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Inaugurato il cantiere del nuovo resort in Alta Savoia. Al restyling i villaggi di Pragelato e San Sicario Il Club Med conquista le Alpi Obiettivo: i ricchi cinesi nuovi appassionati di montagna da Parigi GIUSEPPE CORSENTINO N on si sa se l’ha fatto per dare un messag- gio al mercato o al suo grande azionista di riferimento, il colosso privato cinese Fosum che l’anno scorso è entrato con un bel gruzzolo di miliardi in quella vecchia icona del turismo francese che è il Club Med, 44 milioni di euro di perdite nel 2015 su un fatturato di 1,5 miliardi in leggera crescita ri- spetto all’anno precedente. Fatto è che lunedì 30 agosto il patron del Club, Henri Giscard d’Estaing, primogenito dell’ex presidente della Repubblica, Valery, si è presentato sulla spianata di Saix, a 1.600 metri d’altitudine, sulle Alpi dell’Al- ta Savoia, per il classico rito della «première pierre», la posa della prima pietra, sot- to l’occhio delle telecamere e davanti a uno schieramento di amministratori pubblici, dai sindaci del dipartimen- to Samoën Grand Massif al presidente dell’Haute-Savoie, interessatissimi che entro il 2017 il Club Med Samoën, con le sue 420 camere tutte con vista mozzafiato sulla valle, diventi realtà, come ha annunciato Giscard d’Estaing. Che, oltre a ricordare ai politici quante concessioni avesse fatto il Club pur di accontentarli (e ottenere le licenze edilizie), ha poi lancia- to un messaggio: «Nous allons où les autres investisseurs ne peuvent aller», noi arriviamo laddove nessun altro investitore ose- rebbe fare. E non si riferi- va, ovviamen- te, all’altitu- dine delle cime dell’Haute-Griffe, ma alla potenza finanziaria del Club Med, supportato dalla teso- reria del gruppo Fosum e, per una certa parte, dalle risorse di due investitori istituzionali di gran nome qui in Francia, come il fondo immobiliare Fon- cière de Régions e le assicura- zioni del Crédit Mutuel. In totale, 100 milioni di euro per realizzare a tem- po di record un resort di lusso, secondo i nuovi standard del Club gestione cinese, che ha anche il vantaggio di essere a poco meno di due ore di auto dall’aeroporto internazionale di Ginevra. Garanzia che an- che i miliardari amici e clienti di mister Fosum (che ha sta- bilito il suo quartier generale europeo in Svizzera proprio per rendere più facili le ope- razioni immobiliari in corso, tra Parigi e Milano) potranno arrivare in tutta tranquillità. «Samoën Grand Massif est un project qui vient valider le succès de la strategie du Club compris à la montagne», que- sto nuovo Club Med è la dimo- strazione che il business della montagna è destinato a sicuro successo, ha spiegato Giscard d’Estaing, ben consapevole dell’autentica passione che i nuovi ricchi cinesi hanno per lo sci e gli sport invernali. Per questo anche i due Club Med italiani di Pra- gelato e San Sicario cambie- ranno faccia molto in fretta. Pragelato, aperto nel 2012 in uno dei siti delle Olimpiadi invernali del 2006, sarà ri- strutturato e ampliato (fino a 900 posti letto) sulla base di un progetto cofinanziato dal Club (per 12 milioni di euro) e dal proprietario dell’immobi- le, l’Hsbc Assurance Life, l’as- sicurazione vita della Hong Kong Shanghai Bank che s’impegnerà per 75 milioni di euro. Contemporaneamente il Club riaprirà il nuovo vil- laggio di San Sicario (accanto alla vecchia pista di bob): un migliaio di posti letto e, anche qui, con un co-finanziamento con alcuni investitori locali tra cui la società che gestisce la funivia del Sestriere. «Il Club Med all’assalto delle Alpi» ha titolato un quotidiano locale dell’Alta Savoia. Solo che ac- canto al mitico tridente del Club, oggi c’è anche la stella della Repubblica Popolare. @pippocorsentino © Riproduzione riservata DI FRANCESCA SOTTILARO Cambio di strategie, di packaging e di prodotto. Ma soprattutto di agenzia pubblicitaria. McDonald’s ha annunciato a metà di un anno ricchissimo di novità (si pensi alle patatine servite in modalità all you can eat negli Usa), la fine della sua storica collaborazione con la Leo Burnett (Publicis Groupe) che per 35 anni ha curato immagine e mosse del gigante delle ham- burger. Il matrimonio, simile a tanti fra grandi brand e creativi (Wieden+Kennedy è partner di Nike dal 1988), è stato interrotto a vantaggio della DDB Worldwide, sigla di Omnicom, anche per ridur- re i costi dei nuovi progetti. Appena tre anni fa il divorzio sa- rebbe stato un dettaglio: nell’estate 2013 si celebrava la mega fusione, poi sfumata, tra i due colossi dell’ad- vertising, Omnicom e Publicis, valo- re 23 miliardi di euro di fatturato aggregato. Ma oggi l’addio della catena dei fast food a beneficio de- gli ex soci oggi rivali, che fa venir meno un contratto da un miliardo di dollari (800 mln di euro), apre nuovi scenari. La notizia rimbalzata sui siti ame- ricani di advertising svela infatti un nuovo trend: DDB ha battuto Leo Burnett nella gara dopo aver lavo- rato a suo fianco dal 2014 nella ri- definizione delle strategie del brand della M Gialla: dalla collaborazione è nato ad esempio il progetto «All day breakfast», la colazione tutto il giorno arrivata anche nella Peniso- la. Ma soprattutto DDB ha prospet- tato quella che il colosso americano della ristorazione chiama «l’agenzia del futuro» dove convivono asset della creatività e dei media prove- nienti da diverse firme e i costi sono ridotti all’osso. «Diciotto settimane fa abbiamo ricevuto il brief per creare l’agen- zia del futuro», ha spiegato Wendy Clark, ceo per il Nord America di DDB Worldwide. «I migliori talen- ti di tutte le sigle Omnicom hanno lavorato insieme per nuovi pro- getti in modo da organizzare e garantire in poco tempo risulta- ti evidenti a costi ottimizzati. Il risultato è un’agenzia su misura per McDonald’s, e siamo eccita- ti per il risultato e l’impatto già evidente sul brand». DDB porta così a casa sotto la nuova direzione di Clark il suo più grande contratto dopo quello con il colosso americano delle tlc AT&T. Mentre Omnicom, si appresta ad aprire una nuova unità creativa a Chicago, dal nome ancora top se- cret, per seguire il progetto che riu- nirà anche Sparks & Honey, Critical Mass e altre sigle del gruppo. Lo staff della Leo Burnett non ha nascosto il proprio disappun- to. «Questa notizia ci delude», ha detto un portavoce della società, «siamo orgogliosi di aver garantito fino a oggi un pensiero unitario. Il lavoro che abbiamo svolto in questi anni per McDonald’s è stato a dir poco spettacolare. Auguriamo loro un continuo successo». La gara tra sigle, indetta all’ini- zio di quest’anno, ha provocato di- verse controversie per alcune spe- cifiche esigenze di McDonald’s: le proposte delle agenzie si dovevano basare sui costi effettivi sostenuti per le campagne e garantiva ritorni solo nel caso di effettivi profitti. Anche per questo è stato spiegato da media americani l’abbandono da parte di Wpp che però non ha commentato la scelta. McDonald’s rimane uno dei più grandi singoli inserzionisti negli Stati Uniti. Se- condo Kantar Media, la catena ha speso circa 820 milioni di dollari (734 mln in euro) su media rileva- ti nel 2015 e 195 milioni (174 mln il corrispettivo in euro) nel primo trimestre del 2016. © Riproduzione riservata McDonald’s al risparmio in pubblicità. Dopo 35 anni sostituisce Leo Burnett con DDB Anno 26 - Numero 207 - € 0,80 Giovedì 1 Settembre 2016 ' /0'1'-2 /0'1'-2# 2#-. 2#-. /# -2*%*/#0 #0' +' , ,. 1* /.11.-. #-2*%*/# .11.-. #-2*%*/# #0' +' , /#0' + +' ,.&' ' * )312*" +' /. 2*" %. %.,' /0'4'&'0' *+ ' *+ (323 &'++' 2'-&'-6' (3230. &'++' 2'- %.,' /0'4 %.++#$.0#6*.-' #6*.-' % %.- + &# 2#+ &# # #51 + &#51 #5 #51 + &# &#51 2#+ &#5 &# 1 #51 '))*# &* 4'-#0*# 0'#+ 0')) +' 2.0*-. # &* 4'-# # ' +' ! 2.0*-. IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ ' * )312*" 2*" 2'-&'-6' 2'- #+ &# + &# # # # + &#51 #5 #51 &#51 #+ &#5 1 #51 + +' 2.0*-. # +' ! 2.0*-. 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Inaugurato il cantiere del nuovo resort in Alta Savoia. Al restyling i villaggi di Pragelato e San Sicario

Il Club Med conquista le AlpiObiettivo: i ricchi cinesi nuovi appassionati di montagna

da ParigiGIUSEPPE CORSENTINO

Non si sa se l’ha fatto per dare un messag-gio al mercato o al suo grande azionista di

riferimento, il colosso privato cinese Fosum che l’anno scorso è entrato con un bel gruzzolo di miliardi in quella vecchia icona del turismo francese che è il Club Med, 44 milioni di euro di perdite nel 2015 su un fatturato di 1,5 miliardi in leggera crescita ri-spetto all’anno precedente.

Fatto è che lunedì 30 agosto il patron del Club, H e n r i Giscard

d’Estaing, primogenito dell’ex presidente della Repubblica, Valery, si è presentato sulla spianata di Saix, a 1.600 metri d’altitudine, sulle Alpi dell’Al-ta Savoia, per il classico rito della «première pierre», la posa della prima pietra, sot-to l’occhio delle telecamere e davanti a uno schieramento di amministratori pubblici, dai sindaci del dipartimen-to Samoën Grand Massif al presidente dell’Haute-Savoie, interessatissimi che entro il 2017 il Club Med Samoën, con le sue 420 camere tutte

con vista mozzafi ato sulla valle, diventi realtà, come ha annunciato Giscard d’Estaing.

Che, oltre a ricordare ai politici quante concessioni avesse fatto il Club pur di

accontentarli (e ottenere le licenze edilizie), ha poi lancia-

to un messaggio: «Nous allons où les autres investisseurs ne peuvent aller», noi arriviamo

laddove nessun altro investitore ose-

rebbe fare. E non si riferi-va, ovviamen-

te, all’altitu-dine delle

cime dell’Haute-Griffe, ma alla potenza fi nanziaria del Club Med, supportato dalla teso-reria del gruppo Fosum e, per una certa parte, dalle risorse di due investitori istituzionali di gran nome qui in Francia, come il fondo immobiliare Fon-cière de Régions e le assicura-zioni del Crédit Mutuel.

In totale, 100 milioni di euro per realizzare a tem-po di record un resort di lusso, secondo i nuovi standard del Club gestione cinese, che ha anche il vantaggio di essere a poco meno di due ore di auto dall’aeroporto internazionale

di Ginevra. Garanzia che an-che i miliardari amici e clienti di mister Fosum (che ha sta-bilito il suo quartier generale europeo in Svizzera proprio per rendere più facili le ope-razioni immobiliari in corso, tra Parigi e Milano) potranno arrivare in tutta tranquillità.

«Samoën Grand Massif est un project qui vient valider le succès de la strategie du Club compris à la montagne», que-sto nuovo Club Med è la dimo-strazione che il business della montagna è destinato a sicuro successo, ha spiegato Giscard d’Estaing, ben consapevole dell’autentica passione che i

nuovi ricchi cinesi hanno per lo sci e gli sport invernali.

Per questo anche i due Club Med italiani di Pra-gelato e San Sicario cambie-ranno faccia molto in fretta. Pragelato, aperto nel 2012 in uno dei siti delle Olimpiadi invernali del 2006, sarà ri-strutturato e ampliato (fi no a 900 posti letto) sulla base di un progetto cofi nanziato dal Club (per 12 milioni di euro) e dal proprietario dell’immobi-le, l’Hsbc Assurance Life, l’as-sicurazione vita della Hong Kong Shanghai Bank che s’impegnerà per 75 milioni di euro. Contemporaneamente il Club riaprirà il nuovo vil-laggio di San Sicario (accanto alla vecchia pista di bob): un migliaio di posti letto e, anche qui, con un co-fi nanziamento con alcuni investitori locali tra cui la società che gestisce la funivia del Sestriere. «Il Club Med all’assalto delle Alpi» ha titolato un quotidiano locale dell’Alta Savoia. Solo che ac-canto al mitico tridente del Club, oggi c’è anche la stella della Repubblica Popolare.

@pippocorsentino© Riproduzione riservata

DI FRANCESCA SOTTILARO

Cambio di strategie, di packaging e di prodotto. Ma soprattutto di agenzia pubblicitaria. McDonald’s ha annunciato a metà di un anno ricchissimo di novità (si pensi alle patatine servite in modalità all you can eat negli Usa), la fi ne della sua storica collaborazione con la Leo Burnett (Publicis Groupe) che per 35 anni ha curato immagine e mosse del gigante delle ham-burger. Il matrimonio, simile a tanti fra grandi brand e creativi (Wieden+Kennedy è partner di Nike dal 1988), è stato interrotto a vantaggio della DDB Worldwide, sigla di Omnicom, anche per ridur-re i costi dei nuovi progetti.

Appena tre anni fa il divorzio sa-rebbe stato un dettaglio: nell’estate 2013 si celebrava la mega fusione, poi sfumata, tra i due colossi dell’ad-vertising, Omnicom e Publicis, valo-re 23 miliardi di euro di fatturato aggregato. Ma oggi l’addio della catena dei fast food a benefi cio de-gli ex soci oggi rivali, che fa venir meno un contratto da un miliardo

di dollari (800 mln di euro), apre nuovi scenari.

La notizia rimbalzata sui siti ame-ricani di advertising svela infatti un nuovo trend: DDB ha battuto Leo Burnett nella gara dopo aver lavo-rato a suo fi anco dal 2014 nella ri-defi nizione delle strategie del brand della M Gialla: dalla collaborazione è nato ad esempio il progetto «All day breakfast», la colazione tutto il giorno arrivata anche nella Peniso-la. Ma soprattutto DDB ha prospet-tato quella che il colosso americano della ristorazione chiama «l’agenzia del futuro» dove convivono asset della creatività e dei media prove-nienti da diverse fi rme e i costi sono ridotti all’osso.

«Diciotto settimane fa abbiamo ricevuto il brief per creare l’agen-zia del futuro», ha spiegato Wendy Clark, ceo per il Nord America di DDB Worldwide. «I migliori talen-ti di tutte le sigle Omnicom hanno lavorato insieme per nuovi pro-getti in modo da organizzare e garantire in poco tempo risulta-ti evidenti a costi ottimizzati. Il risultato è un’agenzia su misura

per McDonald’s, e siamo eccita-ti per il risultato e l’impatto già evidente sul brand».

DDB porta così a casa sotto la nuova direzione di Clark il suo più grande contratto dopo quello con il colosso americano delle tlc AT&T. Mentre Omnicom, si appresta ad aprire una nuova unità creativa a Chicago, dal nome ancora top se-cret, per seguire il progetto che riu-nirà anche Sparks & Honey, Critical Mass e altre sigle del gruppo.

Lo staff della Leo Burnett non

ha nascosto il proprio disappun-to. «Questa notizia ci delude», ha detto un portavoce della società, «siamo orgogliosi di aver garantito fi no a oggi un pensiero unitario. Il lavoro che abbiamo svolto in questi anni per McDonald’s è stato a dir poco spettacolare. Auguriamo loro un continuo successo».

La gara tra sigle, indetta all’ini-zio di quest’anno, ha provocato di-verse controversie per alcune spe-cifi che esigenze di McDonald’s: le proposte delle agenzie si dovevano basare sui costi effettivi sostenuti per le campagne e garantiva ritorni solo nel caso di effettivi profi tti. Anche per questo è stato spiegato da media americani l’abbandono da parte di Wpp che però non ha commentato la scelta. McDonald’s rimane uno dei più grandi singoli inserzionisti negli Stati Uniti. Se-condo Kantar Media, la catena ha speso circa 820 milioni di dollari (734 mln in euro) su media rileva-ti nel 2015 e 195 milioni (174 mln il corrispettivo in euro) nel primo trimestre del 2016.

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McDonald’s al risparmio in pubblicità. Dopo 35 anni sostituisce Leo Burnett con DDB

Anno 26 - Numero 207 - € 0,80 Giovedì 1 Settembre 2016

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Oggi

Il progetto del nuovo Club Med in Alta Savoia.

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18 Giovedì 1 Settembre 2016 MARKETING/CARRIERE

Novità al vertice della società tricolore che fa parte del gruppo i nanziario olandese

Ing Bank sceglie BragadinNominato chief executive offi cer per la fi liale italiana

DI MARCO LIVI

Novità ai vertici di Ing Bank. Dal prossimo primo ottobre Marco

Bragadin assumerà il ruolo di chief executive officer (ceo) di Ing Bank Italia, filiale tricolore del gruppo finanziario olandese che nella Pe-nisola si articola nella divisione wholesale ban-king, presente nel nostro paese dal 1979, e nella divisione retail Ing Di-rect, la banca online av-viata nel 2001. L’obiet-tivo del suo mandato è far crescere l’istituto di credito nel mercato tri-colore focalizzandosi su innovazione e customer experience.

Bragadin entra in Ing dopo tre anni trascorsi in Banca Monte dei Paschi di Siena, dove attualmente ri-copre la carica di direttore retail banking e distribu-zione. In questo ruolo la sua responsabilità include

la defi nizione della strate-gia, dell’approccio al cliente e delle attività commerciali per clienti retail, corporate e private. È anche responsa-bile dell’innovazione e della gestione dei canali, inclu-

dendo filiali, internet, contact center e Atm.

Prima di approdare in Banca Monte dei Paschi di Siena, il manager ha trascorso 11 anni in Vo-dafone Group Plc, dove è stato direttore dello sviluppo business per al-cune macro-aree geogra-fi che e, dal 2007 al 2012, ceo di TeleTu in Italia. Esperienza precedente a Vodafone, quella in Bo-ston Consulting Group, dove ha iniziato il suo percorso professionale.

Bragadin ha consegui-to una laurea in econo-mia presso l’Università di Bologna, un dottorato in financial economics presso l’Università di Bergamo e un mba alla Booth School of Busi-ness di Chicago.

Come ceo di Ing Bank Ita-lia riporterà direttamente ad Aris Bogdaneris, mem-bro dell’Mbb di Amsterdam e head of challengers & growth markets.

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Un nuovo ammini-stratore delegato per Bluvacanze. Si tratta di Domenico Pellegrino, già ma-naging director di Cisalpina e diret-tore sviluppo dello stesso, che da oggi assume la carica di a.d. del gruppo di agenzie di viaggi controllato dalla famiglia Aponte, proprietari anche di Msc. Prende il posto di Alberto Peroglio Longhin che lascia la carica dopo aver gestito il piano di ristruttu-razione e ottimizzazione dei costi di struttura del gruppo.Nel suo nuovo ruolo Pellegrino garantirà continu-ità al piano strategico in essere del gruppo, con particolare focus all’ulteriore sviluppo della rete distributiva.

Domenico Pellegrino nuovo a.d. di Bluvacanze

Nintendo accresce la propria squadra con l’ingresso di Massimo Bullo in qualità di direttore marketing per la fi liale italiana dell’azienda giapponese specializzata nella produzione di videogiochi e console. Il manager sarà responsabile delle strategie di marketing di tutti i prodotti Nintendo, con l’obiettivo di favorirne ancora di più l’espansione nel mercato italiano anche in vista del lancio della nuova console Nintendo NX, in arrivo a marzo del prossimo anno. Bullo, 38 anni, sposato e con due fi gli, arriva in Nin-tendo dopo una signifi cativa esperienza maturata nel management di Haribo dove, dal 2012 al 2016, ha rico-perto il ruolo di country marketing manager per l’Italia con la responsabilità di tutte le strategie di marketing per il territorio. In precedenza ha lavorato come se-nior consultant presso la società di consulenza Orange Network, occupandosi di progetti in ambito marke-ting e multichannel strategy per diverse aziende, e in Ferrero, prima all’interno dell’unità trade marketing innovation, per poi ricoprire il ruolo di brand manager Ferrero per la sede italiana. Collabora attualmente con diverse business school italiane ed estere come relatore e coordinatore scientifi co in master mba e marketing executive.

Nintendo, Massimo Bullodirettore marketing Furcas in Huawei Italia. Huawei Italia ha

nominato Pier Giorgio Furcas a deputy gene-ral manager consumer business group con la responsabilità di consolidare le relazioni commerciali con l’open market e gli operatori di telefonia e la gestione della supply chain con l’obiettivo di rendere ancora più effi ciente il go-to-market dell’azienda produttrice di smartphone in Italia e continuare a crescere in termini di quote di mercato. Nel suo ruolo Furcas, riportando direttamente al general manager di Huawei cbg Italia, avrà il com-pito di contribuire al riassetto organizzativo delle sue aree di competenza, per affrontare le nuove sfi de che il mercato impone ad uno

dei player più dinamici e innovativi del set-tore. Laureato in economia all’Università di Urbino Carlo Bo, Furcas ha iniziato la sua carriera in Philips come product manager dei sistemi AV. In seguito ha lavorato in diverse aziende del comparto consumer electronics, quali Lexmark e Panasonic, con ruoli di sempre maggiore responsabilità in ambito marketing e vendite. Nel 2008 prosegue il suo percorso professionale in Samsung, ini-zialmente come retail sales manager della divisione It, quindi come sales director open market della divisione mobile e, infi ne, rico-prendo il ruolo di head of mobile division.

Gill per l’Emea di Rsa. La security division di Emc ha scelto Jonathan Gill come vice-presidente Europa, Medio Oriente e Africa

(Emea). Il manager conta circa 25 anni di esperienza nel campo della sicurezza a livello enterprise maturata in aziende come VeraCo-de, Ca, Arcot e Ibm.

XL Catlin nomina Triestino client & distribution leader per l’Italia. Roberta Triestino è il nuovo client & distribution leader del ramo assicurativo di XL Catlin

in Italia. La nomina ha l’obiettivo di conso-lidare il team che si occupa dei rapporti con clienti e broker oltre che di promuovere la strategia di crescita in Italia.

BREVI

Domenico Pellegrino

Massimo Bullo

Marco Bragadin

Pier Giorgio Furcas

Roberta Triestino

Jonathan Gill

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19Giovedì 1 Settembre 2016 1Giovedì 1 Settembre 2016MED I A

Un report Usa e i dati italiani confermano: col display piccolo c’è minor attenzione

Quei disinformati col cellulareSu mobile meno tempo per le news, anche la metà rispetto al pc

DI ANDREA SECCHI

È il lato oscuro del mobi-le: la navigazione de-gli utenti da tablet e soprattutto smartpho-

ne cresce sempre più, aumen-ta anche il tempo totale, ma le persone si dedicano meno alle notizie. L’ultimo report in tal senso arriva dallo Shoren-stein Center on Media, Politi-cs and Public Policy, un centro di ricerca dell’università di Harvard, che mette insieme vari dati per mostrare come il fenomeno sia diffuso. La va-lutazione, oltre i dati, è che si andrà creando una seconda classe di cittadini consuma-tori di news, che useranno sempre più mobile e meno pc, ma che saranno meno in-formati se non accedono ad altre fonti.

A farne le spese sono temi come la politica, l’economia, gli esteri, mentre le notizie di sport e intrattenimento trova-no ancora un grande seguito all’interno degli schermi più piccoli. «Abbiamo trovato che, rispetto agli utenti di com-puter, quelli mobile passano meno tempo a leggere i conte-nuti di news», scrive l’autrice dello studio Johanna Duna-way, «e sono meno propensi a notare e seguire i link».

I dati italiani conferma-no questo fenomeno. Oggi gli utenti unici nel giorno medio da pc sono 10,86 milioni (dati Audiweb di giugno), mentre da mobile i navigatori dai 18 ai 74 anni sono 18,4 milioni, resta quindi fuori una fascia

sostanziosa di giovanissimi che non rientra nell’attuale rilevazione. Il tempo speso per persona è di 1 ora e 6 minuti su computer e 1 ora e 47 minuti su mobile. Quin-di gli utenti passano molto tempo a navigare sui cellu-lari come suggerisce l’espe-rienza comune.

Quando si passa però ai siti di news le cose si ribaltano. Intanto nella maggior parte del casi l’audience più alta arriva ancora da pc ed è diffi -cile che anche considerando i giovanissimi le cose cambino. Ma soprattutto il tempo speso diminuisce. Per Repubblica.it si parla 6 minuti e 10 secondi da pc, 3:25 da mobile, quasi la metà (anche se in alcuni mesi il secondo dato si è avvicinato al primo). Per il Corriere della Sera siamo a 4:45 e 3:36 ri-spettivamente (sui totali può aver infl uito il paywall ma i risultati non sono troppo dif-ferenti rispetto al passato). In entrambi i casi, poi, gli utenti da pc sono ancora superiori e così le pagine totali e quelle per utente.

Lo schema di prima si ri-pete spesso. Con alcune ecce-zioni, però, dovute o alla ca-tegoria delle news o al fatto che il sito abbia un’app par-ticolarmente forte. Perché le applicazioni sono l’eccezione al discorso di prima: sulle app si passa in genere più tempo, anche per le news, peccato che la maggior parte degli utenti ne usi soltanto da una a cinque durante la settimana, sono pochi quelli che usano tante app.

In ogni caso, sul mobile in termini di tempo speso van-no meglio i siti di sport: la Gazzetta si avvicina al pa-reggio (5:19 pc, 4:47 mobi-le), ma Tuttomercatoweb è a 5:28 e 7:09, SportMediaset a 5:18 e 6:03, Tuttosport 3:44 e 3:51 e così via.

C’è poi l’eccezione del Tgcom24 che totalizza 3:13 minuti su pc e 3:58 su mo-bile e quelle dei quotidiani locali del gruppo Espresso (4:14 e 5:25), Libero quoti-diano 3:28 e 4:12) e Leggo (4:31 e 12:29).

Lo schermo più piccolo, insomma, riduce l’attenzione sulle news, o per lo meno il tempo, come hanno dimo-strato anche gli esperimenti di eye tracking dello Shoren-stein Center, ovvero i test con i quali si seguiva il movimen-to degli occhi sul display dei cellulari. La Dunaway ricor-da come studi precedenti di-mostrino quanto lo schermo piccolo infl uisca sulle scelte e sull’apprendimento degli utenti e abbia un impatto negativo sul tempo e sulla co-modità di lettura (ovviamen-te, diremmo). Il tutto nella prospettiva che entro il 2020 due terzi dell’attività online sarà da mobile.

Da una parte, perciò, sotto-linea il report americano, in-formare sarà un compito più diffi cile, dall’altra il rischio per gli utenti sarà di gravi-tare su fonti più ristrette di quanto sia accaduto in passa-to grazie a tv e giornali.

© Riproduzione riservata

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21Giovedì 1 Settembre 2016 2Giovedì 1 Settembre 2016MED I A

Da stasera alle 20 sul digitale terrestre d’Oltralpe. Budget di 50 mln per battere la concorrenza

Arriva la Cnn alla franceseVia a FranceInfo:, la rete all news pubblica che piace al potere

da ParigiGIUSEPPE CORSENTINO

Stasera, 1° settembre, «à 20 heures precises», alle otto in punto, la stessa ora del nostro

Tg1, sul canale 27 del digitale terrestre, che qui in Francia si chiama Tnt, Télévision nu-merique terrestre, apparirà il logo di FranceInfo:, tutto nero con i due puntini finali in gial-lo (un giochino grafico costato mezzo milione di euro, come ha svelato il settimanale sa-tirico Le Canard Enchaîné) e cominceranno le trasmissioni del primo canale «all news» controllato dallo stato attra-verso una partnership pubbli-ca che vede riuniti in questo progetto di Cnn alla francese tutti gli attori della comuni-cazione, da Radio France a France Télévisions (la holding radiotelevisiva, l’equivalente della Rai) a France24 all’Ina, Institut national de l’audio-visuelle che non ha un equi-valente in Italia ma che può essere considerato una specie di Treccani di tutti i canali ra-dio e tv, un gigantesco archi-vio di tutti i media televisivi e cinematografici.

I due responsabili di una redazione di 176 per-sone, tra giornalisti tecnici e producer, provenienti dai vari canali e da diversi uffi ci della tv pubblica e della ra-dio, Germain Dagognet e Laurent Gui-mier, «copilo-tes éditoriaux du project», copiloti di un progetto edi-tor iale che prende le mosse una quindici-na d’anni fa, ai tempi dell’ele-zione di Jacques Chirac all’Eliseo, quando non c’era ancora il digitale terrestre ma la necessità di avere una voce informativa pubblica era già avvertita soprattutto dai politici al potere (lo si spie-gherà più avanti), ma che ha cominciato a prendere forma, confusamente, a settembre scorso con l’arrivo della nuo-va presidente Delphine Er-notte (vedere ItaliaOggi del 20 luglio); i due responsabili di FranceInfo:, dicevamo, alle 20 in punto di domani 1° settembre appariranno sullo schermo del canale 27.

E spiegheranno come e perché è nato il canale all-news, quali saranno le sue caratteristiche, le sue scelte editoriali, il suo stile informa-tivo, come e con quali mezzi FranceInfo: (con i due pun-tini fi nali!) pensa di battere la concorrenza dei tre grandi operatori dell’informazione «en continue» sul digitale: il canale Bfm-tv, leader assolu-to con un’audience del 2,8%,

controllato da Sfr Media, cioè dal tycoon Patrick Drahi, fi nanziere franco-israeliano con molteplici interessi nei giornali (dal quotidiano Li-beration al settimanale l’Ex-press); il canale i-Télé che fa capo a Canal+ (1,2% di au-dience) e quindi all’altro ar-rembante fi nanziere Vincent Bolloré (che ha annunciato una cura dimagrante di 300 milioni di euro per tutte le sue partecipazioni tv); e, in-fi ne, il canale Lci, costola del gruppo TF1 del costruttore Bouygues.

Con quali mezzi si sa già: FranceInfo: ha una squa-dra di 176 persone con-tro i 400 di Bfm-tv, i 300 di Lci e i 220 di i-Télé. Ha un budget di

una cinquantina di milioni di euro, appena sotto i 60 milioni di Bfm-tv e i 56 di Lci ma più alto dei 35 milioni di i-Télé (al netto dei tagli minacciati da Bolloré in questo autunno per lui travagliatissimo).

Ma sarà l’offerta edito-riale, insomma la qualità dei notiziari e delle altre trasmissioni di FranceInfo: a fare la differenza, a stabilire, in sostanza, se le news e i pro-grammi di approfondimento confezionati dai giornalisti della rete pubblica saranno vincenti rispetto al bouquet informativo dei concorrenti.

E qui sarà dura, veramen-te. Almeno a giudicare da quello che i telespettatori francesi vedranno stase-ra. A parte il notiziario (Le Journal) che si ripete ogni mezz’ora con qualche aggior-namento e una ripresa dei ti-toli ogni dieci minuti (L’Info à 10,20, à 10,40 e così via sul modello di Radio France), ci sarà un servizio sulle bugie di Donald Trump (metten-do a confronto le sue dichia-

razioni rilasciate in tempi diversi e davanti a pubblici diversi), un altro sul doping nello sport (ma le Olimpiadi sono finite da un pezzo!) e un reportage sulla battaglia di Mosul, in Irak, realizzato dagli inviati di France2, già trasmesso ma con l’aggiunta di una serie di interviste ai combattenti curdi.

D’altra parte perché stupir-si: FranceInfo:, come spiegano i suoi responsabili editoriali, è al momento solo «un atelier des modules», come a dire un «copia-e-incolla» del lavoro dei vari tg, dei radiogiornali e dei programmi d’informa-zione realizzati nella grande offi cina della tv e della radio di stato e dell’Ina, la grande biblioteca dell’audiovisivo. L’Ina, per esempio, curerà ogni giorno una rubrica dal titolo «Retour vers l’info», una specie di RaiStoria più attua-lizzata per spiegare l’attuali-tà con il supporto delle teche radiofoniche e televisive. Ov-viamente non mancheranno i talk show (Les informès), le interviste ai politici, i pro-grammi sportivi e tutto il bouquet internazionale rea-lizzato da France24.

Funzionerà questa bi-slacca Cnn alla francese? I politici, quelli che ora sono al potere, ci puntano con de-cisione, soprattutto François Hollande da quando si è ac-corto che i canali privati, da Bfm-tv a Lci, non erano mol-to disponibili verso l’Eliseo e Matignon.

Del resto quello di avere un canale d’informazione tutto pubblico, e quindi sen-sibile alle ragioni del potere, è un sogno che risale, come dicevamo, alla presidenza Chirac. Siamo nel 2002 e l’allora presidente di France Télévisions, Marc Tessier, fece di tutto per convincere l’allora premier socialista Lionel Jospin e il suo mi-nistro dell’economia, Lau-

rent Fabius, a finanziare un canale all-news control-lato dallo stato, una specie di Bbc francese.

Tre anni dopo, nel 2005, nasce il digitale terrestre e lo spazio informativo che dove-va restare pubblico viene man

mano occupato dai privati, da Bouygues a Vivendi anche se l’idea di avere un canale tutto per loro continua ad affascinare i politici. È vero, c’è France24 («La voix de la France» la defi niva Chirac) e c’è, soprattutto, RadioFrance. Allora prende forma il pro-getto di metterli insieme, ma nessuno ha la forza politica di portarlo avanti. Solo dopo l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo, nel 2015, e le polemiche sulle defaillances degli apparati di sicurezza, Hollande si convince che bi-sogna «creer un grand service public audivisuel numeri-que» che racconti la Francia proprio come piace all’Eliseo e a Matignon. Così rinasce l’idea di FranceInfo: Con i due puntini fi nali, quasi un «ipse dixit» del potere.

@pippocorsentino© Riproduzione riservata

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A sinistra, Delphine Ernotte, presidente di France Télévisions.A destra, il presidente francese François Hollande

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22 Giovedì 1 Settembre 2016 MED I A

Rcs: da Della Valle, Mediobanca, Pirelli e Unipol lista minoranza per il cda. Scadono oggi i termini per presentare le candidature per il rinnovo del cda di Rcs, che sarà votato dall’assemblea del 26 settem-bre. I quattro soci storici Diego Della Valle, Mediobanca, UnipolSai e Pirelli, insieme con Andrea Bonomi, con il suo 2% in capo direttamente a Imh, presenteranno un’unica li-sta di minoranza. Tecnicamente il veicolo Imh, con cui venne lanciata l’opa, non può presentare una lista. A Urbano Cairo, azionista di mag-gioranza, spetteranno i due terzi dei componenti del cda. Lo scorso 3 agosto, quando Cairo si era insedia-to come presidente e amministratore delegato di Rcs, avevano fatto il loro ingresso in consiglio Marco Pompi-gnoli e Stefania Petruccioli mentre era già espressione di Cairo il consi-gliere Stefano Simontacchi. Secondo quanto si apprende, i nominativi che presenterà Cairo «non saranno nomi altisonanti, nessuna sorpresa, sarà una squadra di lavoro». Non è esclu-so che possa entrare l’a.d. di Cairo Communication, Uberto Fornara. Ieri intanto si è saputo che Stefania Petruccioli si è dimessa dal cda di Cairo Communication, nel quale sedeva come amministratore non esecutivo e indipendente. Petruccioli faceva parte anche del comitato per la remunerazione e del comitato per le parti correlate. Ieri il titolo Rcs ha chiuso in calo dello 0,61% a 0,97 euro, in attesa che venisse pubblicata

la decisione del Tar del Lazio sulla richiesta di sospensione dell’atto con cui la Consob aveva deciso di non sospendere l’Opas di Cairo, come chiesto dalla cordata Imh. Lo scorso 1° agosto il Tar, in sede monocratica, aveva già respinto il ricorso.

Exor, da cessione quota Rcs plusvalenza di 4,8 mln. Exor ha realizzato una plusvalenza di 4,8 milioni di euro dalla cessione della quota detenuta in Rcs. È quanto emerge dalla relazione semestrale della holding che fa capo alla fa-miglia Agnelli. Exor deteneva una partecipazione di circa il 5% in Rcs, conseguente alla distribuzione delle azioni del gruppo editoriale da parte di Fca. Exor ha ceduto i titoli Rcs sul mercato in più operazioni tra aprile e inizio giugno con l’ultima tranche di 25,5 milioni di azioni.

Anzaldi: sito Rai non aggiorna-to su direttori, nessuno control-la? «È passato quasi un mese dalle nomine dei nuovi direttori di testata da parte del cda Rai. Il sito uffi ciale dell’azienda, però, riporta ancora i nomi dei vecchi direttori mentre le edizioni in onda riportano corretta-mente i nuovi nomi». Lo ha scritto sulla sua pagina Facebook Michele Anzaldi, deputato del Partito demo-cratico e segretario della commis-sione di Vigilanza Rai. «Possibile che in un’azienda con quasi 12 mila dipendenti a tempo indeterminato», spiega Anzaldi, «1.700 giornalisti e

ben 94 dirigenti con super stipendio sopra i 200 mila euro, nessuno abbia pensato ad aggiornare il sito uffi cia-le del servizio pubblico? Proprio nel mese della vetrina internazionale delle Olimpiadi, peraltro. È questa l’attenzione alla rete della Rai media company?».

Chiude Provincia Quotidiano. La cooperativa Calliope, editrice della Provincia Quotidiano, testata della provincia di Frosinone, cessa le pubblicazioni e licenzia i 18 dipen-denti, dei quali 12 giornalisti. Ne ha dato notizia l’Associazione Stampa Romana.

Torna la Sicily Summer School 2.0. Si svolgerà a Favignana, dal 12 al 23 settembre, la Sicily Summer School 2.0 che, sul modello delle analoghe esperienze del mondo an-glosassone, abbina la formazione web&social con attività balneari e vacanziere nelle Egadi. Due setti-mane promosse dal master in «Web communication e social media» dell’Università di Parma, in colla-borazione con l’amministrazione comunale di Favignana e la Riserva marina delle Egadi e la partecipa-zione di Sdi (Soluzioni di impresa). Sette gli insegnamenti tenuti da docenti e professionisti del 2.0 che spazieranno dai social media alle digital pr, dal content marketing allo storytelling, dalla scrittura creativa alle foto-video animazioni (stop motion e timelapse), dall’uso e

gestione di WordPress e di un blog all’integrazione dei social network con blog e siti di e-commerce. L’ini-ziativa, arrivata alla terza edizione, prevede 15 ore di corsi per 5 giorni, dalle 9 alle 12 (info: www.facebook.com/masterwebcommunication).

Sorrisi porta in edicola una collezione dedicata agli U2. Tv Sorrisi e Canzoni, in collaborazione con Corriere della Sera e La Gazzet-ta dello Sport, porta in edicola per la prima volta una collana interamen-te dedicata agli U2. La collezione ripercorre in 18 uscite tutte le tappe del successo di Bono Vox e compagni; dal primo disco Boy, pubblicato nel 1980, all’ultimo uscito Songs of Innocence, del 2014. La serie contiene i 13 album da studio, un cd live e 4 dvd live. La prima uscita The Joshua Tree è in edicola questa settimana con Tv Sorrisi e Canzoni a 9,99 euro, rivista esclusa, con il cofanetto in regalo.

Virgin Radio cerca due rocker da mandare in California al Desert Trip. Virgin Radio regala il festival più atteso dell’anno con sei icone del rock sul palco nel deserto californiano: Rolling Stones, Bob Dylan, Paul McCartney, Neil Young, Roger Waters e The Who. Un viaggio con volo, hotel e biglietti del concerto in palio per la coppia di rocker che con una fotografi a riuscirà a inter-pretare al meglio lo spirito del rock (virginradio.it).

CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA

LA VIGNETTA DEL GIORNO

Indice Chiusura Var. % Var. % 30/12/15

FTSE IT ALL SHARE 18.581,2 0,31 -20,03

FTSE IT MEDIA 10.795,29 -0,23 -20,02

L’editoria in Piazza Affari

Titolo Rif. Var. Var. % Capitaliz.

% 30/12/15 (mln €)

Cairo Communication 4,0000 3,25 -12,47 537,7

Caltagirone Editore 0,8085 2,21 -19,15 101,1

Class Editori 0,3588 3,10 -48,37 33,9

Espresso 0,7600 -0,72 -24,90 313,1

Il Sole 24 Ore 0,4967 -0,46 -22,99 21,5

Italiaonline 2,2700 -0,79 -26,77 260,5

Mediaset 2,8360 -0,77 -25,99 3.350,0

Mondadori 0,9550 -0,52 -8,08 249,7

Monrif 0,1984 1,74 -24,88 29,8

Poligrai ci Editoriale 0,1791 0,28 -29,46 23,6

Rcs Mediagroup 0,9700 -0,61 56,33 506,2() -.(*, *"&"1(+% (+/%."//(0,

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