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Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012 1

S. GIULIANO 13 OTTOBRE 2012

LA SCUOLA INCLUSIVA:PER IMPARARE A FARE, IMPARARE A

VIVERE,IMPARARE A CONVIVERE

Maria Grazia Carnazzola

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«sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che

dobbiamo guardare le cose sempre da angolazioni diverse»

Robin Williams in «L’attimo fuggente» di Peter Weir

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DISABILITA’ BES

INTEGRAZIONE INCLUSIONE

517/77 (non più solo inserimento)

Termine utilizzato nel contesto

internazionale

Austria e GermaniaSignificato negativo

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L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riconducibile alla

disabilità

AREA DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

• Disabilità• D.S.A.•D.C.A.• Svantaggio socio-economico, linguistico, culturale……Tutte le diversità

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LE PAROLE: MANEGGIARE CON CURA

• Handicappato• Disabile• Diversamente Abile• Con disabilità

Far coincidere la persona con la disabilità ne riduce l’identità a mancanza e disfunzioni, importanti e condizionanti, ma non risolutive di identità personali più ricche e complesse.

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ACCOGLIENZA DELLE DISABILITA’

Presuppone la capacità di ripensare la didattica e l’organizzazione, ristrutturando profondamente l’ambiente di apprendimento.

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L’accoglienza non riguarda ciò che un insegnante specializzato

può fare per un alunno con disabilità, è una funzione di

tutta la scuola, la responsabilità dell’intera comunità

professionale.

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DIVERSITA’ (definizione 2): Condizione di chi è considerato, o considera sé stesso, estraneo rispetto a una presunta normalità di razza, propensioni sessuali, comportamenti sociali, scelte di vita……

DIFFERENZA: Qualità o condizione per cui una o più cose o persone si trovano in rapporto di totale o parziale diversità, dal latino “differre”, essere diverso.

DIVERSITA’ (definizione 1): Contrasto parziale o totale tra i caratteri distinti di due cose o persone

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DIVERSITA’

Abituarsi alla diversità dei normali è più difficile che abituarsi alla diversità dei diversi (Giuseppe Pontiggia).

Alla salute morale e intellettiva di un uomo contribuisce in grande misura stabilire rapporti di collaborazione con diversi individui diversi da lui, che non tengono nel minimo conto le sue mete ideali e hanno capacità e interessi incomprensibili per lui se non riesce a uscire da sé stesso. (Nathaniel Hawthorne).

Riconoscere la diversità non è razzismo. E’ un dovere che abbiamo tutti. Il razzismo però deduce dalla diversità degli altri uomini la diversità dei diritti. Noi invece pensiamo che i diritti siano gli stessi per tutti gli uomini. (Giuseppe Pontiggia).

Tutta la storia della vita sulla Terra ci insegna che la “diversità” è un valore fondamentale. La ricchezza della vita, infatti, è dovuta alla sua diversità: diversità di enzimi, di cellule, di piante, di organismi, di animali. Anche per la storia delle idee è stato così. La diversità delle culture, delle filosofie, delle strategie e delle invenzioni ha permesso la nascita e lo sviluppo delle varie civiltà. (Piero Angela).

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Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati

Bertold Brecht

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• L’ICF (International Classification of Functioning, Disabilityand Health, Organizzazione Mondiale della Sanità, 2002)• Descrive le varie dimensioni, in modo globale e

interconnesso• Non descrive disabilità o patologie• Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la

situazione di salute e di funzionamento di una persona vanno lette in modo globale, da diverse prospettive, in modo interconnesso e reciprocamente causale.

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CONDIZIONI FISICHE(disturbo o malattia)

Funzioni corporee

Strutture corporee

attività partecipazione

Fattori personali

Fattori ambientali

Fattori di contesto

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BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI = situazioni varie, di diverse origini, anche transitorie.

Ognuno di questi soggetti ha diritto ad una

“NORMALITÀ PIÙ SPECIALE” : più sensibile, più attenta e

metodologicamente più ricca.

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Un alunno con:• Apprendimento• Sviluppo rallentato e/o problematico• ComportamentoQuesta problematicità è riconosciuta per i danni che causa al soggetto stesso, non soltanto tramite il confronto con la normalità. Questi rallentamenti o problematicità possono essere • globali e pervasivi (es. Autismo), • specifici (es. Dislessia), settoriali (es. Disturbi da deficit attentivi con iperattività) più o meno gravi, permanenti o transitori. • i fattori causali possono essere a livello organico, psicologico, familiare, sociale, culturale, ecc.

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UN ALUNNO CON “BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI” :

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SFONDO INTEGRATORE

Gestione integrata dei servizi alla persona.

Protagonismo della persona con la propria famiglia.

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PER RISULTATI APPREZZABILI

Ridurre la sottoutilizzazione sociale

Aumentare la consapevolezza

Essere di supporto al "progetto di vita"

Evitare/ridurre il rischio di patologie relazionali

Aiutare ad utilizzare al meglio le proprie competenze

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CARATTERISTICHE DELL’INTERVENTO

lavoro fondato su aspettative realistiche

lavoro integrato

lavoro pianificato/programmato

lavoro centrato sulla globalità del soggetto

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UNA METODOLOGIA “SCIENTIFICA” PER UN INTERVENTO EFFICACE

ValutareFormulare degli obiettivi in termini di risultati attesi

Costruire un percorso per raggiungerli

Verificare il lavoro svolto

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CAPACITA’: abilità di eseguire un compito o un’azione senza l’influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali.

PERFORMANCE: abilità di eseguire un compito o un’azione con l’influsso, positivo o negativo, di fattori contestuali ambientali e/o personali.

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NON MONADI MA RETI

ALUNNOPERSONA

SANITA’

COMUNE

FAMIGLIA COMUNE

SCUOLA

TERRITORIO

SANITA’

ALUNNO

FAMIGLIA

COMUNE

SCUOLA

SANITA’

FAMIGLIA

TERRITORIO

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LE PAROLE CHIAVE

SEMPLIFICAZIONE

COLLEGIALITA’

INTERPROFESSIONALITA’

INTERISTITUZIONALITA’

PROGETTO VITA

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COME PUO’ INTERVENIRE LA SCUOLA?

1. Organizzazione scolastica generale:• tempo scuola, orari degli alunni, orari degli insegnanti, dei collaboratori (compresenze, contemporaneità, straordinari, supporti); • formazione delle classi;• continuità;• collaboratori scolastici;• servizi e altre attività offerte dalla scuola (mensa, doposcuola, gruppo sportivo, sportelli, biblioteca, ecc.)

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2. Spazi e architettura: accessibilitàsia interna che esterna, grandezza aule, articolazione degli spazi, attrezzatura degli spazi, ecc. 3. Sensibilizzazione generale: promozione di una cultura dell’integrazione e inclusione scolastica e di “Progetto di vita”

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4. Alleanze extrascolastiche:famiglia e altre risorse dalla comunità(gruppi giovanili, associazioni, parrocchie, oratori.) 5. Formazione e aggiornamento: supervisione tecnica anche da parte di esperti, possibilità di consultare materiali bibliografici e informatici, software, banche dati anche in Internet

6. Centri speciali CST, CTRH, NTD

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7. Documentazione: scambio di informazioni e esperienze, possibilità di confronto con altre realtà scolastiche, documentazione delle Buone prassi di integrazione 8. Didattica comune: scelte metodologiche maggiormente inclusive (gruppi cooperativi, tutoring, didattiche plurali sugli stili di apprendimento, didattica per problemi reali, per mappe concettuali, ecc.); vari tipi di adattamento(riduzione, semplificazione, arricchimento, tempi di apprendimento, ecc.)

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9. Percorsi educativi e relazionali Comuni:• laboratori creativi; • espressivi, di educazione socioaffettiva; • alle life skills;• autonomie; vari tipi di adattamento a seconda delle singole e peculiari esigenze 10. Didattica individuale: attività in rapporto 1:1 (strategie, materiali, ecc.) nell’ottica della personalizzazione dell’offerta didattica

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11. Percorsi educativi e relazionaliindividuali: attività in rapporto 1:1 training di autonomia, interventi psicoeducativi sui comportamenti problema. 12. Ausili, tecnologie e materiali speciali: uso di materiali e ausili, anche tecnologici, volti a facilitare le possibilità di autonomia e apprendimento dell’alunno, migliorando la sua vita quotidiana

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13. Interventi di assistenza e aiuto personale: aiuti di carattere assistenziale e di sostegno per permettere all’alunno una personale e attiva partecipazione alla vita e alle attività quotidiane 14. Interventi riabilitativi: come ad esempio logopedia, terapia occupazionale, fisioterapia, psicomotricità, ecc. 15. Interventi sanitari o terapeutici: interventi di carattere medico/sanitario, cure e terapie specifiche, interventi riabilitativi, ecc.

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Riconoscendo l’importanza dell’accessibilità alle strutture fisiche, sociali, economiche e culturali, alla salute, all’istruzione, all’informazione e alla comunicazione, per consentire alle persone con disabilità di godere pienamente di tutti i diritti umani fondamentali …… (Preambolo Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità – 2007)

“Abbiamo diritto a ricevere rispetto e a non subire discriminazioni. Non vogliamo simpatia; vogliamo essere rispettati come futuri adulti che andranno a vivere e a lavorare in un ambiente normale”.(Dichiarazione di Lisbona)

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LA NORMATIVALA NORMATIVA 1948 Costituzione: art. 3 e art. 34ART. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione

di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di

fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

ART. 34 La scuola è aperta a tutti.L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre

provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

ART. 38Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al

mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L'assistenza privata è libera.

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1968

1977 La legge 517

1987 La Sentenza 215 Corte Costituzionale

1992 La legge quadro 104

1997 L’Autonomia scolastica

2001 C. M. 3390 – Assistenza educativa e assistenza materiale

2006 D.P.C.M. 185/2006 – Segnalazione e certificazione alunni con disabilità

2006 Linee guida integrazione stranieri

2006 Integrazione etnie Rom e Sinti

2008 Atti Conferenza Unificata Stato/Regioni

2009 Linee guida MIUR per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità

2010 Legge 170 del 08/8/2010 sulla D.S.A.

I DOCUMENTI INTERNAZIONALI PIÙ RECENTII DOCUMENTI INTERNAZIONALI PIÙ RECENTI CONVENZIONE O.N.U. 2000

MODELLO ICF dell’OMS 2002

MODELLO SUL RITARDO MENTALE (AAMR,2005)

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IN SINTESIIN SINTESI

1. Il P.E.I. deve essere “a misura” del soggetto;

2. Tendere al “massimo” delle possibilità individuali e al “minimo” socialmente accettabile sulla base delle funzionalità per il soggetto;

3. Porre obiettivi realistici e verificabili;

4. Confidare nella “modificabilità cognitiva”;

5. Puntare sulla “continuità educativa”;

6. Valutare costi e benefici dei diversi interventi

Per questo c’è bisogno dell’aiuto di tutti

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NON È CAPACE DI …..(incapacità)

QUESTO LO SA FARE (valorizzazione abilità)

Iniziando dalle abilità relazionali/sociali su cui si fonda la comunicazione e quindi il linguaggio

33Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

DA

A

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34Maria Grazia Carnazzola – 13 ottobre 2012

COME SI ATTUA L’INCLUSIONE: COME SI ATTUA L’INCLUSIONE:

CHI FA COSACHI FA COSA

Contesti Azioni Esperienze

Classe Didattica Differenzazione e mediazione sociale

Scuola organizzazione Comunità di sostegno

Famiglia Corresponsabilità Esercizi di “addomesticamento”

comunità Progetto di vita Verso un sistema “curante”

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La scuola non deve mai dimenticare di avere a che fare con individui

ancora immaturi, ai quali non è lecito negare il diritto di indugiare in

determinate fasi, seppur sgradevoli, dello sviluppo.

Essa non si deve assumere la prerogativa dell’inesorabilità, che è

propria della vita.

PER CONCLUDERE…

Sigmund Freud