Meninos de rua - Bambini di strada

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Meninos de rua (Bambini di strada) Reportage e foto di Adilio Almeida Malloza Miguel Mangueze

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Meninos de rua(Bambini di strada)

Reportage e foto di

Adilio Almeida Malloza

Miguel Mangueze

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“Ho ventisei anni e sono andato via di casa a sette.”

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“Vivevo a Valana, con mio padre, mio fratello, mio zio e mia madre.Mio padre andò in Sudafrica, quando ero piccolino, in cerca di una vita migliore.Rimasta sola, mia madre andò a Gasa per cercare un lavoro.A quell'epoca vivevo con mio zio e pascolavo le capre.La moglie di mio zio spesso faceva mangiare tutti i suoi figli tranne me.Mio zio non lo sapeva, e quando tentavo di dirglielo lei me lo impediva.Pensai che mio padre e mia madre non erano lì e allora decisi di vivere la mia vita e il mio destino.Quando mia madre tornò io me n’ero già andato.”

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“Mi sentivo un aquilone e in quella casa non c’era l’aria per poter volare.”

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“Quando andavo a pascolare le capre, veniva sempre a trovarmi un amico per giocare insieme. Mi disse che conosceva in città un posto dove potevamo mangiare tutti i mercoledì.Lui andava in città ogni giorno per cercare cibo e soldi.Parlò di un semaforo vicino la Piazza dei Lavoratori dove potevano chiedere soldi alle persone che si fermavano quando era rosso.”

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“Prendemmo l’autobus senza pagare il biglietto e andammo in città.”

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“Sono stato fortunato quel giorno, perché mi hanno dato molti soldi e, quando il mio amico voleva tornare a casa, io dissi di no. Preferivo restare là: quella sarebbe stata la mia casa d’ora in poi. Allora il mio amico tornò a casa, dicendo che non sarebbe passato da casa mia.Eravamo nel 1995.Ho vissuto per strada fino al 2005.”

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MaputoFebbraio 2010

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“I posti che frequentavo erano Museu e Trentatrè e andavo a dormire in un posto che si chiamava Scuro, una casa abbandonata senza finestre, che aveva solo il tetto.Ci vivevano bambini di strada e famiglie povere.Dormivo anche nei pressi di un negozio, per terra, e per coprirmi aprivo un cartone e me lo mettevo addosso.”

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“Machekene era un gangster. Lui era come un padre per noi e noi dovevamo seguire il suo esempio. Aveva formato tre, quattro gruppi di ragazzi.Ci dava le direttive per cosa avremmo fatto nella giornata e dove saremmo andati a trovare soldi. Al ritorno tutti dovevamo consegnare i soldi guadagnati altrimenti lui era capace di fare molto male, anche esercitando violenza sessuale.”

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“La mattina c’erano delle autobotti che trasportavano acqua sporca che vuotavano in dei tombini e noi andavano là per lavarci la faccia. Per farci una doccia andavano in un posto chiamato Medicina della Pace, vicino al porto. Davano anche vestiti e da magiare.Se qualcuno si ammalava cercavano di guarirlo, e quando guariva poteva uscire continuando a vivere la sua vita.I giovedì e venerdì proiettavano film.Non c’erano film di violenza, ma film comici e per ragazzi.Uno che mi colpì fu un film con una grande scimmia.”

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Roberto : Come facevate per cucinare?

Dino : Quando lavoravamo a portare acqua per le signore del mercato capitava sempre di trovare qualche recipiente che veniva scartato e invece di buttarlo lo davano a noi che lo usavamo per l’acqua. Accendevamo un fuoco e utilizzavamo quelle lattine che contengono il latte per i bambini.Ero io a cucinare, imparai con mia madre perché l’aiutavo a cucinare quando ero a casa.

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Adilio : Perché sei qua per la strada?

Josè : Un giorno ero a casa di mia madre.Lei disse che dovevo uscire e andarmene in giro e andare a trovare mia zia Virginia.Quando son arrivato a Punto Final ho trovato altri bambini e mi sono fermato a giocare con loro.Giocammo insieme fino alla notte, poi mi addormentai.Poi mi portarono all’ufficio e adesso sono rimasto con loro.

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Autori del reportage

e allievi di A Mundzuku Ka Yina

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Miguel

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Adilio

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“Da quando ho cominciato a vivere per strada fino a quando sono tornato a casa ho visto molte cose. Furti, morti, problemi di ogni tipo. Ma non ho mai avuto problemi con la polizia, mai un processo, mai sono stato in carcere. Io prima di compiere ogni azione penso a cosa devo fare.Non mi piace avere problemi, non mi piace parlare così tanto.Io sono felice.In strada mi hanno dato un nome: Felice.”

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Reportage e foto di :

Adilio Almeida Mallozae Miguel Mangueze

Testi:

Testimonianza di Adilio bambino di strada

Interviste di Adilio e Roberto Galante ai bambini di strada

Contatti:

http://www.amundzukukayina.org/[email protected]@yahoo.com+39 333 5468387 (Roberto Galante)