MARIO DELPINI NUOVO ARCIVESCOVO DI MILANO: IL GRAZIE...

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N.1, luglio/agosto 2017

Un Vescovo saluta la Diocesi dopo aver compiuto un tratto di cammino impegnativo e lascia il testimone ad un nuovo Vescovo, suo successore. Così sta accadendo nella nostra amata Chiesa di Milano e ci chiediamo: qual è la notizia? Cosa ci ha generato attesa, cosa ci stupisce, cosa ora ci spinge a commentare, imma-ginare, disegnare futuro, fare verifiche? Forse lo stupore di vedere che ancora lo Spirito suscita il sì di un uomo ad una missione così importante, ad una responsabilità così impegnativa. Essere Vesco-vo comporta un potere grande, lo intuiamo, ma gravoso, pieno di sorprese, di aspettative alte, di nodi da sciogliere, di questioni de-licate, di ruoli tanto diversi e pregnanti da assumere tutti insieme. Anche quando siamo abitati da una fede debole e un po’ smarrita non possiamo non cogliere qui la forza inequivocabile di due “gran-di”: lo Spirito di Dio che soffia e infonde energia e poi la Chiesa tutta, con tutti i suoi ministeri e i suoi carismi, con tutte le sue risorse di popolo, con le sue espressioni più semplici di fede, con la sua capacità di essere fatta da gente che consola, ama, sostiene, celebra, si rallegra, affida, scusa e sopporta. Osiamo pensare che il nuovo Arcivescovo non possa far altro in queste ore se non invocare una forza che non è sua e l’affetto del popolo. E noi con lui. S.E. Mons Mario Delpini è l’uomo che Papa France-sco ha scelto per continuare a condurre la Diocesi Ambrosiana dopo il Cardinale Angelo Scola. È la scelta precisa del Pontefice per realizzare anche a Milano la missione evangelizzatrice ribadita in Evangelii Gaudium, la concretizzazione di una Chiesa in uscita, la creatività di una stagione ecclesiale così piena di processi da avviare, di primato della vita da riscoprire, di unità da costruire, di conflitto da attraversare in modo virtuoso. Come ha ben ricordato anche il Cardinale Scola nel dare l’annuncio della nuova nomina, Mons. Delpini conosce bene questo territorio diocesano ma anche le dinamiche profonde di chi vi abita, delle sue comunità, dei suoi presbiteri e della sua curia. Possiamo dire che “l’ha vista crescere”, passo dopo passo, svolgendo in essa molti servizi diversificati e pieni di responsabilità. Partecipiamo con emozione a questo mo-mento di passaggio che tocca la nostra vita, compresa la sfera dei sentimenti. Siamo grati al Cardinale Angelo e ripercorriamo con la mente alcuni dei momenti più significativi vissuti con lui. Sia-

mo contenti del nuovo Arcivescovo Mario, e con lui riprendiamo decisamente il cammino. Da parte nostra facciamo l’inventario di ciò che non vorremmo far mancare al nuovo Arcivescovo: uno sguardo sulla Diocesi che parta dalle nostre vite quotidiane e che sappia raccontare il Vangelo vissuto; una premura perché tutti si sentano accolti, chiamati, visitati, raggiunti da proposte amorevoli e coinvolgenti per crescere nella fede; una capacità critica, schiet-ta e non lamentosa, possibilmente corredata di studio, capacità di analisi e competenza sulle numerose questioni della società civile, della cultura, della politica, del lavoro, delle dinamiche internaziona-li; una laboriosità generosa e proficua, attenta ai bisogni; una buona allegria, non dettata da ingenuità ma da profonda fiducia nel futuro. Un nuovo Arcivescovo non può che spingere l’Azione Cattolica a rinnovare le sue promesse, a ribadire il proprio impegno, a superare con più determinazione i suoi ostacoli. Il nuovo Ar-civescovo deve poter contare sull’AC, sentirsi affiancato da noi nel compito pastorale e profetico che lo attende. Il nuovo Arcivescovo, nel suo primo saluto, ha ironizzato sulla sobrietà del proprio nome di Battesimo se paragonato a quello dei suoi predecessori. L’ironia è un tratto per il quale già in molti lo conosciamo. Non di rado ne siamo stati spiazzati e perciò non intendiamo competere su questo terreno, ma cogliamo lo spunto per rivolgergli un nostro caloroso augurio: “Caro Arcivescovo Mario, il suo nome non le suona aulico e non le sembra reggere il paragone con i predecessori, ma tutti i nomi dei Vescovi che lei ha citato sono diversi tra loro, a dire l’u-nicità di tutti voi. Attendiamo che lei sia proprio come è, con il suo modo originale di essere Vescovo, con il suo tratto inconfondibile, con il dono che è la sua persona e nessun altro. Con affetto, conti su di noi, buon cammino!”

L’Azione Cattolica ambrosiana

MARIO DELPINI NUOVO ARCIVESCOVO DI MILANO: IL GRAZIE E IL BENVENUTO DELL’AC

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Dopo un numero pilota (lo speciale dell’assemblea diocesana), ripren-diamo finalmente la pubblicazione di In Dialogo, il giornale dell’Azione Cattolica ambrosiana. Finito l’iter assembleare degli scorsi mesi che ha visto il rinnovo di buona parte degli incarichi associativi e l’inizio del nuovo triennio riprendiamo la pubblicazione dopo un’ulteriore, piccola rivoluzione. Infatti, il Consiglio Diocesano – in una delle ultime sedute – ha approvato su proposta della Presidenza che In Dialogo continui in futuro ad essere il giornale dell’Associazione, con un ritorno però alla “produzione” in loco. Come ricorderete, il 2015 e il 2016 sono stati contraddistinti da stampa e invio del giornale curati a Roma dall’editrice AVE; In Dialogo arrivava così nelle case dei soci insieme al mensile na-zionale Segno nel mondo. Non possiamo non menzionare che nel 2015 i numeri pubblicati sono stati 7, mentre nel 2016 le uscite sono state 9, per un totale di circa 85 articoli all’anno. Un impegno e un risultato

notevoli. Non sentendoci, però, del tutto garantiti circa una spedizione puntuale, abbiamo deciso di fare un piccolo passo indietro e di slegarci da Roma, tornando così a realizzare tutto il giornale in Diocesi. Mentre si stanno ancora valutando costi e impegni per la stampa e la spedizione, questo numero è già di per sé un piccolo cambiamento. Si intuisce forte e chiara la scelta di mantenere, seppur fragile, uno strumento cartaceo ed informatico per i soci di AC, coniugata con alcuni nuovi accorgimenti. Ogni novità è efficace se rivela un significato denso e profondo e se nello stesso tempo diventa occasione per lasciarsi rige-nerare dall’entusiasmo e per continuare insieme il cammino. Innanzi-tutto, il giornale si trasforma in un bimestrale; il numero di pagine e la veste grafica rimarranno pressoché identici, mentre cambiano i contenuti e una parte delle rubriche. Abbiamo deciso di porre la nostra attenzione su quello che accade intorno a noi e di riflettervi sopra senza fretta e senza ansia, cercando di leggere i segni dei tempi e accom-pagnando il discernimento che la Chiesa è chiamata a vivere oggi. Tralasceremo, quindi, il racconto più informativo delle iniziative dell’as-sociazione, privilegiando per queste strumenti sicuramente più indicati come il sito internet e i social network. Di volta in volta verranno scelti dei temi significativi che indirizzeranno “l’Editoriale” (colore giallo) e andranno a comporre la rubrica “Approfondimenti” (caratterizzata dal colore rosso), quattro pagine in cui sviscerare da prospettive diverse una questione, dando così ai soci alcuni criteri e strumenti di giudizio per orientarsi nella realtà che cambia. Rimane la rubrica “Diocesi”

(colore verde), dove ci permetteremo di pensare e riflettere sulla no-stra Chiesa locale, sul magistero dell’Arcivescovo, sulle trasformazioni che avvengono nel territorio della nostra diocesi. La diocesi, infatti, resta l’orizzonte del nostro impegno, è il luogo del nostro attaccamento alla Chiesa di Gesù, fulcro del nostro servizio e della nostra attenzio-ne missionaria. Infine, intercambiabili la rubrica “Polis” e la rubrica “Territorio” (colore viola), caratterizzate da uno sguardo critico e non superficiale sull’attualità. In questo primo numero del “nuovo” In Dialo-go ci soffermeremo innanzitutto sulla nomina del nuovo arcivesco-vo, Mons. Mario Delpini. Stiamo vivendo un tempo di preghiera e di attesa per il suo “ingresso” ufficiale: ringraziamo il Santo Padre per il dono che ha voluto fare alla nostra Chiesa diocesana. Il nucleo centrale del numero sarà dedicato al tema dell’educazione, tema caro all’AC, ricordandoci che il 2010-2020 è stato scelto dalla Chiesa italiana pro-prio come decennio per riflettere su questa tematica così importante e decisiva. Abbiamo intervistato l’insegnante Marco Erba, scrittore fra i banchi di scuola che ci ha raccontato la sua esperienza; ci siamo lasciati interrogare dalla figura di don Lorenzo Milani, “prete scomodo” a cui papa Francesco ha deciso di rendere omaggio a metà giugno; abbiamo ripreso in mano l’insegnamento dell’enciclica Laudato Si’ e analizzato la novità dell’alternanza scuola-lavoro, introdotta dalla cosiddetta riforma della Buona Scuola. Tutto questo perché la sfida educativa di oggi implica, oltre ai problemi, anche delle opportunità e delle possibilità di crescita. Si tratta di aprirsi al futuro, non di rim-piangere il passato. Ogni nuova situazione è una sfida alla creatività e all’inventiva di chi deve trovare la risposta adeguata. La dote più rara e importante richiesta all’educatore oggi è quella di saper ascol-tare e interpretare le nuove esigenze e le nuove opportunità che il mondo contemporaneo offre, per impararne i linguaggi, intercettarne le aspettative, apprezzarne le risorse. Il compito di ogni educatore è in-nanzitutto quello di lasciarsi educare dalla realtà, senza presumere di sapere già tutto. Ad ogni educatore spetta, perciò, non di plasmare a propria immagine e somiglianza il volto dell’altro, ma di aiutarlo ad emergere, accompagnandone la crescita. In questo senso crediamo che l’educazione, più che essere la cura nei confronti di qualcuno, consista nel richiamare ad avere cura di se stessi, del proprio es-sere, della propria intimità, della propria vita. Continuando l’esame dei temi di questo numero, pubblichiamo la lettera che l’Arcivescovo Scola ha inviato a tutti i fedeli ambrosiani a conclusione della visita pastorale e alcune riflessioni di papa Francesco sulla figura del ve-scovo. Infine, riprendiamo il percorso a tappe sulla storia dell’Azione Cattolica Italiana a 150 anni dalla sua nascita. Dopo le figure di Mario Fani e Giovanni Acquaderni (In Dialogo 11/2016) e quella di Giuseppe Toniolo (In Dialogo 12/2016), in questo numero approfon-diremo Armida Barelli (fondatrice della GF e animatrice dell’Università Cattolica). Senza conoscere la propria storia, difficilmente si può guar-dare con occhio positivo e creativo la realtà e con essa confrontarsi. Gli approfondimenti sull’Associazione continueranno anche nei prossimi numeri. Ci auguriamo, infine, che In Dialogo possa incontrare anche questa volta il favore dei soci e di quanti vorranno leggerlo e utilizzarlo, diventando strumento di confronto e di dibattito. Per comunicare con noi è possibile scrivere all’indirizzo: [email protected]

Alberto Ratti e la redazione

INSIEME VERSO LA META

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onesti» (220). Come non riconoscere qui un eco dell’anate-ma contro la corruzione che lo stesso Pontefice ha più volte formulato? Non è solo la tentazione del dio denaro, ma – si potrebbe dire – ogni attentato ad un pieno sviluppo dell’uomo: «l’amore sociale è la chiave di un autentico sviluppo» (237). Se questo pensiero vale per tutti, tanto più può valere per il credente. Ricorda Francesco – anche a chi fra noi è “addor-mentato” – che «il mondo non si contempla dal di fuori ma dal di dentro, riconoscendo i legami con i quali il Padre ci ha unito a tutti gli esseri» (220): «vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa, non costituisce qualcosa di opzionale e nemmeno un aspetto secondario dell’esperienza cristiana» (217).

Dario Romano

L’enciclica Laudato si’ di papa Francesco ha da poco compiuto due anni, ma – al di là degli entusiasmi della prima ora – pare non abbia scosso molto la pubblica opinione, forse nella con-vinzione che si tratti solo di ecologia. Eppure il documento non è certo monotematico, né inaccessibile. Infatti, il discorso del Pontefice non riguarda solo la tutela dell’ambiente, ma anche quelle vie per un pieno sviluppo dell’uomo in tutte le latitudini della sua esistenza che si fondano sull’appartenenza ad una “casa comune”. Risulta essere centrale, quindi, il ruolo riservato all’educazione (trattata nel sesto ed ultimo capitolo dell’enciclica, Educazio-ne e spiritualità ecologica), non foss’altro per il ruolo emi-nentemente pastorale e non scientifico del documento. Cosa è rimasto dunque da mettere in pratica?Anzitutto, papa Francesco richiama la scuola, le associazioni, la politica, i mezzi di comunicazione, tutte le comunità cristiane ad «educare all’alleanza tra l’umanità e l’ambiente». Se fin qui il compito sembra spettare ad “altri”, subito il Papa sottolinea la centralità della famiglia (nn. 213-214), «sede della cultu-ra della vita», secondo l’espressione di Giovanni Paolo II nella Centesimus Annus.Infatti, non si tratta solo di informare, ma di far maturare delle abitudini, anche con la creatività «che mostra il meglio dell’es-sere umano» (211), di prestare attenzione alla bellezza ed amarla (215), di fare «quel salto verso il Mistero, da cui un’eti-ca ecologica trae il suo senso più profondo» (210). È un cam-biamento nello stile di vita personale cui è deputata anzitutto la cellula fondamentale della società (si veda qui la consonanza con l’Amoris Laetitia), poiché solo partendo dall’educazione in famiglia si può esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale (206). Tra i tanti inviti, la Laudato si’ formula quello a riscoprire il valore della sobrietà che «non è meno vita, non è bassa intensità, ma tutto il contrario»: è «liberante» (223). E la sobrietà fa il paio con gratitudine, gratuità e con la consapevolezza di non essere separati dalle altre creature, gli assi interiori attorno cui ruota l’auspicata “conversione ecologica” (217).

Allo stesso modo è necessario rispondere ai problemi sociali con reti comunitarie (219): occorre sentire che «abbiamo bi-sogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e

EDUCARSI ALL’ECOLOGIA INTEGRALE

“ PAPA FRANCESCO RICHIAMA

TUTTE LE COMUNITÀ CRISTIANE AD EDUCARE

ALL’ALLEANZA TRA L’UMANITÀ E L’AMBIENTE

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“ IN OGNI RAGAZZO C’È UNA POTENZIALITÀ DI BELLEZZA E DI RISCATTO „

Marco Erba debutta con il romanzo Fra me e te, pubblicato nel marzo 2017. Da semplice romanzo auto-pubblicato in digitale, in pochi mesi “Fra me e te” ha suscitato un grande entusiasmo tra i lettori e ha ottenuto uno straordinario successo. La casa editrice Rizzoli ha così deciso di pubblicare il romanzo. “Fra me e te” è un racconto a due voci, quelle di Edo e Chiara. L’autore, nato nel 1981, è sposato con tre figli, uno dei quali in affido. Da dieci anni insegna italiano e latino in un liceo della pro-vincia di Milano. La storia di Edo e Chiara fa emergere il mondo, i desideri, le contraddizioni dell’adolescenza. «I ragazzi oggi – dice Marco Erba – sono diversissimi tra loro. Sono ragazzi unici, come uniche sono tutte le persone. Una delle cose belle della vita è che non ci sarà mai nessuno uguale a te. Così sono i ragazzi. Credo

che in ogni ragazzo ci sia una scintilla di bellezza e il ruolo di noi educatori e insegnanti sia risvegliare quella scintilla. Non c’è nessun ragazzo, neanche il bullo, il teppista, neanche quello che gioca male la sua libertà, che non abbia dentro di sé una poten-zialità di bellezza e di riscatto. Su questa bellezza bisogna far leva.

Al di là dei fatti di cronaca che ci propongono sugli adolescenti, spesso negativi e che danno un’immagine distorta di quel mondo, credo che l’istinto al bene, a ciò che costruisce, il desiderio di la-sciare una traccia bella nei ragazzi sia fortissimo. Hanno bisogno di qualcuno che creda in loro e che gli faccia vedere questa stra-da, stimolando positivamente la loro libertà. Senza questo stimolo rischiano di perdere tempo e buttarsi via».

I suoi incontri, le storie e le relazioni con i giovani sono stati importanti per scrivere e alimentare la speranza?

Sono convinto che raccontare storie cambi la vita alle persone. Noi ci rendiamo conto del senso della nostra vita quando la raccontia-mo a qualcuno, oppure quando ci guardiamo indietro e vediamo il filo rosso che unisce tutti gli eventi che ci hanno portati ad essere chi siamo oggi. Percepiamo la nostra stessa vita come un raccon-to. Progettiamo il nostro futuro come un racconto. I nostri progetti sono il racconto di chi vogliamo diventare. I racconti cambiano la vita anche perché il racconto aiuta a vincere il pregiudizio. Non si può conoscere una persona senza prima averla ascoltata. Chi non conosce qualcuno punta facilmente il dito. Ma se l’altro ci racconta la sua storia, allora non ci fermiamo in superficie e ne scopriamo la bellezza. Per me scrivere significa raccontare storie che mi sono state regalate perché le persone che le leggono pos-sano non fermarsi alla superficie delle situazioni che vivono, ma porsi domande che portano più in profondità.

È convinto che ai giovani sia necessario non dare risposte ma suscitare domande. In ambito educativo non le sembra che sia più aderente l’icona dell’allenatore rispetto a quella di un arbitro?

Assolutamente sì! Noi insegnanti dobbiamo suscitare domande nei nostri ragazzi perché loro stessi trovino chi sono loro. Non credo nell’insegnante o nel genitore che desidera che il figlio sia una sua fotocopia. I miei figli, i miei allievi, non devono essere fotocopie di chi sono io, devono essere loro stessi. Tu ragazzo devi essere chi sei tu, non chi tua mamma vuole che tu sia, chi i tuoi amici vogliono che tu sia. Credi in te stesso perché dentro hai una grandissima bellezza, una scintilla che può incendiare il mondo attorno a te e renderlo un posto più vivo, più caldo, migliore. Credi in questa bellezza, scopri chi sei tu, fatti tante domande per di-ventare te stesso. Sono convinto che un insegnante, un genitore, debbano anche provocare duramente i ragazzi perché essi trovino se stessi, come accade in “Fra me e te”.

Silvio Mengotto

Marco Erba, insegnante e autore di Fra me e te, crede che in ogni ragazzo ci sia una scintilla di bellezza: «Il ruolo di noi educatori e insegnanti è risvegliare quella scintilla»

> Marco Erba in classe mentre insegna ai suoi ragazzi

“ IL RUOLO DI NOI EDUCATORI E INSEGNANTI È QUELLO DI RISVEGLIARE LA SCINTILLA DI BELLEZZA PRESENTE IN

OGNI RAGAZZO „

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PAPA FRANCESCO ALLA SCUOLA DI DON LORENZO MILANI

Agostino Burberi aveva otto anni quando conobbe don Lorenzo Mi-lani frequentando con altri bambini la scuola di Barbiana. Ha vis-suto direttamente tutta la vicenda umana e pastorale di don Milani fino alla sua morte. Oggi è animatore della Fondazione Don Lorenzo Milani (www.donlorenzomilani.it) insieme agli ex alunni della scuola popolare di Barbiana ed era tra i presenti alla visita pastorale di papa Francesco sulla tomba e tra le aule della scuola fondata dal priore di Barbiana. «La decisione di Papa Francesco – dice Agostino Burberi - di venire il 20 giugno a pregare sulla tomba del nostro priore, dopo essere stato su quella di Mazzolari, ovviamente ci ha riempiti di gioia». A Barbiana, a pochi metri dalla scuola dove don Milani insegnava, papa Francesco si rivolge agli ex alunni presenti: «Voi siete i testimoni di come un prete abbia vissuto la sua missio-ne, nei luoghi in cui la Chiesa lo ha chiamato […] testimoni della sua passione educativa, del suo intento di risvegliare nelle persone l’umano per aprirsi al divino. Di qui il suo dedicarsi completamen-te alla scuola, con una scelta che qui a Barbiana egli attuerà in maniera ancora più radicale. La scuola per don Lorenzo, non era una cosa diversa rispetto alla sua missione di prete, ma il modo concreto con cui svolgere quella missione, dandole un fondamento solido e capace di innalzare fino al cielo». «Oggi don Lorenzo – riprende Agostino Burberi – è contento di vedere come la Chiesa lo accolga. Papa Francesco ha riabilitato in pieno il nostro maestro e non solo, visto che nel 2014 aveva tolto il decreto del sant’Uffizio che 60 anni fa aveva vietato la stampa e la diffusio-ne di Esperienze Pastorali. La Fondazione aveva chiesto a tutti i papi succeduti a Giovanni XXIII, di togliere quel vincolo considerato superato, ma nessuno fino a Francesco aveva accolto la richiesta. L’isolamento che le autorità ecclesiastiche crearono intorno a don Milani fu pesante. Prima di morire aveva chiesto al cardinale Florit di fare in modo che la Chiesa ereditasse la sua opera perché non fosse considerata fatta da un prete fuori dalla Chiesa. Le autorità ecclesiastiche non capirono e per 50 anni è stato considerato un prete “fuori” dalla comunità. Oggi il fatto che il Papa lo indichi come modello di prete innamorato della sua Chiesa e di Cristo ci entusiasma». Solo in questo ultimo decennio i vescovi di Firenze hanno dato un riconoscimento a don Lorenzo. «Oggi – dice papa Francesco – lo fa il vescovo di Roma. Ciò non cancella le amarezze che hanno ac-compagnato la vita di don Milani, ma dice che la Chiesa riconosce in quella vita un modo esemplare di servire il Vangelo, i poveri e la Chiesa stessa». I verbi più usati da don Lorenzo Milani sono stati: apprendere, conoscere, sapere, parlare con franchezza per difendere i propri diritti, apertura alla realtà, che delineano il metodo educativo della scuola di Barbiana. «Anche il riscatto degli ultimi – puntualizza Agostino Burberi – e la padronanza delle parole, visto che si imparavano diverse lingue straniere. Quando, ormai adulto, don Lorenzo ha abbracciato la fede, ha chiesto a Dio di farlo diventare povero tra i poveri e Dio, mandandolo a Barbiana,

lo ha accontentato. Barbiana era in quel periodo storico l’Africa del Mugello, luogo isolato: senza strada, corrente elettrica ed acqua potabile nelle case. Dove i figli dei contadini potevano al massi-mo usufruire di una scuola elementare pluriclasse. E lui non aveva molte scelte: o morire o mettere al servizio degli ultimi le sue co-noscenze, dedicarsi al riscatto degli ultimi, a dar loro la parola, ad insuperbire i timidi ragazzi e prepararli per la vita. Ho saputo che Bergoglio quando frequentava le Villas miseria (quartieri difficili di periferia) di Buenos Aires già conosceva e indicava come esempio don Lorenzo. La passione per il riscatto degli “ultimi” portò don Lorenzo ad assu-mere atteggiamenti controcorrente mal compresi, vissuti però nella consapevolezza di servire la maturità e la dignità di chi la società inesorabilmente scartava. «La sua capacità di stare dentro la Chie-

sa – riprende Agostino Burberi -, anzi amarla contro tutti, è stato il suo successo perché ha obbedito alle autorità, senza rinunciare al suo pensiero sempre dichiarato e praticato. Questo è ancora oggi un grosso insegnamento: mai scappare, ma lottare dall’interno per far prevalere il proprio pensiero. La sua coerenza è l’altro grosso insegnamento che ci lascia. Agli insegnanti che gli chiede-vano consiglio rispetto al suo modo di fare scuola rispondeva: “Non è importante come si faccia scuola ma come si debba essere per fare scuola”. Questo insegnamento vale per tutte le categorie di persone e per tutti i lavori: bisogna cioè essere coerenti tra quel-lo che si dice e quello che si fa, con uno sguardo privilegiato e con l’ardore di voler riscattare gli ultimi».

Silvio Mengotto

> Don Lorenzo Milani e alcuni alunni a Barbiana

calendario diocesano

CALENDARIO 2015-2016

1 M 2 M 3 G 4 V 5 S

3gg Responsabili Giovani

6 D 3gg Responsabili Giovani

7 L 3gg Responsabili Giovani

8 M 9 M 10 G 11 V 12 S

13 D 14 L

RidEstate la Gioia

Giornata di studio Adulti a Milano (pom)

15 M 16 M17 G 18 V 19 S

20 D Giornata di studio Adulti a Lecco IncontrACi

Giornata di studio Adulti a Monza Notte dei Passaggi

21 L

22 M

Presentazione Cenacolo

23 M24 G 25 V 26 S

27 D Tobia

TobiaGiornata di studio Adulti a Varese

28 L 29 M

Incontro politici di AC

30 M

1 G 2 V

3 S

Redditio symboli

Datti una regolata 18 enni

Datti una regolata 18 enni

4 D Consiglio Diocesano

Time Out

5 L 6 M 7 M 8 G 9 V 10 S 11 D 12 L

Giornata Parrocchiale

13 M14 M 15 G

16 V 17 S

18 D

19 L 20 M

21 M22 G 23 V

TobiaPromesse Cenacolo

Incontro IntroduttivoLectio Adulti

TobiaPromesse Cenacolo

24 S

25 D

26 L27 M 28 M 29 G 30 V 31 S

1 D Ognissanti 2 L 3 M 4 M 5 G 6 V 7 S Time Out

Tabgha ACR 8 D

9 L

famiglieInizio I turno Casa Zaccheo

Giornata studio Adulti

Convegno CEI Firenze Convegno CEI Firenze Convegno CEI Firenze Convegno CEI Firenze Convegno CEI Firenze

Time OutTabgha ACR

Giornata spiritualità

Parrocchiali

Adulti Triuggio

Incontro Presidenza Nazionale con Presidenti

Giovani

10 M 11 M 12 G 13 V 14 S

15 D

Presentazione Bilancio Missione Bethlehem (Eremo)

16 L

I Avvento Bethlehem (Eremo)

17 M 18 M

Formazione catechiste

19 G 20 V 21 S

22 D

Pomeriggio Spiritualià Adulti +

Consiglio Regionale con Presidenza Nazionale

Eremo Giovani

23 L

II Avvento

Eremo Giovani

Giornata Spiritualià24 M25 M

26 G27 V 28 S

29 D

Esercizi avvento Studenti/Ado/18enniFormazione AnimatoriAdulti

30 L

III Avvento Ritiro Adulti

Studenti/Ado/18enniConsiglio Diocesano

1 V 2 S 4gg ACS

2 gg Aggiornamentoteologico

3 D 4gg ACS

Capodanno Solidale

2 gg Aggiornamento teologico

Epifania

4 L 4gg ACS

5 M 4gg ACS

6 M 7 G 8 V 9 S 10 D 11 L12 M Esercizi assistenti13 M 14 G Esercizi assistenti15 V Esercizi assistenti16 S

17 D

18 L

Incontro Diocesano18 enniBethlehem (Eremo)Incontro Diocesano18 enniBethlehem (Eremo)

19 M Formazione Catechiste 20 M

21 G

22 V 23 S Festa della Pace +

24 D Festa della Pace +

25 L 26 M 27 M 28 G 29 V 30 S Consiglio Diocesano

31 D Festa della Famiglia

1 L 2 M 3 M 4 G 5 V 6 S

7 D

8 L

9 M 10 M 11 G 12 V 13 S 14 D 15 L 16 M Formazione Catechiste17 M

18 G 19 V20 S

21 D

22 L

I Quaresima

Eremo GiovaniEsercizi AdoII QuaresimaEremo GiovaniEsercizi AdoGiornata Spiritualità AdultiInizio III turno Casa Zaccheo

23 M 24 M Giornata Spiritualità

25 G 26 V 27 S Esercizi 18enni

28 D III Quaresima

Esercizi 18enni

Esercizi 18enni

Bethlehem (Eremo)

Bethlehem (Eremo) Giornata Spiritualità Adulti

1 M 2 M Pomeriggio Spiritualità

3 G 4 V Eremo Giovani 5 S

6 D

7 L 8 M

Esercizi adoEremo giovaniAdulti-Giovani 2gg residenzialeIV QuaresimaEsercizi adoEremo giovaniAdulti-Giovani 2gg residenziale

TaborBethlehem (Seveso)V QuaresimaTaborBethlehem (Seveso)

9 M 10 G 11 V 12 S

13 D

14 L 15 M Formazione Catechiste Consiglio Diocesano

16 M 17 G18 V 19 S Traditio Symboli 20 D D. delle Palme21 L 22 M 23 M Notte degli Ulivi24 G 25 V 26 S 27 D S. PASQUA 28 L Lunedì d. Angelo29 M

29 L

30 M 31 G

1 M 2 G Festa della Repubblica 3 V 4 S 5 D Consiglio Diocesano 6 L 7 M 8 M 9 G 10 V

11 S12 D

Inizio Viaggio ai confini ACS

13 L14 M 15 M 16 G 17 V 18 S19 D20 L21 M22 M 23 G24 V Modulo formativo25 S Modulo formativo26 D Modulo formativo27 L 28 M29 M 30 G

1 V 2 S Inizio S. Cate Ado 1 3 D 4 L 5 M 6 M 7 G 8 V 9 S Inizio S.Cate Ado 210 D11 L12 M13 M14 G 15 V16 S Inizio S. Cate Ado/18enni17 D18 L19 M20 M

21 G 22 V23 S

24 D25 L GMG26 M GMG27 M GMG 28 G GMG29 V GMG30 S GMG31 D GMG

1 D

2 L 3 M 4 M 5 G

6 V 7 S Sacromonte 14enni 8 D 9 L Consiglio Diocesano 10 M 11 M 12 G 13 V 14 S

15 D16 L17 M 18 M 19 G

20 V 21 S 22 D Festa Regionale ACR 23 L 24 M 25 M 26 G Corpus Domini 27 V 28 S

29 D 30 L 31 M

1 M 2 M 3 G 4 V 5 S 6 D

7 L S.Ambrogio

IV Avvento

8 MI Immacolata Giornata adesione Inizio Giubileo

Inizio II Turno Casa Zaccheo

Discorso alla Città

9 M 10 G 11 V 12 S 13 D

14 L Bethlehem (Seveso)

15 M Formazione Catechiste

16 M17 G 18 V 19 S Eremo Giovani 20 D

21 L

VI Avvento Eremo Giovani

Capodanno SolidaleCapodanno Solidale

22 M 23 M 24 G 25 V S.NATALE26 S S. Stefano27 D 28 L 29 M30 M 31 G

1 V 2 S 3 D AC fitness unitario

4 L 5 M 6 M 7 G 8 V 9 S 10 D Giornata Educatori ACR

11 L

Convegno Adulti + 1

Spiritualità famiglieGiornata Spiritualità ACServizio per la Catechesi

12 M Formazione Catechiste

3gg Itinerante Adulti 3gg Itinerante Adulti 3gg Itinerante Adulti

Convegno PresidenzePellegrinaggio Giovani

Festa UnitariaConvegno Fidanzati



Incontro Diocesano18enniBethlehem (Eremo)2gg FormazioneAnimatori AdultiIncontro Diocesano18enniBethlehem (Eremo)2gg FormazioneAnimatori Adulti

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Itinerante Giovani 2

Assunzione B.V.M.

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ACS Lecco

ACS Monza

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26 V Modulo formativo27 S Modulo formativo28 D Modulo formativo29 L Esercizi Spirituali30 M Esercizi Spirituali31 M Esercizi Spirituali

Formazione catechiste

Incontro Diocesano18enniIncontro Diocesano18enniAC Fitness

Bethlehem (Seveso)V Avvento

Esercizi assistentiEsercizi assistenti

Esercizi assistenti

EDR di zona

EDR di zona

LifeStyle Giovani

LifeStyle Giovani

2gg MaturandiFormazione AnimatoriAdultiLifeStyle Giovani2gg MaturandiGiornata SpiritualitàfamiglieLifeStyle Giovani

Adulti Triuggio

Adulti +Inizio IV turno Casa Zaccheo

9 10 11 12 1 2 3 4 5 6 7 8Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto

UFFICIO ADESIONI: [email protected]

MILANO: via S.Antonio, 5tel. 02.58391303;da lunedì a venerdì h. 9-13/14-17

LECCO: sede da definiresolo nei mesi di novembre e dicembrelunedì h.14:30-17; venerdì h.15-17:30

VARESE: Oratorio della Brunellavia Marzorati, 5

[email protected] [email protected] SEGNALA UN EVENTO A: [email protected]

9 10 11 1 3 5 712 2 4 6 8Settembre Ottobre Novembre Gennaio Marzo Maggio LuglioDicembre Febbraio Aprile Giugno Agosto

CALENDARIO 2017-2018

[email protected]

[email protected]

SEGNALA UN EVENTO A:[email protected]

UFFICIO ADESIONI: [email protected]: Casa AC - Venegono Superiore c/o Castello dei Missionari Comboniani, via delle Missioni, 12

MILANO: via S.Antonio, 5tel. 02.58391303;da lunedì a venerdì h. 9-13/14-17

LECCO: Casa AC - Costa Masnaga piazza S. Maria Assunta, 4

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RidEstate la gioia

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Saluto della Diocesi al Cardinale A. Scola

Presentazione Itinerario e Programma Adulti a Milano

Notte dei passaggi ACR - Giovanissimi

IncontrACi

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3gg Responsabili Giovania Spotorno

Presentazione Itinerario e Programma Adulti a Desio


Presentazione Itinerario e Programma Adulti a Costa Masnaga


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Presentazione del Percorso Fidanzati “Nati per amare” 2017/18

Presentazione Itinerario e Programma Adulti a Venegono Sup

Ingresso nuovo Arcivescovo

Consiglio Diocesano_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

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Film per il 150° AC Milano “Come una rosa nell’armadio”

Formazione educatori AC Move

Formazione educatori AC Move

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Seminario sulla legalità

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Redditio Symboli

Datti una regolata - consegna regola di vita

Giornata parrocchiale AC

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Tobia - formazione responsabili Giovani/ACR

Tobia- formazione responsabili Giovani/ACR

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Convegno Regionale sull’accompagnamento

Promesse Cenacolo

Giornata formazione Responsabili

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“Sulla regola di vita” (per i 19enni)

“Sulla regola di vita” (per i 19enni)

Giornata Famiglie

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S. PASqUALunedì dell’Angelo

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Consiglio regionale

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Incontro catechisti

Giornata diocesana Educatori ACR


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Convegno sulla Regola di Vita (per i 19enni)

Convegno sulla Regola di Vita (per i 19enni)

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Convegno nazionale presidenze

“Attraverso” 3gg Itinerante Adulti e Adulti-giovani

Pellegrinaggio regionale Giovani







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Esercizi spirituali

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Esercizi spirituali

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4gg Campo Estivo Educatori ACR




Ognissanti_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _2gg Educatori ACR2gg Educatori ACR“Attraverso” GiornataAdulti e Adulti-Giovani_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _Incontro CatechistiBethlehemI Avvento BethlehemConsiglio regionale_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _Giornata di spiritualità Adulti +_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _Esercizi di AvventoACS - Giovanissimi(Zona 4) Eremo GiovaniII AvventoEsercizi di AvventoACS - Giovanissimi(Zona 4) Eremo GiovaniMattinata Spiritualità Adulti a Desio_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _Giornata Spiritualità Adulti a Triuggio_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _Esercizi di AvventoACS - Giovanissimi(Zona 2)III AvventoEsercizi di AvventoACS - Giovanissimi(Zona 2)Giornata Spiritualità Adulti a GazzadaConsiglio Diocesano_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

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Esercizi di AvventoACS - Giovanissimi(Zona 1)

Bethlehem

IV Avvento


Bethlehem

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Immacolata

Giornata adesione


V Avvento


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Eremo Giovani

No Panic

VI Avvento

Eremo Giovani

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S. NATALES. Stefano_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

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Capodanno solidale Giovani

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Repubblica dei poveri - 3P

Consiglio Diocesano(giornata)

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Viaggio ai confini - ACS

Inizio proposte estive AC

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Modulo Formativo

Modulo Formativo

Modulo Formativo

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Capodanno solidale Giovani

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4gg ACS

4gg ACS

Giornate Teologiche

4gg ACS

Giornate Teologiche

Epifania

Esercizi Assistenti

Esercizi Assistenti

Esercizi Assistenti

Esercizi Assistenti

Esercizi Assistenti

Esercizi Assistenti

Formazione educatori AC move

Formazione educatori AC move

Consiglio Diocesano(pomeriggio)

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1° Incontro Animatori Adulti nelle zone

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Feste della Pace ACR

LifeStyle Giovani

Feste della Pace ACR

LifeStyle Giovani

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Incontro Catechisti

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No Panic

No Panic

Giornata Famiglie

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“Attraverso” 2ggAdulti e Adulti-Giovani

“Attraverso” 2ggAdulti e Adulti-Giovani

Ritiro sposi 2018

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Bethlehem

I Quaresima

Bethlehem

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Giornata di spiritualità Adulti +

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Esercizi spirituali Adolescenti - 1° turno

Eremo Giovani

II Quaresima


Eremo Giovani

Mattinata Spiritualità Adulti a Desio

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Giornata Spiritualità

Adulti a Triuggio

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Assunzione B. V. M.

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Incontro Mondiale delle Famiglie - Dublino (Irlanda)





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Modulo Formativofino al 2 settembre


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Convegno sull’Economia

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Pellegrinaggio Adulti +




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No Panic

Pentecoste

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Festa Unitaria

Festa Settore Giovani

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Corpus Domini

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Tabor (ACR)

Bethlehem

III Quaresima

Giornata Spiritualità Adulti a Gazzada


Tabor (ACR)

Bethlehem


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Mattinata Spiritualità Catechisti

Esercizi Spirituali 18enni

IV Quaresima

Esercizi Spirituali 18enni

Incontro unitario Fidanzati

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Eremo Giovani

Eremo Giovani

V Quaresima

Giornata Diocesana Spiritualità Famiglie

Eremo Giovani

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Traditio Symboli

Domenica delle Palme con i poveri - 3P

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Notte degli Ulivi

Giovedì Santo

Venerdì Santo

Sabato Santo

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APP

ROFO

NDIM

ENTI

L’alternanza scuola-lavoro, obbligatoria per tutti gli studenti dell’ul-timo triennio delle scuole superiori, anche nei licei, è una delle in-novazioni più significative della legge 107 del 2015 (la cosiddetta Buona Scuola), in linea con il principio della scuola aperta.

Le potenzialità dell’iniziativa si intuiscono da un semplice calcolo: 400 ore per studenti di istituti tecnici e professionali, 200 per i licei. Per i primi, quindi, l’alternanza scuola-lavoro è una sorta di stage di quasi tre mesi. Tanto devono lavorare in aziende, enti pubblici o del terzo settore i ragazzi coinvolti nel progetto avviato dal Ministero dell’Istruzione per affiancare all’apprendimento sui banchi di scuola anche quello che avviene direttamente all’inter-no del tessuto produttivo. Giunto ormai al secondo anno, questo nuovo percorso di formazione riguarda ormai il 95% delle scuole superiori in tutta Italia, in Lombardia sono stati 105mila gli stu-denti coinvolti nell’anno 2015/16.Basta fare un giro su internet, o leggere i resoconti di alcune real-tà per scorgere un quadro tra luci ed ombre, con progetti ben strutturati e lavori brillanti degli studenti da una parte e inse-rimenti in azienda improvvisati con studenti delusi dall’altra. Dai primi sondaggi, la metà dei ragazzi ne dà comunque un giudizio positivo. Pur sottolineandone i limiti, il professor Loren-zo Caselli (docente emerito di Etica economica all’Università di Genova e vicepresidente dell’Istituto V. Bachelet) promuove l’i-niziativa. Perché l’obiettivo, avverte, non è solo dare una spinta in più ai ragazzi in vista dell’inserimento lavorativo. «Il rapporto col mondo del lavoro è funzionale anche all’apprendimento e alla crescita culturale; lo studente può imparare cose di cui altrimenti non verrebbe a conoscenza, fondamentali per crescere

culturalmente e per rapportarsi con gli altri. È una banalità dirlo – prosegue Caselli – ma finora scuola e lavoro si vivono in termini separati. Invece la società, il mondo del lavoro, non sono qualcosa di neutrale, indistinto. Anzi, la stessa scuola è dentro la società». Per questo, allargando lo sguardo, secondo Caselli l’alternanza scuola-lavoro può diventare «l’innesco per concepire in ma-niera nuova le scuole in rapporto alla società», mentre ora «la conoscenza scolastica è decontestualizzata, separata dalla vita quotidiana». In prospettiva quindi bisognerà ripensare la didattica, sostie-ne Caselli, «forse con meno ore d’aula e meno libri tradizionali, perché poi si studierà lungo tutta la vita, facendo spazio all’ap-prendimento di competenze sempre nuove e diverse». Si tratta delle cosiddette soft skills, le competenze trasversali oggi im-prescindibili nel mondo del lavoro (alla pari, va detto, delle com-petenze tecniche). D’altra parte, però, anche il mondo del lavoro e le istituzioni dovrebbero creare le condizioni perché gli studenti possano poi mettere a frutto le proprie competenze e conoscenze, perché, nota Caselli, «per assurdo, se i nostri giovani fossero tutti ipercompetenti i nostri settori produttivi non sarebbero in grande misura in grado di assorbirli». In definitiva, è necessario «cam-biare la nostra forma mentis: per ora l’alternanza è qualcosa che si aggiunge al percorso scolastico e che non ne mette in discussione la logica. Con uno sforzo pedagogico e cul-turale in più, invece, si potrà creare una circolarità virtuosa tra scuola, ricerca, formazione, territorio, sistemi sociali e produttivi». Il futuro del nostro Paese e dell’innovazione passa da qui.

Claudio Urbano

Direttore responsabile: Gianni BorsaDirettore editoriale: Alberto Ratti

Redazione: Dario Romano, Claudio Urbano, Maurizio Guarnaschelli, Silvio Mengotto, Maddalena Burelli

Direzione, Redazione: 20122 Milano, via S.Antonio 5

Stampa: Boniardi Gra�che SRL, Via Gian Battista Vico 40, Milano

Impaginazione e gra�ca: Valentina Villa

E-mail: [email protected] internet: www.azionecattolicamilano.it/category/media/indialogo/

Col patrocinio della Fondazione Ambrosiana Attività Pastorali

In Dialogo, periodico dell’Azione Cattolica AmbrosianaRegistrato presso il Tribunale di Milano n. 30 del 03/02/1966

Anno LI Numero 1

Questo numero è stato chiuso in redazione e consegnato alla tipogra�a il giorno 11/09/2017

Hanno collaborato a questo numero: Silvia Landra, Dario Romano, Claudio Urbano,

Silvio Mengotto, Laura Rozza

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO. UN INIZIO DALLE GRANDI POTENZIALITÀ

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ambiente perché, con il Maestro, si possa ripetere con gusto e con semplicità a qualunque nostro fratello «vieni e vedi»? Come comu-nicare ai ragazzi e ai giovani il dono della fede, in tutta la sua bel-lezza e “con-venienza”? In una parola: se il nostro è, nelle sue solidi radici, un cristianesimo di popolo, allora è per tutti. Non dobbiamo più racchiuderci tristi in troppi piagnistei sul cambiamento epocale, né ostinarci nell’esasperare opinioni diverse rischiando in tal modo di far prevalere la divisione sulla comunione. Penso qui alla com-prensibile fatica di costruire le comunità pastorali o nell’accogliere gli immigrati che giungono a noi per fuggire dalla guerra e dalla fame. Ma, con una limpida testimonianza, personale e comunitaria, con gratitudine per il dono di Cristo e della Chiesa, siamo chiamati a lasciarlo trasparire come un invito affascinante per quanti quoti-

dianamente incontriamo. A queste poche e incomplete righe vorrei aggiungere una parola su quanto la Visita Pastorale ha dato a me, Arcivescovo. Lo dirò in maniera semplice: durante la celebrazione dell’Eucaristia nelle tante parrocchie e realtà incontrate, così come nei saluti pur brevi che ci siamo scambiati dopo la Messa, e, in modo speciale, nel dialogo assembleare cui ho fatto riferimento, ho sempre ricevuto il grande dono di una rigenerazione della mia fede e l’approfondirsi in me di una passione, quasi inattesa, nel vivere il mio compito. Ma devo aggiungere un’altra cosa a cui tengo molto. Ho appreso a conoscermi meglio, a fare miglior uso dei doni che Dio mi ha dato e, nello stesso tempo, ho imparato un po’ di più quell’umiltà (humilitas) che segna in profondità la nostra storia. Ho potuto così, grazie a voi, accettare quel senso di indegnità e di ina-deguatezza che sorge in me tutte le volte che mi pongo di fronte alle grandi figure dei nostri patroni Ambrogio e Carlo. Se consideriamo la Visita Pastorale Feriale dal punto di vista profondo che la fede, la speranza e la carità ci insegnano, e non ci fermiamo a reazioni emotive o solo sentimentali, non possiamo non riceverla come una grande risorsa che lo Spirito Santo ha messo a nostra disposizione e che ci provoca ad un cammino più deciso e più lieto. Seguendo la testimonianza di Papa Francesco, la grande tradizione della Chiesa milanese può rinnovarsi ed incarnarsi meglio nella storia personale e sociale delle donne e degli uomini che abitano le terre ambrosia-ne. La Solennità della Santissima Trinità che oggi celebriamo allar-ga il nostro cuore e rende più incisivo l’insopprimibile desiderio di vedere Dio: «Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto”. Il tuo volto Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto» (Sal 27 [26] 8-9a).

Card. Angelo Scola

“UN CRISTIANESIMO DI POPOLO PER TUTTI„ L’ARCIVESCOVO SCRIVE ALLA DIOCESI A CONCLUSIONE DELLA VISITA PASTORALE

Carissime e carissimi,con questa lettera desidero raggiungere tutti i battezzati, le donne e gli uomini delle religioni e di buona volontà, per esprimere la mia gratitudine per il dono della Visita Pastorale Feriale giunta ormai alla sua conclusione. Nelle sue tre fasi, essa ha consentito a me e ai miei collaboratori di toccare con mano la vita di comunione in atto nella Chiesa ambrosiana, non certo priva di difficoltà e di conflitti e tuttavia appassionata all’unità. La preparazione della Visita, svoltasi in modo forse un po’ diseguale nei vari decanati, l’atteggiamen-to di ascolto profondo in occasione dell’assemblea ecclesiale con l’Arcivescovo, la cura nell’accogliere nelle realtà pastorali il Vicario di Zona o il Decano, e la proposta del passo da compiere sotto la guida del Vicario generale, hanno confermato ai miei occhi la vitalità di comunità cristiane non solo ben radicate nella storia se-colare della nostra Chiesa, ma capaci di tentare, su suggerimento dello Spirito, adeguate innovazioni. Questa attitudine di disponibili-tà al cambiamento l’ho toccata con mano sia nelle parrocchie del centro, sia nelle grandi parrocchie di periferia, esplose negli ultimi sessant’anni, sia nelle città della nostra Diocesi, sia nelle parrocchie medie e piccole. È stata però la Visita del Papa a farmi cogliere ni-tidamente l’elemento che unifica le grandi diversità che alimentano la nostra vita diocesana. La venuta tra noi del Santo Padre è stata, infatti, un richiamo così forte da rendere visivamente evidente che la nostra Chiesa è ancora una Chiesa di popolo. Certo, anche da noi il cambiamento d’epoca fa sentire tutto il suo peso. Come le altre metropoli, siamo segnati spesso da un cristianesimo “fai da te”: ce l’hanno testimoniato gli Arcivescovi di grandi Chiese in tutto il mon-do che in Duomo hanno raccontato l’esperienza delle loro comunità. Non manca confusione su valori imprescindibili; spesso non è chia-ro il rapporto tra i diritti, i doveri e le leggi… Ma è inutile insistere troppo sull’analisi degli effetti della secolarizzazione su cui ci siamo soffermati in tante occasioni. Più utile, anzi necessario, è doman-darci – con ancora negli occhi il popolo della Santa Messa nel parco di Monza, l’incontro con i ragazzi a San Siro, l’abbraccio al Santo Padre degli abitanti delle Case bianche e dei detenuti di San Vittore, e soprattutto la folla che ha accompagnato la vettura del Papa lungo tutti i 99 km dei suoi spostamenti – che responsabilità ne viene per noi? Come coinvolgere in questa vita di popolo i tantissimi fratelli e sorelle battezzati che hanno un po’ perso la via di casa? Come proporre con semplicità in tutti gli ambienti dell’umana esistenza la bellezza dell’incontro con Gesù e della vita che ne scaturisce? Come rivitalizzare le nostre comunità cristiane di parrocchia e di

Nella Solennità della Santissima TrinitàMilano, 11 giugno 2017

Gesuita, studioso della Bibbia, insegnò a confrontare l’attualità con la Parola di Dio; avviò la Cattedra dei non credenti e le scuole di formazione socio-politica

1894�1921 1921�1922 1922�1929

1929�1954 1954�1963 1963�1979

1979�2002 2002�2011 2011�2017

Andrea CarloFERRARI1Promosse molte iniziative sociali a favore degli operai e dei più poveri. Proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 1987

AchilleRATTIPrefetto della Biblioteca Vaticana e Nunzio in Polonia, fu arcivescovo per 6 mesi prima di divenire papa col nome di Pio XI

EugenioTOSIFu chiamato “il cardinale della bontà” per il suo carattere affabile, dedito all’attività pastorale

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Alfredo IldefonsoSCHUSTERGovernò la diocesi in tempi molto difficili e portò a compimento cinque visite pastorali. Fu proclamato beato nel 1996

Giovanni BattistaMONTINIArcivescovo all’epoca delle grandi trasformazioni industriali, divenne papa col nome di Paolo VI. Beatificato nell’ottobre 2014

GiovanniCOLOMBORealizzatore del Concilio Vaticano II, rinnovò la liturgia ambrosiana e decentrò l’organizzazione della diocesi

Carlo MariaMARTINI

2017�

10MarioDELPINIAmbrosiano, è stato docente e poi rettore del Seminario. Vescovo ausiliare dal 2007, vicario generale della diocesi dal 2012. Brioso, predicatore appassionato, stile acuto e ironico, è amato dalla gente

DionigiTETTAMANZIEsperto in bioetica, già segretario Cei, ha avuto a Milano, sua diocesi natale, forte attenzione verso i temi sociali

Angelo SCOLAAmbrosiano, teologo morale; è stato rettore della Pontificia Università Lateranense e patriarca di Venezia

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[…] Non abbiate paura di proporre la Misericordia come rias-sunto di quanto Dio offre al mondo, perché a nulla di più grande il cuore dell’uomo può aspirare. Qualora ciò non fosse abbastanza per “piegare ciò che è rigido, scaldare ciò che è gelido, drizzare ciò che è sviato”, cos’altro avrebbe potere sull’uomo? […] Rendere pastorale la Misericordia non è altro che fare delle Chiese a voi affidate delle case dove albergano santità, verità e amo-re. […]

Tre raccomandazioni per rendere pastorale la MisericordiaTre piccoli pensieri vorrei offrirvi come contributo per questo imma-ne compito che vi attende: quello di rendere pastorale, per mezzo del vostro ministero, la Misericordia, cioè accessibile, tangibile, incontrabile.

Siate Vescovi capaci di incantare e attirareFate del vostro ministero un’icona della Misericordia, la sola forza capace di sedurre ed attrarre in modo permanente il cuore dell’uomo. Anche il ladro all’ultima ora si è lasciato trascinare da Colui in cui ha “trovato solo bene” (cfr Lc 23,41). […] Un dio lon-tano e indifferente lo si può anche ignorare, ma non si resiste facil-mente a un Dio così vicino e per di più ferito per amore. La bontà, la bellezza, la verità, l’amore, il bene – ecco quanto possiamo offrire a questo mondo mendicante, sia pure in ciotole mezze rotte. Non si tratta tuttavia di attrarre a se stessi: questo è un pericolo! Il mondo è stanco di incantatori bugiardi. E mi permetto di dire: di preti “alla moda” o di vescovi “alla moda”. Piuttosto, cercate di assecondare Dio, che già si introduce prima ancora del vostro arrivo.

Siate Vescovi capaci di iniziare coloro che vi sono stati affidatiTutto quanto è grande ha bisogno di un percorso per potervisi ad-dentrare. Tanto più la Misericordia divina, che è inesauribile! Una

volta afferrati dalla Misericordia, essa esige un percorso introdutti-vo, un cammino, una strada, una iniziazione. […] La Misericordia di Dio è la sola realtà che consente all’uomo di non perdersi defi-nitivamente, anche quando sventuratamente egli cerca di sfuggire al suo fascino. In essa l’uomo può sempre essere certo di non scivolare in quel baratro in cui si ritrova privo di origine e destino, di senso e orizzonte. […] Vi prego di non avere altra prospettiva da cui guardare i vostri fedeli che quella della loro unicità, di non lasciare nulla di intentato pur di raggiungerli, di non risparmiare alcuno sforzo per recuperarli. Siate Vescovi capaci di iniziare le vostre Chiese a questo abisso di amore. […] Vi raccoman-do la cura dell’intimità con Dio, sorgente del possesso e della consegna di sé, della libertà di uscire e di tornare. Essere Pastori in grado anche di rientrare in casa con i vostri, di suscitare quella sana intimità che consente loro di accostarsi, di creare quella fi-ducia che permette la domanda: “Spiegaci”. Non si tratta di una qualsiasi spiegazione, ma del segreto del Regno. È una domanda rivolta a voi in prima persona. Vi prego di curare con speciale pre-mura le strutture di iniziazione delle vostre Chiese, particolarmente i seminari. Non lasciatevi tentare dai numeri e dalla quantità delle vocazioni, ma cercate piuttosto la qualità del discepolato […]. Né numeri né quantità: soltanto qualità. Non private i seminaristi della vostra ferma e tenera paternità.

Siate Vescovi capaci di accompagnare[…] Rendere pastorale la misericordia è proprio questo: coniugarla in verbi, renderla palpabile e operativa. Gli uomini hanno bisogno della misericordia; sono, pur inconsapevolmente, alla sua ricerca. Sanno bene di essere feriti, lo sentono, sanno bene di essere “mez-zi morti” (cfr Lc 10,30), pur avendo paura di ammetterlo. Quando inaspettatamente vedono la misericordia avvicinarsi, allora espo-nendosi tendono la mano per mendicarla. Sono affascinati dalla sua capacità di fermarsi, quando tanti passano oltre[…] Siate Vescovi con il cuore ferito da una tale misericordia e dunque instancabile nell’umile compito di accompagnare l’uomo che “per caso” Dio ha messo sulla vostra strada. Dovunque andiate, ricordate che non è lontana la strada di Gerico. Le vostre Chiese sono piene di tali strade. Molto vicino a voi non sarà difficile incontrare chi attende non un “levita” che volta la faccia, ma un fratello che si fa prossimo. Accompagnate per primo, e con pa-ziente sollecitudine, il vostro clero. Siate vicini al vostro clero. Vi prego di portare ai vostri sacerdoti l’abbraccio del Papa e l’ap-prezzamento per la loro operosa generosità […]. Uno speciale accompagnamento riservate a tutte le famiglie, gioendo con il loro amore generoso e incoraggiando l’immenso bene che elar-giscono in questo mondo. Seguite soprattutto quelle più ferite. Non “passate oltre” davanti alle loro fragilità. Fermatevi per lasciare che il vostro cuore di pastori sia trafitto dalla visione della loro ferita; avvicinatevi con delicatezza e senza paura. Mettete davanti ai loro occhi la gioia dell’amore autentico e della grazia con la quale Dio lo eleva alla partecipazione del proprio Amore. Vi prego di fare loro compagnia nel discernimento e con empatia. […]

(Discorso di papa Francesco ai nuovi vescovi, 16/09/2016)

FRANCESCO AI NUOVI VESCOVI: RENDETE PASTORALE LA MISERICORDIA

Gesuita, studioso della Bibbia, insegnò a confrontare l’attualità con la Parola di Dio; avviò la Cattedra dei non credenti e le scuole di formazione socio-politica

1894�1921 1921�1922 1922�1929

1929�1954 1954�1963 1963�1979

1979�2002 2002�2011 2011�2017

Andrea CarloFERRARI1Promosse molte iniziative sociali a favore degli operai e dei più poveri. Proclamato beato da Giovanni Paolo II nel 1987

AchilleRATTIPrefetto della Biblioteca Vaticana e Nunzio in Polonia, fu arcivescovo per 6 mesi prima di divenire papa col nome di Pio XI

EugenioTOSIFu chiamato “il cardinale della bontà” per il suo carattere affabile, dedito all’attività pastorale

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Alfredo IldefonsoSCHUSTERGovernò la diocesi in tempi molto difficili e portò a compimento cinque visite pastorali. Fu proclamato beato nel 1996

Giovanni BattistaMONTINIArcivescovo all’epoca delle grandi trasformazioni industriali, divenne papa col nome di Paolo VI. Beatificato nell’ottobre 2014

GiovanniCOLOMBORealizzatore del Concilio Vaticano II, rinnovò la liturgia ambrosiana e decentrò l’organizzazione della diocesi

Carlo MariaMARTINI

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10MarioDELPINIAmbrosiano, è stato docente e poi rettore del Seminario. Vescovo ausiliare dal 2007, vicario generale della diocesi dal 2012. Brioso, predicatore appassionato, stile acuto e ironico, è amato dalla gente

DionigiTETTAMANZIEsperto in bioetica, già segretario Cei, ha avuto a Milano, sua diocesi natale, forte attenzione verso i temi sociali

Angelo SCOLAAmbrosiano, teologo morale; è stato rettore della Pontificia Università Lateranense e patriarca di Venezia

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Sono stati in nove sulla cattedra di Ambrogio negli ultimi cento anni. Due sono diventati papi e altri tre beati.

UN SECOLO DI ARCIVESCOVI A MILANO

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(articolo pubblicato su Avvenire il 16/6/17)

“Crociato”, “missionario”, “generale”, “profeta” e “fondatore”… sono questi gli aggettivi, declinati al maschile, che troviamo acco-stati frequentemente al nome di Armida Barelli. Ma lei scelse per sé quello di “facchino” che è l’unico a esprimere compiutamente la dimensione faticosa di una strada tutta da fare di corsa e in salita con un grande carico sulle spalle, come fu quella da lei percorsa e che non si spiegherebbe senza quella specie di “eroismo nell’agire e nel patire”, che ha caratterizzato il suo percorso.La trasformazione della condizione femminile era emersa con forza all’attenzione della Chiesa subito dopo la Prima guerra mondiale ponendo problemi di formazione e preparazione della donna verso i nuovi compiti. Il cardinal Ferrari scriveva agli assistenti diocesani: «I parroci della diocesi vengono quotidianamente a supplicarmi di mandar loro buone signorine atte a controbattere la propaganda delle maestrine rosse». Le grandi scelte sono già prese nel colloquio che il cardinale ha con la signorina della buona borghesia milanese che ha dimo-strato grandi capacità organizzative e dedizione nell’opera di con-sacrazione dei soldati al Sacro Cuore. Occorrono dei laici e delle donne. E questo è un fatto del tutto nuovo per la storia della Chiesa in Italia. Quel che Ferrari intuisce e la Barelli elabora e realizza è

Riprendiamo la pubblicazione degli articoli relativi alla storia dell’Azione Cattolica Italiana, a 150 anni dalla sua fondazione. Nella terza puntata un profilo di Armida Barelli, fondatrice della Gioventù Femminile.

ARMIDA BARELLI,UNA CRISTIANA LAICA AL PASSO CON I TEMPI

un’associazione femminile, laica, a vari gradi di impegno. Collaborazione alla missione propria della Chiesa in un’associazio-ne formata da laici, presieduta da laici, con responsabilità proprie ma alla piena dipendenza della Autorità ecclesiastica. Barelli risponde ai bisogni moderni con metodi moderni capaci di competere con la propaganda socialista prima e l’irregimentazione fascista poi. Impronta a spirito democratico l’organizzazione asso-ciativa nei cui quadri sono rappresentate donne di ogni cultura ed estrazione sociale, e al tempo stesso coltiva il carattere unitario dell’associazione favorendo il processo di unificazione nazionale. Nel 1946 riceve da Pio XII la nomina di vice presidente generale dell’Azione Cattolica per un triennio. La società esigeva ormai la presenza di donne attive, indipendenti, audaci, mature religiosa-mente, preparate nel lavoro, capaci di misurarsi sul piano delle convinzioni politiche e dell’impegno civile. Un ruolo particolare svolgeva la stampa associativa: Squilli di Resurrezione usciva in 15 edizioni, una anche per le non vedenti. Un dato a parte, davvero

impressionante per i numeri, le vocazioni in questi anni: sono più di 20000 le socie che prendono il velo, molte delle quali in clausu-ra. In questo quadro rientra l’impegno a promuovere e sostenere l’Università Cattolica oggetto d’infinite cure e preghiere. Tessere la rete di un’organizzazione capillare di giovani donne di estrazione sociale diversa, diffusa dal Nord al Sud si rivelò un’intuizione pro-fetica del ruolo che avrebbero giocato le donne nella società del futuro. La sua organizzazione, che nel 1920 contava già 500.000 socie, e finì con l’abbracciarne più di un milione, rispondeva alle domande diversificate di formazione e di cultura, ed ebbe sempre un’impronta religiosa e popolare, ispirandosi alla semplicità del Vangelo, senza retorica esaltazione o astrattezza.Senza di questo non avremmo avuto l’apporto dato dalle donne cattoliche alla Resistenza e alla ricostruzione dopo la guerra, né la preparazione ai compiti democratici derivanti dal diritto di voto e dalle diverse opportunità di partecipazione nelle associazioni e nei sindacati.

Laura Rozza, già presidente nazionale della FUCI

“ LA SOCIETÀ ESIGEVA ORMAI LAPRESENZA DI DONNE ATTIVE,

INDIPENDENTI, AUDACI, MATURE RELIGIOSAMENTE,

PREPARATE NEL LAVORO, CAPACI DI MISURARSI SUL PIANO DELLE

CONVINZIONI POLITICHE E DELL’IMPEGNO CIVILE.

„

MARIO DELPINI NUOVO ARCIVESCOVO DI MILANO: IL GRAZIE...

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