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11-12 2019 mastermeeting.it 182 Meeting in hotel, con autore Immaginario e realtà si incrociano nelle stanze degli hotel che hanno visto soggiornare grandi artisti e scrittori. Luoghi dal fascino unico, dove sono nati capolavori mondiali, che, oggi come ieri, continuano a ispirare tutti: dal viaggiatore comune al businessman in trasferta di Arianna De Felice le quasi sempre fatezze femminili e rico- noscendola il più delle volte come qual- cosa fuori da sé – nella mitologia greca la musa protetrice della poesia era Callio- pe figlia di Zeus e Mnemosine, mentre per il Dolce Sl Novo, a guidare i poe, erano donne angeliche, si pensi, per esempio, alla Beatrice di Dante Alighie- ri... Poi arrivò la psicologia del profondo, con Freud che atribuì questa forza crea- va a ciò che è intrinseco nell’uomo, al- l’avità del subconscio, per l’esatezza, avità peraltro già riconosciuta, nell’Ot- tocento, dallo scritore inglese Keats e dai “romanci” che l’avevano batezzata “negave capability”. Quali che siano l’origine e le fatezze dell’ispirazione non è dato sapere e, mol- «V olete sapere dove ho trovato la mia ispirazione? In un al- bero; l’albero sosene i gros- si rami, ques sostengono i rami più pic- coli e i rame le foglie. E ogni singola parte cresce armoniosa, magnifica». Ecco dove l’architeto spagnolo Antoni Gaudí ha trovato la sua ispirazione! Ma l’ispira- zione può nascondersi ovunque, perché è qualcosa di misterioso, intangibile, irra- zionale. È un momento, un detaglio, una persona, un luogo che, in un amo, rie- scono a fare breccia nella mente, accen- dendo quell’estro creavo capace di dare vita a grandi opere d’arte: di musica, ar- chitetura, pitura, scultura e leteratura. A lungo l’uomo si è interrogato sulle vie sconosciute dell’ispirazione, atribuendo- Meeting in hotel, con autore

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Meeting in hotel,con autoreImmaginario e realtà si incrociano nelle stanze degli hotel che hanno visto soggiornaregrandi artisti e scrittori. Luoghi dal fascino unico, dove sono nati capolavori mondiali,che, oggi come ieri, continuano a ispirare tutti: dal viaggiatore comune al businessmanin trasferta di Arianna De Felice

le quasi sempre fattezze femminili e rico-noscendola il più delle volte come qual-cosa fuori da sé – nella mitologia greca lamusa protettrice della poesia era Callio-pe figlia di Zeus e Mnemosine, mentreper il Dolce Stil Novo, a guidare i poeti,erano donne angeliche, si pensi, peresempio, alla Beatrice di Dante Alighie-ri... Poi arrivò la psicologia del profondo,con Freud che attribuì questa forza crea-tiva a ciò che è intrinseco nell’uomo, al-l’attività del subconscio, per l’esattezza,attività peraltro già riconosciuta, nell’Ot-tocento, dallo scrittore inglese Keats edai “romantici” che l’avevano battezzata“negative capability”.Quali che siano l’origine e le fattezzedell’ispirazione non è dato sapere e, mol-

«V olete sapere dove ho trovatola mia ispirazione? In un al-bero; l’albero sostiene i gros-

si rami, questi sostengono i rami più pic-coli e i rametti le foglie. E ogni singolaparte cresce armoniosa, magnifica». Eccodove l’architetto spagnolo Antoni Gaudíha trovato la sua ispirazione! Ma l’ispira-zione può nascondersi ovunque, perchéè qualcosa di misterioso, intangibile, irra-zionale. È un momento, un dettaglio, unapersona, un luogo che, in un attimo, rie-scono a fare breccia nella mente, accen-dendo quell’estro creativo capace di darevita a grandi opere d’arte: di musica, ar-chitettura, pittura, scultura e letteratura.A lungo l’uomo si è interrogato sulle viesconosciute dell’ispirazione, attribuendo-

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to probabilmente, mai si saprà. Certo èche ci sono luoghi che più di altri sonocapaci di accenderla. Tra questi figurano,per esempio, gli hotel. Ripercorrendo labiografia di numerosi artisti non è infre-quente, infatti, scoprire che alcune delleloro opere più grandi sono state concepi-te in una camera d’albergo. Il perché lo sideve, forse, alla natura stessa di questiluoghi: natura fatta di incontri, di passag-gi, di attimi fuggenti, a richiamo della ma-teria stessa dell’arte, che, proprio sullacaducità, erige le fondamenta dell’eternoe della bellezza.

Hotel letterari in Italia:da sempre luoghi d’ispirazioneSin dalle sue origini luogo di “transito”,l’hotel ha una sua storia che si intrecciacon quella di tutti i personaggi che vihanno soggiornato, e che, a volte, rac-conta anche di grandi imprese. È il caso,per esempio, degli alberghi cosiddetti“letterari”, alberghi, in una qualche misu-ra, patrimonio dell’umanità, non solo per

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pregio architettonico e per stile d’acco-glienza, ma anche per aver ospitato eispirato grandi scrittori di tutti i tempi.Luoghi, insomma, impregnati di arte e digenio che, tra le proprie mura, hanno vi-sto consumarsi grandi passioni, nonchénascere opere bellissime destinate a ri-manere eterne.Ecco che, allora, ritrovarsi in uno di que-sti hotel, imbattersi in una foto d’antan, odormire in una suite rimasta la stessa(con il medesimo mobilio, la medesimaallure) di quando l’artista vi soggiornava,vuol dire rivivere quella magia, come se iltempo non fosse mai trascorso, respirar-ne in qualche modo la “presenza”, e rima-nerne, a propria volta, ispirato. Cosa chepuò tornare assai utile anche in caso diun meeting aziendale. È risaputo, infatti,che, estraniarsi per un po’ dal contestoquotidiano favorisca il pensiero lateralecapace di liberare la creatività e facilitareil problem solving.Seguendo questa traccia, abbiamo pro-vato a disegnare per i nostri lettori, viag-giatori abituali, per lavoro o per piacere,un breve inspiring travel tra alcuni deglialberghi letterari più belli e suggestivid’Italia.

D’Annunzio e Hemingway,grandi estimatori dell’accoglienzamade in ItalySe si cercassero notizie sui grandi autoriche hanno girovagato e dormito nellestanze di alberghi italiani, la lista di que-sti ultimi sarebbe davvero lunga, ma ba-sterebbe scorrere un po’ di nomi per no-tare che alcuni si ripetono più spesso dialtri. Tra questi vi sono, per esempio, Er-nest Hemingway e Gabriele D’Annunzio.Hemingway, in particolare, fu un grandeamante del Nord Italia, specie delle Do-lomiti, che era solito ammirare sia dallefinestre dell’Hotel Bellevue di CortinaD’Ampezzo – qui, nel 1923, si dedicò allastesura di “Fuori Stagione”, novella suc-cessivamente inserita nella raccolta “Iquarantanove racconti” – che da quelledel’Hotel de La Poste, dove soggiornòper ben quattro volte, scrivendo, accom-pagnato dall’immancabile Martini, i primicapitoli di “Di là dal fiume e tra gli alberi”,romanzo ambientato a Venezia, che l’au-tore avrebbe poi finito di scrivere proprionella città lagunare, tra la stanza e l’Har-

Un dettaglio dell’Hotelde La Poste a Cortinad’Ampezzo dove ErnestHemingway soggiornòquattro volte.A detail of the Hotel deLa Poste in Cortinad'Ampezzo, where ErnestHemingway stayed fourtimes

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ry’s bar del Gritti Palace, luoghi entrambiimmortalati nella sua opera. Ernest He-mingway era, infatti, solito ricordare neisuoi libri i luoghi che aveva visitato. Traquesti c’era anche il Grand Hotel DesIles Borromées di Stresa, citato in unadelle sue opere più famose, Addio alle ar-mi: “Mi avviai nella pioggia verso l’Iles Bor-romées [...] Presi una buona stanza. Eramolto grande e chiara e guardava sul lago.[...] C’era un gran letto doppio, un letto ma-trimoniale con una coperta di satin. L’alber-go era molto lussuoso. Attraversai i lunghicorridoi, le larghe scale, i saloni fino al bar.Conoscevo il barman ma sedetti su unosgabello e mangiai mandorle e patatinefritte. Il Martini era fresco e pulito”. E se ilbar, a lui intitolato, serve ancora il Marti-

ni così come lo beveva lo scrittore, la sui-te 106 dove Hemingway soggiornò perdue volte – la prima, durante il periodo diconvalescenza nell’immediato dopoguer-ra, la seconda nel 1948 dove firmò il li-bro storico dell’hotel come “an old client”– è ancora adesso tra le più richieste:forse per la voglia di ripercorrere epochepassate o, forse, per trovare ispirazionesulla terrazza che, oggi come ieri, si af-faccia sul bellissimo giardino all’italianada dove lo sguardo beatamente si perdetra le Isole Borromee e l’arco alpino cir-costante...Altro grande amante dell’ospitalità italia-na fu Gabriele D’Annunzio. A portare il“Vate” in alcuni degli hotel ancora oggitra i più belli d’Italia, furono più le que-stioni amorose che quelle letterarie. Stadi fatto che lo scrittore lasciò comunquetracce indelebili del suo passaggio. Inparticolare sul lago di Garda, al GrandHotel Gardone, dove lo scrittore soggior-nò negli anni Venti, mentre si ultimavanoi lavori di quello che sarebbe diventato ilVittoriale degli Italiani. A D’Annunzio, ealle sue innumerevoli donne che, secon-do rumors dell’epoca, accorrevano a tro-varlo, era stato riservato un intero pianodell’hotel. Oggi, per ricordarne il passag-gio, il Grand Hotel Gardone, in occasionedel 150esimo anniversario dalla nascita,

D’Annunzio era solitoscegliere il Grand Hotel

et de Milan per i suoiospiti e per le sue

amanti, tra queste anchela pittrice polacca Tamara

de Lempicka.D’Annunzio used to chose

the Grand Hotel et deMilan for his guests andlovers, among them the

polish painter Tamara deLempicka

“Nella piazza c’è unobelisco che si leva sopraun elefante”, così iniziò il

suo diario romanoMelville, ammirando

l’opera del Bernini dallasua stanza al Grand Hotel

de la Minerve.“In the square there's an

obelisk that rises above anelephant”, so began his

roman diary Melville,admiring Bernini's

masterpiece form his suiteat the Grand Hotel de la

Minerve

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ha dedicato allo scrittore una bellissimacamera, curata dall’architetto SalvatorePellitteri, la Junior Suite D’Annunzio, nel-la quale si rivivono i fasti del Vittoriale:dai calchi di gesso alle cineserie dalleabatjour al baule da viaggio dell’artista.Legata alla vita di Gabriele D’Annunzio eai suoi amori è anche la storia del GrandHotel et de Milan. Nell’atmosfera ele-gante di questo storico albergo del cen-tro città, che recentemente ha festeggia-to 150 anni, soggiornò anche la pittricepolacca, amante di D’Annunzio, Tamarade Lempicka. In attesa di raggiungere ilVate al Vittoriale, dove, però, si trovavaanche la moglie dello scrittore, la pittrice,nel 1927, fu ospitata al Milan dallo stes-so D’Annunzio. Tra i due ci fu un intensoscambio di lettere di cui alcune sono ri-portate nella residenza di Gardone, men-tre al Grand Hotel et de Milan, sul librodi Franco Maria Ricci, si può, oggi, rileg-gere la lettera autografata di Tamara sucarta intestata del Grand Hotel. Ma lacosa più curiosa e stravagante che riflet-te la personalità istrionica dei due artistisono le suite a loro dedicate, con i tappe-ti che recano frasi e firme di entrambi.Fu a Roma, invece, che l’amore per la Pa-tria di D’Annunzio, venne fuori – è pro-prio il caso di dirlo – a gran voce, dall’altodel balcone dell’Hotel Regina di Roma.

Nell’hotel, che deve il suo nome alla Re-gina Margherita di Savoia e che divenneluogo d’incontro abituale di D’Annunzio,lo scrittore mise in discussione il capodel Governo con invettive infuocate, de-clamate dal balcone della sua camerad’albergo. Solo cinque giorni dopo, dallacima del Campidoglio, il Vate avrebbe te-nuto un nuovo discorso parlando di vit-toria per poi arruolarsi.

Altri hotel italianiamati dagli scrittoriGli hotel letterari in Italia sono davverotanti, ed elencarli tutti sarebbe, come di-cevamo, un’impresa lunga. Tuttavia, oltrea quelli sopracitati, ce ne sono altri cheper bellezza e particolarità delle storie edei personaggi che hanno ospitato, è im-possibile non menzionare. Un esempio?L’Hotel d’Inghilterra. L’iconico hotel dellaCapitale ha visto passare innumerevoli ce-lebrità del passato – da star del cinemacome Gregory Peck e Elizabeth Taylor, ascrittori come Mark Twain, Ernest Hemin-gway e Henryk Sienkiewicz –. Ma l’ospitea cui l’hotel deve la sua fama letteraria èJohn Keats. Fu proprio il poeta, che avevaeletto Roma come sua città adottiva, tra-sferendovisi a 25 anni per godere del cli-ma mite, a dare all’hotel il nome che anco-ra oggi porta. E, a richiamare il legame

Nel Victoria HotelLetterario, tutto ricordail passaggio di JamesJoyce.In Victoria Hotel Letterario,James Joyce's formerhome, everything evokesthe famous irish writer

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Non solo hotel letterariChe gli alberghi italiani – alcuni davvero unici al mondo, per fa-scino, stile e contesto paesaggistico – piacciano in generale, aigrandi artisti, e non solo agli scrittori, è cosa nota da tempo.Per esempio il sopracitato Hotel Quirinale ospitò, tra gli altri,anche Giuseppe Verdi. Dopo la Prima del Falstaff nel 1893, ilcompositore salutò dalla finestra della sua camera un’immensafolla venuta ad acclamarlo. E oggi, proprio sotto quella finestra,in memoria dell’evento c’è una targa a lui dedicata. E clamoro-so fu l’episodio della Callas che, nel 1958, abbandonò lo spet-tacolo della Norma alla presenza del Capo dello Stato GiovanniGronchi, cercando rifugio nella sua suite all’Hotel Quirinale.

GRAnD HoteL PLAzA – ROMALuogo di incontro soprattutto per registi e attori – FedericoFellini dichiarò di aver trovato proprio qui ispirazione per diver-si suoi lavori – il Grand Hotel Plaza si è prestato anche a fareda set ad alcuni film di successo come “Ocean’s 12” e “Gangs ofNew York”.

GRAnD HoteL et De MILAn – MILANOAnche il Grand Hotel et de Milan – che il compositore Giusep-pe Verdi era solito chiamare affettuosamente il “Milan” – hauna storia intrecciata a doppio filo con la musica. Qui il compo-sitore soggiornò nel 1887 in occasione del suo ritorno alla Sca-la con l’Otello, opera che ottenne un grandissimo consensotanto che una larga parte del pubblico pensò bene, dopo lospettacolo, di radunarsi sotto la finestra della camera del Mi-lan, dove il compositore alloggiava, per richiedergli a gran voceil bis – che lui concesse volentieri – di alcune arie dell’opera.Anni dopo, sotto quella stessa finestra, una folla di fedeli am-miratori si sarebbe riunita ancora una volta per esprimere alcompositore la propria vicinanza durante il periodo della suamalattia. In quei giorni, per non disturbare l’artista, la strada sucui si affacciava la sua stanza, fu cosparsa di paglia in modo daattutire il rumore causato dal passaggio delle carrozze, mentre,il direttore dell’hotel esponeva bollettini quotidiani sullo statodi salute del compositore che si spense nel 1901 proprio inquesta camera, che oggi porta il suo nome.

speciale con gli inglesi, oltre l’aristocraticobond bar, in perfetto stile british, è ancheil logo dell’hotel, ispirato al blasone dellafamiglia reale britannica.Altro grande estimatore dell’ospitalitàitaliana fu Stendhal che, quando si trova-va nella capitale, amava soggiornare alGrand Hotel de la Minerve. Una targa dimarmo, esposta all’esterno dell’albergo,ne ricorda il passaggio nei primi annidell’Ottocento. Passeggiando per la piaz-za su cui dà l’albergo e guardando versol’alto, si scorge una finestra che apparte-

neva alla suite di Stendhal. È facile im-maginare lo scrittore contemplare esta-siato l’“obelisco che si leva sopra l’elefante”(definito così, anni dopo, da Melville)obelisco che, ancora oggi, è capace di farsognare chi vi si affaccia.A ispirare in età matura il più grandescrittore irlandese fu, invece, la città diTrieste. Fu qui, per l’esattezza al VictoriaHotel Letterario, sua casa adottiva, che ildublinese James Joyce crebbe artistica-mente, facendo quelle esperienze umaneche si rivelarono, poi, fondamentali per leopere a venire, in primis, il suo capolavo-ro pietra miliare della letteratura moder-na l’Ulisse. Situato nel centro storico del-la città, davanti al caffè Pirona - dove loscrittore era solito incontrarsi con l’amicoSvevo, per dargli lezioni di inglese o peruna bevuta in compagnia - l’albergo, oggimoderno 4 stelle, rievoca lo spirito av-venturoso dell’arte di Joyce, facendopropria anche una citazione tratta dalsuo romanzo Gente di Dublino “Nella re-altà le avventure non capitano a chi se nesta a casa: bisogna andarsele a cercarefuori”. Che il ricordo di Joyce sia ancoramolto sentito, lo si capisce non appena sivarca la soglia dell’hotel: nella hall si im-pone alla vista una singolare installazioneispirata all’Ulisse, che, con un suggestivogioco di luci e ombre, ricrea l’immaginedello scrittore. Di Joyce c’è traccia inogni stanza, dalla libreria con volumi sto-rici in tre diverse lingue, fino all’oggetti-stica personalizzata, ma se proprio si de-sidera immergersi nell’atmosfera autenti-ca in cui soggiornò il grande artista nonresta che prenotare la suite a lui intitola-ta. Qui ogni cosa è imbevuta del suo spi-rito, dai quadri alle sedie fino alle tendericamate con frasi e aforismi tratti dallesue opere.Infine, difficile parlare di Roma senza ci-tare l’Hotel Quirinale, l’unico hotel dellacapitale con accesso diretto al Teatrodell’Opera, da sempre luogo di incontroprivilegiato di grandi artisti, musicisti escrittori, come il Vate D’Annunzio che visoggiornò con Eleonora Duse in occasio-ne della prima di Francesca da Rimini. Ese siete amanti dei libri di Scott Fitzge-rald ricorderete senz’altro il suo romanzoTenera è la notte, dove i protagonisti DickDiver e Rosemarie Hoyt, soggiornaronoproprio all’Hotel Quirinale.

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teenth century from the English writerKeats and “romantics” who called it“negative capability”.We don’t know origin and features of in-spiration and, most probably, we willnever know. It’s certain that there areplaces which are capable of turning oninspiration more than others. Amongthese there are, for example, hotels. Re-tracing biography of many artists isn’tuncommon, indeed, discovering thatsome of their greatest works were de-signed in a hotel room. Perhaps, it de-pends on intrinsic nature of these places:a nature made of meetings, passages,fleeting moments, which recalls art mat-

Meetings in hotel, with authorImagination and reality cross each other in hotels’ rooms, where important writers andartists stayed. Locations with a unique charm, where world masterpieces were createdand which, today as in the past, continue to inspire everyone: from daily traveller tobusinessman in a business trip by Arianna De Felice

«W ould you like to knowwhere I found my inspi-ration? In a tree; tree

supports large branches, these supportsmaller branches and sprigs supportleaves. And every single part grows har-monious, magnificent». Here’s where theSpanish architect Antoni Gaudí found hisinspiration! But inspiration can hide ev-erywhere, because it’s something myste-rious, intangible, irrational. It’s a mo-ment, a detail, a person, a place which, inan instant, succeed in leaving an impres-sion on mind, turning on that creative in-spiration able to create great artworksof: music, architecture, painting, sculp-ture and literature. For a long time, manwas wondering about unknown inspira-tion routes, almost always assigning itfemale features and, most of the time,recognising it as something out of him-self. In Greek mythology, the protectivemuse of poetry was Calliope, daughter ofZeus and Mnemosyne, while for theDolce Stil Novo, poets were guided byangelic women, let’s just think about, forexample, Beatrice of Dante Alighieri...Then, depth psychology arrived, withFreud who attributed this creativestrength to what is intrinsic in man,specifically, to subconscious activity,which were already recognised in nine-

Negli anni ’20 GabrieleD’Annunzio soggiornò alGrand Hotel Gardone.Anni dopo, in occasionedel 150esimoanniversario dalla nascitadel Vate, venneinaugurata la Junior Suitea lui dedicata. In 1921 GabrieleD’Annunzio stayed at theGrand Hotel Gardone.Years later, in the occasionof the 150th anniversaryof his birthday, theMizzaro family decided todedicate him a room bynaming a junior suite afterhim

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ter itself that, precisely on transience, es-tablishes foundations of eternal andbeauty.

Literary hotels in Italy that havealways been inspiration placesSince its origin hotel has been place of“transit”, it has its own history which islinked with the one of all characters whostayed there and that, sometimes, alsotells about great ventures. This is thecase, for example, of the so-called “liter-ary” hotels which, to some extent, areworld heritage sites not only for archi-tectural value and style of hospitality,but also for having hosted and inspiredgreat writers of all time. In short, placesfull of art and genius that, between theirwalls, have been backdrop of great pas-sions, as well as beautiful works whichare intended to remain everlasting.Thus, being in one of these hotels, find-ing a photo of yesteryear, or sleeping inthe same suite (with same furniture,same allure) where artist stayed, meansto relive that magic, as if time had neverpassed. Here, visitor can somehow feelartist “presence” and, in turn, he can re-main inspired. This may be very usefuleven in case of business meeting. It’swell known that going away for a whilefrom everyday context favors lateralthinking which is capable of unleashing

creativity and facilitating problem solv-ing.Following this outline, we have tried toplan for our readers, that usually travelfor work or for pleasure, a short inspiringtravel among some of the most beautifuland evocative literary hotels of Italy.

D’Annunzio and Hemingway,great admirers of hospitalitymade in ItalyIf you look for information on great au-thors who wandered and slept in roomsof Italian hotels, you’ll find a really longlist. Scanning names, you’ll see that someof them are more often repeated thanothers. Among them there are, for exam-ple, Ernest Hemingway and GabrieleD’Annunzio. Hemingway, in particular,was a great lover of Northern Italy, no-tably of Dolomites. He usually admiredDolomites both from windows of HotelBellevue of Cortina D’Ampezzo – here,in 1923, he wrote “Out of Season”, shortstory that was subsequently incorporat-ed into “The Fifth Column and the FirstForty-Nine Stories” collection – and fromthose of Hotel de La Poste. Here, hestayed four times, writing, with the in-evitable Martini, the first chapters of“Across the River and Into the Trees”, anovel that is set in Venice. Author, later,finished writing it precisely in the lagoon

L’Hotel Regina di Romadeve il suo nome alla

Regina Margheritadi Savoia.

The Regina Hotel Baglioniin Rome takes its name

from Queen Margheritaof Savoy

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city, among room and Harry’s bar of Grit-ti Palace, both immortalised in his work.Indeed, Ernest Hemingway used to men-tion in his books places who had visited.Among these there was also the GrandHotel Des Iles Borromées of Stresa,mentioned in one of his most famouswork, A Farewell to Arms: “I started in therain for the Iles Borromées [...] I took agood room. It was very big and light andlooked out on the lake. [...] There was a bigdouble-bed, a ‘letto matrimoniale’, with asatin coverlet. The hotel was very luxurious.I went down the long halls, down the widestairs, through the rooms to the bar. I knewthe barman and sat on a high stool and atesalted almonds and potato chips. The mar-tini felt cool and clean”. And if bar, namedafter him, still serves the Martini as writ-er drank it, the suite 106 where Heming-way stayed two times – the first, duringconvalescence period in the immediatepost-war period, the second in 1948where signed the historical book of hotelas “an old client” – is still today amongthe most required rooms. Perhaps it de-pends on desire to retrace past ages or,perhaps, to find inspiration on terracewhich, today as yesterday, overlooks thebeautiful Italian-style garden from wheregaze blissfully gets lost between Bor-romean Islands and the surroundingalpine arch...

Another great admirer of Italian hospital-ity was Gabriele D’Annunzio. The poetwent to some hotels, that are still todayamong the most beautiful of Italy, morefor love question than for literary ones.It’s a fact that the writer anyway left in-delible marks of his passage. In particularon Lake Garda, at the Grand Hotel Gar-done, where he stayed in the twenties,while works of what would become theVittoriale degli Italiani were concluded.To D’Annunzio, and to his countlesswomen who, according to rumors of age,come to visit him, an entire floor of hotelwas reserved. Currently, for remember-ing his passage, the Grand Hotel Gar-done, on the occasion of 150th anniver-sary of the birth, has dedicated to thewriter a wonderful room, designed by ar-chitect Salvatore Pellitteri, the JuniorSuite D’Annunzio, in which you may re-

La suite 106 del GrandHotel des Iles Borroméesdove soggiornòHemingway è ancoraoggi tra le più richieste.Suite 106 of the GrandHotel des Iles Borroméeswhere Hemingway stayedwhenever he was in Stresa,is still today one of themore requested rooms

1 ottobre 1948Ernest Hemingway(an old client)

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experience splendours of Vittoriale: fromplaster casts to chinoiseries, from tablelamp to travel chest of artist.Even the history of Grand Hotel et deMilan is connected to Gabriele D’Annun-zio’s life and his loves. In the elegant am-biance of this historic hotel of city cen-tre, which recently celebrated its 150years, also the Polish painter Tamara deLempicka, D’Annunzio’s lover, stayed,waiting to join the Poet at the Vittoriale.However, there was also writer’s wife. In1927, painter was hosted in the “Milan”by D’Annunzio himself. Between themthere was an intense exchange of letters,some of them are shown in residence ofGardone, while at Grand Hotel et de Mi-lan, on Franco Maria Ricci’s book, todayyou may reread the autographed letterof Tamara on Grand Hotel letterhead.However, the most curious and extrava-gant things which reflect histrionic per-sonality of two artists are suites dedicat-ed to them, with carpets that have sen-tences and signatures of both.In Rome, instead, D’Annunzio’s love forbirthplace came out – it’s appropriate to

say – loudly, from balcony of Hotel Regi-na di Roma. In the hotel, named afterQueen Margherita of Savoy and whichbecame habitual meeting place of D’An-nunzio, the writer questioned Head ofGovernment with impassioned invec-tives, reciting them from its hotel room.Only five days later, from the peak ofCampidoglio, the poet gave a newspeech talking about victory and then heenlisted.

Other Italian hotels lovedby writersThere are many literary hotels in Italyand, as we said, listing them all would bea long endeavour. However, in additionto above-mentioned ones, there are oth-ers which we have to mention for beautyand particularity of histories and charac-ters that hosted. An example? The Hoteld’Inghilterra. This iconic hotel of Capitalhas hosted countless celebrities of past –from movie stars such as Gregory Peckand Elizabeth Taylor, to writers such asMark Twain, Ernest Hemingway andHenryk Sienkiewicz. Hotel, anyway, owes

Nel 1958 la Callasabbandonò lo spettacolo

della Norma allapresenza del Capo delloStato Giovanni Gronchi,

cercando rifugio nella suasuite all’Hotel Quirinale.In 1958 Callas walked off

after the first act of Normain Rome, in the presence ofPresident of Italy Giovanni

Gronchi and rushed toseek shelter in her suite at

the Hotel Quirinale

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Not only literary hotelsIt has been known from a long time that Italian hotels – someof which are truly unique in the world, for charm, style andlandscape context – generally are popular among great artistsand not only writers. For example the above-mentioned HotelQuirinale accommodated, among others, also Giuseppe Verdi.After the Premiere of Falstaff in 1893, the composer greetedfrom window of his room a huge crowd that came there to ap-plaud him. And today, precisely under that window, in memoryof event there’s a plaque dedicated to him. In addition, a clam-orous episode was when Callas in 1958, abandoned the showof Norma, in the presence of the Head of State GiovanniGronchi, seeking refuge in her suite at the Hotel Quirinale.

GRAnD HoteL PLAzA – ROMEMeeting place especially for filmmakers and actors – FedericoFellini declared that he found, right here, inspiration for severalworks – the Grand Hotel Plaza was also a set for few success-ful movies such as “Ocean’s 12” and “Gangs of New York”.

GRAnD HoteL et De MILAn – MILANEven the Grand Hotel et de Milan – that was affectionatelycalled the “Milan” by composer Giuseppe Verdi – has a doublyintertwined history with music. Here composer stayed in 1887on the occasion of his return to La Scala with Othello. Thisopera obtained a huge approval, so much so that a broad partof audience, after the show, gathered under the window of Mi-lan room, where composer stayed, to ask him encore – that hewillingly granted – of few arias of opera. Years later, under thatsame window, a crowd of loyal admirers would once again bemeeting to express their proximity during the period of his ill-ness. On those days, in order not to disturb artist, road thatwas overlooked by his room, was sprinkled with straw in sucha manner that sound caused by passage of carriages was re-duced. At the same time, hotel manager exhibited daily bul-letins about composer state of health that died in 1901 rightin this room, which today bears his name.

its literary fame to John Keats. The poetelected Rome as his adopted city, movingthere when he was 25 years old to enjoymild climate, and it was he who gave ho-tel its present name. The special link withEnglish people is recalled, not only by thearistocratic bond bar, in perfect Britishstyle, but also by hotel logo, inspired byblazon of British Royal Family.Another great admirer of Italian hospital-ity was Stendhal who, when he were incapital, loved staying at the Grand Hotelde la Minerve. A marble plaque, exposedoutside of hotel, commemorates his pas-sage in the early years of nineteenthcentury. Walking through square that isoverlooked by hotel and looking up-wards, you may sight a window whichbelonged to Stendhal’s suite. It’s easy toimagine the writer contemplating withbliss the “obelisk which stands up over ele-phant” (defined in this way, years later,by Melville), obelisk that still today isable to make dream those who look outof it.The city of Trieste, instead, inspired thegreatest Irish writer at an older age.Here, to be exact at the Victoria HotelLetterario, his adopted home, theDubliner James Joyce artistically grew,acquiring those human experiences thatlater were fundamental for his futureworks, first of all, his masterpiece, mile-stone of modern literature: the Ulysses.Located in the historic city centre, infront of caffè Pirona - where the writerused to meet with the friend Svevo, togive him English lessons or for drinkingtogether - the hotel, today a modern 4star, recalls the adventurous spirit ofJoyce’s art. It also reflects a quote ex-tracted from his novel Dubliners: “Realadventures do not happen to people whoremain at home: they must be soughtabroad”. It’s evident that memory ofJoyce is still highly felt, it can be seencrossing hotel threshold: in hall there’s asingular installation inspired by Ulysseswhich, with an evocative interplay oflights and shadows, recreates writer im-age. In every room there’s mark of Joyce,from library with historical books inthree different languages, up to person-alised gadgets. However, if you want toimmerse yourself in the authentic am-biance in which the great artist stayed,

you should book the suite named afterhim. Everything here is impregnated withhis spirit, from pictures to chairs, up toembroidered curtains with sentencesand aphorisms extracted from his works.Lastly, it’s difficult to talk about Romewithout mentioning Hotel Quirinale, theonly hotel of capital with direct access tothe Opera House. It has always beenfavoured meeting place of great artists,musicians and writers, such as the PoetD’Annunzio who stayed here withEleonora Duse on the occasion of pre-miere of Francesca da Rimini. And if youare lovers of Scott Fitzgerald’s books,you will surely remember his novel Ten-der is the night, where protagonists DickDiver and Rosemarie Hoyt, stayed pre-cisely at the Hotel Quirinale.