Magaze Ottobre 1999

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Magazè Magazè Magazè Magazè Magazè 1 1 1 Magazè STUDIO FANTASY NEWS N° 7 OTTOBRE ‘99 Spedizione in abb. post. art.2 comma 20/c L. 662/96 - Aut. Poste Italiane fil. Ag.

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M a g a z èSTUDIO FANTASY NEWS N° 7 OTTOBRE ‘99

Spedizione in abb. post. art.2 comma 20/c L. 662/96 - Aut. Poste Italiane fil. Ag.

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Forse gli antichi Greci avevano ragione quando consideravano la“troppa bellezza”nefasta, quasi presagio di un destino avverso.La mitologia ci ricorda come uomini e donne di particolare bel-lezza come Adone, Elena, Titone, Piramo e Tisbe, per la sola“colpa” di esser tanto belli, abbiano attirato le ire funeste deglidei .Essi nella loro onnipotenza più capricciosi e meschini degliesseri umani, riuscivano ad accompagnare l’esistenza dei mor-tali esseri “belli” , con la sadica pazienza di chi conosce ildestino atroce che li attende.Perché colpire chi è dotato di un perfetto e attraente aspettoesteriore e più ama la vita con assoluta gioia ed esuberanza, èpiù efficace a far comprendere la caducità dell’esistenza terre-na.Forse solo se fossimo vissuti ai tempi dei Greci, il politeismo ciavrebbe aiutato a capire il tragico evento che ha distrutto l’esi-stenza di una ragazza innamorata della vita, desiderosa diviverla sorseggiandone ogni attimo con vigore e cogliendone ognisfumatura di colore.

“ L’ultimo atto è terribile, perbella che sia stata negli altri atti

la commedia”(Blaise Pascal)

Lina Pellitteri

Anna Lupo colpiva per la sua poderosa bellezza accom-pagnata da una possente e contagiosa allegria , dueforze naturali la cui risultante forza centripeta attiravachiunque in un vortice di spensierata felicità.Chissà se Dio non le abbia regalato questa bramosia divivere intensamente forse per concentrarla in un tempotroppo breve, compensando cosi’ i tanti anni , che nonavrebbe mai vissuto. Ma qualsiasi parola è retorica perte che paradossalmente hai amato la vita più di quantoessa stessa abbia potuto fare con te.Per noi tuoi amici e conoscenti, il ricordo di un fiorebrutalmente reciso nel massimo splendore della sua fiori-tura, sia d’insegnamento nella consapevolezza dell’im-mortale mortalità della vita.Per i tuoi cari, affranti dal dolore più grande che possaesistere, un eloquente e rispettoso silenzio possa accom-pagnare la speranza che la tua vita continui gaia e sere-na li’ dove vivono i più.

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Editore: Tommaso MaggioDirettore responsabile: Claudio SpotoHanno collaborato a questo numero:

Agostino Tuzzolino, Enzo Catarella, Franco Bellino Lina Pellitteri, Calogero Rizzuto, Vito Lo Scrudato

Salvatore Maggio, Carmelo Nocera, Vincenzo La Placa,Irene Catarella, Gero Giambrone, Giovanna Raneri

Biagio Lupo, Gero Pinna, Vincenzo Lupo,Concetta Traina, Altair, Bernacca, Uragano.

Foto: Peppe TerramagraVignetta: Gero GiambroneDisegni: Pino Amormino

Progetto Grafico: Francesco Lo PrestiStampa: “RS arti grafiche - S. Giovanni Gemini

Pregiudizi, si proprio pregiudizi, una malattia di-lagante che non conosce frontiere.Tutti noi ne soffriamo, ma nessuno è disposto adammetterlo su se stesso.Tutti li mettono in pratica ogni giorno, anche nel-le piccole cose: nessuno riesce a sottrarsi a que-sto vizio assurdo, quasi invisibile, di cui non ciaccorgiamo o al quale non facciamo mai caso, mache risulta una delle malattie più pericolose in cir-colazione, quella che miete più vittime.E se non c’è l’abbiamo? Allora sarà meglio che cela facciamo venire per non sentirci dei pesci fuord’acqua, o semplicemente per non sembrare di-versi.Chissà perchè non vediamo l’ora di esprimere ilnostro giudizio prima di tutti, anche quando nonspetta a noi pronunciarci e addirittura per fatti esituazioni di cui non siamo per nulla competenti.E poi subito ne discutiamo con gli altri per avva-lorare il nostro pregiudizio: sì perché proprio noiabbiamo ragione, la nostra tesi è quella giusta. Nonfiniamo di discutere se non quando pensiamo chele persone che ci circondano siano convinte delnostro giudizio.Qualsiasi momento va bene, qualsiasi posto è adat-to, meglio se è un bar, dove si trovano sempreascoltatori disponibili.Gli argomenti non mancano a costo di inventar-celi.La cosa più grave è l’esistenza delle malelingue,che servono proprio ad alimentare i nostri pregiu-dizi, sono una razza a se stante, molto diffusa neipiccoli paesi e che non conosce limiti.Tutti lì a discutere del fatto più recente, della di-sgrazia più tragica, dell’incidente più straziante.Tutti lì a formulare ipotesi,ad elaborare perizie, aspargere falsità. E che falsità... Incuranti del dolo-re dei familiari , dei parenti e di tutti gli amici perla grave perdita.Noi, cara Anna, vogliamo tirarci fuori dal “coro”,vogliamo essere diversi. Tacere nel nostro doloreper la tua scomparsa, che ci ha sottratto l’amica ela collaboratrice insostituibili. E nel confermarciparticolarmente partecipi del dolore dei tuoi cari,in particolare del nostro Biagio, siamo sicuri chemai ti dimenticheremo.

Tommaso Maggio

SOMMARIOIn copertina: Donne che filanoControcopertina: Indimenticabile Anna

POLITICACammarata:Intervista al presidente del Consiglio Comunale 6

ATTUALITA’Provincia di Agrigento:Convegno sulla donna disabile 4Nozze d’oro 4A cavallo per le antiche trazzere 7Siccità fuori stagione 10

SOCIETA’La condizione femminile in paese 8Il Sindacato cambia 12C’era una volta una cabina 19

COSTUMELa Madonna della Provvidenza 5Mambo 13

RUBRICHEArcheologia 11Astronomia 12Fotogrammi 14In Dialetto 15Annunci 15Sport 16Oroscopo 18

Posta 19Cinofilia 19

Vignetta 20

Lavoro in Bianco & Nero 20

Via Campania ,292022 CAMMARATA (AG)

Tel/Fax 0922 900 717

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CONVEGNO DONNA DISABILE

Fortemente voluto da Giovanna Alessi, as-sessore alla condizione femminile e alle pariopportunità, si è tenuto ad Agrigento un con-vegno sulla donna disabile e sulleproblematiche che, in tale caso, penalizza-no doppiamente le donne.Purtroppo, forsea causa dei tempi estremamente ristretti perl’organizzazione del convegno, si sono do-vuti registrare alcuni inconvenienti, comel’assenza di più di un relatore, che, ma soloall’ultimo momento, ha comunicato la suaindisponibilità, e una partecipazione delleassociazioni di settore meno numerosa di

quello che ci si sarebbe dovuto aspettaredata l’estrema rilevanza dell’argomento ela sua novità per le nostre zone. Zone checomunque, come ha sottolineato la dotto-ressa Stefania Bongiorno dell’AIAS, sonoda tempo sensibili verso tutte le forme diinvalidità (sensoriale, fisica, psichica e ci-vile) grazie al forte impulso educativo pro-fuso dai fratelli Ginex e dal professor Vin-

cenzo Reale, veri antesignani di una attenzione per le categorie disabili in tem-pi nei quali mancava ancora una corrispon-dente legislazione. La situazione provincia-le del settore è stata delineata in modo sin-tetico ma completo dal professor Nino DiMiceli, psicologo funzionario dell’Assesso-rato Provinciale alla Solidarietà Sociale, cheha anche elencato le iniziative sostenute orealizzate dall’Amministrazione in tutta laProvincia.Molto interessanti le due relazioni fonda-mentali : una sulla evoluzione storica, dal

medioevo ai nostri gior-ni, della disabilità femmi-nile, svolta dalla dottores-sa Salima Benetti di Ge-nova, responsabile regio-nale dell’ISFORD per laLiguria. L’altra sul rap-porto madre-figliadisabile, relata dalla dot-toressa Lia Bambagioni,psicologa presso una co-operativa sociale a Roma.Non si è potuto procede-re alla prevista consegnadi un busto in bronzo delProfessor Reale, che

l’amministrazione Provinciale ha voluto do-nare alla scuola media di Fontanelle intito-lata all’illustre scomparso, perché la fon-deria incaricata non ha ancora completatola realizzazione. Presente al convegno laprofessoressa Rosalba Tirrito, l’artista cheha realizzato il busto del professore Reale(vedi foto) e che ha raccolto generali ap-prezzamenti per le sue opere in terracotta.

“ E’ da Maggio che insieme al mio stafflavoro per questo convegno, - ci ha dichia-rato l’assessore Alessi- e sono soddisfattache finalmente si sia tenuto. Lentezze edinefficienze burocratiche, scarsa sensibili-tà delle Associazioni interessate, le quali,seppur positivamente impegnate nella pra-tica, sono ancora impreparate a dimostrarereale interesse per iniziative di elevato spes-sore culturale, mi hanno più volte costrettaa rinviare la data. E in ultimo debbo lamen-tare l’improvviso forfait datoci da alcunepersonalità che si erano impegnate a parte-cipare e in particolare dalle relatrici mace-ratesi, città dove è sindaco una donnadisabile.In definitiva ho tribolato non poco nelperseguimento di questo obiettivo; a mag-gior ragione desidero ringraziare quanti sisono prodigati per la riuscita dell’iniziativae primo tra tutti il Presidente della Provin-cia Dottor Enzo Fontana.”

26/10/1949 - 26/10/1999

Fervidi auguri al CavaliereVincenzo Lupo e alla sua

gentile consorte Signora Ginain occasione del cinquantesimoanniversario delle loro nozze.Un particolare ringraziamentoper l’abbonamento al nostro

giornale di £.100.000, cherendono il Cavaliere Lupo

primo nostro socio sostenitore.

di Claudio SpotoATTUALITA’

L’amministrazione provinciale affronta un problema della nostrasocietà molto attuale e proiettato alla ricerca di adeguate soluzioni

NOZZE D’ORO

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Tutti gli abitanti di San Giovanni Geminie di Cammarata sanno che nei momentidifficili della loro vita devono rivolgersia Gesù Nazareno o alla Sua dolcissimamamma Maria, l’uno o l’altra “provve-deranno” a sistemare la situazione o a darela forza di sopportarla. Ecco perché la ve-nerazione della Madonna della Provvi-denza è sentita in maniera profonda dagrandi e piccini. Le vicende, che hannoportato alla grande festa che si celebraogni anno in suo onore a San GiovanniGemini la seconda domenica di Ottobre,sembrano costituire una storia avventu-rosa e affascinante.Gli anziani del paese dicono che la statuadella Madonna della Provvidenza risalead almeno 150 anni fa. Quando erano pic-coli la ricordano posta su un tavola nellanavata laterale della chiesa madre di SanGiovanni. Nessuno sa da chi è stata com-missionata e l’anno preciso della sua ve-nuta in paese. Le notizie su di essa co-minciano ad aversi nel 1945 quando il si-gnor Sebastiano Narisi, detto “ciucinu”,organizzava da solo la festa della Madon-na, detta dal suo soprannome Madonna“du ciucinu”. Narisi non raccoglieva sol-di per le vie del paese, ma faceva la festacon i ricavati delle vendite di suoi pro-dotti, come olio e uva. Era un uomo one-sto e religioso, ma purtroppo ebbe un’an-nata scarsa intorno al 1947. A causa diciò non fu in grado di pagare la banda diCastronovo presa per la festa. I suonatoriin questione vennero quindi a San Gio-vanni per ucciderlo e lui scappò. Si rifu-giò, all’insaputa di tutti, nel terreno del-l’ingegnere Guarino posto in contradaAlbiso per ben 15 giorni. Quando fu tro-vato per caso da dei pastori era in fin divita. Prima di morire si raccomandò allaMadonna della Provvidenza pregandoladi aprirgli le porte del Paradiso. Dopo lasua morte per qualche anno la festa fu ab-bandonata. Solo la seconda domenica diOttobre veniva presa la statua e posta vi-cino l’altare. L’arciprete Sansone dicevaquindi una messa cantata in suo onore se-condo le intenzioni di chi faceva qualcheofferta alla Madonna. Si arrivò così al lu-glio del 1951, quando successe un fattostraordinario. Il signor Musacchia Giusep-pe, ( inteso “Peppi Paliddu”), allora ra-gazzo, fece un sogno particolare in cui laMadonna della Provvidenza gli chiedeva

di farle la festa. La mattina si recòdall’arciprete Sansone per raccontargli ilfatto. Scoprì così che la Madonna “duciucinu”, come era stato abituato a chia-marla lui, in realtà non era altro che la Ma-donna della Provvidenza. Il ragazzo vo-leva ad ogni costo fare la festa, purtroppola sua era una famiglia numerosa e nonpoteva caricarsi l’onere delle spese. So-lamente dopo molte insistenze e vedendoche il figlio ne stava facendo una malat-tia, il padre del signor Musacchia gli per-mise di organizzare l’evento. Ricevuto unprimo piccolo aiuto dall’arcipreteSansone, il giovane Giuseppe si recò da“Giurlannu” a comprare una statuetta dellaMadonna da utilizzare per una pesca. Poisi mise in giro per il paese a vendere bi-glietti a 5 lire l’uno. C’era chi gli davasoldi, c’era chi gli dava una “iunta” ( unmucchietto) di frumento o di fave. Riuscìa raccogliere 4 salme di frumento ed intutto undici mila lire, una vera fortuna perquei tempi. Così grazie a questi soldi e alfatto che molti suoi collaboratori non vol-

lero essere pagati, ( ricordiamol’addobbatore della chiesa don AngeloBrucato, detto “u paraturaru”; AntoninoLa Corte, detto “Ninu u surdu”che, aiuta-to dal cugino Salvatore, provvedeva allosparo della “maschiata”; il capobanda Pie-tro Zimbardo, detto “muscardinu”, che ri-chiese un compenso assai, minore del so-lito) si compì la festa con grande succes-so. In seguito il signor Musacchia si misein contatto con emigrati che volevanomandare un’offerta alla Madonna dellaProvvidenza. Fu così che con il passaredel tempo egli entrò in corrispondenza conben 300 emigrati sangiovannesi ecammaratesi sparsi un po’ in tutto il mon-do. Grazie alle loro generose donazioni ealle raccolte compiute nel paese nell’arcodi tre anni a partire dal 1960, fu possibilerealizzare l’altare della Madonna nellanavata laterale della chiesa madre di SanGiovanni Gemini. Infatti la cambiale di250.000 lire, sottoscritta alla Cassa Rura-le per approntare le spese del marmo edella manodopera e che aveva avuto comegaranti Don Ciccino La Placa (morto inodore di santità il 28 Ottobre di quest’an-no), il collocatore don Alfonso Verga, ilmastro Paolino La Rocca e lo stessoMusacchia, venne pagata entro il ’62. L’al-tare fu inaugurato nel ’63 da MonsignorScrudato. Negli anni ’68-’69 l’instanca-bile signor Musacchia cercò di raccoglie-re l’oro per far fare le corone alla Madon-na e al bambinello, infatti anche la gentesi lamentava che la Gran Madre senza co-rona sembrava una “puvuredda”. Riuscì amettere da parte un chilo e mezzo di oro ein più le 600.000 lire per il cesellatoreveronese Gino Legnaghi, amico di DonCiccino La Placa, che doveva compierel’opera. Le corone arrivarono in brevetempo e furono accolte con una solennecerimonia. Purtroppo però depositate allaCassa Rurale del paese, vennero rubatedurante una rapina e non furono mai ri-trovate. Solo qualche anno dopo fu possi-bile rimettere insieme l’ingente somma ne-cessaria per la realizzazione di altre duecorone, che arrivarono in paese il primoMaggio del 1982, accolte da una cerimo-nia fastosa presieduta dal vescovoBommarito. Madrina e padrino dell’even-to furono la signora Pina Tagliareni e suo

LA MADONNA DELLA PROVVIDENZA:UNA DEVOZIONE SEMPRE VIVA

COSTUME di Irene Catarella

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Il dr.Enzo Carità nel 1998 candidato nella li-sta “Nel Cuore Cammarata” è stato eletto con-sigliere comunale e ricopre la carica di Presi-dente, lo abbiamo incontrato per rivolgerglialcune domande.D.Cosa spinge un medico, che svolge già unruolo positivo in favore della collettività, a de-dicarsi alla politica?R La ringrazio per questa domanda perché midà la possibilità di spiegare le ragioni che mihanno spinto ad occuparmi di politica. Non sideve dimenticare che il vento di Tangentopolisi è abbattuto sull’Italia e il Paese, oggi, co-nosce una delicata fase di transizione. S’in-tende voltare pagina con interventi forti edrastici per risolvere alcuni gravi ed urgentiproblemi come: lo squilibrio tra i pubblici po-teri, stato che gestisce troppo e governa poco,inefficienza della pubblica amministrazione,particolarismi corporativi e territoriali, illega-lità diffusa, dissesto della finanza pubblica,diffidenza dei cittadini per la politica.In un momento così particolare, ho sentito ildovere di raccogliere l’invito della CEI (Con-ferenza Episcopale Italiana), rivolto ai catto-lici di un impegno immediato e diretto nellapolitica, assumendo anche incarichi e respon-sabilità della res-pubblica per il bene comu-ne. Non si tratta di far carriera né di assumereruoli e funzioni per prevaricare il bene di al-cuni a danno di altri , né quello di mettersi inmostra per acquistare onori e prestigio a van-taggio personale o dei propri amici , ma sem-plicemente di mettere a disposizione il pro-prio bagaglio culturale a servizio della politi-ca per il bene comune.D.Cosa vorrebbe fare per questo paese?R.Lavorare giorno dopo giorno, così come stofacendo, assieme al Sindaco, alla Giunta ed

ai Consiglieri Comunali per risolvere tutti iproblemi che da tempo affliggono Cammara-ta, per migliorare la qualità della vita deiCammaratesi e per dare ai giovani del nostropaese le stesse opportunità che hanno, oggi, igiovani di qualsiasi parte d’Europa.D.Il consiglio comunale che lei presiede vede

uno schieramento politicamente confuso vi-sta la presenza di tanti dipendenti di cui nonsi conosce l’adesione politica. Ciò comportaparticolari responsabilità?R. La composizione del Consiglio Comunaleè stata molto chiara fin dal primo giorno delnostro mandato a tutt’oggi non mi risulta chevi siano state fughe da uno schieramento al-l’altro. Infatti, da una parte abbiamo lo schie-

ramento di maggioranza eletto nella lista ci-vica “Nel Cuore Cammarata” e dall’altra loschieramento di minoranza eletto nella listacivica” Al Centro Cammarata”. Per quanto ri-guarda il fatto che alcuni consiglieri comuna-li non hanno tessera di partito, sono convintoche per amministrare bene una città non ser-ve gente di partito, ma occorrono persone qua-lificate e responsabili che vedono la politicacome servizio e lavorino per il bene comune.Sarebbe meglio per Cammarata che tutti i con-siglieri, me compreso, lavorassero di più nonper creare polemiche sterili ma per avanzareproposte utili alla collettività.D.Il suo bilancio sulla parte trascorsa dellalegislaturaR. Il mio giudizio è positivo perché in Consi-glio Comunale si sono trattate questioni im-portanti per Cammarata e voglio ricordarnequalcuna: la convezione con il Mattatoio co-munale di Castronovo che ha risolto agliallevatori il problema della macellazione deicapi di bestiame ; la delimitazione della zonaartigianale che darà sviluppo al settore pro-duttivo sia di Cammarata sia dei paesi vicini;la regolamentazione del servizio civico chedarà l’opportunità ai cittadini bisognosi di sen-tirsi non un peso ma parte attiva della società;il riconoscimento dei debiti fuori bilancio cheha permesso di retribuire le ditte che diversianni fa avevano lavorato per il Comune senzaricevere il dovuto compenso riducendo ,così ,le spese per liti ed arbitrati. Infine devo sotto-lineare che tutti i Consigli Comunali sono statitrasmessi tramite radio, grazie ad una conven-zione stipulata in CC con l’unica emittentelocale e questo ha permesso ai cittadini di se-guire i momenti più significativi della vitapolitica di Cammarata.

POLITICA di Agostino Tuzzolino

Chiaccherando con il presidente del consiglio comunale

(Continua da pag. 5)

realizzato la porticina del tabernacolo del-la Madonna. In seguito venne compiutoun restauro della statua, realizzata tutta inlegno e lamine d’oro, che permise alla Ma-donna della Provvidenza di fare un altroingresso trionfale nel paese il 18 Aprile1982, dopo un anno di assenza. Oggi lafesta vede la partecipazione di centinaiadi fedeli ed è gestita da un comitato di 14persone: il presidente Nugara Vincenzo,il vicepresidente Allegra Raffaele ed il fi-glio Giancarlo, il cassiere Musacchia Giu-seppe e i signori Traina Calogero, TrainaIsidoro, Traina Alfonso, Varsalona Giu-seppe, Musacchia Paolo, Musacchia Vin-cenzo, Matraxia Piero, Scrudato Gaetano,Salvatore Di Piazza, Militello Salvatore.

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C’è stato un tempo, neppure poi tanto lon-tano, nel quale chi doveva recarsi a Paler-mo dall’Alto Agrigentino, per le ragionile più diverse, doveva affrontare un viag-gio molto più lungo che oggi, molto piùfaticoso e anche più pericoloso. Era il tem-po nel quale a Palermo ci si andava a dor-so di cavallo, preparando il viaggio conlargo anticipo, e prevedendo di coprire ladistanza in almeno due giorni. Per rifarelo stesso itinerario, negli stessi tempi econ le stesse modalità, un gruppo di co-raggiosi amatori del cavallo di Santo Ste-fano Quisquina, Cammarata, Bivona eCasteltermini si sono messi in marcia lamattina presto di Venerdì 8 di Ottobre, dal-l’azienda agricola Maneggio “Lo Spero-ne” di Giovanni Parrino, puntando versonord, attraverso il bosco di conifere dicontrada Buonanotte e lasciandosi sulladestra il Lago Leone, oramai povero d’ac-qua per la lunga estate di siccità. Il per-corso che avrebbe portato il gruppo di ca-valieri fino a Palermo è stato scelto sullabase di una documentazione storica chepresenta diversi elementi d’interesse: pri-mo fra tutti l’avere adottato antichetrazzere regie. Le trazzere regie in Siciliaerano dette quelle vie di lunga percorrenzache andavano “da mare a mare” e ce n’era-no che tagliavano l’isola nella direttrice

nord-sud ed in quella est-ovest. Ora, l’Al-ta Val Platani è stato da sempre un impor-tante snodo di incontro delle due grandidirettrici che hanno messo in comunica-zioni nei secoli passati i siciliani, le mercie gli eserciti in guerra. In tempi relativa-mente più vicini a noi le regie trazzeresono servite per gli spostamenti stagiona-

li di armenti e allevatori che d’invernoscendevano a valle e in primavera risali-vano verso pascoli montani. Si è trattatodi strade importanti nell’economia ruraledelle zone interne della Sicilia, sulle qua-li oltre che le bestie sono transitate gene-razioni di braccianti e allevatori in cercadi un’occupazione nelle aziende agricolee zootecniche delle zone più floride. Unatransumanza anche questa, unatransumanza d’uomini. Gli stefanesi al se-guito del presidente dello “Sperone” Gio-vanni Panino hanno rinverdito con la loroimpresa anche l’epopea dei mercanti che

andavano dalle zone rurali a Palermo pervendere prodotti prevalentemente alimen-tari. Un vecchio commerciante di San Gio-vanni Gemini, Salvatore Barbasso, ora trai più, cominciò, ancora nel secondo do-poguerra, da giovanissimo questi viaggiche gli diedero un relativo benessere eprima di potersi permettere un camion, il

viaggio verso il capoluogo, avveniva condue muli carichi di uova e frutta secca. Isuoi racconti erano però popolati anchedai ladri di passo, armati e minacciosi, chefunestavano le trazzere. “Andavo armatoanch’io - mi raccontava il vecchio com-merciante - e questo spesso scoraggiavaquei banditi, altre volte mi è capitato dipagare loro una specie di pedaggio”. Duegiorni ci volevano allora per arrivare, duegiorni sono occorsi agli sportivi stefanesi,cammaratesi, bivonesi e castelterminesiper percorrere verso nord la trazzera finoa Palermo (altri due giorni di marcia sonopoi occorsi per il ritorno).Concentratosiil gruppo sulle rive del Lago Leone - al-beggiava nel frattempo -si faceva rotta ver-so la valle di Filaga, sfiorando da estPrizzi, fino a Godrano, per il primo gior-no, attraverso il Vallone della Mendola,Giardinello, Bosco Ficuzza. Un aspetto inparticolare ha colpito il cronista, che hapartecipato al viaggio in sella alla gene-rosa Ira, una cavalla di sei anni: il paesag-gio da feudo del latifondo di ContradaRiddemi e Vallone della Mendola, dovesi possono vedere vecchie e imponentiaziende agricole e zootecniche, coltureestensive a perdita d’occhio, poche stra-de e nessuna concessione alla modernità,fatta eccezione per qualche trattore e i filia tensione elettrica per contenere le be-stie al pascolo. E’ stato come fare un saltonel tempo e i viaggiatori a cavallo non han-no mancato di apprezzare l’atmosfera atratti surreale del contesto rurale di gran-de bellezza. Giovanni Messina, autorevolealla testa del gruppo, dava notizia di un

ATTUALITA’ di Vito Lo Scrudato

UN VIAGGIO PER ANTICHE TRAZZEREDa Santo Stefano Quisquina a Palermo, utilizzando i cavalli, lungo le trazzere regie,

per riprovare le emozioni del passato e sperimentare un tuffo nella natura senza automezzi

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antico borgo arabo: Riddemi appunto, ealtre spiegazioni relative ad una modernaazienda regionale di sperimentazione sullerazze ovine sita a Giardinello. Messina èstato un costante e sicuro punto di riferi-mento per il gruppo, assieme alcamrnaratese Giovanni Accardo, dispo-nendo le soste e le scelte delle piccole va-riazioni d’itinerario. Peppe Grimaldi, uncinquantenne pieno di temperamento diCasteltermini, invece si inseriva nel pae-saggio con tutta una serie di spericolatezzecompiute in sella al valente “Marascià”.E’ stato lui a prendere la testa del corteodi cavalieri una volta entrati nella città finoalla Favorita, presso la sede della secon-da edizione della “Medicavalli”. Tutti ipartecipanti all’impresa hanno dato pro-va di compostezza e caparbietà: AngelaMessina ha reso onore al gentil sesso, as-sieme a Mirella Accardo, testimoniandodel crescente interesse che il sensibilequadnipede riscuote tra le donne. FilippoCacciatore, il più anziano del gruppo, hadimostrato grande vigoria fisica e saggez-za. Paolo Panino è l’erede di una dinastiadi amatori del cavallo e porta nel sanguel’abilità di trattare gli esemplari piùriottosi, così come l’irruente Totò GrecoFerlisi, da sempre in sella a stalloni in-quieti. Peppe Pensato ed il figlio Egidiohanno costituito un’affidabile componen-te del gruppo che comprendeva anche: ilbancario di Bivona Aldo Torregrossa, An-drea Cannella, Angelo Messina, il sicuroTotò Ficarella, Enzo Bagarella, Antonino

Mangiapane, il palermitano Filippo Man-cini e il giornalista Vito Lo Scrudato. Ilgruppo deve la riuscita dell’impresa al la-voro organizzativo e di supporto delcammaratese Alessandro Accardo, pun-tuale e presente col suo fuoristrada e conla battuta sempre pronta, ad alleviare la

stanchezza di chi stava in sella. Al calaredella prima sera, all’arrivo a Godrano, ca-valli e cavalieri hanno potuto ristorarsi eriposarsi nei locali del Maneggio “Gorgodel Drago”. L’indomani mattina presto ilgruppo è ripartito commettendo l’unico er-rore verificatosi nel corso dei cinque gior-ni: al buio totale delle ultime ore dellanotte la testa del corteo si è ritrovata den-tro un budello dalle pareti irregolari alte estrette, con radici sporgenti e prigionieridi due muri di rovi e recinzioni: v’è statoun momento di grande confusione e di ner-vosismo, soprattutto delle bestie, duranteil quale più di uno dei partecipanti ha fati-

cato a tenere calmi i cavalli. Nulla peròche impedisse di proseguire e arrivare aPalermo, dopo avere attraversato l’incan-tevole bosco della Ficuzza (secolari esem-plari di roverelle, lecci e più rade querceda sughero), le belle campagne prospicien-ti il Lago dello Scanzano, la Piana degli

Albanesi e infine l’emozione di vedere ap-parire il capoluogo dalle colline a ridossodi Altofonte. Un giorno di riposo nellasede di Medicavalli e poi la partenza peril ritorno. L’impresa equestre è stata pa-trocinata dal Comune di Santo StefanoQuisquina il cui giovane sindaco, Salva-tore Presti, vede nella partecipazione allaMedicavalli, “un’ occasione di lancio inchiave turistica e culturale del paese, delsuo territorio e delle sue strutture.”

troppo, non è l’unico neo poichè il bassissolivello di scolarizzazione, privilegio di po-chi, relegava la donna ai ruoli tradizional-mente ad essa attribuiti: figlia, moglie si-lenziosamente rispettosa, madre amorevo-le dei propri figli, niente di più le venivariconosciuto, insomma “l’angelo del foco-lare domestico”. La donna raggiungeva ilproprio obiettivo con il matrimonio, con lacreazione della famiglia, da cui dipendevain tutto e per tutto, oppure scopriva la vo-cazione religiosa ed il richiamo delle muradei monasteri.Nella peggiore delle ipotesi, per quel tem-po, non trovando marito, restava semplice-mente “zitella”, continuando a svolgere ilproprio ruolo a disposizione dei fratelli edella famiglia che aveva il dovere di man-tenerla, perché, ad eccezione di poche fa-miglie benestanti, la donna non disponeva

Mancano poche settimane, ormai, alla finedi questo 1999.E’ tempo di bilanci, necessari per preparar-ci al 2000 che segna l’inizio di un nuovosecolo e del fatidico “terzo millennio”. Noi,non abbiamo certo la pretesa di ripercorre-re secoli di storia, né tantomeno di porciall’attenzione dei lettori come saggi cultoridelle ricchezze e delle esperienze dei “beitempi andati”.Ci permettiamo di evidenziare un aspettoche ha caratterizzato il mutamento genera-zionale, degli ultimi decenni di vita dei no-stri due comuni: IL RUOLO DELLA DON-NA.Se proviamo a leggere nella nostra memo-ria o in quella dei nostri anziani, troviamopagine di assoluto protagonismo maschile.Basti pensare alla totale assenza di presen-ze femminili nei ruoli istituzionali. Ma, pur-

DONNA OGGI:

Anche a Cammarata e San Giovanni Gemini lacondizione femminile ha avuto una sua evoluzione

SOCIETA’ di M. Giovanna Raneri

(Continua da pag. 5)

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di risorse economiche proprie e di una pro-pria autonomia.Oggi per fortuna, anche a Cammarata e S.Giovanni Gemini, questa è preistoria.Infatti, anche se molto lentamente e fatico-samente, quasi nessuno etichetta più come“zitella” la donna che, per scelta o per imille casi della vita, decide di non unirsi inmatrimonio: anche nei nostri comuni le“singles” hanno preso il sopravvento.E’ altrettanto vero che sono pochissimi i casidi donne che hanno scelto di uscire dallafamiglia per andare a vivere da sole, percostruire la propria vita, senza che ciò ab-bia provocato traumi, a volte insanabili, esoprattutto contrastando quotidianamentecon i pettegolezzi, le illazioni ed i mormo-rii di cui sono state e sono talvolta ancoraoggetto. Il coraggio di queste poche, però,ha indotto molte altre a prendere coscien-za di un fatto importante ed indubbio:DONNA = PERSONA.Da questa consapevolezza, nasce nelle don-ne cammaratesi e sangiovannesi, la neces-sità di emergere in prima persona, senzaruoli ombra, accreditando se stesse e po-tenziando le proprie capacità in tutti i set-tori.Ecco affiorare le prime donne impegnatenei settori professionali ed aziendali, nonsolamente come collaboratrici, ma cometitolari al pari dei colleghi uomini..

Un momento storicamente eccezionale si èregistrato qualche anno fa, quando i princi-pali ruoli dirigenziali ed istituzionali eranooccupati dalle donne. Si assisteva alrilancio della presenza femminile con gran-de entusiasmo, cosa che lasciava perplessimolti per quella insita e radicata sfiducianelle capacità gestionali femminili.Grandi passi avanti, soprattutto nella poli-tica, salvo poi ad indietreggiare come igranchi. Infatti, dopo il coinvolgimento del-le donne in Consiglio comunale, in Giuntaed addirittura nel ruolo di Sindaco del Co-mune di Cammarata, oggi nei nostri duecentri si registra il vuoto, ad eccezione diun’unica coraggiosa presenza nell’Ammi-

nistrazione cammaratese,e del ruolo diAssessore Provinciale sostenuto da Giovan-na Alessi, che ha anche la delega alla con-dizione femminile e alle pari opportunità.Certo, è un cammino difficile e la difficol-tà prende origine dal “pensar comune” .Nei commenti della gente sono ancorariscontrabili i sospetti e le avversioni, comese una donna “in carriera” non fosse unapersona normale che rischia del proprio esi sottopone agli stessi sacrifici dell’uomo.Invece viene considerata la fortunata di

turno che deve la propria ascesa, professio-nale od istituzionale, a qualcosa o a qual-cuno.Questa è la ragione per cui molte donnedemordono, indietreggiano, sentendo ad-dosso il costante alito dei “si dice”.Fortunatamente, però, altrettante resisto-no, fiere della propria condizione e consa-pevoli delle proprie potenzialità.Un dato che si riscontra spesso, senza farealcuna polemica, ma solo per sottolinearela realtà, è quello che pochi uomini amanoessere diretti da una donna, e quando ciòavviene lo sopportano a denti stretti. Forse i tempi non sono ancora maturi emolto dipenderà dai nostri giovani che,

recepita una eredità diversa dalla nostra,renderanno più semplice l’evoluzione ed ilcambiamento.Ovviamente siamo consci del fatto che que-sto problema non riguarda solo i nostri dueComuni, ma da questi noi partiamo, perchériflettono la nostra quotidianità.Ed è strano che, come leggiamo in questigiorni, si debba ancora ricorrere ad emen-damenti che definiscano le pari opportu-nità nell’essere presenti nelle liste eletto-rali. Oppure, che si debbano istituire e fi-nanziare leggi che promuovanol’imprenditoria femminile, quasi fosse unfatto di elite: siamo o non siamo alla vigiliadel terzo millennio?Per raggiungere tali obiettivi occorre ungrande atto di coraggio e di critica, nonautolesionista né sprezzante, bensìcostruttiva e volta al raggiungimento di unagrande consapevolezza: DONNA, non vuoldire “danno”, ma genere femminile del-l’umanità, la cosiddetta “altra metà delcielo” che caratterizza la popolazione. Certo nulla è dovuto in più perché si èdonne, ma nulla può essere proibito per lostesso motivo.La parità dei sessi, giustamente reclamataper anni, si può raggiungere pensando chediritti e doveri sono propri di tutte le perso-ne e che le capacità si misurano nelle risor-se proprie di ciascuna di esse, e non nel-l’appartenenza ad un sesso piuttosto che adun altro.Solo così si superano le barricate e gli stec-cati di pensiero; solamente così una donnache, emergendo, realizza le proprie aspira-zioni può ritenersi realizzata, al pari di unuomo, non nell’accezione del pensiero fem-minista, ma del pensare al femminile, sen-za dover necessariamente ricorrere ai recen-ti studi sugli emisferi cerebrali che, pare,caratterizzino la diversità dei sessi ed il quo-ziente intellettivo.Felici di essere donne ma : “W LADIFFERENCE!”

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Ultimamente, nel fare il solito giro col te-lecomando, in coda ai vari TG mi imbattosempre nelle stesse immagini: panorami-che su spiagge affollate di ragazzi in co-stume, bambini che giocano al pallone fraspruzzi d’acqua, adulti pachidermici di-stesi sulle sdraio a godere di una ulterioreabbronzatura...e poi gelati, bevande ghiac-ciate, coppie che flirtano sulla sabbia. Po-trebbe essere la pubblicità di uno di quei

villaggi vacanze costruiti ai tropici per chiinsegue il sole 365 giorni l’anno, potreb-be essere Cuba o Malindi.Potrebbe....Invece la spiaggia è quella diMondello, ed il mese quello dedicato aidefunti, tradizionalmente associato a cap-potti e castagne calde piuttosto che a bikinie granite.Godiamo, (ma è un eufemismo) dalla fineufficiale dell’estate di un clima caraibico,né umido né secco, ventilato ma con dol-cezza, caldo ma non troppo: il vento cal-do che proviene dai tropici non ha porta-to però sul volto della nostra gente il sor-riso spontaneo e genuino di quelle popo-lazioni. E’ tangibile, e la si sente anchenelle rituali discussioni da bar sul tempo,la presenza di una paura nuova, nascosta,ma non troppo, dietro i volti degliinterlocutori. Paura della natura. Paura delclima. Paura di quella che è, in fondo, solouna enorme macchina termica, un enor-me e complesso ingranaggio fisico-chimi-co concettualmente non molto diverso daifamiliari climatizzatori casalinghi, cheperò nell’inconscio collettivo assume ilvolto di una divinità offesa ed adirata, benintenzionata a farci pagare il conto dei no-stri comportamenti dissennati. E’ una emo-zione semplice e primordiale, che l’uomo

cui è seguito un nuovo riscaldamento chedura tuttora. Il problema vero, comunque,non è l’aumento della temperatura in sé,quanto l’imprevedibilità degli effetti chequesto fattore fisico avrà sul clima dellenostre zone. I climatologi non dicono chela regola sarà un costante aumento dellatemperatura in tutte le stagioni di tutti iclimi. Dicono semplicemente che d’ora inpoi non ci sarà alcuna regola.Nella nostra isola il grande mutamento cli-matico sembra manifestarsi principalmen-te attraverso una graduale diminuzionedelle precipitazioni atmosferiche: l’au-mento della temperatura, con un autunnocosì estivo, in fondo non è un fattore rile-vante.Ma a guardare i numeri degli annaliidrologici dell’isola, le pubblicazioni uf-ficiali su cui vengono registrati i datipluviometrici, ci si accorge di come nonsolo piova poco, ma soprattutto ciò av-venga in maniera assolutamente irregola-re: il risultato è che una volta bagnati idelicati assetti geomorfologici del nostroterritorio, la pioggia si trasforma puntual-mente da bene atteso a calamità naturale.La diminuzione delle precipitazioni è so-prattutto consistente nel settore centro-me-ridionale dell’isola: la stazionepluviometrica di Agrigento passa ad esem-pio da valori medi di 557mm. di pioggia(557 litri ogni metro quadro all’anno), acirca 430mm. nella media degli ultimi die-ci anni, con una diminuzione del 22%.E in questo caso, si può proprio dire chenon piove sull’asciutto: il famoso trian-golo della povertà, rappresentato dalleprovince di Agrigento, Caltanissetta edEnna, non deve il suo triste primato al-l’assenza di infrastrutture, a scarso spiri-to imprenditoriale o altro, ma principal-mente all’assenza di condizioni geologi-che favorevoli al formarsi di falde idriche:il territorio di queste province è prevalen-

pensava di avere messo da parte nel suostupido delirio di onnipotenza, e con cuiinvece deve tornare a fare i conti. Non civogliono titoli di studio per prendere co-scienza che quello che sta avvenendo nonè una semplice anomalia stagionale, ma-gari insolita, ma in fin dei conti casuale, edi cui alla fine si trova sempre qualcheprecedente nelle cronache di cento, due-cento o più anni fa’. Scaricando in atmo-

sfera fumi, e desertificando foreste, abbia-mo guastato una macchina che funziona-va perfettamente da milioni di anni. Latemperatura del pianeta aumenta, lenta-mente, ma in continuazione.Vi è ormai generale concordanza sul fattoche il XX secolo sia il più caldo degli ul-timi 600 anni. Nell’ultimo secolo si è avu-to a livello globale un innalzamento dellatemperatura di 0,6°C. In particolare vi èstato un riscaldamento rapido fra l’iniziodel secolo ed il 1940, con un successivoassestamento fino alla fine degli anni ’60,

QUELLA SICCITA’ CHE ARRIVA ALLEPRIME PIOGGE

di Gero GiambroneATTUALITA’

Oasi in Sicilia

Oasi in Tunisia

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“ Inter medium maiorum montium ...” Ov-vero : Nel piano di mezzo tra i due montimaggiori. Così Lucia la normanna, con-sanguinea di re Ruggero, ci rende notal’esistenza e l’ubicazione esatta del luo-go dove sorgeva la chiesa di Santa Vene-re. Gli storici ci parlano dell’originebizantina della chiesa, poiché come os-servano il Tirrito e il De Gregorio, se fos-se stata costruita dai Normanni, Lucia neavrebbe tratto motivo di vanto e gloria.Né poteva essere stata costruita in epocasaracena, in quanto gli arabi proibivanoseveramente l’edificazione di nuove chie-se. Nei racconti dei nostri nonni, nelle lorocitazioni e anche nelle moderne carteorografiche, il luogo viene chiamato“Portella della Venere”, “ Vallone dellaVenere”, in alternativa a Santa Venere.Perché ? E’ giusto porsi l’interrogativopoiché in quel sito il culto cristiano sisarà sovrapposto a quello pagano. Per av-valorare però questa ipotesi, occoronoadeguati studi e scavi, che potrebbero dis-sipare i dubbi della nostra storia. Il no-stro compito comunque è la documenta-zione fotografica e la divulgazione diquanto riusciamo a reperire.Approfittiamo di una discreta giornata difine estate per trovarci sul pianoro delbivio dopo il secondo rifugio, (detto bi-vio romeo ). Seguendo le indicazioni delnostro amico Carmelo Buttafuoco, percor-riamo una strada in terra battuta, e alcu-ne impervie scorciatoie. Dopo qualchechilometro raggiungiamo il sito, tanto am-bito e misterioso. Sulla destra della stra-da che divide le valli dei due torrenti

temente di natura argillosa, così che tuttoquel che piove finisce, in breve tempo, nelmare da cui proviene.Ben diversa è la situazione di altre areedella nostra isola, dove la presenza di roc-ce permeabili permette l’accumulo di ac-qua in falda: provate a vedere come si sonoarricchiti gli agricoltori del ragusano, conuna orticultura che può avvalersi di deci-ne di litri al secondo per ettaro di coltiva-zione.La siccità diventa così il colpo di graziaalla nostra agricoltura, mai decollata, chequando riesce quasi a fare il salto di qua-lità deve ogni giorno scegliere se investi-re tempo e risorse per confrontarsi con lestrategie economiche del mercato europeoo trovare un qualsiasi espediente per irri-gare le proprie piante.La siccità è il colpo di grazia alla produ-zione zootecnica, cui leggi comunitarieimpongono di garantire, per l’acqua da de-stinare agli animali, standard qualitativispesso non posseduti da quella che giun-ge nelle tavole dei loro padroni.La siccità è soprattutto nelle coscienze del-la nostra classe politica (antica e recente)che ha cultura a sufficienza per intuire ledimensioni del problema, (e non ce nevuole poi tanta), e tuttavia continua adignorarne l’esistenza.Continuiamo a non conoscere le risorseidriche complessive dell’isola, la distribu-zione delle falde, la loro potenzialità, asfruttarle intensamente oltre ogni logica eriserva: col risultato che, improvvisamentei pozzi restano a secco, e così anche i ru-binetti della gente.La vera siccità arriva con le prime piog-ge, quando tiriamo un bel respiro di sol-lievo e, messi da parte fanti e santi, ci de-dichiamo nei discorsi da bar a qualchealtra sana emergenza....senza scaldarci

troppo però, tanto, come diceva il buonEduardo “a da finì a nuttata”.

(vallone Cacagliommero verso nord-est,e Vallone della Venere a sud-ovest ) no-tiamo un rigonfiamento del terreno. E’ ilnostro sito! Mettiamo subito in azione lemacchine fotografiche. Un mucchio di ro-vine per tutti anonimo, dove la forestalevi ha appena piantato teneri virgulti di pinie abeti, ci rivelano senza bisogno di sca-vo un’infinità di manufatti in terracotta,tegole e frammenti di vasellami in granparte incisi. I disegni mostrano uno stilegeometrico caratteristico dell’epocabizantina. Esplorando l’area ci accorgia-mo che si estende anche sotto gli alberigià adulti. In mezzo alle macerierosseggianti di frammenti fittili, si intra-vedono i resti delle mura perimetrali incalcare bianco. Tutto attorno le pietre, allaluce del sole, ci svelano innumerevolistelline, è il Diaspro una pietra che na-sconde cristalli di quarzo. La zona, si-tuata circa a 1300 metri di altitudine ègeologicamente interessante, infatti ol-tre al diaspro, si trovano in abbondanzal’agata nera e grigia, spesso venata diquarzo. A nche la strada che risaliamo ècosparsa dello stesso materiale. Discutia-mo con Enza e Mariella sul perché di tan-to disinteresse e raggiunta la sbarra, con-sumiamo un frugalissimo pranzo. Due tu-risti occasionali, un uomo e una donnabionda, muniti di telecamera, declinanol’invito di unirsi a noi e vanno a perdersiin qualche angolo della pineta. Il tempoincalza, ci rimettiamo in cammino, lameta da raggiungere è il “baglio dellanivera”. Ma qualcosa ci incuriosisce: Unastrana formazione di lastre di pietra pres-so il bordo della strada. Ci fermiamo efotografiamo quello che sembra una trac-cia di un antico insediamento. Il terreno èvisibilmente sforacchiato di aperture cheocchieggiano sull’erba, il tutto apparecome un grande tavolo di pietra circon-dato da seggiole di roccia.Poco più in basso fotografiamo la cosid-detta “ capanna du scarparu”, una picco-la costruzione che poggia su una basemolto più antica. Cos’era questo stranosito ? L’impressione che se ne ricava èquella di un insediamento megalitico, spe-riamo di non sbagliarci. Si riparte per ilmisterioso “baglio” dove si trova la leg-gendaria caverna che dovrebbe congiun-gersi con quella “ dell’acqua fitusa “ .Sarà vero ? Ne riparliamo al prossimoarticolo.

(segue da pag.10)

Santa VenereARCHEOLOGIA

Una chiesa bizantina a 1300 metri di altitudine

Servizio di : Carmelo Nocera Mariella Panepinto Enza Lena

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Negli ultimi anni in Italia è cambiata la strate-gia contrattuale nei confronti fra le parti so-ciali, con la conseguente introduzione di alcu-ni neologismi: Concertazione, Welfare, Poli-tiche per lo sviluppo, ecc... Nei famigerati “ta-voli” della contrattazione, gli incontri-scontrinon sono più una prerogativa tra il sindacato el’interlocutore di turno, a secondo della cate-goria interessata, ma avvengono contempora-neamente fra tutte le parti sociali compreso ilGoverno. Questa trasformazione è avvenutaperché sono cambiati gli obbiettivi da raggiun-gere : Si parla di meno dei diritti dei lavorato-ri e sempre più spesso del diritto al lavoro peri disoccupati (meridionali).In Sicilia esiste una situazione“disoccupazionale” preoccupante, nei nostridue paesi ancor più evidenziata dalla precarietàin cui si tengono gli oltre duecento lavoratorisocialmente utili. A partire dal presupposto cheè dovere delle amministrazioni ricercare lesoluzioni produttive dove inserire gli “exart.23” secondo quello che prevedono le tanteleggi e i numerosi decreti regionali, nazionalied europei, è necessario che questi “giovani”siano più flessibili e meno legati al sogno diquesti dieci anni nel quale coltivavano il tra-dizionale posto fisso. E’ venuto il momento diaccettare più massicciamente il patrocinio delsindacato che, portavoce delle loro esigenzenei confronti delle amministrazioni, aumente-rebbe il suo potere contrattuale grazie alla fi-ducia di cui sarebbe investito. Sia a Camma-rata che a San Giovanni Gemini purtroppoquesta fiducia non è stata ancora dimostrataanche se ripetutamente richiesta; cosa che la-scia perplessi se si considera che gli exarticolisti, senza l’intervento del sindacato,sarebbero a spasso già da qualche anno, comeben sanno i più avveduti tra loro.D’altra parte il sindacato, anche in Sicilia, nonpuò più limitare la sua attività alla sola assi-stenza dei relativi patronati. Per quanto diffi-cile possa risultare oggi aprire delle vertenzesindacali, in presenza delle poche occasionidi lavoro esistenti, è ancora più indispensabi-le avviare confronti con le amministrazionipubbliche sulle prospettive occupazionaliattivabili. E’ venuto il momento che le sezionilocali dei vari sindacati si incontrino per ela-borare una strategia ed una proposta unitariada presentare alle istituzioni, per offrire ai la-voratori una speranza che faccia regredirel’amara soluzione emigratoria.

Il cielo autunnale è parecchio interessante per l’abbondanza di oggetti che ci mostra. Lo Scor-pione e il Sagittario che hanno dominato il cielo estivo, tramontano adesso nelle primeore della sera, mentre a sud-est verso Mussomeli, in tarda serata, compare una delle piùbelle costellazioni invernali: Orione. In attesa che questa costellazione si alzi nel cieloe si renda più visibile in prima serata, soffermiamoci su quanto di più spettacolare sipuò osservare: Giove e Saturno, visibilissimi ad occhio nudo, dopo il tramonto a sud-est, sopra Acquaviva. Con un binocolo si possono osservare alcune meraviglie diGiove, il gigante del sistema solare. Lo sguardo scorgerà quattro puntini luminosi va-riamente dislocatie: sono “Io”, “Europa”, “Ganimede” e “Callisto”, le quattro luneprincipali, scoperte da Galileo che le chiamò satelliti Medicei .”IO”, di dimensioni

quasi della nostra Luna, è il satellite più attivo del sistema solare. La sua superficieinfatti è costellata di vulcani in eruzione che proiettano a grandi altezze gas e materialivari. “EUROPA” presenta invece una superficie ghiacciata, caratterizzata da solchirettilinei di varie dimensioni che si intersecano fra di loro. Sono esse fratture dellacrosta, provocate probabilmente da movimenti tettonici, causati dalla forte attrazionegravitazionale di Giove. Si pensa che tale crosta nasconda una grande oceano di acqua.“ GANIMEDE” , con un diametro di oltre cinquemila chilometri, è il più grandesatellite del nostro sistema solare. Anch’esso, come il più lontano “CALLISTO”, pre-senta una superficie ghiacciata, butterata di crateri di varie dimensioni, originati dallecadute di meteoriti.E’ stato possibile vedere tutto questo grazie alle immagini riprese dalla sonda Galileoe diffuse dalla NASA. Giove è un oggetto di facile osservazione, essendo il più grandedi tutti i pianeti,(vedi foto in basso la Terraal suo confronto), infatti la sua massa puòcontenerli tutti quanti insieme. La distanza dalla terra si aggira sui settecento milioni

di chilometri, ma con un piccolo telescopio si possono notare alcuni particolari dellasua densissima atmosfera, composta in gran parte da nubi di metano, idrogeno eammoniaca. Risaltano le cosiddette “bande” intervallate dalle “zone”, entrambe ci ap-paiono come fasce di colori diversi. Con uno strumento più potente si può individuarela grande Macchia Rossa, che è un enorme uragano che dura da circa quattro secoli.Questo gigantesco uragano può contenere quasi tre volte la nostra Terra e, non avendoostacoli come montagne e continenti, durerà ancora per molto tempo.Attorno a Gioveruotano altri dodici satelliti minori. In questo mese potremo osservare inoltre le Leonidi, unosciame di meteore che avrà il massimo di caduta nella notte tra il diciassette e il diciotto, maanche qualche notte prima e dopo queste date. Tutto si può osservare ad occhio nudo, bastaposizionarsci in luoghi bui o comunque privi di inquinamento luminoso. La direzione verso cuiguardare è sopra la costellazione del Leone, ad oriente, verso l’Etna. Con o senza desideri daesprimere vi auguriamo buona visione.

GIOVE E LE SUE LUNE

Gli occhi di Zeus di Vincenzo La PlacaSOCIETA’

di Franco Bellino

Il Sindacato cambia

Tutti gli stagionali forestalidebbono presentare le domandeper l’inserimento in graduatoria

25 Ottobre - 15 Novembre

Ma per lavoratori e disoccupati èancora indispensabile

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Passata l’estate è ritornato l’autunno, cosialmeno suggeriscono il calendario ed ilnormale svolgersi delle stagioni, ma ilcaldo torrido continua a bruciare uominie cose, campagne e città come se a Nataleal posto di andare a sciare dovessimo an-dare al mare. Sarà forse colpa del bucodell’ozono?Fatto sta che il tempo sembra cominciarea girare con ritmi e regole che sfuggonoall’umana comprensione, sarà che non sia-mo in grado più di capire e di controllareil grande meccanismo che abbiamo mes-so in moto?Più passa il tempo e più il ritmo della vitacorre frenetico, più il gioco si gioca conregole nuove, diverse, dove pochi sono ingrado di capire il grande salto che è statofatto in avanti e ancor meno sono coloroche sono in grado di cavalcare la tigre deinuovi tempi.La vecchia regola del vivere sani e vivertranquilli non esiste più, come non esisto-no più i vecchi parametri con cui nonni egenitori misuravano lo scorrere delle cose.Anche molti amici e fratelli vivono in unasorta di limbo, incapaci di apprendereappieno quello che sta succedendo.L’incalzare dei cambiamenti non si misu-ra più in anni o decenni ma in settimane,in giorni, in ore.Pochi sono coloro che capiscono, menoquelli che comprendono e dominano, as-sai quelli che rinunciano a comprendere ecapire, miliardi coloro che ignorano chela realtà non è più come appare.Il progresso tecnologico iniziato ai primidegli anni ottanta, incalzante all’inizio deinovanta e vortiginoso alla fine del millen-nio, ha aperto una grande forbice tra letante che separano lo sviluppo dell’uma-nità.Prima c’era quello alimentare, poi quelloindustriale, poi quello energetico e cosivia fino ad arrivare all’attuale.Solamente che prima si divideva il mon-do in due o in tre grandi zone: si facevadistinzione tra nazioni diverse, tra conti-nenti del primo, secondo e terzo mondo.Ora la distinzione e tra vicini di casa o trapersone della stessa famiglia.Una pubblicità progresso ha rispolveratoun vecchio adagio quello dello “scemo delvillaggio” trasformandolo in quello di“scemo del villaggio globale”.

Film di fantascienza degli anni ’50 e ’60immaginavano la fine del millennio conpunti di vista a dir poco asimmetrici ri-spetto a quelli con cui si è sviluppata ve-ramente la realtà: si immaginavano volispaziali, basi sulla luna, eterne guerre trai due blocchi dell’est e dell’ovest, mode adir poco assurde ecc. ecc. .La realtà è quanto mai diversa, sviluppomicromolecolare, ingegneria genetica ap-plicata all’uomo e alle piante,informatizzazione galoppante, computersempre più potenti al servizio delle cosequotidiane, comunicazioni o meglio tele-comunicazioni onnipresenti. Chi neglianni ’50 avrebbe immaginato che qua-rant’anni dopo ogni individuo avrebbeavuto sempre appresso il proprio telefo-no, o che il mondo fosse avvolto da unarete di satelliti in grado di garantire ovun-que sul pianeta lo scambio di immagini,informazioni e quant’altro tra due o piùpersone, o che un intero mondo virtualeINTERNET avrebbe avvolto la terra ren-dendo il vecchio mondo più piccolo diquello che appare?Oggi non basta più saper usare un com-puter, bisogna anche capire la “filosofia”di certe tecnologie, bisogna essere piena-mente consapevoli delle enormipotenzialità che Internet comporta.Non basta abbonarsi ad un provaider, edaccedere ad un portale o avviare una E-mail.Quanti hanno cognizione di ciò che par-lano e di ciò di cui sentono parlare?

La silenziosa rivoluzione tecnologica hadavvero reso tutti gli uomini più uguali,ha davvero avvicinato di più il pecorinonostrano al mercato canadese come il sucitato spot che la pubblicità progressomostra, eppure sta rendendo il mondo piùcomplicato per la massa, tanto che i piùpossono consolarsi solamente stando da-vanti alla televisione, magari quella digi-tale, via satellite, via cavo o via col vento,scegliendo fra le centinaia o le migliaia dicanali tematici che già cipropongono.Tanto basta pagare.Chi poteva immaginare che l’uomo piùricco del pianeta sarebbe stato un certoBill Gates, che ai suoi clienti vende il nul-la: una scatola di cartone contenente undisco di plastica del valore commercialedi poche decine di dollari ma che contie-ne immagazzinati programmi che hannorivoluzionato il modo di vivere e pensare,rendendo obsoleti milioni di comporta-menti, mandando in pensione milioni disegretarie e aprendo scenari fino a pocotempo fa descritti solo su libri di fanta-scienza?La forbice ha creato un divario fra coloroche riescono a comprendere appieno que-sto cambiamento e gli ampi scenari e tut-te le implicazioni che ciò comporta e co-loro che solamente sanno che esistono tut-te queste meraviglie ma che non hanno unapercezione chiara e completa delle con-seguenze e coloro che tutto ciò ignorano.Ed ai più non resta che sedersi, scaricarecon il loro Mp3 un file musicale, perchéno proprio un mambo, da uno dei tanti sitimusicali della grande rete, inciderlo sulproprio DVD casalingo accendere il si-stema surraund, e ballarsi un bel mambo!.

COSTUME di Calogero Rizzuto

MAMBODa “Scemi del villaggio” a “Scemi del villaggio globale”non ci resta che consolarci ballando magari un mambo

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La Vergine delle Grazie o Assun-zione di Maria come è meglio co-nosciuto, di grandi dimensioni (mt.4 x 2.20) non è datato ed è di auto-re ignoto. La tradizione lo attribu-isce a Pietro Novelli artista vissu-to nel XVI secolo. Una confermapotrebbe venire dal fatto che nellastessa chiesa si trovava un altroquadro dipinto dalla sorella del No-velli, di nome Rosalia, dotata an-ch’essa delle capacità artistiche delmonrealese.

Madonna e i SS Lorenzo, Antonioe Leonardo, anche di questo è igno-to l’autore e la datazione più pro-babile lo considera opera del XVII°secolo. Il viso di S. Leonardo ri-trae le sembianze del committenteLeonardo Callari, come si legge sulretro della tela che riporta la datadel 12 ottobre 1639.

San Placido (m. 2 x 1.46). Dovreb-be essere di Francesco Lo Prestirealizzato nel 1597. Il santo è rap-presentato in piedi sullo sfondo diun paesaggio da un lato montagno-so e coperto di neve mentre dal-l’altro è marino con Messina e ilsuo porto. In basso sono rappresen-tate scene di caccia e pesca. Il qua-dro è contornato da una serie di 16quadrelli nei quali si narrano le vi-cende principali della leggenda delsanto.

Le Anime del Purgatorio (m. 3.5 x2.40 del XVI° sec.). Raffigura DioPadre circondato da angeli e santi,che regge il crocifisso dalle cui pia-ghe sgorga il sangue che salverà leanime del purgatorio .

Questa tela è dipinta anche sul re-tro con lo stesso soggetto ma conimmagini differenti.

Sant’Eligio di Carmelo de Simonedel 1848, forse avo del pittoresangiovannese che nel 1914 dipin-se la cappella del SS Sacramentodella Chiesa Madre.

La Pietà, del 1634 di tale P. Presti,rappresenta la classica deposizio-ne del Cristo Morto contornato daapostoli e pie donne con il Calva-rio sullo sfondo.

I quadri della parrocchia di San Vito Martire

FOTOGRAMMI di Concetta Traina

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Figliu di la gaddina bianca.

Ncuoddu - in braccio

Nuozzulu - pasta di olive dopo la spremitura

Nziti - crine di maiale

Pannieddu - drappo ricamato, ornamento della sella

Portò - paletot, cappotto

Pudicinu - piccolo spazio, angolino

Purmintiu - primizia

La gaddina si spinna quann’è morta.

(Figlio della gallina bianca)Persona privilegiata

(La Gallina si spenna quando è morta)Non si devono trarre conclusioni prima del tempo

Acqua davanti e vientu darrieri.(Acqua davanti e vento dietro)

Sollecitare,agevolare l’allontanamento di qualcuno

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Dopo dieci giornate di campio-nato, per il Gemini il bilancio nonè del tutto positivo . Quello che lasquadra allenata da Luciano Sapia,ha saputo fare nelle prime cinquegiornate(dieci punti), ha poi sciu-pato nelle ultime quattro(tuttesconfitte consecutive). Molte le at-tenuanti, giocare contro l’Akragas,Panormus e Cephaledium, con for-mazioni incomplete non è sicura-mente facile, ma le sconfitte subi-te sono scaturite anche dalla pocaconvinzione che i giocatori hannonei propri mezzi. Infatti in moltecircostanze, la formazionesangiovannese non è stata in gra-

Dopo la sosta, il Kamarat vince aCorleone una gara difficilissima econ molte insidie, soprattuttometereologiche, e riprende con fi-ducia il cammino verso la zona altadella classifica. Una settimana diriposo che ha consentito così amister Maggio di recuperare la for-ma di alcuni giocatori e di inserirenella rosa i nuovi acquisti Misuracae Miceli. Così con la formazioneal comlpeto Maggio ha potuto su-perare le difficoltà che presentauna gara esterna, ottenendo un suc-cesso importante, e ora confidanella galvanizzazione della squa-dra e nell’aiuto dei tifosi per con-tinuare nel momento positivo. Male mosse della dirigenza non sonoancora finite, la squadra sembra alcompleto, ma manca ancora qual-che giocatore juniores, che puòdare tranquillità e un giusto ricam-bio in caso di necessità. Le pole-

do di reagire ai goal subiti, anzi siè sfaldata sempre più, fino a su-bire quattordici reti in quattro gare,senza riuscire a mettere a segnonessuna marcatura. Questo ha im-posto alla dirigenza una vera e pro-pria rivoluzione nella squadra. Benotto le partenze: Talluto, Modano,La Barbera, Cotogno, Amato,Micciché, Settecasi, Basile, chehanno lasciato la squadra, (alcunisono stati “licenziati” mentre peraltri è stata una loro scelta). I rin-calzi sono già arrivati e sono il por-tiere Lazzoni, i centrocampistiCostanzo e Riccobono, il difenso-re Campagna, che assieme ai su-

perstiti formano la nuova squadra.Ma il mercato di novembre si chiu-derà giorno ventuno, quindi si puòancora pensare che la rosa possaessere arricchita ulteriormente.Manca soprattutto una punta chefaccia coppia con Rubino, anchese a dire il vero lo stesso bombernon ha avuto molta fortuna in zonagoal. In attesa del derby conl’Aragona e della trasferta di Ter-mini Imerese, mister Sapia conti-nua negli allenamenti, nella speran-za che la squadra riprenda il cam-mino delle prime giornate di cam-pionato.

miche comunque si sono attenua-te, e i tifosi hanno fatto pace con lasquadra, ma soprattutto con queigiocatori che fino ad ora non ave-vano reso secondo le aspettative.Il campionato è lungo e difficile,molte formaazioni ambiscono alsalto in Promozione, mentre altresi accontenterebbero di potere di-sputare i play off, che porterebbe-ro allo stesso risultato. Una novitàinserita, da quest’anno in campio-nato che lo rende sicuramente in-teressante fino alle ultime partite,è che la prima sarà promossa di-rettamente, mentre per le altresquadre si profila la possibilità diaccedere ad un mini torneo, cheporterà i vincitori ugualmente inPromozione. Questo allungherà iltorneo, già lungo di per sé, vistoche il campionato è formato da gi-roni di diciassette squadre.

LO SPORTA Cura dellaRedazioneSportiva di

Studio FantasyNews

Servizi di:Biagio LupoGero Pinna

Vincenzo Lupo

ECCELLENZA: Il Gemini è ancora in affanno

PRIMA CATEGORIA: Il Kamarat riprende quota

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E’ iniziato benissimo il campionato della for-mazione geminita che in sei gare disputate hacollezionato altrettante vittorie, conseguendoil primato solitario in vetta alla classifica. Sitratta di un torneo regionale con squadre dinotevole livello come la Panormus, Villabate,Settecannoli, Tommaso Natale. La buona pre-parazione unita alla determinazione dei ragazzipreparati con sapiente cura, sta facendo attra-versare alla Sangiovannese un ottimo periododi forma.Al termine di uno dei consueti allenamentiabbiamo incontrato Mister Narisi come sem-pre disponibile , gentile ed esauriente nell’ana-lizzare il campionato che la sua formazione

sta af frontando.D - Mister dove vuole arrivare laSangiovannese?R - Dopo avere vinto il titolo provinciale del-la categoria giovanissimi, il gruppo dei ragaz-zi molto valido ha proseguito il cammino del-la valorizzazione tecnica e agonistica in unavetrina importante come quella regionale. Ilnostro obiettivo è innanzitutto quello di met-tere in evidenza i nostri migliori elementi dan-do loro l’opportunità di fare esperienza perproporsi a sodalizi futuri di livello superiore.Naturalmente contiamo di ben figurare in que-sto campionato, cercando di fare divertire i ra-gazzi giocando bene a calcio.

E’ iniziato il campionato per le ra-gazze guidate dal Mister FrancoReina. Al solito la caratteristicaprincipale sono le lunghe trasferteche le ragazze dovranno affronta-re nelle provincie della SiciliaOrientale, come Siracusa, Catania,Enna, Messina, ma sempre con lospirito di un sano divertimento,unito alla prerogativa dellavalorizzazione delle giovani atletelocali. Da qualche anno a questaparte il Mister continua a perderepezzi “pregiati” della squadra, que-st’anno dovrà fare a meno di RenaLo Bianco. L’obiettivo minimo del-la stagione è quello di raggiungereuna posizione in classifica che diala tranquillità per la salvezza, an-

CAMPIONATO REGIONALE ALLIEVI LA MATRICOLASANGIOVANNESE : UN CAMPIONATO DA PROTAGONISTA

D - Il tuo lavoro considerando la penuria divalidi juniores che c’è in circolazione assu-me una valenza importante. Vedremo neiprossimi anni all’opera i tuoi ragazziin cate-gorie superiori?R - Innanzitutto la presenza nel nostro paesedi una squadra che milita nel campionato dieccellenza giustifica pienamente questo miolavoro, ma non puo’ risolvere in maniera ra-dicale i problemi di carenza di giovani per laformazione juniores. Sia chiaro che qualcunaltro dovrà continuare l’opera diindividuazione e di perfezionamento tecnicodei giovani interessanti proposti dalla miaassociazione Sportiva nel campionato regio-nale di categoria, altrimenti si corre il rischiodi disperdere in poco tempo tutto quello chesi è in tanti anni di attività programmato epreparato.ORGANICOPORTIERI: Iacoponelli(83), D’AngeloDIFENSORI: Riggi (83), Alessi (83), LaMagra (84), Reina 5. (84), La Palerma (84),Martorana (84);CENTROCAMPISTI: Di Grigoli ( 83), DiPiazza F. (83), Cammarata (83), Reina LiCapri (83), Genco (84), Biondolillo F. (84);ATTACCANTI: Grispino (84),

Biondolillo 5. (83), La Piana (83).

Campionato di Pallavolo Femminile serie D: MotelSan Pietro inizia la nuova stagione agonistica

che se il Motel S.Pietro cercherà disvolgere un ruolo di primo pianonel campionato.Nella giornata diesordio ha incontrato la formazio-

ne dell’Agrigento perdendo per 3- O in casa, ma le ragazze avrannosubito la possibilità di riscattarsi intrasferta.

Lo Sport

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BILANCIA( 23 Settembre- 22 Ottobre)

Non fidatevi immediatamente di personesconosciute. Valutate bene se sono sincerioppure no. Le coppie vivranno un periodocosì, così: non scaricate le vostre tensionisul partner. Ci saranno dei cambiamentinell’ambito lavorativo, ma andrà tutto avostro favore. Acquisterete un oggetto im-portante a poco prezzo.

Il Segno del mese: Scorpione (23 Ottobre- 2 1 Novembre)

L’oroscopo di ALTAIRL’oroscopo di ALTAIRL’oroscopo di ALTAIRL’oroscopo di ALTAIRL’oroscopo di ALTAIR

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Nell’ottavo segno, il più complesso delloZodiaco, vita, morte e resurrezione sonostrettamente unite ed esprimono il vero eprofondo significato dello Scorpione, tesoa distruggere tutto ciò che esiste per rico-struirlo e ricomporlo sotto nuove forme. Do-minato da Marte e Plutone, lo Scorpione ècaratterizzato da forte istintività e da impulsiviolenti. L’aggressività scorpionica si allar-ga anche al campo mentale e intellettuale.Spesso l’intelligenza è acutissima, anticon-formista, se non rivoluzionaria. Lo Scorpio-ne ama il rischio e la sua audacia si rivelatanto più apertamente quanto più la situa-

zione si presenta difficile e pericolosa. Puòdistruggere e dissacrare ciò che è tradizio-nale e conforme alle norme, per rivoluzio-nare e ricostruire qualche cosa di totalmen-te nuovo. Quando prevalgono le forze ag-gressive ed istintive, la vita dei nativi delsegno è caratterizzata dalla lotta e da unaforte competitività che possono spingere allaviolenza e alla crudeltà. Se, al contrario, leforze istintive profonde riescono a venirecontrollate e disciplinate, lo Scorpione puòarrivare ad un alto livello di sublimazione.Tuttavia si possono trovare individui che re-primono l’istintualità e la sessualità caden-

do in preda all’angoscia e a forti sensi dicolpa. Continui timori possono renderli pro-fondamente infelici e tormentati.

In questo meseChi nel mese passato avesse posto fine aduna relazione, riuscirà a trovare la serenitàe a vivere bene anche nella nuova condizio-ne di single. Chi è fidanzato farà progetticoncreti per il futuro. Saranno favoriti i la-vori di gruppo. Agli studenti converrà stu-diare in coppia. Farete degli acquisti impor-tanti: tirate sul prezzo.

PESCI( 19 Febbraio- 20 Marzo)

Guardatevi bene attorno, perché l’animagemella apparirà davanti a voi quasi permagia. Il legame diventerà immediata-mente serio: questo è il mese ideale persposarvi. I progetti iniziati nel mese pre-cedente raggiungeranno il successo.Aspettatevi nuovi guadagni grazie agliottimi investimenti fatti. Concedetevi spe-se extra.

TORO(21 Aprile- 20 Maggio)

Qualche nuvola all’orizzonte nel rapportodi coppia. Non intrappolatevi in relazioniextraconiugali. I cuori solitari faranno nuo-ve conoscenze, ma non si legheranno se-riamente. Successi, soddisfazioni e promo-zioni in arrivo. I successi professionali au-menteranno le entrate. Compratevi quelloche volete.

GEMELLI(21 Maggio- 21 Giugno)

Sta per chiudersi il millennio e voi vivreteamori travolgenti. I single incontrerannol’anima gemella e in breve decideranno disposarsi. Avrete nuove possibilità di lavo-ro che non vi permetteranno di rilassarvi,ma vi faranno crescere dal punto di vistaprofessionale. Accettate subito. Buone leentrate di denaro.

CANCRO(22 Giugno- 22 Luglio)

Fate una sorpresa al vostro partner orga-nizzando un romantico week-end. Chi èsingle progetti un viaggio alla fine dell’an-no con amici: troverà l’amore vero. Sieteun pò stanchi e quindi scarsamente creati-vi. Lasciate che siano gli altri a farvi nuo-ve proposte. Se avrete investito i vostrisoldi, vedrete aumentare il vostro conto inbanca.

LEONE(23 Luglio- 22 Agosto)

Se qualcosa non vi soddisfa nel rapportodi coppia, parlatene con il partner. Cosìfacendo potrete risolvere eventuali proble-mi. I single vivranno un amore travolgen-te. Se avete un progetto da realizzare, chie-dete aiuto ad un collega. Il lavoro sarà gra-tificante anche da un punto di vista econo-mico. Farete grandi affari.

ARIETE( 21 Marzo- 20 Aprile)

Tensioni e nervosismi sono sempre all’or-dine del giorno. Attenti! Rischiate di com-promettere un rapporto per il vostro carat-tere sempre pronto a litigare. Scaricate tut-to il nervosismo fuori casa. Se il lavoro vistressa troppo, cercate un bravo collabora-tore. Riceverete interessi su alcuni investi-menti passati

VERGINE( 23 Agosto- 22 Settembre)

I rapporti di coppia non saranno turbati datensioni oppure da discussioni. Andreted’accordo con il partner e avrete le stesseidee. Sono previste gratificazioni per la finedel mese. Avete lavorato bene e quindi ri-caverete frutti buoni. Ne riceverà effettipositivi il vostro portafoglio. Avrete pro-babilmente un aumento di stipendio.

SAGITTARIO(22 Novembre- 20 Dicembre)

Nei primi giorni del mese continuerannole baruffe con il partner. Non temete: pre-sto tornerà il sereno. I single proveranno acimentarsi in rapporti profondi. L’apprez-zamento dimostrato dai vostri superiori,desterà gelosie nei colleghi. Non prende-tevela, anzi siate generosi come sempre.Siate prudenti nelle spese.

CAPRICORNO(21 Dicembre- 19 gennaio)

Sarete perfettamente in grado di dare aiutoal partner, che in questo mese avrà biso-gno di voi. I single potrebbero innamo-rarsi di una persona con la quale avrannogrande differenza di età: non spaventate-vi. Riceverete incarichi di grande respon-sabilità nel campo lavorativo. Nuove en-trate di denaro vi aspettano a breve.

ACQUARIO( 20 Gennaio - 18 Febbraio )

Le coppie saranno sempre più affiatate esi ameranno più di prima. I single vivran-no passioni travolgenti, ma brevi. Si pre-senteranno nuove occasioni di lavoro. Idipendenti avranno nuovi progetti su cuilavorare. Venere e Giove favoriranno inat-tese entrate, scaturite forse dalla conclu-sione positiva di un affare.

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@

Scrivo a nome di Bastillo Giaco-mo un vostro abbonato che ha ri-cevuto i numeri arretrati. Gli man-ca il numero 4, cortesemente,chiede se potreste inviarglielo.Vi ringrazia anticipatamente echiede cortesemente se potrestepubblicargli una vecchia foto peri suoi parenti, soprattutto per suozio PeppeButtafuoco.

Un affetuoso ricordo della nostrafamiglia Buttafuoco

RICEVIAMO VIA INTERNET @ RICEVIAMO VIA INTERNET @ RICEVIAMO VIA INTERNET

Fino a poco tempo fa scendendo alla stazio-ne ferroviaria di Cammarata, c’era accantoal cancello di ingresso una cabina rossa del-la Telecom: a volte funzionava a volte no,comunque c’era.Cosi chiunque sventurato passeggero delleferrovie italiane, arrivando nel terminal delnostro bel paesello, se non aveva qualche pa-rente o amico ad aspettarlo e se non capitavaproprio nella rara corsa in cui trovava la cor-riera, prima di sperare in un passaggio, ave-va la possibilità di telefonare cosi da essereprelevato e portato in paese.Ma da un po’ di tempo la rossa cabina, chequalche disgraziato a volte in caso di piog-gia usava anche come riparo momentaneo,non c’è più.I più distratti non se ne saranno accorti, macosì è: la cabina telefonica è sparita,volatilizzata, scomparsa. Verrebbe da pensa-re che la Banda Bassotti se la sia portata via.Ma ahimè così non è: la cabina telefonica èstata portata via dalla stessa Telecom con lascusa che nell’era della comunicazione in cuitutti possiedono il cellulare tale povera di-sgraziata cabina non è più economicamenteremunerativa.Dov’è finito lo spirito di servizio pubblicodella Telecom, che ai poveri disgraziati chenon hanno il cellulare ha lasciato soltanto lapossibilità di riccorere ai segnali di fumo?Bò il fatto è che nell’era della comunicazio-ne globale la Telecom, che ha la pretesa diconnettere tutto e tutti, si è confusa per unapovera isolata cabina telefonica che alle por-te del terzo millennio serviva ai poveri viag-giatori rimasti appiedati alla stazione di Cam-marata.“Ma veramente ’un siemmu di nuddu”.

AVVISO AI NAVIGANTI

C’era una volta.............. ......una cabina telefonica

L’ANGOLO DELLA CINOFILIA di Salvatore Maggio

L’apparenza ingannaHa la grinta del pugile e il carattere dell’angelo custodeIl boxer nasce nella tedesca Bavieranegli ultimi anni dell’ottocento, se-lezionato come esemplare di guar-dia, difesa ed utilità. Non è partico-larmente bello in volto, ma ben pre-sto raccoglie tanta simpatia. Chi po-trebbe dire che dietro quel muso ri-gorosamente mascherato e quellaespressione seria anche per le ma-scelle sproporzionatamente pronun-ciate, si nasconde uno dei miglioriamici dell’uomo e principalmente deibambini.Con un boxer entra in casa e nella vitadella famiglia un cane buono e docile, al-legro e giocherellone, disponibile a tuttoper i suoi padroni e pronto a qualsiasi cosaper difendere i suoi amici .Il carattere di

questa razza è ormai talmente radicato edelineato da renderla eccellente per la di-fesa. Forti e irruenti si trasformano inevi-tabilmente in dolci e bonaccioni con co-loro che considerano più deboli, come ap-punto i bambini, che ricercano continua-mente e con i quali amano intrattenersi in

lunghe ore digioco.

Nelle foto:Luky,5 anni, eAsca e Akim,due dei suoifigli a pochigiorni dallanascita. (Pro-prietà Mag-gio)

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Salve, come sapete, i due paesi della montagna sono rinomati nelcircondario, per avere nel proprio tessuto tante attività, ad esem-pio: negozi (specie d’ABBIGLIAMENTO), bar, RISTORANTI,pasticcerie, pub, pizzerie, panifici, artigiani, SUPERMARKET,liberi professionisti, FABBRICHE.TUTTI hanno, dipendenti bianchi, rigorosamente in nero, e quandonella migliore delle ipotesi un bianco è in regola, è ugualmentenero per la rabbia di non essere ingaggiato con la qualifica corri-spondente al lavoro che fa (spesso deve ringraziare il cielo se èingaggiato come uomo/donna delle pulizie!!!) , non poter usufru-ire di una paga adeguata, di non aver gli straordinari pagati, dinon avere ferie o di averle non pagate, di non aver diritto a malat-tia etc...Ma questo non dovrebbe essere possibile, poiché c’è “l’ispetto-rato del lavoro” che manda i propri ispettori a “fare controlli pe-riodici”.... Sorvoliamo sui probabili (ma non certi) accordi, che visono tra essi e i datori di lavoro e soffermiamoci sulle sirene (deltipo antiaerea), e sulle stanze (tipo bunker, dove far nascondere ipropri bianchi in nero in caso di ispezioni, - seppur improbabili,giusto per non lasciare nulla al caso!) che molti di questi bravissi-mi datori di lavoro hanno, un po’ per camuffare ‘sti accordi, un

po’ per tappare qualche possibile buco che si potrebbe formare inquesta fitta e sicura ragnatela... Chiaramente per i piccoli edifici,adibiti ad esempio a panificio, c’è sempre il buon vecchio bagno.Forse a qualcuno, quanto scritto sopra, potrà sembrare strano apochi giorni dal 2000 (- sarà il “millenium bug”?-), ma la mag-gior parte di coloro che mi leggeranno, sanno che non sono chiac-chiere, lo sanno anche alcuni dei nostri cari emigrati (spero mileggano), che se ne sono andati, per non subire queste ingiusteangherie, ed è per questo che lancio a loro un affettuoso saluto!!!Qualche “semplice lettore” - me lo scusino -, potrebbe credereche voglia dire che questo bell’atteggiamento da parte dei nostribei datori di lavoro si chiama “estorsione”, ma io non ho di que-ste pretese. Mi chiedo e vi chiedo, esclusivamente quali siano leorigini etnologiche di “lavoro nero”... e se non sia più corretto,per quanto detto sopra, dire: “lavoro in bianco & nero” per indi-care il medesimo fenomeno, e per finire, che sarebbe proprio ilcaso di vedere con altro occhio i SICILIANI (si, si, questo feno-meno è più esteso di quanto non si immagini), che preferisconorestare bianchi in piazza, piuttosto che togliersi dalla piazza e di-pingersi di nero!!!Asta la Victoria Siempre!!!

Lavoro in “Bianco & Nero” di Uragano

A ME M’HA ROVINATO L’EUROPA!!!Oggi vi sembro un alienato,

ma ho avuto anch’io le mieesperienze...

veramente una sola, peròimportante.Avevo fatto amicizia, con unaragazza, una gran bellaragazza. Così una sera

d’estate usciamo in mac-china...

...La sua ovviamente....

THE WALL

Gira e rigira finiamo in unposticino appartato...insomma,si erano create le condizioni

per una serata movimentata

In questi casi è chiaro che è a leiche spetta la prima mossa, percui mi è venuto spontaneochiederle:“Come preferisci farlo?”

E lei: “Scusami caro ma iolo faccio solo a norma

C.E.E.

“A norma C.E.E.?E che significa?”Dico io

“Beh, se non sei preparatoa sufficienza studia e ritorna

a settembre”Dice lei

Da allora non l’ho più rivista....

A me non mi importava di entrarein Europa, mi accontentavo di moltomeno...