Mattia Cabrini - focr.it · a formarsi una coscienza critica sulle cose e sul mon-do. In secondo...

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Elaborazione testi:Mattia CabriniMaria Chiara Pelosi

Impaginazione e grafica:Paolo Mazzini

Il sensoIl presente sussidio vuole essere uno strumento utile per orientare le scelte dei catechisti di un gruppo ado-lescenti. Accompagnare dei ragazzi adolescenti non è un compito facile e questo lo si sa, ma è un servizio estremamente prezioso per una comunità perché ha la possibilità di mettere delle persone adulte nella fede di fianco a giovani che stanno crescendo e in cui comincia a formarsi una coscienza critica sulle cose e sul mon-do. In secondo luogo è un esperienza preziosa anche per i catechisti stessi che con i ragazzi avranno modo di ripensare e riprogettarsi nella loro vita di fede attra-verso confronti sinceri e arricchimenti. Questo sussidio concepisce la catechesi adolescenti come la possibilità di un dialogo tra un adulto e un giovane all’interno di un gruppo che si trova in cammino per le strade del mondo, illuminati e orientati dalla parola del Vangelo.

Il temaAbbiamo preso come tema quello che la diocesi di Cre-mona si è dato come filo conduttore dell’anno orato-riano 2016-2017: “Come luce nel mondo”. Dopo aver lavorato lo scorso anno sulle beatitudini, che ci hanno permesso di riflettere attorno al tema della felicità, continuiamo il brano dell’evangelista Matteo in cui Gesù usa le tre metafore, la luce – il sale e la città, per deli-neare i tratti fondamentali dello stile cristiano. Questo sussidio si compone così di tre moduli che verranno svi-scerati nel corso dell’anno liturgico. La luce rimanda allo stile di Gesù che illumina la nostra vita e allora avremo modo di osservare e scrutare il Maestro nei suoi incon-tri con le persone. Il sale sarà l’occasione per guardare alla nostra vita spirituale che dà un sapore diverso al nostro essere nel mondo. Infine la città è il luogo della comunità, dell’impegno e delle scelte: il terzo modulo ci permetterà di fare un affondo sul discorso vocazionale, attenzione importante da tenere durante tutto l’anno.

La strutturaL’esperienza ci insegna che non esiste un’omogeneità nell’organizzare i percorsi per adolescenti a livello dio-cesano. Il numero variabile di partecipanti, la frequenza degli incontri, gli orari e i giorni determinano tante pra-tiche che assumono forme diverse nelle varie comunità. Pertanto questo sussidio si dà una struttura flessibile che può essere rivista e riprogettata sulla base delle esigenze locali. Come anticipato in precedenza il testo si compone di tre moduli, che verranno suddivisi in di-versi incontri. Ogni incontro avrà un obiettivo, un passo del vangelo di riferimento, un attività proposta e alcuni link che possono essere materiali multimediali, come film, canzoni, video, ma anche proposte e suggerimenti su eventuali gite o attività che intrecciano il calendario diocesano.

Nella consapevolezza che lo strumento suona bene nelle mani di un buon musicista, la speranza è che possa essere utile alla vostra programmazione. A tutti l’augurio di un buon lavoro nella passione edu-cativa che ci accomuna!

modulo iSettembre | Dicembre

Voi siete la luce del mondo. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini,

perché vedano le vostre opere buonee rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

La luce più forte sulla terra ci arriva dal sole: “Egli sorge da un estremo del cielo e la sua corsa raggiunge l’altro estremo: nulla si sottrae al suo calore” (Salmo18). Ed è proprio la sua luce e il suo calore che permettono la vita su questo pianeta. Se come dicono le parole del salmo “è Dio che pose una tenda per il sole”, allora Egli rappresenta la sorgente della luce di cui il nostro mondo e la nostra vita hanno bisogno. Noi vediamo questa luce attraverso il suo figlio Gesù che diventa modello ed esempio che illumina gli aspetti della nostra vita. La fisica ci insegna che la luce non si “vede”, ma noi vediamo attraverso la luce; raramente vediamo la luce, ma sempre vediamo le cose sulle quali la luce si poggia. Ciò che non è illuminato, non si vede e rimane per noi invisibile. La fede è quella luce che ci permette di vedere le cose facendo-le emergere dall’apatia del buio. Il Vangelo di Matteo però parla chiaro: “Voi siete la luce del mondo”, ovvero noi siamo riflesso di questa luce per gli altri. Occorre però che ci mettiamo in contat-to con la sorgente della luce. Proviamo ad immaginarci come dei prismi che illuminati da questa luce bianca la scompongono per rifrazione nel mondo in tanti colori: gli ambienti di vita dei ragazzi. Il primo modulo di questo sussidio ripercorre i colori dello spettro ottico: altrettanti luoghi di luce abitati dai ragazzi in cui siamo chiamati ad essere riflesso della luce che ci arriva da Gesù. Aldilà della metafora fisica vorremmo in questo modulo, che coincide con l’inizio del percorso, far cogliere ai ragazzi come la fede e la vita siano strettamente legate. Gesù nel Vangelo ci insegna que-sto: perciò abbiamo bisogno di tornar ad osservarlo mentre cam-mina per le strade, a “spiarlo” mentre dialoga con i suoi discepoli, ad ascoltarlo mentre parla alle folle.

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Azzurro oltre il cielo 6

INdAco La scuola: un sapere inutile? 8

verde un creato come casa 10

gIALLo In viaggio 12

ArANcIo La famiglia 15

rosso Legami 17

vIoLetto cosa aspetti? 19

INDICE DEL PRIMO MODULO

Il primo luogo che abitiamo non è un luogo fisico, ma un luogo dell’anima: il mondo dei sogni. In questo incontro ci si pone come obiettivo quello di aiutare i ragazzi a pensare al proprio futuro per poter far emergere le aspirazioni e i desideri più profondi. Gesù illu-mina la strada dei suoi discepoli chiamandoli a seguire il disegno che il Padre ha pensato per loro. La loro strada però si svolge attraverso tanti segni che Gesù dissemina sul loro cammino. Anche la nostra vita è un cammino che si svolge di volta in volta a fianco di Gesù. L’unica cosa certa è che il Padre ci vuole felici e che la felicità passa dal sapersi spendere per gli altri.

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1 AZZURRO

incontro

Obiettivo

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: “Che cosa vuoi?” Gli rispose: “Di’ che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno”. Rispose Gesù: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?”. Gli dicono: “Lo possiamo”. Ed egli soggiunse: “Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio”.Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: “I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”. Mt 20, 20-28

Alla scuoladel Maestro

AttIvItàUna volta ritrovati in gruppo si chiede a ciascun ragazzo di scrivere su un foglietto quali sono le sue ambizioni nell’immaginarsi tra 15 anni: chi vuole diventare? Cosa vuole fare? Un sogno nel cassetto? Il foglio viene inserito in una busta chiusa con scritto il proprio nome e consegnato al catechista. Il catechista riceve le buste e crea una schermata (o un cartellone) con riportati tutti i sogni dei ragazzi in modo anonimo. A questo punto a seconda del gruppo si possono prendere due piste o entrambe:

Mentre il catechista prepara la schermata, uno alla volta i ragazzi vanno al centro e il resto del gruppo deve scrivergli su un foglietto cosa lui/lei potrebbe diventare tra 15 anni. Questo passaggio può essere interessante se il gruppo si conosce da tempo ed è affiatato perché può essere l’occasione in cui gli altri possono rimandare aspetti perso-nali (doti, qualità, potenzialità da sviluppare) che uno non si aspetta. Ci si sente meno soli nel proprio cammino e ci si accorge di avere altri compagni di viaggio che sognano con te.

Metà gruppo si alza in piedi di fronte alla schermata con tutti i sogni. L’altra metà gruppo deve abbinare ciascun ragazzo al proprio sogno. Solo dopo aver provato ad abbinarli tutti il catechista dirà se la sequenza è corretta. Una volta scoperti tutti gli abbinamenti, il resto del gruppo potrà inserire nella busta personale di ciascun ragazzo un consiglio/inco-

OltRe il cielOIl desiderio, il futuro

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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raggiamento per poter raggiungere il proprio sogno. P.es. Il gruppo seduto dice che Luca sogna di essere un musicista, l’abbinamento risulta essere corretto, quindi gli altri posso-no scrivere in forma anonima o meno alcuni suggerimenti a Luca per diventare un buon musicista tipo: “Ascolta buona musica”, “studia”, “prova a suonare per le altre persone”, ecc.

Al termine dell’attività ogni ragazzo si trova in mano una busta piena di suggerimenti o inco-raggiamenti, quindi il catechista potrà lasciare qualche minuto per permettere a ciascuno di leggerli e in seguito ascoltare alcune loro riflessioni. Indipendentemente dall’esplicitazione del sogno, che nel corso della vita potrà cambiare diverse volte, è importante sottolineare che è fondamentale avere un obiettivo che porti a guardare avanti e il non sentirsi soli duran-te il cammino, ma accompagnati da fratelli che sanno aiutarsi reciprocamente. Per dirlo con le parole di Gesù ai discepoli “colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo”.Link

LA rIcercA deLLA feLIcItàdi Gabriele Muccino – 2006

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=lkmi1F0Ccfc

Chris Gardner è un brillante venditore senza fortuna nella San Francisco degli anni ‘80. Padre affettuoso di Christopher, un vivace bambino di cinque anni, e marito di una scontrosa compagna, Chris fatica a sbarcare il lunario. La moglie, incapace di reggere la crisi, abbandona marito e figlio per cercare fortuna a New York. Rimasto solo Chris cerca tenacemente e ottiene un posto da stagista non retribuito presso una società di consulenza finanziaria. Senza stipendio, sfrattato dall’appartamento e poi dalla stanza di un infimo motel, Chris e il suo bambino cercheranno di sopravvivere dormendo nei ricoveri per i senza tetto o nei bagni pubblici della metropolitana. Indossando sempre il suo abito migliore e l’orgoglio di chi non vuole mollare, Chris troverà una porzione di felicità.

uN fILm

L’ALchImIstAdi Paolo Choelho – edizioni BompianiIl protagonista è Santiago, un pastorello che spinto da un sogno fatto per due volte, in cui un bambino gli dice di raggiungere le Piramidi per appropriarsi di un tesoro, intraprende un lungo viaggio alla scoperta del mondo. Non è la meta che conta, la cosa importante è proprio il percorso che si fa per arrivare alla meta. Ciò che spinge realmente Santiago a partire è l’incontro con un Re travestito da vecchio, che si mostra, sotto varie forme, ogni volta che un uomo sta per cedere alle proprie debolezze. Il Re dona a San-tiago due pietre che hanno la capacità di indicargli la strada da percorrere, attraverso segnali da decifrare.

uN LIbro

IL cIrco deLLA fArfALLA https://www.youtube.com/watch?v=Rc90_IO5g4EIl cortometraggio The Butterfly Circus (Il circo della farfalla), porta con sé importanti riflessioni sulla vita, è stato interpretato da Nick Vujicic nel ruolo di Will, l’uomo senza nessun arto, che tale è non solo nel film ma anche nella vita: affetto dalla rarissima tetramelia, è privo di tutti e quattro gli arti. La storia del film mostra ciò che avviene nella maggior parte delle persone: la tendenza a giudicare gli altri dalle apparen-ze, e a guardare noi stessi concentrandosi su cosa non va, su ciò che ci manca. Questo atteggiamento verso noi stessi ci mette nella condizione di non ritenerci degni di vivere piena felicità.

uN cortometrAggIo

ho ImpArAto A sogNAre - Negrita

Video: https://www.youtube.com/watch?v=rj3T-ZFpsSA

“Tra quel prete palloso / Che ci dava da fareE il pallone che andava / Come fosse a motoreC’era chi era incapace a sognare / E chi sognava già”

uNA cANzoNe

Sul tema del sogno e del futuro si possono trovare collegamenti anche con l’attività del Centro Diocesano per le Vocazioni.sito: http://www.diocesidicremona.it/vocazioni/

IN dIocesI

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2lA scUOlA: Un sApeRe inUtile?

Il rapporto tra ragione e fede

inDAcO

incontro

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

la scuola è l’ambiente più frequentato dai ragazzi. Essi vi trascorrono una gran parte di tempo delle loro giornate. Spesso rischia di diventare un mondo a sé stante con regole e relazioni proprie che difficilmente escono dai cancelli scolastici. A scuola si va per impara-re e per conoscere, e in essa si forma il bagaglio di sapere di ciascun ragazzo. Cosa c’entra la vita di fede con il mio sapere? la fede può aiutare e illuminare la mia sete di conoscere? oppure tutto mi appare in contraddizione e quindi la storia dell’uomo è storia di lotte e guerre, la scienza contraddice la bibbia, la matematica mi dimostra che vale solo ciò che si può verificare, ecc.? La nostra cultura tende a riconoscere ciò che è visibile e oggettivo e screditare ciò che non lo è definendolo “soggettivo”, “personale”, “privato”.L’obiettivo di questo incontro può essere quello di conciliare questi due mondi provando a far cogliere come la fede possa illuminare e contribuire alla formazione di una coscienza critica, ma soprattutto come dietro alle domande di conoscenza più profonde ci sia una curiosità che è più che “privata”!

C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se t’ho detto: dovete rinascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Gv 3, 1-12

AttIvItàAll’inizio il conduttore potrebbe prendere in mano un disegno, strapparlo in mille pezzi e dimostrare velocemente ai ragazzi che lanciando in aria i pezzetti di carta, anche facendo mille tentativi, non riuscirà mai a ricomporsi il disegno iniziale. Questo perché le cose non avvengono secondo il caso, ma c’è un pensiero dietro la costruzione delle cose. Il caso non è la risposta alle nostre domande. A questo punto si potrebbe fare leva sulla curiosità dei ragazzi, che poi è la stessa che spinge Nicodemo ad andare a trovare Gesù di notte, organizzando una sorta di quiz. Se i ragazzi sono un numero sufficiente si possono orga-nizzare piccole squadre e organizzare una sorta di cartellone/schermata dove possono sfidarsi su categorie con vario punteggio. Bisogna ricordare che non tutte le domande hanno una risposta precisa, sarà allora compito del catechista/arbitro assegnare punti sulla base della “ragionevolezza” della risposta, per esempio:

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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scienZA Perché il cielo è blu? Perché alcuni alberi tipo il pino hanno degli aghi come foglie? Perché il ghiaccio si scioglie? Perché l’uomo ha il pollice?

FilOsOFiA Da dove veniamo? Dove finiamo dopo la morte? Perché ci innamoriamo?

...

Al termine del gioco si può analizzare i diversi tipi di risposta che i ragazzi hanno dato, a volte saranno molto fantasiose, altre più realistiche, altre ancora più retoriche e stereo-tipate. Diventa allora interessante usare la parola “Ricerca” come quell’azione che l’uomo deve compiere per trovare le risposte alle proprie domande. Ci sono domande alle quali si arriva con lo studio e la ragione, altre attraverso la fiducia in ciò in cui si crede. La fede non ti dà risposte preconfezionate, ma attiva un processo di ricerca personale e comu-nitario indicando una strada. Gesù esplicita delle cose a Nicodemo, il quale non capisce subito, ha bisogno di tempo.

Link

freedom wrItersdi Richard La Gravenese - 2007

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=Kb4NT2h_ixg

Erin Gruwell è una giovane insegnante di lettere al suo primo incarico in un liceo. Siamo a Los Angeles nel 1992, poco dopo gli scontri razziali che avevano messo a ferro e fuoco la città. Erin si vede affida-re una classe composta da latinoamericani, cambogiani, afroamericanie un unico bianco. Provengono tutti da realtà sociali in cui il degrado e la violenza costituiscono parte integrante della vita quotidiana. Le istituzioni li vedono come un peso morto da “parcheggiare” in attesa che tornino nella strada. “La Gruwell” (così prenderanno a chiamarla i ragazzi) non si arrende né di fronte all’istituzione né di fronte agli allievi che inizialmente la respingono convinti che sia l’ennesima insegnante disinteressata al loro vissuto. Riuscirà a convincerli ad uscire dalla gabbia delle gang e a guardarsi dentro scrivendo dei diari che diverranno un libro.

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cIò che INferNo NoN èdi Alessandro D’Avenia - Mondadori

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=7gwaScgHGKQ

Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra “3P”, il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l’invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico attra-versa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita, quella vera. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino.

uN LIbro

sogNA rAgAzzo sogNA - Roberto Vecchioni

Video: https://www.youtube.com/watch?v=wUcgidDj1-I

“E ti diranno parole rosse come il sangueNere come la notte Ma non è vero, ragazzoChe la ragione sta sempre col più forte Io conosco poeti Che spostano i fiumi con il pensiero E naviganti infiniti Che sanno parlare con il cielo”

uNA cANzoNe

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3Un cReAtO cOMe cAsA

La natura, come rapportarci a questa casa?

veRDe

incontro

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

“Affannati e indaffarati”, come dice Gesù, a preoccuparci di noi stessi. Poco abituati ad alzare lo sguardo per accorgerci di ciò che ci circonda. Parlare della natura o del creato sembra qualcosa riservato solo agli ambientalisti, dimenticandoci che quella è la nostra vera casa. Non un luogo da prosciugare e spremere ad uso e consumo dell’uomo, ma da custodire e curare per la nostra vita e quella delle generazioni che verranno. “Niente di questo mondo ci è indifferente” scrive il Papa Francesco nella Laudato sì, accorgersi di questo dato e di piccole scelte per custodirlo può essere l’obiettivo di questo incontro.

Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena. Mt 6, 25-34

AttIvItàIn continuità con l’ultimo incontro potrebbe essere interessante strutturare il lavoro come una mattinata di scuola in cui una campanella scandisce i tempi. Il gruppo viene suddivi-so in gruppetti che dovranno visitare diversi stand che rappresentano le varie discipline scolastiche:

cReARte In una sorta di memory si può chiedere ai ragazzi di abbinare un quadro noto al suo autore. In seguito insieme a loro si può provare a far emergere dai ragazzi impressioni, parole e caratteristiche di alcuni quadri. L’arte è il primo luogo in cui gli uomini hanno provato a riprodurre e raccontare la bellezza del mondo:La creazione di Adamo di MichelangeloIl falso specchio di MagritteCampo di Grano con corvi di Van GoghBlu II di Mirò…

ReliGiOne Si potrebbe consegnare ai ragazzi il brano della creazione di Genesi 1 e far evidenziare ai ragazzi tutti verbi per poi chiedere loro se scorgono il modo di operare che ha usato Dio. La creazione è stata un’azione, anzi una reazione a catena di azioni che avevano un senso. Non a caso DIRE – SEPARARE - VEDERE – CHIAMARE

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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sono i verbi più utilizzati, quasi come a dire che per creare qualcosa occorre scegliere, è questa una delle cose che ci insegna Dio all’inizio del mondo.

scienZA si potrebbe fare un piccolo quiz in cui i ragazzi devono individuare le prin-cipali costellazioni su un foglio o direttamente in cielo se l’incontro avviene di sera. In seguito mostrare loro alcuni dati che gli permettano di aprire gli occhi su alcuni danni permanenti del nostro pianeta: storie di distruzione e disboscamento, articoli su in-quinamento, mappa dell’inquinamento luminoso italiano e dall’altra parte esempi di persone che hanno lavorato per custodire il creato.

eDUcAZiOne FisicA Come rispetto il mio compagno che vedo come “Creatura”? Per verificarlo devo pescare un cartellino con un’azione da fare. Chi le fa come segno di riconoscenza per la dolcezza donata riceve un bignè al cioccolato e chi non le fa pesca senza saperlo un bignè all’aglio. Le azioni possono essere: dare una carezza, un ab-braccio, toccare l’orecchio, sussurra qualcosa di dolce all’orecchio, prendersi per mano, bacio sulla guancia…

lABORAtORiO Si potrebbe compiere davanti ai ragazzi un esperimento scientifico molto semplice per far cogliere loro la complessità e la meraviglia che Dio ha racchiuso nei fenomeni naturali.

Link

AvAtArdi James Cameron - 2009

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=moSRMC5JNww

Jake Sulli è un marine costretto su una sedia a rotelle che accetta di trasferirsi sul pianeta Pandora (distante 44 anni luce dalla Terra) in sostituzione del fratello morto. Costui era uno scienziato la cui missione era quella di esplorare il pianeta mediante un avatar. Essendo l’atmosfera del pianeta tossica per gli umani sono stati creati degli esseri simili in tutto e per tutto ai nativi che possono essere ‘guidati’ dall’umano che si trova al sicuro dentro la base. Pandora però non è solo un luogo da studiare. È soprat-tutto un enorme giacimento di un minerale prezioso per la Terra su cui la catastrofe ecologica ha ridotto a zero le fonti di energia. Uomini d’affari avidi e militari si trovano così uniti nel tentativo di spoliazione del pianeta. C’è però un problema: gli indigeni Navi non hanno alcuna intenzione di farsi colonizzare. Il compito iniziale dell’avatar di Jake sarà quello di conoscerne usi e costumi e di farsi accettare all’interno delle loro comunità. Sarà così in grado di riferire se sia possibile sottometterli. Jake conosce così Neytiri, una guerriera Navi figlia del capo tribù. Da lei impara a divenire un guerriero molto diverso dal marine che è stato e se ne innamora ricambiato. Da quel momento la sua visione dell’impresa.

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IL gIgANte - RIO

Video: https://www.youtube.com/watch?v=aVTdxDnbNfY

“Passa il gigante soffoca l’ariaAll’acqua cambia coloreE ci rimane un cielo bucatoSopra a un mare da buttare”

uNA cANzoNe

sALtAtempodi S. Benni – edizioni FeltrinelliAnticipare il tempo e poter sapere quello che accadrà nel futuro non è da tutti. Eppure un ragazzino un po’ strano, figlio di un falegname comunista zoppo di tagliola, che vive in un piccolo paese dell’Italia degli anni Cinquanta, riceve questo dono prezioso nientemeno che da un dio. A partire da quel giorno non sarà più Lupetto ma Saltatempo e la sua vita cambierà per sempre. Mentre Lupetto-Saltatempo assapora le vari tappe della vita, passando dal primo amore al primo amico perduto, si scorgono sullo sfondo l’Italia che cambia, i paesi che perdono la loro identità in seguito alle speculazioni edilizie, gli scempi urbanistici che si moltiplicano, l’avidità dei nuovi padroni che prospera. E se sul piano della fantasia lo sguardo di Benni si muove con ironia e disincanto, creando personaggi e fatti surreali, le sue parole non potrebbero levare un monito più realistico e accorato di fronte alla trasformazione del mondo di oggi e al consumismo imperante.

uN LIbro

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4in viAGGiO

L’incontro con la diversità

GiAllO

incontro

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

Perfino Gesù si stupisce di fronte alla fede del centurione. Egli era un pagano e sembrava che Gesù non fosse venuto per loro. In realtà si accorge che la sua fede è più grande di tutti gli altri. È questo quello che accade in un viaggio, si scoprono cose nuove e ci si accorge di quanto è importante andare oltre i propri pregiudizi sulle persone e sulle cose. Gesù ci insegna un atteggiamento di apertura e di accoglienza che non vuol dire di neu-tralità o indifferenza volto al quieto vivere, ma anzi quella disponibilità all’incontro che rende la vita rivoluzionaria.

In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiu-rava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti ver-ranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Mt 8, 5-17

AttIvItàA gruppi di tre o in un unico gruppo i ragazzi sono chiamati a vivere in prima persona di-verse esperienze di immigrazione. I cetechisti dovranno mettere per iscritto alcune storie verosimili di immigrazione ispirandosi a quelle reali o inventando. Le storie saranno divise in tre tappe (Welcome to Italy, Brutta vita nel bel paese e Happy ending) a ciascuna delle quali corrisponde un gioco prova. Al loro arrivo in oratorio i ragazzi ricevono un foglio di via dal comune che dice che devono lasciare il paese a meno che non superino determi-nate prove. Così parte il loro viaggio. Una storia-tipo potrebbe essere:

1. WelcOMe tO itAlySei una ragazza Albanese che è arrivata in Italia a 5 anni con la tua famiglia. Essendo arrivata così presto non hai sentito il distacco e ti sei fatta subito degli amici. Sei an-data a scuola ed hai imparato la lingua molto in fretta immergendoti da subito nella cultura italiana. I tuoi genitori invece non si sono adattati così facilmente. Spesso infatti tocca a te dar loro ripetizioni di italiano e far capire come ci si deve comportare in Italia.provA sulle conoscenze della lingua italiana (quiz su ortografia, verbi difficili...).

2. BRUttA vitA nel Bel pAeseSei cresciuta in Italia e ti sei integrata tanto da sentirti italiana tu stessa. Tuttavia ti rendi conto dei pregiudizi nei tuoi confronti. Il salto lo percepisci dopo la maturità

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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quando devi trovare un lavoro, ma ti accorgi che indipendentemente da quello che hai studiato ci sono una categoria di lavori riservati agli stranieri. Dall’altra parte è neces-sario per te regolarizzare la situazione con lo Stato. Inizia per te una lunga odissea burocratica per rinnovare i tuoi documenti, ma nel frattempo devi lavorare e contem-poraneamente studiare. È ovviamente difficile conciliare la tua vita sociale con tutti questi impegni tra uffici e documenti.provA: Per ricordare i tanti impegni di una giornata i ragazzi del gruppo devono con-temporaneamente compiere una serie di azioni nel minor tempo possibile, scegliendo la sequenza che preferiscono:Ufficio immigrazione: compilare un moduloLavoro da cameriere: fare un percorso con un vassoio in mano o lavare un tavoloStudio all’università: imparare una frase a memoria e ripeterla tre volteFidanzata/o: cantare una serenata per 10 secondi

3. (HAppy) enDinGIn questo periodo hai spesso incontrato problemi: dalle difficoltà ad ottenere borse di studio destinate solo ai membri dell’Unione Europea, agli ostacoli per partecipare ai viaggi all’estero. Finalmente terminata l’università inizi a lavorare, ma solo dopo 10 anni ottieni finalmente la cittadinanza italiana.provA: percorso ad ostacoli per arrivare a una meta.

Note: La struttura è quella di un “grande gioco”, le storie possono essere più di una a seconda del numero dei ragazzi e del numero degli educatori disponibili a gestire ogni tappa.

Alla fine di questa sorta di viaggio sarà interessante far emergere dai ragazzi come si sono sentiti e quali vissuti sono emersi nel percorso. Può essere utile fornire qualche dato per leggere il fenomeno migratorio italiano o recuperare qualche video-documen-tario di storia in cui si vedono gli italiani partire per l’America o per il nord Europa solo 100 anni fa. Può essere interessante anche raccontare storie positive di accoglienza o il lavoro di qualche realtà caritativa parrocchiale a riguardo.

Link

Io sto coN LA sposAdi Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry – 2014

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=jcv8iANlCvw

Documentario nomade finanziato ‘dal basso’, Io sto con la sposa mette letteralmente in schermo un matrimonio e il suo corteo di invitati mai così partecipi. Perché i cinque protagonisti di questa avventura sono in fuga dalla guerra e dal loro Paese fiaccato dalla belligeranza. Palestinesi e siriani sopravvissuti ai marosi, sbarcati a Lampedusa e decisi a raggiungere ‘creativamente’ la Svezia. Ad aiutarli un regista, un giornalista e un poeta sirano-palestinese convinti che nella vita prima o poi bisogna scegliere da che parte stare. Schierati da quella del sogno, disattendono le leggi del Vecchio Continente e arrivano in meta. Non la casa base ma una nuova casa, che alleggerisca a chi ha chiesto loro soccorso, le ragioni per cui hanno rischiato la vita, spaiato i loro affetti e abbandonato tutto quello che avevano costruito.

uN fILm

peNNutI speNNAtI - Pixarhttps://www.youtube.com/watch?v=aVTdxDnbNfY

uN cortometrAggIo

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NoN è uN fILm - Fiorella Mannoia

Video: https://www.youtube.com/watch?v=Ytl_pf5V6VU

“Questo non è un film e le nostre belle case non corrono il pericolo di essere invase, non è un’armata aliena sbarcata sulla terra, non sono extraterrestri che ci dichiarano guerra, son solamente uomini che varcano i confini”

uNA cANzoNe

A riguardo può essere utile visitare qualche realtà diocesana che si occupa di rapporto con la diversità, accoglienza degli stranieri, incontro tra le culture. In particolare su sug-gerisce un contatto con l’Ufficio Missionario e la Caritas Diocesana dove è possibile orga-nizzare anche momenti di incontro e occasioni di servizio presso la casa dell’accoglienza.

sito: http://www.diocesidicremona.it/missioni/

IN dIocesI

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5lA FAMiGliA

Tra regole e libertà

ARAnciO

incontro

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

La famiglia per i ragazzi è il tempo delle relazioni più intime. Solitamente è poco il tempo che passano gli adolescenti in casa, ma sicuramente i legami familiari rimangono, nel bene e nel male, molto forti e significativi nella loro esperienza di crescita. Per alcuni sono vissuti come luogo del rifugio e del riparo dalle fatiche del mondo e per altri è sono caratterizzati dal conflitto tra la voglia di libertà e la fatica a comprendere una regola. In questo incontro di catechesi possiamo far emergere dai ragazzi come la famiglia sia il luogo dove si pratica la gratuità che può diventare una vera palestra per allenarsi a spendersi e ad amare gli altri.

Gesù disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in sé stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E’ tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai am-mazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». lc 15. 11-31

AttIvItàSe il catechista ha un buon rapporto con i genitori e riesce a mettersi facilmente in con-tatto con loro, può essere utile per questa attività chiedere loro di scrivere una lettera ai propri figli nella quale si dice quale eredità educativa, morale, spirituale desiderano

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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lasciare ad essi in maniera molto personale. I genitori avranno bisogno di un po’ di tempo per fare un lavoro di questo tipo quindi occorre avvisarli anticipatamente. Essi dovranno consegnare la lettera in busta chiusa ai ragazzi il giorno dell’incontro senza spiegare loro il contenuto e chiedendo di non aprirla finché non saranno autorizzati. Arrivati presso il luogo dell’incontro, il catechista darà loro un numero uguale per tutti di monete d’oro che rappresenta la loro eredità che potranno spendere all’interno dell’oratorio come vorranno. L’oratorio dovrà essere precedentemente allestito come una sorta di “paese dei balocchi” dove i ragazzi per poter fare quello che vogliono liberamente, solo che per qualsiasi atti-vità dovranno pagare dei prezzi fissi, per esempio;

Guardare la tv: una moneta al minuto Partita a biliardino: 5 monete a partita Mangiare patatine: 3 monete per 5 patatine Uso pallone: 5 monete per 2 minuti ...

Quando i ragazzi avranno finito i soldi potranno farseli prestare da chi ancora li possiede prendendo accordi direttamente nel gruppo. Ad un certo punto il loro sacchettino sarà più o meno vuoto e allora si accorgeranno che gli è rimasta solo la lettera dei genitori. Sarà quello il momento in cui potranno aprirla e leggerla. Sarà bene preparare e guidare con attenzione e delicatezza la transizione a questo momento serio. I ragazzi saranno liberi di scegliere un posticino dove stare tranquilli a leggere la propria lettera mentre il conduttore potrà mettere una musica di sottofondo adatta. Nel caso in cui non si riesca a contattare i genitori, si può chiedere a un padre e una madre anonimi di farlo, oppure prendere qualche brano di questo tipo dalla letteratura.

A questo punto potrebbe essere interessante far esprimere ai ragazzi quale doni hanno ricevuto dalla loro famiglia, oppure scriverli per rimetterli nel loro sacchetto. Se il gruppo ha vissuto bene l’ultimo tratto di attività, si può chiedere ai ragazzi di scrivere una rispo-sta al Padre che consegneranno al catechista. Esse potrebbero raccogliersi in un’unica preghiera conclusiva. Durante l’incontro il catechista può scegliere il momento più adatto per leggere il brano del padre misericordioso che fa da sfondo a tutto l’incontro.

Link

L’uLtImo sogNodi Irvin VInckler - 2001

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=nRAmwPHayRM

Il quarantacinquenne George Moore non ha avuto un buon rapporto con il padre. Consapevole di dover morire presto non vuole che lo scostante figlio sedicenne conservi un pessimo ricordo di lui. George, che è un affermato architetto, decide allora di costruire una casa in riva all’Oceano e cerca di coinvolgere il figlio del progetto.

uN fILm

gLI sdrAIAtIdi Michele Serra – edizioni Feltrinelli

uN LIbro

A modo tuo - Elisa

Video: https://www.youtube.com/watch?v=R3Wf53M_YRM

“Sarà difficile diventar grande / Prima che lo diventi anche tuTu che farai tutte quelle domande / Io fingerò di saperne di piùSarà difficile”

uNA cANzoNe

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6leGAMi

Le relazioni, gli affetti, la sessualità

ROssO

incontro

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

Quali sono le relazioni che restano vive? Come possiamo fare per non soffocare i nostri legami? Gesù aveva amicizie molto forti ed è lui il primo a dirci che non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici. In questo incontro si potrebbero mettere a tema i legami che i ragazzi vivono, quali sono quelli più forti e quali caratteristiche hanno. Questo tema è molto ampio e potrebbe occupare più di un singolo incontro. In base al gruppo si possono fare affondi su temi più impegnativi come le relazioni di coppia e la sessualità. Qui si propone un’attività di partenza, ma si rimanda ad altri strumenti nella sezione materiali che nel corso degli anni sono stati prodotti e costituiscono un buon bagaglio di risorse.

Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato».All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand’ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». Gv 11, 1-7

AttIvItàPer questa attività si propone un cammino da fare a coppie. I catechisti accolgono i ragaz-zi all’inizio dell’incontro e li dividono in coppie che siano formate secondo un criterio di conoscenza. Ai ragazzi viene consegnata una piccola mappa con il percorso che dovranno percorrere per il quartiere/paese. Le coppie partiranno scaglionate in modo da poter fare il percorso da soli. Durante il cammino dovranno parlare di alcuni argomenti che gli ver-ranno loro comunicati mano a mano e, se il numero degli educatori lo permette, potrebbe-ro anche incontrare delle persone lungo la strada che faranno svolgere una piccola prova. Alcuni temi di cui parlare loro: amicizia, coppia...

LA pArteNzA: qual è il tuo compagno di viaggio ideale e perché?LA routINe: cosa serve ad un rapporto perché resti vivo e non si appiattisca?LA sostA: quali sono le fatiche più grandi di una relazione?rIpArtIre: cosa saresti disposto a fare per un amico?ArrIvo: Chi è quella persona che si è sacrificata per te?

Alcune prove: Portare i pesi dell’altro: a turno i ragazzi devono fare un pezzo di strada portando in

groppa l’altra persona; Le attenzioni: viene bendato un componente della coppia e gli vengono fatte delle

domande sull’altro (che scarpe porta, di che colore è il suo giubbotto, ecc.);

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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Le difficoltà: ad uno dei due vengono legati i piedi per un tratto di strada; L’ascolto: uno dei due viene bendato per un tot di tempo e l’altro deve fargli da guida ...

Al termine del piccolo viaggio sarà interessante farsi raccontare dai ragazzi (attraverso delle domande preparate) come hanno vissuto il cammino con il loro compagno: quali aspetti positivi dell’andare insieme hanno vissuto e quali sono state le difficoltà, cosa hanno scoperto sull’altra persona e se pensano di poter individuare alcuni atteggiamenti del loro camminare insieme che possano essere utili nelle proprie relazioni di vita

Link

NoI sIAmo INfINItodi Stephen Cohbosky – 2014

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ZQyzkgAc7uw

Il primo giorno di liceo, Charlie non parla quasi con nessuno a causa della timidezza; riesce in seguito a fare amicizia con Sam e il suo fratellastro Patrick. Si reca con loro al ballo e successivamente a casa di un amico, dove mangia un dolce contenente, a sua insaputa, canna. A causa della droga che lo rende più sciolto, Charlie comincia a parlare con gli amici. Charlie e Sam si aiutano per gli esami; per ringraziarlo, lei gli regala una macchina da scrivere. Entrati più in confidenza, Charlie le confessa di non aver mai baciato una ragazza; la ragazza dichiara invece che il suo primo bacio le è stato dato dal capo di suo padre, quan-do aveva 11 anni. Sam desidera che Charlie riceva il primo bacio da qualcuno che gli voglia realmente bene, così lo bacia.

uN fILm

LA bALLAtA deLL’Amore cIeco - Fabrizio De André

Video: https://www.youtube.com/watch?v=hEsMZfYGqIM

“Un uomo onesto, un uomo probo, tralalalalla tralallaleru s’innamorò perdutamente d’una che non lo amava niente”

uNA cANzoNe

Da anni il consultorio UCIPEM di Cremona in collaborazione con l’ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile FOCr sono disponibili per accompagnare i catechisti e i ragazzi su questo tema con sussidi, incontri a tema con operatori e spettacoli teatrali.

Info: www.focr.it www.ucipemcremona.it

IN dIocesI

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7cOsA Aspetti?

L’attesa - tempo dell’Avvento

viOlettO

incontro

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

Ci avviciniamo al Natale e quindi la metafora della luce diventa sempre più calzante. Non solo perché le strade e le case si riempiono di luminarie, ma perché Gesù è la luce che vie-ne nel mondo. Il rischio di leggere il Natale in modo retorico però è dietro l’angolo. Siamo fin troppo abituati a sentirci dire che il Natale è il tempo in cui Dio si fa uomo per salvare l’umanità. Proviamo allora ad aiutare i ragazzi ed entrare in questo mistero, mettendo a tema in questi incontri il rapporto tra Dio e l’uomo. Un Dio incarnato è un Dio che rinun-cia alla propria divinità per condividere tutto con gli uomini, “Cristo Gesù pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò sé stesso facendosi obbediente fino alla morte”. Per fare ciò Dio sceglie delle persone in carne ed ossa che lo aiutano e riconoscono la sua regalità sorprendente: Maria, Giuseppe, i pastori e i profeti. In questo Infinito che si fa finito vediamo un Dio che viene incontro e che si fa vicino agli uomini. Così facendo dà una risposta alla sete di infinito dell’uomo condividendo con lui ogni dimensione dell’esistenza umana. Con i ragazzi allora può es-sere interessante recuperare la dimensione dello “stupore” e della “gratitudine” legata al Natale, ovvero come noi possiamo essere grati a questo Dio che viene ad abitare in in mezzo a noi.

Gesù disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Fi-glio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Mt 15, 16-20

AttIvItà 1In gruppo si potrebbe cominciare leggendo insieme il brano del vangelo di Matteo. Suc-cessivamente i ragazzi si dividono in piccoli gruppi e ciascun gruppetto deve rispondere alla domanda: “La gente chi dice che io sia?”. In altre parola cosa senti dire su Gesù? Cosa ne pensano i tuoi conoscenti, i tuoi compagni, gli adulti che hai intorno? In gruppo viene formulatala risposta che poi andrà condivisa insieme agli altri. Il catechista raccoglie tut-te le risposte sul cartellone. A questo punto rivolge ai ragazzi la seconda domanda: “Voi chi dite che io sia?” Chi è secondo voi Gesù? Per provare a dare delle risposte ci facciamo aiutare da alcuni indizi: ciascun gruppo proverà a rispondere guardando un indizio: l’im-magine di un presepio, un crocifisso, il pane e il vino, la vita di un santo, l’immagine o una frase di Maria, le parole del Battista, ecc. Ogni gruppo avrà un indizio e partendo da quello proverà a scriver la sua risposta alla seconda domanda dietro un pezzo di puzzle che alla fine comporrà la frase di Pietro “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente”. Un ultimo passaggio potrebbe essere cercare una risposta personale, non più in gruppo, alla domanda “Chi volevate che fossi? Cosa vi aspettavate?” I ragazzi possono rispondere

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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personalmente scrivendo sul cartellone/puzzle oppure su un post-it che potranno attac-care successivamente. Al termine di quest’ultima condivisione ci si potrebbe chiedere: quanto la risposta di Pie-tro ci stupisce? E su quanto si distanzia dalla nostra? La distanza che c’è tra la nostra risposta e quella di Pietro è il cammino che dovrà compiere la nostra fede, continuando a seguire Gesù per conoscerlo.

AttIvItà 2Dio si fa uomo e per il suo progetto di amore si serve di uomini semplici in carne ed ossa: i profeti, Maria e Giuseppe e i pastori. Si fa piccolo e si dà subito il suo obiettivo: avvicinare il cuore dei semplici. In questi giorni abbiamo sott’occhio l’immagine classica de presepio in casa o in chiesa: proviamo ad osservarla e a fare un piccolo momento di preghiera davanti ad essa. In un secondo momento si potrebbe chiedere ai ragazzi di dividersi in gruppi e costruire il progetto di un presepio più originale. Chi ti ricordano quei personag-gi? Guardando quale posto ha scelto Dio per venire al mondo più di duemila anni fa, dove andrebbe secondo te oggi? In altre parole ogni gruppo dovrà ricostruire un presepio (con il materiale disposizione) in un contesto di oggi (i palazzi di una periferia, una frontiera, una trincea) e definire i personaggi che avrà intorno: chi sono i pastori di oggi? Ecc. Alla fine del tempo a disposizione si guarderanno i progetti di ciascuno e quello più fattibile potrebbe essere addirittura realizzato da tutto il gruppo ed esposto in oratorio.

Link

IN Nome deLLA mAdredi Erri de LucaL’adolescenza di Miriam/Maria smette da un’ora all’altra. Un annuncio le mette il figlio in grembo. Qui c’è la storia di una ragazza, operaia della divinità, narrata da lei stessa.Qui c’è l’amore smisurato di Giuseppe per la sposa promessa e consegnata a tutt’altro.Miriam/Maria, ebrea di Galilea, travolge ogni costume e legge. Esaurirà il suo compito partorendo da sola in una stalla. Ha taciuto. Qui narra la gravidanza avventurosa, la fede del suo uomo, il viaggio e la perfetta schiusa del suo grembo.La storia resta misteriosa e sacra, ma con le corde vocali di una madre incudine, fabbrica di scintille.

uN LIbro

modulo iiGennaio | Marzo

Voi siete il sale della terra;ma se il sale perde il sapore,

con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via

e calpestato dalla gente.Si può mangiare senza sale, non è obbligatorio, ma senza dubbio la pietanza con il sale acquisterà sapore. Se l’obiettivo è soprav-vivere il sale non è necessario, ma quando l’obiettivo è gustare, allora diventa essenziale. Il sale è una delle cose più semplici e antiche di questo mondo, viene ricavato dall’infinito del mare o dalla roccia e fu il primo mezzo usato dall’uomo per conservare i cibi. La nostra vita può essere piatta e insipida, se non sappiamo darle sapore: la bellezza, l’arte, la musica, le relazioni possono essere ciò che le danno sapore. Qual è il sale del cristiano? Cos’è la cosa più preziosa che possiede? Cosa permette di conservare il suo nutrimento nel tempo? La risposta a queste domande non è semplice perché ha a che fare con la vita spirituale. I ragazzi iniziano in questi anni a conoscere e a fidarsi di un Dio che può sembrare ancora lontano. Occorre aiutarli a conoscere questo Dio, ma soprattutto a costruire una relazione con Lui. Quando ai ragaz-zi parliamo di vita spirituale, il rischio è che sembri una serie di prassi o doveri che i cristiani devono farsi per meritarsi qualcosa. In realtà l’eucarestia, la preghiera, i sacramenti sono aspetti di una relazione sincera e di fiducia con Lui che con la vita impa-reranno a conoscere. La vita spirituale allora sarà quel sale che dà sapore all’esistenza e ci permetterà di conservare la nostra fede per poter dare sapore al mondo. In questo modulo nella pri-ma parte proviamo ad incontrare alcuni testimoni e nella seconda parte mettiamo a tema con i ragazzi l’esperienza spirituale.

22

rosmArINo sapore di meraviglia 23

INDICE DEL SECONDO MODULO

ALLoro Il sapore di casa 25

vANIgLIA Il sapore delle scelte 26

cANNeLLA Nel nome di chi? 27

peperoNcINo Non ho parole 29

ANIce Questo è il mio corpo 31

meNtA un padre misericordioso 33

cArdAmomo Li amò sino alla fine 35

zeNzero vegliate e pregate con me 38

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sApORe Di MeRAviGliALa bellezza in arte, musica e poesia

ROsMARinO

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

Tutti i ragazzi sono alla ricerca di qualcosa che li appassioni e che dia sapore alle loro giornate. Parlare di arte è qualcosa di noioso: per questo è importante vedere e fare un’esperienza artistica che li porti a riscoprire questa sete. Chiunque compie un’azione creativa si avvicina al Creatore perché ne condivide in parte l’esperienza. Tenendo conto della pluralità dei linguaggi artistici, si possono organizzare più incontri su questo tema.

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Mt 25, 14-30

AttIvItàPotrebbe essere interessante invitare un ospite (un artista o un esperto) che racconti in modo accattivante come nella bellezza delle opere prodotte dall’uomo Dio parli e quasi si faccia conoscere. Facendo riferimento all’ufficio diocesano per i beni culturali si può anche chiedere informazioni ed eventualmente visitare qualche chiesa significativa dal punto di vita artistico.

incontro

1

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

24

Link

LetterA AgLI ArtIstI dI sAN gIovANNI pAoLo II

https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/letters/1999/documents/hf_jp-ii_let_23041999_artists.html

uNA LetturA

uffIcIo dIocesANo per I beNI cuLturALI

sito: http://www.diocesidicremona.it/beniculturali/

IN dIocesI

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il sApORe Di cAsAUna vita che genera

AllORO

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

incontro

2

Anche chi sceglie di aprirsi alla vita, condivide l’esperienza di Dio perché mette al modo una nuova vita e sceglie di educarla alla fede. Per i ragazzi sono esperienze lontane o date per scontate: che gusto ci provano? Conoscere il valore di questa vita può essere per i ragazzi molto significativo per guardare con meraviglia all’esperienza della coppia, della sessualità e delle scelte per il futuro.

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non aven-dolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercava-te? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non com-presero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. lc 2, 41-52

AttIvItàIn questo incontro potrebbe essere interessante invitare una giovane famiglia e cucinare insieme qualcosa per preparare una cena. I ragazzi potranno fare alla coppia un’intervista che li porti a cogliere perché hanno deciso di sposarsi, perché hanno scelto di mettere al mondo un un figlio e come queste due cose diano sapore alla loro vita attraverso un dialogo insieme.

Link

Può essere utile una chiedere una consulenza all’ufficio diocesano per la famiglia o una testimonianza a cura di un volontario del centro aiuto alla vita.

IN dIocesI

gLI uLtImI sArANNo uLtImIdi Massimiliano Bruno - 2015

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=78RjfYaqVG8

uN fILm

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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il sApORe Delle scelteLa felicità di spendersi

vAniGliA

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

incontro

3

Link

Su questo tema si può fare riferimento al Seminario Diocesano per organizzare incontri e testimonianze.

IN dIocesI

Tutti desideriamo essere felici, come l’uomo che si rivolge a Gesù e gli chiede la vita eterna. Cosa significa per un ragazzo la felicità? In questo incontro diventa importante far emergere i loro sogni e cosa immaginano sia necessario per essere felici. Affianchia-mo a ciò che emerge dal gruppo la risposta di Gesù e facciamo conoscere loro una perso-na che gli ha detto “sì”.

Un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che devo fare di buono per avere la vita eterna?» Gesù gli rispose: «Perché m’interroghi intorno a ciò che è buono? Uno solo è il buono. Ma se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». «Quali?» gli chiese. E Gesù rispose: «Questi: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testi-moniare il falso. Onora tuo padre e tua madre, e ama il tuo prossimo come te stesso». E il giovane a lui: «Tutte queste cose le ho osservate; che mi manca ancora?» Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni. Mc 10,17-22

AttIvItàIn questo incontro si potrebbe far incontrare ai ragazzi un testimone che nella propria vita abbia fatto la scelta di spogliarsi dei suoi beni per seguire Gesù. La presenza di un religioso o di un missionario potrebbe permettere ai ragazzi di comprendere meglio at-traverso il racconto della sua vita il rapporto tra povertà e felicità. Si consiglia di leggere insieme il brano di Vangelo e poi far emergere dai ragazzi i motivi che secondo loro hanno spinto il giovane a non accettare la proposta di Gesù. Questi poi possono diventare do-mande da porre al testimone nell’intervista.

chIAmAtemI frANcescodi Daniele Lucchetti – 2015

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=vD7vYmPmHCE

uN fILm

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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nel nOMe Di cHi?La preghiera: un dialogo sincero

cAnnellA

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

incontro

4

Cosa significa pregare? E come si fa? Pregare e una delle azioni più antiche del mondo, nasce dal desiderio dell’uomo di rivolgersi a Dio. Può essere una supplica, un’occasione per dire grazie o lo spazio per chiedere perdono. Anche i discepoli sono meravigliati e cu-riosi nel vedere Gesù pregare e per questo chiedono a Lui di insegnargli. Probabilmente non erano abituati al modo di pregare di Gesù, non avevano mai pensato a Dio come un padre

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:“Padre,sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno;dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,e perdona a noi i nostri peccati,anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,e non abbandonarci alla tentazione”».Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, pre-stami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. lc, 11,1

AttIvItàIl tema è complesso, personale e molto serio e per evitare che diventi noioso per i ragazzi si potrebbe strutturare come una serie di piccoli giochi/sfide in cui sottolineare alcuni atteggiamenti della preghiera.

IL sILeNzIo. Quando siamo immersi nel rumore e nel chiasso è impossibile ascoltare qualsiasi cosa. A turno un ragazzo per squadra dovrà riuscire a scoprire il messaggio che gli altri gli leggeranno da una certa distanza. Vince chi riesce a cogliere la frase in modo più preciso. Un gioco semplice e divertente che ci permette di sottolineare l’importanza del l’ascolto nella preghiera e di un silenzio che non è solo acustico ma interiore. Allora si potrebbe chiedere ai ragazzi di scrivere su un cartellone quali sono le cose che occorre mettere da parte per fare silenzio nel cuore: pensieri, distrazioni, rancori, preoccupazioni, ecc.

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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uN ALfAbeto Nuovo. Due gruppi di ragazzi dovranno riuscire a comunicare tra loro mantenendo un abbondante distanza attraverso segnali luminosi, lampadine o suoni. Internet fornisce già degli alfabeti, oppure possono essere inventati direttamente dei ragazzi. Vince la squadra che più velocemente passa tutti i messaggi in modo precisi. Indubbiamente Dio parla la nostra lingua, che è la lingua del cuore, occorre allenarsi per per capire ed ascoltare i segnali che Lui ci manda nelle nostre giornate.

A chI mI rIvoLgo. Si potrebbe chiedere ai ragazzi di fare un piccolo test-scherzo a risposta multipla sai cui risultati emerge la concezione che ciascun ragazzo ha di Dio. I profili finali possono essere quelli del Dio - inutile, quello del Dio - Padrone, quello del Dio - Genio della lampada, quello del Dio- Padre. A questo punto si può riflettere con i ragazzi su cosa cambi nel rivolgersi a un Dio come padre.Una domanda, ad esempio, per il test potrebbe essere:Quando ti succede una disgrazia:A) Penso di essermelo meritatoB) Prego perché Dio mi aiutiC) Chiedo che mi stia affianco D) Penso sia il destino.

Al temine di un incontro si può concludere con un breve e intenso momento di preghiera che richiami tutti gli aspetti sottolineati.

Link

L’incontro con alcuni istituti religiosi può essere interessante per i ragazzi per conoscere persone che hanno deciso di dedicare la propria vita alla preghiera.

IN dIocesI

NAscoNdINo coN dIo - Alan Scott

Video: https://www.youtube.com/watch?v=fmkmveK4ylc

“Il tempo passa, siamo ormai grandi,giochiamo ancora a nascondino con Dio”.

uNA cANzoNe

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nOn HO pAROleLa parola: occasione per imparare ad ascoltare

pepeROncinO

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

incontro

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La parola di Dio è cibo per la vita del cristiano, perché confrontandosi con Essa la nostra vita ha continuamente modo di essere messa in discussione. Agli occhi dei ragazzi rischia di sembrare “vecchia” e “complicata”: perciò occorre aiutarli a prenderne dimestichezza. Per questo obiettivo non basta un solo incontro ma l’intero percorso dovrebbe aiutarli a conoscere e riflettere su alcuni brani. Questo incontro più specifico è utile per mettere a tema la nostra disponibilità ad ascoltare e lasciarsi cambiare da essa.

«Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. Un’altra parte cadde sulla pie-tra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. Un’altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. Un’altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!».I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perchévedendo non vedanoe udendo non intendano.Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell’ora della tentazione vengono meno. Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza. lc 8, 5-15

AttIvItàAll’inizio dell’incontro si può consegnare a ciascuno un piccolo libretto assemblato con foglietti A5. I ragazzi dovranno completare questo libro recuperando alcune parole si-gnificative dalla la propria vita. Ogni pagina deve avere un titolo:

Le parole di casa: una frase o consiglio importante che mi hanno dato i genitori / familiari

Le parole del mondo: una frase o una citazione di un cantante, attore, libro che per me è significativa.

Le parole di un amico Le parole di un maestro: una frase o consiglio di un allenatore, insegnante, educa-

tore, ecc. Le parole di Dio: si possono avvicinare ad un tavolo dove sono raccolti dei passi

della parola tra i quali loro possono sceglierne due che parlano al loro presente. Una

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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volta individuati possono prelevarli ed incollarli sulla pagina. copertina: possono scegliere tra una serie di immagini una che per loro è metafora

delle parole, ad es. le parole sono come frecce, sassi, foglie, segnali stradali ecc.Una volta completato il libretto il catechista può scegliere di far condividere ai ragazzi in plenaria tutte o alcune pagine.

Il passaggio successivo può essere quello di leggere la parabola del Seminatore ed espli-citare in quale terreno si riconoscono maggiormente. Dopo un breve confronto si può concludere con un gioco a staffetta dove i giocatori devono passarsi un seme superando vari ostacoli ( di percorso o creati da disturbatori umani) che vorrebbero rallentarli per farli morire.

Link

I stILL hAveN’t fouNd whAt I LookINg for - U2

Video: https://www.youtube.com/watch?v=cQ9cx-A4u7c

“Non ho ancora trovato,quello che sto cercando”

uNA cANzoNe

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qUestO è il MiO cORpOL’eucarestia: il pane del cammino

Anice

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

incontro

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La messa è spesso un tasto dolente per i gruppi adolescenti. Sacerdoti e catechisti si trovano disarmati di fronte alla poca presenza degli adolescenti a messa. Se l’eucarestia domenicale è il cuore dell’esperienza cristiana perché occasione di incontro con Cristo e con la comunità, per gli adolescenti spesso viene vissuto come un noioso obbligo. Ov-viamente non basta un solo incontro per risolvere il problema, ma metterlo a tema è sicuramente un’occasione per ribadirne il valore. Sarà poi obbiettivo trasversale di un anno catechistico quello di accompagnarli e motivarli alla presenza durante la messa do-menicale, magari responsabilizzandoli nell’animazione liturgica.

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da que-sto mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo». Gli disse Simon Pietro: «Non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mon-di, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete mondi».Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete la-varvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. Gv 13, 1-15

AttIvItàPartiamo dal presupposto che la domenica per il cristiano è una festa alla quale si è invi-tati, quindi prepariamo dei semplici inviti personalizzati per ogni ragazzo ad una cena che si farà insieme l’incontro successivo. Alla cena si chiede ai ragazzi di venire vestiti bene e con una pietanza da condividere con gli altri e preparata con qualcuno. Il giorno della cena i ragazzi arrivano e consegnano ai catechisti le pietanze portate, ci si accorge quindi che nessuno ha pensato al pane. I ragazzi dovranno superare semplici prove per ottenere gli ingredienti necessari per impastarlo e farlo cuocere. Recuperata la farina, il lievito, il sale e l’acqua viene realizzato un unico pane e messo in forno. Prima di mettersi a tavola i ragazzi vengono accolti dai catechisti attraverso una breve celebrazione in cui si ascolta il brano del Vangelo dell’ultima cena (riportato sopra) e si compie il gesto della lavanda dei piedi da parte dei catechisti ai ragazzi. Dopo questo rito ci si può sedere tavola, ogni

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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Link

stoLA e grembIuLedi don Tonino Bello

http://www.giovaniemissione.it/testimoni/stola.htm

uNA LetturA

posto avrà un nome assegnato per far vivere ancora meglio il fatto che si è aspettati. Ci si siede a tavola e si condivide quello che si è portato, quindi si divide l’unico pane che si è preparato in tante parti quanti sono i ragazzi. La cena può essere animata con canti e piccoli giochi, coinvolgendo i ragazzi in modo da creare un clima conviviale. Terminata la cena, si chiede ai ragazzi di evidenziare tutte le azioni che sono state fatte e metterle per iscritto su un cartellone. Si prova quindi insieme a scegliere quali aspetti appartengono anche alla messa domenicale: il sentirsi invitati, lo stare insieme, il condividere, il portare un’offerta, lo spezzare il pane, la preghiera insieme, il posto lasciato vuoto di un assente, ecc. A questo punto si può constatare che la nostra presenza e partecipazione è stata decisiva per la riuscita della serata, così anche alla domenica la comunità ci aspetta e si aspetta qualcosa da noi. Infine si può consegnare un foglio a ciascun ragazzo dove sono indicati vari passaggi della messa nei quali loro devono segnare per ogni passaggio il grado di noia/interesse e partecipazione da 1-10. La scheda può servire come strumento di discussione finale. Sulla scheda segnare tutti i passaggi per esempio il canto iniziale, atto penitenziale, letture, omelia, preghiere dei fedeli, credo, liturgia eucaristica, scambio della pace, guardare la gente che torna dalla comunione, gli avvisi, la benedizione.

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Un pADRe MiseRicORDiOsOIl perdono è l’occasione di ripartire

MentA

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

incontro

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Parlare ai ragazzi di un Dio come Padre ci permette di far cogliere loro la caratteristica principale di Dio che è quella di essere misericordioso. Può essere un’occasione per pre-parasi al sacramento della confessione. Anche se ridurre il concetto di misericordia alla sola confessione rischia di essere riduttivo. Il 2016 è stato un anno giubilare dedicato a questo tema e il papa ne ha parlato ai giovani di tutto il mondo a Cracovia durante la GMG. Inoltre ci troviamo in Quaresima e quindi il tema della conversione diventa anche occasio-ne per prepararsi alla Pasqua che si avvicina. Proviamo in questo incontro a far cogliere ai ragazzi come la misericordia di Dio passa attraverso un incontro con delle persone, un incontro che ti cambia la vita, e lo facciamo attraverso il racconto di alcune storie. Perché la misericordia è importante comunicarla, farla circolare, metterla in rete.

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro pa-drone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo mal-vagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello». Mt 18, 21-34

AttIvItàProviamo a realizzare alcune brevi testimonianze video di storie di misericordia. Potrebbe essere significativo raccoglierle registrando delle interviste nella propria parrocchia, se però diventa difficile si consiglia di prendere alcuni stralci delle testimonianze andate in onda durante la veglia del sabato per i giovani della GMG di Cracovia o i video preparati dalla CEI per le catechesi. Le testimonianze riportano sempre tre momenti: il buio ovve-ro la situazione di mancanza, l’incontro con la misericordia e la luce che rappresenta il cambio di vita. Presentiamo le testimonianze ai ragazzi e proviamo a parlarne insieme a

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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Link

QueL cAINo dI mIo frAteLLoCompagnia dei Piccoli

informazioni su www.focr.it

uNo spettAcoLo

loro. In seguito ciascun ragazzo dovrà provare a scrivere un tweet di 140 caratteri in cui raccontare un’esperienza di misericordia e pubblicarla su una bacheca. Ogni ragazzo po-trà quindi leggere gli scritti degli altri e sceglierne una (non necessariamente la propria) o anche semplicemente una frase da pubblicare sui propri supporti social. Oppure se si preferisce si possono realizzare in piccoli gruppi degli spot o dei manifesti scegliendo immagini e fotografie significative. Guardando insieme questi manifesti si può riflettere su come essere testimoni della misericordia per gli altri, i manifesti che meritano possono eventualmente essere messi in grafica ed appesi in oratorio.

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li AMò sinO AllA FineChiamati a essere servi come Gesù

cARDAMOMO

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

incontro

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Cerchiamo di avvicinarci al mistero più grande della vita di Gesù e della nostra fede che è quello del dono totale che fa di se stesso. La passione di Gesù prende inizio con il momento dell’ultima cena, il gesto dello spez-zare il pane e del versare il vino diventano il simbolo del suo donarsi ai discepoli e a tutti noi, attraverso l’istituzione dell’eucarestia. Qui però vediamo l’atro gesto, quello riportato da Giovanni: Gesù che si china per lavare i piedi ai suoi discepoli. Un gesto sconvolgente, quasi assurdo per loro che lo vedono come il maestro e il Signore. Perché Gesù fa una cosa del genere? Perché vuole dare a noi l’esempio da seguire: poniamoci gli uni al servizio degli altri, perché chi si fa più piccolo, nella logica del Vangelo, sarà il più grande agli occhi di Dio. Il gesto di Gesù non è fine a se stesso, non si conclude in quel momento; è un gesto che Gesù consegna ai discepoli e quindi anche a noi per seguirlo e imitarlo nella nostra vita. Cosa può voler dire per i ragazzi tutto ciò?Cominciare ad avvicinarsi alla figura di Gesù per sentirla più vicina, più reale e viva nella loro vita di fede. Scegliere lo stile del servizio nei confronti degli amici, dei fratelli, della propria famiglia e comunità, il mettersi a disposizione, imparare la gratuità perché è Gesù stesso che ci consegna questo modo di vivere. In questo modo possiamo provare a rendere vivo il Vangelo attraverso la nostra vita.

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine.Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capi-te quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. Gv 13, 1-15

AttIvItàSe è possibile, ci si procurano dei pezzi di stoffa grandi e bianchi che possano fungere da grembiule (arrotolati in vita); uno per ogni ragazzo.

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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Link

LAvANdA deI pIedISieger Köder

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uN QuAdro

Per questo incontro si potrebbe chiedere ai catechisti o al don di preparare una breve e semplice lectio del brano; un approfondimento, una chiave di lettura che aiuti i ragazzi ad entrare nella profondità di questa Parola. Fatto questo si lascia un momento breve di riflessione personale ai ragazzi. In questo tempo possono rileggere il testo e rielaborare una riflessione, un pensiero anche alla luce della lectio fatta precedentemente insieme. Poi si chiede ai ragazzi di scegliere un versetto, una parola, un’espressione del testo dal quale sono stati attratti, colpiti o che resta per loro particolarmente enigmatico. Dovran-no poi associare a questa parola o versetto un sentimento o un pensiero ad essi collegato (stupore, gratitudine, senso di responsabilità, coinvolgimento, paura…).

Si fa un momento di condivisione: ciascuno dice il versetto o la parola che ha scelto e anche il sentimento o pensiero che gli ha suscitato. Se vuole, poi può aggiungere qualche riflessione o esporre al gruppo e al catechista i suoi dubbi e domande.

Infine si consegnano ai ragazzi i grembiuli bianchi. Ogni ragazzo scrive sul grembiule la propria parola o versetto col sentimento/pensiero che hanno ad esso associato.

LA cALorIA puLItA IN peNuLtIme NotIzIe cIrcA Ieshu/gesù,E. De Luca - Messaggero di Sant’Antonio editrice, Padova 2009“Cosa aveva di speciale la divinità della scrittura sacra che irrompeva in margine al Mediterraneo, nel tempo e nel luogo più politeista della storia dell’umanità? […] «E amerai Iod tuo Elohìm, […] in tutto il tuo cuore, in tutto il tuo fiato e in tutte le tue forze».[…] Qui l’amore rastrella tutt’altre forze, quelle piantate in ogni creatura come linfa in un albero. […] La certezza di essere arrivati al colmo della capacità di amare è l’esperienza richiesta. […] La divinità chiede amore perché esso colma chi lo dà, non chi lo riceve. Chiede amore non per riceverlo, ma per addestrare la creatura a darlo”.

uNA LetturA

QuAsI AmIcIdi Olivier Nakache e Éric Toledano – 2011

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=4tc30sm1MpI La vita derelitta di Driss, tra carcere, ricerca di sussidi statali e un rapporto non facile con la famiglia, subisce un’impennata quando, a sorpresa, il miliardario paraplegico Philippe lo sceglie come proprio aiutante perso-nale. Incaricato di stargli sempre accanto per spostarlo, lavarlo, aiutarlo nella fisioterapia e via dicendo Driss non tiene a freno la sua personalità poco austera e contenuta. Diventa così l’elemento perturbatore in un ordine alto borghese fatto di regole e paletti, un portatore sano di vitalità e scurrilità che stringe un legame di sincera amicizia con il suo superiore, cambiandogli in meglio la vita.Il campione d’incassi in patria è anche un campione d’integrazione tra i più classici estremi. La Francia bian-ca e ricca che incontra quella di prima generazione e mezza (nati all’estero ma cresciuti in Francia), povera e piena di problemi. Utilizzando la cornice della classica parabola dell’alieno che, inserito in un ambiente fortemente regolamentato ne scuote le fondamenta per poi allontanarsene.

uN fILm

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oscAr e LA dAmA IN rosAdi E. Schmitt – BUR, 2005Oscar è un bambino di dieci anni ospedalizzato a causa di una leucemia in fase terminale. Consapevole della gravità della propria malattia vorrebbe parlarne con gli adulti ma sia il proprio medico che i genitori evitano i discorsi sulla sofferenza perché la temono. Solo una volontaria dell’ospedale, chiamata dal piccolo nonna Rosa, capisce la sua voglia di risposte. Questa lo invita a scrivere delle lettere a Dio per raccontargli la sua vita e, inoltre, gli propone un gioco: quello di vivere dieci anni in un giorno. Oscar accetta e si immagina di vivere a vent’anni, trenta, quaranta, ecc. In tal modo attraversa prima di morire tutte le fasi della vita: dalla giovinezza all’età adulta fino alla vecchiaia. Nascono in lui nuovi sentimenti e si riconcilia con i suoi genitori. Nell’arco di dieci giorni la vita del piccolo si spegne ma, essendo vissuto fino a centodieci anni, è sazio di giorni. Le sue ultime parole sono per nonna Rosa alla quale lascia un biglietto sul comodino su cui scrive: Solo Dio ha il diritto di svegliarmi.

uN LIbro

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veGliAte e pReGAte cOn MeStarsi vicini nel dolore

ZenZeRO

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

incontro

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Siamo di fronte alla passione e alla morte di Gesù, momento drammatico e incompren-sibile. Sembra che tutto sia fallito, Gesù si sente solo, abbandonato e tradito dai suoi migliori amici, nel dolore e nella disperazione, nella delusione e nello sconforto si sente abbandonato anche da Dio. Tutto sembra davvero finito, l’amicizia, lo stare insieme, il mangiare, il camminare, il sen-tirsi amato dalle persone. Solo la morte attende Gesù, una morte violenta, ingiusta, una morte che lo priva della dignità, questo era lo scopo della croce riservata dai romani ai malfattori. La croce è li piantata a raccogliere le nostre delusioni, i nostri dolori, i nostri drammi. Quando ci sentiamo soli, abbandonati, incompresi, persi; quando la vita ci toglie qualcosa o qualcuno di importante, quando chi ci vuole bene ci ferisce o ci abbandona; quando non abbiamo la forza di alzare la testa, la croce è lì a dirci che Gesù si è caricato di tutto questo dolore umano, abbracciandolo, contenendolo e condividendolo. La croce è lì che non siamo soli, che il dolore non ha l’ultima parola, e nemmeno la morte. Contempliamo la croce, sentiamoci contenuti nel suo abbraccio.

Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, e gli offri-rono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l’iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo riedifichi in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Ugualmente anche i sommi sacerdoti con gli scribi, facendosi beffe di lui, dicevano: «Ha salvato altri, non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo». E anche quelli che erano stati cro-cifissi con lui lo insultavano.Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, per-ché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.Il velo del tempio si squarciò in due, dall’alto in basso.Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramen-te quest’uomo era Figlio di Dio!». Mc 15, 22-39

AttIvItàSi potrebbe organizzare coi ragazzi una veglia di preghiera sul tema della croce da pro-porre alla comunità in una delle sere di quaresima, come segno sia appartenenza alla comunità che di condivisione del cammino che si sta facendo.

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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Link

souL Is youNg - doLore

I casi della vita ci interrogano. Soul is young è un progetto di condivisione: è il desiderio di dar voce ai giovani su grandi temi della vita. Il tema di questo volume è il dolore. “Dolore è lacrima, silenzio, paura di essere soli. Dolore è il mattone in gola di chi non ha mai imparato a piangere. Dolore è rabbia e stanchezza. C’è un dolore che colpisce alle spalle, è disonesto, meschino. C’è ne è un altro, invece, che pianta i picchetti nelle tue giornate e ti tocca imparare ad abitarlo, giorno dopo giorno. Chiede umiltà, per accorgersi che non tutto, o quasi niente, è nelle nostre mani. Accada, il dolore; erode le pareti delle nostre speranze. Dolore: chiodi arrugginiti che trapassano mani e braccia di legno, profumato di resina essiccata. Non chiedere “a che cosa serve?” perché se la tua vita si traveste di mistero, non lo fa per un motivo particolare, non si sottomette alla ragione, noi non lo capiamo. Accade e basta e questo ci fa molta rabbia. Prova a chiederti, piuttosto, “che cosa è per me?” e la tua risposta sarà un sentiero, forse ripido ed incer-to, ma ti porterà in alto, dove l’aria profuma di libertà, e non sarai solo”.

All’interno del volume sono presenti molti testi, canzoni, immagini che possono essere utili come contributi all’attività. Il testo è disponibile gratuitamente in FOCr.

uN testo

IL cIeLo è vuoto - Cristiano De André

Video: https://www.youtube.com/watch?v=c5HQvi2rbeE

“È un mantice il cielo è una strana officinaè Dio che si dimentica di fare tutto il suo lavoroSi stacca l’anima non fa più rumorepuoi chiudere gli occhi ma non puoi più moriree me ne frego di quale luce sei illuminataIo sono illuminato dai lampi che sono tutto il mio serenonon posso accettare niente di meno di quello chiediquello che mi aspetto da te”.

mA che rAzzA dI dIo c’è NeL cIeLo - Roberto Vecchioni

“Sentire d’essere noi le sole stelle sbagliate in questa immensa perfezione serale; e non capirci più niente nel viavai di messia discesi in terra per semplificare. Ma che razza di Dio c’è nel cielo? Ma che razza di Dio c’è nel cielo? Ma che razza di guitto mascherato da Signore sta giocando col nostro dolore? Ma che razza di disperato, disperato amore, lo potrà mai consolare”?

ALcuNe cANzoNI

La veglia va pensata e realizzata insieme ai ragazzi. Consigliamo di creare 3 sottogruppi, mischiando i ragazzi per età e sensibilità. Un gruppo potrebbe occuparsi della parte più “biblica” della veglia, quindi scegliere dei testi dalla bibbia ed elaborare la parte di preghiera. Il secondo gruppo si può occupare della parte di attualizzazione della veglia, scegliendo video, canzoni, notizie, testimonianze, scritti che si possano collegare col tema e aiutare la riflessione della comunità. L’ultimo gruppo si più occupare di mettere insieme tutti i materiali, pensando quindi alla struttura e all’aspetto più “artistico” e anche liturgico della veglia. Potrà quindi scegliere i canti, trovare qualcuno che faccia l’accompagnamento musicale o, diversamente, sceglie-re delle musiche di sottofondo che aiutino la preghiera.

modulo iiiAprile | Maggio

Voi siete la luce del mondo; una città posta sopra un monte

non può essere nascosta.L’ultima metafora utilizzata da Gesù è quella della città che ha bi-sogno di essere visibile perché porto sicuro e punto di riferimento per tutti. Ripercorrendo il percorso fatto sino ad ora: Illuminati dallo stile di Gesù e custodi di una vita spirituale che va curata giorno dopo giorno, il terzo passaggio del nostro percorso si spo-sta sulla testimonianza. è importante tener presente che questi detti posti nel vangelo dopo le beatitudini sono rivelazioni che primariamente Gesù dà di sé stesso: «Io sono la luce del mondo, chi mi segue non camminerà nella tenebra» (Gv 8,12). È Gesù il sale della sapienza e la luce vera che illumina il cuore degli uomini. Noi cristiani, quindi, possiamo essere sale e luce solo se siamo in comunione con Gesù; così la nostra vita è vera testimo-nianza solo se diventiamo strumenti della presenza di Dio tra gli uomini, solo se il nostro vivere è un decentramento da se stessi per indicare agli altri la sequela di Cristo. Il nostro essere luce del mondo, il nostro essere una città ben visibile e sopraelevata non sia la tentazione di pensare che siamo noi il modello da seguire. Il nostro vivere sia segno della volontà di Dio di essere presente tra gli uomini per camminare accanto a loro. Così la testimonianza è la nostra possibilità di portare luce e sapore agli altri nei luoghi magari più insipidi e contrassegnati dall’indifferenza. La nostra fede non è un fatto privato, ma assolutamente sociale, pubblico, rivolto agli altri; da cristiani, in quanto cittadini di questo mondo, contribuiamo ad edificare città e comunità fatte veramente per gli uomini.

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strAdA passo dopo passo 42

INDICE DEL TERZO MODULO

QuArtIere ci vuole stile 44

pIAzzA La mia comunità 46

cArcere All’ombra dei confini 48

trIbuNALe uscire e scendere in piazza 50

chIesA chi ci crede? 53

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pAssO DOpO pAssOSeguire Cristo e imitarlo nella nostra vita

stRADA

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

Per poter essere luce del mondo, segno ben visibile per tutti della proposta di vita cristia-na, occorre tenere sempre bene presente quale sia l’orizzonte di fondo imprescindibile all’interno del quale ogni cristiano cammina. La vocazione di ogni cristiano e quindi an-che dei ragazzi che sono in cammino lungo questo percorso, è, prima di tutto, l’imitazione di Cristo e il camminare con Lui. Ma cosa significa questo per i ragazzi? Avere il coraggio di una vita “differente” rispetto all’“indifferenza” che spesso li circonda. Significa cercare di fare la vita che faceva Gesù, di assumere i suoi pensieri, i suoi senti-menti – Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù (Fil 2, 5). Gesù è venuto nel mondo per insegnarci a vivere in questo mondo (Tt 2, 12). Gesù ci in-segna una vita bella, buona e beata. Noi dobbiamo imparare a fare quella stessa vita quotidianamente, vivere ogni giorno con quei pensieri e sentimenti che sono stati anche di Gesù.

Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose: «Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimo-nianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. Nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera: orbene, sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi dà te-stimonianza».Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come mi ha insegnato il Padre, così io parlo. Colui che mi ha mandato è con me e non mi ha lasciato solo, perché io faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gv 8, 12-18; 28-30

AttIvItàPer questa attività si propone di affiancare al brano di Giovanni proposto altri brani, ma-gari più brevi, tratti dai vangeli sinottici, nei quali vengono ritratti dei momenti dell’o-perato quotidiano di Gesù, momenti in cui si relaziona con altre persone: con i poveri, i bambini, gli ultimi, le vedove; ma anche con i pubblicani, gli scribi, gli esattori delle tasse. Una volta individuati tutti questi brani, suddividere i ragazzi in piccoli gruppi da 2 o 3 persone e assegnare a ciascun gruppetto alcuni brani. I ragazzi dovranno leggere i brani e appuntare su un foglio le seguenti cose:

1incontro

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

43

Link

gesù coN LA sAmArItANA AL pozzoM. I. Rupnik, 2006

http://www.centroaletti.com/foto/foto_opere/italia/37_capiago_dehoniani/03.jpg

LAzzAro coN Le fAsce AI pIedI. ceNA A betANIAM. I. Rupnik, 2008

http://www.centroaletti.com/foto/foto_opere/roma/13_c_aletti_refettorio/01.JPG

INcreduLItà dI s. tommAsoCaravaggio, 1600-1601

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/07/Le_Caravage_-_L’incr%C3%A9du-lit%C3%A9_de_Saint_Thomas.jpg

IL cIcLo dI emmAus, LuNgo LA strAdAArcabas

http://www.catechesiverona.it/wp-content/uploads/2014/10/immagine-1.jpg

ALcuNI QuAdrI

Quali sono i gesti fisici di Gesù? Che tipo di parole usa? (rabbia, giudizio, accoglienza… parole dolci, dure, enigmati-

che…) Proviamo a capire quali sono i sentimenti di Gesù: è coinvolto nelle situazioni che

vive o è distaccato? Infine proviamo ad immaginare quali siano i pensieri di Gesù che non vengono espli-

citati nel testo.

Fatto questo, i ragazzi dovranno seguire lo stesso schema d’analisi anche per i personag-gi che sono coinvolti con Gesù.Ci si ritrova insieme e si mettono a confronti le analisi fatte dai piccoli gruppi; l’educatore coordina il confronto e cerca di far emergere una sorta di profilo umano di Gesù e del suo modo di relazionarsi e di porsi nelle diverse situazioni e con le diverse persone che incontra nel Vangelo. Infine ogni ragazzo scegliere un atteggiamento particolare, una parola, un pensiero di Gesù che lo ha colpito o al quale non aveva mai pensato, lo scrive su un foglietto e lo assume come primo punto di riferimento per il suo cammino quotidiano.

7 km dA gerusALemmedi Claudio Malaponti – 2007

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=MXzebl0scmE

Il film narra il viaggio intrapreso in Terra Santa da un pubblicitario e del suo mistico incontro con Gesù Cristo. L’opera rappresenta una discussione sui temi che riguardano la quotidianità e il modo di intendere l’esistenza di Dio in termini odierni.

uN fILm

pIcture of Jesus - Ben Harper

“I’ve got a picture of JesusIn his arms so many prayers restWe’ve got a picture of JesusAnd with him we shall be forever blessed”

uNA cANzoNe

44

ci vUOle stileIl nostro stile illumina chi incontriamo

qUARtieRe

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

2incontro

Noi cristiani siamo sale e siamo luce. Un cibo insipido, un’abitazione al buio si rendono sgradevoli, forse insopportabili. In ogni caso il sale e la luce si palpano, si sentono, si vedono. Ed in ogni caso mai si occultano o si nascondono. Così deve essere la condizione umana, il modo d’essere e di vivere dei credenti in Gesù. Devono essere persone che de-vono essere subito notate per quello che sono. Per quello che pensano? Per quello che dicono? Per i gruppi o luoghi che frequentano? No. per la loro maniera di vivere, per le loro convinzioni, per i loro costumi, per le loro preferenze, per il loro stile di vita durante le 24 ore di ogni giorno.Cosa significa questo in concreto? Secondo Gesù, la cosa è chiara: “Che la gente veda le vostre opere buone, in modo che si senta motivata a glorificare il vostro Padre del Cielo”. Gesù ci dice di non nascondere nulla della nostra vita, che tutto sia trasparente, che tutto si sappia, in maniera tale che, proprio sapendo quello che facciamo e perché lo faccia-mo, per il nostro stile di vita gli altri che ci incontrano si interroghino almeno sul motivo profondo che ci spinge a vivere così. La nostra vita possa suscitare in chi incontriamo un desiderio, un dubbio, una domanda su Dio. “Voi siete la luce del mondo”; col battesimo siamo diventati anche noi, come Gesù, luce da luce e ci è stato affidato il compito di vivere come figli della luce. Sono le nostre “opere belle”, il nostro modo di vivere che deve attirare tanti sguardi che sono nel buio e sono assetati di luce… il mondo attende la nostra luce!

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. Mt 5, 13-16

AttIvItàIn questa attività si propone di conoscere la testimonianza di un uomo che ha voluto vivere e far vivere la luce di Gesù anche nei luoghi più impensati, dove la luce sembra che non possa penetrare: beato Padre Pino Puglisi. Si potrebbe vedere coi ragazzi il film proposto (o parte di esso) e poi preparare un ap-profondimento sulla sua vita attraverso dei suoi scritti e testimonianze di persone che l’hanno incontrato (tra cui anche lo scrittore Alessandro D’Avenia). I materiali si possono facilmente reperire on line.

Link

Sito dedicato a Beato Padre Pino Puglisi:http://www.padrepinopuglisi.it

oN LINe

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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evANgeLII gAudIum, 269

Gesù stesso è il modello di questa scelta evangelizzatrice che ci introduce nel cuore del popolo. Quanto bene ci fa vederlo vicino a tutti! Se parlava con qualcuno, guardava i suoi occhi con una profonda atten-zione piena d’amore: «Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò» (Mc 10, 21). Lo vediamo aperto all’incontro quando si avvicina al cieco lungo la strada (cfr Mc 10,46-52) e quando mangia e beve con i peccatori (cfr Mc 2,16), senza curarsi che lo trattino da mangione e beone (cfr Mt 11,19). Lo vediamo disponibile quan-do lascia che una prostituta unga i suoi piedi (cfr Lc 7,36-50) o quando riceve di notte Nicodemo (cfr Gv 3,1-15). Il donarsi di Gesù sulla croce non è altro che il culmine di questo stile che ha contrassegnato tut-ta la sua esistenza. Affascinati da tale modello, vogliamo inserirci a fondo nella società, condividiamo la vita con tutti, ascoltiamo le loro preoccupazioni, collaboriamo materialmente e spiritualmente nelle loro necessità, ci rallegriamo con coloro che sono nella gioia, piangiamo con quelli che piangono e ci impegnia-mo nella costruzione di un mondo nuovo, gomito a gomito con gli altri. Ma non come un obbligo, non come un peso che ci esaurisce, ma come una scelta personale che ci riempie di gioia e ci conferisce identità.

dALLA chIesA

ALLA Luce deL soLedi R. Faenza – 2005

trailer: www.youtube.com/watch?v=vsqV520kmPo

La storia di padre Pino Puglisi, il parroco del quartiere Brancaccio di Palermo, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. Un uomo che «sparava» dritto, dovere inflessibile nella denuncia e alieno da ogni com-promesso. Con gesti concreti, dedicandosi al recupero dei bambini del quartiere per sottrarli alla mafia, padre Puglisi diventa una presenza scomoda, un simbolo, un freno alla corruzione.

uN fILm

omeLIA gIovANNI pAoLo IIalla S. Messa conclusiva della GMG di Toronto 2002

https://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/2002/documents/hf_jp-ii_hom_20020728_xvii-wyd.html

uNA LetturA

LA Luce deL moNdoW.H. Hunt, 1953

http://www.scuolabeatoangelico.it/formazioneartisti/lux1.jpg

ALcuNI QuAdrI

crocIfIssIoNe bIANcAM. Chagall, 1938

http://www.artemagazine.it/old/wp-content/uploads/2015/10/crocifissione.jpg

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lA MiA cOMUnitàLa dimensione comunitaria del proprio paese

piAZZA

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

3incontro

Con l’immagine della città posta sopra un monte, Gesù vuole dirci che il nostro essere cristiani ci espone, ci fa essere ben visibili, un segno a cui altri uomini possano guardare, un punto di riferimento per le persone che incontriamo. Questo vuol dire sconfiggere la tentazione del ripiegamento su di sé, la tentazione di pensare che la fede sia solo una dimensione intima, privata, spirituale. Siamo chiamati ad “uscire”, in primo luogo verso chi ci è “prossimo”, vicino. Il nostro paese, il nostro quartiere, la nostra comunità parroc-chiale, queste sono le realtà prime che noi incontriamo e di cui possiamo prenderci cura, cercando di mantenere quello stile di luminosità che Gesù ci ha consegnato. È lo spirito missionario con cui i discepoli inviati da Gesù si incamminano “fino ai confini della terra” (Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Geru-salemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra. Atti 1, 7-8)

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sotto-mettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». lc 10, 1-9; 17-20

AttIvItàSi chiede ad ogni ragazzo di pensare metaforicamente alla propria comunità parrocchiale, devono rappresentarla con un simbolo. Il simbolo deve cercare di rappresentare tutti gli aspetti della comunità, tutte le sue parti, il livello di crescita raggiunto, i suoi punti forti, le sue debolezze, tutte le sue caratteristiche. Ad esempio si potrebbe rappresentare la comunità come una pianta, che sia un seme, una piccola pianticella, un albero secolare. Oppure un animale, una casa, una persona, dove ogni parte assume significato simbolico.

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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Fatto questo, ci si confronta. Se i ragazzi del gruppo appartengono tutti alla stessa comu-nità, sarà interessante vedere quello che emerge dal confronto e dai diversi punti di vista. Poi si chiede ai ragazzi di lavorare ancora da soli e cercare di collocarsi all’interno del simbolo-comunità che hanno ideato: in quale parte si vedono? Si sentono protagonisti, elementi marginali, si sentono già grandi, possono prendersi cura di qualcuno e di qualco-sa? Si sentono appartenenti alla comunità?Di nuovo ci si confronta in gruppo con chi se la sente di esprimere la propria posizione. Come ultimo passaggio, insieme, si cerca di tirare le fila del quadro emerso si individua-no i punti più problematici e deboli della comunità. Poi, con un brainstorming, si cerca di individuare una via concreta che veda i ragazzi coinvolti per provare a far fronte a questa problematicità. Devono provare a mettersi in gioco, a sentirsi loro i portatori di una luce all’interno degli spazi più bui della loro comunità.

Link

pAssIoNe – LAvANdA deI pIedIArcabas

http://fotoweb.paoline.org/gallery3/var/albums/Religiose/PASSIONE-07409-lavan-da%20piedi%20-%20Arcabas.jpg?m=1374835758

uN QuAdro

evANgeLII gAudIumCapitolo primo, parte I, Una Chiesa in uscita

uNA LetturA

LAvorI IN corso - F. Guccini – Gen Rosso

Video: https://www.youtube.com/watch?v=HPKWFcO7AOY “C’è bisogno di sentire, c’è bisogno di capirec’è bisogno di dolori che non lasciano dormirec’è bisogno di qualcosa, c’è bisogno di qualcunoc’è bisogno di parole che non dice mai nessuno.

C’è bisogno di fermarsi, c’è bisogno di aspettarec’è bisogno di una mano per poter ricominciarec’è bisogno di domande, c’è bisogno di rispostec’è bisogno di sapere cose sempre più nascostec’è bisogno di domani, c’è bisogno di futuroc’è bisogno di ragazzi che sono al di là del muro”.

IL suoNo deLLA domeNIcA - Zucchero

Video: https://www.youtube.com/watch?v=ok84j6aZ3dA Ho visto cieli pieni di miseria saie ho visto fedi false fare solo guaiChe sai di noi? Che sai di me?Ma il suono della domenica dov’è?

ALcuNe cANzoNI

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All’OMBRA Dei cOnFiniPortare la luce di Cristo a chi è dimenticato

cARceRe

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

4incontro

Se apriamo l’orizzonte del nostro sguardo, immediatamente ci rendiamo conto che sui confini della nostra comunità, del nostro quartiere e degli ambienti che frequentiamo abitualmente abitano persone e situazioni di marginalità e solitudine. Il nostro essere come una città posta sopra un monte ci deve rende visibile da tutti, non possiamo restare nascosti e fuggire proprio da quelle persone e ambienti che si trovano nel buio della nostra città, del nostro quartiere, della nostra società. Un emblema di tale situazione sono le persone anziane e ammalate, bloccate a casa, richiuse nella pesantezza e nella solitudine; spesso ricevono visite solo dai preti della comunità e da poche altre persone. Se apriamo lo sguardo ci accorgiamo di quante persone abitano nell’ombra poiché non “servono” più alla società, perché sono deboli, fragili, in difficoltà. Anche a Cremona sono presenti molte realtà di questo tipo: la Casa dell’accoglienza, il carcere, la Casa Famiglia S. Omobono, la Casa di nostra Signora, la Casa Speranza…

Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Si-gnore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. Mt 25, 35-45

AttIvItàSi sceglie con i ragazzi una o più di queste realtà da incontrare e conoscere.Se si sceglie di incontrare gli anziani ed ammalati del quartiere/paese ci si potrebbe ac-cordare con i sacerdoti che vanno a far loro visita e si potrebbe andare con loro, divisi a gruppetti di 3 o 4 persone, in modo da raggiungere più persone del quartiere. Se si sceglie di far visita ad una delle altre realtà, contattare direttamente i responsabili. Si potrebbe anche organizzare una testimonianza di un operatore all’interno dell’incontro e poi andare a far visita.

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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Link

sIto deLLA comuNItà pApA gIovANNI XXIII foNdAtA dA doN oreste beNzIhttp://www.apg23.org/Questa comunità da anni:• Combatte la prostituzione https://www.youtube.com/watch?v=I5X2DUf01CY

• Si occupa del disagio nelle carceri https://www.youtube.com/watch?v=r0S87-uqJCA&index=3&list=PLQwb7oxrkzOPcDW7OG-n3M-

QORXdgehz6C

• Si prende cura di molti altre periferie e disagi in Italia https://www.youtube.com/playlist?list=PLQwb7oxrkzOMFJ6iZRQxOjvaV2CtKKiPu

oN LINe

NeI gIArdINI che NessuNo sA - Renato Zero“Ti darei gli occhi miei, per vedere ciò che non vedi. L’energia, l’allegria, per strapparti ancora sorrisi. Dirti si, sempre si, e riuscire a farti volare, dove vuoi, dove sai, senza più quei pesi sul cuore”.

uNA cANzoNe

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UsciRe e scenDeRe in piAZZAEssere cristiani e la vita politica

tRiBUnAle

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

5incontro

I cristiani vivono la loro vocazione, ovvero il loro voler seguire Gesù, tra i propri fratelli e sorelle, all’interno della società, del mondo che abitano, nel momento storico in cui si trovano. I Cristiani sono coloro che hanno creduto nella buona notizia dell’Amore e questo li porta ad essere testimoni dell’amore che può vincere tutto, anche la morte. È giusto quindi riflettere sullo stile cristiano di stare in società… Ma i cristiani sono cittadini nella società?Anche i cristiani delle origini si sono posti questa domanda che non è banale né ha una risposta scontata. Quando i primi cristiani hanno iniziato ad incontrare e diffondere il loro messaggio ad ebrei e pagani, abitatori dell’Impero Romano. È vero che il Vangelo non offre ricette “politiche”, non da suggerimenti o indicazioni su come si abiti e si possa contribuire all’edificazione della polis; questo non significa che noi cristiani ci possiamo sottrarre da tale dimensione “pubblica” è di presa di responsa-bilità nei confronti del mondo che abitiamo e della storia in cui siamo immersi, ambito in cui Dio si manifesta all’uomo. Che cosa può dirci, allora, il Vangelo sul nostro stare nella società?Lo stile di Gesù ci insegna a coltivare una qualità differente nelle relazioni che intessia-mo e nelle scelte che compiamo quotidianamente. All’interno della nostra società dove le relazioni sono fragili, dove l’atteggiamento diffuso è quello dell’individualismo, del consumismo, del non rispetto e della de-responsabilizzazione, il Vangelo ci insegna a intessere relazioni forti, a prenderci a cuore i problemi comuni, a maturare sensibilità nel rispetto dell’ambiente in cui viviamo e ad assumerci alcune responsabilità anche su un piano pubblico. Per quanto riguarda il mondo degli adolescenti questo discorso può essere proiettato in primo luogo sull’ambiente scolastico: come vivono la scuola? Sanno essere protagonisti, interessarsi alla vita decisionale della classe e della scuola?

Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. Mt 5, 17-20; 43-48

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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Link

QuAttro tAppe per AmAre LA cIttà, in Le sfIde deL terzo mILLeNNIo - gIovANI ALLe prese coL moNdo che cAmbIACarlo Maria Martini

uNA LetturA

LA storIA - Francesco De Gregori“La storia siamo noi, nessuno si senta offesoSiamo noi questo prato di aghi sotto al cielo.La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,Questo rumore che rompe il silenzio,questo silenzio così duro da masticare.”

uNA cANzoNe

AttIvItà 1Si prendono degli articoli di attualità, di problematiche che ci circondano sia nel piccolo della nostra città, sia su scala più ampia, nazionale o internazionale. Si leggono insieme gli articoli e si cerca di far emerge lo stile diffuso, l’indifferenza, il male, il consumismo e tutti quegli atteggiamenti ai quali occorre opporre resistenza.

Poi si danno ai ragazzi degli altri articoli (o anche video) di storie buone, magari anche di interventi di Papa Francesco, di segni di impegno, amore, presa di responsabilità da parte di alcuni agenti politici.La presenza differente seppur discreta e meno rumorosa, c’è e occorre esserne consape-voli. Analizzando questi articoli si cerca di far emergere quale sia la “differenza”, lo stile diverso, lo sforzo controcorrente che questi esempi rappresentano.

Infine si propone ai ragazzi di riscrivere quelle storie che erano di indifferenza, individua-lismo, consumismo, violenza, sopruso, affinché diventino storie di speranza.

AttIvItà 2Proviamo a far sperimentare ai ragazzi cosa significa essere responsabili di una città at-traverso una simulazione che li vede come un consiglio comunale nell’atto di redigere un bilancio cittadino. Il gruppo ha un budget a disposizione (per esempio 10 mln di euro) e diverse voci di spesa. In un tempo stabilito (10 minuti) il gruppo dovrà scegliere su cosa investire, quali spese fare, quali voci sacrificare e su cosa puntare per il futuro.

Opere ordinarie Ristrutturazione strade Fondo solidarietà Attività culturali Spettacoli, feste, rigenerazione urbana Scuole pubbliche Scuole private Raccolta differenziata e smaltimento rifiuti ...

Possono seguire riflessioni su come loro vedono e intendono una citta migliore.

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vIvA LA LIbertàdi R. Andò – 2013

trailer: https://www.youtube.com/watch?v=dLicMAWhv1k

Il film racconta del segretario del principale partito d’opposizione, Enrico Oliveri. E’ in crisi e i sondaggi per l’imminente competizione elettorale lo danno perdente. Una notte, dopo l’ennesima contestazione, Oliveri si dilegua, senza lasciare tracce. Negli ambienti istituzionali e del partito fioccano le illazioni, men-tre l’eminenza grigia del segretario, Andrea Bottini, e la moglie Anna si arrovellano sul perché della fuga e sulla possibile identità di un eventuale complice. E’ Anna a evocare il fratello gemello del segretario, Giovanni Ernani, un filosofo geniale.

uN fILm

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cHi ci cReDe?Credenti e non credenti, un cammino di crescita

cHiesA

Obiettivo

Alla scuoladel Maestro

5incontro

Il nostro andare nel mondo e abitarlo, con le sue difficoltà, contraddizioni e bellezze ci porta ad incontrare molte persone che vivono la loro vita escludendo la dimensione reli-giosa; chi per scelta, chi per storia personale, chi per cultura e contesto in cui è cresciuto.

Anche i ragazzi incontrano ogni giorno amici e compagni “non credenti”, questa dina-mica molto spesso li mette in discussione, li provoca e talvolta li disorienta. Nel cammino di fede i momenti di scontro, confronto e dubbio non possono che essere fondamentali perché aiutano ad andare in profondità nel proprio modo di vivere la fede e aiutano a compiere scelte con sempre maggiore consapevolezza. Così il dialogo tra il “credere” e il “non-credere” non è solo rivolto agli altri, alle perso-ne che incontriamo, ma è in primo luogo un dialogo interno a ciascuno di noi, un dibattito continuo e che deve rimanere sempre alimentato perché per poter camminare e crescere nella fede non ci si può “sedere” su una posizione pensando di essere già arrivati alla verità e di possederla. Come ci poniamo nei confronti di chi si dichiara “non-credente”? Riusciamo a creare momenti di confronto, a dire la nostra senza vergogna e rispettando sempre la posizione dell’altro? Riconosciamo di aver bisogno di prospettive diverse per andare in profondità nella ricerca del cammino di fede?Non dobbiamo sentirci “migliori” perché credenti, ma possiamo sentirci portatori di un messaggio d’amore che è per tutti, che può davvero raggiungere ogni uomo, a prescinde-re dal contesto e dalla cultura, una proposta che ci possa far crescere la nostra umanità.

La verità non è monolitica, non è una “cosa” fissa e data; la verità per i credenti è Cristo, ma nel contempo è una via da percorrere ed è l’amore con cui vivere con gli altri.

«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via».Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me com-pie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mon-

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do non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Gv 14, 1-24

AttIvItà Per questo incontro si potrebbe proporre previamente ai ragazzi di organizzare un’inter-vista/sondaggio all’interno della propria classe per cercare di farsi un’idea di quello che è l’atteggiamento più diffuso nei confronti della fede. Si prepara un foglio con delle domande riguardanti la vita di fede, dalle più semplici e scontate a quelle più profonde (ad esempio: ti dichiari credente, non credente, ateo, agnostico? ogni quanto vai a messa? Frequenti l’oratorio? Se sì, perché lo fai? Hai un ruo-lo in parrocchia? Pensi mai a Dio nelle tue giornate? Chi è per te Gesù di Nazareth? Etc.). I ragazzi consegneranno il questionario ad amici di classe, magari con la collaborazione del professore di religione, chiedendo loro di compilarlo in modo anonimo; una volta fatto lo ritirano senza leggerlo. Si sottopone, poi, anche ai ragazzi del gruppo la stessa intervista. Quando ci si ritrova insieme per l’incontro si leggono e si analizzano le interviste svolte (tranne quelle compilate dagli appartenenti al gruppo dell’incontro) si ordinano i “dati” raccolti e chi conduce l’incontro cerca di fare chiarezza, facendo emerge i principali punti critici, difficoltà e problemi contenuti nelle interviste. Potrebbe emergere confusione, sovrapposizione di piani, ad esempio alcuni ragazzi po-trebbero essere molto critici nei confronti della Chiesa ma avere interesse e dedicare tempo alla preghiera personale. Occorre quindi cercare di far emergere tutte le sfumature e le posizioni, per avere un quadro il più realistico possibile.

Fatto questo, si chiede ai ragazzi, solo chi se la sente, di condividere quello che ciascuno ha scritto nel proprio questionario. Si chiede poi ad ogni ragazzo di scrivere una lettera rivolta ad uno dei propri amici che hanno intervistato: devono scegliere o un ragazzo che si è dichiarato credente o uno che si è dichiarato non credente.Se scelgono uno di quelli che si dichiara non credente, nella quale deve cercare di raccon-tare la propria scelta di fede, la propria esperienza, con le sue difficoltà e dubbi, ma anche con le sue bellezze e gioie. Se invece scelgono di scrivono ad un ragazzo intervistato che si è dichiarato credente, possono rivolgere a lui una lettera in cui fanno emergere i propri dubbi, criticità, difficoltà nei confronti del cammino di fede.

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dIALogo trA credeNtI e NoN credeNtIPapa Francesco, Eugenio Scalfari - Einaudi, Torino, 2013

uNA LetturA

Si può prevedere anche una piccola meditazione sul brano

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LetterA dALL’INferNo - Emis Killa

Video: https://www.youtube.com/watch?v=04sN_me6v8c

“Caro Dio, mi scuso se sono sparitoè che, ultimamente, lo avevi fatto anche teNon sono qui per litigare ma siamo sinceriIo ti ho cercato in ogni dove, tu invece dov’eri…”

...e in risposta ad Emis Killa

LetterA dAL pArAdIso - Shoek

Video: https://www.youtube.com/watch?v=-YVvvBSd__Y

“Ciao Emis Killa lo sai non ti conosco ma ti scrivo sai perché sono stato anch’io al tuo posto ho odiato questo Dio per questo mondo troppo losco mi sentivo come un lupo che cercava il proprio bosconon ti rispondo per la fama o per far pubblicità ma perché io lotto brother per chi cerca verità la fama non m’importa è un’illusione che ti lasciapreferisco il mio Dio che ogni ferita Lui la fascia…”

due cANzoNI consigliamo di proiettare il testo delle canzoni

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