Mario Negri - Per Mari Estremi - Arcipelago Edizioni - Indice e Capitolo I

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    Capitolo II. Le scenae dramatis: i due mari... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Note aggiuntive. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

    Capitolo III. ... e le due terre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Note aggiuntive. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Appendice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Capitolo IV. Dal pack del Mare di Weddell a Elephant Island . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Note aggiuntive. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Capitolo V. Attraverso il Mare di Scotia: da Elephant Island alla South Georgia . . Note aggiuntive. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Capitolo VI. La South Georgia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Note aggiuntive. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Riferimenti bibliografici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Appendice. Sulle orme di Shackleton . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Illustrazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Indice delle illustrazioni e fonti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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    Visto ho Toscana, Lombardia, Romagna,quel monte che divide e quel che serraItalia, e un mare e laltro che la bagna.Questo mi basta; il resto de la terra,senza mai pagar l oste, andr cercandocon Ptolomeo [...]

    (Ludovico Ariosto)

    A,

    Era, un tempo, norma pressoch vincolante nelle Facolt umanistiche che i corsi siarticolassero in due parti: quella istituzionale, comprendente e presupponente,in non piccola parte la conoscenza generale della materia, e quella monograficache, della stessa, eleggeva una sezione, talora assai ristretta, e talvolta apparente-mente almeno marginale, in cui il professore illustrava ai suoi allievi i risultati spe-cifici della propria ricerca sul tema. Ed era proprio questa seconda la parte che

    caratterizzava linsegnamento universitario rispetto a quello, parimenti degno, be-ninteso, della Scuola secondaria: ch a questo secondo era demandata linforma-zione dottrinale di base, al primo di fornire ai discenti i metodi e, in votis, i risultatidella ricerca di prima mano: di portarli, in una parola, sulla trincea degli scavi.

    Le pagine che seguono costituiscono una rielaborazione delle due partimonografiche del corso di Storia della navigazione e delle scoperte geografiche dame tenuto nellanno accademico 2013/14. Come si vedr, vi si afffrontano due

    temi molto diversi ma, in qualche modo, unificati dalla comune ambientazionemarina. Ambedue, peraltro, pur con diverse specificit, suppongono, almeno amio giudizio, qualche conoscenza di base in tema di navigazione e di orientamentoin mare: mi permetto cos di dare qui qualche suggerimento bibliografico, in formadi semplice ausilio alla pi facile intelligenza dei problemi che, in circostanze, tempi,e luoghi tanto diversi, hanno affrontati nei loro mari estremi gli straordinariprotagonisti del nostro viaggio, Odisseo/Ulisse, Cristoforo Colombo e sir Ernest

    Henry Shackleton.

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    Unottima trattazione delle nozioni di base della navigazione piana ossiadella navigazione non condotta grazie alle indicazioni desunte dallosservazione

    degli astri, che prende da qui il nome di navigazione astronomica il lettoretrover alle pp. 11-27 (nozioni preliminari, in particolare i concetti di coordinategeografiche e di ortodromia e lossodromia), 57-80 (magnetismo: la bussola e ilsuo uso) e 91-122 (tracciamento di rotte con soluzione grafica, rilevamenticostieri) di G. Mannella, Comando e condotta delle unit da diporto, Milano, LegaNavale Italiana, 1995 (ed ediz. successive). Lo stesso testo affronta anche, alle pp.250-75, i problemi della meteorologia marina e, alle pp. 41-56, fornisce cenni di

    cartografia (in particolare riferiti alla proiezione di Mercatore). Per questultimotema ricordo anche lagile Geografia generale. Astronomia e cartografia negli AtlantiScientifici Giunti, Firenze-Milano 2002 (in partic. pp. 48-85). Per quel che attienealla navigazione astronomica, testo di riferimento ovviamente, per questo livelloliminare resta, almeno a mio giudizio, F. Di Franco, Manuale di navigazioneastronomica semplificata, Milano, Mursia, 1974: nonostante laggettivo che nechiude il titolo, per, si tratta di un testo tuttaltro che facile, e di arduo uso per

    lautodidatta. Di qui il suggerimento di utilizzare invece o la Navigazioneastronomica di G. Ferraresi, Bologna, Crociera Totale, 1998 (pp. 8-28 nozioni dibase, 54-67 il sestante e il suo uso, 75-82 latitudine con la Polare, 83-97 latitudinee longitudine con la meridiana di Sole, 99-106 rette di altezza) oppure, ancorapi elementare,Navigare senza navigatore, Milano, Arcipelago Edizioni, 2013, dichi scrive (pp. 51-72 latitudine e longitudine con meridiana di Sole, e uso delsestante e delle effemeridi, pp. 79-91 latitudine con la Polare, pp. 93-106 rette dialtezza; le pp. 27-49 sono dedicate al tracciamento di rotta col metodo analitico,con richiami minimi di trigonometria alle pp. 10-2). Tutta questa materia, ma condiverso livello di approfondimento, trattata nel grande Manuale dellUfficialedi Rotta, Istituto Idrografico della Marina, Genova 2006 (cit. qui Manuale)nonch, con impostazione di dizionario enciclopedico, nel recente Navigare diM. Elvetico, Roma, Nutrimenti, 2012.

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    nomine Casmillaemutata parte Camillae

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    Ulisse e ColomboLa rotta verso il Paradiso Terrestre

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    Ulisse e ColomboLa rotta verso il Paradiso Terrestre

    Nel loro pur dottissimo e pregevole libro, Buti e Bertagni (1966, pp.106-9) escludono troppo, almeno per il mio giudizio, apoditticamentela possibilit che nel cielo sovrastante il Purgatorio Dante avesse in qual-che modo potuta scorgere la Croce del Sud: Cos scrivono i dueAutori gratuita lidentificazione con la Croce del Sud (scil. dellequattro stelle citate al v. 23 del I canto delPurgatorio) perch questacostellazione nessuno la conosceva: e a Dante chi mai laveva indicata,se lui stesso dice che nessuno laveva vista tranne laprima gente? Dunque,le sue sono quattro stelle puramente immaginarie. I due Autori corret-tamente ricordano che il primo a collegare questa visione dantesca conquella costellazione del cielo australe fu il Vespucci (vd. appresso), e chela prima individuazione delle stelle nunc Crucis Australis in un disegnoceleste autonomo, distinto dal Centauro, della fine del XVII secolo1.Poich da qui che muoveremo per seguire la scoperta di Dante delNuovo Mondo e per altro verso la riscoperta del Poeta da parte deigrandi navigatori del XVI secolo, quando questi principiarono a supe-rare lequinoziale (cio lequatore), e a vedere con i loro occhi il nuovocielo mi sembra qui in limine opportuno citare in extenso i famosi versi22-7 del I canto delPurgatorio:

    I mi volsi a man destra, e puosi menteallaltro polo, e vidi quattro stellenon viste mai fuor challa prima gente.Goder pareva il ciel di lor fiammelle:oh settentronal vedovo sito,

    poi che privato se di mirar quelle!

    1

    Lindividuazione di Crux Australis in forma di costellazione autonoma fuproposta dal Royer nel 1679.

    Dante e la scopertadel Nuovo Mondo

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    Per mari estremi

    Va da s che largomento logico invocato da Buti e Bertagni invecemanifestamente illogico: Dante pu vedere le stelle che nessuno, prima

    di lui, aveva viste dopo Adamo ed Eva2proprio perch si trova nella stessaposizione geografica (solo, molto pi in basso come quota:

    e diedi 1 viso mio incontro al poggioche nverso il ciel pi alto si dislaga(Purg. III, 14-5; cfr.Inf.XXVI, 134-5,Par.XXVI, 139 ecc.)

    del Paradiso Terrestre, da cui i Progenitori, se avessero alzati gli occhiverso il cielo notturno, le avrebbero viste brillare (ancorch, secondonarrer pochi giorni appresso Adamo, il loro soggiorno edenico siadurato soltanto per un breve spazio diurno)3. Se contraddizione nelracconto di Dante c, questa sta piuttosto nella considerazione che,dopo Adamo ed Eva, anche Ulisse aveva visto quello stesso cielonotturno, da vivo (perch, da morte, tutte le anime destinate al

    Purgatorio vi giungono:Purg. II, 37-60). E infatti:Tutte le stelle gi dellaltro polovedea la notte [...] (Inf. XXVI, 127-8) 4.

    2 Questa ci sembra linterpretazione pressoch obbligata dellespressione dan-tesca prima gente (vd. il commento alledizione scartazziniana della Commediaalla p. 301, cui, anche per il testo visti gli interessi di queste note facciamo rife-

    rimento; inoltre, inter complures, Buti e Bertagni 1966, pp.108-9).3 Cos risponde esplicitamente sul tema Adamo inPar. XXVI, 139-42, alla do-manda pur inespressa di Dante:

    Nel monte che si leva pi dallonda,fuio, con vita pura e disonesta,dalla primora a quella che seconda,come l sol muta quadra, lora sesta.Dunque, Adamo stato posto nellEden allinizio del primo quarto del giorno

    sesto della Creazione (Gen. I, 26-7: Brown-Fitzmyer-Murphy 1997, pp.12-5), cio,secondo luso medievale che conservava quello romano dalle 06 del mattino allaprima ora del secondo quarto, cio le 13 del pomeriggio (Tempesti 2006, pp. 73-4,Buti e Bertagni 1966, pp.190-1), per un totale di sette ore. Poich la prima ora deld coincideva colsolis ortus, di fatto i Progenitori non avrebbero mai potuto vedereil cielo stellato sopra di loro. Ma non bisogna eccedere in razionalismo!

    4 Ci sembra che, contrariamente a quanto sostenuto nel commento scartazzi-niano adInf. XXVI, 128, la notte non sia il soggetto personificato di vedea, bens

    complemento di tempo, come in Inf. I, 21-2 (...mera durata/ la notte chipassai

    Ulisse e le stelle del-laltro polo

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    Ma Dante vuol dire evidentemente, e semplicemente, altro, e cio che,dal nostro emisfero5, quelle stelle non sono visibili, e che laltro emisfero

    non appartiene allecumene 6, ed interdetto, dopo la cacciata deiProgenitori, alluomo (onde la sorte marina di Ulisse e dei suoicompagni).

    Ma, come gi si fatto cenno, il punto dellargomentazione di Buti eBertagni su cui vorrei pi insistere ora la loro negazione della possibilitche, ai tempi e nei luoghi di Dante, potesse in qualche modo esser giuntanotizia della Croce del Sud, o, perlomeno, di un disegno celeste ben

    identificato e cos formato nel cielo, da riprodurvi il simbolo dellaRedenzione (e,per incidens, formato da quattro stelle, come quattro sonole Virt Cardinali: di modo che, nel loro giro allegorico nel cielo,potranno lasciar spazio alle altre tre, tante quante sono invece quelleTeologali:Purg. VIII, 89-93)7. Come vedremo, questo tema centrale

    ULISSE E COLOMBO: LA ROTTA VERSO IL PARADISO TERRESTRE

    con tanta pieta). Peraltro, non uso personificato del termine in Purg. II, 4, passoperaltro nodale per la descrizione della geografia dantesca, vd. oltre.

    5 Lorizzonte che racchiude lecumene quello che ha al suo centro Gerusa-lemme, e coincide con quello del Purgatorio, vd. appresso.

    6 Perch tutta le terra (la gran secca), per orrore di Lucifero, si raccolta nel-lemisfero di Gerusalemme:Inf. XXXIV, 112-24, e vd. appresso. Come ricorda giu-stamente Chiarini (2012, p. 2), Aristotele De Caelo, - considerava lemisfero

    meridionale la parte buona, positiva delluniverso, quella da cui, rivolti verso ilmezzod, si vede il sole sorgere da destra e non, come lumanit (peccatrice secondola visione cristiana e dantesca) costretta a fare, come per punizione, da sinistra. appena il caso di ricordare qui che la nominazione della sinistra in greco, gi ome-rico, come la migliore (delle due) sottende un besoin deuphmisme, lagauche tant le ct dfavorable, quil importe donc de dsigner par un terme favo-rable: Chantraine 1999, s.v. (sul tema, e confocus sul mondo greco, Lloyd1993, pp.49-85).

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    Lo stesso rapporto 4:3 e forse una non diversa allegoria inPar. I, 37-41:Surge ai mortali per diverse foci1a lucerna del mondo; ma da quellache quattro cerchi giugne con tre croci,con miglior corso e con migliore stellaesce congiunta [...]Crediamo non sia da dubitare che questi versi alludano al ben noto fenomeno

    per cui il Sole sorge e tramonta esattamente a Est, risp. a Ovest, in due soli giorni

    dellanno, ossia agli equinozi (oggi 21 marzo e 23 settembre), quando il valore della

    La Croce del Sud

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    E se or sotto lemisperio giuntoch opposito a quel che la gran secca

    coverchia [...]e la terra, che pria di qua si sporse,per paura di lui f del mar velo,e venne allemisperio nostro [...] (Inf. XXXIV, 112-24);

    nel secondo il mare, navigato da Ulisse con una rotta che possiamofigurarci (vd. appresso) quasi ortogonale rispetto allorizzonte che

    distingue i due emisferi (non quindi allequatore geografico nostro), conal suo centro il monte del Purgatorio. , questo altro emisfero, proibitoalluomo, ma reale: reale perch ci pu arrivare Ulisse, ma proibitoalluomo perch l sta lEden, da cui luomo, per il peccato originale (lacagion del gran disdegno:Par. XXVI, 113) stato scacciato; ed l,come gi si pi volte visto, che sta il Purgatorio, cui non pu giungerealcun vivente (tanto vero che Catone, incontrando i Poeti nellAnti-

    purgatorio, pensa piuttosto a una fuga dallInferno:Purg. I, 40-8).Disponiamo cos ora delle coordinate geografiche puntuali pertracciare su di una carta del tempo di Dante la rotta di Ulisse che, riuscitodalle Colonne dErcole, non naviga dunque verso Sud, bens verso Sud-Ovest (fig. 1, da Buti e Bertagni; fig. 4):

    ULISSE E COLOMBO: LA ROTTA VERSO IL PARADISO TERRESTRE

    Fig. 1

    La rotta di Ulisse

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    Per mari estremi

    dalla man destra mi lasciai Sibilia,dallaltra gi mavea lasciata Setta.

    Oh frati dissi che per cento miliaperigli siete giunti alloccidente,a questa tanto picciola vigiliade nostri sensi ch del rimanente,non vogliate negar lesperienza,di retro al sol, del mondo sanza gente.Considerate la vostra semenza:fatti non foste a viver come bruti,ma per seguir virtute e canoscenza.Li miei compagni fecio s aguti,con questa orazion picciola, al cammino,che a pena poscia li avrei ritenuti;e volta nostra poppa nel mattino,dei remi facemmo ali al folle volo,sempre acquistando dal lato mancino.

    Tutte le stelle gi dellaltro polovedea la notte, e 1 nostro tanto basso,che non surgea fuor del marin suolo.Cinque volte racceso e tante cassolo lume era di sotto dalla luna,

    poi che ntrati eravam nellalto passo,quando napparve una montagna, bruna

    per la distanza [...] (Inf.XXVI, 110-34).

    Infatti, lorizzonte di Gerusalemme interseca lequatore tangendo1Africa (o, meglio, quanto era allora noto dellAfrica) nel suo punto pioccidentale, e discostandosi dal Nord con un angolo di circa 30 10.

    Lorizzonte di Gerusalemme

    10 Se ne veda una (ipotetica!) traccia in fig.1 (da Buti e Bertagni). Da Curzio

    Rufo si poteva trar notizia del viaggio di Nearco (poi rispreso dal Ramusio) lungoil corso dellIndo fino alla foce dellEufrate, ordinato da Alessandro proprio co-gnoscendi plura cupidine accensus sulle storie favolose che correvano su quel mareignoto (X, 1, 10-6; cfr. IX, 10, 3). Daltro canto, gi nel 1291 Ugolino e Vadino Vi-valdi erano salpati da Genova con due galee, la Allegranza e la SantAntonio,con lidea, poi tragicamente conclusasi, di costeggiare lAfrica al suo ponente, permercanteggiare e per conoscere (binomio virtuoso comune in quei tempi: valga aillustrarlo la ricchissima corrispondenza di Filippo Sassetti (1970) cui,per incidens,

    si deve, per quanto so, la prima sensazione della somiglianza fra lantico indiano

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    Cos, lUlisse di Dante anticipa di due secoli Cristoforo Colombonellidea folle di buscar levante por el poniente e, come credette

    ULISSE E COLOMBO: LA ROTTA VERSO IL PARADISO TERRESTRE

    Ulisse anticipa Colombo

    e le lingue dellEuropa (p. 502). Sui fratelli Vivaldi si vedano Dainelli 1965, pp. 4-5, Sannino 2007, I, pp.284-5). Era, del resto, quella della costa occidentale dellAfricauna sorta di via obbligata, fin dallantichit, per lasciare il Mediterraneo da ponentee giungere, circumnavigando quella terra, fino al Vicino Oriente e poi oltre, allIndia. Erodoto a serbar memoria dei primi peripli lungo lAfrica, fino oltre lequatore.Racconta infatti (IV, 43) che il principe persiano Sataspe aveva, grazie al-

    lintercessione della madre, sorella del grande Dario, avuta sospesa da parte di Sersela pena dellimpalamento decretatagli dal Gran Re per la violenza fatta alla figliavergine di Zopiro, figlio di Megabizo purch avesse compiuto il periplo della Libia(come allora si chiamava lAfrica), dallEgitto al Golfo Arabico. Limpresa non gliriusc e la giustizia ebbe il suo corso. Bench la testimonianza di Erodoto sia isolata,un conforto potrebbe venirle dal fatto che Scilace di Carianda, di cui ci giunto unPeriplo del Mare Interno (Cordano 1992, pp. 15-111), cio del Mediterraneo,avrebbe compiuto, per ordine di Dario I, un viaggio in India, e di l proseguito, come

    avrebbe poi quasi due secoli dopo fatto Nearco, il corso dellIndo, verso laurora eil sorgere del Sole fino al mare; poi attraverso il mare navigando verso occidente,giunsero, dopo 29 mesi, a quello stesso luogo donde il re dEgitto aveva fatto partirei Fenici... perch facessero il giro della Libia (IV, 44). Dunque, conclude Erodoto,come lAsia anche la Libia circondata dalle acque al suo meridione: infatti (IV, 42)fu Neco, il re dEgitto, che ne diede la dimostrazione, primo di quelli che noi co-nosciamo: egli...fece partire su delle navi dei marinai fenici con lordine che, nellavia del ritorno, penetrassero nel mare settentrionale attraverso le Colonne dErcole

    e per questa via raggiungessero di nuovo lEgitto...Essendo passati due anni, nelterzo, girate le Colonne dErcole, giunsero in Egitto. E raccontano (cosa, per contomio, incredibile ma, per qualche altro, forse no) cfr.Purg. IV, 52-84! che, mentregiravano intorno alla Libia, avevano avuto il Sole alla loro destra. Questultima no-tazione del maggior interesse giacch, nonostante lincredulit di Erodoto, tro-vandosi a navigare da Est a Ovest nellemisfero meridionale, il Sole sta a Nord, e cioappunto sulla destra di chi, rivolto a ponente, lo osserva (la situazione opposta inPurg. IV, 55-7). Fin quiper relata (bench dal Padre della Storia). Del cartaginese

    Annone, invece, la cui navigazione, iniziata a Gade e terminata per mancanza di vi-veri in un punto non meglio identificato della costa africana, abbiamo la testimo-nianza diretta dei frammenti del suoPeriplo, che risale presumibilmente alla I metdel V s. a.C. (Cordano 1992, p.5), giuntici attraverso una traduzione (forse unepi-tome) greca (forse) del IV secolo (ib., p. 11). Ma su quella rotta era stato precedutodi qualche decennio, forse fino al Senegal, dal massaliota Eutimene (VI s.: ne d te-stimonianza Marciano).

    Sulla stessa rotta si sarebbe avventurato, alla fine del II s., Eudosso di Cizico, se-

    condo ci tramanda, attraverso Strabone (II, 3, 4-5), Posidonio.

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    Per mari estremi

    daver fatto il Genovese, vd. appresso, giunge, tenendo la prua per SW,bench ignaro, a scorgere la montagna sulla cui vetta sta lEden. Onde

    la sua rovina:[...] e parvemi alta tanto

    quanto veduta non avea alcuna.Noi ci allegrammo, e tosto torn in pianto;ch della nova terra un turbo nacque,e percosse del legno il primo canto.Tre volte il f girar con tutte lacque:

    alla quarta levar la poppa in susoe la prora ire in gi, comaltrui piacque,infin che 1 mar fu sopra noi richiuso (Inf. XXVI, 134-42).

    Dante non leggeva direttamente Tolomeo, ma disponeva di unepitomedellAlmagesto, a opera del dotto arabo al-Farghni (latinizzato in

    Alfragano), che Gherardo da Cremona tradusse in latino col titoloLiberde aggregationibus scientiae stellarum.Per comune e consolidata dottrina, questo opuscolo rappresenta la

    fonte principe di Dante per la geografia e per lastronomia. Tuttavia, ilPoeta ha introdotte alcune novit nel modello tratto dallAlfragano (e,attraverso lui, da Tolomeo) che ne costituiscono lidentit speciale.

    In estrema sintesi, Dante accoglie dalla tradizione e dalla comune

    dottrina del tempo che la Terra, sferica, stia al centro delluniverso, cheruota, in forma di sfere concentriche, intorno a lei; che la suacirconferenza sia di 20.400 miglia 11; che tutta la terra emersa stianellemisfero settentrionale; che lecumene, la parte abitabile della

    Dante e Alfragano

    11 Ma lAlfragano intendeva miglia (milliaria, nella traduzione di Gherardo)arabe, equivalenti a m 1.973, mentre Dante intende miglio romano o italico (m

    1.475): ne viene una misura inferiore di 1/4 al computo moderno che di 40.000km. Fu questo, del resto, il felice errore che indusse poi Colombo a mettersi, comeUlisse, per lalto mare aperto, sia pure seguendo un diverso tragitto su un parallelodella zona temperata: Buti e Bertagni 1966, p.27 (segnalo, oltre a qualche norma-lizzazione nel testo citato, che quanto detto sulla rotta colombiana opinione degliAutori, e che il valore di 40.000 km approssimato (Smiraglia-Bernardi 1999, p.46: 40.076,6 (eq.) /40.009,2 (pol.) km). Sul rapporto fra la stima dellAlfragano edi Dante rispetto allarco di longitudine sotteso fra la foce del Gange e Gade (Purg.

    II, 1-5) vd. la n. (13) del cap. 3.

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    Terra, stia tutta a Nord, e che i suoi confini estremi vadano dalla focedel Gange a Gade (Cadice) in Spagna, fra i quali intercorre un arco di

    longitudine di 180 (e quindi, convertendo larco in tempo, 12 ore),mentre la sua estensione nel senso della latitudine non eccede i 67, 23dal Polo settentrionale fino allEquatore (lequinoziale); infine, chetutto questo spazio abitabile sia diviso in sette zone climatiche, nellequali il giorno ha diversa durata 12 (figg. 2, 3).

    ULISSE E COLOMBO: LA ROTTA VERSO IL PARADISO TERRESTRE

    Le sette zone climatiche del-lemisfero di Gerusalemme

    12

    Alfragano, VI-VIII (Campani 1910, pp. 76-92).

    Fig. 2

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    Fig. 3

    Fig. 4

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    Ma su questo disegno lalta fantasia del Poeta innesta un modelloteologico e cosmologico che lega dinamicamente la forma della Terra

    agli eventi del Cielo: la terra emersa tutta raccolta nellemisferosettentrionale perch Lucifero precipitato dal cielo dalla partedellemisfero opposto a quello del luogo della Passione e dellaResurrezione di Cristo.Inf.XXXIV, 112-26:

    E se or sotto lemisperio giuntoch opposito a quel che la gran seccacoverchia, e sotto l cui colmo consunto

    fu luom che nacque e visse sanza pecca:tu hai i piedi in su picciola sperache laltra faccia fa della Giudecca.Qui da man, quando di l sera:e questi, che ne f scala col pelo,fitto ancora s come primera.Da questa parte cadde gi dal cielo;

    e la terra, che pria di qua si sporse,per paura di lui f del mar velo,e venne allemisperio nostro; e forse

    per fuggir lui lasci qui luogo votoquella chappar di qua, e su ricorse.

    Cos la cosmologia si fa teologia: la forma della Terra, la distribuzione

    delle terre e dei mari, le parti abitate e quelle interdette alluomo, lavoragine dellInferno e la montagna del Purgatorio, tutto ci lesitodella catastrofe della caduta di Lucifero, ultimo e grandioso esempio di(semi-)dio che vuol farsi Dio, e dellimperfetta polarizzazione fra il Benee il Male che caratterizza, almeno a mio giudizio, la visione cristiana.Tutto ci non era n avrebbe potuto essere in Tolomeo e nel -lAlfragano, ed il prodotto genuino del genio credente di Dante. Ma

    ci ha anche delle conseguenze sulla nuova struttura del mondo.Questo, in sintesi estrema, il disegno geografico e cosmografico dellaCommedia, e il mondo e il cielo che stiamo indagando. Ma i tempi eranofervidi e sempre pi lo saranno di curiosit.

    Non mai stata, almeno per quanto io so, individuata una fonte esplicitada cui Dante avrebbe potuta aver notizia dellesistenza, nellemisfero

    celeste opposto al suo, di una costellazione identificabile, ai nostri occhi,

    ULISSE E COLOMBO: LA ROTTA VERSO IL PARADISO TERRESTRE

    Cosmologia e Teologia

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    con la Croce del Sud. IlLibro dellAggregazione delle Stelle dellAlfragano,citato nel Convivio (II, 14) e, come gi si fatto sopra cenno, per comune

    dottrina considerato il tramite grazie al quale il Poeta ha potuto accedereallastronomia (e alla geografia) di Tolomeo, non ne fa cenno alcuno.Spesso, sul tema, viene avanzata lidea, tuttavia solo indiziaria, che Danteabbia potuta aver contezza di mappe celesti arabe recanti il disegno diquelle stelle dal suo maestro Brunetto Latino che, nel 1260, era statoinviato come ambasciatore del Comune fiorentino presso Alfonso diCastiglia (Tes., vv. 114 ss.). Ma di tali mappe peraltro del tutto

    verisimili per quanto so non c a tuttoggi traccia (su questo vd. ancheladdendum In limine).

    Comunque sia, e quali che fossero le notizie sul cielo australe giunte aDante e al suo tempo, almeno a giudicare dalle loro relazioni i grandinavigatori del XV e XVI s. considerarono quel cielo, e in specie la Croce,con lo stupore verso lincognito che si disvela. La prima notizia a noi

    pervenuta di quel segno provvidenziale nel cielo si deve ad Alvise daCa da Mosto che, nel corso del suo secondo viaggio lungo la costaoccidentale dellAfrica, iniziato da Lagos nel marzo del 1456, si spinsefino alle Isole di Capo Verde, e poi ancora pi a Sud fino alla foce delGeba, dove oggi la capitale della Guinea-Bissau, intorno ai 12 dilatitudine Nord: dove non vedemmo pi che una volta la tramontana,e ne pareva... sopra il mare laltezza di una lanza13. Ancora avemmo vista

    di sei stelle basse14 sopra il mare, chiare, lucide e grandi, e tolte quelle a

    Per mari estremi

    Alvise da Ca da Mostoe la Croce del Sud

    13 Ai tempi di Alvise il problema tecnico del rilevamento con un grado accetta-bile di precisione dellaltezza del Sole (o di un altro astro) sullorizzonte era ancoralontano dallessere superato, e lo stesso Alvise aveva elaborato un sistema (di qui lamisura lanza citata, il cui valore, ovviamente con la pi grande approssimazione,dovuta sia alla presumibile imprecisione dello strumento, sia alla prossimit della

    Polare allorizzonte, potrebbe essere ricavato ex postmerc la nota corrispondenzafra latitudine dellosservatore e altezza di quellastro). Il moderno sestante, discen-dente dellottante di Hadley, e prima ancora dello strumento di Hooke, primo stru-mento a riflessione per la misurazione delle altezze, si deve a una proposta delcap.Campbell del 1757: il lembo graduato fu portato dai 45 dellottante (1/8 del-langolo giro) a 60, cio 1/6 (sestante) dello stesso angolo. Lo strumento mo-derno, fornito di vetrini per proteggere la vista dai raggi solari, pu cos misurareangoli fino a 120: DellOro, 2007, pp. 242-6.

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    Perch osservate da una bassa latitudine rispetto al polo australe.

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    segno per il bossolo15, ne stavano dretto per ostro16, figurade in questomodo sequente:

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    le quali giudicammo esser il carro dellostro; ma la stella principale nonvedemmo, perch non era ragionevole di poterla discoprire, se nonperdevamo la nostra tramontana17. N diverso atteggiamento mostra

    15 il nome antico (p. es. Medina 1555: Libro Sesto De lagugia, ouer bossoloda navigar) della bussola (dal lat. buxida cassetta di bosso).Agugia dallago dellastessa (cfr. Cabo das Agulhas, circa cento miglia a Est di Citt del Capo, cos nomi-nato per gli sbalzi da Est a Ovest dellago delle bussole in quelle acque (il grande na-

    vigatore argentino Vito Dumas, superato quel Capo per far rotta verso la Tasmanianellestate del 1942, intorno ai 35 S 30 E dovette tener conto di una possibile de-clinazione magnetica (d) di ben 54 verso W, di modo che, per tenere una rotta di90 (cio verso Est), seguiva una lettura della bussola di 144 (Negri 2013, p.21)).Sulle perturbazioni magnetiche di quei luoghi si legger come sempre con piacerequanto ne dice il Sassetti (1970, pp. 459-60, 476-7).

    16 Cio verso Sud.17 Se bene intendo queste parole, Alvise si attendeva di trovare allinterno della

    Croce una stella dellOstro similmente a come la Polare sta allinterno dellOrsaMinore, e attribuisce alla latitudine ancora troppo settentrionale (se non perde-vamo la nostra tramontana) il fatto di non individuarla. Ai giorni nostri la Crocedel Sud visibile nei mesi di marzo e aprile anche dalle basse latitudini settentrionali(da 20 N a scendere verso meridione), e sale naturalmente nel cielo tanto pi ci siavvicina allEquatore (la linea equinoziale), e poi lo si supera. Dunque i 12 N ri-feriti da Alvise, il cui periplo inizia appunto in marzo, sono una latitudine piena-mente congrua con la possibilit di osservarvi la Croce. Domenici-Hack 2010, pur

    conoscendo e largamente citando la lettera vespucciana di cui subito appresso dir,enfatizzano devo dire, con bizzarro campanilismo fiorentino il ruolo svolto nel-lindividuazione della Croce da Andrea Corsali, nella relazione ai granduchi di To-scana del suo primo periplo africano del 1515, contenuta in una lunga lettera speditada Calicut (apparisce una croce meravigliosa nel mezzo di cinque stelle che la cir-condano (comil Carro la Tramontana) con altre stelle, che con esse vanno intornoal polo girandole lontano circa trenta gradi... (p.113). I due Autori ritengono pro-babile che Dante avesse avuta notizia della Croce da fonti arabe. Ma, come gi si

    fatto cenno, quali?

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    Per mari estremi

    lOviedo: Io voglio qui dire unaltra cosa assai notabile, che quelli chenon hanno navigato per questIndie non la posson aver veduta, salvo che

    non fussero andati verso lequinoziale, o fossero giunti al manco pressoa 23 gradi dallequinozio18. E quello chio voglio dire questo, chemirando alla parte di mezod vedranno sopra lorizonte 4 stelle in croce,che vanno intorno al circolo delle Guardie19 del polo antartico, e stannoin questa forma poste:

    La lettera di AmerigoVespucci

    18 La stima di 23 come limite per losservabilit sorprendentemente esatta,vd. sopra.

    19 Medina 1555, libro V: Per dico che per questa stella di Tramontana si saquanta la altezza del polo sopra lorizonte, de modo che quantunque il polo non

    si vede, per questa stella se conosce, & si sa il loco doue il polo sta, loqual effetto siconosce per vnaltra stella de le medeme sette, la pi lucente de le dui chiamate guar-diane...Et nota che intra la stella dela Tramontana, & lo guardian sta sempre ilpolo....

    20 O 28 dello stesso mese? Vd. la n. (119) in Collo-Crovetto 1991, p. 233.21 Nei mesi invernali (ma gi da settembre) la Polare visibile dalla latitudine

    0, ovviamente bassissima sullorizzonte (la latitudine dellosservatore coincide so-stanzialmente collaltezza dellastro: Negri 2013, pp. 81-91). Scendendo verso Sud,

    la Polare diventa subito invisibile, mentre nel restante periodo dellanno lOrsa Mi-

    Ma, almeno a mio avviso, il passo che pi significativamente intervienenel tema che qui sindaga si pu leggere in una lettera scritta a di XVIIIdi luglio del 150020 a un magnifico signor mio, da identificarsi conLorenzo di Pierfrancesco de Medici, da Amerigo Vespucci, e che quiriporto, per il suo interesse, in extenso: E tanto navigammo per la torridazona alla parte daustro che ci trovammo istar di basso della lineaequinoziale e tener lun polo e laltro al fine del nostro orizzonte; e la

    passammo (scil. lequinoziale) di VI gradi21

    , e del tutto perdemmo la

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    stella tramontana, ch apena ci si mostravono le stelle della Orsa minoreo, per me dire, le guardie che volgono intorno al firmamento. Io, come

    desideroso dessere lautore che segnassi a la stella del firmamento delloaltro polo, perde molte volte il sonno di notte in contemplare il movi-mento delle stelle dello altro polo, per segnar qual desse tenessi minormovimento e che fussi pi presso al firmamento; e non potetti, conquante male notti ebbi, e con quanti strumenti usai che fu il quadrantee lastrolabio , segnar istella che tenessi men che X gradi di movimentoa lintorno del firmamento; di modo che non restai satisfatto in me

    medesimo di nominar nessuna essere il polo del meridione a causa delgran circulo che facevono intorno al firmamento. E mentre che in questoandavo, mi ricordai dun detto del nostro poeta Dante, del qual famenzione nel primo capitolo del Purgatorio, quando finge di salire diquesto emisperio e trovarsi nello altro, che, volendo descrivere el poloantartico, dice:

    Io mi volsi a man destra, e posi mente

    a laltro polo, e vidi quattro stelle [...].

    Col progredire della scoperta dellaltro emisfero le citazioni delle stelleche compongono la Croce si moltiplicano. AllOviedo, gi ricordato,possono aggiungersi fra gli altri il Pigafetta e, quasi con le stesse paroleusate dal Vespucci, Pietro di Dino (Berchet 1892, p. 267) e il Sassetti(1970, pp. 295-7). Ne scrive poi diffusamente il Corsali al duca Juliano

    ULISSE E COLOMBO: LA ROTTA VERSO IL PARADISO TERRESTRE

    Vespucci e Dante

    nore osservabile anche da latitudini meridionali (fino a 10 fra tutto maggio e lamet di giugno). Nel viaggio di cui si riferisce in questa prima familiare il Vespucciera imbarcato in qualit di pilota (e cio astronomo e navigatore), funzione cheforse spiega la sua speciale attenzione per le osservazioni celesti. Il viaggio cui si ri-

    ferisce quello compiuto fra il 18 maggio 1499 e il giugno 1500 da Alonso de Ho-jeda e Juan de la Cosa... alla terra delle Perle, dove Colombo era approdato sin dal31 luglio 1498 durante il suo terzo viaggio (Collo-Crovetto 1991, p.210). Se qual-cosa non mi sfuggito nella lettura di Medina 1555, sembra che in questo classicomanuale del siglo de oro della conquista nel Nuovo Mondo a ponente e delle -misfero australe a meridione la valenza della Croce del Sud come segnacolo delladirezione del polo australe celeste, che tanto aveva colpito il Vespucci, sia del tuttotrascurata, e che questa costellazione sia solo utilizzata per determinare la latitudine

    dellosservatore: Medina 1555, Libro V, p. CVII.

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    Per mari estremi

    deMedici nellottobre del 151622 La Croce, ancora nel Centauro, rifulgein una celebre mappa celeste del Drer del 151523.

    Nel suo terzo viaggio (1498-1500) Cristoforo Colombo giunse, tenendoa dritta le Piccole Antille 24, alla foce dellOrinoco. E di questa scrive:Ho sempre letto che il mondo terra ed acqua era sferico nei passidei dotti e nelle esperienze che Tolomeo e quantaltri ne scrissero... Maora... ho visto tanta disconformit; e in ragione di ci mi sono fattoquesta opinione del mondo e ho scoperto che non era rotondo come sta

    scritto, ma piuttosto a forma di una pera rotonda assai, salvo l dove sidiparte il picciolo, che il punto pi rilevato, ovvero a forma di pallarotonda essa pure, in un punto della quale fosse posto un capezzolo didonna e che questa parte di questo picciolo o capezzolo sia la pi alta ela pi vicina al cielo e sorga al di sotto della linea equinoziale, e in questoMare Oceano ai bordi estremi doriente... di questo emisfero non savevanotizia certa... perch nessuno vi era passato... Non trovo n mai ho

    trovato scrittura di latini o di greci che a scienza certa dica del ParadisoTerrestre se non che si trova in questo mondo, n lho veduto segnato inalcun mappamondo se non sulla base di congetture... Io non credo cheil Paradiso Terrestre abbia forma di aspra montagna, come tramandatodalle scritture; convengo solo si trovi sulla cima di quella sporgenza chedissi, figurandola come il picciolo della pera, e che a poco a pocoavanzando verso di essa gi da molto lontano si cominci a salire. E credo

    che nessuno potr mai raggiungere la vetta come ho gi detto, e credoche questacqua possa scaturire proprio da quel luogo per quanto lontanoe poi sfociare l da dove io vengo, formandovi questo lago. Grandi indizidel Paradiso Terrestre sono questi, perch tale sito conforme allopi-nione di questi santi e sacri teologi. Allo stesso modo questi segni sonoin tutto conformi, giacch non ho mai letto n udito che una cos grandequantit di acqua dolce possa trovarsi tanto addentro e a tal punto

    commista con la salata... (Collo-Crovetto 1991, pp. 63-5).

    Il terzo viaggio di Colombo

    22 Vd. la n. 17.23 Drer 1471/1971, p.171.24 Per la rotta del terzo viaggio vd. Cornell 2012 pp. 84 ss. (dal punto di vista

    nautico). Allinterno della sterminata letteratura colombiana vorrei solo ricordarei due splendidi volumi Cristoforo Colombo e lapertura degli spazi (Genova, Palazzo

    Ducale), Roma 1992.

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    Possiamo accettando naturalmente le categorie mentali del tempo,prima di Dante e poi di Colombo fare anche noi, benchper ludum,

    una congettura, e tentar di dare le coordinate geografiche del ParadisoTerrestre? Se Gerusalemme si trova (approssimando al grado) a 32 N35 E, il monte del Purgatorio, alla cui sommit sta lEden, e che agliantipodi di quella (Purg. IV, 67-71 e sgg.), si trover utilizzando qui lenostre coordinate a 32 S 145 W, in pieno Pacifico meridionale e,peraltro, in un luogo non lontanissimo da quella linea di cambiamentodella data che da un lato d, bench anacronisticamente, luogo al

    problema cronografico connesso col giorno di cui descritta lalba inPurg. I, 13 ss. (per cui vd. lo schema della cronografia della discesaallInferno), dallaltro imbarazz il Pigafetta (1989, p. 216) nel suoresoconto dellepico viaggio intorno al mondo di Magellano, che glirisultava concluso di mercoled quando invece nel mondo trovato alsuo rientro era gi gioved (vd. anche per questo lo schema): dunque aSW delle Piccole Antille, verso cui nel terzo viaggio fece rotta

    Colombo. Osserviamo ora la fig. 5: le due linee rappresentano luna larotta del terzo viaggio di Colombo laltra la (ipotetica!) via marina diUlisse. Come si vede, la seconda sta ovviamente con la pi grandeapprossimazione quasi sul prolungamento della prima, per giungere aun dipresso proprio in quel luogo, agli antipodi di Gerusalemme, doveabbiamo (ripeto, doverosamente, per ludum) situata lisola delPurgatorio, fra le acque del Pacifico meridionale. In mezzo, a fermare

    Colombo, lAmerica: ma n Colombo n, naturalmente, Dante losapevano.

    ULISSE E COLOMBO: LA ROTTA VERSO IL PARADISO TERRESTRE

    Le coordinate geograchedel Purgatorio

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    Per mari estremi

    Fig. 5

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    PER MARI ESTREMI

    I i

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    In copertina:Ivan Aivazovsky (1817-1900), Tra le onde (titolo or.: ), 1898, olio su telaGalleria Aivazovsky, Feodosia, Crimea.http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/02/Ayvaz_sredy_voln.jpg

    2014 Mario Negri

    ISBN 978- 88-7695-503-7

    Prima edizione: marzo 2014

    Via G.B. Pergolesi, 1220090 Trezzano sul Naviglio (Milano)

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