Ma come lo branding?...Ma proprio per ottenere i risultati che desideri, per arrivare ai tuoi...
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Ma come lo branding? Raccolta di Pillole di branding per accendere le
tue idee, per migliorare il tuo lavoro e il tuo
fatturato
ND-Style & BrandingEfficace
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 1
Indice
Pag. 2
•Introduzione
Pag. 4
•Capitolo 1
• Le regole base per il tuo brand personale
Pag. 33
•Capitolo 2
•Il Coaching e la formazione
Pag. 47
•Capitolo 3
•Quando sei un imprenditore/manager e devi "fare"
Pag. 73
•Capitolo 4
•Lo stile personale e speciale
Pag. 83
•Capitolo 5
•I suggerimenti pratici e veloci
Pag. 96
•Conclusioni... tirale tu!
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INTRODUZIONE
Questa è la mia quarta pubblicazione, e come le altre, si basa molto su interpretazioni e
comunicazione personale di un argomento: l’organizzazione personale della propria vita
lavorativa e privata, basandosi su elementi di coaching e marketing su se stessi.
Ovviamente viene sviluppata su test, su esperienze sia personali che di clienti o amici che
possono aver fatto certe scelte e che si sono ritrovati ad ottenere dei risultati: a volte
aspettati altre inaspettati. Ma sempre positivi.
Se dovessi raccontare tutto quello che ho visto passare davanti ai miei occhi,
probabilmente ci vorrebbe ben altro di un semplice e-book, ma probabilmente a te
interesserebbe in modo relativo. O forse stenteresti a crederci…
Allora mi limito a darti dei suggerimenti pratici, racchiusi in pillole, tutte nate da regole reali
che, probabilmente conosci e che sono frutto di anni e anni di esperienze e studi. Ma sono
nate anche da episodi e situazioni che vivono imprenditori, manager, dirigenti che come te
cercano ogni giorno di trovare soluzioni a problemi, ma che spesso vogliono nuovi risultati.
Sono tutte persone che vogliono RIMETTERSI IN GIOCO
Non c’è la cura di tutti i mali, ma ci sono quegli spunti che dovrebbero darti la spinta a
“FARE”…quel fare importante per ottenerli, quei risultati.
Per raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato.
Perché tu hai obiettivi, vero?
Ti sei posto obiettivi reali, non sogni, ma REALI! Vero?
Sai come creare i tuoi obiettivi?
Sai come raggiungerli e che percorso fare?
Sembra abbastanza scontato, ma non è sempre così.
Io ne parlo spesso già nel mio profilo Instagram (seguimi che non te ne pentirai di certo) e
non credo di esserci arrivato per primo, magari proprio dopo tanti…
Ma proprio per ottenere i risultati che desideri, per arrivare ai tuoi obiettivi, si parte sempre
con delle basi, si parte sempre con un percorso di crescita. Si parte sempre da cose
semplici che dai per scontato e che pensi non servono…ed invece…
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Lavorare sul tuo brand personale è la partenza. Avere un’identità e saperla comunicare al
mondo esterno, nel modo migliore e più efficace, sono elementi che fanno la differenza.
E allora mi rivolgo a te, una persona che vuole rimettersi in gioco, che ha bisogno di
mettere basi solide per un “marchio forte”, che faccia la differenza, almeno nella propria
testa e nella propria vita.
Che sia lavorativa o che sia privata, io voglio raggiungere degli obiettivi, voglio ottenere dei
risultati che mi daranno soddisfazioni.
E so già che non sarà facile, so già che ci sarà da lavorare duro e da rimettere in gioco
certe idee e convinzioni.
Ma almeno parto da qualcosa, cercherò di avere le idee chiare sulle basi di partenza e poi
incominciare quel percorso che mi darà le soddisfazioni che cerco.
Quindi dovrai partire da qualche parte, mettere ordine al casino che hai o che credi di
avere. Sicuramente dovrai sistemare qualcosa, ma forse avrai più di quello che pensi e si
tratterà solo di ottimizzare il tutto.
Cosa ne dici?
Vogliamo partire e capire in che situazione siamo?
Io direi di si, direi che è arrivato il momento.
Il presente manuale non può essere venduto, duplicato, modificato e
distribuito senza autorizzazione dell’autore.
Il presente manuale ha come unico scopo la diffusione ai fini
promozionali.
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CAPITOLO 1 – Le regole base per il tuo brand
personale
Questo è stato uno degli articoli più letti del mio blog, proprio perché dava le indicazioni
base, su come fare un ottimo personal branding. Da qui, ci sono stati altri articoli,
addirittura copiati pari pari per altri siti internet (nemmeno me l’hanno chiesto…).
PERSONAL BRANDING EFFICACE CON I 7 PASSI FONDAMENTALI
In questo articolo, potrai leggere una guida essenziale per fare il miglior Personal Branding,
suddiviso in 7 fondamentali passaggi strategici che ti porteranno a risultati eccezionali.
MA COS’È IL “BRAND” E COSA SIGNIFICA “FARE BRANDING”?
Il Brand, in italiano marchio, è quell’elemento identificativo che si contraddistingue all’interno
di un mercato. Che viene comunicato in modo efficace per ottenere un riscontro verso un
target selezionato (solitamente fatto da un nome, da un logo/simbolo, altro).
“Fare branding” (frase sempre più utilizzata, ma spesso in modo confuso) è semplicemente
una serie di attività strategiche con lo scopo di realizzare un brand per identificarsi, metterlo
sul mercato per differenziarsi dagli altri e ottenere risultati.
La parola branding viene identificata in due settori specifici (vedi Wikipedia) pensando che ci
sia differenza tra: il branding in economia (utilizzo di tecniche di marketing per creare e
sviluppare una marca) e il branding nel design della comunicazione (progetto strategico di
creazione dell’identità e dell’immagine della marca). Sono assolutamente intrecciati, sono
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un passaggio consecutivo all’altro, dipendenti tra loro, composti da elementi basilari per lo
sviluppo di un marchio.
Cosa significa fare Branding personale? Lavorare sul
marchio e, in questo specifico caso, su quello personale.
Non è altro che fare del marketing, ma basandosi su se stessi, applicando le regole e gli
strumenti per ottenere i migliori risultati, del proprio brand.
Tutti siamo un brand, tutti rappresentiamo un brand sul nostro mercato di riferimento, che tu
sia un imprenditore, un manager, un professionista o altro, hai un mercato di riferimento.
Questo mercato è composta da clienti, colleghi, collaboratori, fornitori, servizi e prodotti che
offri.
Allora, ecco come fare per diventare un brand di riferimento, nel tuo piccolo o grande che sia.
Sviluppa delle attività determinanti, delle abilità strategiche e fondamentali, per poi ottenere
quei risultati strepitosi, che ti porteranno ai tuoi obiettivi.
QUALI SONO LE BASI FONDAMENTALI PER UN OTTIMO PERSONAL BRANDING? QUALI GLI
STRUMENTI NECESSARI PER ATTIVARLO AL MEGLIO?
Uno dei libri migliori che puoi leggere per approfondire l’argomento, con nozioni molto valide,
strumenti e riferimenti di assoluto valore, è senza dubbio: Teoria delle 5V – “Marketing su se
stessi”
In questi cinque punti, ci sono strumenti che pongono le basi per diventare un “marchio forte”
nel mercato di riferimento, per essere un leader e per identificarsi.
Ma qui di seguito, verranno evidenziati questi punti e messi all’interno di 5 strategie per una
maggiore efficacia.
E prima di cominciare, credo sia fondamentale capire:
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Cosa non è il Personal Branding
Non è “vendere meglio se stessi“, dando un’immagine falsa o far sembrare a tutti i costi
quello che non si è. Cercare di apparire e non di essere. Emergere a tutti i costi, senza tenere
conto dei valori, delle professionalità e del “social”. Soprattutto, NON è SOLO social.
Prima passo – Il valore della parola Brand
Il primo reale passo da fare, che molti trascurano, è proprio quello di un check up personale,
capire esattamente come funziona il tuo brand, come risponde sul mercato.
Parliamo di un prodotto o parliamo di una persona, il brand ha un valore e questo valore è
direttamente proporzionale alla percezione che da al suo “pubblico”.
Che percezione da?
Cosa pensano le persone di questo?
Quali caratteristiche gli attribuiscono?
Quali pregi o difetti?
Queste sono domande basilari per capire cosa percepiscono del tuo brand.
Da qui inizia un lavoro per migliorarlo o confermare ed implementare. E’ qui che entra in gioco
la tua identità e la comunicazione efficace. E’ qui che inizia il percorso per un Personal
Branding efficace e vincente.
Si apriranno DUE strade:
La prima – capirai che quello che stai facendo ha buoni riscontri e a questo punto devi
confermare e perfezionare (continua a leggere che trovi spunti molto interessanti)
La seconda – ti accorgi che stai sbagliando in molti punti, la percezione che hanno di te è
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sbagliata o negativa, quindi non ti resta altro che proseguire la lettura per sfruttare questi
strumenti ed iniziare il tuo percorso di cambiamento.
Secondo Passo – la prima volta che…
Se volessimo semplificarlo con termini comunicativi, il branding è uno sviluppo contemporaneo
composto da tre elementi:
1. Visivo – logo, immagine, simbolo
2. Auditivo – nome, motto, suono
3. Cinestesico – la sensazione che da, quando vedi o senti il quel brand (sicuramente il
più importante)
È un’identità, che viene comunicata efficacemente sul mercato, differenziandosi dalle altre e
creando un valore aggiunto.
Pensi sia sufficiente solo uno di questi elementi?
Hai visto i grandi brand (che siano di un personaggio o di un’azienda) con uno solo di questi
elementi?
Ovviamente no, sono sempre stati utilizzati tutti e tre, giocando su questi tre strumenti per
realizzare il miglior marchio da proporre in un mercato, identificare il valore aggiunto, entrare
nella testa delle persone creando un’emozione.
Tutti e tre questi elementi sono necessari per un brand e di conseguenza per rilanciarlo. In
questo passaggio, guardiamo assieme il primo, che è davvero importantissimo.
Esempi
Vorrei farti degli esempi un pò particolari per rendere l’idea di quanto detto in questa parte
iniziale.
Lanciare un prodotto con caratteristiche specifiche, può essere vantaggioso, ma allo
stesso tempo se ci metti uno slogan pessimo, il risultato è scontato: “Ma con tutto lo
yogurt che c’è, c’era proprio bisogno di Yoplait?”
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Chi non ricorda le pubblicità armoniose e amichevoli di Coca cola? Con canzoni
particolari e con elementi per dare quella sensazione di compagnia, di stare insieme e
condividere. Familiarità, star bene, tutti assieme.
Parliamo di persone? Il brand riferito alla persona.
Valentino Rossi non ha certo bisogno di presentazioni, ma come ha creato il suo
personaggio? Giocare sulle immagini, sulle scene, sul nome e sulla sua territorialità.
Penso che la migliore spiegazione sia quella di un grande Marco Montemagno.
Perchè questi esempi?
Per farti capire che il tuo brand non può essere accompagnato da qualcosa di “stonato”.
PARLIAMO DELL’IMMAGINE
La parte che si vede e che viene recepita immediatamente. Studiata ad arte per dare subito un
impatto sul mercato. Ultimamente viene utilizzata l’espressione: “L’abito fa il
monaco”. Perchè? Per il semplice motivo che il primo impatto è fondamentale e, se sembri,
gli altri credono tu sia!
Hai notato quanto siamo diventati superficiali e attenti solamente ad un primo impatto?
Questo incide per una percentuale estremamente alta, si può aggirare fino al 75%. Impattare
con una immagine efficace, risparmia moltissimo tempo nella costruzione dei rapporti.
Viceversa, recuperare un’immagine ad impatto negativo, necessita di un lavoro più accurato e
di media/lunga durata.
La vestibilità (una delle 5 V dei Varvelli) è uno degli elementi che contraddistinguono un ottimo
personal branding. Il packaging, la confezione con la quale si presenta il prodotto sul
mercato. Vestirsi e sapersi vestire, utilizzare lo strumento dell’abbigliamento in modo coerente
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alla propria personalità, alle occasioni e all’immagine che si vuole dare. L’abito è ciò che gli
altri vedono di noi ancor prima del nostro nome. Sapersi vestire lo si impara per educazione;
per imitazione, quando si ha l’intelligenza di osservare gli opinion leader negli ambienti che ci
interessano; per decisione, quando si costruisce la propria immagine per finalità precise.
L’abbigliamento risponde a tre scopi principali: igienico, per la salvaguardia della salute;
funzionale per la qualità della vita quotidiana; rappresentativo, che riguarda l’espressione, il
segno che la persona manifesta.
COS’È IL NAMING
La scelta del nome è un altro elemento principale che determina l’aspetto più importante della
parte auditiva.
Avere un nome armonioso è importante, ma averlo d’impatto è ancora più efficace.
Soprattutto, far coincidere il nome con quello che sei.
E’ ovvio che si parla di un prodotto che ti rappresenta (non certo il tuo nome o il tuo
cognome….anche se, a volte ci si trova dei soprannomi che possono essere più o meno
efficaci), quindi se è un nomignolo, evitarlo, se hai una mail “strana”, evitarla e crearne una
adeguata ([email protected] ….lasciamo perdere!!!). Ed infine, un sito internet o blog.
Come optional sempre efficaci, si possono utilizzare il motto ed eventuali sonorità. Queste,
assieme danno un input emozionale al prodotto, che fa da anello di congiunzione con la terza
parte. Il motto viene spesso sottovalutato, ma se ben connesso alla professionalità e allo
strumento in se, ha tutta un’altra rilevanza. La colonna sonora è molto più particolare e te la
consiglio solo per determinate circostanze (tutte da valutare singolarmente e
soggettivamente).
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Terzo Passo – Quella sensazione che…
Come puoi notare, esiste un passaggio fatto apposta per la parte cinestesica, quella
sensazione che…
Quello che fai sentire emozionalmente, quelle emozioni che ti rilasciano qualcosa. Proprio
perchè il nome, il prodotto ed eventuale logo, non sono tutto. Non sono la parte più
importante.
Anche in questo caso è importante fare attenzione che non creino emozioni negative, perchè
come già successo in passato, possono affondare un brand.
Ma è importante che capisci un concetto: NON PUOI PIACERE A TUTTI
Nel Personal Branding, come nel marketing, esistono regole che non potrai mai cambiare e
che ti accompagnano nelle scelte, nelle strategie e verso i tuoi obiettivi. Questo fa si che avrai
molti “followers” come altrettanti “haters” (come usa dire oggi), ma lo devi mettere in conto.
Poco importa, hai solo un obiettivo ed è quello di creare una sensazione a quel target che ti
interessa, a quei probabili clienti che dovranno “comprarti” e ai quali ti relazionerai
continuamente. Quindi questa sensazione deve essere mirata verso un obiettivo strategico
che è scelto.
Proprio per questa scelta, la conseguenza sarà di creare emozioni verso il tuo brand. Brand
specifico e differenziante.
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Quarto Passo – La tua storia
L’ho detto prima, oggi la gente vuole sapere ed è sempre più curiosa. Questo fattore può
avere dei risvolti positivi, proprio per aumentare il tuo valore, per presentarti al meglio nel tuo
mercato di riferimento. Come?
Raccontando la tua storia. CHI SEI?
In questo passaggio, risulta fondamentale un’altra ”V” strategica: il ”verbo” – Il messaggio, la
promozione (1° parte).
Non si parlerà però di comunicazione verbale o non verbale, ma di comunicazione generale,
ottimizzandola proprio al nostro risultato: la storia da raccontare.
Qui inizia a parlare di te e della tua attività e professionalità, usa strumenti adeguati come i
social o un proprio blog/sito internet.
La storia coinvolge le persone, utilizzando un racconto, potrai inserire gli elementi che ti
contraddistinguono per farli entrare nella mente delle persone. Racconterai quelli che sono i
tuoi valori che reggono tutto il tuo brand. Quindi non parlerai solo di chi sei, ma anche delle
tue competenze, delle tue passioni e dei tuoi punti di forza. Ma non è così semplice.
L’arte di scrivere non è propriamente innata, ma non è nemmeno necessario essere scrittori
professionisti. Il concetto è quello di essere chiari, semplici e diretti. Frasi brevi che arrivano al
punto e spiegano bene il concetto.
L’obiettivo è quello di valorizzare la comunicazione, dando un doppio messaggio: ciò che
comunichiamo; e il fatto che siamo noi a comunicare.
E qui torna in gioco ancora la comunicazione. Se è vero che parliamo di marketing su se
stessi, il marketing ha un elemento fondamentale: la piazza (place).
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Oggi, la principale è sicuramente il web, ma NON deve essere l’unica. Resta il fatto che la
parte social è fondamentale per aumentare l’interesse del tuo target e di conseguenza va
coltivata. Ormai il sociale e il web, fanno i protagonisti della comunicazione. Utilizzarli nel
modo appropriato è un vantaggio oltre che un ottimo strumento che porta risultati. Utilizzare
solo questi, rimane impersonale.
Quinto Passo – La differenza, presenza e segnale
In questo quinto passaggio desidero lasciarti un concetto fondamentale: la differenziazione.
Essere tutti uguali significa diventare tutti dei “nessuno”. La visibilità deve essere un timbro di
identità, una scelta di riconoscimento globale, bisogna costruirsi il tasso di notorietà.
Ci sono 4 linee di comportamento da attivare:
a) realizzare azioni quotidiane
b) scegliersi uno stile preciso
c) lasciare messaggi precisi agli interlocutori importanti e nei luoghi strategici
d) fare manutenzione e miglioramento continuo della visibilità, controllando l’effetto di
percezione.
La più tattica è la C
Proprio questa strategia ti permette di implementare i primi quattro passi per il tuo personal
branding.
La differenziazione è l’elemento che serve per distinguerti, per far scegliere te e non gli altri
competitor, per essere riconosciuto come uno dei tre principali prodotti del settore.
Nella storia hai raccontato chi sei, quali sono le tue capacità e i tuoi punti di forza. Ora devi
usare le strategie per confrontarli e per renderli unici nel loro genere, spiegando:
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Come sono – Quali vantaggi portano – Che risultati si possono ottenere – In quanto
tempo – Le garanzie
Vuoi aumentare le tue capacità?
La formazione è lo strumento migliore che puoi utilizzare.
Personalmente consiglio di fare corsi specializzati con le 3 migliori realtà che conosco in Italia.
(Non sono certo miei concorrenti, e li ritengo di livello altissimo, quindi sono molto contento e
onorato di fare passaparola per queste realtà)
VENDITORE VINCENTE e MARKETING MERENDA – probabilmente il meglio dei corsi sia di
vendita che di marketing, numeri alla mano.
PERFORMANCE STRATEGIES – per la tua leadership, negoziazione e confronto con i
migliori formatori internazionali
EVOLUTION FORUM – per il network marketing, per realizzare i contatti, ma anche in questo
caso per vendita e leadership
Questi tre per incominciare, ma anche per avere una base veramente diversificante e sopra la
media.
Magari conosci anche altri formatori o realtà molto conosciute. magari specifiche per altri
settori, ma questi tre sono sicuramente ottimi.
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Sesto Passo – Il network
Crearsi un network è l’arma vincente. La rete di contatti può fare la differenza.
Avere una cerchia di persone con le quali condividere esperienze, opinioni, ma anche lavori, è
un valore aggiunto per la crescita del tuo brand.
Come fare?
Inizia a crearti la cerchia più ristretta, scegli gli attori principali e esponiti per loro. Ascoltali,
condividi le loro cose, commentale per essere propositivo. Ci vorrà molta pazienza e tempo
per realizzare la rete di persone, ma dovrai selezionarla per avere un rientro d’immagine,
economico e crescita professionale.
Più è ampia la rete e più è difficile organizzarla e gestirla, ecco perchè ripeto di ottimizzare le
scelte ed avere una rosa selezionata. Questo ti permette anche di avere una gestione
semplificata e produttiva.
Resta comunque aperta l’opzione di ampliarla successivamente, soprattutto per quella
digitale. La rete web, ha maggiori strumenti e maggior tempo per ottimizzarla e gestirla.
La rete “dal vivo” (mi piace chiamarla così), è molto più difficile e richiede più tempo. Questa
ha una valenza maggiore sotto diversi aspetti, che possono essere sfruttati, ma anche mal
gestiti. Attenzione!
La realizzazione della rete è uno strumento importante anche per creare il tuo valore e viene
utilizzato uno strumento molto valido: il social proof
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Settimo Passo – Il tuo status
Eccoci arrivati all’ultimo passaggio per un Personal Branding vincente. Si tratta di due
elementi fondamentali per te stesso: La vivibilità e la vitalità.
Questi due elementi, qualcuno non li nomina quasi mai, vengono sottovalutati in moltissimi
casi, ma hanno una rilevanza determinante per te e ciò che rappresenti.
Ti spiego come…
La vivibilità è definita come l’indice di qualità (rispetto di se e per gli altri). La capacità di
impostare e governare in modo sereno, equilibrato, naturale i propri bisogni, le proprie
preferenze, nel rispetto degli altri ma soprattutto di se stessi. Saper vivere in modo positivo.
Il tempo è una qualità fondamentale della vivibilità. Bisogna saperlo gestire, ma soprattutto
dargli valore: in particolar modo al proprio.
Sette regole per il tempo:
Pianificare e programmare il tempo per risparmiare tempo
Registrare ciò che si fa per alcuni giorni per consultarlo
Colloquiare con tanti, ma farlo in tempi brevi
Saper dire NO! Decidere quali cose fare e quali no; decidere con chi parlare e con chi no
Applicare la curva di Pareto (20-80)
Difendere la salute
Puntualità sempre
La vitalità è il core business (il prodotto), aver voglia di fare, forza, fiducia e positività. La
vitalità si basa sulla fiducia in se stessi (anche negli altri); sul pensiero positivo; sulla fedeltà
del cambiamento. La vitalità si concretizza con uno stile personale propositivo, entusiasta,
cioè in leadership naturale.
Sinteticamente efficace!
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Per migliorarla?
Spesso quando parlo col mio amico Steve Benedettini, mi ricorda che ci sono elementi che
non puoi trascurare. Questi elementi sono parte integrante della tua vivibilità, del tuo personal
branding.
Oltre ai corsi che ti ho suggerito prima, anche lui fa corsi molto interessante e molto più
specifici sotto l’aspetto psicologico.
QUANTI BRAND POSSONO ESSERCI?
Diversi, ma il Personal Branding ce l’hanno tutti, solo che
viene personalizzato ed utilizzato a seconda se:
Sei un imprenditore e necessiti di un personal branding, potrebbe esserti utile, Il Brand
dell’imprenditore
Ma vale anche se tu sei un manager o un professionista di settore, un agente di commercio
piuttosto che un consulente. In questo caso, potrebbe aiutarti questo articolo su Il Brand del
libero professionista
Ed infine, mi è capitato spesso in passato, di aver fatto consulenze a personaggi che oggi
come oggi, necessitano più che mai di un personal branding molto forte: Il Brand del politico
Questi sono 7 passi fondamentali per avere un Personal Branding vincente e che potrà
aiutarti a cambiare le cose in meglio.
Ora tocca a te.
Com’è il tuo Personal Branding?
Ha bisogno di miglioramenti o vuoi realizzarlo?
Vuoi distinguerti dagli altri?
Allora continua a leggere tutto fino in fondo
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Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire
(Paulo Coelho)
Check your brand – Lead your brand
p.s. Questo è un testo che ha tutte le caratteristiche per darti le basi fondamentali del Personal
Branding.
Mi permetto di consigliartelo perchè di semplice lettura ma anche di grande efficacia.
Ma non è finita qui, perché ci sono altri articoli che possono interessarti e darti quegli
spunti che servono per il tuo brand.
Ad esempio, questo articolo, anche se si inizia con un riferimento agli imprenditori o
manager, in realtà è un articolo che serve proprio a tutti, soprattutto a chi deve crearsi il
suo brand.
SEI UN IMPRENDITORE O UN DIRIGENTE? ECCO GLI ERRORI CHE COMMETTI PIÙ
SPESSO
Esistono DUE fattori fondamentali che non puoi trascurare:
La capacità
la credibilità
Quanto sono importanti la capacità e la credibilità?
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Da un sondaggio recente, si evince che il 75% degli imprenditori e liberi professionisti,
ritengono fondamentali queste due qualità: le capacità e la credibilità.
Eppure, circa l’ 85% non credono di essere sufficientemente preparati e capaci per i mercati
attuali. Quasi tutti, non sono in grado di rispondere sulla loro credibilità professionale e non si
rendono conto delle loro capacità reali.
Perché queste percentuali così alte? Perché esiste così poca consapevolezza dei propri
strumenti e del proprio valore?
Molti degli stessi intervistati, hanno risposto ad altre domande quali:
Continui a formarti?
Quanto tempo e soldi dedichi alla formazione?
Qual’ è la tua formazione principale?
In cosa ti identifichi? (il mestiere, la professione)
Quanto sei conosciuto per la tua professionalità e capacità?
Queste ed altre domande hanno rivelato delle statistiche sconvolgenti, tutte troppo basse per
essere competitivi su un mercato che:
Da 10 anni a questa parte si è sviluppato ad una velocità “supersonica”
Sono stati introdotti nuovi strumenti tecnologici che hanno rivoluzionato molti aspetti della
vendita e del marketing
Nessuna scuola, ne tanto meno lo Stato, sono stati in grado di intervenire prontamente per
questa doppia situazione.
Cosa si evince da tutto questo?
Semplicemente un paradosso: tutti gli imprenditori, liberi professionisti e dirigenti
pretendono capacità e credibilità, ma troppi di questi non hanno ne l’una ne l’altra.
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Magari risulto un pò antipatico?
Si, spesso fa parte del gioco risultare antipatico, perché si dicono cose scomode che
coincidono verità.
La verità fa sempre male, ma una persona intelligente, un buon professionista o imprenditore,
ne fa buon uso andando a rimediare con nuovi strumenti.
Capacità – è il primo elemento che contraddistingue un bravo imprenditore o professionista. le
capacità che si acquisiscono negli anni e che vengono applicate ogni giorno sul campo, per
raggiungere i migliori risultati. Dimostrando il proprio valore.
Credibilità – è la conseguenza della prima, perchè dimostrando, aumenti quel valore e quella
credibilità sul mercato di competenza. Tutto questo diventa un valore aggiunto che porta
sempre risultati positivi alla propria immagine.
PERCHÈ SONO COSÌ IMPORTANTI?
Per lavorare su un mercato competitivo, bisogna differenziarsi. Oggi tutti si spacciano per tutto
e, solo i fatti dimostrano chi vale veramente. Lo fai con la formula magica:
Capacità + Credibilità = Valore
Differenziarsi vuol dire anche acquisire valore e metterlo sul mercato. Questo ti porta ad un
salto di qualità che ti permette di essere più influente e aumentare le tue richieste. Dimostrare,
risulta però l’azione principale. Solo parole prima o poi verranno “dimenticate”.
Ragiona con semplicità e cerca di essere più abile che puoi per arrivare al risultato. Poi avrai
modi di aumentare le performance, parallelamente ai due elementi della formula.
Ma non solo…
Anche se il post è diretto a questi tre soggetti, non voglio dimenticare che nasce tutto da una
statistica ancor più grande. Quella fatta tramite interviste ai politici. Interviste che sono risultate
“ridicole” a dir poco.
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Caro politico, dal momento che ho collaborato molto con il vostro ambiente, permettimi
di dire solo che le cose stanno cambiando e già nel post a te dedicato, avevo fatto degli
esempi specifici. Devi necessariamente cambiare sotto questi due aspetti: più capacità
e migliore credibilità.
Ma la differenza tra un politico e un imprenditore o libero professionista, la sappiamo. Hanno
metri di misura decisamente diversi, anche se non è corretto, perché dovrebbero avere
attitudini tali da saper gestire un’impresa chiamata Stato.
Sai qual è il problema principale?
Rimane la formazione, quella che deve essere costante e continuativa, per aggiornarsi e per
poter trovare sempre degli strumenti nuovi.
Allora tocca a te!
Check your Brand – Lead your Brand
Ma a pensarci bene, tu un brand già ce l’hai, devi solo capire com’è e come migliorarlo o
modificarlo. Perché comunque, tu già sei nella testa delle altre persone…dipende solo se
sei come piace a te.
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IL TUO BRAND TI SEGUIRÀ OVUNQUE?
ABBIAMO GIÀ UN BRAND E DOBBIAMO GESTIRLO…MA COME?
Questo articolo è un pò scherzoso, ma sostanzialmente riprende un concetto di vita
commerciale che non possiamo trascurare.
Abbiamo un brand, che ha già un valore e che è conosciuto. Abbiamo un brand e ha un suo
posizionamento.
Cosa vogliamo farci?
Che tu sia un imprenditore, dirigente, professionista, hai già un brand sul mercato di
riferimento. Brand e posizionamento viaggiano di pari passo. Quindi non solo hai il brand, ma
è anche posizionato in un certo modo.
Conosci il brand che ti sei creato (anche involontariamente)?
Sai se questo brand è un buon brand o un brand da rivedere?
Bene o male, l’importante è che se ne parli (cit.)
Una citazione che ha fatto storia, ma che ha un grandissimo fondo di verità:
Tu hai comunicato al mondo qualcosa. Un marchio che ti contraddistingue.
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Che marchio è?
Quale caratteristiche possiede?
Che valore aggiunto porta, in un qualsiasi ambiente?
Queste sono domande che devi farti senza meno, per il semplice motivo che ne va della
tua professionalità.
Si chiama Personal Branding…ed agisce proprio per
migliorare una situazione come questa. Brand e
posizionamento diventano una priorità.
PARTIAMO DALLA PARTE PIÙ PESSIMISTICA POSSIBILE.
Se tu vieni visto come un marchio debole, che non ha caratteristiche peculiari, che non porta
un valore aggiunto, allora hai dei problemi.
Sicuramente avrai difficoltà nel crearti un network affidabile (se non addirittura creartene uno),
ancora peggio, chiudere contratti di lavoro, o addirittura non essere nemmeno considerato
quale probabile fornitore/partner.
Un brand che lascia molto a desiderare, che ha un estremo bisogno di un check up per poi
modificarsi sotto moltissimi aspetti. E questo lavoro va fatto molto in fretta, perché altrimenti
rimangono i segni per sempre.
Cosa intendo?
Un po’ di tempo fa, un noto programma televisivo (visto anche da molti bambini) aveva messo
come valletta, una nota pornostar. L’obiettivo di lei era quello di far vedere un’altra immagine
di se, per rilanciarsi nel mondo dello spettacolo. Ovviamente non in quello passato.
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L’obiettivo della produzione era accattivare quanto più interesse (visti anche gli abitini della
valletta…), infatti, a tutti coloro che la conoscevano ricordava solo una cosa, non sicuramente
la presentatrice/valletta che voleva essere in quel momento.
Conseguenza? Flop!
Come puoi vedere, una volta creato un brand, è difficilissimo cambiarlo, ed è direttamente
proporzionale alla fama che è riuscito ad acquisire nel tempo.
PARLIAMO DELL’ASPETTO POSITIVO?
Se invece hai già realizzato un brand positivo, allora è meglio sapere come hai fatto e
soprattutto come viene visto.
Perché?
Semplicemente per ottimizzare le situazioni che ti si vengono a creare, realizzando il meglio
che puoi, soprattutto sotto l’aspetto lavorativo.
Prova a pensare la facilità di chiudere un contratto o realizzare un network efficace, o inserirsi
in nuove aziende quale fornitore. Già la tua reputazione ti precede, già il tuo marchio, ciò che
rappresenti come professionista, è un biglietto da visita fondamentale.
Anche in questo caso, se l’hai creato bene, basterà cavalcare l’onda, migliorandolo e
comunicando sempre al meglio ciò che sei e ciò che fai. Sicuramente sarai difficilmente
attaccabile, ma apprezzato e d’esempio.
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La notissima marca di crema spalmabile, è stata attaccata più volte e sotto molti aspetti
(composizione, nutrizione, lavoro, ecc…), ma rimane la più conosciuta al mondo, la più
apprezzata e quella che fattura di più in assoluto.
La tua immagine gioca l’ottanta per cento della tua professionalità, è una percentuale
elevatissima sull’impatto che hai nel mercato.
Quindi, gestito bene, il brand potrà solo essere un vantaggio enorme per quello che farai.
Gioca le tue carte, ma ricordati di fare una bella analisi per capire dove intervenire.
E ricordati, se hai bisogno di aiuto, puoi contattarmi.
Check your Brand – Lead your Brand
E per finire ci sono due articoli che ti possono far capire quanto sia importante un brand
oggi. Sono due aneddoti che possono servirti per migliorare ulteriormente, ma che oggi
sono considerati basilari.
Perchè associare sempre il Personal Branding con il web?
Più navigo su internet e più vedo siti che lavorano principalmente con il “branding
multimediale”.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 25
È ovviamente uno strumento utile e molto valido, probabilmente il più veloce ed efficace di
questi tempi.
Eppure potrebbe non risultare il più efficace, per un semplice motivo: oggigiorno sono tutti
pronti ad insegnarti come fare comunicazione tramite internet, ma quanti lo fanno nel modo
corretto? Quanti sono esattamente quelli che apprendono e applicano efficacemente?
Cosa succederebbe alla tua immagine, al tuo brand, se lo comunichi male?
Ripeto, internet (mi riferisco sempre ai social, ai blog, ai siti) è un’arma eccezionale, ma è
anche a doppio taglio.
Se una cosa non sai utilizzarla molto bene, ti farai molto male
(Cit.)
Cosa puoi fare per evitare un errore che potrebbe diventare
una catastrofe?
Se non sei “social”, come eviti una debacle?
Innanzitutto partire a piccoli passi, può essere una soluzione che va ad arginare dei gap
importanti. Cosa ti serve esattamente? Un sito internet? Un blog? Una pagina Facebook? Altri
strumenti social? O addirittura tutti quanti?
Ognuno di questi ha un lavoro diverso e viene sviluppato con strategie diverse, per scopi ed
obiettivi diversi. Ad esempio, crearti un sito istituzionale con all’interno le principali informazioni
e i contatti, può essere un punto di partenza. Un sito semplice e, allo stesso tempo, ricco di
informazioni per il tuo target, dove dare subito un’immagine chiara e precisa, sia delle tue
competenze sia dell’offerta che metti sul mercato di riferimento. Un biglietto da visita su
internet. Ma fatto molto bene!
Non entro nel dettaglio tecnico per come fare un sito internet (ti consiglio di appoggiarti ad un
tecnico), ma rimango semplicemente vago sul concetto di presentazione. Come detto, è il tuo
biglietto da visita e quindi deve rappresentarti al meglio. Più lo complichi e più incasini il
messaggio che vuoi far passare. Più errori e imperfezioni ci metti dentro e peggio sarà per il
tuo brand. Ricordatelo bene.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 26
IL BLOG È DIVERSO
Se parliamo di blog, allora dobbiamo mettere in conto una strategia lunga e molto
impegnativa. I risultati si vedono solo dopo diverso tempo e con molti strumenti ed
informazioni pubblicate. Il blog deve essere semplice e lineare, offrire informazioni, strumenti e
servizi che possano tornare utile al tuo target. Tutti utilizzano degli schemi precisi per
realizzarlo, tutti comunque si appoggiano a nozioni già utilizzate, a informazioni già conosciute
per poter avere qualcosa di concreto e pratico. Pochissimi invece, approfondiscono o mettono
qualcosa di loro. Comunque, nel tempo crea un seguito di pubblico fedele che può tornare
utile per ulteriori strumenti. Soprattutto, ti crea valore sul mercato.
Il blog non è un “risolutore di problemi”, è un catalizzatore. E’ uno strumento che può dare
soluzioni, serve per comunicare la propria professionalità e per far percepire messaggi ai tuoi
clienti potenziali.
Avere un blog comporta del lavoro, ma rimane uno strumento molto interessante per
posizionare il tuo brand sul mercato e per valorizzarlo in modo efficace. E’ un susseguirsi di
informazioni che portano ad aumentare l’interesse del pubblico e a creare interattività. Non è
veloce nell’ottenere risultati, va da se che devi crescerlo e accudirlo continuamente.
Esistono strumenti, metodi e strategie e come per il sito non entro in dettagli ma posso dirti
che su internet trovi veramente di tutto. La cosa importante, anche questa volta, è il tuo brand
e come lo comunicherai con questo strumento. Segui un filo logico e ricordati di essere
semplice e diretto.
Hai anche tu un blog? Se la risposta è si, come lo stai utilizzando?
Se invece la risposta è no, hai intenzione di crearlo e lavorare con questo strumento?
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 27
COI SOCIAL È “STRANO”
Poi ci sono i social, strumenti di internet che possono essere divisi in due categorie: quelli di
“cazzeggio” e quelli professionali. Facebook è il primo caso (almeno per quel che riguarda il
profilo principale del 90% degli utenti); Linkedin è professionale, all’interno del quale non puoi
certo mettere le foto della tua gita al lago con gli amici ubriachi dopo diciotto litri di birra!
Li ho generalizzati in due categorie, prendendo due esempi principali, ma se volessimo
entrare in dettaglio, potremmo guardare alcune cose interessanti, soprattutto per il
posizionamento del brand. Poi se consideriamo che molti altri si interfacciano coi principali
(Instagram, Tumblr e Twitter che rimane sempre un’incognita), allora lasciamo più semplice il
discorso.
Il più famoso e completo
Facebook è misto, sicuramente il più conosciuto e probabilmente il più valido, ma è anche il
più ambiguo. All’interno puoi metterci sia la tua vita personale, sia quella professionale. A
questo punto devi solo essere capace di gestire la cosa. Anche in questo caso ci sono regole
precise e tecniche apposite per tenere ben distinte le due cose e per poter sfruttare alla
grande lo strumento social. Sicuramente la “Pagina ufficiale” rimane l’arma migliore per il tuo
brand e per valorizzarlo. Lasciandola staccata dal tuo profilo personale o comunque non
mescolando le cose. Su Facebook si interfacciano altri social che ti tornano utili per ampliare il
discorso comunicativo.
Ma attenzione! Più ne usi e più casino farai… a meno che tu non abbia tanto tempo da
dedicarci.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 28
Gli altri…sottovalutati (?)
Gli altri sono forse meno sfruttati, però hanno comunque un valore importante, nella loro
nicchia.
Ho visto sfruttarli alla grande in molti settori. Tutto dipende dalla strategia utilizzata, ma
soprattutto dall’obiettivo che si ha.
Non voglio farti l’elenco dei vari social da utilizzare, non penso sia la soluzione, piuttosto mi
piacerebbe lasciarti qualche idea per come fare ad utilizzarli per il tuo brand.
Come detto finora, la semplicità e l’ottimizzazione di questi strumenti, rimane fondamentale.
Più ti complichi le cose e peggio sarà per il tuo messaggio.
Collegali tra loro ove possibile, vedi Facebook con Instagram (e non solo), proprio per poterli
sfruttare al meglio.
Ci sono i pro…ma ci sono anche i contro
Se la tua intenzione è quella di non iniziare nulla di questo, sappi che non è possibile. O
meglio, per il blog diciamo che è possibile, ma per i social, quasi sicuramente sei già dentro. E
qui fai attenzione perché già comunichi in qualche modo, e potrebbe essere un modo
promiscuo con all’interno errori che ti porteranno il conto in futuro.
Il mio consiglio è quello di riparare subito.
Le statistiche di chi possiede un blog lavorativo stanno aumentando vertiginosamente, ma è
vero anche che il 90% di questi non è fatto in modo corretto o comunque vien abbandonato in
poco tempo. È sicuro, invece che chi ha un blog e lo utilizza per lavoro, in modo efficace, ha
una resa di chiusura clienti superiore al cinquanta per cento. Non solo, ha una visibilità molto
più alta rispetto a chi possiede un solo sito aziendale.
Stessa cosa vale per le pagine ufficiali dei social network, infatti anche in questo caso ci sono
percentuali molto più elevate nelle vendite, nei contatti e nella comunicazione, rispetto a chi
non li usa.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 29
E se non volessi avere blog e gestire i tuoi social in modo semplice e non lavorativo
(non ho detto professionale)?
La vecchia soluzione…sempre efficace
Ottimo! Altro strumento spettacolare che non smetterà mai di funzionare anche se inizia ad
essere troppo poco utilizzato: le pubbliche relazioni di persona.
Personalmente preferisco ancora incontrare le persone, i probabili clienti davanti ad un caffè e
presentandomi. “Cercando di entrare in empatia professionale dal vivo”.
La ritengo ancora una delle migliori possibilità che la comunicazione ci ha dato, purtroppo sta
diventando sempre più rara perché tutti hanno fretta e tutti corrono veloci. Ma questa è la
scusa principale, infatti è una questione di scelte.
Molti preferiscono un sms piuttosto che una stretta di mano.
Ultimamente molti altri preferiscono una chat tramite whatsapp, piuttosto che un aperitivo con
dei partners.
Pochi preferiscono mail, piuttosto che una chiamata per prendere un appuntamento.
Sbagliato? Perché dipende!
Meglio una o meglio l’altra?
Anche qui dipende!
È sempre una questione di situazioni, ricordando che non è mai come sembra.
Check your Brand – Lead your Brand
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 30
SE NON STAI GESTENDO IL TUO BRAND, NON STAI FACENDO IL TUO LAVORO
Gestire il proprio Brand significa impiegare tempo a
costruire relazioni in grado di dare valore alla tua carriera e
al lavoro che fai ogni giorno.
PERCHÉ FARLO? PERCHÈ GESTIRE IL TUO BRAND?
Perché ti sarà utile a crescere, aumentare il valore che hai come imprenditore, libero
professionista o dirigente, perchè crei relazioni che potranno essere vincenti per il tuo lavoro,
perchè realizzerai un network che ti aiuterà per migliorare sempre di più.
Già negli altri post sono stati pubblicati strumenti e annotazioni interessanti per incominciare
questo percorso, spesso vengono ripetuti dei passaggi e non mi stancherò mai di ripeterli visto
i risultati che si ottengono.
C’È UN FATTORE DETERMINANTE CHE OSTACOLA QUESTO LAVORO SUL PERSONAL BRANDING: IL
TEMPO
La scarsità del tempo a disposizione, fa si che questo lavoro passi sempre in secondo piano, e
anche quando si incomincia, capita che venga fatto in maniera frettolosa, saltando passaggi.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 31
Riprendi da capo, ricomincia ad analizzare la situazione e parti nuovamente con il
lavoro sul tuo brand. Rivediamo 4 semplici passaggi che ti aiuteranno a:
Sviluppare il business – Considera che il tuo lavoro
comporta costruzioni di business, partnership e
collaborazioni varie. Inoltre si tratta di vendere a clienti, che
sia un prodotto, che sia un servizio, che sia la persona o
l’azienda che li rappresenta. Comunque vendi! Comunque
sviluppi un business, quindi devi saper gestire la tua carriera
lavorativa.
Espandi la tua Leadership – Affina la tua esperienza e
condividila esternamente. È un pensiero che devi lavorare e
far capire alle persone che ti circondano, che ti frequentano.
Ma non solo, è anche una delle prime cose da fare con le
nuove conoscenze e con coloro che intraprendono
collaborazioni con te.
Mentre rendi le persone consapevoli delle tue competenze e della tua posizione su argomenti
pertinenti, inizi a costruire un’associazione di persone che condividono le tue opinioni e danno
prospettive complementari. Questa collettività esterna di persone diventa un bene prezioso,
soprattutto per avanzare di carriera e per raggiungere obiettivi comuni.
Trovare Staff (valido) – È una delle più grandi sfide che i
manager devono affrontare, trovare le risorse giuste per
costruire un team ad alte prestazioni (network).
Se espandi bene la tua leadership, andando a crearti una comunità di livello, avrai anche
molte più possibilità di trovare persone di livello che vogliono collaborare con te. Questo può
essere valido sia che tu abbia rapporti diretti con le aziende, sia che non li abbia. Se sei il
manager, il titolare dell’azienda è tua responsabilità identificare i dipendenti ideali a supportare
la tua vision. Se sei un collaboratore esterno, devi aiutare il titolare a trovare il complemento
ideale per la squadra, diventando più prezioso ai suoi occhi.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 32
Ovviamente è necessario trovare personale che porti valore aggiunto, altrimenti risulta essere
un’arma a doppio taglio.
Aumentare il tuo Valore – È la principale conseguenza del
lavoro che svolgi, ma è anche il risultato che devi ottenere
per assicurarti che il tuo brand valga qualcosa. Costruire il
tuo Personal Brand all’esterno significa avere una rete di
risorse che possono aiutarti a risolvere i problemi che
potresti non essere in grado di risolvere con le persone della
tua azienda. Significa essere in grado di confrontare i
processi, innovare internamente la prospettiva e la
conoscenza, crescendo sotto tutti gli aspetti.
Sono 4 passaggi importanti, semplificati, ma che sono necessari sotto l’aspetto comunicativo
del tuo brand. Senza questi non fai Personal Branding, senza questi non aggiungi valore al tuo
marchio, a ciò che sei e a ciò che puoi rappresentare.
Per poter migliorare e ampliare le strategie e strumenti, non esitare a contattarmi.
Check your Brand – Lead your Brand
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 33
CAPITOLO 2 – Il coaching e la formazione
Ma non possiamo parlare di brand personale, senza parlare di valore. Perché comunque
devi portare qualcosa sul mercato di riferimento. Un po' quello che dicevo in un articolo del
capitolo precedente.
Le tue capacità sono una parte di te e sono quella parte che ti valorizza e ti rende il brand
che sei. Se queste capacità non le affini, o peggio, non le hai, allora sono problemi.
Il mio miglior consiglio è la formazione, quella che ti aiuta a crescere e rimanere
aggiornato in modo costante.
Sembra ovvio, ma non lo è affatto, anzi, per qualcuno è proprio un muro insormontabile,
un’idea da scartare a priori.
Ma come, devo ricominciare a studiare?
Esatto! Perché in realtà non dovresti mai finire.
Dovresti essere sempre “sul pezzo”, per capire le cose, aggiornarti e creare quelle risorse
che ti mancano per arrivare ai tuoi obiettivi.
E più sono importanti gli obiettivi e più lavoro e studio devi fare.
Ma devo farlo su tutto?
Certo che no!
Avrai il tuo mercato, anzi, avrai la tua nicchia di mercato che sarà il bersaglio dove colpire
con il tuo brand.
Formati costantemente su quel settore, rimani aggiornato e cerca di trovare tutte le risorse
possibili per ottenere questo.
Intanto vedi se in questo articolo, trovi qualche spunto interessante:
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 34
PESSO MI “PIACEREBBE PIACERE A TUTTI”, CAPITA ANCHE A TE?
Bel giochino di parole, ma rende l’idea.
Purtroppo non è proprio possibile, non succederà mai. E se pensi di volerlo fare, sappi che
sarà un errore fatale e tempo perso.
L’ERRORE PIÙ GROSSO CHE SI COMMETTE È PROPRIO QUELLO DI VOLER CREARE UN BRAND CHE
PIACCIA A TUTTI.
Questo comporta una dispersione di energie che non porterà risultati, perché non succederà
mai.
Eppure, questo errore continuano a farlo in molti, comprese le aziende di grosso calibro.
“L’insegna la fa la clientela” (Jean De La Fontaine)
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 35
COME FARE ALLORA PER ESSERE PIÙ EFFICACE E REALIZZARE IL TUO PERSONAL BRAND E CREARE
UNA TUA NICCHIA DI MERCATO?
Quattro regole fondamentali per creare la tua nicchia di mercato ed inserire il tuo profilo.
REGOLA NUMERO 1:
Identifica il tuo pubblico, composto sempre da persone
vicine a te, partner, persone che sono disposte a spendere
parole per te ed infine persone che sono disposte a pagare
per quello che fai.
REGOLA NUMERO 2:
Crea domande e cerca di capire cosa serve a quel mercato e
quali sono le problematiche principali.
REGOLA NUMERO 3:
Dai una risposta concreta alle loro domande, ovvero crea la
soluzione più efficace e adatta alle loro esigenze
REGOLA NUMERO 4:
Comunica la tua professionalità facendo capire quanto puoi
essere utile a loro, sapendo quali sono gli strumenti da
utilizzare per arrivare a risultati concreti. In pratica rispondi
alla loro domanda.
All’interno di queste quattro regoline però, ci sono diverse sfaccettature e diverse situazioni.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 36
Per esempio nella regola numero uno, bisogna vedere anche QUANTO sono disposti a
pagare per te. Ma anche quanto sono disposti a spendere parole per te, influenzare e fare
passaparola.
Non solo, nella regola numero due, bisogna sapere bene QUALI domande fare, soprattutto in
che modo farle. Si perché le risposte che otterrai saranno la linea guida del tuo brand e quindi
dovranno essere più specifiche possibili.
Qual è il loro problema?
Cosa fanno per risolverlo?
Come si sentono in questa situazione?
Come si sentirebbero dopo averlo risolto?
La regola numero tre è condizionata di conseguenza dalla due. Ma non solo, è condizionata
anche dall’ambiente in cui ti trovi, la zona demografica e lo stile di vita che è in quel posto. Di
conseguenza si passa anche per gli usi e i costumi, guardandoli sotto aspetti psico-
comportamentali. Stile di vita si, ma anche valori, hobby, interessi.
Tutto per capire il tuo target, le persone a cui devi rivolgerti e che poi si rivolgeranno a te.
È un gioco a due parti, capire come entrare nella loro mente e capire come si presentano a te
per dare loro la soluzione.
Anche qui devi risponderti a domande importanti:
Cosa fai per risolvere i loro problemi?
Che strumenti utilizzi?
Quali problemi non sei in grado di risolvere?
Quale beneficio porti?
ma soprattutto……Cosa si aspettano da te?
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E qui passi alla quattro, perché il modo migliore per comunicare è proprio quello di far arrivare
il messaggio chiaro e preciso. Ma come? Mettendo i filtri giusti perché possa arrivare in modo
giusto. E questi filtri sono dettati da quanto visto sopra.
Sono quattro semplici punti coi quali puoi fare un piano iniziale di lavoro, ma sono anche
elementi di spunto, con un difetto:
quali strumenti utilizzare per questi quattro punti?
Questa è una domanda ancora più specifica….
se vuoi scoprire ancora di più, scrivici alla nostra mail per ricevere nuovi strumenti
Check your Brand – Lead your Brand
L’arma in più, quella che ti fa fare il salto di qualità, è invece il
coaching.
Il coaching è uno strumento straordinario, quando l’ho conosciuto mi ha letteralmente
cambiato la vita. Mi ha facilitato in tantissime occasioni e continua ad essere uno
strumento che utilizzo in continuazione.
In realtà è uno strumento con all’interno moltissimi altri strumenti, da utilizzare nelle più
svariate situazioni.
E il primo a sfruttarne tutti i vantaggi, devi proprio essere tu, facendolo su te stesso.
Ovviamente se ne sei capace, altrimenti il consiglio migliore è quello di utilizzare un Coach
professionista che possa seguirti passo passo.
Ecco di seguito due articoli che possono schiariti le idee, per questa seconda soluzione.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 38
MA COS’È REALMENTE IL PERSONAL BRANDING COACH?
Le prime volte che lo senti nominare, sembra quasi un “consulente sull’abbigliamento”, quello
che ti dice come abbinare la cravatta alle mutande, e che riprendano la riga dei mocassini….!!!
In realtà non è affatto un personaggio del genere, ovviamente ci sto giocando sopra, ma è
anche vero che deve agire anche in questo elemento. Infatti, quasi nessuno è in grado di
guardare il “packaging” dei propri clienti, anche se è una delle regole per ottenere un marchio
importante (il solito discorso: l’abito fa il monaco!).
MA ALLORA, COSA FA ESATTAMENTE UN PERSONAL BRANDING COACH?
Fondamentalmente è un perfetto mix tra Life coach e Business coach. Deve avere
conoscenze comunicative e di marketing, con una base di stile che vada a soddisfare il
cliente.
La parte del Life Coach è fondamentale per aiutarti in due fattori: vivibilità e vitalità.
Sono due elementi che hanno un significato particolare, spesso sottovalutati perchè “sembra”
non portino risultati, ed invece sono il motore determinante per portarli.
La vivibilità è l’indice di qualità della tua vita. Questo concetto è fondamentale per stare bene
ed avere sempre le energie giuste per quello che si fa. È importante star bene con se stessi e
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 39
con chi ti circonda. Se non si riesce in questo, si troveranno sempre grandissime difficoltà. E
tante scuse…
La vitalità, è l’anello di congiunzione tra la parte “life” e la parte “business”, infatti sei tu, il
prodotto che rappresenti, prima con te stesso e poi sul mercato di riferimento. Lo riassumo in
una parola: Leadership
E il Business? Il marketing?
Il Business Coach invece lavora su altri aspetti: la comunicazione, l’aspetto esteriore e il
posizionamento sul mercato. Tutto con strumenti di marketing che troveranno le soluzioni
migliori per raggiungere il tuo risultato professionale.
Business is business….E tu sei un professionista che guarda questo.
TRE elementi principali:
Il messaggio, la promozione, il modo in cui comunichi. Saper farlo con gli altri, ma anche con
se stessi. Far passare i messaggi importanti, quelli che ti aiutano nel tuo lavoro ma anche
nella tua figura professionale.
Come ti presenti, il vestito che indossi per essere il professionista che sei. La confezione, il
packaging. Si tratta di sapersi vestire, presentarsi, l’aspetto esteriore.
Attenzione! Non parlo di essere un modello. La congruenza tra ciò che sei, ciò che
rappresenti, basata sulla semplicità e sulla sincerità. Il tutto con uno stile che ti
contraddistingue.
Ed infine il posizionamento che hai all’interno del tuo mercato di riferimento. Il segnale, la
presenza, fatto di comunicazione mirata, network professionale e rapporti decisivi.
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A CHI SERVE UN PERSONAL BRANDING COACH?
Specifico per i professionisti, gli imprenditori, per coloro che necessitano di un brand forte da
mettere sul mercato (che devono ancora mettere o che è da migliorare e modificare). Deve
saper creare un “marchio” importante nella vita del suo cliente (che sia privata e/o lavorativa).
Quindi può servire a tutti, ma è più specifico per professionisti ed imprenditori.
Il Personal Branding Coach è una figura che va in aiuto concreto ai manager, agli uomini e
donne d’affari che vogliono aumentare i loro risultati. Coloro che hanno obiettivi importanti.
Ma tu che sei un imprenditore o un libero professionista,
cosa ti aspetti che faccia il Personal Branding Coach?
Aspettati molto! È un consulente che lavora al tuo fianco per raggiungere i tuoi obiettivi.
Esiste una differenza sostanziale! Non è per tutti.
In Italia non è ancora abbastanza diffuso, questo genere di coach, in altri paesi invece sta
prendendo sempre più piede, aumentando di importanza, grazie ai risultati che si ottengono
nel tempo.
In molte zone del nostro paese esiste ancora la mentalità del: “Faccio tutto da solo”.
L’accentratore per eccellenza, senza considerare il fatto che tutto non si può fare e bisogna
scegliere le cose più importanti.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 41
Ed infine, non si considera un fattore determinante: da occhi esterni si riescono a vedere cose
che normalmente non si vedono, ecco perchè viene scelto un Personal Branding Coach. Per
darti la visione che non hai.
Ed ecco la domanda finale….
CHE RISULTATI PORTA IL PERSONAL BRANDING COACH?
Statisticamente, i professionisti che utilizzano un coach, hanno oltre il 50% di ottimizzazione
in tutti i settori in cui operano. Riescono a migliorare qualitativamente il proprio stile di
vita, in meno di un anno. Uno su due, continua ad utilizzarlo per avere performance
elevate.
Porta risultati!
Porta ottimi risultati, soprattutto in ambito personale, soprattutto se insieme si segue un
percorso che ha obiettivi certi e misurabili.
E’ un lavoro fatto da entrambe le parti e più c’è sintonia e maggiori sono i risultati.
A questo punto serve rispondere alle seguenti domande:
Qual è realmente il tuo obiettivo?
Cosa desideri avere e cosa non avere più?
Quando è stata l’ultima volta in cui hai avuto bisogno di
riorganizzare te e il tuo stile di vita?
Capire cosa andava fatto in più, cosa andava fatto in meno,
cosa dovevi smettere di fare e cosa dovevi incominciare a
fare?
Sei sicuro di non averne bisogno? Hai mai provato una sessione?
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Contattami immediatamente, avrai una sessione gratuita per definire i tuoi obiettivi.
Check your Brand – Lead your Brand
Ed infine…
PERCHÈ PARLIAMO DI PERSONAL BRANDING DEI COACH?
Qual è, e come farlo? Perchè devi specializzarti?
“Piennellari” alla riscossa o “Coachari” senza arte ne parte? E dei “guru” ne vogliamo parlare?
In qualsiasi settore tu lavori, non puoi non specializzarti, non puoi permetterti di fare il
tuttologo: Chi sei e cosa fai?
I professionisti, per essere un brand forte, devono essere specializzati in un settore, in
qualcosa che li identifichi. Non è più sufficiente essere un professionista, dopo questa parola
ci deve essere la qualifica. Ecco perchè: personal branding dei coach
Ricordo ancora diversi anni fa quando iniziai il percorso di PNL e Coaching (ebbene si…), un
percorso svolto con una funzione precisa ma che comunque rientrava in un contesto
generalizzato. In quel periodo c’era l’esplosione di questi nuovi “strumenti”, la novità e le
possibilità che si andavano a creare. Molti che si presentavano e che iniziavano una strada
interessante nel mercato italiano, potevano contare su molte scuole che portavano avanti
questi percorsi (ma solo pochissime, effettivamente valide). Ad oggi, ne troviamo ancora
un’infinità, sono praticamente decuplicate… ma chi esce da queste “scuole”, devono fare
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parecchia strada, e nonostante questo, siamo già pieni di persone che si definiscono Coach e
Trainer di ogni genere.
Ma di cosa? Specificatamente, su cosa si focalizzano?
So che questo post va a toccare un tasto dolente per qualcuno, magari solleverà anche
polemiche, ma l’intento è proprio quello di accendere qualche lucina intelligente, per aiutare a
migliorarsi. Qualcuno, negli anni, ha già incominciato percorsi che vanno ad approfondire
tematiche specifiche, per essere “targettizzati” in un settore o verso clienti specifici (fare del
personal branding dei coach). Vorrei proporre un esempio tra i tanti, che ha saputo trovare
qualcosa di particolare, non esclusivo, ma potenzialmente differenziante nel mare dei
tanti: www.ilariacusano.it/s-coaching
Una verità o un errore?
Purtroppo quello che vado a scrivere qui di seguito è una verità fondamentale per queste
categorie, è la spina dorsale per il loro brand.
L’errore più grosso che puoi commettere è proprio questo: Non specializzarti.
Attenzione! Non sto parlando delle varie categorie come il business, life o sport; ma
nemmeno delle sottocategorie, vedi il team, executive, ecc…
Tutte queste categorie, hanno dei requisiti fondamentali, che però rimangono generalisti se
non si vanno ad approfondire e ad acquisire ulteriori strumenti nello specifico. Ci sono
pochissime “scuole” di alto livello, dalle quali esci con delle basi molto valide, che ti
permettono di applicare molto bene i loro insegnamenti ed avere fondamentali di garanzia e
qualità.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 44
Ma poi?
Mi vengono sempre in mente alcuni coach appena usciti dalle varie aule, che subito
pensavano a come risolvere tutti i problemi possibili ed immaginabili. Erano già sicuri di essere
dei super coach che andavano in giro per il mondo per far “raggiungere gli obiettivi”, per
“motivare”, per “far crescere le potenzialità interiori” e per tanto altro ancora. Ecco perchè
parlo di personal branding dei coach.
Senza sapere che mancavano dei pezzi fondamentali, come ad esempio una preparazione
tecnica anche specifica nel settore dove si andavano ad inserire. E senza questa, il rischio
maggiore era quello di rovinare e non migliorare. Ti assicuro che ce ne sono ancora tanti in
giro che fanno questo “splendido lavoro di distruzione”. Entrano grazie a key-man (amici e
parenti….) e poi fanno….fanno qualcosa che non è esattamente quello che potrebbe essere
definito coaching.
Quindi tutti coach?
E coach di questo, e coach di quell’altro, ognuno a lanciarsi in queste nuove discipline e grazie
agli agganci “giusti”, si inserivano nel mercato, andando anche a prendere dei discreti contatti.
Quindi il lavoro l’hanno trovato, sono riusciti ad esprimere il loro stile: ma come?
Ora, non voglio generalizzare, perché so e conosco di coach veramente in gamba, che hanno
una preparazione estremamente affidabile e ti garantiscono dei risultati di altissima qualità.
Ma quanti ce ne sono così e quanti nell’altro modo?
La bilancia pende fortissimamente verso il meno….purtroppo
E proprio grazie a questa situazione che il TUO brand, parte già “macchiato”, parte già con un
gap che devi assolutamente recuperare per essere convincente ed esprimere fiducia
professionale. E’ qui che devi lavorare fortemente sul personal branding dei coach, il tuo.
Tutto questo proprio per ricollegarmi al concetto iniziale: “Focus” e “Specializzazione”….ma
soprattutto: DIFFERENZIAZIONE
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SAI QUAL È IL VERO PROBLEMA?
Non puoi entrare nello stesso mercato dei coach più famosi e pensare di riuscire a fare come
loro. Inizialmente non puoi occuparti di crescita personale: devi ancora crescere te!
Non puoi pensare di far raggiungere grandi obiettivi se ancora non hai raggiunto pienamente i
tuoi. O almeno quelli principali, quelli che ti permettono di farti essere riconosciuto dai tanti.
Tanti, troppi, tutti uguali…
Il messaggio che voglio darti è molto semplice: prima usa una tecnica della PNL, ovvero fai del
modelling.
Impara subito dai migliori, cerca magari di essere una spalla o seguire qualche indicazione o
percorso. Una volta che hai appreso ed imparato da uno veramente bravo (perché non è
necessario andare dal migliore, ma se hai anche questa fortuna….non sprecare l’occasione),
allora applica. Poi, solo dopo aver applicato più e più volte, potrai iniziare a “camminare da
solo”.
Poi si ripresenterà il problema di cui sopra: la specializzazione.
Ecco il problema! Specializzarsi.
In cosa? Come? Come faccio? Perchè?
Non sono domande a caso, sono proprio strategie ben definite che spesso portano ansia e
timori per non sapere come fare.
Pensi sia un problema?
Inizia a pensarci un istante, prova a capire veramente dove sei più focalizzato, dove vorresti
specializzarti maggiormente, per farti riconoscere, essere riconoscibile.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 46
Come fare? Quale strategia?
Hai bisogno di un aiuto?
Hai molte possibilità, ma intanto mi permetto di consigliarti alcuni strumenti semplici: Come
fare Personal Branding – Il Libero Professionista – Presentarsi al meglio – Consigli sul web
Il consiglio di questo post è il seguente:
Inizia subito a lavorare ad una strategia di posizionamento efficace, prendi posizione nel
mercato, specializzandoti. Lavora subito assieme a qualcuno bravo e apprendi velocemente.
Crea un network.
Soltanto una cosa rende impossibile un sogno: la paura di fallire
(Paulo Coelho)
Non ho statistiche di quanti coach esistono solo in Italia, ma puoi immaginare che quello che
fa un coach, viene ripreso anche da consulenti, psicologi e counselor, quindi moltiplica e
moltiplica e moltiplica ancora…..
Ma non mollare!
Ora tocca a te.
Check your Brand – Lead your Brand
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CAPITOLO 3 – Quando sei un imprenditore/manager e
devi "fare"
In realtà questo capitolo non è generico, ma specifico per imprenditori o manager.
Proprio il mio target iniziale, quello al quale mi sono sempre riferito.
Ma in realtà, se proprio vogliamo essere pignoli, tutte le basi, tutti i suggerimenti finora
detti e che trovi anche in questo e nei prossimi capitoli, possono essere utilizzati da
chiunque.
Anzi, sarebbe maggiormente efficace per chi è appena uscito dalle scuole e che si sta
immettendo nel mercato del lavoro. Proprio a coloro che un brand lo devono creare da
zero o comunque sviluppare ancora in molte sue forme.
Ma torniamo al capitolo, che come dicevo, è più indirizzato ai manager.
Ecco allora alcuni suggerimenti che troverete utili da subito e altri che potrebbero tornarvi
utili qualora ci si trovi in queste situazioni.
Qual è il miglior Personal Branding per un imprenditore?
Questa domanda scaturisce, probabilmente, la cosa più soggettiva che puoi immaginare.
Si perchè in effetti, ogni imprenditore è un caso a se, nonostante molti hanno storie simili,
condividono situazioni, fanno percorsi che hanno molte cose in comune, le peculiarità vanno a
differenziare il proprio brand.
Ecco perché Branding Efficace utilizza strumenti che vengono “cuciti addosso su misura”.
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TI È MAI CAPITATO DI TROVARTI DI FRONTE A IMPRENDITORI TUO PARI, MA MOLTO PIÙ
“AGGRESSIVAMENTE SICURI”?
Espressione particolare, ma cosa intendo esattamente? Provo a darti subito qualche esempio.
A primo impatto puoi trovarti imprenditori che sembrano arroganti, saccenti e presuntuosi;
oppure pretenziosi e arrivisti; moltissimi egocentrici. Senza fare nomi, prova ad assimilare uno
di questi aggettivi ad un imprenditore del nostro Paese. In breve tempo, avrai ben chiare delle
immagini di uno, piuttosto che di un altro, ben noti.
Lo sono? Non lo sono?
Sicuramente hanno un’esperienza tale che gli permette di essere molto sicuri e rispettati
nell’ambiente lavorativo.
Sicuramente hanno delle capacità e le hanno dimostrate nel loro percorso imprenditoriale. Il
loro brand è stato costruito in modo minuzioso, tenendo sempre un filo conduttore, giocandoci
con restyling che negli anni dovevano sempre portare i loro frutti.
Prova a farti queste domande:
Se tu ti trovassi di fronte a loro, ti sentiresti a tuo agio?
Sapresti reggere un confronto lavorativo-professionale, basato sulle tue competenze?
Il tuo brand, sarebbe riconoscibile ai loro occhi?
Ma se andiamo a vedere a fondo, qual è la caratteristica che li contraddistingue?
A me interessa più la mia coscienza che l’opinione degli altri. [ Cicerone ]
Questa frase è sicuramente un elemento fondamentale del pensiero di un imprenditore di
successo.
Possiamo dirci quello che vogliamo, il tuo obiettivo lo devi raggiungere, i tuoi risultati li devi
ottenere e devi sapere come fare.
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IN QUESTO ARTICOLO, NON PARLEREMO DI COME FARE L’IMPRENDITORE, MA DI 11 SUGGERIMENTI
PRATICI PER MIGLIORARE IL TUO PERSONAL BRANDING
Ti sei mai trovato nella situazione sopra descritta? Di fronte a tuoi colleghi imprenditori?
Sicuramente sono situazioni dove vorresti essere tu dalla loro parte, avere un brand forte che
ti permette di essere rispettato, considerato come capace nel tuo settore, abile nella tua
impresa. Ma non sono proprio loro il problema principale, anzi, quello al massimo sarebbe la
famosa “ciliegina sulla torta”, l’obiettivo principale è far riconoscere il tuo brand ai tuoi clienti e
al tuo staff.
COME FACCIAMO?
Ecco qui di seguito gli 9 suggerimenti pratici per ottimizzare il tuo brand. Li dividerò in tre
step.
Primo suggerimento – Rileggiti attentamente il mio articolo sul personal branding, questo ti
darà immediatamente le basi per impostare tutto. E solo con questo avresti già metà del
lavoro fatto. Ti sembrerà un suggerimento molto breve, ma fidati che se leggi la prima parte
hai già molti strumenti sui quali lavorare. Se hai già letto l’articolo, prosegui con gli altri
suggerimenti.
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Secondo suggerimento – Approfondendo quello scritto nell’articolo, questo suggerimento è
basato su alcuni aspetti della parte comunicativa. La comunicazione va fatta in modo attivo,
ma anche passivo (ovvero ascoltare).
Concentriamo su due elementi in particolare: come comunichi con gli altri; che strumenti usi
per farlo.
Comunicare con gli altri, significa interagire con altre persone, sia dal vivo che on-line.
Scrivere nel modo corretto, con pensieri brevi e diretti, porta sempre risultati. Quando invece
lo fai dal vivo, interagisci con semplicità e dando indicazioni, commenti e condividendo
pensieri e opinioni. Cerca di avere un rapporto sempre chiaro onde evitare equivoci, ma
soprattutto perchè saprai dare indicazioni corrette, risultando efficace e professionale.
Saper ascoltare è fondamentale, sia quando ti parlano direttamente, sia quando arrivano
messaggi indiretti. Ascoltare significa ricevere il messaggio e cercare di capirlo, NON di tirare
conclusioni affrettate. Analizza e approfondisci.
Terzo suggerimento – Avere uno stile personale. Se hai notato, tutti quegli esempi che ho
riportato, hanno uno stile similare, tendenzialmente si avvicinano sotto certi aspetti sia
lavorativi che d’immagine. Questo vuol dire che se tu vuoi prendere esempio da questi, non è
del tutto sbagliato, l’importante è che lo personalizzi con quello che sei tu. Facendo passare
nel modo più semplice, il messaggio della identità professionale. Come poi hanno fatto loro,
distinguendosi l’uno dall’altro con determinate caratteristiche. Vestibilità è una parola d’ordine,
il ben vestire significa che sei coerente con la tua immagine e cosa rappresenti. anche questa
è comunicazione.
Questo primo step è caratterizzato tutto dall’impostazione comunicativa, che sia verbale o non
verbale. Ha tre semplici suggerimenti che ti aiuteranno ad impostare questa parte per poi
svilupparla successivamente con altri.
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MA QUANTO VALI?
Quarto suggerimento – Crea il tuo valore. Anche se molti già ti conoscono, non hanno la
percezione chiara di ciò che sei, ma soprattutto di ciò che sai fare. Qui entra in gioco la tua
abilità nel comunicare questo. Fai vedere le capacità, valorizza i tuoi punti di forza e gestisci
quelli di debolezza.
Quinto suggerimento – L’organizzazione efficace. Fa parte di un brand vincente e che viene
riconosciuto anche esternamente. Avere un’organizzazione fatta bene, ottimizzi il tempo, riesci
a produrre di più e hai un impatto determinante sul tuo lavoro. Questo si rispecchia nella
comunicazione esterna e ti presenta positivamente verso chi ti circonda.
Sesto suggerimento – Non importa se e cosa pensano di te, la cosa importante è che tu
stendi una strategia efficace che porti dei risultati. Questi parleranno per te. NON puoi piacere
a tutti, lo ripeto spesso ed è proprio una “regola” del marketing, della comunicazione, del
personal branding. L’obiettivo è entrare nella testa delle persone, nel modo migliore possibile.
E anche il secondo step è andato! Come puoi ben vedere è incentrato molto sul valore che
dai e su quello che crei. Questo step è considerato come la spina dorsale per il personal
branding dell’imprenditore.
CHI CONDUCE IL GIOCO?
Settimo suggerimento – Per quale motivo fai tutto questo? se non trovi una leva
“importantissima” per te, non troverai mai gli strumenti necessari per andare avanti. Oppure
non ne troverai proprio. Questa la chiamano motivazione, ma è basata sulla tua mission. Sui
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tuoi valori e sui tuoi sogni di imprenditore. Il personal branding dell’imprenditore è basato
anche sulla sua mente.
Ottavo suggerimento – Se non hai un metodo, se non sei capace di organizzarti, sappi che
non riesci a raggiungere risultati. Tanti sforzi persi, vanifichi le tue intenzioni, perdi tempo e,
probabilmente, se raggiungi uno scopo, lo farai in tempi molto più lunghi dei normali. Devi
ottimizzare. E’ quasi un imperativo, ma questo comporta anche il tuo apparire nei confronti di
chi ti circonda.
Nono suggerimento – Leadership. Parola stra usata, ma che necessita sempre di
chiarimenti. In questo caso anche specifici. Essere leader non significa fare il capo. Sei un
imprenditore, ma hai la responsabilità di guidare la tua azienda e lo devi fare per primo. Mettiti
in gioco, sia sulle opinioni, sui giudizi, ma anche sul lavoro da svolgere. Fai in modo che tu sia
il primo a fare le cose e non tirarti indietro se è necessario farle.
Terzo ed ultimo step, dove ci siamo concentrati su di te e la tua mission. Le strategie che
metterai in atto per arrivare in modo positivo a quante più persone possibili. La leadership che
comunichi e che hai.
Suggerimento in più…
L’imprenditore solitamente non è propenso a dedicarsi alla gestione della vitalità e vivibilità.
Concentrarsi su questi due elementi potrebbe fare la differenza su molte cose. Elabora una
strategia per migliorare questi due punti e noterai subito delle differenze sui risultati.
Sei un imprenditore di grandi aziende? Sei un piccolo/medio
imprenditore?
Non c’è differenza, infatti c’è tanto da fare per costruire un marchio che abbia le caratteristiche
di leader, che possa migliorarsi ogni anno, che entri nella mente del suo target.
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Chiudo con delle semplicissime statistiche:
In Italia il Personal Branding è ancora poco conosciuto ed utilizzato dagli imprenditori, meno
del 10% lo utilizza (e una parte di questo non lo fa come dovrebbe, infatti quasi tutti sono
nell’ambito dello “stile”).
Ma all’estero, soprattutto in paesi anglosassoni, la percentuale sale notevolmente, infatti i
risultati sono molto diversi.
Negli ultimi anni tutti gli imprenditori che stanno crescendo lavorano con l’estero, quindi risulta
fondamentale aumentare la percentuale del fatturato e presentarsi con il “brand” migliore che
si possa avere.
“Il leader c’è quando c’è bisogno di lui, non quando gli conviene.”
(Anonimo)
I migliori imprenditori di oggi hanno degli strumenti unici e differenzianti. Soprattutto si
distinguono ottenendo risultati.
Tu come fai?
Hai strumenti per realizzare il tuo brand? Per differenziarti?
Non esitare a contattarmi per una consulenza, non rimanere
nella massa ma differenziati
Se ti è piaciuto, condividilo….grazie
Check your Brand – Lead your Brand
p.s. Per un imprenditore è importantissimo il Personal Branding, ma lo sono altrettanto le
strategie per il suo lavoro. Questi tre libri hanno caratteristiche efficaci per le strategie e te li
consiglio vivamente.
E come ti presenti?
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Quanto è importante il biglietto da visita per il tuo brand?
Anche se spesso è erroneamente un elemento sottovalutato, uno strumento
fondamentale per comunicare ai potenziali clienti un’immagine efficace di se stessi e di ciò
che rappresenti: il biglietto da visita per il tuo brand, è importante
Hai un biglietto da visita? Se non ce l’hai è arrivato il momento di pensarci. Se ce l’hai, è
arrivato il momento di perfezionarlo.
Non pensare sia una domanda scontata, perché non lo è affatto. Molti dirigenti non ce l’hanno,
così pure molti titolari d’impresa. Se poi è addirittura un libero professionista….beh, lasciamo
perdere!
Se invece hai un biglietto da visita: Che stile ha? Ti rappresenta? Soprattutto, è corretto sotto
tutti gli aspetti?
È un primo contatto, un imprinting che ti identifica immediatamente verso il tuo interlocutore.
Può diventare l’immagine di te e, come sappiamo, se fatta male è come darti una martellata
sui piedi (per non dire altro).
ECCO UNA GUIDA SINTETICA ED EFFICACE PER COME FARE IL MIGLIOR BIGLIETTO DA VISITA
La prima regola, se vuoi dare buona impressione, è la semplicità. Magari abbinata anche ad
un pizzico di originalità, ma le cose semplici, risultano sempre le più efficaci.
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Come fare a realizzare il biglietto da visita più idoneo per me e il mio lavoro?
Ti rispondo con un breve elenco iniziale. I biglietti da visita devono avere tassativamente ed
in ordine di importanza:
Nome e Cognome
Specifica (professione od eventuale ruolo ricoperto in azienda)
Recapito telefonico (cellulare) ed e-mail
Nome dell’azienda
Logo dell’azienda (soprattutto se sfruttato a livello di marketing ed immagine)
Sito internet
Indirizzo (solo se ricevi spesso in azienda)
Tutti questi elementi, sono indispensabili, hanno un valore determinante per la presentazione,
per il tuo brand. Effettivamente, due di questi, possono anche essere eliminati. Sto parlando
dell’indirizzo e del logo aziendale, qualora non ci siano le caratteristiche messe tra le
parentesi.
Cosa è superfluo nel biglietto da visita?
Nella mia esperienza, ho visto veramente tanti tipi di bigliettini, devo ammettere che qualcuno
di stravagante, l’ho fatto pure io. Poi però, si sono evidenziate queste regole che hanno
determinato la tua identità, il brand che rappresenti all’interno del mercato.
E’ vero che, se hai una professione o un’azienda con caratteristiche particolari oppure con
peculiarità specifiche, allora, sono elementi che, in certi casi, potrebbe essere interessante
evidenziare. Sempre con un obiettivo finale e con criteri ben stabiliti.
Se ad esempio sei un artista, mettere disegni o elementi che contraddistinguono il tuo lavoro,
può essere un elemento che ti identifica e che non è dannoso per il tuo brand.
Così pure, se sei un artigiano specifico, potrebbe avere valore, un disegno che caratterizzi il
tuo settore (se sei un idraulico e mi metti il cesso…ti vengo a cercare!).
Ma ci sono anche elementi che sono da evitare, tassativamente:
Mappa
Calendario
Appunti
Foto
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Questi, li lascerei proprio perdere, sono sempre di troppo e rimangono, stilisticamente, di
pessimo gusto.
La qualità del biglietto da visita – altro fattore che si trascura
spesso
L’aspetto visivo è importante, ma troppo spesso, si trascura la fattura del biglietto da visita: il
materiale con cui viene fatto.
La grammatura ha un suo valore, ci sono biglietti da visita che sono leggerissimi e con carte
sottili. Questo comporta un logorio più veloce e degli immediati “sbeccamenti” degli angoli.
Presentare un biglietto da visita, subito rovinato, è poco professionale, soprattutto per certe
categorie.
Il formato ha sempre la sua rilevanza, infatti troppo grande o troppo piccolo, sono i peggiori e
da evitare. Ne esiste uno standard, allora utilizziamo quello. Me lo dai grande, non so dove
metterlo, ed è facile che alla prima occasione, me ne liberi. Me ne dai uno troppo piccolo, è
facile che vada perso, ma, peggio ancora, che non riesca nemmeno a leggerlo.
Classico rettangolare (lascia perdere le spuntature ai bordi, i pieghevoli, le forme esagonali, o
le più strane) a meno che non sei un creativo e designer, allora potrebbe essere una
caratteristica. Ma anche in questo caso, io lo eviterei.
Plastificati o non plastificati? Questo dipende dalla tipologia di lavoro che fai. Se frequenti
ambienti di lavoro con alte possibilità che si sporchi, si bagni, si inumidisca, allora può essere
una soluzione. Ma è sempre meglio non plastificato.
Con caratteri in rilievo? Perché no? È un valore aggiunto, soprattutto per certi tipi di
professionisti.
Altri aspetti del biglietto da visita per il tuo brand
Esistono migliaia di bigliettini da visita e te ne propongono in continuazione, dei più stravaganti
e particolari. Eppure, non si tengono mai conto di elementi semplici che vanno ad impattare
subito sulla praticità dell’oggetto.
Il colore, viene spesso sottovalutato. Il bianco è la soluzione migliore sempre, ben leggibile,
candido, facile da sfruttare per loghi ed eventuali scritte. Alcuni tendono a scegliere il colore
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preferito o quello che caratterizza l’azienda; usarlo, purchè sia tenue e che non vada a creare
confusione sui caratteri o nascondere troppo il logo.
Stampa fronte e retro, può essere anche un valore aggiunto (purchè dietro non metti il
calendario!), ma va scelta per una determinata situazione o con un fine ben specifico (a volte il
motto dell’azienda o il logo, sono la soluzione).
Perchè è così importante?
Ricordarti sempre che è il tuo brand, la tua piccola ed efficace carta d’identità lavorativa. E’
sempre la prima presentazione di ciò che fai e del lavoro che rappresenti.
Solitamente consegnare il biglietto da visita è l’ultimo gesto prima del congedo dopo un
incontro. E’ proprio il biglietto da visita, che nel bene o nel male, resta nelle mani
dell’interlocutore come una foto ricordo ed è l’unico vettore per un’azione successiva (esempio
una telefonata o una mail).
Anche se spesso vengono visti con superficialità, succede che i tuoi clienti notano qualcosa al
primo impatto, magari il logo, magari la mancanza di dettagli, peggio ancora LE CORREZIONI
SOPRA!
Cascasse il mondo, se ci sono modifiche, vanno rifatti i biglietti da visita!
L’importanza di far circolare i biglietti da visita il più possibile.
Dopo che hai preparato il tuo biglietto da visita, alla fine di tutto, l’obiettivo è chiaro. Essendo
uno strumento di presentazione, di comunicazione, di come ti presenti sul mercato, diventa
necessario passare alla fase successiva: farli circolare.
Ecco gli ultimi indizi per questo passaggio finale, indicazioni semplici ed efficaci:
Offri i tuoi biglietti da visita ad ogni incontro e non esclusivamente la prima volta (se l’ha
perso? Se non ha notato l’indirizzo mail?). Dallo più volte, non lesinare questo gesto, perchè
spesso risulta efficace.
Distribuire i biglietti da visita a tutte le persone coinvolte nell’incontro e non solo al
responsabile, questo perché possono esserci altri soggetti che possono decidere o usare i tuoi
servizi.
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Consegnare possibilmente due biglietti da visita e non uno solo (in questo modo, chi li riceve
potrà passare quello aggiuntivo a un’altra persona potenzialmente interessata. Per riallacciarsi
al punto sopra)
Allegare due biglietti da visita ad ogni lettera, biglietto di auguri e di ringraziamento, o
comunicazione in genere (questo è sempre utile!)
Cosa evitare assolutamente!
Credo di averti dato molte soluzioni e risposte, ovviamente devono essere sempre inerenti alla
tua professionalità e al tuo stile.
Credi siano scontate e banali?
Sicuramente!
Peccato che nel 2017 mi trovo ancora professionisti o imprenditori che:
Hanno biglietti da visita vecchi di dieci anni, tutti scoloriti (un’azienda che non si rinnova
nemmeno in questo, per dieci anni….io scelgo qualcun altro!)
Con sopra informazioni vecchie ed obsolete, magari con le CORREZIONI a penna!
Un’immagine semplice scaricata da un sito qualsiasi, invece di un LOGO che li rappresenti
come si deve!
Indirizzi sbagliati e mai aggiornati
Poco chiari o con errori sopra
Insomma, errori ne trovi tanti, ma quello più grave è sicuramente il fatto di sottovalutare
l’importanza di questo strumento. Non applicare certe regoline, potrà solo che renderlo uno
strumento approssimativo, mentre invece il biglietto da visita è un valore aggiunto per il tuo
brand.
Spero di averti segnalato cose interessanti e che questa guida possa aiutarti a migliorare
questo strumento. Tocca a te.
Se ti piace, potrai leggere gli altri articoli, seguirmi sulla mia pagina
Check your Brand – Lead your Brand
Ma se dovessi fare il famoso “passaggio di consegne”?
Magari proprio ad un figlio o ad un successore?
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Sei in fase di passaggio generazionale? Ecco gli errori più frequenti
Hai mai messo un giocattolo nelle mani di un bambino?
Se non lo sa usare e non glielo spieghi, cosa succede?
Ora paragona la tua azienda che passa da genitore (che l’hai realizzata con tanto sudore e
fatica, l’hai salvata da crisi, l’hai resa più forte e magari ingrandita) nelle mani di tuo figlio (che
non ha imparato a “giocarci”).
Cosa succede?
Succede che il giocattolo si rompe! E le cose sono due:
O si rompe subito e in maniera irrimediabile
Oppure un pezzo alla volta, ma in questo caso è ancora salvabile.
Tuo figlio a cinque anni è il tuo padrone, a dieci il tuo schiavo, a quindici il tuo doppio, e
dopo, il tuo amico o il tuo nemico, a seconda di come l’hai cresciuto.
(Anonimo)
Questo viene chiamato comunemente: passaggio generazionale.
E’, probabilmente, una delle fasi più difficili in un’azienda. Soprattutto in determinate situazioni.
Difficile da fare?
Purtroppo è una situazione che richiede particolare attenzione. Nella mia attività lavorativa ho
visto diverse fasi aziendali, ma non finirò mai di stupirmi davanti a situazioni come:
1. Figli che non sono assolutamente preparati
2. Quelli che non hanno assolutamente voglia
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3. Generazione che “crede” di sapere, si cimenta nel fare, e ha la presunzione di voler
aver ragione su ciò che fanno
4. Fino ad arrivare a quei figli che sono “costretti da situazioni particolari”.
Sostanzialmente si raggruppano in queste 4 possibilità e tutte hanno delle soluzioni. Ma ogni
soluzione, ha un processo molto complicato e da sviluppare soggettivamente, a seconda dei
casi e delle interferenze esterne. Si perchè ci possono essere interferenze singolari per ogni
situazione, con variabili che vanno studiate caso per caso e che influiscono nel risultato finale.
Ecco un’analisi generica per affrontare il passaggio
generazionale
La situazione numero 1 è sicuramente la più conosciuta, molto frequente e anche la più
“facile” (lasciami passare il termine) da sistemare: i figli che non sono assolutamente preparati.
È un po’ la base di tutte e quattro, ma quando dico che è facile è perché intendo dire che ha
un passaggio da fare che è basilare. Una delle soluzioni più applicabili ed efficaci, è quella di
far fare ai figli la famosa gavetta all’interno dell’azienda. Quindi iniziano a conoscere le varie
realtà della struttura, imparano i passaggi pratici e teorici, magari proprio in prima persona. Ma
tutto questo è valido solo se apre bene le orecchie e gli occhi! Ovvero, accetta gli
insegnamenti, apprende le metodologie e poi capisce i limiti e gli errori. Lo strumento efficace
è l’affiancamento, quello fatto sia dal padre/titolare, sia dal responsabile di reparto. Imparare i
processi lavorativi, con un mentore al tuo fianco, significa avere un punto di riferimento e una
strada da seguire. Qui la scelta, ricade sulla persona giusta, quella più “significativa” per quel
reparto, e non sempre coincide con il responsabile generale.
Sei in una situazione del genere? Sei in grado di farlo?
Quando non ho voglia
La situazione numero 2 invece è molto peggio, perché se uno non ha assolutamente voglia
di prendersi in mano quel giocattolo, vuoi perché non gli piace, vuoi perché non se la sente, in
questo caso i rischi sono molto alti e troppo spesso letali. Non c’è verso che si faccia venire la
voglia? No, non è reale, perché le leve motivazionali possono essere molteplici e possono
toccare i punti giusti. Le soluzioni possono essere due: la prima, quella più semplice, sarebbe
quella di non fare il passaggio generazionale (ma ci sono ugualmente altri passaggi da fare),
quindi lasciare andare i figli per la loro strada. La seconda è molto più difficile e va a toccare
punti sensibili sia da una parte che dall’altra. C’è sicuramente un grande lavoro da fare e
dipende tutto dallo scopo e dalla motivazione che spinge il farlo. Questa parte è molto più
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 61
delicata e tocca parti sensibili che credo sia sciocco parlarne in un post. Ti invito
a contattarmi per un consulto ed approfondire.
Faccio tutto io e so tutto io
La situazione numero 3 è una di quelle che nel nostro Paese si riscontra nelle piccole-medie
imprese. Il passaggio generazionale a due facce: “Faccio tutto io, so fare da solo, ci penso
io”. Frase che vale sia dalla parte del titolare che della generazione successiva.
Mi spiego meglio: una faccia è quella del padre titolare, che sa di dover fare il passaggio, ma
crede ed è sicuro di poter farlo da solo con tutte le conseguenze del caso (devo ammettere
che ci sono casi ben riusciti, ma molti altri che non lo sono). Qui inizia il suo lavoro che
prevede una serie di situazioni che ha visto in passato, crede di poterle replicare e inizia a
fare. Peccato che non sempre è replicabile, soprattutto vista la velocità dei nostri tempi e dei
cambi di mercato. La soluzione, non piace!
La seconda faccia è quella del figlio che accetta le redini, inizia il suo percorso e ha la
presunzione di cambiare e imparare da solo. Peccato che questo è uno dei fattori che porta al
fallimento. Una legge del marketing semplicissima che troppe volte viene ignorata, fino a
che…… In questo caso i figli hanno già fatto il passaggio di consegne, e sono già un pezzo
avanti, si trovano in una situazione che è già alla fase conclusiva del passaggio
generazionale. Poco importa perché se proprio si vuole, ci sono soluzioni. Quella più
importante è: prevenire. Lo capisci da solo se i figli hanno questa tendenza e quindi vanno
subito fermati e iniziare un percorso di “formazione-rieducazione”
Purtroppo devo farlo
La situazione numero 4 ha un fondamento basilare, ovvero il trovarcisi per forza. Infatti per
situazioni particolari intendo quelle dove viene a mancare il genitore che l’ha creata e quindi
manca un punto di riferimento, improvvisamente. Il figlio si ritrova tra le mani qualcosa che non
si aspettava e di certo non è preparato. Soluzione – se capisci subito di avere la necessità di
un aiuto, prendilo esterno e lavora sullo sviluppo delle tue capacità. Non è mai troppo tardi.
Questa situazione è molto delicata, ma esistono anche strategie efficaci per essere subito
competitivi e gestire bene la cosa.
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ATTENZIONE! La controindicazione di quest’ultimo punto, è quella di essere in una situazione
psicologica, molto fragile e confusa. In questo caso si corre il rischio di fare subito scelte
sbagliate, sia interne che esterne. Prenditi il tempo giusto e scegli con attenzione.
Conclusione del passaggio generazionale
Tu imprenditore sei “costretto” a lasciare quel giocatolo bello, che l’hai sudato negli anni, te lo
sei anche goduto, hai saputo coglierne ogni particolare piacevole.
Ma a chi lo lasci? Sangue del tuo sangue sicuramente. Ma, è cervello del tuo cervello?
Non è facile, e ovviamente qui in queste righe sono stati semplificati dei concetti da
approfondire. Gli strumenti ci sono sempre, la tempistica è fondamentale. Più aspetti e peggio
è sistemare le cose.
Esistono altre realtà, come altre sfaccettature di questi 4 casi. Ma è vero anche che, una
strategia e delle scelte, sei proprio costretto a prenderle e farle. A volte a malincuore, altre con
maggiore sicurezza, spesso, quasi sempre, con l’incognita assoluta di quello che accadrà.
Quindi?
Immaginati il futuro! Prevedi quello che potrà essere e inizia a segnare il percorso per arrivare
a quell’obiettivo.
Non sai ancora come fare?
Hai bisogno di consigli e di confrontarti? Chiamami
Check your Brand – Lead your Brand
Ma se gestisci anche una rete vendita e ti devi confrontare nel mercato e nell’ambito
commerciale, compresi i dipendenti, allora ecco gli ultimi due articoli che possono fare la
differenza.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 63
Perché certe aziende vogliono cambiare rete vendita?
La rete vendita, il reparto vendite, chiamala come meglio credi, ma è il motore della tua
azienda e, proprio per questo, deve essere “manutenzionato” in maniera continuativa, con
revisioni e tagliandi.
Si è come la tua auto, ha delle esigenze per essere sempre performante e non lasciarti a piedi
nel bel mezzo di un tragitto.
La rete vendita di un’azienda è come le arterie nel corpo umano.
Portano ossigeno ed elementi nutritivi. Ma se si trasformano in vene?
(cit.)
Ma cambiare la rete vendita, può essere efficace o dannoso?
Questa domanda ha più risposte, ma in questa mini guida, vorrei farti vedere entrambe le
possibilità: sia la sua efficacia, ma anche la dannosità.
Quello che è una rete vendita, dovresti averlo ben chiaro, quello che rimane più difficile è la
sua gestione e tutto ciò che ne comporta. Mi è piaciuta la breve spiegazione generica che ha
dato wikipedia, perchè evidenzia due elenchi interessanti e che hanno punti spesso sotto
esame.
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CAMBIARE RETE VENDITA – QUANDO E QUANTO È DANNOSO?
Negli USA, una strategia fin troppo frequente è quella che fanno i nuovi direttori commerciali
quando arrivano in una nuova azienda: cambio della rete vendita, degli agenti già in essere,
per inserire il proprio staff, completamente nuovo e ritenuto di “fiducia”. Spesso è un arma a
doppio taglio.
Questa operazione può essere estremamente valida, se si hanno dei venditori capaci, che ti
sanno subito colmare il primo gap: rapporto coi clienti e preparazione elevatissima del mercato
in cui si opera.
Se invece si trovano venditori poco preparati (o anche peggio) il rischio è quello di realizzare
un vero e proprio disastro, raggruppato in due macro argomenti:
1. Si incrina subito il rapporto coi clienti storici
2. Si rischia di fare passare un messaggio sbagliato – poca serietà della vecchia rete vendita,
che viene cambiata con una totalmente nuova (peccato che la rete vendita rappresenta
l’azienda, quindi il risultato è che l’azienda passerebbe per poco seria).
L’esempio americano, in realtà capita anche in alcune situazione del nostro Paese, molto
raramente, a differenza di situazioni, dove cambi la rete vendita in modo graduale. In Italia è
molto più facile vedere un taglio rappresentanti, fatto a step.
Quando è dannoso cambiare la rete vendita?
Il danno c’è quando ci sono periodi particolari. Non è consigliabile cambiare rete vendita nel
boom stagionale, ovvero se hai prodotti che hanno stagionalità. Anche se non funziona
completamente tutta la rete vendita, non puoi perdere energie nel sostituirla, piuttosto
impiegale per aiutarla dove più necessario.
E’ dannoso cambiarla, anche in
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CAMBIARE RETE VENDITA – QUANDO E QUANTO È VANTAGGIOSO?
A volte è necessario cambiarla, può capitare un eccessivo lassismo che va a danneggiare i
fatturati, ma il passaggio è sempre graduale, non è assolutamente positivo fare una mossa
così drastica (quali sono le statistiche di trovare subito una rete totalmente preparata e capace
di inserirsi in brevissimo tempo? Si contano sulla punta delle dita!).
Diventa vantaggioso cambiarla quando si trovano agenti che hanno qualità migliori di quelli in
essere, che si presentano come opportunità, ma referenziata.
E’ vantaggioso tutte le volte che necessiti di ringiovanire la rete, perchè ormai in prossimità
della “pensione” o perlomeno perchè ormai logora e non più efficace. A tutti è dispiaciuto non
vedere più in campo Totti e Del Piero, ma ad un certo punto, bisogna farsene una ragione,
nuovi incalzano, magari non bravi così, ma comunque efficaci per raggiungere obiettivi.
Come facciamo a cambiare rete vendita? Quali sono le
condizioni per cui farlo? Ricapitoliamo
La rete vendita va sempre rinnovata, infatti ogni azienda deve tenere contatti con più agenti,
che possono inserirsi in futuro o che possano integrare la rete già in essere.
Il rappresentante deve avere stimoli continui, deve lavorare perché in ogni trimestre, semestre
e anno, deve raggiungere budget, premi, fatturati. Se non li raggiunge, vanno subito analizzate
le situazioni e trovare degli strumenti per sistemare la cosa. Se questa situazione persiste, le
cose sono due: o il rappresentante non è in grado di raggiungere il suo fatturato; oppure
l’azienda ne mette uno troppo alto rispetto alle analisi di mercato del territorio sul quale opera
il rappresentante (in questo caso DEVE essere voluto e per due ragioni: o vuole eliminarlo; o il
territorio è in fortissimo sviluppo).
In ogni caso il rappresentante deve dimostrare, coi numeri, che merita il posto e sa come
lavorare in quel settore.
D’altro canto, un’azienda “intelligentemente seria”, si terrà ben stretto un agente che lavora
sempre a filo fatturato, dimostrando coi numeri e con la professionalità.
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Esiste anche un però!
Ma ecco che intervengono i fattori del nuovo mercato:
Il rappresentante, si tiene costantemente aggiornato sulle tecniche di vendita?
Rimane sempre informato sul territorio in cui opera?
Migliora professionalmente?
Rappresenta l’azienda e il settore per il quale lavora (personal branding del libero
professionista)?
Queste quattro semplici domande, le aziende spesso le trascurano, o perlomeno, ne danno un
valore secondario.
Viceversa, le aziende che hanno delle risposte concrete (da parte del rappresentante) su
queste domande, sviluppano sempre e in modo costante.
È ovvio che dietro ci sono sempre dei piani strategici, della formazione continua,
dell’informazione costante e una comunicazione efficace.
Sembra semplice, e lo sarebbe se non fosse che le aziende troppo spesso si dimenticano
alcuni passaggi e lasciano ai propri agenti troppe libertà che alla fine dei conti, pagano con un
caro prezzo.
Queste quattro domande devono rientrare nella valutazione generale per decidere o meno di
cambiare la rete vendita.
Tu l’hai mai fatto? Oppure l’hai mai visto fare? Ti sei mai ritrovato in una di queste situazioni?
Poi parliamo di crisi e di situazioni di mercato difficili.
Ma qual è la realtà dei fatti?
Quante sono le aziende che realmente guardano allo stile dei propri rappresentanti?
Quante invece quelle che richiedono sviluppo e formazione nelle competenze?
E quante sono quelle che investono in tutto quello appena detto?
Troppo poche, soprattutto in Italia!
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 67
Desideri sopravvivere oppure vivere? La tua azienda la vorresti vedere appassire, oppure
fiorire e crescere?
Gli imprenditori, i titolari, i dirigenti, sono preparati e formati per trovare le soluzioni ai problemi
attuali? Hanno le capacità e le competenze?
Alcune Statistiche
Lo sai che solo il 20% dei professionisti frequenta corsi di formazione e aggiornamento? Lo sai
che meno del 20% della popolazione continua ad aggiornarsi, perfezionarsi e formarsi,
nonostante lauree o posto di lavoro già ottenuto? E lo sai che solo negli ultimi 5 anni, la
tendenza a formarsi è aumentata?
Potrei continuare con altre statistiche ma la situazione è davanti a tutti, e quando si parla con
certi professionisti, capisci subito se hanno o NON hanno, qualcosa da darti. Nuove
generazioni da scoprire, vecchie generazioni da restaurare.
La realtà è che non si rimane costantemente aggiornati, non si fa formazione a sufficienza e,
di conseguenza, non si hanno capacità adeguate per le situazioni che si presentano: che
siano situazioni di crisi, oppure opportunità.
Cosa fare?
Soluzione efficace: Corso di formazione ad hoc per la tua rete vendita. Contattami per
una consulenza
Mai nulla è perduto se si desidera tanto qualcosa. La tua passione, il tuo lavoro e la tua vita
dipendono sempre dall’imprenditore che sei e dal professionista che sei.
Check your Brand – Lead your Brand
Il valore di un dipendente – quanto è importante per un’azienda?
Il dipendente, è veramente una risorsa per l’attività e per l’imprenditore? Cos’è il valore di un
dipendente?
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 68
Come titolare o dirigente, hai mai avuto problemi col personale?
Si, non è un post pro-dipendenti, ma espressamente per un imprenditore o un dirigente.
È anche vero che se un dipendente è di mente molto aperta, capirà quello che scriverò
qui di seguito e, magari se predisposto, ne trarrà vantaggi
Oggi voglio accenderti la lampadina sui dipendenti, che sono delle risorse, ma vanno ben
utilizzate, altrimenti possono diventare un grosso problema e farti perdere tempo e soldi!
Quanto vale un dipendente? Non parlo di quanto ti costa, ma di quanto valore porta alla tua
azienda.
Troppo spesso si parla dei dipendenti difendendoli a spada tratta, ma chi difende un titolare di
impresa dal dipendente?
Non hai idea di quanti dipendenti creano danni alle aziende, da quelle piccole, fino ad arrivare
alle grandi.
“L’affidabilità è una delle virtù che più cerco in un collaboratore ed è una delle più
difficili da trovare.”
(Roberto Re)
CASI STUDIO DI SITUAZIONI REALI
Un dipendente ha valore misurabile e può variare a seconda delle scelte fatte da te.
SI! La “colpa” è anche tua! Mi spiace dirti questa brutta verità ma tu sei il maggiore
responsabile.
Fa male o strano sentirselo dire?
Pensa quanto più male fa alla tua azienda e al tuo portafoglio, se non trovi rimedio!
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La prima cosa che voglio dirti è questa: E’ vero che sei responsabile, ma lo sei nel bene e nel
male. Quindi se ha strategie e fai scelte giuste, avrai ottimi risultati; se non avrai strategie e
farai scelte sbagliate, avrai pessimi risultati.
I pessimi risultati? Arrivano a farti chiudere l’azienda e poi a farti pagare i debiti che lasci.
Facciamo qualche esempio concreto:
Esempio azienda/negozio piccolo
Partiamo soft con un esempio di un negozio medio, all’interno del quale ci sono dipendenti,
ma anche un dirigente (che può coincidere col titolare). Il dipendente dal valore zero e nocivo
per il negozio, è la commessa che quando ti avvicini non ti considera nemmeno, quella che ti
risponde: “un attimo! Ho da fare” (con tono tutt’altro che simpatico), quella che non sorride,
che non si presenta con un look adeguato; e che magari non sa nemmeno vendere.
A parte il fatto che non sappia vendere, dove introdurrei un altro discorso, le altre, ti sembrano
poca cosa? Dov’è il valore di un dipendente?
Strategia e soluzioni:
Renditi conto che la situazione dipende prevalentemente da te che la gestisci, che non le dai
le giuste direttive e non le dai la formazione più efficace per:
Accogliere il cliente
Comunicare (sia direttamente che indirettamente) con il cliente
Gestire il cliente e la vendita
Cosa può succedere?
Il cliente non si trova a suo agio
Oppure si infastidisce e non è sereno
Ed infine va a comprare da un’altra parte
Risultato? Tu NON guadagni!
Quanti ne avrai persi in questo modo?
La soluzione è sempre nella formazione diretta e nell’impostare regole chiare e ben definite. Il
tutto con stimoli alla crescita e incentivi. Proprio per il valore di un dipendente.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 70
Quella drastica è….
Secondo esempio, con azienda medio grande, che vende
prodotti
Dipendenti che lavorano in modo estremamente limitato, che fanno il loro “compitino” e niente
di più. Quelli che si lamentano in continuazione, che hanno sempre da ridire qualcosa e che
perdono molto tempo in questo. Ma anche i dipendenti che non sono organizzati, non sanno
ottimizzare il loro tempo lavorativo, si perdono in sciocchezze inutili che possono passare, non
in secondo piano, bensì in “quarto piano”. Non sanno vendere prodotti e si limitano alla
ricezione degli eventuali ordini, gestendoli alla “meno-peggio”. Non sanno dare un servizio
completo alla clientela. Qui il valore di un dipendente è opinabile, infatti può essere valutato in
due modi.
Strategie e soluzioni: Anche in questo caso, che risultati
ottieni?
Le congiunture di mercato rallentano notevolmente il lavoro, questi si adattano alla situazione,
rallentando notevolmente il ritmo lavorativo. Rallentano, rallentano, praticamente camminano
strisciando i piedi come zombi, perché si limitano a fare il pochissimo lavoro senza reagire.
Se il mercato riprende, il lavoro aumenta e quindi bisogna accelerare, cosa succede? Le
capacità di recupero non sono all’altezza della situazione, conseguenze drastiche perché il
servizio ne risente notevolmente e si perdono commissioni, lamentele dei clienti e disastro su
tutta la linea.
Lavori che si possono fare in un’ora, vengono fatti in quattro ore. Tu li paghi a ore o a lavoro?
Che mi risulti, in Italia, il 99,9% delle aziende pagano a ore.
Poca o nessuna formazione per gestire i clienti (molto spesso telefonici), poca propensione
alla vendita, sanno gestire il loro lavoro senza saper ottimizzare i tempi.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 71
Soluzioni:
Formazione interna, nuove regole ed eventuali spostamenti interni per rinnovare i reparti.
Ma qual è stato il tuo errore?
Non hai notato tutto questo (peggio ancora se l’hai notato e non hai fatto nulla!) e non ti sei
subito mosso per trovare soluzioni importanti che potessero giovare alla tua azienda.
Fai bene attenzione che non parlo di licenziamenti, soprattutto se hai prospettive di ricrescita.
Allora quale soluzione?
Una fra tutte, come già detto, la formazione del personale rimane un fattore determinante per
la crescita e lo sviluppo.
Dare nuovi stimoli ai dipendenti, dando soprattutto nuovi strumenti, in grado di poter affrontare
le nuove sfaccettature di mercato. In questo modo ottieni due vantaggi: i tuoi dipendenti
sarebbero sempre attivi e pronti all’azione; li formeresti per nuovi scenari di mercato o nuove
prospettive aziendali, dando strumenti nuovi per migliorare la tua azienda. E tutto questo
ottimizzando il tempo.
Spostando dipendenti a nuovi lavori, cercando di capire quale più funzionale sia per loro che
per l’azienda.
Rilevare eventuali “dipendenti inguaribili” e trovare una soluzione: anche drastica!
Tutto, basandosi su un preventivo check up aziendale. Per definire
anche il valore di un dipendente
Ti sei mai trovato in una situazione simile?
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 72
Ti rispecchi in uno di questi casi?
Hai capito che ne va del tuo portafoglio?
Non meravigliarti se negli ultimi anni ci sono state tante aziende a chiudere, percentuali folli
che, probabilmente, sono aumentate anche per queste cause.
Resta un fatto indiscutibile: la soluzione non è nel taglio del personale, ma nella formazione di
questo, andando ad evidenziare le migliori qualità per inserirli anche in nuovi posti lavorativi, al
fine di ottenere nuovi risultati per la tua azienda.
Tutto questo rimane importantissimo per la crescita economica, per evitare sperpero di denaro
e tempo; per migliorare qualitativamente il tuo capitale (anche umano).
Aziende che lavorano in questo modo (ancora troppo poche in Italia!), non hanno conosciuto
la parola crisi ma sono state capaci di trasformare situazioni economiche sfavorevoli in
opportunità.
“Dì al tuo gruppo ciò che ha bisogno di sentirsi dire e non ciò che pensi vogliano
sentirsi dire.”
(Anonimo)
Check your Brand – Lead your Brand
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CAPITOLO 4 – Lo stile personale e “speciale”
Eppure c’è sempre qualcosa in più. C’è sempre qualcosa di particolare che si può fare per
differenziarsi e per essere speciale.
Se è vero che ci sono molti esempi da seguire, molti stili da imitare e dai quali prendere
spunti, è altrettanto vero che alla fine di tutto, devi avere sempre quel “tocco” personale
che ti contraddistingue.
Lavorare su questo farà la differenza e ti porterà sempre qualcosa in più.
STILE PERSONALE? IL BRAND NEL BRAND
OGNUNO DI NOI HA UNO STILE PERSONALE, HAI ANCHE TU UNO STILE PERSONALE? QUAL È?
Lo stile personale, è un valore differenziante per avere un personal branding efficace e che
porti risultati.
Come ho scritto sopra, è un brand nel brand.
Nel business, diventa uno strumento efficace verso il target del tuo mercato. Ti identifica, dà
professionalità, realizza un brand che entra nella mente dei tuoi clienti per avere un maggiore
impatto.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 74
Non è semplice da capire, perchè spesso viene confuso con semplici “personalizzazioni”
buttate qua e la, ma in realtà, avere uno stile personale, significa molto di più, significa entrare
nella testa dei clienti (dei partner, dei collaboratori, ecc…), facendoti fare la differenza.
Ma quali sono gli elementi principali, dello stile personale?
Questo schema, raccoglie 4 elementi che sono determinanti per uno stile personale.
1. RISORSE – Sono tutti quegli strumenti che già possiedi, che sono nel tuo background
lavorativo e che ti rappresentano sul mercato, ogni volta che interagisci con gli altri. Ma sono
anche quelle risorse che ti accorgi di non avere, che possono e devono servirti, per migliorare
certe condizioni.
2. COMUNICAZIONE – Sapere comunicare con gli altri, diventa un elemento determinante per il
tuo brand. L’ho ripetuto più volte in molti altri post, ma anche quale caratteristica fondamentale
del marketing. Ecco che la tua comunicazione diventa un lavoro su te stesso per ottimizzare le
cose, ampliare e migliorare.
3. CAPACITA’ – Quello che sai fare, le tue abilità principali e per le quali sei riconosciuto. Ma
anche le capacità economiche e quelle di saper agire.
4. CARATTERISTICHE – Sono le caratteristiche fisiche/visive, quelle che vanno a dare il primo
impatto. Attenzione a non fraintendere, non si parla di bellezza ne tanto meno di fisicità. E’ una
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 75
questione di impatto visivo, che porta un giudizio immediato, che ha conseguenze positive o
negative.
COME REALIZZI IL TUO STILE PERSONALE?
La strategia è alla base di tutto.
La dividiamo in tre fasi:
FASE 1 – Realizza un check up personale per capire quali degli elementi sopra indicati, sono
il punto di forza e quali il punto di debolezza. Cerca di farlo bene, perchè sarà determinante
per le fasi successive. Solo dopo aver una cognizione curata e ben definita, della tua
situazione, potrai passare alle fasi successive.
FASE 2 – Su ogni elemento concentrati per un lasso di tempo, determinato, per mettere a
punto tutti gli elementi e cercare di portarli ad un livello paritario. Gli elementi che sono un
punto di forza, devono continuare ad avere l’accurata attenzione. Mentre invece quelli che
sono il tuo punto di debolezza, attrezzati immediatamente per migliorarli e portarli a livello
degli altri. Lavora immediatamente su come fare e quali strade intraprendere.
FASE 3 – Questa fase è quella evolutiva, la potrai fare solo dopo aver portato gli elementi tutti
ad un livello, per poi lavorare intensamente in contemporanea. Aumenta l’intensità del lavoro
su questi elementi, per elevare le performance degli stessi. Trova nuovi strumenti per
realizzare questa fase.
Il lavoro si basa sempre su te stesso, con l’aiuto esterno per migliorare gradualmente tutti gli
elementi che vanno a comporre lo stile personale.
Gli stessi elementi, infatti, hanno più caratteristiche interne, che servono per migliorare
ulteriormente.
Non è assolutamente facile, ecco perchè ci si appoggia sempre ad un coach o consulente
esterno. Proprio per poter eseguire bene tutte le TRE fasi e arrivare ad uno stile personale
efficace per la tua situazione.
Tutto con la naturalezza e semplicità che serve, proprio per non stravolgere nulla, ma seguire
una linea continuativa e correggere dove necessario.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 76
Perchè è così importante lo stile personale?
Dopo anni di studi, lavori importanti con aziende PMI o multinazionali, varie collaborazioni e
consulenze con professionisti o imprenditori, si è arrivati ad una consapevolezza sull’efficacia
di avere il proprio stile personale. Basato su queste situazioni:
a) Leadership
b) Notorietà
c) Sicurezza personale
d) Realizzazione personale
Attenzione alle limitazioni!
Spesso si crede che bastino semplici passaggi.
Pensi si limiti al vestire?
Al parlare?
A come presentarsi?
E’ qualcosa in più. Un mix di elementi che sono diventati importanti, che lavorano su molti
fronti comunicativi.
Si dice che: “L’abito non fa il monaco”.
Non è più considerato. L’abito fa il monaco…..eccome!
L’aspetto visivo di primo impatto ha ancora la percentuale più elevata di influenza, di come
appari alle altre persone.
La parola, il parlare, come ti esprimi, sono un’altra componente importante per apparire ed
essere.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 77
La notorietà personale che ti precede, ha un valore di impatto, determinante.
Li stai sottovalutando? Pensi sia arrivato il momento di lavoraci sopra?
Una base di partenza che può portare subito risultati e vantaggi. Non sottovalutarla, potrebbe
essere un’occasione persa.
Check your brand – Lead your brand
Tra l’altro, c’è da dire che tutto questo deriva anche dal tuo stile di vita, dalla tua vitalità e
vivibilità. Proprio per tornare ai punti dei capitoli precedenti.
Ecco perché è importante anche…
QUAL È IL TUO STILE DI VITA DA PROFESSIONISTA, IMPRENDITORE O
DIRIGENTE?
Che cosa intendo per stile di vita?
Nel Personal Branding, è molto importante considerare questo fattore. Per due motivi:
1. Migliora il tuo valore e la tua “posizione” all’interno del mercato e nei confronti dei tuoi
clienti/contatti
2. Per te, perchè sei in grado di rendere di più e avere maggiori performance in ogni
ambito.
Rispecchia ciò che desideri o è da modificare in maniera decisa?
Attento! Non parlo del “far vedere” qualcosa per SEMBRARE…
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 78
Parlo proprio di come vivi e come gestisci questa vitalità e vivibilità. Lo stile di vita nel personal
branding è un valore aggiunto
All’interno del mio strumento (I.O.S.), il primissimo punto tratta proprio l’identità professionale,
legata proprio allo stile, tramite questi elementi fondamentali:
LA VESTIBILITÀ – LA CONFEZIONE, COME TI VESTI (IL PACKAGING).
Come ti presenti? Sei un “pacco” anonimo? Oppure hai una “confezione” che attira?
Lasciando stare le battute facili, cerchiamo di concentrarci su come ci si presenta, dove non
necessariamente, devi avere l’abito da cerimonia e nemmeno assomigliare ad un
attore/attrice.
E’ ovvio che si sta generalizzando, ma ti assicuro che la cosa ha la sua importanza.
L’abito FA il monaco! – La classica battuta che oggi sentirai sempre più spesso, proprio
perchè l’apparire e le immagini, sono diventati protagonisti assoluti dei nostri usi e costumi.
Bisogna assolutamente lavorarci sopra, non puoi permetterti di essere anonimo, sei un
professionista e tale devi apparire!
Questa è un’opzione decisamente importante, soprattutto per come sceglierla. Il tuo stile deve
essere personalizzato, inconfondibile e comunicativo.
Dove puoi lavorare?
Innanzitutto l’abbigliamento.
I vestiti che indossi, sono un biglietto da visita. Hanno un valore a seconda dell’occasione, dei
luoghi e delle persone che incontri. Sono molto importanti, ma questo non vuol dire eleganza.
Ricordati sempre che bisogna saperli portare, con il tuo stile.
E poi tu! Il tuo aspetto, che non va mai trascurato, che va seguito in modo semplice, ma con
un ordine e un apparire.
Vestibilità per uno stile di vita, per un personal branding.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 79
La vitalità – la fiducia che hai in te stesso, la positività che devi avere, la tua forza e le attitudini
al cambiamento.
Hai un atteggiamento negativo? Sempre col morale basso? E magari ti lamenti anche?
Ecco, questo atteggiamento lo buttiamo nel cesso! Non puoi permetterti di essere così,
soprattutto se devi relazionarti continuamente con altre persone. Trascinarsi la negatività è
come chiudere tutte le porte.
Sei imprenditore, ma anche leader.
Sei tu che devi trascinare gli altri verso obiettivi comuni che decidi per il bene aziendale, per il
bene delle attività.
Farlo in modo negativo e pessimistico, è meglio non farlo. Avrai solo ciò che ti aspetti.
Se invece..
Sei allegro, energetico, socievole e cerchi sempre di dare il massimo?
Allora, la positività ha una leva emozionale determinante in ciò che fai. Ti permette di
affrontare cose in modo più energico e sarai sempre aperto a sviluppare nuovi percorsi e
progetti.
Si ma attenzione a non esagerare, a volte si potrebbe sembrare dei pazzi ipertesi!
Ovviamente, bisogna dosare bene quelle che sono le tue positività, proprio per portare avanti
strategie che ti aiuteranno a raggiungere grandi risultati.
Vitalità per il tuo stile di vita e per il tuo personal branding
LA VIVIBILITÀ – È UN PÒ IL CONCETTO DEL VIVERE BENE, I TUOI HOBBY, LE TUE PASSIONI.
Cosa fai per “staccare la spina” e utilizzare il tuo tempo al fine di rilassarti e rigenerarti?
Come passi il tuo tempo fuori dal mondo lavorativo?
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 80
Quanto incide nel tuo stile?
Non è facile ma è necessario programmare qualcosa, altrimenti entri in un loop che può solo
nuocere alla tua professionalità.
La tua vivibilità, è la carica giornaliera che ti permette di affrontare la vita in ogni momento.
Che sia la vita personale, come quella lavorativa, ha bisogno di carica e di rigenerarsi.
Come farlo?
Ritagliando spazi per te e le tue “egoiste passioni”, che possono darti quelle soddisfazioni,
gioie e anche incitamenti, da poter darti una marcia in più.
VIVI OGNI ATTIMO IN MODO TALE DA DESIDERARE DI RIVIVERLO.
[ FRIEDRICH NIETZSCHE ]
Tante domande alle quali DEVI saper rispondere. Sono troppo importanti per non essere
considerate, dal momento che incidono notevolmente nella tua vita di professionista e nel tuo
stile da professionista.
Vivibilità. Parola chiave per lo stile di vita
Se vuoi conoscere anche gli altri punti dell’innovativo strumento I.O.S., collegati a questo
link per vedere la presentazione.
Si, lo so!
Sono tutti da approfondire e da vedere personalmente…ecco perchè ti invito a chiedermi
maggiori informazioni. Sarò pronto
Check your Brand – Lead your Brand
Ma se è vero che ti ho appena detto di avere uno stile unico, perché non avere anche un
motto personale?
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 81
Quanto incide il valore del motto nel marketing?
Ma cosa vuol dire?
E’ un motto, quello che mi accompagna e che l’ho reso mio.
Hai mai pensato di avere un motto?
Parlo di una frase che ti possa identificare, caratterizzare sotto l’aspetto professionale.
Non ci hai mai pensato? Sai quanto valore può avere?
Credo sia arrivato il momento di evidenziare qualche aneddoto, perchè non solo può essere
efficace per te e il tuo modo di porti, ma risulterà vincente verso il mercato e i suoi interlocutori.
Se ti dico:
Cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano!
Più bianco non si può (Dash)
Che mondo sarebbe senza Nutella
Crudo o cotto? Granbiscotto
Altissima, purissima, Levissima
Locatelli fa le cose per bene
Malizia, profumo d’intesa
No Martini, no party!
Just do it
Già fatto? È Pic!
Red Bull ti mette le aliii!
Trony, Non ci sono paragoni
e molti altri…
Quanto valgono nella mente dei clienti?
Ti vengono in mente subito i prodotti, le aziende, le loro qualità e servizi e si identificano
immediatamente con il mercato. Ma soprattutto ti rimangono in testa posizionandosi tra i primi
nelle tue scelte, sapendo che se pensi a quel prodotto/servizio….quello è tra i migliori (se non
il migliore), il primo da paragonare, quello da comprare.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 82
Non sto dicendo che sono i migliori in assoluto, sto semplicemente evidenziando quanto sia
importante uno slogan, per l’utenza finale. Sia per “entrare” nella testa, sia per “rimanerci”.
A volte sembra una sciocchezza, altre viene semplicemente sottovalutata, altre ancora proprio
ignorata. Eppure, ha un valore determinante all’interno di una strategia.
Certo che metterlo così, senza un obiettivo, senza un lavoro preciso, tutto ottimizzato dalla
strategia, sarebbe un lavoro vanificato. Comunque poco efficace. Se invece si studiano i
passaggi e si trovano gli strumenti più adatti per l’obiettivo da raggiungere, allora, ha
certamente un altro effetto.
Allora cosa fare?
Non a caso lavoriamo sul brand e su come posizionarsi nella mente dei clienti, diventando un
marchio importante, per essere scelti. Questo è lo strumento del post, prova a considerare
questa opzione come una possibilità da studiare attentamente.
Check your brand – controlla il tuo marchio. Il marchio sei tu, il marchio forte che si
inserisce sul mercato, che interagisce al suo interno, creandosi i suoi spazi per entrare nella
testa dei clienti con un suo stile. Allora è fondamentale saperlo controllare! Un brand che so
controllare, lo gestisco per raggiungere obiettivi, per aumentare l’efficacia di altre strategie e
per migliorare la mia posizione nel mercato, mi porta alla seconda fase.
Lead your brand – conduci il tuo marchio. Devi saperlo condurre, devi sapere dove andare,
quali porti raggiungere e come fare. Proprio tenendolo sotto controllo dalle “insidie” di mercato
e della concorrenza, per poi ottenere il massimo dalle mie attività di marketing. Diventare un
punto di riferimento…un leader!
Presuntuoso, prepotente, arrogante, piuttosto che deciso, simpatico, amabile, comunque uno
slogan che sia d’impatto, d’effetto, che entri nella tua mente e in quella di coloro che ti
conoscono e che ti scelgono!
Quindi….Check your brand – Lead your brand
p.s. anche questa volta mi permetto di consigliarti questo strumento, se ancora non l’hai letto,
ti garantisco che ne vale la pena per impostare il tuo brand
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 83
CAPITOLO 5 – I suggerimenti pratici e veloci
Ecco le pillole finali, quelle che possono essere efficaci fin da subito, quelle che ti
ricordano l’ovvio, ma che poi non ci pensi.
Quelle che ti fanno dire: “perché non ci avevo pensato?”
Cero che sarebbe tanto semplice, ma noi viviamo in una società che si complica le cose,
sempre e comunque. Cresciamo con queste idee e convinzioni, quindi in automatico ci
complichiamo le cose.
Voglio lasciarti però queste otto pillole finali:
OTTO PILLOLE STRATEGICHE DI PERSONAL BRANDING PER UN MANAGER
Breve introduzione per anticiparti che da oggi, partiranno 8 semplici articoletti che parleranno
di otto strategie di personal branding per un manager e/o imprenditore.
Semplici articoli con all’interno degli spunti molto interessanti, che potrai utilizzare da subito e
che, se anche conosci, potranno solo confermare se tu stai facendo bene o no.
Con questi articoli finiremo l’anno alla grande e potrai incominciare con nuove idee e nuovi
strumenti per avere obiettivi importanti, ma per avere risultati ancora più importanti.
Allora affrontiamo alcuni strumenti che sicuramente avranno un buon impatto su di te e sul tuo
lavoro.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 84
PRIMA PILLOLA STRATEGICA DI PERSONAL BRANDING
La comunicazione educativa dei giorni nostri.
Gli uomini hanno i riflessi lenti: in genere capiscono solo nelle generazioni successive.
(Anonimo)
L’educazione “markettara” degli ultimi anni, si è concentrata sul creare incubi ai clienti,
educandoli ad una situazione estremamente negativa che potrà essere risolta solo con una
soluzione “speciale”….
Ma qual è questa soluzione?
Ovviamente quella proposta dal “supereroe” del momento con il prodotto/servizio del
momento, grazie alle invidiabili performance ottenute. Insomma, il salvatore della tua tragedia.
Ma è proprio così?
Diciamo che in alcuni casi, esistono realtà veramente critiche, fatte di ignoranza (nel senso
che si ignora totalmente) che non fa capire cosa si ha attorno e le possibilità da sfruttare. Solo
pochissimi se ne rendono conto e quei pochi, sanno poi come fare ad uscire da qualsiasi
pseudo-crisi.
Ecco allora, che la maggior parte degli imprenditori, diventa “facile preda” di qualsiasi
comunicazione aggressiva.
Il punto principale è proprio questo, educare il target clienti ad una situazione reale (negativa)
per poi dare una soluzione (reale) efficace e fattibile.
L’educazione, passa attraverso strumenti che oggi si rivedono nel web, passano tutti per la
rete, dove è facile raggiungere una moltitudine di utenti, in brevissimo tempo.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 85
COSA FARE ESATTAMENTE?
In pratica adotti la stessa tecnica, ovvero quella di parlare ai tuoi clienti, dando loro quelli che
sono strumenti risolutivi per i loro problemi.
Questi strumenti li sai dare solamente te, perchè hai le strategie più efficaci per far ottenere
loro i risultati che desiderano.
“Gli uomini si fidano delle orecchie meno che degli occhi” (Erodoto)
Proprio perchè si fidano tanto delle orecchie, il miglior strumenti in assoluto, diventa il
passaparola, dato proprio dalle referenze. Ovvero, clienti soddisfatti, che raccontano la loro
situazione, con la soddisfazione che hanno avuto grazie al tuo lavoro.
Ricapitolando
Educare il tuo target clienti con informazioni pratiche e con strumenti e strategie per risolvere i
problemi che hanno (tutto inerente al tuo mercato di riferimento).
Utilizzare il passaparola e le referenze per dare maggiore valore alla tua professionalità
LA SECONDA PILLOLA DI BRANDING SI RIALLACCIA ALLA PRIMA…
Il percorso della comunicazione educativa, è un percorso molto lungo che porta via tempo ed
energie.
La tua arma, sarà la PAZIENZA!
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 86
Ebbene si, ci vuole molta pazienza, perchè potrai sbagliare, ma dovrai continuare ad insistere;
avrai la necessità di pianificare delle strategie che all’inizio, potranno rivelarsi poco produttive,
ma dovrai capire come modificarle; infine avrai poche risposte, ma comunque saranno quelle
che diventeranno la base di partenza.
“Non mi scoraggio perché ogni tentativo sbagliato scartato è un altro passo
avanti.” (Thomas Edison)
Una volta capito che hai dei problemi, le soluzioni esistono. Ed effettivamente molte aziende le
hanno e possono darle con i modi giusti.
MA POI, SE I RISULTATI NON CI SONO UGUALMENTE?
Per quale strano motivo?
Per il semplice motivo che dipende sempre da una regola base: fare o non fare.
Moltissimi, demordono e lasciano cadere ogni tipo di strategia. Non vedendo risultati
immediati, pensano che sia una cosa fallimentare e quindi non perseverano.
Molti altri, credono che a quel punto sia importante tornare ai vecchi metodi, senza pensare
che il mercato è cambiato e che necessita di qualcosa di nuovo.
L’utente finale è cambiato.
Allora le domande cambiano…
Lo fai bene? Non lo fai? Cerca di capire il perché.
“Non importa quante volte cadi, ma quante volte cadi e ti rialzi.” (Vince Lombardi)
Perché il fatto di agire non è proprio automatico, infatti c’è un ostacolo fortissimo che ti blocca.
La paura di fallire, la paura di non riuscirci e la paura di non saper fare.
Ed è qui che scatta quel freno che non ti fa fare…
La seconda pillola di branding è la pazienza e la perseveranza, non lasciare nulla al caso.
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 87
LA TERZA PILLOLA DI BRANDING: LA TUA FORMAZIONE E INFORMAZIONE
Se nella prima pillola abbiamo parlato di comunicazione “educativa”, nella seconda di farla con
pazienza e perseveranza, quale sarà l’argomento della terza pillola di branding?
Lavorare su te stesso e tenerti costantemente aggiornato per riuscire ad ottenere i risultati che
desideri, ponendoti importanti obiettivi e lavorare per raggiungerli.
Che tradotto vuol dire: “Corsi di formazione”
SE È VERO CHE DEVI COMUNICARE, DEVI ESSERE ANCHE FORMATO ED INFORMATO
Quindi la terza pillola di branding, si basa sulla tua formazione ed informazione.
Ti formi? Ti aggiorni? Rimani costantemente informato sulle novità e sugli sviluppi del
mercato?
Sei in contatto con un gruppo di pari?
Come gestisci tutto questo?
Se un giorno diranno di me che nel mio lavoro ho contribuito al benessere ed alla
felicità del mio collega, allora sarò soddisfatto. (George Westinghouse)
La tua formazione diventa un elemento cardine per il tuo brand.
Se devi avere un’identità professionale, hai la necessità di formarti per essere competitivo, ma
soprattutto per: “sapere quello che dici e che fai”
ND-Style & BrandingEfficace Pagina 88
Ogni professionista, ha il dovere di essere informato, ma anche di tenersi costantemente
formato (io stesso, faccio corsi di formazione, non solo agli altri, ma anche e soprattutto per
me stesso)
Sono importanti, ma vanno scelti bene e con attenzione speciale.
Sei bombardato da corsi e da strumenti per migliorare e per la tua crescita professionale.
Ma quali sono quelli più adatti a te?
Esistono corsi on-line, quelli che acquisti in formato CD, quelli in aula e quelli personalizzati.
Ma quali sono quelli più adatti a te per il migliore apprendimento?
Dando per scontato che abbiano sempre gli argomenti principali per il tuo settore e la tua
professionalità.
Ma prestare attenzione a cosa fare e con chi fare, rimane un fattore determinante per la tua
crescita. Il bombardamento mediatico di tutti questi formatori che propongono la loro soluzione
(corsi lampo, corso speciale 3 in 1) porta ad un altro problema.
Chi ti da cosa? E soprattutto, quanto vale quel qualcosa?
La selezione e il filtraggio dei servizi, è un fattore che determina la tua crescita e la tua
professionalità.
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LA QUARTA PILLOLA DI BRANDING È LA COLLABORAZIONE
La collaborazione, si basa su un concetto fondamentale: il tuo network.
Lavori da solo o lavori in team?
Sei un solitario, uno che ha bisogno di fare e gestire le cose per conto tuo, oppure sei uno che
necessita di una squadra affiatata per ottenere risultati?
Entrambi i casi sono da valutare e portano a risultati importanti. Entrambi i casi, necessitano di
un brand importante per arrivare all’obiettivo.
EPPURE, IL NETWORK, AL GIORNO D’OGGI È UN’ARMA IN PIÙ
La forza mentale fa parte del carattere, non si può studiare a tavolino. Si è forti di testa
se si riesce a rimanere sereni e divertirsi anche quando le cose non vanno bene, e se si
riesce a non perdere mai la fiducia in se stessi e nel lavoro di squadra. (Valentino
Rossi)
La mentalità vincente che hai grazie anche alla squadra che ti crei attorno.
Quella mentalità che ti permette di condividere con il tuo team, obiettivi importanti, che ti
permette di raggiungere risultati straordinari.
Fare le cose assieme ad altri, grazie al loro aiuto, è oggi, un valore aggiunto per vincere nel
mercato. Per essere ancora più competitivi e per avere strategie e capacità migliori della
concorrenza.
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Alla fine è leadership?
Esatto, la mentalità vincente che hai e che sei in grado di trasmettere agli altri o tirare fuori al
momento opportuno. È un fattore determinante, composto da tre caratteristiche importanti:
La preparazione – essere preparati e avere delle capacità acquisite grazie all’esperienza e alla
formazione.
La consapevolezza – non si limita solo alla preparazione, ma bisogna sapere dentro di se che
ci sono capacità e che le sai utilizzare nei modi e nei tempi appropriati.
La semplicità – che è data dal fare serenamente le cose, sapendo di farle con piacere e
divertimento, andando a semplificarle enormemente.
Tre caratteristiche che non sono affatto semplici da avere e dimostrare, ma chi le ha e ci
riesce, ha un passo in più.
Tutto questo, rapportato ad un team, diventa anche leadership.
IL TUO BRAND COMUNICA QUALCOSA…LA TUA IDENTITÀ
Mettersi sul mercato con il proprio marchio (brand) significa essere in grado di comunicare
qualcosa.
“Se guardate tutto ciò che viene messo in vendita, scoprirete di quante cose potete fare
a meno” (Socrate)
In realtà, in questa quinta pillola di branding, parliamo più del tuo brand e non di un prodotto
che metti sul mercato.
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Infatti, come imprenditore, hai un duplice brand da gestire:
1. L’azienda che rappresenti
2. L’imprenditore che sei
Nel personal branding, l’identità è fondamentale (vedi anche articolo), viene generata dalla tua
vitalità, dal tuo stile e dalla tua leadership.
Quando lavori su questi elementi, devi capire che vai a realizzare quello che è un marchio
forte per te, che ti serve per essere riconosciuto sia internamente alla tua azienda, sia nei
confronti dei fornitori, dei clienti e di quelli che interagiscono con la tua attività.
Questa identità, deve essere lavorata nel tempo, non è certo una semplice apparizione che
poi svanisce dopo un breve periodo. Troppi brand che cercano invano di essere qualcuno o
qualcosa, ma non sono nulla, cavalcano semplicemente un’onda, sapendo che prima o poi
andrà scemando. Allora di corsa a cogliere l’opportunità, anche senza requisiti, anche senza
sapere come. Solamente per ottenere qualcosa di rapido e veloce…
Se fai qualcosa solamente per denaro non avrai successo. (Barry Hearn)
Ma non è il modo corretto
Pensaci bene, può essere una scelta valida, avere un brand personale temporaneo?
Qualcosa che ti identifica in quel momento e poi non ti riconoscono più?
Cerca di investire il tuo tempo nel diventare qualcuno e non solo qualcosa. Cerca di lavorare
su quegli strumenti che vanno a realizzare una tua identità, che sia forte sul mercato, che ti
rappresenti e che rappresenti anche la tua azienda.
Attivati per un tuo percorso personalizzato. Fai il tuo check up
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OGGI, NELLE PILLOLE DI BRANDING, INIZIO SUBITO COSÌ:
Come posso trovare interessante il mio lavoro, se non mi piace? (Francesco Bacone)
Per avere un equilibrio forte e sicuro, devi fare ciò che ti piace.
Se ciò che fai, non è ciò che ti piacerebbe fare, lo comunichi anche involontariamente. Il
mercato di riferimento se ne accorgerà sempre e ti presenterà il conto il prima possibile.
ESSERE INNAMORATI DI CIÒ CHE FAI….SARÀ SEMPRE UN VANTAGGIO CHE PORTERÀ FRUTTI.
Cercare di sforzarsi per piacere o far piacere qualcosa, significa NON essere naturali e questo
può portare solo a due strade:
Capacità straordinarie nel mentire e nel saper nascondere tutto e passare per altro
Non essere in grado di farlo e entrare in un burnout fatale
Niente di più
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NELLA SETTIMA PILLOLA, VORREI LASCIARE UN CONCETTO IMPORTANTE DI
MOTIVAZIONE
Questa citazione mi è sempre piaciuta:
Ogni fallimento è semplicemente un’opportunità per diventare più intelligente. (Henry
Ford)
Ma troppe persone non la vedono così, queste persone sono spesso professionisti e
imprenditori, che piangono su loro stessi, andando a distruggere tutto ciò che invece avevano
fatto di buono.
La motivazione per portare avanti progetti, spesso è legata a leve emozionali importanti. Leve
che ti danno quella “benzina” per tutto, per vincere la sfida.
Il fallimento non è MAI una buona cosa, mentalmente è un risultato devastante che andrà
sempre ad incidere in scelte future. Ma qui entra in gioco l’abilità di una persona “intelligente”,
ovvero, saper sfruttare tutto il contesto del fallimento, portando vantaggi alle scelte future.
INTELLIGENTE?
Si, lasciami passare questo termine, solo per spiegare l’apertura mentale delle persone.
Questo perchè, quando passi certi momenti difficili, è naturale chiudersi ed avere sconforto su
tutto e tutti. Ma la vera sfida è proprio questa, avere l’intelligenza di capire che ci sono
possibilità e che si possono trarre conclusioni diverse.
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Attenzione! Non sto dicendo che le altre sono stupide (io ho fatto gli stessi errori), sto solo
dicendo che bisogna imparare a sfruttare le situazioni negative per portarle (intelligentemente)
a proprio vantaggio e non ricascarci.
Lo so!
Non è facile, non è assolutamente facile.
Questa pillola di branding è semplicemente un invito a riflettere sulle tue capacità, ma anche
sulle leve che hai per portare avanti tutto ciò che sogni. I tuoi obiettivi.
ED ECCOCI ALL’ULTIMA DELLE OTTO GOCCE DI BRANDING….
che detta così sembrano un digestivo o un bicchierino.
In realtà alcune cose le digeriamo veramente male, altre potrebbero proprio ubriacarci, ma
fondamentalmente, l’obiettivo di questi otto pensierini, è solo uno:
“Accendere pochi ma essenziali lumini, che ti permetteranno di evitare errori fatali in
futuro”
E vorrei chiudere con le ultime tre citazioni:
“Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere” (Teofrasto)
La prima è basata su un elemento che risulta determinante in TUTTO, che non possiamo
comprare, non possiamo costruire, ma possiamo gestirlo al meglio per i nostri obiettivi.
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Il tempo è un tesoro inestimabile, spesso lo gettiamo via inutilmente, altre volte non ci
accorgiamo di quanto ne possiamo ancora avere davanti. Ricordarsi di questo, rendersi conto
di questo prezioso elemento, può solo che darci vantaggi.
La seconda citazione:
“Spesso grandi imprese nascono da piccole opportunità” (Demostene)
La seconda è proprio quella di ricordare che non esiste nessuna grande impresa nata dal
nulla, tutte sono frutto di un lavoro minuzioso e dedito alla passione, di uno o più persone che
l’hanno voluto.
La passione è spesso una leva fondamentale, ma servono anche capacità. Le opportunità che
ci capitano nella vita, bisogna saperle cogliere anche con determinazione e capacità
specifiche.
La terza citazione:
“La goccia scava la pietra” (Lucrezio)
La terza è: insistere, mai mollare, continuare a battere su quella pietra fino a quando arriverai
alla meta.
Esatto! Quella che qualcuno può scambiarla per insistenza, spesso è caparbietà, capire che
se non batti il ferro finchè è caldo, non riuscirai a modellarlo come piace a te. Proprio per
avere qualcosa che sarà fantastico.
Crederci, è un diritto; provarci un dovere.
Check your Brand – Lead your Brand
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CONCLUSIONI
E siamo arrivati alla conclusione di questo e-book.
Spero ti sia piaciuto, spero tu l’abbia trovato interessante, ma soprattutto spero che tu
possa sfruttare da subito alcuni (se non tutti) suggerimenti e strumenti al suo interno.
Non ho voluto modificare gli articoli (del mio blog), se non qualcosa per l’impaginazione. Li
ho voluti riproporre perché hanno portato suggerimenti e referenze valide su chi ha già
applicato tutto. Hanno realizzato grandi risultati, grazie alla semplicità degli strumenti
efficaci al loro interno. Quindi ritengo possano avere la stessa efficacia per te.
Ho raggruppato il tutto in 5 parti, proprio seguendo un filo logico basato su una strategia.
Ovvero, un punto di partenza ed un punto di arrivo, per avere quelle basi solide che ho
detto proprio all’inizio.
Poi ci ho aggiunto delle “pillole” finali, per dare qualche spunto e riassumere quello che
dovrebbe essere un percorso che chiunque è in grado di fare….se veramente lo vuole. Se
proprio ha voglia di fare del personal branding.
Naturalmente non è tutto qui, per fare dell’ottimo personal branding, bisogna approfondire
notevolmente certi aspetti, ma soprattutto personalizzarli.
Perché il punto è sempre e solamente uno: parliamo del tuo brand personale! E personale
deve essere. UNICO!
Andare nello specifico e lavorare costantemente per migliorare, modificare e perfezionare
certi aspetti. Per farli diventare un passaggio successivo, che ti servirà per fare realmente
la differenza.
Ma capisci bene che va oltre le basi, qui si parla proprio di specializzazione.
Allora il mio secondo consiglio è proprio quello di iniziare quel famoso percorso, ORA!
Ora che hai un’idea più chiara, hai delle basi generali che ti hanno fatto capire che brand
vuoi essere e come impostarlo. Quei suggerimenti…quelle pillole.
A questo punto ho un invito speciale per te!
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L’invito è accedere al video-corso
L’unico corso di personal branding che puoi iniziare a fare da casa e che porta
risultati concreti.
Ma non è finita qui.
Se prenderai il corso on line, avrai due vantaggi:
1) PRIMO VANTAGGIO – uno sconto speciale per te del 50% sul costo del
corso. Il corso ha un valore economico di 207 € e lo potrai avere a soli
97 €
2) SECONDO VANTAGGIO – è compresa una consulenza diretta con me,
per impostare il percorso. Una coaching unica e personalizzata di
un’ora.
Ma non è ancora finita.
Sto organizzando il primo corso dal vivo di personal branding.
Un corso che sarà una novità unica, ma questa sarà una sorpresa speciale che non
voglio rivelarti.
Ti rivelerò solo il vantaggio: uno sconto speciale del 50% e un regalo
personalizzato…
Per differenziarti, per essere un brand riconosciuto, di valore, che porta qualcosa di
speciale all’interno del mercato di riferimento, ora puoi!
ORA TOCCA A TE!
Ti aspetto con entusiasmo e un pizzico di branding!
WalterND
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WALTER NICOLETTI DOVESI
Sono un consulente e coach e mi occupo di marketing e organizzazione efficace, sia con
aziende che con manager o imprenditori o professionisti.
Una passione che svolgo da tanti anni e che mi caratterizza da una frase:
“il mio successo è farti arrivare al successo”
Formatore e relatore in corsi di marketing, in settori come il beauty o ristorazione
Molte informazioni le trovi sul mio BLOG
Ho scritto anche molti articoli sui giornali, oltre a 3 libri:
Il Beauty come lo desideri
Ma come lo branding
Alfabeto delle attualità
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