MECCANICA -...
Transcript of MECCANICA -...
���������������������������������
��� ����� ����������� ����� ������������������������������������� ���������
Negli ultimi tempi con le nuove leggi comunitarie e nazionali, con
le quali si dà ampio spazio alla produzione di energia da fonti
alternative non di origine petrolifera, si sono sviluppate delle
tecnologie e processi mirati a tale scopo.
Tra questi occupa un posto di primo piano la spremitura di semi
oleosi, quali soia, colza, girasole, per ottenere oli idonei alla
combustione in motori diesel a bassa velocità collegati ad
alternatori per la produzione di energia elettrica e termica sotto
forma di acqua calda a 90°C o vapore (cogenerazione), ed
ottenere come sottoprodotto panello di alta qualità da
commercializzare separatamente come alimento zootecnico. In
alternativa l’olio vegetale prodotto può trovare impiego nella
produzione di bio-carburanti, anche per autotrazione (biodiesel).
Come ulteriore effetto positivo e tutt’altro che secondario, queste
iniziative legislative hanno il fine di supportare anche il settore
agricolo in crisi, soprattutto in questo tipo di colture, anche in
sostituzione della barbabietola da zucchero ormai in via di
dismissione. E’ evidente, quindi, l’opportunità di innescare un
processo virtuoso e sostenibile su più fronti:
• Aiutare il settore agricolo incentivando alcuni tipi di colture,
evitando, nel contempo, la competizione nell’utilizzo dei terreni
agricoli destinati all’alimentare;
• Produrre panello di elevato standard qualitativo come
alimento zootecnico;
• Produrre contemporaneamente energia pulita, sia elettrica
che termica, attraverso la cogenerazione (CHP Combinated
Heat and Power), che consente vantaggi rilevanti rispetto alla
generazione delle stesse quantità di energia prodotte con
processi separati; infatti il valore aggiunto di un sistema
cogenerativo consiste nella possibilità di produrre energia
elettrica e, allo stesso tempo, recuperare quel calore che di
solito rimane inutilizzato e viene disperso in atmosfera. Questa
energia termica, sotto forma di vapore, aria, acqua calda, o altro
(ad esempio olio diatermico, attraverso appositi sistemi di
scambio) è quindi un “sottoprodotto” pregiato del lavoro dei
motori cogenerativi e, soltanto un suo proficuo utilizzo, giustifica
l’acquisto e l’istallazione di un cogeneratore. Questa energia
termica, a seconda dell’utenza a cui si applica, può diventare
acqua calda sanitaria e per il riscaldamento, in sostituzione delle
tradizionali caldaie, oppure calore di processo per utenze
industriali. Il calore in esubero può essere messo in rete
(teleriscaldamento) o, in alcuni casi, opportunamente
accumulato in serbatoi termicamente isolati, per un utilizzo
posticipato rispetto alla produzione, anche eventualmente per la
produzione del freddo o in unità di trattamento dell’aria (se si ha
produzione contemporanea anche di freddo si parla di
trigenerazione). In termini di efficienza, un impianto di
cogenerazione presenta rendimenti medi complessivi intorno
all’80%. Rispetto alla produzione separata di calore ed
elettricità, l’aumento di efficienza è circa il 30-40%.
Lo schema illustrato rappresenta un
esempio realistico dei possibili vantaggi
energetici della cogenerazione. Partendo da
100 unità di energia primaria, cioè di
combustibile (in rosso), un impianto
cogenerativo può ricavarne 38 di elettricità
(in giallo) e 45 di calore utile (in blu), mentre
le perdite (in grigio) sono di 17 unità.
Per ricavare la stessa quantità di calore ed
elettricità a partire da due impianti separati
(vedi immagine sottostante), come di solito
avviene, invece di 100 unità di combustibile
ne occorrono 148 (53+95).
La cogenerazione, quindi, assicura in
questo caso un risparmio di combustibile
pari al 33% rispetto alla produzione
separata di energia termica ed elettrica. Si
può vedere come le perdite, in caso di
produzione separata, siano imputabili
soprattutto agli impianti tradizionali di
produzione di energia elettrica, in cui
mediamente quasi 2/3 dell’energia
contenuta nel combustibile in entrata, se ne
va dal camino sotto forma di calore.
(fonti: www.nextville.it – www.rinnovabili.it)
Altro aspetto interessante è che l’uso di questa fonte di energia rinnovabile, può trovare applicazione
in ogni situazione. La possibilità di dimensionare e personalizzare l’impianto a seconda delle
specifiche necessità, consente di posizionarlo in qualsiasi realtà, senza particolari problemi di
ingombro, rumorosità, odori sgradevoli o altri disturbi nel caso di presenza di zone abitate nelle
vicinanze.
Inoltre una volta ottenuto l’olio vegetale puro tracciato, si può decidere, a seconda delle esigenze della
clientela, e del contesto in cui si va ad operare, se destinarlo alla cogenerazione, con l’impiego quindi
di motori opportunamente adeguati a questo scopo, oppure trasformarlo, con un idoneo trattamento
successivo, in bio-carburante che può essere bruciato in qualsiasi motore diesel, in alternativa al
gasolio.
Quest’ultima ipotesi può trovare maggiore interesse in quelle realtà che necessitando solo di energia
elettrica, ed avendo facilmente a disposizione normali motori diesel, non giustificano i maggiori costi di
un impianto di cogenerazione che non avrebbe ragione di essere istallato.
I primi impianti realizzati per la produzione di olio vegetale combustibile si basavano su una semplice
spremitura, dalla quale si ottenevano oli dalle caratteristiche chimico-fisiche non adeguate che
determinavano seri problemi ai motori, anche se questi erano stati preventivamente adattati al nuovo
tipo di combustibile.
Di conseguenza è sorta la necessità di intervenire su questo aspetto e, quindi, di mettere a punto un
processo di lavorazione e raffinazione che consente di far rientrare gli oli ottenuti nei parametri
analitici imposti dai costruttori dei motori e dalle norme UNI/TS 11163 (classe A) del dicembre 2009
che fissano tali requisiti.
Impianto per la produzione di olio di semi di
colza o girasole
Reattori e serbatoi riscaldati con agitatori
per il trattamento dell’olio prodotto
Raccolta del panello
prodotto
Coclee di
distribuzione per la
seconda pressione
Trasportatore
riscaldato del seme
verso la pressa
Schema del processo di estrazione, trattamento e utilizzo dell’olio
estratto dalla soia e del relativo panello.
SEME DI SOIA
ESTRUSO
SPREMITURA MECCANICA
TRATTAMENTO,
RAFFINAZIONE,
FILTRAGGIO OLIO
PANELLO
RAFFREDDATO PER
USO ZOOTECNICO
REDDITO VENDITA
ENERGIA
REDDITO
VENDITA
PANELLO
STOCCAGGIO OLIO
RAFFINATO
COGENERATORE
ALLA RETE
ENERGIA
ELETTRICA
ENERGIA
TERMICA(acqua calda o
vapore) Riutilizzata nel processo di
produzione e trasformazione
dell’olio o in altre attività
industriali e/o civili (ad esempio
in rete)
BIO-CARBURANTE
COMUNI MOTORI
DIESEL
SEME DI COLZA O GIRASOLE
ESSICCATO
SPREMITURA MECCANICA
TRATTAMENTO,
RAFFINAZIONE,
FILTRAGGIO OLIO
STOCCAGGIO OLIO
RAFFINATO
PANELLO
RAFFREDDATO PER
USO ZOOTECNICOCOGENERATORE
ALLA RETE
REDDITO VENDITA
ENERGIA 0,28€/Kwh
REDDITO VENDITA
PANELLO
1a PRESSIONE
2a PRESSIONE
macinatura
ENERGIA
ELETTRICA
ENERGIA
TERMICA(acqua calda o
vapore) Riutilizzata nel processo di
produzione e trasformazione
dell’olio o in altre attività
industriali e/o civili (ad
esempio in rete)
BIO-CARBURANTE
COMUNI MOTORI
DIESEL
Schema del processo di estrazione, trattamento e utilizzo dell’olio
estratto dalla colza e dal girasole e dei relativi panelli.
SPREMITURA SEME DI SOIA
������������������������������������
��� ������� ������� ������� ��������������������������������
PERDITE
15%
1 T/hSEME DI SOIA ESTRUSO
2% 83%
SPREMITURA SEME DI COLZA
�� ������� ������� ������� ���������
�������������������� ��������������������������������
1 T/hSEME DI COLZA
ESSICCATO
PERDITE
37% 1,5% 61,5%
SPREMITURA SEME DI GIRASOLE
�� ������� ������� ������� ���������
��������������������������������������������������������
1 T/hSEME DI GIRASOLE
ESSICCATO
PERDITE
39% 1,5% 59,5%
* i panelli di soia ottenuti tramite un
processo di spremitura a freddo, quindi
senza l’utilizzo di solventi, presentano
elevati standards qualitativi, con un
contenuto residuo di olio di circa il 6 – 7%
e con un’attività ureasica nella norma,
quindi, direttamente utilizzabili come
alimento zootecnico altamente proteico e
di ottima qualità.
RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DELLE
QUANTITA’ DI SEME LAVORATO E DELLE RESE
COGENERAZIONE
�������������
���� �
���
�����
������ ��
�� �����
��� ��
���������
�����
���� ���
�� �����
����
����������������� !"�
�# �����������
�����������
���#��������
����������
����$����������� ��
�%� $ ���#� ����
�&����%���
����������� ��
* le percentuali di energia elettrica e termica
prodotte possono variare in funzione dei tipi di
cogeneratori impiegati
RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DELL’ENERGIA PRODOTTA IN UN SISTEMA
DI COGENERAZIONE IN RELAZIONE AD UNA DETERMINATA QUANTITA’ DI OLIO
DI SEMI RAFFINATO.
Quanto sopra esposto ed illustrato sinteticamente costituisce, a titolo esemplificativo, solo una
breve panoramica delle varie opportunità offerte da questi nuovi processi.
L’implementazione di tali processi, sulla base di quanto analizzato e sperimentato, può
senz’altro costituire una valida occasione per la produzione di energia da fonti alternative e
rinnovabili attraverso un procedimento “virtuoso” e “naturale” dal quale estrarre, nel contempo,
ingredienti per uso zootecnico di elevato standard qualitativo.
Conseguentemente, in tal modo, per l’Azienda che realizzi tali impianti, esiste la possibilità di
“diversificare” il reddito rispetto a quello strettamente derivante dalla propria attività principale.
Nelle pagine precedenti tutte le considerazioni sono
state riferite ai semi più comunemente impiegati in Italia
e in Europa, soia, colza e girasole; ma tali processi
possono trovare impiego più o meno con le stesse
caratteristiche, o con lievi modifiche, utilizzando come
materia prima altre varietà di semi. Su questo aspetto
notevole interesse suscita la Jatropha Curcas, una
pianta originaria dei Caraibi, che si sta rivelando una
vera speranza per l'Africa.
Riuscendo a crescere in terreni semi-aridi e in presenza
di scarse precipitazioni, non va ad intaccare le superfici
agricole destinate all’alimentare.
La Jatropha contiene anche la "jatrophina", fertilizzante
naturale: la sue foglie residue arricchiscono il suolo e lo
difendono dalla desertificazione (la pianta cresce anche
in condizioni di scarse precipitazioni ed è capace di
sopravvivere tranquillamente a due anni di siccità). Con
i residui della spremitura, si può ottenere un eccellente
fertilizzante semplicemente aggiungendo dell'acqua.
I semi hanno un contenuto d'olio che si avvicina al 40%
e che promette di diventare un valido sostituto, con una
piccola modifica, del gasolio nei motori diesel. Si tratta
di un arbusto compatto, tradizionalmente usato come
siepe protettiva di orti e coltivazioni perché i suoi frutti
non sono graditi agli animali che ne rimangono alla
larga. Essa costituisce così una specie di "steccato
vivente" e può essere piantata e coltivata non solo per
proteggere i campi dagli animali selvatici e dal vento ma
anche per incrementare l'economia del villaggio.
Per queste sue caratteristiche la Jatropha Curcas si è
meritata l'appellativo di "oro verde del deserto".
Da tali considerazioni è emersa la volontà di studiare e
mettere a punto dei piccoli impianti ad hoc,
opportunamente dimensionati ed adeguati ai diversi tipi
di utenze, per poter mettere in condizione anche le
piccole realtà che non sono servite dalla rete pubblica,
di autoprodursi energia elettrica e termica, avendo a
disposizione la materia prima rappresentata dai semi
oleosi. Tra queste realtà rientrano sicuramente le
piccole comunità, missioni, ospedali isolati, villaggi ecc.
presenti nei paesi in via di sviluppo, che possono così
attivare una filiera, con conseguente impiego di
personale, che inizia dall’attività agricola di coltivazione
delle piante oleaginose, e prosegue con la spremitura
dei semi, la produzione e trattamento dell’olio ottenuto,
la sua combustione per la produzione di energia
elettrica e termica.
�������������
Via Scappia, 26 - 60038 San Paolo di Jesi (AN) Italia
Tel. (+39) 0731.702497 fax (+39) 0731.778051
www.domenicoricci.com [email protected]