Mario de Bernard i
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Mario de Bernardi
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Mario de Bernardi
Mario De Bernardi.jpg1º luglio 1893 - 8 aprile 1959
Nato a Venosa
Morto a Roma
Cause della morte infarto miocardico
Dati militari
Paese servito bandiera Regno d'Italia
Forza armata Regio Esercito
Regia Aeronautica
Corpo Corpo aeronautico militare
Anni di servizio 1911 - 1930Grado Colonnello
Guerre Guerra Italo-Turca
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Prima guerra mondiale
Decorazioni Medaglia d'argento al valor
militare
Altro lavoro Pilota collaudatore
[senza fonte]
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Mario de Bernardi (Venosa, 1º luglio
1893 – Roma, 8 aprile 1959) fu un
aviatore, colonnello pilota
dell'Aeronautica Militare italiana,
Medaglia d'argento al valor militare.
Indice [nascondi]
1 Biografia1.1 I primi anni
1.2 Prima guerra mondiale
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1.3 La Coppa Schneider
1.4 Gli anni successivi
2 Dediche e riconoscimenti3 Onorificenze
4 Note
5 Voci correlate
6 Collegamenti esterni
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
I primi anni[modifica | modifica
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Mario de Bernardi nasce il 1º luglio 1893
a Venosa, cittadina situata al margine
nord-orientale della Basilicata, in
provincia di Potenza, figlio di Cesare eMarietta Maselli.
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Nel 1911, all'età di 18 anni, si arruola
volontario nel Regio Esercito per
partecipare alla Guerra italo-turca e
dopo aver assistito ai primi voli con
finalità belliche decide, una volta tornato
in patria, di conseguire il brevetto di
pilota che ottiene nel 1914 al campo di
volo di Aviano.[1]
Prima guerra mondiale[modifica |
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La 91ª Squadriglia Aeroplani da Caccia,
il tenente Mario de Bernardi è il quarto
da destraAllievo dell'Accademia militare di Modena
nel 1915, divenne sottotenente
nell'Arma del genio il gennaio dell'anno
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successivo e il 20 marzo 1916 ottenne il
brevetto di pilota militare.[1] Nel corso
della prima guerra mondiale fece anche
parte del 2º Reggimento Piemonte Reale
Cavalleria, lo stesso di Francesco
Baracca e del famoso Cavallino
Rampante, ed a lui viene attribuito il
primato di essere stato il primo italianoad abbattere un aereo nemico, nel cielo
di Verona, meritandosi la medaglia di
bronzo al valor militare.[1]
Divenne collaudatore di aerei per la
Pomilio[1] e fu il primo a compiere un
volo di collegamento postale tra Torino e
Roma il 23 maggio 1917, decollando dalcampo Aeritalia.[1]
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Dall'inizio del 1918, fino al termine del
conflitto, fece parte della 91ª Squadriglia
Aeroplani da Caccia comandata da
Baracca insieme con piloti come Fulco
Ruffo di Calabria, Ferruccio Ranza,
Gastone Novelli, Adriano Bacula, Cesare
Magistrini, Franco Osnago, Guido Keller,
Bartolomeo Costantini, Giuliano Parvis,Guido Nardini, Gaetano Aliperta,
abbattendo complessivamente quattro
velivoli della k.u.k. Luftfahrtruppen ed
ottenendo la medaglia d'argento al valormilitare.[1][2]
Nel 1923, con il grado di maggiore, fu
nominato comandante del GruppoSperimentale con base al campo di
Montecelio e dislocato anche sui campi
di Furbara e Vigna di Valle.[1]
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La Coppa Schneider[modifica | modifica
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Il Macchi M.52 di Mario de Bernardi
durante la Coppa Schneider a Venezia
nel 1927Nel 1926 partecipa alla nona edizione
della Coppa Schneider che quell'anno si
svolse a Hampton Roads, in Virginia
(Stati Uniti). Il 13 novembre ai comandidi un idrocorsa Macchi M.39, vince la
competizione percorrendo i 350 km del
circuito alla media di 396,7 km/h e
stabilendo il nuovo record mondiale divelocità per idrovolanti.[3] Pochi giorni
più tardi, sul medesimo aereo, riuscì a
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migliorare ulteriormente il suo stesso
primato.
Nel 1927, difende la coppa nella decima
edizione svolta quell'anno a Venezia. Pur
dovendo abbandonare la competizione
per un problema al motore del suo
idrocorsa Macchi M.52, batte
nuovamente il record di velocità
raggiungendo i 479,290 km/h.
Nel 1928, con un idrocorsa Macchi
M.52R, fu il primo uomo ad oltrepassare,
in volo, la velocità di 500 km/h,
raggiungendo i 512,776 km/h.
Gli anni successivi[modifica | modifica
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Giovanni Battista Caproni mentre saluta
Mario de Bernardi nell'abitacolo del
Campini-Caproni C.C.2 prima del volo
Milano-Roma
A cavallo degli anni trenta de Bernardi si
trasferisce alle officine Caproni di
Taliedo, vicino all'attuale aeroporto di
Linate, ricoprendo nell'azienda lombarda
il ruolo di pilota collaudatore e
consulente tecnico. Nonostante la nuova
attività non abbandona la passione per il
volo e nel 1931 si reca a Cleveland (Stati
Uniti) per partecipare, vincendolo, al
campionato mondiale di acrobazia aerea.
Nel 1932, partecipò al film O la borsa o
la vita, eseguendo alcune acrobazie
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aeree sul cielo di Roma, durante le
riprese della pellicola prodotta dalla
Cines.
Nel 1933, ai comandi di un Caproni
Ca.111, compì il raid Roma-Mosca
percorrendo i 2 600 km che dividono le
due capitali con cinque passeggeri a
bordo.
Dal 1939 si trasferisce definitivamente aRoma.[4]
Dal 1940 partecipò allo sviluppo del
primo Aereo Radio Pilotato. Nel 1941
collaudò il Campini-Caproni C.C.2, un
motoreattore (da non confondere con gli
aerei a reazione) italiano, secondo
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velivolo al mondo ad adottare una simile
motorizzazione dopo il Coandă 1, con un
volo da Milano a Roma.
Il 30 novembre del 1941 con l'aereo a
reazione "Campini-Caproni n° 1", coprì
la tratta Milano-Guidonia in circa due ore
trasportando con sé alcuni aerogrammi
annullati con appositi timbri tondi. Fu il
primo trasporto di posta aerea con
velivo a reazione e l'impresa ebbe uno
scalpore tale che 33 stati si
complimentarono con il governo
italiano[5]. Gli aerogrammi sono tuttora
oggetto di studio per i collezionisti
interessati all'aerofilia.
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Mario de Bernardi viene colpito da un
attacco di cuore l'8 aprile 1959, mentre
si esibisce in un volo acrobatico nei
pressi di Roma, dove si era recato per
assistere alla presentazione di un nuovo
velivolo leggero di fabbricazione tedesca.
Mentre era ancora in volo si accorse dei
sintomi riuscendo ad atterrare permorire qualche minuto più tardi all'età di
sessantacinque anni.[6] La sua salma
riposa presso il Sacrario dell'Aeronautica
Militare presso il cimitero del Verano,Roma.[7]
Dediche e riconoscimenti[modifica |
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Nel 1959 l'aeroporto di Pratica di Mare,
sede del Reparto Sperimentale di Volo
dell'Aeronautica Militare, venne
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ufficialmente intitolato al "Colonnello
Pilota Mario de Bernardi" come attestato
di riconoscimento per le attività svolte
ed il prestigio conferito all'aeronautica
italiana dai risultati da lui conseguiti. Il
portale web dell'Aeronautica Militare ha
proposto una pagina, intitolata "I grandi
aviatori", dove vengono citate lemaggiori personalità storiche
dell'aviazione italiana, ponendo De
Bernardi tra di esse.[8]
A Roma, nel marzo 2006, viene apposta,
alla presenza della figlia Fiorenza, una
targa commemorativa al civico 86 di via
Panama presso l'abitazione dove DeBernardi visse dal suo trasferimento
nella capitale.[4][9]
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Onorificenze[modifica | modifica
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Medaglia d'oro al valore aeronautico -
nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valore aeronautico
«Pilota militare dal 1913, collaudatore
ardito, tecnico a sperimentatore di
elevato capacità, contribuiva
efficacemente al potenziamento
dell'Aeronautica italiana.
Detentore dei primati mondiali divelocità e di alta acrobazia, vincitore
della Coppa Schneider e dei trofeo
internazionale Harmon nel 1927,
concorreva validamente ad elevare
sempre più il prestigio dell'Ala Fascista.
Incaricato di portare in volo un nuovo
tipo dì aeroplano i cui principi di
propulsione erano per la prima volta
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tentati nel mondo, superava le incognite
notevolissime presentate dalle ardue
prove, con tecnica pari all'audacia,
dimostrando sereno sprezzo del pericolo,
dedizione altissima intesa a dotare la
Patria in armi di un nuovo potente
strumento di vittoria»
— Milano, settembre 1940[10]
Targa in memoria di Mario de Bernardi,posta sulla casa in cui visse, in Via
Panama, Roma:
IN QUESTA CASA VISSE
DAL 1934 AL 1959
IL
GRANDE AVIATORE
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MARIO
DE BERNARDI
1893-1959
"CHE
DELL'ALA FA L'EMULA
DELLA FOLGORE"
(1928 G. D'ANNUNZIO)
S.P.Q.R. 2005
Medaglia d'argento al valor militare -
nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'argento al valor militare
«Pilota da caccia abilissimo ed audace
compiva numerosi voli, che erano veri
atti di valore. Ripetute volte, in servizio
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di scorta a nuclei da bombardamento,
con zelo ed abilità mirabili li liberava da
situazioni difficili, attaccando intere
pattuglie nemiche. L'11 settembre 1918
nel cielo di S Lucia in Pieve, il 17
settembre 1918 nel cielo di Mandra, il 3
ottobre 1918 nel cielo di Susagana,
attaccava apparecchi nemici, e in strenuiduelli tre ne abbatteva, costringendo il
superstite alla fuga. Nella nostra
offensiva finale si distingueva per
arditissimi mitragliamenti, concorrendoin una speciale circostanza a
distruggere cinque velivoli nemici in
partenza dal campo della Comina. In
un’altra di tali azioni, avuto gravementecolpito il velivolo, non desisteva dal
combattimento, se non quando altre
aggiustate raffiche di mitragliatrici
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antiaeree, avendogli gravemente
danneggiato il serbatoio
dell'apparecchio, lo costringevano a
precipitosa discesa»
— Cielo del Piave e del Tagliamento
ottobre-novembre 1918[10]
Medaglia di bronzo al valor militare -
nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare
«Per primo, attaccava arditamente a
breve distanza un apparecchio nemicosul cielo di Verona e, colpendolo in varie
parti vitali, lo costringeva ad abbassarsi,
permettendo così ad altri dei nostri di
unirsi al combattimento e determinare
l’abbattimento definitivo
dell'avversario»
— Cielo di Verona, 27 giugno 1916[10]
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Note[modifica | modifica wikitesto]
^ a b c d e f g AMI: Mario de Bernardi,
una vita per il volo, AvioNews. URL
consultato il 22 maggio 2012.
^ Aces OVER THE ISONZO Italian aces
of WWI, jpgleize.perso.neuf.fr. URL
consultato il 22 maggio 2012.
^ (EN) Pierre Pecastaingts, Schneider
Trophy, Norfolk - November 13th, 1926,
su La Coupe Schneider et hyrdavions
ancients, http://www.hydroretro.net.URL consultato il 9 novembre 2008.
^ a b Ufficio Pubblica Informazione A.M.,
ROMA: DEDICATA UNA TARGA ALL’ASSO
DELL’AVIAZIONE MARIO DE BERNARDI,su Aeronautica Militare,
http://www.aeronautica.difesa.it/, 20
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marzo 2006. URL consultato il 9
novembre 2008.
^ Alberto Bolaffi, Forum, prima edizione,
Torino, Giulio Bolaffi editore, 2008 ISBN
978-88-88406-36-7 p. 851
^ (EN) Time, http://www.time.com, 20
aprile 1959,
http://www.time.com/time/magazine/ar
ticle/0,9171,864612,00.html?iid=chix-sp
here . URL consultato il 9 novembre
2008.
^ Il Sacrario dell'Aeronautica Militare, p.
14
^ I grandi aviatori, su
aeronautica.difesa.it. URL consultato il31 maggio 2013.
^ La targa porta comunque la data
"S.P.Q.R. 2005"
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^ a b c Mario de Bernardi, Schede
tecniche aerei militari italiani e storia
degli aviatori