Melamangio
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Melamangio
• Metodologia utilizzata: – ATTIVA (esce dal setting rigidamente scolastico)– ESPERIENZIALE (legata alla loro vita quotidiana)– LUDICO – CREATIVA (stimola interesse e risorse)
Percorso elementari
• Obiettivo: interrogarsi e confrontarsi sulle nostre abitudini per promuovere una corretta cultura alimentare
LENTE D’INGRANDIMENTO SUL … CIBO!
• OBIETTIVO: conoscere la classificazione funzionale dei cibi e le loro principali caratteristiche
• ATTIVIAMOCI: – Alla ricerca di immagini “gustose”– Giochiamo a … dividere in categorie!– Lavoro di “microscopio” (per scoprire le magiche
funzioni dei principi nutritivi!)
1° Incontro
• CONCLUSIONI: Ogni cibo dà al nostro corpo un contributo
prezioso ed irrinunciabile!!!
E TU… COSA MANGI ?
• OBIETTIVO: riflettere sulle proprie abitudini alimentari e sull’importanza di una dieta varia e ricca di vitamine
• ATTIVIAMOCI: – Costruzione della “piramide alimentare”– “Diario alimentare”: tra statistiche e riflessioni– Proposta “LA MERENDA DEL BRUCO”!
2° Incontro
• CONCLUSIONI: Impariamo a stare attenti a ciò che
mangiamo e a mangiare un po’ di tutto!
ABITUIAMOCI A … MANGIARE!• OBIETTIVO: ragionare sull’importanza di assaggiare
tutto e sulle corrette abitudini alimentari
• ATTIVIAMOCI: – Racconti condivisi sui cibi “nemici” poi diventati
“amici” e riflessione sul cambiamento dei gusti personali
– Oggi … ATTORI! A scuola di “galateo alimentare”!
3° Incontro
• CONCLUSIONI: Anche il mangiare richiede un certo “stile”!
Classi 1° , 2° e 3°
PICCOLO SPAZIO … PUBBLICITA’!• OBIETTIVO: imparare a guardare la pubblicità con
sguardo critico, accorgendosi dei meccanismi di persuasione che essa mette in atto
• ATTIVIAMOCI: – Definiamo la “pubblicità” (…e tutti i pezzetti che la
compongono!)– Guardiamo la “pubblicità” (meglio se con occhio un
po’ sveglio!)– Critichiamo la “pubblicità” (…quanti “trucchetti” vi
sono nascosti?)
3° Incontro
• CONCLUSIONI: La pubblicità spesso ci manipola e ci
condiziona: vogliamo dargliela vinta così facilmente??
Classi 4° e 5°
… DALLA PARTE DEI REGISTI
• OBIETTIVO: rendere i ragazzi protagonisti di un’azione significativa di promozione della salute
• ATTIVIAMOCI: – Focus su di un cibo o un’abitudine che hanno
bisogno di essere un po’ pubblicizzati– Creatività in campo per … realizzare uno spot!– E finalmente … si filma!!!
4° Incontro
• CONCLUSIONI: …E se questi spot diventassero scelte di vita
reali??? Mica male, però!
E come genitori??
… è possibile diventare promotori di salute per i
propri figli?
Alcune informazioni utili …• Dal dolce al piccante: come cambiano i GUSTI nel
corso della vita• I primi tre anni di vita cruciali per
l’APPRENDIMENTO del comportamento alimentare
• L’IMITAZIONE come fattore di condizionamento del comportamento alimentare (prima infanzia)
• L’influenza di MODELLI estetici e di comportamento imposti dalla società (pubertà e adolescenza )
• La SELETTIVITÀ nella scelta del cibo come strumento di “emancipazione”
• L’alimentazione scorretta come forma di “TRASGRESSIONE” in adolescenza
… E qualche consiglio!
Da piccolo:• Far respirare in famiglia il gusto per
un’alimentazione sana• Rispettare i gusti del bambino:
– NO ai RICATTI! Rendono più odioso l’alimento rifiutato!
– Sì alla SUGGESTIONE SOCIALE!– favorire corrette abitudini non con
l’imposizione ma con l’ESEMPIO!
Crescendo…:
• Rendere il figlio partecipe di tutto ciò che circonda e precede il momento del pasto:– Decidere menù e fare la spesa insieme – Cucinare e “inventare” insieme combinazioni insolite– Apparecchiare e mangiare insieme
• Distribuire bene i momenti del pasto: – Frazionare i pasti in 5 momenti– Fare sempre un’abbondante colazione– Scegliere “merende sane” (come a scuola!)
…E se quel cibo non lo vuole proprio?
• Non riproporlo continuamente• Non farlo diventare lo strumento per una
“lotta di potere”• Non nasconderlo dentro i maccheroniAllo stesso tempo: • Non sostituirlo immediatamente con altro• Dopo un po’ provare a ripresentarlo
Mangiare vuol dire solo nutrirsi?
• È anche un atto culturale (mangiamo un cibo buono preparato secondo la nostra tradizione culturale)
• Ha il significato simbolico di essere un forte mediatore relazionale
Quando? A partire dall’allattamento e oltre: il cibo
rappresenta il mediatore di relazione e affettività più immediato nel rapporto tra adulto e bambino
e nei primi cinque anni di vita influenza lo strutturarsi dell’identità corporea e psichica
Quando il cibo può diventare un problema?
• Il rapporto con il cibo è caratterizzato spesso dalla difficoltà di stabilire una giusta misura, un equilibrio tra ciò che ci si può concedere e ciò che ci si deve proibire
• Per riconoscere se c’è un rilevante problema con il cibo ci si basa su due tipi di parametri: il peso corporeo ed il comportamento alimentare
• Peso corporeo: l’indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index), dato dal rapporto tra il peso in Kg e il quadrato dell’altezza in m: se tale rapporto è compreso tra 19,5 e 24,5 per i maschi e tra 18,5 e 23,5 per le femmine si è nella condizione normopeso, al di sotto e al di sopra invece si è sottopeso o sovrappeso.
• Comportamento alimentare, ecco i campanelli d’allarme:
- tentativo deliberato di modificare il peso - percezione di perdita di controllo - convergenza della maggior parte dei pensieri e
degli interessi della persona su ciò che riguarda il cibo, il conteggio delle calorie e la forma del proprio corpo
- L’insoddisfazione per il proprio aspetto corporeo e l’incapacità di valutare le proprie forme
Quando il comportamento alimentare diventa patologico: i
DCAAnoressia Nervosa:• Rifiuto di mantenere il peso corporeo al minimo
normale (BMI<17,5)• Intensa paura di ingrassare pur essendo
sottopeso• Disturbi nella valutazione del perso e delle forme
del corpo che influenzano la valutazione di sé o diniego della gravità della perdita di peso attuale
• Amenorrea
Tipo restrittivo / Tipo bulimico
Bulimia Nervosa: • Episodi di abbuffate accompagnate dalla
sensazione di perdita di controllo sul comportamento alimentare
• Uso di vomito o purganti per controllare il peso• Preoccupazione intensa per le forme e per il peso
corporeo(Fonte: DSM
IV)
NB: l’abbuffata non è una merenda abbondante, è l’assunzione di una quantità oggettivamente eccessiva e varia di cibo (a partire da cibi gustosi fino anche a cibi surgelati, fino a svuotare il frigorifero!) in un tempo breve, è accompagnata dalla sensazione soggettiva di perdita di controllo e seguita da forte senso di colpa (che fa innescare i meccanismi compensatori avviando così un circolo vizioso)
Perché il comportamento alimentare può divenire
patologico?Fattori di rischio predisponenti (di tipo
biologico, psicologico, familiare e sociale):• predisposizione genetica• genere femminile• obesità infantile, storia di sovrappeso e di diete• malattie croniche (diabete, Sindrome di Turner)• tratti ossessivi• ambizioni esasperate, perfezionismo• scarso controllo degli impulsi, intolleranza alle
frustrazioni• difficoltà di individuazione-separazione
• rifiuto del corpo adulto e della sessualità• bassa autostima• insoddisfazione per la propria immagine corporea• difficoltà a comunicare le proprie emozioni• dipendenza dal consenso e dall’ammirazione
degli altri• soggezione a miti di successo, bisogno di
rispondere sempre alle attese sociali, richiesta di prestazioni straordinarie
• scarsa comunicazione intrafamiliare• scarsa definizione dei ruoli nel gruppo familiare• competitività esasperata di certi ambienti
(scolastici, artistici e sportivi…)• esaltazione della magrezza, mito della bellezza
In sintesi:
• estrema concentrazione sul corpo-peso-dieta
• al controllo e alla manipolazione del proprio corpo attraverso la dieta e i meccanismi compensativi, viene affidato il compito di riparare debolezze e conflitti della stima di sé, in ciò si recupera un sentimento di dominio e valore.
Come intervenire?• La prima difficoltà: è un sintomo egosintonico,
che la persona fatica a riconoscere come problema, tende a nasconderlo o negarlo, sono spesso i familiari, gli insegnanti, il medico di base o il pediatra che rilevano il problema.
• Una volta rilevato o sospettato il problema occorre contattare uno specialista:
→ il medico di base o il pediatra possono mettere in guardia la persona sui rischi fisici a cui va incontro (problemi gastrointestinali, cardiaci, osteoporosi…)→ lo psicoterapeuta può intervenire prendendo in carico la ragazza/o e/o la sua famiglia.→ Ci si puo’ rivolgere ai servizi di Neuropsichiatria Infantile del territorio, centri specializzati o singoli specialisti pubblici e privati…
Come prevenire?
• Agendo sulle cause cioè riducendo l’impatto dei fattori predisponenti
• Introducendo fattori protettivi quali l’informazione e la promozione di un comportamento alimentare salutare.
Una persona che si prende cura della propria salute e del proprio benessere è una persona sana nella mente e nel
corpo!
Grazie per l’attenzione!