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Maddaloni, ricordare il Socialista prof. Antimo d’Alessandro: Educatore e Uomo di Cultura … Scritto da Michele Schioppa Lunedì 15 Gennaio 2018 21:17 MADDALONI (Caserta) – Non si ferma la ricerca, lo studio e la promozione di personaggi che hanno caratterizzato la città di Maddaloni e non solo. Tra questi non può certamente mancare il prof. Antimo d’Alessandro, una figura che da tempo sto cercando di studiare a cui ho avuto il piacere di far pervenire e consegnare ben due Attestati di Merito e Benemerenza, l’uno attraverso la Dea Sport Onlus e l’altro attraverso l’Associazione Welcome, il primo nel 2017 ed il secondo nel 2018. Evento Aspettando Welcome a Maddaloni il 2 gennaio 2018 con la consegna dell'Attestato di Benemerenza ai fratelli Roberto e Vincenzo d'Alessandro dall'ing. Claudio Petrone e Michele Schioppa. 1 / 28

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Scritto da Michele SchioppaLunedì 15 Gennaio 2018 21:17

MADDALONI (Caserta) – Non si ferma la ricerca, lo studio e la promozione di personaggi chehanno caratterizzato la città di Maddaloni e non solo. Tra questi non può certamente mancare ilprof. Antimo d’Alessandro, una figura che da tempo sto cercando di studiare a cui ho avuto ilpiacere di far pervenire e consegnare ben due Attestati di Merito e Benemerenza, l’unoattraverso la Dea Sport Onlus e l’altro attraverso l’Associazione Welcome, il primo nel 2017 ed ilsecondo nel 2018.

Evento Aspettando Welcome a Maddaloni il 2 gennaio 2018 con la consegna dell'Attestato diBenemerenza ai fratelli Roberto e Vincenzo d'Alessandro dall'ing. Claudio Petrone e MicheleSchioppa.

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Al prof. Antimo d’Alessandro mi legano interminabili chiacchierate e passeggiate [1] , soprattuttonel periodo in cui nell’ambito dei DS aderivo all’area laburista interna rappresentata dallo stessocon l’amico Domenico Razzano ed altri tra cui Maurizio Reitano[2]. Ed ancora, come non ricordare le “sortite” al complesso delle “Stufe di Nerone” a Bacoliunitamente all’amico Luigi (Giggino) Pascarella e talvolta Agostino Garbo.

Sono tanti i ricordi e via via mi sovvengono ma non volendo abusare della pazienza del lettoredi volta in volta che riterrò opportuno li integrerò rispetto al percorso conoscitivo del profilobiografico del prof. Antimo d’Alessandro. Nel corso dei miei articoli biografici nella collana “Chiè?” ed ancora negli approfondimenti su L’Eco di Caserta più volte ho avuto modo di fareriferimento al prof. Antimo d’Alessandro: “Maddaloni, ricordo di Cacchino (Pasquale Nappo) nelsettimo anniversario della morte il 27 febbraio” di Venerdì 26 Febbraio 2016 ( link ) [3] ;“Maddaloni ricorda il fotografo Michele Cicchella nel terzo anniversario della nascita al Cielo” diMartedì 12 Aprile 2016 (link)[4]; “Maddaloni, l’ex sindaco Francesco d’Angelo: da poco sessantacinquenne, una vita per laCittà”di Mercoledì 27 Aprile 2016 (link)[5]; “Maddaloni, Auguri Luca Ugo Tramontano al promotore dell’identità maddalonese con i “caffèletterari””di Sabato 04 Marzo 2017 (link)[6]; “Maddaloni, in ricordo della Direttrice prof.ssa Maria Olivieri nata al Cielo il 15 aprile 2014” diVenerdì 15 Aprile 2016 (link)[7].

Come è noto lo studio biografico è arduo per tanti motivi, non ultimo quello della ricerca dellefonti, delle testimonianze ed ancora la verifica delle stesse, il riscontro oggettivo di documenti ecosi via. A questo poi si aggiunge l’adesione al progetto di ricerca da parte dei famigliaridell’interessato, non sempre disponibili al dialogo o favorevoli all’iniziativa. Con i d’Alessandroho trovato tutt’altro clima. Ho coinvolto la famiglia d’Alessandro sfruttando la conoscenza del

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figlio Vincenzo [8] il quale si è messo in campo, facendosi aiutare dagli altri fratelli e familiari inparticolare dal fratello Roberto. Ebbene, mentre all’inizio sembrava quasi sfiduciato dallo stentocon cui era possibile (non avendo a portata di mano l’archivio familiare di documentazionefotografica e non solo del padre ed ancora non avendo un particolare rapporto di confidenzacon tutti i potenziali testimoni e fruitori di informazioni talvolta determinanti per taluni aspetti omomenti della vita del professore Antimo d’Alessandro) affrontare lo studio, via via si èentusiasmato al punto da diventare un “carro armato” in corsa verso la meta e la sua ricerca staportando alla luce informazioni, testimonianze, documentazioni e quant’altro sarà funzionalealla presentazione della biografia del padre. Un impegno di ricerca che per certi versi mi halasciato (e per questo lo ringrazio e ne riferisco pubblico merito) quasi il solo onere di“raccontare” la storia che con tanto impegno, impegno che sta continuando (ve lo possoassicurare!), lui stesso sta “scrivendo”. Una storia per che suo e mio costume è oggetto dilettura critica e approfondimenti al fine di essere quanto più leali nei confronti della “verità”, cosache avrebbe preteso lo stesso prof. Antimo d’Alessandro, sempre attento e aperto alle critiche eal confronto, ferma restando la fondatezza delle tesi dell’interlocutore.

Oggi e nei giorni a seguire, con qualche articolo di approfondimento in cui cogliere i diversiaspetti della vita e dell’attività del prof. Antimo d’Alessandro, cercherò di presentarne il profilobiografico. Resto aperto a suggerimenti, critiche, integrazioni, approfondimenti o quanto potràcontribuire a delineare la figura del prof. Antimo [9] d’Alessandro ed ancora il contesto (città,partito, politica, amicizia, famiglia, etc) in cui lo stesso politico e docente ha svolto la sua attività,oserei dire “missione”.

Antimo d'Alessando con Giovanni Adinolfi (a sinistra) e Luigi Bove (a destra); foto donata daLuigi Bove ad Antimo d’Alessandro il 9 aprile 1947, ma il giorno in cui è stata scattata potrebberisalire al 1946.

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Antimo [10] d’Alessandro nasce a Maddaloni la notte di Natale del 1935, il 25 dicembre 1935,da Vincenzo [11] ed Elvira Foresta [12] , ed è il sesto di otto fratelli: Alfonsina,Michelina (“Ninnarella”), Michele, Rosa (“Rosetta”), Antonio, Antimo, Maria, Anna.

Le vicissitudini della vita della famiglia d’Alessandro si intersecano con le vicende della secondaguerra mondiale ed infatti nel 1943 alcuni tedeschi desistono dall’intento di deportare il papàVincenzo mossi a pietà dal nutrito gruppo di figli imploranti.

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Fronte e retro di foto di Antimo d'Alessandro con la divisa della squadra del rione, 1949; sulretro si legge:“Capitano: d’Alessandro Antimo in fotografia, anni 13”. Ma chi era Antimo da piccolo? Ebbene sappiamo che fu un bimbo magro, vispo e curioso, che viene mandato dai genitori allecolonie estive (dette “elioterapiche” all’epoca) come Boy Scout (“lupetto”). Dai ricordi etestimonianze abbiamo appreso che è amante del gioco del calcio, dove predilige la posizionedi mezzala sinistra. Da giovinetto sappiamo che si diletta nel gioco del calcio ed infatti,all’epoca, mentre si svolgono dei piccoli tornei tra squadre associate a vie o rioni lo troviamopartecipe all’arrangiarsi generale. Del resto sovente il pallone è realizzato con mezzi di fortuna(vecchi panni legati insieme ...). Per competenza territoriale, lo troveremo alla Scuola Elementare “Luigi Settembrini” [13] doverealizza si suoi studi e non solo, infatti, al termine di questo periodo Antimo supera al primotentativo il non facile esame di ammissione alla scuola media (anche detta “Ginnasio Inferiore”per lo studio intenso del latino), presso lo stabile dell’“Enrico De Nicola” che frequenta conottimo profitto[14]. Antimo desiderava continuare gli studi ed, infatti, si racconta in famiglia un aneddoto ricordatorecentemente dai fratelli i quali lo descrivono a un certo punto che si inginocchia davanti allamamma implorandola di farglieli proseguire ulteriormente. E così fu. Infatti, si iscrive al LiceoClassico “Giordano Bruno” a Maddaloni, dove gode della guida di grandi professori; inparticolare, il suo docente di storia e filosofia è Franco Vittorio Gebbia, che negli anni a veniresarebbe divenuto illuminato preside dello stesso Istituto.

Antimo d'Alessandro con Michele Franceschetti (a sinistra) davanti al negozio “Foto Aurora” diMichele Cicchella, metà–fine anni ’50. Riesce a coronare il suo sogno della Licenza liceale, ma questo è solo l’inizio. Va detto, tra lealtre cose, che si diploma brillantemente – unico tra i putecari della classe – nell’annoscolastico 1954-1955, insieme all’amico Italo Madonna, poi diventato valente avvocato. Antimo,ancora, va aggiunto, è tra i pochissimi (solo cinque!) ad essere promosso direttamente a giugno(nello scenario della rigidità dell’epoca era piuttosto frequente essere rimandati o anche bocciatial termine del 5° anno, ovvero la 3aliceo).

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Tessera di Antimo d’Alessandro del “Comitato Goliardico Maddalonese”, 1956. La sua preparazione è tale per cui per i suoi docenti è adatto ad intraprendere qualsiasi tipo distudi. Antimo, dunque, opta per il corso di laurea in “Matematica e Fisica” (oggi non esiste più: icorsi di “Matematica” e di “Fisica” sono separati) della Facoltà di Scienze MM. FF. NN.dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, e si laurea – a fronte della perdita prematuradel padre (1958, a 56 anni) – all’inizio del 1961.

Antimo d’Alessandro con Michele Franceschetti (secondo a sinistra); è con il lutto al braccio perla perdita del papà, 1958. Antimo si è laureato in un periodo e in un ambiente dove alcuni dei suoi professori, comeCaccioppoli e Miranda, sono passati alla storia della Matematica Italiana.

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Antimo d’Alessandro con Don Salvatore d’Angelo al Villaggio dei Ragazzi, fine anni ’50 – inizioanni ’60. Antimo a questo punto si sente ancora all’inizio di un'altra sfida e benché il relatore della tesi gliconsigli lavorare come suo assistente, spinto dal desiderio (e dalla necessità!) di guadagnarerapidamente qualcosa e di avere del tempo da dedicare alla sua intensa passione per l’attivitàpolitica e sociale, inizia a fare supplenze. Antimo, il prof. Antimo d’Alessandro inizierà a fare lesupplenze presso la Scuola Media di San Felice a Cancello (1960-1961), l’istituto Magistrale“Don Gnocchi” (1961-1963), per poi passare all’Istituto Tecnico Industriale del Villaggio deiRagazzi (1963-1967) [15] , e alla Scuola Media “Enrico De Nicola” di Maddaloni, dove ritrovacome colleghe le sue amate insegnanti.

Pagina del libretto del MAK π 100 dell’Istituto Magistrale Don Gnocchi, anno scolastico1961-1962.

Porzione della missiva mandata ad Antimo d’Alessandro da un suo ex alunno alle prese con ilC.A.R. al 48° Reggimento di Fanteria di Bari il 27/9/1965. La lettera recita “Caro Professore ...mi sono accorto di aver trovato in voi un vero amico forse più sincero ed affettuoso di molti altri... siete più anziano di me, più esperto della vita e più istruito, e quindi quando ne avrò bisognomi aiuterete certamente”. Prima di arrivare a completare il percorso di studi universitari va detto che la vita di Antimo iniziaad avere un’altra attenzione, quella di tipo sentimentale. Infatti, nel 1957 – galeotta una‘classica’ festa da ballo a casa Carbone – conosce Elda Morrone [16] , che avrà anche comealunna un anno al “Don Gnocchi” di Maddaloni.

Antimo d’Alessandro con la fidanzata Elda, 1963.

Foto tessera di Antimo d'Alessandro, 1964.

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Antimo d’Alessandro con la fidanzata Elda, Giuseppina Radunanza e Franco La Spina, HotelEuropa, Caserta, 3 ottobre 1964. Tra i due nasce qualche cosa di importante ed infatti i due, dopo un lungo fidanzamento, sisposano il 29 ottobre 1966 nel Santuario del SS. Redentore di Napoli.

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Antimo d’Alessandro con la moglie Elda, Don Salvatore d’Angelo e l’avv. Francesco Lugnano,compare di anello, il giorno del matrimonio, 29 ottobre 1966, chiesa del SS Redentore, Napoli.Lugnano fu senatore comunista nelle Legislature V, VI, VII, VIII, e fece parte della commissioneparlamentare d’inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro.Testimoni di Nozze sono Guido Napolitano e Franco La Spina.

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Altro momento del matrimonio.

Antimo d’Alessandro con la sorella Anna e la moglie Elda il giorno del matrimonio. Il matrimonio [17] viene celebrato dall’amico don Salvatore d’Angelo, fondatore e direttore delVillaggio dei Ragazzi, Quel che è certo che fu un matrimonio da Vip con illustri rappresentantidelle istituzioni locali, provinciali e diversi parlamentari della sinistra [18] . Dalmatrimonio la neo famiglia dimorerà in via Libertà fino al settembre 1975, e poi al Parco Sabbain via Roma.

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Antimo dedito all’organizzazione dei giocattoli per l’imminente arrivo del figlio Vincenzo,dicembre 1968.

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Antimo d’Alessandro con la moglie Elda e il figlio Vincenzo, 1970. Fatta questa digressione che era necessaria per far capire come nel mentre stia cambiando lavita di Antimo d’Alessandro e le sue priorità personali, torniamo alla sua vita da insegnante,infatti per l’aspetto politico, sociale e relazionale mi riservo approfondimenti a latere con altriarticoli più specifici.

Antimo d’Alessandro con il figlio Vincenzo, 1979.

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Antimo con la moglie Elda, 1980.

Prima Comunione dei figli Vincenzo e Roberto, giugno 1981. Ebbene, il 1 ottobre 1974 il prof. Antimo d’Alessandro approda al Liceo Scientifico “NinoCortese” di Maddaloni, dove rimarrà ad insegnare matematica e fisica fino alle dimissionivolontarie, con decorrenza dall’1 settembre 1997, a 62 anni, stanco del «degrado graduale, mainesorabile, del sistema scolastico» [19] .

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Antimo d’Alessandro con il prof. Umberto Mirotto, 1986 o 1987. Passando qui il grosso della sua carriera scolastica, la sua figura di docente è associata aquesta istituzione . Antimo d’Alessandro è docente severo (almeno fino agli ultimi anni dicarriera) e preparato, e cerca pedissequamente di individuare alunni dalle menti brillanti damotivare alla prosecuzione degli studi e alla valorizzazione delle proprie attitudini, costi quel checosti.

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Gruppo di docenti del Liceo Scientifico “Nino Cortese”. Da sinistra: Emilia Penzi, RaffaelinaDivano, Antonio Adanti, Antimo d’Alessandro (da poco in quiescenza), Vittorio Novelli, LuigiMarotta e Umberto Mirotto, maggio 1998.

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Scritto da Michele SchioppaLunedì 15 Gennaio 2018 21:17 Pergamena rilasciata al dimissionario Antimo d’Alessandro dal “Nino Cortese” e firmata dallapreside Mariastella Eisenberg, 1998 (l’anno in numeri romani dovrebbe essere piùcorrettamente scritto MCMXCVIII). A dimostrazione di ciò va detto che ancora oggi, dalle testimonianze raccolte, medici, ingegneri,professori, avvocati e altre persone realizzatesi in svariati settori lo ricordano, da un lato con ilbrivido (non ancora rimosso!) per il timore dell’interrogazione, dall’altro con ammirazione egratitudine per essere stati incoraggiati. Naturalmente, per sua onestà intellettuale, Antimo d’Alessandro, di contro, ritiene che chi nonabbia predisposizione alcuna per gli studi debba essere spronato a fare altri tipi di attività. Circa la sua preparazione il figlio Vincenzo ricorda: «Ho un ricordo distinto del fatto che nelcorso degli anni ’80, a fronte del fatto che si era specializzato in materie scientifiche, conoscevain modo esemplare grammatica e sintassi latina e greca, nonché i dettagli del pensiero dinumerosi filosofi (anche alcuni meno rilevanti!) e le opere di molti letterati. Quando eravamopiccoli ci narrava le favole di Fedro in latino e poi ce le traduceva». A tante virtù c’è anche, per sua natura umana, qualche nota più dolente: il fumo. Ebbene il prof.Antimo d’Alessandro è stato un fumatore. Un fumatore inesauribile (eccedeva le 40 “Marlborodure” al giorno), al punto tale che sarà anche ricoverato per un enfisema polmonare nelsettembre 1989, e i medici gli impongono di smettere istantaneamente di fumare e di mitigare inmodo significativo le tensioni e preoccupazioni generate dall’attività politica, che è costretto asvolgere con modalità relativamente più blande.

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Antimo a Lourdes con la moglie Elda, fine agosto – inizio settembre 1999. Sotto, cartolinamandata alla sorella Michelina (“Ninnarella”) l’1 settembre 1999. Antimo non riesce a stare fermo e continua le sfide con se stesso e con il sapere. Infatti, dal1990 approfondisce sistematicamente le sue competenze scientifiche in vari ambiti, che vannodalla matematica pura e applicativa all’analisi matematica (teoria degli insiemi, serie, derivate,integrali, equazioni differenziali) alla geometria, all’algebra lineare e alla fisica (meccanica edelettromagnetismo) a un livello di docenza universitaria. Con estremo ordine e grafia chiaracura la stesura di numerosi manoscritti incentrati sia sulle parti teoriche che su quelleesercitative, attualmente in possesso di una sua brillante ex-studentessa (Carmelina Crisci), asua volta professoressa di matematica e fisica al “Nino Cortese” che, dopo la sua dipartita,sarebbe diventata la moglie del figlio Vincenzo.

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Stralcio di un manoscritto scientifico di Antimo d’Alessandro, 2000-2001. Tanti approfondimenti al punto tale che all’inizio del 2000 è docente di matematica e fisica dellasessione finalizzata al conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento negli Istituti e Scuole diIstruzione Secondaria ed Artistica indetti con O. M. 153/1999 per la classe di concorso A049 aMaddaloni (altresì detto “Corso Abilitante”). Di un certo rilievo sono le sue lezioni sull’algebralineare e le trasformazioni geometriche. Dei 17 laureati che seguono il Corso e superanol’esame, attualmente 5 insegnano al “Nino Cortese”, 2 al “Giordano Bruno”, e 1 al LiceoPedagogico “Don Gnocchi” di Maddaloni. E' grande amante del mare e nel 2003 riesce a realizzare il sogno di comprare un piccoloappartamento a Scalea. Intanto la vita gli riserva anche amari bocconi e così domenica 12 dicembre 2004 perde lamoglie Elda (64enne, appena andata in pensione), devastata in pochi mesi da un carcinomaalla colecisti che le porta metastasi alle ossa e dolori lancinanti [20] . Dopo questa prova il velo di tristezza che contraddistingue i suoi ultimi anni è evidente. MaAntimo, il prof. d’Alessandro è sempre di tempra forte e cosi nonostante “la morte nel cuore” lasua forza di volontà e il desiderio di essere utile per la sua città lo spingono a tornare in primalinea un’ultima volta con il Nuovo PSI per le primarie del centro-destra a Maddaloni nel 2006 [21] . Da lì a poco Antimo d’Alessandro va incontro alla moglie, infatti, muore improvvisamentedomenica 11 gennaio 2009 alla Clinica di San Michele di Maddaloni dopo essere statoricoverato in terapia sub-intensiva la sera di mercoledì 7 gennaio 2009 a seguito di una fortefitta al petto (sembra per un embolo polmonare dovuto ad un malfunzionamento della venacava, anche se non è mai stato del tutto chiarito). La sua natura di docente lo ha caratterizzato fino all'ultimo. Infatti, aveva passato quel mercoledì, tutta la giornata, a occuparsi di algebra lineare; ciracconta il figlio Vincenzo (che si ringrazia per la maggioranza dei contributi fotografici offerti inquesto e nei successivi articoli, per altri contributi si ringrazia lo studio fotografico Cicchella):«poco prima di sentirsi male mi aveva esposto delle sue (complesse) riflessioni sul teorema diRouché-Capelli». I funerali si tennero alle ore 15 del giorno 12 gennaio 2009 nella chiesa della SS. Annunziata diMaddaloni.

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Articolo del Corriere di Caserta del 13 gennaio 2009 attestante la dipartita di Antimod’Alessandro dell’11 gennaio 2009. La morte è erroneamente attribuita ad un arresto cardiaco(molto probabilmente si trattò di un embolo legato ad un malfunzionamento della vena cava). Così si conclude il primo articolo della serie dedicati al prof. Antimo d’Alessandro la cui tematicagenerale sarà sicuramente in futuro oggetto di integrazione. È mio desiderio personale, e della nostra redazione giornalistica, continuare a raccoglieretestimonianze e suggerimenti per uno studio di approfondimento della figura del prof. Antimod’Alessandro e riproporlo al lettore, alla comunità maddalonese e casertana e non solo. Per coloro che sono interessati a condividere il proprio ricordo, riportare la propriatestimonianza sul prof. Antimo d’Alessandro possono contattare il figlio Vincenzo ( [email protected] ) oscrivere a [email protected], account di posta che uso per la raccolta di info sulle biografie che studio. Non ci si aspetta di essere esaustivi e di non cadere, involontariamente in qualche errorestorico/testimoniale. La studio nasce dalle testimonianze dirette ed è supportata, dove èpossibile anche da documentazione. Sarà dato modo a chi vorrà la possibilità di replicare,integrare, chiarire etc. elementi emersi nel corso della fase di presentazione della storiabiografica. Ringrazio il lettore che ha avuto la pazienza di dedicarmi un po’ del suo tempo nella lettura diquesto studio ed allo stesso chiedo scusa se qualche imperfezione è sfuggita alla rilettura dellebozze. [1] Ricordo le passeggiate per il corso cittadino e per la grande piazza a ridosso della CasaComunale dove spesso oltre a Mimmo (Domenico) Razzano vi era il prof. d’Alessandro con ilsuo cagnolino “Chicco” e il rag. Vincenzo Tagliafierro ( Maddaloni, il rag. VincenzoTagliafierro, già Ragioniere Capo de Comune di Maddaloni è Nato al Cielo) con il suo cagnolino “shaly”. [2] Ricordo che, fermo restando la sede in piazza Umberto I° nel palazzo Manfredonia allasinistra del portale marmoreo che porta l’epigrafe che ricorda la venuta di Garibaldi aMaddaloni, si era soliti riunirci nella sede già Laburista in via San Francesco d’Assisi all’esternodel palazzo del Convitto Nazionale Statale “Giordano Bruno” oggi sede dell’ANMIG eFondazione provinciale di Caserta e dell’U.N.A.C. delegazione di Maddaloni. [3] Qui le testo a proposito di Pasquale Nappo leggiamo: « Pasquale Nappo è stata unaPersona di Cultura. Infatti, nel 1975 e fino al 1979 lo troviamo nel primo comitato di gestionedella Biblioteca Comunale, dove il Presidente era l’assessore al ramo della Pubblica Istruzione,nel suo caso il prof. Antimo d’Alessandro, ed il segretario era il compito che svolgeva ilDirettore, nel suo caso Giovanni De Caro. Circa questa esperienza giunge la testimonianza diLuca Tramontano: “ dal 1975 al 1979 vi fu il primo comitato di gestione della BibliotecaComunale di Maddaloni, che era situata negli stessi locali dove ora c'è la Cartoleria BazarSanto in Via Amendola. Ricordo che l'Assessore alla Pubblica Istruzione era il prof. AntimoD'Alessandro ed il direttore della biblioteca era Giovanni De Caro ( persona stupenda e ungrande lavoratore, e molto attivo e sempre disponibile). Ricordo con me nel Comitato digestione vi erano Pietro Butti, Vincenzo Mario De Lucia, Giovanni Di Cerbo, Franco VittorioGebbia, Brigida Petrella, Plinio Salanti, Pasquale Nappo e Pietro Vuolo. Aprimmo la bibliotecaed avevamo il compito di acquistare i testi,e ricordo che ci adoperammo tanto per avvicinare icittadini alla Biblioteca. Con dibattiti ,convegni ed altre iniziative riuscimmo ad avvicinare igiovani alla Biblioteca. Ricordo che vi era un ambiente bellissimo,le scelte erano prese sempreall'unanimità. Ed ancora ricordo che il cancelliere Nappo era tra i più assidui e partecipe di tuttele iniziative. Il tutto era fatto, ovviamente, a titolo gratuito ”». [4] Qui si richiama l’amicizia tra Michele Cicchella (e diversi contributi fotografici talvolta ancheforniti dalla famiglia d’Alessandro portano la firma di Michele Cicchella e per la qual cosa siringrazia la disponibilità dello studio fotografico “Aurora” Chicchella di Maddaloni ed inparticolare Antonio Cicchella) e Antimod’Alessandro e tra le altre cose si legge: «Successivamente nel gennaio febbraio del 1970 sitrasferirà a via Sant’Eustacchio, poi dal 1971 al 1975 a via Roma in uno dei fabbricati di frontela scuola “Settembrini” e dal 1975 sempre in via Roma nel parco Sabba dove comprò casaconsigliato ed unitamente al prof. Antimo d’Alessandro suo amico, compare di nozze (con cuicondivideva anche le vacanze) nonché esponente di spicco socialista e pluriassessore delcomune di Maddaloni. L’amicizia con d’Alessandro lo portò a candidarsi nel Partito Socialista inoccasione delle elezioni amministrative negli anni ’70 per poi candidarsi più volte nelleamministrative nelle file della Dc. Qui riscuotendo una ottima affermazione in particolare inoccasione delle elezioni verso la metà anni ’80, nel 1983, dove risultò primo dei non eletti con611 voti. Si candidò, nella DC sempre su richiesta di don Salvatore d’Angelo».

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Maddaloni, ricordare il Socialista prof. Antimo d’Alessandro: Educatore e Uomo di Cultura …

Scritto da Michele SchioppaLunedì 15 Gennaio 2018 21:17

Antimo d’Alessandro con la fidanzata Elda, testimoni di nozze dell’amico Michele Cicchella, 10marzo 1963. I d'Alessandro con i Cicchella andavano anche in vacanza insieme come attesta lafoto sottostante.

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Scritto da Michele SchioppaLunedì 15 Gennaio 2018 21:17

[5] Qui lo troviamo allorquando con il sindaco pro tempore si dimette platealmente durante ilconsiglio comunale, infatti leggiamo nell’articolo in relazione a Francesco d’Angelo: « Francescolo ritroveremo nella successiva legislatura da maggio 1988 a maggio 1991 dove è sindaco, dainizio legislatura fino a maggio 1990, gli subentrò Gaetano Iodice . Le sue dimissioni e quelle ditutta la giunta (tra questi Andrea De Filippo, Antimo d’Alessandro, Angelo D’Ambra, VincenzoFiorinelli, Giovanni Adinolfi) avvenne direttamente in consiglio comunale senza passare per ipartiti, primo caso nella storia repubblicana di Maddaloni. La decisione nacque perché ilcapogruppo della Dc, on. Gaetano Vairo, su carta intestata della Camera dei Deputati, avevascritto, a tutti i consiglieri comunali. che le cooperative che si occupavano della raccolta deirifiuti solidi urbani erano dei macigni dando il sospetto di possibili imbrogli, riferisce d’Angelo.Subito dopo le dimissioni risolta tra i partiti la crisi viene confermato sindaco fino al 1990 doverassegna le dimissioni, con le medesime modalità delle prime, in quanto la maggioranza Dc, pursostenendolo con i voti, dialetticamente era diventata avversa». Sempre nell’articolo anche inrelazione al consiglio comunale dal 1981 e fino al 1983, si apprende che è dato, anche ingiunta, dell’alleanza politica tra la Dc con Psi, Psdi e Pci, con 38 consiglieri su quaranta.L’amministrazione era guidata dal dott. Giovanni Di Cerbo. Ebbene qui alla nota [5] leggiamo: «I Consiglieri Psdi erano Giovanni Adinolfi ed Alberto Barletta, mentre quelli del Psi erano FrancoLa Spina, Antimo d’Alessandro, Vincenzo Fiorinelli ed Adriano Di Nuzzo». In questa occasionesi ebbe in Italia la prima esperienza di compromesso storico, del resto Maddaloni è statasempre Laboratorio politico nazionale. [6] Qui alla nota [4] si ricorda la composizione del Comitato funzionale alla BibliotecaComunale mentre la nota [5] riporta la presidenza di d’Alessandro della Commissione chepremio dei Top maddalonesi: «… l’associazione culturale maddalonese “Elicona” lanciònell’aprile del 2007 un premio con targa d’argento e diploma a tre personalità maddalonesidistintesi nel campo della cultura, della arti e delle professioni. Questo “giusto riconoscimento”vede l’associazione guidata da Luca Ugo Tramontano e la commissione giudicatrice presiedutada Antimo d’Alessandro, ed i tre destinatari del premio furono Michele De Giudice, Francesco DiVico e Tommaso Pisanti».

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Antimo d’Alessandro con Luca Ugo Tramontano (a sinistra) e il poeta Francesco (“Ciccio”) DiVico (al centro), nell’occasione del premio conferito a quest’ultimo attraverso l’AssociazioneCulturale “Elicona”, 2007.

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Scritto da Michele SchioppaLunedì 15 Gennaio 2018 21:17

Stralcio dell’ultima lettera scritta da Antimo d’Alessandro (1 dicembre 2008) indirizzata all’amicoe poeta Francesco (“Ciccio”) Di Vico, residente a Foggia. La Lettera non è mai giunta adestinazione.

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Scritto da Michele SchioppaLunedì 15 Gennaio 2018 21:17

Porzione della lettera scritta dal poeta Francesco (“Ciccio”) Di Vico ai figli di Antimod’Alessandro dopo la sua dipartita (febbraio 2009). [7] Alla nota [4] si legge in relazione alla nascita della biblioteca Comunale di Maddaloni il ruoloavuto dal prof. Antimo d’Alessandro: «In effetti, anche se i passi per la nascita della Bibliotecacittadina si perdono agli inizi degli anni ’70, ovvero la istituzione fu deliberata all’unanimità nelmarzo 1969 dal consiglio comunale di Maddaloni. In quella seduta come location fu individuataquella posta al primo piano del palazzetto dell’ex Pretura sul Corso I° Ottobre. La scelta fuostacolata dalla Soprintendenza ai beli librari regionali da qui si dovette optare per la locazionedei locali terranei del Palazzo Barletta in via Amendola, della capienza di 142 mq. Quindi laprima sede fu in via Amendola ove attualmente è il noto esercizio commerciale Bazar Santo diSalvatore Santo. Il contratto di locazione fu però firmato solo nel mese di novembre del 1970 edal costo mensile di lire 90.000. Intanto si era privi di tutto e solo l’intervento dell’ottobre del 1971dell’on. Elio Rosati, Sottosegretario di Stato alla Pubblica Istruzione, fece si che venisseconcesso un contributo dal medesimo Ministero di lire 2.000.000 così da poter procedereall’acquisto di arredi e libri. Intanto, sappiamo che dello stesso periodo è una donazione di ben346 volumi da parte della Biblioteca Nazionale di Napoli, per interessamento del direttore dott.Alberto Guarino (Buenos Aires 1º settembre 1920 - Napoli 10 agosto 1978), da diversi ricordatocome concittadino maddalonese oltre ad essere stato il primo a fare in modo che nel consigliocomunale si maturasse la necessità della Istituzione di una Biblioteca Comunale in Maddaloni.Anni difficili per l’avvio furono quelli dal 1971 al 1974, e solo per la fine di quest’ultimo annofurono completati i lavori e per dicembre catalogati i libri. Intanto nel novembre del 1974 fuadottato il regolamento della biblioteca che iniziò formalmente la sua attività nel gennaio del1975, mentre il primo comitato di gestione si insediò nell’aprile del 1975. Nel corso di questomandato con proposta del 1975 ed ristampa nel 1976 si ebbe ad avere, per la massimadivulgazione, la ristampa della “Storia di Galazia Campana e di Maddaloni” di Giacinto de Sivo.Tale Comitato di Gestione ebbe come componenti il prof. Antimo d’Alessandro, Assessore allaPubblica Istruzione, il preside Franco Vittorio Gebbia, il prof. Pietro Vuolo, la prof.ssa BrigidaPetrella, il sig. Luca Tramontano, il dott. Giovanni Di Cerbo, il dott. Pasquale Nappo, il sig.Giovanni De Caro, il Preside Giuseppe Caliendo, il prof. Vincenzo Mario de Lucia, il DirettoreDidattico Pietro Butti ed il dott. Plinio Salanti. Intanto si aderì ad un finanziamento regionale (L.R. 49) per offrire una sede più dignitosa alla Biblioteca Comunale che iniziò la sua attività con isuoi primi 1126 volumi. Potremmo dire che innumerevoli sono le iniziative susseguitesi in questianni, e forse in altra occasione avremo modo anche di farne una sorta di ricostruzione, almenoper quelle di organizzazione diretta della Biblioteca. Intanto si vuole riportare un contributi deiComitati di gestione e dei Consigli di Amministrazione susseguitesi nella guida della BibliotecaComunale di Maddaloni. Va premesso che nei comitati di gestione il presidente era di dirittol’assessore al ramo, Pubblica Istruzione o Cultura, mentre la funzione di Segretario era in capoal direttore della Biblioteca. Il Consiglio di Amministrazione dal 1975 al 1979 è così composto: prof. Antimo d’Alessandro(Presidente), sig. Giovanni De Caro (Segretario), Butti Pietro, Caliendo Giuseppe, De LuciaVincenzo Mario, Di Cerbo Giovanni, Gebbia Franco Vittorio, Nappo Pasquale, Petrella Brigida,Salanti Plinio, Tramontano Luca, Pietro Vuolo (componenti). Va detto che dal 1977 a seguitodelle dimissioni del prof. Pietro Vuolo sarà nominato componente la signorina Natale Caterina. Il Consiglio di Amministrazione dal 1980 al 1982 è così composto: prof. Matteo Coppola(Presidente), sig. Giovanni De Caro (Segretario), De Lucia Vincenzo Mario, Gebbia FrancoVittorio, Iorio Bruno, Iorio Gabriele, Letizia Domenico, Mastropietro Gennaro, Napolitano Guidoe Salanti Plinio (componenti). Va detto che nel 1981 diventa presidente il prof. Antimod’Alessandro che da assessore subentra al prof. Matteo Coppola. Il Consiglio di Amministrazione dal 1983 al 1987 è così composto: prof. Antimo d’Alessandro(Presidente), sig. Giovanni De Caro (Segretario), Aveta Raffaele, Brancaccio Vincenzo,Campana Guglielmo, Di Caprio Andrea, Gebbia Franco Vittorio, Iorio Bruno, Iorio Gabriele,Mastropietro Gennaro e Napolitano Francesco (componenti). Questo mandato è un po’stravolto, prima perché subentra nel 1986 la dott.ssa Maria Olivieri a Giovanni De Caro e quindiassume il ruolo sia di direttore della Biblioteca che Segretario del comitato di gestione, poiperché c’è una certa alternanza del Presidente, alias del titolare dell’assessorato. Già sul finiredell’anno (novembre 1983 – novembre 1984) subentrerà il dott., poi l’avv. e sindaco, Francescod’Angelo, sarà poi la volta del dott. Nino Caturano (novembre 1984 – aprile 1985) e poinuovamente d’Alessandro (maggio 1985 - 1987). A seguire vi è un periodo di vacatio. Il Consiglio di Amministrazione dal 1991 al 1993 è così composto: prof. Antimo d’Alessandro(Presidente), prof.ssa Maria Olivieri (Segretario), Adanti Antonio, Iorio Bruno, Letizia Modesto,Lombardi Innocenzo, Omaggio Vincenzo, Pannullo Maria Rosaria e Vuolo Pietro (componenti).Anche qui seguirà un periodo di vacatio. Nel mentre nel 1996 la Biblioteca viene nominata istituzione e quindi il comitato di gestionelascia il posto al Consiglio di Amministrazione,agli unici due consigli di Amministrazione quellodegli anni 1997-2000 e quello degli anni 2004-2007. Il primo ebbe come Presidente il prof. Fernando Iannetti e la prof.ssa Maria Olivieri comeSegretaria in virtù del suo ruolo. Componenti, invece, Ceci Giuseppe, Magliocca Salvatore,Omaggio Vincenzo e Vuolo Pietro. Va detto che nel 1998 il prof. Bruno Iorio sostituisce il prof.Pietro Vuolo dimissionario. Il secondo ebbe come Presidente l’avv. Gennaro Pisanti e la prof.ssa Maria Olivieri comeSegretaria in virtù del suo ruolo. Componenti, invece, Carfora Giulio, Danese Antonietta,Palermito Franco e lo scrivente Schioppa Michele. Anche qui va detto che dal luglio 2005 il prof.Bernardo Carlo sostituisce il dott. Carfora Giulio e dal febbraio 2006 il dott. Natale Antoniosostituisce il dott. Palermito Franco». [8] Vincenzo, tra le altre cose, ci tiene a dichiarare « È mio desiderio ringraziare le numerosepersone che hanno contribuito alla finalizzazione di questo lavoro per aver pazientementesopportato le mie telefonate e richieste, per avere raccontato la loro testimonianza, per averscritto un ricordo, per essere andati a controllare gli atti, ed anche semplicemente per nonavermi lanciato improperi quando diventavo troppo insistente. I principali contributi sonosenz’altro da attribuire (in ordine rigorosamente alfabetico) ad Antonio Adanti, Vincenzo Bove,Anna d’Alessandro, Angelo D’Ambra, Vincenzo d’Errico e Saveria Ferraro, Andrea (“Adriano”)Di Nuzzo, Raffaelina Divano, Agostino, Vincenzo e Vittorio Garbo, Franco La Spina, RinoMalinconico, Andrea Nuzzo, Alfredo Omaggio, Antonio ed Alessandro Porrino, Domenico(“Mimico”) Razzano, Pasquale Sgambato, Maria Valentino». [9] Il figlio Vincenzo mi ha suggerito che il nome del papà “Antimo” deriva dal greco “άνθιμος”che significa “fiorito” e in effetti il vigore di Antimo era tale da sembrare sempre vivere in una“primavera di vita”.

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Scritto da Michele SchioppaLunedì 15 Gennaio 2018 21:17

I genitori di Antimo d’Alessandro, Vincenzo d’Alessandro (2/10/1902–30/7/1958) ed ElviraForesta (20/2/1899–16/6/1975) in una foto del novembre 1925, pochi mesi dopo il loromatrimonio; Vincenzo offrì ad Elvira (incinta di 3 mesi della primogenita Alfonsina) la foto perfarsi perdonare un torto che le aveva fatto.

Il papà di Antimo d’Alessandro, Vincenzo, nel giorno 11 ottobre 1956 al matrimonio della figliaRosetta con Nicola d’Errico.

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Scritto da Michele SchioppaLunedì 15 Gennaio 2018 21:17

La mamma di Antimo d’Alessandro, Elvira Foresta il giorno 29 ottobre 1966 al matrimonio diAntimo. [10] Circa la scelta del nome esiste un aneddoto familiare che portò a dare al neonato il nomedi un fratello della madre Elvira. Infatti, quest’ultima riesce ad avere la meglio sul marito chevuole imporre il nome di un suo fratello (Lorenzo); si tira a sorte tra i due nomi per ben trevolte, e tre volte viene estratto “Antimo”. [11] Sappiamo che il padre Vincenzo (nato il 2 ottobre 1902 – morto il 30 luglio 1958), giàcommerciante di prodotti ittici, è putecaro(bottegaio), infatti, vende generi alimentari in Via Amendola, dove la numerosa famigliola vive indue stanze al piano di sopra del locale/deposito, per lungo tempo senza servizi igienici e senzaacqua corrente. [12] Per ciò che riguarda la madre Elvira Foresta (nata il 20 febbraio 1899 – morta il 16 giugno1975) sappiamo che è “magliaia”, infatti, si vanta diavere la prima macchina per lavorare la lana a Maddaloni. [13] Si consideri che il nuovo edificio della scuola promosso dal Podestà Sorvillo nel 1931 saràdi fatto completato a fine 1937 e da qui Antimo lo troverà ancora “nuovo” allorquando all’iniziodel nuovo decennio lo frequenterà. [14] Qui si incentiverà la forte propensione allo studio che sarà incentivata dalla suaprofessoressa di Matematica Ferraro che poi sarà anche insegnante del figlio Vincenzo verso lafine della sua carriera scolastica. [15] Questi due primi istituti sono legati ad un personaggio ben noto a Maddaloni, donSalvatore d’Angelo, e vista l’amicizia tra i due non è da escludere l’aiuto del sacerdote alpolitico, seppur non del suo partito, leale e meritevole di rispetto. [16] Elda Morrone nasce Sabaudia il 9 novembre 1940. [17] Dall’unione di Antimo ed Elda nasceranno tre figli: Vincenzo (in Maddaloni il 29 aprile1969), Roberto (in Maddaloni il 6 agosto 1971), ed Elvira (in Maddaloni il 10 maggio 1976).Elda, va aggiunto, diventerà maestra elementare nel 1976. [18] L’evento sarà riportato sul quotidiano “Roma” di Caserta nei giorni successivi con il titolo“Nozze D’Alessandro –Morrone”. Il testo del trafiletto è il seguente: «Nel Santuario del SS.Redentore di Napoli si sono uniti in matrimonio il prof. Antimo D’Alessandro e la leggiadrasignorina Elda Morrone. Il Sacro rito è stato celebrato dal rev. don Salvatore D’Angelo, che harivolto agli sposi toccanti parole augurali. Compare d’anello è stato l’avv. Franco Lugnano,consigliere provinciale; testimoni il prof. Guido Napolitano e l’univ. Franco La Spina- Tra gliintervenuti al ricevimento che ha fatto seguito alla cerimonia religiosa, abbiamo notato la sig.raElvira Foresta, madre dello sposo e i fratelli prof.ssa Anna, signorina Alfonsina e sigg. Micheleed Antonio; i genitori della sposa, il cav. Pietro e la sig.ra Giovina, i fratelli Arnaldo Pietro,Ulderico Benito e Antonietta; l’on. Enzo Raucci, il senatore Pellegrino dr Salvatore; il consigliereprov. Dr Antonio Bellocchio, il prof. Giuseppe Ferraro ed ancora altri cui chiediamo venia perl’involontaria omissione. Ai neo coniugi D’Alessandro, partiti per un lungo viaggio di nozze,vadano i nostri migliori auguri di ogni bene ».

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Scritto da Michele SchioppaLunedì 15 Gennaio 2018 21:17

Trafiletto del giornale “Roma” sul matrimonio d’Alessandro-Morrone. [19] Simpaticamente va ricordato come di tanto in tanto, nel periodo della pensione, veniva aconoscenza di qualche episodio per lui inconcepibile avvenuto nel mondo della scuola, e,mimando il gesto di far girare la chiave, esclamava «’A scol’ s’adda chiurere!». [20] Ho forte questo ricordo a un anno di distanza perché proprio in quel 12 dicembre 2005convolerò io a nozze e il prof. Antimo mi ricordò il primo anniversario della morte della consorteche fu l’unico e più che valido motivo per non partecipare al mio matrimonio. [21] Il suo discorso elettorale è tuttora disponibile su youtube ( https://www.youtube.com/watch?v=zLGQcm5Fr2g ). Struggentisono le parole di un commentatore: «... la mobilitazione ed il ribaltamento arriveranno,professore! Quella grande forza che Lei invocava crescerà e lavorerà a favore degli umili, afavore degli sfruttati, a favore della stragrande maggioranza dei cittadini di Maddaloni. Ci guardida lassù. Maddaloni cambierà!». Teniamo le dita incrociate ...

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