mensile della comunità di Salò · 2016. 6. 14. · La Parola del Parroco 3 a cura di Mons....

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mensile della comunità di Salò ANNO LXIII - n. 6 Giugno 2014

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ANNO LXIII - n. 6 Giugno 2014

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HANNO COLLABORATO ALLA REDAZIONE Andreis mons. Francesco Cavedaghi Daniela Ciato Giovanni Cobelli Renato Dondio Lamberto Guana don Gianluca Giacomuzzi Giancarlo Lugli Nerina Madureri Luisa Manni Anna Marelli Bruno Monti Osvaldo Pollini Rosa Tomasoni don Pierluigi ALLA STAMPA Beretta Alfredo Vezzola Maurilio Elio Sant Nicola Rizza Augusto (Foto) Equipe Tipolitografia Lumini

NUMERI UTILI PER TELEFONARE: Mons. Francesco Andreis (3480421999) Segreteria . tel. 521700 FAX Vicolo Campanile 2 . . . tel. 523294 Don Gianluca Guana (3492267166) Largo D. Alighieri cel. 3492267166 Don Pierluigi Tomasoni (3355212934) Via Gratarolo . tel. 40296 Mons. Francesco Bertoni (3318048427 Via Canottieri 2 . tel. 520302 Chiesa di S. Bernardino Piazza S. Bernardino . . tel. 43449 Oratorio S. Filippo Neri Largo D. Alighieri . . tel. 43646 Scuola Cattolica “E. Medi” Via S. Jago 19 . . tel. 40039 Padri Cappuccini Barbarano . . . . tel. 20447 Caritas Zonale Via Canottieri 2 . . . tel. 520843 Cinema Cristal Largo D.Alighieri . . . tel. 521555

Vita di parrocchia a cura della Redazione

Giornate Eucaristiche Parrocchiali Lunedì 16 giugno a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa a S. Giuseppe: ore 16,30 Esposizione - adorazione ore 18,30 S. MessaMartedì 17 giugno a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa a S. Giovanni: ore 16,30 Esposizione - adorazione ore 18,30 S. Messa Mercoledì 18 giugno a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa alla Visitazione: ore 16,30 Esposizione - adorazione ore 18,30 S. MessaGiovedì 19 giugno a S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa a S. Bernardino: ore 16,30 Esposizione e adorazione ore 20,30 S. MESSa con processione da S. Bernardino fino al Duomo

NOTA: Ognuno si organizzi per un «momento di Adorazione eucaristica personale»

nei momenti programmati!

VENITE, ADORIAMO IL SIGNORE !!!

INVITO per dire: GRAZIE, SIGNORE, per 50 anni di prete…Il giorno 20 giugno 1964 in cattedrale a Brescia, da Mons. Tredici e Mons. Almici sono stato consacrato sacerdote per la Chiesa di Brescia. Da quel giorno ho iniziato il mio servizio, che ancora oggi sto prestando. La nostra Salò, è l’ultima comunità in cui sono stato inviato.L’invito a CONDIVIDERE IL GRAZIE lo rivolgo soprattutto ai “parrocchiani” perché si uniscano a me o di persona o via radio… almeno spiritualmente alle

ORE 11,00 DOMENICA 22 GIUGNO IN DUOMOÈ la forma migliore e (secondo il mio parere e desiderio) l’unica PER DIRE GRAZIE, SIGNORE! Don Francesco

Tappe della vitaSono tornati alla casa del Padre:

Bettinzoli Massimo, anni 43Sarzi Braga Giuseppa, anni 85Badinelli Rosanna ved. Pastorini, anni 85Ambrosi Ezio, anni 78Tarolli Guido Adriano, anni 76Tonoli Giulia in Rota, anni 81Calzoni Vincenzo, anni 62Ghirardi Bruno, anni 81

3 – 2 - 1969 25 – 6 – 2013

Nel primo anniversario della morte diCRISTIAN TAROLLI

I familiari e gli amici lo ricordano con immutato affetto.Una S. Messa in suffragio sarà celebrata Merco-ledì 25 giugno 2014 alle ore 9,00 nella Chiesa di S. Bernardino a Salò e alle ore 18,00 nella Chiesa di San Fermo a Portese di San Felice.

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3La Parola del Parroco a cura di Mons. Francesco Andreis

In copertina: Convento dei frati a Barbarano Veduta dell’unica navata, dell’altar maggiore e del presbiterio. La pala, contenuta in una decorosa soasa lignea, è affiancata da due angioletti oranti. Le decorazioni del coro sono attribuite al salodiano Santo Cattaneo. Di buona fattura il tabernacolo baroccheggiante. Il pavimento è stato rifatto nel 1975, di piacevole fattura anche l’altare rivolto ai fedeli, realizzato in conformità ad dettati del Concilio Vaticano II.

GRAZIE, SIGNORE, per i 50… di Sacerdozio

Ogni sacerdote, anziano o giovane che sia, è segno sacramentale e vivente

dell’amore di Dio per l’umanità poiché con l’Ordinazione riceve la facoltà di ri-conciliare a Dio, di consacrare e santifi-care con la potenza dello Spirito, di an-nunciare la Parola di salvezza, di amare come Dio ci ha amati.Il profeta Ezechiele (Ez 47,1-12) ci con-duce in visione all’ingresso del tempio, dalle cui fondamenta esce acqua verso oriente. Ci fa poi visitare e osservare l’esterno dell’edificio sacro e mostra un grande fiume di ac-qua viva, sulle cui rive sono sorti numerosi alberi, da una parte e dall’altra, e poi ci dice: «Hai visto, figlio dell’uomo? Queste acque scorrono verso la regione orien-tale, scendono nell’Araba ed en-tano nel mare: sfociate nel mare ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove ovunque ar-riva il torrente, vivrà… lungo il torrente, su una riva e sull’altra cresce ogni sorta di alberi da frut-to, le cui foglie non appassiscono: i loro frutti non cessano e ogni mese maturano perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti servono come cibo e le foglie come medicina».Come l’acqua del “grande fiume” vivifica tutto ciò che incontra, così la vita di un sacerdote migliora e santifica quanto incontra nella sua esperienza, perché la vocazione, la chiamata di Dio è una vi-cenda e si fa storia e cammino verso la meta. CONSERVARE LA FEDE (2Tim 3,7) è il nostro impegno individuale e sociale, e “se noi siamo infedeli, il Signore rimane fedele“ (2Tim 2,13).Il fiume della Terra Santa, il Giordano, che tanti di noi hanno visto, simboleg-gia magnificamente il percorso pasto-rale di un prete. Gli idrografi descrivo-no il suo percorso in tre momenti: alle

sorgenti, nel lago di Tiberiade e verso il Mar Morto: Il primo tratto va dalla sorgente, alle pendici del monte Hermon fino al lago di Tiberiade. È un tratto rapido, vivace, allegro, trasparente, fresco e giovane. È la tappa della giovinezza sacerdotale, nutrita di sogni e di entusiasmo. Sotto gli occhi e nel mio cuore si rincorronno immagini ed esperienze esaltanti di Buffalora, di Villa e dell’Africa.Il fiume poi si immette nel lago di

Tiberiade, fertile e pescoso, e qui si fa più calmo, più accorto, solenne e quasi pensoso. È il periodo della maturità sacerdotale. Collebeato e Salò, irrigate dall’acqua dolce e fresca del mio sac-erdozio, si sono confusi con Cafarnao, Nazaret, Tabor, Cana, Tiberiade, Gerico…Alla fine, il sacro fiume biblico, che ha tanto segnato anche l’avventura umano divina di Gesù, arriva all’ultima tappa: con passo lento, avvolto sempre più dal silenzio, quasi di malavoglia e un po’ im-pigrito, guarda in alto, ammira e sogna Gerusalemme e poi scivola nel Mar Morto. Questo è il mio oggi. Il Giordano nel Mar Morto non muore affatto. Le sue acque non sono risucchiate e portate al-trove dalla brama di un fiume emissario del mare. Non ce n’è bisogno, perché la grande calma di quella fossa, che è la

più profonda depressione della crosta terrestre, produce le correnti calde che portano l’acqua dolce su, in alto, verso i cieli, il sole e le nubi, da dove, alla fine, scenderà come pioggia che irrora la ter-ra regalandole nuova vita.Puntare al cielo, verso il Paradiso dove c’è la pienezza della vita: questa è la vocazione nobile di noi uomini e donne credenti.La mia VOCAZIONE si è fatta storia in mezzo agli uomini, illuminan-

domi il cammino e donan-domi responsabilità (respon-sum ≈ risposta a richiesta) nell’ascoltare e pensare come Dio. Il discernimento, l’indagine, la ricerca del “meglio” in tutto mi ha spronato a chiedere, a ringra-ziare e a decidere a favore di Dio.“Chi manderò?” si chiede Dio (Is 6,8)… Eccomi, manda me! Come Eli anch’io ho risposto: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti as-colta!” (1Sam 3.9).Sono stato sempre “fedele” a Lui che mi ha detto: «Esci, esci da te

stesso, dalla tua famiglia e va!» Ci sono riuscito?Anche se imperfettamente dico: «Lo Spirito del Signore è venuto su di me e mi ha inviato ad annunciare ai poveri il lieto annunzio…» (Lc 4,18 e Is 61,1). Chiedendo misericordia e perdono, se talvolta il mio impegno non si è adegua-to alla potenza venuta su di me dall’alto, dico ad alta voce e a cuore aperto: GRAZIE SIGNORE per questi 50 anni di Sacerdozio!

Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia,non abbandonarmi

quando declinano le mie forze!O Dio, da me non stare lontano:

Dio mio, vieni presto in mio aiuto.Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi,

o Dio non abbandonarmi (Sal.70).

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Avvenimenti Diocesani a cura di Anna Manni da “La Voce del Popolo”

Iniziativa “Anch’io x la mensa”La Mensa Menni è un’opera-segno nata in occasione del Giubi-leo del 2000 su iniziativa di Caritas Diocesana di Brescia, delle Suore Ancelle e di altre realtà caritative della Diocesi. Si propone di fornire un pasto caldo alle persone in situazione di grave emarginazione e di offrire loro accoglienza e ascolto. In questi anni sta aumentando il numero delle persone che quotidianamente chiedono di accedere alla mensa: dalle 90 del 2009 alle 240 attuali; i pasti distribuiti nel 2009 erano circa 26.500, nel 2013 sono diventati quasi 49.000. Sta cambiando anche la tipologia delle persone: negli anni scorsi era-no quasi esclusivamente stranieri, ora c’è un numero sempre più consistente anche di italiani, rimasti senza lavoro e senza casa. La campagna “Anch’io X la mensa” ha l’intento di coinvolgere sempre più persone e mobilitare la generosità dei bresciani, con lo slogan “Metti in tavola la solidarietà: Aiutaci anche tu a dare da mangiare a chi non ne ha, donando un pasto per una persona per un giorno, per una settimana o per un mese”. Per informazioni: www.brescia.caritas.it, oppure al numero 030 3757746.

40 anni dalla strage di piazza della Loggia “La nostra presenza oggi, in questa piazza, è memoria doverosa delle vittime di quarant’anni fa” ha detto il Vescovo di Brescia in occasione della Messa celebrata sul luogo della strage del 28 mag-gio 1974. “Brescia ha reagito alla strage della Loggia come un orga-nismo sano: prima con l’angoscia e il silenzio, poi con la decisione forte di non lasciarsi fiaccare, di rispondere con un impegno civico coerente”. Ecco un piccolo stralcio della sua omelia. “... La nostra presenza oggi, in questa piazza, è memoria doverosa delle vittime di quarant’anni fa. È stato un caso che proprio loro fossero lì dove è scoppiata la bomba; non erano loro le vittime designate. Vittime designate erano semplicemente dei Bresciani, quelli che ignari si fossero trovati in piazza della Loggia in quell’ora. Ancor più per que-sto ci sentiamo coinvolti nella tragedia delle vittime: poteva capi-tare a noi o a qualcuno che conosciamo e amiamo. Ricordare le vittime, pregare per loro e per i loro cari è un modo di riconoscere un debito, di esprimere un affetto, un sentimento di umanità e di vi-cinanza. Farlo insieme è anche un modo per trovare coraggio e spe-ranza... Diciamo in questo modo che Brescia esiste; che è e rimane una città solidale; che i valori del rispetto per le persone rimangono vivi dentro di noi, che il coraggio di vivere è saldo. Se qualcuno ha pensato, con una violenza cieca e criminale, di fiaccare una città, si è sbagliato. La città si è dimostrata migliore di lui e la speranza di cui la città vive si è rivelata resistente e feconda. Anche oggi abbiamo

non poche difficoltà da affrontare e superare. Non sappiamo quale sarà il futuro nei suoi particolari; sappiamo però che il volto umano del futuro dipende solo da noi, dalla nostra coerenza e dal nostro amore creativo”.

Il Papa in Terra SantaLa Giordania è la prima tappa dell’intenso viaggio di papa Francesco in Terra Santa. È stato accolto con tutti gli onori dal re Abdullah II di Giordania, dalla regina Rania e dai loro quattro figli. Il Papa ha voluto esprimere tutta la sua stima per il re definito “uomo di pace” e tutta la sua riconoscenza per questo piccolo Paese incastonato in un Medio Oriente infuocato per la sua generosa accoglienza ai rifugiati palestinesi, iracheni e siriani. “Tale accoglienza - ha detto - merita la stima e il sostegno della comunità internazionale”. La festa di Amman si è svolta allo stadio dove 30mila persone hanno seguito la Messa e dove il Papa si è intrattenuto a lungo, salutando i fedeli dalla macchina senza protezione. 1.400 bambini hanno ricevuto la Prima Comunione. Lo stadio si trova non lontano dal luogo in cui lo Spirito Santo discese su Gesù, dopo che Giovanni lo ebbe battezzato nel fiume Giordano. Il Papa torna anche qui sul tema della pace: “Quanto bisogno ha il mondo di persone che siano testimoni di pace. È una necessità che anche il nostro mondo ci chiede: portare la pace, testimoniare la pace”. A Betania oltre il Giordano, il fiume dove Gesù ha ricevuto il battesimo, si è svolto l’incontro con i rifu-giati siriani e iracheni, fortemente voluto da Papa Francesco. Prima, accompagnato su un caddie dal re e dalla regina di Giordania, si era fermato in preghiera sulle rive del Giordano. Ha lasciato un messag-gio autografo sul libro delle presenze: “Chiedo a Dio Onnipotente e Misericordioso che ci insegni a camminare nella sua presenza con l’anima e il cuore aperto alla Misericordia divina e all’amore ai fra-telli. Così Dio sarà tutto in tutti e regnerà la pace”.Il Papa ha parlato di pace e coraggio anche al suo arrivo in Israele. Davanti al presidente Peres e al premier Netanyahu è risuonata la supplica a “quanti sono investiti di responsabilità a intraprendere con coraggio e senza stancarsi la via del dialogo, della riconciliazio-ne e della pace”. Seguita dall’appello che fu anche di Benedetto XVI: “Sia universalmente riconosciuto che lo Stato di Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazional-mente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il popolo pa-lestinese ha il diritto a una patria sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente. La soluzione di due Stati diventi una realtà e non rimanga un sogno”. Per dare un segno concreto in questa di-rezione papa Francesco ha voluto invitare il presidente palestinese Abu Mazen e quello israeliano Shimon Peres a pregare tutti insieme nella sua casa, in Vaticano. La data fissata per questo incontro di preghiera, accolta da entrambi i presidenti, è l’8 giugno.

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5In ascolto della Parola... a cura di Oswald

Santi Pietro e Paolo apostoli

Filiale di Salò - Località Rive

Filiale di Salò - Piazza Vittorio Emanuele

Domenica 29 giugno, XIII del Tempo Ordinario, ascolte-remo le sacre Scritture che ci parleranno di alcune vi-

cende legate agli apostoli Pietro e Paolo: due colonne della Chiesa nascente. Alla loro autorità fanno continuo riferi-mento, ancora oggi, gli atti solenni del magistero, come se la comunione ecclesiale non potesse esprimersi che attra-verso il complemento dei due apostoli. La confessione della fede, è la caratteristica distintiva di Simone, che deve ad essa il soprannome di Pietro con l’in-carico di guidare e confermare i fratelli, costruendo così la Chiesa. Stupefacente il modo di agire di Dio, che affida un compito tanto impegnativo ad un uomo rozzo, non cer-to dotato di qualità eccezionali e che non saprà resistere nell’ora della prova. Sembrerebbe stato più saggio attribu-ire a Paolo questo ministero: approdato tardi al cristianesi-mo, egli era sicuramente più preparato per la brillante for-mazione ricevuta presso i migliori maestri. Spirito vivace, animato da un’energia e da una passione esclusiva per Colui che in un primo tempo aveva perse-guitato, diventerà lo strumento più qualificato per far conoscere ai pagani il vangelo della salvez-za. Quest’uomo, non rinnegherà mai il suo Maestro. Ciascuno dei due apostoli ha avuto un ruolo nello sviluppo della fede. Pietro, la guida, svolgendo il suo compito di direzione e di conferma dei fra-telli. Paolo, con il suo dinamismo e le sue capacità di adattamento, fu il seminatore.I loro incontri a Gerusalemme e ad Antiochia, mettono in luce l’i-spirazione comune che li anima ed anche i loro contrasti. Soltan-to a Roma, dove entrambi rice-veranno la palma del martirio, i due apostoli raggiungono la loro unione definitiva in quella carità che si sforzano di promuovere

nella Chiesa. I santi apostoli Pietro e Paolo ci trasmettono, ancora oggi, la loro fede e il loro amore a Cristo con l’offerta della loro testimonianza suprema. Sono il buon seme get-tato in terreno fertile.

Dagli atti degli Apostoli (12,1-11) Apprendiamo che il re Erode fa uccidere l’apostolo Giaco-mo ed imprigionare Pietro. Anche nell’oscurità della prova non viene meno la promessa fatta dal Cristo a Pietro. È in-fatti la straordinaria iniziativa di Dio a liberare Pietro dal carcere. Il vero protagonista è appunto l’angelo del Signore che rende attuale ed efficace la promessa del Cristo. Nella seconda lettura, tratta dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timoteo (4,6-8.17-18) apprendiamo che Paolo sente vicina la sua morte, ma non ha perduto nulla della sua fede, della sua audacia di parlare in ogni occasio-ne. Vuole morire come ha vissuto: la sua agonia è una lot-ta, ed è sicuro della vittoria. Alla sera della sua vita, Paolo

attende con fiducia la sua ricom-pensa che riceverà dal Signore.

Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-19) Vediamo che Simone dà il tito-lo di Messia a Gesù e questi gli assegna il titolo messianico di “pietra”. La ragione principale per cui è chiamato pietra o roc-cia, su cui è costruita la Chiesa, è la fede stessa che ha confes-sato così apertamente. È stato portavoce della fede degli apo-stoli, fede che è alla base della loro esistenza come gruppo e della loro unità. E, appunto in quanto è stato costituito por-tavoce e modello della fede, ha anche il compito di confermarla e di assicurare la comunione tra i fedeli, nell’amore e nella cari-tà. E così sia!

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6 Caritas e Vita Missionaria

Carissimi amici del Gruppo Mis-sionario, mentre rinnovo il mio augurio pasquale di gioia e di pace dal Signore risorto, ecco-mi finalmente a darvi ragione dell’uso del vostro generoso contributo che ho ricevuto il 14 novembre scorso. Su richiesta di suor Zita (una suora con cui col-laboravo quando ero in Lituania e che lavora in un centro di aiuto per schizzofrenici) ho destinato l’aiuto al ragazzo Kaius e ai bam-bini della famiglia Balciunai, di cui vi mando la foto. Nei giorni scorsi ho ricevuto i biglietti pa-squali delle rispettive mamme,

che ringraziano commosse e di tutto cuore, chi le ha aiutate a dare un respiro di speranza alla loro situazione economica difficilissima. Anche la suora mi scrive spesso del-la gioia riconoscente di queste mamme, che la invitano a ringra-ziare chi le ha aiutate. Quindi il vostro contributo è stato davve-ro “una grazia del Signore” per questi bambini.Un grazie riconoscente anche a nome mio, perché sempre vi ri-cordate di me e della mia missio-

ne in Lituania, anche se ora sono in missione a Ghedi.Spero voi stiate tutti bene e vi penso sempre sulla “breccia” del mondo, rivolti ai più bisognosi. Che il Signore vi benedica per quanto fate con amore ed entu-siasmo. Prego per voi e voi pre-gate per me!Vi saluto e vi abbraccio tutti con l’affetto di sempre. Don Renato Abeni

Le mamme della Lituania ringraziano e pregano per noi

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7Santo del mesea cura di Luisa Madureri

L’unità di tutti i seguaci di CristoL’unità dei cristiani è un’opera divina, che solo la preghiera può ottenere ed «è necessaria la collaborazione di tutti – scrive Papa Giovanni Paolo II nella sua enciclica – Per questo ho proposto ai fedeli della Chiesa cattolica un modello che mi sembra esemplare, quello di una suora trappista, Maria Gabriella dell’Unità, che ho proclamato beata il 25 gennaio 1983. Suor Maria Gabriella, chiamata dalla sua vocazione ad essere fuori dal mondo, ha dedicato la sua esistenza alla me-ditazione e l’ha offerta per l’unità dei cristiani alla preghiera». E ancora: «La vita della Chiesa e la stessa società hanno bi-sogno di persone capaci di dedicarsi totalmente a Dio ed agli altri per amore di Dio».

Beata Maria Gabriella dell’Unità

Storia di un’animaMaria Sagheddu nasce a Dorgoli, piccolo paese sulla costa orientale della Sardegna, il 17 marzo 1914, da una modesta famiglia di pastori. Bambina vivace ed intelligente, dalla risposta pronta ed a volte impertinente, evidenzia subito un carattere impetuoso ed impaziente. «Quando ero bambina - racconta - non sopportavo nulla, me la prendevo persino con i ciottoli della strada». A 5 anni perde il padre; le difficoltà economiche aumentano, ma Maria riesce, grazie alla sua brillante mente, a ter-minare la scuola elementare. In casa è di grande aiuto: pulizie, bucato al fiume, pane di notte, lavoro nei campi. Lavora tanto, Maria, ma brontola anche spesso. Non entra nemmeno nell’Azione Cattolica con i giovani della parrocchia: non si sente pronta per un impegno costante. Quando muore la sorella quasi coetanea, Giovanna, da Maria molto ama-ta, l’unica forse con cui si mostra dolce e paziente, accade in Maria un mutamento profondo, la sua anima più segreta pare risvegliarsi, nascono le do-mande di una vita, intravede il sentiero tanto cer-cato, la sua personale via verso la santità. Si iscri-ve all’Azione Cattolica, è volontaria per l’insegna-mento del catechismo, la preghiera è sempre più assidua, diventa gentile e premurosa. Maria legge molto e nella “Introduzione alla vita devota” di San Francesco di Sales conosce ragazze che abbando-nano il mondo per il chiostro: «Perchè non io?» si chiede. Rifiuta domande di matrimonio, si oppone al fratello che non capisce la sua scelta e nel 1935 entra nella Trappa di Grottaferrata, vicino a Roma: la via è finalmente trovata, l’inquietudine si placa.

L’offerta a Dio della vitaMaria diventa Suor Maria Gabriella il lunedì di Pasqua 1936: «Lui, il mio Creatore – scrive alla madre – non ha disdegnato di chiamarmi sua sposa... Ora sono certa di abitare per sempre nella casa del Signore e, a causa di questo, la mia gioia è immensa». Giungono alla Trappa di Grottaferrata i libretti della “Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani”, pubblicati da padre Paul Couturier, grande apostolo dell’Unità; il padre francese chiede con forza la preghiera delle monache perchè si realizzi “l’Unità dei Cristiani, come lo vuole Dio, attraverso i mezzi che Egli vorrà». È il segno che Suor Maria attende: con l’abituale umiltà e sottomissione si inginocchia davanti alla sua ba-dessa: «Mi permetta di offrire la mia vita .... ». Stupita, la badessa le chiede di riflettere, ma Suor Maria Gabriella insiste: «Mi sembra che il Signore lo voglia: mi ci sento spinta, anche quando non voglio pensarci». Poco dopo la sua offerta, Suor Maria Gabriella si ammala di tubercolosi: «Signore Gesù, io ti amo e vorrei amarti molto, amarti per il mondo intero». L’ultima notte, la madre badessa le chie-de: «Vuoi offrire quel che ti resta di vita per l’Unità?». «Si!» risponde con un sorriso di Gioia Suor Maria Gabriella: è il 23 aprile 1939. Le campane del convento, invece del rin-tocco funebre, suonano a festa ed a queste rispondono a distanza le campane della chiesa parrocchiale: e lo scam-panio festoso si spande per il paese e per la valle.

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8Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Domenica 4 Maggio siamo stati invitati a partecipare all’ultimo ritiro catechistico organizzato per noi del gruppo santa Caterina.

Dopo la Messa, celebrata nel nostro Duomo da un don Gianluca un po’ zoppicante, ci siamo diretti all’oratorio. Il protagonista della mattinata è stato Davide, l’unto scelto dal Signore per guidare il popolo di Israele dopo Saul, scelto non per il suo aspetto esteriore - era un semplice pastore - ma per il suo cuore buono. Egli era molto coraggioso, infatti mentre tutti tremavano il coraggio e la fiducia in Dio di questo giovane gli ha permesso di abbattere il gigante Golia e sconfiggere i Filistei. Dopo pranzo ci siamo incamminati verso il Monastero delle Suore della Visitazione, monache che hanno scelto la clausura per dedicarsi totalmente a Dio, pregando per il mondo, per la nostra comunità, studiando e lavorando per potersi mantenere. La più

giovane delle monache con serenità e tanta allegria ci ha raccontato la sua vocazione.Era una ragazza come tante altre ma sentiva che la sua vita non era completa, non si sentiva pienamente felice anche se faceva cose apparentemente divertenti. Studiava, usciva con gli amici, gite, vacanze, animazioni in oratorio ma sentiva un grande bisogno di Gesù, e così ha scelto di dedicargli tutta la vita. Oggi è una persona felice, hanno parlato anche le altre monache e abbiamo capito cosa fanno durante la giornata.Prima di salutarci ci hanno donato delle immagini con dei salmi. Molti salmi sono stati scritti da re Davide, abile poeta e cantore. Abbiamo capito che anche le monache ammirano Davide. Questo ritiro ci è piaciuto anche perché ci ha permesso di stare tutto il giorno insieme. Flavio e Giovanni

IN.d’E. 2014La vacanza IN.d’E. 2014 si svolge dal 30 giugno al 25 luglio 2014, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,00 alle ore 17,30. Ogni domenica è previsto un momento di animazione dopo la S. Messa delle 9,30 in Duomo. Le iscrizioni si ricevono in segreteria dell’Oratorio da Mercoledì 4 giugno dalle 15,00 alle 18,00. Per informa-zioni: tel. 0365 43646. Il numero di posti disponibili è di 20 ragazzi per fascia di età e che sarà data priorità in ordine di data, alle iscrizioni per l’intero periodo. Le iscrizioni per due settimane (con-secutive) saranno accettate con riserva.Le iscrizioni, vincolanti tramite modulo da ritirare in se-greteria. Si chiuderanno improrogabilmente Venerdì 20 giugno. Non sono consentite iscrizioni o prolungamenti di periodo in corso d’esperienza. 4 settimane 3 settimane 2 settimane

1° figlio 190,00 160,00 140,00 2° figlio 150,00 130,00 110,00 3° figlio e oltre 120,00 110,00 90,00Per i ragazzi delle famiglie che non partecipano al cam-mino di catechesi dell’oratorio, ma che hanno frequen-tato l’IN.d’E. negli scorsi anni, è richiesto un contributo supplettivo di euro 30,00 oltre la quota di partecipazione. Per coloro che invece si affacciano per la prima volta all’e-sperienza dell’IN.d’E., le domande saranno accolte con riserva. Se al termine delle iscrizioni dovessero esserci ancora posti disponibili, sempre in ordine di data di pre-sentazione, saranno accettate. La quota da versare per intero al momento dell’iscrizione, comprende: pranzo, merenda, materiale ludico e didattico, trasporti, piscina, cappellino e maglietta che saranno consegnati il giorno di avvio dell’IN.d’E.Per i genitori dei partecipanti all’IN.d’E. è previsto un incontro in Oratorio alle ore 20,45: per le elementari - martedì 24 giugno; per le medie mercoledì 25 giugno.Si caldeggia la partecipazione a questo incontro. Saran-no date le indicazioni per lo svolgimento dell’attività e raccolte le disponibilità per i vari servizi necessari per il buon funzionamento dell’organizzazione. Sarà inoltre consegnato il programma dell’IN.d’E. 2014.

Ritiro santa Caterina

E venne ad abitare in mezzo a noi…Questo è il sottotitolo dell’ IN.d’E. 2014, fa riferimento ovviamente a Gesù Cristo. Rispetto a questo tema mi sento chiamato in campo... Anch’io sono venuto ad abi-tare in mezzo a voi, cari salodiani, con la consapevolezza però di NON essere il salvatore! Le attività che quest’estate vivremo insieme hanno a che fare proprio con la riscoperta della nostra città, luogo ove viviamo tutti i giorni, studiamo, lavoriamo, preghiamo e giochiamo... Ed incontriamo oltre agli amici, al don anche e soprattutto Gesù! Proprio Gesù Cristo passava di villaggio in villaggio annunciando il Regno del Padre. Ora, il Risorto, abita il mondo! Lui cammina accanto a noi, ci sorride, osserva con attenzione il nostro disagio e vi pone rimedio, ci offre anche momenti ed opportunità per crescere e maturare come uomini e donne con la consapevolezza di essere figli di Dio. Proprio questo pensiero mi permette di annunciare che durante questo tempo estivo conosceremo anche un personaggio che, affascinato da Gesù, ha avuto il coraggio di andare fino ai confini del mondo ad annunciare la sua Parola. Questo è avvenuto anche a Salò, tanti, tantissimi anni fa. Un gruppo di cristiani si sono insediati in questo piccolo lembo di paradiso ed hanno annunciato che Gesù era vivo! Dove, mi chiedo, questi uomini e donne hanno trovato la forza per annunciare Gesù risorto? Come hanno fatto a superare le difficoltà che incontravano, le derisioni, le avversi-tà, le contrapposizioni? Dove rinnovavano la loro appartenenza a questo gruppo di amici in Cristo?Sono convinto che essi hanno trovato la forza di questa nuova evangelizzazione nella preghiera, nel chiedere, come gli Apostoli nel Cenacolo, il fuoco dello Spirito Santo. Solo il rapporto fedele e intenso con Dio permette di uscire dalle proprie paure ed annunciare con gioia il Vangelo! “Senza la preghiera il nostro agire diventa vuoto e il nostro annunciare non ha anima, perché non è animato dallo Spirito di Dio!” Quindi noi che desideriamo vivere una bella esperienza estiva, per viverla con

lo stile di Gesù il Risorto, non alleniamo solo il no-stro fisico andando a correre e scavalcando stac-cionate, ma alleniamo soprattutto la nostra anima rinnovando ogni giorno la fiducia nell’azione dello Spirito Santo. Lasciamoci guidare dal Risorto per essere uomini e donne di preghiera che testimonia-no con coraggio il Vangelo, diventando nella nostra splendida e ridente Salò strumenti dell’unità e della comunione con Dio.P.S. Se vuoi sapere chi è il personaggio miste-rioso del Logo che incontreremo quest’estate basta che tu venga all’IN.d’E., ovviamente!

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9Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

S iamo partiti venerdì mattina, in 51, guidati da Monsignor Francesco. Quattro giorni intensi: all’andata sosta a Loreto

dove abbiamo fatto visita al celebre Santuario che custodisce la Santa Casa della Beata Vergine; si tratta della porzione di casa in mattoni che completa la parte scavata nella roccia che si trova a Nazareth, nella Basilica dell’Annunciazione. Secondo la leggenda fu trasportata da schiere di Angeli a Loreto intorno all’anno 1294 ma è più realistico pensare, come Mons. Francesco ci ha sugge-rito, che sia stata trasportata da devoti, via terra, giungendo a Loreto dopo una sosta di 3 anni e mezzo a Tersatto, in prossimità di Fiume.Sorpresa ed emozione nel trovare la Basilica gremita di persone raccolte in un intenso momento di preghiera dal tema: “Una sola carne”. Adorazione eucaristica sulla famiglia. Nella parte inferio-re della Basilica, abbiamo celebrato la Santa Messa.Il secondo giorno eccoci a Roma; visita alla Basilica papale di San Paolo fuori le Mura che suscita sempre stupore. La Basili-ca è stata ricostruita dopo l’incendio del 1823, mante-nendo intatte dimensioni e struttura. Qui riposa l’Apo-stolo delle Genti per il quale Benedetto XVI ha indetto nel bimillenario della nasci-ta l’anno Giubilare Paolino (28/06/2008-29/06/2009).Osservando i ritratti dei Pontefici che si trovano lun-go le navate, ci si rende con-to di come sia ricca la storia della Chiesa dalla metà del XIX sec., in particolare a partire da papa Giovanni XXIII. Sotto l’altare papale è collocata la tomba di San Paolo e, in una teca, sono visibili le catene che lo hanno tenuto prigioniero. La giornata è proseguita con la visita alle Catacombe di San Cal-listo; rappresentano il primo luogo di sepoltura dei cristiani; i fossori hanno scavato 21 km di gallerie distribuite su 4 piani, per un milione di morti. Abbiamo visitato la cripta dei 9 Pontefici e quella di Santa Cecilia, martire, patrona dei musicisti.Successivamente ci siamo recati a visitare la Basilica di San Gio-vanni in Laterano, madre di tutte le chiese. Fu l’Imperatore Co-stantino, a seguito della sua conversione a donare al papato i terreni ove è stata eretta la Basilica, e successivamente a lega-lizzare il cristianesimo nell’impero. In origine (324 d.C.) era dedi-cata al Santissimo Salvatore e con l’annesso Palazzo Lateranen-se costituiva la “Domus Dei”. Dalla Basilica ci siamo recati alla Scala Santa che la tradizione dice sia quella salita da Gesù per comparire a giudizio di fronte a Ponzio Pilato. Al termine della Scala Santa, attraverso una griglia, si ammira la Cappella priva-ta dei Pontefici (Sancta Sanctorum), costruita da Papa Nicolò III nel 1278; ivi sono conservate numerose reliquie tra cui il Volto Santo, immagine che ritrae Gesù e attribuita a S. Luca: è un’im-magine miracolosa di origine acherotipa, in quanto non creata da mano umana ma per diretto intervento divino.Quindi tour veloce per la Roma antica: Colosseo, Terme di Cara-calla, Fori Imperiali... e poi San Pietro in Vincoli ad ammirare il

“Mosè” di Michelangelo. Infine visita al monumento che i roma-ni chiamano “Torta Nuziale” o “Macchina da Scrivere”: è l’Altare della Patria, che abbiamo visitato al suo interno.

Domenica 27 aprile, Roma. Eccoci all’evento! Più di un milione di fedeli giunti da tutto il mondo, che in lingue diverse elevano un’unica corale lode al Signore: questa è la Chiesa Universale! Con altri compagni di viaggio ho partecipato al momento della canonizzazione dei due Papi in piazza Giovanni XXIII annesso a via della Conciliazione. L’esperienza vissuta mi ha portata ad una riflessione che mi sento di condividere: gli uomini pensano di scrivere la storia ma in quella cerimonia in Piazza S. Pietro si è percepito come l’Eterno muove i passi della Chiesa; uomini di Dio santificati a pochi anni dalla loro scomparsa, ancora vivi nella memoria e nella nostra storia personale; Santi universali del no-stro tempo e una Chiesa che ritorna alle sue origini sotto la guida di un Papa che ha scelto di chiamarsi Francesco. Quanta mis-

sionarietà richiama in noi credenti questa consapevo-lezza e quanta speranza ac-cende, soprattutto nei cuori delle giovani generazioni.Lasciata con nostalgia Roma, sotto una pioggia battente, siamo arrivati ad Assisi in serata. Il nostro alloggio era proprio accanto alla Basilica di Santa Maria degli Angeli che incorpora la Porziun-cola, piccola chiesa dove frate Francesco sostava in Preghiera e ove nacque la sua vocazione. È il luogo ove Santa Chiara, richiamata dal-la predicazione di Francesco,

abbracciò la causa della povertà, diventando sua collaboratrice e, successivamente, fondatrice dell’Ordine delle Monache Cla-risse. E’ il luogo dove San Francesco morì il 3 ottobre 1226; la sua tomba oggi si trova nella Basilica Inferiore di San Francesco in Assisi. Durante la visita a tale Basilica abbiamo ammirato il ritratto più verosimile di San Francesco, opera del Cimabue, il Bisso, ossia il Velo di Maria donato ai Francescani dal Principe Tommaso degli Orsini nel 1319, dal ritorno dell’ultima crociata e gli affreschi di Giotto nella parte superiore. Nell’altare della Ba-silica Inferiore sono conservate reliquie di San Giovanni Battista. La S. Messa di rientro è stata celebrata a San Damiano, luogo assai caro a Francesco e ispiratore del Cantico delle Creature; lì si trovava in origine il crocifisso che parlò a Francesco chiedendogli di restaurare la sua Chiesa, crocifisso che oggi si trova nella Chie-sa di Santa Chiara, ultima tappa del nostro viaggio. Lasciando Assisi un’immagine mi è rimasta negli occhi e nel cuore: è l’im-magine di un pannello collocato all’esterno della Basilica di San Francesco e raffigurante l’attuale Papa affiancato dai due nuovi Santi con le seguenti loro citazioni: per Papa Giovanni XXIII: “Qui con S. Francesco, siamo veramente alle porte del paradiso”, per Papa Giovanni Paolo II: “Francesco è necessario per la Chiesa e per il mondo, per scrivere nuovi capitoli della sua storia”.

Maria Ornella Righettini Bertelli

Pellegrinaggio parrocchiale: esperienza di ChiesaMeta: Roma, cerimonia di canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII

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10 Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

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Durante il pellegrinaggio trascorso nelle vacanze pasquali, ab-biamo visitato Cortona, Arezzo, due città toscane e gli Eremi

de “La Verna”, e “le celle”. Tra tutte le esperienze vissute in questi giorni, quelle che ci hanno colpito maggiormente sono state:

••• La testimonianza di un frate francescano che ha incantato e affascinato tutto il gruppo. Questo frate ha raccontato la sua storia e l’origine della sua vocazione avuta all’età di 15 anni. Lui frequentava un seminario con altri suoi coetanei ma, improvvisa-mente, il padre venne a mancare; così sua madre, essendo, que-sto ragazzino, figlio unico, pretese che tornasse a casa per stare in compagnia di lei e della famiglia. Nei giorni seguenti la mamma chiamò il preside per informare dell’abbandono del corso ma esso non era presente, così venne riferito il tutto al vicedirettore. In seguito, dato che nulla era ancora ufficiale, venne richiamato il ra-gazzo, interrompendo una delle lezioni; discussero qualche istante insieme al direttore, ma nonostante la convinzione della madre ri-guardante la decisione del figlio, quest’ultimo decise di prendersi ancora qualche minuto di riflessione e lasciò i bagagli che teneva in mano, per terra. Giustamente la madre cominciò ad innervosir-si...il ragazzo aveva di fronte una scelta da fare, due strade. Lui si ritrovò immerso in quella situazione involontariamente ma arrivò per lui, a differenza dei suoi compagni, la scelta più importante della sua esistenza: restare in compagnia della madre, trovatasi sola, conducendo una vita “normale” oppure dedicare interamen-te il resto della vita alla preghiera, al rapporto profondo e sincero con Dio e alla predicazione dei Vangeli...sicuramente non era una scelta facile...tuttavia non esitò a scegliere la seconda. Questo ci ha fatto riflettere molto e ci ha davvero lasciati colpiti...saremmo, noi, stati in grado di compiere lo stesso gesto? Avremmo fatto la stessa scelta pur essendo consapevoli della situazione familiare? Inutile dire che la madre non fu entusiasta di questa scelta...in ogni caso la domanda che lui si é posto è stata: cosa, per me, é davvero essenziale? ...E per voi....??

••• Gli attimi di “silenzio e riflessione” vissuti nell’eremo “le cel-le”, luogo in cui scaturisce la voglia di infinito. La nostra vita quo-tidiana è fatta sempre da mille cose, fatte in modo frenetico ma troppo poco ci fermiamo, sostando in silenzio e meditando; que-sto ci permette di “tenere lo sguardo fisso a Gesù” in tutte le cose presenti nella nostra vita.

••• I momenti di preghiera che abbiamo trascorso nel nostro gruppo ad esempio i vespri, le lodi e la messa…questi attimi sono stati molto significativi e belli…con questa esperienza possiamo dire che abbiamo incontrato Cristo in modo sensibile, profondo e particolare poiché siamo stati “guidati” da tre santi (S. Margherita, S. Donato e S. Francesco) che hanno vissuto alcuni momenti della loro vita in questi luoghi(…).

••• La testimonianza di un giovane frate francescano lituano; partendo dalla domanda: “cosa c’è dopo la morte?”. Quindi ha scelto di fare la scuola di teologia… Entrando non da fedele ma da curioso. Il giovane vedeva gli altri compagni cristiani e si chie-deva che cosa li rendeva così felici!! E allora decise di chiedere a una sua professoressa… “ma Dio fa vedere le cose concrete nella vita!...” E allora la professoressa rispose che doveva vivere un percorso di purificazione…ma il lituano non fece subito così!! Passarono 5 mesi e poi finalmente un giorno decise di andare a confessarsi.. mentre andava diceva: “se io ci vado e non succede niente non ci torno più” sperando che dopo che si fosse confes-sato succedesse qualcosa di magico.. ma poi quando è uscito non è successo niente. Però qualcosa non lasciava che tutto finisse lì e quindi dopo la scuola decise di chiedere ai frati della sua zona di poter diventare frate.. ora è nel periodo di noviziato: ha fatto la promessa e l’impegno di vivere per un anno come un vero frate.

Pellegrinaggio da ricordare nelle zone di S. Francesco

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11Oratorio vita quotidiana a cura dell’Oratorio S. Filippo Neri

Tra il 25 e il 27 dello scorso mese siamo andati a Cologne per partecipare insieme a tanti fratellini e sorelline di al-

tri gruppi scout alla festa di Primavera. La festa di Primavera è un campo che si svolge tutti gli anni verso fine Aprile e a cui partecipano più gruppi scout insieme, quest’anno noi del Salò eravamo con i branchi del Brescia 4, del Vobarno e con il cerchio del Brescia 1.Eravamo divisi in quattro gruppi, ognuno dei quali rappre-sentava un popolo di personaggi secondari dei film d’anima-zione: Umpa lumpa (fabbrica di cioccolato), Minions (catti-vissimo me), Pinguini (Madagascar) e Fatine (le 5 leggende). Nel corso dei 3 giorni abbiamo fatto tanti giochi che hanno permesso di sconfiggere i cattivi, rappresentati dai perso-naggi principali dei nostri film e convincere il signor Walt Disney a girare un film dove finalmente potessimo avere il ruolo non solo di comparsa.Eravamo alloggiati nell’oratorio di Cologne, ma sabato l’ab-biamo trascorso in una villa con un grandissimo parco che si trova a poche centinaia di metri dall’Oratorio. Questo ci ha permesso di divertirci trascorrendo l’intera giornata all’aria aperta in mezzo al verde. Domenica dopo Messa era già ora di salutarci, anche se il campo è stato breve sia i ragazzi che i capi hanno legato molto tra loro, questo ha permesso ai lupetti e alle coccinel-

le di divertirsi molto, ed a noi capi di non avere particolari problemi organizzativi e ad evitare imprevisti che gestendo circa 120 ragazzi possono capitare facilmente. Questo cam-po è stato veramente bello, lo si poteva vedere dall’entusia-smo col quale i ragazzi svolgevano tutte le attività proposte, questo forse è per noi capi la miglior soddisfazione, dare il 100% ma vedere subito i risultati. Wontolla

Festa di primavera

G iovedì 1 maggio abbiamo partecipato al Pellegrinaggio Diocesano per le fa-

miglie. C’erano centinaia di famiglie prove-nienti dalla zona del lago d’Idro ma anche da tutta la diocesi. Tra i pellegrini c’eravamo anche noi, pochi per la verità, ma contenti di esserci! Ecco alcuni slogan di fede che ci sono stati proposti:1. Custodire x donare... Briciole quotidiane ovvero riuscire a rendere sacro lo stare in famiglia per mezzo di “briciole di sacrifici d’amore”. Quanta fatica ogni giorno! Ma se ci sforziamo di dare a quella fatica il valore positivo insito nell’amore, allora la no-stra fatica si fa dono a favore della no-stra famiglia che ne trae beneficio.2. Gesù anche oggi compie Segni di sal-vezza, segni di fede! Anche oggi è pos-sibile vedere come Gesù “il matrimonio impastato di cielo di polvere di stelle” ma ciò implica il saper gustare le cose di tutti i giorni per saperne gioire. E così oc-corre riscoprire la gioia del quotidiano, la vita buona che si rinnova: gustare le gioie della vita, mettere sulle porte dei bei sorrisi! 3. Ascolto che sia azione: imparare da

Giuseppe ad alzarsi da una sedia como-da! Giuseppe sceglie di amare Maria e Gesù secondo il progetto di Dio. Ci vuole il coraggio di dirci che spesso, in seguito a proposte discutibili provenienti nei modi più diversi, le nostre famiglie vanno “protette”: non tutto è buono! A volte facciamo entrare nelle nostre case “aria inquinata”. Per que-sto serve fare scelte forti per preservare la famiglia. La nostra casa-famiglia va migliora-ta per renderla sicura e accogliente secondo la gioia di Dio. Giuseppe, senza discutere, protegge e cambia il luogo dove vive per

rendere vera la presenza di Dio!4. Se perdonerete la vostre colpe, anche il Padre vostro perdonerà a voi. Preghiamo ancora una volta al giorno? Sappiamo pre-gare il Padre nostro insieme? Siamo davve-ro una famiglia che si affida al Padre? Dio è il fondamento... Insieme. Famiglie e case aperte al suo amore nel perdono. Pregare vuol dire agire. Guardiamo al crocifisso per amare come lui ha amato. Occorre pregare così: Padre perdona... che rappresenta il luogo di preghiera perché è l’inizio del per-dono: Preghiera, scusa, grazie... sono termi-

ni chiave per parlare ed agire come Dio! È stata un’esperienza molto interessan-te sia da un punto di vista spirituale che umano, vissuta in un clima di gioviale e amichevole serenità. Ricca di voglia di stare insieme, fare festa e prenderci i nostri tempi: un pellegrinaggio pensato e voluto per le famiglie in occasione del quale tutti noi, genitori e bambini, abbia-mo avuto momenti personali e familiari di riflessione e vita. Un dono per tutti noi che lo abbiamo vissuto e chissà… anche per tutti coloro che verranno l’anno pros-simo. Cristina

Pellegrinaggio delle famiglie

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12 Vita di parrocchia a cura di Renato Cobelli

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Compiere cinquant’anni di sacerdo-zio “deve” essere veramente bello:

perché anche il tramonto, come l’au-tunno, ha la sua bellezza. Una bellezza pacata, matura, che non ha impeti né bagliori. E se pur non manca di un sen-so di mestizia, questa bellezza è serena e, anche se appesantita dalla stanchez-za di una giornata faticosa, confortata dalla speranza dei frutti.Purché al tramonto succeda l’alba e il chiudersi della giornata preluda a un nuovo mattino. Se il tramonto non avesse speranza, se fosse soltanto l’i-noltrarsi inesorabile nel buio di una notte misteriosa, sarebbe troppo scon-solato, anzi... disperato. Ma il tramonto del cristiano non è quello di coloro “qui spem non habent”: al di là della vita che fugge è la certezza della vita eter-na: una vita piena, l’alba di una giornata che non conoscerà sera!È proprio vero: il tramonto è l’ora della mercede: ma per chi avrà lavorato por-tando il peso di ogni giorno, per chi avrà combattuto la “buona battaglia”. Credo che il sacerdote che raggiunge il tra-guardo delle nozze d’oro sia “sgomen-tato” dal cumulo di responsabilità che il ministero gli ha imposto e alle quali ha fatto fronte, umanamente, con qualche inadeguatezza o qualche riserva inte-riore... Sono queste, tuttavia, nubi che non offuscano la serenità dell’ora e per le quali soccorre la misericordia divina e la comprensione umana.E tuttavia, pur nella consapevolezza inquietante della propria umana fini-tezza, cinquant’anni di Sacerdozio ri-empiono di letizia il cuore! C’è stato e c’è qualcosa nel Sacerdozio, qualcosa di talmente bello e grande, di così ricco e magnifico che il canto più doveroso è,

nelle nozze d’oro, quello del ringrazia-mento. Nel sacerdozio c’è qualcosa di profondamente e resistentemente bel-lo e fecondo, tanto da non poter esse-re oscurato dalla opacità della miseria umana, né isterilito dall’insufficienza: è la Messa. Il mistero del sacerdote, la sua grandezza, la sua forza, la sua fe-condità, la sua pace, la sua speranza è la Messa.Si direbbe che un’intuizione felice ha ispirato il linguaggio del Popolo di Dio: “dir Messa”, “essere sacerdote”. E in realtà, come afferma Paolo, “ogni sa-cerdote è assunto in mezzo alla gente e per la gente costituito per offrire il Sacrificio.... Come Cristo, del resto; non modello soltanto, ma in realtà unico ed eterno Sacerdote”, il quale dal primo istante dell’unzione sacerdotale, anco-ra nel seno materno, iniziò l’offerta di se stesso, unico olocausto gradito alla Maestà del Padre.Nel libro dei Salmi è scritto: ”Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore” (Sal 90,12). E tutti noi, insieme, vogliamo “cantare” e festeggiare i 18.250 giorni del Tuo mini-stero presbiterale, dei quali moltissimi “spesi” a Salò. Ricordare un anniversa-rio è anzitutto una festa “eucaristica” in cui si annuncia e si rievoca il passato, si proclama e si celebra il presente e si attende con fiducia e vigilanza il futuro. Fare memoria di un anniversario signifi-ca celebrare con gioia il dono del Signo-re: quello del tempo, cioè della vita. Il tempo accolto come dono è sacramen-to dell’amore di Dio e accesso dell’esi-stenza nello spazio del gratuito, dell’a-more preveniente e della paternità. È dono sempre rinnovato: “Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere

un’ora sola alla sua vita?” (Lc 12,15) che ci immette nella economia divina dell’accoglienza e della comunione, ci convoca alla gratitudine, al rendimento di grazie, alla capacità di nutrire mera-viglia e riconoscenza, ci invita a trasfor-mare tutto in un canto.Proprio per questo, caro don France-sco, cantiamo insieme a te, in segno di gioia e di ringraziamento, la preghiera davidica:

A don Francesconel 50° dell’ordinazione presbiterale

“Sei tu, Signore Dio, la mia speranzadalla giovinezza sei tu il mio sostegno.

Nel ventre materno già contavo su di tenel seno di mia madre eri tu il mio custode,per sempre sarai tu la mia lode.

Io non tralascio di sperare e di lodarti,la mia bocca proclama la tua giustiziatutto il giorno le tue azioni di salvezza:sono innumerevoli e non riesco a contarle.

Rivivo le tue meraviglie, Signore Diodi te solo ricordo la giustizia.

Dalla giovinezza mi istruisci, o Diofino a oggi proclamo i tuoi prodigi.

Venuta la vecchiaia e i capelli bianchio Dio, non mi abbandonarea chi verrà annuncerò la tua potenzale tue meraviglie alla generazione futura...

Mi hai fatto passare attraverso molte provema sarai tu a farmi rivivere,mi solleverai dagli abissi della terra.

Mi innalzerai per farmi più grandedi nuovo sarai tu a consolarmi

Le mie labbra canteranno a teper la mia vita che hai redento.

E così sia.

Page 13: mensile della comunità di Salò · 2016. 6. 14. · La Parola del Parroco 3 a cura di Mons. Francesco Andreis In copertina: Convento dei frati a Barbarano Veduta dell’unica navata,

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La RADIO DUOMOdella Parrocchia di Salò

Ascoltiamo epartecipaimo alle

iniziative che vengonoproposte in radio!!!

FM. 90,7 Mhz

Notizie sociali a cura della FNP-CISL di Salò

Domanda: non ho capito bene come e a chi verrà erogato il bonus di € 80,00 del “Decreto Renzi”.Risposta: il “Decreto Renzi” prevede di ridurre nell’immediato la pressio-ne fiscale e contributiva sul lavoro, in attesa di una più generale e com-plessiva riduzione delle imposte da attuarsi con la Finanziaria 2015. Per il momento è stato disposto il riconoscimento di un credito a favore di quei contribuenti che soddisfano contemporaneamente i requisiti di seguito descritti.1 - Il reddito complessivo dei potenziali soggetti interessati deve essere formato da: • redditi di lavoro dipendente (sono esclusi, per il momento, i redditi da pensione e gli incapienti) • redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente (soci cooperative, borse di studio, co.co.co, ecc.)2 - L’imposta lorda calcolata, limitatamente a detti redditi, deve essere superiore alla detrazione spettante per lavoro dipendente.3 - Reddito Complessivo fino a € 26.000.L’importo del credito è pari ad € 640,00 su base annua e spetta in base all’ammontare del reddito complessivo come di seguito schematizzato: Reddito Complessivo 2014 Credito Spettante Fino a € 24.000 € 640 Da € 24.001 a € 26000 € 640 x (€ 26.000 — Reddito Complessivo: 2000)Il credito è dovuto anche a cassaintegrati, disoccupati che percepiscono l’indennità e lavoratori in mobilità. Spetta anche ai lavoratori part-time e ai “non residenti” in Italia se il reddito è tassato.Non è chiaro se viene esteso anche alle famiglie monoreddito con 3 figli.

ØViene erogato a partire dal mese di maggio ma, se ciò non fosse possibile, dal successivo mese di giugno.

ØIl reddito complessivo va assunto al netto dell’abitazione prin-cipale e pertinenze.

ØLe somme percepite come incremento della produttività, tas-sate al 10%, non vengono conteggiate fino a € 3.000. Si terrà conto invece dei redditi da affitto con cedolare secca.

ØIl credito non spetta a coloro per i quali la detrazione da lavoro dipendente azzera l’imposta.

ØIl bonus deve essere rapportato in base ai giorni di lavoro e spetta anche a coloro che hanno cessato di lavorare prima di maggio e, quindi, anche ai lavoratori deceduti, con richiesta de-gli eredi nella dichiarazione fiscale del defunto.

ØSpetta ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato.ØViene riconosciuto in forma automatica dal sostituto d’imposta. ØI sostituti determinano il credito sulla base dei dati reddituali in

loro possesso o di cui vengono a conoscenza perchè comunica-ti dal lavoratore. Coloro che hanno cambiato lavoro nel corso dell’anno potranno portare il CUD 2014 del precedente impiego al nuovo datore e, comunque, comunicare se la somma dei vari redditi supera la soglia dei 26.000 €. Dovrà essere restituito se non spettante con comunicazione al sostituto d’imposta, oppu-re in sede di dichiarazione dei redditi.

ØI lavoratori dipendenti che hanno un datore di lavoro non sosti-tuto d’imposta (es: colf e badanti), lo potranno richiedere nella dichiarazione 2015 per i redditi dell’anno 2014. Il credito potrà essere utilizzato in compensazione oppure chiesto a rimborso.

ØNon concorre alla formazione del reddito e quindi la somma incassata non è tassata.

ØVerrà esposto sul modello CUD 2015 redditi 2014.

Domanda: stante l’attuale confusione riguardante le imposte comunali (IMU, IUC, TASI, TARI) vorrei che mi chiariste le idee su quali sono i più immediati adempimenti riguardanti queste gabelle!

Risposta: l’Amministrazione Comunale in scadenza non è riuscita a deli-berare in merito alla TASI (la nuova tassa che, in pratica, sostituisce l’IMU) quindi toccherà alla nuova Giunta porre mano e definire questa materia che il legislatore nazionale ha notevolmente cambiato (e complicato!) Intanto l’Ufficio Tributi del Comune di Salò ha precisato che, entro il 16 Giugno deve essere pagata la prima rata (il 50%) sulla base delle stesse norme riguardanti l’IMU dello scorso anno 2013 e pertanto: sulle case di abitazione principale di categoria A1, A8, A9 e pertinenze con l’aliquota del 4 per mille. La detrazione è di € 200 + € 50 per ogni figlio di età inferiore a 26 anni dimorante e residente nell’immobile.

su tutti gli altri immobili (seconde case ecc.) con l’aliquota del 9,8 per mille (per la categoria D il 7,6 per mille va allo Stato). per casi particolari vedere il regolamento IMU sul “sito” del Comune.

Domanda: non ho ricevuto dall’ INPS l’abituale richiesta del modello RED. Lo devo fare lo stesso?Risposta: l’INPS, per risparmiare, non manda più la richiesta del mod. RED tuttavia, se Lei ha una pensione collegata all’entità complessiva dei redditi percepiti, ha meno di 86 anni e non ha presentato il “mod. 730/UNICO 2014 redditi 2013”, deve continuare a farlo compilare rivolgendosi a un CAAF.

Il mercato, se c’è fiducia reciproca e generalizzata, è l’istituzione economica che permette l’incontro tra le persone, in quanto operatori economici che utilizzano il contratto come regola dei loro rapporti e che scambiano beni e servizi tra loro fungibili, per soddisfare i loro bisogni e desideri. ……….. Ma la dottrina sociale della Chiesa non ha mai smesso di porre in evidenza l’importanza della giustizia distributiva e della giustizia sociale per la stessa economia di mercato, non solo perché inserita nelle maglie di un contesto sociale e politico più vasto, ma anche per la trama delle relazioni in cui si realizza. Infatti il mercato, lasciato al solo principio dell’equivalenza di valore dei beni scambiati, non riesce a produrre quella coesione sociale di cui pure ha bisogno per ben funzionare. Senza forme interne di solidarietà e di fiducia reciproca, il mercato non può pienamente espletare la propria funzione economica. Ed oggi è questa fiducia che è venuta a mancare, e la perdita della fiducia è una perdita grave. (Caritas in veritate, 35).

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Il desiderio di conoscereL’origine della vita sulla Terra è databile tra i 4 e i 2,7 miliardi di anni fa, quando cioè si pensa che sia comparsa l’acqua allo sta-to liquido e si pensa sia quindi apparsa la prima forma di vita. Senza entrare in concetti scientifici che non ci appartengono, possiamo però esclamare: “Ma che Meraviglia!” L’origine del-la vita è un argomento trattato dall’uomo sin dal momento in cui ha avuto la consapevolezza di esistere e questo sia in ambito religioso che filosofico, ma anche scientifico, sino alle attuali conoscenze. Questo desiderio di sapere ci ha portati ad esplorare nuovi continenti, dentro le viscere della terra, nelle profondità degli oceani e adesso anche nello spazio, ma anche forare i ghiacciai dell’Antartide e tanto, tanto altro. Eppure, nonostante questo desiderio di conoscenza, di sape-re, che altro non è che il desiderio di vita, spesso l’uomo va alla ricerca anche della morte e, purtroppo, il passo che separa la vita dalla morte è più breve di ciò che si pensi. La vita è qual-cosa di grande che porta tutti gli esseri viventi ad adeguarsi e mutare pur di continuare a vivere un esempio? Quello dei cammelli che siamo abituati ad immaginare nel deserto, ma che recenti studi su resti fossili dimostra che provengono dal Nord America e da lì essersi poi diffusi nel resto del mondo. E così per tantissimi altri esseri viventi, genere umano compre-

so e che ha portato ad evoluzioni straordinarie come appunto per i cammelli, probabilmente discendenti proprio da quello dei resti fossili.Ma qual è il meccanismo che porta a percorrere il tragitto in-verso e cercare di annientarsi invece che vivere: Il disagio so-ciale? Quello personale? Disturbi interiori? Ci sono casi in cui soggetti, più o meno consapevoli di farsi del male, decidono di abbandonarsi, di lasciarsi andare e di rinunciare a vivere. È di questi ultimi anni una tendenza proveniente dalla Russia, ma che si sta sviluppando un po’ in tutto il resto d’Europa, quello cioè di far uso di droghe sintetiche fatte in casa con miscugli di farmaci che costano poco se non pochissimo, ma talmente

dannose che il fenomeno non può essere ignorato e quindi non può essere taciuto. Si tratta della “desomorfina”, una sostanza derivante dalla morfina e inventata nel 1932 negli Stati Uniti e che a partire dal 2010, prima in Siberia e poi in tutta la Russia, si è comin-ciato a produrre clandestinamente. È una droga che si chiama “Kockodril”, da Coccodrillo, per via degli effetti che ha sulla pelle, causati dalle sostanze tossiche e corrosive che contiene.È stata chiamata “droga da strada” perché crea sin da subito dipendenza e distrugge le persone che ne fanno uso, produ-cendo danni irreversibili ai tessuti con casi che hanno richiesto persino l’amputazione degli arti. I danni provocati da questa sostanza sono talmente gravi che la speranza di vita per chi ne fa un uso continuo sembra essere di 2, massimo 3 anni. Le immagini di tossicodipendenti che fanno uso del “Kockodril” e delle lacerazioni agli arti, sono talmente raccapriccianti che ho ritenuto di non pubblicarle. Ma se vedere le foto non è un problema in quanto basta andare su internet, rimane il fatto che il fenomeno si sta allargando a tutta l’Europa e probabil-mente non siamo ancora preparati, non solo a contrastarlo, ma ad accettarlo, per i danni e la sofferenza che provoca.

Notizie utili a cura di Giovanni Ciato

Kockodril

La cultura del sapereEssendo stati accertati casi anche in Germania, è proba-bile che nei prossimi anni casi analoghi possano verifi-carsi anche in Italia: saremo pronti ad affrontarli?Ma chi farà uso della “droga da strada” è persona che magari oggi nemmeno lontanamente sa di cosa si tratta e quali effetti provoca e allora: “meglio tacere, o meglio parlarne e informare dei pericoli?”Le autorità dei Paesi sino ad oggi interessati da questo fenomeno per molto tempo hanno taciuto, ma adesso, visto anche gli alti costi sociali che comporta, ha vieta-to la vendita di alcuni farmaci in assenza di prescrizione medica e sta cercando di arginare il fenomeno attivando la prevenzione attraverso l’informazione. Così come l’e-sempio dei cammelli che si sono evoluti e adeguati rap-presenta il desiderio di vita, quello del Kockodril non può che rappresentare l’opposto. Sapere quindi, non ignora-re, informare degli effetti che questa droga può avere e dei danni che può cagionare, ed essere preparati, sia sot-to l’aspetto sanitario che umano e sociale per prevenire. Si, prevenire, perché l’informazione fa parte del sapere e trasmettere il sapere rappresenta la “cultura della vita”.

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15Scuola paritaria cattolica

a cura della Scuola “E. Medi”

L’anno scolastico volge al termine. Un po’ alla volta giungono a con-

clusione le molte attività e i progetti, curricolari e straordinari, che hanno accompagnato questi ultimi mesi sco-lastici.È salpata e giunta felicemente in por-to la quarta edizione di “Un viaggio chiamato conoscenza”, l’originale ed ambizioso progetto organizzato alla fine del mese di aprile dall’Istituto Enrico Medi, per far accostare gli stu-denti della scuola ad alcuni argomenti specifici, generalmente non compresi nei normali programmi scolastici, at-traverso una serie di conferenze te-nute dai docenti dell’Istituto stesso. Anche quest’anno grande attesa s’è creata attorno al progetto, grande interesse hanno prestato gli studenti, grande entusiasmo c’è stato in tutti al termine di questo particolare percor-so dentro la conoscenza.Ma se quel Viaggio si è concluso con la fine dell’anno scolastico, un altro viaggio sta per iniziare per la nostra scuola: da alcuni anni, infatti, l’Isti-tuto “Enrico Medi” propone attività nel periodo estivo, da metà giugno a metà luglio.Terminate le lezioni ufficiali e conclusi gli scrutini, gli studenti normalmente si trovano di fronte ad un periodo di “inattività scolastica” decisamente lungo e piuttosto improduttivo dal

punto di vista della scuola. Spesso si pensa di porre rimedio a questa anomalia sovraccaricando i ragazzi di compiti estivi, ma, tranne alcune eccezioni, nella migliore delle ipote-si questi vengono svolti nelle ultime due settimane, o addirittura, vengo-no copiati o non vengono svolti del tutto.Appare ragionevole, pertanto, dare la possibilità, su richiesta, di frequenta-re almeno alcune lezioni antimeridia-ne (non necessariamente tutti i giorni della settimana) in cui il lavoro estivo (recupero o approfondimento) sia svolto sotto il controllo dei docenti,

e in un periodo di tempo non trop-po concentrato. Al liceo, inoltre, gli alunni con giudizio sospeso in alcune materie possono frequentare i corsi in preparazione degli esami di luglio o settembre.Particolarmente richieste e frequen-tate, poi, sono le lezioni della settima-na con docente madrelingua inglese, in orario 10 - 16: in questi giorni i ra-gazzi devono sforzarsi di comunicare, anche fra loro, e anche nei momenti di svago e di gioco, solamente in lin-gua inglese; i risultati sono stati entu-siasmanti, confermando, ancora una volta, che l’apprendimento di una lingua straniera richiede, senza nulla togliere all’importanza delle nozioni grammaticali e teoriche, innanzitut-to la conversazione e l’utilizzo, il più possibile, della stessa, nelle normali attività quotidiane.Le attività sportive, sempre svolte da docenti dell’Istituto “Enrico Medi”, completano il quadro dei corsi estivi offerti dalla nostra scuola. Al liceo, poi, come si è detto, la seconda setti-mana di luglio è sempre riservata agli esami di superamento del debito as-segnato a giugno, limitatamente però a quei casi in cui le carenze non siano state giudicate dal consiglio di classe troppo gravi. Arrivederci a settembre, dunque e con grandi novità …

Verso l’Estate…

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GRACE di MONACOIl filone principale è storicamente accettabileIl falso storico qualche volta compare nel cinema e viene introdotto per pri-vilegiare la componente romanzata che magari tale non è nei fatti così come realmente si sono svolti. Si citano due falsi in opere recenti. Nel “Gladiatore” di Ridley Scott, l’imperatore Marco Aurelio viene ucciso dal figlio Commodo per usurparne il trono mentre la storia afferma che morì di morte naturale. In “Troy”di Wolfang Petersen, Paride uccide Achille nella reggia di Troia mentre l’Iliade narra che fu ucciso sulle porte Scee ben prima quindi dell’ingresso del famoso cavallo nella città seguito dagli eserciti dei Greci. In Grace di Mona-co, recentemente proiettato al Cristal, la storia è rappresentata abbastanza fedelmente salvo un innesto di componente romanzata peraltro accettabile nel contesto del film. Del resto il regista del film Oliver Dahan afferma di essere un regista e non uno storico.L’attrice Grace Kelly), interpretata da Nicole Kidman, nel 1956 va in sposa al Principe di Monaco Ranieri III rinunciando al suo ruolo di attrice preferita dal regista Alfred Hitchcock per il quale aveva interpretato “Il Delitto Perfetto” “La Finestra Sul Cortile” e “Caccia Al Ladro”, diventando così la Principessa Grace di Monaco.

La crisi del 1960È storicamente provato che nel 1960, e precisamente nella primavera, ebbe luogo la crisi più grave tra la Francia, il cui Presidente all’epoca era il Generale De Gaulle, e il Principato di Monaco. La Francia aveva fatto al Principato una ri-chiesta ben precisa: stabilire l’imposta sui redditi pari a quella della Francia allo scopo di porre freno alla fuga di capitali francesi verso quel paradiso fiscale. Si trattava di una richiesta che prese la forma di ultimatum che poi, a seguito di un incessante lavoro diplomatico, si concluse con un trattato stipulato nel 1962 consentendo che tutti i cittadini francesi trasferiti a Monaco fossero tas-sati direttamente dalla Francia. Questo il contesto in cui si sviluppano le doti della Principessa atte a tenere alto il morale dei cittadini e a fare da sostegno al marito che nel film non appare dotato di grandi poteri decisionali.

Principessa e mai più attrice Il suo ruolo viene ben descritto nel film ponendo in giusta luce la scelta fatta dalla Principessa di non essere più l’attrice Grace Kelly e quindi di rinunciare alla proposta di Hitchcock di fungere da interprete principale del film “Mar-nie”, ruolo poi da lui affidato, a seguito del suo rifiuto, all’attrice Tippi Hedren che aveva già diretto nel film “Gli Uccelli”. Il ruolo della Principessa, come re-gnante, come madre e come consigliera del marito è ben descritto nel film anche se a lei non si deve la risoluzione della crisi del 1960, come potrebbe apparire, ma tale risoluzione giace piuttosto nel fatto che tra la Francia e il Principato di Monaco esiste uno stretto cordone ombelicale che non può es-sere rescisso, tanto che fino all’abolizione fatta nel 2002, vigeva la regola che in caso di mancanza di eredi della regnante Casa Grimaldi, il Principato era destinato ad essere assorbito nella Repubblica Francese. Lamberto Dondio

Cineforum

Martedì 10 giugno

Nel Nord-Est indipendentista e xenofobo, dominato da una cultura del lavoro che è solo sacrificio, due ragazze mettono in atto una vendetta che aprirà loro nuovi e inaspettati orizzonti.

Piccola patria di Alessandro Rossetto

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Martedì 17 giugno 2014

Come perdere le proprie sicurezze? Aiutando un ex-alunno con il pallino del teatro. Julianne Moore strepitosa come sempre.

The English Teacher di Craig Zisk

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Martedì 24 giugno 2014

In 85 minuti esatti, quanto dura il viaggio, Locke scandisce l’odissea personale dell’uomo. Cupo e ser-rato, l’abitacolo dell’auto diventa il luogo dell’anima.

Locke di Steven Knight

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Origine e sviluppo della preghiera dell’AngelusI vari elementi che la compongono hanno una pro-pria origine e uno sviluppo indipendente e la loro riunione in una struttura organica si è realizzata lungo vari secoli e non si è svolta uniformemente dappertutto. Chiare sono le motivazioni dell’An-gelus e la sua prima origine: celebrare il mistero dell’incarnazione, ritornando al colloquio dell’Ange-lo Gabriele con Maria. L’Oriente, fin dal IV secolo, testimonia l’uso del ripetere con intento cultuale il saluto dell’Angelo a Maria. Basti pensare all’Akathi-stos dove l’Ave di Gabriele costituisce il momento laudativo e il motivo conduttore dell’inno. Le prime tracce dell’Angelus risalgono al Medioevo e sono legate al suono serale delle campane che segnava la fine della giornata di lavoro e nei monasteri la pre-ghiera di compieta con il saluto della Vergine. In vari luoghi al rintocco della campana, i fedeli presero l’abitudine di sospendere il lavoro e di recitare tre Ave, Maria in lode della Vergine salutata dall’Ange-lo, usanza caldeggiata da S. Bonaventura (sec.XIII) che esortava i suoi frati ad alimentarla nei fedeli. È sempre nel XIII sec. che si inizia a salutare Maria anche al suono della campana del mattino, un fatto questo spontaneo nei fedeli che dalla liturgia ave-vano imparato a guardare Maria come la “Stella del mattino” e “la sposa che sorge come l’aurora….”. Più tardi, nel XV sec., si introduce l’Angelus anche a mezzogiorno, sempre legato al suono delle campa-ne e con le tre Ave Maria, che risultano l’elemen-to più antico e, in un certo senso, il solo essenziale dell’Angelus. È solo nel secolo XVI che si giunge alla forma attuale, pubblicata in un catechismo stampa-to a Venezia nel 1560. Dal 1570 lo troviamo anche nelle appendici del Breviarium romanum per cui la sua diffusione si allarga sempre più. Nel secolo XVIII l’Angelus Domini diviene comune consuetu-dine al triplice suono della campana e i Pontefici concedono particolari indulgenze. La sua struttura, armonica e originale, semplice e di profondo sapore biblico, consta di “tre Ave Maria” alternate da un versetto o da un’orazione e dalla dossologia Glo-ria Patri… Siamo di fronte alla struttura di un “pio esercizio” modellato sulle “ore canoniche” minori e sottostante alle norme che venivano date per il Bre-viario, in quanto nel tempo pasquale doveva essere sostituita, dall’antifona Regina cœli.

L’Angelus

L’orazione L’orazione “Infondi nel nostro spirito…” negli antichi libri liturgici era la ti-pica colletta per il 25 marzo, divenuta poi orazione dopo la comunione nel Messale di Pio V. Nel Messale di Paolo VI è stata restituita alla funzione di colletta e posta nella IV Domenica di Avvento e nella memoria della Beata Vergine del Rosario (7 ottobre). Altra orazione a scelta è l’attuale Colletta del 25 marzo: O Padre, tu hai voluto che il tuo Verbo… analoga alla prima. Non è esclusa la possibilità di scegliere altre orazioni con il criterio suggerito dalle due offerte come modello: devono, per rispondere armonicamente all’insieme della preghiera dell’Angelus e non a semplice norma, avere un chiaro riferimento al Mistero dell’Incarnazione del Verbo, del saluto a Maria e, possibilmente, riflettere quella prospettiva pasquale e quella dimensione ecclesiale sopra ricordate e richiamate dalla Marialis cultus. Ad esempio possono essere utilizzate le orazioni dal Comune della Beata Vergine Maria del tempo di Avvento: O Dio, che nell’annunzio dell’Angelo… del tempo di Natale: O Dio, che dalla verginità feconda di Maria…, o altre simili dai nuovi formulari delle Messe della Beata Vergine Maria.

Preghiera ad “Orario”L’Angelus Domini ha un “ritmo quasi liturgico, che santifica momenti diversi della giornata…” (Marialis cultus n. 41): al sorgere della luce, a mezzogiorno e al tramonto, momenti che, anche nelle mutate condizioni di vita, segnano per la maggior parte della gente i tempi della loro attività e costituiscono invito ad una pausa di preghiera. Per cui non sarà più, nella maggior parte dei casi, la campana a chiamare i fedeli sparsi a farsi “comunità” orante “con Maria, la Madre di Gesù” ma la sveglia o i campanelli dei posti di lavoro, della scuola…. I momenti sono significativi: all’inizio della giornata, a metà del suo corso e al suo chiudersi per fare una sosta, per mettersi in sintonia col piano della salvezza e scoprire ogni volta, in atteggiamento di lode e di ringraziamento, che quello che Dio ha fatto in Maria l’ha fatto a Israele, alla Chiesa, a ciascuno di noi.

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Musica e Canto a cura di Lamberto Dondio

Ferdinando Turrini il musicista cieco che venne

ad illuminare le tenebreIl mondo vissuto vedendoloHo già avuto occasione in precedenti numeri del Duo-mo, trattando dei musicisti della “Magnifica Patria” di delineare la storia di artisti salodiani quali Bertoni e Tur-rini. Ho recentemente assistito ad alcuni concerti tenuti dal Maestro Gerardo Chimini il quale si sta dedicando alla riscoperta e alla valorizzazione di Bertoni, Turrini e di un altro valente mucicista e compositore salodiano, Giuseppe Pasini; giustamente come ha osservato com-mentando le sue esecuzioni, Gerardo Chimini ha detto che la migliore valorizzazione avviene eseguendo in pubblico i loro scritti che altrimenti giacerebbero senza vita negli archivi.Trattando della vita di Ferdinando Turrini, ha ricordato che il compositore è stato colpito da cecità all’età di ven-totto anni. Subito mi è venuto in mente il paragone con Beethoven colpito da sordità e che pur affetto da det-ta grave malattia ha continuato a comporre capolavori senza poterli ascoltare, forse il suo massimo dispiacere, come ebbe a dire un giorno a Gioacchino Rossini che era andato a fargli visita.Beethoven: comporre musica senza poterla ascoltare Turrini: comporre musica senza poterla scrivere. Ho rite-nuto quindi di proporre una breve riflessione su questo specifico aspetto della vita del compositore nato a Salò il 26 febbraio 1745 e deceduto a Brescia, secondo la data più probabile, nel gennaio 1829.La cecità (per cause sconosciute) lo colpì nel 1773.Nipote di Ferdinando Bertoni il suo nome completo era Ferdinando Gasparo Turrini e, poiché all’epoca erano in voga per distinguere le persone di uno stesso cognome i soprannomi, era anche detto “Bertoncino” al quale, dopo l’intervenuta cecità, venne anche abbinato quello di “Bertoni l’orbo”.Lo studioso Giuseppe Brunati in un suo scritto del 1837, trattando di Ferdinando Turrini, esce con una frase to-talmente appropriata “Perchè a ragione si può dire: un cieco venne ad illuminare le nostre tenebre”. Mai giudizio fu più appropriato.

Vivere la cecitàper cercare un mondo interiorePrima della malattia e quindi nel lasso di tempo che arriva fino al 1773, grazie all’illuminata educazione musicale a lui impartita dallo zio Ferdinando Bertoni in quel di Venezia, la sua attività musicale si sviluppò quale maestro di cembalo in vari teatri, ma anche compositore di opere le quali godettero di un lusinghiero successo. Purtroppo poco o nulla re-sta di questi lavori. L’intervenuta cecità lo obbliga a dettare al musicista trascrittore il filone musicale che la sua mente sviluppa; immaginatevi il Turrini che ha il motivo musicale ben presente nella testa e che lo deve formalizzare in una sequenza di note musicali da dettare al trascrittore. Si tratta indubbiamente di una doppia fatica anche per le continue riprese che si rendono necessarie; se il compositore vede lo spartito può appor-tare immediatamente tutte le correzioni che si rendono necessarie ma nel caso del Turrini cieco è tutto un continuo dialogo con il trascrittore. Molte partiture composte sotto dettatura sono pervenute ai giorni no-stri. Si tratta di sonate per cembalo, per organo, per pianoforte, per pia-noforte e violino, concerti per cembalo (o pianoforte) ed archi.

Comunicare agli altri il proprio mondoPregevoli risultano i consigli che Turrini dettò per l’esecuzione in maniera di rendere il suo pensiero il più vicino alla sensibilità dell’interprete. Pur cieco e storpio di una mano sapeva volare sulle tastiere; sempre Giuseppe Brunati così scrive nel brano più sopra citato: “Suonatore di cembalo e di organo, compositore, dettatore di regole di contrappunto, si può dire che in sé accogliesse tutta la dottrina musicale. Il suo suonare era preciso, animato e pieno di grazia. Il suo portamento leggiadro ed atto ad eseguire i passi più difficili colla massima compostezza.Quantunque cieco e storpio di una mano noi l’abbiamo udito scor-rere il pianoforte mirabilmente e toccarci l’anima con note magi-strali, improvvisando anche talora pellegrini passaggi e note che sembravano scritte.”

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19I documenti della Chiesaa cura di don Pierluigi Tomasoni

Papa Francesco, dal 24 al 26 maggio scorso, si è recato pel-legrino nella Terra di Gesù, la Terra Santa, a cinquant’anni

dallo storico incontro tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atena-gora, il 5 gennaio del 1964. Intensi sono stati per Papa Ber-goglio i giorni trascorsi in quei luoghi che custodiscono la me-moria del passaggio del Maestro di Nazareth. Con fermezza ha fatto sentire la sua voce per il bene della pace e contro qualsiasi ingiustizia che semina dolore nel cuore dell’uomo. Dei numerosi discorsi pronunciati durante gli incontri, degni di nota e di attenzione, proponiamo alcuni passaggi di quat-tro interventi che costituiscono idealmente il filo rosso che li lega.

Chi siamo noi davanti a Gesù bambino?Toccano il cuore le parole di Papa Francesco pronunciate a Betlemme: «Il Bambino Gesù, nato a Betlemme, rimane per sempre il segno della tenerezza di Dio. Anche oggi i bambini sono un segno. Segno di speranza, segno di vita, ma anche segno “diagnostico” per capire lo stato di salute di una fami-glia, di una società, del mondo intero. Quando i bambini sono accolti, amati, custoditi, tutelati, la famiglia è sana, la società migliora, il mondo è più umano… Anche oggi i bambini hanno bisogno di essere accolti e difesi, fin dal grembo materno… Chi siamo noi davanti a Gesù Bambino? Chi siamo noi davanti ai bambini di oggi? Siamo come Maria e Giuseppe, che accol-gono Gesù e se ne prendono cura con amore materno e pa-terno? Oppure siamo indifferenti? Sappiamo ascoltarli, custo-dirli, pregare per loro e con loro? In un mondo che scarta ogni giorno tonnellate di cibo e di farmaci, ci sono bambini che piangono invano per la fame e per malattie facilmente cu-rabili. In un tempo che proclama la tutela dei minori, si com-merciano armi che finiscono tra le mani di bambini-soldato; si commerciano prodotti confezionati da piccoli lavoratori-schiavi. Il pianto di questi bambini è soffocato!»

Gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono, di riconciliazioneParlando dello Spirito Santo ad Amman, il Papa afferma: «La missione dello Spirito Santo è di generare armonia e di ope-rare la pace. La diversità di persone e di pensiero non deve provocare rifiuto e ostacoli, perché la varietà è sempre ar-ricchimento. Con l’unzione dello Spirito, la nostra umanità

viene segnata dalla santità di Gesù Cristo e ci rende capaci di amare i fratelli con lo stesso amore con cui Dio ci ama. È necessario porre gesti di umiltà, di fratellanza, di perdono, di riconciliazione. Unti dallo stesso Spirito, anche noi siamo inviati come messaggeri e testimoni di pace. La pace non si può comperare, non si vende. La pace è un dono da ricercare pazientemente e costruire “artigianalmente” mediante picco-li e grandi gesti che coinvolgono la nostra vita quotidiana».

Non priviamo il mondo del lieto annuncio della Risurrezione!Una lezione per tutti le parole pronunciate al Santo Sepolcro a Gerusalemme: «Sostiamo in devoto raccoglimento accanto al sepolcro vuoto, per riscoprire la grandezza della nostra vo-cazione cristiana: siamo uomini e donne di risurrezione, non di morte. Apprendiamo, da questo luogo, a vivere la nostra vita, i travagli delle nostre Chiese e del mondo intero nella luce del mattino di Pasqua. Ogni ferita, ogni sofferenza, ogni dolore, sono stati caricati sulle proprie spalle dal Buon Pasto-re, che ha offerto se stesso e con il suo sacrificio ci ha aperto il passaggio alla vita eterna. Le sue piaghe aperte sono come il varco attraverso cui si riversa sul mondo il torrente della sua misericordia. Non lasciamoci rubare il fondamento della nostra speranza, che è proprio questo: Cristo è risorto! Non priviamo il mondo del lieto annuncio della Risurrezione!».

Qui è nata la Chiesa, ed è nata in uscitaParole che incoraggiano, quelle pronunciate nel Cenacolo, parole che svelano la perenne giovinezza della Chiesa, che indicano il passo della missione nel mondo: «Qui, dove Gesù consumò l’Ultima Cena con gli Apostoli; dove, risorto, ap-parve in mezzo a loro; dove lo Spirito Santo scese con po-tenza su Maria e i discepoli, qui è nata la Chiesa, ed è nata in uscita. Da qui è partita, con il Pane spezzato tra le mani, le piaghe di Gesù negli occhi, e lo Spirito d’amore nel cuore. Uscire, partire, non vuol dire dimenticare. La Chiesa in uscita custodisce la memoria di ciò che qui è accaduto; lo Spiri-to Paraclito le ricorda ogni parola, ogni gesto, e ne rivela il senso. Il Cenacolo ci ricorda il servizio, la lavanda dei piedi. Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa accogliersi, accettarsi, amarsi, servirsi a vicenda. Vuol dire servire il povero, il ma-lato, l’escluso, quello che mi è antipatico, quello che mi dà fastidio. Il Cenacolo ci ricorda la condivisione, la fraternità, l’armonia, la pace tra di noi. Quanto amore, quanto bene è scaturito dal Cenacolo! Quanta carità è uscita da qui, come un fiume dalla fonte, che all’inizio è un ruscello e poi si allar-ga e diventa grande… Il Cenacolo ci ricorda la nascita della nuova famiglia, la Chiesa, la nostra santa madre Chiesa ge-rarchica, costituita da Gesù risorto. Una famiglia che ha una Madre, la Vergine Maria. Le famiglie cristiane appartengo-no a questa grande famiglia, e in essa trovano luce e forza per camminare e rinnovarsi, attraverso le fatiche e le prove della vita. A questa grande famiglia sono invitati e chiamati tutti i figli di Dio di ogni popolo e lingua, tutti fratelli e figli dell’unico Padre che è nei cieli. Questo è l’orizzonte del Cena-colo: l’orizzonte del Risorto e della Chiesa».

I discorsi sono pubblicati e reperibili sul sito della Santa Sede, vatican.va

Affinché siano una cosa solaPapa Francesco,

pellegrino nella terra di Gesù24 – 26 maggio 2014

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Al via in luglio la 56ª edizione dell’Estate MusicaleSarà, come ogni anno, uno degli eventi clou dell’estate gardesa-na. L’Estate musicale del Garda, il festival violinistico inter-nazionale con il quale Salò celebra il suo status di città delle musica e patria natale di Gasparo, riafferma la sua tradizio-ne, ma cerca anche di intercettare un pubblico più ampio, coinvolgendo le giovani generazioni con una programmazio-ne a cavallo tra i generi, non soltanto ancorata alla classica. L’inaugurazione (20 luglio alle 21.30 in piazza Duomo) è af-fidata a Regina Carter, violinista statunitense, artista formi-dabile ed eclettica che spazia dal jazz, alla world music alla classica con assoluta disinvoltura. Poi sarà la volta della PFM, gruppo icona del rock italiano che ha sempre fatto un uso originale del violino (26 luglio sul lungolago). Ancora una volta la rassegna ospita (il primo agosto) l’orchestra a fiati cittadina «Gasparo Bertolotti», che si esibisce assieme alla violoncellista Silvia Chiesa, solista di caratura internaziona-

le. Programma tutto mozartiano quello che sarà presentato dall’Orchestra di Padova e del Veneto con i solisti Domenico Nordio e Francesca Dego, due generazioni di violinisti a con-fronto (2 agosto). Tra classica e crossover è l’appuntamento conclusivo del festival (9 agosto), che vedrà esibirsi il pianista Premio Oscar Luis Bacalov con l’Orchestra d’archi Tartini e il violino solista Antonio Cipriani.

Molignoni alla presidenza del CargNuovi vertici per il Carg, il Consorzio albergatori di Salò e Gar-done (41 strutture associate, 2 uffici operativi). Al ruolo di pre-sidente è chiamato Corrado Molignoni (Hotel Duomo di Salò), al quale passa il testimone Davide Calderan, di cui Molignoni è stato vice negli ultimi quattro anni. Vice presidente è Silvia Dalla Bona (Savoy Palace e Villa Sofia di Gardone). «L’impe-gno futuro - spiega il neo presidente - verterà maggiormen-te sull’aumento delle strutture associate, sulla salvaguardia dell’ambiente e delle nostre acque, sull’alt al consumo indiscri-minato del territorio, a nuova ed inutile edilizia privata fatta di seconde case». Molignoni si prefigge invece di sostenere «pro-gettualità sugli investimenti turistici, anche strutturali, purché di pubblica utilità e di larga ricaduta economica sul territorio».

Elezioni comunali: si apre la terza era CipaniÈ Gianpiero Cipani, già primo cittadino per due tornate (1999-2009), il nuovo sindaco di Salò. Lo hanno votato 2343 elettori, il 39,16%. Un risultato netto che vede Cipani prevalere sui quat-tro sfidanti: Stefano Zane (1858 voti, 31,05%), Giorgio Toffoletto (950 voti, 15,88%), Gianluigi Pezzali (432 voti, 7,22%) e Stefano Veronesi Riccò (400 voti, 6,69%). Affermazione netta, quella di Cipani, ma non così scontata alla vigilia, viste le divisioni all’in-terno del centrodestra. «Anche per questo - dice il neo sindaco - è un risultato doppiamente soddisfacente». Il nuovo Consiglio comunale è così composto: sui banchi di maggioranza siedono Pierantonio Pelizzari, Cristina Castellini, Nirvana Grisi, Matteo Bussei, Marcello Cobelli, Luisa Mauri, Gualtiero Comini, Aldo Silvestri, Roberto Alessi, Mario Lopa e Paola Bandini; all’opposi-zione Stefano Zane, Giovanni Cigognetti, Rosalia Cerutti, Giorgio Toffoletto e Marina Bonetti. Quali le priorità della nuova Ammi-nistrazione? «In primo luogo - dice Cipani - la questione ospeda-le, da troppo tempo abbandonato a sé stesso: dobbiamo trovare il modo di trasformarlo in un presidio territoriale». Il neo sindaco punta poi sul rilancio del turismo culturale, «che è il futuro di Salò e passa inevitabilmente attraverso il restauro del teatro co-munale e l’allestimento definitivo del Museo della città».

Il Ministero: sul presidio Polstrada di Salò valuti il prefettoNelle scorse settimane è giunta la notizia della possibile chiusu-ra di alcuni presidi di Polizia Stradale del Bresciano, in particolare quello di Salò. Il Comune si è subito attivato coi parlamentari bre-sciani al fine di scongiurare tale intervento, considerando anche il risparmio di spesa veramente esiguo che si otterrebbe con la chiusura. Alcuni deputati bresciani hanno presentato una interro-gazione al ministro dell’Interno al fine di scongiurare la chiusura, ritenuta dannosa per tutta la zona del Garda. Basti pensare che il distaccamento di Salò, attivo dal 1961, negli ultimi 5 anni ha rile-vato 1.000 incidenti, denunciato 800 persone, controllati 110.000 veicoli e sanzionato 1.000 automobilisti in stato di ebbrezza. L’in-terrogazione ha ottenuto in risposta l’impegno del governo a ga-rantire la piena efficienza del sistema di sicurezza pubblica. Proprio per questo, testuali parole del sottosegretario che ha ri-sposto all’interrogazione, «in merito ad eventuali programmi di ri-ordino dei presidi di polizia, un documento del Dipartimento della Pubblica Sicurezza è stato inviato al prefetto affinché con l’ausilio del questore e delle forze dell’ordine venga valutato l’impatto di una possibile riorganizzazione del singolo territorio». La palla dun-que passa al prefetto di Brescia, Narcisa Brassesco Pace.

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Un avviso. L’articolo di questo mese è diverso da quelli che solitamente vi scrivo. E non è per tutti. Mi rivolgo a chi tra voi ha l’ingrato compito di dover pensare tutti i giorni, due volte al giorno, al cibo da preparare per sfamare la famiglia. Mi chiedo come fate!

UNA RIVOLUZIONE DOLCE IN CUCINA

Da tempo vivo da solo, ma per una serie di casi della vita, che non sto qui a rac-contarvi ora, per anni tornavo a casa, quando ci tornavo, solo per dormire. Di

recente invece capita che sono molto più spesso a casa e per questo anch’io mi sono trovato a misurarmi con il problema di cosa preparare per pranzo e per cena. Uno stress incredibile. Perché prepararsi da mangiare è una cosa complicata, soprattutto se vivi da solo, resa ancora più faticosa dalla noiosa necessità di ripetere la fatica ogni 8 ore. Credetemi: dopo solo pochi mesi avevo già perso la pazienza. Ma siccome anche io devo mangiare due volte al giorno, ho capito che dovevo assolutamente trovare una strada diversa. E ancora una volta mi sono affidato alla mia testa, che sarà anche strana, ma già in passato mi ha aiutato ad uscire brillantemente dagli impicci. E poi non c’è una motivazione più forte di una situazione insopportabile per trovare una soluzione che ti migliora la vita. E ora voglio condividere la mia esperienza con voi.Da tempo preparo i miei pasti dentro a vasetti di vetro. In sé il sistema è semplice e si può adattare a quasi tutto quello che solitamente mangiamo. Ecco come fun-ziona. Intanto va detto che la ricetta non cambia. Facciamo un esempio. Almeno una volta alla settimana mangio una porzione di fegato (che insieme al polipo, alle uova di pesce, alle cozze contiene la cobalamina, la vitamina B12, che vi consiglio di assumere se volete evitare di trovarvi a 70 anni con una malattia neurodegenerativa; alzheimer, parkinson o altro). Faccio stufare le cipolle in padella, poi ci aggiungo un po’ di aceto balsamico, così non uso sale e mi metto al sicuro dal rischio del botuli-no (bisogna sempre stare attenti). Poi aggiungo il fegato pulito e tagliato a listarelle. Appena ha preso colore, verso tutto dentro a dei piccoli vasetti di vetro e metto in formo a una temperatura appena superiore agli 80° e comunque sotto i 100°. E ce li lascio per un po’, perché a quelle temperature il fegato si cuoce dolcemente e resta morbidissimo. Finito, prendo i vasetti e li ripongo sulla mensola; non c’è bisogno di metterli in frigo. Attenti solo che il vasetto sia perfettamente pulito e sterilizzato e cambiate spesso il tappo. Con lo stesso sistema preparo la polenta (5/10 minuti sul fuoco e poi 4 ore almeno di forno) lo spezzatino, il pollo alla cacciatora, le verdure (cucinate senza acqua, basta lavarle in acqua e aceto e non sgocciolarle, se vi piace potete aggiungere delle erbe aromatiche). Non ci sono limiti. E la prossima sfida è cucinare nella lavastoviglie, che è una altro bel risparmio.Ho chiamato questo sistema “Cottura Dolce”. I vantaggi sono molti. Cucino quan-do ho tempo di fare la spesa, compro le cose in offerta e risparmio, ogni volta che devo mangiare guardo sulla mensola e posso scegliere sapendo che dopo 5 minuti sono già a tavola. E quello che mangio e perfetto; fresco come appena fatto, non ha perso nessuno dei suoi principi alimentari perché la cottura è a basse temperature. Poi mi aiuta a cambiare radicalmente la mia alimentazione. Molti più cereali (fac-cio delle polpettine di miglio che sono uno sballo), legumi (che ne dite dei fagioli all’uccelletto?) e poca carne, perché ne consumiamo davvero troppa. Se volete sa-perne di più sono a vostra disposizione. La domenica alle ore10 suono l’organo a S. Giuseppe; se venite a trovarmi ci scambiamo dei consigli.

21Alla sera del terzo giornoa cura di Bruno Marelli

Miam ô fruit Tempo fa ho assistito a una conferenza di France Guillain; un personaggio sor-prendente. È nota per una pratica piut-tosto originale, che si chiama “Bagni Derivativi”, che non sto qui a spiegarvi. Se vi interessa approfondire, su internet trovate tutto. Voglio invece parlarvi di cosa France Guillain suggerisce per nu-trirsi in modo sano. Se mangiate il Miam-ô-Fruit non dovete mangiare nient’altro. Può quindi essere usato in alternativa a uno dei 3 pasti della giornata; molte del-le persone a cui l’ho consigliato lo hanno scelto come colazione, per me è da tem-po un sostitutivo della cena, quando non esco con amici. Siccome sono un omac-cione di quasi 90 kg ho un po’ aumentato le dosi di frutta e poi riempio la scodella con del Muesli (quello della Lidl con frut-ta e semi secondo me è il migliore)PREPARAZIONE - Schiacciate mezza banana con la forchetta ed emulsionatela con due cucchiai di olio di oliva possibi-limente del Garda, ma potete anche ag-giungerne uno di lino e uno di sesamo. (Credetemi! La crema di banana e olio d’oliva è buonissima). Aggiungete un cucchiaio di succo di limone spremuto al momento e i pezzi di almeno 3 frutti diversi, fra cui mezza mela. Secondo le stagioni, potete mettere pere, kiwi, frago-le, lamponi, ciliegie, albicocche, pesche, prugne, uva, cachi, papaia, mango, ana-nas ecc.Infine, mettete tre cucchiai di semi (noci, nocciole, mandorle, ma anche semi di zucca, di lino, di girasole, pistacchi, ara-chidi, pinoli, insomma scegliete voi a pia-cere) interi o macinati. I semi oleosi sono ricchi di acidi grassi insaturi (monoinsa-turi e polinsaturi) che uniti a centinaia (probabilmente migliaia) di altre sostanze chimiche naturali, ne fanno un alimento praticamente indispensabile per l’elevata qualità dei nutrienti che apportano, alcu-ni essenziali come i celeberrimi omega-3 e omega-6. Ricordate infine che l’olio di lino non si conserva a lungo, teme l’ossi-dazione e il calore. Per questa ragione è venduto in bottiglie di piccole dimensio-ni. Una volta aperto, l’olio va conservato in frigorifero. L’olio di sesamo si conser-va più a lungo.

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22 Invito alla lettura a cura di Nerina Lugli

Cronache quotidianeMare nostrumÈ un titolo che all’appropinquarsi della stagione e delle va-canze dei nostri ragazzi, fa venire i brividi: tutti ne siamo con-sapevoli, tutti abbiamo letto con angoscia le cronache quo-tidiane e ci siamo inoltrati commossi tra le onde del “mare nostrum” immedesimandoci per un attimo in quelle tragiche ore! Un’altra notizia (e infatti nel nostro animo il senso di angoscia permane) che nella sua autenticità non è diversa, ci induce a nutrire la speranza e istintivamente ci fa tende-re le mani per creare un “ponte di cui essere orgogliosi”. Lo getta, in apertura della Stampa (il direttore Mario Calabresi) che interviene: “Il nostro sport nazionale è ripetere ad alta voce che non c’è nulla da difendere, che siamo perduti. E se il nostro riscatto stesse nel riscoprire che siamo capaci di umanità? Nonostante le critiche che mi pioveranno addosso, ho voglia di dire che sono orgoglioso di appartenere a una nazione che manda i militari a salvare le famiglie e in parti-colare i bambini”.

La ScuolaLa notizia (Repubblica dic.) - Crollano i falsi miti: si impara di più senza PC. Meglio i libri della tecnologia. Nelle classi dove la maggior parte degli studenti usa la Tecnologia quoti-dianamente, i risultati deludono soprattutto nelle discipline di formazione. Sempre a proposito uno studioso importante delle problematiche dell’educazione scolastica (il Prof. Lu-ciano Corradini) richiama opportunamente l’esortazione di Ugo Foscolo (del 22 gennaio 1809) all’Università di Pavia nel giorno inaugurale: “O italiani io vi esorto alle storie perché niun popolo più di voi può mostrare né più calamità da com-piangere, né più errori da evitare, né più virtù che vi facciano rispettare, né più grandi animi degne di essere liberate dalla obblivione, chiunque di noi sa che si deve amare e difendere la terra che fu nutrice ai nostri padri e a noi e che darà pace e memoria alle nostre ceneri!”.

Le strade e la storiaTracce del passato in Salò – Centro culturale S. Giusti-na: “sfogliare questo volume sarà come ritrovare un album di famiglia, un libro di ricordi… un modo di guar-dare certi angoli di Salò con occhi diversi ma sempre riconoscenti… per scoprire il passato e immaginare il futuro. E’ un importante tassello per svelare la storia e la vita della nostra città nelle contrade, le aggregazioni abitative presenti nel territorio del Comune, nel Centro storico come nelle frazioni, la cui esistenza ed il cui svi-luppo ha sostanziato e caratterizzato la vicenda storica della città. Pur parlando del passato, il libro si colloca nella dimensione del futuro… e vuole essere stimolo a riflettere su ciò che saremo e vorremmo essere nei decenni prossimi…”. (Avv. B. Botti)

Quel ramo del lago di Como...Mentre sfoglio il quotidiano “Avvenire” (21.5) mi colpisce una notizia straordinaria: Promessi sposi no stop - Mara-tona in S. Fedele a Milano dove a declamare le pagine di Don Lisander, nei luoghi in cui visse, ci sono alcuni attori, ma anche semplici volontari che intendono attraverso la lettura integrale (nell’anniversario della morte dell’autore) esprime-re la loro personale ammirazione per il padre del romanzo italiano.Solo dopo pochi minuti, mi giunge dal centro di Milano la telefonata di mia figlia che mi conferma in diretta l’iniziativa che riaccende nel suo animo il vivo ricordo degli studi liceali dominati dall’indimenticabile figura del Prof. Antonio Lozzia.

“Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti sotto i seni e golfi a se-conda dello sporgere e del rientrare di quelli...”.

PreghieraIo so, Padreche il tempo che Tu mi dai è un dono sinceroe che diventa a tutti gli effetti il mio tempo.Piccola tracciama indelebile e irripetibile,d’una esistenza personaleche attraversa la vita del mondo:Tu la riconosci tra millecol tuo sguardo infinitamente limpido e profondo.Per quanto piccola, labile e leggerasia la linea del tempo che la mia traccia percorresolido e indistruttibile è il valore di cui è segnofin dal primo istante,pura l’intenzione che vi esprime,indefettibili il vincolo e la promessache l’accompagnano.In ogni istante del tempo il dono si rinnova;e con esso la certezza che,anche se tutti mi abbandonassero,sono desiderato almeno da Te,sono sommamente importante almeno per Te.

Carlo Maria Martini (Invocare il Padre)

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23Altre note...a cura di Giancarlo Giacomuzzi

Pupi Avati ne fece un bel film sulla linea dei ricordi di una classe di inizio secolo, il 1900

intendo, e incentrò la sua attenzione sul mondo delle relazioni fra i giovani che, per meriti scola-stici, si erano guadagnati la gita. Per me, invece, con ragazzi appartenenti ad una generazione ben diversa da quella di allora, è stata l’occasio-ne per osservarli, pensare, considerare e trarre delle conclusioni. Indubbiamente tempo e tecnologia hanno mo-dificato la qualità dei rapporti interpersonali fra i giovani e a me, oggi, sono parsi affrettati e superficiali, tesi più ad evidenziare l’apparire che l’essere, con attenzione a mascherare realtà personali magari non consone a quelle che oggi si richiedono. È un vero peccato, perchè l’ado-lescenza è un periodo cruciale e formativo che può già disegnare nei ragazzi e nelle ragazze inclinazioni e caratteri che sfociano in giudizi, sogni, amicizie, affetti e quanto può arrovella-re una mente di quella età quando comincia ad avvertire qualcosa di profondo, immateriale e impalpabile. Ai miei tempi la vita non era così complicata, si era forse anche un po’ più tonti, ma certamente più liberi, non sollecitati e stimolati dalle diavo-lerie che oggi hanno centuplicato una fonte infi-nita di informazioni e giochi con i quali i giovani devono fare i conti per soddisfare la loro curio-sità.

Una gita scolastica

Ne consegue che i nostri giovani si affidano alle prestazioni del loro superaccessoriato cellulare o conversano per ore con il computer

che ha sì un ruolo importante nel plasmare le giovani menti, ma solo se viene usato con il debito controllo in quanto, quando l’adolescenza finisce, si ha bisogno di aver maturato pensieri sicuri, saldi e irrinun-ciabili e di aver sentito la dimensione spirituale della propria anima la cui voce e il cui profumo possono diventare veramente il dono che la vita ci offre. La poesia di questo mese è del poeta francese Jacques Prévert (1900/77) e parla con ardore di gioventù, il dono musicale è il calore e l’insita dolcezza della voce del violoncello nella Sonata op. 36 del norvegese Edvar Grieg (1843/1907), l’immagine, quella di una gio-ventù che corre, corre senza sapere dove va. Per i più curiosi dirò che Grieg era amico fraterno di quel Ole Bull violinista, autore di Saterjen-tes Söntag la più popolare e amata canzone in Norvegia, che suonava un prezioso violino “Gasparo da Salò”, con testa riccamente intaglia-ta e cosparsa di pietre preziose, che abbiamo avuto modo di vedere proprio qui nel nostro Comune. Ed ora, visto che il nostro Notiziario va in vacanza, auguriamoci tutti una buona estate.

Compito dei genitori, attenti alla crescita dei propri figlioli, alleg-gerire tensioni e rinforzare debolezze, adoperarsi con parole ed

esempi a raccontare loro cosa può mai accadere se… , come può fi-nire una amicizia se…. quali possono essere le conseguenze per una parola detta o non detta …. quanto alla fine può premiare vivere nella verità piuttosto che nella finzione… etc. etc. etc. Probabilmente lo fanno, o almeno una parte di loro lo fa, e con il massimo impegno, ma scontano la beffa di non essere ascoltati o di esserlo solo apparentemente e non c’è da meravigliarsi, perché per quanto si possa essere figli maturi e genitori intelligenti, di genera-zione in generazione la storia si ripete…..i genitori parlano, ma i figli non ascoltano, vivono in un mondo tutto loro precluso anche a quan-ti possono veramente aiutarli. Quanto alla famiglia, con la necessità economica che i due genitori lavorino, il tempo che rimane da dedi-care ai ragazzi è scarso e quando essi tornano a casa spesso trovano una casa vuota e con essa una carenza di dialogo e di relazioni affettive.

I ragazzi che si amano si baciano in piedi

contro le porte della nottee i passanti che passano

li segnano a dito,ma i ragazzi che si amanonon ci sono per nessuno

ed è solamente la loro ombrache trema nella notte

eccitando la rabbia dei passanti,il loro disprezzo, le loro risa

e la loro invidia.I ragazzi che si amano

non ci sono per nessuno,loro sono altrove

ben più lontano della notteben più in alto del sole,

nell’abbagliante splendore del loro primo amore.

francese Jacques Prévert (1900/77)

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Informazioni utili

SS. MESSEDUOMO

• Prefestiva: ore 18.30 • Festive: ore 9.30 11.00 - 18.30• Feriale: ore 18.30

S. BENEDETTO - Muro

• Festive: ore 7.30

S. BERNARDINO

• Festive: ore 9.00 - 17.00 • Feriale: ore 9.00

S. GIUSEPPE

• Festive: ore 10.00• Feriale: ore 17.30 (esclusi: giovedì e sabato)

VISITAZIONE (in Fossa)

Solo feriale: ore 7.15

RENZANO

• Solo sabato: ore 18.00

CHIESA - CAPPUCCINI BARBARANO

• Festive: ore 10.00 -17.00• Feriale: ore 17.00

CHIESA MONASTERODELLA VISITAZIONE

• Festive e feriali: ore 8.00

Dir. Responsabile - Antonio Fappani con decreto del Tribunale - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 6/74 dell’8 - 3 - 1974- Pubblicità: Segreteria Parrocchiale - tel. (0365) 521700 Fax. (0365) 523294- Fotocomposizione del 5/6/2014 nella Canonica di Salò - Stampa: Tipolitografia Editrice LUMINI - Travagliato (BS)- Si può trovare il bollettino anche sul sito internet: www.parrocchiadisalo.it

IL DUOMO - n. 6 Giugno 2014

Anno LXIII - abb. annuo Euro 11,00 - una copia Euro 1,05 - abb. sped. postale Euro 30,00

GiugnoVenerdì 13 ore 18,30 S. Messa alla Chiesa di S. AntonioDomenica 15 ore 16,00 Battesimi comunitariLunedì 16 GIORNATE EUCARISTICHE S. Bernardino: ore 9,00 Lodi e S. Messa (da lunedì a giovedì) S. Giuseppe: ore 16,30 Esposizione - adorazione e ore 18,30 S. MessaMartedì 17 GIORNATE EUCARISTICHE S. Giovanni: ore 16,30 Esposizione - adorazione e ore 18,30 S. MessaMercoledì 18 GIORNATE EUCARISTICHE Visitazione: ore 16,30 Esposizione - adorazione e ore 18,30 S. MessaGiovedì 19 GIORNATE EUCARISTICHE S. Bernardino: ore 16,30 Esposizione e adorazione ore 20,30 S. Messa con processione da S. Bernardino fino al DuomoLunedì 23 dal 23 al 28 in oratorio: settimana per gli educatori dell’IN. d’E.Lunedì 30 dal 30 giugno al 25 luglio – in Oratorio IN.d’E.

LuglioMartedì 1 TRIDUO DEI MORTI SS. Messe ore 7,30 e 20,30 al Cimitero (sospese le Messe delle ore 7,15 e 18,30)Mercoledì 2 TRIDUO DEI MORTI SS. Messe ore 7,30 e 20,30 al Cimitero (sospese le Messe delle ore 7,15 e 18,30)Giovedì 3 TRIDUO DEI MORTI SS. Messe ore 7,30 e 20,30 al Cimitero (sospese le Messe delle ore 7,15 e 18,30) ore 9,00 riprende la celebrazione settimanale S. Messa a Madonna del RioVenerdì 4 Primo venerdì del mese in mattinata SS. Comunioni agli ammalati in casa ore 20,30 in canonica primo incontro genitori dei Battezzandi del 10 /8Martedì 8 ore 20,45 Consiglio dell’OratorioDomenica 13 Pellegrinaggio dei “Fasanei” alla Chiesa della Madonna del CarmineMercoledì 16 ore 20,30 S. Messa solenne alla Chiesa del Carmine e incontro conviviale nel giardino della CanonicaDomenica 20 ore 17,00 a S. Bernardino rito di presentazione dei Battezzandi del 10/8Sabato 26 ore 18,00 a Renzano: S. Messa in onore dei SS. Nazario e Celso

AgostoVenerdì 1 Primo venerdì del mese in mattinata SS. Comunioni recate agli ammalati in casaDomenica 3 Perdon d’Assisi con indulgenza plenariaDomenica 10 ore 18,30 Battesimi Comunitari celebrati in DuomoSabato 16 ore 9,00 S. Messa celebrata al Lazzaretto del cimiteroDomenica 17 ore 12,00 S. Messa a Serniga in onore di S. BernardoDomenica 24 ore 16,00 Chiesa di S. Bartolomeo celebrazione della S. Messa in onore del SantoMartedì 26 ore 20,30 in canonica redazione de “Il Duomo”Giovedì 28 Ultima S. Messa settimanale celebrata alla Madonna del Rio poi si riprende alle ore 9,00 alla Casa di RiposoVenerdì 29 ore 7,15 riprende la celebrazione della S. Messa in S. Giovanni ore 20,30 in Canonica primo incontro per i genitori dei Battezzandi del 28/9