Mann Buddenbrok

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  • 7/23/2019 Mann Buddenbrok

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    I Buddenbrookdi Thomas Mann

    Qui nel berceauda cui scrivo, su una poltroncina a dondolo di vimini gialli, restai un giorno per

    quattro ore di sguito a leggere con sempre crescente commozione un libroche un po cercato un

    po per caso mi era capitato tra le mani Dopo la colazione, con la sigaretta fra le labbra, lavevo

    trovato nel salottino, in un angolo della libreria, nascosto dietro solenni volumi, e mi ero ricordato

    di averlo acquistato sbadatamente anni prima da un libraio a prezzo doccasione: un grosso

    volume, mal rilegato e mal stampato su carta sottile e giallastra, la seconda parte di un famoso

    sistema losoco Me lero portato in terrazzo e voltavo pagina su pagina, profondamente

    assorto

    !na contentezza ignota, unimmensa riconoscenza mi empiva lanima "rovavo la soddisfazione

    incomparabile di vedere come una mente poderosa e superiore si fosse impossessata della vita, di

    questa vita cos# amara, crudele e be$arda, per sottometterla e condannarla %a soddisfazione di

    colui che so$re e che di fronte alla durezza e alla freddezza della vita ha sempre tenuto nascosta

    la sua so$erenza, con vergogna e con cattiva coscienza, e a un tratto dalla mano di un grande, di

    un saggio, si vede largito il diritto razionale e solenne di so$rire per colpa del mondo, di questomigliore dei mondi possibili, che con mordace e be$arda ironia gli vien dimostrato il peggiore di

    tutti i mondi possibili

    &on capivo tutto: princip' e premesse non mi apparivano chiari, e il mio cervello, poco esercitato a

    simili letture, non poteva seguire certe concatenazioni di idee Ma appunto lalternarsi di luce e di

    tenebra, di ottusa incomprensione, di vaghi barlumi e di improvvisa chiarezza mi teneva col ato

    sospeso, e le ore volavano senza che alzassi gli occhi dal libro o mutassi posizione sulla s(ggiola

    )llinizio avevo saltato alcune pagine, e andando avanti rapidamente nella ricerca inconscia e

    a$rettata dellessenziale mi ero so$ermato solo su qualche capitolo pi* attraente "oi incontrai unlungo capitolo che lessi dalla prima allultima parola, con labbra strette e sopracciglia aggrottate, e

    un volto severo, quasi senza vita, insensibile a tutto ci+ che mi stava dintorno l capitolo era

    intitolato: -Della morte e del suo rapporto con lintrinseca indistruttibilit. del nostro vero essere/

    Mi mancavano poche righe quando alle due mia madre venne in terrazzo per annunciare che il

    pranzo era pronto )ccennai di s#, lessi gli ultimi periodi, chiusi il libro e mi guardai intorno Mi

    sentivo lanima indicibilmente allargata e piena di una pesante, oscura ebbrezza, la mente

    annebbiata e inebriata da qualcosa di meravigliosamente nuovo, a$ascinante e promettente, che

    faceva pensare al primo trepido struggimento damore Ma quando con mani fredde e incerteriposi il libro nel cassetto del tavolo da giardino, il mio cervello in amme, dominato da una strana

    pressione, da una tensione paurosa, come se qualcosa vi stesse per scoppiare, ero incapace di

    formulare un pensiero

    -0he cosa ( stato1 2 mi chiesi entrando in casa e sedendomi a tavola 2 0he cosa mi ( accaduto1

    0he cosa ho appreso1 0he cosa mi ( stato rivelato1 3ra destinato a me1 "otr+ sopportarlo1 &on so

    che cosa sia stato so solamente che ( troppo, ( troppo per il mio cervello/

    4imasi tutto il giorno in uno stato di ebbro e oscuro sbalordimento, sopra$atto e senza pensieri

    "oi venne la sera ed io, incapace di reggere anc5ra la testa sulle spalle, mi coricai presto Dormiiper tre ore di un profondissimo sonno, come non mi era mai accaduto prima "oi mi svegliai di

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    colpo, con quel delizioso sgomento di chi si desta solo, con un amore nascente nel cuore

    ntorno a me la tenebra era tta 7upino, nel profondo silenzio e nellafa pesante, rimasi immobile

    a ssare il buio

    3d ecco, improvvisamente fu come se le tenebre si lacerassero davanti ai miei occhi, come se la

    parete vellutata della notte si squarciasse rivelando una immensa, sterminata, eterna vastit. di

    luce -o vivr+8/ dissi quasi a voce alta, e sentii tremare il petto in un singhiozzo interiore

    -9oleva dire questo, che io vivr+8 3sso vivr. e che questo esso; non sia io ( soltanto un

    inganno, un errore che la morte corregger. < cos#, ( cos# "erch1/ 3 a questa domanda la notte

    si richiuse dinanzi ai miei occhi Di nuovo non vidi, non seppi e non capii pi* nulla e mi lasciai

    ricadere sui cuscini, abbagliato e spossato da quel poco di verit. che mi era stato dato

    dintendere

    =iacqui immobile, in fervida attesa, quasi tentato di pregare che la luce ritornasse a illuminarmi 3

    la luce torn+ ) mani giunte, senza ardire di muovermi, potei vedere

    0he cosera la morte1 %a risposta non mi fu data con povere e presuntuose parole: la sentii,

    possedendola nel pi* profondo di me %a morte era una felicit. cos# grande che solo nei momentidi grazia, come quello, la si poteva misurare 3ra il ritorno da uno sviamento indicibilmente

    penoso, la correzione di un gravissimo errore, la liberazione dai pi* spregevoli legami, dalle pi*

    odiose barriere: il risarcimento di una lacrimevole sciagura

    >ine, disfacimento1 ?re volte da compatire chi provi orrore di questi vani concetti8 0he cosa nisce,

    che cosa si dissolve1 &ullaltro che questo corpo, questa personalit. e individualit., questo go$o,

    detestabile impedimento a essere qualcosa di diverso e di migliore8

    &on ( ogni uomo uno sbaglio, un passo falso1 &on cade, appena nato, in una dolorosa cattivit.1

    0arcere8 "rigione8 0eppi e catene dappertutto8 Dietro le inferriate della sua individualit., luomocontempla senza speranza le mura di cinta delle circostanze esteriori, nch viene la morte e lo

    chiama al ritorno in patria e alla libert.

    %individualit.8 )h, ci+ che si (, che si pu+ e che si ha sembra misero, grigio, insu@ciente e

    noiosoA ci+ che invce non siamo, non possiamo e non abbiamo, a questo aneliamo, con

    quellinvidia bramosa che diventa amore perch ha paura di diventare odio

    o porto in me il germe, il principio, la possibilit. di tutti gli sviluppi e di tutte le azioni Dove potrei

    essere, se non fossi qui1 0hi, che cosa, come potrei essere se io non fossi io, se questa mia

    persona non mi rinserrasse, e non separasse la mia coscienza da quella di tutti coloro che nonsono io1 %organismo8 0ieca, incauta, deplorevole eruzione della volontche urge8 Meglio,

    davvero, che tale volont. erri libera nella notte senza tempo e senza spazio piuttosto che languire

    in un carcere ocamente illuminata dalla amma tremula e vacillante dellintelletto8

    Dove sar+, quando sar+ morto1 Ma ( chiarissimo, ( estremamente semplice8 7ar+ in tutti coloro

    che abbiano mai detto io;, che lo dicono e che lo diranno

    0( soltanto il presente innito, e quella forza in me, che agogna alla vita con un amore

    dolorosamente soave, insistente ed estatico, e di cui la mia persona ( soltanto unespressione

    mancata 7ar+ in ogni lo derba, in una frase musicale di una 7infonia di Mozart, nel volo dellerondini, nel frinire delle cicale, nel richiamo lontano della natura, nelle fresche risate del

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    dopolavoro, nellaCato del mare senza vento 3 nella neve che lenta occa, ad annunciare una

    bellezza senza tempo

    "iangevaA premeva il viso sui cuscini e piangeva, esultante e come trasportato dallestasi di una

    felicit. la cui dolorosa dolcezza non poteva essere paragonata con nessunaltra al mondoE

    %e cognizioni illusorie dello spazio, del tempo e dunque della storia, la preoccupazione di

    sopravvivere onorevolmente, storicamente, nei discendenti, il timore di una qualche nale

    decomposizione e disgregazione storica, tutto questo lasci+ libero il suo spirito e non gli imped# pi*

    di comprendere leternit. perpetua &ulla aveva inizio e nulla niva 0era solo un innito presente

    E

    F