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Lezione 14 – Sommario

La gestione finanziaria: elementi caratterizzanti

L’analisi degli equilibri aziendali La gestione del capitale

circolante Le decisioni di investimento

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La gestione finanziaria:elementi caratterizzanti

In termini generali, compito della gestione finanziaria è far fronte all’insieme delle decisioni

e delle operazioni relative al reperimento e all’impiego dei fondi aziendali nel rispetto degli

obiettivi di redditività, di solvibilità e di liquidità ritenuti soddisfacenti dall’organo di governo, nonché delle strategie da questo elaborate

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La gestione finanziaria:elementi caratterizzanti

I caratteri e le specificità dell’impresa commerciale, sia di natura strutturale che in riferimento ai processi da

questa implementati, hanno una notevole influenza sulla gestione delle risorse finanziarie

Il ruolo che queste occupano sia nella fase di start-up che nelle successive fasi di crescita e di

sviluppo assume connotati specifici e peculiari rispetto a quanto accade, da un lato, nelle imprese industriali e, dall’altro, nelle imprese di servizi non

rientranti nella distribuzione

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La gestione finanziaria:elementi caratterizzanti

Possono emergere, inoltre, problematiche finanziarie specifiche in virtù delle diverse “tipologie” di impresa

commerciale, a seconda:

delle categorie merceologiche trattate: alimentare o non alimentare

dell’ambito di operatività: all’ingrosso o al dettaglio

della specifica formula distributiva selezionata e della concreta forma da questa assunta

dell’eventuale appartenenza a sistemi verticali di marketing, come le reti di franchising

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La gestione finanziaria:elementi caratterizzanti

Emerge dunque la necessità di svolgere una corretta analisi della

natura delle problematiche finanziarie che sia

contestualizzata alle specificità dell’impresa commerciale:

Il controllo della dinamica del

capitale circolante

Il controllo della dinamica del

capitale circolante

La corretta gestione dei flussi di cassa

La corretta gestione dei flussi di cassa

La gestione degli

investimenti

La gestione degli

investimenti

La valutazione dell’impresa commerciale

La valutazione dell’impresa commerciale

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L’analisi degli equilibri aziendali

Tale analisi viene condotta attraverso l’elaborazione di margini e indici di bilancio il cui raffronto, temporale e spaziale, permetterà

all’analista di trarre utili indizi circa il raggiungimento e il mantenimento delle

condizioni di equilibrio

In ordine alla valutazione della gestione finanziaria, costituisce un elemento essenziale

l’analisi degli equilibri aziendali

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L’analisi degli equilibri aziendali

Equilibrio patrimoniale-finanziario (tra impieghi e fonti)

Equilibrio economico (tra costi e ricavi)

Equilibrio monetario (tra uscite e entrate)

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La gestione del capitale circolante

Le dinamiche del capitale circolante ricoprono un ruolo di primaria importanza nella gestione finanziaria

dell’impresa commerciale, la quale si trova a fronteggiare la diacronia tra gli incassi e i pagamenti

Il livello di capitale circolante è il risultato delle decisioni di investimento a breve termine, con effetti spesso reversibili, connesse alla gestione corrente dell’impresa e con un impatto più limitato nel tempo

Ciclo dell’attivo Ciclo del passivo

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La gestione del capitale circolante

il capitale circolante in senso finanziario, come differenza tra le attività e le passività correnti, ovvero liquide

o liquidabili nell’arco di 12 mesi

il capitale circolante in senso stretto, quale aggragato delle componenti dell’attivo e del passivo derivanti dalla

gestione operativa (acquisti e vendite) indipendentemente dai tempi di liquidità o esigibilità delle stesse

La letteratura non è concorde nel dare una definizione precisa di capitale circolante né tanto meno delle sue determinanti

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La gestione del capitale circolante

Il capitale circolante dipende, da un lato, dalle valutazioni e dalle scelte interne in merito al governo dell’impresa e, dall’altro, da una serie di

fattori esterni che rientrano nelle dinamiche relazionali dell’impresa con i sistemi finanziario, proprietario, della fornitura e del consumo.

A tal proposito giova analizzare con maggior dettaglio:

La gestione delle scorte La gestione del credito mercantile La gestione della liquidità La gestione del debito di fornitura La gestione del debito finanziario a breve

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Il magazzino e le scorte

Gli investimenti in scorte costituiscono una componente significativa del capitale circolante, la cui gestione

necessita di una efficiente ed efficace attività di programmazione, orientata al perseguimento simultaneo di due finalità in evidente trade off: la riduzione dei costi e la

risposta tempestiva alle variazioni della domanda

il ROP (Re-Order Point) l’EOQ (Economic Order Quantity)

Con l’obiettivo di accrescere l’efficienza e l’efficacia legata alla gestione delle scorte si sono diffusi sistemi automatizzati di

controllo delle giacenze come:

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Il credito mercantile

Il rischio derivante dall’operazione risulta legato a due elementi fondamentali:

1. la lunghezza della dilazione concessa2. L’affidabilità del cliente

Il credito mercantile (o commerciale) scaturisce dalle operazioni di scambio e rappresenta la componente che produce gli effetti più significativi, diretti e misurabili sul

fatturato e sugli altri elementi del capitale circolante; esso costituisce una leva di marketing fondamentale per

l’impresa commerciale che persegue la massimizzazione del tasso di rigiro delle vendite

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La liquidità

La gestione della liquidità deve essere orientata al perseguimento contestuale di due esigenze:

finanziarie lo sviluppo dell’impresa e prevenire possibili squilibri di tesoreria

La criticità di assicurare l’equilibrio monetario, attraverso la sincronia tra flussi di cassa in entrata e in uscita, rende

la gestione della liquidità un’attività fondamentale in ordine alla sopravvivenza dell’impresa commerciale

Un valido strumento impiegato a supporto di tali obiettivi è il budget di tesoreria, o piano di cassa, che riporta le stime delle entrate e delle uscite

monetarie nell’arco temporale di riferimento (generalmente mensile)

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Il debito di fornitura

Al fine di scongiurare tensioni finanziarie e difficoltà nell’adempimento delle obbligazioni assunte, dovute a elevati livelli di esposizione debitoria, l’impresa commerciale è tenuta ad effettuare un’analisi

finanziaria dei costi e dei benefici di tali operazioni

Strettamente collegata alla problematica del credito mercantile è la gestione del debito di fornitura, considerata

la criticità di garantire la solidità e la solvibilità a breve dell’impresa commerciale; tale forma di indebitamento si

genera e si rinnova continuamente e risulta significativamente correlata agli incassi di vendita

La dimensione del debito di fornitura dipende anche dalla qualità del rapporto con il sistema di fornitura: al migliorare della relazione bisogna

attendersi un aumento dei tempi di dilazione media del debito

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Il debito finanziario a breve

Le imprese commerciali, come ogni impresa per coprire gli imprevisti fabbisogni di liquidità con il

ricorso all’indebitamento bancario a breve termine

Grazie al debito è possibile, a determinate condizioni, accrescere la redditività del capitale proprio (ROE) attraverso il ricorso al finanziamento bancario (D)

beneficiando dell’effetto leva finanziaria; in particolare la leva ha un segno positivo fintantoché la redditività del

capitale investito (ROI) è superiore o uguale al costo medio ponderato del debito (i = interessi passivi) al netto dei

benefici fiscali

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La leva finanziaria

)1( tCn

DxiROIROIROE

ROI > i Quanto più l’impresa è indebitata (tanto più il valore D/Cn sarà elevato) tanto più si

incrementerà il ROE (effetto leva positivo)

ROI < iQuanto più l’impresa è indebitata tanto più

il prodotto [D/Cn x (ROI-i)] sarà elevato con segno negativo e quindi andrà a ridurre il valore del ROE (effetto leva

negativo)

ROI = i Il valore ROI – i sarà pari a 0 e quindi la diversa incidenza dell’indebitamento non

sortirà alcun effetto leva

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Le decisioni di investimento

Si parla di investimento, dunque, in riferimento sia alle attività che hanno un rapido rigiro finanziario

sia a quelle che richiedono immobilizzi più o meno lunghi delle risorse finanziarie

Le risorse che le imprese hanno a disposizione per svolgere la propria attività sono limitate e ciò impone la

scelta fra opportunità di utilizzo alternative

Con la locuzione decisioni di investimento si intende fare riferimento a tutte quelle decisioni che destinano, attraverso una

scelta, quota parte delle risorse aziendali alla realizzazione progetti che si sono preferiti rispetto a destinazioni alternative

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Le decisioni di investimento

1. Progetti di sviluppo dell’impresa

2. Progetti di mantenimento

3. Progetti di natura occasionale/eccezionale

Nell’ambito dell’impresa commerciale è possibile operare la seguente classificazione dei progetti di investimento:

il rischio e le sue componenti la soglia minima di rendimento la misura del rendimento atteso

In sintesi, invece, gli elementi da considerare nell’ambito delle decisioni di investimento sono:

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Il rischio e le sue componenti

Ogni investimento viene effettuato con l’obiettivo di ricavarne, entro un certo orizzonte temporale, un rendimento

Tuttavia, il rendimento effettivo (ex-post) può risultare ben diverso dal rendimento atteso (ex-

ante); il rischio è espressione della distribuzione di probabilità del rendimento atteso dell’investimento

Per stimare il rischio dell’investimento occorre ipotizzarne la Per stimare il rischio dell’investimento occorre ipotizzarne la distribuzione dei rendimenti attesi specificandone:distribuzione dei rendimenti attesi specificandone:

1. Il valore medio atteso2. La deviazione standard3. L’eventuale asimmetria della distribuzione4. L’incidenza delle “code” della distribuzione

Per stimare il rischio dell’investimento occorre ipotizzarne la Per stimare il rischio dell’investimento occorre ipotizzarne la distribuzione dei rendimenti attesi specificandone:distribuzione dei rendimenti attesi specificandone:

1. Il valore medio atteso2. La deviazione standard3. L’eventuale asimmetria della distribuzione4. L’incidenza delle “code” della distribuzione

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Il rischio e le sue componenti

L’analisi del rischio di un progetto di investimento consente di isolarne le

seguenti componenti principali:

Il rischio specifico di progetto

Il rischio legato alle reazioni dei concorrenti

Il rischio legato alle caratteristiche strutturali del settore distributivo

Il rischio di mercato (o rischio sistematico)

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La soglia minima di rendimento

DW

Di

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WKWACCK ne

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I fattori da determinare sono: il costo del capitale proprio: Ke il costo medio ponderato del debito (al netto dei

benefici fiscali): in

Ha senso intraprendere un nuovo progetto di investimento quando lo stesso rende più di quel che costa; occorre

individuare, dunque, un livello soglia, tale valore prende il nome di Costo Medio Ponderato del Capitale (WACC)

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Il costo del capitale proprio

)(* fmfe RRRk Dove: Rm = rendimento medio del portafoglio di mercatoRf = rendimento degli investimenti in assenza di rischioβ = coefficiente del rischio sistematico, ovvero come fluttua il titolo di riferimento rispetto alla fluttuazione del mercato

Il costo capitale proprio rappresenta le attese che chi ha investito nel progetto ripone in esso. La teoria finanziaria ha messo a

punto diversi modelli per l’individuazione del costo del capitaleIl più diffuso è il Capital Asset Pricing Model (CAPM), derivante

dalla “teoria del portafoglio” di Markowitz

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Il costo del capitale di debito

Il costo del debito rappresenta la remunerazione richiesta dai terzi finanziatori. Tale costo risulta rettificato

dall’incidenza fiscale in quanto gli oneri finanziari sono fiscalmente deducibili:

)1(* tiin

Il costo che l’impresa commerciale dovrà sostenere per accedere a fonti di finanziamento a titolo di debito dipende:

dal suo grado di rischio operativo dal suo grado di rischio finanziario

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La misura del rendimento atteso

Alcune premesse:

Saranno presi in considerazione i flussi di

cassa incrementali,ovvero solo quelli direttamente legati

al progetto di investimento

Si farà riferimento a flussi di cassa attualizzati, per consentire di rendere omogenei valori relativi a istanti temporali diversi

Non tutti gli investimenti economicamente positivi

saranno fattibili, per ragioni legate alla loro sostenibilità

finanziaria

La valutazione economica del progetto

avrà ad oggetto i flussi di cassa e non gli utili di

natura contabile

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Il metodo del valore attuale netto

Calcolare il Valore Attuale Netto (VAN) di un investimento significa attualizzare i suoi flussi di

entrata e di uscita aventi diversa origine temporale

VAN = VAE – VAU

REGOLE DECISIONALIREGOLE DECISIONALIL’investimento sarà profittevole se VAN > 0, il che

significa che la redditività dell’investimento è maggiore del tasso di attualizzazione

Tra due investimenti alternativi, sarà preferito quello con il VAN maggiore