Memoria & Osservazione - studiogiochi€¦ · siccome il Nevada è la mecca del Poker, ciò che lì...

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Osservazio

neLettura - la storia del PokerQuando comincia la storia del Poker? Dipende. Dipende da quanto stretti e diretti sono i collegamenti. Con-sideriamo un gioco che si può descrivere così: I giocatori ricevono delle carte e poi competono per aumen-tare il proprio credito (stake); vince chi ha la migliore combinazione di carte o chi gli avversari suppongono abbia la migliore combinazione di carte.Non si tratta certo di un collegamento diretto, ma essendo di manica larga si può ragionevolmente pensare ad una qualche debole e lontana parentela. O almeno così ritiene David G. Schwartz nel suo ponderoso Roll the bones: the history of gambling (Gotham Books, 2006).Il gioco prima descritto risale all’Italia del XV secolo e si chiama Primiera. In Inghilterra si chiamava Primie-ro, era praticato da Enrico VIII ed Elisabetta I e fu citato da Shakespeare. Ma attenzione, come ammette lo stesso Schwartz, finora sono solo vaghe affinità concettuali, nessuna relazione diretta. Un percorso plausibile passa per le numerose varianti che Primiera ha avuto nei secoli in Francia (Bouilotte, Poque), in Germania (Poch), in Spagna (Mus) e financo in Persia (As nas). Tra questi il tedesco Poch (o Pochen) era un gioco che consisteva in tre diverse fasi, in una delle quali i gioca-tori scommettevano su chi avesse la migliore combinazione di carte.In Francia il Poch fu chiamato Poque e di lì alla fine del XVIII secolo varcò l’Atlantico per raggiungere la colo-nia francese della Louisiana. Il Poque veniva giocato con 20 carte (A-K-Q-J-10): 4 giocatori ricevono 5 carte ciascuno, c’è un solo giro di puntate, non si scarta e non si pescano nuove carte. Le combinazioni ammesse erano solo coppia, doppia coppia, tris, full e poker; notare che in questo modo c’erano ben 2 combinazioni imbattibili, non solo il poker d’Assi (la combinazione più forte in assoluto), ma anche il poker di K, se la quin-ta carta è un Asso.Il passaggio da Poque a Poker fu dovuto alla pronuncia americana del nome francese e avvenne presumibil-mente fra il 1810 e il 1825, senza che nessuno ne prendesse nota e si rendesse conto di quante volte quella parola sarebbe stata pronunciata nei secoli a venire.Il terreno era fertile in Louisiana in quei decenni per un gioco come il Poker; Thomas Jefferson aveva appena comperato da Napoleone la Louisiana, che dunque si preparava all’incorporazione negli Stati Uniti; New Or-leans (o La Nouvelle Orleans, come i francesi continuano a chiamarla) viveva una sorta di boom commerciale e il gioco prosperava al punto che venivano istituite numerose case da gioco, a volte anche legali. In altre parole New Orleans stava diventando la capitale del gioco negli Stati Uniti, ruolo che avrebbe poi mantenu-to per numerosi decenni.Tra il 1830 e il 1850 le regole divennero più articolate: si passò al mazzo di 52 carte e fra le combinazioni furono introdotte la scala e il colore.Gli ultimi fondamentali passi verso il Poker classico (Draw Poker) come tutti lo conoscono furono compiuti nella seconda metà del XIX secolo. Per prima cosa l’introduzione del “draw”, cioè la possibilità, che dà il nome al gioco, che viene data al giocatore di scartare alcune delle sue carte per pescarne altrettante, spe-rando siano migliori. L’altra regola fu l’aggiunta dei “jackpot”: i giocatori non potevano “aprire” in mancanza di almeno una coppia di Jack (Jacks or better).A questo punto il più era fatto, il Poker era diventato il gioco americano par excellence e il suo sviluppo non si sarebbe più arrestato. Subito arrivano tutte le varianti Stud (nelle quali ogni giocatore ha un mix di carte coperte e scoperte), immortalate in pellicole come Cincinnati Kid, Habana e I compari (ambientato all’inizio del ‘900). All’inizio degli anni ‘70 lo Stud era certamente la forma di Poker più praticata.E il Texas Hold’em? Ancora una volta non ci sono notizie certe, date precise. Era un fatto evolutivo, più o meno consciamente questa o quella regola veniva modificata e quelle che davano gli esiti migliori attec-chivano in questo o quel gruppo di giocatori. Sia come sia pare che il Texas Hold’em si sia sviluppato nella regione di Dallas (in Texas, guarda caso) tra gli anni ‘20 e ‘30. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il gioco ha cominciato a diffondersi per tutto il sud degli Stati uniti, ma per la consacrazione definitiva bisogna aspetta-re il 1971, quando il torneo di Texas Hold’em no limit è stato scelto da Benny Binion quale main Event delle World Series of Poker. Da quel momento la popolarità di questo stile non ha fatto che crescere e in partico-lare il Texas Hold’em no limit è stato definito - ed è ancora considerato - la Cadillac del Poker.All’inizio degli anni ‘70 è comparso a Detroit un gioco chiamato Two-by-Three che veniva giocato con le stes-se regole dell’attuale Omaha, ma con 5 carte in mano anziché 4. Il problema era che non si poteva giocare in più di 8 giocatori. Le carte in mano scesero quindi a 4 e il gioco si diffuse in varie parti degli USA con vari nomi, come Oklahoma Two-by-four, Fort Worth e Nine-card.Contemporaneamente in Nevada si giocava una varietà di Texas, chiamata Omaha (come la città del Ne-braska), dove per formare la propria miglior combinazione anziché scegliere 5 qualsiasi delle 7 carte a disposizione, bisognava necessariamente usare le due carte di mano (oggi questo gioco è chiamato Greek Hold’em). Siccome il gioco con le 4 carte in mano prevedeva proprio l’obbligo di usare 2 delle carte di mano, in Nevada questo gioco fu chiamato proprio Omaha, in ragione della similitudine delle due regole. E siccome il Nevada è la mecca del Poker, ciò che lì è in uso viene poi adottato dal resto del mondo e dunque dal 1982 il gioco per tutti si è chiamato Omaha.Da allora non ha fatto che crescere in popolarità: c’è molta azione perché si chiudono combinazioni media-mente più alte e l’entità media dei piatti è almeno doppia; così questo stile attrae chi ama l’azzardo, ma spesso questi giocatori non hanno chiarissime le strategie da adottare e sopravvalutano il fattore fortuna, e dunque sono, per certi versi, degli avversari perfetti.

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1 L’autore di Roll the bones: the history of gambling é: A. George G. Schwartz B. David G. Schwartz C. Henry G. Schwartz D. Luke G. Schwartz

2 La Primiera risale al A. XV secolo B. XIV secolo C. XIII secolo D. XVI secolo

3 In Inghilterra la Primiera si chiamava A. Poch B. Poque C. Mus D. Primiero

4 In Inghilterra la Primiera venne anche citata da A. Orwell B. Shakespeare C. Dickens D. Beckett

5 La variante persiana della Primiera é il A. Poch B. Mus C. As nas D. Bouilotte

6 Le fasi del Poch erano A. 1 B. 2 C. 3 D. 4

7 Il Poque raggiunse la colonia francese della Louisia-na nel

A. XVI secolo B. XVII secolo C. XVIII secolo D. XIX secolo

8 Il Poque veniva giocato con A. 10 carte B. 20 carte C. 30 carte D. 40 carte

9 Oltre al poker d’Assi, nel Poque la combinazione imbattibile era

A. colore B. full C. scala reale D. poker di K (con l’Asso come quinta carta)

10 Il passaggio dal termine Poque a Poker é dovuto A. alle regole nuove B. alla pronuncia americana C. a nulla; non c’é alcun legame D. al numero di giocatori

11 La città che nel 1800 stava diventando la capitale del gioco era

A. Las Vegas B. New Orleans C. New York D. Boston

12 Nel Poker si passò all’utilizzo del mazzo da 52 carte negli anni

A. 1820-1825 B. 1830-1840 C. 1810-1835 D. 1830-1850

13 Il “draw” è la possibilità di A. scartare delle carte per pescarne altrettante B. ritirarsi almeno una volta senza perdere tutto C. vedere una carta dell’avversario D. pescare una carta

14 La forma di Poker più praticata negli anni ‘70 é A. il Draw B. lo Stud C. il Jackpot D. l’Omaha

15 Il Texas Hold’em si sarebbe sviluppato dalle parti di

A. Detroit B. New Orleans C. Dallas D. Phoenix

16 La Cadillac del Poker é definito ancor oggi A. L’Omaha B. Il Texas Hold’em no limit C. Il Texas Hold’em pot limit D. Il Texas Hold’em limit

17 A Two-by-Three non si poteva giocare in più di A. 4 B. 6 C. 8 D. 10

18 La mecca del Poker é il A. Texas B. Nevada C. Nebraska D. Oklahoma

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Nome del giocatore:punteggio

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