Manifesting

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Umberto De Marco

Il ManifestingIl ManifestingIl ManifestingIl Manifesting in praticain praticain praticain pratica

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Attenzione: le strategie riportate in questo libro sono frutto di anni di

studi e specializzazioni. Il lettore si assume piena responsabilità delle

proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi forma di

esercizio. Il libro ha esclusivamente scopo formativo e non sostituisce

alcun tipo di trattamento medico o psicologico. Se sospetti o sei a

conoscenza di avere dei problemi o disturbi fisici o psicologici dovrai

affidarti a un appropriato trattamento medico.

Il seguente e-book può essere riprodotto parzialmente o totalmente,

riportando fonte e nome dell’autore. È assolutamente vietata la vendita.

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Che cos’è il Manifesting?

Quando per la prima volta ho sentito parlare di manifesting, ho affrontato

l’argomento in modo molto scettico. Avevo appena finito di leggere The secret e

l’impressione che avevo avuto era stata negativa. Tutt’ora sono sicuro che il concetto

di legge attrazione sia importante, ma l’idea di fare completamente affidamento a Dio

o all’Universo per ottenere ciò che si vuole è una cosa che mi scandalizza. Nelle

pagine di quel libro avevo addirittura letto di chi si affidava completamente alla legge

di attrazione nel caso di malattie gravi. Questo mi aveva fatto sgranare gli occhi e

bollare l’intera faccenda come truffaldina.

Sia ben chiaro, tutt’ora trovo The secret come una bufala e, nelle mie sessioni di

coaching o nei corsi, quando qualcuno mi chiede se per ottenere ciò che vuole può

fare affidamento sulla legge di attrazione, la mia risposta è: “Basta solo che non affidi

a Dio o all’Universo la responsabilità di ottenere quello che vuoi”.

In seguito ho cominciato a studiare il potere della preghiera, così come molte

religioni iniziatiche antiche e ho notato alcune cose. Le statistiche dimostrano che se

accanto ad un malato c’è un gruppo di persone in preghiera, questi avrà molte più

possibilità di guarire rispetto a chi non ne ha neppure una. La cosa mi ha colpito al

punto tale da andare a studiare nel modo più dettagliato possibile i rituali magici,

notando alcune cose interessanti.

I rituali magico-religiosi, seppur di ordini diversi, sono caratterizzati da una serie

di elementi che si trovano in ogni celebrazione:

- la visualizzazione di ciò che si desidera,

- il legare a tale visualizzazione uno stato di coinvolgimento emotivo molto

elevato,

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- uno stato di coscienza alterato,

- l’affidarsi completamente a Dio, con la sicurezza che esso provvederà ad

occuparsi di tutto.

Questi elementi sono gli stessi che caratterizzano la programmazione degli

obbiettivi nella Programmazione neuro-linguistica; tranne per quel che concerne

l’affidamento a Dio, sostituito dall’affidamento a sé stessi, alla propria responsabilità

e alla propria motivazione.

Con questo non voglio assolutamente dire che Pnl e Manifesting siano la stessa

cosa.

La fisica quantistica ha dimostrato che le aspettative che nutriamo sulla realtà

tendono a modificarla. Quindi che si abbia fede in Dio o meno, che si creda in una

qualche forza Universale, le attuali scoperte scientifiche hanno dimostrato che il

nostro modo di vedere il mondo e di immaginarlo influenzano il mondo stesso.

In questo piccolo e-book non voglio trattare il manifesting da un punto di vista

scientifico, quello che mi preme è che tu apprenda come metterlo in pratica. Quindi,

se proprio dobbiamo dare una definizione di Manifesting, possiamo definirlo così: la

capacità di chiedere all’Universo di esaudire un tuo desiderio e di affidarsi ad esso.

Questo implica le prime tre regole:

1) Se chiedi qualcosa all’Universo è opportuno che tu sia convinto di

meritarlo. Bada bene, non dico che tu devi meritarlo, ma tu devi sentire

nel profondo di essere meritevole di quel dono. Se così non è, l’Universo

si accorgerà di questa tua titubanza. Immagina quando stavi a scuola e

chiedevi ai tuoi genitori di comprarti il motorino. Loro a quel punto ti

domandavano: “Sei andato bene a scuola”. Se la tua risposta era

titubante, allora potevi dimenticartelo. Lo stesso vale col Manifesting.

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2) Devi sapere esattamente quello che vuoi. Tanto per fare un esempio,

chiedergli “Voglio diventare ricco”, non vuol dire nulla. Che cosa

significa per te essere ricco? Se non hai chiaro questo, ciò che riporti

all’Universo non è una richiesta, ma una semplice parola.

3) Bisogna fare la richiesta e poi non pensarci più, affidarsi all’Universo

con la certezza che l’Universo si è già messo in moto per accontentarti.

Poiché questo è un manualetto pratico, voglio procedere subito a insegnarti a

superare le difficoltà che possono comportare questi primi tre punti.

Cosa fare se pensi di non essere meritevole?

Prendi un foglio di carta e scrivi tutte le cose che hai fatto per le quali meriti che

l’Universo realizzi il tuo desiderio. Non è importante che tu scriva le cose grandi, ma

contano le piccole azioni. Se queste non sono abbastanza, domandati: “Cosa posso

fare per essere meritevole?” Risponditi per iscritto e ogni giorno fai almeno qualcosa

che ti avvicini alla persona meritevole che vuoi diventare. La sera, prima di andare a

dormire, scrivi su un foglio di carta ciò che hai fatto di buono. Tutto questo non solo

di farà diventare meritevole, ma ti renderà anche consapevole di essere una persona

meritevole del benestare dell’Universo.

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Come si fa una richiesta all’Universo?

In questo caso, la cosa migliore è affidarsi al metodo per costruire dei buoni

obbiettivi che usa la pnl. Anche in questo caso, prendi un foglio di carta e rispondi a

queste domande.

- Che cosa desidero? (Affermalo in maniera positiva. Ad esempio: voglio non

essere povero è sbagliato; voglio guadagnare duemila euro a mese già va

bene)

- Che cosa vedrò, che cosa sentirò e quali sensazioni proverò quando otterrò

ciò che desidero?

- Come sarò in grado di sapere che ho ottenuto ciò che desidero?

- Il mio desiderio è congruente con i miei valori? (Se così non è, nella tua

richiesta non sarà mai totale, ci sarà sempre qualcosa che tratterrà la tua

volontà di affidarti all’Universo)

- Il mio desiderio è sano per me e per gli altri o implica delle conseguenze

negative? (Anche in questo caso, la presenza di conseguenza negative

potrebbe trattenere la realizzazione)

- Fai un elenco di tutto ciò di cui già sei in possesso e che è utile per ottenere

ciò che desideri.

- Per quale scopo vuoi ciò che desideri?

- Cosa guadagni se lo ottieni? Che cosa perdi? Come sarà la tua vita quando

lo otterrai?

Come ci si affida all’Universo?

L’idea che mi piacerebbe passarti è quella di non farti affidare completamente

all’Universo ma di imparare a collaborare con lui.

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Ti faccio subito un esempio. Se tu fossi un Dio e avessi di fronte a te due

persone che ti pregano, esaudiresti la richiesta di chi si limita a pregare o di chi,

magari ti prega un po’ meno, ma si impegna per ottenere ciò che desidera e ogni

giorno fa qualcosa per avvicinarsi? Immagino preferiresti il secondo.

L’atteggiamento che devi imparare a sviluppare lo posso sintetizzare così:

“Universo caro, io mi fido di te, fai quello che devi fare, intanto ora dedico tutte le

mie forze per ottenerlo da me”. Insomma, tu e l’Universo dovete collaborare.

Immagina di chiedere un favore ad un amico di cui ti fidi ciecamente. Mica ogni

giorno lo chiami per domandargli a che punto sta? Sai bene che farà ciò che gli hai

chiesto e ne sei così sicuro che non hai bisogno di fargli alcuna domanda.

In più, ogni giorno fai caso ai segnali che l’Universo ti manda.

C’è una storiella molto divertente a riguardo.

Un piccolo paesino viene devastato da un inondazione. Il prete del paese prega il

suo santo protettore affinché lo salvi. D’un tratto arriva un gommone. “Padre, salga a

bordo la portiamo in salvo”.

“Non si preoccupi” dice il prete. “Il mio santo mi salverà”.

Dopo dieci minuti passa un altro gommone. “Padre, salga a bordo, la portiamo in

salvo”.

E il prete ancora: “Non si preoccupi, il mio santo mi salverà”.

Dopo mezz’ora passa ancora un altro gommone: “Padre, venga, la portiamo in

salvo”.

“Non preoccupatevi figlioli, il mio santo mi salverà”.

Il prete, neanche a dirlo, muore nell’alluvione. Una volta in paradiso, va dal suo

santo protettore e gli dice: “Io mi fidavo di te e tu non mi hai salvato”.

“Come non ti ho salvato?” dice il santo. “Io ti ho mandato ben tre gommoni!”

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La tecnica – senza spiegazioni

Ciò che adesso ti segnerò è una tecnica di manifesting. Ti dico subito che non

me la sono inventata io, è forse una delle più conosciute. Qualcuno la chiama una

tecnica di ipnosi, qualcun altro la definisce auto-ipnosi indiana, qualcun altro ancoro

programmazione del futuro. Alla fine i nomi poco contano, ciò che mi preme in

questa sede non è tanto farti conoscere la tecnica, ma mostrarti come metterla in

pratica. Nei prossimi capitoli andremo a discutere di ogni singolo passaggio, in modo

da renderla il quanto più pratica e facile possibile.

1) Visualizza ciò che desideri, porta questa immagina al centro del tuo

cuore e riempila di emozione;

2) Porta l’immagine al centro della pancia e immagina una luce che parte

dalla radice del tuo naso e la illumina;

3) Connettiti con l’Universo e prendi quattro grossi respiri, caricando

quell’immagine di energia;

4) Soffia via l’immagine e senti il tuo desiderio come già realizzato. Poi

ringrazia Dio o l’Universo.

Se vuoi, puoi iniziare già ora a praticare questa tecnica. Dopo che avrai letto

tutto il libro, ti renderai conto che il modo in cui l’andrai ad eseguire sarà molto ben

diverso.

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Visualizzazione ed emozione

Per imparare a visualizzare bene ciò che si desidera occorre, in primo luogo,

rispondere alle domande che ti ho segnato nel capitolo precedente. Una volta risposto

puoi passare ad immaginare ciò che desideri.

Cerca di visualizzare ogni singolo particolare, da ciò che vedi, a ciò che ascolti,

sino ad arrivare alle sensazioni che provi.

I primi tempi potresti avere difficoltà, magari per te è la prima volta che ti

cimenti in una visualizzazione. Non ti preoccupare, è solo una questione di tempo.

Quanto più ti alleni in questa pratica più ti sarà facile. Un trucco può essere quello di

descrivere per iscritto nei minimi dettagli ciò che c’è nella visualizzazione di ciò che

desideri, di modo da ricordarlo ogni volta che chiudi gli occhi e ricrei l’immagine con

l’immaginazione.

Ma puoi fare anche qualcosa in più.

In Pnl si definiscono submodalità i modi particolari in cui accedi alle immagini

mentali, ai suoni e alle sensazione. Un’immagine può essere grande o piccola, chiara

o scura: queste sono, per l’appunto le submodalità.

Ciò che ti voglio consigliare di fare è immaginare un qualcosa di cui sei

assolutamente certo, di cui sei sicuro così come sei sicuro che domani il sole sorgerà.

A questo punto torna con la mente a quel qualcosa e stabilisci le submodalità.

L’immagine mentale è grande o piccola, ha una cornice, è statica o in

movimento, ha colori chiari o scuri, è vicina o lontana da te, sei associato

all’immagine o ti vedi in terza persona? Fai lo stesso con le submodalità auditive: c’è

un suono nell’immagine, qualcosa che ti dici, che tono ha, che volume ha, da dove

proviene? E, infine, cerca le submodalità cenestesiche: provi una sensazione

particolare, dove la senti, che colore ha, che peso ha, è immobile o in movimento?

Una volta che hai estratto le submodalità dell’evento certo applicale

all’immagine di ciò che desideri.

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Ad esempio: se l’immagine dell’evento certo è grande, rendi grande quella del

desiderio; se senti una musica nell’immagine dell’evento certo, inserisci quella stessa

musica all’immagine di ciò che desideri; se riconosci una sensazione nell’osservare

l’evento certo, ricrea quella stessa sensazione quando visualizzi ciò che desideri.

A questo punto devi imparare a riempire di emozione quel desiderio.

Il dover portare l’immagine all’altezza del cuore ha due significati, uno

simbolico e uno reale. A livello simbolico rappresenta che il nostro desiderio è puro,

parte dal centro della nostro cuore e ha a che fare con l’essenza più profonda di noi

stessi. Dal punto di vista pratico, nel motivo in cui immagini ciò che desideri al

centro del cuore, potrai notare come il battito del cuore aumenta, facendo aumentare

l’emozione che associ a quell’immagine.

L’emozione è l’elemento più importante del manifesting, senza di esso tutto ciò

che vai a fare in questa pratica è completamente inutile. Per questo voglio insegnarti

due modi per rendere più emozionante l’immagine desiderata.

Il primo modo consiste nell’associarti all’immagine che desideri. Vedi ciò che

vedresti se fossi dentro quell’immagine, se stessi vivendo la realizzazione del tuo

desiderio; ascolta ciò che ascolteresti e quello che ti diresti, e prova le sensazione che

proveresti.

Il secondo modo, invece, consiste nel visualizzare l’immagine di ciò che desideri

e domandarti: da 1 a 10 quanto è grande la mia emozione? Se l’emozione risulta

inferiore al dieci, chiediti: cosa dovrebbe esserci in questa immagine per

emozionarmi dieci? Oppure: cosa non dovrebbe esserci in questa immagine per

emozionarmi dieci? A questo punto, aggiungi o togli.

Applicando queste piccoli suggerimenti sarai già a metà dell’opera di

Manifesting.

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La connessione con l’Universo

Connettersi con l’Universo implica il sentirsi parte del tutto. Per farlo devi

sviluppare la consapevolezza di essere in un perfetto rapporto con tutto ciò che ti

circonda.

Per abituarti a fare questo ti propongo subito un esercizio.

Siedi in un posto, tenendo ben dritta la schiena. Concentrati sui piedi, sino a

risalire alla testa, attraversando ogni centimetro del tuo corpo, diventando

consapevole anche della presenza degli organi interni. Poi immagina di essere

tutt’uno con la sedia. Espandi la tua consapevolezza sino all’intera stanza in cui ti

trovi.

A furia di praticare questo esercizio potrai portarlo a limiti immaginabili: puoi

diventare tutt’uno con la casa, con il quartiere in cui vivi, con la tua città, sino a far

combaciare la tua consapevolezza con l’intero Universo. A questo punto sei pronto

sia per richiamare a te la luce, sia per praticare i quattro respiri.

Ma andiamo per gradi.

La luce ha un valore simbolico molto forte, non solo rappresenta Dio, ma anche

la sua benevolenza. Sia nei testi sacri che nei film che si ispirano ad essi, il santo è

sempre rappresentato come circondato da una luce. A livello fisico, invece, la luce

coincide con l’essenza stessa della vita. Pensaci bene, se non ci fosse la luce del sole

la vita non esisterebbe nel nostro mondo.

Quando illumini l’immagine che hai portato al centro dell’ombellico tu le stai

donando la vita e, allo stesso tempo, l’approvazione dell’Universo. Per creare questa

luce, però, non occorre il permesso dell’Universo, la crei tu, decidendo, senza farti

prendere dai dubbi, che quell’immagine è degna di realizzarsi e merita la

collaborazione delle energie universali per il suo manifestarsi.

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Visualizza bene la luce, sentine il calore, osserva come l’immagine – quando

viene illuminata – diventa più viva, più reale, come viene circondata dall’aura della

predestinazione, pronta a realizzarsi quando sarà opportuno.

I quattro respiri

Se hai imparato a sentirti tutt’uno con l’Universo, allora ciò che devi fare è

metterti in questo stato di consapevolezza e inspirare aria nella tua pancia come se la

stessi richiamando a te dalla fonte stessa dell’Universo.

Immagina il tuo corpo come un veicolo, un semplice mezzo, che serve per

condurre energia alla tua visualizzazione. In quel momento puoi immaginare di

smettere di esistere. Sei solo uno strumento. Ispiri energia per caricare la

visualizzazione, espiri e inspiri nuova energia. Concentrati unicamente su queste

azioni.

Quando diventa abbastanza pratico in questo, puoi applicare anche una

respirazione un po’ più complessa:

- inspiri per otto tempi,

- trattieni l’aria per sei tempi

- espiri per otto tempi

- trattieni di nuovo l’aria per sei tempi.

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Soffia via

Quando soffia l’immagina rilassati, immagina che quel soffio è pronto a

materializzarsi. Insieme a lui soffia via anche qualsiasi preoccupazione, dubbi,

disinteressati di ciò che hai appena fatto. Ringrazia e, nel fare questo, affidati

completamente a Dio o all’Universo.

Ciò che è in tuo potere è stato fatto e se l’hai fatto bene non c’è motivo per

pensarci.

Il tuo compito ora è quello di fare del tuo meglio per ottenere quello che vuoi e

di partecipare attivamente al processo di manifestazione, consapevole che l’Universo

già si è messo all’opera per aiutarti.

Quante volte?

Sono certo che ciò che hai trovato in queste pagine sia decisamente più

complesso di ciò che avrai già letto. In realtà con questo report ho voluto specificare

molte cose che di solito vengono date per scontate.

Ora però sono sicuro che ti starai chiedendo: “Ma quante volte devo praticare

questa tecnica?”

La risposta ideale sarebbe tutte le volte che puoi, ma non è molto chiara, così

cercherò di essere specifico.

Inizia a lavorare bene con i singoli pezzi della tecnica, imparando a renderteli

naturali. Esegui gli esercizi che ti ho segnato sino a quando non sei in grado di farli

facilmente, a quel punto unisci il tutto.

Quando l’intera tecnica di Manifestazione ti risulterà facile sarà opportuno

eseguirla almeno due volte al giorno, la mattina appena sveglio e la sera prima di

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andare a dormire. Ciò non toglie che se hai tempo durante la giornata (e sono sicuro

che cinque minuti liberi li trovi facilmente) puoi eseguirla tutte le volte che ne hai

voglia; anzi, più la applichi e meglio è.

Puoi eseguirla anche più volte consecutivamente.

Per darti una misura il quanto più possibile concreta, ti dico che l’ideale sarebbe

eseguirla sette volte al giorno.

Se ti sembra troppo, allora ti consiglio di domandarti se vuoi davvero ciò che

dici di desiderare, visto che il tempo da dedicarci (una volta presa confidenza con

l’intero processo) non è affatto eccessivo.

Ormai tutto è nelle tue mani!

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Note sull’autore

Umberto De Marco nasce il 21 agosto del 1984. A quindici anni comincia ad

appassionarsi alla scrittura e alla comunicazione, inizia a studiare entrambe,

concentrandosi maggiormente sui linguaggi non verbali. Da qui alla programmazione

neuro-linguistica il passo è breve. Segue corsi con i maggiori esperti italiani e

internazionali, appassionandosi anche alle nuove frontiere di queste tecniche, come il

Quantum coaching, e discipline energetiche quali l’Eft.

Ha iniziato a lavorare nel campo dell’automiglioramento all’inizio solo per

gioco. Poi quel gioco è diventato sempre più frequente, sino a quando si è trasformato

in un vero e proprio lavoro.

Due sono le cose che lo appassionano di questo mondo: l’essere un eterno

studente, e la possibilità di incontrare sempre gente nuova in grado di insegnargli e

dargli molto più di quel che possano pensare.

Puoi cercarlo su facebook, oppure contattarlo al suo indirizzo di posta

elettronica: [email protected]