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L’URSS E LA DITTATURA DI STALIN L’URSS E LA DITTATURA DI STALIN L’URSS E LA DITTATURA DI STALIN L’URSS E LA DITTATURA DI STALIN Alla morte di Lenin si scatenò una lotta per la successione tra Josif Stalin, segretario del partito comunista, e Leone Trockij, fondatore dell’Armata Rossa. Trockij riteneva che la rivoluzione russa, per poter sopravvivere, dovesse essere estesa anche agli altri paesi del mondo. ●La linea politica di Stalin ebbe la meglio, Trockij, espulso dall’URSS,fu assassinato in Messico da un killer mandato da Stalin. ●Stalin voleva trasformare la Russia in una grande potenza industriale, perciò fece in modo che tutta la vita economica fosse, diretta e controllata dallo stato, che diventò l’unico proprietario di terre, miniere, fabbriche e banche. Stalin, riteneva che per il momento si dovesse rafforzare la Rivoluzione nella sola Russia, creandovi un potente stato socialista LA POLITICA ECONOMICA DI STALIN ●A partire dal 1928 egli varò dei piani quinquennali con obiettivi economici che dovevano essere raggiunti in 5 anni. ●Questi piani stabilivano le quantità e i prezzi della produzione industriale ed agricola. ●I nuovi piani economici sfavorirono inoltre, la produzione di beni di consumo (vestiti, case, automobili...) e diedero la precedenza alla costruzione di macchinari, armamenti, giganteschi impianti industriali, centrali elettriche e ferrovie. ●Negli anni Trenta, l’obiettivo che Stalin si era prefissato, di fare dell’URSS una grande potenza industriale fu raggiunto ma il costo umano fu altissimo. ●Nelle fabbriche fu imposto il divieto di sciopero e i salari erano bassissimi. ●Nel lavoro fu introdotto il sistema «a cottimo»: la retribuzione, dipendeva dalla produzione che ciascuno riusciva a realizzare. ●Stalin impose la collettivizzazione delle terre. - I contadini furono costretti a entrare in aziende cooperative comuni (i kolchoz), controllate dallo stato e dal partito. LA DITTATURA SPIETATA E TOTALITARIA DI STALIN ●Queste imposizioni suscitarono malcontento tra i coltivatori che protestarono distruggendo i raccolti. ●Il regime scatenò contro i contadini una vera guerra civile, che durò molti anni e provocò terribili carestie. ●Vennero ordinate requisizioni di prodotti agricoli e deportazioni di massa. -Milioni di contadini furono sterminati o costretti al lavoro forzato, in Siberia o nell’Asia centrale. ●Fino al 1935 tutte le merci di uso comune furono razionate. Soltanto chi faceva parte del partito o dei servizi segreti aveva diritto a molti privilegi. ●Nacque un ceto di funzionari potenti e corrotti (la nomenklatura). ●Stalin si liberò con durezza di tutti i suoi avversari e divenne il padrone assoluto della Russia. ●Promosse un vero e proprio culto della sua persona e un’intensa propaganda lo presentò come padre della Patria. ●La polizia segreta diffuse il terrore. Centinaia di migliaia di persone, di tutte le classi sociali, furono arrestate, deportate, uccise. ●L’arte e la cultura furono strumento della propaganda del regime. ●Vennero creati campi di lavoro forzato (GULAG) in cui i detenuti erano costretti a lavorare in condizioni disumane.

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L’URSS E LA DITTATURA DI STALINL’URSS E LA DITTATURA DI STALINL’URSS E LA DITTATURA DI STALINL’URSS E LA DITTATURA DI STALIN

Alla morte di Lenin si scatenò una lotta per la successione tra Josif Stalin, segretario del partito comunista, e Leone Trockij, fondatore dell’Armata Rossa.

Trockij riteneva che la rivoluzione russa, per poter sopravvivere, dovesse essere estesa anche agli altri paesi del mondo.

●La linea politica di Stalin ebbe la meglio, Trockij, espulso dall’URSS,fu assassinato in Messico da un killer mandato da Stalin.

●Stalin voleva trasformare la Russia in una grande

potenza industriale, perciò fece in modo che tutta la vita economica fosse, diretta e controllata dallo stato, che diventò l’unico proprietario di terre, miniere, fabbriche e banche.

Stalin, riteneva che per il momento si dovesse rafforzare la Rivoluzione nella sola Russia, creandovi un potente stato socialista

◊LA POLITICA ECONOMICA DI STALIN

●A partire dal 1928 egli varò dei piani quinquennali con obiettivi economici che dovevano essere raggiunti in 5 anni. ●Questi piani stabilivano le quantità e i prezzi della produzione industriale ed agricola.

●I nuovi piani economici sfavorirono inoltre, la produzione di beni di consumo (vestiti, case, automobili...) e diedero la precedenza alla costruzione di macchinari, armamenti, giganteschi impianti industriali, centrali elettriche e ferrovie.

●Negli anni Trenta, l’obiettivo che Stalin si era prefissato, di fare dell’URSS una grande potenza

industriale fu raggiunto ma il costo umano fu altissimo.

●Nelle fabbriche fu imposto il divieto di sciopero e i salari erano bassissimi. ●Nel lavoro fu introdotto il sistema «a cottimo»: la retribuzione, dipendeva dalla produzione che ciascuno riusciva a realizzare.

●Stalin impose la collettivizzazione delle terre. - I contadini furono costretti a entrare in aziende cooperative comuni (i kolchoz), controllate dallo stato e dal partito.

LA DITTATURA SPIETATA E TOTALITARIA DI STALIN

●Queste imposizioni suscitarono malcontento tra i coltivatori che protestarono distruggendo i raccolti. ●Il regime scatenò contro i contadini una vera guerra civile, che durò molti anni e provocò terribili carestie. ●Vennero ordinate requisizioni di prodotti agricoli e deportazioni di massa. -Milioni di contadini furono sterminati o costretti al lavoro forzato, in Siberia o nell’Asia centrale.

●Fino al 1935 tutte le merci di uso comune furono razionate.

●Soltanto chi faceva parte del partito o dei servizi segreti aveva diritto a molti privilegi. ●Nacque un ceto di funzionari potenti e corrotti (la nomenklatura).

●Stalin si liberò con durezza di tutti i suoi avversari e divenne il padrone assoluto della Russia. ●Promosse un vero e proprio culto della sua persona e un’intensa propaganda lo presentò come padre della Patria. ●La polizia segreta diffuse il terrore. Centinaia di migliaia di persone, di tutte le classi sociali, furono arrestate, deportate, uccise. ●L’arte e la cultura furono strumento della propaganda del regime. ●Vennero creati campi di lavoro forzato (GULAG) in cui i detenuti erano costretti a lavorare in condizioni disumane.