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Manuale BLS-D Rianimazione Cardiopolmonare e Defibrillazione Precoce nelladulto e nel bambino rivolto alla Comunità

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ManualeBLS-D

Rianimazione Cardiopolmonare e DefibrillazionePrecoce nell’adulto e nel bambino rivolto alla

Comunità

Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatrico

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Indice

Introduzione ....................................................................................................................................................................... 4

LA MORTE CARDIACA IMPROVVISA.................................................................................................................................... 5

MANOVRE DI BLSD ............................................................................................................................................................. 8

SCHEMA RIASSUNTIVO ..................................................................................................................................................... 12

BLSD PEDIATRICO.............................................................................................................................................................. 13

OSTRUZIONE VIE AEREE DA CORPO ESTRANEO ............................................................................................................... 16

Bibliografia ........................................................................................................................................................................ 20

Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatrico

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Arresto cardiacoe manovre di Bls-Dadulto e pediatrico(Basic Life Support-Defibrillation)

Manuale redatto dal Dott. Daniele CarianiDirigente Medico U.O. Pronto Soccorso 118 Ausl Ferrara

Referente “Progetto Il Tempo è Vita”

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatrico

INTRODUZIONENel 490 a.C. Filippide, giovane messaggero greco, dopo aver percorso circa 40 Km da Maratona ad Atene,

annunciata la vittoria dei Greci sui Persiani, cadde a terra e morì. Probabilmente questo fu il primo caso

registrato di morte cardiaca improvvisa di un atleta. Nonostante i progressi in campo scientifico, le

cronache recenti continuano a riportare casi di morte per arresto cardiaco (AC) in soggetti giovani,

apparentemente sani anche in ambito sportivo (ricordiamo i Curi, Puerta, Foè, Feher, Bovolenta, Morosini ).

La filosofia del primo soccorso è mutata nel tempo, passando dal concetto di trasporto immediato del

paziente al più vicino ospedale come si faceva diversi anni fa (load and go), al concetto più recente di

stabilizzazione e trattamento del paziente sul luogo dell’evento (stay and play).

Numerosi passi sono stati compiuti anche grazie all’evoluzione legislativa degli ultimi anni, che ha permesso

la diffusione della cultura del soccorso nella popolazione, mediante campagne d’informazione sui sintomi

d’allarme, l’addestramento alla rianimazione cardiopolmonare di base (RCP) e all’utilizzo del defibrillatore

semiautomatico esterno (DAE), rivolti a cittadini comuni , ai volontari , oltre che a personale medico e

paramedico. Dall’Aprile del 2001 è stato approvato l’uso del DAE da parte di personale non sanitario ,

e la svolta importante avviene con i “Public Access Defibrillation (PAD)”, che prevedono una diffusione

massiccia alla popolazione della cultura dell’emergenza, con corsi di addestramento alle manovre di RCP

ed all’utilizzo del DAE rivolti ai comuni cittadini. Con il D.L. del Marzo 2011 vengono poi stabiliti criteri e

modalità per la sempre maggior diffusione dei defibrillatori semiautomatici esterni sul territorio

nazionale.

Oggi pertanto il primo trattamento dell’ Arresto Cardiaco , non viene procrastinato all’arrivo in ospedale, ma

dovrebbe essere effettuato immediatamente sullo scenario dell’evento, in attesa dell’ambulanza,

attivando la cosiddetta “catena della sopravvivenza”: Allarme precoce (chiamata al 118), RCP precoce

(rianimazione cardiopolmonare), Defibrillazione precoce, Soccorso Avanzato precoce. I programmi di

defibrillazione precoce, con la possibilità di utilizzare il DAE anche da parte di cittadini comuni,

adeguatamente addestrati, hanno infatti aumentato di molto la sopravvivenza . In Italia sono stati avviati

numerosi progetti locali che hanno dimostrato un aumento della sopravvivenza in alcune zone addirittura

fino al 45%.

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LA MORTE CARDIACA IMPROVVISAPer morte cardiaca improvvisa si intende l’arresto brusco ed inatteso dell’attività circolatoria e respiratoria

con o senza segni premonitori , che colpisce sia

soggetti apparentemente sani sia quelli con patologia

cardiaca nota,. Le statistiche internazionali ci dicono

che è la più importante emergenza medica dei paesi

occidentali. Colpisce la popolazione generale con una

frequenza di circa 1 evento su 1000 abitanti all’anno.

L’ arresto cardiaco (AC) è l’improvvisa cessazione della funzione di pompa cardiaca. Il battito cardiaco ci

permette di vivere facendo circolare il sangue e permettendo all’ossigeno di arrivare a tutti gli organi.

Quando il cuore si ferma immediatamente si verifica

la perdita di coscienza e dell’attività respiratoria. Il

cervello non riceve più circolo ossigenato e il

soggetto cade a terra privo di sensi. Quindi la

persona in arresto cardiaco non è cosciente e non

respira più normalmente, rimane a terra inanimata.

L’infarto miocardico acuto è la più frequente

ARRESTO CARDIACO

No coscienzaNo respiro-No circolo

Lesioni cerebrali Morte

patologia cardiaca che a volte si può complicare provocando l’arresto cardiaco. Un’altra causa cardiaca che

provoca la morte improvvisa è quella legata ad un difetto del sistema di conduzione elettrica del cuore , più

rara e tipica nei soggetti giovani nei quali non si riscontrano segni di cardiopatia ischemica.

Quando si arrestano il circolo e il respiro tutti gli organi non possono più essere riforniti

di ossigeno e quest’ultimo nei tessuti si esaurisce molto rapidamente. L’organo che

risente di più della mancanza di circolo e quindi di ossigeno è il cervello che subisce

lesioni e danni irreversibili se non si riesce a prestare un soccorso adeguato entro i primi dieci

minuti dall’evento . Risulta perciò determinante intervenire tempestivamente.

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Ecco perché nel mondo si è realizzato un modello di soccorso chiamato Catena della Sopravvivenza, basato

su una serie di interventi consecutivi uno all’altro che hanno lo scopo di guadagnare tempo affinché il

passaggio successivo possa risultare efficace. La catena è composta da quattro anelli di cui i primi tre

possono essere effettuati dal testimone presente sul luogo dell’evento.

Riconoscimento eallarme precoce

RCP precoce Defibrillazioneprecoce

Soccorso avanzato precoce

Il 1°Anello è la fase in cui bisogna riconoscere e valutare la situazione attivando immediatamente il 118,

2°Anello, bisogna iniziare sul posto le manovre di rianimazione cardiopolmonare (RCP) cominciando subito

con le compressioni toraciche esterne (massaggio cardiaco)per cercare di mantenere un minimo di circolo

artificiale e favorire così l’ossigenazione degli organi, cervello e cuore soprattutto.

3°Anello: nella maggior parte degli arresti cardiaci però la probabilità di far ripartire il cuore è legata alla

possibilità di erogare una scarica elettrica sul torace del paziente il più precocemente possibile. Questo può

essere effettuato solamente con l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico esterno (DAE).

4°Anello: sarà poi il soccorso qualificato a proseguire le cure necessarie nella fase immediatamente

successiva

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Iniziare immediatamente l’RCP e riuscire ad utilizzare un defibrillatore entro 3-5 minuti dall’arresto

cardiaco può far aumentare la sopravvivenza con picchi del 40 - 75%. Se il defibrillatore non dovesse essere

subito disponibile si possono guadagnare minuti preziosi continuando con la sola rianimazione

cardiopolmonare(RCP). Infatti le statistiche hanno dimostrato come l’RCP effettuata dalle persone presenti

sul luogo dell’evento possa da sola raddoppiare o addirittura triplicare la percentuale di sopravvivenza.

La defibrillazione rimane comunque la manovra salvavita che deve essere effettuata al più presto. Oggi

questo è possibile perché il DAE può essere utilizzato da qualsiasi persona (non è necessario essere medico

o infermiere).I defibrillatori semiautomatici sono dispositivi ormai tecnologicamente perfetti; infatti sono in

grado di fare automaticamente la diagnosi di arresto cardiaco da aritmia ventricolare e solo in questo caso

si predispongono affinché si eroghi la scarica elettrica.

La loro specificità e sensibilità sono elevatissime, non

sussiste perciò nessun rischio di arrecare danni al

paziente in quanto se non necessario la macchina non

si attiverà mai per erogare lo shock. Il loro utilizzo è

semplicissimo, basta accenderlo e ascoltarlo, subito

interagisce con l’operatore guidandolo con

semplici comandi vocali , indicazioni sonore

e luminose.

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BLSD nell’adultoIl Blsd è un corso che permette di apprendere un metodo per prestare soccorso ad una persona

apparentemente senza vita effettuando semplici manovre in sequenza ,imparando anche la modalità di

intervento se si dovesse disporre di un defibrillatore . Blsd significa infatti sostegno di base delle funzioni

vitali (che sono il circolo e il respiro) con l’utilizzo anche del defibrillatore.

SEQUENZA 1 - VALUTAZIONE COSCIENZA

Prima di soccorrere una persona a terra apparentemente

inanimata, bisogna accertarsi di intervenire in condizioni di

sicurezza ambientale ,verificando che non ci siano pericoli

come fumo, gas, rischio di folgorazione, ecc.

Successivamente, la prima operazione da compiere su una

probabile vittima di arresto cardiaco è la

1)VALUTAZIONEdellaCOSCIENZA.

Per far questo scuoti leggermente le spalle e chiama ad

alta voce la persona;

Come va?Tuttobene?

Chiama il 118

e portami un

defibrillatore!Se il soggetto non risponde e non si muove

AZIONE:

fai chiamare immediatamente il 118 e fai portare se

possibile un defibrillatore, poi allinei il paziente e gli scopri il

torace. Nel soggetto non cosciente le vie aeree sono

parzialmente ostruite dalla lingua che

cade all’indietro. Quindi la priorità nella

persona che rimane priva di sensi è l’apertura della via aerea . La manovra che permette

questo è l’iperestensione del capo: poni una mano sulla fronte del soggetto e spingi la

testa all’indietro , contemporaneamente con le due dita dell’altra mano posizionate sulla

parte ossea del mento lo sollevi accompagnando il movimento.

IPERESTENSIONE DEL CAPO

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SEQUENZA 2 - VALUTAZIONE RESPIRO

Dopo aver provveduto all’apertura della via aerea si

esegue la

2)VALUTAZIONE del RESPIRO

Occorre verificare ora se la persona respira

normalmente. Per fare questo bisogna mantenere il

capo iperesteso ed avvicinandosi al suo viso Guardare

se il torace si alza e si abbassa ,Ascoltare se ci sono

rumori respiratori , Sentire se si percepisce il passaggio

GuardaAscoltaSenti

di aria dalla bocca della persona. Questa valutazione chiamata G.A.S. ,va effettuata per non più di 10

secondi.

-Se la vittima respira normalmente ma rimane non cosciente AZIONE: ponila in posizione laterale di

sicurezza (sul fianco),e controlla che continui a respirare. Ricorda che se la persona ha subito un trauma

questa posizione va assolutamente evitata.

-Se la vittima non respira o non ha un respiro normale AZIONE :dopo esserti accertato che siano stati

allertati i soccorsi inizia immediatamente la Rianimazione Cardiopolmonare(RCP). L’RCP è composta da

due parti le compressioni toraciche esterne(massaggio cardiaco) e le ventilazioni .Inizia immediatamente

con il massaggio cardiaco che è la parte più importante della RCP. Mettersi a lato del soggetto e porre la

parte prossimale del palmo della mano al centro dello sterno , posizionare l’altra mano sopra la prima. Con

le braccia distese e perpendicolari effettuare 30 compressioni premendo verso il basso per almeno 5

centimetri ad una frequenza di almeno 100 al minuto.

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30 COMPRESSIONI

persona deve essere distesa sulla schiena su

una superficie piana e rigida a torace scoperto.

Dopo ogni compressione permettere che il torace si

riespanda e si risollevi fino alla posizione normale. La

Dopo le 30 compressioni toraciche esegui 2 ventilazioni insufflando con la tecnica del bocca a bocca , solo

però se è presente un mezzo di protezione(garza di cotone o meglio una face-schields). La ventilazione

bocca a bocca si esegue iperestendendo il capo del paziente e chiudendogli il naso pinzando le narici con

due dita , si copre la bocca della persona con la propria soffiando aria lentamente e gradualmente con una

espirazione normale della durate di circa un secondo.

2 VENTILAZIONI

Quando eseguo le insufflazioni per verificare l’efficacia della ventilazione devo osservare che il torace si

sollevi. Dopo le due ventilazioni, che in tutto non devono durare più di 5 secondi, si ricomincia con le 30

compressioni. Può succedere che quando effettui il primo tentativo di insufflazione il torace non si muova;

in questo caso devi riposizionare la testa in iperestensione e controllare solo visivamente che non vi siano

corpi estranei nel cavo orale.

Se hai comunque problemi ad effettuare le ventilazioni (non riesci nella manovra o manca la protezione),

prosegui immediatamente solo con il massaggio cardiaco continuando senza interromperlo.

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SEQUENZA 3 - UTILIZZO DEL DEFIBRILLATORE (DAE)

Appena arriva il Defibrillatore sulla scena USALO SUBITO!

Il suo utilizzo è semplicissimo, basta accenderlo ed ascoltarlo.

Seguendo le sue indicazioni si posizionano le piastre adesive sul

torace scoperto ed asciutto del paziente, una in sede sottoclaveare

destra e l’altra nella parete laterale sinistra del torace.

Poi il DAE ti comunica che sta analizzando il ritmo cardiaco(ANALISI

IN CORSO) e nessuno in questa fase deve toccare il paziente.

-Se il DAE consiglia la scarica dirà : “SHOCK CONSIGLIATO” fai

allontanare gli astanti e quando il defibrillatore ti comunica di

premere il pulsante lampeggiante per erogare lo “shock”, lo schiacci

dopo aver verificato che nessuno stia toccando il paziente. Quindi

durante l’analisi e durante la scarica nessuno (tu compreso)deve

essere in contatto con la vittima. Dopo aver erogato la scarica

continuare l’RCP come indicato dai comandi vocali del DAE.

Shock consigliato…Premere il pulsantelampeggiante pererogare lo shock

ALLONTANARSI VIA TUTTI!

-Se il DAE non consiglia la scarica dirà : “SHOCK NON CONSIGLIATO” in questo caso continua

immediatamente l’RCP con il massaggio cardiaco e le ventilazioni, alternando 30 compressioni a 2

ventilazioni , seguendo comunque sempre le indicazioni che ti comunica il defibrillatore.

Ogni due minuti il defibrillatore ricomincerà ad analizzare il ritmo e ti dirà nuovamente di non toccare il

paziente; a questo punto si deve interrompere l’RCP e si fa allontanare tutti, in attesa dell’indicazione che

comunicherà il DAE.

Prosegui così fino a quando:

la vittima comincia a muoversi, respira normalmente o si sveglia,

esaurisci le forze e non riesci più a continuare la rianimazione cardiopolmonare in modo efficace,

arrivano i soccorsi sanitari.

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SCHEMA RIASSUNTIVO.

NON COSCIENTE

Fai chiamare il 118 Procura un Defibrillatore

Respiranormalmente?

Sì.Posizione laterale di sicurezza

(NO nelle persone che hanno subito traumi)

No

RCP.30 Compressioni Toraciche . 2 Ventilazioni

All’arrivo del DEFIBRILLATORE:. ACCENDILO SUBITO

. SEGUI I SUOI COMANDI VOCALI

ANALISI DEL RITMO

Shockconsigliato

Shock NONconsigliato

-Eroga la scarica-Riprendi subito RCP per 2min.

Riprendi subito RCP per 2min.

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BLSD nel bambinoQuasi tutti i bambini hanno un cuore sano. Di solito il cuore nei bambini di ferma

perché il bambino ha problemi a respirare o non riesce più a respirare. Comunque la

maggior parte delle manovre nella sequenza del BLSD Pediatrico è quasi del tutto

sovrapponibile a quella dell’adulto.

SEQUENZA 1 - VALUTAZIONE COSCIENZA

Durante l’intervento per soccorrere il bambino come per l’adulto devo valutare per prima cosa la sicurezza

ambientale, poi immediatamente valutare la coscienza

1)VALUTAZIONEdellaCOSCIENZABimbo bimboTutto bene?

Dai un leggero colpetto sulle spalle e chiama ad alta voce il bambino; Se

non risponde e non si muove

AZIONE:

fai chiamare immediatamente il 118 e fai portare se possibile un

defibrillatore. Se sei solo senza telefono prima di andare a chiamare i

soccorsi nei bambini è utile praticare due minuti di RCP , alternando 30

compressioni e 2 ventilazioni per cinque cicli.

Dopo aver allineato e scoperto il torace, per liberare la via aerea nel

bimbo si effettua una modica iperestensione del capo controllando solo

visivamente la presenza di eventuali corpi estranei in cavo orale. Se

presenti e ben visibili rimuoverli.

Chiama il 118 e

portami un

defibrillatore!

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SEQUENZA 2 - VALUTAZIONE RESPIRO

Occorre verificare ora se il bambino respira normalmente. Per fare questo

bisogna mantenere il capo lievemente iperesteso ed avvicinandosi al suo

viso Guardare se il torace si alza e si abbassa ,Ascoltare se ci sono rumori

respiratori , Sentire se si percepisce il passaggio di aria dalla bocca della

persona. La valutazione G.A.S. ,va effettuata per non più di 10 secondi.

Se il Bambino respira normalmente ma rimane non cosciente lo si pone in

posizione laterale di sicurezza

GuardaAscoltaSenti

Se il Bambino non respira o non ha un respiro normale AZIONE

:dopo esserti accertato che siano stati allertati i soccorsi inizia

immediatamente la Rianimazione Cardiopolmonare. L’RCP è

composta da due parti le compressioni toraciche

esterne(massaggio cardiaco) e le ventilazioni .Inizia

immediatamente con il massaggio cardiaco che è la parte più

importante della RCP. Nel bambino in rapporto alle dimensioni del

suo torace si può effettuare il massaggio cardiaco anche con una

mano sola .Mettersi a lato del bambino e porre la parte prossimale

del palmo della mano al centro dello sterno effettuare 30

compressioni premendo verso il basso per circa 5 centimetri ad

una frequenza di almeno 100 al minuto. Eseguire quindi 2

ventilazioni .Le insufflazioni nel bimbo richiedono meno forza e

meno volume .

Continuare l’RCP alternando cicli di 30 compressioni e

2 ventilazioni fino a quando arriva il defibrillatore.

30COMPRESSIONI

2 VENTILAZIONI

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SEQUENZA 3 - UTILIZZO DEL DEFIBRILLATORE (DAE)

Appena arriva il Defibrillatore sulla scena USALO SUBITO!

Il suo utilizzo è semplicissimo, basta accenderlo ed ascoltarlo. Se nel

defibrillatore sono presenti dispositivi pediatrici si utilizzano , ma se non ci

dovessero essere o non si trovano si collegano le placche adesive sul torace

scoperto e asciutto del bambino, e si esegue la procedura come si fa

nell’adulto .

La posizione delle placche rimane sempre la stessa una in sede

sottoclaveare destra e l’altra nella parete laterale sin. del torace. Poi il

DAE ti comunica che sta analizzando il ritmo cardiaco(ANALISI IN

CORSO) e nessuno deve toccare il paziente. Se il DAE consiglia la scarica

(SHOCK CONSIGLIATO) fai allontanare gli astanti e quando il

defibrillatore ti comunica di premere il pulsante lampeggiante per

erogare lo “shock”, lo schiacci dopo aver verificato che nessuno stia

toccando il paziente. Quindi durante l’analisi e durante la scarica nessuno

Shock consigliato…Premere il pulsantelampeggiante pererogare lo shock

ALLONTANARSI VIATUTTI!

(tu compreso)deve essere in contatto con la vittima. Dopo aver erogato la scarica continuare l’RCP come

indicato dai comandi vocali del DAE.

-Se il DAE dice scarica non consigliata, (SHOCK NON CONSIGLIATO) continua immediatamente l’RCP con il

massaggio cardiaco e le ventilazioni, alternando 30 compressioni a 2 ventilazioni , seguendo sempre le

istruzioni che ti comunica il defibrillatore.

Ogni due minuti il defibrillatore ricomincerà ad analizzare il ritmo e ti dirà nuovamente di non toccare il

paziente; si interrompe quindi l’RCP e si fa allontanare tutti, in attesa dell’indicazione che comunicherà il

DAE.

Continua così fino a quando:

la vittima comincia a muoversi, respira normalmente o si sveglia

arrivano i soccorsi sanitari

per lo sforzo fisico non riesci più a continuare il massaggio cardiaco in modo efficace.

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OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE DA CORPOESTRANEO

SEQUENZANELL’ADULTOUn corpo estraneo può provocare un’ostruzione parziale o completa delle vie aeree. Non è assolutamente

indicato inserire le dita in bocca alle persone per cercare di rimuovere il corpo estraneo nel tentativo di

liberare le vie aeree. Solo se l’eventuale materiale solido è ben visibile allora si procede con la rimozione

manuale.

Se l ’ostr uzi one è par z i al e il soggetto riesce ancora a respirare e in questo caso bisogna

solamente incoraggiare il paziente a tossire dopo averlo posizionato leggermente inclinato con il busto in

avanti, senza intervenire. Se dopo diversi minuti il corpo estraneo permane e non c’è una risoluzione

spontanea del problema la persona deve essere ospedalizzata.

Se l ’ostruzione è completa la vittima non riuscirà più a respirare parlare o tossire, in alcuni casi si

porterà le mani alla gola come segno universale di soffocamento. Se non rapidamente risolta questa

situazione esiterà rapidamente nella perdita di coscienza. L’intervento deve quindi essere

tempestivo.

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5 COLPI DORSALI. Il soccorritore si pone al fianco della soggetto e inclinandogli il busto leggermente in

avanti lo colpisce energicamente fino a 5 volte sul dorso tra le scapole , se i colpi dorsali non hanno effetto si

procede con le pressioni addominali o Manovra di Heimlich.

5 PRESSIONI ADDOMINALI (MANOVRA DI HEIMLICH). Il soccorritore si posiziona alle spalle del paziente

cinge con entrambe le braccia la vita del paziente in modo che le mani siano davanti alla vittima.

Posizionare una mano chiusa a pugno a metà tra ombelico e la parte terminale dello sterno , afferrare il

pugno con l’altra mano ed esercitare ripetute e brusche pressioni sull’addome verso l’alto.

Alternando 5 colpi dorsali a 5 pressioni addominali .

Se la vittima perde coscienza si iniziano le manovre di rianimazione cardiopolmonare, in attesa dell’arrivo

dei soccorsi.

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SEQUENZA nel LATTANTE e nel BAMBINO

Nel Lattante : tenere il lattante a faccia in giù sull’avambraccio sostenendo la testa e la mandibola con una

mano (senza iperestendere).Con il palmo dell’altra mano praticare 5 colpi dorsali con movimento ad uscire

alternandole con 5 spinte toraciche. Dopo aver girato il lattante sulla schiena appoggiandolo

sull’avambraccio si sostiene la testa con una mano e si utilizzano le due dita dell’altra mano per premere

sul centro del torace. Ripetendo i cicli finchè il lattante non respira o piange. Se perde coscienza si pratica

l’RCP.

LATTANTEOstruzione Completa Delle Vie Aeree

PZ COSCIENTE

5 pacche dorsali 5 compressioni toraciche

Continua fino alla disostruzione ofino a quando il lattante diventa incosciente

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Nel Bambino : porre il bambino su entrambe le ginocchia sostenendo la testa e la mandibola con una mano

(senza iperestendere). Con il palmo dell’altra mano effettuare 5 colpi dorsali con movimento ad uscire

alternando con 5 pressioni addominali ( Manovra di Heimlich) dopo aver posizionato il bimbo in piedi.

Ripetendo i cicli fino all’espulsione del corpo estraneo. Se il bimbo perde coscienza si pratica RCP.

Ostruzione Completa Delle Vie Aeree

BAMBINO

5 pacche DORSALI5 compressioni subdiaframmatiche

Continua fino alla disostruzione ofino a quando il bambino diventa incosciente

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Bibliografia

-American Heart Association :Guidelines for Heartsaver CPR AED adulto e pediatrico2010.

-ILCOR-European Resusitation Council guideline for adult single rescue BLSD resuscitation 2010.

-IRC line guida per la rianimazione cardiopolmonare nella comunità 2010

-Destro A. Defibrillazione precoce :protocolli e problematiche.

-Aschieri D. La defibrillazione precoce sul territorio Il Progetto Vita Piacenza.

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MANUALE DI PRIMO SOCCORSO

1)Traumi e Ferite

LE PRINCIPALI LESIONI A CARICO DELL’APPARATO LOCOMOTORE

Le principali lesioni a carico dell’apparato locomotore sono rappresentate da:• contusione• distorsione• lussazione• frattura.Come vedremo meglio in seguito parlando di ognuna di tali lesioni, il tipo disoccorso da prestare è identico: varia soltanto la gravità e il modo con cui sidetermina la lesione stessa.

CONTUSIONE

A seguito di un urto contro una superficie dura, come già riportato in altrocapitolo di questo manuale, lo strato posto tra la parte superiore della cute e lasuperficie ossea sottostante, viene schiacciato e, in conseguenza di taleschiacciamento, si può avere la formazione di ecchimosi ovvero di ematoma aseconda dell’entità della fuoriuscita di sangue dai vasi del derma. In talicondizioni, pertanto, non vi è alcuna lesione ossea.

CARATTERISTICHE

Il soggetto infortunato presenterà, a carico della regione colpita daltrauma:• DOLORE• GONFIORE• LIMITAZIONE DEI MOVIMENTI

Tali sintomi saranno più evidenti nel caso in cui sia interessato dal trauma undistretto articolare.In conseguenza del trauma contusivo e della successiva perdita di sanguenegli strati più profondi, la zona in cui si è verificata la contusione, presenteràuna caratteristica variazione cromatica: si passerà dapprima dal colorito rossoal bluastro nel giro di poche ore e, nei giorni successivi, la zona presenterà unacolorazione tendente al giallo.

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatricoCosa fare (ICE):

Vediamo a questo punto qual è il giusto comportamento del soccorritore inuna situazione del genere. Come prima cosa è opportuno fare in modo checessi la fuoriuscita di sangue dai vasi lesi mediante:

APPLICAZIONE LOCALE DI GHIACCIOsulla parte colpita dal trauma. È quindi necessario effettuare unBENDAGGIO AL FINE DI IMMOBILIZZARE LA PARTE e, infine,MANTENERE L’ARTO IN POSIZIONE SOLLEVATA.Vediamo ora, invece,CHE COSA IL SOCCORRITORE NON DEVE ASSOLUTAMENTE FARE:innanzituttoNON APPLICARE CALORE NÈ MASSAGGIARE LA PARTE COLPITA DALTRAUMA,

in quanto, così facendo, si favorirebbe con l’una e/o l’altra manovra,l’aggravamento della situazione clinica del soggetto, nel senso che verrebbefavorita l’ulteriore fuoriuscita di sangue nella regione colpita dal traumacontusivo.

DISTORSIONE

Se il trauma colpisce un distretto articolare, vi può essere l’interessamentodella capsula articolare e dei legamenti di rinforzo della capsula stessa, senzache si determini contemporaneamente una perdita dei rapporti articolari: in talievenienze si parla di distorsione. A seconda della gravità, si possonodistinguere, procedendo dalla meno grave alla più grave:

• distorsioni di primo grado• distorsioni di secondo grado• distorsioni di terzo grado.

Strutture articolari che più di frequente vanno incontro a traumi distorsivi,sono:• caviglia• ginocchio• polso• dita, etc.Il soggetto infortunato presenterà

• DOLORE,inoltre, a carico del distretto articolare colpito dal trauma distorsivo, si avrà• GONFIORE, per la presenza di versamento all’interno dell’articolazione

interessata, e• LIMITAZIONE DEI MOVIMENTI.Il soccorritore, come già riportato nelle pagine precedenti a proposito dellacontusione, provvederà a mettere in atto alcuni accorgimenti, checonsentiranno di evitare un aggravamento della situazione clinica locale:• APPLICAZIONE DI GHIACCIO SULL’ ARTICOLAZIONE COLPITA• BENDAGGIO AL FINE DI IMMOBILIZZARE L’ARTICOLAZIONE INTE-

RESSATA DAL TRAUMA• ARTO IN POSIZIONE SOLLEVATA

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Vediamo, invece, che cosa il soccorritore non deve assolutamente fare:• APPLICARE CALORE e/o• MASSAGGIARE l’articolazione colpita dal trauma distorsivo, in quanto così

facendo aumenterebbe il versamento ed il gonfiore all’internodell’articolazione.

• BENDAGGIO ECCESSIVAMENTE STRETTO,in quanto si verrebbe a creare un ostacolo al normale flusso del sangue conpossibile insorgenza di patologie a carico del sistema vascolare (arterie evene).

LUSSAZIONE

In conseguenza di un trauma di una certa validità, talvolta si può verificare, acarico di alcuni distretti (spalla, gomito, etc.), la perdita dei normali rapportiarticolari a causa della fuoriuscita dei capi ossei dalla capsula che li contenevain precedenza.Tale situazione, più grave di quella descritta in precedenza, è caratterizzatafondamentalmente da:

• DOLORE localizzato in corrispondenza dell’articolazione interessata daltrauma; inoltre il soggetto presenterà, a causa delle caratteristiche dellalesione stessa,• DEFORMAZIONE A CARICO DELL’ARTICOLAZIONE E DELL’ARTO

COLPITO, dovuto alla perdita dei normali rapporti tra le ossa all’interno dellaarticolazione con fuoriuscita dei capi articolari.

Inoltre, per la perdita dei normali rapporti articolari, sarà presente anche:

• LIMITAZIONE OVVERO ASSENZA DEI MOVIMENTI A CARICO DI QUELDISTRETTO ARTICOLARE.

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatricoCosa non fare in questi casi:

Innanzitutto il soccorritore non dovrà mai cercare di ridurre la lussazione:in considerazione delle importanti strutture presenti è opportuno che lariduzione venga effettuata da personale qualificato in ambientespecialistico, dopo eventuale indagine radiografica, praticata al fine di chiariremeglio la situazione creatasi a livello articolare, a seguito del trauma stesso.Infatti, lesioni nervose e/o vascolari potrebbero determinare seri problemi acarico del segmento colpito.

FRATTURA

È un’improvvisa interruzione della continuità di un osso, determinatasigeneralmente a seguito dell’urto contro un oggetto o ad un violento trauma cheabbia causato nel contempo anche una distorsione a carico di un’articolazione:questo tipo di frattura viene detta post-traumatica.In alcuni casi la frattura si può verificare anche senza apparenti traumi in queisoggetti che, però, presentino stati patologici particolari: questo tipo di fratturaviene definita patologica.Le fratture si verificano con maggiore frequenza negli adulti, per una serie dimotivazioni legate:

- alla minore elasticità delle ossa,- al maggiore peso corporeo,- alla presenza di eventuali patologie ossee concomitanti (osteoporosi).

Inoltre, si parlerà di:• frattura esposta: quando i monconi dell’osso fratturato lacerano i piani

muscolari e la cute e fuoriescono all’esterno. In tale tipo di frattura, esistenotevole facilità di infezione dei monconi.

• frattura diafisaria, se interessa la parte centrale (diafisi) dell’osso;• frattura epifisaria, se interessa la parte prossimale o distale dell’osso

(epifisi);• frattura completa, se l’interruzione è completa;• frattura incompleta, se l’interruzione è solo parziale; tale tipo di frattura è

abbastanza frequente nei bambini.

Il soggetto infortunato lamenterà:• DOLORE VIOLENTO, localizzato a livello dell’osso fratturato;• IMPOSSIBILITÀ AD EFFETTUARE I MOVIMENTI NEL DISTRETTO

COLPITO• GONFIORE.

IInoltre, localmente sarà anche presente una zona di deformità dovuta aimonconi ossei fratturati.

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Cosa fare:• IMMOBILIZZARE L’ARTO FRATTURATO CON MOLTA CAUTELA,

cercando di lasciare libere le dita. Potranno pertanto essere utilizzati bende,foulard, bastoni, manici di scopa.

• BLOCCARE LE ARTICOLAZIONI A MONTE ED A VALLE RISPETTOALL’OSSO FRATTURATO

Vediamo che cosa invece non bisogna mai fare:• FAR MUOVERE IL SOGGETTO• FORZARE LA PARTE COLPITA• TENTARE DI RISTABILIRE LA NORMALE SITUAZIONE DELL’OSSO

FRATTURATO: TALE MANOVRA PUÒ RISULTARECONTROPRODUCENTE E DANNOSA IN MANI POCO ESPERTE(POSSIBILITÀ DI LESIONI VASCOLARI E NERVOSE).

Inoltre bisognerà• PRESTARE PARTICOLARE ATTENZIONE ALLE FRATTURE ESPO-STE:

SI INFETTANO CON FACILITÀ; PERTANTO SI DOVRÀ PORRE LAMASSIMA ATTENZIONE AD UTILIZZARE SOLO BENDE STERILI.

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatricoLE FERITE

La ferita è un’interruzione della continuità della cute che può interessare anchei piani profondi sottostanti.Sulla base della profondità della lesione e delle caratteristiche legate allanatura dell’agente lesivo le ferite vengono così classificate:escoriazioni = lesioni superficiali da corpo tagliente;abrasioni = lesioni superficiali da corpo contundente irregolare,ruvido

(spesso contengono all’interno piccoli corpi estranei chepossono causare infezione);

da punta = ferita penetrante con foro di entrata piccolo e danno interno più o meno profondo (chiodo, pugnale, spina di rosaecc.).

Il rischio di infezione è molto alto dal momento che sporcizia e germi possonoessere portati in profondità.da arma da fuoco = tipo particolare di ferita da punta;da arma da fuoco = tagli netti causati da un bordo affilato;lacere = a margini irregolari prodotte da un urto o da una forza lacerantelacero-contuse= margini irregolari e contusi;

La gravità della ferita si giudica sulla base dell’estensione e della profonditàdella ferita stessa e dell’eventuale presenza di corpi estranei.Sono, comunque, sempre gravi e necessitano di cure ospedaliere le ferite alviso, agli orifizi naturale del corpo, al torace e all’addome.Le complicanze delle ferite sono rappresentate dalle seguenti condizioni:• emorragie• shock• infezioni (compresa quella tetanica)• lesioni di organi interni

Per quanto riguarda il trattamento è importante distinguere le grandi ferite dallepiccole ferite, in quanto, nel primo caso, il problema è rappresentato dalcontrollo dell’eventuale emorragia per il quale si rinvia al capitolo specifico.Per quanto riguarda il trattamento delle piccole ferite, sono necessarie leseguenti operazioni:

lavarsi bene le mani; utilizzare i guanti monouso; lavare la ferita con acqua se non si hanno disinfettanti completare la pulizia con acqua ossigenata (che può essere usata

anche dentro); disinfezione dei margini (non alcool né tintura di iodio perché lesivi); coprire con garza sterile fissata tutt’intorno da cerotto oppure protette da

tubulare di rete; non usare pomate o polveri cicatrizzanti o antibiotici;La guarigione delle ferite avviene quando si forma la crosta ed il tessuto digranulazione senza comparsa di sintomi di infezione.Si sottolinea l’importanza delle norme igieniche sopra indicate per evitarerischio di infezione.

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Tutte le ferite aperte, infatti, possono essere contaminate da microrganismipresenti nell’oggetto che ha determinato la ferita, nell’aria o nelle dita.La ferita si infetta quando entrano germi e si riproducono; ciò si verificasoprattutto se residuano sporcizia o particelle di tessuto morto.I segni con cui l’infezione si manifesta sono: rossore, calore, tumefazione,pulsazioni, talvolta febbre.Si può avere formazione di pus (raccolta di globuli bianchi morti, di germi morti,di cellule sfaldate, di siero).Vi possono essere anche tumefazione e dolenzia in corrispondenza deilinfonodi satelliti (collo, ascella o inguine a seconda della sede della ferita).L’infezione più temibile è quella tetanica per la quale si rinvia al capitolo degliagenti biologici.In caso di ferita infetta è molto importante prevenire l’aggravarsi dell’infezionecoprendo la ferita con una medicazione sterile; in questi casi si deve sempreconsigliare visita medica.Una particolare attenzione va posta alle ferite del torace e a quelle dell’addomeper le possibili e gravi complicanze.

FERITE AL TORACE

Una ferita che penetra nel torace può produrre una gravelesione interna agli organi contenuti nel torace stesso e puòanche mettere in comunicazione l’esterno con il cavopleurico portando alla complicanza del pneumotorace.In questi casi, pertanto, gli scopi da porsi sono: coprire laferita con garza sterile; prevenire o ridurre al minimo loshock ponendo il soggetto in posizione semiseduta se ècosciente (fig. 15), in posizione laterale di sicurezza se èincosciente (fig. 8); il trasporto urgente in ospedale.È importante ricordare che i corpi estranei nonvanno assolutamente rimossi.

FERITE ALL’ADDOME

La gravità di una ferita addominale può manifestarsi con un’emorragia esterna,con una fuoriuscita del contenuto addominale o con un’emorragia interna. Ilrischio di infezione è alto.Anche in questo caso non va mai tolto il corpo estraneo perforante né vannoeffettuate manovre per far rientrare l’intestino fuoriuscito.L’infortunato va messo in posizione stesa con gambe flesse.

Fig. 15

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatricoLE EMORRAGIE

Si è ritenuto opportuno l’inserimento di tale argomento in questo capitolotenuto conto dello stretto rapporto con il problema delle ferite.Per emorragia si intende la fuoriuscita di sangue dal torrente circolatorio.La fuoriuscita del sangue può avvenire all’esterno del corpo attraverso unaferita (emorragie esterne) o all’interno (emorragie interne); si può ancheverificare l’evenienza che il sangue si raccolga all’interno del corpo per poifuoriuscire attraverso un orifizio naturale (emorragie esteriorizzate).Le emorragie esterne, a seconda del tipo di vaso sanguigno che è statodanneggiato si classificano in:

Quali sono i compiti del primo soccorritore? La prima azione da compiere dopo aver indossato i guanti è quella di

comprimere direttamente sulla ferita con garze per controllarel’emorragia;

ridurre al minimo il rischio di infezione;

In particolare il trattamento delle grandi ferite prevede:1. togliere o tagliare gli indumenti per scoprire la ferita.2. esercitare una pressione diretta con le dita, preferibilmente con garza

sterile (fig. 16). Se non si può esercitare la pressione, per la presenza diun corpo estraneo, comprimere sui due lati della ferita;

3. sollevare e sostenere l’arto ferito.4. se il sanguinamento è abbondante è utile far distendere la persona.5. eseguire il bendaggio della ferita lasciando sul posto la garza. Il

bendaggio deve essere saldo. Se c’è un corpo estraneo che sporgedalla ferita, sistemare due tamponi ai lati dell’oggetto fino ad un’altezzache permette di mettere la benda sopra il corpo estraneo senzacomprimerlo.

6. chiamare il 118, assistendo la vittima per evitare lo shock.. Cercare ditranquillizzare l’infortunato; l’agitazione aumenta le pulsazioni del cuoree quindi l’emorragia.

Vi possono essere situazioni particolarmente gravi in cui nonostante lacompressione diretta sulla ferita il sanguinamento continua, in questo caso èutile l’applicazione del laccio emostatico.È necessario, però, avere ben presenti le seguenti condizioni:-Si applica solamente a monte della ferita.-Dopo 8-10 minuti va rimosso e riposizionato successivamente dopoalcuni minuti (2-3) in attesa dell’arrivo dei soccorsi.

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoCorso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatricoLE AMPUTAZIONI DI ARTI O DI DITA

Sono situazioni gravissime nelle quali è necessario:

1. arrestare l’emorragia:a) grosse amputazioni: laccio emostaticob) amputazione di dita: fasciatura compressiva

2. disinfettare3. mettere la parte amputata in un sacchetto di plastica pulito,

ermeticamente chiuso e sistemato in un contenitore con il ghiaccio.

EMORRAGIE INTERNESono determinate da lesione dei vasi senza lesioni di continuo della cute, conconseguente raccolta di sangue all’interno del corpo.Si possono verificare due situazioni:

Ematoma: raccolta di sangue nei tessuti molli. In questo caso usare il ghiaccionelle prime 12-24 ore per non far aumentare il versamento.Perdita di sangue in una cavità: trauma (es. rottura milza, reni); patologie(es. ulcera gastrica perforata).Come si sospetta un’emorragia interna in assenza di fuoriuscita di sangue?Sulla base della presenza di sintomi dello stato di shock:

• pallore estremo (ma cianosi delle estremità e delle labbra)• cute fredda e umida• brividi, tremori• polso piccolo e frequente• respiro rapido e superficiale• agitazione e poi sonnolenza• evoluzione verso il coma e l’arresto cardiaco

Il Primo Soccorso consiste nel mettere l’infortunato in posizione anti-shock ecoprirlo, senza, però, usare borse calde, in quanto un’eccessivavasodilatazione potrebbe essere controproducente, accentuandol’abbassamento della pressione.Non bisogna somministrare caffè, alcoolici e stimolanti del cuore poichél’aumentata frequenza cardiaca (caffè e stimolanti) o la vasodilatazione (alcool)aumentano la perdita di sangue.È, comunque, importante, l’ospedalizzazione immediata chiamando il118.

EMORRAGIE ESTERIORIZZATESi verificano quando, a seguito della lesione di un vaso senza interruzioni dicontinuo della cute, il sangue si raccoglie all’interno del corpo per poifuoriuscire attraverso i suoi orifizi naturali che sono:L’orecchio: bisogna muovere l’infortunato il meno possibile.(otorragia) Posizione laterale sul lato che sanguina.Il naso:

• Epistassi: testa inclinata in avanti; comprimere le narici ;impacchi freddi su naso e fronte. Non tamponare con garzeall’interno.

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatricoLE USTIONI

Si tratta di lesioni della pelle dovute a:

- agenti fisiciraggi (solari, ultravioletti, fonti radioattive)elettricità (corrente a basso voltaggio, ad alto voltaggio, fulmini) calore (fuoco,vapore, olio bollente etc.)

- agenti chimiciacidi e basi forti (soda caustica, candeggina etc.)

La gravità dell’ustione si valuta in base a:- natura dell’agente causale;- profondità;- estensione.

CLASSIFICAZIONE DELLE USTIONI

I GRADOinteressano solo lo strato superficiale della cuteSintomi:rossore (eritema) gonfiore (edema) dolenzia

II GRADO(danno più profondo con formazione di vescicole piene di liquido: flittene).La gravità dipende dall’estensione e dalla conseguente perdita di liquidi

III GRADO: morte dei tessuti.Tutti gli strati della pelle sono stati danneggiati.Il danno si può estendere anche a nervi e muscoli. La pelle può essere pallidao nerastre. Esige sempre cure mediche anche se di piccole dimensioni

PRIMO SOCCORSO DELLE USTIONI

I GRADOÈ necessario raffreddare la parte ustionata con impacchi di acqua fredda.Somministrare antipiretico in caso di febbre.

II GRADOBagnare la parte in acqua corrente fredda. Togliere gli anelli se la parteinteressata è la mano.Medicare con garza sterile.In ogni caso, poiché le ustioni di II grado sono molto suscettibili alle infezioni:NON toccare la parte lesaNON rompere le vescicoleNON mettere lozioni, unguenti o grassi sulle ferite. Medicare conpomata a base di Gentamicina e BetametasoneComunque, bisogna tenere presente che le ustioni di dimensioni discretedevono essere curate in un Pronto Soccorso Ospedaliero.

III GRADO:Non togliere i vestiti se incollati alla pelle per evitare l’aggravamento dellelesioni.Coprire le lesioni con garza sterile.Posizione anti-shock Ospedalizzazione

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LE PUNTURE DI INSETTI

Le punture di api, vespe e calabroni sono, di solito, più dolorose ed allarmantiche pericolose.Alcune persone, tuttavia, sono allergiche a questi veleni e possono sviluppareuna grave reazione che è lo shock anafilattico.

Molti insetti introducono nella pelle un pungiglione altri il loro siero.

Primo soccorso:

Si può provare ad estrarre il pungiglione con pinzette disinfettate, senzapremere e senza insistere.Bisogna tenere presente che sono elementi pericolosi:

a) il numero elevato di puntureb) il luogo della puntura (faccia, lingua e gola per il rischio di edema

della glottide, occhio)c) sensibilità individuale accentuata (bambino, soggetto allergico)

d) Disinfettare , strisciare con un cartoncino sulla zona colpita pereliminare eventuali residui di pungiglione e medicare con pomata abase di Gentamicina e Betametasone.

LA FOLGORAZIONE

L’elettricità può essere causa di alcuni infortuni, sia in ambito domestico, siaanche in ambito lavorativo, di diversa gravità. Le motivazioni che sono allabase di tale tipo di infortunio, sono rappresentate fondamentalmente da:

• difetto di installazione dell’impianto elettrico,• distrazione, superficialità, negligenza, del soggetto stesso

infortunato.

Al passaggio della corrente elettrica attraverso il corpo umano, possonoseguire lesioni a carico di:

• Cute: il cosiddetto marchio elettrico testimonia l’avvenuto contatto tra ilcavo elettrico e la cute; tali lesioni presentano una zona a forma dicratere di colorito scuro, possono avere differente gravità. In alcuni casisi può giungere anche alla carbonizzazione dell’arto colpito.

• Muscoli: si hanno contrazioni muscolari, che in alcuni casi possonogiungere alla contrazione spasmodica del diaframma e dei muscolirespiratori.

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• Sistema nervoso: si possono avere disturbia) neurologici di tipo sensitivo, crisi epilettiche,b) a carico degli occhi soprattutto a livello della retina, della cornea,

del nervo ottico,c) a carico dell’apparato uditivo con deficit di vario tipo; in alcuni

casi sono pre-senti anche vertigini.d) psichici: stato confusionale, amnesia, disturbi a carico della

parola.

• Apparato cardiovascolare: vi possono essere tachicardia, disturbi acarico della pressione arteriosa, della circolazione coronarica con crisiischemiche che possono portare anche all’arresto cardiaco.

La gravità delle lesioni precedentemente descritte dipende da:

1. Caratteristiche della corrente elettrica (intensità, frequenza, tensione).2. Resistenza elettrica del corpo umano e presenza o meno di strutture

isolanti il soggetto stesso (cute asciutta o bagnata o sudata, tipo dicalzature utilizzate, pavimento bagnato ovvero asciutto, etc).

3. Tempo di contatto del corpo con l’elettricità.4. Percorso della corrente nel corpo stesso (lesioni più gravi nel caso in cui

il percorso interessi il cervello, il cuore).

Sicuramente la situazione di maggiore impegno e gravità è rappresentatadall’arresto cardiorespiratorio, che può condurre a morte il soggetto infortunato.

COSA FARE IN CASO DI INFORTUNIO ELETTRICO:

Innanzitutto, al fine di evitare che si inneschi un meccanismo a catena per cuianziché soccorritore si sia vittima, occorre:

Evitare di toccare direttamente il corpo dell’infortunato prima che siastato interrotto il circuito elettrico. È opportuno, prima di toccare il soggetto,isolare il proprio corpo servendosi di assi di legno, strutture in gomma

Interrompere il circuito staccando la corrente. Qualora non fossepossibile mettere in atto tale tipo di intervento, liberare il soggettoinfortunato dal contatto: è opportuno non toccarlo mai direttamente, maservirsi sempre di bastoni, manici di scopa, guanti in gomma

In caso di paziente privo di coscienza: provvedere a mettere in atto lemanovre di rianimazione cardiaca e respiratoria

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LE INTOSSICAZIONI

IL MONOSSIDO DI CARBONIO

Si sviluppa a seguito della incompleta combustione: principali fonti diavvelenamento da ossido di carbonio sono bracieri, gas di scarico, caldaiedifettose, etc. Trattasi di un gas inodore, incolore, non si percepisce nellastanza. Si concentra maggiormente negli strati bassi dell’ambiente perché èpiù pesante dell’aria. L’ossido di carbonio possiede una notevole affinità perl’emoglobina del sangue, maggiore di quella dell’ossigeno. Il composto che siforma a seguito del legame tra l’ossido di carbonio e l’emoglobina, vienedefinito carbossiemoglobina, questo prodotto non è in grado di scambiareossigeno con i tessuti del nostro organismo.Sintomatologia:

• cefalea,• vertigini,• disturbi respiratori,• sonnolenza,• confusione mentale,• crisi comiziali,• perdita di coscienza,• coma.

Cosa fare:portare il soggetto all’aperto assicurarsi che le vie aeree siano libere.Se incosciente ma respira metterlo in posizione laterale di sicurezza.Chiamare il 118.

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatrico2)Problematiche Mediche

LIPOTIMIA e SINCOPE

Disturbo della coscienzaLa coscienza è la consapevolezza di sée dell’ambiente circostante

Principali alterazioni della coscienza:1) lipotimia (presincope):malessere passeggero

con ronzii auricolari, appannamento della vista,sudorazione, senso di freddo,sensazione angosciata di imminente perdita dei sensi2)sincope: perdita di coscienza improvvisa, di breve durata, a risoluzionespontanea.Il soggetto ha una debolezza muscolaregeneralizzata ed è incapace di mantenere la posizione eretta.

Cosa fare?Lipotimia:1. posizionare il paziente sdraiato e con le gambe innalzate per favorire il

massimo apporto di sangue al cervello2. liberare il paziente dagli indumenti stretti3. mantenere l’osservazione del paziente4. Valutare se chiamare il 118

Sincope:1. BLS

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COLPO DI CALORE

I meccanismi della termoregolazione sono situati nel sistema nervoso centralee provvedono al costante adeguamento dell’acquisizione o perdita di caloresecondo condizioni esterne e le necessità interne dell’organismo.L’acquisizione di calore è data:

- dalla conversione del cibo in energia a livello cellulare,- dall’attività muscolare,- dall’assorbimento da fonti esterne (sole, aria calda, cibi e bevande

calde).La dispersione del calore avviene attraverso l’irradiazione della pelle e delrespiro o grazie al contatto con oggetti freddi che sottraggono calore al corpo.Quando fa molto freddo i vasi periferici si costringono, la circolazione si rallentaper evitare la dispersione di calore.In condizioni di caldo eccessivo, invece, i vasi periferici si dilatano perpermettere un maggior afflusso di sangue e quindi una maggiore cessione dicalore ai tessuti con possibilità di sudorazione.In ambienti particolarmente caldi, umidi e poco ventilati possono concretizzarsile condizioni per un eccessivo accumulo di calore nel corpo umano confenomeni di malessere generalizzato sino alla perdita di coscienza.La mancata evaporazione del sudore è alla base dello sconvolgimento deldelicato equilibrio della termoregolazione con la comparsa di un quadropatologico caratterizzato all’inizio da malessere, stordimento, cefalea,colorito rosso acceso, nausea, vomito,ipertermia,il soggetto non suda.

Tale sintomatologia ben presto evolve verso lo stato di shock con calo dellapressione, polso piccolo e frequente, pallore, respiro superficiale.È necessario trasportare il soggetto in ambiente fresco e ventilato, porreimpacchi freddi, evitando bruschi raffreddamenti, far bere a piccoli sorsi acqua.

COLPO DI CALORE

CAUSE: ambienti caldi umidi non arieggiatimancata evaporazione della sudorazione

SINTOMI: malessere, stordimentocefalea, colorito rosso acceso

nausea vomitostato di shock con calo della pressione, pallore,respiro superficiale

COSA FAREtrasportare il soggetto in ambiente fresco eventilato.porre impacchi freddi, evitando bruschi

raffreddamentise cosciente,far bere piccoli sorsi di acqua

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatricoLESIONI CORRELATE AL FREDDO

I cambiamenti nella temperatura centrale e la riduzione del circolo sono lecondizioni principali associate alle lesioni da freddo.

A meno che la lesione non sia dovuta a contatto diretto con liquidi ultra freddi, lelesioni cutanee legate al freddo sono normalmente isolate ad alcune zone delcorpo, come le dita dei piedi e delle mani, il volto,naso e le orecchie, ossia le partidel corpo più lontane dalle aree con temperatura centrale del tronco e quindi piùsottoposte a lesione da freddo.

Le lesioni più comuni in queste zone è il congelamento.

CONGELAMENTO

La normale risposta dell’organismo all’abbassamento della temperatura è lariduzione del flusso ematico alla cute ( vasocostrizione periferica ) per ridurre gliscambi di calore con l’ambiente.La riduzione di questo flusso periferico diminuiscein maniera significativa la temperatura delle estremità distali.

In caso di temperature al di sotto della soglia di congelamento, quando leestremità vengono lasciate scoperte, i fluidi intra ed extracellulari possonocongelare, con formazione di cristalli di ghiaccio,dilatandosi ,provocano danni aitessuti.

La valutazione di qualsiasi paziente che sia stato esposto a temperature sottozerosenza protezione, deve sempre comprendere l’esame delle estremità del corpopiù soggette a congelamento.

E’ importante ricordare che gli idrocarburi come la benzina, se entrano in contattocon la pelle a temperature sottozero,provocano un congelamento immediato acausa della rapida evaporazione. Il congelamento si verifica anche in caso dicontatto della pelle calda e umida con metalli molto freddi.

I congelamenti si dividono in due tipi:

1- Congelamenti Superficiali: detti GELONI, non sono gravi il paziente avvertesensazione di bruciore che progredisce verso un intorpidimento.La cute sipresenta grigiastra e applicando una pressione con le dita i tessuti appaionomorbidi e dolenti.

2- Congelamenti profondi: si sviluppano quando il paziente non reagisce allacomparsa di intorpidimento.La cute assume un colore cereo, quando le

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terminazioni nervose si congela, l’intorpidimento ed il dolore scompaiono, le particolpite sono rigide e non elastiche alla compressione.

In presenza di bolle non vanno forate.

TRATTAMENTO:

Sospettare sempre la presenza di un ipotermia sistemica associata.

Spostare il paziente dall’ambiente freddo ad uno riscaldato.

In presenza di congelamenti superficiali,porre la parte colpita a contatto con unasuperficie corporea calda,come ricoprire le orecchie con li palmo della manocaldo, questi congelamenti necessitano solo del riscaldamento ad unatemperatura corporea normale.

In caso di congelamenti profondi,se paziente cosciente è possibile somministrareliquidi caldi ( no alcool ), questi pazienti devono essere riscaldati in ambienteprotetto per i seguenti motivi:

il riscaldamento deve avvenire mediante immersione in acqua a temperatura tra i38,5 e i 42 °C, questo processo di riscaldamento è molto doloroso,si rendenecessaria analgesia se è stato effettuato un tentativo di riscaldamento sul campoe per qualche ragione si verifica un nuovo congelamento della parte,si puòsviluppare una gangrena grave al punto da portare all’amputazione dell’estremità.

Condizioni Sistemiche legate al freddo

L’ipotermia è definita come la condizione in cui la temperatura centrale del corpo èinferiore a 35 °C .

A differenza del congelamento,l’ipotermia può sopravvenire anche a temperatureben al di sopra dello zero.

Si parla di ipotermia primitiva quando la persona colpita è in buona salute ma nonè preparata alle condizioni avverse.

Si parla di ipotermia secondaria quando si sviluppa secondariamente in pazienticon patologie o lesioni preesistenti.

Se non riconosciuta o non trattata,l’ipotermia può essere fatale,in alcuni casi,entro le due ore.

Quando la temperatura centrale scende sotto i 35 °C, la frequenza cardiaca,laventilazione,la pressione sanguigna,il flusso cerebrale e periferico iniziano adiminuire.

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatricoLa muscolatura comincia a contrarsi nel tentativo di produrre calore con il brivido.

Questa reazione cessa e i muscoli diventano rigidi quando la temperatura centralescende sotto i 32 °C .

L’ipotermia viene detta moderata con temperatura centrale superiore ai 32°C,ipotermia profonda, con una temperatura centrale inferiore ai 32°C.

I segni che può cercare un soccorritore che sospetta un’ipotermia sono i brividimuscolari, lo stato di coscienza alterato,andatura incerta,eloquio rallentato,questipazienti si presentano molto lenti nelle azioni,nei casi più gravi le pupillereagiranno lentamente o essere fisse e dilatate.

TRATTAMENTO:

rimuovere dall’ambiente

evitare ulteriori perdite di calore

muovere il paziente con delicatezza ( in presenza di ipotermia profonda imovimenti bruschi possono provocare una fibrillazione ventricolare )

rimuovere eventuali indumenti bagnati

avvolgere il capo del paziente con coperte

se il paziente è collaborante somministrare bevande calde ( NO alcolici )

somministrare ossigeno riscaldato

non applicare impacchi caldi o massaggiare le estremità

CRISI EPILETTICA

È provocata dall’improvvisa attivazione di un gruppo di neuroni del sistemanervoso centrale che producono degli impulsi anomali. Il movimento, la sensibilità,la coscienza, funzioni tipiche di questo sistema, vengono sconvolte dall’improvvisascarica di energia che supera ogni controllo e volontà.

Non molto si conosce sulle cause di questa malattia, ma i traumi del sistemanervoso centrale sono indicati tra le più frequenti.

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoCorso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatrico

La manifestazione tipica è la comparsa di una variazione dello stato di coscienzaseguita o meno da crisi convulsiva.

Episodi di attacchi epilettici possono destare seria preoccupazione tra le personeoccasionalmente presenti in considerazione dell’insorgenza improvvisa dellasintomatologia, caratterizzata da perdita di coscienza e dalla possibilità dicomparsa di violente convulsioni che interessano l’intero organismo.

Per questa patologia si differenziano due quadri principali

CRISI DI PICCOLO MALE

consistente in una alterazione della coscienza o “assenza”, nella quale il soggetto(in prevalenza bambini) perde la nozione dell’ambiente esterno, non risponde alledomande più semplici, ma mostra lo sguardo fisso nel vuoto come se fossealtrove.

Può essere seguita da movimenti tonico-clonici (contrazioni involontarie di gruppimuscolari) senza arrivare alla vera e propria crisi convulsiva.

Al rientro nella realtà il soggetto non ricorda nulla dell’accaduto.

CRISI DI GRANDE MALE

caratterizzata all’inizio da una serie di sensazioni tattili ed olfattive, segni“premonitori” dell’evento (“aura”), seguita da perdita di coscienza con caduta aterra senza difesa (sono possibili ferite anche gravi!!!), irrigidimento, convulsioni.

Il viso del soggetto è contratto, gli arti e l’intero corpo si muovono convulsamentecon notevole forza, è possibile la comparsa di schiuma alla bocca, come ilverificarsi del morso della lingua o la perdita involontaria di feci ed urina.

Al termine della crisi il soggetto cade in un sonno profondo dal quale si risveglierànon ricordando nulla dell’accaduto.

Cosa fare

Il soccorritore deve eseguire pochi e semplici provvedimenti:

non cercare di impedire la crisi, ma evitare che il soggetto nella caduta e con leconvulsioni possa procurarsi lesioni traumatiche. Quindi allontanare gli oggetti suiquali potrebbe andare a sbattere.

Non abbandonare il soggetto da solo. Non forzare mai l’apertura della bocca.Chiamare il 118.

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Malattia d’altitudine (Mal di Montagna)

La patologia da alta quota è legata al diminuire della pressione atmosferica manmano che ci si alza di altitudine sul livello del mare. Dai 760 mm/hg di pressioneatmosferica a livello del mare si scende a 230 mm/hg agli 8848 m. di altitudinedell’Everest. Considerando che la percentuale di ossigeno resta costante al 21% ,ciò significa che la pressione parziale di ossigeno dai normali 150mm/hg a livellodel mare scende a 100mm/hg quando andiamo a 3000 metri, a 80mm/hg sui4300 mt di altezza. E precipita a 45mm/hg in cima all’Everest.

Si può quindi affermare che alla “Campana Margherita” sul monte Rosa (4550 mtrifugio più alto in Italia) la pressione parziale di ossigeno è dimezzata rispetto aRoma.

La sintomatologia del Mal Di Montagna è legata fondamentalmente all’ipossiemia(calo dell’ossigenazione del sangue) ed all’alcalosi respiratoria che ne derivacome conseguenza dell’iperventilazione, messa in atto dal nostro organismo per ilmantenimento dell’equilibrio metabolico. Per compensare questo stato dialterazione respiratoria prima e metabolica poi , è necessario un arco di tempo dialcuni giorni (circa 7) utile per “l’acclimatazione” in alta quota.

SINTOMI

I meccanismi di compenso che il nostro organismo mette in moto immediatamentesono:

la Tachicardia(aumento della frequenza cardiaca) e la Polipnea (aumento degliatti respiratori) , che vengono avvertite dal soggetto come cardiopalmo e difficoltàa respirare.

Dopo pochi giorni si assiste ad un’emoconcentrazione con aumentodell’ematocrito ed aumentata viscosità ematica che peggiora la microcircolazionenei capillari con rischi di congelamenti periferici alle basse temperature.

Fra i sintomi minori si segnalano:

palpitazioni, dispnea, facile affaticabilità, stanchezza, insonnia, tosse stizzosadopo sforzo fisico, anoressia, nausea, cefalea, disturbi visivi, ridotta diuresi, edemiagli arti inferiori, vertigini, disturbi dell’equilibrio, euforia con difficoltà diconcentrazione, allucinazioni, sensazione di freddo e brividi.

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Molti di questi sintomi sono premonitori di situazioni critiche e vanno valutati conestrema cautela, soprattutto quando ci si trova in ambiente difficile ed ostile.Unsintomo innocuo come la vertigine può assumere un rischio letale se si camminasu un sentiero dove esiste la possibilità di precipitare. Anche l’alterata capacitàcritica di ragionamento ed euforia possono far compiere all’alpinista errori fatali.

Tra i sintomi maggiori , le complicanze di gran lunga più gravi al punto da esserepotenzialmente mortali sono:

-l’Edema Polmonare (aumento di liquido nel parenchima polmonare coninsorgenza di grave difficoltà respiratoria)

-l’Edema Cerebrale (aumento di liquido con rigonfiamento del tessuto cerebraleche provoca gravi alterazioni neurologiche fino al coma.)

Le complicanze maggiori dei problemi di alta quota colpiscono più facilmente isoggetti giovani (in quanto più inclini a scalare le montagne più rapidamente)indipendentemente dalle condizioni fisiche, anche se è vero che un soggetto benallenato è più protetto di un soggetto senza allenamento. Bisogna tener presentecomunque che esiste un certo grado di suscettibilità individuale.

PREVENZIONE.

-Allenamento fisico, un soggetto fisicamente stanco risulta senz’altro piùsuscettibile.

-Salita in quota Graduale ed Acclimatazione, sono indispensabili nelle altitudinimaggiori.

-Eventuale uso di un diuretico sotto consiglio medico.

-Eventuale uso di Aspirina per l’effetto antiaggregante che ha sul circolo ematico.

TERAPIA.

-Attenta valutazione dei primi sintomi minori.

-Discesa a quote più basse , questo è spesso il provvedimento principale esufficiente per risolvere il problema.-Somministrazione di ossigeno, se disponibile.

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PUNTURA DI ZECCA

Le Zecche sono parassiti ematofagi , quella che può pungere ed infettare l’uomo èla cosidetta Zecca dei boschi diversa dalla zecca del cane.

Si trova nell’erba ,nei cespugli ,ama gli ambienti umidi ed ombreggiati convegetazione bassa ed un letto di foglie secche,meglio sen boschivi e con erbaincolta,come pure le zone di confine tra prato e bosco soprattutto se con presenzad’acqua.E’presente in molte aree del nostro territorio più in collina che in pianura,ed è resistente a condizioni ambielntali sfavorevoli.

Per evitare di essere punto meglio indossare vestiti chiari per identificare piùfacilmente le zecche e rimuoverle prima che si attacchino alla cute.Usa maglie amaniche lunghe ed infila i pantaloni dentro ai calzettoni o meglio a scarponcini altidotati di stringhe.Cammina al centro dei sentieri evitando di strisciare contro lavegetazoni ai lati e non sederti direttamente sull’erba , fai frequenti controlli su testesso e su chi ti accompagna osservando abiti e tratti di cute scoperta.Al ritornoda gite in zone infestate da zecche lava i vestiti a temperature elevate.Nei bambinioltre alla cute valutare anche il cuoio capelluto.Si possono utilizzare prima diandare nel bosco repellenti come il DEET (dietiltoluamide),i comuniantizanzare.La stagione in cui sono più attive è il periodo compreso tra laprimavera e il tardo autunno.

Le probabilità di infezione se sei stato punto sono basse se la zecca restaattaccata alla cute per meno di 36-48 ore.Una zecca va rimossa correttamente:afferrala con una pinzetta il più vicino possibile alla cute e toglila tirando versol’alto possibilmente senza schiacciarla.Se il rostro (l’organo che la zecca usa perattaccarsi) rimane nella pelle ,estrailo scarificando la cute con un ago da siringasterile poi disinfetta la zona.Non gettare la zecca tolta ma bruciala.

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Non devi usare metodi impropri di estrazione quali il calore(braci di sigarette,aghiarrovventati,etc) sostanze come petrolio,benzina,trielina,ammoniaca,acetone talimetodi infatti irritano la zecca aumentando il rischio di infezione.Non toglierla conle mani o schiacciarla con le dita potresti contagiarti.

Dopo averla rimossa controlla tutti i giorni per un mese l’area cutanea colpita e secompare una chiazza rossastra rotondeggiante a bersaglio rivolgiti subito almedico , come pure se insorgono febbre,cefalea,malessere,ingrossamento deilinfonodi vicino alla zona dove sei stato punti,dolori alle articolazoni.Non assumeredi tua iniziativa antibiotici.

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Corso di Primo Soccorso . Bls-D adulto e pediatricoArresto cardiaco e manovre di Bls-D adulto e pediatricoLa Zecca provoca la malattia di Lyme che è una malattia infettiva che colpisce vari

organi e si sviluppa in più fasi.Inizialmente colpisce la cute,gneralmente non ègrave e a volte guarisce da sola.Ma se non viene trattata con la terpaiaopportuna,possono poi comparire le fasi tardive anche dopo mesi.Queste sonomolto più gravi e provocano artriti,disturbi dei nervi al cervello,cuore ed occhi.Lamalattia è comunque curabile con antibioticoterapia.