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mensile della comunità di Salò ANNO LXIV - n. 6 giugno 2015

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comunitàdi Salò

ANNO LXIV - n. 6 giugno 2015

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Tappe della vitaSono tornati alla casa del Padre:Frascati Aronne, anni 85Alboraletti Carmela ved. Molinari, anni 95Baldassarini Angelo, anni 88

Sono entrati a far parte della famiglia di Dio:

Ayache Silvia di Marc e di Zampiceni ElisabettaAriano Elisa di Luca e di Castagli MaddalenaBertoletti Francesco Enrico di Luca e di Koberts NatalyaBussei Elisabetta Lucia Isolda di Matteo e di Nicolini RobertaChiarotto Angela Teresa di Francesco e di Gaetarelli BarbaraGozzi Maria di Giordano e di Vanzani ChiaraGrezzini Giada Emma di Stefano e di Soncina AlessiaMacheda Giulia di Carmelo e di Dusabemariya AgatheMassardi Emily di Cristian e di Acosta LurdeMassardi Micaela di Cristian e di Acosta LurdeTonincelli Martino di Cristian e di Zanelli Chiara

3 febbraio 1969 25 giugno 2013nel secondo anniversario della morte di

CRISTIAN TAROLLII familiari e gli amici lo ricordano sempre con immutato affetto e nostalgia. Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Giovedì 25 giugno alle ore 9,00 nella Chiesa di S. Bernardino e la sera alle ore 18,30 nella Chiesa di S. Fermo a Portese di San Felice del Benaco.

Vita di parrocchia a cura della Redazione

HANNO COLLABORATO ALLA REDAZIONE Andreis mons. Francesco Cavedaghi Daniela Ciato Giovanni Cobelli Renato Dondio Lamberto Guana don Gianluca Giacomuzzi Giancarlo Lugli Nerina Madureri Luisa Manni Anna Marelli Bruno Monti Osvaldo Pollini Rosa Tomasoni don Pierluigi ALLA STAMPA Beretta Alfredo Vezzola Maurilio Elio Sant Nicola Rizza Augusto (Foto) Equipe Tipolitografia Lumini

NUMERI UTILI PER TELEFONARE:

Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria . tel. 521700 FAX Vicolo Campanile 2 . . . tel. 523294 Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri cel. 3492267166 Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo . tel. 40296 Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2) . tel. 520302 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino . . tel. 43449 Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri . . tel. 43646 Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 . . tel. 40039 Padri Cappuccini Barbarano . . . . tel. 20447 Caritas Zonale Via Canottieri 2 . . . tel. 520843 Cinema Cristal Largo D.Alighieri . . . tel. 521555

Nell’augurare Buone Vacanze ai nostri lettori, comunichiamo che il Bollettino “Il Duomo”

ritornerà in pubblicazione con il mese di Settembre, unitamente al Calendario Liturgico

per l’anno 2015/2016.

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3La Parola del Parroco a cura di Mons. Francesco Andreis

I n questi giorni si vive il tempo del “raccolto” per la cultura scolastica. C’è tensione nelle famiglie, preoccupate per i pro-

pri figli…e i figli-studenti scaricano o comprimono ovunque la loro preoccupazione ed ansia. Vorrebbero aver già finito tutto…ma ci sono ancora esami; hanno finito le lezioni, ma le valuta-zioni non sono state ancora esposte… Tutti sognano e sperano cose belle!Anche Gesù ha frequentato la scuola di Nazareth, ma noi, oltre all’episodio del tempio a Gerusalemme, non sappiamo nulla di quanto aveva appreso e come si sia comportato nel suo percorso scolastico.A dodici anni andò a Gerusalemme con i suoi genitori, per vivere la Pasqua secondo la legge, che ricordava e celebrava la libera-zione degli antenati giudei dalla tirannia del Faraone. Dopo alcu-ni giorni i genitori si misero in viaggio per il rientro a Nazareth. Dopo un giorno di cammino, passando la notte nel caravan ser-raglio si accorsero che Gesù mancava. Il giorno dopo tornarono a cercarlo e lo trovarono al tempio a discutere con i dottori della

Legge. Maria gli fece un piccolo rimprovero: «Perché ci hai fatto questo?». E lui: «Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?».L’episodio si venne a sapere, ma tutti ne parlavano con discre-zione… e sono giunte anche a noi, dopo 2000 anni, anche per l’opera dello Spirito Santo.Conoscendo solo questo episodio della sua infanzia, non facil-mente riusciamo a comporre il suo “curriculum” completo, tut-tavia, leggendo i Vangeli e confrontandoli, tentiamo anche noi di ricostruire le sue conoscenze e la sua condotta. Con noi qalcun altro si è impegnato a realizzare una cartella curriculare di Gesù. Ascoltate! … “sorridete”! Chi ha concluso così è stato anche simpatico!Gesù, alunno della scuola di Nazareth, rientra a casa con la sua pagella. Francamente i giudizi riportati non sono un granché. Sua Madre, dopo averli letti, non dice nulla, ma medita tutte queste cose nel suo cuore. Resta però la cosa più difficile: farla vedere a Giuseppe.

La pagella di Gesù

Scuola Simeone di NazarethDestinatari: Giuseppe e Maria David.Oggetto: Pagella scolastica di vostro Figlio Gesù.Matematica: Non sa fare quasi niente, a parte moltiplicare pane e pesci.Senso dell’addizione: Totalmente mancante; afferma che lui e il Padre sono uno solo.Scrittura: Non porta mai quaderno e penna ed è costretto a scrivere sulla sabbia.Geografia: Manca totalmente di senso di orientamento: afferma che c’è una sola strada, che conduce a suo Padre.Chimica: Non fa gli esercizi richiesti. Quando l’insegnante è girato trasforma l’acqua in vino e fa stare allegri i suoi compagni.Educazione fisica: Invece di imparare a nuotare, come fanno tutti, lui cammina sull’acqua.Espressione linguistica orale: Grosse difficoltà a parlare con chiarezza. Si esprime continuamente in parabole.Senso dell’ordine: Ha perso tutte le sue cose a scuola e afferma pure, senza vergognarsi, che gli è rimasta solo una pietra per cuscino.Condotta: Forte tendenza a frequentare forestieri, poveri, galeotti e anche prostitute. Osservazioni: Manda a lavorare chi sta a letto, scaccia i mercanti, rovescia le bancarelle e vuole pagare allo stesso modo chi ha lavorato tutto il giorno e chi un’ora sola.

Giuseppe, letta con attenzione la pagella, riflette e con-clude che così non si può andare avanti e che dovrà pren-dere seri provvedimenti. Chiama il Figlio e gli dice: “Bene, Gesù, siccome le cose sono a questo punto, puoi fare una croce sulle vacanze di Pasqua”.Vogliamo confrontarla con le nostre pagelle, appena ar-rivate nelle nostre mani? Questa ci dice qualcosa di nuo-vo… e di più profondo. Sappiamo almeno rapportare i “risultati” con la conoscenza del Vangelo? Buon lavoro e BUONE VACANZE!!!!

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4 Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo”

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Giubileo della misericordiaAlla vigilia della domenica dopo Pasqua, giorno in cui il suo predecessore san Giovanni Paolo II ha istituito la festa del-la Divina Misericordia, papa Francesco ha consegnato la Bolla “Misericordiae Vultus” di indizione del Giubileo straordinario della misericordia, primo Giubileo, in oltre sette secoli, legato a questo tema. “Nelle nostre comunità, nelle associazioni e nei movimenti, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve po-ter trovare un’oasi di misericordia”, si legge nella Bolla, perché senza perdono la vita è un deserto desolato. Il Giubileo inizierà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata e 50° anniversario della chiusura del Concilio, per concludersi il 20 novembre 2016, festa di Cristo Re. Durante l’Anno Santo, ogni chiesa locale avrà la sua Porta della Misericordia, come Francesco ha ribattezzato la Porta santa del-la basilica vaticana. “Forse per tanto tempo abbiamo dimentica-to di indicare e di vivere la via della misericordia”, sottolinea il Papa, che chiede alla Chiesa di non giudicare e non condannare e di riscoprire le opere di misericordia corporale e spirituale. Al centro della Bolla papale la consegna di “spezzare la barriera dell’indifferenza”, curando le ferite e aprendo il cuore alle “pe-riferie esistenziali”, e un forte appello ai criminali e ai corrotti: “Vi chiedo di cambiare vita”. “Lasciamoci sorprendere da Dio” l’invito finale, perché il grande fiume della misericordia “sgorga e scorre senza sosta, non potrà mai esaurirsi”.“Ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chia-mati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. È per questo che ho indetto un Giubileo straordinario della misericordia come tem-po favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti”.

Olio per la paceIl prossimo 4 ottobre sarà la Regione Lombardia a com-piere ad Assisi il tradizionale gesto dell’offerta dell’olio per la lampada di San Francesco. Questo gesto, che vede ogni anno l’alternarsi di una regione italiana, è nato in occasione della proclamazione di San Francesco patrono d’Italia da parte di papa Pio XII nel 1939. I Vescovi lombar-di vivono con molta preoccupazione la situazione odier-na, molto simile a quella che portò Pio XII a proclamare Francesco patrono. Essi esortano tutti i fedeli (gruppi, associazioni, movi-menti, parrocchie...) ad unirsi al pellegrinaggio, il 3 e 4 ottobre e, in particolare, ad adoperarsi per mettersi in sin-tonia con questo grande evento spirituale. “Chi può con la partecipazione diretta; a tutti chiediamo di impegnarsi in un itinerario di preparazione e condivisione. Assieme pregheremo e affideremo all’intercessione di San Fran-cesco il futuro delle nostre terre e delle nostre Chiese. Sarà l’occasione per pregare per le nostre famiglie e per il Sinodo che inizierà in Vaticano proprio in quei giorni; sarà anche l’occasione per prepararci al Convegno ecclesiale di Firenze.”

Ordinazioni presbiteraliI nuovi sacerdoti, che saranno ordinati in Cattedrale sabato 13 giugno, sono quattro: tre diaconi che hanno concluso la VI teologia poche settimane fa, Marco Mon-dinini di Gianico, Massimo Pucci di Orzinuovi e Giorgio Tonolini di Serle e un quarto diacono che ha concluso gli studi lo scorso anno, e che in questo 2015 ha svolto il servizio a Castenedolo, Michael Tomasoni di Pavone Mella. Con loro saranno ordinati anche un frate carmelitano, Fabio dell’Eucaristia Dal Fiume e un frate minore fran-cescano, Enrico Russotto. Se a questi nuovi sacerdoti si aggiungono anche i due religiosi della Pace di Brescia, padre Davide Damiano e padre Davide Saron, i nuovi preti di quest’anno sono otto: una vera benedizione del Signore. La preghiera di tutta la diocesi li accompagni nel momento dell’ordinazione, ma anche nei primi passi del loro ministero.

Anniversari In questo anno il nostro Vescovo Luciano ricorda il 50° di sacer-dozio e i 20 anni di ordinazione episcopale. Dalla diocesi sono state pensate alcune iniziative per festeggiarlo. Il 17 giugno, alle 18, presso il Polo culturale di via Bollani, sarà dedicata al Vescovo la biblioteca diocesana. Una delegazione parteciperà poi, il 20 giugno, alla celebrazione eucaristica con cui la diocesi di Reggio Emilia festeggerà mons. Monari.

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5In ascolto della Parola... a cura di Oswald

I l mese di giugno è ricchissimo di ricorrenze particolari. Ricordo le Giornate Eucaristiche, che sono state cele-

brate la prima settimana, che si è conclusa domenica 7 con la grande festività del Corpus Domini. Sabato 13 si è fatto memoria di s. Antonio di Padova. Il 20 si ricorda il sacro Cuore di Gesù. Il 24 mercoledì c’è la natività di san Gio-vanni Battista, per finire con la grande festa dei ss. Pietro e Paolo lunedì 29.Ebbene in tutto questo ricchissimo calendario, propongo alcune riflessioni sulle sacre Scritture di Domenica 21, XII del Tempo Ordinario, che ci ricorda anche la grande figura di san Lui-gi Gonzaga.Il Vangelo di Domenica 21 (Mc 4,35-41), è quel-lo relativo alla tempesta sedata. Ricostruiamo sinteticamente l’acca-duto. Una sera, dopo una giornata di intenso lavoro, Gesù, con i suoi discepoli, sale su una barca e dice agli apo-stoli di passare all’altra riva… Sfinito per la stan-chezza, Egli si addor-menta. Intanto si leva una grande tempesta di vento che getta acqua dentro la barca. Il lago di Galilea è un piccolo lago, ma è famoso per le burrasche improvvise che si scatenano a causa della particolare configurazione geografica delle montagne all’intorno del lago.Gli apostoli, molto preoccupati, svegliano Gesù gridando-gli “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. Desta-tosi, Gesù ordina al mare di calmarsi. Il vento cessa e si fa una grande bonaccia. Poi dice loro: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. Gesù calma il mare in tempe-sta. Ai discepoli impauriti e stupiti Egli indica la forza della fede, grazie alla quale si vince ogni paura. Così il Maestro fa intravvedere loro il mistero della sua vera identità di Fi-glio di Dio.Riflettiamo. In che cosa è consistita la mancanza di fede degli apostoli? Non tanto del fatto che non hanno creduto nella potenza di Gesù, quanto nel fatto che hanno dubitato del suo amore. Hanno messo in dubbio che a Gesù impor-tasse davvero poco di loro, della loro vita ed incolumità… “Maestro, non t’importa che siamo perduti?” e in queste parole risuona il nostro interrogativo su dove sia Dio quan-do soffriamo. Con quella loro domanda, gli apostoli hanno messo in dubbio proprio questa capacità di Cristo di pren-dersi cura delle persone a Lui affidate, la sua premura per

gli altri. Proprio la cosa che si osserva al massimo grado nella sua vita e che costituisce uno dei tratti più belli della sua personalità.Ora cerchiamo di cogliere il messaggio, quello cioè che vuole dire a noi questa pagina di Vangelo. La traversata del mare di Galilea, indica la traversata della nostra vita. Il mare è la mia famiglia, la mia comunità, il mio stesso cuore. Piccoli mari, ma nei quali si possono scatenare tem-peste improvvise.Chi non ha conosciuto qualcuna di queste tempeste?

Quando tutto si oscu-ra e la barchetta della nostra vita comincia a fare acqua da tut-te le parti? Una dia-gnosi allarmante del medico, ed eccoci in piena tempesta. Un figlio che prende una brutta strada, ed eccoci in piena tem-pesta. Una perdita di lavoro, la fine di un matrimonio ed eccoci travolti dalle onde in burrasca… Che fare? A che cosa attaccarci e dove gettare l’an-cora? Gesù non ci dà

la ricetta magica su come scansare le tempeste della vita. Gesù ci ha promesso invece la forza per superarle, se gliela chiediamo.San Paolo ci racconta di un problema serio che ha dovuto fronteggiare nella sua vita e che chiama “la mia spina nel-la carne”. “Tre volte” (cioè infinite volte) dice, ho chiesto al Signo-re di liberarmene e finalmente il Signore mi ha risposto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Da quel giorno, san Paolo cominciò addirittura a vantarsi delle sue infermità, perse-cuzioni ed angosce, tanto da poter dire: “Quando sono debole, è allora che sono forte”.Ed allora qual è il messaggio del Vangelo di Domenica 21 giugno? La fiducia in Dio! È proprio questo il messaggio del Vangelo. Quel giorno ciò che salvò i discepoli dal naufragio, fu il fat-to che… “congedata la folla, lo presero con sé, così com’e-ra nella barca”. E questo deve essere anche per noi la migliore garanzia contro le tempeste della vita ed i mari in burrasca… avere con noi Gesù! Ed il mezzo per tenere Gesù dentro la nostra barchetta è la fede e la preghiera. E così sia!

Perché avete paura?

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6 Caritas e Vita Missionaria

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Il cuore della Missione

ritornare all’essenziale, il primato della Grazia, la Giornata missionaria.

Si è svolta a Roma l’Assemblea Generale delle Pontificie Opere Missionarie dal 1 al 6 giugno scorso. Le Pontifi-cie Opere Missionarie è una istituzione che si articola in quattro rami, inserita nella Congregazione per la evan-gelizzazione dei popoli.

Il primo ramo è costituito dalla PONTIFICIA OPERA DEL-LA PROPAGAZIONE DELLA FEDE il cui scopo è quello di suscitare nel popolo di Dio uno spirito autenticamente universale per far crescere nelle Chiese locali una co-scienza missionaria secondo il respiro naturale della Chiesa.Il secondo ramo è costituito dalla PONTIFICIA OPERA DI SAN PIETRO la quale collabora alla crescita delle giova-ni chiese sostenendo finanziariamente la costruzione di nuovi seminari, e i programmi di formazione dei nuovi sacerdoti, religiosi e suore locali.Il terzo ramo è costituto dalla PONTIFICIA OPERA DELL’INFANZIA MISSIONARIA il cui scopo è quello di portare i bambini alla scoperta dello spirito missiona-

rio e insegna loro ad aiutare con la preghiera e con piccoli sa-crifici materiali i loro coetanei nel mondo.Il quarto e ulti-mo ramo è costi-tuito dalla PON-TIFICIA UNIONE MISSIONARIA la quale è anima delle altre Ope-re Missionarie, è un’associazione

di clero, religiosi/e e laici, che si propone di suscitare nella Chiesa la passione per la missione, di contribuire alla formazione missionaria e a spingere le comunità cri-stiane a cooperare e prendere parte attiva all’attività di evangelizzazione.Il Cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congrega-zione per la evangelizzazione dei popoli, inaugurando i lavori ha toccato alcuni punti che vale la pena aver pre-sente per poter rinnovare l’impegno missionario delle nostre parrocchie.

La prima indicazione è quella di ritornare all’essenziale: “È necessario che ritorniamo all’essenziale. È quello che ci viene indicato da Papa Francesco: - La migliore moti-vazione per decidersi a comunicare il Vangelo è contem-plarlo con amore. È sostare sulle sue pagine e legger-lo con il cuore. Perciò è urgente recuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova. Non c’è niente di meglio da trasmettere agli altri - (EG 264)”.Una seconda indicazione è quella di aver bene chiaro il criterio della cooperazione missionaria: “Dobbiamo ri-flettere sui criteri che devono orientare la cooperazione missionaria oggi. Mi viene da dire che è proprio “il pri-mato della grazia che deve illuminare” e indicare i criteri giusti per la cooperazione missionaria moderna. L’evan-gelizzazione non può essere efficace se è solo motivata e finalizzata ad un progetto umano, per quanto necessa-rio e giusto. Ma essa deve procedere dall’amore che Dio ha per l’umanità, specialmente quella più sofferente, a cui deve giungere la salvezza integrale tramite l’annun-cio del Regno. La cooperazione missionaria perciò non può esaurirsi nella raccolta di offerte, necessarie comun-que per finanziare e aiutare le Chiese locali a svolgere il proprio servizio di cura pastorale e di evangelizzazione. Se formiamo le persone al vero senso della Chiesa anche la donazione di offerte risulterà vantaggiosa”.Una terza indicazione riguarda la Giornata Missionaria Mondiale: “La Giornata Missionaria Mondiale, istituita quasi cento anni fa, dovrebbe costituire non un evento episodico, ma la conclusione dell’animazione missiona-ria di tutto l’anno, e specialmente del mese di Ottobre, dedicato alle missioni. Essa permane ancora valida. Pur-troppo in questi anni, il mese di Ottobre e la stessa Gior-nata Missionaria Mondiale, sono stati oscurati da tante altre celebrazioni, più o meno concomitanti. Sta a noi renderla unica e singolare”. A cura del Gruppo Missionario

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7Santo del mesea cura di Luisa Madureri

Una vitaCecilia Eusepi nasce il 17 febbraio 1910 a Monte Romano, provincia di Viterbo. Dopo poche settimane, il padre muore e, con la madre Paolina ed il fratello maggiore, dopo poco, si trasferisce a Nepi presso lo zio Filippo, alla fattoria “La Massa”. Frequenta le elementari presso il Monastero delle circestensi e vi rimane sino al 1923. Nel 1922 si iscrive all’Azione Cattolica ed aderisce al Terz’Ordine dei Servi di Maria, con il nome religioso di Suor Maria Angela. La data indimenticabile della sua storia è il giorno della prima comunione: la sua anima ne è per sempre segnata, la sua vita interiore si eleva a

Dio: è talmente affascinata da definire Gesù Eucaristia il suo «tesoro» e la vergine Addolorata, a cui si consacra, il suo «cuore». Esce dal monastero nel 1923, entra come candidata nella congregazione delle suore mantellate serve di Maria di Pistoia. Supera il primo corso, ma, all’inizio del secondo, nell’agosto 1926, si ammala gravemente di tubercolosi intestinale, malattia altamente infettiva; è così allontanata dal collegio e da Pistoia, Cecilia ritorna con grande tristezza a Nepi nel 1926: si abbandona alla volontà di Dio, come «pallina», scrive: «A volte stupita, mi domando che cosa abbia potuto trovare in me Gesù così di attraente da attirarlo verso il mio nulla, da ricolmarmi delle sue più affettuose cure. La mia debolezza estrema, ecco la risposta», scrive nel diario. Tante sono le rinunce, chiusa nella fattoria “La Massa”: la rinuncia alla Eucaristia quotidiana, alla consacrazione in un istituto religioso, alle missioni, all’educazione dei bambini, ma queste rinunce aumentano la sua passione per il Signore: «Il piccolo niente è tutto di Gesù, anche i peccati io ho offerto a Gesù; se mi lasciasse quelli, non sarei più niente, perché il niente non ha niente». Cecilia muore il 1° ottobre 1928, a 18 anni, proprio nel giorno della festa liturgica di S. Teresa del Gesù Bambino, la santa da lei più amata, di cui legge «Storia di un’anima» e di cui è «la prima sorella spirituale». Cecilia è beatificata a Nepi il 17 giugno 2012 ed è sepolta sotto l’altare della Madonna dell’Addolorata, da sempre venerata dalla Beata: il suo corpo riesumato nel febbraio 2012, dopo 85 anni è visto giovane, bello, incorrotto.

Un musical per la Beata“Cecilietta”, come è denominata con affetto dai suoi devoti, è molto popolare in Italia centrale, soprattutto tra i giovani, che propongono video, canzoni, mostre, recital, musical ispirati alla sua vita, ai suoi pensieri. Il Vescovo della diocesi si emoziona parlando di Cecilia: “La devozione per Cecilia Eusepi? È letteralmente esplosa, insieme all’affetto dei fedeli per lei. Si sono moltiplicate le iniziative: dai Centri di Ascolto alle visite alla famiglia, dai concorsi nelle scuole dedicati alla Beata fino al musical: Cecilia si è fatta strada da sola!”. E la chiave di lettura di tanta popolarità è la sua personale via verso la santità: la totale intimità con Cristo, l’essere una contemplativa calata nel mondo reale «dall’esistenza molto semplice, ma vissuta nel segno dell’amore e dalla relazione iniziale con il Signore». E la Cecilia del musical è una giovane ragazza, bella e ridente, di incontenibile gioia alla libertà di seguire i propri ideali, i sogni della giovinezza. «La mia passione è cantare l’amore» scrive Cecilia .

Storia di un pagliaccioCon l’abituale ironia e con l’inestinguibile allegria, Cecilia intitola la sua autobiografia «Storia di un pagliaccio» in cui parla di ogni particolare della sua vita con vivacità di scrittura ed è severa con sé stessa, capace di entrare nel mistero cristiano con una forza mistica che suggestiona. Cecilia è incantata da S. Teresa di Lisieux, legge avidamente nella prima edizione italiana «Storia di un’anima»: vuole seguirla, è la sua guida spirituale, vede in lei nel suo ineguagliabile sorriso, l’espressione della gioia ultraterrena, che “non sta negli oggetti che ci circondano, ma risiede nel più profondo dell’anima”. Anche Cecilia, come Teresa, dà alla sua vita di ascesi l’inconfondibile stile e titolo di «infanzia spirituale» non per l’innata tendenza all’umiltà, a tendere al diminutivo, ma per la scelta di rispondere all’invito evangelico di «farsi piccoli» come i bambini. Teresa scrive: «Io mi ero offerta a Gesù Bambino per essere il suo trastullo e gli avevo detto che non si servisse di me come di uno di quei balocchi di pregio, ma come di una piccola palla di nessun valore, volevo divertire Gesù Bambino ed abbandonarmi ai suoi capricci infantili». E come Teresa, Cecilia si sente «pallina» nelle mani di Gesù: espressione della sua profonda umiltà e della sua convinzione di essere nulla nei confronti di Dio.

Beata Cecilia Eusepi

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Veloci, è pronto TUTTI A TAVOLA!

Da Domenica 5 a Venerdì 31 Luglio vivremo l’esperienza del 35° In.d’E. Ebbene sì, 35 anni di passione educativa! Il Tema di questa esperienza è: il MANGIARE: «Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi», (dalla liturgia). Nessun atto è così naturale, costi-tutivo e cercato come il nutrirsi. Nessun atto è così capace di dire bene e fino in fondo chi è l’uomo. Vale proprio l’a-dagio che dice: «Dimmi come mangi e ti dirò chi sei!». Il logo presenta i personaggi principali che ci accompagne-ranno in questa esperienza. Al centro Gesù spezza il PANE e siede a tavola con due santi amici: San Luigi, patrono della gioventù ed il beato Paolo VI, papa bresciano che conosceremo meglio duran-te il nostro cammino. A lato, due bambini che rappresen-tano tutti noi e che devono decidere: “stare a guardare o vivere da protagonisti questa nuova esperienza?”. Il se-greto è iniziare dal gesto più semplice: andare verso Gesù e stare a tavola con Lui, e cioè, vivere la Messa domenica-le con gioia. Così facendo l’esperienza del 35° In.d’E può trasformare la tua vita in un amicizia fruttuosa e duratura con Gesù ed i suoi amici. Alla Sua tavola infatti c’è posto anche per te! Ricordati: ciò che per noi cristiani è norma-le, per tutti gli altri è eccezionale!

Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

In.d’E. 2015La vacanza In.d’E. 2015 si svolge dal 5 luglio al 31 luglio 2015, dal lune-dì al venerdì, dalle ore 9,00 alle ore 17,30. Ogni domenica è previsto un momento di animazione dopo la S. Messa delle 9,30 in Duomo. Le iscrizioni si ricevono in segreteria dell’Oratorio dalle 15,00 alle 18,00, da Lunedì 1 giugno solo per chi frequenta il catechismo nel nostro Oratorio. E da Lunedì 15 giugno per tutti coloro che NON frequentano il catechismo nel nostro Oratorio. Per informa-zioni: tel. 0365 43646. Le iscrizioni, vincolanti tramite modulo da ritirare in segreteria, si chiuderanno improrogabilmente Venerdì 19 giugno. Non sono consentite iscrizioni o prolungamenti di periodo in corso d’espe-rienza. Si precisa che sarà data priorità, in ordine di data, alle iscrizioni per l’intero periodo. 4 settimane 3 settimane

1° figlio 210,00 170,00 2° figlio 180,00 150,00 3° figlio e oltre 140,00 100,00

Per i ragazzi delle famiglie che non partecipano al cammino di cate-chesi dell’oratorio, ma che hanno frequentato l’In.d’E. negli scorsi anni, è richiesto un contributo supplettivo di euro 30,00 oltre la quota di partecipazione. Per coloro che invece si affacciano per la prima vol-ta all’esperienza dell’In.d’E., le domande saranno accolte con riserva. Se al termine delle iscrizioni dovessero esserci ancora posti disponibi-li, sempre in ordine di data di presentazione, saranno accettate. La quota da versare per intero al momento dell’iscrizione, com-prende: pranzo, merenda, materiale ludico e didattico, trasporti, piscina, laboratori.I genitori degli iscritti sono invitati a partecipare ad un incontro

di presentazione del Tema del 35° In.d’E.Giovedì 25 giugno, in Oratorio alle ore 20,45

Si caldeggia la partecipazione a questo incontro. Riceverete le in-dicazioni per lo svolgimento dell’attività e saranno raccolte le di-sponibilità per i vari servizi necessari per il buon funzionamento dell’organizzazione. Vi presenteremo gli educatori e gli adole-scenti dei gruppi. Saranno inoltre consegnati il Programma e la Maglietta.

Il cammino verso BetlemmeDurante quest’anno i bambini di prima elementare sono stati coinvolti in alcuni incontri in oratorio per introdurli al cammino della cateche-si. Mentre ai genitori veniva presentato il progetto, i bambini erano intrattenuti con giochi e attività proposte dagli animatori guidati dall’instancabile suor Graziella. Gli incontri sono iniziati a settembre e si sono susseguiti circa ogni mese concludendosi con la festa dell’o-ratorio vissuta con la comunità. Il primo incontro è stato dedicato alla conoscenza di ognuno e ha entusiasmato fin da subito i bambini, a tal punto che il gioco del trenino è stato richiesto durante tutti gli in-contri. Ci sono stati momenti di preghiera, di insegnamento, di gesti e semplici concetti volti a rendere consapevoli i bambini dell’amore che Dio ha per ognuno di noi, alternati a giochi e lavoretti. Particolarmente significativa è stata la visita alla chiesa di San Giovan-ni, dove suor Graziella ha sapientemente educato i bambini ai simboli e ai gesti più semplici della liturgia della Messa. Il percorso intrapreso per raggiungere la chiesa è stato paragonato a quello che ogni cristia-no compie dalla casa alla chiesa senza dimenticare l’indispensabile ruolo educativo dell’oratorio. Abbiamo vissuto un incontro zonale che

ha visto partecipare famiglie provenienti da parrocchie diverse. Men-tre i genitori conversavano con il vescovo Luciano, i bambini erano intrattenuti con giochi e attività che affrontavano il tema dell’angelo custode. Durante l’ultimo incontro don Gianluca ha richiesto inizial-mente la presenza dei bambini con i genitori per pregare insieme e ha paragonato la comunità alla famiglia attraverso la parabola della vite e dei tralci. I bambini sono stati molto contenti di intervenire nel di-scorso con delle risposte alle domande provocatorie di don Gianluca. In questo cammino abbiamo potuto sperimentare l’entusiasmo dei bambini verso le attività proposte, la loro felicità e il loro affetto nei nostri confronti. Noi animatori, nonostante le piccole difficoltà, sia-mo cresciuti insieme a loro e grazie alle esperienze vissute abbiamo capito il significato dietro alla frase di papa Francesco “Siate gioiosi, non lasciatevi rubare la speranza!”. Forti di questa esperienza, ringra-ziamo don Gianluca e suor Graziella che ci hanno chiesto di svolgere questo compito, siamo grati a Dio per averci accompagnati in questo cammino e speriamo, come Gesù ci invita, di essere sempre semplici come i bambini.Vi aspettiamo l’anno prossimo! Anna, Agostino, Antonella, Barbara, Matteo e Roberta

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9Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Nella serata di Mercoledì 27 maggio nella Sala dei Provvedito-ri (introdotta da Lamberto Dondio, presidente dell’Associazione Amici della Musica - Salò) è stato proposto il concerto tenuto da Bruno Marelli al pianoforte e Stefano Antonioli alla fisarmonica. Un concerto (si era capito!) ma la serata si è improvvisamente trasformata in poesia. Non intendo la poesia letta in versi, ma di un’autentica atmosfera poetica. L’emozione di Stefano era visibi-le, poi confermata da lui stesso, ma la sua straordinaria sensibili-tà è nota a chi lo conosce e, dopo alcuni brani classici di fisarmo-nica, ci ha regalato una sua composizione che definirei non solo bellissima, ma di una modernità di assoluto interesse. Bruno lo doveva, a quel punto, accompagnare con il pianoforte e lì è acca-duto che l’irreparabile défaillance di Bruno, che arrancava sulle note, ha trasformato la serata. Ha voluto definirsi “non sono un pianista, ma un parlatore” e l’imbarazzo, credo, ha attraversato i presenti, che hanno ap-plaudito per incoraggiarlo. Ne è nata una serata stupefacente, di

un’emozione continua; intrattenendoci con la storia d’amore tra il compositore Frédéric CHOPIN e Maria WODZINSKA. Bruno, ha suonato al pianoforte, più brani, con tale trasporto che il cuore è diventato il protagonista della serata. È doveroso riconoscere che la musica non è stata solo suonata, ma interpretata altresì at-traverso le parole. La conclusione è stata meritevole come tutto il resto. Accompagnato da Bruno al pianoforte siamo stati tenuti svegli e ben presenti dall’attore Carlo POLLONI con delle letture. Lo stesso ha risolto definendo Bruno un artista non riconosciuto dal suo paese e io lo ringrazio perché, nell’occasione Bruno Ma-relli lo ha dimostrato. L’elogio della serata è un invito ad offrire qualcosa che è, non solo concerto, ma puro teatro forse anche, in questo caso, qualcosa di più, perché le suggestioni si sono sus-seguite, non solo dal cambio degli interpreti, ma proprio dalla diversità che l’arte esprime. Ora spetta alla nostra comunità e a chi ne ha le competenze e possibilità di istruire a Salò un luogo, forse già individuabile, dove proporre serate di simile interesse, dove la cultura diventa formazione e cibo per l’anima. Daniela C.

Esperienze del Gruppo S. Giovanni PiamartaSabato 21 febbraio abbiamo vissuto un pomeriggio di ritiro. Seguendo l’invito di vivere la Quaresima con gesti di carità, abbiamo pensato di andare a conoscere la realtà che aiuta le famiglie bisognose presenti sul nostro territorio: La Caritas.Nico e Sergio, volontari della Caritas, ci hanno accolto spiegandoci la loro organizzazione. Ascoltando le loro parole, i bambini hanno scoperto che anche nella nostra realtà e non solo all’estero esistono molte famiglie bisognose del nostro aiuto. Un aiuto fisico e con-creto (generi alimentari, vestiti, affitti, bollette ..) ma anche un supporto morale per chi sta vivendo momenti di difficoltà. Abbiamo anche scoperto che il termine Caritas significa “amore”, amore verso il prossimo e verso le famiglie bisognose. All’apparenza può sem-brare una piccola realtà, ma richiede un grande impegno: sono impegnati circa trenta volontari che aiutano molte famiglie. Quello che è emerso dai bambini è che spesso, quando pensiamo ai poveri, immaginiamo paesi lontani dall’Italia, ma in realtà non ci accorgiamo che molte volte ci sono famiglie bisognose accanto a noi.Domenica 27 maggio si è svolto il ritiro, dopo la S. Messa delle 9,30 in Duomo, siamo saliti in Oratorio e, in Aula Magna, genitori e bambini assieme, abbiamo iniziato la nostra giornata. Un video ed una canzone hanno introdotto il tema. Dal Vangelo di S. Matteo: «il Regno dei Cieli è simile ad un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo».Il lavoro svolto successivamente con i bambini è stato quello di far capire loro l’analogia del parlare del campo con Gesù e farli riflet-tere su cosa fossero disposti a fare per Lui. Abbiamo iniziato chiedendo loro cosa li rendeva felici e le loro risposte e i loro contributi sono stati veramente semplici e nello stesso tempo sorprendenti! Terminato questo lavoro, pranzo in condivisione e giochi. Le catechiste

Il teatro a Salò

I Cresimati e comunicati del 24 maggio 2015 da Mons. Luigi Ventura (Nunzio apostolico a Parigi)

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10 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Nella catechesi di mercoledì 20 maggio Papa Francesco par-la dell’educazione dei figli invitando i genitori a percepirsi

come primi responsabili dell’educazione dei propri figli. Non ci sono esperti né intellettuali che possano autorizzare i genitori ad autoescludersi: per mamme e papà educare la propria prole è una “naturale vocazione!”. Scrive l’Apostolo Paolo: “Voi figli obbedite ai genitori in tutto, ciò è gradito al Signore. E voi padri non esasperate i vostri figli per-ché non si scoraggino! Questa è una regola sapiente, commenta il Papa: il figlio deve essere educato ad ascoltare i genitori e ad obbedire loro, ma pure i genitori devono educarsi ad intervenire con rispetto e delicatezza per non scoraggiare i figli. I figli devono essere accompagnati con gradualità nella loro esperienza di cre-scita, presi per mano con fermezza e tenerezza ad un tempo e condotti “passo passo” dentro le responsabi-lità della vita. Spiega il Santo Padre: “Se voi genito-ri dite ai figli: «Saliamo su per quel-la scala» e prendete loro la mano e passo dopo passo li fate salire, le cose andranno bene. Ma se voi dite: «Vai su!». «Ma non posso». «Vai!» questo si chiama esasperare i figli, chiedere ai figli le cose che non sono capaci di fare”. La presenza attenta e partecipe dei genitori, l’interven-to saggio ed equilibrato non scoraggia i figli ma li rende persone “responsabili di sé e degli altri”. Non sempre è facile mantenere questo equilibrio perché bisogna guardare i propri figli, conoscerli e farsi loro incontro con pazienza. Spesso entrambi i genitori lavorano e vedono i figli solo la sera e quando ritornano a casa sono troppo stanchi per riservare loro le dovute attenzioni. E troppi sono gli “esperti” dell’educazione che impongono i loro modelli preconfezionati e ipercritici rispetto alla tradizionale educazione familiare. E questa invadenza tocca anche gli aspetti più intimi della vita familiare: “sulla vita affettiva, sulla personalità e sullo sviluppo, sui diritti e sui doveri, gli “esper-ti” sanno tutto: obiettivi, motivazioni, tecniche”. Il rischio, per mol-ti, è lasciarsi avvilire dalle difficoltà e svilire da chi suppone di avere la formula corretta del buon educatore. E in un contesto simile ci si “esilia” dall’intervenire per non sbagliare e si tende “a mettersi

nell’angolo”, correndo il rischio di autoescludersi dalla vita dei fi-gli. Il rapporto con i figli si fa nel laboratorio della vita, incontrando concretamente le loro esigenze di crescita e le loro domande di felicità. Questa relazione si gioca sul terreno della condivisione e di quel particolare dialogo che è “vero incontro tra mente e cuore”. Di qui, il richiamo del Papa a recuperare le giuste domande e il giusto inte-resse rispetto all’educazione dei figli: “Dove i figli veramente sono nel loro cammino? Dov’è realmente la loro anima? Lo vogliamo sapere? Siamo convinti che essi, in realtà, non aspettano Altro?”.Papa Francesco è consapevole delle tante difficoltà che le fami-glie vivono oggi e invita tutti i papà e le mamme a recuperare il ruolo di educatori attivi nella vita dei loro figli: “È ora che i padri

e le madri ritornino dal loro esilio (...) e riassumano pienamente il loro ruolo educativo”. In modo particolare richia-ma le comunità cristiane “ad essere sostegno alla missione educativa della famiglia alla luce della Parola di Dio”. Ma soprattutto indica nell’amore, nel-la tenerezza e nella pazienza gli atteg-giamenti propri di chi desidera essere attore cristiano dell’educazione fami-liare: “anche nelle migliori famiglie bisogna sopportarsi, e ci vuole tanta pazienza per sopportarsi!”. Perché l’a-more, dono di Dio, “non manca di ri-

spetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, (...) tutto scusa, tutto crede, tutto spera“ ed è alla base di tutto. L’amore di Dio porta a compimento ciò che è costitutiva vocazione dell’essere umano: accogliere sé stessi e gli altri come dono e compito.“Quanti esempi stupendi abbiamo di genitori cristiani pieni di sag-gezza umana! Essi mostrano che la buona educazione familiare è la colonna vertebrale dell’umanesimo. La sua irradiazione sociale è la risorsa che consente di compensare le ferite, le lacune, i vuoti di paternità e maternità che toccano i figli meno fortunati. Questa irradiazione può fare autentici miracoli. E nella Chiesa succedono ogni giorno questi miracoli!”.E con quello sguardo paterno, che caratterizza la Sua pastorale, Papa Francesco ci affida alle mani sapienti di Colui che può soste-nere, custodire e colmare la missione delle nostre famiglie.

«È ora che i genitori tornino a educare i figli!»

In copertina: Santa Caterina da Siena e devota Anonimo. Santa Caterina da Siena e devota. Affresco staccato e posto su tela, collocato nella controfacciata del Duomo. Proveniente da un edificio delle Rive “che apparteneva probabilmente a uno dei monasteri che vi si tro-vavano nel Quattrocento”. La Santa tiene nella sinistra un libro e alza la destra in un gesto benedicente. Ha una tunica color turchese e il manto purpureo con gli interni candidi. Sul capo, ricoperto da un velo, brilla l’aureola della santità. La devota, inginocchiata e con le mani giunte sorreggenti la corona del rosario, è abbigliata secon-do la moda rinascimentale: copricapo che lascia intravedere i capelli, veste colorata a rigoni verticali, mantello chiaro. Le due figure sono contenute entro una balaustrata che fa da sfondo alle scena. Opera poco visibile (per la luce e perché collocata in alto) e meritevole di un restauro e di una più adeguata collocazione.

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11Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

In Salò il Gruppo Scout è presente da quasi 70 anni ed è un bel po’ di tempo! Il nostro gruppo ha una storia

fatta di volti, avventure, storie ed è bello pensare che una esperienza educativa che dura da così tanto tempo sia ve-ramente importante.Sono cambiate tante cose in questi anni e per fortuna, nul-la può restare immutato ed incapace di cogliere le istanze del tempo che cambia, specialmente quando si parla di educazione, di bambini e di giovani.Quello che rimane dello scoutismo degli inizi sono i valori, le grandi intuizioni di Lord Baden Powell e la grande forza di un metodo educativo accattivante e coinvolgente.La legge Scout che più volte abbiamo citato nei nostri ar-ticoletti recita al primo punto che lo Scout merita il pro-prio onore nel meritare la fiducia, ed è proprio la fiducia un elemento fondamentale del nostro agire: se non avessimo fiducia nei capi, non metteremmo nessuno a guidare i ra-

gazzi dei nostri gruppi, se non avessimo fiducia nei nostri ragazzi non avrebbe senso credere che vale la pena di an-dare contro corrente per educare e far sbocciare almeno “il 5% di buono” che ognuno ha. Se mancasse la fiducia vorremmo fare tutto da soli e non saremmo capaci di col-laborare.Da qualche tempo girano chiacchiere, pettegolezzi, pensie-ri che dimostrano che questa fiducia negli altri non sempre è storia passata, di tutti quelli che hanno creduto e credo-no nel metodo Scout e di quelli che hanno nella memoria e nel cuore le avventure del nostro Gruppo e del San Felice.La fiducia nell’agire degli altri ci porta a sapere che nello scoutismo tutti possono avere uno spazio, quando sanno rispettare gli altri, parlare apertamente, dare ed accettare consigli e lavorare con impegno, senza paura del futuro e senza paura delle sfide. La comunità capi

70 anni ben portati…

Sabato 16 maggio si è riunito per l’ultimo incontro il gruppo fa-

miglie coordinato da Don Pierluigi. È stata l’occasione per fare una verifi-ca del lavoro svolto nell’anno appena trascorso e una programmazione del prossimo. Il clima sereno e amicale che si è creato ha permesso di affron-tare e approfondire i vari temi legati alle problematiche delle famiglie di oggi. Famiglia che rimane il cuore del-la società ma che rischia di perdere il suo ruolo in un mondo contempora-neo in cui spesso prevalgono principi consumistici o legati ad interessi lon-

tani dalla dottrina cristiana. Ecco allo-ra la necessità di essere oggi più che mai esempio per i nostri figli nel vivere quotidianamente i valori della famiglia

cristiana. In particolare è emersa la preoccupazione che i nostri figli ven-gano a contatto con esempi e messag-gi lontani dai nostri e che perdano nel tempo il significato sacro della fami-glia. Da qui l’esigenza di continuare a condividere come gruppo i nostri prin-cipi, i nostri dubbi e le nostre preoccu-pazioni per aiutarci e sostenerci vicen-devolmente sempre guidati dal nostro prezioso don Pierluigi e dallo Spirito Santo. Ci ritroviamo a Settembre con una bella pizzata per iniziare un nuovo anno all’insegna dell’amicizia. Famiglia Brioni

Resoconto dal Gruppo Famiglie

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12 Vita di parrocchia a cura di Renato Cobelli

FILIALE DI CUNETTONE DI SALÒVia Zette, 31 - tel. 0365 438058

L’esito del referendum irlandese

Difendiamo la famiglia, interrompendo la spirale del silenzio

Nel mondo occidentale la famiglia, quella corrispondente all’insegnamento biblico, fondato sull’incontro tra maschio e femmina, non vive momenti facili. La benedizione e il coman-do “Siate fecondi e moltiplicatevi” (Gen 2,27), più che una im-posizione normativa esterna alla natura, corrisponde alla re-altà naturale, in base alla quale la famiglia umana nasce dall’unione feconda tra un uomo e una donna, dalla quale solamen-te possono nascere i figli.Si tratta di un dato assoluto che oggi, nel cosiddetto mondo civile, viene contesta-to e ritenuto superato di fronte ad altre forme di famiglia che, in realtà, non sono altro che travisamenti della verità antro-pologica.Quanto é accaduto nella già “cattolicissi-ma Irlanda” é stato accolto da taluni con sorpresa e con sgomento; da altri con soddisfazione gongolante. Il risultato del referendum irlandese – che ha approva-to il matrimonio tra persone dello stesso sesso – trova riscontro in altre parti del mondo (tra cui l’Italia), dove movimenti culturali e di opinione si sono mobilitati per rendere il matri-monio come un’unione libera, indipendentemente dalla real-tà naturale dell’essere maschio e femmina. Un grave pericolo é paventato dall’ideologia del “gender”, che rende la scelta sessuale non legata all’aspetto fisico – antropologico, ma solo a un supposto dato culturale.

L’origine di questo sommovimento, secondo alcuni studiosi, viene da lontano. Fra le numerose testimonianze (più o meno remote), due appaiono particolarmente limpide ed efficaci nelle loro analisi. Prima di tutto, quella di Alexis de Tocque-ville, che scrive quando televisione ed internet sono ancora sconosciuti e, quindi, non possono far pressione sulla pubbli-

ca opinione. In un saggio del 1856 sulla Rivoluzione francese, Tocqueville afferma: “Quelli che negavano il Cristianesimo al-zavano la voce e quelli che vi credevano ancora tacevano: ac-cadde quanto abbiamo visto spesso da allora, e non soltanto in fatto di religione, ma in ogni altra materia. Gli uomini che serbavano l’antica fede temettero di essere soli e, temendo più l’isolamento che l’errore, si unirono alla folla pur senza pensare come essa. Per tal modo quello che non era ancora se non il sentimento di una parte della nazione, parve l’opinione di tutti”.La paura dell’isolamento é così forte da indurre gli individui ad esprimere un’opinione contraria alla loro, in quanto percepita come maggioritaria.La tedesca Noelle Neumann, a sua volta, ha formulato addi-rittura la teoria della Schweigespirale (“La spirale del silen-zio”), analizzando l’andamento dei risultati elettorali della Germania dell’Ovest nella seconda metà degli anni ’60. La sua teoria può essere espressa, sinteticamente, in questo

modo: ”In un processo di spirale del silenzio si finisce per credere ciò che si pensa che gli altri credano”. I media, infatti, contribuiscono ad ac-celerare ed amplificare determinate opinioni, facendole circolare più velo-cemente di altre, fino ad oscurarle o a farle apparire risibili. La spirale indica, appunto, lo spostamento di opinione che nasce dal fatto che un gruppo “appare più forte di quanto non sia in realtà, mentre coloro che hanno l’o-pinione diversa appaiono più deboli di quanto non siano affettivamente.

Se osserviamo i toni entusiasti di tan-ti cronisti, irridenti rispetto ad opi-nioni diverse (specialmente quelle

del mondo ecclesiale) ed entusiasti di fronte a tanti talk show “laicisti”, la costruzione della spirale appare evidente. Essi for-niscono, infatti, la pressione ambientale alla quale le persone rispondono sollecitamente, con acquiescenza o con il silenzio.

La decisione irlandese non sarà frutto soltanto del silenzio. Tuttavia, forse, la spirale ha giocato un ruolo rilevante, come infinite altre volte nella storia.Certamente, la salvaguardia ed il futuro delle famiglie dipen-deranno soprattutto dalla consapevolezza di riconoscere in essa, a partire dal matrimonio che ne é il fondamento, il rifles-so dello stesso mistero di Dio: un Dio trinitario caratterizzato da una relazione d’Amore.

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13Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò

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Onoranze Funebri TEDESCHI

Casa funeraria “San Benedetto”

DOMANDA: come si fa ad ottenere il nuovo BONUS BEB�?Risposta: ecco come ottenere l’assegno di 960 € annui (80 euro al mese), erogato dall’INPS per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2017, per le famiglie con un ISEE non superiore a 25 mila euro annui (l’importo è doppio se il valore ISEE non supera i 7 mila euro). L’assegno è concesso dal giorno della nascita fino al compimento del terzo anno di età ovvero fino al terzo anno dall’ingresso nel nucleo familiare in caso di adozione a cittadini italiani, a cittadini europei e a extracomunitari con rego-lare permesso di soggiorno. All’uopo, si deve presentare il modulo bonus bebè INPS per via telematica, direttamente se si possiede il PIN dispositivo dell’INPS (sito INPS/servizi per il cittadino/sostegno del reddito/assegno di natalità/bonus bebè), oppure tramite i Servizi Sociali del Comune o i CAAF e Patronati, entro 3 mesi dalla data di nascita del bambi-no. Se il lieto evento è avvenuto prima dell’approvazione del De-creto (27 febbraio 2015), il periodo di 90 giorni inizierà da questa data e l’ultima circolare INPS ha precisato che l’invio delle doman-de, per i nuovi nati o adottati dal 1° gennaio 2015 al 27 aprile 2015, deve essere presentata da lunedì 11 maggio fino al 27 luglio 2015. La mancata presentazione della domanda entro il predetto termi-ne fa scattare il pagamento del contributo dalla data in cui è stata trasmessa per via telematica la domanda e non dalla data di nasci-ta del bambino o del suo ingresso nella famiglia adottiva o in affi-damento preadottivo. Sarà sufficiente richiedere il contributo solo il primo anno. Per i successivi due anni, però, dovrà essere rifatto l’ISEE. Il bonus è collegato al bambino e non ai genitori. Ciò signi-fica che, in caso di affidamento da un genitore all’altro, il genitore che prima aveva diritto al contributo lo perderà a favore dell’altro. L’assegno non è considerato ai fini IRPEF. Ricordiamo che esiste an-che un bonus fino a € 1.300 annui per famiglie con 3 figli minori di anni 18 ed ISEE non superiore a € 23.200,30. Sentire i CAAF.

DOMANDA: come ha risolto, il Governo, il problema del rimborso ai pensionati del blocco della perequazione negli anni 2012/2013?

Risposta: il 1° Agosto arriverà il pagamento – ma in modo molto parziale - degli arretrati della mancata rivalutazione avvenuta negli anni 2012/2013 (la indicizzazione era stata bloccata a partire da 3 volte la minima di allora: € 1.443) comprensivo del trascinamento sul 2014 e i primi 7 mesi del 2015; da settembre parte il rimborso

degli arretrati dei 4 mesi restanti del 2015; a partire dal 1° gennaio 2016 le pensioni interessate saranno aumentate della rivalutazio-ne mensile determinata per il biennio 2012/2013 e su questo mon-tante si applicherà l’indicizzazione “Letta” (100% dell’indice ISTAT fino a 3 volte la minima; 95% oltre le 3; 75% oltre le 4; 50% oltre le 5 e 45% a quelle superiori). Nel momento in cui scriviamo non vi sono ancora cifre definitive ma la stampa specializzata riporta quanto segue:Una-tantum o bonus: 3 milioni 700 mila pensionati (quelli da circa 1.450 a 2.850 lordi) dal 1° agosto troveranno in pensione, senza fare richiesta, importi che, per esempio, dovrebbero aggirarsi at-torno a:

635 € per le pensioni di 1.450 € lordi 745 € per le pensioni di 1.700 € lordi 481 € per le pensioni di 2.200 € lordi 300 € circa per le pensioni da 2.700 € fino a € 2.850 lordi.Tener presente che verrà considerato l’importo totale delle pen-sioni percepite dal pensionato. Gli eredi riscuoteranno il bonus al posto dell’eventuale defunto.La tassazione, vista la natura di arretrato del bonus, dovrebbe es-sere “separata” con l’applicazione di un’aliquota media più favo-revole.Le rivalutazioni: una dal 1° Settembre 2015 e poi a partire dal gen-naio 2016, gli stessi pensionati percepiranno un aumento perma-nente di:180 € l’anno (14 € al mese) per le pensioni da 1.450 a 1.700 € lordi 99 € l’anno (8 € al mese) per le pensioni di 2.200 € lordi 66 € l’anno (5 € al mese) per le pensioni da 2.700 € fino a € 3.200 lordiCon questo provvedimento arriva anche la novità che, a partire dal mese di giugno, il pagamento di tutte le pensioni sarà effettuato il 1° di ogni mese.

DOMANDA: è vero che c’è un bonus per gli inquilini di case popolari?

Risposta: facendo il mod. 730 entro il 7 luglio 2015 la famiglia che ha entrate inferiori a € 15.493 e a € 30.987 lordi può ottene-re un contributo rispettivamente di € 900 e di € 450. Informarsi presso il Comune o i CAAF.

Considerare l’aumento della popolazione come causa prima del sottosviluppo è scorretto, anche dal punto di vista economico .. Resta ovviamente doveroso prestare la debita attenzione ad una procreazione responsabile ... La responsabilità vieta infatti sia di considerare la sessualità una semplice fonte di piacere, sia di regolarla con politiche di forzata pianificazione delle nascite. In ambedue i casi si è in presenza di concezioni e di politiche materialistiche, nelle quali le persone finiscono per subire varie forme di violenza. A tutto ciò si deve opporre la competenza primaria delle famiglie in questo campo, rispetto allo Stato e alle sue politiche restrittive, nonché un’appropriata educazione dei genitori. (Caritas in veritate, 44 ).

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14 Notizie utili a cura di Giovanni Ciato

Il cibo dei poveri e quello dei poveracciL’influenza delle cultureInutile negarlo, a noi italiani piace mangiare bene e bere altrettanto bene, abbiamo la fortuna di un clima che consente una varietà di prodotti e di tipicità locali da perdersi solo a ricordarle tutte.Altrettanto inutile soffermarsi su questo piuttosto che sull’altro piatto tipico, sulla specialità di questa piuttosto che dell’altra regione e, a parte il gusto soggettivo per qualche sapore particolare che potrebbe non piacere, possiamo dire che dal punto di vista eno-gastronomico siamo messi proprio bene. Ma possiamo dire altrettanto della qualità e genuinità degli alimenti che portiamo oggi in tavola e, soprattutto, che questi contengono i nutrienti sufficienti a nutrirci in modo corretto?Probabilmente no. Pensiamo solo al fatto che la grande distribuzione, per ovvi motivi logistici e organizzativi, acquista, indipendentemente dalla stagionalità, frutta e verdura nell’altro capo del mondo, dove la produzione è a basso prezzo e arriva a noi con aerei cargo dotati di sistemi di controllo della temperatura, ancora acerbe e che maturano lentamente tra la raccolta e la tavola, con il risultato che marcisce rapidamente, è priva di profumi e sapori e contiene meno sostanze nutritive della frutta di stagione maturata sulla pianta.E senza scomodare i prodotti della terra dei fuochi, tantomeno frasi retoriche, resta il fatto che il cibo non è più quello di una volta. È bello ripercorrere la storia della nostra cucina perché probabilmente lì si nascondono tante verità, tanti frammenti che ci possono far comprendere come siamo cambiati, se in meglio o in peggio e perché.E pensare che tutto quello che un tempo mangiavano i nostri vecchi (termine non offensivo, riferito a nonni, bisnonni, … avi, cioè fino a quando i ricordi ed i racconti ci consentono di arrivare), prima è stato snobbato, rifiutato e adesso viene invece portato quale esempio di corretta alimentazione.Basti pensare al film di Alberto Sordi dove, in preda ad una crisi di identità (eravamo più italiani o americani in quel tempo?), seduto a tavola, in un americano maccheronico tendente al romanesco, si divora la pastasciutta, diventando così il simbolo di un’epoca: il post guerra.Del resto quando culture diverse si incontrano e si mescolano, le une lasciano nelle altre qualcosa di proprio,

esattamente come greci e fenici in passato, americani nel dopo guerra, altri popoli nei prossimi lustri.Eppure viviamo di contraddizioni, nel Paese che ha la tradizione culinaria più famosa del mondo, siamo invogliati a cibarci dei soli prodotti reclamizzati e di tutto ciò che arriva dall’altro capo della Terra, o prodotti non di stagione in tutte le stagioni, ignorando che probabilmente così facendo non ci nutriamo in modo corretto.

Quando i tempi cambianoE pensare che in tempi non troppo lontani c’era il così detto pane dei poveri, fatto con la farina di castagne che, assieme a patate e cipolle, hanno assicurato la sopravvivenza di milioni di persone per centinaia di anni e tanto era importante la coltura delle castagne che la contessa Matilde di Canossa, circa 1000 anni fa, per incrementarne la produzione, diede le prime regole sulla castanicoltura con il così detto sesto matildico di circa 10 metri per 10. E che dire di fagioli, ceci, fave e di tutti i semi di leguminose presenti nella cucina popolare che corrisponde ad un modo economico di fornire all’organismo una miscela proteica il cui valore biologico è paragonabile a quello delle proteine animali, tanto da far meritare ai legumi l’appellativo di carne dei poveri e che è stata, per i nostri avi, la sopravvivenza in tempi magri. E adesso che viviamo in tempi grassi, ma in ristrettezze, siamo costretti, se mi viene concesso il termine, a nutrirci da poveracci, perché nostro malgrado acquistiamo ciò che la grande distribuzione ci offre, con un occhio al prezzo e ignorando stagionalità, qualità e provenienza.Ci piacciono le prelibatezze, ma poi, vuoi per fretta, vuoi per ristrettezze, vuoi per pigrizia, alla fine ci nutriamo di merendine, scatolette, precotti, etc.Ecco allora che il cibo, un tempo dei poveri, è diventato “nouvelle cuisine” e quello che ogni giorno si acquista alla grande distribuzione è diventato “cibo da poveracci” e, per riappropriarci di quella povertà, sinonimo di semplicità e genuinità, si dovrà necessariamente passare attraverso una nuova e diversa cultura del mangiare.

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15Scuola paritaria cattolica

a cura della Scuola “E. Medi”

Il quinto approdo del viaggio chiamato

“Conoscenza”

Un nuovo, emozionante viaggio si è compiuto, durante gli ultimi giorni di aprile, per gli studenti dell’Istituto

Enrico Medi: anche quest’anno, infatti, la scuola ha portato a compimento con successo l’ambizioso progetto di Un viaggio chiamato conoscenza, che ha visto gli insegnanti dei due ordini di scuole, medie e liceo, proporre agli allievi e alle loro famiglie una serie di “lezioni speciali”. Si tratta infatti di conferenze che alcuni insegnanti della scuola hanno tenuto per i loro studenti su argomenti particolari, del tutto estranei ai programmi tradizionali, in campi e su tematiche da loro approfonditi, magari ai tempi dell’università, o da loro particolarmente amati. Ogni volta gli interventi ci colpiscono per l’originalità, per l’alta specializzazione che dimostrano, per l’amore e la passione che lasciano trapelare: amore per la conoscenza e per la propria materia, passione per l’insegnamento e fiducia nella possibilità di comunicarli agli studenti.Per quattro giorni, dunque, alcune delle lezioni si sono svolte nell’Auditorium dell’Istituto e gli studenti si sono trovati coinvolti in un viaggio della conoscenza (e dell’amore per la conoscenza, quello che spinge un insegnante ad intraprendere il lungo viaggio di questo difficile ma affascinante lavoro) che li ha portati, per esempio, ad affrontare alcuni delicati, scottanti temi d’economia, una scienza giovane, rispetto a molte altre, ma oggi già nella necessità di interrogarsi sulla propria essenza e capacità di servire realmente all’uomo.La relatrice della conferenza intitolata “L’umanità dell’economia” ha infatti efficacemente argomentato che, se oggi ci troviamo in questa profonda crisi mondiale, che mette in luce tutti i limiti del meccanismo economico, è perché l’economia, più che una scienza, è l’espressione delle relazioni umane e come tale imperfetta, razionale a volte e altre imprevedibile. La buona economia, quindi, non è quella che si occupa del mercato efficiente, ma è quella che punta a un grande valore dell’umanità come la giusta distribuzione delle ricchezze che col tempo, purtroppo, è solo peggiorata. Come ripartire, dunque? Questa conferenza ha voluto provare a suggerire la gratuità che potrebbe innescare quel fenomeno di fiducia che appartiene solo all’uomo autentico e che potrà ricreare e intensificare le buone relazioni economiche indispensabili per un mondo migliore.E gli studenti hanno dimostrato di saper recepire il messaggio e cogliere tutta la passione che la docente, nel suo intervento, ha fuso con l’alta professionalità, così come hanno saputo avvertire l’emozione che traspariva, dalle parole e da certe incrinature della voce, nella conferenza “L’Amore salverà il mondo”. Partendo da quanto scrisse una volta un famoso poeta e romanziere russo per spiegare lo straordinario ruolo da sempre svolto dai poeti nella società russa, e cioè che “un poeta in Russia è più che poeta”, la docente madrelingua del laboratorio di russo ha sottolineato come, di conseguenza, chi voglia intendere la società e la cultura russe non possa esimersi dal conoscere i suoi poeti. Ella ha dunque proposto agli studenti del liceo un’antologia che non si

prefiggeva di essere completa, né di fare presentazioni storico-critiche che hanno spesso l’effetto di allontanare la gente dalla lettura. Ha invece presentato i versi di alcuni grandi poeti con il solo fine di suscitare il piacere di leggerli, dando un saggio dello straordinario livello della civiltà letteraria russa: e il messaggio è pienamente arrivato. Tanta era l’intensità con cui è stata delineata la storia, grande e dolorosa, della sua terra natale, tanta la partecipazione umana, l’affetto diremmo, con cui sono state presentate le biografie degli autori, tanta la musicalità della lingua in cui sono stati declamati i versi, tanto l’amore con cui quei versi sono stati commentati, che nessuno, tra i presenti, ha saputo sfuggire all’emozione e alla commozione. Gli studenti hanno poi fatto un tuffo nella storia, antica e recente, anche in altre interessanti conferenze, che li hanno portati, per esempio, a scoprire le “vite parallele dei cittadini della DDR”: attraverso la visione di documentari originali apparsi nelle televisioni, attraverso l’analisi dei mezzi con i quali molti artisti della Germania dell’Est impararono a “criptare” le loro opere, utilizzando simbologie ed allegorie per sfuggire ai pesanti controlli

della STASI e per trovare spazi di libera espressione anche sotto la dittatura, gli studenti hanno potuto aggiungere importanti elementi alla loro conoscenza della storia del Novecento. I ragazzi della scuola media hanno invece avuto l’occasione per scoprire due tesori della “Brescia segreta”, e cioè le stanze segrete di palazzo Provaglio e la torre della Pallata, due importanti monumenti

bresciani non visitabili dal pubblico: scopo della conferenza era infatti quello di mostrare come la nostra città nasconda degli inestimabili tesori, mentre spesso, purtroppo, preferiamo rivolgerci a mete lontane, magari all’estero, trascurando ciò che il nostro territorio può offrire.Un altro percorso storico di questo metaforico viaggio ha portato invece gli studenti ad affrontare la storia dei sistemi numerici, che affonda le radici nell’antichità più remota, giungendo fino ai nostri giorni. È storia sacra e profana ad un tempo, è il risultato di uno straordinario intreccio di culture diverse, i cui protagonisti furono gli anonimi scribi che incidevano tavolette di argilla nelle regioni della Mesopotamia o i seguaci di Pitagora, che, sulle coste ioniche, scoprirono l’esistenza di rapporti indicibili fra gli elementi di figure semplici (come quadrati o pentagoni). Furono protagonisti anche i costruttori di altari nelle regioni dell’India vedica, che inventarono un simbolo per indicare il “nulla”, insieme all’idea che il valore di un simbolo numerico dipende dalla sua posizione in una sequenza ordinata.Altre tappe di questo viaggio hanno accompagnato gli studenti ad approfondire l’attualissimo tema del diritto d’autore in tempi di pirateria informatica o dentro le stanze del cuore, o lungo le vie della musica al tempo della Prima Guerra Mondiale: e li hanno trovati spettatori attenti, coinvolti, speriamo pronti ad incamminarsi ciascuno lungo le strade del proprio personale viaggio chiamato conoscenza.

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16 Cinema teatro Cristal a cura di Lamberto Dondio

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Cineforum

Martedì 16 giugnoIl film, autobiografico e itinerante, segue da vicino un gruppo di moderni pellegrini che affrontano il viaggio verso Santiago, ognuno con le proprie ragioni, motivazioni e aspettative. Colpo al cuore.

Sei vie per Santiago di Lydia Smith

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Martedì 23 giugnoBoccaccio incontra Tolkien in questa splendida e ricca trasposizione cinematografica de “Lo cunto de li cunti”, raccolta di racconti scritti da Giambattista Basile nel ‘600, nota anche come Pentamerone. Sui generis.

Il racconto dei racconti di Matteo Garrone

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Anteprima

Sabato 13 - Domenica 14 - Lunedì 15 giugnoSabato 20 - Domenica 21 - Lunedì 22 giugno

Ventidue anni dopo gli eventi di Jurassic Park (1993), Isla Nublar dispone ora di un parco a tema giurassico completamente funzionante, come ori-ginariamente previsto da John Hammond.

Jurassic World di Colin Trevorrow

YOUTH – La giovinezzaÈ stato presentato in questi giorni al Cristal il film “YOUTH – La gio-vinezza” ultimo lavoro scritto e diretto dal regista Paolo Sorrentino.Se esso non ha vinto la Palma al Festival di Cannes, sicuramente è risultato vincitore nel gradimento degli spettatori tanto che è salda-mente in testa agli incassi ovunque venga proiettato.Tra le frasi che descrivono sinteticamente lo stato della vecchiaia, dopo quella scritta da Enzo Biagi: “Si è vecchi quando i progetti la-sciano il posto ai ricordi” ne ho trovata una che dice: “Si diventa vecchi quando si vive soltanto di ricordi e si smette di sognare”.Essa riassume anche il contenuto del film.I due amici anziani che sono i principali interpreti del lavoro di Sor-rentino, il direttore d’orchestra e compositore Fred Ballinger (attore Michael Caine) e il regista Mick Boyle (attore Harvey Keitel) vivono entrambi di ricordi ma con una differenza. Fred Ballinger ha assunto uno stato di apatia e non pensa ad alcun progetto per il futuro men-tre Mick Boyle, pur vivendo di ricordi, coltiva il progetto di dirigere ancora un film tanto che lo vediamo impegnato con un gruppo di attori in attesa di un produttore il quale possa dare concreta realiz-zazione ai suoi desideri.In questo modo pensa di poter svolgere ancora un ruolo attivo nella sua esistenza e cerca di convincere Fred a fare altrettanto.Ad un certo punto però le parti si invertono. Al regista, da parte dell’attrice che doveva svolgere il ruolo principale, viene sbattuta in faccia la dura realtà che ormai è vecchio e che non esiste un pro-duttore che possa prendere in considerazione il film che intende realizzare; pertanto lei si ritira per non rischiare di perdere la faccia e compromettere il suo lavoro. Il sogno del regista viene pertanto brutalmente troncato e decide di porre fine alla sua vita.Al direttore d’orchestra, al contrario, viene proposto di eseguire una sua composizione alla presenza della regina Elisabetta d’Inghilterra che intende conferirgli il titolo di “Sir”.La proposta viene dapprima sdegnosamente rifiutata ma quando, i controlli sul suo stato di salute, riferiscono che è perfettamente sano, i progetti riprendono improvvisamente quota e va a Londra a dirigere la sua composizione alla presenza della Sovrana, iniziando così a dare un contenuto nuovo alla sua esistenza, incamminandosi verso un futuro in cui i sogni possono svolgere ancora la loro parte.Del resto è noto che i direttori d’orchestra godono di un particolare stato di longevità, tanto che, ad esempio, Sir Colin Davis ed Artu-ro Toscanini, smisero entrambi di dirigere alla venerabile età di 85 anni. Lamberto Dondio

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17Capire la Liturgiaa cura di Rosa Pollini

Papa Pio XI, con l’enciclica “Quas pri-mas” dell’11 dicembre 1925, a co-

ronamento del Giubileo che si celebrava in quell’anno, istituì la Solennità di Cristo Re e spiegava che il regno di Cristo è prin-cipalmente spirituale, Gesù stesso lo ha detto più volte, in particolare davanti a Pilato dice: “Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori combatterebbero perché io non fossi dato nelle mani dei Giudei; ma ora il mio regno non è di qui” (Gv 18,36). Pio XI, tuttavia, afferma anche che: “D’altra parte sbaglierebbe grave-mente chi togliesse a Cristo Uomo il pote-re su tutte le cose temporali, dato che Egli ha ricevuto dal Padre un diritto assoluto su tutte le cose create, in modo che tutto soggiaccia al suo arbitrio. Tuttavia, finché fu sulla terra si astenne completamente dall’esercitare tale potere, e come una volta disprezzò il possesso e la cura delle cose umane, così permise e permette che i possessori debitamente se ne servano”. Tale festività coincide con l’ultima dome-nica dell’anno liturgico, con ciò indican-dosi che Cristo Redentore è Signore della storia e del tempo, a cui tutti gli uomini e le altre creature sono soggetti. Egli è l’Alfa e l’Omega, come canta l’Apocalisse (Ap21,6), Gesù stesso dinanzi a Pilato, ha affermato categoricamente la sua regali-tà. Alla domanda di Pilato: “Allora tu sei re!”, il Divino Redentore rispose: “Tu lo dici, io sono re“ (Gv 18,37). Cristo Re è uno degli appellativi di Gesù Cristo basato su diversi passaggi biblici, in uso in tutte le confessioni cristiane. Nel Nuovo Testamento Gesù viene detto Re, Re dei Giudei, Re d’Israele, Re dei re per un totale di 35 volte, soprattutto nei racconti della passione, e Figlio di Davi-de 12 volte. L’attributo della regalità era

correlato al Messia atteso dagli Ebrei, che era considerato discendente ed erede del Re Davide, Gesù pur identificandosi come Messia, non si è però attribuito le prero-gative politiche che questo comportava (Gv 6,15; 18,36).Oltre a questi passi espliciti sia Matteo (1,1-16) che Luca (3,23-38) riportano una genealogia dettagliata che, ha l’intento di

attribuire a Gesù una discendenza davidi-ca e dunque regale e messianica. Nel vangelo lo troviamo in Luca e Marco:e cominciarono ad accusarlo, dicendo: “Abbiamo trovato quest’uomo che sov-vertiva la nostra nazione, istigava a non pagare i tributi a Cesare e diceva di essere lui il Cristo re” (Luca 23,2). “Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, affinché vediamo e crediamo!” Anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultava-no» (Marco 15,32).Si trova anche nell’Apocalisse di Giovanni:

Gesù Cristo, il testimone fedele, il primo-genito dei morti e il principe dei re della terra. A lui che ci ama, ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue (Apoca-lisse 1,5) e cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell’agnello, di-cendo: “Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente ; giuste e veritiere sono le tue vie, o re delle nazio-ni”. (Apocalisse 15,3).Un nome porta scritto sul mantello e sul femore: “Re dei re e Signore dei signori” (Apocalisse 19,16). L’uomo, miscono-scendo la regalità di Cristo nella storia e rifiutandosi di sottomettersi a questo suo giogo che è “dolce” ed a questo carico “leggero”, non potrà trovare alcuna sal-vezza né troverà autentica pace, rimanen-do vittima delle sue passioni, inimicizie ed inquietudini. È Cristo soltanto la “fonte della salute privata e pubblica”, diceva Pio XI. “Né in alcun altro c’è salvezza;non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati” (At 4,12). Infine il Papa conclude dicendo: “� neces-sario, dunque, che Egli regni nella mente dell’uomo, la quale con perfetta sotto-missione, deve prestare fermo e costante assenso alle verità rivelate e alla dottrina di Cristo; che regni nella volontà, la quale deve obbedire alle leggi e ai precetti divi-ni; che regni nel cuore, il quale meno ap-prezzando gli affetti naturali, deve amare Dio più d’ogni cosa e a Lui solo stare unito; che regni nel corpo e nelle membra, che, come strumenti, o al dire dell’Apostolo Paolo, come «armi di giustizia» (Rom. 6,13) offerte a Dio devono servire all’in-tera santità delle anime. Se queste cose saranno proposte alla considerazione dei fedeli, essi più facilmente saranno spinti verso la perfezione”.

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18 Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio

Filiale di Salò - Località Rive

Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele

Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio

Estate 2015 all’insegna della musicaL’imminente estate 2015 presenta a Salò un calendario ricco di eventi che terranno impegnati gli spettatori per tutti i due mesi di luglio e agosto. Intanto viene presentato per la prima volta il Festival “ACQUE DOTTE” con spettacoli totalmente gratuiti che si aggiunge alla 57^ edizione del Festival “ESTATE MUSICALE DEL GARDA GASPARO DA SALÒ”.

Acque dotteLa presentazione ufficiale del Festival recita: “Un sodalizio in nome dell’acqua e della musica: l’acqua che scorre dal grande lago al grande fiume, dal Garda al Po, e la musica che suona nel segno del maestro Gasparo da Salò e dei geni cremonesi Amati e Stradivari.”Come avrete intuito leggendo i nomi dei liutai coinvolti si tratta del sodalizio fra Salò e Cremona, terra d’origine del violino.Gli eventi del festival si svolgeranno a Salò e a Cremona. Questi sono gli eventi salodiani.

- Sabato 4 Luglio in Piazza della Vittoria: “ALCHIMIE D’ACQUA – Aksak Project”

- Sabato 11 Luglio, sempre in Piazza della Vittoria:“LA PIOGGIA NEL PINETO & WATER HAIKU” Protagonisti: Cesa-re Piccu (pianoforte) – Taketo Gohara (sound designer) – Seba-stiano Somma (voce recitante)- Sabato 18 Luglio in Piazza della Vittoria: “LA PULCE D’ACQUA tema illustrato da Angelo Branduardi & Band”. In chiusura del Festival: Sabato 22 agosto sul lungolago Zanardelli verrà proposto il tema “FIORE DI LOTO” che verrà svolto da “Corona Events”.

Estate musicale del Garda “Gasparo da Salò”

Siamo arrivati alla 57ᵃ edizione del Festival all’insegna della con-tinuità. Esso prevede lo svolgimento di cinque eventi dei quali quattro con ingressi a pagamento e il quinto (l’ultimo) con in-

gresso gratuito. I primi quattro concerti avranno luogo in Piazza del Duomo e il quinto in Piazza della Vittoria. Essi vedranno la partecipazione di grandi interpreti della musica classica come si potrà notare dal calendario di svolgimento che qui si illustra.

- Sabato 25 Luglio: Concerto di apertura con Sergej Krilov nella veste di violino solista e direttore della Lithuanian Cham-ber Orchestra che presenterà musiche di Sarasate, De Falla, Grieg e Rota. Krilov è unanimemente considerato come uno dei massimi virtuosi del violino; si è formato presso il Conservatorio di Mosca, essendo peraltro figlio d’arte con il padre pure violini-sta diplomatosi con il massimo dei voti.

- Domenica 26 Luglio: Ritorno sul palco della salodiana “ORCHESTRA A FIATI GASPARO BERTOLOTTI” diretta dal Mae-stro Andrea Oddone la quale eseguirà in prima mondiale asso-luta, affidandosi al violinista Luca Fantoni per la parte di violino solista, il “CONCERTO PER VIOLINO E ORCHESTRA A FIATI” com-posto da Luca Stradivari ultimo discendente in linea retta del famoso liutaio Antonio Stradivari.

- Martedi 28 Luglio, fedele all’impostazione del festival se-condo la quale il violino sviluppa tutte le sue potenzialità non solo nella musica classica il concerto dal titolo “BACK TO BACH” la tromba di PAOLO FRESU si fonderà con i suoni dell’orchestra “I VIRTUOSI D’ITALIA”diretta dal Maestro Alberto Marini che si esibirà anche come violino solista.

- Ritorno alla classica nella serata di Domenica 2 Agosto nella quale Fathlinda Taci che opererà nella duplice veste di vio-lino solista e Direttore dell’Orchestra dei “POMERIGGI MUSICA-LI” proporrà musiche di Piazzolla, Paganini e Mozart.

- Concerto di chiusura nella serata di Sabato 8 Agosto in Piaz-za della Vittoria. Questa volta sono chiamati all’appello i cultori della lirica che fa il suo primo ingresso ufficiale nei cartelloni del Festival. Al tenore Mario Malagnini e al mezzosoprano Katia Lyt-ting il compito di eseguire le più belle romanze tratte dai capola-vori di Verdi e Puccini per spaziare poi nelle melodie napoletane e nell’operetta. L’orchestra è l’ITALIAN CHAMBER ORCHESTRA con Pierantonio Cazzulani nel ruolo di primo violino.

È una opportunità di grande rilievo avere presente il tenore vo-barnese Mario Malagnini il quale, dopo aver iniziato gli studi di trombone presso il Conservatorio di Brescia, si dedicò al canto diplomandosi al Conservatorio di Milano e, dopo aver debuttato nel 1985 all’Arena di Verona in “Attila” e alla Deutsche Opera di Berlino nella “Traviata”, spiccò il volo verso la celebrità, volo che prosegue tutt’ora.

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19I documenti della Chiesaa cura di don Pierluigi Tomasoni

Nel pomeriggio del 18 maggio scorso, il Santo Padre Fran-cesco ha aperto i lavori della 68ª Assemblea della Confe-renza Episcopale Italiana (C.E.I.) che si sono svolti in Vati-cano fino al 21 maggio sul tema “Verifica della recezione dell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium”.

Papa Francesco considerando il nostro tempo afferma: “La gioia del Vangelo, in questo momento storico ove spesso siamo accerchiati da notizie sconfortanti, da situazioni locali e internazionali che ci fanno sperimentare afflizione e tribolazione la nostra voca-zione cristiana ed episcopale è quella di andare contro cor-rente: ossia di essere testimo-ni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza agli altri”.Il Papa, Vescovo tra i Vescovi, sottolinea come “A noi viene chiesto di consolare, di aiutare, di incoraggiare, senza al-cuna distinzione, tutti i nostri fratelli oppressi sotto il peso delle loro croci, accompagnandoli, senza mai stancarci di operare per risollevarli con la forza che viene solo da Dio”.Per Papa Bergoglio il compito di consolare scaturisce dalla sensibilità ecclesiale, la quale altro non è se non la capacità del Pastore di “appropriarsi degli stessi sentimenti di Cristo, di umiltà, di compassione, di misericordia, di concretezza e di saggezza”.Con la franchezza e la concretezza che lo caratterizza, Papa Francesco evidenzia quali gli atteggiamenti richiesti al Ve-scovo nell’esercizio del suo ministero.Innanzitutto “La sensibilità ecclesiale comporta di non esse-

re timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie,

pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi”. È importante per il Papa che “la sensibilità ecclesiale si ma-nifesti anche nelle scelte pastorali e nella elaborazione dei Documenti, ove non deve prevalere l’aspetto teoretico-dot-

trinale astratto, quasi che i nostri orientamenti non siano destinati al nostro Po-polo o al nostro Paese - ma soltanto ad alcuni studiosi e specialisti - invece dobbia-mo perseguire lo sforzo di tradurle in proposte concre-te e comprensibili”.Infine “la sensibilità eccle-siale e pastorale si concre-tizza anche nel rinforzare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le responsabilità che a loro competono. In realtà, i laici che hanno una formazione

cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno del Ve-scovo-pilota, o del monsignore pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quel-lo legislativo! Hanno invece tutti la necessità del Vescovo Pastore!”.Concludendo Papa Francesco ha detto: “Mi fermo qui, dopo aver voluto offrire soltanto alcuni esempi sulla sensibilità ecclesiale indebolita a causa del continuo confronto con gli enormi problemi mondiali e dalla crisi che non risparmia nemmeno la stessa identità cristiana ed ecclesiale”.

Papa Francesco si è poi trattenuto a lungo con i nostri Ve-scovi rispondendo alle loro domande.

La sensibilità ecclesiale

Discorso introduttivo del Santo Padreall’apertura dei lavori della

68ª assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana

dal grande librodella natura

acqua minerale

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20 Accade a Salòa cura di Simone Bottura

Villa Barbarano, ampliamento al viaCon un investimento vicino ai 10 milioni di euro la casa di cura che fa capo a Villa Gemma realizzerà nuove vo-lumetrie per un totale di 5.412 mc (distribuiti su quattro piani, più uno interrato) su un lotto di 1.850 mq situato sul lato est della clinica, come previsto dal progetto da tempo approvato dal Consiglio comunale. I lavori, iniziati nelle scorse settimane, dovrebbero con-cludersi nel secondo semestre del 2016. La struttura ve-drà crescere la propria disponibilità di posti letto, dagli attuali 72 a 110, ed ospiterà tutti gli ambulatori oggi di-slocati nelle due cliniche del gruppo, Villa Barbarano e la vicina Villa Gemma, situata a Fasano. L’intervento con-sentirà di compiere un ulteriore salto di qualità sul fronte dei servizi offerti, grazie a strumentazioni all’avanguardia in grado di garantire prestazioni di eccellenza. Come nel caso dell’attività diagnostica per immagini, che alla ra-diologia affianca la Tac, la risonanza magnetica e, ultimo arrivato, un nuovo mammografo digitale con tomosinte-si, l’unico presente in provincia di Brescia.

Una biblioteca sempre accessibile Da aprile è in vigore il nuovo orario della biblioteca civica, con ben 44 ore settimanali di apertura. I nuovi orari sono stati pensati per poter dare, an-che a chi lavora, la possibilità di frequentare la bi-blioteca: è stata introdotta l’apertura del sabato, per l’intera giornata, e del giovedì fino alle ore 20, per consentire a tutti di usufruire dei servizi offerti. Ecco, dunque, i nuovi orari di apertura: lunedì 10-12 e 14-18; martedì 10-12 e 14-19; mercoledì 9-12 e 14-19; giovedì 9-12 e 15-20; venerdì 9-12 e 14-19; sabato 9-12 e 14-18. È stato aperto anche un profi-lo Facebook istituzionale della biblioteca, così potrà tenere sempre aggiornati gli utenti, anche tramite i social network. Sono iniziative che fanno seguito alla recente presentazione del nuovo logo e del pro-getto «Obiettivo 10.000», che punta a raggiungere, grazie anche ai nuovi orari più adeguati ai tempi e alle abitudini dei cittadini, i 10mila prestiti nel 2015 (nel 2014 sono stati 8mila).

Nuovo Cda per il Gal GardaValsabbiaIl valsabbino Tiziano Pavoni, patron della Pavoni Spa, è il nuovo presidente del Gal GardaValsabbia. Lo ha nominato il 28 maggio scorso l’assemblea dei soci, rinnovando anche il Cda, che ora risulta composto dai presidenti delle Comunità Montane dell’Alto Garda e della Valsabbia, Davide Pace e Giovanmaria Flocchini, ai quali si affiancano Matteo Bussei (assessore della Comunità Montana Alto Garda e rappresentante di Salò), Giuseppe Lancini (Comunità Montana Valsabbia e Vobarno), Gianluca Ginepro (referente per il Consorzio Garda Lombardia), Livio Leonesio (Alpe del Garda), Silvano Zanelli (Coldiretti) e Andrea Crescini. Obiettivo del nuovo Cda sarà recuperare fondi per progetti di sviluppo rurale, che in un momento economico sociale come questo saranno molto importanti per attuare nuove iniziative di crescita del territorio.

Trova un Rolex da 12mila euro e lo restituisceEsistono ancora le persone oneste! Lo dimostra quan-to accaduto a Salò nelle scorse settimane, quando un cittadino di Gardone Riviera ha ritrovato, per terra, un prezioso Rolex Daytona, un orologio del valore di oltre 12mila euro, e senza pensarci due volte lo ha conse-gnato in municipio. Un gesto di grande onestà, tutt’al-tro che scontato. Il costoso orologio era stato smarrito nella frazione di Barbarano. Giaceva, con il cinturino slacciato, sul marciapiede che corre in fregio allo stori-co palazzo Martinengo. Il caso ha voluto che lo notas-se una persona onesta, che si trovava a camminare su quel marciapiede e che, senza esitare, lo ha portato in municipio, nella speranza che il legittimo proprietario potesse rientrarne in possesso.

Apre i battenti il MuSa, il Museo di SalòÈ stato inaugurato sabato 6 giugno lo spazio museale alle-stito nel complesso di Santa Giustina di via Brunati. Il MuSa ripercorre le tappe della lunga e importante storia della città di Salò e viene presentato come «una sfida ai luoghi comuni che ancora si accompagnano alla parola museo».«L’inaugurazione del MuSa, alla fine di un lungo percorso – ha dichiarato il sindaco Giampiero Cipani - colma un vuoto che pesava sulla città, un luogo in cui raccogliere, interpre-tare, comunicare alla comunità e a quanti visitano Salò e il Garda l’identità della città, i suoi tesori, il suo contributo alla storia nazionale». Il percorso museale si articola in diverse sezioni espositive: la storia del sito; l’Osservatorio meteo sismico; Salò e i suoi protagonisti; la nascita di una piccola capitale; l’età vene-ziana con la sottosezione dedicata alla liuteria bresciana e a Gasparo da Salò; Salò tra gli imperi e la Mitteleuropa; gli studi anatomici del dottor Rini; la Repubblica Sociale Italia-na; la Civica Raccolta del disegno. Il MuSa sarà aperto tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle 10 alle 18 fino al 4 novembre; nel periodo invernale è prevista l’apertura nel fine settima-na e nei giorni festivi. Biglietti: 8 euro intero, 5 ridotto, gra-tis i bambini fino ai 6 anni. Info: www.museodisalo.it

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21Alla sera del terzo giorno

a cura di Bruno Marelli

21Alla sera del terzo giorno

a cura di Bruno Marelli

Che senso ha parlare di vacanze a Salò?Se escludiamo i dipendenti pubblici, alcuni pendolari che hanno trovato da lavorare per delle aziende di fuori e in-fine un bel po’ di studenti (che credo non leggano questa pagina) tutti gli al-tri non vanno in vacanza d’estate.Non ci vanno i commercianti, né gli al-bergatori, i baristi e i ristoratori. E che dire per i pensionati, che ormai sono la categoria più numerosa; è più faci-le che abbiano più da fare d’estate, se hanno dei nipotini a casa da scuola e da seguire.Tuttavia io vedo un rischio nel fatto che noi abbiamo smesso di condividere un tempo di vacanza comune. Perché l’ar-rivo della vacanza è molto importante e non solo perché è il momento del ri-poso.In fondo tutti riusciamo, più o meno, a ritagliarci lungo l’anno un momento per staccare dagli impegni quotidiani. Però voglio farvi notare una cosa im-portante; se anche voi da tempo pren-

dete autonomamente un periodo di riposo, potreste avere per questo per-duto quello che è la seconda importan-te funzione della vacanza. La vacanza ci insegna ogni anno a far finire le cose. Così erano le vacanze un tempo nelle aziende, negli uffici, nelle città e nei paesi di campagna dove si coltivava la terra. Il giorno delle vacanze stava fisso sul calendario, come è ancora a scuola. E quel giorno era il giorno della fine, ogni anno.Ma da quando noi ci siamo abituati che tutto continua e che le vacanze si fanno quando si può, a rotazione, al-lora noi abbiamo smesso di rimanere collegati all’idea che le cose finisco-no. E siccome le cose continuano a finire, perchè prima o poi tutto è destinato a finire, capita che, quando la fine arriva, ci trovi impreparati. In altre parole c’è chi non sa più come si fa a far finire le cose. E questo può essere un problema.

La storia di EnricoC’è stato un tempo in cui compravo vino. E la cosa non solo mi piaceva, ma mi riusciva anche bene, a giudicare dai commenti di quelli che venivano a ber-lo. È così che ho conosciuto Enrico, che il vino lo produce nel piacentino in Val-tidone.Enrico ha preso in mano l’azienda agri-cola di famiglia e allora aveva già una decina d’anni di esperienza, sufficienti per farsi un nome. In effetti è una per-sona speciale, un coraggioso innovato-re con la missione di produrre dei vini davvero speciali in un territorio di buoni vini certo, ma di poco prezzo, come la bonarda e il barbera.Con il suo talento e la sua voglia di cer-care nuove strade, Enrico ha attratto nuova clientela, gente che apprezza il suo lavoro. Tra quelli un tempo c’ero

anch’io e per questo ero stato invitato alla presentazione dei vini della nuova annata. La cantina era un vero gioiel-lo di pietre e antiche travi in legno e in ogni stanza c’era collocata un’opera d’arte contemporanea, scelta con uno squisito gusto per il contrasto. Così era anche Enrico e i suoi vini.Ricordo un passaggio del discorso che lui fece quel giorno ai suoi ospiti “Guardo con invidia gli altri imprenditori che possono provare nuovi prodotti e soluzioni; se il risultato non li soddisfa correggono e ricomincia-no da capo. Io ho una vendemmia a disposizione e non posso sbagliare; per cambiare e migliorare devo attendere un anno intero. Ho 40 anni e so di avere davanti un numero limitato di vendem-mie. Non ne posso sprecare nessuna.”

La lezione di Enrico mi è stata utile nella vita. Ogni anno è un inizio e una fine; nessuno dei nostri anni va trascorso in-vano.

Giù dal palcoNell’ultimo mese per due volte mi è capi-tato di salire su di un palco qui a Salò. Nei giorni successivi sia i messaggi e le telefo-nate che ho ricevuto, che le parole delle persone che mi fermavano per strada, esprimevano una visibile sorpresa. Rin-grazio tutti ma ora permettetemi di fare a tutti una riflessione. Non ho potuto fare a meno di cogliere una domanda non espressa in quelli che si sono complimentati con me. Quella do-manda può essere riassunta così - “Ma com’è che sei bravo su di un palco?” Se è bello sapere che le mie parole hanno positivamente sorpreso chi c’era ad ascol-tarmi, a me pare ovvio che questa sorpre-sa dica molto sulla scarsa opinione che avete di me giù dal palco. Ora penso sia giusto dirvi cosa penso su questa questio-ne e cosa è che cambia con un microfono in mano. In realtà io sono sempre lo stesso, su e giù dal palco; siete voi che cambiate. Ora vi spiego.Io non faccio altro che trasformare pen-sieri in parole; è la mia mente che vede le cose in un modo che è evidentemente diverso da quello più comune. Non sono un genio più di quanto non sia uno stupi-do; ho semplicemente un modo diverso di rappresentare la realtà nei miei pensieri. A causa di ciò in passato ho avuto qualche problema nel rapporto con gli altri; poi col tempo ho imparato a conoscermi e ad ac-cettarmi come sono, convinto che la diver-sità sia ricchezza. Quando sono su un palco voi siete natu-ralmente predisposti ad ascoltare, non state a pensare a quello che avete da dire e mi permettete di esprimermi dal principio alla fine. Sul palco il racconto ha un senso compiuto. Un po’ la stessa cosa avviene su questa pagina. Questo invece non succede negli incontri di tutti i gior-ni; nel dialogo io fatico a descrivere la mia visione delle cose, alla fine mi rassegno a non essere compreso.In questa pagina, che è dedicata all’impor-tanza di far finire le cose, ci sta bene un invito a farlo anche quando ci ascoltiamo. Pare sempre più difficile trovare chi anco-ra è capace ad ascoltare, ad attendere con calma e cortesia. Se la prossima volta che mi incontrerete noterete il mio silenzio, saprete il perché.

Buone Vacanze

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22 Invito alla lettura a cura di Nerina Lugli

La musicaLe canzoni, come gli odori, e più della vista, affilano i “ricordi” ci dice Erri De Luca nell’ul-timo libro “La musica provata” Ed. Feltrinel-li, nel quale intende testimoniare le emozio-ni che gli incontri gli hanno offerto. Tra i più significativi c’è l’occasione (e subito l’amici-zia) con Mauro Corona nella stanza officina ad Erto dove vive e riceve gli amici al suono dell’armonica rievocando le arie di montagna alle quali subito lo scrittore-amico si asso-cia per testimoniare l’amore per le monta-gne stesse, grato per l’amicizia offerta in una stanza dove abbondano «le sculture di legno, i libri, gli attrezzi e il fuoco nella stufa si rimet-te a vibrare…».Lo scrittore ammette di aver vissuto momenti di serenità grazie ai motivi musicali degli amici ed avverte nell’intimo la gioia di aver potuto, grazie a loro, sottolineare incontri particolari ed amicizie preziose che le note sono molto spesso in grado di regalarci spontaneamente.

I misteri della montagnaDi Mauro Corona è uscito recentemente un romanzo significativo intitolato “I misteri della montagna” Ed. Mondadori. Leggendo la premessa, ci si accorge subito che lo scrit-tore è animato dal desiderio vivissimo di far conoscere i misteri che in essa sono racchiu-si. L’autore, profondo conoscitore dei luoghi, ci porta ad esplorare nei boschi, fra le rocce. Ci conduce a giocare col vento. Infatti, tutti questi luoghi, dove l’autore si muove, sono nati per farci meditare ed invitarci a farci sco-prire le cattive intenzioni di chi intende fe-rire, distruggere quanto di bello la natura è capace di offrirci. L’invito autentico è quello che rivolge a noi tutti perché ci educhiamo a leggere ed amare la natura che è in grado di indurci a meditare su noi stessi ed il nostro destino sulla terra: “L’eco dei monti non smet-te di affascinare il viandante delle altezze. Nel grande silenzio degli assolati meriggi d’estate si possono sentire bisbigliare gli spiriti dei bo-schi…”.

Nelle pieghe del dolore«Le madri sono l’antidoto più forte al dialogare diffu-so dell’«individualismo» egoistico a partire da quando ospitano un figlio per darlo al mondo e farlo crescere; le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momen-ti peggiori: la tenerezza, la dedizione, la forza morale». Così ha ricordato il Papa la figura cardine della famiglia.Al cinema abbiamo appena visto l’ultimo film di Nanni Moretti «Mia Madre», opera intima, profondamente sentita che nasce dalla necessità di condividere la per-dita della propria madre, dinanzi alla quale si è sempre impreparati, nonostante l’età….In questo film Moretti usa il cinema per entrare nelle pieghe del dolore e per raccontare lo smarrimento che si prova al cospetto della morte. È un film dove la morte è invadente, ingombrante ma non possiede l’ultima pa-rola. È un film valido sulla comprensione del dolore nel nostro quotidiano, ma anche sulla ricerca degli affetti e dei moduli per superarlo.

L’amore coniugaleHo sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorronole coincidenze, le prenotazioni,le trappole, gli scorni di chi credeche la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr’occhi forse si vede di più.Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue. E. Montale

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23Altre note...a cura di Giancarlo Giacomuzzi

I l 29 giugno la Chiesa festeggia e onora i Santi Pietro e Paolo, una decisione che ci fa pensare a Costantino, l’imperatore romano del III secolo d.C. che,

quando fece della religione cristiana la religione di Stato, pensò di sostituire la antica festa pagana dedicata a Romolo e Remo con una analoga cristiana che vide in Pietro e Paolo i fondatori della nuova Roma cristiana. Due figure importanti certo, perché l’una fu scelta dal Nazzareno quale pietra d’angolo della sua Chiesa, l’altra con i suoi scritti e le sue accese orazioni detterà le basi della nuova dottrina. Pietro morirà crocefisso nel 64, Paolo quale cittadino romano morirà di spada (…noli me tangere, civis romanus sum) solo tre anni dopo quando era già di-ventato la voce indiscussa della nuova religione che vedeva in tutti gli uomini non più degli schiavi, ma dei figli di Dio, un Dio la cui immagine non era più quella severa di Jahvè che castigava e puniva i suoi nemici, ma quella buona e misericordiosa di Gesù che ama e perdona.

Paolo, la voce della Chiesa

Leggiamoci di tanto in tanto, con impegno e riflessione, qualche passo delle sue “Lettere”, ci farà bene, ci toglierà dalle attenzioni quotidiane

dedite spesso a futilità e assurde presunzioni, ma ora andiamo ad ascolta-re il “Messiah” del tedesco G. F. Haendel composto quando nel 1741 vive-va povero e solo a Londra, e soffermiamoci sull’Alleluja. L’autore mentre lo componeva ebbe a dire ……a tratti ho creduto proprio di vedere davanti a me tutto il Paradiso e l’Onnipotente in persona. Re Giorgio II e l’intero uditorio, all’ascolto di questo brano che chiude la seconda parte dell’oratorio e che, per la data della sua stesura, è davvero sbalorditivo, si alzarono in piedi e così si usa fare ancora oggi in Inghilterra. Aggiungo una breve lirica medioevale sul percorso della vita dell’arabo Muhammad al-Ghazali vissuto nell’XI sec., un filosofo mistico persiano. Il dipinto è un curioso Paolo in cammino di Marko Ivan Rupnik, pittore e mosaicista cattolico sloveno contemporaneo (suoi sono i mosaici sulla facciata del Santuario di Lourdes).

In un viaggio in Turchia sono stato a Tarso, dove Paolo nacque e dove solo poche pietre ci parlano

di lui, mentre un animo aperto e attento, anche se ciò che vede non è come era un tempo, sente ancor oggi tutta la forza della presenza di questo banditore della più grande rivoluzione spirituale che abbia mai cono-sciuto il mondo. A chi capita invece, in un viaggio itinerante in Grecia, di raggiungere l’istmo di Corinto, la sottile ferita che oggi la separa dal Peloponneso, consiglio di visitare l’antica άγορά dove si accorgerà che fra resti di colonne, mete-ore, architravi, capitelli e blocchi di marmo accatastati e appartenuti a chi sa quali monumenti della storia, può ancora vedere la Βήμα, la tribuna di pietra sulla quale nel I sec. Paolo saliva per le sue infiammate orazioni al popolo dei Corinzi. Poteva sembrare un agitatore, un organizzatore clande-stino, un sovversivo, un sobillatore e così poteva essere giudicato, ma veniva fra i mercanti, gli sfaccendati e i mendicanti pronto a farsi lapidare, ma mai a tacere. E intanto viaggiava e quando il suo ministero lo portava lontano presso altri popoli, affidava il suo pensiero alle sue “Lettere” che valevano come mille discorsi e che re-stavano impresse nella memoria di ognuno per la loro chiarezza e la assoluta ispirata sincerità dell’accento.

Se infatti quando parlava si lascia-va trascinare a qualche invetti-va e minacciava contro il vizio e il peccato, quando scriveva la parola che dominava su tutte era “carità” … la carità è lon-ganime, è benigna, non è invidiosa, non si vanta né si insuperbisce, non cerca il proprio interesse, non s’irrita, non tien conto del male che riceve, non gode dell’in-giustizia ma si rallegra della verità, tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta, la carità non verrà mai meno (1 Cor 13-4/7). Veniva qui a Corinto, perché questa striscia di terra era in bilico fra due civiltà, fra due mondi opposti fra loro: l’Oriente da un lato, ribelle, poverissimo, popolato di schiavi, dominato dai falsi profeti e percorso da ondate di disperazione e di speranze ove la parola di Cristo era ancora fraintesa e rinnegata, l’Occidente dall’altro, con-servatore della sua cultura, orgoglioso, anche se privato dei suoi antichi valori, forse pronto almeno nelle classi più umili ad accettare una nuova religione, là a Roma …caput mundi.

Ecco: una strada è il mondo,in mezzo sono tappe:ogni anno, una tappa,ogni mese, una tappa,ed ogni giorno è un miglio,ogni respiro è un passo.E si vive, si vive e si vive.Uno, alla prima tappaecco è già giunto,un altro sulla via è reclinatoe un altro nasce.

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Informazioni utili

SS. MESSEDUOMO

• Prefestiva: ore 18.30 • Festive: ore 9.30 11.00 - 18.30• Feriale: ore 18.30

Chiesa di S. BENEDETTO

• Festive: ore 7.30

Chiesa di S.BERNARDINO

• Festive: ore 9.00 - 17.00 • Feriale: ore 9.00

Chiesa di S. GIUSEPPE

• Festive: ore 10.00• Feriale: ore 17.30 (esclusi: giovedì e sabato)

Chiesa di S. GIOVANNI

Solo feriale: ore 7.15

RENZANO

• Solo sabato: ore 18.00

CHIESA - CAPPUCCINI BARBARANO

• Festive: ore 10.00 -17.00• Feriale: ore 17.00

CHIESA MONASTERODELLA VISITAZIONE

• Festive e feriali: ore 8.00

IL DUOMO - n. 6 Giugno 2015

Anno LXIV - abb. annuo Euro 11,00 - una copia Euro 1,05 - abb. sped. postale Euro 30,00

Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294- Fotocomposizione del 3/5/2015 nella Canonica di Salò - Stampa: Tipolitografia Ed6trice LUMINI - Travagliato (BS)- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it

GIUGNOSabato 13 ore 11,00 S. Messa nella Chiesa di S. Antonio

Venerdì 19 ore 20,30 in Canonica incontro dei genitori dei battezzandi del 9/8

Lunedì 29 dal 29 giugno al 3 luglio: Settimana di preparazione all’IN.d’E.

LUGLIOMercoledì 1 TRIDUO DEI MORTI SS. Messe ore 7,30 e 20,30 al Cimitero (sospese le Messe delle ore 7,15 e 18,30)

Giovedì 2 TRIDUO DEI MORTI SS. Messe ore 7,30 e 20,30 al Cimitero (sospese le Messe delle ore 7,15 e 18,30)

Venerdì 3 TRIDUO DEI MORTI SS. Messe ore 7,30 e 20,30 al Cimitero (sospese le Messe delle ore 7,15 e 18,30) Primo venerdì del mese SS. Comunioni agli ammalati

Lunedì 6 dal 6 luglio al 31 luglio in Oratorio: IN.d’E.

Domenica 12 Pellegrinaggio dei “Fasanei” alla Chiesa del Carmine (viale Landi) ore 17,00 S. Bernardino – presentazione dei battezzandi del 9 agosto

Giovedì 16 ore 20,30 Chiesa del Carmine S. Messa solenne e poi… ANGURIATA nel giardino della Canonica

Lunedì 20 ore 20,30 al Santuario di S. Felice del Benaco preghiera e S. Messa con le parrocchie della zona

Sabato 25 ore 18,00 a Renzano: S. Messa in onore dei SS. Nazario e Celso

Venerdì 31 ore 20,45 al Cristal: FESTA CONCLUSIVA dell’IN.d’E.

AGOSTO

Venerdì 7 Primo venerdì del mese SS. Comunioni agli ammalati

Domenica 9 ore 18,30 Battesimi comunitari

Martedì 11 ore 16,00 S. Messa al Cimitero

Sabato 15 S. Messe in orario festivo normale

Domenica 23 ore 11,30 S. Messa a Serniga in onore di San Bernardo

Lunedì 24 ore 18,30 Chiesa di S. Bartolomeo celebrazione della S. Messa in onore di S. Bartolomeo

Martedì 25 ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo”

Giovedì 27 Ultima S. Messa alla Madonna del Rio poi si riprende alle ore 10,00 alla Casa di Riposo

Venerdì 28 ore 20,30 in Canonica incontro dei genitori dei battezzandi del 27/9