Manufacturing 4.0, l'Italia è pronta per la quarta rivoluzione industriale

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29 SISTEMI&IMPRESA marzo 2016 dati disponibili della Banca mondiale, il 15,4% del Prodotto interno lordo del no- stro Paese è generato dal manifatturiero; inoltre, secondo l’Istat, questo settore è in grado di sviluppare il settore dei servizi con un fattore pari a 2,5 volte quello manifattu- riero. “Non si dimentichi che la Banca Mon- diale ha inserito l’Italia come settima forza nel manufacturing”, ha continuato Taisch. Che ha lanciato un appello per “sfruttare questo vantaggio competitivo”. Per non perdere terreno nei confronti dei competitor, allora, serve puntare l’attenzio- ne sulle tecnologie abilitanti alla base della rivoluzione industriale, come l’IoT che per- mette la creazione di smart product da cui nasce l’interconnected manufacturing. Che tradotto significa la connessione di prodot- ti, persone e fabbriche. “L’Industry 4.0”, conclude Taisch, “deve prevedere la pre- Innovativi modelli di business. Ma anche nuovi posti di lavoro. La quarta rivoluzio- ne industriale è già realtà anche nel tessu- to produttivo italiano. Un passaggio reso possibile grazie alla tecnologia digitale e soprattutto all’Internet of Things in grado di connettere prodotti e processi. L’Industry 4.0 ha pure un altro importan- te merito: “Finalmente s’è tornati a parlare di manifattura”, come ha spiegato Marco Taisch, Professore di Advanced and Sustai- nable Manufacturing e di Operations Mana- gement del Politecnico di Milano in apertu- ra della tappa di Milano di FabbricaFuturo, il progetto di comunicazione multicanale di Este che mette a confronto le idee, raccon- ta i casi di eccellenza e propone soluzioni concrete per le medie aziende manifattu- riere. L’Italia resta un importante player in ambito manufacturing: secondo gli ultimi a cura della Redazione Manufacturing 4.0, l’Italia è pronta per la quarta rivoluzione industriale Piattaforme tecnologiche. Nuovi processi. E strumenti finanziari. Così la fabbrica diventa smart. Con le persone sempre al centro FABBRICA FUTURO Marco Taisch durante l’apertura della tappa di Milano di Fabbrica Futuro

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dati disponibili della Banca mondiale, il 15,4% del Prodotto interno lordo del no-stro Paese è generato dal manifatturiero; inoltre, secondo l’Istat, questo settore è in grado di sviluppare il settore dei servizi con un fattore pari a 2,5 volte quello manifattu-riero. “Non si dimentichi che la Banca Mon-diale ha inserito l’Italia come settima forza nel manufacturing”, ha continuato Taisch. Che ha lanciato un appello per “sfruttare questo vantaggio competitivo”.Per non perdere terreno nei confronti dei competitor, allora, serve puntare l’attenzio-ne sulle tecnologie abilitanti alla base della rivoluzione industriale, come l’IoT che per-mette la creazione di smart product da cui nasce l’interconnected manufacturing. Che tradotto significa la connessione di prodot-ti, persone e fabbriche. “L’Industry 4.0”, conclude Taisch, “deve prevedere la pre-

Innovativi modelli di business. Ma anche nuovi posti di lavoro. La quarta rivoluzio-ne industriale è già realtà anche nel tessu-to produttivo italiano. Un passaggio reso possibile grazie alla tecnologia digitale e soprattutto all’Internet of Things in grado di connettere prodotti e processi.L’Industry 4.0 ha pure un altro importan-te merito: “Finalmente s’è tornati a parlare di manifattura”, come ha spiegato Marco Taisch, Professore di Advanced and Sustai-nable Manufacturing e di Operations Mana-gement del Politecnico di Milano in apertu-ra della tappa di Milano di FabbricaFuturo, il progetto di comunicazione multicanale di Este che mette a confronto le idee, raccon-ta i casi di eccellenza e propone soluzioni concrete per le medie aziende manifattu-riere. L’Italia resta un importante player in ambito manufacturing: secondo gli ultimi

a cura della Redazione

Manufacturing 4.0, l’Italia è pronta per la quarta rivoluzione industrialePiattaforme tecnologiche. Nuovi processi. E strumenti finanziari.Così la fabbrica diventa smart. Con le persone sempre al centro

FABBRICA FUTURO

Marco Taisch durante l’apertura della tappa di Milano di Fabbrica Futuro

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FABBRICA FUTURO

senza delle persone, che quindi non spa-riscono: le macchine non sono destinate a sostituire l’uomo, ma ad aiutarlo a svolgere alcune attività”. Da qui (anche) la creazione di nuovi modelli di business.

Una piattaforma per l’innovazioneSul fronte dell’infrastruttura tecnologica esistono già le soluzioni utili per trasfor-marsi in Industry 4.0.Per esempio Nuovamacut propone una piattaforma per l’innovazione che mette in-sieme persone, clienti e soluzioni.“L’innovazione resta la più grande leva per diventare competitivi”, ha spiegato Sau-ro Lamberti, Amministratore Delegato di Nuovamacut. Che poi ha puntualizzato come “l’innovazione non può avvenire in un giorno, ma serve tempo affinché possa ave-re un impatto sulla catena del valore”.

Peccato, tuttavia, che nel processo seria-le molte aziende non prestino attenzione all’innovazione per mancanza di tempo.Secondo un’indagine di Nuovamacut rea-lizzata nel periodo 2009-12 e 2015 su 160 titolari e dirigenti d’azienda, rappresentan-ti di diversi settori, sulla catena del valore è emerso che “le aziende si concentrano troppo sui prodotti”.Inoltre, pur sapendo che l’innovazione si-gnifica maggiore competitività, gli intervi-stati hanno evidenziato come “durante il processo di progettazione manchi il tempo di esplorare nuovi modi di operare”.E, hanno ammesso, “se ci fosse il tempo, mancherebbero gli strumenti per la valu-tazione del rischio”. Altre problematiche, poi, sono state evidenziate nella fase di validazione del progetto: “A causa della mancanza di controllo sul ciclo di vita dei

Sauro Lamberti, Amministratore Delegato di Nuovamacut

Marco ZaninelliDirettore Generale Industriale di Riso Scotti

Parlare di Industry 4.0 per Riso Scotti è una grande sfida. Oggi sempre più abbiamo la necessità di essere vicini ai bisogni del cliente e del consumatore. Noi per mantenere questa vicinanza ci stiamo trasformando: vogliamo essere rapidi, veloci e precisi nelle risposte e nella flessibilità. Concretamente questo passa attraverso l’implementazione di sistemi integrati per la logistica inbound e outbound, lo sviluppo di sistemi di monitoraggio delle performance inte-grati con gli avanzamenti produttivi e coniugati con tecniche e modelli di pro-grammazione che vanno dal kanban alla gestione per commesse. Tuttavia anche nella Fabbrica 4.0 l’uomo è elemento chiave, è al centro di questi sistemi; è colui che può e deve sfruttare nel modo efficiente la disponibilità di informazio-ni, il network e i sistemi applicati.

Massimiliano Cavicchioli, Direttore di stabilimento di Venchi

Industria 4.0 per Venchi significa avere la possibilità di leggere tutte le informa-zioni aziendali, dal mercato – punto di arrivo, ma anche di partenza per l’inno-vazione di prodotto – fino all’acquisizio-ne delle materie prime. Nella nostra esperienza l’IoT è già realtà: tutte le linee di produzione sono integra-te e modulate non solo per l’acquisizio-ne delle informazioni di produzione, ma anche per le azioni dirette per ritarare i flussi produttivi. In ambito Industry 4.0 credo che le dif-ficoltà siano soprattutto di tipo mentale, più che tecnologiche: mi riferisco alla capacità di cogliere i nuovi modi per leg-gere l’azienda e il mercato cui ci si rivol-ge, ma pure la capacità dei singoli che compongono l’organizzazione di capire che si deve lavorare in maniera diversa dal passato.

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L’OPINIONE

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componenti, non siamo in grado di aprire nuovi settori di attività o di offrire deter-minati componenti con garanzia a vita per ottenere un vantaggio competitivo”, è stata la tesi di titolari e dirigenti d’azienda. Inol-tre, riducendo il tempo per la produzione di documentazione si causano ritardi nella progettazione. Quindi il processo è conse-gnato al settore produzione che non invia alcun feedback al reparto tecnico con la conseguenza che si “creano componenti obsoleti perché la produzione invia ordini ai fornitori dopo che i relativi componenti sono stati modificati”.La proposta di Nuovamacut, ha precisato Lamberti, è quella di “prendere con antici-po decisioni aziendali migliori per ridefinire il processo del valore”: “Il nostro impegno prevede la riduzione dei costi operativi, il miglioramento della posizione di mercato e il supportare la crescita e la realizzazione di un valore maggiore”, ha aggiunto l’AD di Nuovamacut. Che poi conclude dicendo: “I processi operativi sono importanti per l’azienda, perché comportano un elevato impiego di capitale. Ma prestare maggiore attenzione allo sviluppo del prodotto può facilitare i processi operativi”.

Macchine 4.0: la rivoluzione dell’industriaLa nuova frontiera dell’ottimizzazione e dell’efficienza dei processi produttivi è la Macchina 4.0: è grazie alle tecnologie IoT che le macchine diventano smart e consen-tono di trasformare i dati in informazioni e conoscenza, permettendo anche alla Pmi di implementare paradigmi dello Smart Ma-nufacturing. Della IoT, molti si concentrano sulla ‘internet’, ma tralasciano le ‘things’, i prodotti, ha fatto notare Jacopo Cassina, Amministratore Delegato di Holonix.“Se il prodotto fosse intelligente, si ricor-dasse la sua storia e sapesse interagire con i processi industriali come la produ-zione, la logistica e la manutenzione, allo-ra cambierebbero le regole del business”, è stata la tesi del manager che punta l’at-tenzione sulla “conoscenza dell’intero ci-clo di vita” per avere sempre chiari tutti i dettagli del processo.“Bisogna chiedersi cosa possa fare l’IoT per le aziende”, ha specificato Cassina, “ed è per questo che Holonix ha proget-tato e realizzato i-LiKe Machines, la suite che consente il monitoraggio da remoto delle macchine industriali”.“La soluzione ha due aspetti”, ha prose-guito l’AD di Holonix, “una per l’utilizza-

tore della macchina e una per il costrut-tore di quest’ultima: il primo può ricevere gli allarmi e i dati di utilizzo in tempo re-ale da cui derivano statistiche e report; il secondo, invece, può, per esempio, veri-ficare la geolocalizzazione del suo parco macchine e lo status delle stesse offrendo una migliore gestione dei pezzi di ricam-bio e della manutenzione”. Dalla macchina intelligente, dunque, si pas-sa alla fabbrica intelligente che “offre un sistema personalizzato e costruito ad hoc sulle esigenze e le specifiche di ogni real-tà, registra i dati delle ‘cose’ in una visione prodotto-centrica, aumenta il valore perce-pito e consente la creazione di un prodotto-servizio unico e senza precedenti”.“La mission di Holonix”, ha precisato Cas-sina, “è proprio quella di creare soluzioni personalizzate e adattabili alle esigenze

Maurilio Savoldi, Quality e Innovation Manager di Mariner Rubinetterie

Le Pmi si trovano nella condizione di aver già attivato processi di Industry 4.0 pure senza coscienza di averlo fatto. Soprav-vivere in un mercato competitivo, infatti, porta a cercare elementi innovativi che l’azienda introduce quasi in maniera na-turale e per questo motivo destrutturata. La vera sfida, allora, è provare a struttu-rare l’innovazione dei processi. In Mariner Rubinetterie lo stiamo facendo, cercando proprio di dare una struttura al modo na-turale di innovare e dall’altro facendo cre-scere le figure chiave. Lo stiamo facendo anche con l’applicazione delle tecniche di process mining, con le quali rielabo-riamo e analizziamo i processi produttivi partendo dai dati registrati nei sistemi aziendali: in questo modo riusciamo ad evidenziare gli aspetti critici, individuare le opportune azioni correttive ed effettua-re un monitoraggio accurato.

Jacopo Cassina, Amministratore Delegato di Holonix

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di ogni realtà, affiancandole e supportan-dole nella creazione di prodotti sempre più affidabili”.

Verso l’intelligenza distribuitaLa nuova rivoluzione industriale che com-porta innovazione di prodotto e di proces-so impone che le aziende siano sempre più smart, ossia più agili, flessibili e collaborati-ve, al fine di poter rispondere al meglio alle esigenze di un mercato sempre più compe-titivo e perturbato. La risposta di sedApta è l’introduzione dello smart planning, che evolve i tradizionali strumenti per il Supply Chain Management grazie ad un innovativo approccio denominato O.S.A. (Orchestra-tor, Support, Analytics).La gestione di questo cambiamento pre-suppone l’utilizzo di adeguati strumenti per il change management che devono coinvol-gere la razionalizzazione dei processi di supply chain, come ha evidenziato Paolo Campo, Vice President di sedApta, che ha lanciato un appello affinché siano i fornito-

ri di tecnologie a introdurre gli strumenti smart che possano offrire un controllo più ampio dei processi. “La sfida è portare con-cetti innovativi di intelligenza distribuita”, ha detto Campo, secondo cui è ora di “ren-dere i processi intelligenti attraverso la co-municazione reticolare, la sincronizzazione dei processi e la collaborazione continua degli utenti”.SedApta propone al mercato “una nuova visione dei processi di gestione, decisione e governo di supply chain estese, rivolu-zionando l’attuale utilizzo delle tecnologie informatiche, attraverso una loro estensio-ne trasversale orientata ai processi invece che alle funzioni”. La sedApta Suite, infatti, spiega il manager, “supporta i processi de-cisionali dei clienti rispetto alla necessità, particolarmente accentuata in questo pe-riodo di crisi, di ‘navigare a vista’, aumen-tando il controllo su tutta la supply chain attraverso strumenti in grado di analizzare il passato, visualizzare il presente e preve-dere differenti scenari nel futuro, con un approccio matematico euristico simulativo e collaborativo”.L’innovativo approccio O.S.A. della sedAp-ta Suite permette di gestire il processo di change management in modo efficace ed efficiente, trasformando le nuove sfide dell’Industry 4.0 in opportunità di cresci-ta e miglioramento continuo: “In questo modo innovativo è possibile realizzare una soluzione che oltre ad attuare le funziona-lità, permette di migliorare i processi di supply chain che nella rete logistica distri-butiva vengono analizzati e ridisegnati tra-mite notazione standard BPMN 2.0. Ogni task è associato a un ruolo aziendale, dati di ingresso e di uscita ed eventuali regole di esecuzione”.

Ripensare al processo di sviluppo prodottoSempre restando in tema di supply chain, un nuovo spunto è offerto da K2Innovation che propone l’Engineering Supplier Por-tal (ESP) per la gestione dei fornitori che operano in co-design a livello mondiale. Il portale, come ha illustrato Edoardo Collal-to, Systems Integration Manager di K2In-novation, consente ai fornitori la gestione delle attività e la condizione in modo sem-plice e sicuro con l’azienda di tutta la docu-mentazione tecnica di prodotto. L’azienda può così monitorare attraverso semplici dashboard lo stato di avanzamento dei progetti affidati ai fornitori mediante misu-re oggettive su complemento dei task e la

FABBRICA FUTURO

Claudio BruggiPurchasing Director di Vortice

Quando in Vortice abbiamo sentito par-lare di Industry 4.0 ci siamo chiesti se fosse un tema che anche per una Pmi potesse essere affrontato a costi soste-nibili oppure si trattasse di un argomen-to puramente accademico su cui avrem-mo avuto difficoltà a trovare un punto di incontro. La risposta è stata la creazione di un progetto pilota in ambito Indust-ry 4.0 e alla luce del lavoro svolto sono certo che avremo altre opportunità di crescita. Ci troviamo realmente di fronte alla quarta rivoluzione industriale che offre sviluppi commerciali e di servizio realmente infiniti: l’Industry 4.0 è una grande opportunità per tutti noi.

Paolo Campo Strategy Vice President di SedApta

Edoardo Collalto, Systems Integration Manager di K2Innovation

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L’OPINIONE

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realizzazione degli elaboratori, garantendo sempre la sicurezza e la riservatezza richie-ste in un ambiente altamente competitivo e in integrazione con il sistema PLM enter-prise già presente in azienda. “Il sistema è in grado di permettere la condivisione delle informazioni garantendo la non violazione della proprietà intellettuale”, ha precisato Collalto. Secondo il quale l’ESP garantisce all’azienda una maggiore tempestività nel-la raccolta delle informazioni, migliore ac-curatezza e notevoli risparmi del tempo dei propri addetti che possono così dedicarsi alle attività a valore aggiunto.Maurizio Dall’Olio, Amministratore Dele-gato di K2Innovation, ha puntato l’atten-zione sullo Sviluppo prodotto, considerato una “delle aree della manifattura meno conosciute eppure cruciale”: “Il prodotto non viene realizzato in modo esclusivo da-gli addetti alla progettazione e dall’ufficio tecnico, ma è uno sforzo corale cui contri-buiscono in modo diverso molte funzioni aziendali”. Peccato, però, ha fatto notare il manager della società di consulenza spe-cializzata nei servizi di PLM, “molto spesso le iniziative di analisi e reingegnerizzazione dei processi condotti a livello corporate del-le più titolate società di consulenza mon-

diale ‘saltano’ quest’area perché la consi-derano troppo difficile e troppo specifica dell’azienda”. Eppure, secondo Dall’Olio è qui che “risiede il maggior valore competi-tivo di un’azienda manifatturiera”.K2Innovation propone dunque un focus sui processi per analizzare “come le aziende li definiscono e in alcuni casi li ri-definisco-no”: “Chi implementa sistemi di PLM lo fa partendo dalla volontà di acquistare il mi-glior prodotto e quello più adatto alle pro-prie esigenze e quindi lo adatta al processo, senza dedicare abbastanza tempo preventi-vamente all’analisi del processo”. Ecco per-ché Dall’Olio propone l’analisi del processo di sviluppo prodotto da cui “far derivare una mappa e un input per le verifiche”; solo successivamente viene proposto all’azienda l’eventuale “modifica dei sistemi informativi o l’introduzione di una soluzione PLM con-centrandoci sulle esigenze delle aziende”.

Le persone al centro della rivoluzioneLa quarta rivoluzione industriale ha inevi-tabilmente anche una ripercussione in am-bito sociale-organizzativo di vasta portata, portando con sé una profonda innovazione culturale. “Oggi si parla della contrapposi-zione tra uomo e robot, ma in realtà si trat-

Lucio MistriPresidente di Scorpion Bay

Per Scorpion Bay Fabbrica 4.0 significa tenere all’interno dell’azienda conoscen-ze e competenze che riguardo il proces-so creativo delle collezioni e usarle per far produrre i nostri prodotti in giro per il mondo dai fornitori più adeguati per lo sviluppo del brand. Dietro alle produzio-ni internazionali dell’azienda c’è infatti il know-how italiano che gestisce la real-tà creativa e gestionale.

Pierluigi Fusco GirardInnovation Manager di Marzotto Group

La Fabbrica 4.0 è un’opportunità cui an-che Marzotto Group sta guardando con fortissimo interesse: grazie alla smart factory è, infatti, possibile spingere la produttività al massimo. Allo stesso tempo, l’Industry 4.0 ci per-mette di rispondere, in modo smart, alle esigenze di un mercato sempre più orientato verso prodotti quanto più pos-sibile ‘customizzati’.

Maurizio Dall’Olio, Amministratore Delegato di K2Innovation

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ta delle due facce della stessa medaglia”, ha spiegato Luca Gelmetti, Head of Opera-tions Division di Cegos Italia, smentendo quel mito secondo cui in un domani mol-to prossimo la fabbrica sarà gestita solo da un uomo e da un cane: il primo darà da mangiare al secondo, mentre l’anima-le controllerà che l’altro non si avvicini ai robot presenti in produzione. La persona, contrariamente a quanto si possa immagi-nare, resta al centro della rivoluzione e per questo è fondamentale aiutarla nella ge-stione durante la transizione verso il nuovo modello: tuttavia, le risorse si troveranno in una continua evoluzione professionale per-ché le competenze necessarie e i modelli organizzativi cambieranno sempre più ra-pidamente nel futuro.Nella smart factory, infatti, ci sarà bisogno di nuove capacità: “Le persone dovranno possedere un pensiero interdisciplinare”, è la tesi di Gelmetti che propone un approc-cio sistemico integrato per orientare le ri-sorse umane di oggi verso il nuovo modello produttivo, dove virtualizzazione, digitaliz-zazione, big data, cyber physical systems, zero waste disign ed energy efficiency rap-presenteranno lo standard mondiale.“Gli elementi fondamentali sono sei: l’orien-tamento al cliente, la modularità, la capacità dinamica, la comunicazione interfunzionale, la virtualizzazione e la decentralizzazione”, ha continuato l’Head of Operations division di Cegos Italia. Che poi ha aggiunto il con-cetto di “velocità”: “Non sarà più il pesce grosso a mangiare quello piccolo, ma il più veloce a vincere sul lento”.Il modello di Cegos Italia – R.D.E. Model (Rating, Design, Execution) – prevede la mi-surazione del livello di Industry 4.0 posse-duto dall’organizzazione, la progettazione e la condivisione dell’intervento, quindi la realizzazione del progetto.“L’obiettivo”, secondo Gelmetti, “è che qualsiasi elemento ragionato e implemen-tato all’interno dell’organizzazione sia con-testualizzato e allineato ai concetti dell’In-dustry 4.0”. Oggi, proprio grazie alla quarta rivoluzione industriale “esistono tutti gli elementi per gestire la smart factory”.

Gli strumenti per finanziare l’innovazioneIndustry 4.0 significa anche nuove forme di finanziamento per le aziende e i loro pro-getti di ricerca e innovazione. A illustrarli è stato Fiorenzo Bellelli, presidente di War-rant Group, secondo il quale “ci troviamo all’inizio di un percorso” e gli aiuti economi-

ci a supporto dei processi di ricerca e inno-vazione (finanziamenti regionali, nazionali e comunitari 2016) “saranno utilizzati” an-che se al momento è necessario diffondere la conoscenza di questi strumenti. “Sono stati introdotti in Italia grazie alla Finanzia-ria 2014”, ha continuato Bellelli, “e quindi c’è bisogno ancora delle circolari che tra-ducano in pratica le indicazioni scritte”. Nonostante lo consideri un “percorso a ostacoli”, il presidente di Warrant Group si è detto fiducioso sul futuro: “Come tutte le novità presto usciranno chiarimenti in me-rito e sono certo che nell’arco di un anno i nuovi strumenti saranno pienamente uti-lizzati”. Giusto per dare un’idea dei finan-ziamenti in campo, basti pensare a quelli di Horizon 2020, il più grande programma mai realizzato dall’Unione europea per la ricerca e l’innovazione, che ha messo in campo 80 miliardi di euro in grado di por-tare innovazioni, scoperte e risultati rivolu-zionari trasferendo grandi idee dal labora-torio al mercato.In questo percorso, Warrant Group è al fianco delle aziende attraverso un portale per tracciare innovazione e sviluppo delle imprese che stanno prendendo in consi-derazione di entrare nel progetto Horizon 2020: “Abbiamo una squadra di tecnici che sono in grado di comprendere i pro-getti delle aziende e per trasferire il modo di fare innovazione dialogando con i clien-ti, imprenditore compreso. L’obiettivo è fornire il sostegno dall’inizio alla fine del progetto”, ha continuato Bellelli.“Gli aiuti riguardano anche la creazione del prototipo e degli impianti pilota e la crea-zione di una linea di produzione del prodot-to, assistiti anche da finanziamenti a tasso agevolato della Bei con garanzia Fei e della Cassa depositi e prestiti”. L’insieme degli strumenti finanziari adottati è in grado di coprire l’intero ciclo dell’innovazione e del-la ricerca partendo dalla ricerca di base fino ad arrivare al finanziamento delle linee di produzione. Bellelli, inoltre, ha sottoline-ato il fatto che una volta ottenuta la delibe-ra, sia per i contributi a fondo perduto sia per i finanziamenti agevolati, occorre avere una corretta gestione della rendicontazione delle spese per avere la garanzia di poter incassare i finanziamenti deliberati.Risulta dunque evidente che è fondamen-tale e necessario essere partner dell’im-presa dal momento in cui parte l’idea pro-gettuale fino al momento in cui si realizza il prodotto oggetto della ricerca.

Luca Gelmetti, Head of Operations Division di Cegos Italia

Fiorenzo Bellelli, presidente di Warrant Group

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