Maggio 2015

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 5/2015 anno 58° Il Circolo trentino di Basilea (Svizzera) il 10 maggio ha celebrato il suo cinquantesimo anniversario di fondazione. TRENTINI nel MONDO

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Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo del mese di Maggio 2015

Transcript of Maggio 2015

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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E 5/2015anno 58°

Il Circolo trentino di Basilea (Svizzera) il 10 maggio ha celebrato il suo cinquantesimo anniversario di fondazione.

TRENTINI nel

MONDO

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CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI

dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione

Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Australia - 8 circoli - 2 delegazioniAdelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville

Belgio - 4 circoli - 1 delegazione

Bruxelles, Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo

Bolivia - 1 circolo

La Paz

Bosnia - 3 circoli

Sarajevo, Stivor, Tuzla

Brasile - 62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

Canada - 5 circoli

Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit

Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago

Colombia - 1 circoloBogotá

Danimarca - 1 circoloCopenaghen

Ex emigrati - 3 circoliAustralia, Stivor (BIH), Svizzera

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Germania - 7 circoli - 1 delegazioneColonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazioneLondra - Manchester

Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste

Lussemburgo - 1 circolo

Lussemburgo

Messico - 13 circoli - 1 delegazione

Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Paraguay - 10 circoli

Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Peru - 1 circolo

Lima

Portogallo - 1 circolo

Portogallo

Romania - 1 circolo

Romania

Serbia - 1 circolo

Indija

Stati Uniti - 21 circoli

Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming

Sud Africa - 2 delegazioni

Pretoria, Cape Town

Svizzera - 8 circoli

Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo

Uruguay - 5 circoli

Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR)

Venezuela - 1 circolo

Caracas

FederazioniITTONA (Canada e Stati Uniti)

CoordinamentiArgentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay

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EDITORIALE

L’ANDAMENTO DEL VOTO ALLE ELEZIONI COMUNALI IN TRENTINO IMPONE UNA RIFLESSIONE

C’è un sentimento comune che, in questo periodo, ha con-traddistinto due momenti par-ticolarmente importanti per la Comunità Trentina: le elezioni amministrative in gran parte dei Comuni trentini e l’Assemblea della Trentini nel Mondo che ha rinnovato gli organi direttivi per il prossimo triennio: quello della speranza, quello stato d’animo al-truistico e generoso che dovrebbe guidare le scelte di chi decide di mettersi a disposizione degli altri.

Dalla speranza alla realtà dei fatti però spesso c’è un abisso diffi cile da colmare, anche se non sempre la colpa è dovuta alla cat-tiva volontà o all’incapacità delle singole persone. Stiamo infatti vivendo in un sistema che si avvita sempre più su se stesso, frenato e condizionato da un complesso di fattori interni ed esterni come una diffusa crisi economica, una burocrazia indecente, un egoismo sociale imperante, un sempre più limitato senso della responsabilità civile.

Di fronte a questa realtà, non c’è dubbio che la cosa peggiore sia quella di abbandonarsi all’in-differenza e alla inoperosità, come purtroppo invece sembra stia succedendo sempre più spesso. Lo stanno a dimostrare anche i risul-tati della recente tornata elettora-le amministrativa che si è svolta nel Trentino e che ha evidenziato principalmente due caratteristi-che di fondo, entrambe legate in qualche modo all’indifferenza ed al rifi uto della partecipazione.

Il calo di affluenza alle urne infatti non è mai stato così vistoso come in questa occasione; così come la sostanziale staticità del voto, in particolare a Trento, il maggiore comune della provincia. Proprio la minima percentuale di chi nel capoluogo ha espresso il diritto/dovere del voto - il 55% degli aventi diritto - è la dimostra-zione più evidente di come , anche in un territorio tradizionalmente abituato a partecipare diretta-mente alla gestione della cosa pubblica, stia soffi ando prepoten-temente il vento del disimpegno e della sfi ducia.

Da che cosa dipende questa situazione? In larga misura può dipendere dal fatto che anche in

un Trentino, storicamente abitua-to sostanzialmente ad autogestirsi, si avvertono le conseguenze delle mancate o sbagliate decisioni pre-se per governare gli effetti di una crisi economica, etica e sociale che sta cambiando il mondo. In pratica è una reazione conseguen-te all’inadeguatezza delle rispo-ste, che spinge un po’ alla volta i cittadini verso una rabbia dovuta alla consapevolezza della propria impotenza o verso l’indifferenza e la chiusura nei recinti dei propri interessi esclusivi e personali.

E tutto questo si avverte anche in un territorio come il Trentino che fi no a pochi anni fa grazie alla propria capacità, al proprio spirito di sacrifi cio e alle risorse economiche derivanti dalla pro-pria Autonomia, poteva ancora fregiarsi dell’appellativo di «iso-la felice».

Se a questo poi si aggiungono le sempre più frequenti pressioni delle regioni vicine tese a can-cellare la nostra Autonomia e un contestuale affi evolirsi del senso di appartenenza che ha sempre caratterizzato la Comunità Tren-tina, si arriva a quel 45% dei cittadini che non se la sentono più di andare a votare.

Ecco dunque che a questo punto deve entrare in campo il sentimen-to della speranza : la speranza che si ritrovi la voglia di partecipare, di impegnarsi e di assumersi delle responsabilità, in primo luogo per liberare il buon senso dalla gabbia in cui delle regole assurde e una burocrazia mortale lo hanno chiuso e sepolto.

Ed è proprio lo stesso senti-mento di speranza che unisce - come abbiamo detto in apertura - la tornata elettorale comunale all’Assemblea della Trentini nel Mondo .

Una speranza abbiamo voluto indirizzare verso un obiettivo ben preciso e cioè quello di ca-pire come si può rispondere ai cambiamenti prospettati da una globalizzazione egoista, basata sostanzialmente sui rapporti eco-nomici anziché su quelli umani e culturali.

La Trentini nel Mondo è con-sapevole di vivere in un momento di grandi mutamenti generali, che molto spesso vanno nella direzione opposta ai valori sui quali riteniamo debba poggiare la civiltà e sui quali si basa la nostra attività.

La speranza che intendiamo portare avanti è dunque quella di poter continuare ad operare all’interno di questa società, sforzandoci di mantenere il timone dritto sulla rotta di un sistema etico e sociale che affonda pro-fondamente le radici nei principi di solidarietà e di collaborazione reciproca.

D’altra parte il concetto della speranza è quello che ha sempre fatto camminare il pensiero e la storia dell’uomo. Dai tempi di Aristotele - per il quale la spe-ranza era un atto della volontà che tende al raggiungimento di un bene futuro diffi cile, ma non impossibile da realizzare - per arrivare al post esistenzialismo di Ernst Bloch - per il quale la speranza e l’utopia costituiscono gli elementi essenziali dell’agire e del pensare umano - la speranza è stata il motore del cammino dell’umanità.

E noi questo motore vogliamo che continui ad indicarci la strada e a portarci avanti.

Alberto Tafner

ASSOCIAZIONETRENTINI NEL MONDO

O.n.l.u.s.

TRENTINI NEL MONDOMensile dell’Associazione

Trentini nel Mondoaderente alla F.U.S.I.E

Direzione, amministrazione e redazioneVia Malfatti, 21 - 38122 TRENTOTel. 0461/234379 - Fax 0461/230840sito: www.trentininelmondo.ite-mail:[email protected]

Direttore responsabileMaurizio Tomasi

Comitato editorialeG. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande,B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè,P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan,B. Fronza, L. Imperadori, A. Lanfranchi,E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri,G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato:R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi -F. Bocchetti

Autorizzazione del Tribunale di Trenton. 62 - 6 febbraio 1958

STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN)

Quote di adesione:Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00;Nord America e Australia: Euro 25,00Socio - Euro 30,00Conto corrente postale n. 12509386

N. 5 MAGGIO 2015Stampato il 22 MAGGIO 2015

In copertina: foto di gruppo al 50° di fon-dazione del Circolo di Basilea (Svizzera).

PresidenteAlberto Tafner

DirettoreAnna Lanfranchi

Solidarietà e collaborazione contro disimpegno e sfi ducia

SOMMARIOPagine 2-3ASSEMBLEA

Pagina 4IL NUOVO CONSIGLIO

DELL’ASSOCIAZIONE

Pagina 5PATTO DI AMICIZIA

LEVICO-PRESIDENTE GETULIO

Pagine 7-10ATTUALITÀ

Pagine 11-13Presentazione del libro

NEL SOLCO DEGLI EMIGRANTI.I VITIGNI ITALIANI

ALLA CONQUISTA DEL MONDO

Pagina 14EDITORIA

Pagine 15-17GENTE E FATTI

Pagine 18-23 CIRCOLI

(Basilea, Rodeio, Australia,New York, Londra)

Pagina 24ABBONAMENTI

In questo momentodi grandi mutamenti,la Trentini nel mondo

intende continuaread agire ispirata

da principi e valori eticiche possono alimentare

la speranza diuna società migliore

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AGENDA

I LAVORI SI SONO SVOLTI IL 18 APRILE E IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SI È RIUNITO PER LA PRIMA VOLTA IL 22 APRILE

L’assemblea ha eletto i nuovi organi socialie ha approvato il bilancio consuntivo 2014

L’Associazione Trentini nel mondo ha un’ambizione: diven-tare sempre più il perno di un sistema di rapporti internazionali utili per chi vive nel Trentino e per i trentini, grazie alla rete di contatti con gli emigrati e i loro discendenti creata in quasi sessant’anni di attività. Rientra-no in questo contesto l’impegno dell’Associazione a seguire le nuove necessità e i nuovi scenari sul piano dell’internazionaliz-zazione, che hanno innestato un nuovo fl usso migratorio che non coinvolge solo i giovani in cerca di prima occupazione, ma anche i meno giovani espulsi dal mondo del lavoro, e la decisione di met-tere a disposizione dei Consolati Onorari della Polonia, della Ro-mania e della Russia (quelli cioè riconosciuti dal Ministero degli Esteri) uno spazio all’interno della sede di via Malfatti, come punto di riferimento uffi ciale per le loro attività.

Sono state proprio la situazione attuale e le prospettive di svi-luppo a fare da fi lo conduttore alla relazione che il presidente uscente Alberto Tafner ha tenuto all’assemblea annuale dell’as-sociazione, che si è svolta il 18 aprile presso l’Aula Magna del Seminario Maggiore di Trento.

«La Trentini nel Mondo oggi si deve concentrare sull’inter-pretazione dei cambiamenti – ha affermato Tafner - orientando la

propria attività lungo due grandi linee: la prima - che si potrebbe defi nire “più tradizionale” - deve essere diretta all’aggiornamento delle attività di contatto e collabo-razione con i Circoli Trentini che rimangono pur sempre la spina dorsale della Trentini nel Mondo;

la seconda – che si potrebbe de-fi nire “in progress” – è diretta al monitoraggio e all’analisi costan-te della situazione internazionale, con particolare riguardo a quei Paesi dove più forte è la presenza trentina».

Altra priorità della Trentini nel

mondo è «realizzare una fedele e attuale mappatura dei Circoli Trentini per poter conseguente-mente studiare e adottare ade-guate e corrispondenti azioni di intervento, in modo che nessuno si senta escluso o marginalizzato nella realizzazione della grande,

Tafner riconfermato presidenteCesare Ciola alla vicepresidenza

Altro importante punto all’ordine del giorno dell’assemblea era il rinnovo degli organi socia-li - Consiglio di amministrazione, Collegio dei Probiviri e Collegio dei revisori dei conti – che rimarranno in carica fi no al 2018.

Nel corso della sua prima riunione, mercoledì 22 aprile, il consiglio (di quindici membri, nove riconfermati e sei nuovi ingressi) ha eletto Alber-to Tafner alla presidenza (al suo terzo mandato) e Cesare Ciola alla vice presidenza.

Gli altri componenti del consiglio sono: Gra-

ziano Bacca, Claudio Barbacovi, Fabio Casa-grande, Mauro Dallapè, Aldo Degaudenz, Egidio Formilan, Armando Maistri, Luciano Pontalti, Stefano Regazzola, Vittorino Rodaro, Paolo Rossi, Giovanni Sbetti.

Il Collegio dei revisori dei conti è composto da Bruno Cesconi, Pio Dalla Valle e Danilo Zatelli (revisori supplenti sono Stefano Margheri e Giuseppe Michelon).

Del Collegio dei probiviri fanno parte Luciano Imperadori, Erminio Lorenzini e Noemie Paulus.

È stato Francesco Squarcina, Commissa-rio del Governo per la Provincia di Trento, ad aprire la serie di interventi dopo la relazione del presidente Tafner, con un invito ad attuare iniziative di richiamo per i giovani.

Invito ribadito anche dal sen. Franco Pa-nizza, secondo il quale non si può perdere la memoria dell’emigrazione trentina ma è

indispensabile riuscire a coinvolgere le gio-vani generazioni.

Don Giuseppe Caldera, direttore del Centro Missionario Diocesano, ha detto che i Circoli della Trentini nel mondo rappre-sentano un esmepio, anche per gli stranieri che vivono adesso in Trentino, di come si può agire conservando la propria identità in

un altro paese e nel contempo promuovere l’integrazione.

Maurizio Passerotti, ha ringraziato la Trentini nel mondo per aver deciso di ospitare nella sua sede di via Malfatti il Consolato onorario di Romania.

Paolo Magagnotti ha dichiarato di condivi-dere la linea di azione indicata dal presidente,

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AGENDA

forte e coesa Comunità Trentina che l’Associazione sta cercando di realizzare». A questo proposito il presidente non ha nascosto che esiste «una diffi coltà strutturale, che risulta più evidente nei Cir-coli di più antica data, e che si manifesta nella scarsa capacità di attrarre i giovani con conse-guente difficoltà nel ricambio generazionale». Per far fronte a questa situazione da qualche anno si sta lavorando per organizzare un sistema reticolare che unisca responsabilmente i Circoli fra di loro e con l’Associazione «in modo che da tale reciproca collaborazione possa nascere la Trentini nel Mondo del futuro».

Sul versante dell’attività è stato ricordato che i casi di solidarietà che la Trentini nel Mondo ge-stisce per conto della Provincia stanno diminuendo anno dopo anno e che la stagione dei Proget-ti di Sviluppo iniziata nel 1991, è ufficialmente terminata nel 2012 dopo aver realizzato oltre 40 interventi.

Tafner ha poi defi nito partico-larmente critico il momento in cui

avviene l’assemblea, determinato sia dai grandi mutamenti econo-mici, culturali e sociali che stanno stravolgendo il mondo intero, sia per determinate e specifi che si-tuazioni che toccano più da vicino la vita della Trentini nel Mondo.

«Scorrendo i bilanci degli ulti-mi sei anni - ha affermato Tafner - si può ben constatare come la Trentini nel Mondo abbia subito una complessiva decurtazione fi nanziaria pari a circa il 50% del suo budget totale. Ma nonostante questo periodo non sia da annove-rare tra quelli migliori, la Giunta, il Consiglio, i soci ed i volontari (tra cui vanno riconosciuti i meriti particolari del Gruppo Giovani) hanno continuato a lavorare sul presente e a ragionare sul futuro dell’Associazione, con partico-

lare attenzione allo sviluppo dei rapporti con i Circoli Trentini e con tutti i trentini che si trovano all’estero».

Toccando il tema della vicenda che vede la Trentini nel Mondo interessata assieme alla Provincia da un’indagine della Corte dei Conti, Tafner ha usato espressio-ni molto nette: «I titoloni sparati sui giornali, le locandine ed i fi u-mi d’inchiostro spesi per creare un mostro da sbattere in prima pagina non hanno certo contri-buito a dare limpidezza all’intera vicenda. In questo modo – ha affermato - l’opinione pubblica, ormai sommersa dalle cronache del malaffare che alligna a tutti i livelli, è stata facilmente indotta ad equiparare l’inchiesta aperta dalla Corte dei Conti su presunti

danni erariali ad uno dei tanti casi di latrocinio e disonestà che affollano quotidianamente le pagine dei giornali».

A questo proposito Tafner ha voluto ribadire con fermezza «che la Procura della Corte dei Conti ha scritto ben chiaro fi n dall’inizio della sua istruttoria che :... “ questa Procura in primo luogo non ha MAI ipotizzato appropriazioni indebite di fondi o percezioni di vantaggi economici da parte dei Presidenti di AtM” ».

L’auspicio è che l’iter giu-diziario abbia un corso il più rapido possibile per poter mettere fi nalmente la parola fi ne ad una vicenda che ha segnato fortemen-te le persone e la vita dell’Asso-ciazione in questi ultimi anni.

Alla relazione del presidente è seguito un dibattito animato dagli interventi di diversi soci presenti.

I lavori sono poi proseguiti con l’illustrazione del bilancio consuntivo 2014, che è stato approvato dall’Assemblea e con l’elezione per il rinnovo degli or-gani sociali (a pagina 4 la nuova composizione).

Nella sua relazione il presidente ha affermato che la Trentini nel mondo ha un’ambizione: diventare sempre

più il perno di un sistema di rapporti internazionali utili per chi vive nel Trentino e per i trentini, grazie

alla rete di contatti con gli emigrati e i loro discendenti

«La Giunta, il Consiglio, i soci ed i volontari hanno continuato a lavorare sul presente e a ragionare sul futuro dell’Associazione,

con particolare attenzione allo sviluppo dei rapporti

con i Circoli Trentinie con tutti i trentini

che si trovano all’estero»

che punta a rafforzare i legami con i Circoli.Per Vittorino Rodaro, il richiamo alla

memoria dell’emigrazione è imprescindibile per la Trentini nel mondo ma vanno affrontate nuove sfi de per coinvolgere i giovani, soprat-tutto in Europa, nella quale i discendenti degli emigrati trentini «si sentono a casa».

Aldo Degaudenz ha notato con rammarico

l’assenza all’assemblea di rappresentanti della Provincia e ha sollecitato l’Associazione ad intensifi care la sua presenza sul territorio, per evitare il rischio che la memoria dell’emigra-zione vada persa in Trentino.

Cesare Ciola ha ricordato il ruolo di «fa-cilitatore» che l’Associazione sta svolgendo nell’ambito del «Progetto Brasile», nel fa-

vorire contatti fra il mondo imprenditoriale trentino e il Brasile.

Armando Maistri ha condiviso la scelta di impostare sulla «reciprocità» il rapporto con i Circoli.

Nel suo intervento Piergiorgio Trapin ha chiesto un chiarimento su una voce del bilancio.

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AGENDA

I Componenti del nuovo Consigliodell’Associazione Trentini nel mondo

PRESIDENTE VICE PRESIDENTE

CONSIGLIERI

MEMBRI DI GIUNTA

Alberto Tafner Cesare Ciola Aldo Degaudenz Armando Maistri Giovanni Sbetti

Graziano Bacca Claudio Barbacovi Fabio Casagrande Mauro Dallapè Egidio Formilan

Luciano Pontalti Stefano Regazzola Vittorino Rodaro Paolo Rossi Giuseppe Zorzi

Bruno Cesconi

Pio Dalla Valle

Stefano Margheri Giuseppe MichelonDanilo Zatelli Danilo

COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Luciano Imperadori Erminio LorenziniNoemie Paulus

COLLEGIO DEI PROBIVIRI

Bruno Fronza

PRESIDENTE ONORARIO

Ferruccio Pisoni

PAST PRESIDENT

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AGENDA

Cesare Ciola con Laercio Moser (Presidente del Circolo Trentino di Florianopolis), Antonio Marius Bagnati e Wilson Cancian (rispettivamente Presi-dente e Direttore Operativo di Comcap)

Un importante accordo di collaborazione tecnica tra Brasile e Trentino è stato sotto-scritto il 16 marzo scorso a Florianopolis (Santa Catarina - Brasile), alla presenza di Cesare Ciola (attuale vice presidente della Trentini nel mondo e in quel momento com-ponente della giunta dell’Associazione).

Si tratta di uno dei primi risultati concreti di «Progetto Brasile», il laboratorio aperto partito un anno fa per individuare e verifi -care possibilità di lavoro nel grande paese sudamericano per aziende e manodopera specializzata del Trentino, in questo momento di grave crisi economica.

Con il determinante appoggio della Trentini nel Mondo, il consigliere Mauro Dallapè ha promosso e coordina l’Upit (Unione Profes-sionisti Imprenditori Trentini), soggetto che gestisce il progetto in Trentino, mentre Cesare

Ciola accompagna l’iniziativa nei tre stati del sud del Brasile: Paranà, Santa Catarina e Rio Grande do Sul.

L’accordo sottoscritto a Florianopolis dal

Presidente del Circolo Trentino, Laercio Moser, e dal Presidente dell’azienda che si occupa di raccolta differenziata COMCAP, Antonio Marius Bagnati, controfirmato da Cesare Ciola, mira alla riqualifi cazione tecnologica in campo ambientale, al fi ne di aumentare sostanzialmente la raccolta diffe-renziata con conseguenti ricadute positive di carattere socio-economico.

Il progetto è patrocinato anche dall’azienda trentina ACTIVA e dall’Università di Trento, con il professore Marco Bezzi: la prima fase, iniziata il 16 marzo, prevede la presenza a Florianopolis per tre mesi di Marc Rossetto, laureando in ingegneria ambientale a Trento e con esperienza precedente in Tanzania, il quale sta elaborando un quadro della situa-zione attuale, per poi passare alle proposte operative coinvolgendo le aziende trentine.

Firmato un «Patto di amicizia»fra Levico e Presidente GetulioLe amministrazioni comunali

di Levico Terme e di Presidente Getulio (Santa Catarina - Brasile) si sono impegnate «ad affrontare un percorso di approfondimento della conoscenza reciproca e al consolidamento dei legami affettivi, culturali e sociali fra le due comunità». Questo è quanto si afferma nel «Patto di amici-zia» che i sindaci delle due città, Michele Sartori per Levico, e Nilson Francisco Stainsack per Presidente Getulio, hanno sotto-scritto il 27 aprile nella sala del Consiglio comunale di Levico.

Promotori di questo Patto di Amicizia sono stati il Circolo trentino di Presidente Getulio e l’Associazione Trentini nel mondo onlus, che a loro volta si impegnano «ad operare, in collaborazione con tutti i soggetti coinvolti, per il raggiungimento degli obiettivi» del Patto.

Obiettivi che sono la conoscen-

za, l’incontro e la collaborazione tra persone; lo scambio di espe-rienze e strategie; la realizzazione di progetti comuni, basati sul rispetto reciproco di tradizioni, usanze e diversità culturali e so-ciali; il rafforzamento dei legami tra popoli, per un arricchimento

reciproco, la diffusione dei valori della pace e della solidarietà.

Con la firma del «Patto» è uffi cialmente iniziato «un per-corso di avvicinamento fra le due comunità» che riconoscono «di essere unite da comuni origini e dallo stesso desiderio di coltivare

una più profonda conoscenza reciproca in ambito sociale, culturale, economico, turistico e territoriale».

All’incontro per la fi rma del «Patto» erano presenti una de-legazione della giunta comunale di Levico, il presidente e il vice presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner e Cesare Ciola, alcuni consiglieri dell’As-sociazione e una rappresentanza del Circolo trentino di Presidente Getulio (con le magliette rosse nella foto sopra), che il giorno successivo, 28 aprile, ha visitato la sede della Trentini nel mondo (la foto qui a fi anco è stata scat-tata nella Sala Rino Zandonai).

Tra di loro c’era anche Nilo Poffo (secondo da destra, in prima fi la, nella foto a fi anco), particolarmente soddisfatto per la fi rma del «Patto di amicizia» in quanto discendente di emigrati trentini partiti proprio da Levico.

Primi positivi risultati del «Progetto Brasile»È STATO SOTTOSCRITTO UN IMPORTANTE ACCORDO DI COLLABORAZIONE TECNICA CON UN’AZIENDA PUBBLICA DI FLORIANOPOLIS

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ATTUALITÀ

FRANCO NARDUCCI, PRESIDENTE DELL’UNAIE, FA IL PUNTO SULL’IMPORTANTE INTESA RAGGIUNTA IL 23 FEBBRAIO SCORSO

Dopo anni di negoziati a ri-lento, l’Italia e la Svizzera han-no sottoscritto – il 23 febbraio 2015 – un accordo bilaterale che, tra l’altro, ha posto fi ne alle diatribe che negli ultimi anni hanno avvelenato i rapporti tra Roma e Berna. L’accordo regola in particolare due temi molto controversi:

a) l’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri;

b) la regolarizzazione dei capi-tali detenuti illegalmente in Sviz-zera da parte di soggetti residenti in Italia, indipendentemente se frontalieri o non.

Contestualmente, l’accordo determina la fine del segreto bancario per i cittadini stranieri per cui, a partire dal 2018, la Svizzera trasmetterà all’Italia le informazioni relative ai depositi e agli investimenti effettuati dai cittadini italiani nella Confede-razione.

La Svizzera rappresenta per l’I-talia un punto di riferimento che va ben oltre la vicinanza geografi -ca e i reciproci interessi economi-ci, per altro intensissimi. Stante i dati Aire nel 2013 risiedevano stabilmente in Svizzera 558.545 cittadini italiani, con un aumento del 2,2% rispetto al 2012. Inoltre, la Svizzera, accogliendo quasi la metà dei lavoratori transfron-talieri d’Europa (dei quali oltre 60mila cittadini italiani) è nei fatti parte signifi cativa dello sviluppo europeo e delle norme fi scali che ne regolano i rapporti.

Dopo il fallito tentativo di trovare l’accordo sul cosiddetto “Modello Rubik”, il Governo italiano ha emanato il decreto sulla Voluntary Disclosure (24 gennaio 2014), tracciando alcune red lines di un ipotetico accordo bilaterale tra Italia e Svizzera.

Il decreto fu annunciato con chiarezza dal Ministro Fabrizio Saccomanni nell’incontro con l’omologo Ministro svizzero delle fi nanze, Eveline Widmer-Schlumpf, il 30 gennaio 2014 a Berna.

I TERMINIDELL’ACCORDO FISCALE

L’accordo bilaterale siglato il 23 febbraio 2015 disciplina, fra l’altro, tre principi operativi che occorre tenere ben presenti:

1) l’Italia e la Svizzera si ac-cordano di aderire al principio dello scambio automatico delle informazioni.

2) regolarizzazione del passato: l’Italia potrà chiedere informa-

zioni relativamente agli ultimi cinque periodi d’imposta, vale a dire dal 2009 al 2014 e poi a seguire.

3) le parti avranno come scopo di trovare un’intesa sui seguenti punti (in un secondo momento): riduzione tasso residuo di im-posta alla fonte per dividenti e interessi; residenza fiscale per casse pensioni per contributi obbligatori; adattamento delle disposizioni antiabuso.

L’accordo fi scale poggia, relati-vamente al versante italiano, sulla normativa vigente (in particolare TUIR e quadro RW) in base alla quale gli ex emigrati e gli ex frontalieri detentori di conti in Svizzera devono effettuare ogni anno il monitoraggio fi scale, cioè

denunciare gli averi finanziari posseduti all’estero. Il monito-raggio fi scale, tra l’altro, incombe anche sulle persone residenti in Italia che hanno ereditato beni in Svizzera.

Gli adempimenti fiscali ri-guardano evidentemente tutte le persone che hanno effettuato investimenti in Svizzera (valori azionari e obbligazioni, assicu-razioni private, partecipazioni a società) e sono pertanto tenute a dichiararli in Italia e a tassare gli eventuali proventi derivanti da detti investimenti.

Considerando che soltanto ne-gli ultimi 50-60 anni in Svizzera vi è stata una turnazione stimata in oltre due milioni di cittadini italiani, si può intuire che l’ac-cordo raggiunto riguarda un gran numero di persone chiamate ora a regolarizzare situazioni sviluppatesi sotto l’ombrello del segreto bancario. Su questo piano, occorre evidenziare che i redditi dei cittadini residenti in Italia, anche quelli prodotti all’e-stero, sono soggetti all’IRPEF e devono essere dichiarati a tal fi ne. Per quanto concerne l’accordo raggiunto, in generale sono impo-nibili a IRPEF e a dichiarazione i seguenti redditi o beni:

- i proventi da prepensiona-mento, rendite derivanti dal 2° pi-lastro (LPP) e dalle assicurazioni facoltative (3° pilastro).

- i redditi prodotti dal lavoro in Svizzera per quanto concerne i frontalieri residenti oltre la fascia di confi ne di 20 chilometri.

- i conti correnti posseduti in Svizzera da ex lavoratori fronta-lieri, soggetti a IVAFE (imposta di bollo) qualora abbiano una gia-cenza media di oltre 5mila euro.

- gli immobili di proprietà posseduti in Svizzera, soggetti a

Vengono regolati in particolare due temi moltocontroversi: l’imposizione fi scale dei lavoratori

frontalieri e la regolarizzazione dei capitali detenutiillegalmente in Svizzera da parte di soggetti residenti

in Italia, indipendentemente se frontalieri o non

«Accordo fi scale» fra Italia e Svizzera,norme e scadenze per mettersi in regola

Ascolta la trasmissione

Trentino nel mondo

in onda il giovedì dopo il giornale radio delle ore 13.00

venerdì alle ore 18.05.

Visita il sito: www.radioitaliatrentinoaltoadige.it

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7 5 - 2015

ATTUALITÀ

Un folto pubblico ha fatto da cornice alla celebrazione del ventennale dell’UTRIM (Unione Triveneti nel Mondo) che per l’occasione ha organizzato a Treviso un convegno dedicato a «Emigrazione e Prima Guerra Mondiale».

La manifestazione si è svolta sabato 18 aprile sotto l’egida di UTRIM, Fondazione Cas-samarca, dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni dell’Im-migrazione e dell’Emigrazione), del Gruppo Giovani dell’Asso-ciazione Trevisani nel Mondo e con il patrocinio del Comitato Centenario Grande Guerra della Regione Veneto.

Dopo i saluti del Presidente dell’UTRIM Guido Campagnolo, che ha portato il saluto anche di Dino De Poli, fondatore dell’U-TRIM, e di Franco Narducci Presidente UNAIE, la parola è passata agli ospiti.

Cinzia Zanardo con il suo reci-tal «Voci di guerra», una lettura

delle missive dei soldati al fronte, ha catturato l’attenzione della platea regalando un momento di alta suggestione. È seguito l’intervento di Ulderico Bernardi dal titolo «Far e desfar xe tuto un lavorar!»; e quello di Alessandro Facchin su «Fronte del Piave: riconoscibilità dei luoghi oltre

cippi e monumenti».Una particolare attenzione

l’hanno suscitata i ragazzi delle classi classi quinte B, G , M, sezioni di Scienze Applicate, del Liceo Scientifi co «L. Da Vinci» di Treviso, che nel corso del corrente anno scolastico hanno svolto un percorso di approfon-

dimento sulla Grande Guerra. Una delegazione di studenti ha presentato una originale App, da loro ideata, intitolata «Uomini in trincea: una App tra Piave e Monte Grappa», che fornisce uno strumento utile per orientarsi nei luoghi del primo conflitto mondiale.

«EMIGRAZIONE E PRIMA GUERRA MONDIALE» ERA IL TEMA DELLE RELAZIONI DELL’EVENTO CHE SI È SVOLTO SABATO18 APRILE

Il ventennale dell’Unione Triveneti nel mondoè stato celebrato con un convegno a Treviso

IVIE (analogamente, i cittadini italiani residenti in Svizzera sono tenuti a dichiarare al fi sco elvetico gli immobili posseduti in Italia).

- le pensioni AVS (1° pilastro) erogate a ex-emigrati ed ex-fron-talieri, qualora siano versate su un conto in Svizzera, per cui devono essere dichiarate al fi sco italiano. Al contrario, le pensioni AVS erogate ai titolari direttamente

in Italia, non sono imponibili a IRPEF in quanto già tassate alla fonte in Svizzera.

LA REGOLARIZZAZIONECON AUTODENUNCIA

Come detto, il decreto ema-nato dal Governo italiano e successivamente convertito in legge dal Parlamento (legge n. 186 del 2014), denominato “Vo-luntary Disclosure”, consente ai cittadini italiani la possibilità di mettersi in regola con il fi sco autodenunciandosi all’Agenzia delle Entrate (esclusa l’imposta di bollo a valere per i frontalieri, che dovranno presentare la di-chiarazione tardiva).

In concreto ciò comporta la no-tifi ca di tutte le attività fi nanziarie detenute in Svizzera dal 2009 ad

oggi. Con l’autodenuncia si do-vranno versare le tasse pregresse dovute al fi sco italiano, ma con il benefi cio di sanzioni ridotte alla metà o ad un terzo, a seconda dei casi, sanzioni dovute per evasio-ne fi scale.

Attenzione, l’autodenuncia ha una scadenza: potrà essere effettuata entro e non oltre il 30 settembre 2015, dopo di che non sarà più possibile approfittare della sanatoria.

È evidente che potranno ri-correre all’autodenuncia tutte le persone, residenti in Italia, non in regola con gli adempimenti fi scali elencati in precedenza (coloro che non hanno effettuato il moni-toraggio fi scale, ex-emigrati, ex-frontalieri, detentori di depositi e investimenti in Svizzera, ecc.).

LA LETTERA DI NOTIFICADELLE BANCHE

La fi ne del segreto bancario a partire dal 2018 ha indotto gli istituti bancari elvetici ad agire con immediatezza verso i propri clienti italiani.

L’accordo, infatti, prevede che gli intermediari fi nanziari, banche in primis, invitino i detentori di conti e depositi a regolarizzare la loro posizione.

A tal fi ne, essi hanno ricevu-to una informativa con cui la banca invita il cliente a fi rmare una dichiarazione di conformità fi scale, ovvero ad assicurare che le proprie attività fi nanziarie non violano il diritto tributario italia-no. In altre parole, ad assumersi in toto la responsabilità.

Franco Narducci

La Svizzera rappresenta per l’Italia un punto di riferimento che va ben oltre La vicinanza geografi ca e i reciproci interessi economici Secondo i dati Aire nel

2013 risiedevano stabilmente in Svizzera 558.545 cittadini italiani, con un aumento del 2,2% rispetto al 2012. Dopo anni di negoziati a rilento, i due paesi hannosottoscritto un accordo bilaterale che, tra l’altro, ha posto fi ne alle diatribe

che negli ultimi anni hanno avvelenato i rapporti tra Roma e Berna

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ATTUALITÀ

La giuria del 63° Trento Film Festival - composta da Kavita Bahl documentarista indipenden-te, da Hervé Barnasse alpinista e regista di fi lm di montagna, da Nancy Rosenthal, fondatrice e direttrice organizzativa del New York WILD Film Festival, dal regista Alessandro Rossetto e da Colin Thubron scrittore di viaggi e romanziere inglese - dopo aver visionato i ventisei fi lm in con-corso, il 9 maggio ha assegnato i premi.

Il vincitore della Genziana d’O-ro - Gran Premio Città di Trento del 63° Trento Film Festival è il regista Teboho Edkins con il suo fi lm «Coming of Age», nel quale un villaggio sulle montagne inne-vate del Lesotho nell’Africa del Sud fa da sfondo a una toccante storia di amicizia tra due coppie di amici. «Davanti all’obiettivo discreto del regista - si legge nelle motivazioni della giuria - queste relazioni si sviluppano in un’affa-scinante aura di assoluta onestà, e la durezza dell’ambiente naturale è evocata in scene coinvolgenti. Un fi lm di rara delicatezza».

A «Ninì», del regista Gigi Giustiniani, piemontese d’origine milanese d’adozione, è andata la Genziana d’oro del Club Alpino Italiano per il miglior fi lm di alpi-nismo. Nato dalla collaborazione tra il regista Giustiniani e l’autore Raffaele Rezzonico, il film fa rivivere, esclusivamente attra-verso la rielaborazione di stra-ordinario materiale fotografi co e diaristico, le scalate e la storia d’amore di Gabriele Boccalatte e Ninì Pietrasanta. Per la giuria, «Questo straordinario recupero di un’epoca dell’alpinismo da tem-po conclusa, presenta un’eroina dell’alpinismo in un periodo in cui quasi non esistevano donne

alpiniste».La Genziana d’Oro della Città

di Bolzano per il miglior fi lm di esplorazione e avventura è anda-ta all’epico «Valley Uprising» di Nick Rosen, Peter Mortimer e Josh Lowell che celebra, at-traverso straordinari materiali d’archivio e aneddoti, l’epopea della valle di Yosemite, scoperta dai pionieri del climbing negli anni ’60 e recentemente scenario dell’impresa di Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson. Un fi lm che «con grande abilità evoca anche il contesto sociale in cui gli scalato-ri si muovevano: la cultura hippie

- di cui costituivano una sorpren-dente declinazione - le amicizie e i legami degli esordi utopici, le fratture e infi ne l’ostinata soprav-vivenza di quel movimento. È un fi lm reso ricco dalla varietà dei suoi diversi personaggi, dalle loro tecniche di arrampicata sempre più rischiose e dalla rievocazione di una contro-cultura vivace e a tratti ossessiva».

Il Premio della Giuria se lo è aggiudicato «DamNation» di Ben Knight e Travis Rummel, cronaca di un crescente movimento di attivisti che attraverso azioni spettacolari si battono affi nché

i fi umi possano tornare nei loro alvei liberi dalle dighe, defi nita dalla giuria «Un’opera magistra-le e perentoria, imbevuta di un entusiasmo vivace e contagioso».

Le Genziane d’Argento sono state così assegnate: per il miglior mediometraggio al documentario «Resuns» delle svizzere Aline Suter e Céline Carridroit; per il miglior cortometraggio a «House with small windows» di Bülent Öztürk.

La Genziana d’Argento per il miglior contributo tecnico arti-stico a «Volta à terra» del regista João Pedro Plácido.

LA 63A EDIZIONE DELLA RASSEGNA INTERNAZIONALE SI È SVOLTA DAL 23 APRILE AL 10 MAGGIO

La «Genziana d’oro» 2015del Filmfestival di Trento

a una toccante storiaambientata in Lesotho

In programma anche il video sui fi emmesi a RodiDura 53 minuti il video «Il sogno

breve di Campochiaro», presentato al Filmfestival nella sezione «Orizzonti vicini», che racconta la storia di un gruppo di boscaioli e segantini della Valle di Fiemme partiti con le rispettive famiglie nel 1935 per raggiungere l’isola di Rodi, possedimento italiano dal 1912, lasciandosi alle spalle una regione in preda ad una crisi profonda.

Nell’area dell’Egeo il governatore Mario Lago sta realizzando il suo pro-getto di creare una vetrina dell’impero italiano: per questo fa arrivare i trentini

per conservare e sviluppare le foreste locali e realizza per loro uno splendido villaggio a Campochiaro. Ma la guerra è alle porte.

Il documentario prende spunto dal libro «Gli uomini del legno sull’isola delle rose» di Renzo Maria Grosselli (foto a destra), giornalista, sociologo e storico dell’emigrazione e regista del video insieme ad Agrippino Russo, insegnante presso l’Istituto Comprensivo di Levico Terme (Trentino), fi lmaker indipenden-te, che ha realizzato documentari e brevi fi lm a soggetto.

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ATTUALITÀ

Perché i giovani del Primiero hanno ripreso ad emigrare? Per-ché la scelta di un determinato stato o di una città? Cosa manca in valle ed a quali condizioni si potrebbe tornare? Sono queste alcune delle molte domande che l’Associazione P.O.M. (Primiero Oltre Mondo) ha posto ai giovani che negli ultimi anni hanno deci-so di uscire dalla Valle per met-tersi in gioco in tutto il mondo.

Con la collaborazione del Ta-volo delle Politiche Giovanili della Comunità di Primiero, Gianna Zortea e Martina Salva-dori assieme agli altri giovani del gruppo hanno realizzato la ricerca “Primierotti nel mondo”, con l’o-biettivo di indagare sul fenomeno migratorio giovanile in questa epoca di crisi socio-economica ma anche di globalizzazione, dove grazie alla tecnologia ogni angolo del mondo è connesso e più vicino.

Si tratta di un fenomeno migra-torio complesso e diverso dal pas-sato, in quanto volontario, legato non a gruppi ma alla singola per-sona che decide di partire, dove il 67% dei giovani protagonisti non è iscritto all’AIRE.

La ricerca ha individuato 72 giovani dai 20 ai 41 anni di età cresciuti in tutti gli otto paesi della Valle di Primiero e del Va-noi che si trovano all’estero per lavoro, inviando loro un questio-nario che in 54 hanno restituito con tante risposte e suggerimenti.

Il 62% del campione ha una preparazione specialistica, nel 15% conseguita all’estero. Il 48% dei giovani emigrati svolge un lavoro professionale (cameriera, infermiere, barista, commessa in negozio, baby sitter, meccanico, pizzaiolo, cuoco, bar, fi oraia, ar-tigiano), mentre il 52% svolge un lavoro specialistico (traduttrice, insegnante, sviluppatore, far-macista, ricercatore, veterinario, redattore tecnico).

Ben il 58% degli intervistati sta facendo il lavoro per cui ha studiato, il 38% quello che ha tro-vato.

Il 31% dei gio-vani si è trasfe-rito solo per mancanza di

opportunità di lavoro in valle ed il 12% per mancanza di prospet-tive: dati che fanno emergere la ricerca di un lavoro adeguato alle aspettative, il desiderio di essere valorizzati professionalmente e di crescere in un mercato del lavoro capace di offrire opportunità, pro-spettive e sicurezza: elementi che non trovano in Valle o in Italia.

Alla domanda “Ma dove ti vedi tra tre anni?” ben il 77% ha risposto “ancora all’estero”, dove si trova attualmente o in Europa: appena il 10% delle persone pensa di rientrare. Solo il 13% però si dice certo di rimanere defi nitivamente all’estero, mentre il 79% ancora non lo sa.

Per la maggior parte dei giovani quanto appreso in Italia ha avuto un ruolo importante nel trovare lavoro all’estero, ritenendo la formazione profes-sionale,

morale ed etica consona alle ri-chieste della nuova società in cui sono inseriti, così come i valori e gli insegnamenti forniti dalla co-munità di origine e dalla famiglia, come la sobrietà, il rispetto delle regole, la parsimonia, il fare le cose bene, con serietà.

Analizzando la cerchia di amici solo il 33% è riuscito a creare legami importanti con le persone del luogo, per il 50% i migliori rapporti sono stati instaurati con immigrati di altre nazionalità, mentre un 17% ha trovato amici in altri italiani all’estero.

Solo il 25% dei giovani si è rivolto alle istituzioni per pro-grammare il periodo all’estero, trovando un discreto livello di aiuto.

La nuova emigrazione non ha confi ni, in quanto i giovani

primierotti vivono il 23 di-versi stati sparsi

in tutti i

cinque continenti, anche se due terzi sono in Europa con Londra e Regno Unito in testa, seguiti da Germania e Irlanda.

Nel questionario c’è spazio an-che per dire che all’estero manca qualcosa del Primiero: affetti legati all’ambiente familiare ed amici d’infanzia, ma anche le montagne e l’ambiente rurale.

Dall’estero i giovani vorrebbe-ro importare varie cose: maggiore tolleranza, il rispetto e l’apertura verso l’altro, la volontà di tra-smettere l’importanza di muo-versi e conoscere nuovi scenari e culture, perché “dopo Pontet esiste un mondo meraviglioso”. Ma anche un pensiero più fl essi-bile e creativo, con innovazione, fantasia, positività e soprattutto speranza, ed ancora il desiderio di modifi care la mentalità attuale della gente, considerata troppo chiusa, così come una migliore organizzazione della società e tante nuove idee.

Una specifica domanda era rivolta al turismo, se può offrire valide opportunità professionali ed in quale settore o ruolo. Con-cordi le risposte sul fatto che il turismo deve essere un settore fondamentale dell’economia di valle, anche se spesso questo settore offre impieghi stagionali, precari e poco qualifi cati, costrin-gendo così i giovani che hanno intrapreso un percorso di studi universitari a cercare lavori più vicini ai loro interessi e alle loro competenze specifi che.

Infi ne alcuni consigli per chi vuole partire: iniziare a studiare le lingue prima per arrivare all’e-stero almeno un po’ preparati, avere le idee chiare su dove anda-re e cosa fare, mettendo in valigia umiltà e desiderio di conoscenza, non scappando dalla Valle sola-mente per disperazione.

Un’esperienza all’estero viene consigliata a tutti i giovani: è un’opportunità unica per aprire la mente a nuove culture, senza avere paura e farsi prendere

dal panico, senza demordere anche nei momenti più

diffi cili, perché si troverà sempre qualche perso-

na gentile disposta ad aiutare.

Cesare Ciola

«Primierotti nel mondo», un’utile ricercasul fenomeno dell’emigrazione giovanile

È STATA PROMOSSA E REALIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE «PRIMIERO OLTRE MONDO» ATTRAVERSO UN QUESTIONARIO

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I PAESI DI DESTINAZIONE IN EUROPA

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ATTUALITÀ

I CAMPI DI APPLICAZIONE SI ESTENDONO DA QUELLO MEDICO, AI CONTROLLI DOGANALI, ALLE ANALISI SULLA SICUREZZA ALIMENTARE

«DNA Field Lab», un progetto innovativosviluppato in collaborazione con il MUSE

Il MUSE (Museo delle scienze di Trento) e l’Università di Vero-na hanno presentato il 4 maggio a Trento, «DNA Field Lab», pro-getto di innovazione tecnologica sviluppato in collaborazione con Oxford Nanopore Technologies e Biodiversa Trento.

«DNA Field Lab» è il primo prototipo sviluppato per permet-tere il sequenziamento del DNA fuori dall’ambiente controllato del laboratorio, un kit che porta le analisi molecolari direttamente sul campo, cambiando il volto di quello che fi nora è stata l’esplo-razione della biodiversità e dei suoi protagonisti.

Grazie alla nuova strumenta-zione e ai protocolli sviluppati per l’estrazione, purifi cazione, amplifi cazione e sequenziamento del DNA a temperatura ambiente, il kit consente il sequenziamen-to sul campo, «real-time», di qualsiasi materiale biologico, in qualsiasi parte del mondo.

Il primo test di «DNA Field Lab» è stato effettuato proprio durante la conferenza stampa del 4 maggio da Michele Menegon, ricercatore del MUSE, e Massimo Delledonne, professore ordinario di genetica dell’Università di Verona, in collegamento Skype dalla Tanzania con i colleghi di Trento. Dal monte Rungwe,

nella parte meridionale del paese, i ricercatori inviano al MUSE, per la prima volta direttamente dal campo tramite uno smartphone, la sequenza della doppia elica di un animale selvatico.

«DNA Field Lab - ha affermato Michele Menegon, del MUSE - porta nelle zone a maggiore bio-diversità del pianeta la possibilità di misurare il valore biologico di un’area, dal livello di specie a quello di molecola, consentendo quindi di calibrare gli investi-menti per la conservazione sulla

base della storia evolutiva degli organismi. Un passo fondamen-tale in un momento in cui i fondi necessari alla salvaguardia della diversità della vita del nostro pia-neta non sono suffi cienti».

Secondo Massimo Dalledonne il progetto rappresenta «un formida-bile avanzamento tecnologico, che per la prima volta permette la lettu-ra del DNA fuori da un laboratorio specializzato anche in condizioni estreme come quelle sperimentate in questa spedizione».

La tecnologia innovativa di

DNA Field Lab apre la strada a una vasta gamma di possibili ap-plicazioni sul campo in tutti quei contesti in cui la portabilità del sistema e la rapidità del risultato possono fare la differenza. I costi contenuti e l’autonomia dai labo-ratori tradizionali mirano a pro-muoverne la diffusione in quelle regioni, in particolare nel sud del mondo, dove la mancanza di infrastrutture dedicate all’analisi genetica rappresenta un fattore limitante per l’avanzamento nelle conoscenze scientifi che ma nono solo. I campi di applicazione di questo laboratorio portatile si estendono da quello medico, ai controlli doganali fi no alle analisi sulla sicurezza alimentare.

L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Caritro.

Decodifi cata direttamente sul campo, una sequenza di DNA per la prima voltaè stata trasmessa tramite uno smartphone dal cuore dell’Africa a Trento, liberando

l’esplorazione biologica dai vincoli dei grandi e costosi laboratori di ricerca

«Campioni d’Italia»per la quarta volta

TRIONFO DELLA SQUADRA DI TRENTO NELLA PALLAVOLO

«Un successo davvero straordinario, merito di una squadra com-posta da grandi campioni e da giovani speranze, da uno staff tecnico e da una dirigenza che ha saputo coniugare bilancio e competitività. Senza dimenticare il tifo caldo degli appassionati trentini che durante la stagione non hanno mai smesso di sostenere la squadra»: con queste parole il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, e l’assessore provinciale allo sport, Tiziano Mellarini, si sono complimentati con la squadra Trentino Volley, all’indomani della conquista del quarto scudetto nel campionato italiano di pallavolo.

«È una vittoria - prosegue il messaggio - ottenuta attraverso il lavoro e la caparbietà di una squadra che non molla mai, come dimo-stra gara 1 della fi nale scudetto, quando Trento, sotto di due set, ha saputo rimontare e vincere la partita. Non possiamo che esprimere, a nome della comunità trentina, il nostro ringraziamento per questo successo che proietta la nostra terra ai vertici dello sport nazionale. Ancora una volta - scrivono presidente e assessore - il Trentino mette

in bacheca un prestigioso trofeo. Una vittoria che, al di là del pur importante fatto agonistico, rappresenta anche un’importante inie-zione di fi ducia e di energia per l’intero movimento sportivo trentino e pallavolistico in particolare. Simili imprese sono di esempio e di stimolo per tanti ragazzi che vi trovano legittimi motivi di passione ed entusiasmo. Grazie ancora per questa nuova, bella pagina di sport che la pallavolo trentina ha saputo scrivere».

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EDITORIA

Emigrazione italiana e viticolturaun binomio che ha fatto la storia

«Il coraggio e la tenacia dei nostri contadini all’estero che possedevano la conoscenza an-tichissima della coltivazione della vite» sono stati ricordati nel messaggio che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fatto pervenire alla presentazione del volume «Nel Solco degli Emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo» (a cura di Flavia Cristaldi e Delfi na Licata; ed. Bruno Mondadori, 2015) presentato il 28 aprile presso il Museo dell’Emigrazione Italiana al Vittoriano di Roma.

Il volume è frutto di una ricerca coordinata da Sapienza Universi-tà di Roma, Fondazione Migran-tes e Società Geografi ca Italiana, che si propone di tracciare la strada e l’infl uenza sul paesaggio dei vitigni nostrani portati dagli emigranti in giro per il mondo. Una ricerca che si sposta in diciannove paesi, dall’America all’Africa, dall’Australia alla più vicina Europa, raccogliendo sto-rie, testimonianze e immagini di un percorso eno-culturale ampio e variegato.

UNO STUDIO ATTENTOE SISTEMATICO

Alla presentazione, moderata da Paolo Valentino, inviato-edi-torialista del Corriere della Sera, ha portato il suo saluto Mons. Gian Carlo Perego, Direttore Generale Fondazione Migrantes, che ha parlato di «libro straordi-nario, nato dalla collaborazione tra ricercatori e studiosi de La Sa-pienza, la Fondazione Migrantes e la Società Geografi ca Italiana». Uno «studio attento e sistematico, che ha al suo centro il tema della mobilità e della condivisione, della cura della coltivazione del-

la vite». Perego ha ricordato la «nuova emigrazione di oggi che vede protagonisti giovani e interi nuclei familiari alla ricerca di situazioni di vita soddisfacenti».

«Il volume – ha spiegato Perego - nasce in questo quadro rinno-vato dell’emigrazione italiana che amplia il discorso e collega passato e presente. I sacrifici,

il lavoro, il rispetto sono stai i valori trasmessi e che hanno fatto da ponte tra luogo di partenza e quello di arrivo. Gli italiani hanno creato viti laddove la terra era brulla, hanno contribuito a creare un mondo diverso. Oggi – ha chiosato - c’è un po’ di vino italiano in tutto il mondo».

Ha portato il saluto del Prof.

Sergio Conti, Presidente società Geografi ca Italiana («da sempre impegnata nello studio delle mi-grazioni italiane all’estero, dalla fi ne dell’800»), il vicepresidente Paolo Cerretti, che presentando un excursus delle migrazioni italiane negli anni, ha spiegato le ragioni alle base del progetto di ricerca che «tiene insieme l’emigrazione, il paesaggio e l’alimentazione. Lo studio – ha detto - tiene conto di migrazioni in Paesi spesso ignorati.

VINO È UNA PAROLADI ANTICHISSIMA ORIGINE

Di «bellissima collaborazione» tra i tre enti fautori della ricerca «con frutti molto positivi», ha parlato il Prof. Paolo Di Giovi-ne, direttore del Dipartimento Dolinfi ge (Scienze documentarie, linguistico-fi lologiche e geogra-fi che) dell’Università Sapienza di Roma. « Il libro – ha detto - è ricco di contenuti di grande inte-resse. Gli oggetti del volume sono l’emigrante e il vino». Il docente si è soffermato su un punto di vista più prettamente linguistico ricordando come «sia meno noto il fatto che il vino abbia viaggiato anche come nome, non solo come oggetto alimentare. Il nome del vino viene sì dal latino vinum, ma le lingue – ha spiegato - hanno preso in prestito il termine dal sostrato mediterraneo, come voce che apparteneva ai più antichi abitatori del Mediterraneo».

Al volume, curato da Flavia Cristaldi e Delfi naLicata, hanno collaborato ventisei autori. Laricerca ha riguardato diciannove paesi e haraccolto storie, testimonianze e immagini

di un percorso eno-culturale ampio e variegato

Da sinistra: la professoressa Flavia Cristaldi, il presidente dell’Unaie Franco Narducci, il moderatore del seminario Gianni Lattanzio e il prof. Carlo Brusa.

Ci sono anche alcune «firme» trentine (ne parliamo a pagina 14) fra i ventisei autori del libro «Nel Solco degli Emigranti. I vitigni ita-liani alla conquista del mondo» (editore Bruno Mondadori, 2015) presentato il 28 aprile scorso presso il Museo dell’Emigrazione Italiana al Vittoriano di Roma.

Curato da Flavia Cristaldi e da Delfi na Licata, il volume propone «un viaggio intorno al mondo alla ricerca dei vitigni italiani coltivati dai mi-granti in ogni angolo del Pianeta», attraverso «la

storia di singoli migranti o di nuclei familiari che, dalla fi ne dell’Ottocento, hanno lasciato l’Italia» e grazie alle loro competenze enologiche «sono riusciti a trovare un futuro migliore».

Le storie, le immagini, i racconti e le narrazioni di ieri e di oggi presenti nelle duecento pagine del libro provengono da diciannove paesi.

Il volume è frutto di un’iniziativa congiunta dell’Università La Sapienza di Roma, della Fondazione Migrantes e della Società geografi ca italiana.

CONTINUA A PAG. 12

È STATO PRESENTATO A ROMA IL LIBRO «NEL SOLCO DEGLI EMIGRANTI. I VITIGNI ITALIANI ALLA CONQUISTA DEL MONDO»

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Da sinistra: mons. Giancarlo Perego (Fondazione Migrantes), Paolo Valenti-no (moderatore), prof. Paolo Di Giovine (Dipartimento Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche dell’Università Sapienza di Roma) e Paolo Cerretti vice presidente della Società geografica italiana.

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EDITO

A spiegare le ragioni profonde che hanno visto nascere l’idea del progetto ci hanno pensato le curatrici del volume.

L’IDEA ALLA BASEDELLA RICERCA

Flavia Cristaldi, dell’Università La Sapienza, dopo i ringrazia-menti («al Mae, ai presenti, alle istituzioni pubbliche, all’associa-zionismo, agli studenti, a collabo-ratori e colleghi») ha raccontato «l’idea da dove è nata la ricerca, partita dalla consapevolezza dell’importanza dell’Expo e del possibile collegamento con il tema delle migrazioni».

«La salvaguardia delle tradizio-ni agricole e la coltura del cibo – ha spiegato – sono temi in cui l’emigrazione si inserisce bene. Il fi lo conduttore è il cibo che meglio rappresenta l’unitarietà del territorio anche all’estero e per questo abbiamo pensato al vino: l’Italia è infatti il terzo Paese consumatore procapite di vino. Il consumo di vino è alto in Argentina, Nuova Zelanda, Australia, tutte terre di emigra-zione. I migranti italiani – ha sintetizzato - hanno contribuito alla diffusione dei vitigni ita-liani nel mondo. Da questa idea abbiamo avviato l’indagine, coinvolgendo cittadini italiani e cittadini residenti all’estero. Un primo approccio è stato quello legato al paesaggio: che realtà i migranti conoscevano? Che terre? Che colture? Abbiamo ricostruito questi paesaggi. Le tecniche italiane di coltura sono

state portate all’estero. Oltre agli emigranti infatti partivano anche tecniche e conoscenze: chi parti-va ha portato con sé abilità e com-petenze, erano emigranti quindi non ignoranti, contadini sì, ma esperti e ricchi di conoscenze».

«L’obiettivo che ci ha guidato – ha concluso – è stato quello di andare oltre lo stereotipo e di presentare questi contadini migranti nel loro coraggio e nella loro umanità che gli ha permesso di ricominciare oltre i confi ni na-zionali, creando vigneti, aziende e interi paesaggi».

Sulla stessa linea le conside-razioni della curatrice Delfina Licata, di Fondazione Migran-tes. «In questo progetto – ha esordito - ci sono delle costanti che caratterizzano la Migrantes: la sottolineatura della maestria italiana, della dedizione al lavoro, dell’impegno, della capacità di

andare oltre le diffi coltà di tutti i nostri emigrati. Lo studio si ca-ratterizza poi – ha aggiunto – per multidisciplinarietà e capacità di fare rete: hanno collaborato ven-tisei autori che hanno portato nel testo la proprie voce, un volume che si presenta dunque come un coro a più voci».

Altro tratto della Migrantes riscontrabile nel testo, ha pro-seguito, è l’«attenzione per le persone: abbiamo pagine che sono diventate racconti di vita; abbiamo curato i racconti nel modo più rispettoso e affettuoso possibile. Il volume presenta i contenuti e i protagonisti del libro come un atto di amore verso la storia, l’altro, il migrante. Il volu-me contiene anche un grande pa-trimonio iconografi co che grazie a Sandra Leonardi - ha anticipato - è divenuta una mostra. Il lavoro infatti non è fi nito qui, non è un percorso concluso, ma una nuova valigia da preparare nella consa-

pevolezza di quanto il migrante ha ancora da raccontare».

AL LIBRO È ABBINATAANCHE UNA MOSTRA

Dal libro è nata infatti l’allesti-mento temporaneo di fotografi e d’epoca «L’Emigrazione italiana in un bicchier di vino. Tra viti vini e culture» in mostra nei locali del Mei, presentata da Sandra Leonardi (La Sapienza).

«L’idea di questa mostra – ha spiegato Leonardi - nasce dal materiale del volume. Non solo per la quantità di immagini che proprio per numero non potevano essere contenute tutte nel volume, ma perché ogni immagine è cari-ca di tante storie. Era impensabile non condividere le emozioni che queste immagini hanno suscitato in noi. Le immagini sono do-cumentarie rispetto alla ricerca condotta, acquistano un valore particolare perché emozionano.

Emigrazione italiana e viticoltura, un b CONTINUA DA PAG. 11 I migranti italiani,

hanno contribuitoalla diffusione nel mondo sia

dei vitigni italianisia delle tecnichedi coltura e graziealle competenzeagricole di cui

disponevano hannopotuto «ricominciare»oltre i confi ni nazionalicreando vigneti, aziende

e interi paesaggi

Il libro, frutto di unaricerca multidisciplinare,

vuole essere ancheun omaggio alla maestria

italiana, alla dedizione al lavoro, all’impegno,

al coraggio, all’umanità, alla capacità di andare oltre le diffi coltà di tutti

gli emigrati italianiDa sinistra: Fabio Cipresso (winemaker), Paolo Valentino (moderatore), l’on. Fabio Porta (presidente del Comitato permanente Italiani nel Mondo e Promo-zione del Sistema Paese alla Camera) e Rando Devole (vice presidente della Fondazione Fai-Cisl).

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ORIA

Guardando le foto ci si immede-sima nei protagonisti: ogni foto ha una sua storia e ci consente di fare un viaggio nel tempo e nello spazio. Tutte le storie testimonia-no l’impegno la caparbietà di chi è partito per rifarsi una vita».

IL VINO HA UN POTENZIALESTRAORDINARIO

Tra gli altri intervenuti, hanno commentato il volume anche Roberto Cipresso, winemaker di fama mondiale, il quale facendo un elogio del vino, ha ripercorso storie di migranti e di coltivatori di vino; anziché Luigi Sbarra, per la Fondazione Fai-Cisl era presente il vice presidente Rando Devole che ha parlato del rappor-to tra vino e lavoro, rilevando l’importanza di saper riconoscere come «dietro ogni vitigno ci sia sempre il lavoro e la cura del lavoratore. Dietro il lavoro degli immigrati c’è la qualità del cibo,

della salute e la salvaguardia del paesaggio. L’Expo ci porta il mondo in casa ma questo mondo – ha concluso - ci riporta il lavoro fatto dai migranti».

L’ultimo commento della sera-ta è stato affi dato all’On. Fabio Porta, deputato Pd eletto all’e-stero e presidente del Comitato permanente Italiani nel Mondo e Promozione del Sistema Paese alla Camera, il quale dopo i rin-graziamenti di rito, ha ricordato: «Io che vengo dal Brasile cono-sco bene il Sud America ed ho sempre inteso la presenza italiana della produzione del vino come parte di un’unica storia: tra pochi giorni – ha annunciato - si festeg-gia l’emigrazione italiana nel Rio Grande do Sul, celebrazioni che sono un tutt’uno col vino».

Secondo Porta «abbiamo un potenziale straordinario che è il vino, anche da un punto di vista evocativo. Questo dovrebbe far capire come l’insediamento ita-

liano all’estero abbia portato a produzioni notevoli. Un elemento che oggi – ha sottolineato – rap-presenta un volano straordinario per uscire dalla crisi. I dati aggior-nati sull’export forniti in occasio-ne del Premio Leonardo dedicato all’eccellenza italiana nel mondo – ha proseguito - ci dicono che oggi l’export, nonostante la crisi, continua a galoppare in modo incredibile, segnato proprio dalla presenza italiana all’estero».

VITE E VINOCOME IDENTITÀ

Le conclusioni dell’incontro infi ne sono state tratte dall’Am-basciatrice Cristina Ravaglia, della Direzione generale per gli Italiani all’estero e le politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri.

«Oggi – ha esordito - ho impa-rato tante cose e sono stati forniti stimoli importanti. Da un punto di vista emotivo, ricordo qui il concetto della radici che vengono portate all’estero nella terra dove ci si impianta ed il vino come vin-colo e nodo che sparge l’italianità del mondo; ricordo il valore del lavoro che caratterizza da sempre l’emigrazione italiana. Ricordo poi il vino e la vite come identità che porti con te e che proietti in avanti per ritrovare te stesso in un altro posto».

Da un punto di vista più pratico, Ravaglia ha apprezzato i discorsi legati «all’esportazione, ai nostri emigrati nel mondo che hanno modifi cato il modo di essere dei Paesi che li hanno ospitati, espor-tando il modo di vivere italiano».

(s. del ferraro\aise)

binomio che ha fatto la storia

Il lavoro di ricercasvolto per il volume

ha portato a raccogliereun vasto patrimonio

iconografi co e di vicendepersonali, che ha

fornito il materialeper una mostra intitolata«L’emigrazione italianain un bicchier di vino».

L’Ambasciatrice Cristina Ravaglia

Da sinistra, le curatrici del volume, Delfina Licata e Flavia Cristaldi, e della mostra, San-dra Leonardi. Il disegno della copertina, «Aurora Pinto Bandeira» è un’opera dell’artista Assis Costa (Rio Grande do Sul - Brasile), realizzata con il vino prodotto nell’area.

Prefazioni di: Prof. Paolo Di Giovine, Mons. Gian Carlo Perego, Prof. Sergio Conti

Introduzione - Flavia Cristaldi

I vitigni Italiani alla conquista del mondo - Mario Fregoni

Il contributo dell’emigrazione italiana nello sviluppo 27 delle viticulture delle Americhe e dell’Australia - Attilio Scienza

Il vino ambasciatore della cultura e dell’i-dentità italiana nel mondo - Roberto Cipresso

I missionari italiani e la diffusione della viticoltura - Silvia Omenetto

“Migrazione” di paesaggi - Paola Leonar-di, Maria Cristina Vecchi

GLI EMIGRANTI ITALIANICREATORI DI PAESAGGI

Presenza italiana e sviluppo della coltiva-zione della vigna. Il caso della Germania - Edith Pichler

Grecia: il contributo degli italiani allo svi-luppo della viticoltura nel Dodecaneso al tempo dell’occupazione - Antonio Cortese

Dal Rif a Capo Bon: a coltivar vigneti nel Maghreb - Sandra Leonardi

Il miracolo nel deserto: storie di uomini e vitigni in Libia - Nadia Fusco, Sandra Leonardi

La comunità italiana nella regione dei vini sudafricana tra passato e presente - Anto-nietta Pagano

Potenzialità e problematiche del vino italiano in Cina - Giovanna Di Vincenzo

Le nuove tracce immateriali dell’emi-grazione italiana in India: l’Italia come simbolo della convivialità mediterranea - Daniela Marcheggiani

Vineland. Il contributo degli italiani alla costruzione dei paesaggi vitivinicoli nordamericani - Fabio Pollice, Valentina Albanese, Giulia Urso, Federica Epifani

I migranti italiani in Messico: una lunga tradizione al servizio della cultura del vino - Antonietta Pagano

Storia dei primi produttori di vino in Perù - Gino Amoretti

Nel Sud del Brasile tra vigne e dialetti italiani - Flavia Cristaldi

Gli emigranti italiani nello sviluppo del settore vitivinicolo in Uruguay - Maurizio Tomasi

Gli italiani e il vino in Cile: una passione di famiglia - Carlotta Venturi

Grappoli che parevano quelli della terra promessa. Italiani e viticoltura in Argentina - Alicia Bernasconi

Australian grapelines - le vie australia-ne dell’uva - Marco Bertagni, Saverio Minutolo

L’esperienza italiana al servizio della Nuova Zelanda: storie di amore per vigne e vino - Ferruccio Bertagnolli

Conclusioni - Delfi na Licata

L’INDICECOMPLETO

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EDITORIA

Le «fi rme trentine« del libro «Nel solco dei migranti»Ci sono anche quattro «fi rme» trentine fra

i ventisei autori del libro «Nel Solco degli Emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo».

La roveretana Paola Leonardi è co-autrice con Maria Cristina Vecchi del capitolo «Mi-grazioni di paesaggi» (a pagina 59). Architetta e libera professionista (come si può leggere nelle biografi e degli autori riportate nel libro) si occupa prevalentemente di progettazione edilizia, di arredamento di interni e architet-tura del paesaggio.

A pagina 66 c’è il capitolo «Presenza italiana e sviluppo della coltivazione della vigna. Il caso della Germania», curato da Edith Pichler, un nome noto anche ai lettori del nostro periodico. Originaria della Val di Non, Edith è «sociologa, docente presso l’I-

stituto di economia e scienze dell’Università di Potsdam. Si occupa di emigrazioni, etnicità, minoranze e cultura della memoria in Europa, con particolare riferimento all’inclusione e all’esclusione sociale. È membro del gruppo di lavoro «Giovani italiani e lavoro a Berlino» indetto dall’Ambasciata Italiana di Berlino».

Edith è la referente della Delegazione di Berlino della Trentini nel mondo e ha tenuto relazioni in occasione di diverse iniziative promosse dall’Associazione e ad alcuni con-vegni EZA-UNAIE.

Maurizio Tomasi, direttore del periodico Trentini nel mondo, è l’autore del capitolo «Gli emigranti italiani nello sviluppo del settore vitivinicolo in Uruguay» (pagina 159).

«Giornalista professionista - si legge nella biografi a - per conto della Trentini nel mon-

do ha realizzato una ventina di documentari video su alcune comunità di emigrati trentini presenti in Europa, in Sud America e in Nord America».

«L’esperienza italiana al servizio della Nuo-va Zelanda: storie di amore per vigne e vino» (pagina 192) è invece il titolo del capitolo scritto da padre Ferruccio Bertagnolli (col-laboratore anche della nostra rivista e «guida spirituale» dei trentini emigrati in Australia).

«Missionario salesiano - si legge nelle note biografi che - da anni impegnato in Australia dove è stato Superiore provincialee Ammi-nistratore dei Salesiani. Nel 2011 il Governo federale gli ha conferito la Medaglia dell’Or-dine dell’Australia (OAM). Attualmente è a Hobart (Tasmania) come Direttore del Dominic College dei Salesiani».

La medicina popolare dei trentini in BrasileNelle comunità trentine del Bra-

sile lenta è stata la penetrazione della scienza medica, tardi sono giunti i primi medici, tardissimo il primo ospedale. La cura, in alcuni casi fi no ad ora, è stata praticata con le erbe o attraverso l’azione di «pratici» come levatrici e «tiraòssi».

E soprattutto dai «benzedeiros » che, con rituali e formule magico-religiose, cercavano di allontanare il male attraverso la forza di un credo che accomunava guaritore e ammalato.

Da dove venivano queste prati-che? Dalle Alpi venivano molte conoscenze relative alle poten-zialità curative delle erbe, a cui in Brasile si aggiunsero i sugge-rimenti provenienti dalle famiglie luso-brasiliane. E da una vasta area, non solo alpina, ma anche italiana o europea, avevano ori-gine molte delle pratiche curative magico-religiose.

Di questo si parla nel libro «Mammane, tiraòssi e benze-

deiros. La medicina popolare dei trentini in Brasile» (Editrice Museo degli usi e costumi della gente trentina), scritto da Ivette Marli Boso.

È una ricerca antropologica e linguistica sulla comunità trentina che a partire dal 1875 ha fondato Nova Trento nello stato di Santa Catarina in Brasile. Sulla base di una cinquantina di testimonianze e interviste, l’autrice ha cercato di portare alla luce molte pratiche di cura, formule e riti magico-reli-giosi riconducibili alla tradizione alpina italiana.

Nel libro le curatrici intervistate raccontano dei metodi usati anco-ra oggi per sanare le malattie delle ossa, piuttosto che della pelle, le intossicazioni, i colpi di calore; come anche spiegano il ricorso ad antiche formule magiche e l’iterazione di riti celebrati per preservare il raccolto e gli animali dai malanni.

«Non si tratta solo di testimo-nianze raccolte - scrive l’autrice

nell’introduzione - ma anche di vissuto personale. Ho passato la mia infanzia e gioventù a Nova Trento, mio Comune di nascita, e alcune volte nella mia vita sono stata benedetta da una benzedeira, per uno spavento preso o per il mal di testa dovuto al sole. E altre volte sono andata da un tiraòssi per qualche “nervo fuori posto”

o sono stata obbligata a bere dei “beveroni” di nove erbe per riprendere il colorito e la tonicità muscolare, o bere amare tisane per espellere i vermi intestinali. Per non parlare dei ricordi delle levatrici, che ho visto operare fi no a pochi anni fa nelle vallate di Nova Trento, con il loro bagaglio di conoscenze per la protezione della partoriente e del nascituro, e delle esperte erboriste che per ogni male hanno un’erba da con-sigliare, e la coltivano nell’orto accanto alla casa, perché anche lì è conosciuto il detto “ogni èrba che varda en su la gà la so virtù”».

«Questo libro - si afferma in una scheda di presentazione sul sito www.trentinocultura.net - è una nuova occasione per appro-fondire la storia dell’emigrazione trentina dell’Ottocento e il valore delle conoscenze antiche, che pur muovendosi tra superstizione, magia ed empirismo, ci ricordano le infi nite connessioni delle strade del corpo e dell’anima».

IVETTE MARLI BOSO È L’AUTRICE DI UNA RICERCA ANTROPOLOGICA E LINGUISTICA SULLA COMUNITÀ DI NOVA TRENTO

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sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840e-mail: [email protected] / sito internet: www.trentininelmondo.it

«Un legame che non si spezza: Trentino-Australia», il documen-tario di Renzo Tommasi realiz-zato fra gli emigrati partiti dalla Vallarsa, è stato selezionato fra i fi nalisti per la sezione «Master» dell’undicesima edizione del concorso video «Memorie Mi-granti», organizzato dal Museo dell’Emigrazione Pietro Conti di Gualdo Tadino, con il patrocinio del Comune e della Regione Umbria.

Renzo Tommasi ha partecipato alla cerimonia conclusiva del Concorso, che si è svolta il 18 aprile presso il Cinema Teatro Don Bosco nella città umbra.

Il pubblico in sala ha potuto ammirare in anteprima i video vincitori: cortometraggi capaci di raccontare con trasporto le storie, i sentimenti, gli addii, le sofferenze, le delusioni ma anche i successi della grande epopea dell’emigrazione italiana.

«Un’emigrazione raccontata - come ha spiegato Catia Mona-celli, Direttore del Museo - non solo attraverso i dati storici, ma anche dalle testimonianze di chi

oggi torna a partire, giovani e meno giovani, laureati ed operai, alla ricerca di un futuro migliore all’estero».

La kermesse, presentata da Giacomo Marinelli Andreoli, direttore di Trg Media, ha visto vincitori dell’edizione 2015: per la categoria «Scuole», in ex ae-quo, i lavori «Oltreterra» dell’I-

stituto Comprensivo «Marco Polo» di Lucrezia di Cartoceto, in provincia di Pesaro-Urbino, coinvolgente pellicola incentrata su diverse storie familiari tra emigrazione ed immigrazione e «C’era una valigia» del Liceo Artistico «Tommaso Catullo» di Belluno, attento studio storico sugli italiani in Svizzera ed in

particolare sulla tragedia del Mattmark; Giulia Peragine di Bologna, per la sezione «Master» con il video «Vengo dalle navi», la toccante vicenda degli italiani in Argentina.

A distinguersi invece nella categoria «Andati in onda», il lavoro «Italiani in Belgio», di Marta Scocco di Corridonia, in provincia di Macerata, che racconta la vita ed il lavoro degli italiani in Belgio dal secondo dopoguerra fi no ad oggi.

Il Museo dell’Emigrazione ha pubblicato i lavori premiati in un cofanetto dvd che è possibile richiedere scrivendo ad [email protected]

Tra i fi nalisti che si sono ag-giudicati la pubblicazione, oltre al video di Renzo Tommasi, ricordiamo: Tatiana Forese da Pescara, con il video «L’America ca è», Giovanni Princigalli dal Canada con «Gli errori belli», Tiziana Biasioli di Padova con il lavoro «Veneti nel mondo - Bra-sile» e Diego Dimitri del Liceo «Fermi-Monticelli»di Brindisi con il corto «Battiti».

Renzo Tommasi (quarto da sinistra) sul palco del Teatro Don Bosco di Gualdo Tadino durante la cerimonia di premiazione e (nell’altra foto) insieme alla di-rettrice del Museo dell’emigrazione, Catia Monacelli davanti alla «Mediateca».

IL DOCUMENTARIO È STATO REALIZZATO DA RENZO TOMMASI ED È STATO PRESENTATO NELLA SEZIONE «MASTER»

Il fi lmato sui «vallarseri» in Australiafi nalista al concorso di Gualdo Tadino

Partecipare ad un concorso con una propria opera è sempre fonte di incertezza mista ad orgoglio.

Una fonte che raccoglie le aspettative di più concorrenti e che si convoglia nel momento della premiazione in un luogo, in questo caso e dato il tema, decisamente importante e suggestivo. La cornice medievale di Gualdo Tadino ha reso magica l’attesa quanto intenso l’attimo.

Insomma è stato un vero piacere aver reso un contributo alla storia dell’emigrazione attraverso le storie raccontate dalla centenaria Dima Fox e da Walter Sartori, da due trentini-australiani che entrano a pieno diritto fra i narranti l’incontro e lo scontro con il paese straniero e l’integrazione nella nuova realtà.

Testimonianze, le loro, che hanno dimostrato l’impossibilità di essere stranieri se si interagisce nella medesima lingua madre.

Un grazie a loro e a Leonardo Pisetta, il gio-vane montatore che mi ha aiutato a sintetizzare, nei dieci minuti richiesti per la sezione «Master», un mondo di ricordi e un ringraziamento sentito all’antropologa culturale Catia Monacelli, ideatrice del concorso e direttrice del Museo dell’emigrazione di Gualdo Tadino (nella foto), che ha saputo coinvolgere magistralmente, anche in questa undicesima edizione, studiosi e cultori della materia e sensibilizzare molte classi di studenti su questo tema a noi caro e più che mai attuale.

Renzo Tommasi

RENZO TOMMASI RACCONTA LE SENSAZIONI VISSUTE DURANTE LA CERIMONIA CONCLUSIVA DEL CONCORSO A GUALDO TADINO

La premiazione, magica attesa e attimo intenso

GENTE E FATTI

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GENTE E FATTI

Come abbiamo riferito nel numero di dicembre 2014 della nostra rivista, in collaborazione con la Trentini nel mondo il Corpo dei Vigili del fuoco volontari di Cles ha realizzato un calendario per l’anno 2015, con fotografi e di pompieri che operano nelle località dove esistono Circoli trentini.

La foto inviata dal Circolo trentino di Huatusco (Messico) è stata pubblicata sulla pagina del mese di febbraio.

La consegna di una copia del calendario ai pompieri di Huatusco è stata fatta da Ana Maria Canton Jauregui, nella piazza di Huatusco che ospita il monumento eretto nel 1910 dagli emigrati italiani a Don Míguel Hidalgo y Costilla, annoverato fra i padri del Messico.

Gli altri Circoli che hanno inviato le foto sono quelli di Xalapa

È STATO REALIZZATO DAI VIGILI DEL FUOCO VOLONTARI DI CLES

In 150 al primo incontro della famiglia Felinche si è svolto a Ivora, nel Rio Grande do Sul

I discendenti di Massimino Felin ed Ernesta Sanfelice il 15 marzo si sono riuniti a Ivora (Rio Grande do Sul - Brasile). All’appuntamento sono arrivati parenti provenienti da diverse parti del Brasile e anche da fuori, come ad esempio da Panama: in totale erano presenti 150 persone.

A questo primo incontro, ne seguirà un al-tro l’anno prossimo, che si svolgerà a Silveira Martins, sempre nel Rio Grande do Sul. E in quella occasione speriamo di riuscire a riunire un numero di parenti molto maggiore di quello che siamo riusciti a raggiungere quest’anno.

La famiglia Felin, immigrata in Brasile da Revò, si è stabilita prima a Val de Buia, nella Quarta Colonia di Imigração Italiana, e ha poi ricevuto dal Governo Brasiliano un loto di terra nel municipio di Faxinal do Soturno, nel Rio Grande do Sul (dove vive ancora mio padre José Felin).

Siamo lieti di aver organizzato questa iniziativa perché ci ha permesso di fare tante nuove cono-scenze e di portare avanti l’orgoglio di essere discendenti di trentini.

Elisete Felin

Consegnato il calendarioai pompieri di Huatusco

(Messico), Santa Maria, Blumenau, Gramado, Bento Gonçalves, Ga-ribaldi, Rio dos Cedros (Brasile), Sampacho, Bariloche e Villa Regina (Argentina).

Il trentino Dallabrida coautore del librosulla storia del calcio a Santa CatarinaSi intitola «O futebol em Santa Catarina: histórias de

clubes» (Editora Insular), il libro che è stato presentato il 7 maggio scorso a Florianopolis (Santa Catarina-Brasile), curato dal prof. Alexandre Fernandez Vaz (dell’Università Federale di Santa Catarina) e dal prof. Norberto Dallabrida (dell’Università Statale di Santa Catarina) socio del Circolo trentino di Florianopolis. Diviso in nove capitoli, il libro ripercorre la storia delle

squadre di calcio di Santa Catarina fra il 1910 e il 2014.Il periodo preso in considerazione è ricomptreso fra

l’anno in cui fu disputata la prima partita pubblica fra una squadra composta da studenti del «Colegio cata-rinense» e una formazione mista carioca e paulista e l’anno in cui il Brasile ha ospitato i Campionati del mondo di calcio e tre squadre di Santa Catarina hanno partecipato alla Serie A del Campionato Brasiliano.

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GENTE E FATTI

Erano i primi decenni dell’Ot-tocento quando Francesco Felice Tessaro, mercante d’arte tesino ad Anversa (Belgio), diede inca-rico al pittore e incisore Frédérich Martens di realizzare un dipinto che rappresentava il paese di Pieve Tesino.

La veduta divenne anche il soggetto di una stampa pubblicata dagli editori Tessari, originari di Pieve Tesino ed operanti ad Augsburg (Germania) dalla fi ne del Settecento. Nonostante la stampa sia intitolata Vue de Pie-ve Tesino = Ansicht von Pieve Tesino, ossia «Veduta di Pieve Tesino», il quadro è stato ribat-tezzato «La Valle del Tesino» per enfatizzare il suo valore di docu-mento rappresentativo dell’intera conca tesina.

Dal 10 aprile scorso il dipinto si può ammirare nel Museo Tesino delle Stampe e dell’Ambulantato «Per Via» a Pieve Tesino.

Il percorso che ha portato il quadro al Museo è degno di nota: giunto a conoscenza della possibilità di acquistarlo, un piccolo comitato di privati (Elda Fietta, Manfredo Marchetto, Fa-bio Ognibeni e Flavia Rippa) ha deciso di organizzare una raccolta fondi con l’idea che il compito di arricchire il patrimonio storico del territorio toccasse direttamen-te alla gente.

Grazie al concorso di quaran-

ta privati e della Cassa Rurale Valsugana e Tesino il dipinto è stato acquistato e «restituito» alla popolazione, scegliendo di donarlo al Museo Per Via. Questa iniziativa di alto valore culturale e simbolico ha trovato la sua defi nitiva realizzazione con l’inaugurazione uffi ciale presso il Museo Per Via, che rinnova così la propria vocazione ad essere centro di memoria e condivisione

della storia dell’ambulantato, ma anche luogo di incontro e «casa» di tutti gli amanti del Tesino e della sua storia.

Per festeggiare questa acquisi-zione, vissuta dalla popolazione locale come un «ritorno», e per ringraziare le persone che con dedizione e passione hanno reso possibile l’importante recupero, la Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, che gestisce il Museo

Per Via (oltre al vicino Museo Casa De Gasperi) ha promosso un evento uffi ciale, che si è svol-to il 10 aprile, con i saluti delle autorità locali e l’esposizione della storia dell’opera da parte della prof.ssa Elda Fietta Ielen, membro della Commissione scientifi ca del Museo, nonché del comitato promotore dell’acqui-sto. Il quadro è stato poi posato nella sua collocazione defi nitiva.

Il quadro «La valle del Tesino» è tornato a casaDAL 10 APRILE È POSSIBILE AMMIRARLO NEL MUSEO DELLE STAMPE E DELL’AMBULANTATO «PER VIA» A PIEVE TESINO

Buon 90° compleanno

Il 26 febbraio scorso Guido Zanella (del Circolo trentino di Sydney - Australia) ha festeggiato i suoi «primi novantanni» as-sieme alla famiglia del fi glio Anthony e ai cognati. Tanti auguri anche dalla redazione del nostro giornale.

La segretaria del Circolo Tren-tino di Winterthur (Svizzera) Cri-stina Cazzolli, nata in Svizzera da genitori emigrati da Tenno, assieme al marito Cataldo Vena, di origine siciliane, e alla fi glia

Veronica ha fatto visita all’As-sociazione. Veronica sta prepa-rando una tesina sull’emigrazione trentina in Svizzera ed è venuta in sede per consultare i libri della biblioteca.

Gradita visita da Winterthur

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CIRCOLI

Anche il Circolo trentino di Basileaha festeggiato il suo cinquantesimo

Sono le ore 13:00 dell’8 mag-gio 2015 quando tredici persone provenienti dai quattro angoli del mondo, dal Paraguay alla Bosnia, tutti componenti del Gruppo gio-vani e volontariato della Trentini nel mondo, prendono posto su due Ducati bianchi. Coraggiosi e instancabili, Matteo e Francesco si mettono alla guida. Il viaggio per raggiungere la città svizzera di Basilea, sita vicina alla frontie-ra con Francia e Germania, offre paesaggi meravigliosi attraverso le Alpi: ruscelli incantati, la neve del passo Arlberg, il castello del Liechtenstein e finalmente il Reno.

È notte buia quando si arriva a Saint-Louis nell’Alsazia francese

e... nessuna indicazione dell’al-bergo. Si gira e si torna indietro ma, fi nalmente, grazie alle doti di orientamento di Rosanna e al preziosissimo Tom-Tom, comin-ciamo ad intravvedere lo stemma

dell’hotel.Al mattino seguente varchia-

mo il confine e raggiungiamo Basilea, dove la nostra comitiva arrivata dal Trentino viene ca-lorosamente accolta da rappre-

sentanti di tre generazioni della famiglia Morandini, originaria della Val di Fiemme: il presidente del circolo Giuliano Morandini e sua moglie Dina, le loro due fi glie Paola e Katia (la terza è in Italia) e infi ne i quattro nipoti Sandra, Marco, Adriano e Sara.

Oggi, è un giorno speciale, si festeggia il 50° anniversario del Circolo Trentino di Basilea.

Sono venuti numerosi, più di cinquanta persone con le loro storie di vita, di migrazione, un cuore grande diviso tra due culture e due paesi, quello che li ha accolti e quello che hanno lasciato, quello dove sono nati e dei loro genitori o nonni.

È bello chiedere da che paese

Domenica 10 maggio, a Basilea, in Sviz-zera, il Circolo trentino ha celebrato il suo 50° anniversario di fondazione.

Alla festa ha partecipato anche il vice presidente della Trentini nel mondo, Cesare Ciola, che ha consegnato al presidente del Circolo, Giuliano Morandini, una targa da parte dell’Associazione. Durante l’incontro

sono stati ringraziati anche Franco Aste (presente in sala) e Lino Zanon (assente perché in Italia), i due presidenti in carica prima di Morandini e altri soci fondatori.

Alla manifestazione ha partecipato anche il Gruppo Giovani e volontariato della Trentini nel mondo, che ha animato il pomeriggio con una rappresentazione

teatrale (che su queste pagina racconta la sua esperienza).

Da segnalare poi che durante la festa è stata intonata una speciale versione dell’Inno al Trentino, che manteneva la melodia da tutti conosciuta ma con un testo riscritto e adattato alla ricorrenza del 50° del Circolo.

Un giorno speciale insieme a persone speciali

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CIRCOLI

NELLE FOTO. Alcuni momenti della festa per il 50° anniversario di fondazione del Circolo di Basilea.Qui sotto, l’omaggio ai fondatori:(da sinistra) Renzo Agostini, Franco Aste, Lodovico Tonoli, Maria Rigotti (mancano Virginio Rigotti e Giuliano Rossi). Sulla pagina a fianco, in alto a destra, il vice presidente della Trentini nel mondo, Cesare Ciola, consegna a Giuliano Morandini la targa commemorativa fatta preparare dall’Associazione. A centro pagina, i componenti del Gruppo Giovani e volontariato, alcuni dei quali indossano i costumi di scena usati per la rappresentazione teatrale.

trentino provengono, c’è chi dice che la piazza del suo paese è la più bella del mondo e chi si emoziona quando gli dici che conosci anche tu quella piccolis-sima frazione con appena settanta abitanti.

Dopo un pranzo abbondante il Gruppo giovani e volontariato, sempre ricco di proposte, presen-ta una piccola recita tratta da una leggenda trentina che forse anche i lettori conoscono e che dà una risposta alla domanda «perché le Dolomiti sono così pallide?».

Tanto tempo fa un principe del Trentino si recò sulla Luna e lì trovò la principessa del satellite terrestre. I due reali si inna-morarono e decisero di vivere in Trentino. Purtroppo, a quel tempo, le montagne del Trentino erano molto scure e spaventavano la Principessa. Fu così che il re dei nani della foresta e il principe strinsero un patto: in cambio di protezione, il re dei nani avrebbe tessuto un mantello di luce da appoggiare sulle montagne. Ed ecco che nacquero le Dolomiti, i monti pallidi.

Durante la rappresentazione non si sente una mosca volare, il

pubblico ascolta in silenzio e pre-sta attenzione alle battute, addi-rittura corregge quelle sbagliate.

Finito lo spettacolo, per allie-tare le orecchie di tutti, un coro formato da membri della famiglia Morandini integrato da altri soci del Circolo, interpreta l’inno del Trentino, con testo rivisitato dalla maestra Katia per il 50° an-niversario. La prima strofa dice: «50 anni fa un gruppo motivato il nostro bel Circolo ha fondato. Riunirsi fra paesani e altre moti-vazioni, l’amore per il Trentino e le sue tradizioni» mentre nel ritornello si canta «Il 50° oggi festeggiamo con gratitudine nei nostri cuor e allegri insieme

brindiamo, intonando quest’inno in cor».

Seguono i ringraziamenti del vice presidente della Trentini nel mondo, Cesare Ciola, ai diversi presidenti e fondatori del Circolo Trentino di Basilea presenti in sala. Infi ne, dopo un pomeriggio pieno di sorprese, a stuzzicare le nostre papille sono le torte e lo spumante venuto dal Trentino.

Marco, Manuela e Katia ci portano a fi ne pomeriggio a co-noscere la loro città natale divisa dal Reno tra la piccola e la grande Basilea. Iniziamo il giro turisti-co assistendo all’esibizione di giovani sportivi impegnati nella disciplina «parcours» ed alcune

di noi si lustrano gli occhi alla vista di favolosi addominali.

Poi, si lascia la piccola Basilea, e si attraversa il Reno con una barca senza motore che usa la for-za della corrente ancorata ad una fune: un’esperienza fantastica. Dopo aver visto il municipio con il simbolo di Basilea, l’albergo dei Trois Rois, le case tipiche, arriviamo alla fontana del famoso artista Tinguely.

Il sole tramonta sul Reno ma i Morandini non finiscono di stupirci e ci portano in un locale tradizionale dove assaggiamo la birra locale e i piatti tipici: si ride, si racconta e si scherza come si fa fra vecchi amici.

Purtroppo il tempo passa infret-ta ed è già l’ora di tornare. Ci si saluta e ci si promette di rivedersi presto.

Il sole si sveglia su Saint-Louis, Matteo e Francesco riprendono i loro posti da autisti. I tredici gio-vani se ne tornano ai piedi delle Dolomiti arricchiti dai nuovi incontri fatti e dai buonissimi biscotti e dalla cioccolata al latte svizzero, gustosissimi regali del Circolo di Basilea.

Noemie Paulus

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CIRCOLI

Nella sfi lata che si è svolta per commemorare il 78° anniversario della emancipazione politica del Comune di Rodeio (Santa Cata-rina - Brasile), il 15 marzo 2015 il Circolo Trentino di Rodeio e il Gruppo Folk Trentino sono stati omaggiati dalla Scuola Comunale «Professora Luigia Margherita Vota Ferrari» in occasione del 40° anniversario del Circolo Trentino, che si compie nel mese di maggio.

Gli studenti della scuola hanno sfi lato, alcuni esibendo cartelli sui quali erano riportati i nomi dei principali eventi organizzati dal Circolo, altri con abiti legati alla storia o alle iniziative del Circolo: ad esempio, alcuni indossavano la maglia della «Magnalonga», altri con costumi per rappresentare l’eredità di immigrazione e il folklore conservati dal Circolo. Un ragazzo era vestito come Gesù Cristo, per ricordare la rappresen-tazione teatrale «Il Miracolo del Calvario».

«La Sagra», una delle mani-festazioni più apprezzate fra quelle organizzate dal Circolo, era simboleggiata da una ragazza che indossava il vestito originale della «Regina» della festa.

Un altro studente ha invece rappresentato «Toni Càora», il personaggio che dà il nome a una commedia dialettale.

I soci del Circolo Trentino di Rodeio e i ballerini del Gruppo Folk trentino hanno partecipato

Omaggio a Circolo trentino e Gruppo Folkalla sfi lata per l’anniversario di Rodeio

orgogliosamente alla sfi lata, por-tando i loro gagliardetti e vestiti con i loro costumi tradizionali, attirando la simpatia e gli applau-si del pubblico.

I Circoli Trentini in Brasile sono nati grazie alle iniziative dell’Associazione Trentini nel Mondo, impegnata fin dalla sua fondazione nel 1957 in una grande opera di riscoperta e valorizzazione della trentinità, e al supporto della Provincia Autonoma di Trento.

Il 1975 è stato l’anno in cui

ricorrevano i cento anni dell’im-migrazione Italiana - Trentina in Brasile. Commemorata in varie parti del Brasile, l’evento ha avu-to un signifi cato molto forte per le città di Santa Catarina fondate da immigrati Trentini, come Nova Trento, Rio dos Cedros e Rodeio.

Durante le commemorazioni del centenario, arrivò in Brasile una delegazione di Trento, che fu ricevuta da un gruppo di amici che dal 1972 si riuniva, in modo informale, per fare prove teatrali e di canto. Stupiti dalla qualità e

dall’originalità della rappresen-tazione culturale, i componenti della delegazione incoraggiarono il consolidamento del gruppo.

Da allora, è iniziato un inter-scambio che ha portato alla fon-dazione del Circolo Trentino di Rodeio (1975) - che tra l’altro ha creato e gestisce il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trenti-na - e del Gruppo Italo-Brasiliano di Arte e Cultura (GIBRAC). Vincolato al Circolo, nel 1998 è stato fondato il Gruppo di balli trentini di Rodeio, oggi chiamato Gruppo Folk Trentino di Rodeio gemellato con il Gruppo Folk di Castello Tesino.

I legami tra Rodeio e Trento sono diventati più forti grazie all’attività e all’impegno del Circolo Trentino. Molti costumi e tradizioni iniziavano a perdersi. Ma con tutte le nostre manifesta-zioni (canti, gruppi , feste, ecc) siamo riusciti a salvare e a dare nuova forza a queste tradizioni. Infatti, nelle famiglie dei discen-denti si continua a parlare il dia-letto trentino e la cucina tipica e la religiosità sono caratteristiche che rimangono forti nella vita quotidiana dei discendenti degli immigrati.

Le iniziative del Circolo Tren-tino di Rodeio si basano sul re-cupero consapevole della cultura trentina, sul mantenimento dei valori tramandati di generazione in generazione, che puntano al bene e allo sviluppo della co-munità. L’attività del Circolo, di carattere non solo culturale o sociale, ma anche economico, si concretizza grazie all’impegno dei suoi associati, al loro amore e rispetto per le tradizioni e per i valori morali ed etici dei loro avi, armoniosamente integrati nella nazionalità brasiliana.

Testo: Josimar TaisTraduzione: Laura F. ScozFotografi e: Márcia Testoni

Il 20 marzo scorso, all’età di 92 anni, è scomparsa Izela Agnese Conzatti in Giordani. Figlia di Guglielmo Conzatti e Rosina Baldessarelli, era nata a Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile) il 5 dicembre 1922.

Lascia i fi gli José Rommano, Zulmira, Jandir, Zemira, Zairo e Ro-sangela Giordani e i nipoti Giordano, Caína, Ana Paula, Ana Virginia, Marlon, Douglas e Roberta Maria.

Era discendente dei Conzatti originari di Patone d’Isera e emigrati in Brasile nel 1876.

Cordoglio per Izela Agnese Conzatti

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21 5 - 2015

CIRCOLI

Fra i paesi che hanno attirato l’emigrazione trentina del dician-novesimo e nel ventesimo secolo (Brasile, Argentina, Canada, Stati Uniti…) l’Australia non ha goduto di grande popolarità. Oggi invece l’Australia accoglie centinaia di giovani Trentini ogni anno col visto di lavoro. È una specie di emigrazione «turistica». È stato questo uno dei punti di discussione al recente incontro dei Presidenti e Rappresentanti dei Circoli Trentini in Australia, che si è tenuto sabato 18 aprile ad Adelaide (nella foto uno scorcio della città).

L’ultimo incontro era avvenu-to nell’ambito dell’undicesima «Convention dei Trentini» a Sydney, nel settembre del 2013. Dopo quel raduno c’è stata la conferma di Silvano Rinaldi come Coordinatore dei Circoli Trentini e come Consultore all’e-stero della Provincia Autonoma di Trento. È stato proprio lo stesso Rinaldi ad organizzare l’incontro di Adelaide.

All’inizio della seduta, alla quale ha partecipato anche Padre Bertagnolli in qualità di modera-tore, Silvano Rinaldi ha letto un messaggio da parte del Presidente

della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, che si ripro-mette di incontrare i Trentini in Australia alla prossima Conven-tion nazionale.

Ed ecco un altro tema discusso all’incontro: la prossima Con-vention, che si svolgerà nella cittadina di Myrtleford (Victoria) dal 22 al 25 aprile del 2016, quan-do quel Circolo celebrerà anche mezzo secolo di vita e di attività a favore dei Trentini.

Nell’ordine del giorno è stato riservato ampio spazio anche per

informazione e discussioni sui programmi che la Trentini nel Mondo e la Provincia Autonoma di Trento offrono a favore degli emigranti trentini e loro discen-denti - come i viaggi in Trentino per anziani; gli interscambi per i giovani; i corsi di lingua italiana e altri programmi via internet; assistenza a giovani trentini in visita tramite l’Associazione.

Tutti i Circoli erano rappresen-tati, eccetto quello del Queen-sland. Le relazioni sulle attività dei Circoli hanno confermato

un certo declino a causa dell’in-vecchiamento dei soci e della situazione economica di molte famiglie giovani. Un punto di interesse è quello della guida dei Circoli, metà dei quali sono animati da presidenti nati in Australia.

Le sera del sabato il gruppo dei presidenti ha condiviso una serata di fraternità con i soci del Circolo di Adelaide, concludendo l’incontro con una buona cena, e con un piccolo ma entusiasta coro che si è esibito con canti della montagna.

La domenica il gruppo si è in-contrato presso le Suore Paoline per la S. Messa celebrata da padre Bertagnolli, durante la quale sono stati ricordati per nome tutti i soci dei Circoli che ci hanno precedu-to nella pace dei giusti dall’ultima Convention.

Da queste pagine vada un sin-cero ringraziamento alla Trentini nel Mondo per il contributo dato a favore di questo incontro, al Presidente del Circolo di Adelai-de Franco Armani e al direttivo del Circolo, per l’organizzazione tecnica, e a Silvano Rinaldi per il coordinamento delle varie attivi-tà. Padre F. Bertagnolli

SABATO 18 APRILE SI È SVOLTO AD ADELAIDE UN INCONTRO DI VALUTAZIONE DELLA SITUAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE

I Circoli trentini prestano attenzionealla nuova emigrazione in Australia

NELLA FOTO: (da sinistra - in piedi) Cristina Parmesan (Myrtleford); Sue Pedri e Joanna Terzi (Sydney); Silvano Rinal-di (Coordinatore e Consultore); Franco Dondio (Myrtleford);

Albano Cazzolli (Wollongong); Federico Fedrizzi (Melbourne).Seduti: Padre Bertagnolli; Franco Armani (Adelaide); Dante

Cologna (Canberra-Queanbeyan); Eric Marocchi (Perth).

Foto

: Ada

m.J

.W.C

.

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225 - 2015

Tre gradite visite al Circolo di New York I SOCI HANNO DATO UN CALOROSO ED AFFETTUOSO BENVENUTO AD ALCUNI OSPITI PROVENIENTI DAL TRENTINO

CIRCOLI

Qui, presso il Circolo trentino di New York (Stati Uniti) recen-temente abbiamo avuto tre visite dal Trentino, che abbiamo tutti molto apprezzato.

In febbraio il presidente e il direttore della Trentini nel mondo, Alberto Tafner ed Anna Lanfranchi, sono stati nostri ospiti per un pranzo.

Nel mese di marzo Francesca Griso, Dirigente Scolastico del Liceo LIA di Rovereto ci è venuta a trovare con 23 studenti, che sono stati accolti da 45 soci del nostro Circolo.

Il 13 aprile sono arrivati tredici studenti dell’Istituto «S. Martini» di Mezzolombardo, accompagna-ti dalle insegnanti Irene Cagol e Silvia Sicher. Abbiamo avuto un’altra grande affl uenza di soci per questa visita in quanto è la quinta volta in altrettanti anni che li riceviamo.

Infatti la Scuola Martini ogni anno fa tappa a New York, dopo aver visitato la scuola con la qua-le è gemellata in West Virginia, e ogni volta noi del Circolo siamo felici e entusiasti. Si tratta di un

gruppo di ragazzi meravigliosa-mente simpatici.

Il nostro socio Fabio Flaim ha «fatto colpo» sugli studenti, che sono rimasti affascinati dalla sua

conoscenza della storia del Tirolo e del Trentino.

È stato entusiasmante assistere al loro incontro. È stato un vero e proprio scambio culturale.

Un motivo perfetto perché questi ragazzi vengano al nostro club, nella nostra città e nel nostro paese.

Joan Tolotti O’Grady

Il nostro gruppo di 36 persone formato da Trentini e da amici, si è recato in Olanda per un viaggio di quattro giorni per visitare i campi di tulipani e in particolare il Keukenhof. Il Keukenhof è il secondo più grande giardino di fi ori al mondo, nel quale vengono piantati ogni anno circa sette milioni di bulbi di fi ori e la nostra gita, intorno alla metà di aprile, è coin-cisa con il periodo migliore per vederli fi oriti.

È davvero un posto meraviglioso, i fi ori e i giardini sono eccellenti e siamo stati benedetti da un tempo soleggiato, che ci ha permesso di vederli al meglio.

Oltre a migliaia di tulipani diversi, ci sono laghetti idilliaci, antichi alberi e molti

arbusti fi oriti.I padiglioni contenevano piante più esotiche, con mostre e mo-saici fl oreali: c’era così tanto

da vedere.Un giorno lo abbiamo trascorso

nel villaggio di pescatori di Vollen-dam, diventato un grande negozio

per turisti ma ancora molto attraente: a b - biamo anche avuto modo di vedere come vegono fatti i famosi zoccoli olandesi e come si produce il formaggio Gouda.

È stato un weekend molto piacevole trascorso in armonia e in allegria fra buoni amici.

Tonia O’Donnel Collini

ViaggoViaggoin Olandain Olandadel Circolodel Circolodi Londradi Londra

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23 5 - 2015

CIRCOLI

Incontro conviviale di Pasqua nel Brescianodell’associazione «Amici delle valli trentine»

HANNO PARTECIPATO ANCHE SOCI DEL CIRCOLO BRESCIANI AMICI DEL TRENTINO E ALDO DEGAUDENZ PER LA TRENTINI NEL MONDO

Domenica 22 marzo è stata organizzata presso la sede del Club privato «La Rosa dei Venti» a Botticino Sera in provincia di Brescia, la Pasqua Trentina a Bre-scia, a cura della Associazione «Amici delle Valli Trentine», che aderisce alla Trentini nel mondo.

La festa ha avuto inizio con un gustoso antipasto a base di radicchio dell’orso, speck, salami di vario tipo, lardo di colonnata, marmellate di produzione casa-linga, diversi tipi di formaggi, compreso il famoso «bagoss» di Bagolino; il tutto accompagnato da un ottimo prosecco; tutti pro-dotti rigorosamente locali com-preso il vino.

Tutti i partecipanti si sono spostati, poi, in un locale attiguo, occupato da un unico, grande tavolo, attorno al quale hanno trovato posto tutti i trenta com-mensali; sulle pareti fanno bella mostra i quadri che raffi gurano vari personaggi che hanno di-retto e/o frequentato il Club che ci ospita.

È stato servito, con la polenta di farina integrale di Storo e diversi tipi di verdure, lo spiedo, famoso in tutta la zona pedemontana del bresciano per la sua prelibatezza, composto da diversi tipi di carni, compresi piccoli uccelli; il tutto accompagnato da adatto vino rosso e bianco Botticino.

Diversi tipi di strudel, frutta a base di uva e mandaranci, caffè ed alcoolici di vario tipo hanno «messo il coperchio» ad un pran-zo veramente superbo.

Alla festa ha partecipato anche una delegazione del Circolo

«Bresciani amici del Trentino», guidata dal coordinatore Gior-gio Radi e da fratel Luciano Scala; l’Associazione Trentini nel Mondo è stata rappresentata Aldo Degaudenz (che in quel periodo ricopriva la carica di vice presidente).

Lorenzo Bonomi, oriundo tren-tino ed esperto organizzatore del pranzo, ha portato il saluto de «La Rosa dei Venti», un club i cui soci si incontrano periodicamente in appuntamenti culinari rigo-rosamente maschili; per questo tutti i soci sono diventati provetti cuochi e buongustai, dovendosi alternare nella preparazione di menù originali, sempre basati su generi e prodotti locali.

Il presidente della Associazione «amici delle Valli Trentine», Luigi Carolli, nel porgere il sa-luto dell’associazione, ha rilevato come il numero dei soci si stia lentamente assottigliando per vari motivi (poco interesse da parte dei giovani nei confronti di un territorio che tutti conoscono,

vicinanza geografica ai paesi trentini di origine, mortalità di soci anziani senza adeguati ri-cambi, ecc…); resta, tuttavia, un certo interesse nelle iniziative che vengono organizzate dalla Trentini nel Mondo, in quanto possono risultare stimolanti sul piano culturale, storico e/o am-bientale; ci vorrebbe, in questo senso, maggiore coinvolgimento e collaborazione.

Aldo Degaudenz, nel portare il saluto del presidente Alberto Tafner, ha ricordato che è in corso una rifl essione all’interno dell’Associazione per renderla ancora più vicina alla realtà at-tuale dei Circoli e più aperta ai problemi della nuova emigrazio-ne, che si stanno evidenziando in questi ultimi anni.

Chi emigra, oggi, è spesso do-tato di un buon bagaglio profes-sionale e culturale e non sembra presentare problemi particolari.

In realtà emergono precarietà nel lavoro, spesso non coerente con il livello culturale e profes-

sionale, mancanza di certezze per il futuro, pericolo di isolamento personale che porta a forme di emarginazione, diffi coltà di rac-cordo con altri conterranei emi-grati, sradicamento dalla cultura e dalle tradizioni della terra di origine, ecc....

La Trentini nel mondo intende dare delle risposte concrete alle nuove emergenze e, per questo, chiede la disponibilità di tutti i soggetti che possono collaborare.

L’Associazione ha cambiato il proprio Statuto proprio per coinvolgere maggiormente i Circoli e le singole persone che vi aderiscono: Degaudenz ha spiegato che si vuole superare la struttura piramidale nella quale la sede di Trento elabora program-mi, strategie e linee operative, con i Circoli che si pongono in posizione di attesa: la struttura deve essere orizzontale, in cui tutti hanno pari dignità e adeguato coinvolgimento; deve svilupparsi un’organizzazione di rapporti «a rete» in cui ogni soggetto (sede centrale, circolo e singolo socio) si deve sentire corresponsabile.

Fratel Luciano Scala, conclu-dendo gli interventi, ha ricordato che l’amicizia, la collaborazio-ne e la solidarietà sono valori universali che arricchiscono la comunità e, di conseguenza, ciascuno di noi.

Nel mondo dell’emigrazione essi vengono percepiti in maniera particolare: per questo meritano, non solo di essere difesi a parole, ma continuamente ravvivati at-traverso l’impegno ed i rapporti interpersonali.

Il Circolo trentino di Stoccarda (Ger-mania) annuncia la scomparsa di un caro amico e attivo socio deceduto il 21 febbraio 2015.

Ezio Bortolamedi era nato il 5 febbra-io 1933 a Roncogno e nel 1957 emigrò in Germania a Stoccarda, dove fu assunto dal Comune di questa città come fale-gname, fi no al giorno della sua pensione.

Da pensionato con la moglie andava più volte nel suo appartamento a Trento e ci teneva a dire che trascorreva un paio di mesi nella sua bella Trento.

Lascia la moglie Monica con i fi gli Stefan e Daniel e i nipoti.Da parte del nostro Circolo trentino a tutti i famigliari porgiamo le

più sincere condoglianze.

Il 6 aprile 2015 è scomparso France-sco Pignatelli, nato il 10 luglio 1932 a Zurigo (Svizzera) da genitori originari di Trani.

Franz, come era chiamato da tutti, il 6 giugno 1959 si è sposato con Silvana, trentina emigrata in Svizzera. Nel luglio del 1997 sono rientrati in Trentino a Telve, paese di nascita di Silvana, ed hanno aderito al Circolo ex emigrati in Svizzera.

Mentre erano residenti a Zurigo, Sil-vana è stata per 26 anni segretaria del Circolo trentino e Franz era sempre presente a dare una mano. Oltre alla moglie Silvana, lascia una fi glia, Marina, di 55 anni e due nipoti, Tamara e Samira che risiedono a Zurigo e studiano all’università.

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245 - 2015

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CALENDARIO11 aprile

Ad Ascurra (BR): 2° riunione dell’anno del Gruppo Giovani Trentini Brasiliani (SC e PR)

C.T. Rodeio (BR): riunione per inizio di formazione del Gruppo Folk di bambini

12 aprileC.T. Denver – Colorado (USA): pranzo di primavera

C.T. Buenos Aires (AR): pranzo socialeC.T. Villa Regina (AR): terza lezione del progetto “Trentini a Tavola:

crauti”

14 aprileA Vigo di Ton (IT): nella scuola elementare, lezioni sull’emigrazione

trentina

15 aprilePrima riunione del Gruppo giovani del Circolo Trentino di Venda

Nova do Emigrante

17-20 aprileC.T. Londra (GB): gita in Olanda

18 aprileAssemblea elettiva soci/Bilancio consuntivo dell’Associazione

Trentini nel Mondo

19 aprileC.T. La Louviere (BE): pranzo sociale

C.T. Ticino (CH): festa della primavera

24 aprileC.T. Jaragua do Sul (BR): cena sociale

25 aprileC.T. Buenos Aires (AR): assemblea generale ordinaria

25-26 aprileC.T. Londra (GB): Visita del Coro Azzurro di Pieve di Bono

25-29 aprileC.T. Presidente Getulio (BR): viaggio in Trentino per firma del Patto

d’amicizia con il Comune di Levico Terme

26 aprileC.T. La Plata (AR) Assemblea generale

30 aprileC.T. Buenos Aires (AR): conferenza su “Fantasias de nuestros tiempos”

1maggioC.T. Liegi (BE): passeggiata annuale

9 maggioC.T. Basilea (CH): pranzo 50° anniversario di fondazione con la

presentazione delle Dolomiti a cura del gruppo giovani e volontari di Trento

C.T. Piracicaba (BR):XXI cena italiana

10 maggioC.T. Rosario (AR): pranzo sociale

13 maggioC.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile

17 maggioC.T. Londra (GB):Visita guidata alle “Inns of Court”di Londra

C.T. San Francisco (USA): crociera nella Baia di San Francisco in occasione del 35° anniversario

C.T. La Lorena (FR): festa della polenta

C.T. Cordoba (AR): pranzo sociale

A Nova Trento (BR): 3° riunione dell’anno del Gruppo Giovani Trentini Brasiliani (SC e PR)

18-24 maggioC.T. Bento Gonçalves (BR):presentazione delle attività del circolo durante la settimana della cultura e arte italiana

20 maggioA Farroupilha (BR): incontro dei Circoli trentini del Rio Grande do Sul con il Vicepresidente della Trentini nel mondo, Cesare

Ciola

22 maggioC.T. Florianopolis (BR): ): spettacolo del gruppo folk trentino di

Rodeio per il 15° anniversario di fondazione

23 maggioC.T. Bento Gonçalves (BR): cena “Polenta & Vin”

24 maggioA Bento Gonçalves, III incontro della Famiglia Giordani in

occasione dei 140 anni dell’emigrazione italiana

C.T. Myrtleford (AUS): pranzo “Tastes of Trentino”

Per il sesto anniversario della scomparsa di Rino Zandonai,Gianbattista Lenzi e Luigi Zortea

venerdì 29 proiezione del docufilm “Mattmark, neve e ghiaccio”, realizzato da Marco Tagliabue per la Televisione Svizzera, alle ore 10:00 presso la sede dell’Associazione e

alle ore 20:45 presso la Sala VVF di Mis a Sagron MisSabato 30 maggio - ore 18:00 Santa Messa suffragio

presso la chiesa di Pedersano (Villalagarina). Lunedì 8 giugno inaugurazione della mostra fotografica

su Mattmark presso l’atrio di Palazzo Trentini (sede del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento). La mostra

rimarrà aperta fino a venerdì 25 giugno.

29 maggioC.T. Jaragua do Sul (BR): cena sociale

30 maggioC.T. Liegi (BE): pomeriggio in famiglia

31 maggioC.T. Belo Horizonte (BR): stand sul Trentino nella 9° Festa

tradizionale italiana di Belo Horizonte

7 giugnoC.T. Como e Lecco (IT): festa della primaveraC.T. Florianopolis (BR): Assemblea generale

10 giugnoC.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile

12-20 giugnoC.T. La Louviere (BE): viaggio alla scoperta del Trentino

14-23 giugnoC.T. La Lorena (FR):viaggio in Italia

28 giugnoC.T. Denver – Colorado (USA): polenta picnic annuale

6 - 12 luglioA Trento Seminario formativo per i coordinatori

dei Circoli trentini nel mondo

8C.T. Denver – Colorado (USA): riunione mensile

10-12 luglio

A Levico Terme, Festa Provinciale dell’Emigrazione

19 luglioC.T. Londra (GB): processione italiana - St. Peters Church

8 agostoIncontro Circoli Trentini d’Italia/Festa di Estate circoli Europa

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Una radiosa guiornata di sole ha fatto da cornice alla «Festa dei popoli» che si è svolta in Piazza Fiera a Trento il 17 maggio