Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … nelle parole di … · 2021. 1. 14. ·...

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Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … nelle parole di Salvatore Renga Scritto da Michele Schioppa Giovedì 06 Agosto 2015 13:22 MADDALONI (Caserta) – Di testimonianza in testimonianza, di articolo in articolo, è sempre interessante scoprire peculiarità dell’ingegno di don Salvatore d’Angelo. Quello che traspare dal contributo testimoniale, per affiancamento del sacerdote, di Salvatore Renga ci offre la possibilità di conoscere da vicino la lungimiranza di don Salvatore d’Angelo che, con lo stesso potenziale progetto del Centro Aerospaziale a Maddaloni negli anni, pensò bene di integrare i percorsi di studio del Villaggio dei Ragazzi di indirizzi idonei. Dunque, senza troppe premesse, “leggiamo” nelle “parole” di Renga, con la testimonianza del 28 e 29 luglio nonché 5 agosto 2015, talune caratteristiche del “genio” che ci ha lasciato quindici anni or sono. 1 / 35

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    MADDALONI (Caserta) – Di testimonianza in testimonianza, di articolo in articolo, è sempreinteressante scoprire peculiarità dell’ingegno di don Salvatore d’Angelo.

    Quello che traspare dal contributo testimoniale, per affiancamento del sacerdote, di SalvatoreRenga ci offre la possibilità di conoscere da vicino la lungimiranza di don Salvatore d’Angeloche, con lo stesso potenziale progetto del Centro Aerospaziale a Maddaloni negli anni, pensòbene di integrare i percorsi di studio del Villaggio dei Ragazzi di indirizzi idonei.

    Dunque, senza troppe premesse, “leggiamo” nelle “parole” di Renga, con la testimonianza del28 e 29 luglio nonché 5 agosto 2015, talune caratteristiche del “genio” che ci ha lasciatoquindici anni or sono.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Foto che riprende Salvatore Renga negli ambienti del Villaggio dei Ragazzi. Come di consueto, per chi si approccia solo ora a questo progetto di conoscenza cronistoria diSalvatore, e poi don Salvatore d’Angelo, si rimanda ai precedenti contributi (anticipazioni - vediarticolo), a puntate che sono: 1 - Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo a 15 anni dalla Nascita al Cielo… l’inizio(vedi articolo), 2 - Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo … continua il viaggio della conoscenza delsacerdote(vedi articolo), 3 - Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo … il Testamento del sacerdote(vedi articolo), 4 – Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo … testimonianza di Carlo Scalera(vedi articolo), 5 - Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo … testimonianza di Filippo Suppa(vedi articolo), 6- Maddaloni, ricordare don Salvatore d’Angelo … testimonianze in Radio il 27 giugno(vedi articolo), 7 - Maddaloni, entusiasmante puntata di “Dietro l’Angolo” nel ricordo di don Salvatore d’Angelo …(vedi articolo), 8 - Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … testimonianza del nipote Franco d’Angelo(vedi articolo), 9  - Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … testimonianza di Donato Proto(vedi articolo), 10 - Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … precursore del Fundraising(vedi articolo), 11 - Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo …testimonianza di Antonio Pagliaro(vedi articolo), 12 - Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … parla Vincenzo Santangelo(vedi articolo), 13 - Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … il ricordo di Amedeo Marzaioli(vedi articolo), 14 - Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … un pensiero alle Sig.re Paparelli e Danese(vedi articolo) oltre naturalmente a una breve cronaca della Santa Messa in occasione dell’anniversario dellaNascita al Cielo (vedi articolo).

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  • Maddaloni, Ricordare don Salvatore d’Angelo … nelle parole di Salvatore Renga

    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Foto di scolaresca del Villaggio dei Ragazzi. Ecco la testimonianza di Salvatore Renga a cui va il ringraziamento per la concessione delcontributo fotografico a corredo. D: Ha avuto modo di leggere del nostro progetto sulla ricostruzione biografica dellafigura di don Salvatore d’Angelo? Le andrebbe di dare un suo contributo? R: Certo, mi fa piacere di parlare del “mio Villaggio”e del “mio don Salvatore”. D: Ci racconta come è iniziata la conoscenza e collaborazione con don Salvatore e ilVillaggio dei Ragazzi? R. Iniziamo con il dire che sono entrato nel Villaggiodei Ragazzi agli inizi degli anni settanta perfrequentare l’allora centro di elettronica come montatore e riparatore apparecchiatureelettroniche, qualifica che regolarmente conseguii nell’anno scolastico 1974, nella stessastruttura scolastica, e in quella occasione ebbi modo di conoscere il Direttore dei corsi, l’ing.Giacomo Giuliani che diviene il mio mentore con il quale ho strettamente collaborato fino allasua morte. D: Come nasce il rapporto con don Salvatore d’Angelo? R: L’ing. Giuliani mi presenta a don Salvatore con il quale ebbi un breve incontro ma dovenacque una simpatia e un affiatamento che avrebbe caratterizzato tutta la mia giovinezza eavrebbe forgiato il mio carattere e la mia personalità. Il rapporto che si è venuto a consolidare con don Salvatore negli anni e stato un qualcosa distimolante e avvincente. Era difficile tenere dietro il suo vulcanico pensiero sempre attento aglisviluppi tecnologici precursore nell’uso degli ultimi ritrovati. Chiedeva ed ascoltava coninteresse e cosa ben più strabiliante capiva al volo le possibilità che gli venivano prospettate (inmaniera non sempre comprensibile a un non addetto ai lavori) nel realizzare impianti tecnici aquei tempi all’avanguardia. D. Quindi con don Salvatore ha sviluppato un’opera di collaborazione anche sottol’aspetto consulenziale? R: Si, va detto che nel frattempo che mi diplomavo presso l’Istituto Tecnico, ho avuto la fortunadi collaborare con lui quando si trattava di acquistare materiale o attrezzature tecniche esovente mi affidava incarichi di relazioni pubbliche con suoi ospiti talvolta non italiani. D. Don Salvatore le ha chiesto di occuparsi di qualcosa nello specifico nel tempo? R: Direi di si, infatti, per anni ho curato gli allestimenti tecnici per tantissime manifestazioni chesi sono svolte nel e fuori dal Villaggio dei Ragazzi. Ho diretto sotto la supervisione dell’Ing.Giuliani, il “Centro Grafico Editoriale” della Fondazione che pubblicava centinaia di lavori sia peruso interno che per “Amici del Villaggio”. Ho curato il Centro di produzione programmiaudiovisivi che ha “registrato” gran parte della vita della Fondazione.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Riproduzione opera con intervento di don Salvatore edita nel  e dal Villaggio dei Ragazzi. D: Esiste un Archivio di tutte queste pubblicazioni? Delle trasmissioni/eventi registrati?Delle Storiche Rassegne stampe realizzate costantemente (da quanto si apprende) neltempo su richiesta dello stesso don Salvatore? R:Certo che si! Per la parte audiovisiva vi sono pellicole, nastri video e audio, negli anni sonostati registrati centinaia di manifestazioni, avvenimenti che sono o meglio dovrebbero esserecustoditi nelle teche del Centro Produzioni Programmi Televisivi della Fondazione. Per quantoriguarda la parte editoriale va detto che la maggior parte dei lavori erano per uso internodell’Istituto Tecnico quindi Pubblicazioni di docenti, tesine allievi e libri per qualche amicoesterno. Di questo poco è rimasto da quando la nuova gestione legionaria decise di eliminare ilCentro Grafico. Io posseggo solo qualche campione di libri prodotti come quello per esempiodel Dott. Federico Scialla grande amico di don Salvatore.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Riproduzione Speciale sul Villaggio dei Ragazzi con intervento di Salvatore Renga. D: Sarebbe in grado di elencarci gli eventi/pubblicazioni fatte? R:No sono tanti e tali che ne ho perso il conto e di alcuni il ricordo. D: Ha ricordi particolari del Centro Produzioni Programmi Televisivi della Fondazione? R: Si. Parto dal commento ad una foto che mi ritrae insieme al prof. Antonio Colella, siamonell’anno 1975 nella sala di regia di allora del Villaggio dei Ragazzi. Questa dotata delle piùmoderne apparecchiature per quei tempi, alcune anche autoprodotte dalla schiera di valentitecnici che collaborava l’Ing. Giuliani, come Antonio Palumbo ex allievo del Marconi (centro perla formazione di tecnici per le telecomunicazioni di Santa Lucia- Napoli), vero genio, che dopotale periodo creò a San Vitaliano NA un’azienda che produceva materiale elettronico pertrasmissione/ricezione di segnali radiotelevisivi. Nella provincia di Caserta solo nel 1977 iniziava le trasmissioni “TeleCaserta”. Ricordo di tantevisite da parte di personaggi interessati alla creazione di emittenti private. Successivamentenegli anni novanta l’amichevole collaborazione con Teleluna, che trasmetteva spesso eventiregistrati nel e per il Villaggio. Devo però dire, che l’impianto era essenzialmente a “circuitochiuso” vale a dire che non andammo mai in etere dal villaggio, non completammo mail’impianto con un trasmettitore vero e proprio. Nel tempo ci limitammo solo alla produzione diprogrammi televisivi che oltre ad essere di tipo didattico-educativo, essenzialmentedocumentavano la vita della Fondazione e talvolta di manifestazioni esterne.

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    Foto che riprende Salvatore Renga con il prof. Antoniop Colella del 1975 negli ambienti delVillaggio dei Ragazzi di cui alla risposta sovrastante. D: Don Salvatore è intervenuto nella nascita di TeleCaserta? R:Che io sappia don Salvatore non ha avuto nessun diretto intervento nella nascita di questa odi altre emittenti. Di certo, ripeto, una tale attività nel Villaggio faceva si che vi fossero continuevisite di persone interessate alle trasmissioni televisive e alle attrezzature tecniche, delVillaggio.

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    Foto che riprende Salvatore Renga negli ambienti del Villaggio dei Ragazzi. D: Ha mai sentito parlare del Film Solo Dio mi Fermerà? Le hanno mai parlato di aneddotio curiosità collegato allo stesso o a eventuali  riedizioni in chiave moderna? R:Si! uno che mi è stato raccontato dall’Ing. Giuliani: durante le riprese del film l’attore cheinterpretava Don Salvatore (Gérard Landry) passeggiava nel cortile del Villaggio con LeaPadovani e pare che Don salvatore abbia detto … “e quello sarei io?,,,  Mah…..”. D: “Dieu Seul m’arrêtera” di “Hervè Le Boterf”, sappiamo che esiste in versione bozzaitaliana, tradotta dall’Ing. Giuliani e dalla prof.ssa Angela Fasbender.  Ciò accadeva nell’Agosto 1984 e sappiamo che di questa pubblicazione lei si è occupato della elaborazionee adattamento grafico. La stessa doveva essere stampata dal centro Grafico Editorialedel Villaggio dei Ragazzi ma ciò non è avvenuto. Potrebbe raccontarci aneddoti cheriguardano questa vicenda se ne ha? R: Ricordo le numerose serate passate a cercare di tradurre in maniera non letteraria, atrasformare i nomi dei tanti personaggi che in lingua originale poco si adattavano alla realtàlocale. Il perché non fu pubblicato per me è sempre stato un mistero perché dopo mesi e mesi di lavoroquesto sia stato messo “a dormire” e poi dimenticato.

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    Copia riproduzione estratto da "Solo Dio mi fermerà" tradotto nel 1984. D: Sempre di “Dieu Seul m’arrêtera” di “Hervè Le Boterf” sappiamo che le fotografie cheillustrano questo libro sono tratte dal film “Solo Dio mi fermerà”, realizzato dal registaRenato Polselli, interpretato da Gérard Landry, Lea Padovani, il piccolo GiancarloScarfati, prodotto da Edera Film, selezionato a cura della ArdennesFilms e distribuitodalla D.C.F. Esiste un inventario di queste foto nel Villaggio dei Ragazzi o comunque deicimeli del film? R: Le foto originali del libro non potemmo utilizzarle per la via del cattivo stato in cui si trovava illibro (ricordo che il libro arrivo per un caso fortuito a don Salvatore, infatti, un amico che si erarecato a Parigi scartabellando opere sulle bancarelle del lungo senna trovo questo vecchio libroe lo acquisto regalandolo a don Salvatore, quando fece ritorno). Così la bozza rimase per annisenza immagini fino a quando recuperata da un negativo depositato presso l’Archivio Nazionaledella Cinematografia Italiano venne stampata una copia del film in buono stato dalla quale nederivò una Videocassetta nel formato VHS e successivamente si digitalizzo tale video e da quiio estrassi i fotogrammi per l’illustrazione della traduzione. D: Che Lei sappia don Salvatore d’Angelo si è mai incontrato o avuto dei rapporti conHervè Le Boterf? O comunque don Salvatore è stato protagonista di qualche eventodove al centro della manifestazione era il libro “Sieu Seul m’arrêtera”? R: Da quello che mi risulta i due non si sono mai incontrati. D: La sua esperienza nel Villaggio dei Ragazzi è proseguita anche dopo la Nascita alCielo di don Salvatore? R: Si per poco, però, infatti, oggi, dopo numerosi capitoli della mia vita, che mi hanno visto tral’altro per poco più di sei anni Economo nella Fondazione, insegno materie tecniche nell’IstitutoTecnico “G. Ferraris” di Marcianise. D: Se le chiedessi chi era don Salvatore, cosa mi direbbe? R: Don Salvatore era una persona dalla grande lungimiranza educativa, dalla semplice, efficacee vincente strategia educativa, strategia che ancora oggi se attuata, con gli opportuniadattamenti, dagli odierni gestori della Fondazione sarebbe valida e vincente.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Foto che riprende don Salvatore d'Angelo. Biograficamente direi del sacerdote: Don Salvatore d’ Angelo nasce a Maddaloni il 25 gennaio del 1920. A 14 anni, dopo averfrequentato i seminari di Caserta, Benevento, è già a Roma al Seminario Francese, lì lo chiamail cardinale Luigi Maglione, poi nominato segretario di Stato del Vaticano. Nel Seminario Francese don Salvatore rimane otto anni conseguendo nel frattempo ilbaccellierato in filosofia, e la licenza in sacra teologia presso la Pontificia Università Gregoriana.Successivamente dopo la sua ordinazione sacerdotale consegue nella Pontificia UniversitàLateranense il titolo di Baccelliere in UTROQUE JURE.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Foto che riprendono un estratto dell'opuscolo di Inizio ministero sacerdotale di don Salvatored'Angelo. L'originale è in possesso di Maria (Marietta) Lombardi a cui giunse dal sacerdotequale omaggio del ricordo del Sacramento dell'Eucarestia che la stessa ha professato ericevuto con la Prima Messa di don Salvatore d'Angelo a Maddaloni nella chiesa oggiparrocchiale di Maria Immacolata, già detta dei Cappuccini in via Roma a Maddaloni. Nel periodo degli studi romani e fino al termine degli anni quaranta frequenta gli ambienticattolici più accreditati, in particolare quelli della FUCI, dell’ICAS e dei Paolini. Per tali motivi hafrequentazioni quotidiane tra gli altri con don Luigi Sturzo e con Alcide De Gasperi, svolgendoanche una intensa attività anti-fascista. Nel medesimo arco di tempo segue in Vaticano il corso di biblioteconomia tenuto da DeGasperi, di cui è allievo anche Giulio Andreotti, col quale don Salvatore stringe una solidissimaamicizia che si è consolidata nel tempo. Don Salvatore viene ordinato sacerdote il 31 marzo del 1945 a Roma nella chiesa di S.Giovanni in Laterano, celebra la sua prima messa a Maddaloni appena tre giorni dopo;intervengono gran parte dei colleghi del seminario francese, e gli amici conosciuti durante lapermanenza romana tra i quali lo stesso Andreotti.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Foto storica degli ambienti del Villaggio dei Ragazzi. A Parigi conosce il Nunzio apostolico Angelo Roncalli, che diverrà poi PAPA GIOVANNI XXIII. Siamo nell’immediato dopoguerra, don Salvatore decide subito di rinunziare a qualsiasi caricanell’ambito ecclesiastico, e si dedica così interamente all’attività di assistenza all’infanziaabbandonata. Il Cardinale Giovanni Benelli sostituto della Segreteria di Stato che visiterà il Villaggio per laprima volta nel 1970, rimane particolarmente colpito dalla grandezza dell’opera. A novembre del 1947 infatti don Salvatore, al rientro dalla colonia estiva organizzata per ragazziorfani, occupa la caserma Nino Bixio, di origine borbonica e abbandonata dopo la guerra, e lìinsedia il quartier generale delle sue attività.

    Foto storica degli ambienti del Villaggio dei Ragazzi. Nasce così La Casa del Fanciullo che diverrà Villaggio dei Ragazzi e poi Fondazione Villaggiodei Ragazzi, creata come Istituzione Pubblica di Assistenza e Beneficenza (IPAB), conriconoscimento di Ente Morale nel 1975 ed inserita nell’ambito regionale campano.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Foto storica degli ambienti del Villaggio dei Ragazzi con don Salvatore che fà le prove del coro. Il 2 giugno del 1961 riceve il diploma di benemerito della scuola della   cultura e dell’arte conrelativa medaglia d’oro, a Natale dello stesso anno riceve a Milano la stella della bontà perl’instancabile generosa opera, si   legge tra l’altro nella motivazione> svolta a favoredell’infanzia abbandonata. Nell’ottobre del 1988 un ulteriore significativo attestato: padre BYRON presidente dell’UniversitàCattolica di Washington gli consegna negli Stati Uniti d’America il premio del centenariodell’Ateneo per il costante impegno in favore dei giovani e per la risonanza internazionale dellaFondazione Villaggio dei Ragazzi.

    Foto storica degli ambienti del Villaggio dei Ragazzi. La segnalazione viene dalla National Italian American Foundation (NIAF) e cioè dai Senatorie dai Parlamentari di origine italiana che la costituiscono, i quali destinano tale riconoscimento apersonalità italiane o con origini italiane che hanno tenuto alto il nome del proprio paese. Don Salvatore è stato anche assistente provinciale ACLI in provincia di Caserta, ha svolto unaintensa attività politica a Maddaloni dove venne eletto anche come consigliere comunale,assessore ai lavori pubblici.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Foto storica degli ambienti del Villaggio dei Ragazzi con i ragazzi pronti per la colonia. Don Salvatore allestisce numerose colonie estive prima in Svizzera e poi a Pinarella di Cervia,dove anche io come tantissime generazioni di miei coetanei maddalonesi venni accolto. Perultima, realizza per i suoi ragazzi una stupenda residenza estiva a Torre Pedrera a pochi passida Rimini.

    Foto storica degli ambienti del Villaggio dei Ragazzi nello specifico spiaggia a Rimini presso laColonia in Torre Pedrera.. Nel febbraio 1999 infine la Fondazione Villaggio dei Ragazzi concede in comodato gratuito allaProvincia di Caserta, Villa S. Maria consegnata ufficialmente all’Istituto Universitario Orientale,da quel giorno Maddaloni è sede del Centro di Studi Islamici. Va purtroppo detto chenonostante i numerosi sforzi di don Salvatore, i comodatari ne hanno fatto solo una costruzioneabbandonata e disabitata! La Storia del Fondatore coincide praticamente con la Storia del Villaggio. D: Ci vuol parlare del progetto educativo di don Salvatore? R: Il progetto educativo generale di don Salvatore nasce e si sviluppa all’indomani del primomomento post-bellico dove si era occupato fondamentalmente di sfamare i ragazzi che avevaraccolto nella ex caserma Bixio. Don Salvatore si rese conto che bisognava dare un futuro aquesti ragazzi, occorreva dare loro una istruzione, una formazione globale. Con una incredibilelungimiranza impostò un semplice e pratico (oggi lo chiameremmo) “progetto educativo” basatosu pochi e ben definiti punti che ancora oggi pur nelle mutate condizionisocio-politico-economiche è incredibilmente valido. D: Quale possiamo considerare la prima fase di questo ambizioso progetto educativo? R: La prima fase fu quella di attivare all’interno del Villaggio” le scuole primarie e medie el’allora “Avviamento Professionale”. Parallelamente creò dei laboratori di calzoleria, falegnameria e una efficiente officinameccanica. Queste attività servirono per “insegnare un mestiere” ai ragazzi che sotto la guida diesperti artigiani crearono tutto ciò che serviva all’interno del Villaggio. D: Quindi sostanzialmente punto su una formazione artigianale per la collocazione dellerisorse umane formate? R: Non solo. Don Salvatore è sempre stato in anticipo sui tempi e capì che le nuove professionie i nuovi sviluppi tecnologici in quel periodo: la radio e la neonata televisione sarebbero statel’arma vincente per aprire la strada ai suoi ragazzi.

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    Foto che riprende Salvatore Renga negli ambienti del Villaggio dei Ragazzi. D: e quindi cosa pensa di fare o cosa fa don Salvatore? R: Pensa e realizza un centro per la formazione in ambito radio televisivo che poi prenderà ilnome di “Centro di Elettronica” e successivamente diventerà l’Odierno Istituto TecnicoIndustriale per l’Elettronica. Aiutato in questa enorme impresa dal Prof. Ing. Giacomo Giuliani,uomo di immensa cultura ed spiccata umanità figura di tecnico fine e “signore d’altri tempi” . D. Volendo descrivere l’ing. Giuliani, la sua collaborazione con don Salvatore ecomunque il suo apporto con il Villaggio dei Ragazzi cosa potrebbe dirci? R: Per dare una risposta esaustiva mi piace riportare testualmente il racconto comparso sulbollettino del Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni: “LA COLLABORAZIONE dell’ingegnere Giacomo Giuliani con il Villaggio iniziò con una storiache sa di spionaggio. Oggi l’ingegnere Giuliani è Preside dell’Istituto Tecnico Industriale dellaFondazione che, per l’alto grado di specializzazione che dà agli studenti che ne frequentano icorsi, è al primo posto in Campania. Ricordiamo con l’ingegnere Giuliani questa singolare storia da 007.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Foto prof. Giacomo Giuliani negli ambienti del Villaggio dei Ragazzi. Dal 1943 l’ingegnere Giuliani dirigeva a Napoli una scuola privata (l’Istituto Marconi ndr) che giàin quegli anni preparava i giovani nel campo della tecnica radiotelevisiva. Erano gli anni in cui lastessa televisione era per lo più argomento di sperimentazione e a Napoli, in questo istituto, siformavano i primi esperti. Dopo la guerra, era il 1948, capitò tra gli allievi uno studente un po’diverso da tutti gli altri, molto più attento nel rendersi conto del tipo di strumentazione adisposizione, delle varie tecniche. Tanta curiosità finì con l’insospettire l’ingegnere Giuliani, malo studente fin troppo diligente continuava a mantenere comunque un atteggiamentoirreprensibile. Fu però un moto di coscienza che spinse il giovane a parlare dopo lungo tempo: «Ingegnere, –disse - io sto studiando il vostro centro perché ne vogliamo costruire uno uguale a Maddaloni.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Foto che riprende Salvatore Renga negli ambienti del Villaggio dei Ragazzi. Fu chiara tanta curiosità, tante domande su questo e su quell’altro strumento, ma sulle primel’ingegnere Giuliani non prese sul serio la proposta del giovane «emissario» della Fondazione.Furono però tanti e tali gli inviti che alla fine cedette e acconsentì di recarsi a Maddaloni pervalutare la proposta. «M’aspettavo di trovare - ricorda l’ingegnere Giuliani - qualche catapecchia ed ero venuto giàpronto per rifiutare qualsiasi offerta. Invece varcai il portone del Villaggio e fui conquistato daquello che vedevo, colpito da don Salvatore che non aveva parole per farsi perdonaredell’insolito modo con cui mi aveva spinto a venire». «Così - aggiunge dopo una breve pausa con un sorriso ricordando quel giorno - restai aMaddaloni».

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    Foto di convittori  negli ambienti del Villaggio dei Ragazzi, nello specifico fuori la Direzione. Nacque così il primo centro per la formazione di tecnici specializzati, l’antenato dell’attualeIstituto Tecnico che forma oggi specialisti di elettronica industriale. Vennero i primi strumenti:generatori di segnali, tester, voltometri…. Ma il potenziamento ed il lancio della scuola si ebbe qualche anno dopo quando la «FaceStandard» decise di costruire a Maddaloni il suo stabilimento del meridione, in una provincia,quella casertana che andava acquistando piano piano una fisionomia industriale. C’era lanecessità per «Face Standard» di avere dei tecnici specializzati e formarli fu compito del centrodiretto dell’Ing. Giuliani. «In tre mesi - ricorda - preparammo le prime cinquecento unità lavorative e l’alto grado dispecializzazione stupì tutti i dirigenti di Milano. Il primo giorno lavorativo a Maddaloni furonomontati i primi cinquecento telefoni della Face con uno scarto di appena il 2% contro il 5%dell’industria gemella milanese. Per noi fu un autentico successo».

    Foto degli Ambienti del Villaggio dei Ragazzi. Poi, la trasformazione del centro in Istituto Tecnico Industriale che per quest’anno scolasticoconta 219 iscritti. Per le attrezzature di cui dispone, l’Istituto è all’avanguardia nella nostraregione.  Fiore all’occhiello, l’impianto che consente di svolgere corsi di Informatica. L’aula cheaccoglie la nuova attrezzatura è ormai pronta e presto sarà utilizzata dagli studenti. Quest’aula, che potrà essere utilizzata contemporaneamente da 30 studenti, sarà corredata didieci personal Computer PC IBM, collegati tra loro e con un banco cattedra. Nella stessa aulasaranno istallati altri cinque minicomputer e un terminale, collegato con il Centro di Calcolo del«Villaggio» nel quale attualmente sono installati tre sistemi IBM per l’elaborazione di dati. Con l’ingegnere Giuliani facciamo il bilancio del 1985 che ha portato nel «Villaggio» grossenovità, come il nuovo impianto di regia televisiva a colori a circuito chiuso ed il nuovo reparto diserigrafia che pure sarà utilizzato dagli allievi dell’Istituto tecnico industriale. « Il Villaggio dei Ragazzi - dice l’Ingegnere Giuliani - già nel 1974 aveva installato un impiantomodernissimo per quei tempi ed unico in provincia di Caserta, di televisione a circuito chiusoche collegava tutte le aule dell’Istituto tecnico industriale, quelle della scuola media e dellescuole elementari». Nel corso di questi anni, l’impianto è stato largamente utilizzato non soloper le esigenze didattiche dell’Istituto tecnico, ma anche per le ore libere dei ragazzi più piccinidelle altre scuole del Villaggio».

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    Foto degli Ambienti del Villaggio dei Ragazzi con scolasresca e Salvatore Renga. Il nuovo impianto di televisione a colori è ormai cosa fatta. Moderno e professionale, consentirà,oltre alle riprese sia all’interno che all’esterno del Villaggio con trasmissione in real-timesull’intero circuito chiuso, di registrare su cassette unificate del tipo VHS le immagini riprese,con la possibilità di ricavarne programmi da conservare in archivio per future utilizzazioni,oppure da cedere ad emittenti private che potrebbero curarne la messa in onda. «L’impianto - continua l’ing. Giuliani - si avvale di apparecchiature modernissime realizzate daindustrie americane e giapponesi che consentono riprese a livello professionale, competitivecon quelle delle più moderne emittenti private. È prevista anche la possibilità di inserire nelleriprese effetti speciali che consentono di dare eccezionale vivacità alle immagini trasmesse». C’è infine il nuovo reparto di serigrafia. È sempre l’ingegnere Giuliani a spiegarcene la funzione:«Tutti i moderni apparati elettronici prodotti con processi industriali non sono più realizzatisecondo il metodo convenzionale che consisteva nel collegare i diversi componenti tra di loro amezzo di fili conduttori, da saldare uno per uno, ai terminali dei componenti stessi. Con ilmetodo serigrafico viene preparato un disegno nel quale si riportano tutti i conduttori chedevono collegare tra di loro i diversi componenti che fanno parte del circuito che si deverealizzare». Il procedimento che segue è complesso per i profani, ma, in sostanza, a mezzo di un processofotografico dal disegno si ricava un «master» che viene trasferito su un telaio serigraficoprecedentemente preparato con materiale fotosensibile. Tale processo di trasferimentodell’immagine viene ottenuto per esposizione ad una sorgente di raggi ultravioletti Una voltapronto il telaio serigrafico, si ricavano circuiti pronti per il montaggio dei componenti elettronici. Il bilancio 1985, dunque, è senza dubbio positivo: «Le iniziative intraprese in quest’ultimoperiodo - conclude l’ingegnere Giuliani - sono tutte collegate da un unico filo conduttore e tuttesono state scrupolosamente concepite per un fine soltanto: rendere sempre più efficienti lestrutture di cui dispone il Villaggio per poter rispondere con sempre maggiore aderenza aiproblemi dei ragazzi che ospita nei diversi settori in cui esso opera attualmente».

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    Foto degli Ambienti del Villaggio dei Ragazzi, Aereo posto sul padiglione che si affaccia supiazza della Pace. Ovviamente con il passare degli anni nuove scuole vengono ad affiancare quelle presenti nelVillaggio: Il Liceo Linguistico, l’Istituto Tecnico Aeronautico e l’Istituto Superiore per Interpreti eTraduttori (Oggi S.S.M.L) di livello universitario. Così il sogno di realizzare per i “suoi ragazzi” l’intero ciclo di formazione dalla Scuola maternaall’Università si compie”. Qui finisce il contributo.

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    Foto aerea degli Ambienti del Villaggio dei Ragazzi. In particolare si noti sulla destra larecinzione con il basolame proveniente dal corso cittadino e aree limitrofe nonchè i lavori incorsi e sistemazione di piazza della Pace, si tratta del periodo di sistemazione dell'arredourbano cittadino che ha oramai un quindicennio. D: Bene, ci vuole parlare della prima? R: La dove è possibile, settimanalmente, dal sabato al lunedì, il minore doveva passare il finesettimana (sabato pomeriggio, domenica fino al lunedì mattina) assieme ai familiari. Questotenendo conto della reale possibilità di accoglienza da parte dei familiari. In ogni caso bisognava fare in modo che andassero mantenute in quelle sufficienti ore dellasettimana i necessari agganci con il “suo” vissuto ambientale e familiare, in una prosecuzione dirapporto di amore genitoriale che nessun affetto terzo potrà mai dargli e che nessun altrosistema educativo è in grado di dare. Passato il fine settimana il lunedì successivo lo studente doveva rientrare nel Villaggio, doveformazione, istruzione e cultura si combinano assieme in un processo osmotico dirivitalizzazione di tutti i principi  educativi positivi e civili di convivenza, fino a dargli alla fine uninsieme di preparazione culturale tecnica o umanistica, di maturità, di spirito civico, collegaticome a un “fil rouge”ad una coscienza ideologico-politica aperta e critica, non preorientata, chegli farà valutare e fargli misurare con una sua dimensione critica, e non in via preconcetta, lescelte obbligate della società in cui sarà inserito proficuamente per un nuovo Paese, formatoassieme ai suoi compagni coetanei, avendo contemporaneamente mantenuto in piedi erispettato il rapporto affettivo primario e vero con i propri familiari ed i consanguinei. Non solo, ma con questo sistema, la famiglia viene attivamente coinvolta ecorresponsabilizzata. Infatti restano loro costantemente vicini pronti a dare suggerimenti ed aiutimateriali, ove possibile, ma tramite questa vicinanza e familiarità, che diviene assistenza edamicizia, possono così risalire alla scoperta di tante motivazioni psicologicamente occulte, peròpresenti nell’ambiente di origine, distorcenti la personalità del giovane, e conseguentementeprovvedere alla neutralizzazione di quei fattori negativi.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22

    Foto riproduzione di opera edita nel e dal Villaggio dei Ragazzi a memoria di Francescoimpositato, barbaramente ucciso per vendetta trrasfersale del fratello Giudice Ferdinando, notoper la sua dedizione alla memoria storica cittadina per il tramite del disegno e ripdoruzione . D: La seconda considerazione sul progetto educativo di don Salvatore qual è? R: Il Progetto prosegue dalla metà degli anni settanta, dopo la creazione degli Istituti Tecnici edel Liceo Linguistico sotto un altro aspetto, quello scolastico. Il minore “assistito” viene immesso in un ambito scolastico promiscuo, ma soprattutto cresceinsieme non solo a coetanei poveri ma a compagni solventi, provenienti da famiglie di censosuperiore socialmente ed economicamente. In tale situazione scatta in ogni soggetto un processo di agonismo innato che lo stimola ad un  rendimento competitivo, per cui, messo da “un caso della vita” sulla stessa linea di partenza,ricerca migliori risultati di affermazione sui cosiddetti compagni migliori, nel campo in cui si trovae dispone: la scuola. E in questa chance gli verrà assicurata una corsia preferenziale di rimonta,assistito in questo da particolari aiuti e sostegni di studio che gli vengono forniti da tutta unaserie di supporti. Inoltre avviene un processo lento e naturale di osmosi e di ambientamento con gli altri, pianpiano non si sentirà più emarginato dalla società ma parte integrante, non sarà contro il gruppodegli altri perché più fortunati, ma ne è entrato a far parte di fatto. D: Le ritiene che quanto detto sia esaustivo per inquadrare la sua azione educativa, pre opost anni ’70? R: Ovviamente non è tutto qui quello che Don salvatore ha fatto, ha detto o pensato. Resta il fatto che egli è stato l’artefice, con la sua opera, della realizzazione di migliaia emigliaia di destini, compreso il mio.

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    Scritto da Michele SchioppaGiovedì 06 Agosto 2015 13:22 Foto Speciale di Avvenire sul Villaggio dei Ragazzi. D: Ha qualche considerazione sullo spirito educativo post don Salvatore nella suaOpera? R: Un capitolo a parte andrebbe dedicato alla prosecuzione della sua opera che dopo la suamorte è stata portata avanti da suoi confratelli sacerdoti. Soprattutto uno di questi membrodell’infausta congregazione dei Legionari di Cristo dopo una prima fase che fu di prosecuzionenel solco tracciato da Don Salvatore, si dedicò in maniera dissennata e scientifica, adistruggere, dissolvere, depredare e sperperare quell’immenso patrimonio non solo economicoma soprattutto ideologico, metodologico e formativo lasciato da don Salvatore. D: Qualche considerazione più attuale nel tempo? R:  Rivolgo solamente all’odierno amministratore del “Villaggio” il mio accorato appello affinchéquesta opera non venga lasciata morire, gentile Signora, faccia in maniera che Maddaloni nonperda una cosi nobile istituzione che è, e resta radicata, nei cuori di tutti i maddalonesi e inaltrettanti non maddalonesi. D: Giungiamo a qualche considerazione conclusiva. Chi era il sacerdote don Salvatored’Angelo? O meglio in che modo viveva il sacerdozio don Salvatore e il rapporto con ilClero? R: Beh questa è una domanda alla quale non saprei cosa rispondere, posso solo ricordare unafrase che egli spesso diceva “ la sostanza delle cose era molto più importante della forma omeglio delle formalità. Si è sempre sacerdoti e come tali si risponde per prima a Dio e poi agliuomini”. D: Don Salvatore ha fatto la scelta di assistere il prossimo anche con la “formuladell’assistenza politica” per il “Bene Comune”. Come svolgeva, umanamente epoliticamente parlando, questa funzione? Come era  recepita la sua azione e chegiudizio, nel bene o nel male che sia, dà del suo operato? R: Don Salvatore ha inteso la politica nella sua più alta accezione, vale a dire occuparsi delbene comune senza distinzione di fede politica, ed io ne sono la testimonianza diretta, lamiafamiglia era socialista e certamente non democristiana. D: Vizi o Virtù? Pregi o Difetti? Cosa ha visto in don Salvatore, come e quando? Ciracconta qualche aneddoto? R: Difetti: Amava il gelato e non permetteva ad altri di leggere i suoi giornali. A quelli che glichiedevano di dare una occhiata ai suoi giornali mandava a comprare una copia.  Erapericoloso accompagnarlo in giro per la citta con il portafoglio pieno, perché esauriti i suoi soldiche distribuiva a tanti bisognosi che lo avvicinavano ti chiedeva di prestagliene un pò dei tuoi. Equi il guaio! Spesso dimenticava di ridarteli e tu non avevi il coraggio di chiederglieli. Ad onordel vero bisogna dire altresì che verso di noi era oltremodo generoso e quindi compensavaampiamente la cosa. Pregi: uno sopra tutti gli altri il donarsi completamente eincondizionatamente ai “suoi ragazzi”. D: Ha mai avuto batti becchi o “motivo di disaccordo” con il sacerdote? Ce ne parla? R: Don Salvatore che io ricordi non ha mai avuto battibecchi con chi che sia. Egli vedeva più inla degli altri e avvolte, me compreso, non capivano le sue scelte che con il tempo si sonorivelate essere giuste. D: Famiglia e collaboratori, quale il ruolo e quali le persone di fiducia? R: Per quanto riguarda i collaboratori don Salvatore ha sempre saputo scegliere gli uomini e ledonne che lo anno collaborato. Persone che lo hanno sempre rispettato, e che lui rispettava.Persone che a mio giudizio sono stati dei veri e propri galantuomini. Molti hanno lavorato insilenzio e dietro le quinte, spesso trascurando le loro famiglie. Tanti e tali sono stati icollaboratori che hanno attorniato don Salvatore che è difficile ricordarli uno ad uno. I parenti èun caso a parte, lungi da ogni forma di nepotismo spesso erano quelli meno trattati bene e aiquali venivano chiesti i sacrifici più grandi. Qui mi permetto di fare uno strappo e ricordare laSignorina Elena Lombardi, la “mia” direttrice. Una donna che ha servito la comunità delVillaggio dei Ragazzi con abnegazione e nel silenzio più assoluto accompagnata dalla sorellaMaria. A Lei va un ricordo affettuoso.

    Fermo immagine del video della morte, con ripresa della camera ardente, della messa funebree della benedizione presso il cittadino cimitero, della salma di don Salvatore d'Angelo. Delperchè Salvatore Renga non abia voluto parlare dell'evento nel corso della testimonianza larisposta la si trova nello stesso. Come di consueto è doveroso chiarire che siamo coscienti del fatto che la figura di donSalvatore d’Angelo sia ancora in gran parte, se non addirittura tutta, da scoprire, ecco, delresto, perché abbiamo deciso di portare avanti questa esperienza, indagine, studio, progettoconoscitivo/biografico su e del sacerdote maddalonese. Non ci si aspetta di essere esaustivi edi non cadere, involontariamente in qualche errore storico/testimoniale. La nostra è un indagineche nasce dalle testimonianze dirette ed è supportata, dove è possibile anche dadocumentazione. Sarà dato modo a chi vorrà, in esito alla programmazione degli articoli direplicare, integrare, chiarire etc. elementi emersi nel corso della fase di presentazione delletestimonianze sotto forma di articoli. Ci si augura che il libero e “gratuito” lavoro d’indaginevenga accolto per quello che è e non si tenti di strumentalizzare i contenuti dei “tributi” storici dicui alle testimonianze per “accuse” o “denunce” “gratuite”. Non è questo il nostro intento, anzi,se questo studio di indagine può essere utile a far conoscere l’opera prediletta di don Salvatored’Angelo e favorirne lo sviluppo certamente ne saremo contenti e onorati di aver potuto un“piccolo contributo” a far conoscere la storia e l’importanza di una istituzione che si avvicina aisettant’anni di vita. Legata al presente progetto è nata una Pagina Social, disponibile al link https://www.facebook.com/donsalvatoredangeloe #ricordodidonsalvatore, oltre ad account di posta elettronica [email protected] poter ciascuno fornire testimonianza, testuale e fotografica se opportuna, etc., ecomunque si raccomanda la necessità di riportare i propri dati e i propri recapiti per opportunocontatto.

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