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1 12 APRILE 2020: Nº 1335 NOTIZIARIO DELLA PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLO - P.zza XXV Aprile, 13 – 21040 GERENZANO (Va) Tel. 02-968 81 05 - Mail: [email protected] Molti cristiani, soprattutto nei Paesi dell'Est, portano avan- ti un'antica tradizione e il mattino del giorno di Pasqua si salutano così: “Il Signore è risorto”, a cui si risponde È veramente risorto!”. Il fatto della Risurrezione di Gesù è talmente sconvolgen- te, ha così tanto dell'incredibile, che si sente il bisogno di rimarcarlo con quel “veramente”. In realtà nulla è più ne- cessario di quel “veramente”, perché la risurrezione del Signore non è una semplice rianimazione, è la risurrezione di un morto! La Pasqua è la vittoria della vita sulla morte. Se Cristo è risorto vuol dire che il Padre ha gradito il suo modo di vivere, lo ha trovato conforme al suo disegno ori- ginario sull'uomo. La sua vittoria sulla morte è il segno del- la verità e della bontà della sua vita. Gesù è passato in mez- zo agli uomini “facendo del bene”. È vissuto amando gli uomini con un cuore libero ed è morto obbedendo al Padre con un abbandono fiducioso. Per questo il Padre lo ha pre- miato con la risurrezione. L'apostolo Paolo, nella Prima Lettera ai Corinti, scrive: Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti” (1Cor 15, 20). La risurrezione di Gesù non è privi- legio che riguarda Lui solo, ma evento che tocca tutta l'umanità, nessuno escluso. La morte, infatti, rivela la sua potenza in tutti gli uomini, destando paura e angoscia, co- me ben sappiamo in questo momento di pandemia. Essa è attiva e presente non solo nel momento dello spe- gnimento della vita fisica del corpo umano, ma anche pri- ma, in tutte quelle forme che attentano alla pienezza delle relazioni e della vita, come la solitudine, la mancanza di affetto, la malattia, l'incertezza del posto di lavoro, la po- vertà materiale e di senso… Gli uomini attendono, cercano a fatica -e a volte per cam- mini sbagliati- la buona notizia della vita più forte della morte, dell'amore più forte dell'odio e della violenza. Cristo, risorto e vivente per sempre, è la risposta vera al senso della vita. Una risposta che passa attraverso la testimonianza di uomi- ni e donne, che portano ancora oggi nel mondo quella vita nuova che l'incontro con il Vivente può dare. La fede nella risurrezione non è fuga dal mondo, ma im- mersione senza paura nel cammino dell'uomo, portando nel cuore il senso dell'eternità, che ci fa vivere, spendendo- ci per la costruzione della civiltà della verità e dell'amore, con lo sguardo rivolto alla meta che il Risorto ha inaugura- to per tutti. Buona Pasqua! don Franco e don Claudio MATTINO DI PASQUA… Entrando nel sepolcro, videro un giovane seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse: "Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il Crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l'avevano deposto. (Mc 16, 5-7) Mattino di Pasqua, dipinto di He Qi

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    12 APRILE 2020: Nº 1335

    NOTIZIARIO DELLA PARROCCHIA SS. PIETRO E PAOLO - P.zza XXV Aprile, 13 – 21040 GERENZANO (Va)

    Tel. 02-968 81 05 - Mail: [email protected]

    Molti cristiani, soprattutto nei Paesi dell'Est, portano avan-ti un'antica tradizione e il mattino del giorno di Pasqua si salutano così: “Il Signore è risorto”, a cui si risponde “È veramente risorto!”.Il fatto della Risurrezione di Gesù è talmente sconvolgen-te, ha così tanto dell'incredibile, che si sente il bisogno di rimarcarlo con quel “veramente”. In realtà nulla è più ne-cessario di quel “veramente”, perché la risurrezione del Signore non è una semplice rianimazione, è la risurrezione di un morto! La Pasqua è la vittoria della vita sulla morte. Se Cristo è risorto vuol dire che il Padre ha gradito il suo modo di vivere, lo ha trovato conforme al suo disegno ori-ginario sull'uomo. La sua vittoria sulla morte è il segno del-la verità e della bontà della sua vita. Gesù è passato in mez-zo agli uomini “facendo del bene”. È vissuto amando gli uomini con un cuore libero ed è morto obbedendo al Padre con un abbandono fiducioso. Per questo il Padre lo ha pre-miato con la risurrezione. L'apostolo Paolo, nella Prima Lettera ai Corinti, scrive: “Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti” (1Cor 15, 20). La risurrezione di Gesù non è privi-legio che riguarda Lui solo, ma evento che tocca tutta l'umanità, nessuno escluso. La morte, infatti, rivela la sua potenza in tutti gli uomini, destando paura e angoscia, co-me ben sappiamo in questo momento di pandemia. Essa è attiva e presente non solo nel momento dello spe-gnimento della vita fisica del corpo umano, ma anche pri-ma, in tutte quelle forme che attentano alla pienezza delle relazioni e della vita, come la solitudine, la mancanza di affetto, la malattia, l'incertezza del posto di lavoro, la po-vertà materiale e di senso… Gli uomini attendono, cercano a fatica -e a volte per cam-mini sbagliati- la buona notizia della vita più forte della morte, dell'amore più forte dell'odio e della violenza.Cristo, risorto e vivente per sempre, è la risposta vera al senso della vita.

    Una risposta che passa attraverso la testimonianza di uomi-ni e donne, che portano ancora oggi nel mondo quella vita nuova che l'incontro con il Vivente può dare. La fede nella risurrezione non è fuga dal mondo, ma im-mersione senza paura nel cammino dell'uomo, portando nel cuore il senso dell'eternità, che ci fa vivere, spendendo-ci per la costruzione della civiltà della verità e dell'amore, con lo sguardo rivolto alla meta che il Risorto ha inaugura-to per tutti.

    Buona Pasqua!

    don Franco e don Claudio

    MATTINO DI PASQUA…

    “Entrando nel sepolcro, videro un giovane seduto sulla destra, vestito d'una veste bianca, ed

    ebbero paura. Ma egli disse:"Non abbiate paura! Voi cercate

    Gesù Nazareno, il Crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo

    dove l'avevano deposto”.(Mc 16, 5-7)

    Mattino di Pasqua, dipinto di He Qi

  • PASQUA DEL SIGNORE (At 1,1-8a; 1Cor 15,3-10a; Gv 20,11-18)

    ore 8.30: S. Messa (def.ti PINO VITTORINO, CARLO e Genitori)

    ore 10.00: S. Messa dei ragazziore 11.30: S. Messa ore 17.30: Vesperi e Benedizione Eucaristicaore 18.00: S. Messa (def.ti LUCINI CARLO e BASILICO

    LUIGIA)La celebrazione, presieduta dall'Arcivescovo, sarà trasmessa alle ore 11.00 in diretta su Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre), Radio Marconi, Radio Mater, www.chiesamilano.it, canale YouTube chiesadimilano.it collegandosi da pc, tablet, smartphone e smart tv.

    Lunedì dell'Ottava di Pasqua (At 3,17-24; 1Cor 5,7-8; Lc 24,1-12)

    ore 8.30: S. Messa ore 11.00: S. Messa ore 18.00: S. Messa (def.ta LE PERA FRANCESCA)

    Martedì dell'Ottava di Pasqua (At 3,25-4,10; 1Cor 1,4-9; Mt 28,8-15)

    ore 8.30: S. Messa (def.ti PIGOZZI CARLO e ZAFFARONI MARIA; def.ti F am. BRUNO e FIORE; def.to RIMOLDI ENRICO)ore 18.00: S. Messa

    Mercoledì dell'Ottava di Pasqua (At 5,12-21a; Rom 6,3-11; Lc 24,13-35)

    ore 7.00: S. Messaore 8.30: (def.ti GARBELLI DIONIGI,S. Messa RIMOLDI MARIA e Suor MARIA; def.ti FASTOSI SANTINO, LUIGI, SIMONA e GARBELLI ANGELA)

    domenica 12 apriledomenica 12 apriledomenica 12 aprile

    lunedi 13 aprilelunedi 13 aprilelunedi 13 aprile

    martedi 14 aprilemartedi 14 aprilemartedi 14 aprile

    mercoledi 15 aprilemercoledi 15 aprilemercoledi 15 aprile

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    funzioni della settimanaLO SPRECO DEL PURO NARDO

    Omelia di Mons. Mario Delpini nella Domenica delle Palme - 5 aprile 2020

    “Abbà Antonio, aiutami! – chiedeva il giovane Gregorio che era giun-to presso l'eremo del santo padre Antonio – ho provato tutto nella vita e non ho trovato niente. Ho provato il piacere dell'amore, il fremito della passione, ma l'amore è finito e la passione mi ha lasciato più vuoto di prima. Ho provato l'ebbrezza del potere e l'orgoglio di avere servitori che obbedissero ai miei ordini. Ma poi mi sono guardato allo specchio e mi sono detto: che meschinità! Ho provato l'abbondanza del denaro che può com-prare tutto. Ma mi sono accorto che la gioia di vivere non si compra da nessuna parte. Abbà Antonio, che cosa devo fare? Devo ritirarmi anch'io in questo deserto?”. Ma il santo padre Antonio rispose al giovane deluso e smarrito: “Se stai male con te stesso, non starai bene andando altrove. Ecco che cosa dicono le Scritture: tieni fisso lo sguardo su Gesù! Quando non sai dove andare, tieni fisso lo sguardo su Gesù; Egli è la via. Quanto non sai per che cosa vivere, tieni fisso lo sguardo su Gesù; Egli è la vita. Se non sai come intendere il momento che vivi, tieni fisso lo sguardo su Gesù; Egli è la verità!”. E il giovane Gregorio se ne partì pensoso. Aveva cercato risposte, forse aveva perso tempo. Forse aveva trovato una via.

    Il santo padre Macario si confidava un giorno con Abbà Antonio: “Ecco, non posso fare più niente. Non ho più forza per lavorare la ter-ra. Le mie mani sono malferme, non posso più curare le ferite e le piaghe dei fratelli. I miei occhi affaticati non possono leggere le paro-le sante. Dimmi, Abbà Antonio, a che cosa può servire la mia vita?”. Abbà Antonio si commosse della confessione del santo padre Maca-rio e lo consolò: “Padre Macario, non affliggerti. Tu piuttosto siediti a mensa e sorridi, siedi all'ingresso della tua cella e sorridi, passeggia tra i campi e sorridi. Ecco che cosa puoi fare: irradiare la gioia e dona-re la pace. La gioia è come il profumo di puro nardo: rende amabile l'umanità e desiderabile abitare la terra!”. Non so quanto ancora visse il santo padre Macario, ma dicono che la sua cella sorrida ancora.

    Il monaco Agatone fremeva di impazienza. In città infuriava l'epidemia e in lui ardeva il desiderio di correre là per dare aiuto. Si consultò con Abbà Antonio: “Abbà Antonio, c'è bisogno di aiuto là dove infuria il morbo e troppi sono contagiati. Devo correre in città! Subito, subito!”. Abbà Antonio rispose: “Quello che hai nel cuore è una santa ispirazione, ma prima scava un pozzo”. Il monaco Agatone era impaziente, ma obbediente. Con grande ener-gia scavò un pozzo e ne venne acqua abbondante e buona. Tornò quindi da Abbà Antonio: “Abbà Antonio, c'è bisogno di aiuto là dove infuria il morbo e troppi sono contagiati. Devo correre in città! Subito, subito!”. Abbà Antonio rispose: “Quello che hai nel cuore è una santa ispirazione, ma prima semina il grano”. Il monaco Agatone era impaziente e fremeva, ma era anche obbe-diente. In tutta fretta seminò il campo di grano”. Tornò quindi da Abbà Antonio: “Abbà Antonio, c'è bisogno di aiuto là dove infuria il morbo e troppi sono contagiati. Devo correre in città! Subito, subito!”. Abbà Antonio ripose: “Quello che hai nel cuore è una santa ispirazione, ma prima raccogli in un libro le parole sapienti dei santi monaci”.

    Il monaco Agatone era impaziente e fremeva ed era esasperato, ma anche obbediente. Scrivendo giorno e notte portò a compimento l'impresa. Tornò quindi da Abbà Antonio: “Abbà Antonio, c'è bisogno di aiuto là dove infuria il morbo e troppi sono contagiati. Devo correre

    in città! Subito, subito!”. Allora Abbà Antonio rispose: “Quello che hai nel cuore è una santa ispirazione. Parti subito. C'è biso-gno di te. In fretta, in fretta!”. Non si sa più nulla del monaco Agatone. Quello che si sa è che ancora adesso, dopo molti e molti anni, i monaci si dissetano all'acqua del pozzo, ogni anno raccolgono grano nel campo seminato e continuano a meditare le parole dei santi monaci.

    Forse anche così si prepara la Pasqua, questa Pasqua: ver-sando profumo di nardo che riempie tutta la casa. L'attenzione che tiene fisso lo sguardo su Gesù, come quella di Maria di Betania, versa il puro nardo di grande valore. Anche la semplicità di chi non può fare niente e si limita a irra-diare la gioia, versa il puro nardo di grande valore. Anche il tem-po dedicato a preparare il futuro nella frenesia del pronto soc-corso nulla sottrae ai poveri e invece versa il puro nardo di gran-de valore.

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  • Giovedì dell'Ottava di Pasqua(At 5,26-42; Col 3,1-4; Lc 24,36-49)

    ore 8.30: S. Messa (def.ti GIANNI ROSA e SILVESTRO)ore 17.00: Esposizione dell'Eucarestia per l'Adorazione personaleore 18.00: S. Messa (def.ti FIORENTINO ANTONIO, CATERINA e Fam.)

    Venerdì dell'Ottava di Pasqua(At 10,34-43; Fil 2,5-11; Mc 16,1-7)

    ore 7.00: S. Messa(def.to PEDRANI GIANCARLO)ore 7.30: Esposizione dell'Eucarestia per l'Adorazione personaleore 8.30: S. Messa ore 15.00: Ora della Misericordia

    Sabato dell'Ottava di Pasqua(At 3,12b-16; 1Tim 2,1-7; Gv 21,1-14)

    ore 8.30: S. Messaore 18.00: S. Messa (def.ti ANGARONI GIUDITTA e BONZINI IGINIO; def.ti FUSI GIOVANNA e ANGARONI RINO; def.ti CERIANI GINO e C RESTANI FAUSTA)

    a2 DI PASQUA o della DIVINA MISERICORDIA (At 4,8-24a; Col 2,8-15; Gv 20,19-31)

    ore 8.30: S. Messa (def.ti ZONI don ERNESTO e Fam.)ore 10.00: S. Messa dei ragazzi (def.ti VANZULLI ADELE e Fam.; def.to TURRA G IUSEPPE)ore 11.30: S. Messa ore 15.00: Ora della Misericordiaore 18.00: S. Messa (def.to PAGANI FELICE; def.ti GUZZETTI GIANCARLO e PUPPI VITTORIO)La celebrazione, presieduta dall'Arcivescovo, sarà trasmessa alle ore 11.00 in diretta su Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre), Radio Marconi, Radio Mater, www.chiesamilano.it, canale YouTube chiesadimilano.it collegandosi da pc, tablet, smartphone e smart tv.

    giovedi 16 aprilegiovedi 16 aprilegiovedi 16 aprile

    venerdi 17 aprilevenerdi 17 aprilevenerdi 17 aprile

    sabato 18 aprilesabato 18 aprilesabato 18 aprile

    domenica 19 apriledomenica 19 apriledomenica 19 aprile

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    Cari amici, sono perfettamente a conoscenza della difficile situazione che stiamo attraversando e che, quindi, non sarebbe il caso che in questo momento la Parrocchia “tenda la mano” a chiedere.Nonostante questo, e in evidente imbarazzo, vorrei farvi presente che il perdurare da più di 5 settimane della restrizione governativa che impedisce di uscire di casa, ha privato la Parrocchia del normale gettito di offerte domenicali su cui si fonda la nostra capacità economica. Cosicché, abbiamo dato fondo alle nostre casse, soprattutto pagando sia in febbraio che in marzo, oltre alle normali spese e bollette, le due Ri.Ba. mensili (ricevute bancarie) di € 5.200 che da novembre e fino a giugno ci siamo impegnati a pagare. È per questo che mi rivolgo in particolare alle famiglie un po' più abbienti della nostra Parrocchia perché, visto che non passa il cestino durante la Messa, si facciano carico di un aiuto economico attraverso un bonifico. Altrimenti a fine aprile non ho la possibilità di onorare gli impegni economici della Parrocchia. Conosco la generosità del nostro paese e, quindi, vi ricordo l'IBAN su Intesa Sanpaolo:IT 10 Z 03069 09606 100000009721. Grazie.

    don Franco

    UNA QUESTUA STRAORDINARIA…

    MADONNA PELLEGRINACon il 1° di maggio, se le cose torneranno alla normalità, la statua della Madonna Pellegrina di Fatima riprenderà il suo itinerario pellegrinante tra le famiglie della nostra Parrocchia.Di settimana in settimana l'effige di Maria sarà ospitata in una famiglia che, oltre a garantire personalmente occasioni quoti-diane di preghiera con il Rosario, consenti-rà a persone del vicinato o del parentado di

    vivere un momento “mariano”.Già alcune famiglie si sono rese disponibili, ma se altre fami-glie volessero avere questa opportunità si rivolgano per tempo -così da stendere un calendario appropriato- alla sig. Fanni Maria (02-9689711)

    Per riprendere in settimana… Lettura del Vangelo secondo Giovanni 20, 11-18

    In quel tempo. Maria di Màgdala stava all'esterno, vicino al sepol-cro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Ge-sù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: « Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prender-lo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”». Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

    Maria non si dà pace della morte di Gesù. Già di buon mattino, quan-do era ancora buio, corre al sepol-cro e trova la pietra rimossa. Allora corre da Pietro e dal discepolo “che Gesù amava”, perché non sa capa-citarsene. È tutto un correre, un cer-

    care, un vedere. Ma tutti corrono, cercano e vedono in modo di-verso (come è attestato anche dai verbi greci usati). Nonostante tutto, alla fine, “i discepoli ritornarono a casa”. Come se tutto fos-se naturale. Solo chi ama non si dà pace e rimane; ed è un pian-gere infinito. Ed è sul piangere che interviene Gesù, domandan-dole la ragione. Come se non ci fosse una ragione plausibile di un pianto di fronte alla morte (anche Gesù ha pianto su Lazzaro mor-to). Eppure Gesù chiede; anzi specifica la domanda, chiedendole chi cerca. Come a dare importanza a quanto la donna esprime coinvolgendo pienamente la sua sensibilità e le sue emozioni. Le è stata tolta la ragione della sua stessa vita, il senso del suo amo-re profondo e totale. Gesù capisce e la chiama per nome: “Ma-ria!”. Ecco: la Pasqua è come un ritrovarsi, è un sentirsi nuova-mente chiamati per nome, indipendentemente dai distacchi, dal vuoto, dall'abisso dell'inconoscibile, dalla paura. Gesù è come se dicesse: “sono qui”. Quando c'è amore vero, amicizia profon-da, relazione totale è come se la morte non esistesse. Distac-co sì, ma non annientamento, vuoto sì, ma non assenza, pianto sì, ma non melodramma. Purché non si ritorni a casa. Purché si continui a correre, cercare, coinvolgere, rimanere, senza lasciar-si fuorviare da nessun angelo biancovestito. “Maria!” “Rabbunì!”. È una relazione che continua e non tramonterà mai. Perché c'è stato un ritrovarsi, c'è stata una fedeltà, c'è stato un fidarsi al di là di ogni logica. Forse Pasqua è proprio questo ritrovarsi, pieno, profondo, con il Signore vivente, che ti chiama per no-me. Ed anche con tutti coloro con cui condividiamo l'aver visto o l'aver creduto in qualcosa di grande e di insospettato.

  • Caritas Parrocchiale, sede in P.zza XXV Aprile, 1 - tel 380-3762008 - [email protected] Centro di ascolto: Mercoledì h 17.30-19 Sito Caritas: www.caritasgerenzano.wordpress.com

    Suore Cottolengo: Via don Pargoletti, 1 02-21069673

    Visita il sito della tua Parrocchia: www.parrocchiagerenzano.it

    IT10Z0306909606100000009721 (Intesa San Paolo)

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