Marella Giovannelli e i suoi Fotograffiati
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M a r e l l a G i o v a n n e l l i
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N U M E R O 4 7
Ironica, graffiante, indiscreta ma leale. Per questa ragione Marella Giovannelli mette subito in chiaro che il suo nome di battaglia è stato Mara Malda, nulla a che vedere col vil soldato della nostra peggior tradizione mi-litare. “Due parole – precisa – tant’è vero che chi mi contattava mi chiamava dottoressa Malda”. Insomma, incapace di “uccidere un uomo morto”, non avrebbe avuto alcuna pietà per un uomo cor-to. Lo pseudononimo che l’ha resa familiare a mez-za Italia è nato quando collaborava con Dagospia, Panorama e La Nuova Sardegna. Prima ancora si era autobattezzata Beatrice Moss quando curava la rubrica “Qui Costa Smeralda” per l’Unione Sar-da. Per chiamarsi col suo vero nome, ed oggi im-pegnativo cognome, ha atteso i suoi libri di poesia ed i suoi articoli sulla Gazzetta di Porto Rotondo. “L’esperienza di Mara Malda – dice - è impossibi-le da dimenticare. Giorni fa ho riletto sul Corrie-re della Sera, del 22 agosto 2007 l’annuncio della “morte” di Mara Malda che in un auto-necrologio aveva dichiarato: “Non ci sarà più il gossip nella mia estate. Mi sento colpita da orticaria al solo pensiero di scrivere ancora delle saghe lelemori-che, briatoriane, venturiche o certosine”. Tra le cu-
riosità di quegli anni ricordo lo scoop del culatello, pubblicato nell’agosto del 2003 da Dagospia, col quale ricostruivo il rocambolesco recupero di un culatello della Bassa ordi- nato da Silvio Berlusconi per Vladimir Putin, ospite a Villa Certosa”. Ma-rella non chiude le por-t e a d
un’ipotesi di Mara Malda due: “Per ora preferisco non scongelare il mio alter ego gossiparo. Preferi-sco impegnarmi in un’altra iniziativa realizzando il libro “Fotograffiati”. Vogliamo parlarne? “Durante un’incursione nel mio archivio digitale, per caso sono finita nel film Videocracy e mi sono ritrova-ta a fronteggiare numerose richieste di interviste, foto e “consulenze” come presunta esperta di un ambiente che non frequento più sin dal 2007. Al-lora ho pensato al possibile utilizzo delle foto del mio archivio. Così è nata l’idea di selezionare e in-serire in un libro più graffiante che patinato (da qui il titolo) oltre 300 immagini che avevo scatta-to dal 2003 al 2010. Nella galleria dei fotograffiati ci sono Silvio Berlusconi, uomo politico ed ospite “canterino” e “ballerino” nelle feste in casa di ami-ci, il principe Karim Aga Khan, il conte Luigi Donà dalle Rose. Altri potagonisti animano questo dia-rio fotografico: Marta Marzotto, Lele Mora ed altri personaggi delle travolgenti estati della metà degli anni Duemila. Ma ci sono anche Woody Al-len, Elton John, Meryl Streep, Andy Garcia, Vladi-mir Putin. E poi Flavio Briatore, Simona Ventura, Alba Parietti, Krizia, Sandra Mondaini e molti rap-presentanti del mondo dello spettacolo, della cul-tura, degli affari e dello sport. Il libro lo presenterò
sabato 6 agosto, alle 19:00, in piazzetta degli Archi a Porto Cervo. Ci saranno l’editore Dario Maiore e Bachisio Bandinu che ha curato la prefazione”. Vulcanica Marella che non ha intenzione di appic-
care alcunché al chiodo! “Dopo l’ultima raccolta dei miei versi, “Il giostraio a riposo”, preceduta
da “L’estranea”, “Mareamore”, “Equatore ce-leste” e dal libro “Porto Rotondo, storia di
un’emozione”, sto lavorando a un nuo-vo progetto. Con la collaborazione di
Maria Antonietta Seu Deiana, una selezione delle mie poesie è stata tradotta in logudorese. I miei versi,
in limba ed in italiano, saranno accom-pagnati da immagini fortemente evo-
cative”. Basta? Macchè! E gioca con le parole. “Tu pensi ad un riciclaggio ed
invece c’è un reci-creaggio visto che creo oggetti con materiali di
recupero. Presto organizzerò una mostra sul filo dell’iro-nia e del “non prendersi mai troppo sul serio. La bellezza
della vita è anche sa-persela inventare
ogni giorno”. Marella Gio-
vannelli ha vissuto la
realtà di Po r t o
R o -
tondo anche d’inverno quando si spengono le luci. Il mio legame col villaggio è fortissimo. Per molti anni ci ho vissuto anche d’inverno e, nella solitu-dine e nella pace del fuori-stagione, ho trovato sempre motivi di ispirazione e riflessione. Porto Rotondo per me è approdo, rifugio, faro e tana. In trent’anni ho conosciuto tantissime persone legate alla storia del villaggio e ho assistito ai cam-biamenti delle tendenze, dei costumi e degli stili di vita”. Un pizzico di Marella story. Nata ad Olbia, dopo la scuola dell’obbligo, elementari allo Scola-stico e medie in via Nanni, la quattordicenne stu-dia prima alle Marcelline di Milano, poi alla Scuola Interpreti a Roma. Superati 21 esami ed ottenuto il diploma di Inteprete Parlamentare e Traduttrice in Russo, Inglese e Francese, completa gli studi alla Sapienza di Roma e si laurea in Scienze Politiche con una tesi sull’Antisemitismo in Unione Sovieti-ca ai tempi di Stalin. Comincia subito a lavorare in un’agenza delle Nazioni Unite per i Rifugiati ebrei provenienti dalla Russia. Erano intere famiglie in attesa del visto per l’America, l’Australia, la Nuova Zelanda, Canada e Israele. Marella traduce dal rus-so in inglese: racconti di prigionia e persecuzioni. “Allora – ricorda - traducevo libri e articoli visto che eravamo pochi a conoscere la lingua russa”. Nei primi anni Ottanta, ritorna ad Olbia col ma-rito, Gianni Marzi, e i figli Emiliano ed Alessandro. “Per me – ricorda- è stato doloroso abbandonare un lavoro che amavo moltissimo ma, chiusa una porta si spalanca un portone”. Arriva a Porto Ro-tondo. “Avevo 23 anni e ricordo ancora una cena da Albert; io, mio marito, Marta ed Umberto Mar-zotto. Soprattutto con Marta nacque una grande amicizia che ha dato vita a innumerevoli contatti e incontri, tutti molto interessanti e stimolan-ti. Direi anche preziosi poiché tv e giornali locali cominciarono a richiedere la mia collaborazione per interviste a celebrità che incontravo a feste, pranzi e cene più o meno esclusive. Quello che era iniziato come lavoro estivo si era trasformato in un’attività professionale. Messi laurea e diploma nel cassetto, ho iniziato a lavorare nelle redazioni di emittenti televisive. Ricordo la lunga esperien-za con Cinquestelle Sardegna e la collaborazione con diversi quotidiani, settimanali e magazine. Nei primi anni Duemila, su internet ho creato un sito nel quale ho raccolto i miei articoli e un grande ar-chivio fotografico. Un’altra svolta professionale c’è stata nel 2001 quando ho lasciato Cinquestelle in cui ero riuscita a curare un programma in cinque puntate sulla vita di Olbia dagli anni Venti agli anni Cinquanta. Era arrivata l’ora di lanciare, col collega Mauro Orrù, una nuova sfida: proporre al Comu-ne un sito internet aggiornato e vivace che curasse l’aspetto informativo-divulgativo non solo sotto l’aspetto istituzionale. Dall’inizio del 2002 sino al febbraio 2011, quando ho lasciato l’incarico, ho scritto migliaia di articoli corredati da fotografie. Agganciato a Google, grazie anche all’effetto mol-tiplicatore della Rete, il sito è diventato un punto di riferimento per la gente e per gli organi di stampa, una “vetrina” per la città e una cassa di risonanza delle attività svolte dal Comune. Tornando al pas-sato, grande significato per me ha avuto anche la lunga e intensa collaborazione con la Gazzetta di Porto Rotondo e col sito www.portorotondoweb.it. Un’ultima maramaldata: pregi e difetti di Gian-ni Giovannelli, il fratello sindaco. “Perseveranza, pragmatismo, pazienza”. Per Marella, sono i tre maggiori pregi. Per la Mara Malda dura a morire, sono i principali difetti.
Alfonso De Roberto