M .. T E R E S A F R A T T E G I A N I V A L E N T I N A G ... · Da ogni parte del territorio...

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MATERIALE ONLINE CONOSCERE L ITALIA B2 B2+ I I L I B E A T R I C E M A R I N E L L I M . TERESA FRATTEGIANI . V ALENTINA GIGLIARELLI

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CONOSCERE L’ITALIA

MATERIALE ONLINE

C O N O S C E R E L I TA L I A’

B2 B2+

I I L IB E A T R I C E M A R I N E L L I

M . T E R E S A F R A T T E G I A N I.

V A L E N T I N A G I G L I A R E L L I

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Maria Teresa Frattegiani | Valentina Gigliarelli | Beatrice Marinelli

*© Copyright 2015Guerra Edizioni Edel srl - Perugia

Proprietà letteraria riservataI diritti di traduzione di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento totale e parziale, con qualsiasi mezzo (compresi microfilm e le copie fotostatiche) sonoriservati per tutti i paesi.

Gli Autori e l’Editore sono a disposizionedegli aventi diritto con i quali non è statopossibile comunicare nonché per involontarie omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti dei brani o immagini riprodotte nel presente volume.

Guerra Edizioni Edel srl - PerugiaVia Aldo Manna 25 - Perugia (Italia)tel. + 39 075 5289090fax + 39 075 5288244e-mail: [email protected]

CONOSCERE L’ITALIA

UNA RAGAZZA SEMPLICE

Sono una ragazza di 16 anni, abito in un paesino di campagna, in provincia di Vercelli.Sei anni fa ho lasciato gli studi per aiutare i miei genitori nei lavori di campagna.Sono la settima di undici figli. La mia vita trascorre tra la campagna e la casa.Mi occupo dei problemi dei miei fratelli, piccoli e grandi, perché mamma e papà non sono più tanto giovani e non comprendono i problemi dei ragazzi d’oggi. Mamma è appena tornata dall’ospedale, papà è invalido del lavoro, due fratelli sono sposati, uno è militare, quattro vanno a scuola e tre vanno a lavorare. Al mattino mi alzo alle sei e, ora per ora fino alle nove, mando tutti al proprio lavoro e a scuola. Le mie amiche mi trascurano solo perché non sono come loro, non vado a scuola, non esco mai, eccetera. Eppure sono tanto felice della vita che faccio. Per esempio, oggi che è domenica, invece di divertirmi sono rimasta a lavare. Certe volte però mi diverto anch’io, anzi i miei fratelli mi portano sempre a ballare e a fare qualche escursione.Domenica scorsa ad esempio, siamo andati al mare e ci siamo divertiti molto.Ho scoperto che nella vita possiamo essere felici anche quando aiutiamo gli altri.

da “Antologia”, Fabbri Editore

Rispondi alle domande

1) Perché la ragazza ha lasciato gli studi? ____________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

2) Dove vive e che problemi hanno i suoi genitori? ____________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

Unità 1

➧ PROVA DI COMPRENSIONE*Leggi il testo

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3) Di che cosa si occupa durante la giornata? _________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

4) A che ora si alza di mattina? ____________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ 5) Perché non esce con le amiche? __________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ 6) Come si diverte la domenica? ___________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

Trasforma dal singolare al plurale

1) Mio fratello vive in campagna. ___________________________________________________________________________2) Il giovane è simpatico. ___________________________________________________________________________3) Mia cugina ha un problema. ___________________________________________________________________________4) La sua amica è una bella ragazza. ___________________________________________________________________________

Completa con i verbi al tempo giusto

Un anno fa ����������� �finire) i miei studi. L�esame finale ����������� �essere) difficile e ����������������� �finire) i miei studi. L�esame finale ����������� �essere) difficile e ��������� �dovere) studiare tanto. Prima dell�esame noi studenti dell�ultimo anno ����������� �organizzare) una festa e ___________ (divertirsi) molto. ___________ (venire) anche i nostri insegnanti e quando ___________ (salutarsi), tutti ___________ (piangere).___________ (chiudersi) un periodo della mia vita.

Completa con le preposizioni

Un anno fa ho abbandonato gli studi ___________ aiutare i miei genitori e ora vivo ______________________ aiutare i miei genitori e ora vivo ___________ periferia e faccio la commessa ����������� un negozio ����������� abbigliamento. Lavoro ���________ mattina ___________ sera. Torno ___________ casa solo la sera perché ___________ la pausa ����������� pranzo ho solo un�ora ����������� riposo.

➧ PROVA DI COMPETENZA

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Unità 2

Leggi il testo con alcune curiosità su Lorenzo de’ Medici, Signore di Firenze

Qui il signore di Firenze sperimentò le prime risaie e portò perfino una giraffaLa fattoria di Lorenzo il Magnifico, scoperchiata e abbandonataLavori bloccati dai giudici, ora piove nel gioiello rinascimentale

[…] Fu lì (a Poggio a Caiano, in provincia di Prato, in Toscana), a quanto pare, che Lorenzo de’ Medici fece portare anche la giraffa che, con un leone addomesticato, che gli aveva regalato nel novembre 1487 «el Soldano di Babilonia», che in realtà era quello d’Egitto. Un animale magnifico che lasciò a bocca aperta i fiorentini, racconteranno i cronisti, perché «era sette braccia alta, e ’l piè come ’l bue» e così tranquilla che poteva prendere una mela dalla mano di un bambino. La giraffa sollevò tanta curiosità […]. Un impazzimento tale che il «camelopardo», com’era chiamata la giraffa allora, finì addirittura nel corteo di una «Adorazione dei magi» del Ghirlandaio […].

da www.corriere.it

el Soldano di Babilonia> il Sultano di Babilonia lasciare a bocca aperta> creare meraviglia e stupore eraera sette braccia alta, e ’l piè come ’l bue> alta sette braccia e aveva il piede grande come quello di un bue

Domenico Ghirlandaio, Adorazione dei Magi, Basilica Santa Maria Novella-Cappella Tornabuoni (1485-1490)

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Perché Lorenzo de’ Medici fu detto “il Magnifico”?

Ma ecco il vero motivo per cui Lorenzo fu detto “il Magnifico”: nella città di Firenze era abitudine dare il titolo onorifico di “Magnifico Messere” agli uomini che detenevano la carica di Gonfaloniere di Giustizia, cioè il grado più elevato della Repubblica fiorentina. “Magnifici Messeri” furono il padre Piero il Gottoso ed il nonno Cosimo il Vecchio, mentre Lorenzo, non fu mai Gonfaloniere di Giustizia, dato che morì a 43 anni e per questa carica bisognava averne almeno 45, ma fu ugualmente “Magnifico Messere” all’età di ventuno anni. Infatti alla morte di Piero, “i principali della città e dello stato” andarono a trovarlo e lo pregarono di prendere il comando della città.

http://curiositasufirenze.wordpress.com

Titolo onorifico> nome, appellativo dato in segno di onore e rispetto detenevano la carica> avevano un incarico i principali della città e dello stato> gli uomini più importanti e potenti di Firenze

Quali regali ricevettero gli sposi, Lorenzo de’ Medici e Clarice Orsini, per il loro matrimonio?

[…] I festeggiamenti del matrimonio di Lorenzo de’ Medici e Clarice Orsini durarono quattro giorni. Da ogni parte del territorio fiorentino arrivarono doni per gli sposi, si trattava di viveri: 150 vitelli, più di 2000 coppie di polli e oche, enormi quantità di pesce, dolci, frutta secca, mandorle, botti di vino, centinaia di bottiglie di vino, sacchi di farina e molto altro.Clarice come regalo di nozze ricevette: 50 anelli preziosi, stoffe pregiate, un piatto d’argento, molti oggetti artistici (come un libro scritto con lettere d’oro su pergamena azzurra )[…].Lo stesso Lorenzo fece realizzare come dono di nozze per le tre figlie �Lucrezia, Maddalena e Luisa) tre splendidi libri-gioiello �esposti nel 2012 alla Biblioteca Laurenziana)

da I. Cloulas, Lorenzo il Magnifico, vol.I, Biblioteca storica, 1986

viveri> i cibi

pregiate> preziose

pregiate> preziose

I tre libri-gioiello dono di nozze di Lorenzo il Magnifico alle tre figlie

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Rispondi alle domande

1. Quali particolari animali portò il magnifico nella sua fattoria?2. Quale animale in particolare incuriosì i fiorentini? Perché?3. Perché Lorenzo de’ Medici viene chiamato “il Magnifico”?4. Quando gli fu dato il titolo di “Magnifico”?5. Quali particolari doni di matrimonio ricevettero Lorenzo de’ Medici e la moglie Clarice?6. Quali particolari regali fece Lorenzo il Magnifico alle figlie in occasione delle loro nozze?

Completa con le preposizioni

Il Giardino di Boboli: il cuore verde (1) __ Firenze. Museo (2) __ aperto voluto (3) __ Medici.

Il Giardino di Boboli è un gioiello (4) __ natura e (5)___arte, voluto (6) ___ famiglia (7) ���Medici: uno (8)__ più vasti ed eleganti giardini all’italiana (9) ___ mondo. Boboli è anche un vero e proprio museo (10) ___aperto, ricco (11) ___ sculture che vanno (12) ___epoca romana (13)___ Seicento. (14)___ sua realizzazione hanno lavorato (15) ___Cinquecento (16) ��� Ottocento architetti come Vasari, Ammannati e Bernardo Buontalenti, creando un’unione (17) __ stili unica. Visitare Boboli è, dunque, una continua

scoperta: si parte (18) ���� Anfiteatro, dove c’è il gigantesco obelisco egiziano che arriva (19) ��� Luxor e fu collocato lì (20) __ 1789, mentre più avanti troviamo la Fontana di Nettuno (21) ___ la grande scultura (22)�� Stoldo Lorenzi che raffigura il dio (23) ___ mare. I turisti possono camminare lungo uno splendido viale, dove ci sono alti alberi e statue. Il viale porta fino (24) ���� un piazzale, dove si trova la grande fontana che raffigura l’Oceano, opera (25)_____ scultore Giambologna. Ma il giardino di Boboli riserva ai visitatori tantissimi altri tesori (26)____arte italiana.

CURIOSITÀ DAL PASSATO: I 750 ANNI DALLA NASCITA DI DANTE

Fra il maggio e il giugno del 1265, nasceva a Firenze Dante Alighieri, padre della lingua italiana, autore della più importante opera letteraria mai scritta in lingua italiana: la Divina Commedia, che lo ha consegnato alla storia della letteratura mondiale. Numerose le celebrazioni messe in atto per ricordare l’illustre poeta e scrittore, a 750 anni dalla sua nascita; autentiche commemorazioni pub-bliche che, iniziate con il discorso dell’immancabile Benigni, proseguiranno ininterrotte per i prossimi sei anni e si concluderanno nel 2021, a 700 anni dalla morte di Alighieri. Un programma chiaramente finalizzato a riscoprire e attualizzare il Poeta e la sua poesia, simbolo imprescindibile dell’identità culturale degli italiani. Tanti auguri Dante Alighieri!

(da www.ilquotidianoitaliano.it, 4 maggio 2015)

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FESTE E FOLCLORE IN UMBRIA

L’Umbria, come tutte le regioni italiane, è ricca di sagre e di feste popolari e folcloristiche di origine sia religiosa che pagana. Eccone alcune tra le più famose:

La tradizionale Festa di San Valentino, patrono della città di città di Terni e protettore degli innamorati, si festeggia il 14 febbraio in tutto il mondo e a Terni dal XVII secolo, da quando fu ritrovato il Sacro Corpo del Santo sotto l’altare della Basilica. Nel corso dei secoli la festa è sempre stata caratterizzata da attività popo-lari con musica, balli, tornei e la storica Fiera di San Valentino, ma è anche una festa dove si respira un forte culto religioso verso il Santo, con processioni lungo le strade della città e ce-lebrazioni eucaristiche. Negli anni, si sono aggiunti gli “eventi valentiniani”, eventi religiosi e culturali che durano tutto il mese di febbraio (detto, appunto, mese valentiniano).

Il Calendimaggio di Assisi è una festa che si svolge ogni primo giovedì, venerdì e sabato dopo il 1º maggio di ogni anno, per festeggiare la primavera. Per la conquista del Palio, si sfidano le due Parti nelle quali è divisa la città, la Nobilissima Parte de Sopra e la Magnifica Parte de Sotto, attraverso cortei in costumi medievali (circa XIII secolo - metà del XV), scene recitate ed esibizioni musicali: a decretare la Parte vincitrice è una giuria composta da esperti di fama internazionale, cioè uno storico, un musicologo e una personalità dello spettacolo.

Unità 3

Calendimaggio ad Assisi

Festa di San Valentino a Terni

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Unità 3

La città di Gubbio organizza il 15 maggio di ogni anno la Corsa dei Ceri, una delle tradizioni più emozionanti e singolari d’Europa, una festa di origini antichissime sia pagane che religiose. In quella data, i Ceri (tre “macchine” di legno alte circa 7 metri e pesanti 300/400 chili) vengono portati a spalla dai “ceraioli” per le vie della città, fino a raggiungere la Chiesa di S. Ubaldo, patrono della città. Sulla cima dei tre Ceri sono saldamente fissate le statue dei santi: Ubaldo, patrono della città e della Corporazione dei Muratori e Scalpellini; Giorgio, patrono della Corporazione dei Commercianti; Antonio Abate, patrono dei Contadini e degli Studenti. Dopo la corsa, i ceraioli e tutta la città festeggiano, mangiando e cantando fino a notte fonda. Il 16 maggio è la festa del Patrono, S.Ubaldo, che si festeggia con celebrazioni religiose.

L’Infiorata di Spello è una manifestazione che si svolge ogni anno nella cittadina umbra, Spello appunto, in occasione della festività del Corpus Domini (nona domenica dopo la Pasqua). Gli “infioratori” sono le persone che lavorano un’intera notte per realizzare tappeti e quadri colorati composti con petali di fiori per le vie del centro storico del caratteristico borgo, disegni destinati ad onorare il passaggio del Corpo di Cristo, portato in processione dal vescovo la domenica mattina. Il risultato è un percorso di circa un chilometro e mezzo, caratterizzato dall’alternarsi di oltre sessanta diverse infiorate. Oggi le infiorate hanno raggiunto livelli di elevata difficoltà tecnica che richiedono, anche per gli argomenti trattati, un’attenta fase di progettazione e di studio.

La Giostra della Quintana è una festa antichissima che prende il nome dall’accampamento romano e si svolge a Foligno due volte l’anno: la “sfida” a giugno e la “rivincita” a settembre. Nel Medioevo, la giostra era uno spettacolo di bravura in cui due cavalieri armati di lance si scontravano allo scopo di sbalzarsi di sella. Nella moderna Giostra della Quintana, il fantino deve compiere alcuni giri dell’antico stadio di Foligno (Campo de li Giochi) nel minor tempo possibile, infilando per tre volte con la lancia un anello appeso a una statua (la “Quintana”), senza ricevere penalità. Il diametro dell’anello diminuisce progressivamente nei tre turni della gara (8 cm, 6 cm, 5 cm). I rioni che si sfidano sono 10, i fantini corrono in costumi storici del ’600 e prima della gara si svolge una sfilata in ricchi e sontuosi costumi storici del XVII secolo.

Festa dei Ceri a Gubbio

Infiorata a Spello

Giostra della Quintana a Foligno

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Il Mercato delle Gaite è una manifestazione storica della durata di dieci giorni che si tiene alla fine di giugno a Bevagna, uno splendido borgo umbro di circa 5.000 abitanti. La festa si ispira all’antica divisione di Bevagna in quattro quartieri denominati “Gaite”, su cui si basava l’organizzazione amministrativa della città in epoca medievale. In questi dieci giorni, la città ricostruisce con incredibile attinenza storica la vita politica, amministrativa, economica e sociale degli abitanti di Bevagna nel periodo compreso tra il 1250 e il 1350. Le antiche botteghe dei mestieri medievali riprendono le attività e le

persone, in abiti d’epoca, vivono la quotidianità dei loro avi mangiando, lavorando, giocando proprio come loro.

Nell’ultima settimana di luglio il paese di Passignano sul Trasimeno organizza una delle manifestazioni popolari più interessanti del territorio: il Palio delle Barche, evento storico che mira a rievocare l’ultima battaglia dell’antica rivalità tra due nobili famiglie di Perugia, quella dei Baglioni e quella degli Oddi. Tale battaglia si svolse nel 1495 a Passignano, dove un piccolo esercito della famiglia Oddi dovette fuggire, barche in spalla, dal castello, inseguito dalle milizie dei Baglioni e dei Della Corgna. L’ultima domenica di luglio i quattro Rioni del Paese (il Centro Storico, Il Centro Nuovo o Centro Due, l’Oliveto e il San Donato) si affrontano in una

competizione che rievoca la battaglia del 1495. Durante la settimana precedente, i Rioni organizzano taverne nelle quali i visitatori possono degustare piatti tipici del Trasimeno e intrattenersi con spettacoli e rappresentazioni storiche in costume.

Giochi de le Porte a Gualdo Tadino

A Gualdo Tadino, l’ultimo fine settimana di settembre di ogni anno, ci sono i Giochi De Le Porte, una rievocazione storica che prevede sfilate in costume medievale e giochi in piazza. In questi tre giorni, la cittadina si immerge interamente in un’atmosfera medievale. Le Quattro Porte, che

Il Mercato delle Gaite a Bevagna

Palio delle Barche a Passignano sul Trasimeno

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corrispondono alle porte di accesso presenti nella città all’epoca della dominazione di Federico II di Svevia (San Benedetto, San Donato, San Facondino e San Martino), si contendono il Palio ed il privilegio di bruciare l’immagine della Bastola, la donna antica nemica di Gualdo, che secondo la leggenda incendiò la città, distruggendola. Tra i giochi per la contesa del Palio, unica nel suo genere è la corsa con i somari. Come nelle altre feste umbre, anche in questa ci sono le taverne aperte per degustare le specialità della cucina locale.

L’Umbria è ricca anche di importanti manifestazioni musicali, tra cui ricordiamo:

Umbria Jazz, il più importante festival italiano dedicato al jazz che si svolge a luglio nella città di Perugia;

il Festival dei Due Mondi, una manifestazione internazionale di musica, danza, arte, cultura e spettacolo che si svolge ogni anno a Spoleto.

Per saperne di più, consulta il sito www.grandieventi.regioneumbria.eu

GLOSSARIO:

Borgo: centro abitato che nel passato aveva un mercato e una fortificazione �ad esempio, un castello).

Corteo storico: in molte feste, la sfilata in cui i personaggi indossano costumi e accessori di una determinata epoca storica.

Palio: dal latino pallium (mantello di lana), era un drappo di stoffa molto pregiata che in epoca medievale si dava in premio al vincitore di una gara.

Quartiere: nella città toscana di Firenze, si chiama quartiere ognuna delle quattro suddivisioni storiche della città. Altre denominazioni del quartiere sono: parte (Assisi), gaita (Bevagna), rione (Passignano sul Trasimeno e Foligno) e porta �Gualdo Tadino).

Quintana: tale denominazione deriva dal nome della quinta via dell’accampamento romano, nella quale aveva luogo l’addestramento dei soldati che, armati di lancia, andavano contro un fantoccio cercando di infilare l’anello sospeso ad una mano del fantoccio stesso.

Taverna: se in passato questa parola indicava un’osteria di basso livello, in occasione delle feste paesane di oggi la taverna è il locale, arredato in stile antico, dove si possono assaggiare e degustare i piatti tipici della cucina del posto.

Torneo: in epoca medievale, il combattimento tra cavalieri.

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Unità 4

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UNA FESTA BELLISSIMA

La settimana prossima sarà il mio compleanno; compio quattordici anni, entro nei quindici. Mi hanno chiesto quale regalo desidero: ho risposto che non voglio niente, spero solo che papà manterrà la sua promessa. Ha detto, infatti, che l’estate prossima mi manderà in villeggiatura da sola o con Fabio. Avrò la possibilità di scegliere la mia vacanza: forse potrò partecipare ad un viaggio organizzato, forse andrò in un campeggio all’estero, sicuramente vedrò un po’ di mondo. Non ho chiesto altro.Se mi regaleranno un vestito elegante sarò felice, perché alla mia festa non mi presenterò in blue-jeans, ma vorrò essere affascinante da sbalordire tutti.Organizzerò la festa come voglio io: anche la nonna mi aiuterà, preparerà il rinfresco e pagherà le bevande. Sarà un ricevimento meraviglioso e sceglierò gli invitati uno per uno.Inviterò anche Settimio e la professoressa Giglioli: non li dimenticherò mai, sono stati i miei consiglieri a scuola.Naturalmente verrà anche Alberto, perché sinceramente mi piace, ma anche perché mi ha aiutata a diventare una studentessa che ragiona e critica anche la scuola quando è necessario.La mia festa, perciò, sarà un po’ particolare e dovranno esserci anche i miei genitori perché vorrò avere vicino tutte quelle persone che mi hanno dato qualcosa, una dimensione, insomma.Sarà un giorno bellissimo, il compleanno più importante della mia vita, perché ho deciso: da quel giorno sarò una donna vera, completa.

da “Marta quasi donna” di Marcello Argilli

Piccola biografia dell’Autore

Marcello Argilli è nato e vive a Roma. Ha pubblicato una quarantina di libri, tradotti in 18 lingue. Ha diretto e dirige pubblicazioni di vario genere.

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Unità 4 Rispondi alle domande

1) Quanti anni compirà la ragazza? _________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

2) Quali regali desidera ricevere? ___________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

3) Che tipo di vacanza sceglierà per l’estate prossima? __________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

4) Come organizzerà la festa del suo compleanno e chi inviterà? __________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

5) Perché questa festa sarà particolare? ______________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

6) Per quale motivo la ragazza definisce questo compleanno come il più importante della sua vita? ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

Completa con il futuro semplice e composto

Dopo che __________________ (dare) gli esami, io _________________ (partire) per le vacanze con i miei amici. Noi __________________ (andare) per la prima volta in campeggio in Toscana. Appena che ����������������� �sistemare) la tenda Mario e Luca ����������������� �pensare) a fare la spesa, Simona e Gianni ������������������ �portare) i documenti alla direzione del campeggio, io invece __________________ (rimanere) a controllare tutti i nostri bagagli.

➧ PROVA DI COMPRENSIONE

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QUANDO LA TV ERA IL FOCOLARE

Mentre resto comodamente seduto in poltrona, da circa due settimane me ne vado in giro per il mondo. È perché ho installato sul terrazzo un’antenna parabolica: e basta fare zapping per ritrovarsi in Inghilterra, Polonia, Stati Uniti, Giappone...In queste due settimane ho scoperto molte cose interessanti. Per esempio che molti popoli del mondo non sono affatto come si pensa, ma sono persone come noi e con le nostre stesse abitudini. Molti di loro parlano bene l’inglese e conoscono alcune parole italiane.Lunedì, mentre guardavo un documentario sugli Arabi, mi è sembrato che uno sceicco avesse detto “pummarola ’ncoppa”.Sì, si apprendono molte cose con la parabolica, ma alla fine, con più di trecento canali, ti gira la testa e finisci col rimpiangere la televisione degli anni Sessanta.Allora c’erano solo due canali e pure la scelta era limitata, non ti alzavi mai scontento dalla sedia, anzi.Noi fummo tra i primi ad acquistare un televisore (benché non avessimo un becco di un quattrino, ma questo è il bello dei napoletani; come facciano a campare non si sa, ma campano), intorno al 1957.Dal piano di sopra scendeva la famiglia Criscuolo, padre madre e tre figli, vestiti degli abiti migliori �si fa per dire), e ci chiedeva la cortesia di assistere ai programmi. In cambio portavano biscotti fatti in casa.Il televisore, messo su una specie di trespolo, riempiva della sua presenza tutta la stanza: e noi ci si accostava come ad un oggetto sacro. Il numero delle sedie non era sufficiente ad accogliere gli ospiti, ed il signor Criscuolo ne portava per sé e per i suoi.Dopo che ci eravamo seduti si creava l’atmosfera per vedere la televisione. Si scopriva l’apparecchio che era sempre ben protetto, si chiudevano tutte le finestre e si faceva un silenzio totale.Certi programmi chi li dimentica più?L’indomani di mattino �quando la TV non trasmetteva) se ne parlava per ore, in famiglia, dal bottegaio, tra amici.È vero, con Rai Sat li posso rivedere, ma la famiglia Criscuolo non scende più da noi (e noi, noi tutti non ci siamo più), al posto delle sedie ci sono poltrone e, soprattutto, invece di otto, ho cinquant’anni. Dio, che tristezza nel cuore...!

da: “La Nazione”, Le storie del maestro

Unità 5

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Rispondi alle domande

1) L’autore dell’articolo quale scoperta ha fatto nelle ultime settimane? ___________________ __________________________________________________________________________ 2) In che modo va in giro per il mondo? ____________________________________________ __________________________________________________________________________

3) Perché rimpiange la TV degli anni Sessanta? ______________________________________ __________________________________________________________________________ 4) Chi era la famiglia Criscuolo? __________________________________________________ __________________________________________________________________________ 5) Quali considerazioni fa lo scrittore alla fine dell’articolo? ____________________________ __________________________________________________________________________

Indica se l’affermazione è V (Vera) o F (Fasa) VERO FALSO

1) L’autore in queste ultime settimane viaggia molto in macchina.

2) La televisione gli ha permesso di scoprire cose interessanti.

3) In certi momenti il giornalista rimpiange le trasmissioni del passato.

4) Anche i suoi vicini di casa negli anni Sessanta avevano la televisione.

5) Mentre guardavano la TV facevano un grande rumore.

6) Il giornalista è soddisfatto dei cambiamenti avvenuti.

➧ PROVA DI COMPRENSIONE

Unità 5

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Unità 6

IL BICChIERE INFRANGIBILE

Io e mia moglie siamo due tipi economici. Invece, Marcello è completamente diverso da noi, ha tre anni. È capace di prendere un bicchiere e lasciarlo cadere tranquillamente per terra, senza preoccuparsi dei soldi che costa. Abbiamo provato a dargliene uno di plastica, ma non beve se non ha un bicchiere come i nostri. Allora, dopo che Marcello ha rotto tutto il servizio, abbiamo deciso di comprargli un bicchiere infrangibile.La cosa non è stata facile; ma dopo molte ricerche ho potuto trovarne uno e l’ho portato a casa. Era identico ai nostri bicchieri.Tutto è andato liscio fino a quando mia moglie è venuta a chiamarmi e mi ha detto:− Devo apparecchiare la tavola. Per favore, qual è il bicchiere infrangibile? –L�aveva messo insieme agli altri ed ora erano tutti perfettamente uguali.Ci siamo messi ad esaminare tutti i bicchieri. Alla fine mia moglie ha detto: – Mi pare questo. –− Umh – ho detto – a me pare piuttosto ques�altro. –Mia moglie, per provare che quello era il bicchiere infrangibile, l�ha lasciato cadere per terra. Il bicchiere si è rotto.− Ma non è nemmeno il tuo – ha gridato mia moglie che cominciava ad arrabbiarsi.− Ah, non è questo? – ho gridato. E giù il bicchiere per terra. Appena finito a terra, è andato in mille pezzi.Ormai ci eravamo accaniti nella ricerca. Afferravamo i bicchieri a caso e al grido di “È questo!” li buttavamo per terra. Si rompevano tutti.Quando erano rimasti solo due bicchieri, dissi:− È chiaro che il bicchiere infrangibile è uno di questi due. Buttiamone per terra uno solo: se si rompe vuol dire che quello infrangibile è l�altro. – Provammo. Quello infrangibile era l�altro. Finalmente si sapeva. Mettemmo il bicchiere infrangibile al sicuro, mentre Marcello se la rideva più felice che mai.

da “Manuale di conversazione”, di Achille Campanile

Piccola biografia dell'Autore

Achille Campanile (Roma 1900-1977) è stato uno dei maggiori umoristi della letteratura italiana contemporanea. I suoi romanzi e i suoi racconti mettono in evidenza i piccoli difetti dell'Italia e degli Italiani. Le sue opere più importanti sono: Manuale di conversazione; Gli asparagi e l'Immortalità dell’anima.

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VERO FALSO

1) Marcello non beve se non ha un bicchiere uguale a quello dei suoi genitori.

2) Il bicchiere di Marcello è diverso dagli altri.

3) La moglie, quando vede il bicchiere rotto, mantiene la calma.

4) Tutti i bicchieri che buttavano a terra si rompevano subito.

5) Il bicchiere che non si rompe è infrangibile.6) Mentre i genitori ricercano il bicchiere infrangibile il bambino piange.

Completa le affermazioni

1) Marito e moglie sono _________________________________________________________ __________________________________________________________________________

2) I genitori hanno dato a Marcello un bicchiere di plastica ma lui _______________________ __________________________________________________________________________

3) Dopo che Marcello ha rotto tutto un servizio i suoi genitori hanno deciso ________________ __________________________________________________________________________

4) Il bicchiere era uguale agli altri che c’erano in casa e perciò __________________________ __________________________________________________________________________

5) Per ricercare il bicchiere infrangibile la mamma comincia a __________________________ __________________________________________________________________________

6) Alla fine ne restano due e per trovare il bicchiere infrangibile bisogna __________________ __________________________________________________________________________

Inserisci i pronomi necessari

Marcello è un bambino vivace ��� ha un comportamento da grande: a tavola non vuole il bicchiere di plastica, ma ___ vuole di vetro. I genitori per accontentar___ hanno deciso di comprar___ infrangibile. ___ hanno comprato uno identico ai loro bicchieri. Un giorno però la mamma ___ mescola mentre ��� mette in tavola e ���� sembrano tutti uguali. Chiama allora suo marito e ��� chiede aiuto. Lui ��� suggerisce di buttar��� un po’ a terra. Alla fine ��� restano solo due, l’infrangibile è quello che non si rompe!

➧ PROVA DI COMPRENSIONE

Unità 6Indica se l’affermazione è V (Vera) o F (Falsa)

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ROSSO MALPELO

Malpelo si chiamava così, perché aveva i capelli rossi, perché era un ragazzo malizioso e cattivo. Alla cava della rena rossa, dove lavorava, lo chiamavano Malpelo, e persino sua madre aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo. Egli aveva davvero una brutta faccia. A mezzogiorno, mentre tutti gli altri operai si mangiavano la loro minestra, andava a nascondersi per mangiare un po’ di pane scuro, come fanno le bestie, e tutti lo prendevano in giro e gli tiravano dei sassi, finché il sorvegliante lo rimandava al lavoro con una pedata.Malpelo era sempre cencioso e sporco. Lo tenevano lì per carità, perché suo padre Misciu era morto in quella stessa cava, di sabato, mentre con Malpelo terminava un lavoro straordinario per guadagnare qualche lira più dei suoi compagni. Loro infatti se ne erano andati, ma avevano raccomandato a Misciu di fare attenzione perché poteva rischiare di essere travolto dalla sabbia che stava estraendo. E così purtroppo accadde. Dopo qualche giorno dalla morte del padre, Rosso Malpelo tornò a lavorare, ma sembrava che il diavolo gli fosse entrato in corpo. Con gli altri ragazzi della cava spesso era crudele e pareva che si volesse vendicare sui deboli di tutto il male che lui e suo padre avevano ricevuto dagli altri.Il sabato sera, appena arrivava a casa con quel visaccio imbrattato di lentiggini e di rena rossa e con i vestiti sporchi e cenciosi, non trovava mai un’accoglienza affettuosa. Infatti la sorella e la madre si vergognavano di lui. Malpelo allora andava a rifugiarsi sul suo saccone come un cane malato.La domenica, mentre tutti i ragazzi della sua età si mettevano i vestiti puliti per la Messa e passavano il tempo insieme, il suo unico divertimento era andare in giro per i campi, dare la caccia alle lucertole e infastidire altre povere bestie che non gli avevano fatto nulla.

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Unità 7

Piccola biografia dell’Autore

Giovanni Verga (Catania 1840 – 1922), caposcuola della corrente letteraria “verista”, nelle sue opere descrive la sofferenza della povera gente del Meridione. Nel 1874 pubblicò “Nedda”, con la quale lo scrittore inaugurò il genere della “novella”.Fra i suoi romanzi ricordiamo: Mastro don Gesualdo e I Malavoglia. In quest’ultimo descrive la dura vita di una famiglia di pescatori che vuole cambiare condizione sociale.

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Malpelo veniva fuori dalla cava solo il sabato sera perché doveva portare a sua madre la paga della settimana. Certamente egli avrebbe preferito fare un altro lavoro, ma quello era stato il mestiere di suo padre e lo doveva continuare. Aveva anche ereditato gli attrezzi e se ne serviva sebbene fossero troppo pesanti per la sua età. Anche lui, come suo padre Misciu, lasciò la pelle nella cava, mentre stava esplorando una nuova via di collegamento.Questo era un lavoro in cui nessun padre di famiglia voleva avventurarsi, per la paura di perdersi e di morire lì. Tutti pensarono subito a Malpelo, che tanto non aveva nulla da perdere.Il ragazzo così prese gli arnesi di suo padre e si avventurò all’interno della cava... Di lui non si seppe più nulla.

da “Vita dei campi” di Giovanni Verga

Rispondi alle domande

1) Perché il protagonista si chiamava Malpelo? ________________________________________ ___________________________________________________________________________

2) Dove lavorava? _______________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

3) Che cosa era accaduto a suo padre? _______________________________________________ ___________________________________________________________________________

4) Quale fu la reazione di Malpelo alla morte del padre? ________________________________ ___________________________________________________________________________

5) Cosa faceva Malpelo durante il fine settimana? ______________________________________ ___________________________________________________________________________

6) Quale fu la fine di Malpelo? _____________________________________________________ ___________________________________________________________________________

Prova a descrivere, cone le informazioni del testo, l’aspetto fisico ed il carattere di Rosso Malpelo

• Aspetto fisico• Carattere

➧ PROVA DI COMPRENSIONE

Unità 7

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Unità 8

Leggi il testoLE COSE VECChIE

Lei aveva l’abitudine – e ancora non l’ha persa – di conservare ogni cosa, piccola o grande, importante o da nulla. Sono decenni che raccoglie roba, per un eventuale uso futuro, e miracolosamente riesce a mantenere ordine in quel suo immenso deposito di cose vecchie. È sempre lei che ha tutto quello che serve in ogni occasione; raccoglie tutto anche ciò che gli altri – io per esempio – buttano via e che invece vorrebbero avere in particolari occasioni.Più di una volta mi è capitato di cercare qualcosa, un libro, un avanzo di stoffa, una fotografia, che non ricordavo di aver buttato: ed ecco che lei li tirava fuori dal suo inesauribile archivio. Ha tenuto i giocattoli che avevamo da piccole, e sono belli a rivederli adesso, quasi più belli di quelli di oggi.Io invece ho buttato le lettere, le fotografie, gli oggetti, le cose che ci circondavano. Tre volte ho cambiato casa e ogni volta ho buttato via tante cose inutili. A volte mentre gettavo mi rendevo conto che stavo gettando qualcosa che forse avrei ricercato, qualcosa a cui ero legata.Oggi invece qualcuna di quelle cose da nulla mi manca. Una cornice di velluto blu con le foto dei miei bambini piccoli, che mio padre ha tenuto per anni sul comodino.Era rovinata, senza più la gambetta che teneva in piedi: in un primo tempo ho conservato le foto, poi sono sparite, le devo aver gettate. O anche un piccolo nécessaire per il cucito, molto vecchio, a forma di uovo. L’ho buttato perché mi sembrava brutto e inutile. Ora mi manca.

da “Di buona famiglia”, di Isabella Bossi Fedrigotti

Piccola biografia dell’Autore

Isabella Bossi Fedrigotti è nata a Rovereto. È inviata speciale del “Corriere della Sera”. Pubblica, nel 1991 il romanzo Di buona famiglia, che vince il premio “Campiello”. Il libro viene pubblicano in tedesco, spagnolo, francese, olandese e greco. Tra le opere pubblicate: Magazzino vita (1996), Il catalogo delle anime (1996), Il primo figlio (2008), I vestiti delle donne (2012).

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CONOSCERE L’ITALIA

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Rispondi alle domande

1) Che tipo di persona descrive la scrittrice? __________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

2) In certe occasioni l’autrice del testo cosa vorrebbe avere? _____________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ 3) Tra le cose buttate via, quali l’autrice desidererebbe ancora avere? ______________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

Completa con il condizionale composto le battute dei brevi dialoghi

Lucia: Perché non sei venuto al cinema con noi?Luca: Ci ��������� �venire) volentieri, ma avevo già visto quel film.

Paolo: Hai superato l’esame?Lucia: No, ma con un po’ di fortuna l’�������� �superare) sicuramente.

Mamma: Ragazzi, avete comprato quelle scarpe che erano in saldo?Ragazzi: L’����� �comprare), ma non avevamo i soldi.

Fabio: Signora, ha telefonato ad Antonio?Signora: L’������ �chiamare), ma ho saputo che è in vacanza.

➧ PROVA DI COMPRENSIONE

Unità 8

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MISERIA

In quei tempi ero povero. Non mi importava di andare vestito con gli abiti vecchi e rotti del babbo, né di camminare con scarpe troppo strette.Le gioie della mia vita erano piuttosto rare e modeste: una volta l’anno andavo a teatro e una domenica l’anno a mangiare in campagna, sempre al solito posto.Questa vita di poveri borghesi non mi faceva soffrire che per la mancanza di denari vivi e suonanti, di denari miei da poter spendere come piaceva a me.I ragazzi della mia età, che avevano il babbo benestante, e la mamma pietosa, sciupavano molti soldi per giocattoli, paste, frutta e divertimenti vari. Eppure io avevo bisogno di denaro più degli altri, perché desideravo comprare libri, giornali, carta da scrivere, penne ed inchiostro.Mio padre non poteva darmi nulla, durava fatica a mantenere tutti noi.Come fare dunque?Ricorsi a più mezzi: prima di tutto all’economia. Ogni settimana riuscivo a risparmiare un po’ di soldi, con i quali compravo un libro e tre quaderni. La mamma era più misericordiosa del babbo, aveva capito la mia passione e, con grossi sacrifici, trovava il modo di darmi due o tre mila lire per settimana.Altro mezzo era il piccolo furto domestico. A volte, mentre il babbo dormiva, riuscivo ad acchiappare qualche soldo nel taschino della sua giacca appesa ad un attaccapanni.Mi gridavano, ma era tanto il conforto di quei soldi nascosti! Ricordo sempre con orgoglio le umiliazioni di quegli anni e non mi lamento di quella miseria. La felicità della mia vita mi avrebbe fatto, forse, più vigliacco, meno appassionato, e, alla fine, più povero.

da “Un uomo finito” di G. Papini

➧ PROVA DI COMPRENSIONE

Unità 9

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Rispondi alle seguenti domande

1) Quale era la condizione sociale dello scrittore, da ragazzo?

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2) Quali erano le gioie più importanti della sua vita?3) Cosa facevano i ragazzi della sua età?4) Perché lui aveva bisogno di soldi?5) In che modo riusciva a procurarsi un po’ di denaro?6) Come era sua madre?

Trova il contrario delle seguenti parole

Povero ________________________________________________________________________Raro __________________________________________________________________________Modesto_______________________________________________________________________Comprare ______________________________________________________________________Spendere ______________________________________________________________________Acchiappare ___________________________________________________________________

Spiega il significato delle espressioni che seguono

1) Mantenere una famiglia. _______________________________________________________2) Mantenere in ordine una casa. ___________________________________________________3) Mantenere il posto di lavoro. ____________________________________________________4) Mantenere una promessa. _______________________________________________________

Spiega cosa vuol dire lo scrittore con la frase: “La facilità della mia vita mi avrebbe fatto, forse, più vigliacco, meno appassionato e, alla fine, più povero”. ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

Prova a descrivere i sentimenti che lo scrittore provava quando era ancora ragazzo. ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

Unità 9

Piccola biografia dell’Autore

Giovanni Papini (Firenze 1881 - Firenze 1956) è un importante scrittore e poeta italiano del primo Novecento. Fondò le riviste Leonardo e Lacerba. Tra le sue opere più note: l’autobiografia Un uomo finito, il saggio Stroncature, le prose liriche Giorni di festa (1918).

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FABBRICA E SOLITUDINE

Emma lavorava in fabbrica, in mezzo agli altri, come da sola.Non aveva amicizie intorno. Dentro la sua officina il rumore le impediva di parlare, almeno che non strillasse. Lo stabilimento era grande, e occupava alcune strade così da formare un quartiere estremo della città. Questo non aiutava a conoscere la gente: entravano per lontane portinerie, come se ogni gruppo si perdesse in uno stabilimento diverso. Emma ogni mattina si ritrovava davanti alla sua macchina, in fila con le altre. Stavano strette; dietro si ammassavano altre macchine del reparto, uomini e donne, davanti c’era una corsia e la continuazione dell’officina a perdita d’occhio. Metteva un pezzo nell’attrezzo, azionava la leva, l’operazione si compiva in pochi secondi. Un altro pezzo. Così seduta passava la sua giornata. Intorno l’officina rombava col suo rumore compatto. Nei primi tempi Emma fu eccitata dal rumore; poi intontita; alla fine vi fece l’abitudine, diventando un po’ sorda, di orecchie, di corpo e di anima. Aveva assorbito il rumore come una spugna piena. Né prima né dopo capì che cosa accadesse intorno a sé nella distesa di macchine, attraverso la bassa selva dei reparti.Certo nessuno glielo spiegò mai: l’avevano portata al suo posto di peso.Dopo alcune settimane, oltre al suo conosceva qualche altro angolo, ma per caso. Ogni macchina veniva alimentata da un cavo elettrico pendente dal soffitto. Del resto molte operaie, sedute sul seggiolino, si sentivano chiuse dopo anni in mezzo a un bosco intricato dove ognuno bada a se stesso o al massimo ai propri vicini.

da “Tempi stretti” di Ottiero Ottieri

Rispondi alle seguenti domande

1) Dove lavorava Emma?2) Come era lo stabilimento?3) Era possibile fare delle amicizie all’interno di quella fabbrica?

➧ LAVORIAMO SUL TESTO

Unità 10

Leggi il testo

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4) Come si svolgeva la giornata lavorativa della donna?5) Era soddisfatta del suo lavoro?6) Come si sentivano le altre operaie in quel posto di lavoro?

Riassumi il brano completando le seguenti frasi

1) Emma lavorava ______________________________________________________________2) L’officina era ________________________________________________________________3) Ogni mattina ________________________________________________________________4) Il suo lavoro ________________________________________________________________ 5) Le operaie di quella fabbrica ___________________________________________________

Ricerca tutte le espressioni con le quali l’autore indica “il posto di lavoro di Emma” ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

Scrivi i sinonimi dei corrispondenti verbi:

Strillare ______________________________________________________________________Ammassarsi ___________________________________________________________________Rombare _____________________________________________________________________Accadere _____________________________________________________________________Passare il tempo _______________________________________________________________

Cambia nella forma attiva le seguenti frasi

1) Nei primi tempi Emma fu eccitata dal rumore. _____________________________________2) Era stata portata al suo posto di peso. ____________________________________________3) Ogni macchina veniva alimentata da un cavo elettrico. ______________________________

Spiega il significato delle seguenti espressioni

1) Alla fine vi fece l’abitudine, diventando un po’ sorda di orecchie, di corpo e di animo. ______ __________________________________________________________________________2) Aveva assorbito il rumore come una spugna. ______________________________________3) L’avevano portata al suo posto di peso. ___________________________________________

Unità 10

Piccola biografia dell’autore

Ottiero Ottieri (Roma 1924-Milanp 2002) è stato uno scrittore italiano e un sociologo. Tra le sue opere: Tempi stretti (1957); Una irata sensazione di peggioramento (2002).

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Leggi questo breve testo e rispondi alle domande

1) Come è definito nel testo “lo specchio”? ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________

2) Perché l’autore definisce così lo specchio? ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________

3) Quale è il limite riconosciuto “all’apparenza”? ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________

4) Che cosa dovrebbe rispecchiare l’immagine? ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________

5) In che modo una persona deve “dimostrare chi è”? ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________

Unità 11

Senza titolo-2 1 14/10/14 11:42

Viene il giorno che ti guardi allo specchio e sei diverso da come ti aspettavi. Sì, perché lo specchio è la forma più crudele di verità. Non appari come sei veramente. Vorresti che la tua immagine corrispondesse a chi sei dentro e gli altri, vedendoti, potessero riconoscere subito se sei uno sincero, generoso, simpatico... invece ci vogliono sempre le parole o i fatti. È necessario dimostrare chi sei. Sarebbe bello doversi limitare a mostrarlo. Sarebbe tutto più semplice.

da Bianca come il latte rossa come il sangue, di A. D’Avenia

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Unità 11 Unità 12

BIANCA E ROSABIANCA

C’erano, nel banco davanti a me, due bambine, che si chiamavano Bianca e Rosabianca; io le chiamavo sempre per nome. Erano molto amiche, sembravano infischiarsi di tutte le altre. Bianca era piccola, con un viso tondo e due lunghe trecce castane; e a volte, quando il professore spiegava, alzava la mano e diceva con voce nasale: “Non ho capito”, cosa che io trovavo fastidiosa. Rosabianca era alta, timida con le gonne a pieghe un po’ troppo lunghe, con gli occhi a mandorla e con un profilo come avevano gli egiziani nelle illustrazioni del nostro libro di storia; aveva i capelli neri, tagliati da maschio. Siccome mia madre conosceva sua madre, mi sembrava d’aver diritto alla sua amicizia, e per conseguenza anche dell’amicizia di quell’altra; invece non avevano l’aria di voler fare amicizia con me. Anzi mi prendevano in giro.Dal mio banco, un giorno ho visto che Rosabianca aveva disegnato un asino, e sotto aveva scritto: “Quell’asino di...” e lo mostrava alla sua amica; e l’altra dove c’erano quei puntini, aveva scritto una parola che mi sembrava il mio cognome.Nell’intervallo, chiedevo se ero io quell’asino del disegno e perché. Non mi rispondevano: si guardavano e ridevano. Soffocavano gran risate nei fazzoletti. Alle loro risate, io non riuscivo a opporre che la mia immensa serietà.Invidiavo la loro amicizia disperatamente. Insieme alla malinconia, era nata in me anche l’invidia; sentivo invidia per tutti. Le uniche persone che non invidiavo erano i miei genitori.Rosabianca aveva spesso l’influenza, e faceva lunghe assenze da scuola. La invidiavo. Essere di salute delicata, e ammalarsi spesso, era il sogno della mia vita; sia perché la febbre significava non andare a scuola, e perché avere una salute delicata mi sembrava una cosa poetica, seducente e gentile.

da “Luna Palidassi” di Natalia Ginzburg

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Piccola biografia dell’Autore

Natalia Levi Ginzburg è nata a Palermo nel 1916. Nel 1938 sposa Leone Ginzburg e va a vivere in Abruzzo dove scrive il suo primo romanzo La strada che va in città (1942). Altre opere importanti sono: Lessico familiare (1963), Valentino (racconti) (1957) e una serie di testi teatrali. Muore a Roma nel 1991.

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VERO FALSO

1) Bianca era alta e aveva i capelli corti.

2) Rosabianca sembrava un’egiziana.

3) Le due bambine erano amiche tra loro.

4) L’autrice era molto amica delle due bambine.

5) Rosabianca aveva fatto un disegno con molti animali.

Rispondi alle domande

1) Perché l’autrice voleva essere amica di Rosabianca? __________________________________ ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________

2) Un giorno a scuola cosa hanno fatto le bambine? ____________________________________ ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________

3) Perché l’autrice invidiava l’amicizia di Bianca e Rosabianca? __________________________ ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________

4) Cosa significava per l’autrice stare spesso male? ____________________________________ ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________

➧ LAVORIAMO SUL TESTO

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Indica se l’affermazione è V o F Unità 13

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IL TRENO hA FISChIATO

Non avevo mai veduto un uomo vivere come il Belluca.Ero suo vicino di casa, e non io soltanto, ma tutti gli altri inquilini della casa si domandavano come quell’uomo potesse resistere in quelle condizioni di vita.Viveva con tre donne cieche, la moglie, la suocera e la sorella della suocera. Tutte e tre volevano essere servite. Strillavano dalla mattina alla sera perché nessuno le serviva. Aveva poi due figlie, vedove, che vivevano in casa sua, l’una con quattro, l’altra con tre figli. Le figlie non aiutavano in casa, non avevano né voglia né tempo.Belluca guadagnava poco, troppo poco per sfamare tutte quelle bocche. Perciò si procurava altro lavoro da svolgere la sera a casa: carte da ricopiare. E ricopiava tra gli strilli indiavolati.Litigi furibondi, inseguimenti, mobili rovesciati, pianti, urli, tonfi, perché qualcuno dei ragazzi, al buio, scappava e andava a cacciarsi fra le donne.Alla fine si faceva silenzio e Belluca poteva continuare a ricopiare fino a tarda notte, finché non gli cadeva di mano e gli occhi non si chiudevano da soli.Andava allora a buttarsi, spesso vestito, su un divanaccio, e subito sprofondava in un sonno di piombo. La mattina si svegliava più stanco che mai.Ebbene, in queste condizioni a Belluca era accaduto un fatto stranissimo.Me lo raccontò egli stesso per filo e per segno quando l’andai a trovare all’ospedale. Rideva dei medici e degli infermieri e di tutti i suoi colleghi che lo credevano impazzito.− Magari! - diceva – Magari!Signori, Belluca s�era dimenticato da tanti e tanti anni, ma proprio dimenticato, che il mondo esisteva.Due sere prima, buttandosi stremato a dormire su quel divanaccio, forse per l�eccessiva stanchezza, insolitamente, non gli era riuscito di addormentarsi subito, E, d�improvviso, nel silenzio profondo della notte, aveva sentito, da lontano, fischiare un treno.Gli era parso che gli orecchi, dopo tanti anni, chi sa come, gli si fossero aperti.E con quel treno era partito verso ricordi lontani, molto lontani... Firenze, Bologna, Torino, Venezia... tante città, in cui egli da giovane era stato e che ancora esistevano, sfavillando di luci. Sì, Belluca conosceva la vita che si viveva in quei posti. Poi, in quella sua casa, la vita si era chiusa per lui... casa e ufficio... ufficio e casa... miseria e carte... che si prendevano gioco di lui. Nient�altro! Ecco, ora

Unità 13

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pensava a tutte le persone – ed erano milioni – che sulla terra vivevano diversamente da come viveva lui. Lui era lì a soffrire ma nello stesso tempo c�erano le montagne nevose che si levavano verso il cielo azzurro... Sì, sì, le vedeva, le vedeva così... c�erano gli oceani... le foreste...Mi spiegò che il giorno prima in ufficio era ubriaco di tutte queste storie. Gli bastava essersi ubriacato! Ora non voleva nulla di più. Voleva solo chiedere scusa al capoufficio e riprendere il suo posto di lavoro.Ma il capoufficio, d�ora in poi, non poteva pretendere da lui quello che aveva preteso nel passato. Doveva concedergli, tra una carta e l�altra, tra un registro e l�altro, qualche capatina in Siberia... oppure... nelle foreste del Congo. Ormai il treno aveva fischiato!

da “Novelle per un anno” di Luigi Pirandello

Rispondi alle domande

1) Come e con chi viveva Belluca? _________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ 2) Quale lavoro svolgeva? ________________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

3) Perché finisce in ospedale? _____________________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

4) Che cosa gli era accaduto prima di entrare in ospedale? _______________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

5) Che cosa vuole in futuro dal capoufficio? __________________________________________ ___________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________

➧ PROVA DI COMPRENSIONE

Piccola biografia dell’Autore

Luigi Pirandello (Agrigento, 1867 – Roma, 1936), famoso scrittore siciliano (premio Nobel nel 1934 per la letteratura), è il più grande drammaturgo del nostro Novecento. Ricordiamo alcune sue opere: Novelle per un anno, Il fu Mattia Pascal, Sei personaggi in cerca di autore.

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VITA DI CAFONI A FONTAMARA

Fontamara, somiglia, per molti lati, a ogni villaggio meridionale il quale sia un po’ fuori mano, tra il piano e la montagna, fuori delle vie del traffico, quindi un po’ più arretrato e misero e abbandonato degli altri...A chi sale a Fontamara dal piano del Fucino il villaggio appare disposto sul fianco della montagna grigia brulla e arida come su una gradinata. Dal piano sono ben visibili le porte e le finestre della maggior parte della case: un centinaio di casucce quasi tutte a un piano, irregolari, informi, annerite dal tempo e sgretolate dal vento, dalla pioggia, dagli incendi, coi tetti malcoperti da tegole e rottami d’ogni sorta.La maggior parte di quelle catapecchie non hanno che un’apertura che serve da porta, da finestra e da camino. Nell’interno, per lo più senza pavimento, con i muri a secco, abitano, dormono, mangiano, procreano, talvolta nello stesso vano, gli uomini, le donne, i loro figli, le capre, le galline, i porci, gli asini. Fanno eccezione una decina di case di piccoli proprietari e un antico palazzo ora disabitato, quasi cadente.La parte superiore di Fontamara è dominata dalla chiesa col campanile e da una piazzetta a terrazzo, alla quale si arriva per una via ripida che attraversa l’intero abitato, e che è l’unica via dove possano transitare i carri. Ai fianchi di questa sono stretti vicoli laterali, per lo più a scale, scoscesi, brevi, coi tetti delle case che quasi toccano e lasciano appena scorgere il cielo.[…] I più fortunati tra i cafoni di Fontamara possiedono un asino, talvolta un mulo. Arrivati all’autunno, dopo aver pagato a stento i debiti dell’anno precedente, essi devono cercare in prestito quel poco di patate, di fagioli, di cipolle, di farina di granoturco, che serva per non morire di fame durante l’inverno. La maggior parte di essi trascinano così la vita come una pesante catena di piccoli debiti per sfamarsi e di fatiche estenuanti per pagarli.Quando il raccolto è eccezionalmente buono e frutta guadagni imprevisti, questi servono regolarmente per le liti. Perché bisogna sapere che a Fontamara non vi sono due famiglie che non siano parenti: nei villaggi di montagna, in genere, tutti finiscono con l’essere parenti; tutte le famiglie, anche le più povere, hanno interessi da spartire tra di loro, e in mancanza di beni hanno da spartirsi la miseria; a Fontamara perciò non c’è famiglia che non abbia qualche lite. […] Ho vissuto in quella contrada i primi vent’anni della mia vita e altro non saprei dirvi.

Unità 14

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Per vent’anni il solito cielo circoscritto dall’anfiteatro delle montagne che serrano il Feudo come una barriera senza uscita; per vent’anni la solita terra, le solite piogge, il solito vento, la solita neve, le solite feste, i soliti cibi, le solite angustie, le solite pene, la solita miseria: la miseria ricevuta dai padri, che l’avevano ereditata dai nonni, e contro la quale il lavoro onesto non è mai servito proprio a niente. Le ingiustizie più crudeli vi erano così antiche da aver acquistato la stessa naturalezza della pioggia, del vento, della neve. La vita degli uomini, delle bestie e della terra sembrava così racchiusa in un cerchio immobile saldato dalla chiusa morsa delle montagne e dalle vicende del tempo.Saldato in un cerchio naturale, immutabile, come in una specie di ergastolo.

da “Fontamara” di Ignazio Silone

Rispondi alle seguenti domande

1) A che cosa l’autore paragona Fontamara? ________________________________________ 2) Dove è collocato il paesino? ___________________________________________________ 3) Come sono le case di Fontamara? Con quale espressioni e parole l’autore ce le descrive? __________________________________________________________________________4) Descrivete le condizioni di vita della gente di Fontamara e mettete in evidenza le espressioni usate dallo scrittore. _________________________________________________________ 5) Secondo voi quali sono le sensazioni provate dall’autore, durante la sua permanenza a Fontamara? _________________________________________________________________

Sostituisci con altre parole le espressioni in corsivo

1) Dal piano si vedevano un centinaio di casucce. ____________________________________ 2) Quelle catapecchie non hanno che un’apertura. ____________________________________ 3) È l’unica via dove possono transitare i carri. ______________________________________ 4) Ai fianchi di questa sono stretti vicoli laterali. _____________________________________ 5) I tetti lasciano scorgere il cielo._________________________________________________ 6) I cafoni di Fontamara possiedono un asino. _______________________________________

➧ LAVORIAMO SUL TESTO

Piccola biografia dell’Autore

Ignazio Silone (Pescina 1900-Ginevra 1978) è stato uno scrittore e politico italiano. Tra il 1929 e il 1930 scrisse Fontamara, il suo capolavoro letterario, in cui racconta le vicende di umili contadini (i cafoni). Tra le opere di narrativa di Silone: Un viaggio a Parigi (1934), La volpe e le camelie (1960), Severina (1971).

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LA CAMICIA DELL’UOMO CONTENTO

Un Re aveva un figlio unico e gli voleva bene come alla luce dei suoi occhi. Ma questo Principe era sempre scontento. Passava giornate intere affacciato al balcone, a guardare lontano.− Ma cosa ti manca? - gli chiedeva il Re. - Che cos�hai? -− Non lo so, padre mio, non lo so neanch�io. –Il Re provava tutti i modi per distrarlo! Ma nulla serviva e dal viso del Principe di giorno in giorno scompariva il color di rosa.Il Re chiamò da tutte le parti del mondo la gente più istruita: filosofi, dottori e professori. Gli mostrò il Principe e domandò consiglio. Quelli si ritirarono a pensare, e alla fine suggerirono al Re di cercare un uomo contento, ma contento in tutto e per tutto, e di cambiare la camicia di suo figlio con la sua.Il Re allora mandò i suoi rappresentanti per tutto il mondo a cercare l�uomo contento. Dopo un po� gli dissero che c�era un altro Re, suo vicino, proprio felice e contento: aveva una moglie bella e buona, un mucchio di figli, aveva vinto tutti i nemici in guerra, e il paese stava in pace.Subito, il Re pieno di speranza mandò gli ambasciatori a chiedergli la camicia.Il Re vicino ricevette gli ambasciatori, e disse:− Sì, sì, non mi manca nulla, peccato però che quando si hanno tante cose, poi si debba morire e lasciare tutto! Con questo pensiero, soffro tanto che non dormo alla notte! - e gli ambasciatori pensarono bene di tornarsene indietro.Per sfogare la sua disperazione, il Re andò a caccia e mentre girava tra i campi sentì una voce d�uomo che cantava una cantilena. Il Re si fermò: «Chi canta così è sicuramente contento!» e seguendo il canto vide un giovane che cantava mentre lavorava.− Buon dì, Maestà, - disse quel giovane. - Così di buon ora già in campagna? –− Benedetto te, vuoi che ti porti con me alla capitale? Sarai mio amico. –− Ahi, ahi, Maestà, no, non ci penso nemmeno, grazie. Non mi cambierei neanche col Papa. –− Ma perché, tu, un così bel giovane... –− Ma no, vi dico. Sono contento così e basta. –«Finalmente un uomo felice!» pensò il Re. − Giovane, senti: devi farmi un piacere. – − Se posso, con tutto il cuore, Maestà. –

Unità 15

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− Aspetta un momento, - e il Re, che non stava più nella pelle dalla contentezza, corse a cercare i compagni di caccia: - Venite! Venite! Mio figlio è salvo! Mio figlio è salvo! - e li porta da quel giovane. - Benedetto giovane, - dice, - ti darò tutto quello che vuoi! Ma dammi, dammi... - − Che cosa, Maestà? - − Mio figlio sta per morire! Solo tu lo puoi salvare. Vieni qua, aspetta! - e lo afferra, comincia a sbottonargli la giacca. Tutt�a un tratto si ferma, gli cascano le braccia.L�uomo contento non aveva camicia.

da “Fiabe Italiane” di Italo Calvino

VERO FALSO

1) Il Principe era sempre allegro.

2) Vennero persone istruite da tutto il mondo.

3) I filosofi dicono che il Re deve cercare un uomo sapiente e prendere la sua camicia.

4) Il vicino del Re, anche lui Re, non aveva figli.

5) Il Re nei campi vide un vecchio che cantava.

6) Il Re trova un giovane e la camicia che cercava.

Piccola biografia dell’Autore

Italo Calvino (Cuba, 1923 – Cuba, 1985), scrittore di romanzi, critico letterario e giornalista, visse in Liguria la sua giovinezza e partecipò alla Resistenza. Celebre per i suoi temi sia storici che fantastici, ha scritto – fra l’altro – Marcovaldo, Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Racconti, Fiabe all’italiana.

➧ PROVA DI COMPRENSIONE

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Indica se l’affermazione è V (Vera) o F (Falsa)

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CONOSCERE L’ITALIA

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PINOCChIO

Dopo tante disavventure ed esperienze negative, Pinocchio era diventato un burattino bravo e diligente. La mattina si alzava molto presto per andare a lavorare e guadagnare, così, quel bicchiere di latte che faceva tanto bene alla salute del suo babbo Geppetto ormai vecchio e malato. Di sera, quando vegliava, Pinocchio si esercitava a leggere e a scrivere. Aveva comprato, nel vicino paese, per pochi centesimi, un grosso libro e con quello faceva le sue letture.Fatto sta che con la sua buona volontà di lavorare e di tirare avanti riusciva a mantenere suo padre ormai malaticcio e a mettere da parte quaranta soldi per comprarsi un vestito nuovo, che, però, non comprava mai.Una notte mentre dormiva gli parve di vedere in sogno la Fata, tutta bella e sorridente, la quale, dopo avergli dato un bacio gli disse così: «Bravo, Pinocchio! Grazie al tuo buon cuore io ti perdono tutte le birichinate che hai fatto fino ad oggi. I ragazzi, che assistono amorosamente i propri genitori nelle miserie e nelle loro infermità, meritano sempre gran lode e grande affetto, ...» Metti giudizio per l’avvenire e sarai felice. A questo punto il sogno finì e Pinocchio si svegliò con tanto d’occhi spalancati... e si accorse che non era più un burattino di legno, ma che era diventato, invece, un ragazzo come tutti gli altri. Dette un’occhiata intorno e, invece delle solite pareti di paglia della capanna, vide una bella cameretta ammobiliata con una semplicità quasi elegante. Saltò giù dal letto e trovò preparato un bel vestiario nuovo e un paio di stivaletti di pelle...In mezzo a tutte queste meraviglie, Pinocchio non sapeva più nemmeno lui se era sveglio o se sognava a occhi aperti.

da “Pinocchio” di C. Collodi

Unità 16

Leggi il testo

Piccola biografia dell’Autore

Carlo Collodi (Firenze, 1826 – 1890), si chiamava in realtà Lorenzini ma prese lo pseudonimo dal paese natio della madre: Collodi. Ebbe grande successo con le sue opere per l’infanzia: Le avventure di Pinocchio e Storia di un burattino.

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Maria Teresa Frattegiani | Valentina Gigliarelli | Beatrice Marinelli

Rispondi alle domande

1) Quale cambiamento aveva fatto Pinocchio? ______________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________2) Come era la sua giornata? ____________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________3) Quali trasformazioni c’erano state in Geppetto? ___________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________4) Che cosa accadde una notte? __________________________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________5) Pinocchio, dopo il sogno, che cosa scoprì? _______________________________________ _________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________

Completa con i tempi al passato

Finalmente Pinocchio �������������� �diventare) un bravo burattino. Ogni giorno ������������� �andare) a lavorare e ������������� �guadagnare) i soldi per mantenere Geppetto, suo padre. Una notte ______________ (sognare) la Fata e quando ______________ (svegliarsi) _____________ (accorgersi) di non essere più un burattino, ma un bel bambino._____________ (Cominciare) a saltare e _______________ (abbracciare) il suo papà.

Trasforma dal discorso diretto al discorso indiretto

1) Pinocchio dice a Geppetto: “Bevi un po’ di latte, così starai meglio”. __________________ _________________________________________________________________________

2) La Fata disse a Pinocchio: “Se studierai, diventerai un bravo bambino”. ________________ _________________________________________________________________________

3) Geppetto disse a Pinocchio: “Sto male e sono debole ma voglio sempre aiutarti”. _________ _________________________________________________________________________

➧ PROVA DI COMPRENSIONE

➧ PROVA DI COMPETENZA

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CONOSCERE L’ITALIA

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Con i verbi forma i tre tipi di periodo ipotetico

Esempio: Mangiare Guarire

a) Se mangi, guarisci!b) Se avessi mangiato, saresti guarito.c) Se mangiassi, guariresti.

Studiare Diventare bravo

a) __________________________________________________________________________b) __________________________________________________________________________c) __________________________________________________________________________

Lavorare Guadagnare

a) __________________________________________________________________________b) __________________________________________________________________________c) __________________________________________________________________________

Leggere Imparare

a) __________________________________________________________________________ b) __________________________________________________________________________c) __________________________________________________________________________

Abbina le frasi della colonna A con quelle della colonna B

A B

1) Tirare avanti a) Ragionare con maturità

2) Sognare ad occhi aperti b) Immaginare, fantasticare

3) Mettere giudizio c) Vivere faticosamente

➧ OCChIO ALLA LINGUA!

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Maria Teresa Frattegiani | Valentina Gigliarelli | Beatrice Marinelli

Dalla storia letta risulta che la bontà può operare delle trasformazioni. Pensate che nell’epoca contemporanea tale affermazione possa essere ancora valida?______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Abbina ogni parola al suo significato

Disavventura fatto sfortunatoBurattino pupazzo o di stoffa o di legnoSoldi antica moneta europeaBirichinate azioni da bambinoVestiario insieme di capi di abbigliamento

Ricerca nel vocabolario i valori e gli usi di queste parole

Burattino ____________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Soldi _______________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Birichinate __________________________________________________________________________________________________________________________________________________

➧ PRODUZIONE SCRITTA

➧ GLOSSARIO

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CONOSCERE L’ITALIA

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UN EVENTO MONDIALE

Expo Milano 2015 è l’Esposizione Universale che l’Italia ospita dal primo maggio al 31 ottobre 2015 ed è il più grande evento mai realizzato sull’alimentazione e la nutrizione. Per sei mesi Mi-lano diventa una vetrina mon-diale in cui i Paesi mostrano il meglio delle proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e suf-

ficiente per tutti i popoli, nel rispetto del Pianeta e dei suoi equilibri. Un’area espositiva di 1,1 milioni di metri quadri, più di 140 Paesi e Organizzazioni inter-nazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi. Sono questi i numeri dell’evento internazionale. Expo Milano 2015 è l’occasione per presentare idee e soluzioni condivise sul tema dell’alimentazione, si parla di innovazioni per un futuro sostenibile. Expo Milano 2015 offre a tutti la possibilità di conoscere e assaggiare i migliori piatti del mondo e scoprire le eccellenze della tradizione agroalimentare e gastronomica di ogni Paese. Per la durata della manifestazione, la città di Milano e il Sito Espositivo sono animati da eventi artistici e musicali, convegni, spettacoli, laboratori creativi e mostre.

Da www.expo2015.it