Master tesi Metafora nella comunicazione quotidiana ...smoderc.fil.bg.ac.rs/Master radovi/Aleksandra...

67
Filološki fakultet Univerziteta u Beogradu Aleksandra Mitrović Master tesi Metafora nella comunicazione quotidiana: riferimenti alle parti del corpo Mentor: Dr Saša Moderc Beograd 2009.

Transcript of Master tesi Metafora nella comunicazione quotidiana ...smoderc.fil.bg.ac.rs/Master radovi/Aleksandra...

Filološki fakultet Univerziteta u Beogradu

Aleksandra Mitrović

Master tesi

Metafora nella comunicazione quotidiana: riferimenti alle parti

del corpo

Mentor: Dr Saša Moderc

Beograd 2009.

Indice I

Indice

Pagina

Indice ................................................................................................ I 

1  Introduzione .............................................................................. 1 

1.1  Scopo del lavoro ..................................................................................................... 2 

2  Definizione e percorso della metafora .................................... 4 

2.1  Definizione della metafora ..................................................................................... 4 

2.2  Percorso della metafora .......................................................................................... 7 

3  Natura plurivalente della metafora ...................................... 11 

3.1  Struttura e comprensione della metafora .............................................................. 11 

3.2  Uso della metafora ................................................................................................ 14 

3.2.1  Attributi terapeutici della metafora ............................................................. 17 

3.2.2  Metafora sinestetica ..................................................................................... 18 

3.2.3  Metafora nel linguaggio dei giovani ........................................................... 21 

4  Fraseologia .............................................................................. 22 

4.1  Classificazione delle unità fraseologiche ............................................................. 22 

4.2  Espressioni metaforiche con le parti del corpo ..................................................... 25 

4.2.1  Testa ............................................................................................................ 27 

4.2.2  Occhi ........................................................................................................... 32 

4.2.3  Orecchi ........................................................................................................ 38 

4.2.4  Naso ............................................................................................................. 40 

4.2.5  Bocca ........................................................................................................... 42 

4.2.6  Cuore ........................................................................................................... 45 

4.2.7  Braccia e mani ............................................................................................. 48 

4.2.7.1  Braccia ................................................................................................... 49 

4.2.7.2  Mani ....................................................................................................... 51 

4.2.8  Gambe e piedi .............................................................................................. 57 

4.2.8.1  Gambe .................................................................................................... 57 

4.2.8.2  Piedi ....................................................................................................... 59 

5  Conclusione ............................................................................. 62 

Riferimenti bibliografici .............................................................. 64 

Introduzione 1

1 Introduzione

Furono le passioni che spinsero l’uomo a parlare. I primi suoni che uscirono dalle sue labbra

erano segni dei sentimenti elementari – amore, odio, rabbia, gioia... Prima nacque il

linguaggio figurato come riflesso della sua percezione del mondo. Solo dopo scoprì il suo

significato. Le grida, i mormorii diventarono parole distinte.

Il primo linguaggio era passionato e melodioso prima di diventare regolare e metodico.

Oramai, vivendo in un mondo frenetico e compiuterizzato, si usa la metafora come mezzo di

andare oltre allo spazio linguistico ristretto e delimitato del linguaggio base reale. Proprio la

metafora serve da strumento metalinguistico per esprimere i concetti astratti e relazioni

nascoste. Oltre a essere un fenomeno della lingua, la metafora è uno strumento potente che,

nonostante la tendenza della lingua di semplificarsi e economizzarsi, approfondisce le

potenze conoscitive dell’uomo e in questo modo arrichisce la lingua e previene la sua

banalizzazione.

Prescindendo dalla vecchia e solita categorizzazione secondo cui la metafora è una figura

stilistica, si arriva alle teorie moderne e più aperte che la definiscono uno strumento

espressivo extralinguistico. Tutta la nostra vita è permeata di metafore. Grazie alla sua natura

polivalente, la metafora si è elevata ad un livello quasi irrangiungibile nel senso che è entrata

in tutte le sfere della vita (sociale, politica, scentifica,…) ed adesso ne fa una parte

insostituibile. Insomma, prendendo in considerazione la sua complessità quanto all’aspetto

semantico tanto all’ aspetto sintattico, questo tema si è approfondito a tal punto che adesso si

parla di un’ area molto più vasta di stilistica: metaforologia.

Non sono poche le teorie e le classificazioni che trattano la metafora, però tutte consentono

che la sua riuscita è tanto più potente e giustificata quanto essa è più innovativa e unica. Si è

già parlato dell’apparizione delle prime parole e lo sviluppo del linguaggio. Ne consegue che

le metafore le possono creare tutti noncurante la età, strato sociale, istruzione, ambiente e tutto

quello che ci determina come individui. Questa osservazione si giustifica nel fatto che la

metafora ci permette di descivere il mondo, i nostri atteggiamenti verso lui e sentimenti

usando solo quelle parole e oggetti vicini a noi nel mondo fisico e psichico. D’ altra parte ci

sono delle metafore ermeneutiche che creano associazioni e analogie molto lontane dal punto

Introduzione 2

di partenza dove si quasi perde il significato se non si possiedono le adatte conoscenze

professionali e culturali. Comunque, le metafore sono a disposizione a tutti che ne hanno

bisogno perchè non è il mondo che è di per sé metaforico, ma è il nostro pensiero che ha

questo valore.

Ci sono diverse partizioni della metafora stabilite secondo vari criteri, però una delle più

interessanti è quella a metafore vive e metafore morte. Le metafore nascono e muoiono.

Questo si deve al fatto che loro sono quasi sempre relative ad uno specifico momento,

ambiente, persona, o anche epoca. Una volta estratte da quel contesto perdono il suo valore

figurato e il significato diventa assurdo in quanto letterale a meno che non siano diventate

frasi fatte che a causa dell’ uso frequente non si sentono più come metafore. Quindi la

metaforologia si incrocia e confina con la fraseologia a cui appartengono tante metafore morte

che si sono radicate nella comunicazione odierna. In genere, la metafora è un meccanismo che

serve a migliorare e semplificare la comunicazione sia linguistica sia metalinguistica (quella

che si avvale di altri mezzi: visivi, uditivi,…). In fin dei conti, tanto più il mondo si sviluppa,

tanto più l’uomo usa le metafore.

1.1 Scopo del lavoro

Dato che il genere umano è sempre più incline alla praticità in ogni senso, che genera

superficialità nei rapporti umani e anche nella comprensione del mondo, ho deciso di

intraprendere uno studio su un fenomeno onnipresente nella vita – la metafora.

Dopo l’introduzione nel primo capitolo, nel secondo esporrò una breve storia della metafora

per presentare il suo sviluppo e andamento attraverso la storia. In aggiunta, tratterò e

analizzerò diverse definizioni e descrizioni della metafora, avvalendomi intanto di quelle

esistenti, con il tentativo di creare nuove, più complete e precise, o almeno di offrire un nuovo

punto di vista e una scelta più vasta. In questo modo cercherò di prevenire la solita tendenza

umana di impadronirsi dei pareri altrui, che capita spesso occupandosi di una materia

elaborata già da tanti studiosi ed esperti, e di inserire in questo lavoro una specie di

rinfrescamento.

Introduzione 3

Nel terzo capitolo, diviso in due parti, di cui la seconda è più elaborata, spiegherò diverse

forme che la metafora può assumere, corroborandole con esempi (prima parte), e scriverò

dell’uso della metafora in diverse sfere (seconda parte). Nella seconda parte focalizzo l’uso

della metafora per gli scopi terapeutici, l’uso della metafora nel linguaggio dei giovani e il

concetto della metafora sinestetica. Nei primi due casi la metafora è inquadrata in uno spazio

o meglio dire in una sfera d’uso delimitata e abbastanza chiara, mentre nel terzo e l’ultimo

caso si parla di una sua caratteristica, individuata e indipendente dalla sfera di uso, che si

potrebbe applicare o mettere in evidenza in qualsiasi occasione e in qualsiasi contesto.

Siccome è impossibile scrivere dell’uso della metafora comprendendo tutti i casi possibili, io

ho individuato la tematica più attuale secondo il mio parere, e mi sono permessa un approccio

meno scientifico però più pratico e empiristico. Questa mia scelta è motivata dalla possibilità

di rendere il lavoro più interessante e disponibile.

Il quarto capitolo insieme al terzo costituisce il baricentro del mio lavoro. In questo capitolo

tratterò la fraseologia, che si interseca con la metaforologia, sottolineando i loro punti comuni.

Prima presenterò una classificazione delle espressioni fraseologiche e continuerò

conseguentemente a scrivere della metafora ennumerandone gli esempi. Sempre a causa

dell’inesauribilità del tema, tratterò non tutte le espressioni metaforiche, ma solo quelle create

partendo dalle parti di corpo. Entro i limiti di questa scelta cercherò di organizzare la parte

teorica (analisi) e la parte pratica (corpus) insieme agli esempi in modo tale che siano coerenti

e compatte.

Finalmente, la finalità di questo lavoro è consistita nell’ottenimento di un’immagine dell’

importanza della metafora e della sua universalità. In un certo modo volevo smentire i

pregiudizi che la metafora sia uno strumento riservato solo per i privilegiati e contribuire alla

sua comprensione.

Definizione e percorso della metafora 4

2 Definizione e percorso della metafora

2.1 Definizione della metafora

“Quando dici ‘il cielo piange’, che cosa vuoi dire?”

“Che sta piovendo.”

“Ah sì…bravo. Questa è una metafora.”

“Allora è semplice. Perché questo nome così complicato?” 1

La metafora scaturisce nell’antica Grecia in un ambiente filosofico e conformemente alla sua

origine salva il suo nome originario - μεταφορά. Nella lingua greca la parola metafora è

composta di metà (μετα) che significa oltre, e phorèô che è la forma secondaria del verbo

phèrô (φέρω) che significa portare.2 Conseguentemente, la metafora è conosciuta anche sotto

un altro nome – il traslato. Il traslato è la forma sostantivata dal participio passato dal verbo

latino irregolare transferre (trans-ferre) che sarebbe l’equivalente italiano della parola greca.3

Finalmente, oggi abbiamo delle parole derivate da metafora: metaforico (che ha in sé

metafora); metaforizzare e metaforeggiare (usare metafore – sinonimi); metaforicamente (in

modo metaforico; sotto metafora)4; e la più moderna: metaforologia (area linguistica che si

occupa dello studio sulla metafora).5 Si tenga conto che la metaforologia è una disciplina

nuova, in sviluppo, non ancora categorizzata, quindi si prenda con riserva la traduzione.

La metafora indica un trasporto di significato e questo è indubitabile. Comunque, non ne

esiste ancora una definizione completa e adeguata. Il fatto che rende difficile la definizione

della metafora è che essa è nata come uno strumento stilistico ed è stata usata tanti anni in

qualità di un mero ornamento della lingua, mentre oggi ha superato il suo valore basico e si

parla della metafora sotto una luce (per usare una metafora!) totalmente diversa. In

conclusione, d’una parte la metafora rimane una figura stilistica, usata tantissimo dai poeti, d’

altra parte si è talmente radicata nel linguaggio di oggi che uno non è più in grado di

riconoscerla come tale.

1 Da “Il Postino” diretto da M. Radford e M. Troisi, Italia, 1994 2 V. Palazzi F., Novissimo dizionario della lingua italiana, Milano, 1940, p. 680 3 V. Bianchi R. – Lelli O., Il Vocabolario: latino – italiano e italiano – latino, Firenze, 1975, p. 314 4 V. Palazzi F., Novissimo dizionario della lingua italiana, Milano, 1940, p. 680 5 La traduzione risultata dallo studio intero; parola non trovata sul dizionario

Definizione e percorso della metafora 5

Parlando della metafora, ormai si sottintende sotto quel nome una tematica abbastanza

complessa e profonda. Quindi, la metafora non è solo un fenomeno linguistico, ma una

capacità umana conoscitiva o anzi già uno strumento polivalente che permette all’ individuo

di descrivere il mondo in base ai propri criteri che di solito sono romantici,

idealizzati...insomma, soggettivi. Usando questo strumento il piano della realtà simbolica si

contrappone al piano della realtà oggettiva. Infatti, la metafora vuol dire chiamare un’entità

con il nome di un’altra o descrivere un evento con termini appropriati ad un altro (quando per

esempio diciamo: la gamba della sedia). Da una prospettiva diversa, la metafora rappresenta

l’accostamento di due termini di diversi campi semantici creando tra loro un rapporto di

similitudine o analogia. Per riassumere: usare una metafora vuol dire usare una parola al

posto di un’altra (relativa alla prima tramite associazioni di idee), però se non esiste la parola

adatta per descrivere il rapporto desiderato(anche evento, azione!), allora noi creiamo l’

enunciato mediante la nostra logica creativa. Un parere simile difende anche il famoso storico,

critico, filosofo e poeta italiano, Piero Scaruffi: “ In effetti, il linguaggio non può mai

rappresentare ‘letteralmente’ il mondo; può soltanto ‘modellare’ il mondo.”6

1) Ho un buco nello stomaco; c’è niente in frigo?

2) Mamma mia! Quel maglione è proprio un pugno nell’occhio!

3) Hai attraversato il deserto da solo??? Certo che hai proprio fegato.7

Il numero delle metafore è inesausto. Si tenga conto che lo stesso enunciato con il significato

letterale può assumere un significato metaforico, in quanto estratto dal contesto e se usato in

una situazione diversa. Nell’esempio tre si dice che il destinatario dell’enunciato ha fegato

che in realtà è vero, perché tutti gli esseri umani normalmente hanno il fegato. Comunque, in

questo caso particolare si tratta di una espressione fatta (avere fegato) e qui il parlante in base

a quello detto prima vuole sottolineare la baldanza e la robustezza del

destinatario/interlocutore. Questo è già un modo consueto di esprimere una qualità del genere.

Si ricordi un’altra volta che il numero delle metafore è inesausto, però si abbia presente che

solo grazie all’ ambiguità della lingua ciò è possibile.

La metafora deve essere interpretata perché una parola può prestarsi a più di un significato.

Altrimenti, non ha senso. Si guardi l’esempio uno. Uno non può avere in realtà un buco nello 6 Estratto da http://www.scaruffi.com/lastampa/lang2.html, 19 gennaio 2009 7 Estratto da http://www.learnitaly.com/idiomatiche.htm, 2 febbraio 2009

Definizione e percorso della metafora 6

stomaco a meno che non sia morto. Questo buco si riferisce ad un vuoto figurato causato dalla

fame, cioè alla sensazione di non avere niente nello stomaco, il che sarebbe l’ opposto dalla

sensazione di sazietà. Quando uno dice: “ Ti ammazzo! Me la paghi!”, il che è caratteristico

anche della lingua e mentalità serba: “Ubiću te! Platićeš mi”, si usa una metafora. Quindi, i

sentimenti sono un impulso forte che spingono uno a esprimersi metaforicamente. (Per non

entrare troppo nella storia dell’ uso della metafora che elaborerò in avanti, voglio solo

indicare quanto è facile creare una metafora e quanto il suo uso è solito nel linguaggio

odierno.)

Visto che la metafora è una figura retorica o meglio dire stilistica, bisogna vedere in che modo

essa diferisce dalle figure simili. La metafora si confonde principalmente con la similitudine.

Non è il caso da sorprendersi, siccome la metafora stessa esprime una specie di paragone. La

metafora però questa relazione la sottintende, cioè il paragone si insinua perché l’elemento

copulativo di comparazione (come) non è dato esplicitamente. Per esempio, quando diciamo:

„Sei una bestia!“ sia nel senso positivo sia nel senso negativo (in serbo sarebbe nel primo

caso: „ Ti si zver!“ e nel secondo: „Ti si životinja!“), questa è una metafora. Se invece

vogliamo esprimere una similitudine, diciamo: „Sei come una bestia!“ In seguito, è

importante sapere come si confinano la metafora e l’ allegoria anche se è molto difficile

distinguere il punto dove si separano queste due figure. Insomma, l’allegoria è un insieme o

una serie di immagini o di enunciati metaforici. Quindi, l’ allegoria si applica ad un intero

racconto, testo o poema... Si può sentire dire: “Questa è una presentazione allegorica“. Un’

altra figura a cui si deve fare caso perché viene spesso scambiata per la metafora è la

metonimia. La più grande distinzione tra queste due figure è che la metafora si basa sulla

similarità tra due concetti, mentre la metonimia si basa sulla contiguità tra loro, che dipende

dal contesto. Quanto alla metafora, la parola che usiamo al posto di un’ altra sostituisce il suo

intero valore. Invece, la metonimia si riconosce da un rapporto tra due concetti dove un

concetto intero sostituisce una parte dell’ altro. Questa relazione di analogia si può riferire a

qualsiasi qualità: il contenitore per contenuto; un rappresentante per l’ intera classe; l’

individuo per tutto il genere umano ecc. Secondo George Lakoff , linguista statunitense attivo

nella prima metà del ventesimo secolo, ’in una metonimia un’ entita sta per un altra, mentre in

una metafora un’ entità viene vista come un’ altra’.8 Sarebbero d’ aiuto gli esempi che dà

Piero Scaruffi per la metafora: “La mia auto beve molta benzina.“; e per la metonimia: “ Ho

8 Estratto da http://www.scaruffi.com/lastampa/lang2.html, 19 gennaio 2009

Definizione e percorso della metafora 7

bevuto un bicchiere.“.9 Alla fine, la metafora ricorda moltissimo all’ antonomasia che ricorre

all’ uso di un nome proprio invece di un nome comune e al contrario, per esempio Don Juan

usato nel significato di grande amante. Non è escluso che un’ espressione metaforica può

includere in sé qualsiasi di queste figure.

Ogni parola ha un suo significato prevalente o denotativo, ma a parte esso possiede anche i

significati connotativi che vengono a galla (per usare una metafora!) quando la parola si usa in

un settore a cui non appartiene. Ecco perché è importante interpretare le metafore. Ce ne sono

anche quelle ingeniose dove è molto difficile penetrare nella loro struttura, trapassare la rete

di incomprensibilità e scoprire i legami, cioè l’ analogia tra il punto di partenza e il punto di

riferimento.

2.2 Percorso della metafora

La metafora è nata all’ interno della retorica, l’ arte dell’ esprimersi in modo orale e scritto

con una efficacia persuasiva, ed è rimasta l’ argomento delle discussioni fino ad oggi, senza

aver perso attualità. In sostanza, come dice Hannah Arendt, ’tutti i termini filosofici sono

metafore, analogie, per così dire congelate, il cui significato autentico si dischiude quando la

parola sia riportata al contesto d’ origine, certo presente in modo vivido e intenso alla mente

del primo filosofo che la impiegò’10, il che troverà una spiegazione migliore in continuo.

Le prime riflessioni sulla metafora si devono ai filosofi che diedero il primo impulso di

elaborare questo tema. Delle teorie classiche sulla metafora bisogna individuare soprattutto la

prima, quella di Aristotele, la quale ne diede la prima definizione ed mosse tutte le pollemiche

seguenti. Aristotele descrive il mutamento metaforico come una forma di esprimersi nel modo

figurato dando ad un’entità il nome di un’altra, cioè il nome che non le appartiene. Fu lui il

primo a rilevare la sua dimensione conoscitiva. Purtroppo, quell’osservazione restò

rintracciabile in lui senza echi fino al sedicesimo secolo quando il filosofo Giambattista Vico

offerse un altro parere. La sua teoria fu davvero innovativa e radicale in quanto la definì lo

strumento di quella logica creativa che, per descrivere i concetti astratti, ricorre a

somiglianze.11 In altri termini, Aristotele considerava la metafora uno strumento linguistico

9 Idem 10 Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Metafora, 19 gennaio 2009 11 Estratto da http://www.tesionline.com/intl/preview.jsp?idt=21642, 11 febbraio 2009

Definizione e percorso della metafora 8

conoscitivo, usato maggiormente dai poeti, che serve a creare una similitudine abbreviata. Il

suo ruolo principale, secondo lui, era di creare una comparazione. La predominazione

dell’aspetto poetico della metafora si radicò nella coscienza della gente di quei tempi

continuando a esistere come un argomento prevalente negli anni dopo. Nel Medioevo la

metafora aveva una conotazione simile. Degradata e ridotta a solo un aspetto del suo uso fu

considerata un puro ornamento stilistico. Nel dicassettesimo secolo però il filosofo napoletano

Giambattista Vico, già menzionato, diede alla metafora l’importanza che essa merita

definendola una facoltà mentale che permette all’ individuo di costruirsi immagini del mondo

in base ai sentimenti ed agli affetti. Per il filosofo la metafora rappresentava un momento

creativo della comunicazione o come la chiamava lui ‘una picciola favoletta’.12 Negli anni

cinquanta, anzi, si cominciò a pensare che la metafora andasse oltre a essere solo un

fenomeno unitario o linguistico, visto che era presente in diversi ambienti culturali. Seguendo

il filo di quella logica si arriva alla opinione che le metafore si riferiscono alle sensazioni

fisiche, cioè che qualsiasi sensazione fisica (come il gusto, per esempio) e le azioni umane

concrete possono collegarsi ad un concetto astratto analogamente. Le radici di questa teoria si

trovano negli studi dello psicologo Salomon Asch, attuale negli anni cinquanta. Lui prova che

caldo e freddo sono basati sulle stesse modalità sensoriali in lingue diverse, anche se si

riferisce a loro in modo diverso. Per esempio, in ebraico caldo si riferisce ad ira, in cinese ad

entusiasmo e in tailandese ad eccitazione sessuale.13 Purtroppo, negli anni settanta, la

metafora prese di nuovo un ruolo meno significante a causa della grammatica generativa di

Chomsky. Secondo le sue analisi la metafora è una categoria ‘semi-grammaticale’, nel senso

che rappresenta un fenomeno deviante che viola le regole semantiche.14 Uno dei suoi

contemporanei, Gylbert Ryle, disse che la metafora era un errore di categoria: sostituzione di

una parte ad un tutto o del tutto ad una parte o più comunemente di una cosa ad un altra (si

ricordi della metonimia!). 15[Mi permetto di fare una nota in riferimento a queste due opinioni

molto vicine. Le conclusioni di Chomsky e Ryle trattano la metafora come un difetto o una

mancanza della lingua soltanto perché fa strappi alla regola (per usare una metafora!), anche

se in questo modo allarga le possibilità di espressione. Neanche le regole sono perfette e

possono coprire tutti i casi della lingua, siccome la lingua è una categoria in sviluppo

continuo.] Vicino a questo sentimento è anche lo scrittore italiano contemporaneo Umberto

Eco che sostiene che la metafora non dice mai la verità e che viola le massime della qualità,

12 Estratto da http://www.tesionline.com/intl/preview.jsp?idt=21642, 11 febbraio 2009 13 Idem 14 Idem 15 Idem

Definizione e percorso della metafora 9

della quantità, della maniera e della relazione.16 Non sono poche le teorie che descrivono la

metafora in questa luce negli anni settanta. Per di più, a questo punto di vista aderisce la

opinione di York Wilks, scientifico britannico, che la metafora sia una devianza semantica,

tuttavia in forma attenuata perché secondo lui le metafore sono sgrammaticate, però lo sono

consapevolmente.17 Qualche anno dopo fu elaborata una delle teorie più interessanti della

metafora. Il filosofo Max Black fu a presentarla nel suo saggio Metaphora. Il suo modello

interazionista parla del topic e del vehicle e una specie di interazione tra loro. Bisogna

conoscere gli elementi della sua teoria per comprenderla meglio. Secondo questo approccio

‘la metafora non esprime una similarità, ma la crea’, come nella frase: “Franco è un leone”,

dove Franco e’ il topic e leone il vehicle.18 Entro i limiti di questa teoria la metafora è il

mezzo per vedere un oggetto in una luce diversa. In questo esempio Franco si arrichisce di più

di un significato. Lui assume un insieme delle qualità che descrivono un leone come

rappresentante della sua specie. Si è già detto che il numero di metafore è infinito, sicché in

questo caso Black poteva usare un altro animale, anzi qualsiasi altra nozione e creare una

similarità. Comunque, con questa osservazione tocchiamo il tema dell’ uso della metafora. La

scelta degli elementi per creare una metafora non è mai casuale, vuol dire che non si può

sostituire una metafora con un’altra o semplicemente descrivere un rapporto in modo letterale

(il che spesso non è possibile) senza perdere molto della carica espressiva. Alla fine, vale a

dire qualche parola sul famoso studio di George Lakoff e Mark Johnson, “Metaphor We Live

By”. Viviamo a metafore19 srebbe la traduzione che descrive nel miglior modo la loro idea

principale: non è la metafora che ha una natura concettuale, ma la mente o meglio dire il

pensiero che ha una natura metaforica. Questa opinione della metafora dominava gli anni

ottanta. Per loro, la metafora è un evento cognitivo prima che linguistico che dimostra anche

una delle metafore analizzate dai due studiosi: “Conoscere è vedere”.20 Quindi, per

interpretare una metafora bisogna stabilire un rapporto convenzionale tra due termini da cui

conosciamo direttamente le caratteristiche di uno e applicare questa conoscenza (sperienza)

alla comprensione dell’altro.

Questa mia versione della breve storia della metafora serve a dimostrare come la metafora

stava contrastata, però anche favorita. Dico mia, perchè questa scelta delle teorie e opinioni

16 Estratto da http://www.comunitaitaliana.com.br/mosaico/mosaico9/eco.htm, 2 maggio 2009 17 Estratto da http://www.scaruffi.com/lastampa/lang2.html, 19 gennaio 2009 18 V. http://it.wikipedia.org/wiki/Metafora, 19 gennaio 2009 19 V. Piccioni S., Convenzionalità e creatività della metafora in caso di “NOME de NOME“ in Federico García Lorca, Bologna, 2008, p. 5 20 Estratto da http://sociologia.tesionline.it/sociologia/articolo.jsp?id=3056, 11 febbraio 2009

Definizione e percorso della metafora 10

non è completa e non entra profondamente nella storia, ma salta da un’ epoca sull’ altra

contribuendo all’ adozione del fatto che la metafora si è trasformata. Mi sono fermata ad un

certo punto con la presentazione perché le teorie sulla metafora sono numerosissime e la

maggior parte di quelle più nuove si fondano sulle posizioni qui presentate con certe

sfumature, approfondimenti e modifiche. A differenza della concezione della metafora nelle

prime tappe del suo sviluppo, oggi si parla prima di tutto del suo aspetto conoscitivo e del suo

uso multimediale e polivalente.

Natura plurivalente della metafora 11

3 Natura plurivalente della metafora

Ogni specie di espressione artistica si serve delle metafore e può essere considerata una

grande metafora: favola, fiaba, parabola, racconto, esempio,… Tutto quello che ci circonda

insieme al nostro mondo intimo, la nostra istruzione e l’ ambiente culturale in cui viviamo

crea un retroterra che usiamo a cavarne fuori gli elementi conosciuti per esprimere le nostre

idee, impressioni, sentimenti. Si potrebbe dire che la comunicazione, che adopera non solo i

mezzi linguistici, ma anche quelli visivi e udibili, cioè mezzi artistici e matematici, è una

grande metafora della vita.

3.1 Struttura e comprensione della metafora

Un’ espressione metaforica possiede più livelli di lettura. Il primo è sempre quello denotativo

o letterale. Il secondo è quello del significato trasportato. Conseguentemente, il processo

mentale con cui si crea una metafora si può ridurre al livello letterale, semantico o

pragmatico. Nonostante ciò è difficile stare al passo con lo sviluppo della metafora o meglio

dire con l’aumento delle teorie sulla metafora. Oggi si utilizza sempre più l’approccio

cognitivo della grammatica generativa per le analisi della metafora piuttosto che l’ approccio

scientifico naturale.21 Conformemente a questo approccio sono apparse varie classificazioni

della metafora che si fondano prima di tutto sull’ esperienza.

1) Sei fatta bene così; non smettere mai di volare con il pensiero e sognare ad occhi

aperti!22

2) Questa mattina mi sembra di toccare il cielo con un dito!

3) Sono felice come una pasqua!23

4) Erano come il sole e la luna, ma si sono capiti perfettamente. E insieme hanno voltato

pagina.24

21 V. Evola V., La metafora come carrefour cognitivo del pensiero e del linguaggio, Palermo, 2008, pp. 55-80 22 Frase presa da una conversazione privata 23 Estratto da http://www.literary.it/autori/dati/sartor_antonella/le_metafore_della_vita_quotidian.html, 18 marzo 2009 24 Estratto dalla rivista Gioia, Milano, anno LXX, p. 94

Natura plurivalente della metafora 12

Volare con il pensiero è un’azione impensabile se presa alla lettera. Invece di questa

espressione metaforica si potrebbero usare i verbi fantasticare o immaginare che hanno un

significato simile. Tuttavia è difficile sostituire questa metafora con un’altra o spiegarla

perifrasticamente perché riguarda la sfera dell’astratto. Questo modo di dire non è comune

nella vita quotidiana, quindi il significato si capisce. Dall’ aspetto della sua struttura

semantica questa metafora è difficile da capire ad un bambino o a qualcuno che non è pratico

nella lingua italiana (uno straniero con la povera conoscenza d’ italiano per esempio). Per di

più, l’enunciato possiede anche una sfumatura poetica. (E’ importante sottolineare che a volte

l’ uso della metafora è indispensabile per spiegare certi concetti astratti. Sempre si ricorre alle

metafore spiegando ai bambini i concetti come il morte, l’amore, il sesso...) Con la metafora

‘sognare ad occhi aperti’si completa il pensiero. Però in questo caso, dovuto all’ambiguità

della lingua, l’espressione può essere capita anche sul primo livello di lettura

(teoreticamente!). Gli occhi si possono aprire nel sonno, capito come un processo fisiologico,

nella fase REM, e si può anche parlare inconsciamente in questo stato. Questo sarebbe uno

stato catatonico. Comunque, grazie alle conoscenze della lingua e al contesto non ci sono dei

dubbi.

‘Toccare il cielo con un dito’ è un’altra azione impossibile. Significa il sopravvenire di un

successo o di un piacere inaspettato. Comunque, questa è una metafora convenzionale o

convenzionalizzata, quindi vicina ai parlanti nativi (per non parlare adesso dei riscontri

culturali con altre lingue) e al loro ragionamento. Invece, l’espressione ‘essere felice come

una pasqua” è un po’ più difficile da tradurre perché coinvolge un aspetto culturale e

religioso. Ai non cristiani bisogna prima di tutto dare una spiegazione dell’importanza della

Pasqua come festività religiosa per il mondo cristiano in genere. La Pasqua è il giorno della

rinascita cioè della risurrezione di Cristo e rappresenta un giorno di grande gioia,

specialmente perché viene dopo tre giorni di lutto per la Sua morte. Inoltre, la Pasqua si

potrebbe collegare con la primavera e l’annuncio di bel tempo. Quindi, pasqua scritta con la

minuscula perde il suo significato letterale della festività religiosa e diventa il segno

metaforico o anche un simbolo di gioia e felicità. E’ interessante come in questo caso succede

il mutamento metaforico, però la parola che assume un nuovo significato risultato

dall’analogia rimane la stessa. Per chiarire i dubbi, bisogna fare un passo indietro e richiamare

la similitudine, un’altra figura stilistica. In questo caso sarebbe impossibile esprimere questo

rapporto metaforico senza usare l’elemento copulativo: come. E’ vero che la metafora è una

identificazione piuttosto che una comparazione, però qui abbiamo dei riscontri tra le due

Natura plurivalente della metafora 13

figure. Sintatticamente questa è una similitudine, però semanticamente è tanto una metafora

quanto una similitudine, perché l’elemento con cui si compara il sentimento del parlante si è

spogliato del suo significato elementare (però ha trattenuto la simbologia) della festività

religiosa, il che si conferma con il fatto che è scritto con la minuscola. Per esempio, quando si

dice che uno è un leone, il leone rimane leone, un animale selvatico con tutte le sue

caratteristiche.

Il Sole e la Luna sono due corpi celesti che si alternano a causa del cambio del giorno e della

notte. Il trasferimento metaforico in questa frase si riferisce al rapporto tra il Sole e la Luna e

non ad ognuno individualmente e perciò anche qui abbiamo la copula.25 In conclusione,

rappresentano una relazione di contrarietà. Quindi, nell esempio quattro, i due, nonostante le

loro differenze, hanno trovato una lingua comune (per usare una metafora!). ‘E insieme hanno

voltato pagina’ vuol dire che sono entrati in una nuova tappa della loro vita.

Quanto alla struttura sintattica della metafora non esiste una regola che stabilisce come deve

essere costruita una metafora. Si è visto anche come i confini tra la metafora e altre figure

stilistiche non sono per niente rigide e le figure si interlacciano spesso. In realtà, per scoprire

una metafora, uno deve possedere non solo le conoscenze teoretiche ma anche la sensibilità di

notare le sfumature e di concludere e ragionare in base alle regole imparate precedentemente.

Certo, le regole servono solo come un punto di partenza, però mai come una limitazione. L’

approccio cognitivo, comunque, delinea le categorie secondo cui una metafora può essere

classificata o che semplicemente servono come un orientamento: convenzionalità,

funzionalità (dimensioni, qualità, rapporti e altri tipi di informazione), complessità strutturale

del concetto che si vuole trasmettere (per esempio: la luna di miele), natura e generalità (in

confronto con specificità).

Essendo principalmente una categoria semantica, la metafora non si può inserire in una

formula sintattica nel senso che la metafora può essere una sola parola, una frase o un intero

testo. Il rapporto metaforico si può indicare esplicitamente, ma anche implicitamente tramite

il contesto o intertesto. Come si è già detto, le metafore si devono interpretare per essere

capite. Per l’interpretazione si sottintende un processo mentale, perché altrimenti si tratta di

una traduzione e ogni taduzione di una metafora è imperfetta.

25 Attenzione alla funzione dell’avverbio! Lei ERA il Sole e lui ERA la Luna o viceversa.

Natura plurivalente della metafora 14

La comprensione di una metafora può essere semplificata dall’uso continuo e dallo sfondo

culturale ed istruzione. A volte però questi fattori non hanno un ruolo importante. La

comprensione di una metafora non si fonda a volte su somiglianze obiettive, letterali o

preesistenti, ma piuttosto sulle motivazioni ed esperienze cognitive, fisiologiche, biologiche,

culturali e così via.26

I bambini, con il loro linguaggio ristretto, usano la metafora. I bambini non sono in grado di

capire le formulazioni astratte, neanche di esprimerle. Le metafore usate per avvicinare ai

bambini quello fuori del loro dominio di comprensione sarebbero molto cosstruttive e utili.

Una bambina di tre anni stava guardando la fotografia di sua zia morta:

- E’ ancora viva?

- No, non vive più.

- E’ morta nella foto.

Eva (sei anni) ascolta la storia e commenta ridendo:

- Piccola scema, si muore nella bara, non nella foto.27

Il processo mentale con cui il bambino crea una metafora è uguale a quello di un uomo. Una

metafora più complicata la può creare chi ha approfondito: competenze strutturali

linguistiche, sistemi di conoscenza concettuale enciclopedica e contestuale, come pure più

ampie conoscenze pragmatiche. La complessità si riferisce più alla semantica che alla sintassi.

Nonostante ciò, tutti adoperano le metafore a vari livelli sia intenzionalmente che

inconsciamente.

3.2 Uso della metafora

Il linguaggio comune sembra resistente ad astratto. Inoltre, la rete sociale impone un lessico

corrispondente all’insieme dei fattori che caratterizzano la crescita culturale e nazionale

dell’individuo. E’ impossibile dare una sola risposta a tantissime domande che riguardano

l’uso della metafora: Quando? Dove? Perché? Con chi usiamo le metafore? Ovviamente

sempre, dappertutto, perché è più facile e perché loro creano e liberano una tensione nella

mente dell’interpretante. Le usiamo con tutti.

26 V. Evola V., La metafora come carrefour cognitivo del pensiero e del linguaggio, Palermo, 2008, pp. 55-80 27 Estratto da Fonagy.I e Bollini P., Le lettere vive, Edizioni Dedalo, 1965, esempio 99, p. 179

Natura plurivalente della metafora 15

La metafora può variare da cultura a cultura, da nazione a nazione, da ascoltatore ad

ascoltatore. Quindi, la scelta delle parole che uno usa (se si tratta di una metafora innovativa)

non è casuale in quanto dipende proprio da lui se il destinatario capirà o no. Colui che crea

una metafora nuova manda l’ impulso all’ interlocutore che attiva i processi mentali e le sue

conoscenze e in tale modo penetra nella simbologia del messaggio. L’ interlocutore è il

decodificatore. Capita spesso che i famosi personaggi dei cartoncini animati o anche dei film,

libri, poi cantatori, attori ecc. servono come ispirazione per creare metafore. Quindi, ogni

popolo, ogni società ha i suoi idoli o modelli, la sua cultura, la sua storia e il suo terreno

familiare. Questo fatto si deve avere presente quando si tratta della comunicazione metaforica.

IL linguaggio settoriale, tecnico, professionale non omette la metafora perché essa ‘compie in

una parola o una frase ciò che potrebbe altrimenti essere espresso solo in molte parole’.28

Oramai la metafora si comporta come un’entità viva, un gran progetto della coscienza

collettiva del mondo ed è sempre più difficile rintracciarla e seguirla. Nel mondo di oggi,

quando si vive sempre più veloce, si annuncia una pervasività delle immagini invece delle

parole; poi si nota un grande allontanamento delle strategie tradizionali: mancanza delle basi e

ragioni. La conclusione è che bisogna essere pratici perché la metafora è proceduta tanto che a

volte pesa starci al passo.

Ogni gruppo definito secondo i criteri sociali, etnici, intelettuali può creare un linguaggio

pieno di metafore basate proprio sulle caratteristiche dell’ambiente in cui vive o agisce.

Questa “regola” si potrebbe applicare anche al nucleo familiare. Là dove c’è un legame

costruito grazie agli interessi comuni, alla vita insieme e ai fattori che uniscono, c’è sempre un

modo speciale della comunicazione intima o anche chiusa per gli altri. Questa comunicazione

non è solo la questione della lingua perché include gli elementi ambientali, psicologici come

le esperienze e conoscienze comuni. Proprio per questo motivo non bisogna esprimere tutto o

perlomeno non alla lettera, perché certe cose sono già conosciute, quindi sottintese o taciute.

Grazie a questo fenomeno la comunicazione diventa più facile e più veloce, e d’altra parte per

quelli oltre le confini del “legame” più complicata e incomprensiva. Insomma, se si usano

degli oggetti con uno specifico valore di un determinato spazio non aperto al mondo e là

dentro si formano i pensieri in modo metaforico, solo uno che conosce le regole che

governano le persone e le qualità del loro cantoncino privato può capire nel modo giusto.

28 Sommer, Elyse; Weiss, Dörrie, Metafore Dizionario, prima edizione, "Metafora", International Thomson Publishing Company, 1995, pp. 7-10

Natura plurivalente della metafora 16

- METTERE IN PALIO

- BATTERE UNA CANAPATA29

- FARE UNA PALIANA 30

Queste sono le espressioni della metafora creata da concezioni tipiche di uno specifico

ambiente e perlopiù di uno specifico fenomeno. Si tratta di una festa senese che è ormai un

culto con una sua cultura e tradizione. Si è lasciata dietro il proprio segno non solo nella

lingua, ma anche nel modo di vestire, ragionare e comportarsi. Ecco come a volte la metafora

può essere incomprensiva e strana a quelli che non hanno mai sentito parlare di questo rito.

Palio è un gioco simbolico rituale in cui 12 cavalli, ognuno rappresentando una contrada della

città corrono lottando per vincere il primo posto che simbolicamente rappresenta il potere e la

superiorità. Questo gioco è nato nel Medioevo, ma ricorda i tempi più lontani, quelli pagani.

Per ogni contrada c’è da ricostruire e da ipotizzare un percorso e un processo individuale

diverso dagli altri. Tutto succede in Piazza del Campo, la piazza più importante della città

dove si svolge la maggior parte delle vite dei senesi e dove si può vedere e inspirare tutto il

suo passato. Insomma, questa festa significa per i senesi molto più di un gioco come la

metafora significa per gli uomini molto più di un ornamento stilistico. Adesso, avendo

spiegato lo sfondo, posso occuparmi dell’analisi. Mettere in palio in altre parole vuol dire

mettere in gioco o dare mossa a qualcosa (è molto difficile non usare una metafora per

spiegarlo). Battere una canapata è già chiaro perché c’è il contesto: quando uno dei cavalli

pronti per partire precipita. La parte:”…ma ha battuto una canapata.” la possiamo sostituire

con: “...gli è andata male.”. E, alla fine, fare una paliana intende una competizione fatta all’

estremo. Dico all’estremo perché durante il Palio, che intende molto più di un giorno e

include tutte le preparative e le impressioni rimaste dopo, quello che vale è far perdere

all’avversario. Qui si mette in rilievo la rivalità e lo spirito combattivo. 31

Insomma, l’uso della metafora non è un ambito strettamente delimitato con delle regole e

definizioni. Il suo uso rappresenta un po’ la questione della competenza linguistica

individuale e ugualmente dell’intelligenza, il che non significa che l’intelligenza è il fattore

eliminatorio. Quindi, il suo uso è inevitabile e naturale, però dipende dalle particolarità

dell’individuo quanto successo la metafora avrà e quanto complessa e innovativa sarà.

29 Givanni ci ha provato con Maria, ma ha battuto una canapata 30 Esempi dalla lezione condotta da prof. Maurizio Guasparri, Università per stranieri, Siena, agosto 2008 31 Idem

Natura plurivalente della metafora 17

3.2.1 Attributi terapeutici della metafora

L’uso della metafora nella psicoanalisi e nella neuropsicologia non è per niente trascurabile.

Di solito il suo uso in questa area si prende per scontato visto che non si parla tanto della sua

funzione terapeutica. In ogni caso, la maggior parte delle terapie moderne si appoggiano sulle

osservazioni di Sigmund Freud sullo sviluppo personale e dinamismo mentale. Vale a dire

anche che Jung trattava i suoi pazienti con favole, miti e leggende.

L’ emisfero destro sarebbe il centro dei processi metaforici, ma ugualmente il luogo

dell’apparizione dei disturbi psicosomatici. Inoltre, in questa parte è localizzata la percezione

spaziale e il fattore creativo della riflessione, mentre l’ emisfero sinistro è direttamente

responsabile per la capacità di esprimersi con le parole. Conseguentemente, i pazienti durante

le loro sedute dagli psicologi o psichiatri si servono delle metafore spaziali allo scopo di

descrivere le loro situazioni problematiche. Per giunta, l’essere umano non ragiona per unità

isolate ma per insiemi o forme, sicché non sorprende che i pazienti creano metafore nelle

metafore, in altre parole metafore continuate.32

La natura della metafora è enigmatica che spesso si trasforma in concettualizzazione. A parte

le parole che creano una rete enigmatica ci sono degli input visivi e uditivi che influiscono la

vita interiore di un individuo. Lo scopo di una terapia per mezzo di metafore è di decodificare

i messaggi inviati di solito nei sogni o in stati più o meno incoscienti, cioè catatonici. In altre

parole bisogna sbloccare il meccanismo di difesa del paziente ed entrare nel suo mondo

intimo e in questo modo eliminare la causa del problema. Il paziente dovrebbe descrivere il

suo stato parlando metaforicamente mentre il terapeuta sta cercando di spronarlo ad analizzare

le metafore facendogli delle domande stimolative. E’ opportuno ottenere nella comunicazione

anche una certa drammaticità e mistero, per esempio lasciando parlare il paziente in modo

indiretto come se si trattasse di un suo amico o conosciuto e non proprio di lui. In sostanza ,

‘tutto quello che il terapeuta deve fare , è imparare a distinguere i segnali ideomotori dagli

indicatori comportamentali di ricerca inconscia, e cioè la perdita di tono dei muscoli delle

guance, la dilatazione della pupilla, i movimenti del bulbo oculare, un rallentamento del

battito delle palpebre e del riflesso di deglutizione, un accrescimento del pallore della pelle,

un rilasciamento muscolare e una generale assenza di movimento nei principali gruppi

32 V. http://www.unicatt.it/psicologia/labpsicognitiva/sito%20prova/neuropsicologia.html; perifrasi della psico-logia della forma, la teoria Gestalt (’10-’30) – K. Kaffka – W. Köhler – M. Wertheimer, 13 aprile 2009

Natura plurivalente della metafora 18

mucolari’33, oppure si può dire che il terapeuta solo indirizza l’ elaborazione e ascolta mentre

il vero ‘protagonista’ è il paziente. La metafora si collega alla vita del paziente con le

domande di questo tipo: “Che paralleli vede tra la Sua immagine metaforica e la situazione

originaria?” o “Come può essere applicato il modo in cui ha cambiato l’immagine alla Sua

situazione attuale?”34 Le figure archetipe e allo stesso tempo le metafore fondamentali

utilizzate dai terapeuti sono le coppie: il Sole e la Luna, l’ Uomo e l’ Ombra, il Vecchio

Saggio.35

L’ uso della metafora è essenziale in quanto consente di trasmettere pensieri e concetti

difficili da trasmettere in forma esplicita. Definita in termini di cambiamento di posizione,

come dice proprio il suo nome, essa rende possibile aiutare delle persone che non sono capaci

di affrontare la realtà chiamando le cose con suo vero nome.

3.2.2 Metafora sinestetica

“La sinestesia è un fenomeno sensoriale/percettivo, che indica una "contaminazione" dei

sensi nella percezione. Sinestesia indica situazioni in cui una stimolazione uditiva, olfattiva,

tattile o visiva è percepita come due eventi sensoriali distinti ma conviventi.”36

In realtà, la sinestesia è un termine molto usato in tutte le discipline artistiche. E’ quasi

inpensabile parlare di pittura o di cinematografia senza fare riferimenti a più di una modalità

sensoriale. Un quadro colpisce ovviamente di più la visione, però dovuto alla complessità del

sistema nervoso centrale umano sarebbe assurdo non menzionare il nesso con gli altri sensi.

E’ capitato a ognuno che un quadro o un panorama suscita i ricordi ad un partricolare evento

evocando gli odori o suoni familiari. I fili che mediano tra il mondo interno e il mondo

esterno sono fragili però presenti nella mente. Molti grandi artisti ai suoi tempi si occupavano

di più di una arte combinando pittura e musica per esempio, il che si incontra spesso anche

oggi. Questa intersecazione dei sensi era uno dei fenomeni accettati e studiati ancora dai

filosofi antichi. La scuola pittagorica obbligava i suoi seguaci a studiare musica e matematica

e svelare il segreto dei numeri. Loro credevano che esistesse una relazione mistica tra la

struttura dei numeri e i loro rapporti e la struttura della musica e del Cosmo. Gli echi di

33 Estratto da http://ipnosi.interfree.it/metafora.htm, 13 aprile 2009 34 Idem 35 Idem 36 Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Sinestesia_(psicologia), 13 aprile 2009

Natura plurivalente della metafora 19

questa teoria e di molte altre che trattano direttamente o indirettamente l’intersecazione dei

sensi si trovano anche oggi. Cos’altro sarebbe la numerologia o la “formula della luce” di

Spasoje Vlajić che spiega la relazione tra i nomi propri di persona, cioè le combinazioni delle

lettere che creano nomi e colori. Con la formula deduce il significato ed è in grado di

descrivere il carattere della persona il cui nome ha usato. Certo che prende in considerzione la

combinazione del nome e cognome.37 Qui si distinguono le tracce della credenza medievale

che NOMEN EST OMEN. Mi ricordo che nella scuola elementare l’insegnante di musica ci

dava il compito di disegnare le forme in colori che ci venivano in mente ascoltando musica.

Sembra inspiegabile, però è ben conosciuto che le persone che hanno perso un senso sono in

grado di sviluppare un altro senso o gli altri sensi più che si considera normale dalle altre

persone. La conclusione è che i sensi collaborano. Alla sensazione di un cibo influiscono vari

fattori: l’odore, il colore... e non solo il gusto. In ogni caso,‘l’ insieme è più della somma delle

sue parti’.38 Così, nella lingua troviamo delle combinazioni come alta pressione, odore

pungente, dolce vita, dolorosa visione e così via. Tuttavia, quando si tratta dei sentimenti, i

colori sono sempre il mezzo preferenziale da usare per parlarne. Così è nella mente della

gente che il rosso significa la rabbia, la passione o qualcosa di male (che va oltre ai limiti

dell’italiano).39 Sono bene conosciute le varie rappresentazioni del diavolo che è quasi sempre

rappresentato in colore rosso, anche nei cartoncini. Il bianco si collega di solito a castità,

sicchè il vestito di nozze dovrebbe essere secondo la tradizione di colore bianco. Il nero è il

colore della depressione o del lutto (in alcuni paesi invece il colore di lutto è il bianco). Direi

che le metafore con i colori e le metafore spaziali sono più frequenti quando si tratta dei

sentimenti. Per esempio - Sono un po’ giù - trova l’ equivalente in inglese - I’ m down - o in

serbo un po’ modificato - Palo mi je raspolozenje - Quindi, in gioco sono le relazioni spaziali

che si riferiscono a su e giù e le varianti che ne derivano. Comunque, la espressione inglese -

I’m blue - sebra un po’ illogica perché il blu di solito si considera un colore che significa

serenità (si trovano spesso delle teorie cinesi nelle riviste secondo cui la camera da letto

dovrebbe essere dipinta di azzuro chiaro). D’ altra parte la gelosia sembra il sinonimo di

verde, anche se dicono che calmi e sia buono per la concentrazione. Ripeto che le metafore

variano da nazione a nazione e da cultura a cultura, però ci sono anche dei casi che

coincidono. Finalmente, le metafore colpiscono di solito più di un senso, soprattutto quelle

37 http:// www.zlatnipresek.co.yu/SpasojeVlajic/MagijaKaoZastarelaTehnologija.htm, 15 aaprile 2009 38 Postulato appartenente alla psicologia della forma, la teoria Gestalt (’10-’30) – K. Kaffka – W. Köhler – M. Wertheimer 39 V. anche pagina 8

Natura plurivalente della metafora 20

che troviamo nelle publicità o nei film, perchè in questo modo sono più convincenti ed

esspressive.

Musica è

la danza regolare

di tutti i tuoi respiri su di me

la festa dei tuoi occhi

appena mi sorridi

tu e il suono delle labbra tue

tu sempre di più quell’ armonia raggiunta in due

ti ascolterò perché

sei musica per me, per me

Questo estratto di una canzone del famoso cantante italiano Eros Ramazzotti, è pieno di

metafore incrociate. La metafora qui viene usata in un modo sinestetico, combinando le

metafore spaziali con quelle corporali. Si potrebbe dire che tutto l’insieme di parole e i suoni

che producono crea un’immagine metaforica e sarebbe molto difficile individuarne le parti e

analizzarle separatamente. Una metafora proviene dall’altra creando in questo modo una

catena o una rete metaforica che riesce a trasmettere il significato solo tenendo unite le sue

parti. La metafora principale intorno a cui sono collocate tutte le altre, da cui sgorgano e a cui

tornano è: “Sei musica per me…” Poi c’è una gerarchia secondo cui sono messe in ordine

tutte le altre sottoposte a questa. La musica che appartiene all’udito si mette in confronto con

la danza che è un’azione motoria relativa alla visione. Poi dice: “...la festa dei tuoi occhi...”

che sempre richiama il movimento del corpo. In combinazione con gli occhi con uno sviluppo

metonimico si realizza un’immagine un po’ fantastica. Di seguito si menziona il suono delle

labbra, però l’autore si riferisce piuttosto all’immagine delle labbra che alla loro funzione. In

totale, l’intera immagine attiva e stimola un gruppo dei sensi animando odori, suoni e

immagini. Qui non è tutto detto. Qualcosa si aggiunge e immagina grazie al primo impulso

dato attraverso l’immagine. La sinestesia impiega i metodi come deduzione (concludere

andando dal generale al particolare), induzione (concludere andando dal particolare al

generale) e abduzione o intuizione che parla per se stessa.40 Qui il ruolo importante investe la

capacità di uno di decodificare la metafora e di stabilire le relazioni che non sono ovvie, ma si

trovano nel secondo o nel terzo piano di lettura. E’ la capacità di collegare le nozioni e i

40 Cattaneo M. T., Pubblicità enigmatica, 2009

Natura plurivalente della metafora 21

concetti un po’ lontani nello spazio e nel tempo e di capire il meccanismo tramite cui loro si

trasferiscono da una sfera ad un’altra.

3.2.3 Metafora nel linguaggio dei giovani

Il linguaggio metaforico aggisce proprio nel mondo dei giovani creando tra loro un legame di

complicità. Usando metafore all’interno di un gruppo si instaura un’atmosfera intima di

“reciproca fiducia”. I giovani si sentono proprietari di una verità appartenente solo a loro.

Usando i nomi degli oggetti che li circondano in una luce totalmente diversa e con significato

straordinario, riescono a distaccarsi dal resto della società e sentirsi superiori. Per un giovane,

usare un certo linguaggio e sentirsi parte del gruppo vuol dire essere riconosciuto come

individuo. D’altra parte, dal punto di vista linguistico, questo significa passaggio dal

linguaggio infantile ad una competenza linguistica adulta. Alla fine, dal punto di vista

psicologico, l’usanza di metafore contribuisce alla costruzione dell’identità. Anche l’ambiente

nel senso fisico e geografico può essere decisivo per questo fenomeno.

Le metafore usate dagli adolescenti sono maggiormente inspirate dall’ambiente in cui loro si

muovono e formate dalla cultura di cui fanno parte ( le cosiddette metafore morte). Queste

riflettono prima di tutto: valori, stereotipi, scopi che i giovani adottano crescendo. Prima si

adottano le espressioni fatte e i modi di dire delle generazioni precedenti mostrando in questa

maniera rispetto nei loro confronti, però mostrando anche l’aspirazione e disposizione di esere

il membro del gruppo. Poi ad una certa età il linguaggio comincia a modellarsi in base al

nuovo stile e gusto, visto che ogni generazione e tempo porta qualcosa di nuovo. Perciò il

linguaggio della gioventù di oggi sembra incomprensibile ai loro genitori, alle generazioni

precedenti e viceversa. Il linguaggio segue le attualità.

Fraseologia 22

4 Fraseologia

4.1 Classificazione delle unità fraseologiche

Il nome fraseologia proviene dalla parola greca phrásis41 che letteralmente significa

espressione. La frase invece ha vari significati, però è sempre relativa alla fraseologia e alla

capacità di esprimersi. Fraseologia nel senso più ampio denota la scienza delle unità

fraseologiche, il cui significato corrisponde a Phrasem in tedesco. Phrasem sarebbe la unità

elementare di cui si occupa fraseologia. Sfortunatamente, non ne esiste una definizione o

descrizione radicata e uniforme. Anzi, esistono diversi nomi che intendono unità fraseologica:

espressione fissa, frase fatta, espressione idiomatica, idiom, locuzione, modo di dire... Ognuna

di queste denominazioni indica un insieme di parole la cui struttura è fissa e le cui parti sono

insostituibili. Nel caso che un costituente viene omesso o scambiato, l’ unità fraseologica

perde completamente il suo senso. Quindi, l’unità fraseologica (il nome più generico) è la

materia di interessamento di fraseologia e va sempre costrutta intorno alla parola basica che

rappresenta allo stesso tempo il punto ideologico, cioè Focus. Nell’ espressione rimanere a

bocca asciutta il Focus è la bocca. Non è sempre facile determinare il Focus dell’espressione

soprattutto perchè i criteri secondo cui è (im)possibile categorizzare le unità fraseologiche

sono vaghi e incostanti. Tuttavia, ci sono degli orientamenti e indicazioni che semplificano lo

stabilimento e il riconoscimento delle unità fraseologiche. Esse sono coerenti e creano un

insieme individuale all’interno di una frase (questa volta nel senso di proposizione), il che

vuol dire che devono essere interpretate come un suo elemento. Per riassumere, dal punto di

vista lessicale e semantico, una delle caratteristiche più importanti e determinative relative

alla tematica è la fissità che si oppone alla libertà strutturale. Ancora più importante sarebbe

l’irregolarità semantica che si potrebbe ridurre a tre tesi che la spiegano meglio:

i. Tesi dell azzeramento semantico dei componenti: i costituenti non contribuiscono

individualmente al significato idiomatico. Presi separatamenti i costituenti, non c’è

nessun legame tra il loro significato e il significato che consegue dalla loro unità

semantica e strutturale.

41 V. Zingarelli N., Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, Bologna, 2003, p. 738

Fraseologia 23

ii. Tesi della monolessicalità: grammaticalmente espressioni idiomatiche si comportano

come frasi però semanticamente assomigliano a parole semplici – si oppongono ad

altre parole come un intero indipendente

iii. Tesi dell’arbitrarietà semantica: Non c’è nessun legame tra il significato letterale e il

significato figurato, cioè idiomatico42

Dunque, le unità fraseologiche sono insiemi di parole fissati strutturalmente le cui componenti

disposte in un unico modo creano un nesso semantico, logico o illogico, riconoscibile solo

nella congiuntura stabilita. Altrimenti si comportanto come elementi liberi della frase. Inoltre,

è importante rendere evidente che per questa formazione bisogna utilizzare almeno due parole

autosemantiche per la capacità e possibilità di adattarle al contesto. Adattare al contesto vuol

dire che Phrasem sempre compare nella frase come il suo elemento semplice e mai come un

insieme di parole che creano un altro testo (all’ interno del principale). Quindi, l’espressione

idiomatica dipende dal contesto e ha una forma fatta e invariabile a causa dell’ uso frequente.

D’ altra parte, la fraseologia comprende un insieme delle frasi proprie di un determinato

sistema linguistico o di una sua parte: f. italiana per esempio.43 Quanto al significato primario,

i vaghi criteri che classificano le unità fraseologiche sono soltanto formali. Certo che la classe

verbo più complemento è la più diffusa, però ogni unità della categoria condivide almeno un

tratto con un’ altra unità della stessa categoria. Così di solito un’unità appartiene a più classi.

Altri modelli sono per esempio: espressioni con verbo supporto, espressione in parte

figurata44 e così via.

Una un po’ più seria e complessa classificazione degli insiemi di parole uniti per l’uso

frequente o un altro criterio già menzionato comprende i seguenti gruppi: Lexical Bundles

(congiunture lessicali), Espressioni idiomatiche, Collocazioni, Colligazioni e prosodie

semantiche.45

In realtà, l’unica che parla delle espressioni idiomatiche e presenta un corpus fraseologico è

Simonetta Vietri. Gli altri studiosi non sono così strettamente delimitati sicché da loro si

possono trovare anche delle altre denominazioni. Non c’è da stupirsi visto che i confini sono

42 Le tesi tradizionali sulla semantica dei modi di dire di Federica Casadei 43V. Zingarelli N., Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, Bologna, 2003, p. 738 44 Baroni M., La fraseologia e come estrarla dai corpora, 2007/2008 45 Idem

Fraseologia 24

imprecisi. Comunque, ci sono dei tentativi di una organizzazione e classificazzione più

precisa e dettagliata. Bisogna prima di tutto possedere la competenza ‘fraseologica’ che indica

più della pura conoscenza delle regole combinatorie generali. A parte le generalità, occore

memorizzare le preferenze che regolano come coppie o gruppi di parole si combinano. Una

parte delle preferenze si mostrano come arbitrarie e vanno collocate nel lessico mentale.

Lexical Bundles sono sequenze di parole che sono inclini alla grammaticalizzazione, cioè

compaiono spesso in funzione di preposizioni o congiunzioni: allo scopo di; al passo con; si

riferisce a; si tratta di...

Idiomi sono metafore convenzionalizzate secondo questa classificazione, e possono consistere

sia di due parole sia di un intero enunciato: “Tanto va la gatta al lardo...”. Quindi, i detti e i

proverbi possono essere considerati idiomi.

Collocazione è un termine più generico di idioma. Tipicamente un verbo o un aggettivo (una

cornice fissa: VA o ANA)46 assume un significato diverso da quello al di fuori della

collocazione, cioè il suo significato dipende dalla base che è determinata dalla combinazione.

Infine, le collocazioni godono di una certa autonomia sintagmatica. Prestare

attenzione/obratiti paznju o avere senso/imati smisla sono collocazioni. A differenza degli

idiomi che sono metaforici nella loro interezza, nelle collocazioni figurate solo il collocato

viene interpretato metaforicamente. Rispettivamente, una collocazione si può trovare dentro

ad un idioma. Nelle collocazioni il nome determina il senso specifico di parola – produrre un

documento.

Colligazione rapprresenta ‘un magnetismo’ tra gruppi di parole che creano una costruzione

sintattica: formula non è agg. che o espressioni temporali come avv. temporale fa. In breve,

colligazione rappresenta una relazione tra forma e categoria grammaticale.

La regola cruziale per estrarre una espressione idiomatica dal testo (orale o scritto) è non

dimenticare l’ importanza del contesto e delle preferenze di cui certe sono arbitrarie o almeno

così si mostrano. Ogni parola si può combinare con un numero limitato di altre parole o

gruppi di parole - per esempio il nome decisione va perfettamente con il verbo fare. Tuttavia,

le regole non sono l’unico criterio valido. C’è la intuizione che nei casi ambigui ha un ruolo

46 V sta per verbo, N sta per nome E A sta per aggettivo

Fraseologia 25

decisivo. In ogni modo, la metafora ritorna costantemente sulla tavola (per usare una metafora!)

e proprio per questo motivo ho deciso di non restringermi tanto con delle regole e

classificazioni, ma concentrarmi sui casi che descrivono la metafora. Quindi, avrò riguardo

solo all’aspetto semantco e in seguito scriverò delle espressioni metaforiche che fanno parte di

tutte le categorie finora spiegate, che si chiamano ancora metafore morte secondo il criterio

dell’uso e originalità. Sono opposte a quelle innovative che rappresentano il risultato del

momento creativo, sono relative ad una situazione irripetibile e appartengono allo spazio

personale. Quelle di solito non si ripetono e sono allusione ad uno specifico momento,

persona o evento. Metafore morte invece sono un mezzo comunicativo universale a

disposizione a tutti con un valore e significato riconoscibile.

4.2 Espressioni metaforiche con le parti del corpo

“Il nostro corpo – spiegano gli organizzatori di Metafore – è la base su cui cominciamo a

costruire la nostra identità. Dalla percezione e dalla consapevolezza che abbiamo di esso

dipende gran parte del nostro equilibrio di persona in mezzo ad altre persone. Il corpo è

mappa delle sofferenze, è vittima delle illusioni pubblicitarie, è espressione artistica e di

ribellione sociale. Ma è anche progetto, cianografia di come dovremmo cominciare a pensare

il mondo: a misura d’ uomo, appunto.”47

Parlare del corpo e della sua metaforizzazione è un colloquio incompleto senza fare

riferimenti a linguistica cognitiva. La linguistica cognitiva è di carattere interdisciplinare e

comprende gli studi orientati verso la percezione e la capacità umana di immagazzinare le

informazioni in forma di immagini oppure pensare attraverso metafora o schema. Il suo

ultimo scopo è sapere come l’ uomo sperimenta il mondo. A partire dai primi giorni della sua

nascita fino all’ età matura, si imporre una conclusione incontestabile: i primi movimenti

imparati nella fase neonatale marcano il comportamento sociale nel futuro. L’ apprendimento

nella fase prematura dello sviluppo mentale e della coordinazione corporea è attivato prima di

tutto dalla voce umana. Nel contesto più generale il linguaggio coinvolge il corpo. Quindi, la

centralità del corpo nei processi conoscitivi e psico-affettivi è indubitabile: il corpo è la

copula tangibile dell’ uomo con il mondo esterno.

47 http://ricercathanatosinrete.splinder.com/tag/metafore+e+aforismi, 19 giugno 2009

Fraseologia 26

Il corpo è un oggetto semiotico le cui parti collaborano e coordinano i suoi movimenti

aiutando così la comunicazione metaforica e simbolica. Osservando il corpo come un mezzo

di comunicazione, nell’ambito di linguistica si sono distinte tre diversi orientamenti: lo studio

del vocabolario del corpo e dei nomi delle sue parti; lo studio delle estensioni metaforiche del

vocabolario del corpo e della partonomia anatomica; lo studio delle metafore che legano le

nozioni astratte al dominio corporeo e fisicopercettivo.48 Relativamente, il termine metafora

corporea è termine con una larga sfera di significati. In riguardo agli studi che si occupano del

dominio corporeo nel senso linguistico, metafore corporee non sono solo quelle dove si

denominano le parti del corpo esplicitamente. A questo gruppo appartengono anche le

metafore che trovano paralleli tra le funzioni del corpo e altre azioni umane e ugualmente tra i

processi fisiologici e processi mentali...(le soluzioni sono numerosissime). Comunque, questo

studio è concentrato solo su espressioni metaforiche dove le parti del corpo si menzionano

esplicitamente. Inoltre, ho cercato di focalizzare i punti comuni con la mia lingua madre

cercando equivalenti che mi hanno aiutato a distinguere preferenze italiane e serbe e metterle

in confronto.

Di seguito userò il nome espressione metaforica per gli esempi sotto presentati. Gli esempi

sono il risultato di uno studio esauriente e una raccolta dei modi di dire ed espressioni in cui la

metafora ha un gran ruolo. La raccolta consiste prima di tutto di espressioni che si trovano

frequentemente nella lingua parlata, però che sono coniugabili e conseguentemente favorizzati

a differenza dei proverbi o detti che dominano più la lingua scritta. Tutte le metafore sono

costruite in base alle parti del corpo e le loro funzioni e caratteristiche sia fisiche sia motorie.

Tanto si riferiscono al loro aspetto quanto al ruolo che investono, però forse le metafore più

interessanti sono quelle che non si basano su nessuna di queste fonti. Quelle che sembrano

assurde o senza senso sono più “ermeneutiche”. Il punto di partenza di questo studio è senza

dubbio la lingua italiana. Prima ho individuato gli esempi della metafora all’interno di

fraseologia in lingua italiana e solo dopo ho cercato di trovarne gli equivalenti. Ci sono dei

casi che esprimono un senso tramite diverse espressioni di cui ognuna trova corrispondenza in

serbo, però ci sono anche dei casi dove solo una delle due lingue abbonda delle varianti sullo

stesso tema, mentre l’altra offre solo una soluzione. In genere, direi che la comprensione del

corpo umano e delle sue caratteristiche nella mentalità italiana assomiglia abbastanza la

mentalità serba e le analogie che ne sono caratteristiche.

48 Casadei Federica, Metafore ed espressioni idiomatiche: Uno studio semantico sull’ italiano, Bulzone, Roma, 2007, pp. 235, 236

Fraseologia 27

In riguardo alla scelta delle parti del corpo, ho usato una mia logica secondo cui l’uomo si

appoggia nella percezione e sperimentazione del mondo prima di tutto sui suoi sensi. La

sensazione inizia con il ricevimento dell’impulso esterno tramite uno dei sensi: la vista,

l’odorato, l’udito, il gusto e il tatto. Ognuno usa come suo strumento una parte del corpo. Poi,

il cuore è il centro del corpo e l’organo che coordina tutto il corpo. Nonostante ciò, non si

devono perdere di vista gli arti tramite cui l’uomo è in grado di muoversi, di usare o toccare

tutto quello che gli è intorno e così realizzare e compiere i suoi processi fisiologici a altri

bisogni.

Nota: Alcuni degli esempi sotto enumerati non hanno equivalenti in serbo e sono marcati con

un asterisco. Gli equivalenti (evito dire traduzioni) si trovano subito sotto l’esempio e sono

sottolineati. Quelli che non corrispondono completamente, cioè esprimono lo stesso

significato, però attraverso un’immagine diversa (avvalendosi di un’altra parte del corpo o

descrivono un altro tipo di attività e simile), sono colorati di verde. Se gli esempi con lo stesso

significato si susseguono l’uno dopo l’altro e c’è solo un equivalente, è scritto solo una volta

sotto l’ultimo.

4.2.1 Testa

La testa è la parte superiore dell’uomo, rivestita di capelli, che contiene il cervello, diversi

organi del senso e il tratto iniziale dell’apparato respiratorio e digestivo. Inoltre, è la sede

della facoltà intelletuale.49

Credo che non ci sia un modo migliore che cominciare da capo! La testa o il capo (dal latino

caput, capǐtis; g.n.) è la parte dove è situato il cervello che coordina il resto del corpo. A parte

questo, la testa è il sinonimo del buon giudizio che nobilita il corpo.

A) Espressioni che si appoggiano sulle categorie psicologiche in riguardo alla personalità

Tratti del carattere, qualità personali – qui la testa è vista come sede di ragione

1) Avere la testa sulle spalle – essere riflessivo, cauto, realista*50

49 V. http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/T/testa.shtml, 12 agosto 2009 50 Nella lingua serba la traduzione letterale dell’espressione esiste esiste però con il significato – salvarsi la vita.

Fraseologia 28

2) Avere la testa sul collo – avere giudizio, essere assennato*

3) Avere la testa a posto – essere savio e equilibrato*

4) Mettere la testa a posto – rinsavire*

5) Mettere la testa a bottega – rinsavire*

6) Mettere la testa/il capo a partito – rinsavire, ravvedersi*

7) Essere una bella testa – dimostrare intelligenza

Biti mozak

Altre qualità personali e azioni umane positive

8) Tener testa a qcn – resistere/opporsi a qcs

Pokazati zube

9) Scommettere la testa – essere sicuri di aver ragione

Davati glavu

10) Andare/camminare a testa alta – essere orgoglioso della propria onestà

Ići/hodati uzdignute glave

Tratti del carattere, qualità personali – assenza del senno (senso negativo)

11) Avere la testa nei/sotto i piedi – essere poco assennato

Nemati mnogo u glavi

12) Dare di testa – ammatire

13) Senza testa/Non avere testa – agire irragionevole o senza pensare

K’o muva bez glave

14) Avere le pigne in testa – essere insensato e sciocco*

15) Andare/Uscire fuori di testa – impazzire

Biti van pameti

16) Essere testa matta – persona insensata*

17) Essere testa vuota – persona superficiale

Šuplja glava

18) Mettersi/ficcarsi in testa – convincersi e non acettare altre opinioni

Utuviti (sebi) u glavu

19) Lavare la testa all’ asino – fare cosa inutile, beneficare un grato*

Fraseologia 29

20) Avere il burro in testa – essere permalosi*

21) Levarsi/cavarsi/togliersi dalla testa – dimenticare qcs/rinunciare a un’ idea

Smetnuti s uma/izbiti (sebi) nešto iz glave

22) Essere una testa calda – essere impulsivo*

Altre qualità personali e azioni umane negative

Abbassare/chinare il capo/ la testa – sottomettersi, umiliarsi

Pognuti glavu

Nascondere la testa (sotto la sabbia)(come lo struzzo) – ignorare qcs sgradevole

Zabiti glavu u pesak

Stati di animo e stati di essere

23) Avere la testa fra le nuvole – fantasticare

Biti/živeti (glavom) u oblacima

24) Avere la testa per aria – fantasticare, essere distratto*

25) Avere grilli per la testa – avere grandi e fantasiose aspirazioni

Imati bubice u glavi

26) Grattarsi la testa/il capo – in segno di perplessita

Staviti prst na čelo

27) Non starci con la testa – essere assorto, distratto

Glava mu je na drugom mestu51

28) Essere via di testa – essere assorto, distratto*

29) Perdere la testa – non poter più controllare le proprie azioni

Izgubiti glavu

30) Non sapere dove sbattere la testa – non saper a chi rivolgersi per chiedere aiuto,

essere in grave difficoltà

Ne znati kuda sa glavom

31) Andersene con la coda tra le gambe – andar via sconfitti, umiliati, pentiti*

32) Uscire con la testa rotta/rompersi la testa – uscire perdenti, sconfitti o a mal

partito da un contrasto e simile

Izaći/ostati pognute glave

51 E’ impossibile presentare l’esempio in forma neutrale, cioè con l’infinito

Fraseologia 30

Espressioni con riferimento alla produzione di idee e ragionamento logico

33) Frullare/girare per la testa – si dice di idea

Motati se (nešto) po glavi52

34) Venire/arrivare a capo di qcs – uscire da una situazione difficile, trovare

soluzione*

35) Tagliare la testa al toro – risolvere una questione con decisione*

36) Passare per la testa – balenare (si dice di solito di un idea)

Proći (nešto) kroz glavu53

70)Entrare in testa – essere ricordato, essere capito

Ući (nešto) u glavu54

37) Fare di testa propria – decidere autonomamente*

38) Alzata di testa – decisione avventata*

39) Colpo di testa – decisione precipitosa, capriccio*

40) Avere un chiodo in testa – essere ossessionato con un pensiero

Ne izbijati (nešto) iz glave

B) Espressioni che denotano qualità negative, sentimenti forti e azioni che ne derivano

Superbia

41) Alzare la testa – insuperbirsi

Dići nos

42) Montarsi la testa – insuperbirsi

Dići nos, parati nosom oblake

Testartaggine

43) Essere una bella testa - essere testardi55

44) Avere testa dura – persona ostinata

52 Nel presente, attivo, prima persona, singolare:”Nešto mi se mota po glavi.” 53 Nel passato prossimo, attivo, prima persona, singolare: “Nešto mi je prošlo kroz glavu.“ 54 Funziona per lo stesso principio 55 V. anche esempio 56

Fraseologia 31

Imati glavu kao mazga

Stupidaggine

45) Avere testa di legno – persona stupida*

C) Emozioni e sensazioni

46) Sbattere la testa al muro – disperarsi

Udariti glavom o zid

47) Mettersi la testa nelle mani – come segno di disperazione

Uhvatiti se za glavu

48) Scuotere la testa – mostrare disapprovazione

Odmahivati glavom

49) Fasciarsi la testa prima che sia rotta – lamentarsi di un danno che non si è ancora

subito

78)Montare il sangue alla testa – essere preso dallo sdegno, dall’ ira

Udariti (nekome) krv u glavu56

D) Tipi di persona

50) Avere testa calda – persona impulsiva

(Biti) usijana glava

51) Essere testa d’ uovo – intellettuale, scienziato*

E) Espressioni in funzione di descrizione con un valore avverbiale

52) A testa – molto capace*

53) Alla testa – nella posizione principale

Biti glava (nečega), biti u pročelju

54) Dalla testa ai piedi – in tutto il corpo

Od glave do pete

55) Agire/fare con la testa nel sacco – alla cieca, sventatamente

56 Nel passato prossimo, attivo, terza persona, singolare: „Udarila mu je krv u glavu.“

Fraseologia 32

Nositi glavu u vreći

56) Non avere né capo né coda – non avere né inizio né fine*

F) Altre:

57) Dare alla testa – ubriacare, esaltare

Udarati (nešto) u glavu

58) Lavata di testa – severo rimprovero*

59) Fare girare la testa – turbare, confondere

Zavrteti pamet, glavu

60) Cadere/cascare una tegola alla testa (a qcn) – capitare inaspettatamente

61) Avere la testa come un pallone – essere intontito

Glava kao bundeva

62) Fare a qualcuno la testa come un pallone – stordire qcn di chiacchiere

Dagli esempi consegue che la testa possiede un paio di significati metaforici prevalenti.

Innanzitutto la testa si comprende come l’ inizio cioè la parte superiore, reggente, la base e

così via (si dice dalla testa ai piedi e non al contrario). Poi ci sono vari casi e modi in cui la

testa o meglio dire il capo sta per la parte o elemento più importante dell’ oggetto od

organizzazione di cui si sta parlando. Il capo è quello che guida, che ha il potere. Si dice in

serbo: “Ostala mu glava na ramenima”, il che vuol dire che si è salvato la vita. Ne consegue

che è caratteristico della mentalità serba identificare la testa con la vita, perché senza la testa

non si vive. A parte questo modo di ragionare, senza la testa, visto d’un altro punto di vista,

non si vive, però nel senso che non si pensa, non si procede ragionevolmente, con uno scopo

attraverso la vita.

4.2.2 Occhi

“L'occhio è un organo di senso che fa parte dell'apparato visivo. Esso invia un segnale al

nervo ottico e da questo al cervello.”57

57 Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Occhio, 12 agosto 2009

Fraseologia 33

La maggior parte delle persone considera gli occhi la parte più preziosa del corpo

(probabilmente perché è quella che si vede a differenza del cuore) e li collega con la vista

come il senso prevalente. Gli occhi vedono il mondo come è: consistito d’ immagini.

63) Occhio! – attenzione

A) Espressioni nelle quali si insiste sull’ apertura degli occhi e quindi su loro attività e

funzione primaria di vedere

Le capacità di vedere di solito si identifica con la capacità di ragionare e trarre

conclusioni da quello che si è visto/percepito/inteso. Quindi, le persone sensate

vedono e conseguentemente reagiscono e prendono decisioni. D’altra parte ognuno e

fatto nel modo suo e all’ interno della sua personalità, carattere e vita intima

sperimenta il mondo e lo definisce con i propri criteri che sono unici. Effettivamente,

guardando non si vedono le leggi, teorie e definizioni universali inventate da uomo. Si

vede il corso della natura. La confine tra essere realistici e irrealistici è sottile come la

confine tra il sognare e il vedere. Qualcuno vede le forze nascoste che governano il

mondo, qualcuno no.

64) Sognare ad occhi aperti – immergersi nelle fantasticherie

Sanjati otvorenih očiju

Espressioni nelle quali l’apertura degli occhi intende la capacità di essere realistici.

65) Aprire gli occhi – affrontare la realtà

Otvoriti oči

66) Aprire gli occhi a qualcuno – fare capire a qcn come stanno le cose

Otvoriti nekome oči

67) Essere nato con gli occhi aperti – rendersi conto delle cose*

Espressioni nelle quali lo stato fisiologico – dormire è opposto alla funzione primaria

dell’occhio di essere attivo/guardare nel senso di stare attenti

68) Dormire con un occhio solo – vigilare, stare attenti

Fraseologia 34

69) Dormire a occhi aperti – vigilare, stare attenti

Spavati otvorenih očiju

B) Espressioni nelle quali la chiusura degli occhi sta per la negazione oppure l’incapacità di

“vedere“

Espressioni nelle quali la chiusura degli occhi vuol dire essere ignoranti di qualcosa,

sia volontariamente sia involontariamente

70) Chiudere gli occhi – non volersi accorgere di qualcosa

Biti slep (kod očiju)58

71) Avere gli occhi foderati di prosciutto – non vedere l’ evidenza*

72) Mettersi un velo davanti agli occhi – rifiutarsi di accettare qcs*

73) Chiudere un occhio – essere permissivo

Progledati nekome kroz prste59

Espressioni nelle quali la chiuisura degli occhi implica la morte

74) Chiudere gli occhi – morire

Sklopiti oči

Espressioni nelle quali la chiusura degli occhi come stato di temporanea restrizione

viene considerata da un altro angolo, più o meno positivo. Usando l’espressione si dà

un tipo di contrasto tra uno stato statico e quello che si compie o realizza.

75) A occhi chiusi – senza lo minimo sforzo

Zatvorenih očiju

C) In queste espressioni l’occhio serve da “strumento di misura“ sia nello spazio sia nel

tempo sia in ambito astratto. Le espressioni somigliano l’una all’altra anche

58 Non trasmette il significato fino al fondo. L’ espressione in serbo è neutrale, mentre in italiano c’è la dimen-sione di volontarietà 59 L’ espressione serba usa le dita per spiegare il concetto, però ha sempre a che fare con la vista dato che il ver-bo progledati è derivato da gledati - guardare

Fraseologia 35

sintatticamente, preceduta ognuna dalla preposizione a, cioè hanno una funzione

avverbiale.

Significato di valutazione (riferito al modo o alla quantità)

76) A occhio nudo – senza usare lenti

Golim okom

77) A occhio e croce – all’ incirca

Odokativno, od oka

78) A perdita d’occhio – fin dove arriva lo sguardo*60

79) A vista d’ occhio/In un batter d’ occhio – molto in fretta

Za tren oka; dok trepneš

Significato di valutazione (riferito all’abilità di giudicare/ragionare)

80) Avere buon occhio – saper valutar bene

81) Avere l’ occhio clinico – percepire, giudicare bene

Imati oštro oko

D) Espressioni nelle quali l’occhio è simbolo di qualcosa di molto prezioso:

Valore materiale

82) (Essere/costare) un occhio della testa – cosa molto costosa*

Valore sentimentale

83) Essere l’ occhio destro/il pupillo di qcn – amare qcn, voler molto bene a qcn

Voleti nekoga kao zenicu oka svoga

84) Essere la luce degli occhi di qcn - amare qcn, voler molto bene a qcn*61

Voleti nekoga kao očinji vid62

60 Si direbbe in serbo: dokle doseže pogled; però non corrisponde proprio alla tematica che sto trattando in quan-to non appartiene al dominio della fraseologia 61 Il significato dell’esempio precedente corrisponde anche a quest’espressione metaforica, però siccome la lin-gua italiana offre più di una soluzione sullo stesso argomento e l’immagine dal esempio 21 equivale ad immagi-ne nella lingua serba, non ho ripetuto la “traduzione”. In questo caso la lingua italiana predomina con varietà.

Fraseologia 36

E) Espressioni nelle quali il modo di guardare esprime l’attegiamento o il sentimento verso

l’oggetto osservato e quelle dove l’occhio rappresenta il “target“

Modi di guardare che esprimono emozioni e motivazione

85) Mangiar(si)/divorare con gli occhi – guardare con desiderio, amore, avidità

Gutati pogledom

86) Appuntare gli occhi – desiderare, guardare fissamente*

87) Avere gli occhi fuori dalle orbite – essere molto meravigliato, spaventato,

arrabbiato*

88) Far tanto d’ occhi – stupirsi*

89) Girare/ruotare gli occhi – mostrare disprezzo, disaccordo o poco interesse per qcn

o qcs

Kolutati/prevrnuti očima

90) Abbassare/chinare gli occhi – guardare in giù in segno di vergogna

Spustiti pogled

Mostrare interesse o curiosità fissando l’oggetto o sforzandosi di vederlo

91) Dare un occhio (a qcs/qcn) – prestare attenzione

Baciti pogled

92) Avere occhi per tutto – essere attento a tutto*

93) Essere tutt’ occhi – fare grande attenzione*

94) Mettere gli occhi adosso a qcn/su qcn – guardare con insistenza

Baciti oko na nekoga

95) Non levare gli occhi di dosso di qcs – guardare con insistenza

Ne skidati oči sa nečega

96) Aguzzare gli occhi/le ciglia – cercare di vedere qcs socchiudendo gli occhi*63

Trarre attenzione (detto dell’oggetto)

97) Dare nell’ occhio – farsi notare, qualcosa di vistoso 62 Modo di dire un po’ arcaico 63 Il concetto è chiaro, però solo riflette l’ azione senza riflessi metaforici nella lingua

Fraseologia 37

Upadati u oči

98) Essere (un) pugno in (un) occhio – essere troppo vistoso, fastidioso a vedersi

Bosti (u) oči

99) Avere davanti/sotto gli occhi – disponibile, noto

Imati pred očima

F) Espressioni che indicano favore o sfavore verso qcn o qcs:

100) Gettare il malocchio su qualcuno – guardare qcn di traverso, volere male a

qcn64*

101) Vedere di malocchio – giudicare male, sfavorevolmente*

102) Vedere di buon occhio – giudicare bene, favorevolmente*

103) Vedere la pagliuzza nell’ occhio altrui (e non la trave nel proprio) – criticare l’

altro e non vedere i propri difetti

Videti trn u tuđem oku, a ne videti u svom

G) Altre:

104) A quattr’ occhi – privatamente

U četiri oka

105) Tenere d’ occhio – sorvegliare

Držati na oku

106) Non credere ai propri occhi – non riuscire a convincersi

Ne verovati sopstvenim očima

107) Avere occhio – sapere scegliere

Imati oko za nešto

108) Avere un occhio di riguardo – avere considerazione, con trattamento

privilegiato65*

109) Essere nell’ occhio del ciclone – essere esposto a un pericolo o alle severe

critiche della società*

64 L‘ espressione sostituisce perfettamente il verbo serbo ureći (nekoga). La metafora non si usa in questo caso, però c’è l’ analogia indiretta con l’ espressione urokljive oči (occhi che portano disgrazia) 65 In serbo non esiste un equivalente fraseologico, però c’è la parola bezočan che ha il significato contrario a questa espressione e la cui base è la parola oko, cioè occhio.

Fraseologia 38

Certe espressioni sono presentate con il verbo introduttivo perché solo in combinazione con

esso hanno un significato compiuto, mentre le altre sono senza il verbo che può variare e non

è decisivo per il significato. Gli equivalenti dati in serbo non sono le traduzioni alla lettera ma

piuttosto interpretazioni. Nella maggior parte degli esempi il concetto e il senso coincidono.

Sembra che la lingua serba e la lingua italiana assomiglino. Tutte e due le lingue associano

processi mentali, emozioni ed azioni alla vista o occhio nella maniera simile con poche

differenze. Anche i concetti per cui non c’è l’equivalente adatto in serbo si possono spiegare

perifrasticamente e sono molto vicini alla mentalità serba. Il fatto interessante è che negli

ultimi decenni nella lingua serba si nota la tendenza di adottare le espressioni dalle lingue

straniere, prima di tutto europee, nella forma originale – l’ uso frequente dei calchi. Ecco

ancora alcuni nomi (direi piuttosto nomi che espressioni metaforiche) figurati che non

dipendono proprio da un verbo, ma sono in sotanza un modo popolare di chiamare certe

apparizioni e avvicinarle all’uomo ordinario:

110) Occhio di lince – vista acutissima

Oko sokolovo

111) Occhio di pernice – callo fra le dita dei piedi

Kurje oko

4.2.3 Orecchi

L'orecchio è l'organo dell'uditoformato da orecchio esterno, orecchio medio e orecchio

interno.66

Gli orecchi rappresentano il senso tramite cui ascoltiamo i messaggi del mondo. Grazie agli

orecchi siamo in grado di memorizzare e poi riprodurre vari suoni e melodie. Si può ascoltare

musica, l’ interlocutore, il flusso dell’ acqua...Si può anche sentire, origliare...Ascoltare e

parlare sono in un rapporto reciprocamente indipendente tramite cui si realizza la

conversazione.

Si presti l’ attenzione al fatto che il nome orecchio ha il doppio plurale: gli orecchi e le

orecchie.

66 V. http://it.wikipedia.org/wiki/Orecchio, 12 agosto 2009

Fraseologia 39

A) Espressioni con significato riferito proprio al senso dell’udito

Attenzione e ascolto

112) Appuntare le orecchie/gli orecchi – ascoltare attentamente

Naćuliti uši

113) Avere/tenere le orecchie dritte/tese – ascoltare attentamente*

114) Drizzare gli orecchi/le orecchie – ascoltare attentamente*

115) Aprire le orecchie/gli orecchi – ascoltare attentamente*

116) Essere tutto orecchi – ascoltare attentamente

Pretvoriti se u uho

117) Prestare orecchio – dare ascolto*

118) Non sentire da un orecchio – non ascoltare specifici consigli e richieste

Biti gluv za nešto

119) Tapparsi/turarsi le orecchie – fingere di non sentire*

120) Fare orecchio da mercante – fingere di non capire*

Capacità di udire e relazioni con musica

121) Essere duro d’ orecchi/orecchio – sentire molto poco

Biti tvrd na ušima

122) Avere l’ orecchio fine – sentirci molto bene*

Avere orecchio – avere buon udito, essere intonato

Imati sluha

123) A orecchio – senza leggere le note

Po sluhu

B) Qualità personali, azioni umane e tratti del carattere

124) Abbassare/piegare gli orecchi/le orecchie – sottomettersi, umiliarsi, obbedire

Pognuti glavu, čelo

125) Avere le orecchie lunghe – essere curiosi e indiscreti

Zabadati nos svuda

126) Grattare gli orecchi (a qcn) – adulare qcn

Fraseologia 40

Uvlačiti se nekome u dupe67

127) Tirare gli orecch/le orecchie a qcni – rimproverare aspramente

Izvući nekome uši

C) Altre

128) Fare le orecchie alle pagine – piegare gli angoli del foglio (di un quaderno

disordinato)

(Na)praviti uši

129) Sentirsi fischiare le orecchie – avere la sensazione che si stia parlando di noi

Zvoniti (nekome) uši68

130) Essere musica per le orecchie (di qcn) – essere una buona notizia

Biti muzika za nečije uši

131) Entrare da un orecchio e uscire dall’ altro – di cosa subito dimenticata

132) Mettere una/la pulce nell’ orecchio a qcn – insinuare un dubbio/sospetto

Ubaciti nekome buvu (u uvo)

A differenza delle prime due parti del corpo (la testa e gli occhi) le metafore inspirate da

questa parte del corpo sono meno numerose, però non meno ricche. La maggior parte è in un

certo modo logicamente collegata con il senso dell’udito. Comunque, ci sono anche delle

analogie un po’ strane senza punti comuni a prima vista. Per esempio, abbassare le orecchie

dà un’ immagine che è più vicina al regno animale che al mondo umano. Quindi, bisogna

prendere in considerazione tutti gli aspetti e possibili caratteristiche di ogni parte del corpo

per poter scoprire le analogie lontane. Non si dovrebbe ommettere un caso molto interessante:

non ci sono metafore con gli orecchi che disegnano emozioni.

4.2.4 Naso

Il naso è un rilievo impari e mediano della faccia, è l'organo del senso dell'olfatto. Nell'uomo,

il naso occupa la parte centrale della faccia interposto tra la fronte, le due guance e il labbro

superiore.69

67 Volgare 68 Nel presente, attivo, prima persona, singolare: “Zvone mi uši.” 69 Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Naso, 12 agosto 2009

Fraseologia 41

A) Espressioni con significato riferito proprio al senso dell’olfatto

133) Avere (buon) naso – avere un olfatto fine

Imati dobar nos; imati osetljiv nos

B) L’orecchio come fonte della capacità intuitiva

134) Avere naso (per qcs) – avere intuito

135) Andare a naso/a lume di naso – procedere a intuito

136) Avere (buon) naso – avere intuito o sesto senso

Imati nos za nešto/takve stvari

137) Giudicare a (lume di) naso – giudicare basandosi sull’ intuito*

C) Espressioni che si appoggiano sulle categorie psicologiche in riguardo alla personalità

Qualità personali

138) Avere la puzza sotto il naso – essere superbo o altezzoso

Dići nos

139) Non ricordarsi dalla bocca al naso – essere molto smemorato*

140) Non vedere oltre/più in là del proprio naso – essere di mentalità ristretta

Ne videti dalje od svog nosa

Tratti del carattere e azioni negative/neutrali

141) Lasciare con un palmo di naso – deludere, ingannare*

142) Menare qcn per il naso – prendere qcn in giro

Vući nekoga za nos

143) Far venire/saltare la mosca al naso – irritare, esasperare

Skakati po nervima

144) Ficcare il naso in qcs – intromettersi in qcs con indiscrezione

Zabadati nos (tamo gde ne treba, u tuđe stvari)

145) Allungare il naso – curiosare

Njuškati

Fraseologia 42

Emozioni e sensazioni

146) Turarsi il naso – provare ripugnanza per qcs che si è costretti a fare70*

147) Montare la mosca al naso – arrabbiarsi*

148) Arricciare/torcere il naso – provare contrarietà o disgusto

Naprćiti nos

149) Storcere il naso – disapprovvare*

D) Altre

150) Davanti/sotto il naso – noto, conosciuto

Pred nosom

151) Bagnare il naso (a qcn) – battere nettamente*

152) Mettere il naso fuori casa – uscire di casa

Promoliti glavu napolje

Gli esperti dicono che la maggior parte degli animali si appoggi sul senso dell’udito e senso

dell’odore. Questa potrebbe essere la ragione perché le espressioni metaforiche riferite a

questi due sensi spesso indicano o descrivono azioni tipiche degli animali come montare la

mosca al naso o mettere il naso fuori casa. Relativamente quando si parla di questi due sensi

si parla anche dell’intuizione che equivale all’istinto dagli animali.

4.2.5 Bocca

La bocca o cavità orale è l'orifizio attraverso cui si nutre ed è la prima parte dell'apparato digerente.71

In bocca al lupo!72*

A) Espressioni che si riferiscono alla capacità di parlare, eloquenza e abilità retoriche

153) Aprire la bocca – parlare

Otvoriti usta

154) Chiudere la bocca – smettere di parlare

70 Esiste come gesto però non proprio come un’espressione 71 V. http://it.wikipedia.org/wiki/Bocca_(anatomia) 72 Un modo di augurare a qcn buona fortuna a cui si risponde:”Crepi (il lupo)!”.

Fraseologia 43

Zatvoriti usta

155) Togliere la parola di bocca a qcn - anticipare quello che sta per dire

Uzeti nekome reč iz usta

156) Mettere qcs in bocca a qcn – suggerire, attribuire

Ubacivati nekome reči u usta

157) Dire a mezza bocca – con reticenza*

B) Espressioni che si appoggiano sulle categorie psicologiche in riguardo alla personalità

Tratti del carattere

158) Avere il miele in bocca e il rasoio alla cintola – mostrarsi apparentemente

cordiale*

159) Avere bocca di miele e cuore di fiele - mostrarsi apparentemente cordiale

Iz usta med u srcu jed73

160) Essere di bocca buona – accontentarsi facilmente/mangiare di tutto*

161) Riempirsi la bocca con/di qcs – parlare molto di qcs, di solito in modo teatrale*

162) Essere di bocca dolce/ di mezza bocca – non accontentarsi facilmente*

Qualità personali e azioni umane

163) Essere la bocca della verità – essere sincero*

164) Non tenere un cece in bocca – non sapere mantenere un segreto

Ne umeti držati usta zatvorena

165) Non aprire bocca – non rivelare un segreto

Držati jezik za zubima

166) Avere la bava sulla/alla bocca – essere furibondo*

167) Avere la lingua in bocca – saper esporre le proprie ragioni*

168) Togliersi il pane di bocca per qlcu - fare sacrifici per aiutare qcn

Uzeti (hleb)od svojih usta

73 Non corrisponde cento percento secondo la forma perché è un detto, però trasmette lo stesso messaggio

Fraseologia 44

Reazioni

169) Rimanere a bocca aperta – rimanere sbalordito

Ostati otvorenih usta

170) Rimanere/restare a bocca asciutta – restare deluso, non ottenere ciò che si

vuole

Ostati praznih šaka74

Emozioni e sensazioni

171) Storcere la bocca – disapprovare, disprezzare*

172) Fare boccuccia – disapprovare, disprezzare*

173) Lasciare la bocca buona – soddisfare, lasciare contento*

174) Lasciare/restare con la bocca amara/cattiva – deludere

175) Lasciare/restare con l’ amaro in bocca – deludere

Ostaviti/ostati sa gorčinom u ustima

Motivazione e intenzioni

176) Avere l’acquolina in bocca – desiderare

Ići (nekome) voda na usta75

177) Fare la bocca a qcs – abituarsi

178) Chiudersi/tapparsi/cucirsi la bocca – proporsi di non rivelare qcs

179) Chiudere/tappare/cucire la bocca a/di qcn – impedire a qcn di rivelare segreti

Začepiti nekome usta

180) Mettere chiavistello/lucchetto/spranga alla bocca a/di qcn – impedire a qcn di

rivelare segreti*

Processi fisiologici

181) Bagnarsi la bocca – bere

(P)okvasiti grlo

74 V. anche esempio 277 75 Nel presente, attivo, prima persona, singolare: „Ide mi voda na usta”.

Fraseologia 45

C) Altre

182) Bocca da sfamare – persona a carico*

183) Mettere bocca in qcs – intromettersi

Zabadati nos

184) Essere sulla bocca di tutti – essere molto chiacchierato, dar adito a pettegolezzi

Ispirati usta nečim/nekim

185) Avere la bocca cha sa ancora di latte – si dice di giovane che si da arie di

adulto*

Espressioni con la bocca rappresentano un repertorio vario. Includono la capacità di parlare, il

bisogno fisiologico di mangiare ed espressioni facciali. La bocca appaiono in queste

espressioni in funzione di canale dove si svolge lo scambio delle informazioni. A parte le

informazioni, attraverso il canale scorre il cibo e scorrono gli impulsi provenienti dal cervello

(un nesso stretto con i pensieri). Qualcosa esce e qualcosa entra.

4.2.6 Cuore

Il cuore è l'organo centrale dell'apparato circolatorio; funge da pompa capace di produrre una

pressione sufficiente a permettere la circolazione del sangue. Secondo una credenza popolare

il cuore non è soltanto un organo che costituisce il centro del motore dell'apparato

circolatorio, ma anche il primum movens della vita spirituale ed affettiva.76

A) Espressioni che si appoggiano sulle categorie psicologiche in riguardo alla personalità

Tratti del carattere

186) Avere cuor di leone – essere persona coraggiosa

Imati lavlje srce

187) Avere cuor di coniglio – essere persona vile*

188) Essere senza cuore – essere malvagio

Biti bez srca

189) Prendere a cuore qcs – interessarsi con particolare zelo di qcs

76 http://it.wikipedia.org/wiki/Cuore, 12 agosto 2009

Fraseologia 46

Prirasti (nešto/neko) srcu77

Qualità e azioni umane positive

190) Avere il cuore in mano – esssere sincero e aperto

191) (Parlare/agire) a cuore aperto – sinceramente

Otvorenog srca

192) Avere il cuore sulle labbra – parlare con sincerità

Govoriti od/iz srca

193) Mettersi la mano sul cuore – dimostrare lealtà o sincerità

Staviti ruku na srce

194) Avere un cuore d’ oro – essere buono e disponibile

Imati zlatno srce

Qualità e azioni umane negative

195) Avere il cuore di pietra/ferro/ghiaccio – essere insensibile

Imati srce od kamnena/imati ledeno srce

196) Avere il cuore chiuso – essere insensibile agli affetti

Zatvoriti srce

197) Avere il pelo/i peli sul cuore – essere insensibile a quanto ci succede intorno*

198) Mangiarsi/rodersi il cuore – struggersi di rabbia

Jesti se

199) Spezzare il cuore a qcn – farlo soffrire, deluderlo

Slomiti nekome srce

Emozioni e stati di essere positivi

200) Essere un cuore e una capanna con qcn – essere innamorato*

201) Avere il cuore malato – essere innamorato

Zaigrati nekome srce78

202) Avere le chiavi del cuore di uno – dominare la volontà e i sentimenti di uno

Imati/posedovati ključeve nečijeg srca 77 Nel passato prossimo, attivo, terza persona, singolare: „Prirastao mi je srcu“. 78 Nel passato prossimo, attivo, prima persona, singolare: „Zaigralo mi je srce“.

Fraseologia 47

203) Rubare il cuore a qcn – sedurre, far innamorare

Ukrasti nekome srce

204) Dare/donare il cuore a qcn – affezionarsi, innamorarsi

Pokloniti nekome srce

205) Avere/tenere/portare nel cuore – amare, volere bene

Nositi u srcu

206) Togliersi una spina dal cuore – liberarsi da un cruccio

Pasti kamen sa srca79

207) Avere il cuore nello zucchero – essere molto contento

Biti srce na mestu80

208) Stare a cuore a qcn – interessare qcn*

Emozioni e stati di essere negativi/neutrali

209) Cuore infranto – deluso in amore

Slomljeno srce

210) Essere un rasoio al cuore – essere un dolore, un dispiacere continuo*

211) Avere la morte nel cuore – essere profondamente addolorato*

212) Avere il cuore stretto – essere angosciato, addolorato

Stegnuti se srce81

213) Avere il cuore in bocca – essere agitato

Srce hoće da iskoči

214) Avere una spina nel cuore – essere preoccupato gravemente*

215) Avere il cuore gonfio – essere afflitto*

216) Essere un cuore solitario – essere sentimentalmente solo*

217) Stare a cuore – premere

Pritiskati (nešto) srce82

218) Mettersi il cuore in pace – tranquillizzarsi, rassegnarsi

219) Non gli basta il cuore – non ha il coraggio

Nemati herca za nešto

220) Sentire un tuffo al cuore – provare un’ emozione improvvisa*

79 Nel passato prossimo, attivo, prima persona, singolare: „Pao mi je kamen sa srca”. 80 Nel presente, attivo, prima persona, singolare: „Srce mi je na mestu”. 81 Nel passato prossimo, attivo, prima persona, singolare: „Stegnulo mi se srce“. 82 Nel presente, attivo, prima persona, singolare: „Nešto mi pritiska srce”.

Fraseologia 48

221) Toccare il cuore a qcn – impietosirlo

Dirnuti nekoga u srce

222) Aprire il cuore a qcn - confidarsi

Otvoriti nekome srce

B) Espressioni in funzione di avverbi

223) Di buon cuore – volentieri*

224) Ridere di cuore – di gusto83

Smejati se od srca

225) (Parlare/agire) con il cuore in gola – con affanno*

C) Altre 226) Arrivare al cuore di qcn – conoscere intimamente; impressionarlo

profondamente

Dopreti do srca nekome

227) L’ amico del cuore – l’ amico prediletto*

228) Nel cuore della notte – a notte fonda

Il cuore è l’organo più importante del corpo nel senso anatomico e tutto intorno al cuore nel

senso figurato assume un valore di grande importanza, spesso sentimentale. Il cuore

rappresenta quello nascosto nell’uomo, il suo mondo intimo, il che si vede nella maggior parte

degli esempi. Inoltre, denota sincerità e coraggio. A proposito delle espressioni che disegnano

qualità personali e stati di essere negativi, biogna chiarire e sottolineare che il negativo si

riferisce prima di tutto al dolore e sofferenza, quindi anzitutto agli sentimenti e non tanto al

carattere. Pare che il cuore si comprende come fonte di bontà e quello migliore nell’uomo,

anche se ci sono degli esempi che emettono messaggi diversi, però sempre relativi ai

sentimenti (vari esempi con il significato d’insensibilità).

4.2.7 Braccia e mani

Un dettaglio molto interessante e per niente irrilevante è che i serbi non fanno differenza tra

braccio e mano, almeno quando si tratta dell’uso quotidiano. Apparentemente preferiscono

usare braccio in maggior parte dei casi, il che si mostra più logico che se fosse al contrario,

83 Solo in questa espressione metaforica

Fraseologia 49

siccome la mano appartiene al braccio e funziona come una sua parte inseparabile e

collaboratrice. Invece, dagli italiani questa apparizione è presente (si vedrà negli esempi),

però molto meno diffusa.

4.2.7.1 Braccia

Il braccio è la parte dell’arto superiore compresa tra spalla e gomito.84

A) Espressioni che si riferiscono al potere

229) Prendere braccio – aumentare il proprio potere*

230) Dare braccio a qcn – dare potere*

B) Espressioni che si appoggiano sulle categorie psicologiche su personalità

Emozioni e stati d’animo e di essere positivi

231) Accogliere a braccia aperte – ricevere con calore

Dočekati raširenih ruku

232) Mettersi/darsi/buttarsi in braccio a qcn – affidarsi completamente

Biti u nečijim rukama

Emozioni e stati d’animo e di essere negativi

233) Sentirsi cascare le braccia – avvilirsi, scoraggiarsi*

234) Buttare qcs sulle braccia di qcn – adossare un problema, responsabilità o colpa

Nabaciti na grbaču

235) Allargare le braccia – in segno di rassegnazione*

236) Dare/donare un dito e prendersi il braccio – approfittare della generosità

Dati prst a uzeti celu ruku

237) Avere le braccia legate – non poter agire

Biti (nekome) vezane ruke

84 V. http://it.wikipedia.org/wiki/Braccio, 12 agosto 2009

Fraseologia 50

Processi fisiologici

238) Essere nelle braccia di Morfeo – dormire profondamente

C) Capacità mentali

239) Essere il braccio e la mente – essere l’ esecutore e l’ ideatore*

240) Essere il braccio destro di qcn – essere il miglior collaboratore

Biti nekome/nečija desna ruka

241) Avere buone braccia – essere un grande lavoratore*

D) Altre , enumerate secondo un ordine logico nel senso sintattico o semantico

242) Andare a braccetto – essere amici, andare d’ accordo

Ići ruku pod ruku

243) Offrire il braccio – fare appoggiare qcn

Ponuditi nekome ruku (spasa/pomirenja)

244) Braccio della morte – sala di penitenziario in cui il condannato attende la

morte*

245) Braccio di ferro – prova di forza in cui si tende di piegare il braccio dell’

avversario

Lomiti ruke

246) Mettere la mano sul fuoco per qcn – garantire per qcn

Staviti ruku u vatru za nekoga

247) Dare/lasciare braccio libero – dare libertà d’ azione

Ostaviti razrešenih šaka

248) Incrociare le braccia – rifiutare di lavorare, scioperare

Prekrstiti ruke

249) Alzare le braccia – rinunciare, arrendersi85

Dići ruke od nečega

85 V. esempi 253 e 278

Fraseologia 51

250) Cadere/Cascare sulle braccia/in braccio di/a qcn – capitare qcn/qcs oneroso di

cui ci si deve occupare*

251) Avere/trovarsi qcn sulle braccia – doversi occupare di qcs/qcn

faticoso/oneroso*

252) Parlare a braccio – parlare in modo improvvisato*

4.2.7.2 Mani

Nell'uomo, la mano è l'organo prensile che si trova all'estremità del braccio, collegato a

questo tramite il polso. Comprende cinque dita, che costituiscono la parte più predisposta al

senso tattile. La mano è il primo strumento dell'uomo, ed è anche un modo di espressione

quando aiuta la parola o la sostituisce tramite il linguaggio dei segni.86

A) Espressioni nelle quali la mano si considera un mezzo di segno gestuale

Saluto

253) Stringere/dare la mano a qcn – salutare o presentarsi

Pružiti/stegnuti nekome ruku

254) Darsi la mano – salutarsi o far pace

Pružiti ruku (pomirenja)

Altri gesti

255) Alzare le mani – arrendersi

Ruke uvis

256) Baciare la mano/le mani a/di qcn – in segno di rispetto, omaggio

(Po)ljubiti nekome ruku/ruke

B) Espressioni che si appoggiano sulle categorie psicologiche in riguardo alla personalità

Mano come simbolo d’aiuto, amicizia, intenzioni aperte

86 Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Mano, 12 agosto 2009

Fraseologia 52

Tratti del carattere

257) Cambiare le carte in mano – girare la frittata, fare un voltafaccia*

Qualità personali e azioni umane positive

258) Avere la mano larga – essere generoso

Imati široku ruku

259) Aprire/allargare la mano/le mani – dare con generosità

Davati i šakom i kapom

260) Avere le mani di oro – essere abile/pratico in lavori manuali

Imati zlatne ruke

261) Tendere mano a qcn – spalleggiare, aiutare

262) Porgere la mano a qcn – soccorrere, aiutare

263) Dare una mano a qcn – aiutare

Pružiti ruku nekome

264) Prendere/portare qcn per mano – guidare, aiutare nelle scelte*

Qualità personali e azioni umani negative

265) Avere le mani fatte a uncino – essere avido*

266) Avere la mano stretta – essere avaro*

267) Avere le mani bucate – essere spendaccione*

268) Allungare le mani – rubare

269) Avere le mani lunghe – rubare

Imati duge prste

270) Fare man bassa (di qcs) – rubare tutto, arraffare*

271) Svelto di mano – rubare*

272) Allungare/stendere la mano – chiedere elemosina*

273) Avere le mani sporche – essere coinvolto nelle faccende immorali o reati

Isprljati ruke

274) Bagnarsi le mani di sangue – ammazzare

(U)prljati ruke (nečijom krvi)

275) Gettare il sasso e nascondere la mano – fare qcs di negativo senza esporsi*

Fraseologia 53

276) Avere le mani di ricotta – si dice di qcn un po’ sbadato o stanco, debole o

indolente che lascia cadere tutto dalle mani*

277) Avere le mani di burro – si dice di qcn un po’ sbadato o stanco, debole o

indolente che lascia cadere tutto dalle mani*

278) Avere le mani di pasta frolla – si dice di persona stupida*

279) Passare/cedere la mano a qcn – rinunciare a un impresa, passare il compito a

qualcun altro*

280) Stare con l’ orologio alla mano – essere molto fiscale sugli orari*

281) Alzare le mani87*

Dići ruke od nečega

Mano come simbolo del potere

282) Prendere in mano – assumere controllo

Uzeti u svoje ruke

283) Tenere le redini in mano – avere pieno controllo

Držati uzde u svojim rukama

284) Avere il mestolo in mano – comandare, fare a proprio modo*

285) Mettere qcs/qcn nelle mani/in mani di qcn – affidare, mettere in potere o sotto

controllo

Predati nekome nešto/nekoga u ruke

286) Avere in mano la leva del comando – comandare*

287) Sfuggire di mano – andare fuori controllo

Kliziti iz ruke

288) Dare mano a qcn – dare potere*

289) Mettere/porre mano a qcs – iniziare, intraprendere*

290) Dare di mano aqcs – iniziare, intraprendere*

291) Mettere le mani su qcn/qcs - appropriarsene

Položiti rukr na nekoga/nešto

292) Capitare per le mani – si dice di cosa di cui si viene in possesso per caso*

Mano come segno di forza e violenza

87 V. esempio 253

Fraseologia 54

293) Mettere le mani adosso a qcn – picchiare*

294) Alzare le mani su qcn – picchiare

Dići ruku na nekoga

295) Venire alle mani – picchiarsi, azzuffarsi

Dopasti/doći nekome šaka

296) Menare le mani – picchiare*

Stati di animo e stati di essere

297) Legare le mani e piedi a qcn – impedire di agire

Vezati nekome ruke

298) Avere le mani legate – non poter agire

Biti (nekome) vezane ruke88

299) Essere legato mani e piedi – non poter agire

Biti (nekome) vezane i ruke i noge89

300) Rimanere/restare con un pugno di mosche in mano – non ottenere qcs

desiderato/nulla

301) Rimanere/restare con le mani piene di vento - non ottenere qcs

desiderato/nulla

Ostati praznih šaka

302) Avere la mano fiacca/debole – mancare di energia, non tenere sotto controllo

Emozioni e sensazioni

303) Alzare/levare le mani al cielo – in segno di preghiera, di invocazione90*

304) Mangiarsi/mordersi le mani – in segno di disappunto; rimpiangere qcs

Grickati nokte

305) Avere/mettersi le mani nei capelli – disperarsi91

306) Portare qcn in palmo di mano – avere qcn in grande considerazione

Čuvati/kao malo vode na dlanu

88 Nel presente, passivo, prima persona, singolare:“Vezane su mi ruke“. 89 Nel presente, passivo, prima persona, singolare:“Vezane su mi i ruke i noge“. 90 Esempio appartiene anche ai gesti

Fraseologia 55

C) Processi e capacità mentali e capacità fisiche

307) Non cavare le mani da nulla – non concludere nulla*

308) Avere la mano pesante – trattare con durezza, giudicare severamente92*

309) Avere la mano leggera – trattare con delicatezza, giudicare senza infierire*

310) Andare contromano – essere opposto alle opinioni correnti, procedere nel

senso inverso a quello giusto*

311) Calcare la mano – esagerare*

312) Mettersi una mano sulla coscienza – esaminare le proprie azioni*

313) Avere/Fare la mano a qcs – essere/diventare pratico/esperto in qcs*

314) Avere buona mano con qcs – avere successo con qcs, saperci fare con qcs*

315) Dare l’ ultima mano – completare*

316) Avere la mano ferma – controllare con fermezza situazioni e persone

Imati čvrstu ruku

317) Avere le mani fatate/mani di fata – riuscire a far bene qualcosa e con facilità*

318) Toccare con mano – rendersi direttamente conto di qcs, accertarsi

personalmente di qcs*

319) Avere mano buona/felice – riuscire bene in qcs

Biti srećne ruke

D) Espressioni in funzione di avverbio

320) A piene mani – generosamente*

321) A mano armata – con le armi*

322) A due mani – detto di opera eseguita da due persone

323) A mano – detto di oggetto che è fatto o si porta con le mani*

324) Man mano – di volta in volta*

325) A portata di mano/sotto mano – avere vicino

Nadomak ruke

Espressioni in funzione di aggettivo

92 L’espressione in serbo imati tešku ruku tradotta letteralmente ha un altro significato: avere colpo forte

Fraseologia 56

326) Alla mano – cosa pronta per essere usata o mostrata/persona cortese, facile da

trattare

Pri ruci

327) Di prima mano – proveniente direttamente dalla fonte; scelto, nuovo

Iz prve ruke

328) Di seconda mano – usato, scadente

Iz druge ruke

329) Fuori mano – distante

Izvan domašaja (ruke)

D) Espressioni nelle quali la mano è compresa un impulso verso l’azione oppure come

assenza di essa

330) Avere le mani libere/mano libera – potere agire liberamente

Imati odrešene ruke

331) Dare/lasciare mano libera – dare libertà d’ azione

Ostaviti odrešenih šaka/ruku

332) Rimettere mano – ricominciare*

333) Essere una pedina nelle mani di qcn – essere solo uno strumento di qcn*

E) Altre

334) Mano di Dio – aiuto isperato

Božja ruka

335) Una mano sul cuore – fare appello alla propria coscienza*

336) Chiedere la mano di una donna – domandare in sposa

Tražiti ruku neke žene

337) Prendere/pescare qcn con le mani nel sacco – sorprendere nel fare qcs

scoretto*

338) Mettere mano al portafoglio/alla borsa – pagare*

339) Mettere le mani avanti – distaccarsi (con dei argomenti) da una situazione,

faccenda...*

340) Cedere la mano – dare la precedenza*

Fraseologia 57

341) Lavarsene le mani – disinteressarsi

Oprati ruke

342) Avere una carta grossa in mano – avere un’ ottima opporunità o risorsa*

343) Avere buone carte in mano – avere buone possibilità di successo

344) Avere le mani in pasta – essere addentro a qcs*

345) Avere le mani pulite/nette – non essere coinvolto nelle faccende immorali o

reati*

346) Con le mani nel sacco – cogliere in una situazione proibita o in reato,

incastrare*

347) Tenere la propria mano – viaggiare sul lato stradale stabilito dalle norme

locali*

348) Leggere la mano – predire il futuro basandosi sulle linee della mano

Gledati u dlan

Quanto alle espressioni che si avvalgono del braccio o della mano come parti del corpo per

trasmettere messaggi con senso figurato, la varietà di significati e orientamenti è enorme. E’

stato impossibile calssificarle e raggrupparle tutte, perchè ci sono tante espressioni che

disegnano un’azione o gesto autentico. Per esempio, un modo di dire molto interessante è

sicuramente parlare a braccio che vuol dire: parlare in modo improvvisato. A prima vista il

senso è più collegabile alla bocca. Tuttavia, se si prende in considerazione che gesticolazione

fa parte della comunicazione, allora l’analogia è abbastanza ragionevole. Questo è solo un

esempio tra molti.

4.2.8 Gambe e piedi

4.2.8.1 Gambe

Gamba - La regione dell'arto inferiore compresa tra ginocchio e piede.93

A) Espressioni che si appoggiano sulle categorie psicologiche in riguardo alla personalità

Qualità personali e azioni umane positive

93 Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Gamba, 12 agosto 2009

Fraseologia 58

349) In gamba – abile, capace, valido*

350) Andare con i piedi di piombo – agire con grande cautela*

Qualità personali e azioni umane negative

351) Darsela a gambe – scappare*

352) Menare le gambe – scappare*

353) (Ra)drizzare le gambe ai cani – fare una cosa inutile*

354) Tagliare le gambe a qcn – rovinarl qcn*

B) Stati d’umore e stati d’essere

Positivi

355) Essere/sentirsi in gamba – essere in buona salute, in forma*

356) Rimettersi in gamba – riacqistare la salute o riprendersi da traversie

economiche

Stati /ponovo) na noge

Negativi

357) Andare/finire a gambe all’ aria – fallire, far bancarotta*

358) Avere qcs/qcn tra le gambe – essere ostacolato, infastidito, intralciato*

359) Essere/sentirsi male in gamba – essere malato o in cattive condizioni

economiche*

360) Stare con la coda tra le gambe – essere mortificato*

C) Capacità mentali e fisiche

361) Essere di gamba lunga – procedere rapidamente in un lavoro e simile*

362) Fare il passo più lungo della gamba – agire oltre le proprie possibilità*

363) Fare il passo secondo la gamba – agire secondo le proprie possibilità*

364) Avere buone gambe – essere un buon camminatore*

365) Raddrizzare le gambe ai cani – tentare l’ impossibil*e

Fraseologia 59

D) Altre

366) Prendere qcs/qcn sotto gamba – sottovalutare, non considerare*

367) Stirare le gambe – morire

Otegnuti papke

4.2.8.2 Piedi

Il piede (lat. pes-pedis: piede) è una parte anatomica situata all'estremità distale degli arti

inferiori del corpo umano e di numerosi altre specie animali. La struttura del piede e della

mano umane sono estremamente simili ed entrambi dotati di cinque dita: si tratta infatti della

specializzazione di organi originariamente identici.94

A) Espressioni che si riferiscono al ruolo principale dei piedi, cioè alla capacità di muoversi –

camminare

368) Andare a piedi – andare camminando*

369) Stare in piedi – stare raddrizzato verticalmente

Biti na nogama

370) Levarsi/togliersi dai piedi – andarsene*

371) Mettere piede (in) – entrare*

B) Espressioni che si appoggiano sulle categorie psicologiche in riguardo alla personalità

Qualità e azioni umane positive

372) Andare con i propri piedi – di persona: saper agire autonomamente; di cosa:

procedere bene da solo*

373) Avere il piede marino – sapere fronteggiare le difficoltà*

374) Avere/tenere i piedi per terra – essere realista

Stajati nogama (čvrsto) na zemlji

375) Avere tutti ai propri piedi – avere successo, avere molti ammiratori

Imati sve pod (svojim) nogama

94 Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Piede_(anatomia), 12 agosto 2009

Fraseologia 60

376) Partire con il piede giusto – iniziare bene*

Qualità e azioni umane negative

377) Accarezzare con il piede – prendere a calci*

378) Essere/stare/mettersi sul piede di guerra – avviare, aprire un conflitto, le

ostilità*

379) Lasciare qcn a piedi – non aiutare, lasciare senza risorse*

380) Mettere il piede/i piedi sul collo a qcn – umiliare, soggiogare*

381) Mettere sotto i piedi – umiliare, soggiogare*

382) Mettere un piede in fallo – commettere un errore*

383) Tenere il piede in due staffe – fare il doppio gioco*

384) Stare in piedi per ingegno/per scomessa – essere inetto, del tutto incapace*

385) Darsi la zappa sui piedi – danneggiarsi da sé*

386) Fare una cosa con i piedi – farla molto male

Kao nogama

387) Avere qcn ai propri piedi – dominare qcn*

C) Stati d’animo e stati d’essere

388) Avere un piede nel sepolcro/bara/tomba/fossa – stare per morire

Biti jednom nogom u grobu

389) Avere qcs/qcn tra i piedi – essere ostacolato, infastidito, intralciato*

390) Rimettersi in piedi – riacqistare la salute o riprendersi da traversie economiche

Stati /ponovo) na noge

391) Svegliarsi con il piede sbagliato – essere di mal umore

Ustati na pogrešnu nogu

392) Alzarsi col piede sinistro – essere irritabili, di pessimo umore

Ustati na levu nogu

393) Sentirsi mancare la terra sotto i piedi – sentirsi in pericolo

Ne osećati tlo pod nogama

394) Cadere/cascare in piedi – uscire indenne da una situazione negativa*

395) Restare a piedi – restare senza risorse*

Fraseologia 61

Tratti del carattere

396) Puntare i piedi – ostinarsi in un idea, volere qcs ad ogni costo*

D) Espressioni in funzione di aggettivi

397) Su due piedi – immediatamente, senza pensarci*

398) Con le ali ai piedi – a grande velocità*

399) In piedi – organizzato, in corso*

E) Altre

400) Da capo a piedi – completamente

Od glave do pete

401) Mettere/porre i piedi dietro a qcn – imitare/seguire l’ esempio*

402) Mettere/porre i piedi sulle orme di qcn – imitare/eseguire l’ esempio*

403) Prendere piede – affermarsi*

404) Mettere in piedi – allestire*

405) Partire con il piede sbagliato – iniziare male*

Le gambe e i piedi alludono prima di tutto ad sostegno, nel senso letterale e figurato. Non si

insiste su loro come parti indipendenti, perché in realtà non lo sono. Le gambe (i piedi

compresi) reggono l’intero corpo e lo bilanciano. Analogamente l’uomo realizza equilibrio

„nel“ suo corpo (salute) ed economicamente. Poi ci sono tante varianti basate sull’analogia

con movimento dove sono trattate tutte le sfumature (inizio del movimento, procedimento,

movimento nel pieno corso...e i „response“ metaforici corrispondenti).

Conclusione 62

5 Conclusione

Siccome la lingua naturale non è mai denotativa, ma plurivalente, vivere sotto la minaccia

costante della metafora rappresenta uno stato normale, è una condizione della „condizione

umana“.95

Durante tutto il periodo di raccoglimento della materia e della sua sistematizzazione e

organizzazione passavo attraverso diverse fasi di autoesaminazione. Oscillavo dai momenti di

pieno torpore e assenza di ispirazione e produttività a quelli di entusiasmo e convinzione di

aver raggiunto la propria quintessenza del tema. Alla fine posso dire che non ho scoperto

niente di epocale (il che richiederebbe uno studio ancora più esauriente), però ho arricchito il

mio vocabolario e mi sono concessa un viaggio attraverso il mondo metaforico con una

prospettiva avventuriera. Le conclusioni ci sono naturalmente, però non so se siano quelle che

che mi avevo aspettato all’inizio. Ovviamente dopo avermi inoltrato nell’analisi, la natura

fallace e mutabile della metafora mi ha coinvolto nella sua rete. Tuttavia, sono riuscita a

venire a capo (per usare una metafora!) di questo compito impegnativo.

Pian piano, guidata dal desiderio di sapere, sono entrata nel mondo complesso della metafora.

Anche se mi sono delimitata con vari criteri a solo una parte minima del suo uso,mi pare di

essere caduta più profondamente nella voragine del suo mistero. Apparentemente, i tratti

generali della metafora presentati in questo lavoro sono conosciuti a tutti. La questione è se

quella conoscenza sia una conoscenza vera e propria o una conoscenza superficiale dove si

capiscono le relazioni di causa-effetto però non il motore e la ragione. Nel mio caso era il

primo. Sembra che per parlare della metafora ci voglia più tensione intelletuale che per usare

una oppure inventare una, perché negli ultimi due casi il processo si realizza

automaticamente. A parte la “descrizione” e “narrazione”, la parte più difficile è consistita

nella sistematizzazione degli esempi. All’inizio avevo davanti a me una lista di più di

cinquecento esempi. Con un lavoro sistematizzato e metodico hanno cominciato ad avere un

ordine. Ho già spiegato quali sono stati i miei motivi per lavorare solo con gli esempi che si

riferiscono ad un limitato numero delle parti del corpo. Ho argomentato il mio atteggiamento

e le mie preferenze che si basano sull’importanza, però solo all’interno di questa materia, non

anatomicamente. Nonostante ciò, mi sento in dovere di ripetere che il mio punto di partenza è

stata la lingua italiana e solo partendo dagli esempi trovati in italiano cercavo di trovare

equivalenti in serbo e non al contrario. Proprio perciò non posso dire che la lingua italiana è 95 A. J. Greimas

Conclusione 63

più ricca o che la popolazione italiana è più incline alla metafora. Anzi, la lingua serba è

ugualmente ricca. La differenza è che ognuna delle lingue tratta alcune apparizioni o

“momenti” più che altre e gli dedica più attenzione (più espressioni metaforiche). Potrebbe

essere che certi fenomenti sono più presenti, frequenti o attuali e danno più adito alla

espressione metaforica. Così gli esempi 258,259 e 260 trovano solo un equivalente in serbo

(metto le mani avanti, la mia intenzione non era insinuare che aiuto non è presente dai serbi).

A volte le ragioni sono inspiegabili perché la lingua italiana offre più espressioni mentre la

serba solo una. Perdipiù alcune delle espressioni metaforiche coincidono per forma con quelle

serbe anche se i significati sono diversi. Tuttavia, se fossi partita dalla lingua serba in cerca

degli equivalenti in italiano la situazione sarebbe la stessa. Quindi, ognuna delle due lingue ha

dei casi che non si possono coprire dovuto alle numerosissime sfumature. E perciò una lingua

è particolare e autentica. Le diversità grammaticali si sottintendono, però andare oltre agli

schematismi con le inovazioni è quello che conta di più.

Organizzazione e raggruppamento degli esempi varia indipendemente dalla parte del corpo.

Non ho potuto usare stessi criteri perchè certe parti del corpo sono più adatte a descrivere

emozioni (come il cuore) e certe invece qualche altra caratteristica personale.

La metafora è una particolare eccitazione della mente che supera ogni limitazione

grammaticale anzi, temporale e spaziale. Ognuno è il padrone dei suoi pensieri, però la

metafora è ugualmente la proprietaria e la serva.

Riferimentibibliografici 64

Riferimenti bibliografici

Baroni M., La fraseologia e come estrarla dai corpora, 2007/2008

Bianchi R. – Lelli O., Il Vocabolario: latino – italiano e italiano – latino, Firenze, 1975

Cattaneo M. T., Pubblicità enigmatica, 2009

Casadei Federica, Metafore ed espressioni idiomatiche: Uno studio semantico sull’ italiano,

Bulzone, Roma, 2007

Evola V., La metafora come carrefour cognitivo del pensiero e del linguaggio, Palermo, 2008

Fonagy.I e Bollini P., Le lettere vive, Edizioni Dedalo, 1965

Sommer, Elyse; Weiss, Dörrie, Metafore Dizionario, prima edizione, "Metafora",

International Thomson Publishing Company, 1995

Palazzi F., Novissimo dizionario della lingua italiana, Milano, 1940

Piccioni S., Convenzionalità e creatività della metafora in caso di “NOME de NOME“ in

Federico García Lorca, Bologna

Ruso Ž.Ž., Ogled o poreklu jezika, izdavačka knjižarnica Zorana Stojanovića, 2001

Zingarelli N., Vocabolario della lingua italiana, Zanichelli, Bologna, 2003

Riferimentibibliografici 65

Siti internet

http://dizionari.corriere.it/

http://ipnosi.interfree.it/metafora.htm

http://ricercathanatosinrete.splinder.com/tag/metafore+e+aforismi

www.comunitaitaliana.com

www.learnitaly.com

www.literary.it

www.scaruffi.com

www.unicatt.it

www.wikipedia.it

www.zlatnipresek.co.yu