Piano paesaggistico Meltina -...

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Landschaftsplan Piano paesaggistico Gemeinde Mölten Comune di Meltina

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LandschaftsplanPiano paesaggistico

Gemeinde Mölten

Comune di Meltina

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Planverfasser / Redattore del piano:Dr. GEORG PRAXMARER Tel.: 0471-417738Amt für Landschaftsökologie / Ufficio Ecologia del paesaggio

www.provinz.bz.it/natur-raum

Landschaftsplan der Gemeinde MöltenBeschluss der Landesregierung Nr. 1883 vom 04.06.2007

Piano paesaggistico del Comune di MeltinaDelibera della Giunta provinciale n. 1883 del 04/06/2007

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Relazione illustrativa 1. Punto di partenza ed obiettivi 2

2. Descrizione del territorio 3

3. Misure di tutela 5

Zone di tutela paesaggistica: Zone di rispetto ................................................................. 5

Zona di tutela paesaggistica „Monzoccolo“ ...................................................................... 6

Zona agricola di interesse paesaggistico ......................................................................... 7

Paesaggio naturale ........................................................................................................... 7

Biotopi ............................................................................................................................... 8

Monumenti naturali ......................................................................................................... 10

Tutela degli alberi ........................................................................................................... 10

Arbusti, muri a secco, vie lastricate ed altri percorsi di interesse storico-culturale ....... 12

4. Sviluppo e cura del paesaggio 13

I vincoli paesaggistici non bastano ................................................................................. 13

Progetto di sviluppo paesaggistico per il Comune ......................................................... 13

Partecipazione dei cittadini ed informazione .................................................................. 13

Misure di promozione ..................................................................................................... 13

Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige ............................................................... 14

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1. Punto di partenza ed obiettivi Con decreto del presidente della giunta provinciale del 9 settembre 1981, n. 99/V/LS è entrato in vigore il piano pae-saggistico del “Monzoccolo”, ormai quasi 25 anni fa. Il piano copriva gran parte delle superfici comunali di San Genesio, Meltina e Verano e parti di Terlano e Avelengo. Già nell’anno 1974 è stata sottoposta a tutela paesaggistica una piccola superficie al di sopra del Casera di Meltina. 25 anni di piano paesaggistico del „Monzoccolo” L’obiettivo del piano paesaggistico sovra-comunale è stato quello di conservare il tradizionale paesaggio contadino del Monzoccolo e soprattutto i prati alberati con larice sul Salto e sul Monte di Meltina. Inoltre con il piano paesaggistico sono stati individuati dei biotopi e monumenti naturali ed è stato previsto un regolamento restrit-tivo per la circolazione veicolare per pae-saggi particolarmente sensibili nonché la tutela di costruzioni di interesse storico, tra i quali soprattutto fienili con i tetti tradizionali in paglia. Dopo 25 anni si può verificare il successo dello strumento piano paesag-gistico, anche se non tutti gli obiettivi sono stati raggiunti. Proprio il numero dei fienile con tetto di paglia ha avuto un forte calo, nonostante l’apposita normativa di tutela ed è da notare anche una riduzione nella ric-chezza delle forme e nella varietà delle specie, comunque è stato possibile di man-tenere l’immagine del meraviglioso paesag-gio di montagna, senza danneggiamenti eccessivi, il che trova anche l’appoggio nella popolazione dei comuni interessati e limitrofi. Piano paesaggistico comunale Nel frattempo si sono fortemente modificate le disposizioni generali, i criteri di pianifica-zione, il piano urbanistico comunale nonché le esigenze della tutela ambientale e del paesaggio, perciò è sembrato opportuno in accordo con il comune stesso la rielabo-

razione del piano. Per motivi amministrativi e su richiesta dei comuni il piano sovra-comunale è stato sostituito con un proprio piano paesaggistico per ogni comune, tenendo conto di una normativa uniforme per i diversi comuni. Inoltre nel lavoro di tutela della natura e del paesaggio a livello provinciale si sono avuti nuovi impulsi attraverso l’emanazione del piano di settore LEROP linee giuda natura e paesaggio in Alto Adige con il quale sono stati definiti nuovi contenuti per la pianifica-zione paesaggistica. Individuazioni Rispetto al piano paesaggistico sovra-comunale del 1981, i vincoli paesaggistici vengono in parte modificati, sia per quanto riguarda i confini che per le norme di tutela. Cosi al posto della zona di rispetto del Monzoccolo viene individuato una zona di tutela paesaggistica dello stesso nome, mentre nel resto del territorio comunale è prevista soltanto la tutela di superfici piccole. Nelle zone di rispetto è previsto un divieto assoluto per la costruzione di edifici, d’altra parte per gli altri progetti situati in queste aree non è più previsto l’obbligo generale di autorizzazione da parte dell’autorità provinciale per la tutela del paesaggio. Al centro del presente piano si trova l’indi-viduazione della zona di tutela paesag-gistica „Monzoccolo“, che si estende nei comuni di San Genesio, Meltina, Verano e Val Sarentino integrando nella parte centrale i pascoli alberati a larice tra il Salto ed il Monte di Meltina. Verso est verranno integrati i prati del Dossonero e Putzen, mentre a nordovest si estende fino alla Malga Leadner ed al Giogo dei Prati. Come già stabilito in altri piani paesaggistici sono escluse dai vincoli paesaggistici le zone edilizie e quelle per infrastrutture e

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insediamenti produttivi. A causa di varie modifiche al piano urbanistico comunale queste zone sono sottoposte ad essenziali cambiamenti. Il presente piano paesaggi-stico dovrebbe tenere conto di questa situa-zione. Sviluppo e cura paesaggistica Completamente nuova è nella parte con-clusiva della presente relazione il capitolo riguardante varie considerazioni in materia di sviluppo e cura del paesaggio. Oggi un atteggiamento sostenibile verso la natura ed il paesaggio non implica solo dei vincoli, ma anche la cura di paesaggi culturali preziosi e misure di rivitalizzazione di paesaggi

impoveriti. È dunque di importanza fonda-mentale tenere conto delle tendenze di svi-luppo paesaggistico a livello locale. Con l’ausilio di linee guida e progetti di sviluppo paesaggistico comunali si possono segnalare sviluppi negativi e definire contro-misure. Ma è importante anche individuare e promuovere le tendenze positive. Le “Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige”, con la loro attenta analisi della situazione paesaggistica dell’Alto Adige e le numerose proposte di misure atte a pilotare lo sviluppo paesaggistico, rappresentano una base importante per il lavoro di tutela paesaggistica nel Comune.

2. Descrizione del territorio Il Comune di Meltina si trova ad est della Val d’Adige sull’altopiano del Monzoccolo. Il territorio comunale si estende dai pendii esposti a sudest che emergono sopra Terlano, Vilpiano e Gargazzone fino al dosso tra il Colle del Giovo, il Rifugio Lavenna, il Monte di Meltina ed il colle dei „Stoanernen Mandln“, che con una quota di ca. 2000 m presenta l’altura più alta del Comune. Tra questi estremi si sviluppa l’altopiano caratterizzato da valli profonde e dossi estesi con le zone insediative e gran parte delle superfici ad uso agricolo.

Il materiale morenico facilmente erodibile viene asportato dalle piogge e dal torrente sottostante. Nei punti protetti come per esempio sotto una grande pietra si formano le piramidi di terra.

Il base geologica viene formata dal porfido quarzifero di Bolzano che s’innalza sopra la Val d’Adige. Questa pietra domina l’imma-gine delle pareti di Meltina con le falde enormi di materiale detritico e forma il Colle del Giovo. Sopra questo zoccolo porfirico troviamo delle arenarie gardenesi con inclinazioni medie che vengono sfruttate nella cava del Monte di Meltina; sopra questi seguono le marne calcaree del trias Werfeniano che formano il dorso tra il Salto ed il Monte di Meltina. Nelle valli e sulle terrazze dell’altopiano è ancora depositato del materiale morenico dal periodo glaciale che si può contemplare presso i piramidi di terra a poco distanza dal capoluogo. Sotto l’aspetto geomorfologico l’altopiano del Monzoccolo viene strutturato da valli che sprofondano nel porfido come quelle formate dal torrente di Meltina e dal Rio Eschio nei pressi del confine comunale con Verano. In cima al zoccolo porfirico si riduce l’inclinazione del sottofondo, offrendo larghi spazi per lo sviluppo degli insediamenti, sopra i quali emerge il dosso piuttosto uniforme delle zone alpine. Le precipitazioni raggiungono a Meltina una media annuale di quasi 800 mm, dei quali ca. un terzo è invernale mentre la gran parte proviene dalla piogge estive. La

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temperatura media annuale nel capoluogo sta poco sopra gli 8-9°C, con massime estive oltre i 30°C e minime invernali che possono scendere anche sotto i -10°C. Nei pressi dei versanti esposti a sudovest sopra la Val d’Adige il periodo estivo è caldo e arido, mentre nelle zone superiori le tem-perature naturalmente scendono con la quota e reciprocamente le precipitazioni aumentano. In base al dislivello di quasi 1600 m tra il punto più basso sopra la Val d’Adige e l’altura superiore nei pressi dei „Stoanernen Mandln“ anche la vegetazione offre un’alta variabilità. Nelle zone inferiori delle pareti di Meltina con i terreni scarsi dominano delle boscaglie di carattere submediterranea con roverella, ornello e carpino nero ai quali si mescola con l’aumento della quota il pino silvestre. In mezzo si trovano grandi super-fici con materiale detritico e piccoli prati aridi su terreni rocciosi. Nelle zone protette nei pressi di Legar crescono anche dei castagni, però non sono dominanti.

Il clima fresco ed umido che emerge dal vicino bosco di forra sopra Terlano e si estende fino al Colle del Giovo forma boschi promiscui con il faggio e l’abete bianco ai quali si mescolano con l’abete rosso ed il larice, gli alberi di montagna.

Salendo nella quota la vegetazione termo-fila viene sostituita da boschi promiscui con aghifoglie e latifoglie. In luoghi protetti e caldi come li troviamo per esempio nei pressi di S. Giorgio sotto Frassineto cresce oltre al pino silvestre anche il rovere, nei punti ombreggiati invece troviamo l’abete rosso e bianco, faggi, frassino e le specie dei boschi di forra. Con la quota

aumenta la dominanza dell’abete rosso e si appare fortemente il larice, naturalmente l’albero simbolo del Monzoccolo che tra il Rifugio Lavenna ed il Monte di Meltina forma i meravigliosi prati alberati. Gli insediamenti si trovano generalmente nella fascia tra i 1000 m ed i 1300 m s.l.m.; oltre al capoluogo di Meltina anche le frazioni di Frassineto, Vallesino e Salonetto formano delle zone insediative compatte. Le altre superficie sono caratterizzate da masi sparsi con le superfici ad uso agricolo in adiacenza. Le superfici agricole vengono coltivate solitamente come prati da sfalcio e pascoli, ogni tanto si trovano anche coltiva-zioni di frutta e bacche oppure arativi. Sopra questa fascia insediativa si estendo-no ampi boschi, con dominanza dell’abete rosso e del larice, che caratterizzano l’immagine paesaggistico. Oltre una quota di ca. 1400 m cambia l’immagine paes-aggistico perché inizia il dosso del Monzoc-colo. Le pendenze si attenuano e le grandi aree di bosco si aprono e vengono sostituite da prati e pascoli alberati con dominanza del larice che formano il meraviglioso pae-saggio che soprattutto nel periodo autun-nale, durante la colorazione degli alberi, attira un alto numero di escursionisti e visitatori delle vicine agglomerazioni urbani. Dal Colle del Giovo i prati alberati con larice si estendono verso il Rifugio Lavenna con-tinuando verso nord fino al Monte di Meltina. Con l’aumento della quota il

Nella zona della Casera di Meltina l’immagine paesaggistico si presenta con carattere alpino.

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paesaggio diventa più povero e crudo, i prati a larice ad uso intenso vengono sostituiti da prati alpini come si possono trovare nei pressi dei „Stoanernen Mandln“. Questi ometti in pietra posizionati accanto la croce sulla cupola ampia della collina sono costruiti con lastre di arenarie gardenesi; si tratta molto probabilmente di un vecchio luogo consacrato al culto che viene men-zionato per iscritto già mezzo secolo fa, e quindi oltre al valore paesaggistico rappre-senta anche un’importanza culturale.

Oltre alle meraviglie paesaggistiche del ter-ritorio comunale stesso anche la sua posi-zione sull’altopiano in mezzo alle bellissime montagne sudtirolesi offre una splendida visuale sulle alture circostanti, dalle Monti delle Dolomiti fino ai ghiacciai nelle zone settentrionale e occidentali della provincia. Rimane l’impressione di stare su un podio che offre una visuale in tutte le direzioni.

3. Misure di tutela Zone di tutela paesaggistica: Zone di rispetto L’individuazione di zone di rispetto per superfici di un particolare pregio paesaggi-stico dovrebbe contribuire di proteggere alcune zone prescelte dall’edificazione e dalla disgregazione urbana; nel restante

territorio comunale gli insediamenti urbani si possono comunque sviluppare. Le zone di rispetto si trovano nei dintorni di edifici preziosi da un punto di vista storico-culturale o di ampie contrade, che riguar-dano paesaggi inedificati di ampio respiro, la cui tipologia intatta ha valore sovra-comunale.

Sotto Frassineto si appoggia in modo pittoresco ad un cocuzzolo roccioso il caseggiato di S. Giorgio; in mezzo si estendono dei prati che con la conferma della zona di rispetto vengono preservati anche in futuro da un’edificazione incontrollata.

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La coltivazione delle aree agricole (inclusi i cambi di coltura) in queste zone di tutela paesaggistica non è soggetta ad ulteriori limitazioni. Le zone protette proposte rive-stono una notevole importanza per l’agricol-tura, in quanto viene vietata l’edificazione di preziosi fondi coltivati. Attraverso l’indivi-duazione dell’area come zona di tutela paesaggistica si sottolinea inoltre la priorità dell’utilizzo agricolo del territorio rispetto ad altre destinazioni d’uso. Vengono definite le seguenti zone: 1. Al di sotto di Frassineto si estendono

prati a leggera pendenza fino alle case di S. Giorgio situato su una cupola parzialmente rimboschita. L’area è già stata individuata zona di rispetto nel piano paesaggistico sovracomunale ed ha contribuito di conservare il paesag-gio meraviglioso fino ad oggi.

2. Al di sopra di Salonetto si trova in cima

di una collina la chiesetta di S. Ulrico. Circondato da prati ad uso agricolo emerge dal bosco intorno la collina e raffigura un accento paesaggistico.

Zona di tutela paesaggistica „Monzoccolo“ Le superfici di quota elevata dell’altopiano del Monzoccolo rappresentano un interesse sovracomunale come meta frequentata da un alto numero di escursionisti. Meravigliosi prati e pascoli alberati con larice, boschi e prati da sfalcio formano un paesaggio di alto pregio in tutte le stagioni che si offre per gite e passeggiate piacevoli. Il paesaggio dolce e pianeggiante con poche salite rappresen-ta la base per un’importante zona ricreativa per le agglomerazioni urbane della Val d’Adige e per il turismo locale. Con l’individuazione di una zona di tutela paesaggistica dovrebbe essere garantita la conservazione di queste superfici magnifici anche per le future generazioni. Per la sua caratteristica di albero leggero e luminoso con aghi morbidi e facilmente decomponibili

Quando in autunno i larici cambiano il colore salta nell’occhio la bellezza e pregevolezza pae-saggistica dei prati e pascoli alberati della zona.

il larice rappresenta l’albero tipico dei prati e pascoli alberati, in più favorisce con le sue radici profonde un’equilibrata circolazioni delle sostanze nutritive nonché del approv-vigionamento idrico. Per questo motivo è stata riconfermata l’individuazione della già espressa nel piano paesaggistico del 1981 creando una zona di tutela paesaggistica a livello sovracomunale. Nel territorio di Meltina questa zona si estende dal Collo del Giovo al Rifugio Lavenna e continua a nord della strada Meltina – Valas verso il Monte di Meltina proseguendo fino ai „Stoanernen Mandln“. La tutela paesaggistica prevede delle restri-zioni relative la costruzione e l’ampliamento di edifici, per evitare l’aumento nascosto delle case da villeggiatura; inoltre i migliora-menti fondiari e gli spianamenti sono ese-guibili per superfici ridotte nel modo di rend-ere possibile la lavorazione meccanica delle superfici vietando però nello stesso momen-to spianamenti vasti ed eccessivi. L’utilizza-zione forestale è consentita anche per il futuro con metodi naturali per favorire la col-tivazione di alberi adattati alla zona. Per garantire il mantenimento dei prati a larice il prelievo di alberi nonché l’estirpazione di ceppaie sono legati alla presenza di suffi-ciente rinnovazione del larice stesso. Inoltre il piano prevede per la zona di tutela paesaggistica „Monzoccolo“ un regolamento della circolazione veicolare con un generale

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divieto di traffico nella zona, tranne sulla strada pubblica tra Valas e Meltina. Per i gestori di terreni agricoli ed i proprietari fondiari sono previste delle autorizzazioni in base alla L.P. del 8 maggio 1990, inoltre il consiglio comunale potrà approvare la circo-lazione veicolare su singole strade alpicole durante il periodo invernale. Zona agricola di interesse paesaggistico I terreni agricoli con i masi caratteristici, edificati secondo le tipiche tecniche di costruzione locali, sono una componente importante della tipologia paesaggistica esi-stente. Rappresentano un paesaggio modi-ficato dall’attività umana nel corso del tempo e per questo sono un’espressione della tradizione storico-culturale della zona. L’individuazione come zona agricola di interesse paesaggistico persegue l’obiettivo di garantire – senza limitare l’attività agri-cola – un inserimento armonico delle costruzioni e dei interventi ammessi secon-do la legge urbanistica ed un loro adatta-mento alla struttura paesaggistica ed inse-diativa esistente. L’autorizzazione di tutela paesaggistica viene generalmente conces-sa dal sindaco. Paesaggio naturale Il bosco, i prati e pascoli alberati, il verde alpino e pascoli, la zona rocciosa, le siepi ed arbusti nonché le zone paludose e le acque vengono classificati come paesaggio naturale. Sono di particolare importanza dal punto di vista della tutela paesaggistica ed ambientale, sia come fattore determinante per la protezione ed il microclima, sia perché formano un habitat ideale per tutta una serie di specie animali tipiche e sono parte integrante fonda-mentale della struttura della zona, del suo equilibrio ecologico e della sua funzione ricreativa. In generale, per garantire a queste superfici uno sviluppo sostenibile,

sono sufficienti gli strumenti urbanistici, nonché la legislazione vigente in materia forestale. Anche le superfici definite a livello carto-grafico come prati e pascoli alberati rientrano nella categoria Paesaggio natu-rale. La rada presenza di alberi non com-porta solo un arricchimento per il quadro paesaggistico, variandolo, ma protegge questi terreni anche dall’inaridimento: migliora il microclima riparandolo dai venti, impedisce la dispersione della neve, chiude con l’apparato radicale profondo degli alberi il ciclo delle sostanze nutritive e filtra un po’ i raggi del sole. Ne conseguono migliori condizioni di crescita per l’erba. Fonda-mentalmente l’utilizzazione forestale deve essere limitata alla crescita naturale e si deve provvedere alla rinnovazione degli alberi. Laddove si denota una certa prepon-deranza dell’ abete rosso, questo dovrebbe essere tagliato più degli altri alberi. Infatti, l’abete rosso può soppiantare le altre specie arboree e provocare oltre ad un’uni-formazione del quadro paesaggistico anche danni considerevoli all’utilizzazione agricola. Come albero a radici superficiali influisce su un’area piuttosto estesa sulla crescita dell’erba, perde aghi più difficilmente decomponibili e produce più ombra. Si deve rinunciare ad asportare le ceppaie, in quanto il rilievo mosso del terreno è una caratteristica di queste superfici alberate e proprio i punti con i ceppi sono interessanti per la rinnovazione degli alberi. I corsi dei torrenti nelle zone agricole, dal punto di vista della tutela naturale, rivestono una particolare importanza come habitat acquatici. Rappresentano importanti corridoi naturali. Soprattutto nelle zone più forte-mente antropizzate la loro funzione ecolo-gica è comunque in gran parte danneggiata in modo rilevante (a causa dell’edificazione, del restringimento e raddrizzamento, dell’in-quinamento idrico e le derivazioni d’acqua) e con ciò anche la flora e la fauna che sono legate a queste posizioni. Per gli anfibi, ma anche per altri animali in pericolo di estin-zione, questi fossi rappresentano dei rifugi insostituibili. Da non trascurare, infine, gli

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Negli ultimi anni il numero delle zone paludose è calato fortemente; drenaggi, bonifiche ed inten-sificazioni nell’agricoltura hanno causato la loro riduzione in modo drammatico minacciando le specie caratteristiche di questi habitat.

uccelli acquatici che soprattutto durante il periodo della nidificazione e della cova sono molto sensibili ai disturbi. È importante anche la presenza di una vegetazione ripariale intatta e spontanea che è parte integrante di qualsiasi corso d’acqua. Per questi motivi tutti i fossi di bonifica non possono essere interrati o incanalati. Anche le zone umida vengono general-mente individuate nel piano paesaggistico, perché queste oggigiorno sono state in gran parte eliminate oppure fortemente ridotte nella loro estensione. Le zone umide rivestono molteplici funzioni di ecologia paesaggistica. Esse arricchiscono il pae-saggio, ma rappresentano soprattutto degli habitat di alto valore per molte specie vegetali ed animali minacciate. Va citata anche la loro importanza per l’equilibrio idrico grazie alla loro funzione di serbatoio idrico grazie alla loro funzione di serbatoio che è fondamentale per una zona con carenze idriche come il Monzoccolo. Per questo motivo tutte le zone umide, anche se non sono appositamente vincolate, sono degne di essere conservate e non possono essere prosciugate.

Biotopi Già nel piano paesaggistico del 1981 sono stati individuati sei biotopi nel territorio comunale; si tratta generalmente di zone umide di particolare interesse ecologico, che sono rimasti invariati in un ambiente coltivato e modificato dall’attività umana. Un nuovo biotopo sul prato umido “Spiesser Krus” viene individuato nel presente piano paesaggistico come area di compensazione per un dissodamento di bosco e la bonifica della superfici per l’uso agricolo. Lo stagno “Seabl Lack” si trova nella zona boschiva a nordovest di Salonetto, accanto alla strada forestale per Verano ed è circondato da un bosco con abete rosso. Il piccolo stagno di profondità modesta si è sviluppato in un cariceto che nella parte centrale è ricoperto completamente dalla carice vesicosa e dalla carice spondicola; ai margini crescono ceppi di carice cenerina nonché il giunco comune e la mestolaccia comune, sulla riva a nord-est si estende la mazza d'oro. Il biotopo “Langmoos” è situato nel bosco Stehlen a sud-ovest del maso Fieberer. La torbiera bassa piuttosto bagnata si estende in una piccola valle torbosa, che nella parte inferiore, settentrionale è piana e larga, e diventa più ripida e stretta nella parte superiore. Un ruscellino garantisce il defluì-so delle acque. Il biotopo si è sviluppato da un prato a strame che una volta veniva sfalciato, ed ha una vegetazione con

In mezzo del meraviglioso bosco „Stehlenwald“ giace in una valle umida la palude „Langmoos”.

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Lo stagno Strommer è quasi completamente ri-coperto di canneto; mentre la superficie acqua-tica è delimitata da una diga sotto lo steccato a valle, prosegue la vegetazione a canneto anche sull’argine adiacente.

gramigna liscia e l’erioforo a foglie larghe, inoltre si trovano carice gialla, trifoglio fibrino, morso del diavolo, carice di Davall, orchidea a foglie larghe e parnassia. Nella parte centrale dove aumenta l’inclinazione si trova nei solchi piani scorrenti la giunchina a cinque fiori, mentre nella parte superiore della torbiera cresce soprattutto l'equiseto palustre. Lo stagno “Strommer” è situato a nord-ovest di Meltina sopra il maso Egger. Su tre lati è circondato da un bosco di abete rosso con larici, mentre a sud viene separato dai prati sottostanti da una diga ricoperta di canneto. Il piccolo stagno è circondato da una larga fascia di canneto, la restante superficie d'acqua è coperta da tappeti di alghe, inoltre cresce anche la lisca del Tabernemontano. Lo stagno è anche un habitat importante per insetti acquatici ed anfibi.

La torbiera “Tammerlemoos” è situata a sud del Rifugio Lavenna ed è circondata da prati a sfalcio. Nonostante il turbamento del bilancio idrico a causa di un fossato collocato a nord ai piedi del pendio, nella parte settentrionale e centrale si è svilup-pato un canneto con sparsa crescita di pini. In alcune fosse di torba riempite d’acqua cresce anche l'erba vescica minore. Nella parte meridionale prevale la gramigna liscia, nello strato inferiore si trovano molte specie

Il biotopo „Tammerle Moos“ è situato in una conca, nella quale si raccolgono le acque delle zone superiori dei dintorni.

di cariceti di piccole dimensioni calcarei. Oltre a carici crescono l'erioforo a foglie larghe, l'elleborine palustre, l'orchidea pal-mata, la parnassia, la tajola comune e la primula farinosa. La torbiera “Niedermoos” si trova sopra Frassineto nei pressi della strada che porta sullo Salto. Nella vegetazione prevale la gramigna liscia, inoltre crescono diverse specie di carice, nonché la giunchina con una brattea, il giunco nodoso, la parnassia ed il giuncastrello alpino. Gran parte della torbiera è ad umidità alternata e si asciuga di più in estate. Notevole è la presenza della gentiana metimborsa che è diventata molto rara. I tre laghetti Tschaufen sono circondati da un bosco con abete rosso e pino silvestre.

A prescindere dalla vegetazione marginale con canneto lo stagno a ovest sul Colle del Giovo è ricoperto in maggior parte dall’equiseto fluviatile.

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Lo stagno inferiore è situato nei pressi della strada sopra il rifugio del Giovo e si è formato sopra un argine artificiale. Nell'ac-qua cresce la brasca comune, nella zona d'interramento si è sviluppato una fascia con l'equiseto fluviatile, mentre sulla riva ad est c'è un raggruppamento di tifa latifolia. Un po' più sopra si trova una torbiera bassa con una vegetazione di lisca minore e di erioforo. Salendo si arriva al secondo sta-gno, il terzo stagno è situato verso ovest. Entrambi sono dominati dalla crescita dell'equiseto fluviatile e sporadicamente del-la tifa latifoglia. Inoltre vi crescono il trifoglio fibrino e la brasca comune e sulle aree adiacenti la carice fosca e la giunchina.

Il prato umido Spiesser Krus è situato al di sopra di Salonetto in mezzo a un bosco promiscuo con abete rosso, pino e alberi latifoglie. La superficie attualmente viene pascolata ed è caratterizzata da alcuni aval-lamenti e conche umide dove crescono del-le specie delle zone paludose. Un ristagno dello scarico abbassato artificialmente potrebbe aumentare sia il carattere umido del biotopo che anche la ritenzione dell’acqua nella zona. Monumenti naturali Nel presente piano paesaggistico del Co-mune di Meltina un faggio viene individuato come monumento naturale. Si trova sul

Sul Colle del Giovo si trova accanto al sentiero escursionistico un bellissimo faggio. Come specie tipica dei vicini boschi di forra questo albero viene individuato monumento naturale.

Monumento naturale Stoanerne Mandln

Colle del Giovo in vicinanza del sentiero e si offre in questo senso in modo magnifico di presentare ad un vasto pubblico questa preziosa specie che insieme all’abete bianco emerge dal vicino bosco di forra per occupare il margine dell’altopiano. Inoltre è individuato l’acero di monte solitario a Lanfgenn, con un’altezza di ca. 15 m ed un diametro della chioma di 17 m mostra una dimensione imponente e rappresenta un arricchimento del paesaggio culturale circo-stante. Il tronco ha una circonferenza (a petto d’uomo) di ca. 2 m che corrisponde ad un diametro di incirca 60 cm. Anche i Piramidi di terra ad est di Meltina nonché gli ometti degli „Stoanernen Mandln“ vengono individuati nel piano pae-saggistico come monumenti naturali. Questi ultimi sono ben stati formati dall’attività umana, ma con l’individuazione è possibile tenere conto dell’intera collina ed alla sua importanza sotto l’aspetto paesaggistico. Tutela degli alberi Al patrimonio arboreo ed in generale al verde delle zone abitate spettano funzioni molto importanti. Lo spazio occupato dagli insediamenti umani aumenta continuamente e di conseguenza si accresce la necessità di lasciare alla natura il suo spazio anche in tali aree. Le aree verdi rappresentano un habitat naturale per numerose specie vegetali e animali e contribuiscono quindi alla conservazione della biodiversità. Ogni macchia di verde urbano rappresenta anche

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terreno in filtrabile che contribuisce quindi a salvaguardare il livello della falda freatica ed a diminuire il deflusso superficiale delle acque piovane. Anche l’immagine del paese viene caratterizzato decisamente dal verde esistente e particolarmente gli alberi ad alto fusto saltano nell’occhio. Generalmente il verde nelle zone abitate ha un effetto sostanziale sulla qualità della vita delle persone residenti, tra i cui bisogni c’è anche un buon contatto con la natura. Per questi motivi il verde è da trattare con la necessaria precauzione. Altre funzioni im-portanti sono la protezione dal vento e dai rumori, nonché il contenimento del livello di inquinamento (polvere e sostanze nocive). Per il taglio degli alberi nelle zone abitate, nonché degli alberi da frutto ad alto fusto e quelli ornamentali nel verde agricolo non è

previsto il previo nulla osta da parte dell’autorità forestale. In questi casi, d’ora in poi, deve essere richiesta l’autorizzazione paesaggistica da parte del sindaco se le piante hanno raggiunto uno sviluppo in diametro del fusto superiore a 30 cm (misurato all’altezza del petto d’uomo). Si deve sottolineare in questa occasione il valore degli alberi da frutto sparsi. I vecchi peri e meli nell’ambito dei paesi o presso masi singoli rappresentano elementi prege-voli del paesaggio coltivato e rivestono una grande importanza paesaggistica. Sono testimonianza di un antico modo di praticare la frutticoltura e in molti casi vi sono fra loro magnifici esemplari, che non risaltano tanto per la loro grandezza, quanto per la loro età, per i tronchi nodosi e la fitta ramifica-zione.

Sopra il centro abitativo di Meltina si è formato un paesaggio culturale variopinto; tra i masi sparsi si trovano prati, alberi da frutto sparsi e siepi che offrono differenti habitat piccoli e che rivalutano l’immagine estetico del paese.

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I fiori e frutti sugli alberi sottolineano la loro importanza per il paesaggio. Infine, non può essere dimenticata la produzione della frutta (trattandosi di una produzione biologica), che si può avere con cure colturali relativamente limitate.

Siepi, cespugli ed alberi da frutta a sfruttamento estensivo contribuiscono alla variabilità ecolo-gica ed aumentano il valore dell’immagine paesaggistico di una zona.

Arbusti, muri a secco, vie lastricate ed altri percorsi di interesse storico-culturale Tutte le vie lastricate (e i resti di esse), i muri a secco e gli argini in pietrame, le siepi e gli arbusti vengono tutelati, perché abbel-liscono il paesaggio coltivato ed offrono un habitat ad un gran numero di specie animali e vegetali. Anche altri percorsi di interesse storico-culturale possono essere valorizzati insieme alle loro recinzioni tradizionali in legno e sono da conservare.

Zone di tutela archeologica Le zone di tutela archeologica vengono inserite nella cartografia secondo le indica-zione della Ripartizione Beni culturali, che è competente anche delle autorizzazioni di scavo.

Alberi da frutto sparsi sono un simbolo di vecchie tradizioni contadine e per questo formano una parte dei nostri paesi e masi.

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4. Sviluppo e cura del paesaggio I vincoli paesaggistici non bastano Il presente piano rappresenta quasi esclu-sivamente uno strumento di tutela per sin-gole zone e per determinate specie animali e vegetali, per elementi naturali e culturali ecc. Ma la tutela da sola non basta. Il paesaggio è sottoposto ad un continuo sviluppo, che va pilotato. Soprattutto i settori della cura e della valorizzazione del paesaggio (eliminazione di deficit di ecolo-gia del paesaggio, rinaturalizzazioni) hanno bisogno di ulteriori strumenti. Ciò riguarda sia il paesaggio coltivato che gli insedia-menti. Si tratta di misure di tutela attiva del paesaggio per le quali è particolarmente richiesta l’iniziativa delle autorità locali o degli utilizzatori ed ha poco senso che esse vengano imposte dall’alto (come formal-mente accade nel caso delle misure di tutela). Progetto di sviluppo paesaggi-stico per il Comune L’elaborazione delle linee guida natura e paesaggio o del progetto di sviluppo pae-saggistico rende possibile la partecipazione attiva del Comune allo sviluppo paesaggi-stico. Anche l’inventario paesaggistico, il regolamento del verde urbano, il piano di gestione del verde per le aree insediative e il programma per la gestione del paesaggio culturale contribuiscono ad un migliora-mento del tutela naturale e del paesaggio all’interno del Comune. Infine, essendo state ampliate le competenze decisore del Comune, nelle amministrazioni locali è richiesta una maggiore competenza tecnica. Per la tutela della natura e del paesaggio il Comune rappresenta un ambito di attività molto interessante: da una parte vi si formano importanti decisioni definitive e preliminari su tutti i progetti, dall’altra lo

stretto contatto con la popolazione facilita l’accettazione dei progetti da parte della popolazione stessa. Partecipazione dei cittadini ed informazione

Importanti punti di incontro fra gli utilizzi e la tutela paesaggistica (fonte: linee guida natura e paesaggio in Alto Adige)

Per la realizzazione di misure di tutela del paesaggio è essenziale la partecipazione dei cittadini. Uno sviluppo sostenibile del paesaggio può riuscire solo se le misure previste vengono sostenute dalla popola-zione. Perciò è importante che, sia nella predisposizione che nella realizzazione di un piano paesaggistico, vengano coinvolti tutti i fruitori del territorio, al fine di eliminare possibili conflitti di utilizzo. Nell’ambito della tutela della natura è fondamentale anche l’informazione generale e l’educazione dei cittadini, dato che l’uomo rispetta e tutela solo ciò che conosce! Misure di promozione Un ulteriore strumento per la cura del paesaggio è rappresentato dalle misure di promozione. La Provincia autonoma di Bolzano, tramite il regolamento CE n. 1698/2005, elargisce premi per la cura del paesaggio a favore di una agricoltura

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ecocompatibile. Esistono ad esempio premi incentivanti per la coltivazione e la cura di prati di montagna ricchi di specie, di prati magri, che nel nostro paesaggio sono stati spesso decimati e i cui resti contri-buiscono ad arricchire il nostro ambiente. Viene incentivata anche la cura di prati umidi, paludi e prati in biotopi di bosco ripariale e vengono erogati premi per la rinuncia al pascolo nelle torbiere. Altri premi riguardano la conservazione e la cura di prati e pascoli alberati con larici, nonché l’impianto ed il mantenimento di siepi e cespugli in zone coltivate. In collaborazione con l’autorità forestale, il Comune può intervenire per favorire il ricorso a tali incentivi. Inoltre sono previsti anche contributi per la conservazione e la cura di elementi paesaggistici quali i tetti in scandole e in paglia, i recinti tradizionali, i muri a secco, nonché di altre testimonianze di architettura rurale e di forme di coltivazione tradizionali. Altre misure di tutela del paesaggio per cui sono previsti incentivi sono, ad esempio, l’eliminazione di recinzioni metalliche, la posa sotterranea delle condutture a cielo aperto, la creazione di stagni per anfibi, la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua prece-dentemente regimentati ecc., nonché vari progetti di didattica ecologica. Linee guida natura e paesaggio in Alto Adige Le linee guida natura e paesaggio in Alto Adige - il piano di settore LEROP per quanto attiene alle materie natura e paesaggio – contengono direttive generali e strategie di attuazione per la salvaguardia a lungo termine del paesaggio altoatesino quale spazio naturale, di vita ed economico. La sola autorità preposta alla tutela del paesaggio non riesce a raggiungere questo obiettivo. È necessario coinvolgere in que-sto compito tutti i settori che fruiscono del paesaggio (agricoltura, foreste, idrologia, turismo, tempo libero e attività ricreative, urbanistica). Il suddetto piano analizza ampiamente i punti di contatto fra i vari fruitori del paesaggio, i potenziali conflitti,

come pure gli interessi comuni. Inoltre, nelle linee guida sono rappresentati gli strumenti e le strategie di tutela della natura e del paesaggio.

Nel piano di settore LEROP vengono definite le direttive per la pianificazione paesaggistica

Il piano di settore fornisce anche una rappresentazione del paesaggio altoatesino in varie fasce paesaggistiche; per ciascuna di esse vengono descritti l’importanza della tutela della natura, i rispettivi problemi e conflitti, le finalità di utilizzo, le finalità di tutela o di sistemazione e le misure neces-sarie per realizzare tali obiettivi. Perciò, per il lavoro quotidiano di tutela della natura e del paesaggio all’interno dei Comuni, proprio questa parte del piano di settore può rappresentare un ausilio interessante. Secondo le linee guida natura e paesaggio in Alto Adige il territorio comunale di Meltina è suddiviso in 6 fasce paesaggistiche. Qui di seguito sono elencate le suddette sei fasce insieme alle misure di gestione previste dal piano di settore per un’attiva tutela del paesaggio:

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a) Fascia paesaggistica – Insedia-menti

Provvedimenti: • evitare la dispersione degli insediamenti • realizzazione a regola d’arte di case (in-

tegrazione nel paesaggio e nelle costruzioni esistenti, scelta del materiale, riutilizzo delle acque piovane, evitare di sigillare il terreno, infiltrazione delle acque piovane ecc.)

• mantenimento e creazione di aree verdi (fra cui anche rinverdimenti di tetti e facciate) e cura del verde secondo criteri di naturalità

• mantenimento degli elementi ecologici degli insediamenti e loro collegamento con il territorio circostante attraverso siepi, viali ecc.

• piani ecologici di attuazione e di recupero • predisposizione di piani di gestione del verde • elaborazione di un regolamento del verde

urbano • sviluppo delle reti pedonali e ciclabili • creazione di zone ricreative attraenti

b) Fascia paesaggistica – Fondivalle

e pendii bassi a specializzazione frutticola

Provvedimenti: • tutela di tutti i valori naturalistici (siti umidi e

secchi, arbusti e cespugli), cura e mante-nimento dei fossi d’acqua

• reintroduzione di elementi paesaggistici (gruppi di piante arboree e arbustive, ristrut-turazione di torrenti e ruscelli, realizzazione di bacini acquatici come habitat per anfibi e riassesto ecologico di aree umide artificiali tipo laghetti scavati)

• creazione di idonee zone tampone nei pressi delle acque al fine di ridurre la diffusa introduzione di fitofarmaci e sostanze nutri-tive

• sistemazione seminaturalistica dei corsi d’acqua, allargamento dei corsi d’acqua nelle sezioni

• limitazione del pascolo nei boschi riparali con esclusione assoluta in alcuni tratti definiti

• mantenimento degli impianti tradizionali di irrigazione “Waale”

• rielaborazione degli incentivi agricoli nel senso di un’agricoltura biologica risp. esten-siva (realizzazione di corridoi naturali, cura degli elementi paesaggistici all’interno dei frutteti, messa a dimora di cespugli, siepi e posa di muri a secco)

• definizione della capacità ricettiva compati-bile al paesaggio in regioni turistiche

c) Fascia paesaggistica – Versanti delle valli a vegetazione sub-

mediterranea

Provvedimenti: • mantenimento dell’attuale struttura di utilizzo

attraverso la precisa applicazione della legge forestale al fine di evitare un ampliamento strisciante di superfici coltivate nelle foreste fitte

• rielaborazione del sistema di incentivi agricoli per favorire una gestione estensiva e man-tenimento della struttura a piccole superfici del sfruttamento agricolo

• cura mirata del bosco al fine di respingere la robinia e di altri alberi estranei

• consentire il pascolo boschivo come stru-mento per diradare i boschi (ad es. limitari di boschi radi di roverella)

• mantenimento dei prati ardii liberi attraverso il pascolo

• divieto di ampliamento dell’area edificabile nelle aree insediative disperse

• incentivi alla coltivazione di frutteti tradizio-nali ad alto fusto

• nell’ambito dell’ordinamento forestale va conservato l’utilizzo del bosco ceduo quale forma di utilizzo ecologicamente favorevole

• va portato avanti il sostegno ai castagneti soprattutto la cura del sottobosco e della rinnovazione

d) Fascia paesaggistica – Zone agri-

cole di montagna

Provvedimenti: • mantenimento delle forme tradizionali della

coltivazione e adattamento graduale della concentrazione del bestiame

• riduzione del grado di intensità tramite incentivi con premi per il mantenimento e la cura del paesaggio

• sovvenzioni per il mantenimento e la cura di elementi paesaggistici (siepi, muri a secco, argini in pietrame, siepi, ecc.)

• eliminazione degli incentivi per modifiche del terreno, eliminazione di elementi strutturali rilevanti per il paesaggio, prosciugamento di siti umidi, irrigazione di siti aridi

• verifica degli incentivi alla costruzione di allacciamenti viari

• disciplina del pascolo boschivo in base alle caratteristiche dei siti

• tutela delle acque (sistemazione ecologica dei ruscelli, rivitalizzazione, regolamento sull’utilizzo del liquame, zone di tutela idrica ecc.)

• definizione della capacità ricettiva compati-bile al paesaggio in regioni turistiche

• predisposizione di inventari paesaggistici e di piani per la valorizzazione del paesaggio rurale

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e) Fascia paesaggistica – Bosco

Provvedimenti: • mantenimento delle associazioni di bosco

come obiettivo generale e individuazione di zone di tutela per boschi rappresentativi

• estromissione di zone sensibili per la tutela di specie minacciate (ad es. rapaci)

• gestione boschiva seminaturalistica • determinazione dei provvedimenti per la cura

dei margini boschivi (incentivi) • mantenimento delle forme tradizionali di

utilizzo molteplice del bosco (ad es. pascolo boschivo)

• determinazione del corretto fabbisogno di strade forestali con rispettiva salvaguardia dell’ambiente

• determinazione ed attuazione dei piani di abbattimento degli ungulati e abbandono della pratica di foraggiamento degli ungulati

• limitazione dell’ampliamento di zone sciisti-che e limitato impiego di cannoni da neve

f) Fascia paesaggistica – Ambiente alpino ed alte quote

Provvedimenti: • mantenimento dell’alpeggio tradizionale con

un adattamento graduale delle intensità d’utilizzo (adeguamento della densità dei capi di bestiame)

• gestione dell’utilizzo tramite un sistema di incentivi all’agricoltura orientato all’aspetto ecologico

• eliminazione degli incentivi alle modifiche paesaggistiche ed alle opere di prosciuga-mento

• predisposizione di inventari paesaggistici e di piani per la valorizzazione del paesaggio rurale

• mantenimento e rigenerazione di ampie torbiere, tutela di tutte le torbiere esistenti e delle loro associazioni vegetali generatrici di materiale torboso

• limitazione dell’ampliamento di zone sciisti-che e dell’impiego di cannoni da neve

• utilizzo del bene idrico pubblico risp. regola-zione idrica secondo criteri ecologici (ad es. interventi di sicurezza di ingegneria biolo-gica)

• regolazione mirata del flusso dei visitatori (costruzione di sentieri su tronchi d’albero attraverso le torbiere, recinzione di settori critici, individuazione di idonei percorsi equestri, individuazione di zone di rispetto per la fauna selvatica)

aggiornato: mag-18