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MASSONERIA LE LOGGE E L’ESERCITO ITALIANO / 1 Considerata dai più un fenomeno misterioso e confinante con inconfessabili segreti, la Massoneria ha invece una storia ben documentata e molto meno criptica di quanto si creda. La presenza di affiliati alle Logge nel Regio Esercito – e poi nell’Esercito Italiano – e della loro influenza sulle istituzioni militari è stata analizzata e raccontata da Andrea Vento in un lungo saggio, che «Storia in Rete» ha deciso di pubblicare a puntate a partire da questo numero di Andrea Vento Q uesto te- sto nasce grazie ad una ricca corrispon- denza e consul- tazione con il co- lonnello Antonino Zarcone, direttore dell’Uf- ficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Il colonnello Zarcone ha potuto illustrare una dimensio- ne inesplorata, quella delle relazioni che durante la storia d’Italia hanno caratterizzato un’informale intera- zione tra l’Esercito Italiano e i due più importanti sodalizi massonici del Paese: Grande Oriente d’Italia e Gran Loggia d’Italia. (A.V.) L a partecipa- zione militare ai lavori libe- ro muratori nell’Italia preu- nitaria è stata certamente as- sai episodica, anche a ragione dell’appartenenza delle poche logge esistenti prima del 1861 alle grandi obbedienze stranie- re (prevalentemente quelle inglese e francese). Diffusa fu invece la fre- quentazione delle vendite carbonare, in particolare nel Regno delle Due Sicilie. Tuttavia, verso la fine degli anni Trenta e negli anni Quaranta dell’Ottocento, un certo numero di ufficiali liberali, o persino giacobi- ni, dei vari eserciti preunitari iniziò a frequentare alcune organizzazioni rivoluzionarie, buonarrotiane prima e mazziniane poi, nelle quali compa- riva una ritualità con chiare rasso- miglianze paramassoniche. Un caso per molti è certamente quello dell’ex capitano dell’esercito borbonico Car- lo Pisacane. Compiendo un passo indietro, as- sai significativa era stata l’interazio- ne tra l’Istituzione libero muratoria STELLETTE & COMPASSI STORIA IN RETE | 54 Novembre-Dicembre 2012 55 | STORIA IN RETE Novembre-Dicembre 2012 e l’ambiente militare italiano durante il periodo napoleonico: col diffondersi delle logge reggimentali o «castrensi» della Grande Armée (assimilabili alle loges éphémères o «effimere» a scopo amministrativo) si diffuse in Italia la Massoneria, anche quale strumento di controllo politico francese. Questa «fioritura» ebbe il pregio di far com- prendere a larghi strati della popo- lazione italiana le idee sintetizzate nel celebrato trinomio liberté, égalité, fraternité, e più in generale il corpo dei «diritti dell’uomo» portati dal ven- to rivoluzionario d’Oltralpe. Accanto alle Logge militari al seguito dei reg- gimenti francesi, presto si consolida- rono numerose officine italiane. Nel 1804 nel Regno di Napoli nacque il «Grande Oriente della Divisione dell’Armata d’Italia», sotto la gran maestranza del generale bresciano Giuseppe Lechi (1766-1836). L’anno prima il fratello di sangue Teodoro (1778-1866), anch’egli generale, era stato nominato responsabile di un altro locale Grande Oriente in Puglia al seguito delle truppe francesi. Con la costituzione del Regno d’Italia nel marzo 1805, nacque il Grande Orien- te d’Italia la cui gran maestranza fu affidata al viceré Eugenio de Beau- harnais. Negli eserciti napoleonici Un’illustrazione di Quinto Cenni (1845-1917), pittore specializzato in tematiche militari e vicino alla Massoneria

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MASSONERIA LE LOGGE E L’ESERCITO ITALIANO / 1

Considerata dai più un fenomeno misterioso e confinante con inconfessabili segreti, la Massoneria ha invece una storia ben documentata e molto meno criptica di quanto si creda. La presenza di affiliati alle Logge nel Regio Esercito – e poi nell’Esercito Italiano – e della loro influenza sulle istituzioni militari è stata analizzata e raccontata da Andrea Vento in un lungo saggio, che «Storia in Rete» ha deciso di pubblicare a puntate a partire da questo numero

di Andrea Vento

Q uesto te-sto nasce grazie ad una ricca corrispon-denza e c o n s u l -t a z i o n e con il co-lonne l lo

Antonino Zarcone, direttore dell’Uf-ficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Il colonnello Zarcone ha potuto illustrare una dimensio-ne inesplorata, quella delle relazioni che durante la storia d’Italia hanno caratterizzato un’informale intera-zione tra l’Esercito Italiano e i due più importanti sodalizi massonici del Paese: Grande Oriente d’Italia e Gran Loggia d’Italia. (A.V.)

L a partecipa-zione militare ai lavori libe-ro muratori nell’Italia preu-nitaria è stata certamente as-sai episodica,

anche a ragione dell’appartenenza delle poche logge esistenti prima del 1861 alle grandi obbedienze stranie-re (prevalentemente quelle inglese e francese). Diffusa fu invece la fre-quentazione delle vendite carbonare, in particolare nel Regno delle Due Sicilie. Tuttavia, verso la fine degli anni Trenta e negli anni Quaranta dell’Ottocento, un certo numero di ufficiali liberali, o persino giacobi-ni, dei vari eserciti preunitari iniziò a frequentare alcune organizzazioni

rivoluzionarie, buonarrotiane prima e mazziniane poi, nelle quali compa-riva una ritualità con chiare rasso-miglianze paramassoniche. Un caso per molti è certamente quello dell’ex capitano dell’esercito borbonico Car-lo Pisacane.

Compiendo un passo indietro, as-sai significativa era stata l’interazio-ne tra l’Istituzione libero muratoria

STELLETTE&COMPASSI

STORIA IN RETE | 54 Novembre-Dicembre 2012 55 | STORIA IN RETENovembre-Dicembre 2012

e l’ambiente militare italiano durante il periodo napoleonico: col diffondersi delle logge reggimentali o «castrensi» della Grande Armée (assimilabili alle loges éphémères o «effimere» a scopo amministrativo) si diffuse in Italia la Massoneria, anche quale strumento di controllo politico francese. Questa «fioritura» ebbe il pregio di far com-prendere a larghi strati della popo-lazione italiana le idee sintetizzate

nel celebrato trinomio liberté, égalité, fraternité, e più in generale il corpo dei «diritti dell’uomo» portati dal ven-to rivoluzionario d’Oltralpe. Accanto alle Logge militari al seguito dei reg-gimenti francesi, presto si consolida-rono numerose officine italiane. Nel 1804 nel Regno di Napoli nacque il «Grande Oriente della Divisione dell’Armata d’Italia», sotto la gran maestranza del generale bresciano

Giuseppe Lechi (1766-1836). L’anno prima il fratello di sangue Teodoro (1778-1866), anch’egli generale, era stato nominato responsabile di un altro locale Grande Oriente in Puglia al seguito delle truppe francesi. Con la costituzione del Regno d’Italia nel marzo 1805, nacque il Grande Orien-te d’Italia la cui gran maestranza fu affidata al viceré Eugenio de Beau-harnais. Negli eserciti napoleonici

© CC 3.0 SA BY gwijgo q081r23 08 qiofj20q89u

Un’illustrazione di Quinto Cenni (1845-1917), pittore specializzato in tematiche militari e vicino alla Massoneria