Manuale Arch Linux

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Praparazione, installazione e post-installazione del sistema operativo Arch-Linux

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    Preparation (Italiano)

    Questa pagina servir da guida nel processo di installazione di Arch Linux utilizzando gli Arch Install Scripts. Prima di procedere, si consiglia di leggere velocemente le FAQ.

    Il wiki di Arch, mantenuto dalla comunit, la risorsa primaria che deve essere consultato in caso di problemi. Sono disponibili anche dei canali IRC Channel (per la comunit italiana: irc://irc.azzurra.org/archlinux o irc://irc.freenode.net/#archlinux.it, mentre per il supporto

    internazionale: irc://irc.freenode.net/#archlinux), ed il forum italiano o internazionale, che

    sono eccellenti risorse, nel caso la risposta non possa essere trovata altrove. Seguendo il

    metodo Arch, si consiglia di digitare man comando per leggere la pagina man pagina di un qualsiasi comando che non si conosce.

    Contents

    1 Preparazione

    o 1.1 Requisiti di Sistema

    1.1.1 Masterizzare o scrivere il supporto di installazione pi recente 1.1.2 Installazione tramite Rete

    1.1.3 Installazione su Macchina Virtuale

    o 1.2 Avviare il supporto di installazione di Arch Linux

    1.2.1 Controllare se il supporto di installazione si avvia in modalit UEFI

    1.2.2 Risoluzione dei problemi di avvio

    Preparazione

    Requisiti di Sistema

    Arch Linux dovrebbe funzionare su qualsiasi macchina i686 compatibile e con un minimo di 64 MB

    di RAM. Una installazione di base con tutti i pacchetti dal gruppo base dovrebbe prendere circa 500 MB di spazio su disco. Se si lavora con spazio limitato, questo pu essere tagliato in modo considerevole, ma dovrete sapere cosa si sta facendo.

    Masterizzare o scrivere il supporto di installazione pi recente

    L'ultima versione del supporto di installazione pu essere ottenuta dalla pagina di download. Si noti che la singola immagine ISO supporta entrambe le architetture a 32 e 64 bit. Una nuova

    immagine ISO viene rilasciata ogni mese, ed altamente raccomandato di utilizzare sempre l'ultima immagine ISO rilasciata.

    Masterizzare l'immagine ISO su un CD o DVD tramite il vostro software preferito.

    Nota: La qualit delle unit ottiche e degli stessi dischi pu variare. In generale, per masterizzazioni affidabili raccomandata una velocit bassa. Se si verifica un comportamento imprevisto del CD, provare a masterizzarne un altro usando la velocit minima.

    In alternativa potete scrivere l'immagine ISO su un supporto USB. Si veda Installare da

    supporto USB per maggiori informazioni.

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    Installazione su Macchina Virtuale

    L'installazione su una macchina virtuale un buon modo per familiarizzare con Arch Linux e la sua procedura di installazione senza lasciare il sistema operativo corrente e ripartizionare il

    disco rigido. E vi permetter anche di mantenere questa Guida per Principianti aperta nel vostro browser per tutta l'installazione. Alcuni utenti potrebbero trovare vantaggioso avere un

    autonomo sistema Arch Linux su un drive virtuale a scopo di test.

    Esempi di software di virtualizzazione sono VirtualBox, VMware, QEMU, Xen, Varch, Parallels.

    La procedura esatta per la preparazione di una macchina virtuale dipende dal software, ma

    generalmente attenersi alla seguente procedura:

    1. Creare l'immagine disco virtuale che ospiter il sistema operativo. 2. Configurare correttamente i parametri della macchina virtuale.

    3. Avviare l'Immagine ISO scaricata con un drive CD virtuale.

    4. Continuare con Avviare il supporto di installazione di Arch Linux.

    Gli articoli seguenti possono risultare utili:

    Arch Linux come guest VirtualBox

    Arch Linux come guest di VirtualBox in un disco fisico

    Arch Linux come guest VMware

    Spostamento di un'installazione esistente in una macchina virtuale (o viceversa)

    Avviare il supporto di installazione di Arch Linux

    Per prima cosa bisogna cambiare l'ordine di avvio dalle impostazioni del BIOS, potrebbe essere

    necessario premere un tasto (generalmente Canc, oppure F1,F2,F11 o F12) durante la fase POST

    (Power On Self-Test) di accensione. Successivamente selezionare "Boot Arch Linux" dal menu e

    premere enter per iniziare con l'installazione.

    Una volta avviato l'ambiente live, la shell Zsh, questo vi offre completamento avanzato col tasto Tab, e altre caratteristiche come parte della configurazione grml.

    Controllare se il supporto di installazione si avvia in modalit UEFI

    Nel caso abbiate una scheda madre UEFI e la modalit di avvio UEFI attiva (ed preferibile rispetto alla modalit BIOS/Legacy), il CD/USB lancer automaticamente il kernel Arch Linux (EFISTUB tramite il Boot Manager Gummiboot). Per verificare se si effettuato l'avvio in modalit UEFI controllare che la directory /sys/firmware/efi/ sia stata creata:

    # ls -1 /sys/firmware/efi/vars/

    Risoluzione dei problemi di avvio

    Se siete in possesso di una scheda grafica Intel e lo schermo rimane vuoto durante il

    processo di boot, il problema dovuto probabilmente all'impostazione in modalit Kernel Mode Setting. Una possibile soluzione quella di riavviare e premere il tasto e sulla voce che si sta tentando di eseguire all'avvio ( i686 o x86_64 ). Inserire alla fine

    della stringa delle opzioni del kernel nomodeset e premere Invio. In alternativa

    aggiungere video=SVIDEO-1:d, che dovrebbe permettere di poter funzionare senza

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    disattivare il kernel mode setting (KMS). Si pu anche provare i915.modeset=0. Consultare l'articolo Intel per ulteriori informazioni.

    Se lo schermo non si spegne ed il processo di avvio si blocca durante il tentativo di caricare

    il kernel, riavviare e premere Tab sulla voce che si sta tentando di eseguire all'avvio, ed

    inserire alla fine della stringa delle opzioni del kernel acpi=off e premere Invio.

    Installation (Italiano)

    Contents

    1 Installazione

    o 1.1 Cambiare la mappatura della tastiera

    o 1.2 Stabilire una connessione di rete

    1.2.1 Wired

    1.2.2 Wireless

    1.2.3 Modem analogici, ISDN o PPoE DSL

    1.2.4 Reti dietro un Server Proxy

    o 1.3 Preparare l'unit di archiviazione 1.3.1 Esempio

    o 1.4 Montare le partizioni

    o 1.5 Selezionare un mirror

    o 1.6 Installare il sistema base

    o 1.7 Generare il file fstab

    o 1.8 Effettuare Chroot e configurare il sistema di base

    1.8.1 Locale

    1.8.2 Mappatura e Font per la Console

    1.8.3 Time zone

    1.8.4 Hardware clock

    1.8.5 Moduli del Kernel

    1.8.6 Hostname

    o 1.9 Configurare la rete

    1.9.1 Reti Wired

    1.9.1.1 IP Dinamico

    1.9.1.2 Ip Statico

    1.9.2 Reti Wireless

    1.9.2.1 Aggiungere connessioni wireless

    1.9.2.2 Connettersi automaticamente a reti conosciute

    1.9.3 Modem analogici, ISDN o PPoe DSL

    o 1.10 Creare un ambiente iniziale ramdisk

    o 1.11 Impostare la password di Root

    o 1.12 Installare e configurare un bootloader

    1.12.1 Schede Madri BIOS

    1.12.1.1 Syslinux

    1.12.1.2 GRUB

    1.12.2 Per schede madri con UEFI

    1.12.2.1 EFISTUB

    1.12.2.2 Gummiboot

    o 1.13 Smontare le partizioni montate

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    Installazione

    Vi verr visualizzato un prompt in una shell e sarete loggati automaticamente come root.

    Cambiare la mappatura della tastiera

    Tip: Questo passaggio facoltativo per la maggioranza degli utenti.. Utile solo se si ha intenzione di scrivere nella propria lingua in uno dei file di configurazione, se si utilizzano

    segni diacritici per la password wifi, o se si desidera ricevere i messaggi di sistema (ad

    esempio, i possibili errori) nella propria lingua.

    Per impostazione predefinita, il layout della tastiera impostato su us. Se non avete una tastiera americana US possibile cambiare il layout eseguendo:

    # loadkeys layout

    Dove layout corrisponde al vostro tipo di tastiera, come it, uk, dvorak, be-latin1, etc. Si veda qui per un elenco completo.

    Il tipo di carattere deve essere cambiato, perch la maggior parte delle lingue usa pi glifi rispetto alle 26 lettere dell'alfabeto inglese. In caso contrario, alcuni caratteri stranieri

    possono apparire come quadrati bianchi o altri simboli . Si noti che il nome case-sensitive, quindi digitarlo esattamente come lo vedete:

    # setfont Lat2-Terminus16

    Per impostazione predefinita, la lingua impostata su Inglese (US). Se si desidera cambiare la lingua per il processo di installazione (Italiano, in questo esempio), rimuovere il simbolo # davanti al locale che si desidera nel file /etc/locale.gen, insieme con l'inglese (US). Si prega

    di scegliere la voce UTF-8.

    Utilizzare Ctrl+X per uscire e, quando viene richiesto di salvare le modifiche, premere Y e

    successivamente Invio per utilizzare lo stesso nome.

    # nano /etc/locale.gen

    en_US.UTF-8 UTF-8

    it_IT.UTF-8 UTF-8

    # locale-gen

    # export LANG=it_IT.UTF-8

    Ricordarsi che Alt+Shift attiva e disattiva la mappatura.

    Stabilire una connessione di rete

    Attenzione: Dalla versione 197, udev non assegna i nomi delle interfacce di rete in base al

    tradizionale schema di denominazione wlanX e ethX. Se si proviene da una diversa distribuzione o

    si reinstalla Arch e non si a conoscenza del nuovo metodo di denominazione delle interfacce, per favore non date per scontato che la vostra interfaccia wireless si chiama wlan0, o che

    l'interfaccia cablata sia denominata eth0. possibile utilizzare il comando ip addr show per scoprire i nomi delle interfacce.

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    Il demone dhcpcd della rete viene avviato automaticamente durante la fase boot e tenter di avviare una connessione cablata, se disponibile. Provare a eseguire il ping di un sito web per

    vedere se ha avuto successo. E dal momento che Google sempre attivo ...

    # ping -c 3 www.google.com

    PING www.l.google.com (74.125.132.105) 56(84) bytes of data.

    64 bytes from wb-in-f105.1e100.net (74.125.132.105): icmp_req=1 ttl=50 time=17.0 ms

    64 bytes from wb-in-f105.1e100.net (74.125.132.105): icmp_req=2 ttl=50 time=18.2 ms

    64 bytes from wb-in-f105.1e100.net (74.125.132.105): icmp_req=3 ttl=50 time=16.6 ms

    --- www.l.google.com ping statistics ---

    3 packets transmitted, 3 received, 0% packet loss, time 2003ms

    rtt min/avg/max/mdev = 16.660/17.320/18.254/0.678 ms

    Se si ottiene un errore ping: unknown host, per prima cosa verificare se c' qualche problema con il cavo, o se controllare la potenza del segnale wireless, altrimenti configurare la rete

    manualmente, come spiegato in seguito. Quando la connessione viene stabilita si continui con il

    paragrafo Preparare l'unit di archiviazione.

    Wired

    Seguire questa procedura se si necessita di impostare una connessione cablata tramite un

    indirizzo IP statico.

    Per prima cosa disattivare il servizio dhcpcd che stato avviato automaticamente al boot:

    # systemctl stop dhcpcd.service

    Poi si identifichi il nome della propria interfaccia ethernet.

    # ip link

    1: lo: mtu 65536 qdisc noqueue state UNKNOWN mode DEFAULT

    link/loopback 00:00:00:00:00:00 brd 00:00:00:00:00:00

    2: enp2s0f0: mtu 1500 qdisc noop state DOWN mode DEFAULT qlen 1000

    link/ether 00:11:25:31:69:20 brd ff:ff:ff:ff:ff:ff

    3: wlp3s0: mtu 1500 qdisc mq state UP mode DORMANT qlen 1000

    link/ether 01:02:03:04:05:06 brd ff:ff:ff:ff:ff:ff

    In questo esempio l'interfaccia Ethernet denominata enp2s0f0. Se non siete sicuri, probabile che le proprie interfacce Ethernet iniziano con la lettera "e", improbabile che inizino con la lettera "lo" o con la lettera "w". inoltre possibile utilizzare iwconfig e vedere quali interfacce siano senza fili :

    # iwconfig

    enp2s0f0 no wireless extensions.

    wlp3s0 IEEE 802.11bgn ESSID:"NETGEAR97"

    Mode:Managed Frequency:2.427 GHz Access Point: 2C:B0:5D:9C:72:BF

    Bit Rate=65 Mb/s Tx-Power=16 dBm

    Retry long limit:7 RTS thr:off Fragment thr:off

    Power Management:on

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    Link Quality=61/70 Signal level=-49 dBm

    Rx invalid nwid:0 Rx invalid crypt:0 Rx invalid frag:0

    Tx excessive retries:0 Invalid misc:430 Missed beacon:0

    lo no wireless extensions.

    In questo esempio , ne enp2s0f0, ne il dispositivo di loopback hanno estensioni wireless, il che

    significa enp2s0f0 la nostra interfaccia Ethernet.

    inoltre necessario conoscere le seguenti impostazioni:

    Indirizzo IP statico

    Subnet mask

    Indirizzo IP del Gateway

    Nome indirizzi IP del server (DNS)

    Nome di dominio (se non si tratta di una LAN locale, nel qual caso si pu mettere up).

    Attivare la connessione all'interfaccia Ethernet (es. enp2s0f0):

    # ip link set enp2s0f0 up

    Aggiungere l'indirizzo:

    # ip addr add Indirizzo IP/subnetmask dev nome_interfaccia

    Ad esempio:

    # ip addr add 192.168.1.2/24 dev enp2s0f0

    Per maggiori opzioni, eseguire man ip

    Allo stesso modo aggiungere il vostro gateway, sostituendo col l'indirizzo IP del

    vostro gateway.:

    # ip route add default via Indirizzo IP

    Ad esempio:

    # ip route add default via 192.168.1.1

    Modificare il file /etc/resolv.conf immettendo il vostro nome di indirizzi IP del server (DNS) e

    il vostro nome di dominio:

    # nano /etc/resolv.conf

    nameserver 61.23.173.5

    nameserver 61.95.849.8

    search example.com

    Nota: Attualmente possibile aggiungere al massimo tre linee per il nameserver.

    Ora si dovrebbe avere una connessione di rete funzionante . In caso contrario, controllare in

    dettaglio la pagina Configurazione della Rete.

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    Wireless

    Seguire la seguente procedura si necessita di una connessione wireless (WiFi) durante

    l'installazione.

    Per prima cosa bisogna identificare la propria interfaccia wireless:

    # iw dev

    phy#0

    Interface wlp3s0

    ifindex 3

    wdev 0x1

    addr 00:21:6a:5e:52:bc

    type managed

    In questo esempio, wlp3s0 l'interfaccia wireless disponibile. Se non siete sicuri, probabile che la vostra interfaccia wireless inizi con la lettera " w", e improbabile che sia "lo" o che

    inizi con la lettera "e".

    Nota: Se non vedete qualcosa di simile, allora il driver wireless non stato caricato. Se questo il vostro caso, allora necessario caricare il driver. Si prega di consultare Configurazione Wireless per informazioni pi dettagliate.

    Accendere l'interfaccia con:

    # ip link set wlp3s0 up

    Una piccola percentuale di chipset wireless richiedono un firmware oltre al corrispondente

    driver. Se si ottiene un output come SIOCSIFFLAGS: No such file or directory, questo significa

    che necessario caricare manualmente il firmware. Se non si sicuri, eseguire dmesg per interrogare il log del kernel per una richiesta di firmware da parte del chipset wireless. Ad

    esempio , se si dispone di un chipset Intel che necessita ed ha richiesto un firmware al kernel

    all'avvio.

    # dmesg | grep firmware

    firmware: requesting iwlwifi-5000-1.ucode

    Se non vi output, si pu concludere che il chipset wireless del sistema non richiede firmware..

    Attenzione: I pacchetti dei firmware dei chipset per il wireless (per le schede che lo

    necessitano) sono preinstallati in /lib/firmware nell'ambiente live, (su CD o supporto USB) ma dovranno essere esplicitamente installati sul sistema definitivo per fornire funzionalit wireless all'avvio! La selezione e installazione dei pacchetti spiegata in seguito. Accertarsi di aver spuntato sia il modulo sia il firmware durante la selezione dei pacchetti! Consultare

    Wireless Setup se non si sicuri riguardo l'installazione del particolare firmware per la propria scheda.

    Successivamente utilizzare wifi-menu fornito da netctl per connettersi ad una rete:

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    # wifi-menu wlp3s0

    Ora si dovrebbe avere una connessione di rete funzionante. In caso contrario controllare la

    dettagliata pagina Wireless Setup.

    In alternativa utilizzare iw dev wlp3s0 scan | grep SSID per eseguire la scansione delle reti

    disponibili, e successivamente utilizzare connettersi ad una rete con:

    # wpa_supplicant -B -i wlp3s0 -c

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    ottenere l'installazione di Linux funzionante con UEFI su un disco che contiene una tabella di

    partizione MBR (legacy).

    Inoltre, alcuni computer pi recenti sono pre-installati con Windows 8, che utilizzer Secure Boot. Arch Linux attualmente non supporta il Secure Boot, ma stato riscontrato che alcune installazioni di Windows 8 non si avviano se il Secure Boot disattivato nel BIOS. In alcuni casi necessario spegnere sia Secure Boot che Fastboot dalle opzioni del BIOS, in modo da consentire a Windows 8 di avviarsi senza Secure Boot. Tuttavia ci sono potenziali rischi per la

    sicurezza spegnendo Secure Boot per l'avvio di Windows 8. Pertanto, pu essere una scelta migliore quella di mantenere l' installazione di Windows 8 intatta e utilizzare un secondo disco

    rigido indipendente per l' installazione di Linux -che pu poi essere ripartizionato da zero utilizzando una tabella di partizioni GPT. Una volta fatto ci, la creazione di pi partizioni ext4/FAT32/swap sul secondo disco pu essere il modo migliore di proseguire se il computer dispone di due unit a disposizione. Questo non spesso facile o possibile su un piccolo computer portatile. Attualmente, Secure Boot non ancora in uno stato completamente stabile per il funzionamento affidabile, anche per le distribuzioni Linux che lo supportano.

    Si veda Swap per i dettagli, se si desidera creare una partizione di swap o un file di swap . Un

    file di swap pi facile da ridimensionare di una partizione e pu essere creato in qualsiasi momento dopo l'installazione , ma non pu essere utilizzato con un filesystem Btrfs .

    Se avete gi effettuato questa procedura, si proceda con Montare le partizioni. In caso contrario, vedere il seguente esempio.

    Esempio

    L'attuale supporto di installazione di Arch Linux include i seguenti tool di partizionamento:

    gdisk e cgdisk supportano solo una tabella di partizioni GPT. fdisk e cfdisk supportano solo una tabella di partizioni MBR. parted supporta entrambi.

    Questo esempio utilizza cfdisk, ma pu essere eseguita con cgdisk, che consentir il partizionamento GPT al posto dell'MBR.

    Suggerimento: Utilizzare il comando lsblk per elencare i dischi rigidi collegati al sistema,

    insieme con le dimensioni delle loro partizioni esistenti. Questo vi aiuter ad essere sicuri che si sta partizionando il disco giusto.

    Note relative al boot UEFI:

    Se si dispone di una scheda madre UEFI necessaria un'altra partizione per ospitare la partizione di sistema UEFI.

    Si raccomanda di usare sempre GPT per l'avvio UEFI, in quanto alcuni firmware UEFI non

    consentono il boot UEFI-MBR.

    Note relative al partizionamento GPT:

    Se non si ha il dual boot con Windows, allora consigliabile usare GPT invece che MBR. Si legga GPT per un elenco dei vantaggi.

    Se si dispone di una scheda madre BIOS (o si ha intenzione di avviare la macchina in

    modalit di compatibilit BIOS) e si desidera installare GRUB con partizionamento GPT, allora avete bisogno di creare una partizione extra (BIOS Boot Partition)) della

    grandezza di 1007 KiB e come tipo EF02. Si veda. Syslinux non ne ha bisogno.

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    Alcuni sistemi BIOS possono avere problemi con GPT. Si veda

    http://mjg59.dreamwidth.org/8035.html e http://rodsbooks.com/gdisk/bios.html per maggiori

    informazioni e possibili soluzioni.

    Nota: Se si sta installando su dispositivi USB flash, consultare " Installare Arch Linux su

    dispositivi USB".

    # cfdisk /dev/sda

    Il sistema di esempio conterr una partizione root da 15 GB, e una partizione home per lo spazio su disco rimanente.

    Si sottolinea ancora una volta che il partizionamento una scelta personale e questo esempio solo a scopo illustrativo. Si consulti la pagina sul partizionamento.

    Root:

    Scegliere "New" (o premere N) - premere Enter per scegliere "Primary" - Digitare la

    grandezza in "15G" - premere Enter per scegliere "Beginning" - premere Enter per

    scegliere "Bootable".

    Home:

    Muoversi col tasto freccia in basso selezionando lo spazio libero

    Scegliere "New" (o premere N) - premere Enter per scegliere "Primary" - premere Enter per

    utilizzare tutto lo spazio rimanente sul disco, oppure (indicare la grandezza desiderata)

    Ecco come dovrebbe apparire:

    Name Flags Part Type FS Type [Label] Size (MB)

    -------------------------------------------------------------------------

    sda1 Boot Primary Linux 15360 #root

    sda2 Primary Linux 133000 #/home

    Siate consapevoli del fatto che questa operazione distrugger i dati sul disco, quindi ricontrollate tutto il lavoro e assicuratevi che le dimensioni delle partizioni, cos come la tabella delle partizioni, siano quelle volute, prima di continuare.

    Se volete ricominciare da capo, si pu semplicemente selezionare Quit (o premere Q) per uscire senza salvare le modifiche e quindi riavviare cfdisk.

    Se si soddisfatti, selezionare "Write" (o premere Shift+W) per finalizzare e scrivere la tabella delle partizioni sul disco. Premere "yes" e scegliere "Quit" ( o premere Q) per uscire

    da cfdisk, senza apportare pi modifiche.

    Il semplice partizionamento non sufficiente, utilizzare l'utility mkfs per formattare le partizioni con un File Systems. Per formattare le partizioni con filesystem ext4:

    Attenzione: Controllate effettivamente che sia /dev/sda1 che /dev/sda2 siano le partizioni che

    si vogliono formattare. Il comando lsblk pu aiutarvi in questo.

    # mkfs.ext4 /dev/sda1

    # mkfs.ext4 /dev/sda2

  • 11

    Se si creata una partizione dedicata per swap (code 82), non si dimentichi di formattarla e attivarla con:

    # mkswap /dev/sdaX # swapon /dev/sdaX

    Per UEFI , necessario formattare la partizione ESP (solitamente sda1) con :

    # mkfs.vfat -F32 /dev/sda1

    Montare le partizioni

    Ogni partizione identificata con un suffisso numerico. Ad esempio, sda1 specifica la prima partizione del primo disco, mentre sda indica l'intero disco.

    Per visualizzare lo schema delle partizioni correnti:

    # lsblk /dev/sda

    Fate attenzione, perch l'ordine di montaggio importante. Per prima cosa, montare la partizione di root su /mnt. Seguendo l'esempio precedente (il vostro potrebbe essere diverso):

    # mount /dev/sda1 /mnt

    In seguito montare la partizione /home e qualsiasi altra partizione separata (/boot, /var, etc.

    ), se ne avete.

    # mkdir /mnt/home

    # mount /dev/sda2 /mnt/home

    Nel caso si abbia una scheda madre UEFI, montare la partizione UEFI:

    # mkdir /mnt/boot

    # mount /dev/sdaX /mnt/boot/

    Selezionare un mirror

    Prima di procedere necessario modificare il file mirrorlist e inserire il vostro mirror preferito in cima alla lista . una copia di questo file sar pure installato sul vostro nuovo sistema da pacstrap, quindi conviene impostarlo come si deve.

    # nano /etc/pacman.d/mirrorlist

    ##

    ## Arch Linux repository mirrorlist

    ## Sorted by mirror score from mirror status page

    ## Generated on 2012-MM-DD

    ##

    Server = http://mirror.example.xyz/archlinux/$repo/os/$arch

    ...

  • 12

    Con Alt+6 copiate una linea Server.

    Col tasto PageUp posizionatevi in cima.

    Con Ctrl+U copiate la linea all'inizio della lista.

    Con Ctrl+X sipu uscire, e quando viene richiesto di salvare le modifiche, premere Y ed Invio per utilizzare lo stesso nome.

    Se si desidera, possibile rendere il mirror copiato l'unico disponibile e cancellare tutto il resto (utilizzando Ctrl+K), ma di solito una buona idea averne qualcuno in pi, nel caso in cui il primo risulti offline.

    Suggerimento:

    Potete utilizzare Mirrorlist Generator per ottenere un elenco aggiornato per il vostro

    paese. I mirror HTTP sono pi veloci dei FTP, a causa di qualcosa di una procedura chiamata keepalive. Con FTP, pacman deve inviare un segnale ogni volta che si scarica un

    pacchetto, con conseguenza che si genera una breve pausa. Per conoscere altri modi per

    generare un elenco dei mirror, vedere Scelta e selezione dei mirrors e Reflector.

    Arch Linux MirrorStatus rapporta diversi informazioni sui mirror, come problemi di rete

    con un server, problemi di raccolta dei dati, l'ultima volta che un mirror stato sincronizzato, ecc.

    Nota: * Ogni volta che in futuro si modifica la lista di mirror, ricordate sempre di forzare

    pacman per aggiornare tutti gli elenchi dei pacchetti con pacman -Syy. Questa considerata una buona pratica per evitare possibili mal di testa . Si veda Mirrors per ulteriori informazioni.

    Se il supporto di installazione che state utilizzando vecchio, la vostra lista dei server mirror potrebbe essere superata, ci potrebbe portare a problemi durante l'aggiornamento di Arch-Linux tramite pacman (Si veda il FS#22510). Pertanto si consiglia

    di ottenere una versione aggiornata del mirrorlist, come descritto sopra.

    Sono stati segnalati alcuni problemi sul forum di Arch Linux per quanto concerne dei

    problemi di rete che impediscono a pacman di aggiornare/sincronizzare i repository (si

    veda [1] e [2] ). Quando si installa nativamente Arch, questi problemi sono stati risolti

    sostituendo il la variabile predefinita per lo scaricamento dei pacchetti di pacman con

    uno alternativo (si veda migliorare le prestazioni di Pacman per maggiori dettagli).

    Quando si installa Arch come un sistema operativo Guest in Virtualbox, questo problema stato risolto utilizzando "interfaccia host" invece di "NAT" nelle propriet della macchina virtuale.

    Installare il sistema base

    Il sistema base viene installato tramite l'ausilio dello script pacstrap.

    L'opzione -i pu essere omessa se si desidera installare tutti i pacchetti del gruppo base senza chiedere conferma.

    # pacstrap -i /mnt base

    Nota:

    Se pacman non riesce a verificare i pacchetti, controllate l'ora del vostro sistema con

    cal. Se la data di sistema non valida (ad esempio, mostra l'anno 2010), le chiavi per la firma dei pacchetti verranno considerate scadute (o non valide), i controlli sulle

    firme dei pacchetti falliranno e l'installazione verr interrotta. Assicurarsi di

  • 13

    correggere l'ora del sistema, sia in modo manuale, o con il client ntp, e ripetere

    l'esecuzione del comando pacstrap. Fare riferimento a alla pagina Time per ulteriori

    informazioni sulla correzione di ora di sistema.

    Se pacman si lamenta che error: failed to commit transaction (invalid or corrupted

    package), eseguire il seguente comando :

    # pacman-key --init && pacman-key --populate archlinux

    Questo vi consentir di avere un sistema base di Arch Linux. Altri pacchetti possono essere installati in seguito tramite pacman.

    Generare il file fstab

    Generare un file fstab con il seguente comando. Saranno utilizzati gli UUID perch hanno alcuni vantaggi (si veda Identificare i filesystem). Se invece si preferisce utilizzare le etichette,

    sostituire l'opzione -U con il parametro -L.

    # genfstab -U -p /mnt >> /mnt/etc/fstab

    # nano /mnt/etc/fstab

    Attenzione: Il file fstab dovrebbe sempre essere controllato dopo che stato generato. Se si verificano errori lanciando genfstab oppure pi avanti nella fase di installazione, non ripetere nuovamente il comando genfstab, ma modificate manualmente il file fstab.

    Alcune considerazioni :

    L'ultimo campo che determina l'ordine in cui le partizioni vengono controllati all'avvio:

    1, 2 o 0 (si veda Definizione dei campi).

    Solo la partizione di root / deve avere un valore 1 per l'ultimo campo. Tutto il resto

    dovrebbero avere un 2 o uno 0.

    Solitamente la partizione di swap viene impostata in modo che abbia il valore 0 (non controllata).

    Effettuare Chroot e configurare il sistema di base

    Successivamente bisogna entrare tramite chroot nel nostro nuovo sistema installato.

    # arch-chroot /mnt

    Nota: Utilizzare arch-chroot /mnt /bin/bash per avere chroot in una shell bash.

    In questa fase dell'installazione, sar possibile configurare i file di configurazione principali del proprio sistema base di Arch Linux. Questi possono essere creati, se non

    esistono, o modificati, se si desidera modificare le impostazioni predefinite .

    Seguire da vicino e comprendere questi passaggi di fondamentale importanza per garantire un sistema configurato correttamente.

    Locale

  • 14

    I Locale sono utilizzati da glibc ed altri programmi o librerie per generare le localizzazioni

    specifiche, il rendering del testo, i simboli specifici della lingua, visualizzare correttamente

    i valori monetari regionali, ora e formato della data, idiosincrasie alfabetiche, e le altre

    impostazioni internazionali specifiche.

    Ci sono due file che hanno bisogno di essere modificati: locale.gen e locale.conf .

    locale.gen un file vuoto (tutte le voci commentate) per impostazione predefinita, ed necessario rimuovere il simbolo # davanti alle stringhe che si intende attivare. possibile rimuovere il commento a pi righe della stessa lingua, fino a quando si sceglie tra di essi la codifica UTF-8.

    # nano /etc/locale.gen

    en_US.UTF-8 UTF-8

    it_IT.UTF-8 UTF-8

    # locale-gen

    Questo verr eseguito ad ogni aggiornamento di glibc, rigenerando di tutti i locali inclusi in /etc/locale.gen.

    Il file locale.conf non esiste per impostazione predefinita. Impostare solo la variabile

    LANG dovrebbe essere sufficiente. Esso funger da valore di default per tutte le altre variabili.

    # echo LANG=en_US.UTF-8 > /etc/locale.conf

    # export LANG=en_US.UTF-8

    Nota: Se si impostata una lingua diversa dall'inglese (US), all'inizio dell'installazione, allora i comandi da dare dovrebbero essere simili a questi

    # echo LANG=it_IT.UTF-8 > /etc/locale.conf

    # export LANG=it_IT.UTF-8

    Per impostare altri locali per le variabili LC_*, eseguire prima il comando locale per

    visualizzare le opzioni disponibili e aggiungerli a locale.conf. Non consigliabile impostare la variabile LC_ALL. Potete trovare un esempio avanzato qui.

    Mappatura e Font per la Console

    Se avete impostato una mappatura della tastiera all'inizio del processo di installazione,

    caricarlo ora, poich l'ambiente cambiato. Per esempio :

    # loadkeys it # setfont Lat2-Terminus16

    Per rendere disponibili le modifiche dopo il riavvio, editare il file /etc/vconsole.conf.

    # nano /etc/vconsole.conf

    KEYMAP=it

    FONT=Lat2-Terminus16

  • 15

    KEYMAP - Si prega di notare che questa impostazione valida solo per le TTY, non per tutti i gestori di finestre grafici o per Xorg.

    FONT - I font disponibili per la console sono elencati in /usr/share/kbd/consolefonts/.

    Il valore predefinito (vuoto) sicuro. ma alcuni caratteri stranieri possono apparire come quadrati bianchi o altri simboli. Si consiglia di cambiare come Lat2-Terminus16.

    Poich, come citato in /usr/share/kbd/consolefonts/README.Lat2-Terminus16, dovrebbe sostenere "circa 110 gruppi linguistici".

    Opzione aggiuntiva FONT_MAP - Definisce la mappatura per la console da caricare con il

    programma setfont al boot. Si legga {{ic|man setfont}. Il valore predefinito (vuoto) o la

    sua rimozione sicura e non crea problemi.

    Si veda Font per Console e man vconsole.conf per avere maggiori informazioni.

    Time zone

    I fusi orari disponibili e le regioni possono essere trovati nelle directory

    /usr/share/zoneinfo//.

    Per poter visualizzare le zone disponibili, controllando la directory /usr/share/zoneinfo/ :

    # ls /usr/share/zoneinfo/

    Allo stesso modo potete controllare il contenuto della directory appartenente ad una SubZone:

    # ls /usr/share/zoneinfo/Europe

    Creare un collegamento simbolico a /etc/localtime con il file corrispondente alla vostre

    esigenze, /usr/share/zoneinfo//, usando questo comando:

    # ln -s /usr/share/zoneinfo// /etc/localtime

    Esempio:

    # ln -s /usr/share/zoneinfo/Europe/Rome /etc/localtime

    Hardware clock

    Impostare la modalit orologio hardware in modo uniforme tra i sistemi operativi sulla stessa macchina. Altrimenti l'orario pu essere sovrascritto e causare sfasamenti di orario.

    Potete generare il file /etc/adjtime automaticamente utilizzando uno dei seguenti comandi:

    UTC (raccomandato)

    Nota: Utilizzare UTCper l'orologio hardware non significa che verr utilizzato UTC nel software.

    # hwclock --systohc --utc

    Per sincronizzare il vostro tempo "UTC" su internet , vedere NTPd.

  • 16

    localtime (Altamente Sconsigliato) - utilizzato di default in Windows.

    Attenzione: Utilizzare localtime pu portare a diversi e irreparabili bug. Tuttavia, non ci sono piani per l'abbandono del supporto di localtime. # hwclock --systohc --localtime

    Se avete un sistema dual-boot con Windows (o avete in previsione di averlo):

    Raccomandato. Impostare sia Arch Linux che Windows in modo che utilizzino UTC. Si

    necessita una correzione del registro di Windows. Inoltre, assicurarsi di impedire a

    Windows di sincronizzare l'orologio da internet, in modo che l'orologio hardware utilizzi

    nuovamente localtime.

    Sconsigliato. Impostare Arch Linux su localtime e disabilitare ogni servizio relativo all'impostazione dell'orologio, come NTPd. Questo permetter a Windows di prendersi cura della correzione dell'ora hardware e sar necessario ricordarsi di avviare Windows almeno due volte l'anno (in primavera e autunno), quando DTS elabora l'ora legale. Quindi, per

    favore non chiedere sul forum perch l'orologio un'ora indietro o in avanti se utilizzate questo sistema e siete soliti passare molto tempo senza avviare Windows.

    Moduli del Kernel

    Suggerimento: Questo solo un esempio, non necessario impostarlo. Normalmente tutti i moduli necessari sono caricati automaticamente da udev, quindi raramente si avr bisogno di aggiungerne qualcuno. Si aggiungano solamente i moduli che se ne conosce la mancanza

    Per aggiungere i moduli del kernel da caricare durante l'avvio, creare un file *.Conf in

    /etc/modules-load.d/, con un nome in base al programma che li utilizza .

    # nano /etc/modules-load.d/virtio-net.conf

    # Carica il modulo 'virtio-net.ko' al boot.

    virtio-net

    Se ci sono pi moduli da caricare per *.conf, I nomi dei moduli possono essere separati andando a capo. Un buon esempio risulta VirtualBox Guest Additions.

    Le righe vuote e linee il cui primo carattere # o ;, vengono ignorate.

    Hostname

    Impostare l'hostname a vostro piacimento (ad esempio "arch"):

    # echo myhostname > /etc/hostname

    Nota: Non pi necessario modificare /etc/hosts. Il pacchetto nss-myhostname provveder alla risoluzione del nome host, ed installato su tutti i sistemi per impostazione predefinita.

    Configurare la rete

  • 17

    necessario configurare la rete ancora una volta, ma questa volta per l'ambiente appena installato. La procedura e prerequisiti sono molto simili a quella descritta precedentemente,

    eccetto che stiamo per renderla persistente ed eseguita automaticamente all'avvio.

    Nota:

    Per informazioni pi approfondite, consultare le pagine Configurazione della Rete e Wireless Setup.

    Se si desidera utilizzare il vecchio schema di denominazione delle interfacce (es. eth* e

    wlan*), potete creare di un file vuoto in /etc/udev/rules.d/80-net-name-slot.rules che

    maschera il file con lo stesso nome situato sotto /usr/lib/udev/rules.d (In alternativa,

    invece di un file vuoto, usare un link simbolico a /dev/null un altro metodo di mascheramento accettabile.

    Reti Wired

    IP Dinamico

    Utilizzando dhcpcd

    Se si utilizza solo un singolo collegamento di rete fissa cablata, non avete bisogno di un

    servizio di gestione della rete e si pu semplicemente attivare il servizio dhcpcd.

    # systemctl enable dhcpcd.service

    Nota: Se non dovesse funzionare: usare # systemctl enable dhcpcd@nome_interfaccia.service

    Utilizzando netctl

    Copiare un profilo campione da /etc/netctl/examples a /etc/netctl:

    # cd /etc/netctl

    # cp examples/ethernet-dhcp my-network

    Modificare il profilo in base alle proprie esigenze (impostando Interface):

    # nano my-network

    Abilitare il profilo my-network:

    # netctl enable my-network

    Utilizzando netctl-ifplugd

    In alternativa, possibile utilizzare il servizio netctl-ifplugd, che gestisce con egregiamente le connessioni dinamiche a nuove reti:

    Installare ifplugd, che richiesto per net-auto-wired:

    # pacman -S ifplugd

    Quindi attivare per l'interfaccia che si desidera:

  • 18

    # systemctl enable [email protected]

    Suggerimento: Netctl fornisce anche netctl-auto, che pu essere utilizzato per gestire profili di rete wired in congiunzione con netctl-ifplugd.

    Ip Statico

    Utilizzando netctl

    Copiare un profilo di esempio da /etc/netctl/examples a /etc/netctl:

    # cd /etc/netctl

    # cp examples/ethernet-static .

    Modificare il profilo in base alle proprie esigenze (impostando Interface, Addr, Gateway e DNS):

    # nano my-network

    Si noti la /24 in Address che la notazione CIDR della netmask 255.255.255.0.

    Abilitare il profilo creato sopra per avviarlo ad ogni avvio:

    # netctl enable my-network

    Reti Wireless

    Nota: Se il proprio adattatore wireless richiede un firmware (come descritto nella sezione su

    stabilire una connessione Wireless e Drivers e firmware), installare il pacchetto contenente il

    proprio firmware. Nella maggior parte dei casi il pacchetto linux-firmware conterr il firmware necessario. Tuttavia per alcuni dispositivi, il firmware richiesto potrebbe essere nel proprio

    pacchetto. Per esempio :

    # pacman -S zd1211-firmware

    Vedere Wireless Setup per ulteriori informazioni.

    Installare iw, wpa_supplicant e wpa_actiond, che saranno necessari per stabilire una connessione

    di rete.

    # pacman -S iw wpa_supplicant wpa_actiond

    Aggiungere connessioni wireless

    Utilizzando wifi-menu

    Installare dialog, che richiesto per usare wifi-menu:

    # pacman -S dialog

    Dopo aver terminato il resto di questa installazione e riavviato il sistema, possibile collegarsi alla rete con wifi-menu nome_interfaccia (dove nome_interfaccia l'interfaccia del vostro chipset wireless).

  • 19

    # wifi-menu nome_interfaccia

    Attenzione: Questo deve essere fatto dopo il riavvio del sistema e quando non si pi in ambiente chroot. Il processo generato da questo comando va in conflitto con quello che viene

    eseguita al di fuori del chroot. In alternativa, si pu solo configurare un profilo di rete manualmente utilizzando i modelli menzionati in seguito, in modo da non doversi preoccupare di

    usare wifi-menu a tutti i costi.

    Utilizzando un profilo con netctl

    Copiare un profilo di rete da /etc/netctl/examples a /etc/netctl:

    # cd /etc/netctl

    # cp examples/wireless-wpa my-network

    Modificare il profilo in base alle vostre necessit (modificando Interface, ESSID e Key):

    # nano my-network

    Connettersi automaticamente a reti conosciute

    Abilitare il servizio netctl-auto, che si collegher alle reti conosciute, e gestir ordinatamente il roaming e la disconnessione:

    # systemctl enable netctl-auto@nome_interfaccia.service

    Suggerimento: netctl fornisce anche il servizio netctl-ifplugd, che pu essere usato in combinazione con netctl-auto.

    Modem analogici, ISDN o PPoe DSL

    Per attivare una connessione a modem xDSL, dial-up e ISDN, consultare il wiki Direct Modem

    Connection.

    Creare un ambiente iniziale ramdisk

    Suggerimento: La maggior parte degli utenti possono saltare questo passaggio e utilizzare i

    valori predefiniti forniti in /etc/mkinitcpio.conf. L'immagine initramfs (nella cartella di

    /boot) gi stato generato in base a questo file quando il pacchetto linux (il kernel Linux) stato installato precedentemente con pacstrap.

    Qui necessario impostare i giusti hooks se root risiede su un disco USB, se si utilizza un sistema RAID, LVM, o se /usr in una partizione separata.

    Modificare /etc/mkinitcpio.conf in base alle proprie esigenze e ri-generare l'immagine initramfs

    con

    # mkinitcpio -p linux

    Nota: Per le installazioni di Arch VPS su QEMU (es. utilizzando virtual-manager), potrebbe

    necessitare dell'aggiunta dei moduli virtio in mkinitcpio.conf per essere in grado di avviarsi.

  • 20

    # nano /etc/mkinitcpio.conf

    MODULES="virtio virtio_blk virtio_pci virtio_net"

    Impostare la password di Root

    Potete impostare la password di root con

    # passwd

    Installare e configurare un bootloader

    Schede Madri BIOS

    Per i sistemi BIOS sono disponibili due bootloader : syslinux e GRUB. Si scelga il bootloader

    secondo le vostre esigenze.

    Syslinux (attualmente) limitato a caricare solo i file dalla partizione in cui stato installato. Il suo file di configurazione considerato pi facile da capire. Esempi di configurazione possono essere trovati qui.

    GRUB pi ricco di funzionalit e supporta scenari pi complessi. Il suo file di configurazione pi simile ad un linguaggio di scripting, e modificarli manualmente pu essere difficile per i principianti. Si raccomanda di generarne automaticamente uno.

    Nota: Alcuni sistemi BIOS possono avere problemi con GPT. Si veda

    http://mjg59.dreamwidth.org/8035.html e http://rodsbooks.com/gdisk/bios.html per maggiori

    informazioni e possibili soluzioni.

    Syslinux

    Note: Se avete optato per una tabella di partizione GUID (GPT) per il disco rigido in

    precedenza, necessario installare il pacchetto gptfdisk perch il passaggio il passaggio successivo abbia successo, a patto di non averlo gi installato.

    Installare il pacchetto syslinux e successivamente utilizzare lo script syslinux-install_update

    per installare automaticamente il bootloader (-i), marcare la partizione come active impostandola con il flag di boot (-a), e installarlo sul codice di avvio MBR (-m):

    # pacman -S syslinux

    # syslinux-install_update -i -a -m

    Configurare il file syslinux.cfg per puntare alla giusta partizione di /root. Questo passaggio fondamentale. Se dovesse puntare alla partizione sbagliata, Arch Linux non si avvia.Cambiare

    /dev/sda3 in modo che coincida con la vostra partizione root designata (se avete partizionato il

    disco come abbiamo fatto nell'esempio, la vostra partizione di root sar sda1). Fate lo stesso per LABEL archfallback.

    # nano /boot/syslinux/syslinux.cfg

    ...

    LABEL arch

    ...

  • 21

    APPEND root=/dev/sda3 ro

    ...

    Per di ulteriori informazioni su come configurare e utilizzare Syslinux, consultare la pagina

    Syslinux.

    GRUB

    Installare il pacchetto grub ed eseguire il comando grub-install /dev/sda per installare il

    bootloader :

    Nota:

    Cambiare /dev/sda in modo che rifletta il dispositivo su cui stato installato Arch. Non aggiungere un numero alla partizione (non utilizzare sdaX).

    Per dispositivi partizionati in GPT su schede madri con BIOS, GRUB necessit di una partizione "BIOS Boot Partition". Si veda Istruzioni specifiche per GPT e Installazione

    nella partizione di boot BIOS con schema di partizionamento GPT nella pagina di GRUB.

    # pacman -S grub

    # grub-install --recheck /dev/sda

    Nota: Se si tratta di una installazione su virtualbox come guest, durante l'esecuzione il

    comando grub-install, come nel precedente, si potrebbe ottenere un errore del tipo :

    "/usr/sbin/grub-bios-setup: warning: this GPT partition label contains no BIOS Boot Partition;

    embedding won't be possible". Eseguire parted -s /dev/sda set 1 bios_grub on e successivamente

    riprovare grub-install dovrebbe risolvere il problema.

    Mentre possibile utilizzare un file grub.cfg creato manualmente, si raccomanda per i principianti di generarne uno automaticamente:

    Suggerimento: Se volete che questo comando ricerchi automaticamente eventuali altri sistemi

    operativi presenti nel vostro computer, installare prima il pacchetto os-prober (pacman -S os-

    prober) prima di eseguire il comando successivo.

    # grub-mkconfig -o /boot/grub/grub.cfg

    Per di ulteriori informazioni su come configurare e utilizzare GRUB, si veda la pagina GRUB.

    Per schede madri con UEFI

    Per i sistemi UEFI, sono disponibili due opzioni. Se ne scelga uno in base alle vostre esigenze.

    Avviare il kernel Linux utilizzando direttamente EFISTUB.

    gummiboot un semplice bootloader , utile se si il dual boot.

    Nota: Per un avvio da UEFI, il disco deve essere partizionato in GPT, e una "partizione di

    sistema UEFI" (512 MiB o superiore, di tipo EF00, formattata in FAT32") deve essere presente e

    montata su /boot. Se avete seguito questa guida dall'inizio, avete gi effettuato questo passaggio.

  • 22

    EFISTUB

    Il kernel Linux pu agire come un proprio bootloader utilizzando EFISTUB. Questo il metodo di avvio UEFI raccomandato dagli sviluppatori ed pi semplice rispetto all'utilizzo di bootloader separati.

    1. Installare il pacchetto efibootmgr e aggiungere la voce di avvio per Arch Linux, sostituendo

    /dev/sdaX con la vostra partizione di root, di solito /dev/sda2:

    # pacman -S efibootmgr

    # efibootmgr -c -L "Arch Linux" -l /vmlinuz-linux -u "root=/dev/sdaX ro initrd=/initramfs-

    linux.img"

    Nota:

    Su alcuni sistemi , il comando precedente non funzioner correttamente. Si esegue senza errori visibili , ma il menu di avvio UEFI non sar stata correttamente aggiornato con una nuova voce. Per determinare se il comando eseguito correttamente, eseguire efibootmgr

    senza argomenti e vedere se una nuova voce apparsa nella lista visualizzata. Se non vi alcuna nuova voce non sar possibile entrare in rEFInd al riavvio, come se il menu di avvio UEFI stato lasciato invariato. In questo caso, sar invece necessario entrare nella shell UEFI e aggiungere manualmente una voce al menu di avvio UEFI con il comando

    bcfg come descritto qui.

    Su alcune schede madri ASUS, c' un bug EFI che riporta sempre MaxVariableSize=0. Combinato con un kernel recente che impone il controllo di tale valore, questo impedisce

    a efibootmgr di impostare nuove variabili EFI. Queste schede madri non supportano l'UEFI

    Shell v2, quindi non possibile utilizzare il metodo via bcfg. Per ovviare a questo, aggiungere efi_no_storage_paranoia alla riga di comando del kernel. possibile farlo premendo il tasto e nel menu del bootloader.

    Su alcune schede madri UEFI come le schede madri Intel Z77, l'aggiunta di voci efibootmgr

    o BCFG dalla shell EFI non funziona perch non compaiono nella lista del menu di avvio dopo essere stato aggiunto alla NVRAM.

    Per risolvere questo problema si deve ingannare il firmware UEFI del boot manager di

    Windows che presente sulla partizione ESP. Copiare il file BOOTX64.EFI dal drive USB come file EFI Bootmgfw.efi per la partizione

    ESP per l'avvio in EFI shell digitando:

    FS1:

    cd EFI

    mkdir Microsoft

    cd Microsoft

    mkdir Boot

    cp FS0:\EFI\BOOT\bootx64.efi FS1:\EFI\Microsoft\Boot\bootmgfw.efi

    Dopo il riavvio , tutte le voci aggiunte al NVRAM dovrebbe apparire nel menu di avvio.

    Gummiboot

    Installare il pacchetto gummiboot ed eseguire gummiboot install per procedere con

    l'installazione del bootloader:

    # pacman -S gummiboot

    # gummiboot install

  • 23

    Warning: A causa di un bug (https://bugs.archlinux.org/task/34292) potreste vedrete un errore

    durante l'installazione di gummiboot, che non riesce ad aggiungersi alla NVRAM. Se riscontrate

    questo errore, allora sar necessario aggiungere gummiboot a NVRAM manualmente tramite efibootmgr:

    # efibootmgr -c -L "Gummiboot" -l /EFI/gummiboot/gummibootx64.efi

    Sar necessario creare manualmente un file di configurazione per aggiungere una voce per Arch Linux per il bootloader gummiboot. Creare /boot/loader/entries/arch.conf e aggiungere i seguenti

    contenuti, sostituendo /dev/sdaX con la vostra partizione di root, di solito /dev/sda2:

    # nano /boot/loader/entries/arch.conf

    title Arch Linux

    linux /vmlinuz-linux

    initrd /initramfs-linux.img

    options root=/dev/sdaX ro

    Per ulteriori informazioni su come configurare ed utilizzare gummiboot, consultare Gummiboot.

    Smontare le partizioni montate

    Uscire dall'ambiente chroot:

    # exit

    Precedentemente, come esempio, si sono montate le partizioni sotto /mnt. In questa fase

    procederemo a smontarle tutte.

    # umount /mnt/{boot,home,}

    Riavviare il computer:

    # reboot

    Suggerimento:

    Se riscontrare l'errore "/sbin/init does not exist" all'avvio successivo, cercare il

    percorso binario di systemd e passarlo come argomento del kernel durante il processo di

    boot up. per esempio : init = /usr/lib/systemd/systemd

    Assicurarsi di rimuovere il supporto di installazione altrimenti si rischia di avviare

    nuovamente il supporto di installazione.

    Post-Installation (Italiano)

    Contents

    1 Post-Installazione

    o 1.1 Gestione Utenti

    o 1.2 Gestione dei pacchetti

    o 1.3 Gestione dei servizi

    o 1.4 Audio

    o 1.5 Graphical User Interface (interfaccia grafica utente)

  • 24

    1.5.1 Installare X

    1.5.2 Installare un driver video

    1.5.3 Installare driver di input

    1.5.4 Configurare X

    1.5.5 Testare X

    1.5.5.1 In caso di errori

    1.5.6 Font

    1.5.7 Scegliere ed installare una interfaccia grafica

    2 Appendice

    Post-Installazione

    Il nuovo sistema di base Arch Linux ora un funzionale sistema operativo GNU/Linux pronto per essere personalizzato con quello che si desidera o in base ai vostri scopi.

    Gestione Utenti

    Aggiungere gli account utente che si desiderano, oltre a root, come descritto in Gestione degli

    utenti. Non consigliabile utilizzare l'account di root per un uso regolare, o esporlo tramite SSH su un server. L'account di root deve essere utilizzato solo per le attivit amministrative.

    Gestione dei pacchetti

    Pacman il package manager di Arch Linux. Si faccia riferimento alla pagina di Pacman e alle relative FAQ per le risposte inerenti l'aggiornamento, l'installazione e la gestione dei

    pacchetti.

    Poich il metodo Arch prevede la correttezza del codice oltre la convenienza, prima di effettuare un aggiornamento del sistema indispensabile mantenersi aggiornati con i cambiamenti in Arch Linux che richiedono un intervento manuale. Questo pu essere eseguito controllando la pagina Arch news e iscrivendovi alla arch-announce mailing list. In alternativa, pu essere utile iscriversi a questo feed RSS o seguire @archlinux su Twitter.

    Se si installato Arch Linux x86_64, si consiglia di abilitare il deposito [multilib] , se si pensa di utilizzare le applicazioni a 32 bit .

    Si veda Repositories Ufficiali per dettagli maggiori su ogni deposito.

    Gestione dei servizi

    Arch Linux utilizza systemd come metodo di init, che oltre al sistema di init il responsabile della gestione dei servizi per Linux. Per il mantenimento della vostra installazione di Arch

    Linux, caldamente consigliato imparare le basi su del suo funzionamento. L'interazione con systemd garantita tramite il comando systemctl. Si legga il paragrafo Uso base di systemctl per ulteriori informazioni.

    Audio

    ALSA di solito funziona tranquillamente, ha solo bisogno di essere riattivato. Installare alsa-

    utils (il quale fornisce alsamixer) e seguire queste istruzioni.

  • 25

    ALSA incluso con il kernel e si consiglia di provarlo per primo. Tuttavia, se non funziona, OSS una valida alternativa. Se si dispone di avanzati requisiti di audio, si dia un'occhiata alla pagina Audio per una panoramica dei diversi articoli.

    Graphical User Interface (interfaccia grafica utente)

    Installare X

    L'X Window System (comunemente chiamato X11, o semplicemente X) consente di disegnare su schermo

    le finestre. Fornisce il toolkit standard per visualizzare interfacce utente grafiche (Graphical

    User Interface, GUI).

    Per installare i pacchetti base di Xorg:

    # pacman -S xorg-server xorg-server-utils xorg-xinit

    Installare mesa per il supporto 3D:

    # pacman -S mesa

    Installare un driver video

    Nota: Se si sta installando Arch Linux come guest su virtualbox, non necessario installare un driver video. Consultare la pagina Arch Linux guests per installare ed impostare le Guest

    Additions, e saltare alla parte Impostare il layout della tastiera descritto di seguito.

    Il kernel Linux include driver video open-source e il supporto per il framebuffer hardware

    accelerato. Tuttavia, il supporto in spazio utente necessario per OpenGL e l'accelerazione 2D in X11 .

    Se non si conosce la scheda grafica disponibile sul vostro computer, possibile eseguire:

    $ lspci | grep VGA

    Per una lista completa di driver video open-source, cercare nel database dei pacchetti:

    $ pacman -Ss xf86-video | less

    Il driver vesa un generico mode-setting driver che funziona con quasi tutte le GPU, ma non fornisce alcuna accelerazione 2D o 3D. Se un driver migliore non pu essere trovato o non viene caricato, Xorg ripiegher a vesa . Per installarlo:

    # pacman -S xf86-video-vesa

    Al fine di poter usufruire dell'accelerazione video per lavorare, e spesso per poter usufruire

    di tutte le modalit che la GPU pu impostare, necessario un driver video corretto:

    Marca Tipo Driver

    Pacchetti Multilib

    (Per eseguire applicazioni 32 bit su

    Arch x86_64)

    Documentazione

    AMD/ATI Open

    source xf86-video-ati lib32-ati-dri ATI (Italiano)

  • 26

    Proprietary catalyst-dkms lib32-catalyst-utils ATI Catalyst

    (Italiano)

    Intel Open source xf86-video-

    intel lib32-intel-dri Intel (Italiano)

    Nvidia

    Open source

    xf86-video-

    nouveau lib32-nouveau-dri Nouveau (Italiano)

    xf86-video-nv (legacy driver)

    Proprietary nvidia lib32-nvidia-libgl

    NVIDIA (Italiano) nvidia-304xx lib32-nvidia-304xx-utils

    Installare driver di input

    Udev dovrebbe essere in grado di rilevare l'hardware senza problemi. Il driver evdev (xf86-

    input-evdev) il moderno driver di input hot-plugging per quasi tutti i dispositivi, quindi, nella maggior parte dei casi, l'installazione di driver di input specifici non pi necessaria. A questo punto evdev gi astato installato come dipendenza del pacchetto xorg-server.

    Gli utenti notebook (o utilizzatori di un touchscreen) avranno inoltre bisogno del pacchetto

    xf86-input-synaptics per permettere ad X di configurare il touchpad/touchscreen:

    # pacman -S xf86-input-synaptics

    Per maggiori informazioni su particolari configurazioni o riguardo alla risoluzione di problemi

    nella configurazione del touchpad, consultare il wiki Touchpad Synaptics.

    Configurare X

    Attenzione: I driver proprietari di solito richiedono un riavvio dopo la loro installazione. Si

    veda NVIDIA o ATI Catalyst per i dettagli.

    Xorg contempla l'auto-configurazione. Pertanto, in molti casi, potrebbe tranquillamente

    funzionare senza l'ausilio di un file xorg.conf. Se si desidera configurare il Server X,

    consultare la documentazione di Xorg.

    Qui possibile impostare un layout per la tastiera se non si utilizza una tastiera standard US.

    Nota: Il valore da inserire in XkbLayout pu differire dal codice keymap solitamente usato dai comandi loadkeys. Un elenco dei layout di tastiera e le loro varianti possono essere trovati in

    /usr/share/X11/xkb/rules/base.lst (si veda il testo subito dopo la linea ! layout). Ad esempio

    il valore: gb corrisponde a English (UK), mentre per la console era loadkeys uk.

    Testare X

    Suggerimento: Questi passaggi sono opzionali . Utile solo se si sta installando Arch Linux per

    la prima volta o per l'hardware pi recente. Nota: Se i dispositivi di input non funzionano durante il test, installare il driver necessario

    dal gruppo xorg-driver, e riprovare. Per un elenco completo di driver di input disponibili,

    richiamare una ricerca con pacman (premere Q per uscire ):

    $ pacman -Ss xf86-input | less

    Se avete intenzione di disattivare l'hot-plugging, avete bisogno solamente dei pacchetti xf86-

    input-keyboard o xf86-input-mouse, altrimenti evdev agir come driver di ingresso principale (consigliato).

  • 27

    Installare un Ambiente di test predefinito.

    # pacman -S xorg-twm xorg-xclock xterm

    Se Xorg stato installato prima della creazione del proprio utente non-root e si avr un modello di file .Xinitrc vuoto nella propria $HOME che necessario eliminare o commentare in modo da avviare un ambiente desktop. Semplicemente eliminandolo X avvier l'esecuzione di un ambiente predefinito installato.

    $ rm ~/.xinitrc

    Nota: X deve sempre essere eseguito sulla stessa tty in cui si effettuato il login, per preservare la sessione logind. Questo gestito dal file predefinito /etc/X11/xinit/xserverrc.

    Per avviare una sessione (di test) di Xorg, eseguire:

    $ startx

    Alcune finestre mobili dovrebbe apparire, e il vostro mouse dovrebbe funzionare correttamente.

    Una volta verificato che l'installazione X stato un successo, si pu uscire da X con il comando exit al prompt e si ritorner alla console.

    $ exit

    Se lo schermo dovesse diventare nero, si pu provare a spostarsi su un'altra console virtuale (CTRL-Alt-F2 ad esempio), ed effettuare un login "cieco" come root, premendo poi Enter, ed

    immettendo la password di root confermata di nuovo con Enter.

    Si pu anche provare a terminare la sessione X con /usr/bin/pkill (si noti che una X maiuscola):

    # pkill X

    Se pkill non funziona, riavviare alla cieca con:

    # reboot

    In caso di errori

    Se si verificano problemi, cercare gli errori in Xorg.0.log. Al suo interno si ricerchino le

    linee che iniziano con (EE) che rappresentano gli errori, ed anche (WW) che sono avvertimenti

    che potrebbero indicare altri problemi.

    $ grep EE /var/log/Xorg.0.log

    Se dopo aver consultato l'articolo inerente la configurazione di Xorg si hanno ancora dei

    problemi e si necessita di richiedere assistenza sul forum di Arch o sul canale IRC, ci si

    assicuri di installare e utilizzare wgetpaste, postando anche i collegamenti dei seguenti file:

    # pacman -S wgetpaste

    $ wgetpaste ~/.xinitrc

    $ wgetpaste /etc/X11/xorg.conf

    $ wgetpaste /var/log/Xorg.0.log

  • 28

    Nota: estremamente importante fornire pi dettagli possibili (hardware, informazioni sui driver, etc) quando si chiede assistenza.

    Font

    Si potrebbe desiderare di installare un set di caratteri TrueType, in quanto solo font bitmap

    non scalabili sono inclusi di default. Dejavu un font di uso generico di alta qualit e con una buona copertura Unicode :

    # pacman -S ttf-dejavu

    Fare riferimento a Font Configuration per sapere come configurare il rendering dei font e a

    Fonts per i suggerimenti sui tipi di caratteri e le istruzioni di installazione.

    Scegliere ed installare una interfaccia grafica

    Mentre il sistema X Window fornisce il quadro di base per la costruzione di una Graphicals User Interface (GUI).

    Nota: La scelta di un DE o WM una decisione molto soggettiva e personale. Si scelga l'ambiente migliore in base alle proprie esigenze. possibile costruire il proprio ambiente desktop (DE) utilizzando un Window Manager (WM) e le applicazioni di propria scelta.

    Un Window Manager (Gestore delle finestre) controlla il posizionamento e l'aspetto delle

    finestre dell'applicazione in combinazione con il sistema X Window.

    Un Desktop Environment (Ambiente desktop), lavora in cima e in collaborazione con X, per

    fornire una completa interfaccia grafica funzionale e dinamica. Un ambiente desktop

    contiene in genere un gestore di finestre, icone, applets, finestre, barre degli

    strumenti, cartelle, wallpapers, una suite di applicazioni e capacit come il drag and drop.

    Al posto di lanciare X manualmente tramite startx da xorg-xinit, si veda Display Manager per le

    istruzioni su come utilizzare un gestore grafico delle sessioni, oppure si veda Far partire X al

    boot per l'utilizzo di un terminale virtuale esistente come equivalente ad un display manager ..

    Appendice

    Per un elenco dei programmi maggiormente utilizzati e si veda l'articolo Lista delle

    Applicazioni.

    Si veda anche Raccomandazioni Generali per consigli post-installazione, come la configurazione

    del touchpad o il rendering dei font.