia a quello che hanno in casa i “signori”? La signorami ha detto che così è nato il Figlio di Dio». «Che sia lo

stesso che poi è morto giovane su una croce? ...Il Figliodi Dio nato in una stalla e morto su una croce???». «Chissà – dice Leda – magari, se suo padre è Dio, puòcapire chi nasce povero e rischia di morire giovane. Co-me la nostra Nela...».«Senti come gli parlano forte questi! Dici che se noi glidiciamo qualcosa sottovoce ci ascolta? Capirà anchel’albanese?».«Penso che se è Dio, capisce tutte le lingue... e se quelloè suo figlio, capisce tutti».Mentre Nela cerca di toccare le statue del presepe, Endrite Leda mormorano alcune parole, condite in qualche la-crima. Nela manda bacini, cosa che non era solita fare.Escono quando la gente in chiesa si mette a sedere ... eloro in piedi, in fondo alla chiesa, diventano improvvi-samente troppo visibili. Tornano lentamente verso “ca-sa”, senza parlare per non farsi “riconoscere”.Sulla soglia di “casa”, il chirurgo che aveva operato Ne-la. Sono spaventati e imbarazzati, perché avevano tra-sgredito la consegna...«Buongiorno! Mirdita! Sapevamo che eravate qua, manon ci apriva nessuno... Dovete venire via subito con me.Un mio collega di Milano vuol vedere Nela domani stes-so, finché c’è posto. Ha una casa di cura e vi ospiterà lì».«Non dovevamo aprire a nessuno... Che diranno i “si-gnori” adesso?».«Meno male che siete usciti, allora! Parlo io col mio ami-co. Lo chiamo subito, guarda. Venite, andiamo».Endrit oggi, vent’anni dopo, fa il cantiniere e Leda la do-mestica. Nela frequenta l’università e la sorellina è natasana. Non è stato facile, non è facile. Ma è. Come il Na-tale.

Marcello Matté

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 31

Testimoni 12/201632

pisodio è tratta da Geremia (Ger31,15). Matteo inserendo questa ci-tazione che rimanda non al contestodella schiavitù in Egitto, ma a quel-lo dell’esilio, l’altra grande sciagurache ha colpito il popolo di Dio, ciannuncia che Gesù si pone in conti-nuità con «le due più grandi manife-stazioni del potere salvifico diYHWH» (R. E. Brown). Infatti la li-berazione dall’Egitto, a cui fa riferi-mento l’episodio precedente, e il ri-torno dall’esilio sono proprio que-sto: le più grandi manifestazioni del-l’amore di Dio per il suo popolo; inesse Israele ha sperimentato la pre-senza di un Dio che camminava conloro. Gesù è ora il luogo nel quale lacomunità cristiana può continuare afare quella medesima esperienza.L’annuncio del Dio con noi non èqualcosa di astratto o di puramenteinteriore, ma riguarda la concretastoria dell’umanità e le sue trava-gliate vicende. Il Dio di Gesù è ilDio della storia.

—Un Diodei sogni

L’ultimo episodio è il ritorno dall’E-gitto (Mt 2,19-23). Questo episodionel lezionario liturgico viene lettonella festa della S. Famiglia dell’annoA. Troviamo qui l’ultimo dei sogniche costellano i racconti dell’infan-zia nel Vangelo di Matteo. Nel primoEvangelista la nascita di Gesù è ac-compagnata da una serie di sogniche rendono possibile l’impossibile eche permettono ad una storia appa-rentemente senza vie di uscita di an-dare avanti e di realizzarsi.Il Dio che si rivela nei racconti del-l’infanzia è il Dio dei sogni. Anchequesta è una caratteristica fonda-mentale dell’incarnazione e del Na-tale. Il mistero dell’incarnazione ciannuncia che Dio ha un sogno sull’u-manità che nessuno può ostacolare efermare. Gesù è il sogno di Dio chesi è realizzato e che attende di realiz-zarsi oggi nella vita della Chiesa enell’esistenza di ogni uomo e donna.Il Natale per Matteo è la festa deisognatori che, come Giuseppe, sannofare proprio il sogno di Dio.

Matteo Ferrari,monaco di Camaldoli

LITURGIA

«Tutti siamo chiamati (…)ad essere “pontefici”,costruttori di ponti. Il

nostro tempo richiede comunionenel rispetto delle diversità». Conqueste parole, rivolte ai partecipantial Convegno internazionale per vica-ri episcopali e delegati per la vitaconsacrata organizzato dalla Con-gregazione per gli Istituti di vita con-sacrata e le Società di vita apostoli-ca, papa Francesco esorta i presentiad amare la vita consacrata cercandodi conoscerla sempre più in profon-dità. «Costruite mutue relazioni apartire dall’ecclesiologia di comu-nione, – ha detto – dal principio del-la coessenzialità, dalla giusta autono-mia che compete ai consacrati». Le “mutue relazioni” sono un argo-mento complesso, che coinvolge ve-scovi e consacrati in un cammino direciprocità e di delicati equilibri. Intale contesto si inseriscono i vicariepiscopali e delegati per la vita con-

sacrata, che svolgono la funzione dipromozione e animazione della vitaconsacrata, allo scopo di favorire epromuovere una feconda comunio-ne ecclesiale all’interno della Chie-sa particolare. Per riflettere sull’ar-gomento la CIVCSVA ha organiz-zato a Roma, dal 28 al 30 ottobre2016, presso l’Auditorium dell’Uni-versità Pontificia Antonianum, unConvegno internazionale per vicariepiscopali e delegati per la vita con-sacrata. Vicari e delegati – convenuti da ogniparte del mondo – sono stati accoltidalle parole del cardinale João Brazde Aviz, Prefetto del Dicastero per lavita consacrata, che ha ricordato ilruolo di promozione della vita con-sacrata da parte della CIVCSVAsottolineando come ultimamente,nel corso delle visite ad limina, si siamolto insistito sull’ecclesiologia dicomunione, sulla coessenzialità deidoni carismatici e gerarchici e sul-

VITA DELLA CHIESA

Convegno vicari episcopali e delegati per la VC

COSTRUTTORIDI PONTI

I vicari episcopali e delegati per la vita consacratasvolgono la funzione di promozione e animazione della

vita consacrata all’interno della Chiesa particolare. Ad essispetta il compito di costruire mutue relazioni a partire

dall’ecclesiologia di comunione.

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 32

Testimoni 12/2016 33

l’importanza di offrire corsi sullateologia della vita consacrata nei se-minari e nei centri studi del clerodiocesano.

—Un camminodi comunione

L’ecclesiologia di comunione si puòrealizzare quando ognuno, consape-vole del proprio ruolo, ne accogliediritti e doveri. A evidenziarlo è sta-to p. Gianfranco Ghirlanda, SJ, par-lando degli aspetti giuridici che ri-guardano la cura e la vigilanza delvescovo sugli Istituti di vita consa-crata. Promozione e custodia da par-te del vescovo verso le diverse formedi vita consacrata; accoglienza, dialo-go, comunione da parte dei consa-crati devono caratterizzare il rappor-to tra Pastori - responsabili dell’atti-vità pastorale nella diocesi - e consa-crati, chiamati a svolgere la loroazione apostolica nella Chiesa parti-colare.Parlando a proposito dell’azioneapostolica che i consacrati sono chia-mati a svolgere in diocesi, sonoemerse interessanti sottolineature. P.Ghirlanda si è soffermato a spiegareil rapporto tra vescovo e consacratiappartenenti alle diverse forme divita consacrata (religiosi e religiose,Società di vita apostolica, Istituti se-colari, eremiti e vergini), ricordandoche «l’azione apostolica, da eserci-tarsi a nome della Chiesa e per suomandato», deve essere «condottanella comunione con la Chiesa» (cf.c. 675 § 3).L’immagine di una Chiesa in “uscitamissionaria”, edificata nella “misticadel vivere insieme”, è stata oggettodella relazione di sr Nicla Spezzati,ASC, sottosegretario della CIVC-SVA, che ha offerto una lettura delcammino che la vita consacrata stacompiendo per individuare alcunipunti di convergenza nelle Chieseparticolari alla luce dell’ultimo ma-gistero conciliare e del magistero dipapa Francesco e assumere l’invito acrescere nella comunione missiona-ria come processo di relazione fe-conda. È necessario, a tal fine, vive-re autentici rapporti di comunione evalorizzare i diversi carismi che in-sieme, compongono e arricchisconola Chiesa.

«La funzione di colui che presiedenella carità la Chiesa particolare –ha spiegato il sottosegretario – cioèla persona del vescovo e in formadelegata del suo vicario, sarà quelladi essere facilitatore di questa mul-ti-relazionalità, capace di tessere eritessere legami buoni, edificando lacomunità attraverso un attento lavo-ro di discernimento e un coinvolgi-mento di tutti». Tutti i consacrati so-no chiamati a collaborare senza pau-ra delle differenze di carismi, chenon sono un attacco all’unità, ma«infinita possibilità di vivere insiemela trasformazione missionaria dellaChiesa». «Nella Novo millennioineunte – ha concluso sr. Spezzati –san Giovanni Paolo II invita all’im-pegno di coltivare e dilatare gli spa-zi della comunione giorno per gior-no e ad ogni livello, nel tessuto del-la vita di ciascuna Chiesa. La comu-nione missionaria può essere unaproposta vitale, un percorso condivi-so, uno spazio efficace per tale cre-scita».Un aspetto molto importante dellacura pastorale del vescovo è il di-scernimento che è chiamato a farenel riconoscere nuovi doni di vitaconsacrata. P. Leonello Leidi, capoufficio della Congregazione, ha mes-so in luce i criteri di carattere teolo-gico e giuridico, utili all’opera di di-scernimento, di accompagnamento edi riconoscimento ecclesiale di talidoni e ha toccato le problematicherelative all’invecchiamento e alla ri-duzione numerica dei membri, finoall’estinzione, con riferimento aquanto previsto dal Codice circa al-cune fattispecie come la fusione, l’u-nione e la soppressione e alla prassidel Dicastero. Incontro, dialogo e rispetto: con que-ste parole mons. José RodríguezCarballo, ofm, arcivescovo segreta-rio CIVCSVA ha delineato il cam-mino delle mutue relazioni. «Le Mu-tuae relationes – ha sottolineato –hanno luogo solo dove c’è un auten-tico incontro tra persone o gruppi dipersone, lì dove le persone si rispet-tano reciprocamente, dialogano conumiltà e in spirito di fraternità». Suquesta base si superano i conflitti traesenzione e giusta autonomia e sigiunge a vivere l’ecclesiologia di co-munione che deve plasmare le mu-

tue relazioni tra vescovi e consacra-ti. I doni gerarchici e quelli carisma-tici provengono dal medesimo Spiri-to, che attraverso di essi dirige laChiesa nella sua missione evangeliz-zatrice. Ambito privilegiato di colla-borazione è la pastorale vocazionale,che però deve manifestare, in primoluogo al suo interno, la comunionedei carismi e dei ministeri.

—Vita contemplativafemminile

Ampio spazio, nel corso del conve-gno, è stato dato alla vita contempla-tiva femminile che in questo mo-mento vive la novità della Costitu-zione Apostolica di Papa FrancescoVultum Dei quaerere. In questa ricer-ca del volto di Dio e della sua vo-lontà in un momento storico in con-tinuo cambiamento, cambia anche ilvolto di tanti monasteri nel mondo.La Chiesa ha avviato una riflessioneche porterà a potenziare i punti diforza di tale vocazione, al fine di fa-re emergere sempre più la bellezzadi questa forma di vita consacrata.Ad aprire per i presenti l’orizzonte

In italiano, ospite è chi è accolto, l’ospi-

tato, e chi accoglie, l’ospitale. Giocando

su questa ambivalenza, il libretto accom-

pagna in una inedita lettura del «Padre

nostro», alla riscoperta di Dio come ospi-

te inatteso dei nostri giorni, che desidera

abitare la nostra casa, le nostre relazioni.

ANNAMARIA CORALLO

L’ospiteinatteso

Il Padre nostro

www.dehoniane.it

«PEDAGOGIA DELLA FEDE» pp. 64 - € 5,00

VITA DELLA CHIESA

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 33

teologico-spirituale di Vultum Deiquaerere sono stati gli interventi diElena Beccaria (monaca clarissa) eStefania Costarelli (monaca bene-dettina). La prima ha messo in luce ipunti fondamentali del documento(formazione, vita fraterna in comu-nità, impegno ascetico, clausura,mezzi di comunicazione) eviden-ziando l’importanza, nella vita con-templativa, di ascoltare Dio e ascol-tare l’uomo: «Se la vita contemplati-va cessa di tenere gli occhi fissi nelvolto di Cristo, cessa la sua funzionenella Chiesa; ma se non tende l’orec-chio a raccogliere la voce dell’uomo,rischia di non essere più “cristiana”». Stefania Costarelli ha poi parlatodei “pilastri” della spiritualità bene-dettina e, soffermandosi sul motto disan Benedetto Ora et Labora, haraccontato: «Spesso le persone checi avvicinano non pensano che neimonasteri c’è tanta laboriosità e la-voro, quando poi spieghiamo ai no-stri ospiti la nostra giornata con levarie attività rimangono sempre me-ravigliati: c’è l’idea di persone fuoridella realtà che pregano e poco al-tro….invece nei monasteri si rica-ma, si dipingono icone, si fa ospita-lità, si lavora la campagna, si fannole ostie, i paramenti sacri, si accudi-scono gli animali domestici, si fannotraduzioni e si cura lo studio… e an-che con tutto questo lodiamo il Si-gnore e soprattutto condividiamo lavita di tanti nostri fratelli e sorelleche in ogni parte del mondo lavora-no e guadagnano il pane con il sudo-re della fronte». La vocazione contemplativa «costi-

tuisce una insostituibile ricchezzaper la vita della Chiesa e per tutta lavita consacrata», ha affermato p. Se-bastiano Paciolla, o.cist., sottosegre-tario CIVCSVA, che ha trattato gliaspetti giuridici della CostituzioneApostolica. «Le prospettive dellaCostituzione Vultum Dei quaerere –ha detto – si muovono su due fronti:uno sulla promozione della vita clau-strale nelle aree di nuova evangeliz-zazione, dove tale realtà non è pre-sente oppure è in espansione, uno inriferimento alle aree di antica evan-gelizzazione, dove la realtà della vi-ta claustrale, nonostante lodevoli ec-cezioni, presenta delle difficoltà.Nell’una e nell’altra situazione si de-ve esigere da parte dell’autoritàcompetente – presidente di congre-gazione monastica, superiore dell’I-stituto consociante, vescovo diocesa-no – il diritto/dovere di vigilanza e lasollecitudine pastorale». A conclusione dei lavori, mons. Ora-zio Pepe, capo ufficio CIVCSVA, haapprofondito gli aspetti giuridici del-la Costituzione Apostolica VultumDei quaerere, ricordando che laCIVCSVA pubblicherà un’Istruzio-ne che conterrà la legislazione cheregolerà i temi della formazione,dell’autonomia e della clausura echiarirà le disposizioni della leggestessa sviluppando e determinando iprocedimenti nell’eseguirla. Uno dei cambiamenti più importan-ti della Costituzione Apostolica èl’obbligo che tutti i monasteri inizial-mente debbano federarsi. Questascelta rappresenta un passo in avan-ti nella direzione della comunione.

«Con la Federazione si potenzia unadimensione essenziale di Chiesa cheè quella comunionale. – ha afferma-to mons. Pepe. Ma c’è una novità an-che nel versante dell’autonomia deimonasteri che possono assumereuna pluralità di espressioni all’inter-no di uno stesso Ordine. L’equilibriofra queste due dimensioni apparecome la prospettiva futura delle co-munità monastiche di ogni genere.Rimane una sfida quella dell’auto-nomia nella comunione o della co-munione che rispetti l’autonomia».Un altro argomento interessante è illavoro inteso come dovere, che vatenuto in debita considerazione nelprogetto di vita comunitaria. Corre-lato a questo tema è quello dell’eco-nomia del monastero, frutto del la-voro delle monache ma anche dieventuali rendite. I proventi del la-voro e delle rendite, oltre ad assicu-rare un sostentamento dignitoso al-le monache, devono essere utilizzatianche per aiutare i poveri e i mona-steri più bisognosi. Riguardo agli im-mobili, nel caso in cui un monasterovenga soppresso, saranno date nor-me in merito all’alienazione o alledonazioni.«La vita contemplativa – ha conclu-so mons. Pepe – è rimasta sempre vi-va nella Chiesa grazie alla presenzacostante del Signore, anche se adepoche di grande vigore sono succe-dute altre di decadenza. Vogliamosperare che in questo nostro tempola vita contemplativa sappia rinno-varsi con e nella Chiesa, la quale of-fre loro queste nuove norme perchécontinuino nella ricerca del volto diDio senza trascurare quello soffe-rente degli uomini del nostro tem-po!».Al termine del Convegno, nel corsodel quale non sono mancati momen-ti di condivisione e dialogo assem-bleare, il cardinale Prefetto JoãoBraz de Aviz ha raccomandato aipartecipanti di proseguire il cammi-no di comunione e sinodalità avvia-to nei giorni trascorsi insieme, peraiutare la Chiesa locale a custodire efare crescere la vita consacrata, «ca-pitale spirituale che contribuisce albene di tutto il Corpo di Cristo» (cf.LG 43).

Vittoria Terenzi

Testimoni 12/201634

VITA DELLA CHIESA

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 34

Testimoni 12/2016 35

India*

“Salvato da una santa”Questa è una storia che hadell’incredibile, ma è vera. Èstata narrata al telegiornaleTG2000 lo scorso 7novembre. Ha comeprotagonista EmmanuelLeclercq, un giovane che siprepara a diventaresacerdote, in Francia. Eranato il 9 settembre 1982 in

una baraccopoli di Bombay. Dieci giorni dopo la nascita,la madre l’aveva abbandonato in un secchio dellaspazzatura davanti alla Casa delle Suore della Carità.Qui era stato ritrovato da Madre Teresa di Calcutta:aveva il nome della mamma scritto sul braccio e ancheuna collanina al collo su cui era scritto il suo nome:Robin.«Per undici mesi – ha raccontato Emmanuel – sonostato tra le braccia di Madre Teresa in una culla dellacasa per i bambini abbandonati, perché leipersonalmente mi ha raccolto dall’immondizia permettermi in una culla. E il calore di Madre Teresaquando mi prendeva fra le braccia, lo sento ancheoggi».«Sono stato “abbandonato” affinché venissi “donato”. Esono stato donato a una famiglia, perché dopo un annodi permanenza nella casa delle Missionarie della Caritàsono stato adottato da una famiglia francese. Io devotutto a loro: mi hanno ridato una dignità, mi hannoeducato, mi hanno dato la possibilità di studiare e,grazie a loro, posso diventare sacerdote. Mi mancanotre anni per realizzare quel sogno».«Ho conosciuto la mia storia – ha ricordato Emmanuel– perché i miei genitori adottivi me l’hanno raccontata,quando avevo 7 anni. Ma poi l’estate scorsa, quandosono tornato dopo oltre trent’anni in India per laprima volta, ho avuto la gioia di incontrare una suorache adesso ha 90 anni e che era presente quando sonostato trovato nel bidone della spazzatura. Mi ha narratola mia storia e mi ha fatto vedere la collanina con ilmio nome ‘Robin’ e il registro dove era scritto il mionome, la data di nascita e la data dell’abbandono, cheportavo scritte sul braccio, e anche la data delritrovamento che era lo stesso giorno dell’abbandono.Quando ho visto il registro, ho ringraziato il Signoreanzitutto per il primo dono, quello della vita. Poi horingraziato mia madre che mi ha concepito e mi hamesso al mondo, ho ringraziato Madre Teresa che mi hatrovato e salvato, infine ho ringraziato la mamma chemi ha adottato».«Se mia mamma mi ha abbandonato in un secchio dellaspazzatura davanti alla Casa di Madre Teresa – haaggiunto Emmanuel – non è stato per caso. Dio havoluto che io fossi gettato in quel bidone! Perché? Nonlo so. Un giorno forse lo saprò».

«Purtroppo – ha concluso Emmanuel – non hoincontrato mia madre perché la suora mi ha detto chenon era possibile trovarla, in quanto sul mio braccioera scritto soltanto il suo nome Subadhra che è moltodiffuso in India e non c’è alcun documento che possaaiutarci a trovarla. Però io non ho mai smesso dicercarla, prego sempre per lei e mi chiedo: ‘Forse è giàdeceduta, forse ho dei fratelli e delle sorelle, le doappuntamento lassù in cielo per cantare insieme lagloria di Dio».

Principato di Monaco*

Nuova Presidenza della CCEEL’arcivescovo di Genova epresidente della Conferenzaepiscopale italiana, card.Angelo Bagnasco, è statoeletto l’8 ottobre scorsopresidente del Consiglio delleConferenze episcopalidell’Europa (CCEE), di cui erastato vicepresidente negliultimi cinque anni. Succedeall’arc. di Eszergom-Budapest,il card. Peter Erdö che haprestato questo servizio negli ultimi dieci anni (2006-2016). Assieme al card. Bagnasco sono stati eletti duevicepresidenti, anch’essi per il quinquennio 2016-20121.Sono l’arcivescovo di Westminster e presidente dellaConferenza episcopale di Inghilterra e Galles,card.Vincent Nichols e l’arcivescovo di Poznan epresidente della Conferenza episcopale della Polonia,Stanislaw Gadecki.L’assemblea plenaria dell’organismo ha avuto luogo nelPrincipato di Monaco. Nel corso dei lavori ipartecipanti hanno riflettuto sulla missione della CCEEnella Chiesa in Europa; sulla situazione dei cristiani nelmondo, specialmente in Terra Santa, e sui rapporti conle chiese ortodosse alla luce dell’incontro e delladichiarazione firmata tra il papa Francesco e il patriarcaKirill di Mosca.All’incontro erano presenti anche alcuni rappresentantidi altri organismi ecclesiali come il SECAM (Africa), ilCELAM (America Latina), la FABC (Asia) e la FBCO(Oceania).Al termine dei lavori, il CCEE, che compie 45 anni diesistenza, ha reso pubblico un messaggio che condannala persecuzione dei cristiani nel mondo, «un fenomeno– è detto – in aumento», alimentato spesso«dall’ingiusto riferimento a Dio nella pratica dellaviolenza». Il messaggio esprime la propria vicinanza acoloro che sono perseguitati e promette di non taceree soprattutto di non abbandonarli.La CCEE è composta attualmente di 33 episcopatieuropei e celebrerà la prossima assemblea dal 28settembre al 1 ottobre del 2027 in Bielorussia, a Minsk.

brevi dal mondobrevi dal mondo

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 35

Testimoni 12/201636

Statistica del Cesnur*

Gli immigrati cristiani più dei musulmani

Il Cesnur, il Centro Studi sulle Nuove Religioni diTorino, ha rilasciato oggi le sue statistiche annuali sullapresenza di minoranze religiose in Italia, che sarannoillustrate domani nel corso del convegno “Dall’Islam inEuropa all’Islam europeo” promosso dalla rivistaConfronti presso la Biblioteca del CNR (Piazzale AldoMoro 7, Roma). Come ogni anno la statistica distingue tra cittadiniitaliani con regolare passaporto e persone presenti sulterritorio italiano, compresi gli stranieri e con unastima dei clandestini.Tra i cittadini italiani gli appartenenti a minoranzereligiose sono 1.781.207, pari al 3,2% dellapopolazione, con una crescita dello 0,3% rispetto al2015. Le religioni, Chiese e comunità religiose diversedalla cattolica sono 853, anche qui in crescita rispettoalle 838 del 2015. La prima minoranza religiosa tra icittadini è quella dei Testimoni di Geova, con oltre424.000 fedeli. Seguono i musulmani (302.000) e gliortodossi (212.000), due gruppi che tra i cittadinicrescono non per le rare conversioni ma perl’acquisizione della cittadinanza italiana da parte diimmigrati di queste fedi. Al quarto posto, primogruppo fra i protestanti, le Assemblee di Dio, con circa150.000 fedeli. Al quinto posto, con 80.000 fedeli, i buddhisti dellaSoka Gakkai, punta di diamante di un buddhismo che,con 157.000 fedeli, è il segmento in più forte crescitaper effetto di conversioni fra i cittadini italiani.Se si considerano invece i presenti sul territorio,quindi anche gli immigrati non cittadini, il Cesnursomma ai cittadini che fanno parte di minoranzereligiose 4.118.000 immigrati non cattolici, per arrivarea un dato del 9,3% di presenti sul territorioappartenenti a minoranze religiose, in lieve crescitarispetto al 9,1% del 2015. Ma con una sorpresa: «Contrariamente alla percezionecomune, tra gli immigrati i cristiani sono in nettamaggioranza (53,8%) rispetto ai musulmani (32%) e lapercentuale di musulmani fra gli immigrati nonaumenta ma diminuisce rispetto al 32,2% del 2015, inuna stima che cerca di considerare anche i clandestini.Tra le minoranze religiose tra gli immigrati, gliortodossi dell’Europa dell’Est e del Medio Oriente(1.541.000) sono ormai a ridosso dei musulmani(1.609.000)».

Milano*

La vita consacrata in un tempo di riformaQuale riforma per la vita consacrata? È l’interrogativoche da tempo si è posta la Chiesa di Milano e che oraha ricevuto nuovo impulso da ciò che papa Francescoha affermato nell’omelia di chiusura dell’anno della vitaconsacrata: «Guai a cristallizzare i nostri carismi in unadottrina astratta... non sono da sigillare in bottiglia, nonsono pezzi da museo», «i nostri fondatori... non hannoavuto paura di sporcarsi le mani con la vita quotidiana,con i problemi della gente... hanno mantenuto nelcuore lo stupore per l’incontro con Cristo. Non hannoaddomesticato la graziadel Vangelo».L’affermazione del Papanon trova impreparatala diocesi di Milano chegià da qualche anno stalavorando con gliorganismi di comunionedella vita consacrata(Cism-Usmi-Ciis) pervivere in modo fecondol’attuale tempo di riforma. Come leggiamo ora inchiesadimilano.it, per l’anno pastorale 2016-2017 iVicariati episcopali per la vita consacrata hanno pensatoad alcuni cammini formativi, elaborati insieme al Centrostudi di spiritualità della Facoltà teologica dell’Italiasettentrionale. Lo scopo è di venire incontroinnanzitutto alla necessità di una interpretazioneadeguata del proprio carisma. Da qui la proposta di unseminario di ricerca che aiuti a rileggere la grazia degliinizi come fonte di ispirazione per vivere la circostanzaattuale.Inoltre, vi sarà un ciclo di incontri per approfondire lecondizioni ecclesiali e sociali che sostengono la vitaconsacrata nel suo cammino, favorendo la condivisionedel proprio carisma con tutta la Chiesa particolare epensando a nuove forme di inserimento nella pastoralediocesana.Sono stati fissati in particolare anche due importantiappuntamenti: il primo ha avuto luogo il 25 novembrescorso presso il Seminario arcivescovile di Venegono incui il cardinale Angelo Scola ha incontrato i seminaristie tutti i membri degli istituti di vita consacrata esocietà di vita apostolica in formazione iniziale perparlare sul tema vocazione e generatività. Un secondomomento di rilievo sarà la Giornata mondiale della vitaconsacrata del 2 febbraio. Alla Messa che l’Arcivescovocelebrerà in Duomo saranno invitati non solo iconsacrati, ma tutta la comunità diocesana. Poiché lavita consacrata è dono fatto alla Chiesa è bello infattiche tutto il popolo santo di Dio renda grazie perquesto carisma.

a cura di Antonio Dall’Osto

brevi dal mondobrevi dal mondo

I

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 36

Testimoni 12/2016 37

I

VOCE DELLO SPIRITO

UNA LUCENELLA NOTTE

Il Natale è la più antica “notte bianca” della nostra sto-ria. I vangeli non ci riportano la data precisa della nascitadi Gesù, ma una volta ottenuta la libertà di culto conl’editto di Costantino, i cristiani di Roma hanno comin-ciato a celebrare il Natale il 25 dicembre, al posto del-la festa pagana al dio sole, cheveniva a cadere nel solstizio diinverno, come “giorno natalizio(natalis) del sole invincibile”. Inquesto modo la Chiesa di Ro-ma, “battezzando” una festa pa-gana, chiamava i cristiani a con-siderare la nascita di Gesù la ve-ra luce che illumina il mondo.Abbiamo bisogno di rianimarela nostra fragile speranza, e perquesto vogliamo entrare nel co-no di luce inesauribile che dallagrotta di Betlemme continuaininterrottamente, da duemilaanni, a rischiarare le notti deinostri poveri giorni.L’evangelista Luca ci informache c’erano dei pastori a veglia-re il gregge in quella notte nellacampagna di Betlemme, e “lagloria del Signore li avvolse diluce”. Il profeta Isaia ci aveva prima descritto i tempimessianici come tempi eccezionalmente luminosi, sfa-villanti: un popolo immerso nelle tenebre ha visto unagrande luce; una luce si è levata sugli abitanti di unaterra oscura”. Se celebriamo anche quest’anno il Natale, è perché cre-diamo che la sua luce continua a illuminare anche ilprossimo tratto di una strada possibile, che ci consentadi ricominciare a sperare e di poter trasformare le tan-te inutili macerie delle nostre follie e delle nostre mania-cali aberrazioni, in altrettanti mattoni utili per la nuo-va civiltà dell’amore. Domandiamoci allora: da qualitenebre ci salva la luce del Natale? In quali direzioni es-sa si propaga?Innanzitutto ci salva dalle nebbie gelide del non-senso,perché ci apporta le verità che costituiscono la gramma-tica di base per comunicare con Dio, con noi stessi, contutti. Il Natale lancia un potente fascio di luce verso gli

abissi del cielo, su Dio stesso, e ce lo rivela non comel’impassibile orologiaio dei mondi e neanche come unmonarca acido e arcigno: Dio è Padre e ci ama perdu-tamente, fino al punto da “giocarsi” il tesoro più caro,la vita di suo Figlio, mettendola a repentaglio tra le no-stre mani rozze e violente.

Il Natale illumina anche Io sce-nario ambiguo e confuso dellastoria, facendo vedere al di làdelle apparenze più vistose odelle più sconcertanti contrad-dizioni dell’umana conviven-za, che la nostra vicenda non ècomandata da un destino ciecoe inesorabile, né da un caso ca-priccioso, aleatorio e volubile,ma è guidata dalla regia im-mensamente sapiente e provvi-dente di un Amore sovrabbon-dante, che riesce sempre a rica-vare da qualsiasi male, lieve ograve che sia, un bene smisura-tamente più grande. La luce delNatale, oltre ad essere verità cheillumina, è anche energia che ri-scalda, trasforma e mobilita:una energia potentissima ci aiu-ta a non sprofondare nelle sab-

bie mobili delle nostre tante disperazioni, tristezze e de-pressioni, perché non solo ci recapita la notizia più bel-la, più consolante e rivitalizzante - che siamo figli ama-ti: immensamente, singolarmente, irreversibilmenteamati - ma ci comunica la grazia impensabile di que-sto stesso amore. A Natale il figlio di Dio, oltre a nasce-re tra di noi, rinasce in noi, se noi decidiamo di usciredai tunnel tetri e soffocanti del nostro peccato e ciapriamo ad accogliere il grande regalo della vita delBambino di Betlemme, offerto gratis a quanti lo accol-gono, a quelli che credono nel suo nome: “il potere didiventare figli di Dio” (Gv 1,12).

Francesco Lambiasida Il Pane della domenica

Meditazioni sui vangeli festivi.Anno A, B, C.

Editrice AVE, Roma 2008

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 37

INCONTRO DEL PAPA CON I LUTERANI A LUND IN SVEZIA

Insiemenella speranza

La visita di papa Francesco alla famiglia luterana mondiale alla vigilia delGiubileo della Riforma meriterà una lunga e accurata riflessione: per ciòche è stato detto, per come è stato detto e per quando è stato detto.

Testimoni 12/201638

SPECIALE Testimoni

«Prendiamo gli avvenimenti così come si sonosvolti e tentiamo di coglierne la portata stori-ca. Chiediamoci: la chiesa cattolica come era

all’inizio del XVI secolo? Era in uno stato pietoso, tantoche si parlava, già da tempo, della necessità di una rifor-ma, che continuava ad arenarsi. Alcuni anni prima, nel1510, il V Concilio del Laterano si era concluso senza ave-re prodotto niente di serio…»: così p. Bernard Sesboüé,gesuita e appassionato studioso della Riforma, si esprime-va qualche mese fa su SettimanaNews in una bella intervi-sta in cui, fra l’altro, auspicava che l’anniversario 1517/2017 consistesse soprattutto in un nuovo avanzamento sul-la via della riconciliazione tra luterani e cattolici.Grazie a un gran numero di studi al riguardo, in effetti,oggi sappiamo che, da una parte, nessuno dei riformato-ri, e Martin Lutero in primo luogo, possedeva una realeintenzione di fondare una nuova chiesa, muovendosipiuttosto nel solco dell’antico adagio, molto cattolico,Ecclesia semper reformanda est; e che, dall’altra, la teo-logia di Lutero non fu solo l’opera di una singola perso-

nalità, certo di enorme rilievo da vari punti di vista, e delsuo peculiare carattere. Essa andrebbe infatti inserita inun movimento spirituale e religioso all’epoca assai am-pio, oltre che sparso per l’intera Europa: ivi compresa l’I-talia. Tanto che non poche personalità destinate ad ave-re più tardi un ruolo determinante in quella che, tradi-zionalmente, è considerata la risposta cattolica all’azio-ne luterana (della Controriforma o Riforma cattolica, aseconda dell’ottica adottata), e in particolare al conciliodi Trento (1545-1563), avevano fatto esperienze persona-li e sviluppato pensieri del tutto omologhi a quelli di Lu-tero: dal cardinal Gaspare Contarini, che guidò la parte-cipazione romana nei Colloqui di religione a Ratisbona(1541), al collega Giovanni Morone, che dopo aver pre-so parte agli stessi colloqui avrebbe presieduto l’assisetridentina, fino all’altro cardinale Girolamo Seriprando,insigne teologo in quel di Trento. Tutti e tre, si noti, so-spettati di essere eretici, tecnicamente di possedere “ideeluterane” (e Morone finì persino per essere prigionieroun paio d’anni a Castel Sant’Angelo…).

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 38

Testimoni 12/2016 39

SPECIALE Testimoni

È indubbio, quindi, che le domande, decisive, su cui ri-fletteva Lutero fossero le stesse alle quali tanti altri cri-stiani cercavano di dare risposta: su una religiosità au-tenticamente evangelica, una teologia rinnovata e unanecessità di una riforma ecclesiastica. «Io credo che le in-tenzioni di Martin Lutero non erano sbagliate. Era unriformatore». Sono parole di papa Francesco nel volo diritorno da Yerevan, capitale dell’Armenia, nel maggioscorso, in risposta al viaggio che avrebbe compiuto aLund: «Forse – aveva continuato – i metodi erano sba-gliati. Ma la Chiesa non era un modello da imitare: c’e-rano corruzione, mondanità, lotte di potere. Lui ha con-testato. E ha fatto un passo avanti per criticarla. Poi si ètrovato che non era più solo. Calvino e i principi tede-schi volevano lo scisma. Dobbiamo metterci nella storiadi allora, non facile da capire».

Una sceltacoraggiosa

Nonostante simili riletture, e a dispetto del lungo mezzosecolo che ci separa dal concilio Vaticano II, è stata, nonlo si può negare, una scelta audace, sia da parte dei lea-der luterani sia da parte di papa Francesco, quella di ce-lebrare insieme l’inizio di questo anno speciale, dedicatoa Lutero. Un anno che si concluderà il 31 ottobre 2017,ricordando il giorno in cui, mezzo millennio fa, secondouna tradizione discussa quanto consolidata, l’ex monacoagostiniano avrebbe affisso sul portone della chiesa delcastello di Wittenberg le celebri 95 tesi che, avviando ilpercorso della Riforma, avrebbero concorso a spaccarel’unità della cristianità medievale. L’evento si è tenuto fra il 31 ottobre e il 1° novembrescorsi nell’austera cattedrale romanica di Lund, nellaSvezia meridionale, per un omaggio alla località in cuiè nata la Federazione Luterana Mondiale (FLM), oltreche per ricordare l’antica presenza evangelica in terrascandinava. Un Paese, quello svedese, oggi largamentesecolarizzato, che registra da tempo un calo costantedella componente luterana (6 milioni e mezzo di fede-li) e un discreto ma continuo aumento di quella cattoli-ca (115.000), soprattutto a motivo dell’immigrazionedalla Siria, dall’Eritrea, dalla Polonia, dall’America La-tina. Anche il numero dei fedeli convertiti sta diventan-do significativo, fino a rendere i punti che separano ledue chiese (dal ruolo della donna al celibato dei presbi-teri, dalla funzione del vescovo di Roma all’impossibi-lità di celebrare assieme la Cena del Signore) partico-larmente dolorosi.La presenza del papa era una novità assoluta: è stata laprima volta nella storia che un pontefice ha partecipatopubblicamente alla celebrazione della Riforma, che daRoma è stata, per oltre quattro secoli, condannata comeeretica e giudicata, fino al decreto conciliare Unitatis re-dintegratio (1964), deviante rispetto alla verità cristiana.Ma questa non era l’unica ragione di interesse. Come hacolto bene il pastore valdese Paolo Ricca in un’intervi-sta concessa in vista dell’avvenimento, un altro motivo èche il papa, recandosi a Lund, ha continuato il processodi decentralizzazione rispetto a Roma, già da lui da tem-

po avviato, ad esempio recandosi in Centrafrica a inau-gurare il Giubileo straordinario della misericordia. «L’u-nità cristiana, – ha detto Ricca – secondo questo papa, sicostruisce camminando insieme, ma non si direbbe chequesto cammino comune porti necessariamente a Roma.Non c’è dubbio che il viaggio del papa a Lund contribui-sca ad avvicinare cattolici e luterani, ma non nel senso diriportarli tutti all’ovile romano».

Un viaggioda capire bene

Un viaggio ecclesiale, che la gente deve capire bene: cosìl’aveva descritto lo stesso Francesco, durante il volo diandata, la mattina del 31 ottobre, rivolto ai giornalistipresenti. Due sottolineature autorevoli, e tutt’altro checasuali, per un ennesimo passaggio di questo pontifica-to per il quale l’aggettivo epocale, per quanto abusato,non appare davvero esagerato. Ecclesiale, nel senso chea Lund si sono incontrati i rappresentanti di due fratel-li, figli di altrettante chiese (e non di una chiesa e di unacomunità ecclesiale, come ancora si esprimeva timida-mente il Vaticano II nell’Unitatis redintegratio, aprendola via a decenni di ecumenismo a doppio binario, a pri-vilegiare il rapporto con il mondo ortodosso); ma anchenel senso che quanto accaduto racchiude un evidente ri-svolto su cosa s’intenda per chiesa, se, ad esempio, si ètrovata la forza per ringraziare Lutero per quanto operòaffinché la lettura della Bibbia plasmasse qualsiasi iden-tità ecclesiale, non solo quella protestante; oltre che per

Cercare Dio nella palude

TIZIANO TOSOLINI

Le persecuzioni dei missionari in Giappone da Sh saku End a Martin Scorsese

«LAPISLAZZULI» - pp. 128 - € 11,00

Shūsaku Endō (1923-1996) è stato tra gliscrittori del Novecento più letti e tradotti

in Occidente. Il romanzo storico Silenzio (1966),ora portato sullo schermo da Martin Scorsese,affronta due grandi temi: il silenzio di Dio din-nanzi alla sofferenza del credente e l’inade-guatezza della teologia occidentale per com-prendere le persecuzioni subite dai cristiani.

DELLO STESSO AUTORE

L’uomo oltre l’uomoPer una critica teologica a Transumanesimo e Post-umano pp. 128 - € 12,00

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 39

Testimoni 12/201640

SPECIALE Testimoni

i doni spirituali e teologici ricevuti attraverso la Riforma.Un evento – inoltre – che la gente deve capire bene, perevitare fraintendimenti o l’idea di qualsiasi cedimento alnemico, assai diffusa sul web presso siti ultraconservato-ri, ci torneremo, per cogliere invece nell’abbraccio frapapa Bergoglio e il vescovo palestinese Munib Younan,presidente della FLM, un momento squisitamente evan-gelico: dove entrambi i protagonisti possono legittima-mente considerarsi padri misericordiosi e figli prodighireciprocamente bisognosi dell’altro, ritrovatisi infine do-po cinque secoli di ferite vicendevoli in cui, come hannosottoscritto congiuntamente con ammirevole franchez-za, «le differenze teologiche sono state accompagnate dapregiudizi e conflitti e la religione è stata strumentaliz-zata per fini politici». Proseguendo nei seguenti termini:«Attraverso il dialogo e la comune testimonianza nonsiamo più estranei. Esortiamo luterani e cattolici a lavo-rare insieme per accogliere lo straniero, per venire inaiuto di chi è costretto a fuggire a causa di guerre e per-secuzioni, e per difendere i diritti dei rifugiati e di colo-ro che cercano asilo». Ma deve capirlo bene la gente del-la base, anche perché le ripetute accelerazioni sul versan-te intercristiano – pensiamo ad esempio all’abbraccio delfebbraio scorso a Cuba con il patriarca russo Kirill, alviaggio con Bartolomeo, patriarca ecumenico, e l’arcive-scovo Ieronymos all’isola di Lesvos, ad aprile, contro laglobalizzazione dell’indifferenza verso la tragedia deimigranti, o al pellegrinaggio in Armenia di giugno – sifacciano storie vissute concretamente a livello di chieselocali, parrocchie, comunità e singoli cristiani. Esperien-

ze che precedono e accompagnano il dialogo teologico,rendendolo meno traumatico e liberandolo da possibiliderive ideologiche, freddezza diplomatica e logiche po-liticiste, in un itinerario ecumenico in cui Francesco staimmettendo quasi un senso di fretta, e una svolta uma-na dai riflessi ecclesiali, più che di diplomazia; fino acoinvolgervi anche le voci della terra e del popolo. Laposta in gioco, del resto, com’è ben chiaro al papa argen-tino, non è da poco, ma addirittura la possibilità, o me-no, di risultare credibili, da parte dei credenti nel Signo-re Gesù, agli occhi del mondo.

L’impossibileè accaduto

«Ciò che sembrava impossibile è accaduto»: queste leparole del pastore Martin Junge, segretario generaledella FLM pronunciate a Lund in occasione della pre-ghiera ecumenica. Mentre il papa e il vescovo Younan,insieme, fianco a fianco, hanno affermato, dopo cin-quant’anni di dialogo cattolico-luterano, che «attraver-so il dialogo e la testimonianza condivisa non siamo piùestranei. Anzi, abbiamo imparato che ciò che ci unisceè più grande di ciò che ci divide». A 499 anni dai fatti diWittenberg, le due confessioni hanno così inteso mette-re al centro della loro testimonianza la riconciliazione,il superamento delle fratture storiche, il riconoscimen-to degli errori, l’accoglienza dello straniero. Tutti d’ac-cordo nel dire che il cammino verso l’unità dei cristianiè una priorità. Insieme nella speranza (Together in hope): questo il mot-to della commemorazione comune, che ha seguito le li-nee già tracciate nel 2013 dal rapporto della Commissio-ne internazionale luterano-cattolica sull’unità, Dal con-flitto alla comunione. Nell’omelia papa Francesco ha det-to fra l’altro: «Non possiamo rassegnarci alla divisione ealla distanza che la separazione ha prodotto in noi. Ab-biamo la possibilità di riparare ad un momento crucialedella nostra storia, superando controversie e malintesi».Nel corso della celebrazione, tuttavia, si è fatto cenno an-che al desiderio dell’ospitalità eucaristica: un desiderioche rimane reale. Al riguardo, il pastore Junge ha sotto-lineato che «Gesù Cristo ci chiama a essere ambasciato-ri di riconciliazione. Ci chiama a costruire ponti, in mo-do da avvicinarci gli uni agli altri, riceverci vicendevol-mente nelle nostre case, dove incontrarci e sederci insie-me alla mensa – sì, alla mensa – dove poter condividereil pane e il vino, la presenza di Gesù Cristo, che non ciha mai lasciati, e che ci chiama a stare con lui, affinché ilmondo creda». Alla preghiera ecumenica, allietata da canti multietnicie dalla presenza di numerosi bambini e bambine, lutera-ni e cattolici, ha partecipato anche l’arcivescova di Up-psala e primate della chiesa di Svezia, Antje Jackélen,sposata, con due figlie, che di fatto ha ospitato la delega-zione ecumenica (il pastorato femminile fu introdotto inquella chiesa nel 1960, e l’episcopato nel ’97). In uno spa-zio di tempo relativamente esiguo, sono successe tantecose. Così, a buon diritto, il moderatore della Tavola val-dese, pastore Eugenio Bernardini, ha annotato che que-

Dare i numeri

DELLO STESSO AUTORE

Le mutazioni del Signor RossiGli italiani tra mito e realtà pp. 216 - € 16,00

NANDO PAGNONCELLI

Le percezioni sbagliate sulla realtà sociale

La discussione pubblica italiana rischiadi partire da una somma di percezio-

ni clamorosamente sbagliate: questo puòfare comodo alla politica per cavalcare ilconsenso, e ai media per aumentare l’au-dience. Un’indagine condotta in 33 Paesisu oltre 25 mila individui consente di mi-surare le percezioni dei cittadini su aspet-ti sociali, demografici ed economici.

pp. 104 - € 10,00

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 40

Testimoni 12/2016 41

SPECIALE Testimoni

sta visita di papa Francesco alla famiglia luterana mon-diale alla vigilia del Giubileo della Riforma meriterà co-munque una lunga e accurata riflessione: per ciò che èstato detto, per come è stato detto e per quando è statodetto. Ed è proprio così.

Una teologiadella vita vissuta

Tutto è risolto, dunque? Evidentemente, no. Come hanotato correttamente il liturgista Andrea Grillo, riflet-tendo dal punto di vista cattolico, «senza una teologiadella eucaristia e del ministero all’altezza della sfida, nonsi farà molta strada». A suo parere, è evidente che il ge-sto storico compiuto da Francesco il giorno 31 ottobre èassai più avanti delle parole con cui tutti noi possiamocommentarlo; mentre la fraternità e la sororità che ha sa-puto esprimere e far sperimentare sta molto oltre i con-cetti e le rappresentazioni che possiamo utilizzare perdescriverlo e per valutarlo. Sta di fatto che, in meno diquattro anni, Bergoglio, coraggiosamente, si è lasciatoormai alle spalle il modello della pedagogia dei gesti diGiovanni Paolo II, che traduceva la traiettoria inaugu-rata da Nostra aetate, e il dialogo delle culture di Bene-detto XVI, in risposta all’irrigidimento causato dal timo-re dello scontro di civiltà dopo l’11 settembre, per ab-bracciare un’autentica teologia dei gesti: ridisegnando co-sì radicalmente il paradigma dell’incontro fra le chiese,puntando sui tratti dell’esperienza spirituale, della pre-ghiera, dell’ascolto, del servizio ai poveri, della carità.Del camminare insieme. In una parola: della teologia,non quella dei manuali ma quella – francescanamente –della vita vissuta. Perciò, quanto emerge è che, oggi, non si può essere cri-stiani senza essere ecumenici: l’ecumenismo è inscrittonel futuro del cristianesimo tutto; e il suo futuro può so-lo essere ecumenico. Purtroppo, però, bisogna altresì ri-conoscere che l’ecumenismo è ancora, in tutte le chiese,un fatto largamente minoritario. Tanti dialoghi tra lechiese sono in corso, ma esse ragionano e agiscono an-cora troppo spesso nel senso del monologo, come se cia-scuna di esse fosse l’unica chiesa esistente. Anche perquesto qualche commentatore, a margine dell’eventosvedese, ha correttamente posto in luce la necessità ur-gente di lavorare anche su un tipo particolare di ecume-nismo, forse il più difficile e delicato, quello – per dir co-sì – intra-cattolico: tra credenti di devozioni e fedeltà di-verse, che lo stesso Francesco sta insistentemente spin-gendo a trovare il coraggio del confronto con l’altro e arigettare le paure legate al settarismo. Navigando per larete, infatti, come si accennava, in quegli stessi giorni nonera raro imbattersi in interventi di cattolici profonda-mente scandalizzati per quanto avvenuto, come se la vi-sione ecumenica di Bergoglio e la sua cultura dell’incon-tro – autentiche cifre di questo pontificato – non fosse-ro altro che un arrendersi allo spirito dei tempi, o persi-no un indizio trasparente di un vero e proprio segnale direlativismo… in chiave di progressiva protestantizzazio-ne del cattolicesimo attuale. E non è mancato chi è giun-to persino a sfruttare i crolli delle chiese per il terremo-

to nel Centro Italia del 30 ottobre, per attaccare frontal-mente il papa nella sua decisione di andare incontro aifratelli luterani. Schegge impazzite o segnali di una frat-tura che sta ampliandosi, che andrebbe affrontata con ladovuta parresìa? Difficile rispondere; mentre resta unfatto che ora, comunque, ancor più che in altri casi, lapalla è nel campo di chi è chiamato a tradurre le istanzedi apertura palesatesi nell’occasione nel quotidiano del-le nostre comunità: vescovi, parroci, pastori. Saprannoessi mostrarsi all’altezza di questo progetto, tanto ambi-zioso quanto necessario e indilazionabile? O preferiran-no proseguire sulle strade sicure del già noto, senzaaprirsi al dettato del futuro? Ecco le domande, letteral-mente cruciali, che ci consegna la due giorni di Lund, po-tenziale chiusura di quello che ci eravamo rassegnati achiamare l’inverno ecumenico. Perché ogni parola e ognigesto sono state come una pietra, una pietra usata pertracciare un cammino nuovo, percorribile non solo dagliaddetti ai lavori dell’ecumenismo, ma da ogni uomo e daogni donna benedetti dalla grazia di Dio. Dopo tantepietre per distruggere, nuove pietre per costruire. Benin-teso, se lo vorremo.

SCHEDA (1)PRIMA DELL’INCONTRO DI LUND

Per capire meglio i ricchi risvolti ecumenici dell’incon-tro del 31 ottobre e 1° novembre in Svezia, è opportunofare un passo indietro e misurare la temperatura dei rap-porti fra cattolici e luterani.

IL GENDER SPIEGATO

A UN MARZIANO

GIUSEPPE SAVAGNONE

Nell’attuale contesto di con-trapposizione, tra chi dipinge

la teoria del gender in toni apoca-littici e chi ne nega addirittura l’e-sistenza, il libro mostra l’inade-guatezza di entrambe le posizioniandando direttamente alle fonti,costituite sia dagli studi di gender,sia da documenti ufficiali.

pp. 112 - € 11,00

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 41

Testimoni 12/201642

SPECIALE Testimoni

Pochi mesi prima dell’elezione di papa Francesco, nelnovembre 2012, Margot Kässmann, personalità ben no-ta in ambito luterano e ambasciatrice della chiesa evan-gelica in Germania (EKD) per il Giubileo della Rifor-ma, e il presidente della Federazione delle chiese evan-geliche svizzere (FCES), Gottfried Locher, sono interve-nuti nel corso dei lavori del Sinodo della chiesa evange-lica riformata di Zurigo per parlaredel Cinquecentenario della Riformaprotestante del 2017. Un appunta-mento simbolicamente assai impor-tante, che i due hanno auspicato sipossa esprimere non tanto in un ri-cordo un po’ retorico e dovuto, main un’occasione preziosa per ripen-sare criticamente il cammino che,nel corso del Novecento, ha contras-segnato gli inizi del movimento ecumenico. Soprattuttoperché, secondo Locher, l’ecumenismo ufficiale sta at-traversando la fase più difficile della sua storia. Da par-te sua, Kässmann è riandata al carattere plurale ed eu-ropeo della Riforma, augurandosi che i protestanti sia-no in grado di presentarsi uniti all’appuntamento: «Inuna società secolarizzata, la testimonianza comune haun’importanza capitale. Più saremo uniti, più saremoascoltati». Qualche mese dopo, su questa linea, usciva il documen-to messo a punto dalla Commissione teologica bilatera-le cattolico-luterana e intitolato Dal conflitto alla comu-nione: le commemorazioni comuni luterano-cattoliche

nel 2017, presentato ufficialmente il 17 giugno 2013 a Gi-nevra, in una conferenza stampa nell’ambito delle riu-nioni del Consiglio della FLM, dal presidente del Ponti-ficio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani,il cardinale Kurt Koch, e dal segretario generale dellaFLM Junge. Secondo il quale non si tratta di raccontareuna storia diversa, ma di raccontare la storia in modo di-

verso e ancor più di raccontarla in-sieme, in maniera condivisa. È que-sto, si direbbe, l’intento di fondo delmateriale redatto dalla Commissio-ne congiunta cattolica romana-lute-rana sull’unità, che si propone di de-finire le modalità in base alle qualiricordare due ricorrenze che ca-dranno nel 2017: oltre i già ricorda-ti cinquecento anni della Riforma, i

cinquant’anni del dialogo tra luterani e cattolici. Comeha rimarcato durante la conferenza stampa Koch, il dia-logo tra le due tradizioni cristiane ha portato frutti chefinalmente ci permettono di riconsiderare in modo nuo-vo i conflitti nati nel XVI secolo: «Il vero successo dellaRiforma può essere raggiunto attraverso il superamen-to delle divisioni che abbiamo ereditato in una nuovaChiesa costituita da tutti i cristiani. In questo senso i no-stri sforzi ecumenici per recuperare l’unità possono es-sere visti come un completamento della Riforma». Il documento presenta, fra i traguardi raggiunti, la Di-chiarazione congiunta sulla giustificazione del 1999, sot-toscritta nel 2006 anche dai metodisti; anche se, ovvia-mente, ancora tanti sono i punti controversi, primo tratutti quello che impedisce ai cristiani delle due tradizio-ni di partecipare a una comune Cena del Signore. E se«ancor oggi molti cattolici l’associano principalmentecon la divisione della Chiesa, mentre molti cristiani lute-rani associano la parola Riforma specialmente con la ri-scoperta del Vangelo, la certezza della fede e la libertà»(n. 9), secondo il testo i due punti di vista e le oppostevalutazioni devono essere compresi e posti in dialogo re-ciproco. Lo stesso papa Francesco, qualche mese più tar-di (il 21 ottobre), nell’incontrare il vescovo Younan, pre-sidente della FLM, insieme al segretario Junge, torneràsul documento, evidenziando l’importanza per tutti «diconfrontarsi in dialogo sulla realtà storica della Riforma,sulle sue conseguenze e sulle risposte che a essa venne-ro date». E auspicando, nel contempo, l’ipotesi di un per-dono vicendevole: «Cattolici e luterani possono chiede-re perdono per il male arrecato gli uni agli altri e per lecolpe commesse davanti a Dio, e insieme gioire per lanostalgia di unità che il Signore ha risvegliato nei nostricuori, e che ci fa guardare avanti con uno sguardo di spe-ranza». Oltre a riflettere insieme sul passato («Il conflit-to del XVI secolo è finito»), il testo della Commissioneteologica bilaterale traccia cinque imperativi ecumenici,offerti a quali linee guida per il futuro del dialogo: raffor-zare la consapevolezza di ciò che luterani e cattolici giàcondividono – come, ad esempio, il battesimo – rispettoalle differenze, certo più agevoli da individuare; ricono-scere di avere bisogno dell’esperienza, dell’incoraggia-mento e della critica reciproca per giungere a una com-

a cura di Michele Simone

L’antisemitismospiegato ai ragazzi(e ai loro genitori)

MICHEL WIEVIORKA

«LAPISLAZZULI» pp. 136 - € 11,00

P erché Hitler odiava gli ebrei?

Quando è nato l’antisemitismo?

Abbiamo il diritto di criticare lo stato

di Israele? Il breve libro smonta, con

chiarezza e semplicità, malintesi,

trappole e false teorie. Una guida

indispensabile per capire le radici

dell’odio antiebraico e uscire dalla

logica di pregiudizio e violenza.

Via Scipione Dal Ferro, 4 - 40138 BolognaTel. 051 3941511 - Fax 051 3941299

EdizioniDehoniane Bologna www.dehoniane.it

NELLA STESSA COLLANA

FRANCESCO STRAZZARILE CATACOMBE SOTTO IL MUROI cristiani dell’Est e la libertà ritrovata pp. 200 - € 15,00

Non si tratta diraccontare una storia

diversa, ma diraccontare la storia in

modo diverso.

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 42

43

te di un fenomeno di crescita del tutto singolare checoinvolge in proporzioni ancora maggiori anche le chie-se anglicane: nell’ultimo decennio del Novecento il nu-mero delle comunità luterane in Africa è praticamenteraddoppiato, anche per merito delle loro capacità diadattarsi agli usi e costumi locali. Il luteranesimo puòvantare una certa solidità organizzativa e, insieme, con-creti spazi di libertà: i ministeri sono ben definiti ma nonesiste obbligo di celibato, la collegialità sinodale è fon-damentale per il governo della chiesa e il ruolo attivo deilaici in tutti gli ambiti è sostenuto in vari modi. Quasi tut-te le chiese luterane aderiscono alla Federazione Lute-rana Mondiale, fondata a Lund nel 1947, oggi con sedea Ginevra, cui aderiscono nel complesso 140 chiese spar-se in settantotto Paesi. Questo organismo di collegamen-to si occupa principalmente di elaborazione teologica eha funzioni di rappresentanza nei confronti delle altreorganizzazioni religiose a carattere mondiale. Comeesempio di tale impegno può servire la sopra citata co-mune Dichiarazione cattolico-luterana sulla giustifica-zione, firmata ad Augusta in Germania, il 31 ottobre1999. La dichiarazione, evidenziando alcune differenzeesistenti tuttora nelle posizioni dottrinali cattoliche e lu-terane, afferma che tali divergenze non dovrebbero piùcostituire motivo di reciproche scomuniche. Va da sé chein Germania la presenza dei luterani nella vita culturalee politica è piuttosto massiccia: basterebbe menzionareAngela Merkel, la prima donna cancelliere tedesca, na-ta nel 1954 e figlia di un pastore che aveva studiato teo-logia a Heidelberg. La sostanza della chiesa secondo lavisione luterana consiste nella predicazione del Vangelo(consistente strettamente nella spiegazione di brani bi-blici) e nell’amministrazione dei sacramenti, che sonodue, come in tutte le altre chiese evangeliche: battesimoe santa Cena.

Brunetto Salvarani

PER APPROFONDIRE…F. FERRARIO – P. RICCA, a cura, Il consenso cattoli-co-luterano sulla dottrina della giustificazione, Claudia-na, Torino 1999A. MAFFEIS, a cura, Dossier sulla giustificazione. La di-chiarazione congiunta cattolico-luterana, commento e di-battito teologico, Queriniana, Brescia 2000W. KASPER, “La Dichiarazione congiunta sulla dottri-na della giustificazione”, in Vie dell’unità, Queriniana,Brescia 2006, pp. 173-192“2017: la Riforma. Dal conflitto alla comunione”, Supple-mento a Il Regno-Documenti n. 11 (1/6/2013)P. GAJEWSKI, Cristianesimo: protestanti e anglicani,EMI, Bologna 2013R. SCHWARZ, Grandi mistici. Martin Lutero, EDB, Bo-logna 2015B. SESBOÜÉ, Le opere e la grazia, EDB, Bologna 2015F. FERRARIO, Il futuro della Riforma, Claudiana, Tori-no 2016H. SCHILLING, Martin Lutero. Ribelle in un’epoca dicambiamenti radicali, Claudiana, Torino 2016

prensione più profonda di Cristo; impegnarsi nella ricer-ca di un’unità visibile; riscoprire insieme la forza del po-tere del vangelo di Cristo per il nostro tempo e condivi-derla in modo tale che non aumentino le divisioni e lacompetizione fra le comunità; testimoniare insieme lagrazia di Dio nella predicazione e nel servizio verso ilmondo. Fino a dichiarare apertamente che «gli inizi del-la Riforma saranno ricordati in maniera adeguata quan-do luterani e cattolici ascolteranno insieme il vangelo diGesù Cristo e si lasceranno di nuovo chiamare a fare co-munità insieme al Signore». È facile notare la costante,e non casuale, ripetizione dell’avverbio insieme. E la per-fetta consonanza di quanto avvenuto a Lund rispetto al-le attese.

SCHEDA (2)LA CHIESA LUTERANA

Non è solo il nome di Martin Lutero (1483-1546) a faredella chiesa luterana una famiglia sparsa in tutto il mon-do (attualmente, circa ottanta milioni di fedeli). Anzi, sein Germania, la patria di Lutero, tali chiese preferisconousare il semplice aggettivo evangeliche, nei paesi scandi-navi è in genere messo in risalto il loro carattere nazio-nale, ad esempio chiesa di Svezia. Solo le chiese di recen-te fondazione, fuori dall’Europa, e alcuni raggruppamen-ti nazionali ricorrono di regola all’aggettivo luterana. Lechiese luterane rappresentano un modello di comunio-ne che potrebbe essere definito come unità delle diver-sità, riandando spesso al termine greco koinonia peresprimere tale concetto: un’impostazione che consenteai luterani di adottare molte forme liturgiche e organiz-zative, talvolta piuttosto diverse tra loro. Si può spazia-re da un’estrema sobrietà, tipica delle chiese tedescheunite, in cui i luterani, sin dai primi anni dell’Ottocento,convivono con i riformati, fino a un’esplosione di colori,suoni e profumi, tipica delle chiese africane e asiatiche,alcune di queste nate solo nella seconda metà del Nove-cento. A metà di questo tracciato si collocano le antichechiese scandinave, la cui liturgia è simile a quella prati-cata nella chiesa cattolica. Anche sul piano organizzati-vo i luterani si distinguono per la loro flessibilità, sullabase di tre elementi portanti: una comunità locale, un ve-scovo e il sinodo. Nessuno di tali tratti può mancare inuna chiesa luterana, ma i loro reciproci rapporti posso-no essere definiti in vari modi. Nelle chiese di tradizio-ne europea la figura del vescovo assume un ruolo parti-colare, e la stessa cosa si nota anche nelle chiese africa-ne e asiatiche. Le chiese luterane negli Stati Uniti e nel-l’America Latina, pur riconoscendo l’importanza dellafigura episcopale, enfatizzano più radicalmente il ruolodel sinodo e della comunità locale. Talora le chiese lute-rane europee sono definite ancora chiese di Stato, aesprimere lo stretto legame organizzativo tra Chiesa eStato. Un modello in vigore ancora nella prima metà delNovecento, che negli ultimi anni ha ceduto posto aun’impostazione diversa, in cui lo Stato può gestire laraccolta della tassa ecclesiastica (come avviene in Ger-mania), le chiese tuttavia non hanno più alcun legameistituzionale con lo Stato. In Africa i luterani fanno par-

43Testimoni 12/2016

SPECIALE Testimoni

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 43

4444 Testimoni 12/2016

SPECIALE Testimoni

Passerà alla storia la “commemorazione congiuntacattolico-luterana della Riforma” celebrata in Sve-

zia, in coincidenza con il 499esimo anniversario del ge-sto di Martin Lutero – la pubblicazione, il 31 ottobre1517, delle sue 95 tesi contro le indulgenze. Passerà allastoria perché ad essa erano presenti papa Francesco eun’amplissima delegazione della Federazione luteranamondiale (WLF); perché il pontefice romano non è sta-to semplice ospite di una iniziativa altrui, ma co-invitan-te all’evento; perché le parole dette non erano di circo-stanza, ma dense di prospettive. E perché, infine, insie-me al grande passo compiuto, che corona un dialogo ini-ziato subito dopo il Concilio Vaticano II, sono emersicon nitidezza i grossi nodi che restano da sciogliere perarrivare alla piena riconciliazione e, quindi, alla concele-brazione dell’Eucaristia.

Il 31 ottobre era una giornata nebbiosa e un vento geli-do sferzava i volti quando, sbarcato a Malmö (la terzacittà della Svezia, dopo Stoccolma e Göteborg), France-sco ha raggiunto la vicinissima Lund, antico centro delCristianesimo in Scandinavia, e città ove nel 1947 fucreata la WLF. Suonavano a distesa le campane dellacattedrale medioevale, mentre nel primo pomeriggio làsono convenuti tutti i rappresentanti della Federazione(guidati dal presidente, il palestinese Munib Younan, ve-scovo di Gerusalemme, e dal segretario, il cileno MartinJunge), i prelati vaticani (tra essi i cardinali Pietro Paro-lin, segretario di Stato, e Kurt Koch, presidente del Pon-tificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristia-ni) e, infine, il papa che, nel tempio, ha poi ossequiato ireali di Svezia, Carl XVI Gustav e la regina Silvia, e lasignora Antje Jeckelén, arcivescovo di Uppsala e prima-te della Chiesa di Svezia.

Il programma prevedeva una serie di preghiere, di lettu-re, di canti (bellissimi) e di discorsi. Ha detto Younan:«Benvenuti a questa preghiera ecumenica, che comme-mora i cinquecento anni della Riforma. Negli ultimi cin-quant’anni luterani e cattolici hanno compiuto un lungoviaggio dal conflitto alla comunione». E Francesco: «Spi-rito santo, aiutaci a riconoscere con gioia i doni che so-no venuti alla Chiesa attraverso la Riforma, preparaci apentirci dei muri di divisione innalzati da noi e dai no-stri antenati, e rendici atti alla testimonianza e al servi-zio comune nel mondo».

Sono seguiti il riconoscimento delle colpe e le preghie-re di pentimento. Junge: «Nel XVI secolo cattolici e lu-terani spesso non solo hanno frainteso, ma hanno ancheesagerato le opinioni degli avversari, per renderli ridico-li. Essi hanno ripetutamente violato l’ottavo comanda-mento». E Koch: «Luterani e cattolici hanno accettatoche il Vangelo fosse mescolato con gli interessi politici edeconomici del potere dominante. E ciò ha provocato trail popolo centinaia di migliaia di vittime».

Sono seguiti i sermoni di commento al Vangelo (Giovan-ni 15), letto dal primate della Svezia. «Cattolici e lutera-ni – ha detto il papa – nel contesto della commemora-zione comune della Riforma del 1517, abbiamo una nuo-

va opportunità di accogliere un percorso comune, che hapreso forma negli ultimi cinquant’anni nel dialogo ecu-menico tra la Federazione luterana mondiale e la Chie-sa cattolica […]. Con gratitudine riconosciamo che laRiforma ha contribuito a dare maggiore centralità allaSacra Scrittura nella vita della Chiesa. Attraverso l’a-scolto comune della Parola di Dio nelle Scritture, il dia-logo tra la Chiesa cattolica e la Federazione luteranamondiale, di cui celebriamo il 50° anniversario, ha com-piuto passi importanti […]. L’esperienza spirituale diMartin Lutero ci interpella e ci ricorda che non possia-mo fare nulla senza Dio. “Come posso avere un Dio mi-sericordioso?”. Questa è la domanda che costantemen-te tormentava Lutero. La dottrina della giustificazione,quindi, esprime l’essenza dell’esistenza umana di frontea Dio».

Toccando il nodo teologico centrale che divise Lutero eil Concilio di Trento, curiosamente Bergoglio non ha ri-cordato l’importante accordo su punti-chiave della giu-stificazione, firmato dalla WLF e dalla Chiesa cattolicail 31 ottobre 1999, ad Augsburg, in Germania.

Poi, di fronte all’altare, il papa e il presidente della WLFhanno firmato una dichiarazione congiunta: «Facciamoesperienza del dolore di quanti – nelle nostre comunità– condividono tutta la loro vita, ma non possono condi-videre la presenza redentrice di Dio alla mensa eucari-stica […]. Esortiamo luterani e cattolici a lavorare insie-me per accogliere chi è straniero, per venire in aiuto diquanti sono costretti a fuggire a causa della guerra e del-la persecuzione, e a difendere i diritti dei rifugiati e diquanti cercano asilo». In concreto, poi, il World Servicedella WLF e la Caritas internationalis hanno firmato unpatto di collaborazione.

Il primo novembre, prima di ripartire per Roma, aMalmö il papa ha celebrato messa per la comunità cat-tolica della Svezia (il 2% dei 9,5 milioni di abitanti delpaese, massicciamente luterani, seppure la pratica reli-giosa domenicale sia molto bassa). I cattolici registratisono 113mila ma, di fatto, ce ne saranno circa altri 70mi-la. Nell’insieme, i fedeli di origine mediorientale e lati-no-americana sono più numerosi degli svedesi-doc.

Nel viaggio di ritorno a Roma, rispondendo alla doman-da di un giornalista sulla possibilità della donna-pretenella Chiesa romana, il papa ha risposto: «Sull’ordina-zione di donne nella Chiesa cattolica, l’ultima parolachiara è stata data da san Giovanni Paolo II, e questa ri-mane» (ndr.) Riferimento, quello del pontefice, al “no”alla donna nel ministero sacerdotale, da ritenersi “defi-nitivo”, proclamato da papa Wojtyla il 22 maggio 1994nella lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis. Ma pro-prio l’esperienza della Chiesa luterana in Svezia, che – ecosì accade in Norvegia e in Finlandia – ha un arcivesco-vo-donna come primate, fa intuire le difficoltà del pros-simo futuro se, dopo la giornata esaltante di Lund, quel“no” sarà per sempre ribadito.

Sandri Luigi

Lund: i momenti dell’incontro

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 44

Testimoni 12/2016 45

AREE GEOGRAFICHE AFRICA Sul-l’orlo del baratro 6,9; ASIA Cosa divi-de e unisce i cristiani cinesi? 3,15;Cina: verso una schiarita? 3,18; Re-pubblica dello Yemen: massacratequattro suore in odio alla fede 4,14;Pakistan: un paese “impossibile” peri cristiani e le minoranze religiose5,14; Terremotati e trafficati 7,29;Una missione in piena fioritura 10,19;Lo scenario dell’accordo (possibile)12,8; MEDIO ORIENTE Una crisi profon-da scuote l’Islam 9,11; La Turchia egli interrogativi aperti 10,18

ATTUALITÀ Sinodo, famiglia e giubi-leo 1,1; La terza Lettera 1,13; Una vi-sita ai “Fratelli Maggiori” 2,1; Testa-te che chiudono 2,11; Uno sguardonuovo 3,1; Famiglia, unioni civili econsacrati 3,13; Vangelo e riforme4,1; Famiglia e gioia dell’amore 5,1;Il lavoro e le famiglie 5,8; L’identikitdel sacerdote 6,1; E’ stata scrittauna pagina di storia 7,1; Le contem-plative e il volto 9,1; Iuvenescit ec-clesia 9,5; Annunciate 10,1; Cristianiin estinzione? 10,7; Messaggero dipace 11,1; Misericordia et misera.Giubileo 2015-2016 12,1

ECUMENISMO E DIALOGO INTER-RELIGIOSO Sta sbocciando unanuova primavera? 1,26; Dalla sina-goga alla moschea di Roma? 2,3;Sfide per il futuro della Comunioneanglicana 2,14; Si apre un’era nuova3,6; Riunione dei Primati ortodossi inpreparazione al Concilio 3,8; Un dif-ficile dialogo 4,33; Nel dialogo isla-mo-cristiano 5,15; Il Sinodo panorto-dosso 6,12; Un forte abbraccio dicomunione 7,10; Fra tradizione, rifor-ma e profezia 9,15; Martirio e comu-nione 10,10; Insieme nella speran-za 12,39

FORMAZIONE La tenerezza di unDio diverso 1,46; La cura della vita2,47; Il coraggio di chiedere cose dif-ficili 3,34; Il credo 3,46; La vita nellenostre mani 4,47; Accompagnare ègenerare 5,46; Una parabola di co-munione 6,46; Popolo delle beatitu-dini 9,46; Varcare la porta della mise-ricordia 10,46; Figli nel Figlio 11,46

LITURGIA Il tempo della mistagogia3,19; Una Quaresima di misericordia2,26; Come vivere il tempo di Avven-to 11,19; Il mistero del Natale 12,28

PASTORALE XXIV° Giornata mon-diale del malato 2,23; Progetto “ca-rismi in città” 2,32; Parrocchie affida-te a suore 4,24; 50° giornata mon-diale delle comunicazioni sociali5,36; Appuntamento a Cracovia6,33; Messaggi che scuotono 9,8; Lamisericordia nelle relazioni sociali10,29; Gëzuar Krishtlindjet (BuonNatale) 12,30 VOCAZIONI 53° giornatamondiale di preghiera per le vocazio-ni 4,10; Giovani, Chiesa, vocazioni7,43; Perchè resto e non me ne va-do 9,30; Cosa cercano i giovani reli-giosi? 11,27; PACE 46° Giornatamondiale della pace 1,8

SCIENZE UMANE PSICOLOGIA Tenta-zioni e malattie 2,12; L’abisso e lagrazia 4,12; Se lo stress entra in con-vento 5,33; Misericordia e VC al bi-vio 7,18; Sulle suore “abusate” 7,36

QUESTIONI SOCIALI Il CEC e la cri-si dei rifugiati 1,28; Non solo trattama anche schiavitù 1,34; Gli inse-gnamenti di nati e morti 2,5; Un cau-to ottimismo 2,17; No a una politicache alza i muri 5,11; Accogliere è lavera emergenza 5,22; Giustizia nel-l’economia globale 6,27; Una culturadell’accoglienza 7,37; Non solospettatori ma responsabili 9,18; Ibambini che mancano 11,34; Po-vertà educativa 12,10; Prima gli ita-liani!” Già fatto” 12,23 ECOLOGIA E AM-BIENTE Una nuova alleanza per il cli-ma 1,10

SPIRITUALITÀ Quella porta felice2,4; Un amico ritrovato 3,4; La mol-tiplicazione dei cani 4,5; La mia “imi-tazione di Cristo” 5,4; Maria Madredella Misericordia 5,40; Una picco-la cascata 6,4; La ferita del Cuore6,15; Declinazioni 7,4; Umile prote-sta degli animali 9,4; Una preghieraruspante 10,4; Quel quadro 11,4; Ilnome di Dio è misericordia 11,39; Ilcoro degli Angeli 12,4; Il sacro com-mercio 12,27; TESTIMONI Il cardinal Pi-ronio.Un precursore di papa France-

Indice tematicoTESTIMONI 2016

La prima cifra rimanda al numero della rivista, la seconda alla pagina.I titoli in neretto corsivo si riferiscono agli «Speciale Testimoni».

INDICIsco? 1,5; Consumarmi per Dio in pu-ra perdita 1,30; Giovanni XXIII e lamisericordia 2,24; La misericordiadalle sbarre alle grate 2,33; Gigantinella misericordia 3,27; Verso la bea-tificazione 5,16; Santi nel Giubileodella Misericordia 5,21; Vita spiritua-le e preghiera 7,22; Una vita donataagli ultimi 7,31; Santi e martiri 9,27; Ipoveri sua eredità per sempre 10,26;Missionarie per sempre 10,32; Di-ventare prete 11,30; Esploratore eprofeta 12,15; La sua vita fu un can-to a Dio 12,25; VOCE DELLO SPIRITO

Oggi ... comincio 1,39; La sofferen-za, scandalo o mistero? 2,40; La cro-ce: una parola che è amore 3,39;Perché cercate tra i morti colui che èvivo? 4,38; Le forze vincenti dellastoria 5,39; Il Cuore del mondo 6,38;Orizzonte missionario 9,38; Evange-lo ed ecumenismo 10,38; Promessadi felicità 11,38; Una luce nella notte12,38

VITA CONSACRATA Gratitudine,passione, speranza 1,21; In “uscita”per “incontrare” 1,32; VC alzati ecammina 1,40; In cammino versonuovi orizzonti 2,7; Anno di grazia?2,10; Come essere fratelli religiosioggi? 2,29; Incontro col Papa per ilgiubileo della vita consacrata 3,5;Vita consacrata in comunione 3,10;Viaggio nella vita religiosa 3,25; Labellezza della condivisione 3,40; E’tempo di nuove esplorazioni 4,30;Sfide attuali della VC in Europa4,39; Nella luce della logica pasqua-le 5,5; L’anno della vita consacrata5,19; Il velo e oltre 5,30; Tessitrici disolidarietà 6,5; Valore ecumenicodella VC 6,17; La vita fraterna incomunità 6,39; Radicali nella profe-zia 7,5; I gruppi linguistici 7,8; Lagioia di essere “fratello” 9,25; Paro-le dal sapore nuovo 9,33; Camminidi conversione 9,39; Nuovo oriz-zonte delle religiose 10,24; Per unaVC senza mura e barriere 10,39;La via dell’agape 12,18; MONACHESI-MO Avrà ancora un futuro? 2,13;Ama e fa’ ciò che vuoi 2,20; Cosa hasignificato per le claustrali? 4,8; Trachiusure e nuove fondazioni 4,27;ORDO VIRGINUM Nel cuore della Chie-sa per la vita del mondo 11,16; VITA

DEGLI ISTITUTI IX Capitolo Generaledella Pia Società San Gaetano 1,14;La grazia di lavorare 1,17; Mendi-canti nell’era del consumismo 3,23;Santa Messa del Papa con i fraticappuccini 3,30; Evento di comu-nione 3,31; Prospettive sfide e ri-sposte 4,16; Protese come antenne4,18; Non solo un anniversario 4,21;Sodali nella catarsi 6,20; Servi di

Testimoni 12/2016

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 45

46 Testimoni 12/201646

Cristo e dei poveri 9,22; Nel cuoredel mondo con il cuore di Dio 10,22;Dopo Nicolàs Arturo Sosa Abascal11,5; Domenicani nella promozionee difesa dei diritti umani 11,7; Evan-gelizzare con passione 11,8; Osarela mistica del’incontro 11,11; CuoreSacro 11,22; La sfida del perdono11,25; Riorganizzazione delle Pro-vince 12,5

VITA DELLA CHIESA Tre tappe digrande speranza 1,6; I tesori nasco-sti nella debolezza 7,16; Chiesa mis-sionaria, testimone di misericordia

ALZATE RAMÍREZ LUIS HERNANDO La vi-ta fraterna in comunità 6,39

ARRIGHINI ANGELO Sinodo, famiglia egiubileo 1,1; Tessitrici di solidarietà6,5; Radicali nella profezia 7,5

AVOLIO GIUSEPPINA Nel cuore dellaChiesa per la vita del mondo 11,16

BALOCCO FRANCESCA Nella luce dellalogica pasquale 5,5

BASSO ALDO Giovanni XXIII e la mise-ricordia 2,24

BEFFA CRISTINA Protese come antenne4,18

BENAZZI NATALE La croce: una parolache è amore 3,39

BERTELLI LUCIANO IX Capitolo Genera-le della Pia Società San Gaetano1,14

BERTOLOTTO ORSOLA La via dell’agape12,18

BIANCHI ENZO Evangelo ed ecumeni-smo 10,38

BIEMMI ENZO I gruppi linguistici 7,8

BLANGIARDO GIAN CARLO I bambini chemancano 11,34

BONETTI EUGENIA Non solo tratta maanche schiavitù 1,34

BONI ELENA Il lavoro e le famiglie 5,8

BRENA ENZO Come essere fratelli reli-giosi oggi? 2,29; Evento di comunio-ne 3,31; Tra chiusure e nuove fonda-zioni 4,27; Vino nuovo in otri vecchi?5,27; Appuntamento a Cracovia 6,33;Abusi e prevenzione 7,34

CABRA PIERGIORDANO Il cardinal Pironio.Un precursore di papa Francesco?1,5; Quella porta felice 2,4; Un amicoritrovato 3,4; La moltiplicazione deicani 4,5; La mia “imitazione di Cristo”5,4; Una piccola cascata 6,4; Declina-zioni 7,4; Umile protesta degli anima-li 9,4; Una preghiera ruspante 10,4;Quel quadro 11,4;Il coro degli Angeli12,4; Il sacro commercio 12,27

CALABRESE GIANFRANCO L’Eucaristiasorgente della missione 10,5

CANOPI ANNA MARIA Cosa ha significa-to per le claustrali? 4,8

CARBALLO JOSÉ RODRÍGUEZ VC alzati ecammina 1,40; Cammini di conver-sione 9,39

CATTANEO MARIOLINA Osare la misticadel’incontro 11,11

CHIARO MARIO Una nuova alleanza peril clima 1,10; Sfide per il futuro dellaComunione anglicana 2,14; Un cautoottimismo 2,17; Viaggio nella vita re-ligiosa 3,25; No a una politica che al-za i muri 5,11; Accogliere è la veraemergenza 5,22; Giustizia nell’eco-nomia globale 6,27; Una crisi profon-da scuote l’Islam 9,11; Dai segni diefficienza ai segni di vita 10,15; Po-vertà educativa 12,10

CIAIRANO AZIA Parrocchie affidate asuore 4,24

CIARDI FABIO Non solo un anniversario4,21; Iuvenescit ecclesia 9,5; Evan-gelizzare con passione 11,8

CITTERIO ELIA Promessa di felicità11,38

Indice autoriTESTIMONI 2016

La prima cifra rimanda al numero della rivista, la seconda alla pagina.I titoli in neretto corsivo si riferiscono agli «Speciale Testimoni».

INDICI

9,20; Un’immensa opera di miseri-cordia 10,13; Una grande ricchezzadi messaggi 4,6; Vino nuovo in otrivecchi? 5,27; Intervista del Papa alquotidiano cattolico francese “Lacroix” 6,8; Per un cammino di spe-ranza 6,22; In una Chiesa aperta emissionaria 7,13; Comunicare la mi-sericordia 12,12; Costruttori di ponti12,33; CHIESA IN ITALIA Sia povera eamica dei poveri 1,19; L’Eucaristiasorgente della missione 10,5; CHIESA

NEL MONDO Brevi dal mondo 1,37;Brevi dal mondo 2,38; Sarete odiati

a causa del mio nome 2,41; Brevidal mondo 3,37; Brevi dal mondo4,36; Brevi dal mondo 5,37; Presa dicoscienza missionaria 6,30; Brevi dalmondo 6,36; Discepoli di Gesù com-passionevole e misericordioso 7,20;Brevi dal mondo 7,41; Brevi dal mon-do 9,36; Dai segni di efficienza ai se-gni di vita 10,15; Brevi dal mondo10,36; Monachesimo e Chiese prote-stanti 11,13; Brevi dal mondo 11,36;Evangelicali oltre Lund 12,20; Lund:i momenti dell’incontro 12,45; Brevidal mondo 12,36

COMASTRI ANGELO Le forze vincentidella storia 5,39

COZZA RINO In “uscita” per “incontra-re” 1,32; Il coraggio di chiedere cosedifficili 3,34; E’ tempo di nuoveesplorazioni 4,30; Per un cammino disperanza 6,22; Parole dal saporenuovo 9,33; Per una VC senza mu-ra e barriere 10,39

CREA GIUSEPPE Se lo stress entra inconvento 5,33; Misericordia e VC albivio 7,18

CUPINI ANGELO Diventare prete 11,30

DALL’OSTO ANTONIO Il CEC e la crisidei rifugiati 1,28; Brevi dal mondo1,37; Avrà ancora un futuro? 2,13;Ama e fa’ ciò che vuoi 2,20; UnaQuaresima di misericordia 2,26; Bre-vi dal mondo 2,38; Sarete odiati acausa del mio nome 2,41; Incontrocol Papa per il giubileo della vita con-sacrata 3,5; Riunione dei Primati or-todossi in preparazione al Concilio3,8; Vita consacrata in comunione3,10; Cosa divide e unisce i cristianicinesi? 3,15; Santa Messa del Papacon i frati cappuccini 3,30; Brevi dalmondo 3,37; Repubblica dello Ye-men: massacrate quattro suore inodio alla fede 4,14; Un difficile dialo-go 4,33; Brevi dal mondo 4,36; Paki-stan: un paese “impossibile” per i cri-stiani e le minoranze religiose 5,14;Verso la beatificazione 5,16; I giova-ni d’oggi e le nuove vocazioni 5,24;Brevi dal mondo 5,37; Intervista delPapa al quotidiano cattolico francese“La croix” 6,8; Valore ecumenico del-la VC 6,17; Presa di coscienza mis-sionaria 6,30; Brevi dal mondo 6,36;Discepoli di Gesù compassionevole emisericordioso 7,20; Brevi dal mondo7,41; La gioia di essere “fratello”9,25; Perchè resto e non me ne vado9,30; Brevi dal mondo 9,36; La Tur-chia e gli interrogativi aperti 10,18;Una missione in piena fioritura 10,19;Missionarie per sempre 10,32; Brevidal mondo 10,36; Cosa cercano i

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 46

Testimoni 12/2016 47

giovani religiosi? 11,27; Brevi dalmondo 11,36; La sua vita fu un can-to a Dio 12,25; Brevi dal mondo12,36

DALPIAZ GIOVANNI Giovani, Chiesa,vocazioni 7,43

DEL GAUDIO DANIELA Progetto “carismiin città” 2,32

DELLA TORRE RAFFAELE La grazia di la-vorare 1,17

F.X. Sull’orlo del baratro 6,9

FERRARI GABRIELE Sia povera e amicadei poveri 1,19; In una Chiesa apertae missionaria 7,13; Non solo spetta-tori ma responsabili 9,18; Un’immen-sa opera di misericordia 10,13

FERRARI MATTEO Il tempo della mista-gogia 3,19; Il mistero del Natale 12,28

GELLINI ANNA MARIA 49° Giornatamondiale della pace 1,8; La tenerez-za di un Dio diverso 1,46; XXIV° Gior-nata mondiale del malato 2,23; Lacura della vita 2,47; Giganti nella mi-sericordia 3,27; Il credo 3,46; La vitanelle nostre mani 4,47; Santi nel Giu-bileo della Misericordia 5,21; Accom-pagnare è generare 5,46; Una para-bola di comunione 6,46; Una vita do-nata agli ultimi 7,31; Santi e martiri9,27; Popolo delle beatitudini 9,46; Ipoveri sua eredità per sempre 10,26;Varcare la porta della misericordia10,46; Figli nel Figlio 11,46

GRILLI MASSIMO Come vivere il tempodi Avvento 11,19

HUBAUT MICHEL Vita spirituale e pre-ghiera 7,22

KASPER WALTER Il Cuore del mondo6,38

LA MELA MARIA CECILIA La misericor-dia dalle sbarre alle grate 2,33

LACROIX MARIE CHRISTINE Consumarmiper Dio in pura perdita 1,30

LAMBIASI FRANCESCO Una luce nellanotte 12,38

MAINARDI ADALBERTO Martirio e comu-nione 10,10

MARCHESELLI MAURIZIO Orizzonte mis-sionario 9,38

MASTROFINI FABRIZIO Tre tappe di gran-de speranza 1,6; Una visita ai “Fratel-li Maggiori” 2,1; Dalla sinagoga allamoschea di Roma? 2,3; La bellezzadella condivisione 3,40; Una grandericchezza di messaggi 4,6; L’identikitdel sacerdote 6,1; Un forte abbracciodi comunione 7,10; I tesori nascostinella debolezza 7,16; Messaggi chescuotono 9,8; Messaggero di pace11,1; Domenicani nella promozione e

INDICI

difesa dei diritti umani 11,7; Riorga-nizzazione delle Province 12,5

MASTURZO GABRIELLA L’anno della vitaconsacrata 5,19

MATINO GENNARO Perché cercate tra imorti colui che è vivo? 4,38

MATTÉ MARCELLO Mendicanti nell’eradel consumismo 3,23; Sodali nellacatarsi 6,20; Gëzuar Krishtlindjet(Buon Natale) 12,30

MISITANO MAURIZIO Prospettive sfide erisposte 4,16

MORALES VICTOR M.MARTINEZ Il nomedi Dio è misericordia 11,39

MURRAY PATRICIA In cammino versonuovi orizzonti 2,7

PAPA FRANCESCO 53° giornata mondia-le di preghiera per le vocazioni 4,10;50° giornata mondiale delle comuni-cazioni sociali 5,36; Chiesa missiona-ria, testimone di misericordia 9,20

PARATO MARISA Nel cuore del mondocon il cuore di Dio 10,22

PASSERINI VINCENZO Una cultura del-l’accoglienza 7,37; Prima gli italia-ni!”Già fatto” 12,23

PEDICO MARIA MARCELLINA Gratitudine,passione, speranza 1,21; Maria Ma-dre della Misericordia 5,40

PELOSO FLAVIO Servi di Cristo e deipoveri 9,22

PONTARA PEDERIVA MARIA TERESA Nuo-vo orizzonte delle religiose 10,24

PREZZI LORENZO La terza Lettera 1,13;Gli insegnamenti di nati e morti 2,5;Anno di grazia? 2,10; Tentazioni emalattie 2,12; Uno sguardo nuovo3,1; Famiglia, unioni civili e consacra-ti 3,13; Cina: verso una schiarita?3,18; Vangelo e riforme 4,1; L’abissoe la grazia 4,12; Famiglia e gioia del-l’amore 5,1; Il velo e oltre 5,30; Sulle

suore “abusate” 7,36; Le contempla-tive e il volto 9,1; Annunciate 10,1;Dopo Nicolàs Arturo Sosa Abascal11,5; Monachesimo e Chiese prote-stanti 11,13; Cuore Sacro 11,22; Mi-sericordia et misera. Giubileo 2015-2016 12,1; Lo scenario dell’accordo(possibile) 12,8; Evangelicali oltreLund 12,20

ROTASPERTI SERGIO La sfida del perdo-no 11,25; Comunicare la misericordia12,12

SALVARANI BRUNETTO Sta sbocciandouna nuova primavera? 1,26; Si apreun’era nuova 3,6; Il Sinodo panorto-dosso 6,12; E’ stata scritta una pagi-na di storia 7,1; Fra tradizione, rifor-ma e profezia 9,15; Insieme nellasperanza 12,39

SANDRI LUIGI Cristiani in estinzione?10,7; Lund: i momenti dell’incontro12,45

SASSU TERESA Terremotati e trafficati7,29

SECONDIN BRUNO Sfide attuali dellaVC in Europa 4,39

SEMERARO MICHAEL DAVIDE Esploratoree profeta 12,15

SESANA KIZITO RENATO Testate chechiudono 2,11

SUSINI MIRELLA Nel dialogo islamo-cri-stiano 5,15

TERENZI VITTORIA Costruttori di ponti12,33

TONINELLO CARLO Oggi ... comincio1,39

VIRGILI ROSANNA La misericordia nellerelazioni sociali 10,29

ZAMBONI STEFANO La ferita del Cuore6,15

ZEVINI GIORGIO La sofferenza, scanda-lo o mistero? 2,40

La speranza e la luce di questo Giorno Santoti accompagnino

e siano benedizione per il 2017!La Redazione

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 47

Papale papale

60 VIGNETTEDI GERHARD MESTER

«È un libro per rideredi se stessi! »

Papa FrancescoUDIENZA GENERALE DI MERCOLEDÌ 12 OTTOBRE

TESTIMONI 12-2016 dicembre a colori_TESTIMONI 4-2008 28/11/16 16.23 Pagina 48