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MENSILE DIRFIRST Settore di ruolo delle Alte Professionalità di FIRST 63 novembre/dicembre 2018 anno VIII I ncontri idee&fatti Poste Italiane Spa – Spedizione in abbonamento postale 70% – Roma – AUT. MP–AT/C/RM/AUT. 39/2006 – Prezzo copia euro 0,20 IN REGALO, LA SPERANZA

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M E N S I L E D I R F I R S TSettore di ruolo delle Alte Professionalità di FIRST

63novembre/dicembre 2018

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IN REGALO, LA SPERANZA

MIFID IINOTIZIARIO DI AGGIORNAMENTO SULLA DIRETTIVA 2014/65/UE

IN COLLABORAZIONE CON AICOM – ASSOCIAZIONE ITALIANA COMPLIANCE

LA NUOVA PUBBLICAZIONE

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Hanno collaborato a questo numeroMaurizio Arena, Cristina Attuati, Antonella Bergamasco, Andrea Biasiol, Massimo Borra, Silvio Brocchieri, Tamara De Santis, Riccardo Ferracino, Paola Ferrara, Luca Giannetta, Livio Iacovella, Elio Laganà, Nicola Lauletta, Claudio Minolfi, Giampaolo Pierno, Giuseppe Rocco, Mauro Rufini, Dante Sbarbati, Claudia Spoletini.Progetto grafico: Claudia SpoletiniStampa: Pixellando - RomaRedazione: Via Principe Amedeo 23 - 00185 RomaPeriodico telematico: Reg. Trib. Roma n. 118/2014Periodico cartaceo: Reg. Trib. Roma n. 441/2005 Iscrizione al ROC n. 13755pubblicato il 19 dicembre 2018

Anno VIII - numero 63 - novembre/dicembre 2018Editore: DirCreditoDirettore responsabile: Cristina AttuatiComitato di direzione: Maurizio Arena, Silvana Paganessi,Cristina Attuati

Incontriidee&fatti

SOMMARIO

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 3

IL PUNTOIncontro Governo-Sindacato

L’EDITORIALEIn regalo, la speranza

INTERNAZIONALEBrevi dal mondo

L’Italia incontra il mondo

SOCIETÀTante idee, ma confuse

Fluida spiegazione di un tabùLo sport, banco di prova per il lavoro

Violenza, una mostruosità antica e risaputaCinquantenni

SINDACATOAccade in azienda

POLITICAEuropa: il destino in un nome

PREVIDENZA COMPLEMENTAREFondi pensione e welfare aziendale

GALASSIA BANKITALIALa Commissione di vigilanza sui fondi pensione

Il TUF spegne 20 candeline

WELFAREBenessere organizzativo e personale

LEGALEOsservatorio sulla giustizia

Il filo d’AriannaCombattere il mobbingL’angolo delle sentenze

FINANZAI CIR, conti individuali di risparmio

Il D-Day della consulenza finanziaria in Italia

PENSIONISostenibilità del sistema pensioni

CURIOS@NDOClima, una questione di vita o di morte

Spray al peperoncinoGoogle per noi, noi e Google

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IN REGALO, LA SPERANZA

■ I L P U N TO

Il fatto del mese

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SINDACATOINCONTRO GOVERNO-SINDACATO

SI SPERA IN UN CONFRONTO CONTINUOE IN UNA INTERLOCUZIONE COSTANTE

Lo scorso 10 dicembre, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha incontrato a Palazzo Chigi Cgil, Cisl, Uil, Ugl,Confsal e Cisal."Speriamo che possa esserci una continuità nel confronto ed una interlocuzione costante con il Governo su crescitae lavoro, infrastrutture, fisco, riforma della Pa, contratti, formazione, scuola. Abbiamo bisogno di patti forti – hacommentato Annamaria Furlan, Segretaria generale Cisl – che puntino a rafforzare la crescita ed il benessere deicittadini"."La nostra piattaforma è frutto di un confronto con la nostra base associativa – prosegue Furlan – attraversomigliaia di assemblee nei luoghi di lavoro in rappresentanza di 13 milioni di persone iscritte al sindacato. Siamopreoccupati per la bassa crescita e per gli indicatori economici che dimostrano un rallentamento della ripresa dellaproduzione industriale e dell’occupazione. Rischiamo di tornare indietro. Per noi la priorità è come far ripartire iltrend economico”.Il tema delle infrastrutture “è nodale – continua Furlan – ci sono 27 miliardi di risorse disponibili e decine di operepubbliche bloccate in attesa dell'analisi costi benefici che tarda ad arrivare. Il rischio è avere migliaia di lavoratori chesi ritroveranno disoccupati se non sblocchiamo la Tav, il terzo valico, la pedemontana, o il tunnel del Brennero".“Ci aspettiamo poi un confronto sul fisco – conclude Furlan – per rafforzare i salari e le pensioni. La flat tax devepensare anche a tagliare le tasse al lavoro dipendente per stimolare i consumi. Quota 100 piace molto ai lavoratoricome possibilità in più, ma è ovvio che è una riposta parziale perché bisogna costruire una pensione di garanzia peri giovani e attivare un segnale chiaro alle donne, riconoscendo un anno di contributi per ogni figlio. La maternità è unbene comune per il Paese".

a cura della Redazione

Cosa ci riserverà come Paese, comecittadini, come lavoratori questo Na-tale? L’atmosfera non sembra partico-larmente entusiasmante e, nonostantela fatidica data si avvicini, si fa ancorafatica a cogliere quell’atmosfera dipace, condivisione e serenità che la ri-correnza, almeno nel pensiero cri-stiano, dovrebbe portare con sé. Ovunque ci giriamo – e questo è unasorta di ossimoro – non troviamo dubbi,almeno nelle manifestazioni esteriori dichi ci governa, ma certezze graniticheche, tuttavia, invece di rinfrancarci nonfanno altro che acuire le nostre paureo, peggio ancora, rafforzare il nostro di-sincanto di fronte a un Paese che, in-sieme a molti altri, è preda di una crisie di una decadenza profonde, in partecolpevolmente auto-prodotte. Le persone che incontriamo sono nellamigliore delle situazioni arrabbiate enella peggiore apatiche. Nemiche sulfronte di idee spesso inconciliabili per-ché più frutto della pancia che dellatesta, ma unite dallo stesso senso di in-soddisfazione. È sicuramente scontento, infatti, chi stamale, chi è stato spinto ai margini dallaglobalizzazione che ha creato disugua-glianza, ma è altrettanto deluso chi sela passa meglio, perché tutti vorreb-bero qualcosa in più e in molti casi nonsanno nemmeno cosa. Tuttavia, lo ri-corda molto bene Fabrizio de Andrèin una sua meravigliosa canzone dal ti-tolo via del Campo, raccontando diuna ragazzina che si prostituisce pernecessità: dal letame può nascere unfiore. Parole forti? No, parole di spe-ranza che anche se non ci fanno intra-vedere il modo di uscire da questasituazione, ci invitano a cercarlo. E se siguarda attentamente, scevri da retoricae pregiudizi, si può immaginare che laluce in fondo al tunnel ci sia, rappre-sentata da quelle migliaia di personecomuni che, senza alcuna bandiera dipartito, sono scese in piazza civilmenteper rappresentare le loro ragioni, ma-

gari opposte. La novità è che lo hannofatto pacificamente, argomentandosenza lasciarsi strumentalizzare da chi,in questo caso la politica, quello chepensa il popolo lo usa solo a proprioconsumo, vale a dire per conquistarequel consenso che le garantisce la so-pravvivenza. Confrontarsi civilmente èsempre positivo, lo sa bene il sindacatoche nel tempo ha sempre cercato diinterpretare il cambiamento in modocostruttivo, senza respingerlo apriori-sticamente, ma senza cavalcarlo dema-gogicamente. Dopo questa riflessione diventa più fa-cile scorgere un altro, seppur flebile,spiraglio nelle parole di uno dei nostridue Vice Premier, Matteo Salvini, chepochi giorni fa, nel corso di un’intervi-sta concessa a margine di un incontrocon alcune associazioni di imprese,sembra aver ammesso, più che risco-perto, l’importanza del confronto con

i corpi intermedi, tra cui siede a pienodiritto il sindacato che in questo Paeserappresenta milioni di lavoratori. Unabuona notizia, che speriamo non ri-manga confinata nel cielo delle idee,ma si traduca in fatti concreti. Molto probabilmente se al senti-mento e alla ragione degli opposti sifosse anteposto il proverbiale buon-senso, oggi tanto sostenuto dal Mini-stro degli interni, anche il decretodignità che, sembra non produrre, almomento, i risultati occupazionali at-tesi, avrebbe potuto diventare campodi confronto vero con chi, come il sin-dacato, di lavoro e di lavoratori se neoccupa quotidianamente con compe-tenza e professionalità. Battendosi conresponsabilità e determinazione, perfare in modo di evitare che il lavoro ela dignità di chi lo svolge diventinoun’antinomia.Buone feste a tutti!

L ’ E D I TO R I A L E ■

IN REGALO, LA SPERANZA

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 5

Confrontarsi civilmente è sempre

positivo, lo sa bene il sindacato

che nel tempo ha sempre cercato

di interpretare il cambiamento

in modo costruttivo...

“di Maurizio Arena

ALGERIAPELLEGRINAGGIOALLA FIERA DEL LIBROCentinaia di migliaia di persone sono ar-rivate ad Algeri da tutto il Paese: stu-denti, famiglie con bambini, moltissimeragazze, partiti da posti lontanissimi perportare a casa un prezioso tesoro dicarta, che duri un anno intero. Fuori Al-geri infatti le librerie sono pochissime,nei piccoli centri proprio non esistono enon c’è la possibilità di comprare libri suAmazon. Su mille editori e istituti di cul-tura presenti al Salone, 276 sono algerini,tutti gli altri sono stranieri. Così tra glistand si mescolano tutte le anime del-l’Algeria, quella islamista con l’anima laica,la lingua araba si intreccia con quellafrancese e con l’inglese, quasi a testimo-niare l’intersezione tra la cultura e la po-litica estera del Paese. I visitatori giranotra gli stand, stanno in fila per ore perscambiare due parole o farsi un selfiecon gli autori, si caricano di libri conside-rati – nella cultura algerina – di per séoggetti di valore. Il Salone del libro è unevento di rilevanza e interesse nazionale;ai 12 giorni di fiera hanno presenziatodue milioni e duecentomila visitatori,mezzo milione in più dello scorso anno.

MADAGASCARCOME SALVARE L'OCEANOIl cambiamento climatico e lo sfrutta-mento eccessivo delle risorse marinemettono a rischio la sopravvivenza deipescatori malgasci. Per questo le associa-zioni ambientaliste e la popolazione localehanno creato delle aree protette dove lapesca viene interrotta per alcuni mesi.Un’iniziativa che potrebbe diventare unmodello per altri paesi: l’utilizzo delle ri-serve ittiche oltre i limiti della sostenibilitàè infatti un problema che riguarda tutto ilpianeta.

ETIOPIAL’ECCEZIONE È ABIY AHMEDIl nuovo primo ministro etiope, in caricada 6 mesi, proponendo una diversa, epiù coinvolgente, visione del futuro, hariformato l’agenzia dei servizi segreti, hafatto decadere il controverso statod’emergenza, ha fatto tornare in patria idirigenti dell’opposizione, ha liberato mi-gliaia di prigionieri politici e ha messofine a una guerra pluridecennale conl’Eritrea. Ma è solo l’inizio. Il futuro del-l’Etiopia, un paese di 107 milioni di abi-tanti, dipende dal successo o dal

fallimento del suo ambizioso pro-gramma di riforme. Se

manterrà le suepromesse di

creare unpaese

democratico, rappresentativo e rispet-toso dello stato di diritto, avrà creato unmodello contemporaneo per la ge-stione delle transizioni da un sistemamonopartitico a un governo del popolo,dimostrando che simili cambiamentisono possibili.

TURCHIAPOSTI LIBERILa generazione di Gezi park, quella deiprofessionisti giovani e laici, sta lasciandoo vorrebbe lasciare il Paese per sempre.Alcuni hanno confessato che la Turchianon è più un paese dove vivere libera-mente e crescere i propri figli. Si cree-ranno posti liberi che potranno colmarei giovani abitanti della Striscia di Gaza.Istanbul e altre città turche sono pienedi palestinesi, e molti vengono da Gaza.Studiano, aprono negozi, compranocase, vorrebbero prendere la cittadi-nanza turca. Le università private sonodiventate uno strumento per ottenereun visto prolungato. Ma lasciare Gazacosta: bisogna corrompere, pagare perla richiesta di visto al consolato turco ele tasse universitarie sono alte.

YEMENLA CATASTROFE SILENZIOSA

Tre milioni di profughi interni e 22 mi-lioni di persone che hanno urgente bi-sogno di assistenza umanitaria: a quattroanni dal suo inizio, la guerra in Yemen, alungo dimenticata, continua a lasciaresegni devastanti. Si tratta di una dellepeggiori crisi umanitarie in corso almondo, per questo qui è operativo il piùgrande intervento di Medici senza fron-tiere (Msf) in una zona di conflitto. IlPaese, sull’orlo della carestia, è statoanche colpito da un’epidemia di coleraaggravata dalla difficoltà di accedere afonti di acqua potabile e a cure medichea causa dei bombardamenti e del costoelevato dei trasporti.

a cura della Redazione

■ I N T E R N A Z I O N A L E

BREVI DAL MONDO

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i

Notizie, fatti e curiosità oltre i confini

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Non era necessario aspettare cheuscisse l’ultimo rapporto CENSIS peraccorgersi che “gli italiani sono spaven-tati e incattiviti in un Paese che noncresce più“. Bastava semplicementecamminare per strada, prendere unmezzo pubblico affollato, o guardare lefacce di chi aspetta il verde ai semafori.Ovunque si guardi è palese l’insoddi-sfazione motivata o immotivata, quelsentimento che sembra senza sboccoe che ha fatto, si fa per dire, il miracolodi unire gli opposti: lo scontento. Oggi, la cosa più sconveniente per labuona tenuta delle relazioni sociali nonè tanto quella di insultare l’interlocu-tore. In un mondo liquido, che quinditende per sua natura a sfuggire dai det-tami della buona educazione, le parolevanno e vengono... purtroppo senza la-sciare traccia. È invece considerato im-perdonabile chiedere, a chi ci sta difronte, se è contento e diventa oltrag-gio se, in caso di risposta negativa, gli sichiede che cosa si potrebbe fare, odove il Paese dovrebbe andare, peravere dei cittadini più felici. Le idee sono molte ma confuse. Qual-cuno ipotizza che staremmo megliofuori dall’Europa che ci soffoca, tenen-doci però l’euro che ci garantisce; qual-cun altro vorrebbe cacciar fuori tutti glistranieri che ci rubano il lavoro, senzaricordarsi che molto spesso gli stranieriimpiegati dai nostri connazionali svol-gono mansioni mal pagate che gli Ita-liani non farebbero nemmeno sotto laminaccia delle armi. Qualcuno addirit-tura si spinge oltre, immaginando unasocietà di uguali che, a detta loro, nonpuò nascere attraverso una più equa eregolamentata distribuzione delle ri-sorse, ma solo attraverso il definitivodepauperamento di un ceto medioche forse è stata la vittima eccellentedella crisi recentemente attraversata. Coloro che abbiamo descritto appar-tengono alla categoria dei cattivisti, dichi fa dell’invidia sociale e della demo-

lizione di quel poco che ancora fun-ziona un vero e proprio paradigma. Macostoro si trovano in buona compa-gnia; sono infatti molto nutrite anche leschiere di confusi, per usare un eufe-mismo, dei cosiddetti buonisti. Colorocioè che fanno finta di non vedere cosasta succedendo o, ahimè, non sono ca-paci di capire che nulla sarà comeprima. Costoro semplicemente aspet-tano che l’orologio della storia torni in-dietro, un fenomeno scientificamenteirrealizzabile. Per i buonisti, scandalizzatinon per convinzione ma per defini-zione, tutto va abbastanza bene, bastapensare positivo, basta convincersi cheil vento che sta scuotendo l’Europa,anche quella che fino a qualche setti-mana fa ci dava lezioni di bon ton, è unfenomeno ciclico che prima o poi siplacherà, lasciando tutto come prima. Quanti errori, quante sottovalutazioni,quanta ipocrisia nel non voler pren-dere atto che volenti o nolenti siamodavanti a una svolta. Il momento non èné quello dei rimpianti né quello dellerecriminazioni. È il momento della ri-flessione, accompagnata dall’azione in-

telligente e coraggiosa. Intelligente per-ché il cattivismo non va derubricato arigurgito passeggero, non va demoniz-zato come deriva xenofoba, va capito,contestualizzato, risolto, gettando lebasi per un mondo più giusto, non soloa parole ma anche nei fatti. Coraggiosaperché il buonismo non può caderenella stupidità. Le cose sono buonenon per definizione, ma se la gente, al-meno nella sua maggioranza, le perce-pisce come tali. E quando per ragioniindipendenti dalla volontà dei singoli -vedasi crisi economiche e scenari in-ternazionali turbolenti - non appaionoai cittadini più così buone non serve anulla disfarsene, ma è necessaria la pre-senza di uno stato forte credibile e de-mocratico che, con gesti concreti eredistributivi, garantisca la coesione deipropri cittadini anche nei momenti didifficoltà. Oggi, la vera sfida delle democrazie èquella di superare, con soluzioni credi-bili, le retoriche dei cattivismi e deibuonismi.

Cristina Attuati

TANTE IDEE, MA CONFUSES O C I E T À ■

Cattivisti e buonisti si contendono soluzioni sull’andamento del Paese

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 7

Gruppo Intesa SanpaoloSottoscritto un verbale di accordo perla cessione del pacchetto azionario Secda Intesa Sanpaolo ad Accenture, checonferma la piena continuità dell’appli-cazione del Ccnl e del Contratto di II li-vello di Gruppo, nonché del mandato dirappresentanza conferito da Sec ad Abi.Nel corso della trattativa sono statenormate altre materie, quali: previdenzacomplementare, assistenza sanitaria in-tegrativa, condizioni agevolate per i di-pendenti e il Leicop/Welcome Bonus.Firmato un accordo per l’applicazionedel contratto complementare del cre-dito per il personale – anche di futuraassunzione – di ISP Forvalue, che effet-tua attività di natura non finanziaria. L’in-tesa disciplina anche eventuali passaggi,con cessione individuale di contratto, trale società del Gruppo e ISP Forvalue.Gruppo UniCreditForte l’adesione dei lavoratori allo scio-pero proclamato per l’intera giornata divenerdì 30 novembre a Gorizia e pro-vincia e per lunedì 3 dicembre a Triestee provincia.In data 23 novembre, con la sottoscri-zione del Verbale di Riunione applicativodell’Accordo 22/4/2012, si è conclusopositivamente il percorso di rientro inUniCredit, con decorrenza 1/1/2019, diES-SSC. Il passaggio dei lavoratori av-verrà senza soluzione di continuità “at-traverso una cessione individuale dicontratto ex art. 1406 cc.”. In un volantino datato 26 novembre, isindacati di settore sottolineano: “vistoche l’azienda non ha di fatto riscontratole nostre richieste di anticipare le assun-zioni previste per il 2019 né di proro-gare gli 80 lavoratori stagionali che, alcontrario, cesseranno il servizio entrodicembre” hanno “deciso unitariamentedi intraprendere una mobilitazione na-zionale con l’invio della richiesta di ten-tativo di conciliazione in ABI”.

ASSICURAZIONIAlleanza (Gruppo Generali)Le Assemblee dei lavoratori hanno ap-provato l’ipotesi di Accordo del CCNAL,sottoscritto lo scorso 23 ottobre, conil 98% dei voti favorevoli. Gruppo AXA ItaliaRaggiunto l’accordo sulle “polizze delFondo Pensione Dipendenti GruppoAXA” che prevede, tra le altre: un’unicapolizza, a far data dal 1/1/2019, atta a ri-cevere i contributi degli aderenti delFondo Pensione Dipendenti GruppoAXA e del Fondo Internazionale dei Di-pendenti e dei Dirigenti di AXA MPS; il “congelamento”, con i montanti al31/12/2018 alle attuali condizioni (tassotecnico 4%), delle polizze per le qualil’azienda ha manifestato l’intenzione didisdetta. “Agli aderenti delle suddettepolizze di età anagrafica pari o superiorea 45 anni e dipendenti dalle compagniedel Gruppo AXA Italia e da Axa Cor-porate Solutions o collocati nel Fondodi Solidarietà, sarà riconosciuto il 1 gen-naio 2019 un versamento una tantumin conto welfare di euro 300 per l’areaprofessionale B e di euro 400 per l’areaprofessionale A del CCNL”.

BCCProseguono gli incontri per il rinnovodel Contratto collettivo nazionale di la-voro. “Le OO.SS. hanno fortemente ri-badito alla Delegazione negoziale diFedercasse che i tempi per sottoscri-

vere un’intesa di rinnovo di un contrattodi ‘transizione’ non possono essere affi-date alle ‘calende greche’ e che è ormaiindifferibile affrontare e concludere que-sta lunga e pluriennale vicenda del rinnodei patti di lavoro. … Questo però nondeve andare a discapito dei giusti e im-prescindibili riconoscimenti economici,che da troppo tempo sono negati atutta la categoria”.Federazione ToscanaRaggiunta l’intesa sul Premio di Risultato2018 da liquidarsi con le competenzedi dicembre. L’accordo prevede la pos-sibilità di scegliere tra le opzioni “Cash”,“Welfare” e “Mista”. Inoltre, il punto 8dell’articolato definisce che “in caso diopzione per la fruizione delle … “pre-stazioni welfare” in sostituzione, in tuttoo in parte, del PDR, l’Azienda incremen-terà, nella misura percentuale del 18%,l’importo destinato al dipendente a taliprestazioni, nel rispetto dei limiti di cuialla legislazione vigente”.Federazione CampanaSottoscritto l’accordo per la definizionee la liquidazione, con le competenze delmese di dicembre, del Premio di Risul-tato 2018. L’intesa prevede la possibilitàper i lavoratori di scegliere tra le opzioni“Cash” e “Welfare”, in questo ultimocaso “… l’importo da erogare indivi-dualmente a titolo di PDR in forza delpresente accordo è aumentato di unimporto pari al 20% …”.

S. B.

■ S I N D A C ATO

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i8

ACCADE IN AZIENDAStralcio del mensile In Action, sintesi sui contenuti oggetto di trattativa nelle principali bancheitaliane, nel credito cooperativo, nella riscossione e nelle assicurazioni in merito a vertenze inatto e contrattazione, sia a livello di gruppo che aziendale, sia a livello nazionale

Il termine "Europa" deriva dal greco an-tico eurus, "ampio", e opt, che significa"occhio, viso", da qui Eurṓpē, "largosguardo", "ampio d'aspetto".Europa era figlia di Agenore, re di Tiro.Zeus, innamoratosi, decise di rapirla esi trasformò in uno splendido torobianco. Mentre coglieva i fiori in rivaal mare, Europa vide il toro, che le siavvicinò e si sdraiò ai suoi piedi. Ve-dendo che si lasciava accarezzare, Eu-ropa salì sulla groppa del toro che sigettò in mare e la condusse fino aCreta. Zeus si ritrasformò in dio e lerivelò il suo amore. Nacque così Mi-nosse, che divenne re di Creta ediede vita alla civiltà cretese, culla dellaciviltà europea. Il nome Europa, daquel momento, indicò le terre postea nord del Mar Mediterraneo.Il richiamo a una cultura comune e al-l’ampiezza delle prospettive è quindiinsito nel nome stesso del nostro con-tinente, fondamento territoriale del-l’istituzione economico-politica cheoggi chiamiamo Unione Europea, lastessa che, dimentichi dei disastri per-petrati prima della sua nascita, è fattabersaglio delle più aspre critiche daparte di certa politica e, ultimamente,dallo stesso Governo in carica.In verità, a dispetto della comune baseculturale, nell’Europa di oggi convivonoorientamenti derivanti dalla lunga e in-tricata vicenda storica vissuta dal conti-nente, crocevia di popolazioni prove-nienti dall’estremo nord, dalle pianureorientali, dal Mediterraneo, fusesi nel-l’impero romano e nelle sue successivederivazioni e riempite di principi e va-lori dal Cristianesimo, nelle sue variemanifestazioni. Proprio quell’immensocalderone di culture che è stato ingrado di condurre e orientare lo svi-luppo di quello che è oggi il complessodelle popolazioni del nostro Mondo.Sotto il nefasto influsso delle conse-guenze del secondo conflitto mon-diale, veniva alla luce, a partire dagli

anni cinquanta, progressivamente am-pliandosi sino a comprendere oggi 28Stati, l’entità sovranazionale che oggichiamiamo Unione Europea.Sin dall’inizio, l’intenzione degli Statimembri, è stata quella di prevenire ipossibili conflitti attraverso la regola-zione comune di aspetti di natura eco-nomica, visti come la causa più consi-stente delle guerre sino ad allora com-battute. È per questo motivo che laconnotazione essenzialmente econo-mica delle competenze affidatele necaratterizzava l’azione e ne influenza inmaniera decisiva, ancor oggi, gli orien-tamenti. E proprio questo pare oggi es-sere il maggior punto critico che i suoiavversari le imputano.Al contrario, c’è chi vorrebbe un’Eu-ropa maggiormente connotata politi-camente, capace di condurre diretta-mente iniziative di riforma, omogeneiz-zazione e sviluppo.Materie come il fisco, il bilancio, le po-litiche sociali, la protezione previden-ziale e sanitaria, la politica estera, nellequali oggi l’Europa gioca un ruolo dimero sostegno e orientamento, si po-trebbero affidare direttamente alle de-terminazioni di organismi dell’Unione,sottraendoli alla volontà dei singoliStati, si sostiene.Anche in questo occorre tuttavia farechiarezza. Le regole, la composizionedegli organismi e la definizione dellelinee strategiche dell’Unione sono fis-sate dal suo organo supremo, il Consi-glio Europeo, formato dai rappresen-tanti esecutivi di vertice di ogni Statomembro. La volontà popolare, quellache dovrebbe, se maggioritaria, guidarein senso unitario le politiche degli Stati,è qui rappresentata solo in manieratroppe volte mediata.Per realizzare davvero quel grandesalto di qualità richiesto da molti, oc-correrebbe che i capi di Stato e di Go-verno fossero davvero animati da fortespirito europeistico, tando da cedere

davvero parti più cospicue di sovranitànazionale all’Unione. Mentre si sonospesso visti assumere atteggiamenti dadifensori di interessi ristretti che, difatto, sino ad oggi hanno impedito al-l’Europa di assumere quella forza ecredibilità internazionale che le sole ra-dici storiche ed economiche non sem-brano più in grado di assicurarle.Ma il momento non pare essere deipiù favorevoli. Movimenti a vario titolopopulisti, mirano a speculare su timorie preoccupazioni per virare verso neonazionalismi pericolosi oltre che anti-storici. Se la storia della principessa Eu-ropa è indissolubilmente legata allecomuni origini culturali, queste vannoperlomeno rinnovate e ampliate, pren-dendo atto dell’odierna realtà e dandogiustificazione a quell’ampiezza di ve-dute che ne caratterizza il nome.Insomma, la via per la sopravvivenzadell’Europa passa indefettibilmente perl’ampliamento di suoi poteri e compe-tenze. Le alternative in gioco paionoormai essere solamente una forte cre-scita o l’inesorabile declino; nessuna viadi mezzo è consentita.

Riccardo [email protected]

P O L I T I C A ■

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 9

EUROPA: IL DESTINO IN UN NOMESi riapre la stagione delle critiche all’Unione Europea, al bivio fra crescita e declino

Il rapporto “Mercato del lavoro e svi-luppi salariali in Europa 2018" dellaCommissione europea sottolineacome, negli ultimi anni, strumenti qualipremi di produzione e di risultato, sa-lari integrativi “in natura”, servizi diwelfare aziendale e sistemi di parteci-pazione finanziaria hanno iniziato agiocare un ruolo chiave nella relazionetra dipendente e datore di lavoro. Nel tentativo di evidenziare le ten-denze in atto su questo fronte, Euro-found (organismo dell’Unione Europea)ha pubblicato nel 2016 una ricerca,condotta su tutti gli Stati membri, suiservizi “in natura” a completamentodella retribuzione. Emerge che l'utilizzo di sistemi di retri-buzione supplementari varia notevol-mente in base alle caratteristichedell'azienda. Questi strumenti tendonoa essere più diffusi nel settore privato

(con alcune eccezioni) e in alcuni set-tori produttivi, tra cui quello delle tec-nologie, dell’informazione e dellecomunicazioni, quello finanziario equello assicurativo. Anche le dimensioni aziendali sono unfattore influente. Le grandi aziende ri-corrono più frequentemente all’utilizzodi questi sistemi rispetto alle piccole emedie imprese. Lo stesso vale per lesocietà di capitale, le multinazionali e lerealtà situate in regioni economica-mente più avanzate. Si profila poi una sensibile differenza digenere con i lavoratori che tendono abeneficiare di questi sistemi più dellelavoratrici. Così come i dipendenti che si trovanonella fascia di età 40-49 rispetto ai la-voratori più giovani e quelli più anziani.I bonus, i salari in natura e le presta-zioni di welfare aziendale tendono inol-

■ P R E V I D E N Z A C O M P L E M E N TA R E

FONDI PENSIONEE WELFARE AZIENDALEInteressanti ricerche e studi rilevano quali siano i servizi maggiormente apprezzati dai lavoratori e il livello di copertura ideale

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i10

tre a essere più diffusi tra i manager, idirigenti e i quadri rispetto ai lavoratoricon una qualifica professionale piùbassa. Da un punto di vista geografico, difronte a una media UE di utilizzo daparte del 60 per cento delle imprese,vi sono Paesi – come Repubblica Ceca,Estonia, Lituania, Slovacchia e Slove-nia – in cui oltre l’80% delle aziendeconsiderate utilizza una o più formepremianti; mentre in Paesi come Belgio,Croazia, Cipro, Ungheria, Italia, Porto-gallo e Spagna la percentuale di im-prese è più bassa e va dal 47% al 53%.Concentrando l’attenzione sul nostroPaese, solo il 23% dei lavoratori dipen-denti beneficia di regimi di pagamentovariabile e solo il 13,4% delle aziendeprevede un bonus per i propri colla-boratori. Tali bonus sono solitamentelegati al raggiungimento di obiettivi diproduttività, efficienza e qualità (92%dei casi). In via tendenziale va sottolineato peròcome il welfare aziendale appaia in gra-duale crescita, soprattutto quando ri-sultante dalla contrattazione collettiva,che viene sempre più visto come unapossibile soluzione per incrementare laproduttività del lavoro, migliorare i li-velli retributivi complessivi e migliorarele relazioni industriali. In maniera noncasuale le ultime Leggi di Bilancio nehanno incrementato il favor fiscale.

QUALI SONO I SERVIZI

MAGGIORMENTE APPREZZATI

DAI LAVORATORI

Attingendo a una interessante ricerca,condotta da Censis e Eudaimon, tra leprestazioni più attese prevalgonoquelle afferenti all’area della salute edella sanità (53,8% dei lavoratori), se-guite da quelle relative alla previdenzaintegrativa (33,3%), poi buoni pasto emensa aziendale (31,5%), trasporto dacasa al lavoro (ad esempio, abbona-mento per i trasporti pubblici: 23,9%),convenzione per acquisti convenientipresso negozi e buoni acquisto(21,3%), asilo nido, campus, centri va-canze, rimborsi spese scolastiche per ifigli (20,5%). Particolare importanza riveste la pos-sibilità di fare confluire il premio di pro-duttività in una forma di previdenza

complementare, scelta che è forte-mente incentivata sia dal punto di vistatributario che contributivo. Partendodagli aspetti fiscali, in primo luogo siprevede che non aumenti il proprioreddito imponibile fiscalmente, anchese l’aderente abbia versato alla propriaforma di previdenza complementareimporti fino alla soglia di esenzione. Èpossibile cioè dedurre oltre il limiteannuo dei 5.164,57 euro. Al momento poi della fruizione dellaprestazione (rendita al 100 per centoo 50 per cento max capitale e 50 percento comunque rendita), la quota de-rivante da tale contribuzione conver-tita da un originario premio di risultatodetassabile non sarà poi imponibile fiscalmente. Va ricordato come la ratio delle age-volazioni vada rinvenuta nella volontàdel legislatore di contemperare l’esi-genza di incentivare la produttività dellavoro e la tendenza all’innovazionecon una soluzione che consente al la-voratore, incrementando la propriacontribuzione, di colmare il gap trareddito da lavoro e pensione obbliga-toria, che si genererà al momento dellaquiescenza per effetto dell’adozionedel metodo di calcolo contributivo.

QUAL È IL LIVELLO

DI COPERTURA IDEALE

Interessante la recente elaborazionedell’Ordine degli Attuari che hanno sti-lato una vera e propria pagella di con-gruità. La sufficienza si raggiunge conuna copertura tra il 50 e il 70 percento dell’ultimo stipendio, ottenutacon la pensione base più eventuale as-segno integrativo. Al di sotto ci sonol’insufficienza piena, quando la pensionenon arriva complessivamente a supe-rare il 30 per cento dell’ultima retribu-zione, e la quasi sufficienza, quando lapercentuale è compresa tra il 30 e il50 per cento. La pensione si può valutare “piena-mente sufficiente” quando raggiungeuna percentuale compresa tra il 70 el’80 per cento della retribuzione. Al disopra dell’80 per cento può essere de-cisamente definita ottima. Dal punto di vista empirico, attingendoalla Relazione annuale della Covip,come nel 2017 il contributo medio dei

lavoratori dipendenti è risultato di2.030 euro nei fondi negoziali; si è at-testato a 2.430 e a 1.890 euro, rispet-tivamente, nei fondi aperti e nei PIP.Nei fondi preesistenti, caratterizzati dauna platea più matura e con retribu-zioni in media più elevate, il contributopro capite è stato di 7.520 euro. Per quel che riguarda i profili contribu-tivi è intervenuto un recente appro-fondimento condotto da FondazioneStudi Consulenti del Lavoro-Mefop,che sottolinea in premessa come nonvi siano previsioni normative specifiche.Procede poi a una ricostruzione nor-mativa giungendo alla considerazioneper cui il contributo ex premio di risul-tato versato a previdenza complemen-tare è assoggettato alla contribuzionedi solidarietà in misura pari al 10 percento a carico del datore di lavoro, inquanto si tratta di somme che non en-trano mai nella disponibilità del dipen-dente, ma transita direttamente daldatore di lavoro al fondo pensione. Tornando al tema più ampio del wel-fare aziendale, va poi evidenziatocome, analogamente a quanto fattoper la previdenza, gli attuari hannodato i voti al livello di copertura deifondi sanitari, completando quella chesi potrebbe definire la pagella del wel-fare italiano. Qui l’insufficienza corrisponde all’as-senza totale di copertura sanitaria in-tegrativa. Il voto “quasi sufficiente”viene attribuito alla semplice coperturadi grandi interventi e di grandi eventimorbosi, ma solo per chi ancora lavora,più la copertura della non autosuffi-cienza (LTC-Long Term Care) sia per ilavoratori attivi sia per i pensionati. Per meritare la sufficienza occorre chele stesse coperture per grandi inter-venti e grandi eventi morbosi sianoestese anche ai pensionati, come laLTC. Se a queste prestazioni si ag-giunge la copertura dei ricoveri, il votodiventa “pienamente sufficiente”. Per ottenere il massimo, corrispon-dente all’ottimo in pagella, ci voglionoin più anche la copertura dell’alta dia-gnostica, delle visite specialistiche edelle analisi diagnostiche.

Giuseppe Rocco

P R E V I D E N Z A C O M P L E M E N TA R E ■

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 11

■ G A L A S S I A B A N K I TA L I A

Nata a seguito del decreto legislativon. 124, del 21 aprile 1993, la Commis-sione di vigilanza sui fondi pensione hafatto il suo debutto come ente regola-tore nel 1996. I compiti della Covip si focalizzano sullasupervisione di quei fondi in cui con-fluiscono i risparmi dei lavoratori ade-renti alla previdenza complementare;in sostanza la Commissione detta re-gole ed effettua controlli su tutti glioperatori che investono il Tfr, i versa-menti aziendali e quelli volontari pro-venienti dai lavoratori dipendenti, perincrementare le loro pensioni future.L’istituzione di questa autorità ammini-strativa indipendente nasce all’indo-mani della riforma delle pensioni varatada Amato, quella che ha sancito il pas-saggio dal sistema retributivo allora invigore a quello contributivo. Con tale sistema ci si è subito resiconto che i neopensionati avrebberovisto il loro reddito ridotto in manieraconsiderevole; di qui la necessità diprevedere forme integrative di redditograzie al Tfr accantonato e alla contri-buzione volontaria.Sul modello di sistemi pensionistici dialtri paesi, i fondi autorizzati alla raccoltae all’investimento in azioni, obbligazioni,valute vengono dunque sottoposti allavigilanza di un’autorità, a tutela della sta-bilità del sistema e soprattutto dei ri-sparmiatori, che aderendo al fondoriversano in questo gruzzolo parte delproprio reddito futuro.Con il decreto legge n. 98 del 6 luglio2011, la Covip si è vista assegnareanche competenze di supervisionedegli enti previdenziali legati alle Casseprofessionali private e privatizzate, cheagiscono di fatto come soggetti ope-ranti nel settore della previdenza com-plementare. Il decreto legislativo n. 252del 5 dicembre 2005 innova ulterior-

mente il settore della previdenza com-plementare, delineando nuovi compitidella Commissione di vigilanza sui fondipensione in tema di verifica e controllodei comportamenti dei gestori deifondi pensionistici, che devono esseretrasparenti e corretti. I controlli vengono svolti sia attraversoispezioni periodiche sia attraverso unavigilanza sulla totalità del sistema nelsuo complesso. Oltre ad avere poteri autorizzativi deisoggetti che operano nella gestionedei fondi e a svolgere su di essi i con-trolli di supervisione, Covip può farsiparte attiva avanzando proposte al le-gislatore, per migliorare e innovare ilquadro normativo della previdenzacomplementare.Per tutelare i risparmiatori il patrimo-nio della società di gestione del fondoè nettamente separato dal totale dellecontribuzioni al fondo che l’operatoregestisce, in modo da proteggerequanto accantonato nel caso in cui le

società di gestione abbiano dei pro-blemi di tipo patrimoniale; ciò pur-troppo non è sufficiente a tutelarecompletamente il gruzzolo accanto-nato dai risparmiatori, dato che la leggenon garantisce che il Tfr e i contributivolontari versati siano indenni da rischidi insolvenza del gestore del fondo.Il settore sarà probabilmente oggettodi ulteriori riforme. La prima riforma previdenziale in Italiaha modificato profondamente l’assettodei fondi complementari che già esiste-vano in alcuni settori produttivi, comequello bancario, assicurativo, logistico,aeroportuale, della Rai; mentre non èancora decollata una previdenza com-plementare per il settore del pubblicoimpiego. Questo forse perché, nono-stante le varie proposte sul tavolo dellegislatore, i fondi pensione operantinel nostro paese sono di fatto consi-derati privati e l’adesione a essi rimanecomunque volontaria.

Andrea Biasiol

LA COMMISSIONE DI VIGILANZASUI FONDI PENSIONE

12 ■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i

La Covip nasce all’indomani della riforma delle pensioni che ha sancito il passaggiodal sistema retributivo a quello contributivo

G A L A S S I A B A N K I TA L I A ■

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■

Il testo unico della finanza, familiar-mente detto TUF, ha compiuto 20 annie dimostra di essere ancora uno stru-mento importante e cruciale per la re-golamentazione del settore finanziarioitaliano. A celebrare questo comple-anno hanno pensato le strutture diconsulenza legale di Consob e Bancad’Italia, con un convegno dal titolo "A20 anni dal TUF (1998-2018): verso ladisciplina della Capital Market Union?",tenutosi il 6 novembre scorso al Cen-tro Carlo Azeglio Ciampi di via Nazio-nale a Roma.L’incontro, di taglio prettamente giuri-dico, già nel titolo pone la questione piùrilevante per il futuro assetto del TUF,ovvero la nuova normativa che porteràalla Capital Market Union, cioè l’Unionedei mercati dei capitali (UMC). Entro il2019 infatti la Commissione Europea,guidata da Jean-Claude Juncker, si è pro-posta di attuare un ambizioso pro-gramma europeo per una migliore e piùforte integrazione tra i mercati finanziaridei vari paesi. A regime, il programma diunione dei mercati dovrebbe garantirecondizioni economiche e normative piùsimili nei vari paesi, favorendo gli inve-stimenti transnazionali, nonché mag-giore circolazione e pluralità delle fontidi finanziamento, il tutto a costi inferioridi quelli attuali.Durante il convegno si è tracciato un

bilancio di questi 20 anni, delineando ilfuturo della normativa sulla finanza ita-liana ed europea, con gli interventi delGovernatore della Banca d’Italia, dellaPresidente vicaria della Consob, di al-cuni professori di diritto commercialee diritto dell’economia delle Università

di Bologna, Genova, Roma (Sapienza eTor Vergata), Oxford e della Cattolicadi Milano, assieme a esponenti dellamagistratura e delle funzioni di consu-lenza legale di Bankitalia, Consob eCommissione Europea.

A. B.

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IL TUF SPEGNE 20 CANDELINEA celebrare la ricorrenza, un convegno organizzato dalle strutture di consulenzalegale di Consob e Banca d’Italia

Lente d’ingrandimento sul TUFIl testo unico che contiene le “disposizioni in materia di intermediazione fi-nanziaria” fu subito ribattezzato legge Draghi, in quanto predisposto e svi-luppato dall’allora Direttore Generale del Tesoro e ora Presidente dellaBCE, Mario Draghi. Il decreto legislativo n. 58 del 24 febbraio 1998 è ancheconosciuto come TUF, un acronimo che sta per Testo Unico della Finanza.“Unico” in quanto tra gli obiettivi del legislatore vi era proprio quello diunificare le norme esistenti in un testo coerente e innovativo. I principi chiave della nuova normativa rappresentarono una novità in ter-mini di governance, di obblighi, ma anche di maggiore libertà di azione perle imprese finanziarie. Questo perché la stringente normativa nazionale diallora rischiava di causare uno svantaggio di competitività rispetto alle im-prese di altri paesi europei, che si trovavano in un contesto normativo piùfavorevole. La scelta poi di lasciare gli aspetti più tecnici a regolamenti mi-nisteriali, o addirittura all’autoregolamentazione dei mercati, fece del TUFuno strumento snello e innovativo, che si innestava in un ampio quadro diazione delle direttive europee in materia finanziaria. Per la prima volta inItalia trovarono disciplina organica anche i gruppi finanziari, con una previ-sione normativa rispetto alle società capogruppo e alla regolamentazionedei rapporti con le società controllate.L’identificazione delle diverse autorità di vigilanza secondo i compiti previsti(sorveglianza su trasparenza e correttezza alla Consob e vigilanza su stabilitàe controlli prudenziali alla Banca d’Italia) è uno dei pilastri, a volte oggettodi critiche, su cui si basa ancora oggi il TUF.

Il welfare aziendale continua a far par-lare di sé. Vuoi per l’importanza che viavia ha acquisito nell’ambito della con-trattazione di secondo livello, fino asconfinare nel wellbeing, vuoi per il gra-dimento riscontrato tra i lavoratori conla soddisfazione di effettivi bisogni sem-pre più estesi alla dimensione fami-gliare e al benessere individuale.OD&M – una Società di consulenzaspecializzata nella gestione e valorizza-zione delle Persone e nella progetta-zione di sistemi organizzativi, disviluppo e comunicazione aziendale –ha recentemente pubblicato i risultaticombinati del 5° Rapporto Welfare eil 2° Rapporto Wellbeing, un’analisicondotta sui due differenti panel costi-tuiti da 161 aziende e 500 lavoratori,appartenenti a diversi tipologie diaziende, aree geografiche, dimensioniaziendale, settori, inquadramenti, generie fasce di età. Attraverso lo studio è stato possibileregistrare cosa pensano le aziende, siaquelle che stanno valutando di imple-mentare un piano di welfare aziendale,sia quelle che lo hanno già sperimen-tato e, al tempo stesso verificare qualisiano i sevizi meglio rispondenti ai bi-sogni dei lavoratori, tenendo nel giustoconto le varie casistiche di differenzia-zione. Valutare, infine, quanto il welfareimpatti sull’impegno e la motivazionedei dipendenti nella stessa organizza-zione aziendale.I risultati emersi – ripresi da Il Sole 24ore – hanno evidenziato che “Legrandi imprese risultano le più nume-rose ad avere un piano di welfare: sonoinfatti il 77,5 per cento. Aumentano, però, le piccole impreseche stanno progettando l’implementa-zione del piano nel breve periodo(62,5%). Nell’approccio ai premi daparte dei lavoratori, il denaro appare

■ W E L F A R E

BENESSERE ORGANIZZATIVOE PERSONALEL’analisi condotta da OD&M evidenzia cosa pensano le aziende e quali sono iservizi che rispondono ai bisogni dei lavoratori

14 ■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i

Fonte: Il Sole 24 Ore

ancora l’opzione dominante, ma il wel-fare che entra nel premio di risultato,potenziale borsellino attraverso cui i la-voratori possono scegliere di “acqui-stare” beni e servizi su una piattaformaaziendale digitale, è ormai una realtà inun’azienda su due”.Ristorazione, assistenza sanitaria, previ-denza integrativa e area ricreativa/so-ciale- scuola/istruzione sono i quattroservizi più offerti, a tutti i dipendentinell’80 per cento delle aziende, diffe-renziando i servizi offerti in poco piùdel 50 per cento o addirittura distin-guendo per i gruppi di destinatari inuna percentuale minore.Tuttavia, il servizio più gradito risultaessere l’assistenza sanitaria (80%), se-guito da ferie e permessi, ristorazione,tempo di vita – in aumento rispetto alpassato – e, ancora, previdenza e ser-vizi di mobilità, prodotti assicurativi epiani di maternità. Una larghissima maggioranza tra i lavo-ratori coinvolti nell’indagine (84%)hanno espresso grande soddisfazione

in generale per i piani di welfare loroofferti.L’articolo del Sole 24 ore ha sottoli-neato poi come “Dietro la scelta di im-plementare i piani di welfare c’è moltospesso il miglioramento del wellbeingdelle persone e del benessere organiz-zativo: accade in un’azienda su 3

(35,6%)”, in quanto accrescere il livellomotivazionale all’interno dell’organizza-zione influisce positivamente sulla pro-duttività ma anche l’approccio deilavoratori ai cambiamenti organizzativimessi in atto dalle aziende in funzionedi un accrescimento della competitività.

Silvio Brocchieri

W E L F A R E ■

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 15

Il Rapporto Welfare di OD&M

Il rapporto è stato elaborato da OD&M, una Società di consulenza specializzata nella gestione e valorizzazione dellePersone e nella progettazione di sistemi organizzativi, di sviluppo e comunicazione aziendale, che lavora in partnershipcon le Aziende perseguendo l’obiettivo di contribuire alla creazione di un sistema di gestione delle Persone sostenibile.La filosofia aziendale si fonda sulla generazione di conoscenza, sulla sua applicazione a progetti concreti in ottica di in-novazione e sulla divulgazione dei best cases e delle best practices attraverso strumenti editoriali (Rapporti e Guideoperative).OD&M fa parte di Gi Group, la prima multinazionale italiana del lavoro, nonché una delle principali realtà, a livellomondiale, nei servizi dedicati allo sviluppo del mercato del lavoro.Il Rapporto si articola su sei capitoli.– Obiettivi e finalità di un piano Welfare: affronta la diffusione dei piani di Welfare con un focus sulle variabili aziendalirisultate maggiormente distintive e le finalità per le quali le aziende stanno pensando di implementare – o hanno giàimplementato - un piano in azienda.– Analisi: dettaglia le fasi relative all’analisi di fattibilità di un piano di Welfare aziendale, con un focus sulle novità ap-portate dalla Legge di Stabilità e un'analisi sulla conversione del Premio di Risultato in Welfare.– Progettazione: approfondimento sugli strumenti utilizzati per la scelta dei servizi e le variabili che sono state presein considerazione, con un focus sull'importanza di coinvolgere direttamente i dipendenti per identificare i servizi wel-fare, il livello di wellbeing delle persone e quanto questo incida sul wellbeing dell'organizzazione.– Implementazione e Comunicazione: presentazione di un focus sull'importanza di una comunicazione efficace deipiani di Welfare, che migliora la soddisfazione dei dipendenti sul piano stesso.– Monitoraggio: rilevazione della soddisfazione nei confronti del piano e verifica dell’utilizzo dei servizi.– Best practice: sintesi delle variabili che incidono maggiormente sul livello di soddisfazione del piano di welfare econseguente evidenziazione dell’importanza di verificare quanto i piani di welfare possono impattare sul wellbeingdelle persone.

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■ Corte di Cassazione - Sezione LavoroOrdinanza n. 23878 del 2 ottobre 2018ILLEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DEL LAVORATORE CHE HA ESPLETATOPRATICHE SECONDO PROCEDURE DI VENDITA IRREGOLARI SOTTO LASPINTA DELL’AMBIENTE AZIENDALE E DEI SUPERIORI La Corte d’Appello di Milano, con Sentenza del 2016, confermava, in secondogrado, l’illegittimità del licenziamento per giusta causa di un lavoratore addetto allevendite, cui era stato contestato di non aver seguito le disposizioni aziendali nellaconclusione dei contratti. Era stato, infatti, accertato dalla Corte Territoriale che i fatti contestati al dipendente,circa la violazione delle previste procedure di commercializzazione dei prodotti,rientravano nell’ambito di una prassi generalizzata, sostenuta e sollecitata dai verticiaziendali per non perdere l’occasione di concludere un maggior numero d’affari.Ammessa dal lavoratore la partecipazione all’attività contestatagli, in considerazionedella prassi vigente in azienda, del particolare svolgimento dei fatti, nonché dellacorrettezza professionale sempre dimostrata dal dipendente, ai giudici non è ap-parsa proporzionata la sanzione espulsiva comminata a colui che rappresentaval’anello più debole della catena gerarchica. La decisione presa dalla Corte di Merito che, nel valutare se la lesione dell’elementofiduciario potesse integrare l’invocata “giusta causa” di licenziamento per l’impossi-bilità di proseguire il rapporto di lavoro, ha evidenziato la carenza di proporzionalitàtra i fatti e la sanzione inflitta, è apparsa quindi, per la Suprema Corte, inconfutabile.Nell’accertato contesto, fondato sulla diffusione di pratiche irregolari stante la pres-sione gerarchica di ben consapevoli superiori, ha puntualizzato la Corte di Cassa-zione, è difficilmente configurabile la lesione dell’elemento fiduciario e del graveinadempimento del dipendente che, suo malgrado, ha inteso attenersi alla direttive,ritenendo impossibile per lui rifiutare di adeguarvisi.

■ Corte di Cassazione - Sezione LavoroOrdinanza n. 23602 del 28 settembre 2018ILLEGITTIMO IL PROVVEDIMENTO ESPULSIVO DEL LAVORATORE CHE HATENUTO GRAVI COMPORTAMENTI IN AMBIENTI EXTRA-LAVORATIVI SENON DIMOSTRATO DAL DATORE DI LAVORO IL DANNO SUBITOCon il provvedimento in esame, la Suprema Corte ha cassato una Sentenza chedichiarava legittimo il licenziamento di un lavoratore reo di gravi comportamenti,quali maltrattamenti in famiglia ed estorsione, rilevando il mancato accertamentoda parte del datore di lavoro circa l’effettiva sussistenza di danni rivenienti perl’azienda da tali circostanze.La Corte d’Appello di L’Aquila, in parziale riforma delle decisioni di primo grado,anche ai sensi di quanto previsto dal vigente Contratto Collettivo, aveva dichiaratola legittimità del provvedimento espulsivo del dipendente cui erano stati contestatii sopra descritti reati, che sia pure commessi in ambienti extra-lavorativi, per la lorooggettiva gravità e odiosità, avevano arrecato particolare nocivo discredito al-l’azienda.Di diverso avviso, come visto, è la Corte di Cassazione che ha confermato un con-solidato orientamento ed ha puntualizzato la necessità di accertare la reale esistenzadi un grave danno, morale e materiale, per l’azienda, tale da integrare il presuppostodel licenziamento e risultare elemento ostativo al ripristino del rapporto di lavoro.Nel caso in specie, invece, non risulterebbe alcun accertamento in ordine all’esi-stenza del danno procurato all’azienda, né tanto meno ancorata tale affermazionea concreti elementi che ne dimostrino la consistenza.

■ L E G A L E

OSSERVATORIO SULLA GIUSTIZIAa cura di Claudio Minolfi

Nell’accertato contesto,

fondato sulla diffusione

di pratiche irregolari

stante la pressione

gerarchica di ben

consapevoli superiori… è

difficilmente configurabile

la lesione dell’elemento

fiduciario…

“La Corte di Cassazione…

ha puntualizzato

la necessità di accertare

la reale esistenza

di un grave danno,

morale e materiale,

per l’azienda, tale da

integrare il presupposto

del licenziamento…

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i

I Cir rappresentano una nuova formadi investimento di iniziativa governativastudiata, per convogliare flussi finanziaridei risparmiatori italiani verso l'acqui-sto di nuove emissioni di titoli gover-nativi dal 2019; con l'obiettivo diutilizzare tali risorse in investimenti le-gati a infrastrutture e rendere così piùcompetitivo il Paese, ottenendo di es-sere meno dipendenti dagli investitoriesteri (detentori di circa il 30% del de-bito pubblico domestico). L'iniziativa prevede di avere alcuneagevolazioni fiscali, in cambio del man-tenimento dell'investimento nei titolisino alla loro naturale scadenza e, co-munque, per un periodo non inferiorea 18 mesi. È stato fissato un tetto massimo inve-stibile pari a 3 mila euro per ogni annoe di 90 mila totali. Le agevolazioni previste sono: una de-duzione pari al 23% sul massimo (peranno) di 3 mila euro, nessuna imposi-zione fiscale in conto capitale e reddi-tuale, esenzione da imposta di dona-zione e successione, impignorabilità einsequestrabilità delle somme investite,possibilità di ottenere un finanziamento(a fronte di pegno sugli stessi titoli) finoal 50% dell'importo investito.È un'iniziativa apprezzabile, tale co-munque da orientarsi verso una sortadi “autarchia del debito domestico”,convogliando verso gli investitori pri-vati il debito pubblico italiano (in Giap-pone solo il 5% del debito è in manoa investitori stranieri).Non mancano però alcuni aspetti cri-tici. In primo luogo, è difficile pensareche i flussi finanziari destinati a questainiziativa possano costituire quantitati-vamente un volano per contrastare lamassa dei titoli in mano agli investitori

esteri. Nelle aspettative governative sifissa un target di almeno 15 miliardi dieuro annui (nell'ipotesi di almeno 5 mi-lioni di adesioni con tetto massimo di3 mila euro) mentre il debito pubblicoposseduto dagli investitori esteri è paria circa 700 miliardi.Pur interessante nelle intenzioni epraticabile, difficilmente i Cir potreb-bero ridurre in maniera significativa,nel breve-medio termine,la quota diBtp detenuta dagli investitori esteri. Insecondo luogo, iniziative similari, adesempio, i Pir che sono nati per scopidifferenti, devono il loro successo allaforte risonanza che ha riguardato, nel-l'offerta distributiva, molti competitordel risparmio gestito, in virtù degli in-teressanti incentivi commissionali ri-conosciuti.I Cir, in considerazione della particola-rità del prodotto, su quale offerta com-merciale potrebbero contare? Sicuramente la possibilità di obbligare

alcuni intermediari a diventare parteattiva nella promozione dell'offerta. In terzo luogo, gli incentivi. Interessantiquelli legati all'impignorabilità e inse-questrabilità nonché quelli legati alladeduzione fiscale, meno quelli sull'im-posizione fiscale (i titoli di Stato giàscontano un'aliquota ridotta del 12,5%)e all'esenzione dall'imposta di succes-sione (non quella di donazione) che giànon è prevista per i Titoli di Stato. Pur essendo finalizzati all'investimentoin infrastrutture, da alcune fonti è statoosservato come emissioni di tal genere(agevolazioni fiscali solo sui titoli diStato italiani) contrasterebbero con lenorme internazionali dirette a crearevantaggi competitivi a uno Stato ri-spetto ad altri. Ci si augura che quest'aspetto possaessere gestito al meglio prima di pro-cedere a emissioni su cui potrebberonascere altre tensioni con l'Ue.

Dante Sbarbati

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 17

F I N A N Z A ■

I CIR, CONTI INDIVIDUALI DI RISPARMIOUna nuova forma di investimento “autarchica” che convoglia verso gli investitoriprivati il debito pubblico italiano

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i18

Con il primo dicembre è iniziata unanuova era per il mondo della consu-lenza finanziaria in Italia. È partita l’ope-ratività del nuovo OCF – Organismodi vigilanza e tenuta dell’Albo unico deiConsulenti finanziari – con le nuove se-zioni dei consulenti autonomi e le so-cietà di consulenza finanziaria. L’augurio è che OCF sappia ben ge-stire la diversità e la complessità dellanuova situazione, in quanto ci troviamodavanti a una svolta e un cambiamentoepocale, un cambio di paradigma perlo sviluppo dei mercati finanziari. Come sindacato siamo pronti a dare ilnostro contributo con indicazioni eproposte precise, così come siamopronti a controllare che questo nuovoOrganismo, con una responsabilità isti-tuzionale e compiti importanti comequello della vigilanza, sia davvero al ser-vizio dei cittadini, a tutela dell’investi-tore e del risparmio.Già in precedenti articoli avevamo illu-strato il percorso normativo e regola-mentare che, a partire dalla Legge diStabilità del 2016, ha disciplinato e stacambiando il mondo della consulenzafinanziaria in Italia. La consulenza indi-pendente ha ora il giusto e dovuto ri-conoscimento giuridico dopo che permolti anni - più di un decennio - si èmolto rinviato prima di arrivare all’at-tuale situazione. Si può pensare - e ifatti in parte lo dimostrano - come laconsulenza indipendente sia scomodaper coloro che sino ad oggi hannoavuto il monopolio del mercato qualile banche, le reti di promotori finanziarie altri ancora. Si tratta di un risultato fortemente at-teso e sostenuto anche da noi, dal sin-dacato, per rendere più aperto, piùtrasparente e democratico il mercatofinanziario perché la consulenza finan-ziaria indipendente fa bene, è un bene

per il mercato e i risparmiatori.Cisl e Felsa, in particolare, esercitano larappresentanza del lavoro autonomodel settore finanziario per tutelare gliinteressi della categoria e delle diverseprofessioni che operano nel settorecon questa tipologia di lavoro. Gli ex-promotori, ora consulenti finanziari abi-litati, sono solo una parte di questouniverso, così come altre figure: gliagenti in attività finanziaria, assicurativa,i mediatori ecc. I consulenti indipendenti, o meglio “au-tonomi” come li definisce la legge, siacome persone fisiche, sia come parteintegrante di una società, rientrano orain questo contesto; sono una profes-sione intellettuale, 100 per cento la-voro autonomo con tanti oggettivipunti di forza: primo fra tutti l’assenzadel conflitto di interessi. In attesa di aprire ai potenziali nuoviconsulenti finanziari autonomi con lanuova prova abilitativa, sono stati af-frontati in queste ultime settimane iproblemi della fase transitoria perl’iscrizione di diritto degli operatoristorici, i pionieri della professione, quelliante 2007 Mifid I, che hanno agito inquesti anni in regime di proroga. In questo mondo, alcune associazioniprofessionali portatrici di interessi spe-cifici ed esclusivi, come quelle dellapromozione finanziaria, hanno svolto illoro compito in modo autoreferenzialecon scarsi risultati per la crescita e losviluppo della professione. Occorre ora una vera svolta e prova

di maturità, un salto di qualità. Il sinda-cato è pronto a fornire a questomondo quel supporto fondamentaledi tipo normativo e negoziale attra-verso la contrattazione, che è il valoree lo strumento tipico del sindacato. Occorre intervenire, ad esempio, attra-verso la bilateralità, su aspetti economie remunerativi, sul welfare, sul futuroprevidenziale e sulla formazione, perun mercato del lavoro più inclusivo enon discriminante nelle varie forme,per completare in via negoziale e con-trattuale quanto fatto sul fronte giuri-dico. Nell’ultima legislatura, il lavoro ele proposte di Cisl e Felsa hanno mi-gliorato le tutele e i diritti per il lavoroautonomo. Il Job Act, in parte, ha ri-guardato anche il nostro settore. Leparti sociali attraverso la contratta-zione hanno la responsabilità non solodi indicare la strada verso comporta-menti virtuosi e contrastare l’applica-zione di forme contrattuali improprie,ma anche di esplorare, realizzare e in-crementare tutele e servizi. La stradanon è semplice, ma abbiamo il compitoe il dovere di provarci. Al tempo stesso, speriamo che le as-sociazioni di settore, datoriali e non,abbiano analoga volontà di lavorare in-sieme per il futuro della professione,vogliano misurarsi e mettersi in giococon un approccio unitario, positivo ecostruttivo per una vera cultura e dif-fusione della consulenza finanziaria.

Mauro RufiniResponsabile Nazionale Lavoro Autonomo

del Settore Finanziario - FeLSA Cisl

■ F I N A N Z A

IL D-DAY DELLA CONSULENZAFINANZIARIA IN ITALIADal 1 dicembre 2018 avviata l’operatività del nuovo organismo di vigilanza etenuta dell’albo unico dei consulenti finanziari - OCF

NULLA LA DELIBERA CONDOMINIALE CHE CONSENTE L’INSTALLAZIONE DI UN’ANTENNATROPPO INGOMBRANTE SUL TERRAZZO DI COPERTURAAi sensi dell’ar ticolo 1120 del Codice Civile, con le maggioranze qualificate, icomponenti di un Condominio possono deliberare a favore dell'installazionedi impianti centralizzati per la ricezione e l'accesso a qualunque genere diflusso informativo, incluse le diramazioni per le singole utenze, purché noncomportino alterazioni alla destinazione della cosa comune, impedendo aglialtri condomini di farne uso secondo il loro diritto. A tutela di tale principio si è fermamente orientata la recente giurisprudenzadella Suprema Corte che, in un caso specifico, ha confermato le decisioni concui la Corte d’Appello di Milano aveva accolto l’impugnativa di un condòminoavverso la delibera, dichiarata pertanto nulla, che consentiva l’installazione, sulterrazzo di copertura dell’edificio, di un’antenna per la ricezione di “telefoniamobile”. La Corte di Cassazione (VI Sez. Civile, Ordinanza n. 24767dell’8/10/2018) ha, infatti, ritenuto giusto l’aver dato accoglimento alle do-glianze di una condòmina circa le consistenti dimensioni dell’autorizzata an-tenna e di tutte le apparecchiature necessarie per i collegamenti vari, che difatto impedivano il normale utilizzo, per altri fini, del lastrico solare.L’aver, poi, accettato la quota di un canone di concessione riconosciuto dalGestore Telefonico titolare dell’impianto, come eccepito dal Condominio, nonha giovato per i giudici a preservare la delibera, ritenendo tale comportamentoquale ratifica unicamente della validità del contratto intervenuto tra Condo-minio e Gestore, ma non per la possibile alterazione della destinazione del la-strico solare.

NON ADEMPIUTO IL RILASCIO DI UN IMMOBILE LOCATO QUALORA RISULTI ANCORA SUS-SISTENTE LA PRESENZA DI BENI MOBILI APPARTENENTI AL CONDUTTORESe al momento del rilascio, sia pure forzoso (ex art. 608 Codice di Procedura Ci-vile), di un immobile locato a terzi, risultino ancora permanenti all’interno dei localibeni di proprietà del conduttore, questo non potrà ritenersi integralmente liberatodagli obblighi rivenienti dal contratto di locazione e il locatore resterà ancora cre-ditore nei suoi confronti, oltre che per eventuali oneri condominiali, per l’indennitàd’occupazione.Quanto precede è stato di recente sancito, nel contesto di un ricorso per l’am-missione tardiva al passivo di un fallimento, dalla Corte di Cassazione (I SezioneCivile, Ordinanza n. 20146 del 30/07/2018), che ha riconosciuto la persistenza delcredito riveniente dalla locazione di un immobile a una società, poi fallita, stantel’avvenuto rilascio dell’immobile, cui però non aveva fatto seguito la materiale com-pleta liberazione dei locali. In senso contrario si era orientata, precedentemente,la Corte Territoriale, ritenendo che fosse onere del locatore rimuovere i beni la-sciati all’interno del suo immobile, e ciò in ragione di una sorta di tollerato depositodi beni mobili, priva quindi di ogni forma di risarcimento.La Suprema Corte invece, con il provvedimento in esame, ha puntualizzato che,nelle descritte circostanze, non si può ascrivere nulla alla tolleranza del locatore,ma viene richiesta a quest’ultimo una condotta attiva, che limiti le conseguenzedannose e che rientri nella diligenza ordinaria, senza risultare per lui particolar-mente gravosa.

Claudio Minolfi

L E G A L E ■

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 19

IL FILO D’ARIANNASuggerimenti per districarsi nel labirinto della vita quotidiana

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i20

I lavoratori del settore bancario risul-tano tra le categorie maggiormente col-pite dallo stress lavoro correlato.Soggetti a pressioni commerciali e com-portamenti datoriali al limite della ves-sazione, sviluppano spesso patologie ericorrono al medico. E valutano, di con-seguenza, la possibilità di intraprendereuna azione giudiziaria per mobbing.Su quest’ultimo, però, sono diverse leproposte legislative che a tutt’oggi nonhanno trovato alcuna concretizzazionein un testo di legge sistematico. La la-cuna normativa contribuisce così afraintendimenti. Precisamente cos’è ilmobbing? Quando si può affermareche il lavoratore l’abbia subìto? E qualinorme giuridiche a suo vantaggio puòinvocare?Il mobbing è un comportamento co-stituito da una serie di atti, che presisingolarmente potrebbero anche es-sere leciti, aventi scopo persecutorio diun lavoratore, tesi a emarginarlo, e voltia costringerlo a presentare le dimis-sioni o a commettere azioni che negiustifichino il licenziamento.

È un processo, volontario e sistematico,che allontana progressivamente il lavo-ratore dai rapporti interpersonali e daglistrumenti necessari per svolgere le pro-prie mansioni. I comportamenti messi inatto nel mobbing, che deve avere unadurata minima di sei mesi, sono tesi aisolare fisicamente il lavoratore, esclu-dendogli il necessario utilizzo di infor-mazioni, attrezzature, formazione. La condotta deve essere lesiva della di-gnità professionale e umana sottol’aspetto morale, psicologico, fisico osessuale. Si attacca la reputazione dellavittima con maldicenze o rimproveripalesi; lo si discrimina revocandogliferie o permessi; lo si fa oggetto di mo-lestie sessuali. Gli si attribuiscono lavoridequalificanti, anche se occorre nonconfondere questa pratica con unsemplice demansionamento, dove ven-gono assegnati compiti e mansioni in-feriori al proprio inquadramento senzafinalità vessatorie.Si parla di mobbing verticale qualoratale condotta venga esercitata dal da-tore di lavoro o da un superiore; dimobbing orizzontale se a mettere inatto questi esecrabili comportamentisono gli stessi colleghi. In ogni caso, leconseguenze per il lavoratore sono pa-tologie, come ad esempio la comparsadi uno stato depressivo, che possonoessere oggetto di richiesta di risarci-mento dei danni.La rilevanza del mobbing in tema giu-slavoristico deriva principalmente dallaviolazione dell’art. 2087 del codice ci-vile, che può combinarsi con altrenorme a seconda dei casi, ad es. conl’art. 2013 in caso di demansiona-mento, con le norme antidiscriminato-rie di alcuni decreti legislativi in caso dievidenti disparità, con il disposto delloStatuto dei Lavoratori e del codice ci-vile che regolamentano il potere deldatore di lavoro in caso di accani-mento disciplinare.

■ L E G A L E

COMBATTERE IL MOBBINGDi cosa si tratta, quando si può affermare di averlo subito e quali sono lenorme giuridiche da invocare

È un processo, volontario e sistematico,

che allontana progressivamente

il lavoratore dai rapporti interpersonali

e dagli strumenti necessari per svolgere

le proprie mansioni.

In particolare, l’art. 2087 dispone che“l’imprenditore è tenuto ad adottarenell’esercizio dell’impresa le misureche secondo la particolarità del la-voro, l’esperienza e la tecnica, sononecessarie a tutelare l’integrità fisica ela personalità morale dei prestatori dilavoro”, da cui discende una serie diobblighi per il datore stesso.La giurisprudenza ci dice che l’obbligocontemplato non si limita al rispettodella legislazione in tema di preven-zione, ma stabilisce anche il dovere diastenersi da comportamenti lesivi del-l’integrità psico-fisica del lavoratore.Tale interpretazione, unanimementeadottata, discende dal diritto alla salute,inteso come bene giuridico primariogarantito nel senso più ampio dall’art.32 della Costituzione ed è correlato al-l’osservanza dei principi di correttezzae buona fede imposti dagli artt. 1175e 1375 del Codice Civile. Di conseguenza, si vieta all’imprenditoredi compiere direttamente qualsiasicomportamento lesivo dell’integritàpsico-fisica del prestatore di lavoro e losi obbliga a prevenire, scoraggiare eneutralizzare qualsiasi comportamentosimilare posto in essere da superiori ge-rarchici, preposti o da altri dipendentinell’ambito dello svolgimento dell’atti-vità lavorativa.Molto importante l’introduzione deidecreti legislativi 215 e 216/2003 e198/2006, modificato dal 5/2010, sullediscriminazioni; viene qui definita la no-

zione di molestie morali sul lavoro,comportamenti indesiderati posti inessere per ragioni di razza, etnia, han-dicap, sesso, ecc. che violano la dignitàdi una persona e creano un clima inti-midatorio e profondamente ostile. Tale normativa non è totalmente esau-stiva, perché il mobbing non è semprericonducibile alle condotte discrimina-torie contemplate da tali disposizioni.Tanto più che l’accezione di salute con-tenuta nel D.Lgs. 81/2008 (art. 2, lett. o)è quella dello stato di completo benes-sere fisico, mentale e sociale, non consi-stente solo in un’assenza di malattia od’infermità, mutuata della nozione di sa-lute definita dall’Organizzazione Mon-diale della Sanità.Da menzionare, sul tema specificodella prevenzione, l’art. 1 della Legge123/2007 che prevede “la valorizza-zione di accordi aziendali, territoriali enazionali nonché, su base volontaria,dei codici di condotta ed etici e dellebuone prassi che orientino i compor-tamenti dei datori di lavoro, anche se-condo i principi della responsabilitàsociale, dei lavoratori e di tutti i sog-getti interessati, al fine del migliora-mento dei livelli di tutela definitilegislativamente”.Quindi, l’art. 28 del D.lgs. 81/2008 cheprecisa: “l’oggetto della valutazione deirischi deve riguardare tutti i rischi per lasicurezza e la salute dei lavoratori, ivicompresi quelli riguardanti gruppi di la-voratori esposti a rischi particolari, tra

cui anche quelli collegati allo stress la-voro-correlato, secondo i contenutidell’accordo europeo dell’8 ottobre2004, alle differenze di genere, all’età, allaprovenienza da altri paesi”. Il mancato ri-spetto di quest’ultima disposizioneespone l'azienda a sanzioni civili e penali.Chiarita la sostanza e gli effetti del mob-bing, vediamo le sanzioni da reclamarein merito. La prima sarà la condanna allacessazione della condotta molesta neiconfronti del lavoratore e l’adozione dimisure atte a evitare che si ripeta. Tutta-via tale disposizione non è sufficiente,nei casi in cui il mobbing subito abbiagenerato danni alla persona e patrimo-niali. Dimostrare al giudice il nesso tracausa ed effetto non è però facile. Nei casi previsti dai decreti legislativi sullediscriminazioni, il lavoratore è facilitato:allegando le sole circostanze indicatricidella discriminazione e delle molestiemorali, dispone di un agevolato regimeprobatorio e non è gravato dell’onere diprovare l’intento persecutorio. Agli altrilavoratori è invece chiesto di dimostrarei singoli atti vessatori; impresa complessa,se si considera che tali prove possonogeneralmente essere fornite solo da te-stimonianze di colleghi, i quali di normacontinuano a lavorare per quello stessodatore di lavoro presunto autore deicomportamenti illeciti.In seguito, vedremo cosa accade quandoil mobbing si trasferisce dalle stanze diun ufficio alle aule del tribunale.

Luca Giannetta

L E G A L E ■

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 21

Nel 2018 resiste un tabù che forte-mente ci imbarazza. Un argomentoche lasciamo cadere quando ci ri-guarda direttamente. Un segreto checondividiamo soltanto con pochi in-timi. E a volte neppure con quelli.La spinosa parola conta cinque letteree comincia per esse. Sesso? Macchè. Disesso parliamo sin troppo e a spropo-sito. Lì dettagliamo, ostentiamo, esage-riamo. Almeno nel parlarne. No, non sitratta di sesso, ma di qualcosa che dav-vero scatena il nostro pudore. Si trattadi Soldi. Dei soldi nostri, di quelli cheguadagnamo davvero. Alzi la mano chi, all’audacissima do-manda “ma tu quanto guadagni?” nonabbia mai avuto un principio di balbu-zie, simulando un penoso vuoto dimemoria.Vuoto di memoria che nessun testi-mone della ridicola scena criticò; pre-ferendo invece lanciare occhiatesdegnate all’improvvido curioso. Ilquale infranse una prassi, un patto non

scritto, una intesa reticente che vuoletenere il cedolino infilato dentro ilburka.Ma da cosa deriva questa granitica ini-bizione a spifferare quanto si guada-gna? O, più in genere, di quanti soldieffettivamente disponiamo? La spiega-zione più andante di tanta omertà sulleentrate mensili è concreta quanto unamoneta. In soldoni (appunto): chi gua-dagna molto non vuole renderlo notoper non provocare l’attacco degli invi-diosi; chi guadagna poco non vuolerenderlo noto per non palesare le pro-prie ristrettezze.Spiegazione concreta che non soddi-sfa totalmente. Perché dipinge comeimperanti due vir tù – la discrezione,la dignità – che non sembrano averemedesima puntuale applicazione inaltri campi. Possibile che gli emolu-menti mensili, oltre al portafogli, rivi-talizzino pure l’integrità morale?Al solito, questo articolo non darà al-cuna risposta al mistero. Fornirà però

alcuni indizi forse utili, cer-candoli tra le pieghe dellinguaggio.Paradossalmente, la fragi-lità della spiegazione co-mune sta proprio nellasua concretezza. Soliditàcalza quando si parla dibanche, di situazione eco-nomica generale. Ma quando si scende sinoalla materia prima, ai de-nari, agli spiccioli, lo statometaforico da solido, perincanto, si discioglie e di-venta liquido. Liquido e liquidità sonotermini che vengono co-munemente adoperati perindicare denari contanti.Quelli monetari non sonosentieri, ma flussi.Quando una vincita be-

neficia un fortunato, si dice che è statoinvestito da una pioggia di soldi. E chea breve li verserà sul proprio conto.Nei soldi si nuota: lo sa bene Zio Pa-perone, che nell’immensa mole di mo-nete che stipa il suo deposito ci fa ilbagno ogni mattina.La lingua ci suggerisce dunque che soldie monete hanno consistenza fluida. Maperché? Forse perché hanno attinenzacon una sostanza reale. Quale sostanzasia, ce lo suggeriscono le espressioni, piùspesso le imprecazioni, che si levano al-lorquando veniamo colpiti da una car-tella esattoriale. La somma richiestadiventa un salasso e il richiedente unasanguisuga. Persino un vampiro, se lastangata è stata particolarmente forte.È dunque al sangue che i soldi si ispi-rano? Le similitudini dicono di sì. Conl’ago nella vena o con la carta nel ban-comat, è sempre prelievo. Il sanguenuovo è fresco, proprio come il de-naro. Nobile è il donatore: di sangue odi beni fa lo stesso. Diverse altre formeverbali puntellano il concetto.Perché i soldi si ispirino – nell’inconsa-pevole senso comune - alla sostanzapiù intima e vitale che scorre dentro dinoi, è difficile spiegare. Miracoli e stor-ture del capitalismo, magari. Di certo, èmisteriosa l’identificazione tra quantodi più organico e quanto di più mate-riale esista nella nostra mente. Un transfert nato, chissà, in un passatolontano, nell’intimità familiare, quandoun genitore morendo ha lasciato aipropri figli – il sangue del suo sangue –il patrimonio di una vita. E allora è questa la mia spiegazione li-quida – non solida – delle radici dell’in-crollabile tabù. E perché alla fine,quando un impertinente ci domandaquanto guadagniamo al mese, a tradi-mento ci sentiamo avvampare al volto,con il sangue allarmato a disegnare unimbarazzo antico.

Elio Laganà

■ S O C I E T À

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i22

FLUIDA SPIEGAZIONE DI UN TABÙParlare di soldi scatena il nostro pudore, ci imbarazza, come fossero la sostanzapiù intima e vitale che scorre dentro di noi

S O C I E T À ■

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 23

Lo sport – anche se in Italia non esisteun Ministero dedicato – è un'agenziaeducativa riconosciuta in tutto il mondo,insieme alla famiglia e alla scuola. Neicollege anglosassoni e americani, peresempio, lo sport ha un'importanzafondamentale, tanto che i “fuoriclasse”sportivi hanno spesso le porte aperteal mondo del lavoro.Ma lo sport – senza entrare in ambitiprofessionistici, perché rischieremmo diaddentrarci in meandri complessi – èsoprattutto educazione ai valori dellavita, insegnamento ad affrontare i pro-blemi e a orientarsi nelle scelte.Negli sport individuali, la competizionecon il tempo – praticamente con sestessi – è fondamentale per la ricercadella propria personalità e del metododi lavoro; la ricerca del gesto perfettonecessita di un lavoro sistematico, avolte anche creativo, ma svolto concontinuità. L'accettazione di una scon-fitta porta con sé la delusione, che puòsfociare in depressione, ma che, con laforza di volontà, può essere superata.Voglia di lavorare di più e meglio per ru-bare al tempo qualche decimo di se-condo, ma anche la consapevolezza chec’è qualcuno migliore di noi, da emulareo anche da sostenere, quando si ricopreun ruolo da gregario.Nel mondo dello sport, inoltre, si trovanotanti ruoli presenti anche nel mondodel lavoro: il leader e il gregario, il capi-tano e la squadra, lo stratega e il realiz-zatore, l'uomo degli assist e il goleador.Nel Rugby – lo sport che più mi sta acuore – esistono gli avanti, deputati allaconquista del pallone, e le linee arre-trate che devono utilizzare il pallonenello spazio allargato; c'è il portatore dipalla, il linebreaker, e il finalizzatore,quello che segna la meta; nella rimessalaterale ci sono il saltatore, il puntello eil sollevatore e tante altre figure.

Negli sport di squadra la parola cardineè rispetto. Rispetto dell'orario di allena-mento, dei compagni di squadra, delleconsegne e dell'allenatore, delle regole edell'arbitro e anche degli avversari e ditutti gli strumenti e mezzi che gravitanointorno alla pratica dello sport. Tuttociò è facilmente paragonabile conquanto avviene – o dovrebbe avvenire –nel mondo del lavoro. C’è poi, soprat-tutto, il rispetto di se stessi, dello stile divita che si conduce, dell'alimentazione,degli orari che scandiscono la vita stessa.Un aspetto non meno importante diquello educativo è quello dell'orienta-mento, nella ricerca delle proprie pas-sioni e della continuità nel perseguirle,anche dopo una delusione o un licen-ziamento. Capacità di costruirsi uno“spirito da imprenditore”, ricercandonuove tecniche e nuove strategie per ri-collocarsi, senza lasciarsi andare.La partecipazione alla costruzione diuna squadra, anche nei limiti propri diun giocatore, è importante! L’esperienzadi tecnico mi porta ogni anno a dire aimiei giocatori che abbiamo un obiettivoda raggiungere insieme “senza voi nonposso raggiungerlo, il vostro aiuto perme è fondamentale, perché in camposiete voi che dovrete realizzare ciò cheinsieme andremo a preparare, maanche nello studio della strategia da ap-plicare, Voi dovete dirmi quello cherende confortevole lavorare insieme".Penso sia così che si debba lavorare inuna squadra, in un gruppo.

Ancora più importante è supportarsiquando si matura un insuccesso; unasconfitta deve essere motivo di rifles-sione per non ripetere gli errori com-messi, senza necessariamente indivi-duare un colpevole. Deve essere laspinta a studiare nuove strategie, perconsolidare i punti forti e migliorare ipunti deboli.La pratica dello sport, proprio perché sibasa sul divertimento, quasi sempreconsente di commettere errori senzaconseguenze catastrofiche; questo, tut-tavia, non deve tradursi in superficialità,e qui è un ulteriore aspetto educativo. Per quel che riguarda, infine, la "compe-tizione", tanto vituperata da pseudo edu-catori e "appiattitori" di generazioni, semessa in atto in modo sano, non è altroche un ulteriore aspetto educativo.Competere significa confrontarsi, con sestessi e con gli altri, con il tempo, conl’esterno, con ciò che ci circonda. Il bam-bino che di ritorno dalla lezione di pianovuole far sentire ai genitori ciò che haimparato, sta realizzando una competi-zione: si confronta con quello che ha ap-preso e misura le sue capacità.Quindi è bene permettere ai giovani dicompetere, senza umiliarli se sbaglianoo perdono, e senza esaltarli se vincono.Il loro "ego" si autoalimenta, non hannosempre bisogno di approvazione cosìcome non vogliono essere giudicati; secresciuti bene sapranno auto giudicarsi.

Massimo BorraDocente Università di Milano

LO SPORT, BANCO DI PROVAPER IL LAVOROUna pratica che educa ai valori della vita, insegna ad affrontare i problemi e aorientarsi nelle scelte

Lo scorso 8 novembre è stata deposi-tata l’attesa sentenza, la numero 194.Sentenza che dichiara l’illegittimità co-stituzionale dell’art. 3, comma 1, delD.lgs. n. 23/2015 (Jobs Act), sia neltesto originario, sia in quello modificatodal D. L. n. 87/2018, comunementedetto Decreto Dignità. Il principio del risarcimento proporzio-nato alla sola anzianità aziendale, appli-cato al lavoratore assunto con lecosiddette “tutele crescenti” e licen-ziato illegittimamente, viene smantellatoperché viola i principi di eguaglianza edi ragionevolezza. Il D.L. 12 luglio 2018, n. 87, era interve-nuto sulla disciplina dei contratti atempo determinato, sulla somministra-zione e sull’indennità risarcitoria in ma-teria di licenziamenti illegittimi. Purmantenendo intatti i cardini del D.lgs.n. 23/15, aveva elevato l’importo mi-nimo a sei mensilità con un tetto mas-simo fissato a trentasei. Le decisioni della Consulta cambianole regole radicalmente. Applicare il

solo criterio della anzianità di servizionel risarcimento non basta a compen-sare il pregiudizio subito dal lavora-tore licenziato. Soprattutto se ilrapporto a tempo indeterminato siastato breve. Il giudice dovrà quindi tenere contoanche di altri fattori, quali: il numerodi dipendenti della società; la dimen-sione dell’attività economica; il com-portamento tenuto dalle par ti nelcorso della controversia e le lorocondizioni. In caso di licenziamento illegittimo pergiustificato motivo in una impresa conpiù di quindici dipendenti, un assuntocon tutele crescenti potrebbe dunquericevere una indennità maggiore ri-spetto ad altro assunto prima del 7marzo 2015.La sentenza non influisce sull’inden-nizzo relativo a licenziamenti operatiin organici inferiori alle sedici unità enelle associazioni di tendenza (fonda-zioni, associazioni sindacali) dove inuovi importi, strettamente legati al-

l’anzianità aziendale, divengono pari auna mensilità all’anno calcolata sull’ul-tima retribuzione utile ai fini del cal-colo del TFR, partendo da una basedi tre fino alle sei mensilità. Riguar-dando soltanto il comma 1 dell’ar t. 3,è mantenuta inoltre, per gli assunticon le “tutele crescenti”, la fruizionedella reintegra nelle ipotesi previstedall’ar t. 2. La dichiarazione di incostituzionalitàavrà effetto anche sui licenziamenticollettivi ex art. 10, concernenti i la-voratori assunti a partire dal 7 marzo2015. Venendo meno il solo criteriodell’anzianità, qualora venisse deciso ilrisarcimento, il giudice definirà l’im-porto risarcitorio all’interno di unrange compreso tra le sei e le trenta-sei mensilità. Va evidenziato che que-sta discrezionalità da parte del giudicefarà venire meno il costo certo del li-cenziamento. Il deposito della sentenza consentirà laripresa di quei procedimenti giudiziariche erano stati sospesi, cautelativa-mente, da molti presidenti delle sezioniLavoro. Per effetto dunque dei contenuti delD.L. n. 87/2018 in materia di contrattia tempo determinato e di sommini-strazione a termine, e per effetto dellasentenza 194 della Consulta, il dirittodel lavoro muta profondamente. Ladurata sino a trentasei mesi del con-tratto determinato senza causale si ri-duce a dodici mesi, e le condizioni peruna estensione a ventiquattro appa-iono difficili da applicare.Tutte da valutare, naturalmente, leconseguenze sui lavoratori. Alcuneaziende, in un’ottica costruttiva, po-trebbero decidere di puntare piùtempo e risorse sulla loro formazione.Altre, al contrario, potrebbero sempli-cemente aumentare la frequenza delloro avvicendamento.

Giampaolo Pierno

■ L E G A L E

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i24

L’ANGOLO DELLE SENTENZEAbbiamo visto come, attraverso il comunicato del 26 settembre, la Consulta abbiadichiarato illegittimo il criterio di determinazione dell’indennità di licenziamento.

S O C I E T À ■

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 25

È dal 1999 – anno in cui fu istituitadall’Assemblea Generale delle Na-zioni Unite – che ogni 25 novembresi celebra la giornata internazionalecontro la violenza sulle donne. Una giornata intesa a richiamare l’at-tenzione su un fenomeno che, purcosì chiaro nella sua drammaticaevidenza, necessita ancora di essereufficialmente rammentato alla cosid-detta opinione pubblica. La violenzasulle donne è difatti una mostruositàantica e risaputa, che però mutaforma nel tempo. Approfondiamonealcuni aspetti allo stato attuale, limi-tatamente al nostro Paese.

LE FORME

Alle forme di violenza fisica e ses-suale, si accompagnano subdole va-rianti in cui il carnefice non mena lemani per intimorire e assoggettare lasua vittima. In alcune coppie, rodateall’apparenza, l’uomo profitta scienti-ficamente della fragilità della partnerfacendola sentire stupida, inutile, ina-deguata. La tiene in pugno senza bi-sogno di sferrarne uno: si parla, inquesto caso, di violenza psicologica.Nell’ormai noto stalking le armi mas-sicciamente adoperate sono gli sms,le e-mail, gli appostamenti. Raffiche diimmagini porno non richieste sparateon-line sono invece il marchio dell’in-cipiente sexting. Pratica violenza eco-nomica colui che costringe ai proprivoleri la compagna, utilizzando comecatena quello stipendio che è solo luia portare.

LA MISURAZIONE

Misurare quanta violenza subiscanole donne è impresa difficile, destinataall’approssimazione. Soprattutto a

causa degli episodi che si consu-mano in ambito familiare. Qui la vit-tima denuncia con difficoltà gli attisubiti, per non compromettere gliequilibri familiari che coinvolgono lepersone più care. Così oltre al danno fisico e moralesubentra la rassegnazione, l’isola-mento, la rinuncia. Un atteggiamento umanamente com-prensibile, e che pure rafforza il car-nefice, la cui meschina e vigliacca vo-glia di sopraffazione si nutre delladebolezza, della paura, e soprattuttodel silenzio della vittima. È chiaro dunque che per avere unquadro nitido della situazione nonbasta basarsi sul numero di decessio denunce. Né le indagini o i sondaggi, perquanto utili, possono rivelarel’enorme sommerso, se a voltenemmeno la vittima stessa ammettedi essere tale.

LE VITTIME

Un’indagine ISTAT condotta sui datidel 2017 suggerisce statisticamente iprofili delle vittime e, indirettamente,dei carnefici. La preda preferita dallo stupratore,che in questo caso è soggetto di-verso dal partner, è una donna tra i16 e i 24 anni, spesso studentessa, o

in cerca di occupazione. Forse per-ché più spesso denunciano gli episodidi violenza sessuale, bersaglio fre-quente sono anche le libere profes-sioniste, le dirigenti, le imprenditrici.Vittime delle aggressioni spesso mor-tali degli ex partner sono, come lo-gica vuole, le donne separate edivorziate. Preferibilmente sulle loro ex infieri-scono gli stalker, in special modo, ul-teriore infamità, se la donna èmenomata o soffre di malattie cro-niche. Giovani e bene istruite risul-tano le vittime della violenzapsicologica. La donna che subisceepisodi di violenza all’interno di unacoppia e di una casa ha invece unidentikit trasversale.

Un aberrante fenomeno, dunque,che come una spaventosa creaturamitologica presenta diverse teste, enon tutte visibili. Un mostro che morirà quando dalvariegato vocabolario delle relazioniuomo-donna, spariranno dalla lettera“S” parole come soggiogare, sopraf-fare, schiavizzare. E non sarà finalmente più necessariorichiamare l’attenzione planetariaogni 25 di novembre, come avvienedal 1999 a questa parte.

Tamara De Santis

VIOLENZA, UNA MOSTRUOSITÀANTICA E RISAPUTA25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, dal 1999

Nel corso degli ultimi trent’anni, nelnostro Paese, il sistema pensionistico èstato interessato da riforme strutturali,che di volta in volta hanno introdottodiverse novità nel tentativo di indivi-duare un assetto che potesse assicu-rare la sostenibilità del sistema stessonel lungo periodo. Dal 2011, vige la legge Monti/Forneroche ha introdotto:■ Requisiti anagrafici e contributivi le-gati all’aspettativa di vita;■ Calcolo della pensione con il sistemacontributivo per tutti.È prevista una pensione di:■ Vecchiaia, al raggiungimento dei 67anni (nel 2019) ■ Anticipata, con 42 anni e 10 mesi dicontribuzione (nel 2019)Il nostro sistema previdenziale è ditipo contributivo e l’ammontare dellapensione è calcolato in funzione didue parametri:■ il montante capitalizzato dei contri-buti versati ■ il coefficiente di trasformazione le-gato all’età del pensionato (maggiorel’età del pensionato, maggiore il valoredi trasformazione, maggiore l’ammon-tare della pensione a parità di contri-buti versati).Il prodotto dei due parametri deter-mina il valore della pensione.Pertanto, qualsiasi modifica alla leggeMonti/Fornero, che consentirebbe diuscire prima dal mondo del lavoro,nell’ambito di un sistema contributivo– ad esempio la quota 100 attual-mente in discussione in Parlamento –determinerebbe un importo più bassodi pensione per effetto di un minornumero di contributi versati e di uncoefficiente di trasformazione, an-ch’esso più basso, per la minore etàdel pensionato. L’equilibrio finanziario della nostra pre-

videnza obbligatoria è garantito dal “si-stema a ripartizione”, che prevedel’equivalenza annuale tra le entratecontributive e le prestazioni dell’anno,ovvero i contributi versati in un annosono usati per pagare le pensioni.Un anticipo pensionistico, al fine di ga-

rantire la sostenibilità del sistema nellungo periodo, dovrebbe quindi inevita-bilmente prevedere un’adeguata politicadi assunzioni nel mondo del lavoro, inmodo garantire nel tempo la correla-zione tra contributi e prestazioni.

Nicola Lauletta

■ P E N S I O N I

SOSTENIBILITÀDEL SISTEMA PENSIONIL’equilibrio finanziario della previdenza obbligatoria in Italia è garantitodall’equivalenza annuale tra i contributi versati e le pensioni pagate

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i26

Dal portale INPS

Le pensioni vigenti al 1 gennaio 2018 sono 17.886.623, di cui 13.979.136 dinatura previdenziale (vecchiaia, invalidità e superstiti) e le restanti 3.907.487di natura assistenziale (invalidità civili, indennità di accompagnamento, pen-sioni e assegni sociali). Nel 2017 la spesa complessiva per le pensioni è statadi 200,5 miliardi di euro, di cui 179,6 miliardi sostenuti dalle gestioni previ-denziali. È quanto emerge dall’Osservatorio sulle pensioni erogate dall’INPSche analizza i dati del 2017.Oltre la metà delle pensioni è in carico alle gestioni dei dipendenti privati,di cui quella di maggior rilievo (95,6%) è il Fondo Pensioni Lavoratori Di-pendenti (FPLD), che gestisce il 48,2% del complesso delle pensioni erogatee il 61,1% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomielargiscono il 27,5% delle pensioni, per un importo in pagamento del 23,9%,mentre le gestioni assistenziali erogano il 21,8% delle prestazioni con un im-porto in pagamento di poco superiore al 10,4% del totale.Le nuove pensioni liquidate nel 2017 sono state 1.112.163, di cui poco menodella metà (49,7%) di natura assistenziale. Gli importi stanziati per questepensioni ammontano a 10,8 miliardi di euro, circa il 5,4% della spesa com-plessiva al 1 gennaio 2018 (200,5 miliardi di euro).

S O C I E T À ■

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 27

Da cinquantenne quale sono, decido dieffettuare una ricerca su internet sui sitio blog più letti nella mia fascia di età emi imbatto in un forum in cui si disqui-sisce di menopausa. È tutto un pullu-lare di donne che sfogano ogni sortadi frustrazione per questa nuova con-dizione. Si sentono menomate, alie-nate, depauperate, snervate.Senza minimizzare le problematicheorganiche che sicuramente esistono,leggo post esilaranti, disperati, imbaraz-zati e anche insulsi. Uno di questi ha destato la mia atten-zione perché era presente una descri-zione particolareggiata della panciadella donna che aveva scritto il post.Una pancia grande e molliccia, che,prominente, emergeva da tutti i capi diabbigliamento indossati. La cosa che ledava più fastidio era, non che il suoventre la rendesse meno avvenentema che fosse oggetto di ogni tipo dicommento negativo da parte della fi-glia, sicuramente una antipatica silfide. Il racconto in sé non esprimeva con-cetti di unicità, tuttavia aveva creato unnuovo cliché, l'ennesimo ascrivibile al-l'essere donna, molti dei quali pur-troppo – ammettiamolo – sono veri.La donna che si lagna (sì lo facciamospesso!):- di non essere più fertile... inorridiscoal solo pensiero... avrebbe voluto es-sere ancora madre a sessant'anni!!!???- delle caldane, immensi ventagli fannocapolino dalle borse, a ogni stagione, lisfoderano come spadaccini e li apronocome fossero la coda di pavone, non-curanti degli spazi angusti, come in unbus all'ora di punta... oppure, negli uffici,la caldana viene combattuta inserendonella porta USB un mini ventilatoreche mulinella continuamente l'aria;- dell'aumento di peso, eppure non mipare che compiuti i 50 anni le donnesiano tutte brutte e grasse...

- dell'irritabilità diffusa che la meno-pausa comporta, ma – siamo oneste –noi donne ci irritiamo anche per unoschizzo d'acqua sullo specchio delbagno, siamo sempre pronte a stigma-tizzare i comportamenti, specie dei no-stri compagni, mettendo spesso insecondo piano che la responsabilitàpotrebbe essere anche solo nostra... ono?- della lacrima facile, si adducono lescuse più disparate per giustificare unpianto improvviso, immotivato, ricordoun film in cui un marito usava la salivaper simulare delle lacrime con cui pen-sava di addolcire la moglie. Da sempreutilizziamo il pianto come escamotage,a volte ne abusiamo, chi di noi non hapianto, almeno una volta nella vita, peruscire indenne da una situazione diffi-cile, e adesso lo giustifichiamo con lamenopausa... - dell'insonnia, dei dolori muscolari, ar-ticolari e delle rughe perché la pelle èmeno elastica... ma dai... Insomma il lamento è su tutto – che

novità – ma per una donna che silagna, ce n'è sempre un'altra che in-vece è entusiasta a prescindere. In unaltro blog lo slogan è: la mia meno-pausa è super e la tua?Ma se sono vere la metà delle lagnanzedelle donne appena citate, cosa c'è davantarsi? Semplicemente dell'essereentrate in una nuova fase della vita?Fare il bastian contrario, senza spiritocritico? Ancora non me lo spiego, tut-tavia una cosa emerge potente, i con-sigli degli esperti alle Madame Ovary –per parafrasare il blog dell'attrice Gwy-neth Paltrow. Combattere i sintomidella menopausa mangiando sano, pra-ticando sport, nei casi più gravi utiliz-zando terapie ormonali sostitutive,what else? Ma se bussasse alla porta GeorgeClooney, non credete che tutta questaansia, irritabilità, tristezza, inadeguatezzasvanirebbe in uno schioccare di dita?

Paola Ferrara

CINQUANTENNIPer una donna che si lagna, ce n'è sempre un'altra che invece è entusiasta aprescindere

■ I N T E R N A Z I O N A L E

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i28

Argentina27 aziende di Confindustria giovani per “Italia en 24”Confindustria giovani, con l'ausilio del-l'Ambasciata d'Italia a Buenos Aires, haportato in Argentina i rappresentanti di27 aziende italiane nell'ambito di 'Italiaen Santa Fé, seconda tappa dell'iniziativa'Italia en 24', per favorire opportunitàd'investimento nelle 24 province argen-tine. Gli imprenditori italiani di settoricome l'agroindustria, la meccanica, le in-frastrutture, l'automazione e l'alta tec-nologia hanno avuto incontri ad hoc,organizzati dall'Ambasciata d'Italia aBuenos Aires, con l'obiettivo di favorireopportunità d'investimento nelle 24province argentine e sviluppare collabo-razioni istituzionali, con le imprese localie con le imprese italiane già presenti nelPaese, tra le quali ENEL, Fiat, Pirelli, Trevi,Ferrovie dello Stato, Ansaldo, Ghella,Camuzzi Gas, ARAG. L'AmbasciatoreGiuseppe Manzo ha evidenziato comela creazione di partenariati italo-argen-tini, che beneficino del know-how ita-

liano, sia di fondamenta-le importanza per

creare valore

aggiunto alla catena di produzione diquesto paese. L'Italia può accompagnaretale percorso soprattutto in settori qualiinfrastrutture, energia e trasporti.

GiapponeTokyo: oltre 180 mila visitatoriper MichelangeloEnorme successo in tre mesi, la mo-stra “Michelangelo and the idealbody”, organizzata dal colosso edito-riale nipponico NHK in collaborazionecon Mondo Mostre e il patrociniodell’ambasciata d’Italia. Ospitata dalMuseo dell'Arte Occidentale l’esposi-zione ha raccontato in modo innova-tivo e spettacolare l'evoluzione delconcetto di bellezza dal Medio Evofino all'ideale di Michelangelo. I visita-tori giapponesi hanno potuto ammi-rare dal vivo il David-Apollo e ilgiovane San Giovanni Battista, oltre a70 opere giunte da musei Italiani e eu-ropei. Circa 2100 persone al giornohanno affollato le sale del museo, trale quali personalità del mondo poli-tico, economico e dei media giappo-nesi. Segue, in un’ideale staffetta, unamostra su Rubens focalizzata sui suoianni di formazione in Italia, sull’in-fluenza che questa ha avuto su uno

dei maggiori ar-tisti del barocco, con

l’esposizione di opere proviene damusei italiani e raffiguranti ele-

menti e paesaggi italiani.

CongoTre ditte italiane costruirannopiattaforme agroalimentariAvviati i lavori per la realizzazione di trepiattaforme di trasformazione agro-ali-mentare nella città di Lukula, dalla So-cietà Italiana di Monitoraggio, Sovimp eCrono servizi. Il progetto è promossodalla Banca Mondiale con un finanzia-mento di 11 milioni di dollari. Il raggrup-pamento delle tre imprese italiane haprogettato gli impianti ed è incaricato diristrutturare gli stabilimenti industriali, difornire i macchinari per la produzionedi olio di palma, farina di manioca e risodecorticato, di gestire per i successivi treanni la piattaforma agro-industriale, oltrea favorire l'organizzazione in coopera-tive dei produttori agricoli (circa20.000) e l'accesso al mercato dei pro-dotti trasformati.

MongoliaAiuti nel campo dell’archeologiaPer valorizzare lo straordinario patri-monio storico archeologico dell'areadi Kharkhorin, in Mongolia, è stato si-glato un accordo tra il Centro Ricer-che Archeologiche e Scavi di Torino, ilMuseo di Kharakhorum e l'UniversitàStatale di Ulaanbaatar. L'obiettivo è

quello di suppor-tare le realtà museali delterritorio in modo che la comunità lo-cale possa conoscere e apprezzare irisultati della ricerca archeologica.

a cura della Redazione

L’ITALIA INCONTRA IL MONDOIl “made in Italy” celebrato all’estero

C U R I O S @ N D O ■

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 29

A ogni catastrofe ambientale riparte ilritornello mediatico: “colpa del clima,colpa di quel Paese, dei gas serra, delleauto inquinanti, della cementificazioneselvaggia”. A trovare i fattori colpevolisi fa a gara su Tv, social e carta stam-pata. Poco si fa, in realtà, per risolvereil problema, aldilà dei tanti convegni eincontri internazionali e nessuno ci in-vita seriamente a guardare al futuro,pensando che è nostro dovere lasciarequesto mondo nel modo migliore, me-glio di come lo abbiamo vissuto. Mancala visione generale del problema, cherimane confinato nelle sale congres-suali con scarsissimi risultati; sem-bra davvero impossibile metteretutti d’accordo. La situazione è grave e c’è po-chissima sensibilità comune. Perdirne una la Cina, il Paese che piùcavalca lo sviluppo industriale, èdiventato un ambiente vele-noso da vivere. Già nel 2014uno studio di Berkeley Earth hastabilito che l'inquinamento atmo-sferico in Cina finisce per uccidere unamedia di 4.000 persone al giorno, cioè1,6 milioni di persone l’anno.Una vera e propria carnefi-cina. A domanda diretta unodei ministri al potere ha rispo-sto candidamente che “il pro-gresso ha i suoi svantaggi e iltasso di crescita a cui la Cinaè obbligata impone sacrifici”. Però quando è troppo ètroppo e persino la Cina, finalmente, hamesso a punto un piano di riduzionedell’inquinamento atmosferico cheperò inizierà a dare i suoi frutti nonprima del 2030.È ormai coscienza comune che il climasia divenuta questione di vita o dimorte. Lo hanno ribadito anche all’ul-tima Conferenza climatica COP24, a

novembre in Polonia. Ma durante i la-vori i Paesi più importanti al mondohanno tentato invano (o evitato, que-stione di punti di vista), di raggiungereun’intesa per la realizzazione degli Ac-cordi di Parigi di dicembre 2015.Il pericolo per la sopravvivenza umana,perché di questo si tratta, è moltoserio. Gli studiosi hanno calcolato cheper salvare il pianeta dai cambiamenticlimatici e dagli effetti devastanti chequesti

avranno sulla salute dell’uomo e deiterritori abbiamo a disposizione soloventi anni. Che sono nulla rispetto allepolitiche, ai cambiamenti e agli investi-menti che la prossima generazione èchiamata ad affrontare. A parte le dichiarazioni, più o menoroboanti e allarmanti dei leader mon-diali e degli studiosi, il problema vero èsempre quello delle risorse necessarie

a ripristinare ciò che l’uomo stesso hadanneggiato, spesso irreparabilmente.La Banca Mondiale ha stanziato 200 mi-liardi per il quinquennio 2021-25. Fondidestinati a finanziare gli adeguamenti ne-cessari per sostenere il cambiamentoclimatico in atto e avviare la riduzionedelle emissioni. La cifra è consistente erappresenta il doppio dell’investimentoquinquennale stabilito dopo la firma del-l’accordo di Parigi sul clima. Bene dun-que. Ma l’investimento non è sufficientea far capire alla popolazione mondialeche il recupero parte dall’iniziativa di cia-

scuno di noi. Dalla propria abita-zione, all’ambiente di lavoro, dai

consumi che causiamo quando ci spo-stiamo in città e persino dalle risorse

che utilizziamo nel tempo li-bero. Nessuno di noi sa bene

quale sia la politica suggerita dalGoverno sul clima e sui consumi del-

l’ambiente. Soprattutto nelle grandicittà bisognerebbe lavorare subitoper prevedere aree verdi più

grandi e numerose. Qualcosa si sta facendo ma congrande timidezza. A Seul un’autostrada

è stata rimossa per lasciare ilposto al letto di un anticofiume che ora è tornato ad at-traversare la città, garantendoleun corridoio attraverso il qualefluisce aria più fresca oltre cheun’utile via di fuga per l’acquain occasione di violente piogge.

A New York e Tokio invece, per favo-rire una migliore dispersione del calorenel centro cittadino, hanno deciso larealizzazione di numerosi giardini espazi verdi. Ma Milano e Roma, tanto per tornarea guardarci attorno, cosa hanno inmente di fare?

Livio Iacovella

CLIMA, UNA QUESTIONE DI VITAO DI MORTELa situazione è grave e c’è pochissima sensibilità comune: nessuno sa benequale siano le politiche ambientali suggerite dal Governo

Nemmeno il tempo di seppellire i ra-gazzi morti nella discoteca LanternaAzzurra di Corinaldo che un altro epi-sodio ha portato alla ribalta l’uso scia-gurato dello spray al peperoncino. APavia, uno studente delle superiori si èdivertito in classe con la bomboletta,con il risultato di spedire in ospedaleuna quarantina di compagni di scuola.Questi due ultimi fatti di cronaca sonosolo gli ultimi di una serie lunghissimadi violazioni che hanno avuto per pro-tagonisti i ragazzi e il divertimento alpeperoncino. Molti ricorderanno gli incidenti dipiazza San Carlo a Torino, durante laproiezione in pubblico della partita diChampions League fra Juventus e RealMadrid. Anche allora le conseguenzedell’uso improprio dello spray furonotragiche con una donna morta e più dimille feriti.Da Torino nel 2017 a Corinaldo ePavia la cronaca racconta di parecchiepisodi che hanno avuto per respon-sabili dei ragazzi resi euforici dallamassa, specialmente i concerti dei rap-per; all'Alcatraz di Milano, poco primadell'esibizione del rapper Achille Lauro,

a Mondovì durante l’esibizione di SferaEbbasta, al festival musicale «Wakeup», alla Festa Pd di Ponte Alto (Mo-dena), sempre durante un concerto diSfera Ebbasta, al Lingotto durante il«Reload Music» Festival, un concertomaratona di musica elettronica chedura 18 ore, al teatro Concordia di Ve-naria, Torino, nel corso del concertodei rapper Gué Pequeno e Marracash.Dunque i concerti per gli adolescentisembrano le occasioni giuste per una“bravata” che però ha sempre conse-guenza gravissime.Ora la politica si interroga sull’uso chesi può fare di quello che è nato comeuno strumento di difesa dalle aggres-sioni e dalle molestie, ma che si statrasformando in un pericolosissimostrumento di offesa. Probabilmente, molto presto la venditadello spray sarà regolamentato in ma-niera più restrittiva e le pene per l’usoimproprio saranno inasprite. Ma èbene chiarire che già oggi la legge am-mette l’uso dello spray al peperoncinosolo in caso di legittima difesa e non èconsentita la vendita ai minori sotto i16 anni.

All’estero, ci sono atteggiamenti con-troversi. In Belgio, lo spray è conside-rato un'arma e il suo trasporto èvietato tranne che per gli agenti di po-lizia. In Finlandia, il suo uso è regola-mentato dalla legge sulle armi da fuocoe il suo possesso richiede una licenza. A Hong Kong, è considerato un'armae il possesso è reato punibile con unapena fino a 14 anni di reclusione. Di arma si parla anche nella legisla-zione di Irlanda, Islanda, Norvegia, Da-nimarca, Olanda e Ungheria. In Germania, invece, gli spray destinatialla difesa dagli animali sono legali e uti-lizzabili da chiunque, non essendo con-siderate armi. Negli USA, ogni Stato regolamenta inmodo autonomo l'uso del gas OC; ingenere, il possesso e il trasporto sonoconsentiti al di sopra dei 18 anni.Ma cos’è e come funziona lo spray alpeperoncino? Come detto, in Italia l'acquisto e la de-tenzione sono consentiti a chi ha piùdi 16 anni e il suo utilizzo è ammessosolo in caso di legittima difesa. Lo spray, costituito da un estratto de-rivato dalla pianta di peperoncino(Capsicum annuum), si può acquistarein armeria, farmacia, qualche supermer-cato e online, ovviamente. Provoca una forte irritazione agli occhie alle mucose e il suo effetto dura circaventi minuti. Ma gli effetti non si fer-mano all'apparato visivo: si possonoavere delle conseguenze anche a livellorespiratorio, con gonfiore, infiamma-zione, tosse e iperproduzione di mucoa livello nasale.Lo spray dunque non è un gadget enemmeno un gioco. E i ragazzi farannobene a comprenderlo subito prima dicausare altri incidenti e soprattutto ro-vinarsi la vita solo per provare l’eb-brezza di “una bravata”.

Livio Iacovella

■ C U R I O S @ N D O

SPRAY AL PEPERONCINOIn Italia l'acquisto e la detenzione sono consentiti a chi ha più di 16 anni e ilsuo utilizzo è ammesso solo in caso di legittima difesa

■ novembre/d icembre 2018 - Incontr i30

Se volessimo spiegare cos’è Google aun marziano potremmo dire che è ilWeb, o quasi. Si tratta di una defini-zione convenzionale, non del tutto ve-ritiera. Eppure la maggior parte dellepersone associa Google a Internet,cioè a quella schermata bianca con unascritta a più colori e una casella di unariga in cui scrivere qualcosa per effet-tuare la ricerca. Si calcola che il predefinito Googleappaia nove volte su dieci all’aperturadi un qualsiasi browser. Questa scher-mata homepage è diventata il simbolodella rete stessa. Grazie a Google ilWeb è diventato la risposta alle no-stre domande in base alle quali, dopoanni, si è in grado di tracciare il nostroprofilo. C’è da chiedersi se i fondatori di Goo-gle, due studenti venticinquenni del-l’Università di Stanford (California),avrebbero mai immaginato che la loroazienda sarebbe diventata la piùgrande al mondo. Era il 4 settembre1998 quando il russo Sergej Michajlo-vic Brin e l’americano Lawrence”Larry”Page fondarono Google Inc. Ma… losapevate da quale parola deriva Goo-gle? Sembra trarre origine dal termine“googol”, un’espressione di fantasia in-ventata per gioco dal nipotino di Ed-ward Kasner, matematico statunitense,nel 1938, che definisce la cifra 1 seguitoda 100 zeri. Fin dall’inizio, il compito di Google èstato quello di mettere ordine nell’infi-nita vastità della rete di Internet. I duefondatori, ormai adulti miliardari, sonoriusciti a costruire un colosso, control-lato dal gruppo Alphabet, che hachiuso il 2017 con un fatturato di110,86 miliardi di dollari. Per ottenerequesti strabilianti risultati è stato utiliz-zato un metodo di espansione canni-balistico poiché Google, da grandefiltro del web qual è, ha stabilito cosapoteva essere trovato con facilità e

cosa invece far scomparire fra le innu-merevoli pagine di risultati ben nascostinei meandri della rete. Tale comporta-mento nega i fondativi intenti di Inter-net che vorrebbero libertà assoluta diimmettere contenuti e di poternefruire. Tuttavia, come in ogni società,anche in quella virtuale bisognava met-tere ordine e è da qui che si è svilup-pata una situazione poco chiara, poichéil controllo serrato ha fatto scaturire latirannia. Google ha mutato la suaforma, ingigantendosi e sfruttando conabilità le nuove tecnologie e le loromolteplici applicazioni. Così si è trasfor-mata in comunicazione con “GMail”, ilservizio di posta elettronica più diffuso;è diventata social network con “Goo-gle +” (rapidamente fallito), e poi con“YouTube”, la piattaforma video fon-data nel 2005 e acquistata l’anno se-guente. Ci ha fornito indicazioni stradalicon “Maps”(il servizio risale al 2005 eintegra anche foto a 360° di StreetView”) rendendo più semplice orien-tarsi ovunque, seguendo i nostri spo-stamenti. Si è trasformata in browsercon “Chrome”, filtro dei filtri che cono-sce i nostri gusti personali, le nostreidee politiche, i nostri acquisti, se inve-stiamo in Borsa e via discorrendo. Con

“Android”, il più diffuso sistema persmartphone e dispositivi mobili lan-ciato nel 2008, è entrata nella maggiorparte dei cellulari al mondo. E infine siè trasformata nella voce di “Home”, lo“smart speaker” che funge da assi-stente virtuale che si attiva con la voce.Questo aggeggio, grazie all’intelligenzaartificiale, comprende e si adatta alleabitudini dei componenti della famiglia,impadronendosi di gran parte di infor-mazioni riservate e dando in cambioaltre news marginali, come le previsionidel tempo o i risultati delle partite dicalcio. Come dire che siamo stati noi afare grande questa multinazionale del-l’informazione regalando i nostri datipoi riutilizzati a scopi commerciali. Da vent’anni Google è diventato il no-stro spione, quello che ci portiamo ap-presso ovunque, così come Facebook.Questo 1 seguito da 100 zeri an-drebbe limitato nel suo strapoteredopo che per anni ha messo in retegratis contenuti protetti da diritto d’au-tore. Perché, se è vero che spesso ci fa-cilita la vita quotidiana, è altrettantovero che continua a sfruttare un vuotolegislativo e fiscale a cui le istituzionihanno tralasciato di porre rimedio.

Antonella Bergamasco

C U R I O S @ N D O ■

GOOGLE PER NOI, NOI E GOOGLEAll’inizio il suo compito è stato quello di mettere ordine nell’infinita vastitàdella rete di Internet, poi ha mutato la sua forma, ingigantendosi

Incontr i - novembre/d icembre 2018 ■ 31

Mondo FirstIl blog di Giulio Romani

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