Mani sporche

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Come prima, più di prima. Quindici anni dopo il biennio magico di Mani Pulite, l’Italia delle mani sporche ha perfezionato i metodi per rendersi più invisibile e invulnerabile. Prima sotto accusa erano i politici e il mondo industriale. Ora le parti sembrano invertite: sotto accusa sono soprattutto i magistrati. Ecco che cosa è successo negli ultimi anni, dal 2001 al 2007. Dal governo del cavalier Berlusconi e dell’ingegner Castelli a quello del professor Prodi e del ras di Ceppaloni, Mastella. Prima le leggi ad personam, ora le leggi ad personas, a beneficio degli intoccabili. La musica non cambia: è tutta colpa dei magistrati. Quei pochi che resistono, combattono da soli, spesso abbandonati dallo stesso Csm, vessati dalla stampa, criticati dalle altre istituzioni.

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Inchieste e reportagePRINCIPIOATTIVO

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Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Gianni Barbacetto,

Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi,

David Bidussa, Paolo Biondani, Caterina Bonvicini,

Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Carla Buzza, Olindo Canali,

Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Carla Castellacci, Massimo Cirri,

Fernando Coratelli, Pino Corrias, Gabriele D’Autilia, Andrea Di Caro,

Giovanni Fasanella, Massimo Fini, Fondazione Fabrizio De André,

Goffredo Fofi, Massimo Fubini, Milena Gabanelli, Vania Gaito,

Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore Giannella,

Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi,

Peter Gomez, Beppe Grillo, Ferdinando Imposimato, Karenfilm,

Giorgio Lauro, Marco Lillo, Felice Lima, Giuseppe Lo Bianco,

Carmelo Lopapa, Vittorio Malagutti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto,

Angelo Miotto, Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Alberto Nerazzini,

Sandro Orlando, Pietro Palladino, David Pearson (graphic design),

Maria Perosino, Renato Pezzini, Telmo Pievani, Paola Porciello

(web editor), Marco Preve, Rosario Priore, Emanuela Provera,

Sandro Provvisionato, Luca Rastello, Marco Revelli, Gianluigi Ricuperati,

Sandra Rizza, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti, Andrea Salerno,

Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo, Michele Santoro, Roberto Saviano,

Matteo Scanni, Filippo Solibello, Bruno Tinti, Marco Travaglio,

Carlo Zanda.

chiarelettereAutori e amici di

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“Alla fine il reatopiù grave diventa quello di chi raccontacerte cose, anzichédi chi le fa.La colpa non è dellospecchio, ma di chici sta davanti.”Enzo Biagi, giornalista (1920-2007).

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PRETESTO2fpagine 297, 747

“Vorrei vedere la partita della Lazio in tv:qui in carcere non c’è Sky?”Cesare Previti, ex senatore, deputato e ministro, condannato,ora in affidamento ai servizi sociali.

“In Italia un’impresa paga di tasse la metàdelle sue entrate. Un professionistapaga almeno il 35 per cento.Uno speculatore invece, uno chenon produce niente ma vivedi rendite finanziarie, se gli va malepaga il 12,5. E, se è bravo a usarela legge Tremonti, non paga una lira.E poi si discute del declino industrialedell’Italia!”Franco Bassanini, ex ministro della Funzione pubblica, fa parte de La Commission pour la libération de la croissance française.

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“Voi parlate di tremila euro, di cinquemila euro:ma li dobbiamo chiudere,quei giornali…”Massimo D’Alema, a commento del ddl Mastella sulle intercettazioni.

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“Sono sotto tutela, ma ho unavettura blindata senza benzina.Devo metterla di tasca mia.Quando propongo di usarela mia auto, mi vietanodi posteggiarla sotto il Palazzodi Giustizia e, se chiedo comedevo fare, mi rispondono‘dovrebbe stare a casa’...Più che dalla piazza, le vereintimidazioni mi vengonodalle istituzioni.”Luigi De Magistris, pm, Procura di Catanzaro.

“Gliela facciamopagare: vedrai,passerà gli annisuoi a difendersi.”Giuseppe Chiaravalloti, ex procuratore generale a Catanzaro, ex presidente Regione Calabria, ora vicepresidente dell’Authority per la Privacy, indagato per truffa allo Stato.

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“Prima avete fatto l’indulto,poi non avete bloccatola riforma dell’ordinamentogiudiziario.Scusa, Mastella, ma perchéci hai ripresentato il testoCastelli? Forse non lo sai,ma questo è il governodell’Unione.”Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture.

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© Chiarelettere editore srlSoci: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol SpaLorenzo Fazio (direttore editoriale)Sandro ParenzoGuido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare Spa)Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano

ISBN 978-88-6190-002-8

Prima edizione: dicembre 2007

Seconda edizione: gennaio 2008

Terza edizione: gennaio 2008

Quarta edizione: febbraio 2008

Quinta edizione: febbraio 2008

Sesta edizione: marzo 2008

Settima edizione: maggio 2008

www.chiarelettere.itBLOG / INTERVISTE / LIBRI IN USCITA

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chiarelettere

Gianni BarbacettoPeter GomezMarco Travaglio

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Gianni Barbacetto, giornalista. Ha lavorato al «Mondo», all’«Europeo», a «Diario».Collabora a molte testate, tra cui «Micromega». È direttore di Omicron (l’Osserva-torio Milanese sulla Criminalità Organizzata al Nord). È nato a Milano. Laureato inFilosofia, ha cominciato a lavorare per la radio (Radio Milano Libera, Radio Città,Radio Rai). Ha collaborato con il quotidiano «Bresciaoggi», con «Linus» poi, neglianni Ottanta, ha contribuito a fondare il mensile «Società civile», che ha diretto peruna decina d’anni. Si è molto divertito, anni fa, a condurre un programma televisivodi economia e finanza su una tv privata (Rete A). Più recentemente ha collaborato conFrancesca Comencini per il soggetto del film A casa nostra. I suoi libri: Milano degliscandali (con Elio Veltri), prefazione di Stefano Rodotà, Laterza 1991; Il grande vec-chio. Dodici giudici raccontano le loro inchieste sui grandi misteri d’Italia da Piazza Fon-tana a Gladio, Baldini Castoldi Dalai 1993; Campioni d’Italia. Storie di uominieccellenti e no, prefazione di Enrico Deaglio, Tropea 2002; Compagni che sbagliano. Lasinistra al governo e altre storie della nuova Italia, Il Saggiatore 2007. Con Peter Gomeze Marco Travaglio ha pubblicato Mani pulite. La vera storia. Da Mario Chiesa a Sil-vio Berlusconi, Editori Riuniti 2002 (di prossima riedizione per Chiarelettere).

Peter Gomez, inviato de «L’espresso», ha lavorato con Indro Montanelli prima a «ilGiornale» e poi a «La Voce». Collaboratore di «Micromega». Negli ultimi anni ha se-guito tutti i principali scandali italiani su mafia, tangenti e corruzione. I suoi libri: Omia bedda Madonnina (con Goffredo Buccini), Rizzoli 1993; L’intoccabile. Berlusconie Cosa nostra (con Leo Sisti), Kaos Edizioni 1997; Piedi puliti (con Leonardo Coen,Leo Sisti), Garzanti 1999; I complici (con Lirio Abbate), Fazi editore 2007. ConMarco Travaglio: La repubblica delle banane, Editori Riuniti 2001; Lo chiamavanoimpunità, Editori Riuniti 2003; Bravi ragazzi, Editori Riuniti 2003; Regime, postfa-zione di Beppe Grillo, Rizzoli-Bur 2004; L’amico degli amici, Rizzoli-Bur 2005; In-ciucio, prefazione di Giorgio Bocca, Rizzoli-Bur 2005; Le mille balle blu.Vignette diEllekappa, Rizzoli-Bur 2006; Onorevoli Wanted, Editori Riuniti 2006; E continua-vano a chiamarlo impunità, Editori Riuniti 2007.

Anche Marco Travaglio ha lavorato per «il Giornale» e «La Voce». Dal 2006 è ospitefisso nella trasmissione di approfondimento giornalistico, Annozero, condotta da Mi-chele Santoro. Sul quotidiano «l’Unità» tiene una rubrica fissa (prima «Bananas», ora,con l’avvento del governo Prodi, «Uliwood Party»). Collabora anche con «la Repub-blica», per la quale cura nelle pagine torinesi la rubrica domenicale «Carta canta».Scrive inoltre sul settimanale «L’espresso» (rubrica «Signornò»), su «A», diretto daMaria Latella, e sui periodici «Micromega», «Giudizio Universale», «Linus». I suoilibri: Stupidario del calcio e altri sport, Mondadori 1993; Palle mondiali, Mondadori1994; Il pollaio delle libertà, Vallecchi 1995; Il processo. Storia segreta dell’inchiesta Ro-miti (con Paolo Griseri, Massimo Novelli), Editori Riuniti 1996; Meno grazia piùgiustizia, Donzelli 1997; Il mestiere di sindaco, Guerini & Associati 1998; Il manualedel perfetto impunito, Garzanti 2000; L’odore dei soldi (con Elio Veltri), Editori Riu-niti 2001; Bananas, Garzanti 2003; Montanelli e il Cavaliere, Garzanti 2004; Intoc-cabili (con Saverio Lodato), Rizzoli-Bur 2005; Berluscomiche, Garzanti 2005; Lascomparsa dei fatti, Il Saggiatore 2006; Uliwood Party, Garzanti 2007. Con PeterGomez ha pubblicato gli altri suoi libri-inchiesta (vedi sopra).

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Prologo 5

PRIMA PARTE

2001. Il ritorno del Cavaliere 25

1. Il Parlamento degli inquisiti 28 - 2. L’Ingegner Guardasigilli 313. Guerra totale alla Giustizia 37

2002. Toghe sporche, corsa a ostacoli 60

1. Come difendersi dal processo 75 - 2. Girotondi ed epurazioni 863. A Brescia, a Brescia 91

2003-2006. Nessuno lo può giudicare 106

1. Questo processo non s’ha da fare 108 - 2. Fuga dalla Giustizia 1283. Berlusconi, l’ora del verdetto 150 - 4. Tutti impuniti 1575. Pecorella abolisce l’appello 165

Accuse false, accuse vere 168

1. Armi di distrazione: Telekom Serbia 168 - 2. Armi di distrazione:il caso Mitrokhin 182 - 3. Mediaset: i fondi neri del Cavaliere 1954. La corruzione del teste Mills 206

Banche & bancarotte 219

1. Geronzi e il crac Italcase-Bagaglino 222 - 2. Cirio, come natura truffa 225 - 3. Parmalat, il latte versato 232

Furbetti & furboni 284

1. Il partito del Governatore 286 - 2. Bpl-Antonveneta, scalata

Sommario

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azzurro-verde 292 - 3. Unipol-Bnl, scalata rossa 323 - 4. Ricucci-Corriere,scalata trasversale 352 - 5. Giustizia, profumo d’intesa 369

Le nuove Tangentopoli 3821. Il business della Sanità 392 - 2. Torino, Tav e Olimpiadi 427 3. Enelpower-Enipower, le tangenti gemelle 432 - 4. Woodcock, Potenza di un pm 437

Intanto, a Palermo 4501. L’era di Grasso 452 - 2. L’eredità di Caselli 476

SECONDA PARTE

Il ritorno del Professore 5111. Promesse da marinaio 513 - 2. Cosa nostra, cambio di stagione 5173. Politica, cambio di stagione 520

Clemenza e Ingiustizia 544

L’insulto dell’indulto 572

I grandi scandali 6191. Calciopoli 619 - 2. Potenza dei vip 641 - 3. Telecom spie 650

Il Parlamento vergogna 6871. Il comma Salvaladri 689 - 2. L’ordinamento Castelli-Mastella 6943. Le altre leggi-vergogna 705 - 4. Intercettazioni e bavaglio alla stampa 709 - 5. Conflitto d’interessi e tv 720 - 6. Antimafia omeopatica 730

A Cesare quel che è di Silvio 7441. Salvate il soldato Previti 746 - 2. Il caso Mondadori 7633. Il caso Sme-Ariosto 771

La sinistra alla sbarra 7841. Tutti contro Clementina 786 - 2. Tutti contro De Magistris 8213. Il tramonto dell’Impero 845

APPENDICE

Com’è andata a finire 8791. Che fine hanno fatto gli imputati 879 - 2. Che fine hanno fatto i magistrati 888

Intervista al pm Francesco Greco: «Ieri c’erano i pirati, oggi i corsari» 896

Indice dei nomi 915

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A Enzo Biagi,Vittorio Corona

e Claudio Rinaldi,che già ci mancano.

Tanto.

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Può stare nel luogo santo chi ha mani innocenti e cuore puro: mani innocenti sono mani che non vengono usate per atti di violenza,

sono mani che non sono sporcate con la corruzione e con tangenti. Cuore puro, quando il cuore è puro? È puro un cuore che non si macchia

con menzogna e ipocrisia, un cuore che rimane trasparente come acquasorgiva perché non conosce doppiezza.

Papa Benedetto XVI, 1° aprile 2007

Quando non si vede bene cosa c’è davanti, viene spontaneo chiedersi cosa c’è dietro.

Norberto Bobbio

Nel Ventennio, ai tempi della campagna per la bonifica delle paludi, nei comuni interessati venivano affissi manifesti con la scritta «Guerra

alle mosche e alle zanzare» e le istruzioni per la disinfestazione. Un giorno –si racconta – un prefetto si recò in visita a un comune del litorale laziale.Appena scese dall’auto, fu accolto dalle autorità civili, militari e religiose, ma soprattutto da una nuvola di mosche. Allora prese da parte il podestà

e lo redarguì: «Ma come, in questo comune non avete fatto la guerra alle mosche?». E quello, allargando le braccia: «Sì, eccellenza,

ma hanno vinto le mosche».Piercamillo Davigo

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Prologo

Il 5 luglio 2006, su ordine della Procura di Milano, gli agenti dellaDigos fanno irruzione in un palazzo in via Nazionale 230, a Roma.Salgono veloci per la scala B fino al sesto piano e raggiungono l’in-terno 12: un mega-appartamento di quattordici stanze dove vivegiorno e notte, ma soprattutto lavora tra una decina di computerperennemente accesi, un omino piccolo, dal forte accento abruzze-se e una vaga somiglianza con Renato Rascel. Il suo nome è PioPompa, è nato all’Aquila il 15 febbraio 1951 ed è un funzionariodel Sismi. Il suo compito è quello di preparare analisi, descriverescenari, segnalare per tempo eventuali pericoli per la sicurezza na-zionale e soprattutto tenere i rapporti con televisioni e giornali.L’ha assunto per chiamata diretta Niccolò Pollari, il generale dellaGuardia di finanza scelto nell’autunno del 2001 dal neopremierSilvio Berlusconi come capo del servizio segreto militare al postodell’ammiraglio Gianfranco Battelli.

In quei giorni sia Pompa sia Pollari sono coinvolti nelle indagi-ni sul sequestro dell’imam egiziano Abu Omar, rapito a Milano il17 febbraio 2003 da un commando della Cia e tradotto prima al-la base di Aviano, poi all’aeroporto di Ramstein, in Germania, in-fine in un carcere egiziano, dove è stato torturato per sette mesi.Pollari è indagato per sequestro di persona, Pompa per favoreggia-mento. Nei cassetti, negli schedari, nelle casseforti e nei computerdell’appartamento di via Nazionale, la Polizia trova centinaia diappunti, report e dossier su politici, magistrati, imprenditori, gior-nalisti, dirigenti delle forze dell’ordine e dei servizi di sicurezza,oltre alle prove dell’attività di disinformatija svolta da Pompa perconto di Pollari recapitando e facendo pubblicare «veline», perlo-

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più inattendibili, da giornalisti amici. Tra l’altro, saltano fuori al-cune ricevute che documentano i pagamenti a uno dei giornalistipiù fidati del giro Pompa: il vicedirettore di «Libero» Renato Fari-na che, negli anni, aveva percepito almeno 30mila euro, in viola-zione della legge istitutiva dei servizi segreti, per pubblicare noti-zie tanto «ispirate» quanto false in tema di lotta al terrorismo. Pro-prio Farina, nome in codice «Betulla», racconterà in un lunghissi-mo interrogatorio quanto fosse stretto il rapporto tra Pompa e Pol-lari, tant’è che il generale, quando gli presentò Pio, disse: «Io lochiamo shadow, la mia ombra». E in effetti il binomio tra i dueappare indissolubile.

Pompa e Pollari si sono conosciuti nella primavera del 2001. Afare da tramite è stato un comune amico: don Luigi Verzè, il preteche ha fondato a Segrate, ai confini con Milano 2, l’impero sanita-rio multinazionale «San Raffaele» ed è da sempre legato a SilvioBerlusconi. Pollari, che in quel momento è solo il numero due delCesis, l’organismo di coordinamento tra Sismi e Sisde, sceglie subi-to Pompa come consulente. E Pompa, che nel suo passato vantaanche una lunga militanza nelle file del Partito comunista, gli sco-della sul tavolo dossier su dossier. Legge i giornali, naviga in inter-net, raccoglie notizie e pettegolezzi, poi mette tutto nero su bianco.Notizie a volte vere. A volte fasulle, inventate di sana pianta, soloper favorire il capo e i suoi amici.

Nell’estate del 2001, quando Pollari è ancora al Cesis ma già sache presto sarà promosso, Pompa gli prepara una relazione dedica-ta alle manifestazioni per il drammatico G8 che si è tenuto a Ge-nova dal 19 al 22 luglio. Quando stende la prima bozza, scrive:

Nell’ambito di un importante organismo d’intelligence, da parte delsuo massimo responsabile Battelli, è stata costituita una ristretta taskforce, affidata a un funzionario, con il compito di produrre prove circala presenza di estremisti di destra negli incidenti di Genova.

Poi depenna dal documento finale il nome dell’ammiraglio – no-minato ai vertici del Sismi dal centrosinistra e per questo inviso al-la nuova maggioranza – e lo sostituisce con le parole «da parte delvertice». Intanto chi deve capire capirà. Infatti Battelli, così scredi-tato con accuse totalmente false, verrà puntualmente sostituito daPollari il 26 settembre.

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Ma, tra le carte archiviate nell’Ufficio Disinformatija del Sismi,c’è di più e di peggio. L’attenzione degli investigatori si concentrasu un altro appunto anonimo: ventitré pagine, nove delle qualiscritte a macchina e datate 24 agosto 2001, in cui si propone di«disarticolare con mezzi traumatici» l’opposizione al governo Ber-lusconi. A una prima lettura, l’elaborato ha tutto l’aspetto di unpiano d’azione redatto per punti (preceduti da numeri o lettere del-l’alfabeto); letto col senno di poi, presenta straordinarie analogiecon il programma in materia di giustizia, libertà e sicurezza poi se-guito dal governo Berlusconi. Sotto i titoli «Area di Sensibilità»,«Area di Supporto» e «Sicurezza del Palazzo» sono indicate le ini-ziative da assumere per proteggere l’esecutivo e le informazioni ri-cevute da fonti (cioè spie) piazzate in vari tribunali della Repubbli-ca e al ministero della Giustizia. Chi legge ha la sgradevole sensa-zione che tutto quello che è accaduto nei cinque anni del centrode-stra fosse stato pianificato a tavolino: dalla guerra ai magistrati e aigiornalisti scomodi, alle leggi ad personam per bloccare i processi aBerlusconi & C., fino alle calunnie contro l’opposizione a colpi dicommissioni-vergogna, come la Telekom Serbia e la Mitrokhin.

La stele di Rosetta

Gli appunti spiegano come e perché «disarticolare», «neutralizza-re», «ridimensionare» e «dissuadere», anche con «provvedimenti» e«misure traumatiche», i nemici veri o presunti del leader di ForzaItalia. Un documento agghiacciante, un progetto para-eversivo chediventa una sorta di «stele di Rosetta», un codice nemmeno tantocifrato, utilissimo per decrittare ex post le mosse di un governo ret-to dall’uomo che, per Pompa, era un idolo assoluto. Tant’è che, inun fax inviato a Palazzo Grazioli il 21 novembre 2001, lo spione glisi rivolgeva così:

Signor Presidente, sul foglio che ho davanti stento ad affidarmi a frasidi rito per esprimerLe la mia gratitudine nell’aver approvato, nel Ciis[Comitato interministeriale per le Informazioni e la Sicurezza, nda] dioggi, il mio inserimento, quale consulente, nello staff del Direttore delSismi [Pollari, nda] [...]. In due occasioni, prima a Milano e successi-vamente a Roma, ho colto il Suo sguardo indagatore mentre Le strin-gevo la mano. Uno sguardo poi divenuto dolce conoscendomi come

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uomo fedele e leale di don Luigi Verzè. Sarò, se Lei vorrà, anche il Suouomo fedele e leale [...]. Mio padre contadino, don Luigi e Lei posse-dete la forza e la volontà di seminare per il futuro, oltre la Vostra esi-stenza. Desidero, dunque, averLa come riferimento e esempio ponen-domi da subito al lavoro. Un lavoro che vorrei, come mi ha suggeritodon Luigi, concordare con Lei quando potrò, se lo riterrà opportuno,nuovamente incontrarLa [...]. Avendo quale ispiratore e modello di vi-ta don Luigi Verzè, che mi ha esistenzialmente e affettivamente adotta-to, posso solo parlarLe con il cuore: insieme a don Luigi voglio impe-gnarmi a fondo, com’è nella tradizione contadina della mia famiglia,nella difesa della Sua straordinaria missione che scandisce la Sua esi-stenza [...]. È con il cuore che posso salutarLa: dopo aver fatto l’ope-raio, l’impiegato, il dirigente e quant’altro la Divina Provvidenza miha concesso di sperimentare, come la possibilità di poter lavorare perLei [...]. Il Suo pensiero mi appare profondo, ma di una estrema legge-rezza rappresentabile in un verso [di Eugenio Montale, nda]: «Quel te-nue bagliore strofinato, laggiù, non era quello di un fiammifero».

Interrogato dal Comitato parlamentare di controllo sui servizi se-greti (Copaco), Pompa sostiene che le carte sugli oppositori del go-verno erano in via Nazionale per sbaglio: «Sono arrivate in bustaanonima dall’Aquila. Le ho conservate solo perché mi ero dimenti-cato della loro esistenza». Ma è difficile credergli. Lo stesso Pollari,davanti al Copaco, descrive Pompa come un analista abile ed esper-to. Impossibile che gli sia sfuggito come la parte dattiloscritta deldocumento anticipi con profetica precisione gli avvenimenti deimesi successivi. Anche perché lo stesso Pompa ammette che i fogliscritti a mano erano stati vergati di suo pugno: «L’anonimo era po-co comprensibile e così l’ho ricopiato».

Sia come sia, il punto di partenza dell’analisi custodita dall’om-bra di Pollari è un assioma caro a Berlusconi: l’esistenza di «un di-spositivo approntato in sede politico-giudiziaria» che progetterebbe«iniziative di aggressione» contro «esponenti dell’attuale maggio-ranza di governo e di loro familiari». Chi faccia parte dell’oscurocomplotto diventa chiaro scorrendo tre diversi elenchi, numeraticon l’1, il 2 e il 3, tutti compresi sotto il titolo «Aree di sensibilità».Giornalisti, politici, intellettuali e soprattutto magistrati (di solitoindicati con la sigla della città in cui operano).

L’elenco numero 1 è di trentasette nomi, disposti su due colon-ne. Nella prima sono ventotto:

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«Violante» (Luciano, ex magistrato, dal 1979 deputato del Pci e poi deiDs, nel 2001 presidente uscente della Camera); «Colombo» (probabil-mente il direttore dell’«Unità» Furio Colombo, visto che il pm milaneseGherardo compare in seguito insieme ai colleghi); «D’Ambrosio» (forse ilmagistrato in aspettativa Loris d’Ambrosio, consigliere giuridico del Qui-rinale: l’ex magistrato milanese Gerardo compare più avanti); «on. Brut-ti» (Massimo, responsabile Ds per i servizi segreti e poi per la giustizia);«Arlacchi» (Pino, sociologo, già consulente della Procura di Palermo, inquel momento responsabile Onu a Vienna per la lotta alla droga); «Casel-li» (Gian Carlo, ex procuratore di Palermo, in quel momento rappresen-tante dell’Italia nella nascente superprocura europea Pro-Eurojust); «Flo-res d’Arcais» (Paolo Flores d’Arcais, filosofo, direttore della rivista «Micro-mega», noto per le sue battaglie in difesa della legalità); «De Benedetti»(Carlo, editore del gruppo Repubblica-Espresso); «Bruti Liberati» (Ed-mondo, sostituto procuratore generale a Milano); «Alderighi RM» (MarioAlmerighi, giudice a Roma); «Natoli PA» (Gioacchino, pm antimafia aPalermo, in quel periodo membro del Csm); «Ingroia PA» (Antonio, anchelui pm antimafia a Palermo, sostiene l’accusa nel processo Dell’Utri e haindagato anche su Berlusconi); «Maritati BA» (Alberto, ex magistrato anti-mafia a Bari, ora deputato Ds); «Principato PA TP» (Teresa, pm palermi-tana antimafia, in quel momento procuratore aggiunto a Trapani); «Sa-bella GE» (Alfonso, ex pm a Palermo, ora in forze al Dipartimento ammi-nistrazione penitenziaria: l’accenno a Genova potrebbe riguardare il suoruolo come responsabile della Polizia penitenziaria intervenuta al G8 diGenova nel luglio 2001); «Mancuso DAP/NA» (Paolo, già pm antimafia aNapoli, ora anche lui in servizio al Dap); «Mancuso BO» (Libero, fratellodi Paolo, presidente di Corte d’assise a Bologna); «Milillo NA» (GianniMelillo, ex pm a Napoli, poi consigliere giuridico al Quirinale e infinemagistrato alla Procura nazionale antimafia); «Monetti GE» (Vito, primaalla Procura generale di Genova, ora Pg in Cassazione); «Salvi RM» (Gio-vanni, fratello del deputato Ds Cesare, pm antimafia a Roma); «CesquiRM» (Elisabetta, pm a Roma, in passato ha indagato sulla loggia P2);«Lembo BA» (Corrado, pm antimafia a Bari); «Paraggio RM» (Vittorio,pm romano); «on. Bargone» (Antonio, deputato Ds molto vicino a Massi-mo D’Alema, sottosegretario uscente ai Lavori Pubblici, non più ricandi-dato); «De Pasquale MI» (Fabio, pm milanese del processo sui diritti Me-diaset che vede imputato anche Berlusconi); «Napoleoni MI» (Fabio Na-poleone, pm a Milano); «Casson VE» (Felice, pm veneziano noto per i suoiprocessi sulla strategia della tensione e sui reati ambientali); «Perduca TO»(Alberto, pm a Torino, candidato nel 2001 a far parte dell’Olaf, l’Organi-smo europeo antifrodi ).

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Nella seconda colonna, altri nove nomi, tutti di magistrati definiti«Supporters e/o braccio armato». In pratica, l’intero pool di Milano:

«Borrelli MI» (Francesco Saverio, procuratore generale); «Davigo MI»(Piercamillo, ex pm, giudice in Corte d’appello); «Bocassini MI» (IldaBoccassini, pm dei processi a Berlusconi e Previti); «Greco MI» (Francesco,pm specializzato in reati finanziari, pubblico accusatore in vari processi aBerlusconi & C. per falso in bilancio); «Taddei MI» (Margherita, anchelei pm nel pool di Greco, impegnata in alcuni processi a Berlusconi); «In-chino MI» (Giovanna Ichino, pm a Milano); «Carnevali MI» (Corrado,procuratore aggiunto); «D’Ambrosio MI» (Gerardo, procuratore capo);«Colombo MI» (Gherardo, pm anticorruzione, anche lui impegnato neiprocessi a Berlusconi e Previti).

L’elenco numero 2 è composto da otto nomi, alcuni ripetuti dalprecedente:

«Visco» (Vincenzo, ministro delle Finanze uscente del governo Prodi);«Scernicola» (Giovanni Sernicola, segretario particolare di Visco); «Vel-tri» (Elio Veltri, deputato uscente dell’Italia dei valori, già socialista lom-bardiano e poi dipietrista della prima ora, autore di vari saggi su Craxi epoi su Berlusconi e sugli «inciuci» del centrosinistra); «Arlacchi»; «on.Brutti»; «Bruti Liberati»; «Flores d’Arcais»; «Leoluca Orlando» (ex Dc,fondatore della Rete, già sindaco di Palermo noto per il suo impegno anti-mafia).

L’elenco numero 3 conta cinque magistrati, di cui quattro già ci-tati nelle prime due liste. Il titolo «Olaf Bruxelles» li indica presu-mibilmente come interessati all’organismo europeo antifrode ocomunque in ottimi rapporti con colleghi stranieri. Infatti l’uni-co nome nuovo è quello del giudice anticorruzione spagnolo Bal-tasar Garzón Real, titolare del processo a carico di Berlusconi eDell’Utri per le presunte irregolarità nell’affare Telecinco:

«Bruti Liberati MI», «Perduca TO», «Colombo MI», «Bocassini MI»,«Baldassarre Garzon MADRID».

Dopo le liste di proscrizione, che occupano le prime due pagine deldossier di via Nazionale, la terza e la quarta contengono il pianod’azione in sette punti, intitolato ancora «Aree di sensibilità».

1) Disarticolazione, graduale ma costante, del dispositivo approntatoin sede politico-giudiziaria, da noto esponente, già appartenente al-

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l’Ordine Giudiziario, che si è proposto quale ideologo e, poi, catalizza-tore e garante occulto di un gruppo di appartenenti a quell’Ordine[l’allusione, probabilmente, è a Violante, nda]. I percorsi di aggrega-zione sono mutati nel tempo con la costituzione di un movimento tra-sversale che ha reso nella sostanza obsolete le tradizionali «correnti»dell’Ordine [sempre giudiziario, nda]. Tale attività implica la conside-razione di alcuni personaggi, di rilievo, che in Italia ed, ora, anche al-l’estero rappresentano strutture di supporto, di mantenimento del con-senso e di promozione delle iniziative di aggressione.2) Disarticolazione, nei medesimi termini, delle iniziative ed attivitàriconducibili a soggetti – politicamente caratterizzati – che hanno, an-che, ricoperto incarichi di Governo nella pregressa Legislatura e chesono da considerare organici al progetto aggressivo di cui al punto pre-cedente. Indicatori, formali, di tale contiguità sono da considerare lepersone che hanno assunto posizioni di staff in sussidio di tali persona-lità e/o che han rappresentato il raccordo operativo per la persecuzionedei soggetti considerati avversari politici di livello e di coloro che, co-munque, venivano ritenuti alleati di questi ultimi.3) Neutralizzazione di iniziative, politico-giudiziarie, riferite diretta-mente a esponenti della attuale maggioranza di Governo e/o di loro fa-miliari (anche attraverso l’adozione di provvedimenti traumatici susingoli soggetti). Sedi: Milano, Torino, Roma, Palermo.4) Neutralizzazione o, al più, ridimensionamento di attività aggressive,politiche, giudiziarie, provenienti dall’estero, ma svolte in sinergia conambiti e soggetti di cui ai precedenti punti. Paesi di interesse: Spagna, In-ghilterra [i due paesi in cui Berlusconi e i suoi cari hanno guai giudiziari:Telecinco a Madrid e il caso All Iberian-David Mills a Londra, nda].5) Neutralizzazione di un disegno, in fase di perfezionamento concet-tuale e operativo, realizzato nell’ambito di organismi investigativi del-l’Unione Europea, volto ad enfatizzare iniziative aggressive già in corsoo promuoverne altre, anche in Paesi ulteriori dell’UE. La strategia inquestione è verosimilmente volta a stimolare iniziative giudiziarie e/odi delegittimazione di esponenti di rilievo dell’attuale maggioranza diGoverno al fine di promuovere interventi volti a stimolarne le dimis-sioni o anche proposte di empeachment [impeachment, nda].6) Esigenza di concettualizzare un team di soggetti di riferimento cheprenda come missione prioritaria la valutazione e la diagnosi precocedi ogni iniziativa aggressiva e di studiarne e attuarne misure di neutra-lizzazione o di deterrenza. Al contempo, il citato team, potrebbe (inparallelo) svolgere attività di dissuasione mediante l’adozione di ade-guate contromisure in Italia e all’estero.

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7) Tempistica:a) stante la verosimile possibilità che talune misure traumatiche suisingoli siano in corso di perfezionamento e che soggetti portatori dipensieri e strategie destabilizzanti, superato lo schok [choc, nda] del-l’impatto del risultato elettorale, possano, riorganizzandosi, cataliz-zare cellule di intervento all’interno di vari organismi fortementepermeati da soggetti vicini ai partiti della passata maggioranza, è in-dispensabile l’avvio di ipotesi di lavoro conformi allo spirito difensi-vo, testè delineato debba avviare immediatamente (cioè permetterein positivo di utilizzare il gap temporale offerto dalla sospensione fe-riale delle attività politico-giudiziarie [allusione al fatto che, dal 30luglio al 15 settembre, i tribunali e le procure restano aperti solo pergli atti urgenti, nda]). Peraltro ogni iniziativa in tal senso, pur poten-do contare sul background e sulla convinta partecipazione di ben in-dividuati uomini «di buona volontà», sconta una indispensabile fasedi avvio e di rodaggio che deve essere quanto meno iniziata con ef-fetto immediato.b) In questi termini una iniziale reattività è prefigurabile fin dalla pri-ma quindicina di settembre, mentre una congrua messa a regime delsistema richiede un periodo temporale minimo di almeno sei mesi.

Detto, fattoDelirii di uno o più spioni in cerca d’autore? Nemmeno per sogno.Progetti che verranno messi in opera dal governo Berlusconi e dallasua maggioranza – come raccomanda il dossier nell’agosto 2001 –«fin dalla prima quindicina di settembre» e nei mesi immediata-mente successivi. Se la Spectre anti-Cavaliere da «disarticolare» simuove sul fronte della corruzione e dei reati finanziari, ecco subitola legge che depenalizza il falso in bilancio. Se il nemico si annidaanche nelle magistrature del resto d’Europa, ecco pronta la leggeche, di fatto, cestina le rogatorie internazionali. E se il nuovo gover-no deve guardarsi dagli «organismi investigativi dell’Unione Euro-pea», come l’Olaf e l’Eurojust (l’organo che facilita la collaborazionetra le magistrature), ecco il sabotaggio di entrambi gli organismi, se-guito dal no del governo italiano al mandato di arresto europeo. Co-me vedremo, il 23 novembre 2001 il governo Berlusconi blocca lanomina all’Olaf di tre magistrati italiani, Perduca (citato due voltenelle liste di via Nazionale), Mario Vaudano e Nicola Piacente, chehanno vinto un regolare concorso. L’Olaf invita i tre a insediarsi lo

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stesso, anche senza il consenso di Palazzo Chigi. Vaudano lo fa e ilneoministro della Giustizia, Roberto Castelli, apre contro di lui unprocedimento disciplinare. Vaudano sarà costretto a dimettersi damagistrato per lavorare all’Olaf. Sua moglie, la giudice francese An-ne Crenier, scoprirà e denuncerà di essere stata spiata dal Sismi, ad-dirittura con intrusioni nella sua posta elettronica.

Il 13 marzo 2002 si replica con Eurojust: Caselli fa già parte del-l’organismo embrionale della superprocura europea, Pro-Eurojust,e come tutti i colleghi rappresentanti degli altri Stati membri atten-de di essere riconfermato. Ma il governo Berlusconi, unico in Eu-ropa, cambia cavallo, nonostante un appello dei vertici di Eurojustche lo invitano a mantenerlo nell’incarico. Estromesso da Bruxellese sostituito dal procuratore di Terni, Cesare Martellino (gradito –si dice – a Cesare Previti), Caselli viene nominato procuratore ge-nerale a Torino. E quando tenterà di concorrere per la Procura an-timafia, il governo tornerà a sbarrargli la strada con due leggi contrapersonam, per escluderlo dal concorso del Csm.

Fra gli altri magistrati citati nel rapporto, Boccassini e Colomboverranno perseguitati dal ministro della Giustizia con continueispezioni e procedimenti disciplinari. E così i fratelli Mancuso. Na-toli e Ingroia saranno estromessi dal pool antimafia di Palermo. Ein ogni caso quasi tutti i magistrati citati saranno oggetto di «ini-ziative traumatiche»: tra i primi provvedimenti del governo Berlu-sconi c’è il taglio delle scorte alle toghe in prima linea.

Il documento del Sismi denuncia poi il pericolo di «attività ag-gressive svolte in sinergia» tra pm italiani, spagnoli e inglesi. Anchequesto delirio produrrà ben presto contromisure concrete. Il 14 di-cembre 2001 il giornalista e senatore forzista Lino Jannuzzi, buonamico di Pollari, «rivela» su «Panorama» e sul «Giornale» che IldaBoccassini s’è incontrata in un albergo di Lugano con i colleghiCarlos Castresana, Carla Del Ponte ed Elena Paciotti (eurodeputa-to Ds) per «incastrare Berlusconi» e «trovare il modo di arrestarlo».Naturalmente è tutto falso, ma la smentita non arriverà mai.

L’estensore del piano vanta ottime fonti. In un passaggio, faesplicito riferimento a qualcuno che si è appena insediato nellostaff del ministro della Giustizia. In un altro parla di un anonimomagistrato con un incarico di «supporto governativo». In un terzocita una giornalista (senza nome) che avrebbe partecipato a Milano

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a un incontro tra pm in cui si era discusso il cambio d’imputazionein un processo alla Fininvest. Pare che l’informatissimo spione di-sponga di una struttura in grado di controllare le mosse della partepiù attiva della magistratura. E infatti «L’espresso» scoprirà che sot-to il governo Berlusconi, oltre al covo di via Nazionale, il Sismi ave-va almeno altri due uffici – uno a Palermo in via Notarbartolo, l’al-tro a Milano in piazza Sant’Ambrogio – in cui si spiavano le in-chieste delle Procure più «calde» d’Italia. Una rete informativa pa-rallela agli stessi servizi, che non rispondeva più allo Stato, ma apochi esponenti politici.

L’ufficio di Palermo viene smantellato il 5 novembre 2003, ilgiorno dopo l’arresto di due marescialli della Dia e del Ros, accusa-ti – insieme a mafiosi, imprenditori e politici del calibro del gover-natore Totò Cuffaro – di raccogliere notizie segrete sulle indaginiin corso. Uno dei due, in una telefonata intercettata, annunciavaall’altro di aver parlato con un collega del «coordinamento», il qua-le gli aveva spiegato «tutta la situazione, tutte le cose come stanno,tutte le notizie delle telefonate contro di me, contro di te. Comesono state fatte... da chi sono state fatte, il perché e tutta una seriedi cose».

I pm di Palermo si convincono che questo fantomatico coordi-namento sia proprio l’ufficio di Notarbartolo e la sua chiusura, pre-cipitosa e apparentemente immotivata, fa aumentare i sospetti. Persaperne di più, nel 2004 i magistrati ascoltano come testimone ilgenerale Pollari, il quale cade dalle nuvole. Lui, assicura, di quel-l’ufficio fantasma a Palermo non ha mai saputo nulla. Invece Mar-co Mancini, il direttore della Prima divisione del Sismi (addetta alcontrospionaggio, alla criminalità organizzata e al terrorismo), rac-conta alla Procura che in via Notarbartolo il Sismi aveva aperto un«ufficio antenna» per il controspionaggio economico e per control-lare la Libia. Possibile che Pollari non ne sapesse niente?

L’ufficio di Milano funziona, invece, almeno fino al maggio del2005, quando «L’espresso» ne svela l’esistenza. Anche lì si spiava illavoro dei magistrati impegnati nelle inchieste su Berlusconi. Nel-l’appartamento al pianterreno di un antico palazzo in piazzaSant’Ambrogio, utilizzato da un colonnello dei Carabinieri in ser-vizio alla presidenza del Consiglio, si seguiva l’andamento delle in-dagini milanesi su Mediaset, il Cavaliere e la presunta corruzione

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dell’avvocato inglese David Mills. L’alto ufficiale aveva lavorato peranni alla Dia e si era occupato di molte indagini delicate: a partireda quelle sui rapporti tra la Fininvest, Dell’Utri e la mafia. In parti-colare aveva gestito il pentito Gioacchino Pennino, un medicomassone e mafioso, un tempo ai vertici della Dc siciliana: l’unicopentito del processo Dell’Utri a ritrattare le accuse contro il bracciodestro del premier. Nell’autunno 2004 il colonnello scopre che ipm di Milano discutono con il Serious Fraud Office inglese se chie-dere l’arresto per corruzione dell’avvocato Mills. Una notizia segre-tissima, nota in quel momento soltanto a una ristretta cerchia diinvestigatori milanesi e londinesi che si scambiano documenti, te-lefonate ed email sulle modalità da seguire per l’eventuale catturadel professionista inglese. La questione è politicamente esplosiva:da una parte coinvolge il presidente del Consiglio italiano, dall’al-tra la famiglia di un esponente di primo piano del governo inglese(Mills è sposato con il ministro della Cultura dell’esecutivo di TonyBlair). E i pm sono convinti che nessuno sappia nulla. Invece gliuomini della rete di piazza Sant’Ambrogio sanno tutto. Che uso fail colonnello di un’informazione così delicata? Non si sa. È un fattoperò che, pochi mesi dopo, passa a lavorare alle dipendenze dellapresidenza del Consiglio. Cioè di Berlusconi. E anche suo figlio,agente del Sismi, fa carriera: inizialmente si occupa della sicurezzadelle comunicazioni cifrate tra le ambasciate, poi viene promosso alcontrospionaggio.

Del resto già nel 2001 il documento di via Nazionale, sotto il ti-tolo «Sicurezza del Palazzo», raccomandava una profonda ristruttu-razione dello staff di Palazzo Chigi:

È necessario pensare alla costituzione di un dispositivo «fiduciario» li-mitato a poche persone da inserire in ambiti diversi delle strutture.Tali soggetti non dovranno ovviamente costituire un corpo a parte,ma dovranno essere formalmente integrati nelle varie articolazioni. Intale modo sarà disponibile un apparato di sensori e di cartine di tor-nasole utile a prevenire e, se nel caso, a reprimere (potendoli conosce-re) eventuali atteggiamenti impropri posti in essere da taluni apparte-nenti alla struttura.

Un altro appunto manoscritto, intitolato «Attività di tutela di emi-nenti personalità di governo», spiegava il da farsi per proteggerel’esecutivo:

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A) Al livello interno.1) Nei rapporti con le istituzioni:– Valutazione costante degli «atteggiamenti impropri» propalati, adotta-

ti o adottandi, da Organi o persone, da attivarsi secondo programmipreventivamente illustrati all’Autorità o su sue specifiche indicazioni.

– Monitoraggio dei settori «notoriamente sensibili».– Studio di fattibilità di eventuali ipotesi di lavoro volte a «neutralizza-

re iniziative improprie». – Attivazione di procedure indicate dall’Autorità di volta in volta inte-

ressata.2) A livello di Organi diversi dalle Istituzioni.– Attività di «monitoraggio costante» di ogni iniziativa o ipotesi di ini-

ziativa volta a incidere sul regolare funzionamento, sul corretto eser-cizio e sulla credibilità di organi e/o soggetti di Governo.

– Approfondimento cognitivo di situazioni di minaccia riferite ad areesensibili, di cui si è attinta autonoma notizia o per cui sono richiesteadeguate attività.

– Valutazione delle «prospettive di rischio» e conseguente studio di fat-tibilità degli atteggiamenti e dei provvedimenti da assumere.

– Valutazione, a livello di intelligence economica, delle fonti, dellenotizie, degli indirizzi e delle prospettive di interesse, desunte dalprogramma di Governo, o, di volta in volta, indicate dall’Autorità[quest’ultima voce appare nell’appunto relativo al «Supporto di si-curezza generale», nda].

La storia si ripeteOra, che i servizi o parti «deviate» di essi, per obbedire (o compia-cere) a questo o quel governo, abbiano sempre tenuto d’occhio isettori più indipendenti e attivi della magistratura, del giornalismo,dell’imprenditoria e della politica, è storia vecchia. Nel libro ManiPulite abbiamo visto come, nel 1996, il Copaco dovette occuparsidella fantomatica «fonte Achille» del Sisde, che fin dall’inizio diMani Pulite raccoglieva dossier sui pm milanesi. «La raccolta dimateriale informativo comincia tra la primavera e l’estate del 1992,quando appare chiaro che le inchieste non si fermano dopo i primiarresti», si legge nella relazione del 6 marzo 1996, che denunciava

manovre da più parti per intromettersi nelle indagini, conoscere il lorosvolgimento, acquisire in tempo reale informazioni riservate su attigiudiziari che dovevano essere ancora compiuti, esercitare un controllo

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illegittimo sui singoli magistrati e sulla loro vita, costruire dossier cheservivano a delegittimarli.

Il Copaco parlava poi di altri dossier raccolti da uomini della Guar-dia di finanza:

Note informative sui magistrati (tra i quali il dr. Di Pietro, il dr. Co-lombo e altri), sulla loro vita, sulle indagini, sui rapporti dell’uno o del-l’altro con i colleghi e con individuati elementi della Polizia giudiziaria.

Fascicoli a disposizione anche di Bettino Craxi (il Copaco parlavadi «sinergia informativa»), sequestrati nel luglio ’95 dalla Digos inun ufficio di via Boezio a Roma: «Una serie cospicua di schedeinformative, idonee a gettare sospetti infamanti e a demolire l’im-magine del dr. Di Pietro». E poi rapporti anonimi sui pm milanesiDell’Osso, Colombo, Davigo, Di Maggio e Borrelli. E ancora gliappunti di Craxi che, dalla latitanza, dava la linea ai politici amici:

Il caso Di Pietro deve diventare un caso simbolo: bisogna andare a fon-do dato che ne esistono tutte le condizioni. Il crollo del mito determinaconseguenze a catena [...]. Ci sono obiettivi essenziali: il pool milaneseinnanzitutto. Sono magistrati che hanno usato strumentalmente il po-tere giudiziario [...]. Bisognerebbe avere il coraggio di chiederne l’arre-sto, magari prima che lo chiedano loro. Non se ne farà nulla, ma loscontro di fronte al Paese sarà portato a un livello alto e forte. Insom-ma, attaccare e non difendersi perché i mezzi di sola difesa sono insuffi-cienti. Bisogna denunciare i guasti della «rivoluzione giudiziaria» [...].Occorre usare la forza parlamentare con tutti i mezzi possibili, ivi com-presa la richiesta di clamorose inchieste e denunce contro abusi di pote-re [...]. Denunciare con forza la criminalizzazione delle regioni meridio-nali condannate a uno stato di crisi endemica... trattate come se fosserouna specie di Far West senza pionieri, in balìa di magistrati, sceriffi emilitari. Inchiesta parlamentare sui suicidi. Sulle intercettazioni telefo-niche [...]; sul deputato Violante e i suoi rapporti con la magistratura(solo dai tabulati Telecom Italia si possono trarre risultati miracolosi).

All’epoca parevano farneticazioni di un uomo disperato. In realtàerano un modus operandi, una filosofia di vita destinata a sopravvi-vere e ad affinarsi, fino a diventare metodo di governo.

E infatti dall’archivio di via Nazionale saltano fuori documenti,analisi e spiate, questa volta certamente indirizzati da Pompa a Pol-lari (lo si evince dall’intestazione), che nulla hanno a che fare con le

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finalità istituzionali del Sismi, ma che possono invece interessare, emolto, chi sta al governo. In un «appunto al Direttore», datato 3agosto 2002, si legge:

Dallo studio preliminare delle ultime attività di Medel [organizzazioneeuropea che raccoglie giuristi e magistrati, nda] e soprattutto dal suo prin-cipale sostegno italiano (Magistratura democratica) emerge quanto segue:1) Settori di attività: a) impegno per la garanzia dello status di magi-strato; b) opposizione a legislazione speciale sul terrorismo, che affide-rebbe maggiori poteri all’autorità di Polizia ai danni della magistratu-ra; c) opposizione a politiche e legislazione restrittive in materia di im-migrazione.2) Principali contatti in Italia: a) Gruppo Abele; Arci; Associazione dipromozione sociale; Centro di iniziativa per l’Europa del Piemonte;Associazione di studi giuridici sull’Immigrazione; Agenzia testimoni diGe-Nova; Associazione «Carta». Allegato: per quanto riguarda i pro-getti specifici promossi da enti e associazioni «non profit», benché nonsia esplicito alcun legame con Medel, può essere interessante approfon-dire la natura e i contenuti del «progetto Melting pot» promosso da«Sherwood Comunicazione e Comune di Venezia». I redattori sono:avv. Marco Paggi; Rosanna Marcato; Cris Tommesani; Gianfranco Bo-nesso; Milena Zappon; Barbara Barbieri; Claudio Calia; Jelena Mom-cilovic; Nait Salah Mourad; Leen Elen; Vojsava Zagali; Jonas ChineduOkonkwo; Graziano Sanavia.

Cinque mesi dopo, il 13 febbraio 2002, sul tavolo del direttore delSismi arriva un’analisi sulle difficoltà politiche che potrebbe incon-trare «la Commissione di inchiesta su Tangentopoli», invocata agran voce da tutto il centrodestra e parte del centrosinistra:

Presso ambiti qualificati si è appreso che, ben prima dell’istituzionedella Commissione di inchiesta su Tangentopoli, il movimento dei«giuristi» democratici militanti avrebbe verosimilmente predispostouna strategia di contrasto sia a livello nazionale che internazionale. Igiuristi si sarebbero avvalsi, da un lato, del supporto delle componentipolitiche, mediatiche e antagoniste a essi contigui o organici, dall’altrodel network internazionale facente capo a Medel. Nello specifico è sta-to riferito di incontri e contatti riservati intercorsi nei giorni immedia-tamente successivi al varo della Commissione tra Bruti Liberati, LivioPepino, Ignazio Patrone, Giovanni Salvi, Cesare Salvi, Sergio Coffera-ti, il segretario del Fnsi Paolo Serventi Longhi. In tale contesto, sareb-bero emersi i seguenti orientamenti: adottare forme di pressione sul

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Presidente della Repubblica strumentalizzando anche una presunta vo-lontà da parte del Governo di porlo in difficoltà attraverso il caso Te-lekom Serbia. [...] appoggiare strenuamente il disegno, che farebbe ca-po al fronte antiriformista e al movimento venutosi a costituire intor-no a Cofferati, teso a boicottare l’attività di Governo in attesa di even-tuali esiti negativi delle vicende giudiziarie del Premier.

Ossessionati dall’inesistente complotto internazionale anti-pre-mier, gli uomini di Pollari cercano anche di individuare i canali at-traverso i quali l’internazionale dei cospiratori comunica. In basealle carte sequestrate al Sismi, il Csm denuncerà che il servizio se-greto ha «controllato», oltre a mezza Procura di Milano, 10 consi-glieri (o ex) del Csm, 2 ex presidenti dell’Anm e 203 giudici di do-dici Paesi europei (di cui quarantasette italiani). Uno dei casi piùclamorosi è quello del giudice francese Emmanuel Barbe. Dice dilui il dossier del Sismi:

Secondo talune indicazioni, il magistrato di collegamento presso il mi-nistero di Grazia e Giustizia, Emmanuel Barbe risulterebbe da tempoin stretti rapporti con diversi esponenti di Medel [...]. Sembrerebbeche Barbe abbia avuto modo di diventare un profondo conoscitore del-le vicende politiche e giudiziarie riguardanti il nostro Paese sulla scortadi frequentazioni e di legami, agevolati dalla stessa Medel, con Lucia-no Violante, Antonio Di Pietro, Gian Carlo Caselli, Ignazio Patrone,Edmondo Bruti Liberati, Alessandro Perduca, Livio Pepino, ClaudioCastelli, Maria Giuliana Civinini, Giovanni Salvi, Luigi Marini [...].Fonte di buona affidabilità ha riferito in merito al previsto incontro tral’esponente del movimento Batasuna, Joseba Alvarez, e il magistratodel tribunale di Roma Domenico Gallo, membro di Medel. Tale in-contro dovrebbe svolgersi nella serata del 28 aprile a margine di un’as-semblea fissata per le 17.30 sulla situazione nei Paesi Baschi, organiz-zata dal Centro sociale Intifada, via di Casalbruciato 15, Roma. In par-ticolare, è stato riferito che il magistrato in questione risulterebbe con-tiguo ad ambienti della sinistra eversiva sia a livello nazionale che in-ternazionale e segnatamente con i CARC, l’Eta basca, il movimento bo-livariano di Evo Morales, l’EZLN del Subcomandante Marcos e con leFARC colombiane. Su tale versante, egli fungerebbe inoltre da collega-mento con esponenti politici, sindacali e della magistratura, tra cui:Sergio Cofferati, Nunzia Penelope (giornalista), Cesare Salvi, Giovan-ni Salvi, Papi Bronzini (Md), Ignazio Patrone (Medel), Edmondo Bru-ti Liberati (Md), Laura Curcio (Md), Amelia Torrice (Md), Amedeo

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Santosuosso (Md), Paolo Mancuso (Md), Giacinto Bisogni (Md), Le-tizio Magliaro (Md), Gianni Palombarini (Md), Marco Paternello(Md), Mario Vaudano (Md).

Telekom e Mitrokhin

«Logico» quindi che il Sismi si occupi anche di politica e soprattut-to della commissione Telekom Serbia, come vedremo montata adarte intorno alle calunnie di Igor Marini, un ex addetto alle puliziedel mercato ortofrutticolo di Brescia fatto assurgere al rango di go-la profonda. In un appunto del 26 luglio 2002 rinvenuto nell’uffi-cio di Pompa e intitolato «Situazione politica e alcuni suoi possibi-li risvolti», si legge:

Trasmetto per le valutazioni di interesse. A disposizione per ogni ulte-riore chiarimento, mi è gradita l’occasione per porgerLe cordiali saluti.Ambiti bene informati hanno fornito indicazioni inerenti il significatoe le motivazioni che, verosimilmente, sarebbero sottesi al recente mes-saggio alle Camere da parte del capo dello Stato. Motivazioni e signifi-cato rappresenterebbero l’esito di una serie di incontri e contatti inter-corsi tra il Segretario generale del Quirinale, dr. Gaetano Gifuni, e i lea-der Ds, Piero Fassino e Massimo D’Alema. Tali incontri, sollecitati for-temente anche da Lamberto Dini, avrebbero avuto come finalità la de-finizione di una strategia tesa a tutelare il Presidente della Repubblica ealcuni uomini politici dalle vicende che potrebbe assumere la vicendaTelekom Serbia. Nell’ambito della suddetta strategia, il messaggio alleCamere, in realtà, avrebbe perseguito lo scopo di dare un preciso segna-le sullo scontro politico e istituzionale che verrebbe a determinarsi qua-lora la Commissione parlamentare di inchiesta sull’affare Telekom Ser-bia dovesse orientarsi per una chiamata in causa del capo dello Stato, al-l’epoca ministro del Tesoro, unitamente a determinati esponenti del go-verno e della maggioranza di quel periodo. In particolare, l’interventosul pluralismo dell’informazione, contenente l’auspicio di estendere leprerogative della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai allereti private, costituirebbe l’anticamera di una ancora più decisa formadi pressione da attuarsi tramite lo sbarramento dell’opposizione e l’aleadel rinvio alle Camere della legge sul conflitto di interessi.

Dal documento si evince che il Sismi spiava addirittura il Quirina-le, monitorando i colloqui del braccio destro di Ciampi e attri-buendo poi agli atti del capo dello Stato – che si presumeva ricatta-

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to nel caso Telekom Serbia – finalità di ritorsione o di estorsionenei confronti dell’opposizione. Un quadro che riporta il Paese aitempi bui dei dossier del Sifar.

Ovviamente Pompa si occupa anche della commissione Mi-trokhin, l’organismo parlamentare dove il millantatore Mario Sca-ramella, consulente dell’ufficio di presidenza legato alla Cia e al Si-smi, fabbrica bufale contro alcuni esponenti dell’opposizione e ad-dirittura contro il presidente della Commissione europea RomanoProdi. Da ex iscritto al Pci ed ex sindacalista, Pompa conserva mol-ti buoni contatti nella sinistra. E così «rivende» al suo capo qualun-que pettegolezzo riesca a raccogliere. Il 6 giugno 2002 scrive:

Fonte vicina ad ambienti dell’opposizione ha informato che esponentidi spicco dei Ds, appartenenti all’area cui fa ancora capo la leadershipdel partito, avrebbero manifestato l’intenzione di non voler ostacolarel’accertamento, da parte della Commissione, dell’eventuale coinvolgi-mento di determinati uomini politici della sinistra. Ciò al fine di inde-bolire l’asse venutosi a costituire tra la parte più ortodossa del partito,la Cgil e il suo leader, Rifondazione comunista, Comunisti italiani el’area movimentista ricomprendente i no global e le frange più estremedell’antagonismo. L’obiettivo sarebbe quello di ricostituire una forte si-nistra, cosiddetta di Governo, in grado di ricompattare l’opposizione emantenerne la guida su basi programmatiche.

Parte di questo materiale verrà utilizzato mediaticamente. In qual-che caso Pompa passa le veline e i relativi veleni a giornalisti amici,che le pubblicano, anzi le fotocopiano, sui loro quotidiani. Emble-matico il caso di Eric Jozsef, corrispondente a Roma di «Libéra-tion», che verrà impallinato da «Libero», il giornale vicediretto daRenato Farina, con toni e contenuti molto simili a un «appuntoper il direttore (cioè per Pollari) trasmesso nel gennaio del 2003» eintitolato «Attacchi contro il presidente del Consiglio alla vigiliadel semestre italiano» (di presidenza Ue).

Si è avuta notizia che, sui recenti attacchi portati da alcune testate gior-nalistiche, avrebbero essenzialmente interagito: il nutrito gruppo digiornalisti e «giuristi» militanti raccolto intorno alla «Voce della Cam-pania» diretta da Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola; Michele San-toro; Giuseppe Giulietti; Paolo Serventi Longhi; Ignazio Patrone; SandroRuotolo e Giulietto Chiesa; il presidente della stampa estera in ItaliaEric Jozsef, corrispondente del giornale francese «Libération», autore

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di durissimi articoli contro il governo italiano ripresi e diffusi ad operadel magistrato belga Marie Anne Swartenbroeks. Quanto poi al ruolomediatico esercitato dalla «Voce della Campania» esso risulterebbe ca-ratterizzato dalle forti connessioni stabilite con ambienti dei cosiddetti«giuristi militanti», dal rappresentare una delle principali componentidel complesso circuito telematico facente congiuntamente capo ai siti«Centomovimenti» e «Manipulite.it» [nati al fianco dei Girotondi,nda] che alimenta il processo di delegittimazione del premier. Presti-giosi opinionisti [sic] hanno scritto negli ultimi anni per la «Voce». Traquesti, «Percy Allum», cittadino inglese il cui nome sarebbe AntonyPeter Allum, che, oltre ad essere punto di riferimento di alcuni corri-spondenti come quelli del «Guardian», dell’«Economist» e del «Finan-cial Times», godrebbe di solidi legami (in ciò agevolato dall’essere do-cente presso l’Orientale di Napoli) con ambiti del fondamentalismoislamico napoletano, fungendo anche da collegamento con quelli atti-vi in Gran Bretagna.

Tra i vari giornalisti spiati o «monitorati» dalle barbe finte, spunta-no anche l’allora direttore dell’«Unità» Furio Colombo (puntual-mente silurato nel 2005) e tutti e tre gli autori di questo libro.

Disarticolare, spiare, calunniare magistrati, giornalisti e intellet-tuali scomodi per il governo. Questo si progettava e si faceva negliuffici del Sismi, mentre Berlusconi sedeva a Palazzo Chigi. Per cin-que lunghi, interminabili anni.

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