MANTIENI LA SALUTE DELLE TUE GENGIVE EVITA L ALITOSI. Cosa... · L’alitosi patologica di origine...

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L’opuscolo informativo è proprietà della Sociedad Española de Periodoncia y Osteointegración (SEPA) e tradotto da Studio Dentistico Nardi. MANTIENI LA SALUTE DELLE TUE GENGIVE, EVITA LALITOSI

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  • L’opuscolo informativo è proprietà della Sociedad Española de Periodoncia y Osteointegración (SEPA) e tradotto da Studio Dentistico Nardi.

    MANTIENILASALUTEDELLETUEGENGIVE,EVITAL’ALITOSI

  • L’opuscolo informativo è proprietà della Sociedad Española de Periodoncia y Osteointegración (SEPA) e tradotto da Studio Dentistico Nardi.

    COSA SAPERE SULL’ALITOSI

    Cos’è l’alitosi? n odore sgradevole della bocca, comunemente chiamato alito cattivo o alitosi, si definisce come l’insieme di

    odori sgradevoli e/o offensivi che si emana dal cavo orale indipendentemente dall’origine. È un problema del quale può soffrire chiunque.

    Che tipi di alitosi esistono? ipendendo dall’origine, l’alitosi si può classificare in (Miyazaki et al., 1999): -alitosi genuina o vera

    -alitosi fisiologica -alitosi patologica patologica orale patologica extra-orale -pseudoalitosi -alitofobia Bisogna distinguere 3 tipi principali di alitosi: l’alitosi genuina o vera (l’odore sgradevole è veramente presente e si può misurare oggettivamente), la pseudoalitosi (quando non esiste un odore sgradevole però il paziente sostiene di soffrirne) e l’ alitofobia (quando persiste nel paziente la paura di soffrirne, nonostante il termine della terapia). Gli ultimi 2 tipi presentano un’ importante componente psicologica e il loro trattamento coinvolge la figura dello psicologo o dello psichiatra. A sua volta, l’alitosi genuina può classificarsi come alitosi fisiologica o patologica e quest’ultima può essere di origine orale od extraorale. Nell’alitosi genuina fisiologica è presente una situazione di salute orale e l’origine del problema è riconducibile allo strato superficiale di cellule epiteliali morte, sulla superficie del dorso della lingua, soprattutto nella regione posteriore (“impaniatura linguale”). Nell’alitosi genuina patologica orale, la fonte principale della produzione di composti di odore sgradevole, oltre all’impaniatura linguale, è dovuta alla

    presenza di altri processi patologici nel cavo orale, principalmente di patologie parodontali ( la gengivite e la parodontite, nelle varie forme). Approssimativamente nel 90% dei casi di alitosi genuina, l’origine del cattivo odore si trova in bocca. Tra questi, circa il 60% dei casi si associa a qualche tipo di patologia parodontale (gengivite in un 30% e parodontite in un altro 30%) (Delangheet al., 1998; Delanghe et al., 1999). Per questo, i professionisti dell’odontoiatria svolgono un ruolo strategico nella diagnosi e nel trattamento di questi pazienti. I casi di alitosi patologica extraorale frequentemente si associano a problemi otorinolaringoiatrici (tonsilliti e ipertrofia tonsillare con deposito di “caseum” nelle cripte) e solo in piccola percentuale ad altre patologie sistemiche (chetosi con alito “acetonico”, patologie gastro-intestinali, cirrosi epatica ecc.)

    Qual è la prevalenza dell’alitosi? ’importanza di questa condizione patologica è alquanto rilavante, giacché si stima che fra la popolazione adulta

    circa il 30% delle persone sia affetto o abbia sofferto di alitosi in qualche occasione. Non sono state descritte differenze di prevalenza fra uomini e donne (Iwakura et al. ,1994; Rosenberg et al. , 1991), nonostante la ricerca di un trattamento provenga più spesso da queste ultime, probabilmente per un loro maggiore interesse nei confronti della salute e dell’aspetto (Iwakura , 1994; Miyazaki, 1995). D’altra parte, la prevalenza dell’alitosi aumenta con l’età (Miyazaki et al., 1995), nonostante siano gli individui più giovani a richiederne il trattamento (Iwakura et al., 1994).

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    Qual è l’importanza dell’alitosi? ’alitosi è una condizione relativamente frequente, che può avere ripercussioni a livello psicologico, fino condizionare le

    relazioni di intimità, affettive ed anche lavorative e sociali, in una parola lo stile di vita delle persone che ne soffrono.

    Qual è la causa dell’alitosi? ’apparizione dell’alito cattivo si deve principalmente alla presenza di alcuni gas, denominati composti volatili

    solforati, nell’aria espirata dal cavo orale (Schmidt et al., 1978; Schmidt e Tarbet, 1978). I tre composti volatili solforati più importanti sono il solfuro di idrogeno, il metilmercaptano e il dimetilsolfuro. Il meccanismo di produzione di questi è direttamente associato al metabolismo proteico di alcuni batteri, principalmente anaerobi gram-negativi. Questo processo avviene soprattutto nella zona posteriore del dorso della lingua, nelle tasche e nelle pseudotasche parodontali, come risultato della fermentazione, operata dai batteri, di proteine, di peptidi e mucine salivari, di sangue e liquido crevicolare, di granulociti neutrofili lisati,di cellule epiteliali desquamate e di residui alimentari ritenuti nel cavo orale (Loesche,1999; Rosenberg, 1997; Van Steenberghe e Rosenberg, 1996; Yaegaki e

    Sanada, 1992a). Altri composti di odore sgradevole prodotti dai batteri della placca sono rappresentati da acidi a catena corta, come l’acido valerico, dall’acido butirrico, dalla cadaverina, dalla putrescina, dall’indolo e dallo scatolo (Goldberg et al. 1994; Reingewirtz, 1999).

    CHE RELAZIONE C’E’

    TRA LE GENGIVE E

    L’ALITOSI?

    Come la salute delle gengive influenza

    l’alitosi ome già detto precedentemente, nel 90% dei casi di alitosi l’origine si trova nella bocca e un 60% di questi si

    associa a patologie gengivali (gengivite e parodontite). Per quanto riguarda la gengivite, è stato dimostrato che esiste una relazione diretta fra il grado di deterioramento della salute gengivale e l’aumento della concentrazione di composti volatili solforati. Soggetti con gengive sane presentano una minor concentrazione di questi composti rispetto ai soggetti con gengivite ed in questi ultimi, man mano che aumenta il grado di infiammazione e la quantità di biofilm accumulato, aumenta la concentrazione di composti solforati e quindi l’alitosi (Kostelc et al. ; 1986, Ko et al. , 1996). D’altro canto, i livelli di produzione di composti solforati nella saliva diminuiscono quando esiste un ottimo mantenimento della salute parodontale (Miyazaki et al.1995). “ L’ALITOSI, CIOE’ L’INSIEME DI ODORI SGRADEVOLI O OFFENSIVI CHE EMANA DAL CAVO ORALE, E’ UN PROBLEMA DEL QUALE PUO’ SOFFRIRE PRATICAMENTE QUALUNQUE PERSONA”

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    “NEL 90% DEI CASI DI ALITOSI, L’ORIGINE DELL’ODORE SGRADEVOLE SI TROVA NEL CAVO ORALE. PER QUESTO IL RUOLO DELL’ODONTOIATRA E’ FONDAMENTALE SIA PER LA DIAGNOSI SIA PER IL TRATTAMENTO DI TALE DISTURBO” In relazione alla parodontite, Tonzetich nel 1973, fu il primo a dimostrare che la concentrazione dei composti volatili solforati nel cavo orale aumentava con l’aumentare della profondità di sondaggio (Yaegaki e Sanada, 1992b); successivamente tale dato fu confermato da studi epidemiologici nei quali vennero presi in considerazione gli indici parodontali comunitari (Miyazaki et al. , 1995) e fu rilevato che i pazienti con una o più tasche parodontali > 5mm presentavano valori di composti solforati del 30% maggiori rispetto a pazienti senza tasche (Rosenberg et al. , 1991). Si provò che le valutazioni dell’odore della bocca, del ricoprimento linguale e della saliva si associavano significativamente a livelli di composti solforati e agli indici di placca, di gengivite ed alla profondità di sondaggio (Rosenberg et al. ,1995). Inoltre fu dimostrato che l’alitosi di pazienti con parodontite era molto caratteristica, che il composto predominante era il metilmercaptano e che la sua concentrazione si associava all’indice di sanguinamento ed alla profondità di sondaggio (Yaegaki e Sanada, 1992a). Si giunse alla conclusione che la lingua costituisce la localizzazione principale di produzione dell’odore sgradevole nei casi di parodontite iniziale o moderata, mentre le tasche parodontali rappresentano la localizzazione principale di produzione di composti volatili solforati nei casi di parodontite avanzata (Yaegaki e Coil, 1998).

    “L’INDIVIDUO STESSO E’ IL PEGGIORE SOGGETTO NEL VALUTARE IL PROPRIO ALITO, PERTANTO LA SENSAZIONE DI SAPORE SGRADEVOLE O SECCHEZZA ORALE PUO’ PORTARE A PENSARE CHE CI SIA UN ALITO SGRADEVOLE QUANDO REALMENTE PUO’ NON ESSERE COSI’”

    Che influenza ha l’alitosi nei confronti

    della salute delle gengive? onostante normalmente si percepisca l’alitosi come un problema solo cosmetico, c’è evidenza che

    concentrazioni anche molto piccole di composti solforati siano tossiche per i tessuti. Tali sostanze potrebbero giocare un ruolo importante nella patogenesi delle malattie infiammatorie che coinvolgono il parodonto, come nel caso della gengivite e della parodontite, producendo le seguenti alterazioni a livello dell’epitelio giunzionale: aumento della permeabilità, distruzione localizzata della membrana basale, scomparsa della lamina lucida e frammentazione della lamina densa (Reingewirtz, 1999). I composti solforati producono anche alterazioni nei fibroblasti e nel citoscheletro (Van Steenberghe e Rosenberg, 1996), deteriorando il contenuto di collagene con inibizione della sua sintesi, diminuzione della sintesi di DNA ed inibizione del trasporto di prolina (Johnson et al., 1992). Ancora, i composti volatili solforati influenzano la risposta infiammatoria e favoriscono la distruzione dei tessuti: si è osservato un incremento di 20 volte maggiore della quantità di interleuchina-1 (IL-1), stimolazione della produzione di prostaglandine (PGE2) ed un aumento della produzione di collagenasi (Van Steenberghe e Rosenberg, 1996).

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    COSA SI PUO’

    OSSERVARE? L’alitosi patologica di origine orale (il 60% delle alitosi di origine orale) si caratterizza per l’emissione di gas con un odore sgradevole, percepibile da altre persone. Questo odore sgradevole è più intenso nei primi momenti della giornata, dato che i batteri, durante la notte, hanno molte ore di tempo per moltiplicarsi sulla superficie della lingua e sugli altri tessuti duri e molli del cavo orale (mucose, tasche parodontali e superfici dentali), favoriti dalla riduzione del flusso salivale notturno. La produzione di composti solforati, dall’odore sgradevole, che ne deriva, fa sì che possano volatilizzarsi più facilmente in presenza di poca saliva e diventare così più percepibili; lo stesso avviene dopo diverse ore di digiuno, durante situazioni di stress o dopo aver parlato per un tempo prolungato (Koshimune et al. , 2003). Bisogna tener presente, comunque, che l’individuo stesso non riesce a valutare in modo appropriato la “qualità” del proprio alito e non di rado confonde la secchezza del cavo orale o la percezione di un “sapore cattivo” con un’alitosi. (Rosenberg et al.1995). Questo è specialmente evidente nei casi di pseudo- alitosi ( in cui il soggetto pensa di soffrire di alitosi, però una volta spiegatogli che non è così, è in grado di accettarlo) e nei casi di alitofobia ( in cui la persona che pensa di soffrire di alitosi, nonostante gli si spieghi e gli si dimostri che non è così, non lo accetta). Quando l’alitosi si associa alla gengivite (30% dei casi di alitosi patologica orale), si osservano i sintomi tipici di tale condizione: gengive arrossate, che sanguinano facilmente, gonfiore delle stesse e delle

    papille interprossimali ed eventuale dolenzia. Tutto questo in presenza di grandi quantità di biofilm e tartaro sopra e sottogengivale. Quando l’alitosi si associa alla malattia parodontale (30% dei casi di alitosi patologica), si evidenziano gengive infiammate, arrossate, che sanguinano facilmente (nei non fumatori) e presenza di tasche parodontali, recessioni e distruzione ossea, che possono produrre mobilità dentaria, spazi fra i denti, triangoli neri e migrazione dentale.

    COSA DEVO FARE?

    Raccomandazioni terapeutiche na volta che il problema dell’alitosi venga diagnosticato, possiamo adottare le misure terapeutiche

    adeguate. Anzitutto, bisogna effettuare una precisa diagnosi differenziale per sapere che tipo di alitosi dobbiamo affrontare, come visto nella classificazione di Miyazaki, (1999). Questa classificazione include la necessità di trattamento (NT) di ciascuna categoria:

    • Alitosi genuina o vera o Alitosi fisiologica (NT-1). o Alitosi patologica. o Alitosi patologica orale (NT-

    1+NT-2). o Alitosi patologica extraorale

    (NT- 1+NT-3). • Pseudoalitosi (NT-1+NT-4). • Alitofobia (NT-1+NT-5).

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    Classificazione della necessità di trattamento:

    • NT-1: include la spiegazione delle cause e la valutazione dell’alitosi associata ad una profilassi professionale. Si istruisce il paziente riguardo le tecniche di igiene orale (spazzolamento, pulizia interdentale e uso di collutori e dentifrici specifici), includendo le pratiche di pulizia linguale. Come ultima cosa, si programmano visite di controllo periodiche.

    • NT-2: si realizza il trattamento parodontale necessario in ciascun paziente e si eseguono i trattamenti odontoiatrici adeguati individualizzati, nei casi in cui sia necessario.

    • NT-3: si indirizza il paziente presso un medico o uno specialista.

    • NT-4: si spiegano al paziente i dati ottenuti dagli esami, lo si istruisce alle procedure di igiene orale e gli si spiega, in particolare, che non presenta un’ alitosi oggettiva.

    • NT-5: si indirizza il paziente presso uno psicologo o uno psichiatra.

    Il trattamento dell’alitosi (fisiologico e/o patologico) ha come obiettivo principale quello di diminuire il numero di batteri produttori di odore sgradevole, presenti principalmente sul dorso posteriore della lingua, nei solchi e nelle tasche parodontali; in secondo luogo di ridurre il substrato proteico disponibile, che rappresenta il “cibo” per i batteri e come ultima cosa, neutralizzare

    la volatilizzazione delle sostanze dall’odore sgradevole (idrogeno solforato, metilmercaptano, dimetilsolfuro ecc.). “NEL TRATTAMENTO SONO FONDAMENTALI LE MISURE DI IGIENE ORALE, INCLUSA LA PULIZIA INTERDENTALE E QUELLA LINGUALE, ED ANCHE L’USO DI COLLUTORI SPECIFICI, DA USARE MEDIANTE GARGARISMI” Questo lo possiamo ottenere nei casi di alitosi genuina fisiologica, in cui si esegue una igiene orale professionale, associata ad una meticolosa spiegazione delle tecniche di igiene orale domiciliare (spazzolamento, pulizia interdentale con filo e/o scovolini secondo le necessità individuali, pulizia della lingua con appositi pulitori); come ultima cosa, si prescrive l’uso di un collutorio specifico da utilizzare mediante gargarismi (per raggiungere la parte posteriore del dorso linguale). Nel caso di alitosi genuina patologica orale, oltre ad applicare il protocollo descritto, si tratteranno le patologie parodontali con le tecniche terapeutiche appropriate. Naturalmente, andranno curate anche le eventuali patologie orali presenti: carie attive, otturazioni e manufatti protesici incongrui o debordanti, ecc.

    Raccomandazioni preventive onostante non si conoscano misure specifiche per la prevenzione dell’alitosi, sembra evidente che

    quando si associa a problemi parodontali, la prevenzione di questi preverrà anche il suo sviluppo. Fondamentale rimane, comunque, il mantenimento del cavo orale in stato di salute e per questo è necessario effettuare quotidianamente la profilassi igienica, basata sull’uso corretto dello spazzolino, del filo interdentale e, se indicato, degli altri strumenti di igiene interprossimale (super-floss e scovolini interdentali) e delle misure di pulizia linguale. Il ruolo del professionista deve essere quello di dirigere, istruire e incentivare queste procedure nei suoi pazienti.

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