Materiali dentali2
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MATERIALI DENTALI
PROGRAMMA
- Relazione iatrogene all odontoiatria
- Generalit sui materiali- Propriet dei materiali
- Classificazione dei materiali
- Mat. di uso clinico
- Mat. di uso clinico e di laboratorio
- Mat. da laboratorio
- Mat. gessosi
- Vernici e rivestimenti per cavit
- Cere
- Polimeri sintetici:
a) introduzioneb)polimerizzazione
c)metodi di lavorazione
- Polimeri per basi protesiche
- Condizionatori tissutali e mat. da ribasature
- Mat. da impronte: classificazione e requisiti
- Mat. da impronta elastici
- Mat. da impronta non elastici
- Idrocolloidi
- Mat. da impronta elastici- Elastomeri sintetici
- Cementi dentali e requisiti
- Cementi a base di acido fosforico
- Cementi a base di compositi metallorganici chelati
- Cementi a base di acidi polialchinolici- Cementi al silicato
- Amalgama
- Oro e leghe auree
- Leghe di metalli non nobili
- Materiali da otturazione a base di resine
- Compositi
- Strumentario
- Cementi jonomerici
- Cemento chirurgico
- Materiali sigillanti per solchi e fossette dello smalto
- Mat. per rifinitura e lucidatura
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- Ceramiche dentali
- Titanio
La scienza dei materiali dentali comprende lo studio della composizione e delle propriet di queste
sostanze ed il modo con cui esse interagiscono con l ambiente in cui si trovano.
Questi mat. andranno in contatto con i liquidi orali e saranno sottoposti a cambiamenti ambientali
dovuti a variazioni di PH, temperatura, sollecitazioni meccaniche; dovranno quindi averecaratteristiche chimico- fisiche importanti.
Fisiologicamente la temperatura all interno del cavo orale varia tra i 32C ed i 37C, a seconda che
la bocca sia aperta o chiusa. Pu variare da 0 a 70C con lingestione di sostanze fredde o calde.
Il PH varia da valori normali di 4-8,5 a valori da 2 sino a 11 per lassunzione di sostanze acide o
basiche.
Per quanto riguarda le sollecitazioni meccaniche durante la masticazione su 1 mm2 di denti od
otturazioni si pu produrre un carico di molti Kg.
Carichi di masticazione
Incisivi: 10-25 Kg\mm2Canini: 15-35 Kg\mm2Premolari: 25-45 //
Molari: 80-150 //
Criteri di scelta dei Materiali
Per arrivare alla scelta di un materiale necessario:
1) analizzare la situazione che richiede luso di un dato materiale. P.e. di fronte ad una cavit
importante considerarne la profondit, la sollecitazione dei carichi masticatori, la posizione (se essa
visibile o meno).
2) tendere la lista di requisiti che il materiale dovr avere, se cio deve sopportare carichi particolariod essere solamente estetico.
3) Si dovranno valutare i materiali disponibili.
Infine viene effettuata la scelta che normalmente subordinata all esperienza dell operatore.
Classificazione dei Mat. dentali
Possono essere classificati a seconda della loro composizione oppure a seconda delluso, clinico, di
laboratorio od entrambi.
Mat. di uso clinico
- Amalgama
- Mat. per restaurazioni estetiche
- Mat. per chiudere e sigillare le fessure nello smalto dei denti
- Mat. per implantologia
- Mat. per otturazioni canalari
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Amalgama
Leghe costituite dall unione di mercurio con altri metalli. questi materiali sono estesamente e da
lungo tempo impiegati come materiali da otturazione.
Mat. per restaurazioni estetiche
Sotto questo nome si raccolgono materiali di varia natura che vengono primariamente impiegati
applicandoli direttamente nelle cavit preparate nei denti.A questo gruppo appartengono i cosiddetti cementi al silicato, le resine autopolimerizzanti da
otturazione e le resine composite. Queste ultime si stanno dimostrando sempre pi adatte agli scopi
citati e tendono a sostituire gli altri materiali.
Mat. per chiudere e sigillare le fessure dello smalto
Sono impiegate al fine di prevenire le carie occlusali e vengono utilizzate per sigillare piccolissime
fessure a volte presenti nel fondo delle fosse occlusali.
Tali fessure possono comunicare con la dentina ed in esse tendono a ristagnare residui di cibo
potenzialmente cariogeni.
Mat. da implantologiaSono mat. impiegati per effettuare impianti nel cavo orale.
Mat. da otturazione canalare
- Guttaperca: mat. pi diffusamente usato. Termoplastico, viene prodotto con il lattice coagulato di
alberi tropicali, ossido di Zn e cera bianca. Viene inoltre reso radioopaco con l aggiunta di solf. di
bario
- Coni in Ag: vengono utilizzati in associazione con i cementi canalari.
- Cementi canalari: sono in genere cementi all ossido di Zn con eugenolo e disinfettanti.
Mat. di uso clinico e di laboratorio
- Mat. da impronta- Cere dentali
- Leghe doro in fili
- Acciai inossidabili
- Leghe al cromo cobalto nichel e cromo nichel
- Resine sintetiche per protesi
- Cementi
- Mat. per finitura e lucidatura
- Mat. per pulizia delle protesi
Mat. da impronta
Mat. che hanno lo scopo primario di rilevare le impronte dei denti e tessuti orali ai fini di costruire
riproduzioni delle zone orali interessate.
Cere dentali
Uno degli impieghi principali la costruzione di modelli di protesi. I modelli verranno poi sostituiti
con materiali opportuni.
Protesi ottenute con colata a cera persa o protesi in resina sintetica come basi di dentiere, gengive
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artificiali, faccette di corone, etc. Altri impieghi consistono nel facilitare varie operazioni di
laboratorio durante la costruzione delle protesi.
Leghe doro in fili
Non sono destinate ad esser fuse ma vengono impiegate per costruzione di ganci ed apparati
ortodontici.
Acciai inossidabili
Sono acciai speciali resistenti alla corrosione.
Vengono forniti sottoforma di fili e lamine ed il loro impiego primario si ha nella costruzione di
apparecchi ortodontici.
Leghe al Cromo-Cobalto-Nichel e Cromo-Nichel in fili
Vengono impiegate in campo ortodontico.
Resine sintetiche per protesi
Composti organici appartenenti al gruppo dei polimeri e vengono impiegate per protesi e loro
componenti. Si possono classificare in base alla loro natura chimica ed al loro impiego.
Cementi
Impiegati principalmente per fissare vari tipi di protesi ed otturazioni. Sono un gruppo vario sia per
le caratteristiche fisiche che per la natura chimica..
Mat. per finitura e lucidatura
Sono mat. abrasivi e vengono impiegati per rifinire e lucidare le protesi. Ne esistono di diversi tipi.
Mat. per pulizia delle protesi
Vengono impiegati per mantenere le protesi pulite ed esenti da depositi che potrebbero generare
corrosioni ed alterazioni dei materiali oltre che condizioni non igieniche del cavo orale.
Materiali per uso di laboratorio
- Mat. gessosi
- Mat. da rivestimento
- Leghe doro da colata
- Leghe al Cromo\Cobalto\Nichel
- Leghe per metalceramiche
- Leghe tecniche da laboratorio
- Leghe da apporto
- Porcellane dentali
Mat. gessosi per modelli dentali
Il principale costituente il gesso, vengono impiegati per costruzione dei modelli che riproducono
denti e tessuti orali.
Mat. da rivestimento
Hanno lo scopo di creare una forma nella quale viene colata la lega liquida nei procedimenti di
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costruzione di protesi. Vengono classificati in base alla loro composizione ed in base alle leghe che
in essi vengono accolti.
Leghe doro da colata
Sono leghe nobili con elevata percentuale di metalli nobili e vengono impiegate per la costruzione di
protesi metalliche mediante il procedimento a cera persa.
Leghe al Cromo-Cobalto-Nichel
Leghe non nobili la cui resistenza alla corrosione si esplica grazie al fenomeno della passivazione.
Passivazione significa che alcuni metalli, sottoposti allazione di un ossidante, si ricoprono di uno
strato di ossido compatto ed insolubile che ne protegge la superficie sottostante dall attacco di
agenti corrosivi.
Leghe per metalceramiche
Vengono impiegate nella costruzione di protesi metalliche ricoperte parzialmente o totalmente da
ceramica dentale.
Leghe tecniche da laboratorioSi suddividono in due tipi: a bassa e ad alta temperatura di fusione. Le prime servono per la
costruzione di monconi metallici e le seconde per la costruzione di protesi di studio a scopo di
esercitazione.
Leghe da apporto
Vengono impiegate per saldature. Il materiale fuso viene applicato tra le due parti metalliche da
saldare. Sono leghe dapporto doro o dargento.
Porcellane dentali
Mat. di natura vetrosa, vengono impiegate per la costruzione di denti artificiali, copertura di corone
metalliche, per corone ed altre limitate applicazioni.
Propriet dei materiali dentali
- Durante limmagazzinamento: metodo di distribuzione.
- Durante la miscelazione: tempo di miscelazione, viscosit.
- Durante lindurimento: a)Tasso di indurimento
b)Tempo di lavorazione
c)Tempo di indurimento
d)Variazione termica durante lindurimento
e)Variaz. dimensionale ad indurimento avvenuto
-A materiale indurito: a)propriet meccaniche
b)Propr. fisiche
c)Propr. chimiche (solubilit)
d)Propr. termiche (conducibilit)
e)Propr. biologiche (tossicit)
f)Propr. tecnologiche
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Propriet dei materiali induriti
1)Fisiche: sono quelle la cui determinazione non provoca trasformazione della materia stessa (p.e.
ghiaccio=H2O ).
2) Chimiche: sono quelle inerenti alla trasformazione cui va incontro la materia per cui perde la sua
struttura (p.e. fiammifero che brucia)
3) Meccaniche: sono quelle legate alla resistenza del mat.
4) Tecnologiche: legate alla lavorabilit.
5) Biologiche: sono quelle che rendono compatibile un materiale nei confronti dellorganismo di chi
lo riceve e di chi lo lavora.
Propriet fisiche dei mat. dentali
- Colore
- Peso specifico- Densit
- Variazioni di dimensioni
- conducibilit termica
- Colore : i materiali devono avere propriet cromatiche (assorbimento e riflessione della luce) per
integrarsi naturalmente con i tessuti biologici del cavo orale.
-Peso: P. assoluto cio della sua unit di volume (cm3 H2O \ 1 gr ------- 1 cm3 H2O \ 19,36 gr)
P. relativo cio il rapporto tra il peso dellunit di mat. e la stessa quantit di acqua
distillata a 4C.
- Variazioni di dimensioni: contrazione delle impronte, ritrazione resine.
- Conducibilit: attitudine dei corpi a trasmettere il calore attraverso la loro massa.
Propriet meccaniche
- Durezza: la resistenza che i mat. oppongono alla scalfittura, alla penetrazione, alla abrasione.
-Elasticit: propriet di un corpo di deformarsi se sollecitato e di riprendere la configurazione
primitiva al cessare della sollecitazione.
- Resilienza: la resistenza che un materiale oppone alla rottura per urto.
Test per misurare la durezza dei metalli:
- Brinnel (BHN)
- Knoop
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- Vickers
- Rockwell
- Shore A e B (utilizza to per misurare la durezza di gomme e plastiche morbide.
- Scala relativa delle durezze di Mohs: si trova lintervallo tra due durezze definite da campione (uno
di durezza inferiore ed uno superiore), dal talco al diamante.
- Usura: il logoramento dei materiali dovuto al loro sfregamento con altri mat..Si manifesta con: riduzione dello spessore del mat. per distacco di particelle di superficie;
deformazione della struttura interna del solido stessa ( nei metalli).
Propriet tecnologiche
- Malleabilit: propriet di un mat. di lasciarsi ridurre a lamine sottili per effetto della compressione.
- Duttilit: propriet a lasciarsi ridurre in fili sotto leffetto della trazione.
- Fusibilit: propriet per cui un metallo fonde a temperatura facilmente raggiungibile con forni
fusori ed allo stato liquido presenta un alto grado di fluidit.
- Saldabilit: propriet grazie alla quale due pezzi dello stesso mat., riscaldati e premuti luno contro
laltro, rimangono uniti in un unico pezzo.
- Temprabilit: il mat. metallico si dice temprabile se esso modifica la sua durezza in seguito a
riscaldamento a temperatura opportuna e di un successivo raffreddamento.
- Rugosit: irregolarit di superficie di un mat., pi il mat. levigabile o levigato tanto pi sar
igienico, pi resistente ai fenomeni corrosivi e alladesione della placca e conseguenti fenomeni
patogeni come gengiviti e carie.
La rugosit di un materiale inversamente proporzionale alla resistenza del restauro al lavoro ed alla
resistenza all usura dato il maggior attrito contro altri mat. Infine, un mat., pi rugoso pifacilmente sar attaccabile dalla corrosione chimica e dagli elettroliti.
Propriet chimiche
- Solubilit
-Erosione
-Percolazione dei componenti
-Corrosione
-Solubilit
Propriet per cui un mat. si scioglie in un fluido.
-Erosione
Accompagna il processo chimico della dissoluzione con una lieve azione meccanica. P.e. lo strato
superficiale di un mat. si indebolisce per la dissoluzione e viene del tutto allontanato da una lieve
abrasione.
-Percolazione
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E il processo per cui componenti di un mat. si perdono nei fluidi orali per diffusione. La
percolazione pu essere pericolosa se si ha la trasformazione del mat. in altre sostanze nocive. P.e. la
lenta percolazione della quantit di plastificante presente nelle resine morbide che servono ad
ammorbidire la base delle protesi.
-Corrosione
Fenomeno caratteristico dei metalli e delle leghe per la loro reattivit chimica.Requisito di un metallo usato in bocca la resistenza alla corrosione.
Propriet biologiche
Un mat. deve essere: Atossico
Non cancerogeno
Non irritante
Non allergenico
Requisito primario di un qualsiasi mat. dentario la sua innocuit sia per il Pz che per chi lo
manipola o lo produce.
La valutazione viene condotta su tre livelli:
1)Semplici esami di screening per valutare la tossicit acuta e sistemica, il potenziale di irritazione e
cancerogenicit.
2)Impiego limitato in animali da laboratorio( scimmie, furetti).
3)Prove chimiche controllate su soggetti umani volontari.
IL DENTE
E una struttura altamente specializzata costituita da uno strato esterno di smalto ed interno di
dentina. Essi sono i due tessuti di sostegno del dente che racchiudono al loro interno la polpa (senza
importanza meccanica ma di enorme interesse biologico), riccamente vascolarizzata e fornita di
abbondante rete nervosa.
Alla base (zona radicolare) il dente avvolto nel tessuto gengivale ed incastonato nellosso alveolare
tramite uno strato di cemento con linterposizione di un legamento periodentale.
Da un punto di vista biomeccanico i tessuti che ci interessano sono lo smalto e la dentina.
Essi contengono, in percentuali diverse, mat. organico ed inorganico.
La porzione meccanicamente valida di smalto e dentina costituita da cristalli di idrossiapatite.
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La componente organica costituita da una matrice di natura proteica mentre linorganica da
cristalli di idrossiapatite.
Nello smalto i cristalli sono circa il 96-97%, sono lunghi da 160 a 1000 micron e larghi 2,5; non
sono avvolti da mat. proteico.
Nella dentina i cristalli sono circa il 75%, lunghi 20-100 micron, larghi 3 e sono avvolti da
abbondante tessuto proteico (connettivo e collagene).
Lassociazione organico- non organico riduce la fragilit della struttura ma la presenza dellorganico
aumenta per il rischio di insorgenza di carie.
Forze occlusali
Sono quelle che si sviluppano reciprocamente tra gli antagonisti grazie alla forza dei muscoli.
Variano da individuo ad individuo con differenze dovute al sesso, allet etc.
Molari: 400-900 Newton
Premol.: 225-450Canini: 137-337
Incisivi: 88-245
Nei portatori di protesi questi valori, a livello dei molari, crollano a 90-110 N.
Reazioni iatrogene
-Uso scorretto dei materiali dentari
-Uso scorretto degli strumenti durante le diverse lavorazioni.
Si potranno avere danni ai tessuti dentali(polpa paradonto), od ai tessuti molli (gengive-lingua-
guance).
Per quanto riguarda il dente il danno pi frequente quello alla polpa dovuto principalmente a:
-Uso scorretto delle turbine (300.000 giri\min) che provoca il surriscaldamento della cavit.
-Eccessiva asciugatura della dentina esposta della cavit, con questa manovra esagerata si asciugano
i fluidi dei tubuli dentinali schiacciandoli verso la profondit.
-Uso di mat. tossici o irritanti durante la disinfezione o la chiusura della cavit cariosa.
I danni arrecati alla polpa possono sfociare nella necrosi pulpare.
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Meccanismo del danno alla polpa
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Cementi dentari
Il cemento per uso odontoiatrico un mat. composto da una polvere pi il liquido che mescolati
insieme formano una pasta.
I cementi utilizzati sono i seguenti:
-Cem. di sottofondo-Cem. di fissaggio
-Cem. endocanalari
-Cem. chirurgico.
Cem. da sottofondo
Servono per isolare le cavit e devono formare una barriera contro lattacco chimico, dallo shock
termico e da effetti galvanici.
Devono presentare i seguenti requisiti:
1)Avere un tempo di presa che ne consenta la miscelazione e lapplicazione in cavit.2)Avere rapido indurimento
3)Deve rimanere intatto durante la collocazione del mat. da otturazione.
Lintegrit del cem. da sottofondo dipende da:
-grado di indurimento raggiunto al momento dellotturazione
-resistenza del materiale indurito e suo spessore
-tipo di cavit
-pressione esercitata durante lapplicazione del mat. da otturazione
-grado di sostegno fornito dalle strutture circostanti- scelte di tecniche operatorie corrette.
Cem. da fissaggio
-Non devono essere irritanti
-Devono fornire buon isolamento termo-elettrico
-Devono avere alta ritenzione tra dente e manufatto
-Devono avere bassa solubilit nei fluidi
Caratteristiche di indurimento:
-Tempo sufficiente per impasto ed applicazione del manufatto
-Bassa viscosit ed essere pseudo elastico per poter scorrere il meglio possibile tra dente e
manufatto.
-Vernici per cavit
Mat. che si applicano sul fondo delle cavit, se sono profonde, per proteggere ed isolare la polpa da
irritazioni chimiche, termiche, elettriche.
Quando la dentina colpita da carie si manifesta un dolore pulpare perch essa vitale (tessuto
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cellulare).
Le vernici per cavit sono composte da: gomma naturale (coppale) o resina sintetica
solvente organico (acetone, cloroformio, etere)
Quando la vernice viene applicata evapora ed il soluto rimane sulla superficie della cavit formando
una sottile pellicola resinosa.
Modalit duso:Essa deve essere applicata in un sottile strato continuo.
Si immerge la pallina di cotone nella soluzione e se ne elimina leccesso.
Si strofinano le pareti della cavit.
Si esegue una seconda operazione dopo 15\20 aggiungendo periodicamente solvente per evitare la
concentrazione del prodotto.
Queste vernici vengono utilizzate PRIMA dellapplicazione di:
-cementi di fosfato di Zn
- \\ di Zn silicofosfato
- \\ silicati
-amalgama-foglia doro
-compositi resinosi
e DOPO lapplicazione di:
-preparati contenenti idrossido di Ca
-cementi allossido di Zn eugenolo
-cementi carbossilati
perch questi composti non ledono la polpa.
Vengono quindi utilizzate per sigillare tubuli dentinali scoperti e per proteggere la polpadallirritazione di agenti chimici presenti nel mat. da otturazione e che possono filtrare attraverso i
processi odontoblastici.
La pellicola si comporta in modo semipermeabile ed impedisce il passaggio di alcuni ioni che
potrebbero creare irritazione.
Il PH di questi tipi di cemento (I gruppo) rimane basso per periodi prolungati quindi, non usando la
vernice; lacido penetra attraverso i tubuli provocando irritazione.
Nelle otturazioni in amalgama la vernice impedisce lassorbimento del mercurio.
Riducono linfiltrazione tra i margini dellotturazione e tessuto dentale, riducendo la potenziale
infiltrazione di elementi irritanti e la sensibilit post operatoria.
Le vernici non vanno usate sotto restauri in composito perch interferiscono con la
polimerizzazione.
Lutilizzo di copertura delle otturazioni ha il significato di difenderle dalleccesso di umidit nelle
prime 24 h. Quando si effettuano restauri in silicato necessario rimuovere la vernice dallo smalto
per sfruttare leffetto anticariogeno del fluoro liberato dal cemento. Lapplicazione delle vernici
inoltre ha senso nella prevenzione dello shock galvanico.
La vernice non sempre funziona da isolante perch difficile ottenere una superficie continua.
Ha inoltre importanza come isolante elettrico, quando si utilizzano utensili chirurgici elettrici nei
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pressi di protesi metalliche (sulle quali la vernice viene applicata).
Rivestimenti di cavit
Mat. usati per difendere la polpa da insulti chimici
Esistono in due forme: liquidi e pastosi.
Liquidi: costituiti da resina naturale o sintetica in forma liquida nella quale sospeso idrossido di Ca
o ossido di Zn.
Al momento dellapplicazione sulle pareti dalle cavit il solvente evapora e rimane cos una sottile
striscia a protezione.
Pastosi: il sistema pasta pi pasta composto da pasta base (idrossido di Ca) e catalizzatore,
mescolandoli si ottiene un prodotto fluido che viene inserito nella cavit ed indurisce
spontaneamente
Nel sistema a pasta premescolata (idrossido di Ca in metilcellulosa) il solvente evapora e resta la
pasta nella cavit.
Luso dei rivestimenti liquidi simile a quello delle vernici inerti, proteggono inoltre dall H3PO4dei cementi zinco-silico-fosfati, zincofosfati e silicei.
Essi vanno applicati solo alla dentina e non allo smalto perch lascerebbero microfessure a livello
dei margini a causa della loro solubilit nella saliva.
I rivestimenti pastosi stimolano la formazione di dentina e formano una barriera contro gli agenti
fisici. Leffetto dovuto allidrossido di Ca. Essi sono il mat. di I scelta nellincappucciamento della
polpa (esposizione della stessa od otturazione ai limiti).
Azione dellidrossido di calcio
-forma un ponte di calcio che sigilla i tessuti.
-provoca una retrazione del tessuto pulpare
-nella dentina provoca una sclerosi dei tubuli dentinali- alcalino(PH 12) quindi neutralizza lacido fosforico.
I rivestimenti con ossido di Zn ed eugenolo sono i meno irritanti tra i mat. usati.
Esso non viene utilizzato sotto i compositi perch interferisce con i processi di polimerizzazione.
I rivestimenti pastosi vengono utilizzati in cavit profonde per aver maggior spessore. Lo spessore in
quelli liquidi varia da 0 a 40 micron, nei pastosi da 0,1 ad 1 mm. Non vanno posizionati sui margini
perch lascerebbero microfessure. Hanno un effetto terapeutico sulla polpa.
I pastosi hanno una resistenza meccanica equivalente a 1100 psi, i liquidi di 750 psi.
Entrambi, se utilizzati ad uno spessore di almeno 0,5 mm costituiscono un buon isolante termico.
Le Cere
Sono polimeri organici composti da idrocarburi e loro derivati (estesi acidi grassi superiori associati
ad alcoli superiori).
Hanno la propriet di rammollirsi e diventare sempre pi plastiche sino alla liquefazione sotto
lazione del calore.
Sono formate da: cere naturali
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cere sintetiche
resine naturali
olii
grassi
Classificazione delle cere
A) Cere naturali
B) Cere sintetiche
B________________________ 1)di polietilene 2)di glicole 3)idrogenate4)di poliossietilene 5)di idrocarburi alogenati
Cere di origine animale
1) Cera dapi: ricavata dagli alveari. Poco stabile, punto di fusione 63-70 C. Viene aggiunta a
molte altre cere per la sua fluidit a livello orale.
2)Grasso di bue ( o nearina): poco usata, ha punto di fusione molto bassa.
Cere di origine vegetale
Carnauba: si ricavava da una polvere ottenuta da foglie di palma tropicale.Ora si ottiene dal petrolio.
E resistente e solida, ha punto di fusione di 65-90. Viene utilizzata per aumentare la durezza delle
altre cere.
Candelilla: viene ricavata da erbe. Ha punto di fusione di 65-69 e viene impiegata per aumentare la
durezza delle altre cere
Cere di origine animale
Paraffina: si ricava dal petrolio grezzo. Ha punto di fusione di 50-70, abbastanza soffice e si
addiziona con carnauba e candelilla per aumentare la propria durezza.
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Ceresina: si ricava dal petrolio. Viene aggiunta alla paraffina per aumentare il punto di fusione. E
poco usata.
Cere sintetiche
Si ottengono da particolari monomeri, hanno alto grado di purezza. Vengono usate come additivi
alle cere naturali per modificarne le caratteristiche, quelle derivate da poliossiacetilene hanno punto
di fusione tra i 35 ed i 60.
Propriet generali delle cere
- Espansione termica
- Intervallo di fusione (o di rammollimento)
- Scorrimento viscoso
- Tensioni residue
-Propriet meccaniche (resistenza alla compressione ed elasticit)
Espansione termicaVariazione dimensionale di una sostanza conseguente al variare della temperatura. Il coefficiente di
espansione termica indica il cambiamento di dimensione di un metro di mat. per ogni variazione di
un grado.
Intervallo di fusione
E lintervallo di tempo durante il quale sostanze formate da mat. diversi passano dallo stato solido a
quello liquido.
Scorrimento viscosoE la propriet per cui un mat. continua a deformarsi sotto lazione di una forza(p.e. il suo stesso peso) anche se questa non aumenta nel tempo.
Tensioni residue
Sono forze intermolecolari presente allinterno del modello in cera che possono deformarlo nel
tempo. Sono dovute a: mancanza di omogeneit,
struttura della massa,
tipo di manipolazione,
metodo di costruzione del modello,
durata e temperatura alle quali si eseguono le operazioni.
Classificazione delle cere secondo il loro impiego
Cere per modelli: Per intarsi
Per fusioni
Per placche di base
Cere da lavorazione: Da inscatolamento
Da utilit
Adesive
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Cere da impronta: Correttive
Da registrazione
Cere per modelli da intarsi
Tipo A -dure per tecniche indirette, a basso scorrimento viscoso.
Tipo B -medie per tecnica diretta (per modello di intarsio in bocca)Tipo C -tenere per tecnica indiretta.
Sono composte da: 60% paraffina,
25% carnauba
10% ceresina
5% cera dapi + altri coloranti
Requisiti
Tecnica diretta -tipo B-
Questo tipo di cera deve lasciare un residuo non superiore allo 0,1% del peso iniziale doporiscaldamento a 500 C.
Devono presentare elevato scorrimento viscoso a temperatura leggermente superiore a quella orale
in modo da non dare problemi alle mucose del Pz. Lelevato scorrimento permette inoltre a queste
cere di penetrare accuratamente nelle cavit preparate per lintervento.
Devono presentare unespansione termica non superiore allo 0,2% tra i 25 ed i 30 e non superiore
allo 0,6% tra i 30 ed i 40 per evitare che il modello, la cui cera si contrarrebbe eccessivamente con
il brusco raffreddamento provocato dal passaggio dalla temperatura orale allambientale,non sia
preciso.
Cere per modelli per fusione
Vengono utilizzate per la costruzione di scheletri metallici per protesi parziali.Il modello in cera viene costruitosu di un modello in mat. da rivestimento, ultimato il modello in
cera si fissano su di esso i perni di colata facendoli confluire in uno principale che comunica con
lesterno e vi si cola il rivestimento. Con il riscaldamento si elimina la cera e si cola la lega liquida
nella cavit.
Cere per modellazione
Vengono fornite sottoforma di bastoncini da 30 gr., in tronchi di cono, in scatolette.
Cere per placche di base
I) Tenere -utilizzate per modellare faccette
II) Medie -utilizzate in climi temperati
III) Dure -utilizzate in climi caldi
Composizione
80 % ceresina,
12 % cera dapi,
2,5% carnauba
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2,5% cere sintetiche
3 %resine naturali
Requisiti
Devono presentare sapore ed odore gradevole per il Pz., non devono irritare i tessuti ne contenere
sostanze tossiche, non devono contenere coloranti oltre i 3gr\kg.
Devono potersi ammorbidire senza sfaldarsi e lasciarsi scolpire e tagliare facilmente a 23, devonopresentare superfici liscie a lieve riscaldamento.
Non devono lasciare residui sui denti di resina o porcellana, devono possedere elevato scorrimento
viscoso e lespansione termica deve essere minore di 0,8% tra 25 e 40.
Si presentano in fogli di 75 x 150 x 1,25 mm di colore rosa. Hanno grande adesione per fornire
uneccellente ritenzione ai denti.
Cere da lavorazione
A) Cere da inscatolamento. Sono usate come contenitori di pezzi di fusione.
B) Cere da utilit. Usate in laboratorio.
C) Cere adesive o collanti. Servono per unire p.e. i frammenti di unimpronta in gesso o parti di
protesi fratturate, per applicare perni di colata ai modellati in cera.
Cere da impronta (propriamente dette)
Sono poco utilizzate, servono per prendere impronte in zone edentule.
Le cere da correzione vengono usate a pennellature per registrare dettagli di tessuti orali.
Le cere per morso o masticazione sono utilizzate per riprodurre il morso.
Gessi
Applicazioni in odontoiatria
- Mat. da impronta- Stampi e monconi per fusioni
- Impronte per montaggio di modelli in articolatore
- Modelli per creare manufatti in resina
- Agente legante nei mat. da rivestimento a legante gessoso
Il gesso naturale viene estratto dalle cave ed ottenuto per calcinazione.
Ca SO4 + 2H2O = Solf. di calcio biidrato
Ca SO4 + 2H2O = Solf. di calcio semiidrato
Gessi usati in odontoiatria
Tipo1 : poroso, o pasta di Parigi. Usato come gesso da impronte
Tipo2 : gesso da modelli
Tipo3 : gesso duro od Alabastrino
Tipo4 . g. extraduro
Metodi di calcinazione
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-In contenitori aperti, cio in presenza di umidit atmosferica si ottengono gessi di tipo 1 e 2.
-In ambiente saturo di vapore si ottengono gessi di tipo 3 e 4.
Nel primo caso si ottengono sostanze le cui particelle mantengono sostanzialmente la forma porosa
ed irregolare del gesso naturale. Addizionandolo al gesso di Parigi sostanze accelleranti o ritardanti
il processo di solidificazione si ottengono gessi di tipo 2.
Tra il tipo 1 ed il 2 varia il rapporto acqua-polvere, quindi anche la resistenza finale.
Nel secondo caso (tipo 3 e 4), calcinando il gesso in ambiente saturo di vapore, si ottiene una
sostanza le cui particelle hanno minor volume dei primi due tipi e ci confluisce maggior resistenza
allabrasione e compressione.
Noti come Hydrocal, contengono sostanze accelleranti o ritardanti in quote non superiori al 2-3%.
Continuando il processo di calcinazione sottovapore, si ottiene un ulteriore rimpicciolimento delle
particelle della polvere dellemiidrato, cio gesso di tipo 4. Questi gessi sono noti come Densite ed
Crystocal.
-Criteri duso
-Tipo1 : impronte in bocche edentule; impronte di singoli elementi privi di sottosquadri-Tipo2 : modelli di studio, muffole per fusioni e riparazioni modelli.
-Tipo3 : costituente di mat. da rivestimento per leghe nobili da colata.
-Tipo4 : modelli per preparare monconi sfilabili. Questo gesso non viene abraso o scalfito dagli
strumenti che scolpiscono il modello in cera durante la lavorazione.
-Miscelazione
Si usano scodelle di gomma e spatola. La superficie della scodella deve essere liscia e la spatola
deve adattarsi ad essa. Si pone lacqua nella scodella e si aggiunge lentamente la polvere evitando di
formare grumi.
Le bolle daria sono il maggior problema anche durante la miscelazione e la colata visto che
altererebbero la morfologia del modello. A questo scopo si utilizza un vibratore dotato di un piano diappoggio e soggetto a vibrazione di piccola ampiezza ed elevata frequenza. Appoggiandovi la
scodella del gesso per alcuni secondi si portano in superficie le bolle daria che vengono eliminate.
Il tempo ottimale di miscelazione di 1 o 2 minuti.
Con la miscelazione si uniscono solf. di Ca emiidrato con acqua,cio linverso della calcinazione e si
ha una reazione esotermica con indurimento del gesso (presa).
Il processo di indurimento continuo, dallinizio miscelazione al termine della reazione di presa.
Lindurimento avviene in tre fasi:
1- liquido viscoso pseudoplastico
2- la miscela diviene plastica con superficie lucida per la presenza di continua fase acquosa
superficiale
3- aspetto rigido e solido della massa con perdita della lucentezza per richiamo dellacqua allinterno
della massa.
La colata va effettuata tra la fase 1 e la fase 2
Il tempo di presa si distingue in tre fasi:
1- Tempo di lavorazione con mat. malleabile
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2- Tempo iniziale di presa con mat. con basso grado di resistenza
3- Tempo finale di presa con mat. completamente indurito.
Il T. iniziale di presa si misura con il primo ago di Gillmore ( 100 gr con punta di 2 mm)
Il T. finale di presa, che corrisponde al processo di indurimento si misura con il secondo ago di
Gillmore (500 gr e punta da ..... mm ).
Il sistema di Vicat utilizza un solo ago da 300 gr.
I fattori che influenzano la reazione di presa sono:
-rapporto acqua-polvere
-temperatura ambiente
-metodo di spatolazione
-additivi aggiunti
-qualit del prodotto e stoccaggio.
La quantit di acqua impiegata diversa a seconda della polvere considerata:
-Tipo 1: 100 gr gesso \ 50-60 gr acqua
-Tipo 2: 100 gr gesso \ 50-70 gr acqua
-Tipo 3: 100 gr gesso \ 28-32 gr acqua-Tipo 4: 100 gr gesso \ 23-25 gr acqua
Gli additivi si dividono in accelleratori e ritardanti.
Gli accelleratori sono:
-solf. di K
-tartrato di K sodico (o acqua di rochelle)
I ritardanti invece:
-citrato di Na
-borace
Al gesso inoltre possono essere aggiunte alizarine che colorano il gesso in modo che i vari tipi
possano essere distinti facilmente tra loro e sostanze aromatiche per rendere il contatto con i tessuti
orali del Pz pi gradevole.
Cementi dentali
1- Cementi al fosfato di Zn
2- C. al fosfato di Zn modificato
3- C. silicofosfati
4- C. allossido di Zn-eugenolo
5- C. allossido di Zn-eugenolo rinforzato
6- C. E.B.A. (acido orto-etossibenzoico)
7- C. al policarbossilato
8- C. di resine acriliche
9- Mat. in resina composta
10- C. allo ionomero di vetro
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1- Cementi al fosfato di Zn
Utilizzato per la fissazione di corone e bende ortodontichee come sottofondo.
Costituito da polvere e liquido:
Polvere: ossido di Zn
ossido di Mg (10%)
Liquido: acido fosforico concentrato
acqua (40%)
fosfato Al (2%)
La reazione di indurimento costituita dallunione dellacido fosforico con lossido di Zn ottenendo
fosfato di Zn amorfo
Propriet: resistenza alla compressione di 12-16.000 PSI
// // Trazione di 700 PSI
Tempo di indurimento 4-9, a seconda dei prodotti.
Per ottenere la consistenza desiderata, durante la preparazione si aggiunge la polvere al liquido in
piccole parti su piastre di vetro raffreddata e perfettamente asciutta. sono generalmente maneggevoli
ma fragili, solubili negli acidi e nei fluidi orali, mancano di adesione alle strutture del dente.
-2 Cementi al fosfato di Zn modificato
Esistono al Cu e Ag ed al fluoro
I C. al rame nero contengono ossido rameico (CuO), quelli al rame rosso contengono ossido
rameoso (Cu2O). I C. allargento contengono piccole quantit di sali dargento.
I C. al fluoro contengono 1-3% di fluoro stannoso
-3 Cementi silicofosfatiPer cementazione di restauri fissi ,bende ortodontiche,come mat. da otturazione provvisorie per
denti posteriori.
La polvere un miscuglio di ossido di Zn (10-20%) e vetro al silicato.
Il liquido una soluzione di acido fosforico concentrato contenente 45% acqua e 2-5% di sali di Al
e Zn.
Nella reazione di indurimento lossido di Zn\vetro silicato si combina con lacido fosforico con la
formazione di gel fosfato di Al silicato di Zn.
La resistenza alla compressione 20-25.000 PSI
// // trazione di 900 PSI
La solubilit negli acidi e liquidi organici minore che per i C. al fosfato di Zn.
-4 Cementi allossido di Zn eugenolo
Per cementazione temporanea di restauri, come sottofondo per cavit profonde, mat. da otturazioni
provvisorie.
La polvere ossido di Zn, il liquido eugenolo purificato pi piccole quantit di acqua.
Lossido di Zn si combina con leugenolo e lacqua costituendo leugenato di Zn.
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La resistenza alla compressione molto bassa, da 100 a 1000 PSI, quella alla trazione molto bassa
mentre molto alta la solubilit. Il tempo di indurimento va da 2 a 10.
Dopo aver bagnato la polvere con il liquido si deve impastare il composto con spatolazione lunga e
vigorosa. Questi C. hanno un blando effetto sedativo sulla polpa e buona capacit di sigillare i
margini. Bassaa resistenza allabrasione e tendenza allo sgretolamento.
-5 Cementi allossido di Zn eugenolo rinforzatiUtilizzato come agente cementante per restauri, sottofondo per cavit e protettore della polpa, mat.
da otturazioni provvisorie.
La polvere costituita da ossido di Zn (10-40%), resine naturali o sintetiche finemente suddivise
(p.e.polistirene, policarbonati, polimetilmetacrilati).
Il liquido da eugenolo pi resine disciolte.
La resistenza alla compressione va da 5.000 a 8.000 PSI, alla trazione tra 700 e 900 PSI.
Nellindurimento la reazione simile alle precedenti. Le resine acide possono reagire con lossido di
Zn rinforzandone la matrice.
-6 Cementi E.B.A.
Per cementazione di corone, restauri ,intarsi, per otturazioni provvisorie, come sottofondo eprotettore della polpa.
La polvere costituita daossido di Zn (20-30%) e ossido di Al.
Il liquido da acido etossibenzoico(50-60%) ed eugenolo.
La reazione di indurimento sconosciuta, sembra che implichi la formazione di sale chelato tra
EBA, eugenolo ed ossido di Zn.
La resistenza alla compressione 8.000-10.000 PSI,
// // trazione 500-800 PSI.
Le altre propriet sono simili ai C. allossido di Zn-eugenolo.
-7 Cementi al policarbossilato
Cementi per restauri in leghe metalliche e porcellane, per cementazione bande ortodontiche per illoro buon legame con lacciaio, come sottofondo e mat. da otturazione temporanea.
La polvere ossido di Zn + ossido di Mg (1-5%) + ossido di Al od altro riempitivo (10-40%).
Il liquido una soluzione acquosa al 40% di acido poliacrilico.
Lossido di Zn si combina con lacido poliacrilico indurendosi in poliacrilato di Zn.
La resistenza alla compressione 9.000-12.000 PSI,
// // trazione 800-1.000 PSI,
meno solubile dei C. al fosfato di Zn. Possiede buona adesione sia sullo smalto che sui metalli.
Viene preparato mescolando i componenti su piastra di vetro e spatolato per 30-40. Limpasto va
utilizzato quando ancora liquido e non a polimerizzazione iniziata.
La polvere ed il liquido vanno conservati in ambienete fresco e tenuti chiusi, infatti la perdita di
umidit del liquido porter allispessimento del prodotto.
-8 Cementi alle resine acriliche
Per cementazione temporanea di restauri e corone,di faccette, come base di sostegno di una cavit.
La polvere costituita da polimero di metilmetacrilato finemente suddiviso e perossido di benzoile
come attivatore.
Il liquido mononmero di metilmetacrilato con un accelleratore amminico.
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La reazione di indurimento si ottiene attraverso la reazione di polimerizzazione tra il monomero ed il
polimero, sfruttando iradicali liberi provenienti dallinterazione tra ammine e perossido.
Hanno le stesse propriet delle resine acriliche che induriscono a freddo.
-9 Mat. in resine composte
Per cementazione di restauri e per bande ortodontiche.
La polvere costituita da...................silicato e perossido (come iniziatore). Il liquido da miscugliodi BIS-GMA od un dimetil-metacrilato aromatico ed un alchil-dimetil-metacrilato (che contiene un
promotore della polimerizzazione).
La resistenza alla compressione 30.000-40.000 PSI,
// // trazione 6.000-8.000 PSI,
la solubilit negli acidi molto bassa (0,05%). Possono provocare un danno pulpare (effetti
biologici) e quindi necessitano di sottofondo protettivo.
-10 Cementi allo ionomero di vetro
Per restauri di denti anteriori.
La polvere formata da vetro acido-solubile finemente macinato,
esempio tipico:38% Silice (Si O2 )
30% Allumina (Al2 O3)
4% Fluoruro di Ca (Ca F2)
28% Fluoro alluminizzato di Na (Na3 Al F6),
Il liquido una soluzione tamponata di acido fosforico, ad esempio:
40% Acido fosforico (H3 P O4), 2
18% fosfato di Al e Zn (Al P O4 oppure Zn3[P O4] )
40% acqua.
La polvere ed il liquido vanno mescolati su piastra di vetro molto velocemente, bene usare una
spatola rigida di plastica, stellite od agata per evitare lassorbimento di microparticelle di acciaio
provenienti dalla spatola durante limpasto.Per la messa in cavit bisogna usare una matrice in cellulosa. Subito dopo lindurimento il mat.
dovr essere rivestito da lubrificante o da vernici contro lumidit.
La rifinitura di questo mat. viene effettueta in due tempi: quella iniziale 15 dopo loperazione,
quella finale 48 h dopo loperazione.
Le cavit riempite con C. al silicato vanno sempre protette con sottofondo per prevenire pulpiti
anche gravi.
Cementi chirurgici
Vengono introdotti da Ward nel 1928 con due funzioni principali:
-Proteggono il coagulo dallambiente settico della bocca permettendogli di organizzarsi e guarire.
-Eliminano o limitano il disagio post-operatorio del Pz.
Si possono dividere in due gruppi:
A) con eugenolo:
1)Wonder Pack (Ward)
2)Kirkland Kaiser
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3)Nobetic (Reichbam)
B) senza eugenolo
1)Peripack
2)Col-Pack
3)Periopack (Goldmann)
Composizione (con eugenolo)
Wondr Pack:
polvere: 63% ossido Zn
31% Colofonia
6% amianto
liquido:
80% eugenolo
20% olio doliva
tracce di anilina rossa
Questo cemento ha buona adesivit, resistenza e durezza ed ben tollerato dal Pz.
Kirkland Kaiser
-polvere:
ossido di Zn.........
colofonia.............
acido tannico......
amianto.............
-liquido:
olio darachidi............
eugenolo............
colofonia............coloranti...............
Ha buona resistenza, sufficiente adesivit ed ben tollerato.
Nobetec
-polvere:
ossido di Zn
fibre di terrilene
-liquido:
eugenolo
eugenolato di Zn
E un cemento poco utilizzato.
B) Senza eugenolo
Peripack(Muhllerman)
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E presentato in pasta pronta per luso costituita da:
Solf. di Ca 68%
Ossido di Zn 6,4%
Solf. di Zn 1%
Acrilato 24%
Olio romatico in tracce
Presenta manipolazione ideale, ben tollerato, poco adesivo, discretamente resistente e duro. Econtrindicato in casi con poca ritenzione interdentaria.
Coe-Pack
E il pi usato. Si presenta in due tubi contenenti due paste che si mescolano tra loro al momento
delluso. Pu essere a presa normale ed a presa rapida.
1 tubo: ossidi metallici imprecisati
teratidolo (funghicida)
2 tubo: acido carbossilico
clorotinolo (germicida)
Si spatola facilmente, aderisce molto alle mani quindi necessario inumidirle con acqua e sapone, molto liscio e morbido quindi ben tollerato, poco adesivo ma la sua consistenza plastica gli
permette di penetrare negli spazi interdentali.
Perio-Pack
E composto da polvere e pasta gelatinosa.
La polvere costituita da :
colofonia 50%
ossido di Zn 45%
amianto 5%
La gelatina invece da:
ossido di Znolio di semi di cotone.
E poco adesivo, necessita di lunga manipolazione, gradito al Pz.
Indicazioni all uso dei Cementi Chirurgici
Vengono utilizza ti in tutti gli interventi chirurgici in cui non si ha la completa chiusura dei lembi,
che guariscono quindi di seconda intenzione. Quindi :
-negli innesti liberi di gengiva
-nella gengivectomia a bisello esterno
-nella gengivoplastica
-nella chirurgia ossea ricostruttiva.
Dopo lapplicazione di un impacco chirurgico si consiglia al Pz luso di colluttorio alla clorexidina
e, non appena rimosso limpacco, si deve consigliare limmediata ripresa delligiene orale, in modo
delicato ma costante.
Cementi Vetro-ionomeri
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I cementi vetro-ionomeri sono la moderna evoluzione dei vecchi cementi ai silicati. I CVI sono stati
ideati da Smith, egli ha utilizzato la polvere dei C. ai silicati e, anzich miscelarli con acido
fosforico, li fece reagire con acido poliacrilicoottenendo cos un C. che aderiva ai tessuti dentali ma
non stabili dal punto di vista idrolitico, con tempo di presa lungo e lavorabilit scarsa.
Nel 1974 Wilson & Co. aggiunsero un chelante co-monomerico ( acido tartarico) ottenendo una
formazione di tartarati metallici che ne migliorarono la manipolazione ma soprattutto neaccellerarono la velocit di reazione ottenendo cos il primo CVI utilizzabile: ASPA II (Alluminio-
silicato-poliacrilico).Con laggiunta di acido itationico si abbass ulteriormente il tempo di presa e si
ottennero cos i CVI di ultima generazione gli ASPA IV.
Oggi esistono anche C. fotoindurenti con tempo di lavorazione e di presa minore.
Il termine CVI viene sostituito dal termine Cemento vetro polialchenoato ( i polialchenoati sono sali
di acido carbossilico, polimeri con ioni di metallo liberati da vetri silicati) CVP che riflette con pi
evidenza le caratteristiche principali, cio la loro composizione, vetro e ac. polialchenoici, ed il loro
meccanismo di indurimento (per salificazione).
Composizione
1) Componenti organici: ac. polialchenoici e ac. idrossicarbossilici
2) Componenti inorganici: vetri complessi di Al silicati con liberazione di ioni
3) Mezzo di reazione: acqua.
Componenti organici
Acidi polialchenoici: si ottengono per polimerizzazione, per addizione di ac. alchenoici
(monomeri). Gli ac. alchenoici, dopo essere stati liofilizzati vengono aggiunti alla polvere di vetro.
Acidi idrossicarbossilici: fungono da accelleratori, tipico esempio lacido tartarico che, oltre ad
accellerarela reazione, ha la propriet di favorire la liberazione di ioni metallici dai vetri silicati.
Anchesso viene aggiunto alla polvere dopo essere stato liofilizzato.
Componenti inorganici
Vetri alluminio silicati che liberano ioni, si ottengono per fusione di quarzo finemente macinato
(Si O2)e corindone (Al2 O3)a temperature di 1100-1500C.
La capacit di reazione tra i vetri silicati e gli acidi dipende dal rapporto Si O2 / Al2 O3 che esiste
allinterno del vetro. Durante la fusione si aggiungono, oltre alla calce fluorata(Ca F2) che favorisce
la capacit di reazione del vetro con gli acidi polialchenoici, altri additivi quali: fosfato di Al (Al P
O4), creolite (Na3 Al Fe), trifluoruro di Al (Al F3)che migliorano le propriet di lavorazione,
resistenza del cemento ed il suo aspetto traslucido simile allo smalto.
Il processo di fusione seguito da brusco raffreddamento in acqua della massa e da un trattamento
di macinazione, che varia a seconda dellutilizzo previsto, in grana medio-fine e grana medio-grossa.
La grana fine viene usata per C. di fissazione. Non essendo radiopachi, a questi cementi vengono
aggiunti (al posto del Ca) bario o stronzio.
Reazione di indurimento
Dalla miscelazione degli acidi polialchinoici con i vetri alluminio silicati si produce una reazione
acido-base. Il processo pu essere suddiviso in 3 fasi:
A) Fase iniziale
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B) Fase di indurimento primario
C) Fase di indurimento secondario
Ladesione dei CVP si basa su forze meccaniche e chimiche. Le forze meccaniche sono date dalle
ritenzioni prodotte dalloperatore e dalla scabrosit delle pareti in grado di portare ad una
compenetrazione tra le due superfici e dal fatto che il mat. passa da uno stato liquido ad uno solido.
I CVP sono in grado di formare un legame chimico con lidrossiapatite dello smalto ed il collagenedella dentina. Bench non ci sia noto lesatto meccanismo si ritiene che i CVP formino dei legami
ionici con il Ca presente nellidrossiapatite.
I CVP aderiscono alla dentina anche in presenza di fango dentinale, tuttavia il trattamento con acido
poliacrilico della dentina migliora ladesione.
Hanno una azione cariostatica dovuta al rilascio di fluoro che deriva dai mat. tipo creolite, Ca
fluorato, trifluoruro di Al che si aggiungono per abbassare lintervallo di fusione del quarzo e del
corindone da 1300C a 1100C.
Il contenuto del fluoruro sul vetro raggiunge anche il 22,7% della massa totale. Grazie a questa
caratteristica il CVP in grado di liberare fluoro per lunghi periodi rendendo il mat. come il pi
cariostatico tra quelli utilizzati in odontoiatria conservativa. Recentemente emerso che i CVP
possono essere addirittura ricaricati con applicazioni di fluoro.I C. al polialchenoato si dividono in: -C. da fissazione
-C. da restauri
Utilizzo
1) C. a presa rapida per la chiusura di fossette e solchi non cariati.
2) C. da otturazione di colore simile al dente: -a presa normale (maggiore di 3 a 37C)
- a presa rapida(minore di 3 a 37C)
3) C. da ricostruzione per corone gravemente danneggiate.
4) C. da otturazione a presa rapida a consistenza: liquida o dura.
5) C. per fissazione di ponti e corone
6) C. per fissazione di bande ortodontiche (soprattutto per lazione cariostatica).
Composizione dei CVP
Polvere:
29% Si O2
16,6% Al O3
34,3% Ca F2
7,3% Al F3
3% Na F
9,9% Al P O4
liquido (soluzione acquosa al 50%):
70% ac. poliacrilico
5% ac. itationico
25% ac. tartarico.
Ionomeri cermet
Sono mat. ionomerici dove il riempitivo costituito da composizioni sinterizzatedi vetro metallo
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dette cermets. I mat. ionomeri cermets sono preparati sinterizzando a 800C masse sferoidali
compresse di polvere di metallo e vetro. Questa massa sinterizzata viene quindi ridotta in particelle
in cui il metallo ed il vetro sono fusi insieme e si ottiene cos la polvere che si fa reagire con il
poliacido.
Il liquido costituito da ac. maleico, ac. tartarico, ac. acrilico.
Sono mat. pi resistenti allusura rispetto alle miscelazioni ionomeriche-metalliche ed ai mat. d
restauro vetro-ionomerici perch, nei cermets, migliorato il legame tra riempitivo in metallo epolvere di vetro (per effetto della sinterizzazione).
I metalli pi idonei sono oro ed argento.
Clinicamente il mat. contenente oro ha caratteristiche pi favorevoli perch non presenta il problema
dell inscurimento dello stesso, inconveniente presente invece in quelli con largento (dovuto alla
formazione di ossido di argento).
I cermet sono indicati come:
1) sottofondo,
2) restauri di piccole preparazioni occlusali,
3) // // // a tunnel,
4) sigillante per solchi,
5) ricostruzione di monconi,6) restauri denti decidui.
Amalgama
Sono costituiti da una combinazione di mercurio ed una lega dargento e stagno polverizzata. A
questi possono essere aggiunti Cu e Zn in percentuali minori. Per modificarne alcune propriet
meccaniche e diminuirne la corrosione vi si possono aggiungere inoltre piccole quantit di oro,
palladio, indio.
Sono composti da:
65-73% Ag (in peso)18-30% Sn
3-4,5% Cu
0-2% Zn
Lindio ed il palladio vi conferiscono maggior durezza.
LAg forma la massa metallica con il Hg che ne aumenta la resistenza alla corrosione. Lo Sn tende a
ridurre lespansione degli amalgami durante lindurimento incrementandone per anche la
resistenza, concorre inoltre a limitare la fase gamma.Lo Zn riduce al minimo lossisazione degli altri
metalli presenti e consente una minor porosit e scabrosit di superficie, tuttavia rende lamalgama
molto sensibile allumidit e ne determina unesagerata espansione in ambiente umido.
La morfologia delle particelle della lega e la composizione della stessa determinanoil diverso
comportamento fisico, meccanico e chimico di vari tipi di amalgami. Al microscopio a scansione la
lega si dimostra composta di particelle riconducibili a quattro modelli fondamentali:
1)Lega contenente particelle in trucioli
2) // // // sferiche
3) // // // sferoidali
4)Leghe miste (trucioli e sferiche)
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Il mercurio un metallo liquido a temperatura ambiente, ha peso specifico 14,
punto di fusione di -38,87C
punto di ebollizione 356,5C
A 39 inizia lemissione di vapore. Allo stato liquido viene assorbito per lo 0,01per via intestinale
mentre il vapore per l80% per via polmonare.Viene eliminato per via renale e riesce ad attraversare
la barriera emato-encefalica.
Ag e Sn sono i principali componenti di queste leghe, essi formano composti intermetallici diformula Ag 3Sn (detta fase gamma) ed Ag 4Sn (fase beta).
I composti intermetallici o fasi sono una struttura cristallina nuova.
Una parte della fase gamma della lega, unendosi allHg forma altre due fasi: la gamma1 (Ag2 Hg3)e
la fase gamma2 (Sn+8 Hg). Queste rappresentano la matrice allinterno della quale si trova la parte
di lega non trasformata nella reazione. In definitiva lamalgama indurito risulta costituito dalle
particelle originali di lega inglobate in una matrice cristallina formatasi nella reazione tra il Hg e gli
atomi di metallo diffusi in esso.
La fase gamma costituisce la parte forte dellamalgama, mentre la fase gamma2 ne la parte
debole cio la parte pi corrodibile e meno resistente alla pressione.
Per ridurre al minimo questa fase negativa stato aumentato il contenuto di Cu, che si lega allo Sn
sottraendolo al legame con il Hg formando la fase eta (Cu6 Sn5) e la fase epsilon (Cu3 Sn),meccanicamente pi stabili e chimicamente pi resistente.
Si deve inoltre ricordare che necessario differenziare due tipi di amalgama, quello a basso
contenuto di Cu (5-10%) detto anche tradizionale, e quello ad alto contenuto di Cu (13-45%).
Fase gamma
La principale componente della polvere dellamalgama la lega Ag-Sn (Ag5 Sn) detta fase gamma.
Durante lindurimento si formano due nuove fasi metalliche che sono:
-fase gamma 1 (Ag3 Hg4)
-fase gamma 2 (Sn7 Hg).
Lamalgama indurita costituita da particelle di fase gamma collegate da una matrice cristallina
costituita da gamma 1 e gamma 2.Qustultima la fase pi instabile per eccesso di ioni Sn. Si cercato di ridurre la fase gamma 2
creando amalgami ad alto contenuto di Cu, sottoforma di Cu Ag, in mdo che il rame si leghi allo
stagno in eccesso dando maggior stabilit.
cio: Sn7Hg + (Ag / Cu) = Ag2 Hg3 + Cu6Sn5.
Propriet fisiche
1) Il valore massimo di deformazione statica (creep%) indica il cambiamento di lunghezza del mat.
tra 1 e 4 ore sotto uno sforzo specifico espresso in percentuale.
2)La resistenza alla compressione viene valutata dopo unora dallindurimento quando un campione
cilindrico di amalgama viene compresso con un valore di 0,25 mm/min.
3)Le variazioni dimensionali sono comprese entro valori di +/- 20 micron/cm e vanno valutate tra i
primi 5 e le 24 h dallindurimento.
Proprit termiche
Lamalgama ha un valore relativamente alto di diffusivit termica nei confronti della dentina (78
contro 2) ed un coefficiente di espansione termica 3 volte pi alto (25 contro 10).
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La proporzione nella lega del Hg varia dal 53,7 al 43%, un eccesso di Hg porta allaumento delle
fasi gamma 1 e 2.
Vengono miscelati utilizzando miscelatori meccanici e capsule predosate. E necessario rispettare i
tempi e le proporzioni indicate.
Con le leghe a scaglie si usa condensatore piccolo (1 o 2 mm), applicando una forza verticale per
eliminare leccesso di Hg.
Con le leghe sferiche si usa un condensatore largo per migliorare ladattamento alle pareti.
Vantaggi nelluso della capsula
1)Protezione dai vapori di Hg
2)Separazione del Hg dalla polvere
3)Facilit di attivazione
4)Certezza di attivazione (con uso del vibratore).
Vantaggi nelluso dellamalgama
1)Facile adattabilit: in prima fase plastico e si adatta facilmente.
2)Durezza: sopporta carichi di 80 Kg /cm3 come sui molari in masticazione.
3)Tossicit scarsa4)Basso costo
5)Lunga durata del restauro: resiste ad agenti chimici e fisici.
Limiti dellamalgama
1)Colore metallico, quindi poco estetico.
2)Mancanza di adesivit: necessita di cavit ritentive quindi id una preparazione pi demolitiva
3)Elevata conducibilit termica: necessita di sottofondo
4)Fessure marginali: si creano per inadeguata preparazione dei margini.
Indicazioni alluso dellamalgama
1)cavit di 1 classe: superfici occlusali2)cavit di 2 classe: superfici interprossimali di molari e premolari
3)cavit di 5 classe: terzo gengivale di superfici vestibolari, linguali o palatali (colletti)
4)fori ciechi degli incisivi superiori.
Tipi di amalgama
Esistono vari tipi distinti in base alla grandezza delle particelle costituenti la polvere:
- a grana grossa e media. Un tempo le pi usate, danno superfici molto irregolari
- a grana fine. Non superano i 75 micron, sono pi plastiche ed adattabili, danno superfici pi lisce
-a particelle sferiche. Non superano i 30 micron, hanno minor quantit di Hg, ottima adattabilit e
plasticit ma tempo di indurimento pi lungo e sono pi costose
-non gamma 2. Ad alto contenuto di Cu (13%), hanno maggior resistenza alle fratture e ottima
levigatura.
Per introdurre lamalgama in cavit si usano spingiamalgama e portamalgama i quali introducono la
giusta quantit da condensare sino a completare il riempimento.
I condensatori possono essere: -a testa piatta
-a sezione circolare
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-a sezione quadrangolare (romboidale-trapezioidale)
La condensazione si esegue con ripetuti movimenti di compressione verticale ed obliqua.
Il diametro e la forma dei condensatori dipendono dalle dimensioni della cavit e dal tipo di
amalgama.
Modellatori di amalgama
-Cleioide: inizia la modellazione dei piani cuspidali-Discoide: asporta gli eccessi oltre i margini occlusali
-Spatola tagliente ed appuntita: per lasportazione degli eccessi sino a ritrovare le cuspidi
-Bisturi interprossimale: per lasportazione degli eccessi oltre il gradino cervicale e per la
modellazione interprossimale
-Brunitori: si usano per levigare e compattare la superficie dopo lindurimento dove essa presenta
forme appuntite, sono utili per la modellazione anatomica.
Secondo studi condotti in Nuova Zelanda le operazioni di brunitura si dovrebbero eseguire 48h dopo
la modellazione.
Brackets
Attacchi ortodontici formati da due parti:
-base: con retina di ritenzione che presenta una curvatura trasversale per ladattamento della corona
in senso mesio-distale.
-corpo: percorso da un solco (slot) in cui allogger il filo o larco metallico. Esso presenta quattro
alette ritentive.
Esistono brackets in acciaio, ceramica, resina. I B. in ceramica o resina stabiliscono anche legami
chimici con il dente quindi non hanno una retina ritentiva.
I B. hanno una diversa inclinazione e forma a seconda della tecnica ortodontica scelta.
Ad ogni dente corrisponde un tipo di attacco (le basette per canini e premolari sono pi curve).
Anche sui molari si possono utilizzare attacchi diretti che presentano una canula per larco e nonhanno n slot n alette. Sui molari si possono montare le bande sagomate sulla corona: sono sup. od
inf., dx o sn a seconda della posizione della canula e della forma dellanello.
In aggiunta si pu avere una seconda canula ed un gancetto.
I movimenti dentali avvengono quando si introduce il filo nella slot, assicurandole con legature
metalliche od elastiche.
Esistono fili diversi a seconda delle fasi della terapia. Nella fase di allineamento si usano fili molto
elastici, 3 o 5 fili intrecciati a sezione tonda a diametro crescente.
Successivamente si usano fili al nichel-titanio super elastici con memoria, in seguito fili in acciaio
tondi ed infine fili a sez. tonda in lega dacciaio.
Ogni filo disponibile in barrette di 30 cm od in archi standard preformati.
Compositi
Il nome indica un prodotto composito di resine organica (matrice) ed inorganica (filler).
La storia dei compositi inizia ufficialmente con la scoperta di Bowen di una resina attivabile per
semplice addizione. Come si pu vedere questa resina presenta due gruppi che si possono definire
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speculari rispetto ad un punto centrale, da ci il nome di bisGMA.
Partendp da questa resina sono stati sviluppati tutti i composti. Questa resina pu avere tre difetti:
-Bassa resistenza allabrasione
-Alto assorbimento di acqua
-Riduzione volumetrica durante lassorbimento
Sono una combinazione tridimensionale di due o pi materiali chimicamente differenti legati da
uninterfaccia che ne separa i componenti.
Tale combinazione offre delle propriet chimico-fisiche superiori a quelle dei singoli componenti.
Sviluppo dei filler
I primi compositi (macroriempiti) incorporavano particelle inorganiche (cristalli di quarzo) di 40-
100 micron, la quantit di resina superava il 60% del volume; il risultato estetico era discutibile e si
avevano problemi di retrazione della resina stessa.
Successivamente vennero creati i microfiller, con particelle inorganiche in media di 0,4 micron. In
questo modo venne risolto il problema estetico, infatti ogni particella aveva dimensioni minori se
comparate alla lunghezza donda della luce visibile con limpossibilt di notare ad occhio nudo i
punti a colorazione diversa. Venne per esasperata la retrazione in quanto risultava aumentata la
quantit di resina.
Nellintento di diminuire questa massa si inserirono dei blocchetti di resina prepolimerizzata in
laboratorio mediante alte pressioni ed alte temperature.
Si ottenne quindi un composito con maggior quantit di riempitivo (50-55% in volume). Questi
composti per non poterono essere utilizzati per denti posteriori data la loro scarsa resistenza
allabrasione.
Vennero infine modificati utilizzando tecnologie nuove che hanno portato ad inserire nella massa e
negli interstizi delle particelle di filler pi grandi con lo scopo di sosituire, in volume, la resina.
Questi composti sono i cosidetti ibridi, nei quali il contenuto di resine si aggira intorno al 25%.
La grandezza delle particelle determina differenti propriet:
-Particelle pi piccole (maggior estetica) utilizzate per denti anteriori- // pi grandi (maggior resistenza meccanica) per denti posteriori
I filler stessi hanno subito unenorme evoluzione, dai cristalli di quarzo macinati alla silice
pirogenica, ottenuta per fusione del silicio e successivo raffreddamento per espulsione ad alta
pressione. Questo trattamento determina una forma in sferule, quindi con superficie minore e minore
quantit di resina utilizzata.
Riempitivo in volume: macro 50-60%
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micro 19-35%
micro 2gm 30-55%
Hyb 8-78%
La prima resina impiegata, quindi, fu la bisGMA che non presentava sufficiente fluidit per
penetrare negli interstizi tra le particelle di riempitivo. Si rese quindi necessario limpiego di resine
con la funzione di fluidificante. Fra queste le pi note sono le Tegdma.
Successivamente si prov ad usare resine a base metanica il cui vantaggio era quello di possedere
una maggior fluidit intrinseca ( con minor richiesta, quindi, di altri fluidificanti). La pi comune la UAMA.
Vi sono ancora oggi prodotti in commercio con questo tipo di resine, ma la maggior parte di
compositi continua ad utilizzare derivati del bisGMA.
Nel 1987 si cominciarono ad usare particolari miscele di resine. Il problema maggiore era costituitodal fatto che tutte le resine impiegate presentano 2 gruppi funzionali, la struttura che si viene a
formare si poteva schematicamente rappresentare con un piano, lo si pu vedere come un foglio di
plastica con buona durezza ma estremamente flessibile, flessibilit che tende a far scomparire ogni
elasticit.
Si deve alla Kuraray il merito di aver realizzato la prima resina a quattro monomeri funzionali che, a
solidificazione avvenuta, non presenta alcuna flessibilit ma eccellente elasticit: le UTMA, che
lasciano comunque alcuni problemi insoluti. La soluzione sta nel creare miscele di resine diverse a
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seconda del risultato finale che si intende realizzare.
Lattuale miscela di resine della Kuraray presenta doti di resistenza allabrasione pari a quello dei
primi compositi e pu essere utilizzata per i denti posteriori.
Per quanto riguarda gli agenti di accoppiamento, il problema pi grosso fu quello di legare il filler
alla resina, infatti, se il legame non pi che stabile si arriva alla rottura di legami con conseguente
sbriciolamento della massa polimerizzata.
Il pi comune agente di accoppiamento il silano, ma il processo di silanizzazione tenuto segreto
da ogni produttore.
Classificazione fine 800
Classe I : Posteriori superfici occlusali
Classe II: Post. superf. occlusale+1// mesio-occlusale
// mesio-occlusale-distale
// distale-occlusale
Classe III: Anteriori, pareti interprossimali
ClasseIV: Anteriori, suprfici incisali
ClasseV: Ant. e post., superfici linguali-vestibolari in prossimit della gengiva (parte cervicale).
Uso dei compositi
1)In tutti quei casi in cui prevale lestetica (III, IV, V classe, fratture delle corone anteriori)
2)Difetti dello smalto e copertura delle superfici vestibolari degli incisivi
3)Fissaggio di attacchi ortodontici e di mantenitori di spazio.4)Bloccaggio di gruppi di denti affetti da malattie paradontali (splintaggio).
La polimerizzazione pu essere attivata :
1)Chimicamente: -sistema a due paste
-sist. polvere + liquido
-mat. pasta + liquido
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-mat. incapsulati
Si mescolano i componenti che contengono, una lattivatore e laltro liniziatore.
2)con luce U.V. o visibile:
questi mat. fotoattivabili sono presenti in sottoforma di una singola pasta che contiene:
- monomeri
-comonomeri-riempitivo
-iniziatore instabile (il pi uasto letere metilbenzoico).
Questo mat. assorbe le radiazioni e subisce una decomposizione eterolitica formando radicali liberi
che iniziano la polimerizzazione.
Gli svantaggi sono rappresentati da:
-durata nel tempo inf. allamalgama (5 anni),
-la superficie tende a macchiarsi,
-i monomeri impiegati sono potenzialmente nocivi per la polpa (che va protetta con idrossido di Ca
senza eugenolo),
-pretrattamento dello smalto con acido (mordenzatura).
Sigillanti
Sono mat. fluidi impiegati ai fini di prevenire le carie occlusali e sono utilizzati per sigillare
piccolissime fessure a volte presenti nel fondo delle fosse occlusali del dente, tali fosse possono
avere ramificazioni in contatto con la sottostante dentina ed in esse tendono ad accumularsi residui
di cibo con la formazione di colonie batteriche cariogene.
Gi dagli anni 70 la sigillazione di solchi e fossette veniva fatta con resine composite seguendo la
tecnica adesiva della mordenzatura.
I sigillanti attualmente in uso possono essere divisi in due gruppi:
-mat. resinosi
-cementi vetroionomerici
Materiali resinosi
Possono essere divisi in altri sottogruppi in base alla presenza di pi o meno riempitivo inorganico
(biossido di silicio e bario).
Possiamo avere:
1)Mat. resinosi non riempiti
2)Mat. resinosi modicamente riempiti (5 10%)
3)Mat. resinosi altamente riempiti (20-67%)
1) Hanno maggior fluidit, maggior diffusibilit, minore resistenza alle sollecitazioni meccaniche,
maggior contrazione di polimerizzazione
2-3) Maggiore resistenza alla compressione ed alla trazione, scarsa contrazione di polimerizzazione,
elevata viscosit (svantaggio).
I mat. resinosi possono essere colorati o trasparenti, i colorati contengono ossido di titanio.
-Giallo: sono ben controllabili allapplicazione ed ai controlli successivi (ogni 6 mesi), sono
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antiestetici.
-Bianco: sono ben controllabili allapplicazione ed ai controlli successivi ma rendono impossibile il
controllo per eventuali preocessi cariosi sottostanti.
-Trasparenti: buona estetica, risulta difficile il controllo dello strato di mat. al momento
dellapplicazione e nei controlli successivi, danno altres la possibilit di tenere sotto controllo i
solchi e le fessure sottostanti.
I mat. sigillanti contengono normalmente bisGMA rinforzati con pi o meno particelle di quarzo.
Possono essere di tre tipi:
A) Ad attivazione chimica (autopolimerizzanti)
B) Ad attivazione mediante U.V.
C) Ad attivazione mediante luce visibile
A) Sono formati da pasta base e catalizzatore contenente perossido di benzoile (iniziatore) ed
unammina (attivatore).
B) Contengono composto sensibile agli U.V. che fa da iniziatore alla reazione.
C) In questi mat. sono presenti un dichetone ed unammina. Questi due componenti, colpiti dalla
luce, reagiscono tra loro liberando radicali liberi.
Sigillanti ai cementi vetroionomerici
Sono costituiti da due componenti: polvere di Al sottoforma di particelle ottenute con processo di
calcinazione a freddo.
I liquido una soluzione acquosa di polimeri e copolimeri dellacido poliacrilico.
Possiedono forte adesione a smalto e dentina, liberano fluoro dopo lapplicazione, necessnualit
complessa ed hanno una minor durata di permanenza.
Individuato il dente si inizia con:-controllo dellocclusione con carta colorata darticolazione
-pulitura per mezzo di pietra pomice e risciaquatura del dente
-apposizione di diga per proteggere il dente dallumidit
-mordenzatura con acido fosforico o citrico della parte da trattare
-risciaquatura per un minuto ed asciugatura
-applicazione della resina con pennellino.
Una volta avvenuto lindurimento si esgue un controllo della sigillatura con una sonda e si controlla
locclusione.
Indicazioni
- sui molari di persone tra i 6 ed i 10 anni
-in presenza di fessure profonde e colorate
-in denti ipoplasici nei quali ligiene normalmente scadente
-in presenza di carie iniziali non evidenziabili con Rx.
Controindicazioni
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-denti gi otturati o che presentano carie interprossimali o coronali gi avanzate
-ragazzi che non presentano ancora carie occlusali.
Cementi endodontici
Sono mat. utilizzati per chisure canalari, mentre in passato si eseguivano otturazioni solo con
cementi o paste, oggi il cemento ha solo la funzione di collante per il riempitivo solido(guttaperca).
Requisiti dei cementi endocanalari
-devono essere facilmente introducibili nel canale
-devono sigillare il canale sia apicalmente che lateralmente
-non devono subire alterazioni di volume con il passare del tempo
-devono essere radioopachi
-devono essere impermeabili
-non devono interferire con i tessuti dentali
-non devono irritare i tessuti apicali
-devono essere sterili-devono essere facilmente rimossi dal canale in caso di necessit.
Classificazione
1) con eugenolo
2) privi di eugenolo
3) medicati
Con eugenolo
-Pulp canal sealer (Kerr)
Polvere: ossido di Zn Ag, oleoresine, ioduro timoloLiquido: olio di garofano, balsamo del Canada
-Tubuli seal (Kerr)
Base: ossido Zn 59%
Solf. di Ba 4%
ioduro timolo 2,5%
resine oleose 13,3%
olio 8%
Catalizzatore: modificatori 3%, eugenolo 9,5%
-Argoseal (Ogna)
Polvere: polvere di Ag, ossido di Zn, resine naturali, diiodio timolo
Liquido: eugenolo bidistillato, oleoresina.
-Bioseal (Ogna)
Polvere: idrossiapatite 16%
solf. di Ba 20%
diiodio timolo 4%
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resina naturale 16%
idrossido di Ca e ossido di Zn q.b. a 100
Liquido: eugenolo bidistillato 78%
oleoresine 22%.
-CRCS (Hygienic)
Polvere: Ossido di Zn, esteri resinati, solf. di Ba, idrossido di Ca, subcarbonato di bismuto.Liquido: eugenolo, eucaliptolo.
Senza eugenolo
-Cloroperca
Cloroformio + guttaperca. D problemi di retrazione.
-AH 26 (dentisply)
Polvere: Ag 10%
biossido di Bi 60%
biossido di Tn 5%esametilene tetramina 25%
Liquido: bisfenol-diglisidil etere 100%
Medicati
Contengono corticosteroidi e disinfettanti chimici. Se i principi della preparazione radicolare
vengono rispettati non esiste alcun vantaggio nel loro utilizzo.
-N2 (Sargenti)
Polvere: prednisolone 0,21%
idrocortisone 1,20%Solf. di Ba 3%
Biossido di Tn 4%
paraformaldeide 6,5%
Subcarbonato di Bi 9%
ossido di Zn 60%
tetraossido di Pb 11%
Liquido: eugenolo 100%
-Endomethasone (Septodent)
Polvere: ossido di Zn, subnitrato di Bi, desametasone, idrocortisone, ioduro di timolo,
paraformaldeide.
Liquido: eugenolo.
-Pasta iodoformica
Utilizzata molte volte impropriamente come otturazione canalare definitiva, soluzione non valida
perch essa si riassorbe con il tempo non sigillando i margini. E pi adatta come medicazione
intermedia.
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Polvere: iodoformio
Liquido: paraclorofenolo, canfora, mentolo.
-Idrossido di Ca
Possiede spiccata attivit osteogenica, notevole potere antibatterico e notevole capacit di
espansione (270%).
Utilizzato nelle medicazioni endodontiche come: apecificazioni, terapia delle perforazioni iatrogene,riassorbimento radicolare esterno e riassorbimento interno perforante, fratture radicolari,
disinfezione canalare.
Gli svantaggi sono costituiti dalla possibilit di calcificazione, necessit di molte applicazioni, non
viene riassorbito oltre apice.
Si impasta la polvere ed il liquido su piastra sterile. Limpasto ottimale quando, sollevando la
spatola dalla piastra, risulta di consistenza filamentosa.
Strumentario
Sonde endodontiche
Strumenti non standardizzati a sezione tonda o quadra, molto sottili e flessibili. Il loro compito individuare gli imbocchi del canale e di iniziare il cateterismo.
Fresa Z endo
Fresa a lama di carbonio- tungsteno conica non tagliente in punta. trova impiego nellasportazione
completa del tetto della camera pulpare per eliminare le eventuali interferenze canalari allazione
degli strumenti. La punta arrotondata non tagliente consente lappoggio sul pavimento della camera
pulpare per poterne seguire il perimetro.
K Files (limerick)
Sono fabbricati torcendo un filo di acciaio inossidabile a sez. quadrata che d origine ad un elissoide
con serie di scanalature a lama tagliente a passo molto ravvicinato. Viene prodotto in dimensionistandardizzate (da 0,6 a 80) con lunghezza dai 21 ai 31 mm.
Lo si deve usare con movimento di va e vieni. Ha azione di raschiamento delle pareti dentinali,
viene usato con tre finalit:
-penetrazione iniziale dei canali
-courettage parietale
-allargamento del canale.
Reamers (allargacanali)
Sono fabbricati torcendo filo a sez. triangolare che d origine ad un elissoide con scanalature a lame
taglienti meno ravvicinate di quelle dei Files. la piramide con cui termina la lama triangolare ed
appuntita. Le dimensioni sono quelle dei Files. Si usano con movimento rotatorio in uscita di 1\4 di
giro nei canali dritti e nella corzione canalare diritta dei canali ricurvi. Ha azione di raschiamento
della dentina quando lavora in rotazione, il debole angolamento delle lame in rapporto allasse
maggiore dello strumento assume poca efficacia nel movimento longitudinale.
Tiranervi
E uno strumento a sezione rotonda in acciaio inossidabile trafilato ed incrudito. Lo stelo lavorato
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alla barra e tagliato in quattro facce da una lama che solleva delle piccole spine di metallo molto
acuminato e disposte sino alla punta dello strumento.
E prodotto in dimensioni normalmente di 21-28 cm di lunghezza. Si usa solo in canali molto larghi
e mai contro le pareti, infatti, se si avverte la parete del canale necessario tornare indietro. Lazione
principale del tiranervi di separare la polpa dalla parete canalare e di eliminarla grattando.
I rischi nelluso di questo strumento sono la facile rottura dello stesso e la formazione di tacche sulla
parete del canale.
Frese di Gates-Ghidden
Sono frese che lavorano con le superfici laterali delle lame e non tagliano in punta. Vengono
prodotte con diametro di 0,5 - 0,7 - 0,9 - 1,1 - 1,3 - 1,5 mm e con lunghezza di 32 mm.
vengono usate dopo che si gi strumentato il canale con frese di una certa dimensione (20 - 25)
con movimento apico-coronarico e centrifugo a velocit molto bassa, senza impegnare
assolutamente la fresa nel canale.
Spingipasta (spirale di lentulo)
Strumento rotante da montare sul contrangolo micromotore.
E formato da un filo molto sottile attorcigliato a spirali molto larghe. Prodotto in misure standard(da 25 a 70), con lunghezza di 21, 25, 29 mm. Viene utilizzato per spingere il cemento di otturazione
nei canali.
Spreaders
Strumento non standard destinato a condensare la guttaperca a freddo lateralmente mediante
lintroduzione nel canale a fianco del cono di guttaperca. Strumenti simili a questo sono i portatori
di calore che vengono prodotti con manico destinato ad essere scaldato per rammollire la guttaperca
e permetterne la condensazione.
Plugger
Strumenti non standard destinati a condensare verticalmente la guttaperca rammollita dal calore.
Sono per lo pi conici e possono recare tacche per il controllo della profondit durante lazione.
Guttaperca
Lattice che viene estratto dalla corteccia di alberi che crescono in Malesia (Isonandra gutta).
Alla temperatura ambiente dura. In commercio si trova sottoforma di bastoncini o coni di colore
bianco o rosa (la rosa pi dura). Non viene usata allo stato puro ma associata ad ossido di Zn,
silice, cera bianca, acidi grassi per facilitarne la manipolazione.
Un tempo veniva utilizzata come otturazione provvisoria.
Il bastoncino si riscalda a fiamma o nellacqua calda (80 C), se ne preleva la quantit voluta con
spatola in acciaio inossidabile e la si applica in cavit.
Si modella mentre indurisce con una pallina. Per rimuoverla si riscalda lotturatore a pallina, lo si
affonda nellotturazione e, una volta raffreddato, si estrae la guttaperca che risulta solidale con
lotturatore.
Viene utilizzata per otturazioni canalari, i coni sono di calibro uguale a quello del canale. Si
condensa con strumenti caldi, non si riassorbe ed radioopaca. Pu essere condensata a freddo dagli
spreaders, a caldo da strumenti portatori di calore.
Polimeri sintetici
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Sono molecole ad elevato peso molecolare ed a forma di catena.
L acatena di un polimero non formata da un insieme casuale di atomi ma una ordinata ripetizione
di gruppi atomici che costituiscono piccole molecole o monomeri. I monomeri si uniscono a formare
i polimeri attraverso un processo detto di polimerizzazione.
Polimerizzazione
Per addizione, quando le molecole del monomero si combinano senza la formazione di unsottoprodotto.
Per condensazione, quando lunione accompagnata dalleliminazione di piccole molecole ( acqua,
ammoniaca, alcol, etc.).
Fasi della polimerizzazione
1-Attivazione
2-Iniziazione
3-Propagazione
4-Terminazione
1- AttivazioneQuesta fase richiede energia termica o luminosa o chimica per formare radicali liber, per lapertura
di legami insaturi delle molecole di monomeri.
I radicali liberi si congiungono con i radicali liberi del monomero adiacente legandovisi.
2- Iniziazione
Quando la polimerizzazione attivata si aggiunge una sostanza relativamente instabile, detta
iniziatore, che agisce sui legami insaturi del monomero e siottiene la II fase.
3- Propagazione
Liniziatore si decompone formando radicali liberi i quali, in tempi successivi, aprono i legami
insaturi del monomero cos da permettere la propagazione o formazione di catene.
4- Terminazione
La propagazione, o formazione di catene, continua sino a quando nessun radicale disponibile.
Applicazione dei polimeri in odontoiatria
-Mat. macromolecolari da impronta (alginati, polisolfuri, siliconi)
-Polimeri per basi protesiche (resine a caldo, a freddo)
-Pol. per ricostruzioni
-Polimeri usati come sigillanti per fossette o fessure dello smalto
-Cementi a base di resine
-Stimolatori di difesa delle mucose
-Mat. da ribasatura
Polimeri per basi protesiche
Le resine utilizzate sono tutte acriliche e ssi dividono in:
-polimerizzabili a caldo
-polimerizzabili a freddo (con attivazione chimica)
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Le resine acriliche sono fornite sottoforma di polimero in polvere + monomero liquido.
polvere: granuli di polimeri (p.e. polimetilmetacrilato) che hanno incorporato circa 1% di:
-catalizzatore (perossido di benzoile)
-plasticizzante (butilftalato)
-appropriato pigmento (Ti O2, rosso cadmio)Liquido: metilmetacrilato ed inoltre:
-inibitore (idrochinone)
-agenti polimerizzanti (etil-glicol-metacrilato)
Il procedimento a freddo contiene un attivatore, in genere amine terzierie aromatiche (dimetil-para-
toluidina)
Lavorazione delle resine acriliche
Il metodo a caldo si divide in tre fasi:
1-Formazione pasta
2-Inzeppatura3-Indurimento
1-Si mescola polvere e liquido in ragione di 1:3 in volume, la trasformazione in gel avviene in 4
distinte fasi:
-sabbioso o granulare, in questo stadio il monomero bagna lesterno dei granuli.
-filamentoso, gli strati esterni dei granuli si dissolvono e diventano plastici
-completamente pastoso, i granuli si uniscono mediante grovigli di catene di polimeri
-gommoso, quando il monomero penetrato al centro dei granuli.
Il tempo di lavorazione quello nel quale il mat. rimane pastoso e si presta ad essere stampato.
Il tempo di formazione della pasta quello necessario a raggiungere lo stato pastoso.
2-Zeppatura della pasta in eccesso in uno stampo di gesso bivalve pretrattato con isolante e
contenuto nella muffola.
Chiusura di prova della muffola in modo da poter formare leccesso di pasta (bava).
Riapertura della muffola ed eliminazione della bava.
Chiusura definitiva a pressione per mezzo di pressa da banco filettata. Luso in difetto di resina o
pressione porta alla cosidetta porosit di contrazione.
3-Normalmente lindurimento delle resine a caldo viene effettuata passando la muffola con morsa in
bagno dacqua o forno ad aria.
I fattori che condizionano la formazione di un polimero lineare ad alto peso molecolare senza
porosit sono:
-lento riscaldamento
-basse temperature
-trattamento post-polimerizzazione a 100
Lento riscaldamento perch la rottura delliniziatore (perossido di benzoile) rapida sopra i 65,
quindi riscaldando lentamente a 60 si producono radicali formando cos un polimero a pi elevato
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peso molecolare e lineare.
La bassa temperaturaperch la reazione di polimerizzazione esotermica. Il metilmetacrilato bolle
a 108 C quindi la pasta deve essere tenuta al di sotto di questa temperatura (circa 100 C) per
evitare porosit (bolle o porosit gassose).
A polimerizzazione completata si fa un post trattamento a 100 per ridurre al minimo la quantit