Manuale degli Acquisti verdi - Comune di...
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SETTORE FINANZE BILANCIOPROGRAMMAZIONE E CONTROLLO
SERVIZIO APPALTI ACQUISTI ECONOMATOUNITA’ ORGANIZZATIVA ECONOMATO
ACQUISTI SERVIZI
SETTORE SVILUPPO DEL TERRITORIOSERVIZIO AMBIENTE
PROGETTO AGENDA21
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AAAcccqqquuuiiissstttiii vvveeerrrdddiii
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INDICEINTRODUZIONE......................................................................................................................................................4
PREMESSA................................................................................................................................................................5
SVILUPPO SOSTENIBILE......................................................................................................................................7
AGENDA 21 .............................................................................................................................................................10
GREEN PUBLIC PROCUREMENT.....................................................................................................................11
ACQUISTI DI COMPETENZA DELL’U.O. ECONOMATO ACQUISTI SERVIZI DEL COMUNE DIFERRARA................................................................................................................................................................13
DIRETTIVE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI FERRARA. .....................................................14
NORMATIVA..........................................................................................................................................................15
CRITERI “AMBIENTALMENTE SOSTENIBILI” DA POTER UTILI ZZARE NELLE PROCEDURE DIINDIVIDUAZIONE DEI FORNITORI DI BENI E SERVIZI..... .......................................................................16
INTERPRETAZIONE COMMISSIONE SUL DIRITTO COMUNITARIO DEGLI APPALTI PUBBLICI ELE POSSIBILITÀ DI INTEGRARE CONSIDERAZIONI DI CARAT TERE AMBIENTALE NEGLIAPPALTI PUBBLICI N. 2001/C 333/07 ...............................................................................................................17
DOCUMENTO ORIENTATIVO DELLE CARATTERISTICHE DEI PRO DOTTI AMBIENTALMENTEPREFERIBILI..........................................................................................................................................................25
LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE E ETICO SOCIALE ....... ..................................................................26
EMAS:...................................................................................................................................................................26
ISO 14000:..........................................................................................................................................................27
ECOLABEL: ..........................................................................................................................................................28
OHSAS 18001:....................................................................................................................................................29
OHSCER: ..............................................................................................................................................................30
SA 8000 (CERTIFICAZIONE ETICO-SOCIALE):..................................................................................................30
TRANSFAIR (MARCHIO DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE):......................................................................32
DISEGNO DI LEGGE N. 2849 APPROVATO DAL SENATO ...................................................................32
AA 1000: ..............................................................................................................................................................33
CONSIGLI UTILI PER ACQUISTARE PIÙ VERDE ........................................................................................34
ALLEGATI ..............................................................................................................................................................35
LISTA DEI FORNITORI “VERDI” DEL COMUNE DI FERRARA ...........................................................36
TUTTO EMAS ...................................................................................................................................................37
IL REGOLAMENTO EMAS ..........................................................................................................................38
Organizzazioni Registrate ...........................................................................................................................42
Orientamenti per l’individuazione degli aspetti ambientali e la valutazione della lorosignificatività ..................................................................................................................................................47
Orientamenti sulle entità che possono essere registrate Emas .........................................................48
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Regolamento (CE) n°761/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 marzo 2001sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione e audit(Emas) ...............................................................................................................................................................49
TUTTO ECOLABEL ..............................................................................................................................................50
Il SISTEMA DELL’ECOLABEL ....................................................................................................................51
I criteri per l’Ecolabel ..................................................................................................................................52
Il sistema di etichettatura ecologica europea Ecolabel........................................................................54
Elenco laboratori riconosciuti idonei all’esecuzione del controllo indipendente ..............................55
Aziende Italiane con Ecolabel .....................................................................................................................56
Procedure operative per l’assegnazione e la gestione del marchio Ecolabel ....................................57
Regolamento (CE) n°1980/2000 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 luglio 2000relativo al sistema comunitario, riesaminato, di assegnazione di un marchio di qualità ecologica...........................................................................................................................................................................58
DOCUMENTO ANPA .........................................................................................................................................59
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INTRODUZIONE
Le attività di studio e ricerca effettuate dal Settore Finanze Bilancio
Programmazione e controllo – Servizio Appalti Acquisti Economato – U.O.
Economato Acquisti – Servizi in collaborazione con il Settore Sviluppo del
Territorio - Servizio Ambiente - Progetto Agenda 21, svolte secondo le linee guida
sintetiche programmate già in sede di approvazione del PDO 2002 ed indicate nella
scheda inerente l’obiettivo, hanno indotto a raccogliere in maniera organica i dati
studiati al fine di costituire un utile strumento di lavoro per tutti gli operatori cui
sono demandate funzioni di acquisto dei beni e servizi in generale e in particolare
per gli operatori del Servizio approvvigionamenti dell’Ente locale.
Sia il Legislatore che l’Amministrazione Comunale di Ferrara hanno
dimostrato nel tempo una sempre più consolidata attenzione rivolta ad acquisti di
beni e servizi eco-compatibili e a basso impatto ambientale.
Consci che comunque trattasi di argomento in continua evoluzione sia a livello
legislativo che di acquisti verdi effettivi (ancora scarsi) sia da parte dello Stato
che degli Enti Locali, l’intento di questo manuale è quello di fornire un punto di
partenza che ha come obiettivo principale la sensibilizzazione e l’importanza di
scegliere, laddove è possibile, l’acquisto verde, anche se la normativa non lo
prevede come obbligatorio.
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PREMESSA
Se il principio “Sviluppo Sostenibile” e la sua politica riguardante la
sostenibilità può datarsi, come inizio con il rapporto Brundland nel 1987 è
interessante ricordare la risposta data dal Capo Indiano “Seattle” già nel 1854, che
di seguito si riporta in sintesi, al grande Capo Bianco di Washington (il Presidente
degli Stati Uniti, Franklin Pierce del New Hampshire) quando questi si offrì di
acquistare una parte del territorio indiano promettendo di istituirvi una riserva per
i pellerossa:
“ Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra?Se noi non li possediamo come potete chiederci di acquistarli?
Siamo parte della terra, e la terra fa parte di noi è la nostramadre, tutto ciò che di buono accade su di essa, accade anche ai suoifigli. Non è la terra che appartiene all’uomo ma è l’uomo che appartienealla terra.
Prenderemo in esame la vostra offerta di acquistare le nostreterre, ma qualora decidessimo di accettare tale proposta, io porrò unacondizione: l’uomo bianco dovrà rispettare gli animali che vivono suquesta terra come fossero suoi fratelli. Io sono un selvaggio e noncomprendo come “il cavallo di ferro” fumante possa essere piùimportante dei bisonti che noi uccidiamo solo per sopravvivere. Per undestino del fato misterioso voi siete divenuti i dominatori. Nonriusciamo a comprendere il massacro avvenuto alle foreste e aglianimali.
Dov’è finito il bosco? Scomparso. Dov’è finita l’aquila? Scomparsa.E’ la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza”
La risposta del capo indiano “Seattle” risulta essere la più bella e la più
profonda dichiarazione mai fatta sull’ambiente.”
Gli indiani d’America basavano la loro esistenza vivendo in armonia con le
leggi dell’Universo, rifacendosi al principio secondo cui “Come Sopra, Così sotto”;
due coni che si incontrano in uno stesso vertice, per ricordare che Spirito e
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Materia sono due aspetti della Realtà.
Vivere ogni momento della vita in comunione con il mondo dello Spirito e con
le energie del Cielo.
Una lettura della loro profezia ci ricorda che solo se curiamo noi stessi
riequilibrando la nostra energia possiamo curare la Terra. Loro questo praticavano,
pensando ai danni che potevano evitare sino alla settima generazione.
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SVILUPPO SOSTENIBILE
Il termine “Sviluppo Sostenibile è apparso sull’arena politica essenzialmente
nel 1987 con il Rapporto della Commissione Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo,
nota come Commissione Bruntland dal nome della presidente, la norvegese Gro
Harlem Bruntland. Pur se dai contorni concettuali ancora vaghi, tale termine
sembrava adatto a cambiare e riconciliare gli esiti del dibattito, maturato
all’interno delle Nazioni Unite, sulle politiche dello sviluppo e su quelle
dell’ambiente.
Da quel momento in poi , la “questione ambientale” diventa un tema politico
prioritario e mette in discussione la visione fortemente centrista dei tradizionali
modelli di sviluppo, quella basata sulla superiorità dell’uomo rispetto alla natura.
Cresce così, la consapevolezza della globalizzazione del rischio ambientale come
minaccia alla sopravvivenza dello stesso genere umano.
La Commissione Brundtland definisce sviluppo sostenibile come:
- uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senzacompromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propribisogni;
- un processo nel quale lo sfruttamento delle risorse, la direzione degliinvestimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico ed il cambiamentoistituzionale sono tutti in armonia, ed accrescono le potenzialità presenti efuture per il soddisfacimento delle aspirazioni e dei bisogni umani.
Questi concetti implicano consapevolezza degli attori, decisioni strategiche ed
azioni adeguate per utilizzare, mantenere e tramandare le risorse disponibili alle
future generazioni affinché esse governino saggiamente tale eredità (patrimonio
ambientale), riducendo progressivamente i deficit ambientali che potrebbero
rappresentare un fardello ed una minaccia per la posterità.
Questa potente dichiarazione significa che sostenibilità e sviluppo devonoprocedere insieme:
- sostenibilità come precondizione per la conservazione di uno sviluppo duraturo
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ricostituendo e sostituendo le risorse delle attuali e future generazioni;
- sviluppo come modo per superare la povertà, amministrando le risorse peraffermare, contemporaneamente, equità sociale (all'interno delle singole
comunità e nel rapporto tra esse e gli individui), equità interregionale (tra le
varie comunità territoriali), equità intergenerazionale (tra le presenti e le
future comunità).
Due principi assumono, in particolare, un significato ed un ruolo trasversale:
quello intertemporale e quello interregionale.
Il principio intertemporale si riferisce all’avvenire (o posterità), al presente edal passato. L’equità, come valore da realizzarsi fra generazioni, chiama la società ad
operare su una scala temporale diversa rispetto a quella correntemente usata in
economia.
Per garantire lo sviluppo sostenibile si deve adottare una programmazione di
lungo termine al fine di prendere in considerazione l’impatto sul benessere delle
future generazioni.
Il principio di “posterità” deve diventare un valore che incoraggi la società
(in tutte le sue componenti, quali popolazione, governo, istituzioni, imprese, ecc.) a
sviluppare una visione di “cosa si vuole sostenere”.
Le politiche (ad ogni livello) devono riconoscere che l’ambiente è entità e
forza dinamica per il progresso umano; devono essere pro-attive, combinando
l’approccio costruttivo (a favore di cambiamenti integrati e strutturali) e quello
difensivo (per conservare risorse e potenzialità).
Il significato di “eredità” può essere pienamente apprezzato considerando
sia il passato che il futuro del patrimonio che una generazione prende in prestito
da quella successiva.
In questa relazione tra passato, presente e futuro, le culture umane
manifestano la loro saggezza di occuparsi della scarsità, della utilizzazione delle
risorse, del loro esaurimento e dei bisogni intesi come domanda individuale e
collettiva per una migliore condizione di vita.
Il principio interregionale si riferisce all’assenza di confini della dinamicaambientale. Nessun paese può considerarsi separato dagli eventi generali della
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natura. Oggi questo è vero anche nell’economia e nella società (globalizzazione dei
mercati, istituzioni, stili di vita, culture) ogni cosa è connessa..
In questo ambito, il concetto di ciò che è locale e globale, sono importanti e
simultanei poiché “una comunità sostenibile vive in armonia con il proprio ambiente
locale e non danneggia ambienti a lei distanti ed altre comunità – ora e nel futuro.
L’idea che le risorse considerate essenziali per mantenere lo stile di vita dei
paesi sviluppati (in genere quelli occidentali) potessero esaurirsi nell’arco di una o
due generazioni ha dato origine ad una nuova attenzione sulle intricate inter
connessioni dei problemi di equità interregionale.
La Conferenza di Rio del 1992 con la sua dichiarazione supportata da
importanti convenzioni e protocolli, testimonia la crescita di consapevolezza
dell’umanità ed avvia un nuovo modo di agire da parte dei governi del mondo.
Si tratta di un punto di non ritorno basato sul pieno riconoscimento e sulla
completa legittimazione del concetto di sviluppo sostenibile, come confermato dalla
recente Conferenza di Kyoto del 1997.
Sviluppo sostenibile non significa soltanto creazione di ricchezza ma
conservazione delle risorse ed equa distribuzione di costi e benefici fra le
generazioni.
Il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile richiede, in pratica, che la
crescita economica sostenga il progresso sociale e rispetti l’ambiente, che la
politica sociale sia alla base delle prestazioni economiche e che la politica
ambientale sia efficace sotto il profilo dei costi.
Gli stati membri dovrebbero valutare come fare un uso migliore degli appalti
pubblici per favorire prodotti e servizi compatibili con l’ambiente – così come
definito nella riunione del Consiglio Europeo di Goteborg del giugno 2001.
La Commissione Europea ha chiarito come il diritto comunitario possa offrire
numerose possibilità ai committenti pubblici desiderosi di tenere conto delle
considerazioni ambientali nelle procedure di appalto. I chiarimenti sono stati
approntati sotto forma di una comunicazione interpretativa (che in seguito sarà
illustrata) che spiega come le considerazioni ambientali possano essere tenute
presenti in ogni singola fase della procedure di aggiudicazione di un contratto.
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AGENDA 21
L’Agenda 21 (cioè piano di azione per lo sviluppo sostenibile del mondo nel 21°
secolo) è il documento programmatico sottoscritto al termine della Conferenza
sullo Sviluppo Sostenibile, organizzata dalle Nazioni Unite a Rio de Janeiro nel
1992.
Ha impegnato i 140 stati firmatari a promuovere l’utilizzo degli indicatori e a
diffondere le esperienze delle Agende 21 anche a livello locale.
Materialmente trattasi di un documento costituito di 800 pagine in cui viene
tracciato il quadro dei diritti e dei doveri per il nuovo secolo e che hanno costituito
la base per la formulazione della Dichiarazione di Rio.
Le Agende 21 Locali sono gli strumenti con cui i principi generali definiti a
Rio vengono concretamente tradotti nelle politiche locali.
Le Agende 21 locali rispondono pertanto all’esigenza di tradurre gli obiettivi
globali in azioni locali, perseguendo lo sviluppo sostenibile dal basso verso l’alto
attraverso un processo condiviso, un approccio orizzontale che garantisca
l’integrazione con le altre attività gestite dall’ente, la partecipazione di tutti i
gruppi e le categorie sociali, la prospettiva globale e di lungo termine, la ricerca di
soluzioni innovative. Questa strategia comporta anche la definizione di temi
ambientali da monitorare (es. sviluppo economico, pianificazione e gestione
trasporti, rifiuti etc.) e l’impegno a delineare obiettivi e politiche di miglioramento.
L’Agenda 21 discende dagli impegni assunti dalla Conferenza ONU per lo
Sviluppo Sostenibile di Rio de Janeiro nel 1992, come “progetto per guardare
lontano”. Insieme di principi, strategie, obiettivi e azioni finalizzati alla costruzione
di un modello sostenibile e durevole per il XXI secolo, attraverso un utilizzo delle
risorse naturali ed economiche.
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GREEN PUBLIC PROCUREMENT
Per Green Public Procurement (GPP) si intende un sistema di acquisti - prodotti eservizi - effettuati dalla Pubblica Amministrazione considerando tra i tradizionali
fattori di scelta, anche gli aspetti ambientali.
Lo Stato in Italia rappresenta uno dei maggiori acquirenti presenti sul mercato,
acquistando per un valore pari al 17% del PIL. Questa posizione di rilievo
costituisce un potere di acquisto che, se veicolato, attraverso il GPP, su prodotti a
ridotto impatto ambientale, può costituire una forza di mercato in grado di
influenzare le imprese verso la produzione di beni con migliori prestazioni
ambientali.
Negli ultimi anni a livello internazionale, da parte di enti pubblici, si sono
sviluppate numerose iniziative per la razionalizzazione del sistema degli acquisti di
beni e servizi ai fini dell’introduzione di prodotti e servizi ambientalmente
preferibili.
Sia su scala nazionale che comunale, diversi paesi europei e non (ricordiamo tra
gli altri: la Danimarca, la Norvegia, la Germania, la Francia gli Stati Uniti, il Canada,
il Giappone) hanno intrapreso concrete azioni per l’implementazione di politiche di
acquisto verdi nel settore pubblico.
Molte organizzazioni internazionali, tra le quali ricordiamo l’OECD (Organization
for Economic Cooperation and Development) e l’ICLEI (International Council for
Local Environmental Initiatives), hanno attivato specifiche attività per la
divulgazione e l’applicazione di procedure di acquisto ambientalmente preferibili nei
paesi membri.
Le esperienze di diversi comuni europei (tra i quali: Goteborg, Pori, Kolding,
Dunkerque) nel campo del green procurement hanno permesso di ottenere ottimi
risultati sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista economico,
mettendo in luce che acquistando prodotti verdi è anche possibile ridurre i costi di
gestione e talvolta anche le spese dirette per l’acquisto.
Tra i possibili vantaggi ambientali derivanti dall’adozione di Green Public
Procurement vi sono: la riduzione dei consumi di materie prime, l’aumento
dell’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni in acqua ed aria, la riduzione
della produzione e della pericolosità dei rifiuti.
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Il GPP è quindi uno strumento strategico trasversale in grado di agire su più
problemi ambientali contemporaneamente.
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ACQUISTI DI COMPETENZA DELL’U.O. ECONOMATO ACQUISTISERVIZI DEL COMUNE DI FERRARA
ANNO 2002
OGGETTO VOLUME MEDIOANNUALE
Pasti veicolati 1.442.000,00Servizio pulizia uffici e scuole 1.379.000,00Trasporto scolastico 734.700,00Derrate alimentari 594.000,00Arredi e attrezzature per uffici escuole
258.000,00
Noleggio fotocopiatrici 200.000,00Carburante 165.000,00Massa vestiario 160.000,00Veicoli 103.000,00Stampati 90.000,00Prodotti igiene e pulizia 70.000,00Servizio magazzino 59.000,00Cancelleria 51.000,00Carta per fotocopiatrici estampanti
55.000,00
Materiale di consumo prodottiinformatici
160.000,00
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DIRETTIVE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI FERRARA
ANNO OGGETTO PRODOTTO
1994 G.C. ESPERIENZA PILOTA BIOLOGICO PASTI BIOLOGICI
1995 G.C. ESTENSIONE BIOLOGICO A TUTTE LE
SCUOLE D’INFANZIA
PASTI BIOLOGICI
1999 C.C. ACQUISTO CARTA DA RECUPERO E
RACCAOMANDAZIONE DIPENDENTI
CARTA RICICLATA
1999 G.C. ACQUISTO NUOVI VEICOLI
ALIMENTATI A METANO
VEICOLI A METANO
2000 G.C. PEG 2000 ESTENSIONE BIOLOGICO
ANCHE A SCUOLE OBBLIGO
MENSE BIOLOGICHE
2001 G.C. ACQUISTO MEZZI ALIMENTATI A
METANO
VEICOLI A METANO
2002 G.C. ACQUISTO MEZZO ALIMENTATO A
METANO
AUTOCARRO A METANO
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NORMATIVA
ANNO OGGETTO
1997 D.Lgs. n.22 (Decreto Ronchi)
art. 19: 40% di carta riciclata
Carta
2000 Finanziaria art. 59 Produzione Biologica
2002 Finanziaria art. 52 (20%
pneumatici ricostruiti)
Pneumatici
2002 Finanziaria art. 52 co. 56
(sostituisce il co.4) art. 19
Decreto Ronchi) 30% materiali
manufatti e beni ottenuti da
materiale riciclato)
Manufatti e beni indicati da
Ministero Ambiente
2002 D.L. 8.7.02, n. 138, art. 2
(Interventi urgenti in materia
tributaria)
Esenzione imposta provinciale
di trascrizione e della tassa
automobilistica nel caso di
rottamazione di auto vecchia
inquinante con contestuale
acquisto di auto nuova “verde”.
2001 Comunicazione interpretativa della Commissione sul Diritto
Comunitario degli appalti pubblici e possibilità di integrare
considerazioni di carattere ambientale negli appalti pubblici
n. 2001/C 333/07
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CRITERI “AMBIENTALMENTE SOSTENIBILI” DA POTERUTILIZZARE NELLE PROCEDURE DI INDIVIDUAZIONE DEI
FORNITORI DI BENI E SERVIZI
Tenuto conto che nella sostanza il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile
richiede che:
1. la crescita economica sostenga il progresso sociale e rispetti l’ambiente,
2. la politica sociale sia alla base delle prestazioni economiche,3. che la politica ambientale sia efficace sotto il profilo dei costi,
Considerato, inoltre, che relativamente alla tutela dell’ambiente le direttive
sugli appalti pubblici non contengono alcun riferimento specifico al riguardo, si
riportano di seguito i contenuti in sintesi:
1. della Comunicazione interpretativa della Commissione sul diritto comunitariodegli appalti pubblici e le possibilità di integrare considerazioni di carattereambientale negli appalti pubblici n. 2001/C 333/07 pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee del 28 novembre 2001 n. C 333/12;
2. il documento orientativo delle Caratteristiche dei Prodotti AmbientalmentePreferibili redatto dall’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione
dell’Ambiente) e riservato alle Amministrazioni Pilota (tra le quali anche il
Comune di Ferrara) del Progetto GPP (Green Public Procurement).
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INTERPRETAZIONE COMMISSIONE SUL DIRITTOCOMUNITARIO DEGLI APPALTI PUBBLICI E LE POSSIBILITÀ DIINTEGRARE CONSIDERAZIONI DI CARATTERE AMBIENTALE
NEGLI APPALTI PUBBLICI N. 2001/C 333/07
Con la comunicazione sopra citata la Commissione Europea ha analizzato e
messo in luce le possibilità offerte dal diritto comunitario in vigore per quanto
riguarda l’introduzione delle considerazioni di carattere ambientale negli appalti
pubblici.
Considerato che più di 1.000 miliardi di Euro all’anno in tutta l’UE (pari al 14%
del PIL europeo), provengono proprio dal settore degli appalti pubblici, tenere
conto delle considerazioni ambientali nelle procedure degli appalti stessi può
fornire un contributo incisivo allo sviluppo sostenibile.
La Comunicazione interpreta le norme in vigore, le disposizioni del trattato Ce
in materia di mercato interno e le direttive sugli appalti pubblici. Essa tratta,
quindi, sia dei contratti pubblici disciplinati da direttive comunitarie sugli appalti
sia di quelle che non rientrano nell’ambito di tali direttive, ma sono comunque
soggetti alle norme del Trattato.
Nella procedura di aggiudicazione di un pubblico appalto, ossia quando si decide
dell’oggetto dell’appalto, si aprono possibilità di tenere conto delle esigenze di
salvaguardia ambientale. Trattasi di decisioni per le quali valgono i principi sanciti
dal Trattato vale a dire:
� libertà di circolazione delle merci e dei servizi,� non discriminazione,� proporzionalità.
La politica degli appalti pubblici contribuisce alla realizzazione del mercato
unico creando condizioni di concorrenza necessarie affinchè gli appalti siano
attribuiti in modo non discriminatorio e il denaro pubblico sia utilizzato
razionalmente grazie alla scelta del miglior offerente.
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L’applicazione di questi principi comporta che gli enti seguano determinate
regole per quanto riguarda:
� la definizione dell’oggetto dell’appalto,� la selezione dei candidati secondo requisiti obiettivi,� l’attribuzione del contratto sulla sola base del prezzo o, in alternativa, sulla
base di una serie di criteri obiettivi.
La Commissione Europea si è impegnata a produrre un “manuale pratico sugliappalti pubblici e la protezione dell’ambiente” con esempi di bandi di gara cheincludono il criterio ambientale nel rispetto della legislazione comunitaria. Talevolume conterrà esempi di buone pratiche in questo settore, nonché consigli sucome inserire l’ambiente nel quadro della consueta procedura di appalto e nelrispetto delle regole del mercato interno.
In attesa di poter utilizzare il manuale promesso sopra citato, il documento in
argomento si propone di esaminare e suggerire le possibilità offerte dal regimeattuale di appalti pubblici per quanto riguarda le esigenze di protezione
dell’ambiente seguendo le diverse fasi della procedura di aggiudicazione di un
appalto.
OGGETTO DELL’APPALTO:
Al momento della scelta dell’oggetto dell’appalto gli enti aggiudicatari hanno
un’ampia possibilità di tenere conto di considerazioni ambientali e di orientare la
loro scelta di prodotti o di servizi secondo criteri ambientali. In che misura ciò
realmente avvenga dipende fondamentalmente dal grado di consapevolezza e di
informazione dell’ente appaltante. Si sottolinea al riguardo che anche la
legislazione vigente in materia ambientale può limitare la libertà di scelta ed
influire sulle scelte stesse (ad es. vi è l’obbligo per talune categorie di lavori di
effettuare una valutazione sull’impatto ambientale (si veda il ponte Vasco de Gama
a Lisbona).
In linea generale gli enti aggiudicatari sono liberi di definire l’oggetto
dell’appalto attraverso il ricorso a varianti che ritengano meglio rispondenti ai
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requisiti ambientali, purchè tale scelta non abbia la conseguenza di limitare
l’accesso all’appalto in questione, a scapito dei candidati di altri stati membri.
Le considerazioni di tipo ambientali differiscono secondo i vari tipi di
appalti:
Appalti di lavori: la fase della progettazione offre le migliori opportunità di tenereconto delle esigenze ambientali.
Gli enti appaltanti possono chiedere ai progettisti ad es. che un
edificio sia progettato in modo da limitare l’uso dell’ascensore,
l’orientamento degli uffici in modo da limitare l’utilizzo di
illuminazione artificiale, l’uso di specifici materiali da costruzione
ecc.
Gli enti appaltanti hanno inoltre responsabilità anche in ordine
all’esecuzione dei lavori, potendo quindi anche definire le modalità
di esecuzione che tengano conto degli aspetti ambientali ponendo
obblighi ad esempio per ciò che riguarda la gestione dei rifiuti e il
consumo di energia ed acqua.
Appalti di servizi: per la loro stessa natura implicano la possibilità di prescriveredeterminate modalità di esecuzione. Ad esempio prescrivere un
modo specifico di pulizia degli edifici che preveda l’uso di
prodotti meno nocivi per l’ambiente, o di ricorrere agli autobus
elettrici per il trasporto urbano ecc.
Appalti di forniture: la direttiva sugli appalti pubblici non contengono alcuneprescrizioni per quanto riguarda le caratteristiche degli
acquisti di beni. Di conseguenza gli enti aggiudicatari sono
liberi di definire l’oggetto nel modo che essi ritengono
meglio rispondente ai requisiti ambientali.
Tale libertà è soggetta al limite che l’oggetto (fornitura del
bene con determinate caratteristiche, nella fattispecie
ambientale) non può essere definito con l'obiettivo o il
risultato di riservare alle imprese nazionali, a scapito dei
candidati degli stati membri, la possibilità di concorrere alla
sua aggiudicazione in quanto si tradurrebbe in una
limitazione della concorrenza.
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SPECIFICHE TECNICHE DELL’OGGETTO DELL’APPALTO:
Le specifiche tecniche definiscono in modo obiettivo e misurabile le
caratteristiche dell’oggetto del contratto e hanno quindi un rapporto diretto con
l’oggetto stesso.
Le direttive europee obbligano gli enti aggiudicatari di indicare tali
specifiche tecniche nei documenti generali e contrattuali relativi ad ogni appalto.
Tali norme hanno lo scopo di accrescere la trasparenza, di permettere l’apertura
degli appalti pubblici, di creare le condizioni di una effettiva concorrenza e di
evitare che possano accedere a tale mercato solo determinate imprese generando
pertanto discriminazioni. A tale fine le direttive impongono anche divieti quali quelli
di menzionare, nelle specifiche tecniche, prodotti di una determinata fabbricazione
o provenienza o ottenuti mediante un particolare procedimento e che abbiano
l’effetto di escludere o di favorire determinati fornitori o prodotti.
L’indicazione di marchi o brevetti o tipi è autorizzata solo quando non sia
possibile una descrizione dell’oggetto dell’appalto mediate specifiche
sufficientemente precise e comprensibili da tutti gli interessati, tale indicazione
deve sempre essere accompagnata dalla menzione “o equivalente”.
Attualmente esistono poche norme europee relative alle caratteristiche
ambientali dei prodotti e dei servizi. Di conseguenza fintanto che le
caratteristiche ambientali non saranno integrate in norme, gli enti aggiudicatari
potranno essi stessi, per un determinato appalto, stabilire le caratteristiche
prescritte, purchè non abbiano effetti discriminatori.
Esempi:
Gli enti aggiudicatari possono:
1. Esigere l’uso di determinati materiali: telai in legno per le finestre di un edificio
amm.vo o l’uso di vetro o altri materiali riciclati;
2. prescrivere un particolare procedimento di produzione che includa tutti irequisiti e gli aspetti relativi alla fabbricazione del prodotto che contribuiscono
a determinarne le caratteristiche senza che queste siano necessariamente
visibili (es. alimenti biologici e elettricità verde);
3. richiedere la certificazione di un marchi ecologico non limitando i mezzi di provaai soli marchi di qualità ecologica ma accettando anche altri mezzi di prova.
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SELEZIONE DEI CANDIDATI:
Attualmente le caratteristiche ambientali, per un determinato appalto,
possono essere stabilite dall’ente aggiudicatario, elevando i gradi di protezione
dell’ambiente, senza per questo creare effetti discriminatori (come ad esempio
prescrivere i materiali di base primari da utilizzare o la possibilità di far
riferimento a marchi ecologici).
Le norme sugli appalti pubblici, relative alla selezione dei candidati che l’ente
aggiudicatore considera idonei ad eseguire l’appalto considerano i seguenti tre
aspetti che si esaminano sotto l’aspetto ambientale:
Motivi di esclusione dalla partecipazione ad una gara da parte di uncandidato: rientrano diverse ipotesi fra le quali la condanna, con sentenza passatain giudicato, per qualsiasi reato che incida sulla moralità professionale. Nel caso in
cui la legge qualifichi l’inosservanza delle norme in materia ambientale come un
reato che incida sulla moralità professionale (alcuni paesi, come la Spagna, hanno
introdotto nei codici penali i cosiddetti “reati ecologici”), le direttive sugli appalti
pubblici prevedono la possibilità di esclusione quale reato sulla moralità
professionale qualora sia stato condannato con sentenza passata in giudicato.
La Commissione, al riguardo, ha proposto una direttiva comunitaria che
definisce una serie minima di reati contro l’ambiente.
Capacità finanziaria ed economica: non consente di tenere conto di requisitiambientali;
Capacità tecnica del candidato: i requisiti tecnici richiesti devono avere unrapporto diretto con l’oggetto o l’esecuzione dell’appalto in questione. Tra le
referenze elencate nelle direttive sugli appalti pubblici, possono riguardare in
determinati casi, gli aspetti ambientali, le seguenti:
dichiarazione del candidato circa gli strumenti, le attrezzature e le
apparecchiature tecniche a disposizione per l’esecuzione dell’appalto;
descrizione delle apparecchiature tecniche, delle misure prese dal fornitore per
garantire la qualità e dei mezzi di studio e di ricerca di cui dispone;
dichiarazione indicante i tecnici o gli organi tecnici, di cui l’imprenditore disporrà
per l’esecuzione dell’appalto, in particolare i responsabili del controllo di qualità.
Pag. 22
Nel caso in cui per l’esecuzione dell’appalto siano richieste competenze
specifiche in campo ambientale è, inoltre, possibile richiedere al fornitore:
- un’esperienza specifica in materia ambientale;
- l’adesione ad un sistema di gestione ambientale, poiché tutti i sistemi digestione ambientale e audit (il cui contenuto nei programmi può variare da
impresa a impresa e da organizzazione a organizzazione) hanno in comune il
fatto che l’impresa o l’organizzazione soddisfano un numero minimo di criteri e
che tutti questi sistemi rappresentano un alto livello di efficienza.
Gli enti aggiudicatori possono menzionare esplicitamente nella documentazione
di gara o nel bando di gara che, qualora le imprese abbiano un sistema di
gestione ambientale e di audit relativo ai requisiti in materia di capacità
tecnica, il sistema sarà accettato come mezzo di prova sufficiente. Al tempo
stesso, l’ente aggiudicatore non può escludere altri mezzi di prova accettando
come tale soltanto la registrazione nel sistema di ecogestione e audit: ogni altro
attestato (es. ISO 14001) o mezzo di prova dovrà essere accettato.
AGGIUDICAZIONE DELL’APPALTO:
La normativa contempla due criteri possibili per l’aggiudicazione di un
appalto:
1. il prezzo più basso;
2. l’offerta economicamente più vantaggiosa;
OFFERTA ECONOMICAMENTE PIU’ VANTAGGIOSA:
E’ in questa fattispecie che l’ente tiene conto oltre che del prezzo anche di
altri criteri attinenti la qualità dell’offerta. Tali criteri devono essere menzionati
nel bando o nel capitolato, in ordine decrescente, non devono essere discriminatori
e devono permettere all’Ente aggiudicatore di comparare obiettivamente le diverse
offerte e di accettare quella più vantaggiosa sulla base di criteri obiettivi.
Pag. 23
Tra i criteri attinenti la valutazione dell’offerta, le considerazioni ambientali
non sono esplicitamente citate nell’attuale normativa sugli appalti, tuttavia
partendo dal presupposto che tali criteri devono comportare un vantaggio
economico all’ente aggiudicatore, la questione è chiarire se debba trattarsi di
vantaggio economico diretto oppure possa anche collegarsi ad eventuali vantaggi
economici indiretti. La Commissione lascia spazio anche alla seconda
interpretazione.
COSTI SOSTENUTI DURANTE L’INTERA ESISTENZA DEL PRODOTTO, che
intervengono dopo l’acquisto del prodotto e sono sostenuti dall’ente aggiudicatore,
incidendo pertanto direttamente sugli aspetti economici del prodotto, possono
essere presi in considerazione quale criterio di aggiudicazione.
Le direttive menzionano esplicitamente come possibili criterid’aggiudicazione i costi di gestione e il rapporto costo/efficacia.Pertanto i criteri possono comprendere:- costi di gestione diretti: energia, acqua e altre risorse utilizzate durante il ciclo
di esistenza del prodotto;
- spese finalizzate a realizzare un risparmio: es. un efficace sistema di
isolamento che permetta di risparmiare energia e quindi denaro;
- costi di manutenzione;
- costi di riciclaggio del prodotto.
ESECUZIONE DELL’APPALTO:
Le direttive sugli appalti pubblici non si pronunciano sulle clausole
contrattuali e pertanto gli enti aggiudicatari hanno ampia autonomia di definizione
delle stesse in particolare relativamente al modo di esecuzione del contratto.
L’aggiudicatario sarà tenuto all’osservanza di tali clausole che, per ragione di
trasparenza devono essere rese note preventivamente a tutti i concorrenti
(attraverso il capitolato d’appalto o foglio condizioni).
Gli enti aggiudicatari hanno, pertanto, un’ampia gamma di possibilità di
inserimento anche di clausole destinate alla protezione dell’ambiente e che
influenzando l’esecuzione dell’appalto rispondano ad obiettivi ambientali generali
come negli esempi sotto indicati:
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- Consegna/imballaggio di merce all’ingrosso anziché per singola unità;
- recupero o riutilizzo di materiale da imballaggio e dei prodotti usati da parte
del fornitore;
- consegna di merci in contenitori riutilizzabili;
- raccolta, ritiro, riciclaggio o riutilizzo da parte del fornitore dei rifiuti prodotti
durante o dopo l’uso o il consumo di un prodotto;
- trasporto e consegna di prodotti chimici (ad esempio prodotti per la pulizia)
concentrati e loro diluizione sul luogo di impiego.
CONSIDERAZIONI:
Le analisi effettuate in precedenza (da considerarsi come linee guida), pur
non valendo per gli appalti esclusi dalla sfera di applicazione delle direttive
comunitarie, sono in ogni caso legittimamente utilizzabile anche per gli appalti non
rientranti per limiti di valore.
Il diritto comunitario lascia, infatti, agli Stati membri la facoltà di decidere
se gli appalti pubblici a cui non si applicano le direttive comunitarie siano oggetto di
norme nazionali.
Si ricorda, in ogni caso, che la Corte di giustizia ha statuito che:
“sebbene le direttive comunitarie che coordinano le procedure di aggiudicazione
degli appalti pubblici si applichino soltanto ai contratti il cui valore supera un
determinato limite previsto espressamente in ciascuna delle dette direttive, il solo
fatto che il legislatore comunitario abbia considerato che le procedure particolari
e rigorose previste in tali direttive non sono adeguate allorchè si tratta di appalti
pubblici di scarso valore, non significa che questi ultimi siano esclusi dall’ambito di
applicazione del diritto comunitario”.
Si veda al riguardo la CIRCOLARE 6 giugno ‘02, n. 8756 della PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – Dipartimento per le politiche Comunitarie ad
oggetto “Normativa applicabile agli appalti pubblici sottosoglia” pubblicata sullaG.U. del 31.7.02, serie generale, n. 178.
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DOCUMENTO ORIENTATIVO DELLE CARATTERISTICHE DEIPRODOTTI AMBIENTALMENTE PREFERIBILI
redatto dall’ANPA (Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) e riservato
alle Amministrazioni Pilota (tra le quali anche il Comune di Ferrara) del progetto
GPP (Green Public Procurement).
IN ALLEGATO
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LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE e etico sociale
La certificazione ambientale si suddivide in due fattispecie:
1) Certificazione del Rapporto Ambientale: trattasi di un parere professionalerilasciato da parte di un soggetto terzo indipendente (verificatore esterno)
sulla completezza, comprensibilità e affidabilità del Rapporto ambientale di un
organizzazione;
2) Certificazione del Sistema di Gestione Ambientale: trattasi di certificazionerilasciata sempre da un soggetto terzo indipendente sulla conformità del
Sistema di Gestione Ambientale di un’organizzazione ai requisiti richiesti dalla
norma o standard prescelto (es. ISO 14000 e EMAS). Tale strumento aiuta
l’azienda ad acquisire una migliore percezione dei più rilevanti aspetti
ambientali della propria attività. Ciò le permette di individuare i processi che
abbisognano di miglioramenti al fine di attuare le più efficaci e meno costose
misure ambientali.
EMAS:
Acronimo di “Environmental Management and Audit Scheme”. Si tratta di
uno strumento di politica ambientale (basato sull’accesso volontario) introdotto in
Europa con il Regolamento CEE 1836/93 attraverso il quale si passa da una
impostazione di tipo command and control, ad una fondata sulla
corresponsabilizzazione delle imprese nel miglioramento della qualità dell’ambiente,
stimolandole ad adottare comportamenti ambientalmente sostenibili. In tal senso,
si collocano accanto al sistema EMAS gli accordi volontari tra imprese e P.A., la
fiscalità ambientale e gli incentivi gestionali o finanziari.
In Italia il sistema fa capo al Comitato Ecolabel-Ecoaudit che assegna il
marchio ecologico e accredita i verificatori ambientali (sulla base dei criteri
stabiliti dalla Commissione Europea).
Il sistema EMAS ha una notevole valenza politica poiché assegna all’impresa
una responsabilità diretta nella crescita complessiva dalla qualità ambientale.
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Il Regolamento prevede che le imprese partecipanti adottino, nei propri siti
produttivi, dei sistemi di gestione ambientali basati sulle politiche, programmi,
procedure e obiettivi di miglioramento ambientale e pubblichino una Dichiarazione
Ambientale che viene convalidata dal certificatore accreditato.
I riferimenti normativi italiani fondamentali sul tema risiedono nei seguenti:
legge 25 gennaio 1994, n. 70, DM 2 agosto 1995, n. 413 (modificato dal DM
12 giugno 1998, n. 236). Il sistema Ecolabel è oggetto del Regolamento CEE
880/1992.
ISO 14000:
Nel settembre 1996 è stata pubblicata la norma ISO (International
Organization for Standardization) 14000: “Envioronmental Management System –
Specification with guidance for use”.
E’ una norma di sistema che definisce i requisiti organizzativo-gestionali di
tipo ambientale che un’organizzazione deve soddisfare per ottenere il
riconoscimento di un certificatore esterno indipendente.
A partire dai primi mesi del 1997 in Italia è stato possibile certificare non
solo la Qualità dei prodotti e dei servizi (ISO 9000), ma anche la Qualità della
Gestione Ambientale (tramite adesione volontaria alla norma UNI EN ISO 14000).
Con l’adesione a queste norme qualunque organizzazione (pubblica, privata,
etc.) potrà raggiungere e dimostrare un buon livello di comportamento
sull’ambiente adottando una adeguata politica ambientale e ponendosi degli
obiettivi di salvaguardia ambientale.
L’ISO 14000 non richiede particolari tecnologie, e non obbliga l’azienda a
rispettare particolari restrizioni.
Il sistema deve essere periodicamente monitorato e rivisto perché possa
fornire una efficace direzione alle attività ambientali di una organizzazione
rispondendo a fattori interni ed esterni.
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La EN ISO 14001 , emanata dalla International Organization for
Standardization è una norma che specifica i requisiti di un sistema di gestione
ambientale che un’organizzazione, e quindi anche un’amministrazione pubblica, deve
rispettare per formulare una politica e stabilire degli obiettivi ambientali, tenendo
conto delle prescrizioni legislative e dei propri impatti ambientali significativi. Gli
scopi sono quelli di mettere sotto controllo le emissioni inquinanti, anche in
situazioni di emergenza; di considerare i possibili miglioramenti di qualità ecologica;
di assicurare il massimo coinvolgimento operativo, sia all’interno della struttura
amministrativa che all’esterno attraverso compartecipazione con i cittadini; di
avviare un processo virtuoso di correzione degli errori.
La corretta applicazione di ISO 14001, orientata alla prevenzione
dell’inquinamento piuttosto che agli interventi a posteriori, avviene solitamente con
il supporto di una società specializzata e infine certificata da un terzo organismo
che effettua il controllo finale.
ISO 14001 considera, nel caso di un ente locale, un Comune alla
stregua di un’azienda industriale. A questo fine, il sistema di gestione ambientale è
lo strumento dell’amministrazione comunale per elaborare, attuare, conseguire,
riesaminare e mantenere la politica ambientale.
Il sistema comprende: la struttura organizzativa, le attività di
pianificazione, le responsabilità dei vari assessorati, le prassi e le procedure,
processi e risorse finanziarie e professionali del Comune.
Si ricordano al riguardo i comuni di Varese Ligure e Capri primi enti
locali ad ottenere la certificazione UNI EN ISO 14001 da parte del RINA, una
società del Gruppo Registro Italiano Navale nata nel 1861 e che da oltre dieci anni
ha cominciato ad operare anche nel capo della certificazione ecologica.
ECOLABEL:
Il Sistema Ecolabel è uno degli strumenti di politica ambientale e industriale
della UE volto ad incentivare la presenza sul mercato europeo di prodotti con
minori impatto ambientale.
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Le regole che il Sistema Ecolabel deve rispettare sono attualmente stabilite
dal nuovo regolamento 1980/2000 del 17 luglio 2000. Tale regolamento rientra
nella tipologia di atto legislativo (regolamento ) e quindi è da considerarsi legge di
ciascun stato membro senza bisogno di nessun atto di recepimento.
Un’etichetta (il cui logo è costituito da una margherita) viene esposta
direttamente sul prodotto o caratterizza un servizio e attesta la rispondenza del
prodotto o del servizio a specifici requisiti ambientali denominati Criteri.
Tali criteri sono formulati sulla base di un’analisi dell’intero ciclo di vita del
prodotto denominata LCA (Life Cicle Analysis) mediante il quale vengono individuati
tutti gli impatti ambientali, dall’estrazione delle materie prime, alla produzione e al
fine vita del prodotto, e presi in considerazione quelli su cui si possono effettuare
ragionevolmente dei miglioramenti.
L’unico atto richiesto ad ogni paese membro è quello necessario
all’istituzione di una propria organizzazione, in accordo al regolamento, ed in
particolare la costituzione dell’ORGANISMO Competente che ha il compito di
concedere l’etichetta Ecolabel e mantenere i rapporti con la Commissione Europea.
In Italia il riferimento normativo è Decreto del Ministero dell’Ambiente 413
del 1995.
E’ possibile richiedere il riconoscimento ECOLABEL ( l’etichetta) per i
seguenti prodotti.
Carta tessuto, detersivi per lavastoviglie, personal computer, detersivi per
lavatrici, arredamenti, detersivi multi uso per superfici e sanitari, lavastoviglie,
detersivi a mano per piatti, materassi, lampadine, computer portatili, carta da
copia, pitture e vernici per interno, lavatrici, tessili, frigoriferi, calzature,
materiali duri per pavimenti (piastrelle ed altro), televisori.
OHSAS 18001:
Le Direttive europee dei primi anni ’90 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro,
recepite in Italia principalmente dalla oramai nota legge 626/94, hanno portato
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all’attenzione in modo diffuso e generalizzato sul tema della sicurezza,
modificando radicalmente l’impostazione di tipo repressivo degli anni ‘ 50 per
introdurre un approccio preventivo e pro attivo da parte delle aziende.
L’OHSAS 18001 (Occupational Health and safety Assessment Series) è una
norma che registra un importante passo avanti verso la creazione di uno standard
internazionale che possa essere riconosciuto in ambito ISO, in modo da affiancare
con pari dignità le norme per i sistemi di assicurazione qualità (ISO 9000) e quelle
dei sistemi di gestione ambientale (ISO 14000).
Applicando i concetti della Qualità Totale e la metodologia ISO 9000 ai temi
della sicurezza si ottiene un sistema aziendale, ovvero un insieme di procedimenti,
mezzi, risorse ed attività che portano ad un effettivo controllo dei rischi e ad una
maggior attenzione da parte di tutti verso la prevenzione.
OHSCER:
Per affrontare le problematiche relative alla qualità della vita ed alla
sicurezza sul posto di lavoro in maniera coordinata ed in linea con le politiche
aziendali costituisce una favorevole occasione per armonizzare sviluppo,
produttività, motivazione del personale.
Come il Sistema Qualità ed il Sistema di Gestione Ambientale, anche il
Sistema di Gestione della sicurezza OHSCER (Occupational Health and safery
management System Cerification Service) è basato sul principio dell’autoanalisi
aziendale.
SA 8000 (certificazione etico-sociale):
La norma Internazionale SA 8000 (Social Accountability 8000) o Sistema di
Responsabilità Sociale costituisce il primo standard a livello internazionale con cui
si garantisce che l’azienda è socialmente responsabile, cioè si impegna al rispetto
delle regole dell’etica del lavoro e ricusa apertamente tutte le condizioni lavorative
caratterizzate dalla disumanità, dallo sfruttamento, dall’iniqua retribuzione e
dall’insalubrità del luogo di lavoro.
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In Italia la certificazione SA 8000 è ancora poco conosciuta ma l’area della
responsabilità sociale/etica sta diventando sempre più importante per l’immagine
delle aziende.
Qualche cosa è stato fatto dalla Regione Toscana e dalla Regione Piemonte.
La Regione Toscana ha istituito il progetto SA/8000/2000 (istituzione di un
marchio etico per i prodotti toscani), individuando otto parametri con cui valutare
l’eticità delle aziende:
1) il lavoro infantile; 2) il lavoro obbligato; 3) la salute e la sicurezza; 4) la libertà
di associazione e diritto alla contrattazione collettiva; 5) la discriminazione; 6) le
procedure disciplinari; 7) l’orario di lavoro; 8) la retribuzione;
La Regione Piemonte, invece, ha proposto l’istituzione di un marchio etico (a
condivisione volontaria da arte delle imprese interessate) che intende perseguire
l’obiettivo di permettere in modo chiaro ed immediato il riconoscimento dei
prodotti ottenuti senza ricorso a lavoro minorile o lavoro nero.
In sostanza la certificazione etica, rappresenta un ulteriore tassello
nell’ottica del miglioramento continuo e dell’adozione di standard elevati da parte
delle realtà economiche che operano sul mercato.
Normative di riferimento:- Convenzione ILO 29&105 (Lavoro forzato e coatto)- Convenzione ILO 87 (Libertà di Associazione)- Convenzione ILO 98 (Diritto alla contrattazione collettiva)- Convenzione ILO 110&111 (Pari opportunità salariali e discriminazione)- Convenzione ILO 135 (Rappresentanti dei lavori)- Convenzione ILO 138 e raccomandazione164 (Lavoro minorile)- Convenzione ILO 155&164 (Salute e sicurezza)- Convenzione ILO 159 (Inserimento dei disabili)- Convenzione ILO 177 (Lavoro a domicilio)- Dichiarazione Universale dei diritti umani- Convenzione delle ONU sui Diritti dei Bambini
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TRANSFAIR (Marchio del commercio equo e solidale):
L’Associazione di marchio TransFair International è nata a Stoccolma
(Germania) con lo scopo di diffondere e veicolare attraverso la riconoscibilità di un
marchio equo e solidale i prodotti dei piccoli produttori del Sud del mondo.
Si pose fin da subito il problema di criteri ed azioni comuni come base per un
effettivo sviluppo armonico sul territorio dell’Unione Europea. Si vedeva come
assolutamente necessario per tutti quelli che erano interessati ad aderire ai criteri
del Commercio Equo definire un sistema di regole comuni garantite e certificabili
I prodotti che rientrano nella categorie del commercio equo e solidale
(universalmente noto come FAIR-TRADE), sono quei prodotti importanti,
controllati e certificati da organismi riconosciuti e indipendenti, in accordo con
criteri riguardanti metodi di produzione tipica locale delle zone di provenienza, così
come condizioni di lavoro salutari e sicure.
L’organizzazione di marchio italiana venne fondata nel 1994 con il concorso
delle centrali del Commercio Equo dell’Associazione Botteghe del Mondo di
importanti parti della società civile quali Arci, Acli, Agesci, Acu, Cgm, Pax Christi,
Ancc.
Dopo alcune difficoltà iniziali, dovute a scarsa disponibilità di risorse e di
ridotta conoscenza delle problematiche del mercato italiano che rispetto ai
prodotti etici presenta un quadro molto diverso dal nord Europa, il primo prodotto
a marchio venne posto in commercio sul finire del 1995 e fù il caffè.
DISEGNO DI LEGGE N. 2849 APPROVATO DAL SENATO
Al fine di diffondere la conoscenza fra i consumatori italiani dei prodotti
commercializzati sul territorio nazionale per i quali non viene utilizzata manodopera
minorile durante le fasi di lavorazione dei medesimi è istituito l’Albo nazionale dei
prodotti realizzati senza l’utilizzo di lavoro minorile e delle relative aziende
produttrici.
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Il Ministro dell’Industria, del commercio e dell’artigianato, con proprio decreto, di
concerto con il Ministro del commercio con l’estero, istituisce un apposito marchio
di conformità sociale, sotto forma di logotipo, che le aziende possono apporre sulla
propria produzione e sulla confezione dei propri prodotti o sui prodotti stessi
iscritti all’Albo, che consenta al consumatore di identificare chiaramente e
rapidamente il prodotto ottenuto senza l’impiego di manodopera minorile.
AA 1000:
Account Ability 1000 è nato per migliorare le performance complessive
delle organizzazioni mediante l’aumento della qualità nell’accounting, auditing e nel
reporting sociale ed etico. E’ un modello dinamico per favorire un percorso di
sviluppo sostenibile.
Negli anni è migliorata la cultura delle imprese verso la sostenibilità sociale ed
etica, che ha portato alla crescita dei standard e modelli (es. SA 8000), rendendo
sempre più necessaria una definizione, il più possibile comune, di principi e di
processi che rendessero chiarezza e sicurezza sul tema.
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CONSIGLI UTILI PER ACQUISTARE PIÙ VERDE
Nelle procedure di selezione dei fornitori, fermo restando
l’obbligatorietà del rispetto della normativa nazionale ed europea
vigente e la salvaguardia dei principi generali tesi a garantire:
- la concorrenza
- la non discriminazione
- la par condicio
- la trasparenza
Per acquistare più verde bisogna:
1. Conoscere la normativa (aggiornamento continuo)2. Sensibilizzare i collaboratori dell’Ufficio acquisti3. Consultare i fornitori (intervistarli)4. Rendere più verdi le prescrizioni contrattuali (fogli condizioni,
capitolati d’appalto utilizzando le linee guida citate)
5. Valutare le qualità ambientale inserendola (quando possibile) neicriteri di valutazione dell’offerta
6. Consultare il sito del Ministero dell’Ambiente
7. Effettuare benchmarking con altri enti
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ALLEGATI
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LISTA DEI FORNITORI “VERDI” DEL COMUNE DI FERRARA
CATEGORIAMERCEOLOGICA
FORNITORE COMUNE INDIRIZZO PROV.
CAP
derrate alimentaribiologiche
SODEXHO ITALIA SPA Milano Viale Stelvio, 71 MI 20159
refezione scolasticamediante pasti veicolatibiologici
C.I.R. SCRL Reggio Emilia Via Nobel - 19 RE 42100
carta xerografica riciclata ALTERCOOP COOPSOCIALE SCARL
Bologna Via del Fonditore -16
BO 40138
carta xerografica riciclata ANTALIS SPA Calderara diReno
Via Garibaldi - 7 BO 40012
carta xerografica riciclata F.LLI BIAGINI SRL Bologna Via Oberdan - 19/E BO 40126
carta xerografica riciclata POLYEDRA SPA SettimoMilanese
Via Edison, 96 MI 20019
carta xerografica riciclata STIASSI SPA Calderara diReno
Via Garibaldi, 7 BO 40012
carta xerografica riciclata ERREBIAN S.p.A. Pomezia -ROMA
Via dell'Informatica- 8
RM 00040
velocipedi a pedalataassistita
QUEEN CAR SAS Ferrara Via Foro Boario -159
FE 44100
velocipedi a pedalataassistita
RICAMBISTICA ESTENSE Ferrara Via Bologna, 33 FE 44100
autoveicoli a metano AUTOROMEA SPA S.Giuseppe diComacchio
Via Romea, 67 FE 44020
scuolabus con motori diesela basso impatto e dispositiviantinquinamento
A.T.I. LA VALLE SASCAPOGRUPPO-LA VALLESRL
Ferrara Via Marconi, 47/49 FE 44100
prodotti d'igiene e pulizia ITALCHIM SRL Bologna Via del Mobiliere -14
BO 40138
prodotti d'igiene e pulizia MARTELLO SRL Saccolongo Via L. Einaudi, 13/zi PD 35100
pneumatici ricostruiti VEGA SRL S.MariaMaddalena(RO)
S.S. 16 - 5 RO 45030
fotocopiatrici XEROX S.p.A. Milano Via Medici delVascello - 26
MI 20138
raccolta differenziatamateriale di consumoinformatico
Cooperativa sociale a r.l. IlGermoglio
Ferrara V.le Savonuzzi - 41 FE 44100
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TUTTO EMAS(tratto dal sito del Ministero dell’Ambiente)
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TUTTO EMAS
IL REGOLAMENTO EMAS
Il Regolamento (CE) n 761 del 2001 introduce il sistema comunitario di
ecogestione ed audit (EMAS), che si propone l'obiettivo di favorire, su base
volontaria, una razionalizzazione delle capacità gestionali dal punto di vista
ambientale delle organizzazioni, basata non solo sul rispetto dei limiti imposti dalle
leggi, che rimane comunque un obbligo dovuto, ma sul miglioramento continuo delleproprie prestazioni ambientali, sulla creazione di un rapporto nuovo e di fiduciacon le istituzioni e con il pubblico e sulla partecipazione attiva dei dipendenti.
L'organizzazione che intende aderire al Regolamento EMAS è tenuta a svolgere
i seguenti compiti:
- effettuare l'analisi ambientale iniziale con la quale viene stabilita laposizione iniziale dell'organizzazione rispetto alle condizioni ambientali;
- stabilire la propria politica ambientale cioè gli obiettivi ed i principi generali diazione rispetto all'ambiente, definendo il quadro di riferimento per fissare
obiettivi specifici e target;
- elaborare il programma ambientale che contiene una descrizione delle misureadottate per raggiungere gli obiettivi specifici ed i target, conseguenti alla
politica ambientale;
- attuare il sistema di gestione ambientale, cioè quella parte del sistemacomplessivo di gestione (struttura, pianificazione, responsabilità, pratiche,
procedure, processi e risorse) che consente di sviluppare, mettere in atto,
realizzare e mantenere la politica ambientale;
- effettuare l'auditing cioè svolgere una valutazione sistematica, periodica,documentata e obiettiva delle prestazioni dell'organizzazione, del sistema di
gestione ambientale e dei processi destinati a proteggere l'ambiente;
- redigere la dichiarazione ambientale, rivolta al pubblico, che comprende lapolitica ambientale, una breve descrizione del sistema di gestione ambientale,
una descrizione dell'organizzazione, degli aspetti ambientali significativi, degli
obiettivi e target ambientali ed in generale delle prestazioni ambientali
dell'organizzazione.
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TUTTO EMAS
Il Regolamento stabilisce che la dichiarazione ambientale sia sottoposta ad
esame per la convalida da parte di un Verificatore Ambientale Accreditatoindipendente dall'impresa. Una volta che la Dichiarazione ambientale sia stata
convalidata, l'organizzazione può chiedere la registrazione, da parte
dell'Organismo nazionale competente, per essere inserita in un apposito Elenco
EMAS europeo. Ottenuta la registrazione, le organizzazioni possono utilizzare un
apposito logo.
Il primo sito registrato EMAS in Italia risale al 1997, oggi nell'Elenco EMAS
europeo vi sono circa 90 registrazioni italiane.
L'adesione ad EMAS produce una serie di vantaggi, tra cui:
� Riorganizzazione interna e conseguente crescita dell'efficienza
� Riduzione dei costi a seguito di una razionalizzazione nell'uso delle risorse e
nell'adozione di tecnologie più pulite
� Crescita della motivazione dei dipendenti e della loro partecipazione, con
conseguente riduzione delle conflittualità interne
� Creazione di un rapporto di maggiore fiducia con gli organismi preposti al
controllo ambientale e con quelli che rilasciano le autorizzazioni
� Riduzione delle probabilità di eventi che possono arrecare danno
all'ambiente
� Maggiori garanzie in termini di certezza del rispetto delle normative
ambientali
� Riconciliazione con i cittadini che percepiscono l'impegno al miglioramento
ambientale da parte dell'organizzazione
� Crescita delle conoscenze tecnico-scientifiche e loro uso per il
miglioramento continuo delle prestazioni ambientali
� Riequilibrio sul territorio tra necessità di sviluppo e difesa dell'ambiente
� Maggiori garanzie di successo nelle azioni che vengono intraprese in materia
ambientale, a seguito di una più attenta valutazione
� Riduzione del carico burocratico ("corsie preferenziali") per le
organizzazioni aderenti ad EMAS
� Maggiori garanzie di accesso ai finanziamenti per le piccole imprese
� Incremento del valore patrimoniale per la garanzia di una corretta gestione
ambientale che ne esalta la valutazione.
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La credibilità del sistema EMAS è dovuta a criteri di assoluto rigore da parte
di tutti i soggetti che operano all'interno del sistema stesso.
In primo luogo le imprese e, più in generale, le organizzazioni che scelgono
questa strada su base volontaria. Quindi i verificatori ambientali accreditati che
devono interpretare il loro compito con rigore e professionalità. Inoltre gli
Organismi di accreditamento dei verificatori ambientali e gli Organismi nazionali
competenti che devono svolgere il ruolo affidato loro dallo Stato con assoluta
competenza, indipendenza e imparzialità.
Questi presupposti hanno spinto, negli ultimi anni in Italia, le Autorità,
soprattutto locali, a prestare particolare attenzione all'introduzione nella
legislazione di specifici benefici per le imprese EMAS. Le imprese sono state così
orientate verso EMAS anche rispetto alla norma ISO 14001, la quale noncomportando l'obbligo della Dichiarazione ambientale, di una sua convalida e di unaregistrazione ufficiale, da parte dell'Organismo nazionale competente, in un elenco
pubblico, non garantisce lo stesso livello di trasparenza di EMAS.
Il Regolamento EMAS n. 761/2001, attualmente in vigore, è il risultato di una
evoluzione che ha accentuato la sua capacità di favorire cambiamenti profondi nel
comportamento delle imprese e delle organizzazioni in direzione di una attenzione
alle problematiche ambientali che va al di là del semplice controllo dell'impatto da
esse generato. Il nuovo Regolamento infatti discende da una precedente versione
del 1993 (Regolamento (CE) n. 1836/93) di portata più limitata, al quale sono state
introdotte sostanziali modifiche migliorative che hanno consentito tra l'altro di:
� Estendere il campo applicativo, inizialmente limitato ai soli siti produttivi
industriali, in modo da poter trasferire i concetti e la cultura EMAS
globalmente all'intero nostro modo di vivere, di lavorare, di viaggiare, diusare il tempo libero. Oggi è possibile registrare EMAS gli alberghi, i
supermercati, gli ospedali, i servizi pubblici, le banche, le aziende di
trasporto, le amministrazioni pubbliche, ecc;
� Considerare lungo l'analisi ambientale iniziale, anche gli aspetti ambientaliindiretti che derivano dalle attività svolte dalle organizzazioni interessatead EMAS. Esse dovranno dunque preoccuparsi anche dell'impatto ambientale
generato dall'uso e dallo smaltimento finale dei loro prodotti, di quello
connesso alle attività svolte dai propri fornitori, di quello legato ai
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comportamenti dei propri clienti o, nel caso delle Autorità locali, di quello
derivante dal comportamento dei cittadini e degli operatori economici
presenti in una determinata area geografica.
� Introdurre questioni inerenti la qualità ambientale del territorio. Il nuovoregolamento EMAS, infatti, soprattutto attraverso l'emanazione di apposite
linee guida (Decisione della Commissione 2001/681/CE e Raccomandazione
della Commissione 2001/680/CE), consente di considerare aree e distretti
industriali, nonché introduce specifiche prescrizioni per le Autorità locali, in
connessione con i compiti specifici di tali organizzazioni relativi alla gestione
del territorio ed al miglioramento della qualità della vita dei cittadini che vi
abitano.
Oggi EMAS si presenta come uno strumento formidabile ad ampio spettro per
attuare concretamente i principi dello sviluppo sostenibile.
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TUTTO EMAS
Organizzazioni Registrate
Anno diRegistrazione
Sito N° Reg Settore Produttivo
1997 ST Microelettronics –Catania
I000001Meccanica/elettronica
1998 ST Microelettronics –Castelletto (MI)
I000002Meccanica/elettronica
1998 ST Microelettronics –Agrate Brianza (MI)
I000003Meccanica/elettronica
1998 CIBA SpecialityChemicals – PontecchioMarconi (BO)
I000004Chimica
1998 Hans Zipperle – Merano(BZ)
I000005Alimentari
1998 SIMPRO – Brandizzo(TO)
I000006Meccanica/elettronica
1998 Huntsman ICI "ItalianOperations" SRL –Ternate (VA)
I000007Chimica
1998 MARAZZI Ceramiche –Fiorano Modenese (MO)
I000008Piastrelle
1998 KLUBERLUBRIFICATIONITALIA – S. GiulianoMilanese (MI)
I000009
Chimica
1998 LONZA GROUP spa –Ravenna
I000010Chimica
1998 ELITE AMBIENTE srl –Brendola (VI)
I000011Rifiuti
1998 GKN BIRFIELD spa –Brunico (BZ)
I000012Meccanica/elettronica
1998 COOPERATIVACERAMICA D’IMOLA– Imola (BO)
I000013Piastrelle
1999 I.C.E. FOR – Magenta I000014 Altro1999 ENICHEM Mantova I000015 Chimica1999 BARRICALLA –
Collegno (TO)I000016
Rifiuti
1999 ENEL PRODUZIONEspa – La Casella (PC)
I000017Energia
1999 ENEL PRODUZIONEspa – Impiantiidroelettrici Valle delCordevole (VE)
I000018
Energia
1999 MAPEI – Robbiano diMediglia
I000019Chimica
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1999 COMITATOAMBIENTE FILAGO –BAYER DI FILAGO(BG)
I000020
Chimica
1999 UNIBON SALUMI –Langhirano (PR)
I000021Alimentare
1999 PONZIO SUD – Scernedi Pineto (TE)
I000022Meccanica/elettronica
1999 INDUSTRIALE SUD –San Nicolò a Tordino(TE)
I000023Meccanica/elettronica
1999 AEM CentraleTermoelettrica diCassano D’Adda (MI)
I000024Energia
1999 COMUNE DI VARESELIGURE – (LS)
I000025Pubblica amministrazione
2000 CONSORZIO DISARMATO scpa –Centrale di Sarmato (PI)
I000026Energia
2000 ENICHEM Brindisi I000027 Chimica2000 SOL spa – San Martino
Buon Albergo (VR)I000028
Chimica
2000 INTERPOWER –Centrale diTorrevaldaliga
I000029Energia
2000 DELTAPUR-Mussolente- (VI)
I000030Chimica
2000 ENEL PRODUZIONEspa – CentraleTermoelettrica diTorrevaldaliga Nord(CV)
I000031
Energia
2000 ELETTROGEN –Centrale di Tavazzano eMontanaso (MI)
I000032Energia
2000 LONZA GROUP spa –S. Giovanni Valdarno(FI)
I000033Chimica
2000 SADEPAN CHIMICAsrl – Viadana (MN)
I000034Chimica
2000 ITALCARNI scarl –Migliarina di Carpi (MO)
I000035Alimentari
2000 ENICHEM Ferrara I000036 Chimica2000 EDISON
TERMOELETTRICAspa – centrale Porto Viro(RO)
I000037
Energia
2000 WPB INA RULLINI –Momo (NO)
I000038Meccanica/elettronica
2000 GRANITI FIANDRE spa I000039 Piastrelle
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– Castellano (RE)2000 MBS spa – servizi
ambientali di VicenzaI000040
Rifiuti
2000 TINTORIA FRATELLIROSINA spa – Milano
I000041Altro
2000 LEONARDO 1502CERAMICA –Casalfiumanese (BO)
I000042Piastrelle
2001 ALAN srl – riutilizzo dibiomasse in agricoltura –Sommo (PV)
I000043Rifiuti
2001 ASM spa Centrale diCogenerazione diLamarmora - Brescia
I000044Energia
2001 SECAM – Cedrasco I000045 Rifiuti2001 ZANETTI ARTURO &C
– Mapello (BG)I000046
Rifiuti
2001 CONSORZIO ESTMILANESE CEM –Piattaforma di BelluscoMezzago (MI)
I000047
Rifiuti
2001 GANAROLO spa – S.Pietro Terme (BO)
I000048Alimentari
2001 EDISONTERMOELETTRICAspa – Centrale di S.Quirico (PR)
I000049
Energia
2001 EDISONTERMOELETTRICAspa – Centrale diMarghera Levante (VE)
I000050
Energia
2001 EUROGEN spa –Centrale Termoelettricodi Turbigo (MI)
I000051Energia
2001 AZIENDA AGRICOLAALLEVI –Cascina diGallona (PV)
I000052Rifiuti
2001 AMIAT spa Aziendamultiservizi igieneambientale – Basse diStura (TO)
I000053
Rifiuti
2001 AIDA Aziendaintercomunale difesaambiente – Pianezza(TO)
I000054
Rifiuti
2001 RIME 1 – Magliana(ROMA)
I000055Altro
2001 FORESTALI srl – sito diMarcallo (MI)
I000056Altro
2001 VALLI GESTIONI I000057 Rifiuti
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AMBIENTALI srl –Gorlago (BG)
2001 IMPRONTAITALGRANITI spa – s.Martino in Rio
I000058Piastrelle
2001 SALUMIFICIOALSENESE sas – Alseno(PC)
I000059Alimentari
2001 ITALMACERI srl –Rozzano (MI)
I000060Altro
2001 BRA SERVIZI srl – Bra(CN)
I000061Rifiuti
2001 PARCO DELL’OGLIORIFIUTI srl – Villongo(BG)
I000062Rifiuti
2001 PROSCIUTTIFICIO S.MICHELE – Lesignanodè Bagni (PR)
I000063Alimentari
2001 ARIOSTEA MARMI spa– Castellarano (RE)
I000064Piastrelle
2001 IRIS CERAMICA spa –Fiorano (MO)
I000065Piastrelle
2001 IRIS CERAMICA spa –Sassuolo (MO)
I000066Piastrelle
2001 ENICHEM Priolo I000067 Chimica2001 ELETTROGEN –
Centrale Termoelettricadi Monfalcone (GO)
I000068Energia
2001 SCILLA srl – S.Giuseppe di Cairo (SV)
I000069Altro
2001 DILAT spa – (MO) I000070 Alimentari2001 ENEL PRODUZIONE
spa – CentraleIdroelettrica di Avisio(TN)
I000071
Energia
2001 MASOTINA spa –Corsico (MI)
I000072Rifiuti
2001 CASEIFICIO SOCIALEVAL CENO Coop arl –Vetrione di Varsi (PA)
I000073Alimentari
2001 BUSSITERMOELETTRICAspa – CentraleTermoelettrica di Bussisul Tirino (PE)
I000074
Energia
2001 LA FELINESE SALUMIspa – Felino (PR)
I000075Alimentari
2001 LA.S.T. srl – SalaBaganza (PR)
I000076Alimentari
2001 ENEL PRODUZIONE I000077 Energia
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spa – CentraleTermoelettrica Sulcisporto Scuso (CA)
2001 SALUMIFICIO CONTIsnc – Longhirano (PR)
I000078Alimentari
2001 FINCOM ITALI scrl -(MN)
I000079Rifiuti
2001 WITCO SPECIALITIESITALIA – Termoli (CB)
I000080Chimica
2001 SAN BARTOLOMEO(PR)
I000081Alimentari
2001 EDISONTERMOELETTRICAspa – Centrale diMarghera Azotati (VE)
I000082
Energia
2001 WASTE EUROPE srl –Milano
I000083Rifiuti
2002 LA CONCORDIAFORMAGGI S.r.l. sito diFontenalleto
I000084Alimentari
2002 SEABO S.p.A. Discaricad i Baricella
I000085Rifiuti
2002 SOLUTIA ITALY S.r.L.sito di RomanoD’Ezzelino (VI)
I000086Chimica
2002 EDISON GAS S.p.A.sito di Cellino Attanasio
I000087Energia
2002 CASEIFICIO SOCIALENUOVO S.c.a.r.l.Correggio (RE)
I000088Alimentare
2002 AZIENDA PADOVASERVIZI impianto ditermoutilizzazione di SanLazzaro
I000089
Rifiuti
2002 METALZINCO S.p.A.stabilimento di ChiusiScalo
I000090Meccanica/elettronica
2002 POLO TURISTICO DIBIBIONE Comune diS.Michele al Tagliamento
I000091Pubblica amministrazione
2002 CASEIFICIO S.ANGELO S.N.C. – S.Giovanni in Persiceto
I000092Alimentare
2002 NUOVA SOLMINES.p.A. stabilimento diScarlino
I000093Chimica/energia
2002 BIC CALABRIA s.c.p.a.– COSENZA
I000094Servizi
* Dettagli sui siti e le imprese registrati sono riportati nel sito dell'ANPAwww.sinanet.anpa.it
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TUTTO EMAS
Orientamenti perl’individuazione degli
aspetti ambientali e lavalutazione della loro
significatività
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TUTTO EMAS
Orientamenti sulle entitàche possono essereregistrate Emas
Pag. 49
TUTTO EMAS
Regolamento (CE)n°761/2001 del
Parlamento Europeo e delConsiglio del 19 marzo2001 sull’adesionevolontaria delle
organizzazioni a unsistema comunitario diecogestione e audit
(Emas)
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Tutto ECOLABEL(tratto dal sito del Ministero dell’Ambiente)
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TUTTO ECOLABEL
Il SISTEMADELL’ECOLABEL
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TUTTO ECOLABEL
I criteri per l’Ecolabel
I criteri sono definiti in modo da poter selezionare all'interno del mercato non
tanto il "miglior prodotto", ma quanto una quota significativa (20-25%) della
produzione relativa a quel gruppo di prodotti che possiede i migliori requisiti
ambientali.
In sostanza si può affermare che per essere incluso nello schema ECOLABEL, un
gruppo di prodotti deve:
� avere un significativo volume di vendite sul mercato interno (di cui una parte
significativa rivolta al consumatore finale);
� implicare significativi impatti ambientali su scala globale o regionale;
� presentare significative potenzialità di miglioramento dell'ambiente
attraverso le scelte dei consumatori, incentivando i produttori e i fornitori a
cercare vantaggi competitivi attraverso l'offerta di prodotti etichettati.
Sono comprese nella accezione di prodotto anche i servizi e i prodotti intermedi
(o semilavorati).
Sono esclusi dall'applicazione dell'Ecolabel i prodotti classificati come molto
tossici, tossici, pericolosi per l'ambiente, cancerogeni, tossici per la riproduzione,
mutagenici o fabbricati con processi che possono nuocere in modo significativo
all'uomo e/o all'ambiente o che potrebbero essere pericolosi per il consumatore
durante l'uso. L'Ecolabel non può essere concesso inoltre a prodotti alimentari,
bevande, prodotti farmaceutici e dispositivi medici.
La validità dei criteri è limitata nel tempo (sono rivisti in genere ogni tre/cinque
anni); di conseguenza l'etichetta è assegnata per un periodo definito che non
supera il periodo di validità dei criteri, salvo proroga degli stessi.
La procedura per la definizione dei criteri può essere avviata dalla Commissione
europea di propria iniziativa o su richiesta dell'EUEB (European Union Eco-labelling
Board) che è l'organismo europeo che riunisce gli Organismi competenti dei Paesi
membri e il Forum consultivo composto da rappresentanti delle parti interessate.
I criteri elaborati vengono sottoposti dalla Commissione all'approvazione di un
Comitato di Regolamentazione composto dai rappresentanti dei Paesi membri, che
deliberano con voto ponderato (l'Italia, insieme a Francia, Germania e Gran
Bretagna, è uno dei paesi che ha il peso maggiore). Una volta che il progetto è stato
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approvato dal Comitato, la Commissione adotta le misure previste e le pubblica sulla
Gazzetta ufficiale delle Comunità europee serie L.
Dal 1992 ad oggi sono stati effettuati studi finalizzati all'individuazione dei
criteri Ecolabel per diversi gruppi di prodotto; attualmente è possibile richiedere
l'etichetta Ecolabel per 19 gruppi di prodotti e precisamente per:
� Carta tessuto
� Detersivi per lavastoviglie
� Personal Computer
� Detersivi per lavatrice
� Ammendamenti
� Detersivi per multiuso per superfici e per sanitari
� Lavastoviglie
� Detersivi a mano per piatti
� Materassi
� Lampadine
� Computer portatili
� Carta da copia
� Pitture e Vernici per interno
� Lavatrici
� Tessili
� Frigoriferi
� Calzature
� Materiali duri per pavimenti (Piastrelle ed altro)
� Televisioni
e sono attualmente in corso di definizione i criteri per i seguenti gruppi di
prodotto:
� Aspirapolvere
� Servizi turistici
� Pneumatici
� Mobilio
La definizione dei criteri sui servizi turistici, la cui fase finale è iniziata alla
fine del 2001, è condotta dall'Italia.
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TUTTO ECOLABEL
Il sistema dietichettatura ecologica
europea Ecolabel
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TUTTO ECOLABEL
Elenco laboratori riconosciuti idonei all’esecuzione del controlloindipendente
Laboratori Gruppo di prodottivale il riconoscimento di idoneità
1 Ecol Studio S.r.l. Bagni di Lucca - LU Carta per copie e Tessuto carta
2 Scam S.r.l.Civitanova Marche -
MCCalzature
3 Ecam S.a.s. Schio - VI Prodotti tessili
4 Chelab S.r.l. Resana - TV Detersivi per bucato e Detersivi per lavastoviglie5 Centro Servizi Calza S.r.l. Castel Goffredo - MN Materassi da letto e Prodotti tessili
6Laboratorio di Analisi ProveRicerche Tessili di PrimoBrachi
Prato Prodotti tessili
7ANCI Servizi SezioneCimac
Vigevano - PV Calzature
8Istituto CertificazioneQualità S.r.l.
Cabiate - COProdotti tessili,Prodotti vernicianti per interno,Calzature
9Centro Tessile Cotoniero eAbbigliamento S.p.A.
Busto Arsizio - VA Prodotti tessili
10Tessile di Como S.p.A,Consortile Como
Como Prodotti tessili
11 Tecnologie d'Impresa S.r.l. Cabiate - CO Prodotti vernicianti per interni, prodotti tessili
12SSOG - "StazioneSperimentale per le industriedegli Oli e dei grassi "
Milano - MI Detersivi per bucato
13Istituto ricerche e collaudiM. Masini S.r.l.
RHO (MI)Ammendanti, prodotti vernicianti per interno, carta percopie, tessuto carta, prodotti tessili, materassi da letto,personal computer, detersivi per lavastoviglie
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Aziende Italiane con Ecolabel
Azienda Gruppo Prodotti Numero ProdottiArch Coahing Vernici per interni 24Colorificio ATRIA S.r.l. Vernici per interni 8Baldini Vernici Vernici per interni 150Biochimica spa Detersivi per lavastoviglie 2Calzaturificio F.lli Soldini Calzature 148Calzaturificio Relax Calzature 16Carpe Diem Tessile srl Prodotti tessili 42Cartiera Lucchese Carta tessuto 80Continental Paper spa Carta per fotocopie 2
Detergenti multiuso e persanitari
1DECO s.c.r.l.
Detersivo per piatti 1Delicarta spa Carta tessuto 4
Detersivi per bucato 3Detersivi per lavastoviglie 1ESSELUNGAProdotti Tessili 10
General Detergent Detersivi per lavastoviglie 3HETO Detersivi per lavastoviglie 2I.C.E.FOR Detersivi per lavastoviglie 2Industria Calzature Calzature 57Industria Tessile Sanese spax Prodotti tessili 11Industrie Cartarie Tronchetti Carta tessuto 10Madival Prodotti tessili 14Manifatture Filati Riunite Prodotti tessili 6
Detergenti multiuso e persanitari
1PIZZOLOTTO S.p.A.
Detersivi per piatti 1Trascarta s.p.a. Carta tessuto 4
Totale prodotti 603
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TUTTO ECOLABEL
Procedure operative perl’assegnazione e lagestione del marchio
Ecolabel
Pag. 58
TUTTO ECOLABEL
Regolamento (CE)n°1980/2000 del
Parlamento Europeo e delConsiglio del 17 luglio
2000 relativo al sistemacomunitario, riesaminato,di assegnazione di unmarchio di qualità
ecologica
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DOCUMENTO ANPA
� MODALITA’ DI UTILIZZO
� SETTORE TRASPORTI
� SETTORE ATTREZZATURE PER UFFICIO
� SETTORE ARREDI
� SETTORE INDUMENTI
� SETTORE CARTA