Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo...

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Victor SergeRitratto di Stalin

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QUESTO E-BOOK:

TITOLO: Ritratto di StalinAUTORE: Serge, VictorTRADUTTORE: CURATORE: NOTE: CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:http://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

COPERTINA: n. d.

TRATTO DA: Ritratto di Stalin / Victor Serge. - Ve-nezia : Edizioni erre, 1944. - 96 p. ; 24 cm.

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 30 maggio 2018

INDICE DI AFFIDABILITÀ: 10: affidabilità bassa1: affidabilità standard

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TRATTO DA: Ritratto di Stalin / Victor Serge. - Ve-nezia : Edizioni erre, 1944. - 96 p. ; 24 cm.

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2: affidabilità buona3: affidabilità ottima

SOGGETTO:BIO011000 BIOGRAFIA E AUTOBIOGRAFIA / Presidenti eCapi di Stato

DIGITALIZZAZIONE:Paolo Alberti, [email protected]

REVISIONE:Catia Righi, [email protected]

IMPAGINAZIONE:Paolo Alberti, [email protected]

PUBBLICAZIONE:Catia Righi, [email protected]

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Indice generale

Liber Liber......................................................................41VISIONE DELLA GEORGIA.......................................92IL SEMINARISTAJOSIF DJOUGACHVILI.............................................123KOBA, L'OSCURO RIVOLUZIONARIO..................154LE PRIME AMAREZZE.............................................205IL TERRORISTA.........................................................246GLI ANNI DI SIBERIA...............................................277LA RIVOLUZIONE DEL NOVEMBRE 1917............318DURANTE LA GUERRA CIVILE..............................379L'EPISODIO DELLA MARCIA SU LVOV................4210IL SEGRETARIO GENERALE DELCOMITATO CENTRALE............................................4511NASCITA DELLO

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Indice generale

Liber Liber......................................................................41VISIONE DELLA GEORGIA.......................................92IL SEMINARISTAJOSIF DJOUGACHVILI.............................................123KOBA, L'OSCURO RIVOLUZIONARIO..................154LE PRIME AMAREZZE.............................................205IL TERRORISTA.........................................................246GLI ANNI DI SIBERIA...............................................277LA RIVOLUZIONE DEL NOVEMBRE 1917............318DURANTE LA GUERRA CIVILE..............................379L'EPISODIO DELLA MARCIA SU LVOV................4210IL SEGRETARIO GENERALE DELCOMITATO CENTRALE............................................4511NASCITA DELLO

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STATO BUROCRATICO.............................................5012LA SUCCESSIONE DI LENIN...................................5513CADUTA DI ZINOVIEVE DI KAMÉNEV..........................................................6014L'OPPOSIZIONEE LA RIVOLUZIONE CINESE...................................6315INDUSTRIALIZZAZIONE, COLLETTIVIZZAZIONEAGRICOLA, CARESTIA............................................6816CRISI ALL'UFFICIO POLITICO................................7317IL TERRORE...............................................................7718L'URSS ENTRA NELLA SOCIETÀ DELLE NAZIONI......................................................................................8219TERRORE E PROPAGANDA.....................................8720IL PROCESSO DEI TREDICI.....................................9121SPIEGAZIONE DELLE CONFESSIONI....................9722SANGUE SU SANGUE.............................................10023IL TERZO PROCESSO DI MOSCA.........................106

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STATO BUROCRATICO.............................................5012LA SUCCESSIONE DI LENIN...................................5513CADUTA DI ZINOVIEVE DI KAMÉNEV..........................................................6014L'OPPOSIZIONEE LA RIVOLUZIONE CINESE...................................6315INDUSTRIALIZZAZIONE, COLLETTIVIZZAZIONEAGRICOLA, CARESTIA............................................6816CRISI ALL'UFFICIO POLITICO................................7317IL TERRORE...............................................................7718L'URSS ENTRA NELLA SOCIETÀ DELLE NAZIONI......................................................................................8219TERRORE E PROPAGANDA.....................................8720IL PROCESSO DEI TREDICI.....................................9121SPIEGAZIONE DELLE CONFESSIONI....................9722SANGUE SU SANGUE.............................................10023IL TERZO PROCESSO DI MOSCA.........................106

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24VITTORIA IN CINA,DISFATTA IN SPAGNA.............................................11125IL PATTO CON HITLER...........................................11726EGLI È L'AQUILA, LA MONTAGNA E IL SOLE.......................................................................................12427ED EGLI HA PAURA................................................130

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24VITTORIA IN CINA,DISFATTA IN SPAGNA.............................................11125IL PATTO CON HITLER...........................................11726EGLI È L'AQUILA, LA MONTAGNA E IL SOLE.......................................................................................12427ED EGLI HA PAURA................................................130

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VICTOR SERGE

RITRATTOdi

STALIN

TRADUZIONE DAL FRANCESE

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VICTOR SERGE

RITRATTOdi

STALIN

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1VISIONE DELLA GEORGIA

Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti, i suoi boschi, isuoi fiumi, dall'Oceano Artico al bacino mediterraneo, ilviaggiatore prova una specie di meraviglia alla vista delCaucaso. L'alto massiccio l'accoglie nelle sue gole: ildente di ghiaccio del Kazbek, un vulcano spento, domi-na larghe vallate verdi e dorate. Gli uomini che il viag-giatore incontra per la strada sono di una singolare bel-lezza; essi indossano una veste di panno grezzo, allafoggia medioevale, e portano alla cintura un dritto pu-gnale in uso per tagliare il pane.... Il vetturale che con-duce il tradizionale attacco a due ruote, trainato da buoitozzi dalle corna corte, canta dolcemente per ritmare ilpasso delle sue bestie; ed accade che egli improvvisi isuoi canti man mano che avanza o che rievochi a memo-ria le ammirevoli strofe di un poema d'amore cavallere-sco che Sotha Rust'veli scrisse nel XII secolo, al tempodella grande Georgia. In questi luoghi il lavorodell'uomo si accanisce a disputare ai venti, alle nevi, alle

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1VISIONE DELLA GEORGIA

Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti, i suoi boschi, isuoi fiumi, dall'Oceano Artico al bacino mediterraneo, ilviaggiatore prova una specie di meraviglia alla vista delCaucaso. L'alto massiccio l'accoglie nelle sue gole: ildente di ghiaccio del Kazbek, un vulcano spento, domi-na larghe vallate verdi e dorate. Gli uomini che il viag-giatore incontra per la strada sono di una singolare bel-lezza; essi indossano una veste di panno grezzo, allafoggia medioevale, e portano alla cintura un dritto pu-gnale in uso per tagliare il pane.... Il vetturale che con-duce il tradizionale attacco a due ruote, trainato da buoitozzi dalle corna corte, canta dolcemente per ritmare ilpasso delle sue bestie; ed accade che egli improvvisi isuoi canti man mano che avanza o che rievochi a memo-ria le ammirevoli strofe di un poema d'amore cavallere-sco che Sotha Rust'veli scrisse nel XII secolo, al tempodella grande Georgia. In questi luoghi il lavorodell'uomo si accanisce a disputare ai venti, alle nevi, alle

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altitudini i più piccoli appezzamenti di terra aggrappatiai fianchi delle montagne; si vedono i campi di granoadagiarsi, accanto alle vette, lungo gli scoscesi pendii. Ivillaggi hanno una strana fisionomia: piccole case piat-te, fatte di grosse pietre, che ricevono spesso la luce dal-la porta, dal tetto piatto, vicina ognuna ad una massicciatorre quadrata un poco inclinata perchè costruita da tem-po. E si apprende che presso questo popolo di lavoratoridella montagna, si svolgono ancora delle lotte fra fami-glia e famiglia. Il ragazzo è già un uomo a dodici anninei villaggi delle alte montagne, resi inaccessibili dallenevi per sei mesi dell'anno: è un uomo che monta a ca-vallo e porta il pugnale, che si sente fiero e vuole esserelibero.... La strada si allontana dai precipizi, i pendii siaddolciscono. si ha la sensazione di entrare in un vasto eprofumato giardino, si scorge al passaggio un orsac-chiotto catturato, legato nella corte di una locanda e colquale i bambini giuocano e tutto ad un tratto i tetti piattidi Tiflis che si stagliano a ripiani sul fianco della roccia,al di sopra della spumeggiante Kura. La città russa, mo-derna, centro amministrativo e militare, è di fianco, at-taccata al vecchio agglomerato mussulmano da un ponteall'entrata del quale si innalza una piccola moschea dallacupola di maiolica azzurra.

Frontiera di più mondi, Europa, Asia, Georgia cristia-na ed Asia islamica di origine turca ed araba con visibilitracce della vicina Persia. Ma le frontiere non solo divi-dono, uniscono anche. È ancora Europa, è di già Asia?Io ero colpito dalla vanità di un tal problema ed ai miei

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altitudini i più piccoli appezzamenti di terra aggrappatiai fianchi delle montagne; si vedono i campi di granoadagiarsi, accanto alle vette, lungo gli scoscesi pendii. Ivillaggi hanno una strana fisionomia: piccole case piat-te, fatte di grosse pietre, che ricevono spesso la luce dal-la porta, dal tetto piatto, vicina ognuna ad una massicciatorre quadrata un poco inclinata perchè costruita da tem-po. E si apprende che presso questo popolo di lavoratoridella montagna, si svolgono ancora delle lotte fra fami-glia e famiglia. Il ragazzo è già un uomo a dodici anninei villaggi delle alte montagne, resi inaccessibili dallenevi per sei mesi dell'anno: è un uomo che monta a ca-vallo e porta il pugnale, che si sente fiero e vuole esserelibero.... La strada si allontana dai precipizi, i pendii siaddolciscono. si ha la sensazione di entrare in un vasto eprofumato giardino, si scorge al passaggio un orsac-chiotto catturato, legato nella corte di una locanda e colquale i bambini giuocano e tutto ad un tratto i tetti piattidi Tiflis che si stagliano a ripiani sul fianco della roccia,al di sopra della spumeggiante Kura. La città russa, mo-derna, centro amministrativo e militare, è di fianco, at-taccata al vecchio agglomerato mussulmano da un ponteall'entrata del quale si innalza una piccola moschea dallacupola di maiolica azzurra.

Frontiera di più mondi, Europa, Asia, Georgia cristia-na ed Asia islamica di origine turca ed araba con visibilitracce della vicina Persia. Ma le frontiere non solo divi-dono, uniscono anche. È ancora Europa, è di già Asia?Io ero colpito dalla vanità di un tal problema ed ai miei

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piedi erano i contrasti e le differenze della mirabile unitàdell'Eurasia. Caucaso, crogiolo di razze e di rivoluzioni.Tutte le invasioni che dall'Asia sono passate in Europadurante i millenni, hanno superato queste montagne, la-sciandovi degli uomini, dei linguaggi, delle tombe, deimisteri. Tutti gli uomini hanno compreso che è duro,molto duro vivere in questo paese. Quattro grandi razze,una miriade di piccoli popoli, con un totale oggi circa disei milioni di abitanti (nella Transcaucasia): Georgiani eArmeni, cristiani di riti diversi, Turchi, Russi (questi, gliultimi conquistatori, sono in misura del 4,6%); ed Osetio Alani, i resti di quegli Alani che attraversarono ilmondo romano con le invasioni dei barbari e che in se-guito furono sgominati dai Visigoti in Spagna, Lesghi,Assiri, Curdi, Adajari (Georgiani islamizzati a Batum),Ebrei montanari i quali sono senza dubbio dei montanarigiudaizzati, Iraniani.... I Greci han conosciuto questipaesi, dove gli Argonauti sarebbero venuti alla ricercadel vello d'oro, i Romani ne hanno conquistato il litora-le.... Della Georgia, fiorente nei secoli X e XII sotto Da-vide il Costruttore e Thamar il Grande, restano rovine dicastelli, di monasteri, di ponti, immagini sacre, libri epoemi. Un re, Heraclio, per sottrarsi alla dominazionedei despoti persiani, sollecitò nel 1783 la protezione diCaterina II, zarina delle Russie. I Russi non compironola conquista del Caucaso se non verso il 1865 (ma l'han-no veramente conquistato?)

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piedi erano i contrasti e le differenze della mirabile unitàdell'Eurasia. Caucaso, crogiolo di razze e di rivoluzioni.Tutte le invasioni che dall'Asia sono passate in Europadurante i millenni, hanno superato queste montagne, la-sciandovi degli uomini, dei linguaggi, delle tombe, deimisteri. Tutti gli uomini hanno compreso che è duro,molto duro vivere in questo paese. Quattro grandi razze,una miriade di piccoli popoli, con un totale oggi circa disei milioni di abitanti (nella Transcaucasia): Georgiani eArmeni, cristiani di riti diversi, Turchi, Russi (questi, gliultimi conquistatori, sono in misura del 4,6%); ed Osetio Alani, i resti di quegli Alani che attraversarono ilmondo romano con le invasioni dei barbari e che in se-guito furono sgominati dai Visigoti in Spagna, Lesghi,Assiri, Curdi, Adajari (Georgiani islamizzati a Batum),Ebrei montanari i quali sono senza dubbio dei montanarigiudaizzati, Iraniani.... I Greci han conosciuto questipaesi, dove gli Argonauti sarebbero venuti alla ricercadel vello d'oro, i Romani ne hanno conquistato il litora-le.... Della Georgia, fiorente nei secoli X e XII sotto Da-vide il Costruttore e Thamar il Grande, restano rovine dicastelli, di monasteri, di ponti, immagini sacre, libri epoemi. Un re, Heraclio, per sottrarsi alla dominazionedei despoti persiani, sollecitò nel 1783 la protezione diCaterina II, zarina delle Russie. I Russi non compironola conquista del Caucaso se non verso il 1865 (ma l'han-no veramente conquistato?)

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2IL SEMINARISTA

JOSIF DJOUGACHVILI

Il 21 dicembre 1879, nel villaggio di Diditilo, neipressi di Tiflis, Caterina Djougachvili, di origine alana,diede a suo marito Vissarion Djougachvili, un figlio chefu chiamato Josif (Giuseppe) e soprannominato affettuo-samente Sosso. Non si sa quasi niente del padre; il qua-le, di origine contadina, fu artigiano, calzolaio; può dar-si amante del vino. Sembra che il bambino sia stato alle-vato dalla madre la quale teneva ad istruirlo. Dalla scuo-la del villaggio egli passò al seminario di Tiflis per farsiprete, la sola carriera che allora si offriva alla gioventùdel basso popolo. Caterina Djougachvili è morta pochianni or sono in un modesto appartamento della vecchiaresidenza dei Vicerè del Caucaso. Non si hanno moltenotizie sulla infanzia nè l'adolescenza del seminarista.La Georgia, povera e sprovvista di mezzi di comunica-zione, subiva in quest'epoca molti predomini che si so-vrapponevano. L'amministrazione russa trattava i geor-giani come un popolo conquistato, mal sottomesso,

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2IL SEMINARISTA

JOSIF DJOUGACHVILI

Il 21 dicembre 1879, nel villaggio di Diditilo, neipressi di Tiflis, Caterina Djougachvili, di origine alana,diede a suo marito Vissarion Djougachvili, un figlio chefu chiamato Josif (Giuseppe) e soprannominato affettuo-samente Sosso. Non si sa quasi niente del padre; il qua-le, di origine contadina, fu artigiano, calzolaio; può dar-si amante del vino. Sembra che il bambino sia stato alle-vato dalla madre la quale teneva ad istruirlo. Dalla scuo-la del villaggio egli passò al seminario di Tiflis per farsiprete, la sola carriera che allora si offriva alla gioventùdel basso popolo. Caterina Djougachvili è morta pochianni or sono in un modesto appartamento della vecchiaresidenza dei Vicerè del Caucaso. Non si hanno moltenotizie sulla infanzia nè l'adolescenza del seminarista.La Georgia, povera e sprovvista di mezzi di comunica-zione, subiva in quest'epoca molti predomini che si so-vrapponevano. L'amministrazione russa trattava i geor-giani come un popolo conquistato, mal sottomesso,

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troppo fiero, troppo buon tiratore. I suoi principi, lamaggior parte decaduti, cacciatori, beoni, avventurieri,orgogliosi come gli idalgo della decadenza spagnola, laconducevano ben volentieri alla rovina, paternalistica-mente. Si viveva nella miseria e nell'oppressione, scossida rivolte periodiche, alimentando il proprio animo coni racconti della resistenza opposta all'invasore del Nord.Sette anni prima che Josif Djougachvili entrasse nel se-minario, un rettore arciprete vi era stato pugnalato da unseminarista. La ferrovia di Baku arriva a Tiflis: intornoalle prime industrie meccanizzate nasceva un proletaria-to miserabile e logorato dalle fatiche, in mezzo al qualei seminaristi stessi convertiti al socialismo dal Manife-sto comunista di Carlo Marx, propagandavano con ardo-re un nuovo ideale. Dobbiamo notare che il Manifesto,redatto in Francia all'inizio dello sviluppo industrialedell'Occidente, poteva applicarsi molto bene in un paesedove il capitalismo faceva brutalmente la sua apparizio-ne. Già il seminario di Tiflis aveva formato molti uomi-ni chiamati ad avere un ruolo nella storia, come NoèJordania, il fondatore della socialdemocrazia in Georgia,e Tcakhéidzé, il quale nel 1917 doveva presiedere il So-viet di Pietrogrado. L'insegnamento religioso era di ritoe mediocre, molto inferiore all'insegnamento rivoluzio-nario, altrettanto elementare che il primo. In seminario,Djougachvili, avendo letto qualcosa su Darwin, divenneateo; essendo stato colpito dai princìpi più schietti delManifesto, si ritenne marxista. La naturale rivolta chefremeva nella sua generazione prese anche nel suo ani-

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troppo fiero, troppo buon tiratore. I suoi principi, lamaggior parte decaduti, cacciatori, beoni, avventurieri,orgogliosi come gli idalgo della decadenza spagnola, laconducevano ben volentieri alla rovina, paternalistica-mente. Si viveva nella miseria e nell'oppressione, scossida rivolte periodiche, alimentando il proprio animo coni racconti della resistenza opposta all'invasore del Nord.Sette anni prima che Josif Djougachvili entrasse nel se-minario, un rettore arciprete vi era stato pugnalato da unseminarista. La ferrovia di Baku arriva a Tiflis: intornoalle prime industrie meccanizzate nasceva un proletaria-to miserabile e logorato dalle fatiche, in mezzo al qualei seminaristi stessi convertiti al socialismo dal Manife-sto comunista di Carlo Marx, propagandavano con ardo-re un nuovo ideale. Dobbiamo notare che il Manifesto,redatto in Francia all'inizio dello sviluppo industrialedell'Occidente, poteva applicarsi molto bene in un paesedove il capitalismo faceva brutalmente la sua apparizio-ne. Già il seminario di Tiflis aveva formato molti uomi-ni chiamati ad avere un ruolo nella storia, come NoèJordania, il fondatore della socialdemocrazia in Georgia,e Tcakhéidzé, il quale nel 1917 doveva presiedere il So-viet di Pietrogrado. L'insegnamento religioso era di ritoe mediocre, molto inferiore all'insegnamento rivoluzio-nario, altrettanto elementare che il primo. In seminario,Djougachvili, avendo letto qualcosa su Darwin, divenneateo; essendo stato colpito dai princìpi più schietti delManifesto, si ritenne marxista. La naturale rivolta chefremeva nella sua generazione prese anche nel suo ani-

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mo una forma cosciente.Non si sa se egli fu cacciato dal seminario o se fu ri-

preso da sua madre per ragioni di salute, come ella hasempre sostenuto. Tale dettaglio avrebbe la sua impor-tanza psicologica. Dissimulò egli abbastanza per appari-re di idee sane o fu mandato via, ma per incapacità? Gliarchivi del seminario esistono e se non sono stati fruga-ti, non è certamente senza una ragione.

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mo una forma cosciente.Non si sa se egli fu cacciato dal seminario o se fu ri-

preso da sua madre per ragioni di salute, come ella hasempre sostenuto. Tale dettaglio avrebbe la sua impor-tanza psicologica. Dissimulò egli abbastanza per appari-re di idee sane o fu mandato via, ma per incapacità? Gliarchivi del seminario esistono e se non sono stati fruga-ti, non è certamente senza una ragione.

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3KOBA, L'OSCURO RIVOLUZIONARIO

Siamo fra il 1898 e il 1900. La vecchia e santa Russiaimperiale, feudale, burocratica e contadina è entrata neltormento dell'industrializzazione. Segniamo in brevequalche data. Nel 1861 avviene l'emancipazione – piut-tosto teorica – dei servi della gleba con un editto diAlessandro II. Lo «zar liberatore» muore nel 1881, inuna strada di Pietroburgo, dilaniato dalle bombe del par-tito «Volontà di popolo», che si limitava a reclamare unacostituzione. I regicidi vengono impiccati e con Ales-sandro III l'autocrazia viene proclamata «incrollabile».Il terrorismo si spegne, ma gli scioperi si moltiplicano.L'industria russa, largamente alimentata dai capitali stra-nieri, beneficia nel suo esordio di tutte le risorse, dellematerie prime, dei mercati, della mano d'opera a prezzoirrisorio, di un paese vasto e primitivo. Ma perchè pro-duce dei rivoluzionari in serie? Perchè i contrasti socialisono estremamente sentiti. La borghesia in pieno svilup-po è vessata dalle istituzioni burocratiche ed aristocrati-che del vecchio regime, che essa comincia ad odiare. I

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3KOBA, L'OSCURO RIVOLUZIONARIO

Siamo fra il 1898 e il 1900. La vecchia e santa Russiaimperiale, feudale, burocratica e contadina è entrata neltormento dell'industrializzazione. Segniamo in brevequalche data. Nel 1861 avviene l'emancipazione – piut-tosto teorica – dei servi della gleba con un editto diAlessandro II. Lo «zar liberatore» muore nel 1881, inuna strada di Pietroburgo, dilaniato dalle bombe del par-tito «Volontà di popolo», che si limitava a reclamare unacostituzione. I regicidi vengono impiccati e con Ales-sandro III l'autocrazia viene proclamata «incrollabile».Il terrorismo si spegne, ma gli scioperi si moltiplicano.L'industria russa, largamente alimentata dai capitali stra-nieri, beneficia nel suo esordio di tutte le risorse, dellematerie prime, dei mercati, della mano d'opera a prezzoirrisorio, di un paese vasto e primitivo. Ma perchè pro-duce dei rivoluzionari in serie? Perchè i contrasti socialisono estremamente sentiti. La borghesia in pieno svilup-po è vessata dalle istituzioni burocratiche ed aristocrati-che del vecchio regime, che essa comincia ad odiare. I

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ceti medi della città sono senza diritto, senza avvenire: esono questi ceti che danno ora gli intellettuali. I contadi-ni, i quali costituiscono la categoria più in basso nellascala sociale, mancano di terra, di risorse, di tutto. Equesta è la classe che dà gli operai alle manifatture ealle fabbriche, dove si lavora sino a quattordici ore algiorno. Nel 1898 fu necessario uno sciopero nella capi-tale affinchè i tessitori ottenessero una giornata lavorati-va di 11 ore e mezzo. Il pagamento dei salari dipendevaspesso dal beneplacito dei padroni.

Nel 1876 in una piazza di Pietroburgo si svolge la pri-ma manifestazione di studenti socialisti, all'ombra d'unabandiera rossa. Nel 1892 si costituiscono i primi circolisocialisti nei quali si trova, fra gli altri studenti, Vladi-mir Oulianov, che diventerà Lenin, e la sua compagnaNadiejda Kroupskaya. Nel 1887, il fratello di Vladimi-ro, Alessandro, viene impiccato per aver partecipato adun complotto terrorista nel quale si trovano implicati an-che due giovani polacchi, Bronislaw e Giuseppe Pilsud-sky.... Nel 1896, Leone Bronsteín, il futuro Trotsky, fon-da un circolo operaio nel mezzogiorno della Russia. Unpartito socialdemocratico russo, ancora insignificante,esiste fin dal 1894: alcuni suoi fondatori sono in prigio-ne, leggono Marx. Lenin scrive in carcere il suo primoopuscolo e scampato dalla Siberia fugge a Monaco dovedirige «La favilla», – l'Iskra – per chiamare a raccolta lagioventù militante. Tutto il vecchio Impero, apparente-mente così solido, entra a poco a poco in fermento.Nell'Europa di quel tempo è il solo Stato che si possa

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ceti medi della città sono senza diritto, senza avvenire: esono questi ceti che danno ora gli intellettuali. I contadi-ni, i quali costituiscono la categoria più in basso nellascala sociale, mancano di terra, di risorse, di tutto. Equesta è la classe che dà gli operai alle manifatture ealle fabbriche, dove si lavora sino a quattordici ore algiorno. Nel 1898 fu necessario uno sciopero nella capi-tale affinchè i tessitori ottenessero una giornata lavorati-va di 11 ore e mezzo. Il pagamento dei salari dipendevaspesso dal beneplacito dei padroni.

Nel 1876 in una piazza di Pietroburgo si svolge la pri-ma manifestazione di studenti socialisti, all'ombra d'unabandiera rossa. Nel 1892 si costituiscono i primi circolisocialisti nei quali si trova, fra gli altri studenti, Vladi-mir Oulianov, che diventerà Lenin, e la sua compagnaNadiejda Kroupskaya. Nel 1887, il fratello di Vladimi-ro, Alessandro, viene impiccato per aver partecipato adun complotto terrorista nel quale si trovano implicati an-che due giovani polacchi, Bronislaw e Giuseppe Pilsud-sky.... Nel 1896, Leone Bronsteín, il futuro Trotsky, fon-da un circolo operaio nel mezzogiorno della Russia. Unpartito socialdemocratico russo, ancora insignificante,esiste fin dal 1894: alcuni suoi fondatori sono in prigio-ne, leggono Marx. Lenin scrive in carcere il suo primoopuscolo e scampato dalla Siberia fugge a Monaco dovedirige «La favilla», – l'Iskra – per chiamare a raccolta lagioventù militante. Tutto il vecchio Impero, apparente-mente così solido, entra a poco a poco in fermento.Nell'Europa di quel tempo è il solo Stato che si possa

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paragonare, a causa del suo regime interno, agli Stati to-talitari d'oggi. La sua secolare robustezza pareva sfidareil tempo: ci voleva l'audacia di giovani ed appassionatichirurghi per avere il coraggio di dire che il paziente,questo colosso, era colpito da un male mortale.

La verità si palesa nel 1905. L'imperialismo russo,estesosi senza sosta in Asia, è arrivato dopo molti secolialle sponde del Pacifico. Sulle frontiere della Manciuriae della Corea esso cozza contro un imperialismo giappo-nese, scaturito dalla rivoluzione del 1868. In un anno irussi subiscono sui campi di battaglia della Manciuria, aLiao-Yang e a Moukden, tremende disfatte; la loro flot-ta, portata dall'Europa, è distrutta nello stretto di Tsou-shima dall'Ammiraglio Togo; essi perdono la piazzafor-te di Port-Arthur, essi perdono tutto, malgrado il valoredei mugich ai quali sono stati dati dei fucili, per l'inve-rosimile stato dei trasporti e per corruzione dei funzio-nari pari alla incapacità dei generali di corte. L'incuriadel regime si aggrava per i contrasti politici, che fannodesiderare la disfatta alla maggioranza della popolazio-ne. Da questa disfatta nasce una «jacquerie», vale a direla massa dei contadini si riversa sulle terre dei signori. Inidi dei signorotti bruciano, gli attentati, gli scioperi, gliammutinamenti militari si susseguono a centinaia; unosciopero generale spontaneo obbliga il 17 ottobre 1905lo zar Nicola II a concedere ai suoi popoli un regime co-stituzionale su basi quasi parlamentari e delle libertà de-mocratiche.... Questi giorni di gioia sono seguiti da gior-ni di sangue, allorchè la reazione, riaccesasi grazie alla

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paragonare, a causa del suo regime interno, agli Stati to-talitari d'oggi. La sua secolare robustezza pareva sfidareil tempo: ci voleva l'audacia di giovani ed appassionatichirurghi per avere il coraggio di dire che il paziente,questo colosso, era colpito da un male mortale.

La verità si palesa nel 1905. L'imperialismo russo,estesosi senza sosta in Asia, è arrivato dopo molti secolialle sponde del Pacifico. Sulle frontiere della Manciuriae della Corea esso cozza contro un imperialismo giappo-nese, scaturito dalla rivoluzione del 1868. In un anno irussi subiscono sui campi di battaglia della Manciuria, aLiao-Yang e a Moukden, tremende disfatte; la loro flot-ta, portata dall'Europa, è distrutta nello stretto di Tsou-shima dall'Ammiraglio Togo; essi perdono la piazzafor-te di Port-Arthur, essi perdono tutto, malgrado il valoredei mugich ai quali sono stati dati dei fucili, per l'inve-rosimile stato dei trasporti e per corruzione dei funzio-nari pari alla incapacità dei generali di corte. L'incuriadel regime si aggrava per i contrasti politici, che fannodesiderare la disfatta alla maggioranza della popolazio-ne. Da questa disfatta nasce una «jacquerie», vale a direla massa dei contadini si riversa sulle terre dei signori. Inidi dei signorotti bruciano, gli attentati, gli scioperi, gliammutinamenti militari si susseguono a centinaia; unosciopero generale spontaneo obbliga il 17 ottobre 1905lo zar Nicola II a concedere ai suoi popoli un regime co-stituzionale su basi quasi parlamentari e delle libertà de-mocratiche.... Questi giorni di gioia sono seguiti da gior-ni di sangue, allorchè la reazione, riaccesasi grazie alla

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fedeltà del grosso dell'esercito, reprime crudelmente leinsurrezioni, infrange la rivolta di Mosca, fa arrestare ilSoviet, cioè il Consiglio dei deputati operai di Pietrobur-go, presieduto da un giovane rivoluzionario, chiamatoLeone Trotsky, che aveva decretato la giornata di ottoore....

La prima rivoluzione russa è stata una prodigiosafiammata. Essa ha prodotto migliaia di combattenti, dieroi, di ideologi, di politici, di fanatici, di avventurieri.Tutti i nomi che figureranno nella storia circa 12 annidopo, vi appaiono già in primo piano, tranne quello diJosif Djougachvili. Nel frattempo nel Caucaso la tor-menta assunse una tale violenza che in certi momentitrascinò tutto: la rivoluzione fu padrona del paese, tran-ne che in certe zone. Djougachvili ha ventisei anni; eglimilita nei circoli socialdemocratici di Tiflis, di Batumsul Mar Nero, di Baku sul Mar Caspio; sotto diversinomi di battaglia fra i quali ne preferisce uno, quello si-gnificativo di Koba, preso in prestito da un personaggiodi romanzo. Tale particolare, che risale alla sua primagiovinezza, svela forse il solo slancio ch'egli abbia avu-to verso un destino patetico. Noi sappiamo che scrissedei bruttissimi versi e ci hanno assicurato che in quellalontana epoca fu autore o passò per autore di tragedieimpetuose per la loro trama e la loro enfasi, alla manieradello scrittore polacco, allora in voga, Pzybychevsky, ilquale si ispirava a Nietzsche. Se questi saggi letterariesistono, sono stati ben nascosti e senza dubbio con ra-gione. Sull'attività rivoluzionaria di Koba, si sa ben

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fedeltà del grosso dell'esercito, reprime crudelmente leinsurrezioni, infrange la rivolta di Mosca, fa arrestare ilSoviet, cioè il Consiglio dei deputati operai di Pietrobur-go, presieduto da un giovane rivoluzionario, chiamatoLeone Trotsky, che aveva decretato la giornata di ottoore....

La prima rivoluzione russa è stata una prodigiosafiammata. Essa ha prodotto migliaia di combattenti, dieroi, di ideologi, di politici, di fanatici, di avventurieri.Tutti i nomi che figureranno nella storia circa 12 annidopo, vi appaiono già in primo piano, tranne quello diJosif Djougachvili. Nel frattempo nel Caucaso la tor-menta assunse una tale violenza che in certi momentitrascinò tutto: la rivoluzione fu padrona del paese, tran-ne che in certe zone. Djougachvili ha ventisei anni; eglimilita nei circoli socialdemocratici di Tiflis, di Batumsul Mar Nero, di Baku sul Mar Caspio; sotto diversinomi di battaglia fra i quali ne preferisce uno, quello si-gnificativo di Koba, preso in prestito da un personaggiodi romanzo. Tale particolare, che risale alla sua primagiovinezza, svela forse il solo slancio ch'egli abbia avu-to verso un destino patetico. Noi sappiamo che scrissedei bruttissimi versi e ci hanno assicurato che in quellalontana epoca fu autore o passò per autore di tragedieimpetuose per la loro trama e la loro enfasi, alla manieradello scrittore polacco, allora in voga, Pzybychevsky, ilquale si ispirava a Nietzsche. Se questi saggi letterariesistono, sono stati ben nascosti e senza dubbio con ra-gione. Sull'attività rivoluzionaria di Koba, si sa ben

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poco. Biografi molto precisi come Boris Souvarin eLeone Trotsky (in una grande opera ancora inedita) han-no studiato, punto per punto, la vasta documentazioneesistente, ma non solo non hanno trovato nulla di salien-te, ma hanno notato molti punti oscuri.

Djougachvili fu impiegato nell'osservatorio di Tiflis,ma egli visse sopratutto della vita povera ed audace delgregario, mantenuto più o meno all'ombra delle piccoleorganizzazioni politiche, molto povere anch'esse. Affi-gliato al Circolo del Partito Operaio Socialdemocraticodi Tiflis dal 1898, si fece notare fra gli operai del depo-sito delle ferrovie come un carattere poco socievole –anzi fu scritto intrigante – e nel 1908 dovette abbando-nare la piccola capitale per andare a militare a Batum.Egli sarebbe stato escluso dal gruppo di Tiflis per averecalunniato alcuni membri allo scopo di acquistarsi unamaggiore autorità. Un vecchio rivoluzionario georgianoche lo conobbe in quest'epoca mi diceva: «Era un giova-ne disinvolto. Capace. Ma maledettamente taciturno,molto esperto nel seminare zizzania...». A Batum fondòun circolo operaio, partecipò ad uno sciopero seguito damanifestazioni per le strade; ci fu del sangue. La severarepressione non lo colpì che moderatamente; prova que-sta che egli in tale frangente ebbe un ruolo secondario osi dimostrò molto abile nel fare agire gli altri senza met-tersi in vista.

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poco. Biografi molto precisi come Boris Souvarin eLeone Trotsky (in una grande opera ancora inedita) han-no studiato, punto per punto, la vasta documentazioneesistente, ma non solo non hanno trovato nulla di salien-te, ma hanno notato molti punti oscuri.

Djougachvili fu impiegato nell'osservatorio di Tiflis,ma egli visse sopratutto della vita povera ed audace delgregario, mantenuto più o meno all'ombra delle piccoleorganizzazioni politiche, molto povere anch'esse. Affi-gliato al Circolo del Partito Operaio Socialdemocraticodi Tiflis dal 1898, si fece notare fra gli operai del depo-sito delle ferrovie come un carattere poco socievole –anzi fu scritto intrigante – e nel 1908 dovette abbando-nare la piccola capitale per andare a militare a Batum.Egli sarebbe stato escluso dal gruppo di Tiflis per averecalunniato alcuni membri allo scopo di acquistarsi unamaggiore autorità. Un vecchio rivoluzionario georgianoche lo conobbe in quest'epoca mi diceva: «Era un giova-ne disinvolto. Capace. Ma maledettamente taciturno,molto esperto nel seminare zizzania...». A Batum fondòun circolo operaio, partecipò ad uno sciopero seguito damanifestazioni per le strade; ci fu del sangue. La severarepressione non lo colpì che moderatamente; prova que-sta che egli in tale frangente ebbe un ruolo secondario osi dimostrò molto abile nel fare agire gli altri senza met-tersi in vista.

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4LE PRIME AMAREZZE...

Le prime prigioni di Koba sono quelle di Batum e diKoutai, piccole città sulla frontiera turca. Centinaia diuomini, ladri, assassini, contrabbandieri, scioperanti, di-sgraziati di ogni sorta, rivoluzionari di ogni tendenza, vivivevano assai liberamente fra di loro, in mezzo al sudi-ciume, giocando d'azzardo, difendendo e discutendo concalore le grandi idee in voga, pugnalando o strangolan-do dolcemente, in un angolo del cortile pieno di una fol-la densa, le spie e i traditori. Koba visse colà diciottomesi, istruendosi un poco, discutendo molto. Una notadella polizia lo soprannomina «il butterato». Mandato,di prigione in prigione, in esilio in un villaggio siberianodella regione di Irkoutsk, Koba evase ben presto e ritor-nò a Tiflis. Sembra che il primo suo matrimonio risalgaa quest'epoca: egli fu felice con una giovane georgiana,credente, che l'adorava e pregava per lui mentre eglipartecipava alle riunioni clandestine; quando nel 1907ella morì di polmonite, lasciandogli un figlio, Koba lafece accompagnare al cimitero da un prete secondo il

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4LE PRIME AMAREZZE...

Le prime prigioni di Koba sono quelle di Batum e diKoutai, piccole città sulla frontiera turca. Centinaia diuomini, ladri, assassini, contrabbandieri, scioperanti, di-sgraziati di ogni sorta, rivoluzionari di ogni tendenza, vivivevano assai liberamente fra di loro, in mezzo al sudi-ciume, giocando d'azzardo, difendendo e discutendo concalore le grandi idee in voga, pugnalando o strangolan-do dolcemente, in un angolo del cortile pieno di una fol-la densa, le spie e i traditori. Koba visse colà diciottomesi, istruendosi un poco, discutendo molto. Una notadella polizia lo soprannomina «il butterato». Mandato,di prigione in prigione, in esilio in un villaggio siberianodella regione di Irkoutsk, Koba evase ben presto e ritor-nò a Tiflis. Sembra che il primo suo matrimonio risalgaa quest'epoca: egli fu felice con una giovane georgiana,credente, che l'adorava e pregava per lui mentre eglipartecipava alle riunioni clandestine; quando nel 1907ella morì di polmonite, lasciandogli un figlio, Koba lafece accompagnare al cimitero da un prete secondo il

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desiderio della famiglia. Ne fu così addolorato da confi-dare ad uno dei suoi compagni, che non gli rimanevapiù nulla di umano: «ho l'animo incredibilmentevuoto...». Nulla si sa di questa sua sposa, nemmeno ilsuo nome che Stalin non ha mai più ricordato.

Noi conosciamo un suo ritratto di quest'epoca: è quel-lo di un giovane uomo, sveglio, dallo sguardo fisso, conuna leggera barba al mento ed i capelli mal pettinati. Lasolita fisonomia del giovane operaio o dello studentepovero.

...Il 1903 segna una data storica: quella della scissio-ne del partito socialdemocratico russo in bolscevichi(massimalisti) e menscevichi (minimalisti) al II Con-gresso che fu iniziato a Bruxelles e che poi si svolselungamente a Londra, nella atmosfera del tracollodell'impero. Plékhanov vi propose la pena di morte perla dinastia regnante; Lenin vi preconizzò la formazionedi un partito di intransigenti, ostili ai liberali; Martov, ilfuturo capo del menscevismo, assunse un atteggiamentomoderato. Tutto sommato si può dire che la scissione siformò e si aggravò su queste due concezioni della immi-nente rivoluzione russa, l'una, la moderata, tendente aspingere la borghesia al potere per istituire un regimeparlamentare simile a quelli dell'Occidente allora stabilee prospero; l'altra diretta ad assicurare il predominio del-la classe operaia per mezzo di un «giacobinismo prole-tario». L'espressione è di Lenin il quale altrove scrivevaanche: «Chi vuole arrivare al socialismo per una strada

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desiderio della famiglia. Ne fu così addolorato da confi-dare ad uno dei suoi compagni, che non gli rimanevapiù nulla di umano: «ho l'animo incredibilmentevuoto...». Nulla si sa di questa sua sposa, nemmeno ilsuo nome che Stalin non ha mai più ricordato.

Noi conosciamo un suo ritratto di quest'epoca: è quel-lo di un giovane uomo, sveglio, dallo sguardo fisso, conuna leggera barba al mento ed i capelli mal pettinati. Lasolita fisonomia del giovane operaio o dello studentepovero.

...Il 1903 segna una data storica: quella della scissio-ne del partito socialdemocratico russo in bolscevichi(massimalisti) e menscevichi (minimalisti) al II Con-gresso che fu iniziato a Bruxelles e che poi si svolselungamente a Londra, nella atmosfera del tracollodell'impero. Plékhanov vi propose la pena di morte perla dinastia regnante; Lenin vi preconizzò la formazionedi un partito di intransigenti, ostili ai liberali; Martov, ilfuturo capo del menscevismo, assunse un atteggiamentomoderato. Tutto sommato si può dire che la scissione siformò e si aggravò su queste due concezioni della immi-nente rivoluzione russa, l'una, la moderata, tendente aspingere la borghesia al potere per istituire un regimeparlamentare simile a quelli dell'Occidente allora stabilee prospero; l'altra diretta ad assicurare il predominio del-la classe operaia per mezzo di un «giacobinismo prole-tario». L'espressione è di Lenin il quale altrove scrivevaanche: «Chi vuole arrivare al socialismo per una strada

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che non sia quella della democrazia, cadrà fatalmente indeduzioni assurde e reazionarie, sia economiche che po-litiche». La scissione del partito lasciò ai menscevichi lepiù forti organizzazioni del Caucaso.

Koba si pronunciò ben presto per il bolscevismo dicui apprese la logica semplice e ardente da militanti giànoti. Kaménev era già uno dei dirigenti dei gruppi delCaucaso; un giovane ingegnere, specializzato nei pro-blemi della tecnica e degli armamenti, Krassin, lavoravaa Baku, centro dell'industria petrolifera. La storia uffi-ciale scarta oggi le ombre di questi uomini per attribuireretrospettivamente a Koba un ruolo di primo piano: im-pudente falsificazione che non resiste ad alcuna analisi eche le esecuzioni sommarie non sono riuscite ad accre-ditare. Koba fu, durante tutta la prerivoluzione e la rivo-luzione del 1905, un oscuro militante, i cui tratti, di unasemplicità infantile, rivelano l'ignoranza.

È certamente falso che sia stato in corrispondenza conLenin dal 1903, come egli ha sostenuto dopo la morte diLenin; egli incontrò la prima volta Lenin in Finlandia,ad una conferenza del partito svoltasi a Tammerfors nel1905. Non sembra che Lenin lo abbia notato: venti annipiù tardi Stalin dirà che egli riconobbe subito in Lenin«l'aquila delle montagne». Sentendo visibilmente il pesodella oscurità della sua giovinezza, giunto al potere sisforzerà di rifare la propria biografia e la storia, così benconosciuta, del bolscevismo nel Caucaso. Noi vediamoin ciò l'indice di un complesso di inferiorità che dovetteopprimere per molto tempo questo giovane uomo dallo

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che non sia quella della democrazia, cadrà fatalmente indeduzioni assurde e reazionarie, sia economiche che po-litiche». La scissione del partito lasciò ai menscevichi lepiù forti organizzazioni del Caucaso.

Koba si pronunciò ben presto per il bolscevismo dicui apprese la logica semplice e ardente da militanti giànoti. Kaménev era già uno dei dirigenti dei gruppi delCaucaso; un giovane ingegnere, specializzato nei pro-blemi della tecnica e degli armamenti, Krassin, lavoravaa Baku, centro dell'industria petrolifera. La storia uffi-ciale scarta oggi le ombre di questi uomini per attribuireretrospettivamente a Koba un ruolo di primo piano: im-pudente falsificazione che non resiste ad alcuna analisi eche le esecuzioni sommarie non sono riuscite ad accre-ditare. Koba fu, durante tutta la prerivoluzione e la rivo-luzione del 1905, un oscuro militante, i cui tratti, di unasemplicità infantile, rivelano l'ignoranza.

È certamente falso che sia stato in corrispondenza conLenin dal 1903, come egli ha sostenuto dopo la morte diLenin; egli incontrò la prima volta Lenin in Finlandia,ad una conferenza del partito svoltasi a Tammerfors nel1905. Non sembra che Lenin lo abbia notato: venti annipiù tardi Stalin dirà che egli riconobbe subito in Lenin«l'aquila delle montagne». Sentendo visibilmente il pesodella oscurità della sua giovinezza, giunto al potere sisforzerà di rifare la propria biografia e la storia, così benconosciuta, del bolscevismo nel Caucaso. Noi vediamoin ciò l'indice di un complesso di inferiorità che dovetteopprimere per molto tempo questo giovane uomo dallo

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spirito incolto, poco atto al maneggio delle idee, sprov-visto di eloquenza, incapace di scrivere, ma divorato dauna oscura energia, dal bisogno di affermarsi e di domi-nare – come dal bisogno ancor più profondo di provarea sè stesso il proprio valore rispetto agli altri. Egli do-vette soffrirne tanto più in quanto il giovane socialismorusso dell'epoca era molto ricco di talenti e di magnificitemperamenti. Lenin e Trotsky erano celebri, Kaménev,Krassin, Rykov, Enoukidzé, Nevsky, noti; Koba rimane-va nell'ombra. Tutti questi suoi compagni di lotta cheerano allora più grandi di lui e che sopravvissero, egli lisopprimerà trent'anni più tardi: Kaménev, Rykov, Enou-kidzé, Nevsky....

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spirito incolto, poco atto al maneggio delle idee, sprov-visto di eloquenza, incapace di scrivere, ma divorato dauna oscura energia, dal bisogno di affermarsi e di domi-nare – come dal bisogno ancor più profondo di provarea sè stesso il proprio valore rispetto agli altri. Egli do-vette soffrirne tanto più in quanto il giovane socialismorusso dell'epoca era molto ricco di talenti e di magnificitemperamenti. Lenin e Trotsky erano celebri, Kaménev,Krassin, Rykov, Enoukidzé, Nevsky, noti; Koba rimane-va nell'ombra. Tutti questi suoi compagni di lotta cheerano allora più grandi di lui e che sopravvissero, egli lisopprimerà trent'anni più tardi: Kaménev, Rykov, Enou-kidzé, Nevsky....

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5IL TERRORISTA

Se egli non si fece conoscere, o soltanto per quelpoco che si sa, nella grande burrasca rivoluzionaria del1905, è certo che dal 1906 nelle volute tenebre si apreun capitolo essenziale della sua vita; e questo capitolo ègià pieno di sangue e di sofferenze e di una azione tal-volta epica; ma è il sangue, la sofferenza, l'azione deglialtri. È impossibile sapere ciò che fa Koba; si intravedeperò che egli tiene i fili del complotto, facendo agire glialtri. Ciò si chiama avere delle doti da organizzatore.

Koté Tsintsadzé, un insorto, un eroe, ha scritto: «Ar-senio Djordjachvili ebbe l'incarico di uccidere il genera-le Griaznov, un temuto reazionario.... L'esecuzionedell'atto terroristico veniva rinviata. Koba-Stalin michiamò e mi disse: – Se entro la settimana Djordjachvilinon sopprimerà Griaznov, noi ti affideremo tale compi-to.... –Ma Djordjachvili compì la sua missione»1. Tsin-tsadzé racconta inoltre che «con il consenso di Koba-

1 Vedi B. SOUVARINE, Stalin, cap. IV e VITTORIO SERGE, Destinodi una rivoluzione, pag. 118.

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5IL TERRORISTA

Se egli non si fece conoscere, o soltanto per quelpoco che si sa, nella grande burrasca rivoluzionaria del1905, è certo che dal 1906 nelle volute tenebre si apreun capitolo essenziale della sua vita; e questo capitolo ègià pieno di sangue e di sofferenze e di una azione tal-volta epica; ma è il sangue, la sofferenza, l'azione deglialtri. È impossibile sapere ciò che fa Koba; si intravedeperò che egli tiene i fili del complotto, facendo agire glialtri. Ciò si chiama avere delle doti da organizzatore.

Koté Tsintsadzé, un insorto, un eroe, ha scritto: «Ar-senio Djordjachvili ebbe l'incarico di uccidere il genera-le Griaznov, un temuto reazionario.... L'esecuzionedell'atto terroristico veniva rinviata. Koba-Stalin michiamò e mi disse: – Se entro la settimana Djordjachvilinon sopprimerà Griaznov, noi ti affideremo tale compi-to.... –Ma Djordjachvili compì la sua missione»1. Tsin-tsadzé racconta inoltre che «con il consenso di Koba-

1 Vedi B. SOUVARINE, Stalin, cap. IV e VITTORIO SERGE, Destinodi una rivoluzione, pag. 118.

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Stalin» organizzò un attentato ad un vagone postale sul-la via di Tchiatouri; gli assalitori si impadronirono, peril partito, di 21.000 rubli-oro. (Questo Tsintsadzé, puressendo sfuggito più volte e miracolosamente alle auto-rità imperiali, fu lasciato morire da Stalin in deportazio-ne nel 1931...).

La più clamorosa delle gesta di tal genere fu quella diTiflis nel giugno 1907. Un gruppo di terroristi bolscevi-chi assalì in piena città una vettura del tesoro scortata daCosacchi; si registrarono morti e feriti in gran numero; ibolscevichi si impadronirono di 341.000 rubli, pari a170.000 dollari oro. Litvinov esportò all'estero una partedei preziosi biglietti e fu arrestato a Parigi; il medico Sé-manchko, futuro Commissario del popolo alla sanitàpubblica, e Olga Ravitch, furono arrestati perchè in pos-sesso degli stessi biglietti, l'uno a Stoccolma e l'altra aGinevra. (Nel 1936-1937 Stalin ha fatto scomparire Sé-manchko e Olga Ravitch).

Una «espropriazione» – era il termine usato – dellostesso genere fu perpetrata a bordo del vapore Nicola Inel porto di Baku e, se vogliamo credere ad una vecchiatestimonianza di Vychinschi, attualmente Commissariodel popolo alla giustizia, Koba vi fu compromesso davicino.... Si sa infine, ma per sentito dire, che egli fu im-plicato, per qualche ragione, nell'affare dei falsi bigliettidi banca dei fratelli Sakvarélidzé con i quali condivisela cella del carcere nel 1908. Comunque sia, furonosempre gli altri a pagare di persona; la polizia ignora laparte di Koba in queste imprese e benché egli sia spesso

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Stalin» organizzò un attentato ad un vagone postale sul-la via di Tchiatouri; gli assalitori si impadronirono, peril partito, di 21.000 rubli-oro. (Questo Tsintsadzé, puressendo sfuggito più volte e miracolosamente alle auto-rità imperiali, fu lasciato morire da Stalin in deportazio-ne nel 1931...).

La più clamorosa delle gesta di tal genere fu quella diTiflis nel giugno 1907. Un gruppo di terroristi bolscevi-chi assalì in piena città una vettura del tesoro scortata daCosacchi; si registrarono morti e feriti in gran numero; ibolscevichi si impadronirono di 341.000 rubli, pari a170.000 dollari oro. Litvinov esportò all'estero una partedei preziosi biglietti e fu arrestato a Parigi; il medico Sé-manchko, futuro Commissario del popolo alla sanitàpubblica, e Olga Ravitch, furono arrestati perchè in pos-sesso degli stessi biglietti, l'uno a Stoccolma e l'altra aGinevra. (Nel 1936-1937 Stalin ha fatto scomparire Sé-manchko e Olga Ravitch).

Una «espropriazione» – era il termine usato – dellostesso genere fu perpetrata a bordo del vapore Nicola Inel porto di Baku e, se vogliamo credere ad una vecchiatestimonianza di Vychinschi, attualmente Commissariodel popolo alla giustizia, Koba vi fu compromesso davicino.... Si sa infine, ma per sentito dire, che egli fu im-plicato, per qualche ragione, nell'affare dei falsi bigliettidi banca dei fratelli Sakvarélidzé con i quali condivisela cella del carcere nel 1908. Comunque sia, furonosempre gli altri a pagare di persona; la polizia ignora laparte di Koba in queste imprese e benché egli sia spesso

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caduto nelle sue reti non ebbe altra pena che la deporta-zione. All'abilità dimostrata fra le quinte del terrorismo,Koba dovette invece l'inizio della sua segreta ascesa frale gerarchie del partito bolscevico.

Vogliamo rilevare ancora un particolare del suo mododi agire. Nella prigione di Bailov, un giovane operaiouccise con una coltellata un detenuto avendolo ritenutouna spia; si venne a sapere che egli aveva agito per isti-gazione di Koba (1908). Le testimonianze ci rivelano unuomo vigoroso, taciturno, inflessibile con se stesso, pa-drone dei suoi nervi, coraggioso nella cattività.

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caduto nelle sue reti non ebbe altra pena che la deporta-zione. All'abilità dimostrata fra le quinte del terrorismo,Koba dovette invece l'inizio della sua segreta ascesa frale gerarchie del partito bolscevico.

Vogliamo rilevare ancora un particolare del suo mododi agire. Nella prigione di Bailov, un giovane operaiouccise con una coltellata un detenuto avendolo ritenutouna spia; si venne a sapere che egli aveva agito per isti-gazione di Koba (1908). Le testimonianze ci rivelano unuomo vigoroso, taciturno, inflessibile con se stesso, pa-drone dei suoi nervi, coraggioso nella cattività.

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6GLI ANNI DI SIBERIA

Attentati simili a quelli che abbiamo ricordato eranoallora molto numerosi. I socialisti-rivoluzionari, i massi-malisti, gli anarchici, i socialisti polacchi diretti da Giu-seppe Pilsudski ne commettevano di frequente, creandouna vera e propria situazione di conflitto fra i partiti ille-gali ed il regime imperiale. Annate tragiche si sussegui-vano, caratterizzate dalle innumeri impiccagioni, dallegesta degli agenti provocatori e dagli eccessi delle co-lonne infernali nelle campagne. L'autocrazia, rinsaldatadai capitali stranieri, acquistava nuovo vigore ad ognipasso, sciogliendo una Duma dopo l'altra, arrestando edeportando in Siberia i deputati di queste camere senzapotere, senza riuscire a creare un ordine stabile malgra-do gli sforzi di un vero uomo di Stato reazionario, Sto-lypin, il quale, scampato audacemente alle bombe, sisforzò, per mezzo di una riforma agraria, di dare alloZar l'appoggio di una classe di contadini benestanti. Eglifu ucciso e la guerra impedì che la riforma venisse rea-lizzata.

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6GLI ANNI DI SIBERIA

Attentati simili a quelli che abbiamo ricordato eranoallora molto numerosi. I socialisti-rivoluzionari, i massi-malisti, gli anarchici, i socialisti polacchi diretti da Giu-seppe Pilsudski ne commettevano di frequente, creandouna vera e propria situazione di conflitto fra i partiti ille-gali ed il regime imperiale. Annate tragiche si sussegui-vano, caratterizzate dalle innumeri impiccagioni, dallegesta degli agenti provocatori e dagli eccessi delle co-lonne infernali nelle campagne. L'autocrazia, rinsaldatadai capitali stranieri, acquistava nuovo vigore ad ognipasso, sciogliendo una Duma dopo l'altra, arrestando edeportando in Siberia i deputati di queste camere senzapotere, senza riuscire a creare un ordine stabile malgra-do gli sforzi di un vero uomo di Stato reazionario, Sto-lypin, il quale, scampato audacemente alle bombe, sisforzò, per mezzo di una riforma agraria, di dare alloZar l'appoggio di una classe di contadini benestanti. Eglifu ucciso e la guerra impedì che la riforma venisse rea-lizzata.

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Noi non seguiremo a tal punto le complesse fasi dellosviluppo del bolscevismo attraverso questi anni in cui lademoralizzazione più profonda si avvicenda ad unostraordinario entusiasmo. All'avvento della rivoluzionela socialdemocrazia russa contava circa 150.000 iscritti.Essa ricostituì la sua unità al congresso di Stoccolma(1906) dove Stalin figura sotto il nome di Ivanovitch,senza peraltro mettersi in luce. Egli riapparve al con-gresso di Londra (1907) dove il suo mandato fu conte-stato; ma Lenin lo trasse d'imbarazzo.... Egli non pren-deva nessuna parte di rilievo alle lotte intestine che dila-niavano il partito, formalmente unificato, ma più divisoche mai e con una segreta frazione bolscevica la qualenon teneva conto di alcuna disciplina. Deplorevoli affaridi denaro, storie di eredità prese con astuzia o sottratte,di inchieste e di controinchieste sul banditismo politico,condannato dal partito, ma praticato dalla frazione bol-scevica che lo rinnegava a metà, gli eccidi della reazio-ne rendevano pesante l'atmosfera dei movimenti rivali,tutti egualmente perseguitati. In seguito a delle espro-priazioni, Koba-Stalin sarebbe stato, su istanza dei men-scevichi, escluso dal partito per l'organizzazione delCaucaso. I bolscevichi non tennero in nessun conto que-sta sanzione. Nel 1912, la conferenza bolscevica di Pra-ga, attuando una nuova scissione nella socialdemocra-zia, costituiva un Comitato Centrale e vi chiamava Sta-lin, assente, ammettendolo per cooptazione. Vi si trove-rà accanto a Lenin, Zinoviev e l'agente-provocatore Ma-linovski, capo del gruppo parlamentare bolscevico (fuci-

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Noi non seguiremo a tal punto le complesse fasi dellosviluppo del bolscevismo attraverso questi anni in cui lademoralizzazione più profonda si avvicenda ad unostraordinario entusiasmo. All'avvento della rivoluzionela socialdemocrazia russa contava circa 150.000 iscritti.Essa ricostituì la sua unità al congresso di Stoccolma(1906) dove Stalin figura sotto il nome di Ivanovitch,senza peraltro mettersi in luce. Egli riapparve al con-gresso di Londra (1907) dove il suo mandato fu conte-stato; ma Lenin lo trasse d'imbarazzo.... Egli non pren-deva nessuna parte di rilievo alle lotte intestine che dila-niavano il partito, formalmente unificato, ma più divisoche mai e con una segreta frazione bolscevica la qualenon teneva conto di alcuna disciplina. Deplorevoli affaridi denaro, storie di eredità prese con astuzia o sottratte,di inchieste e di controinchieste sul banditismo politico,condannato dal partito, ma praticato dalla frazione bol-scevica che lo rinnegava a metà, gli eccidi della reazio-ne rendevano pesante l'atmosfera dei movimenti rivali,tutti egualmente perseguitati. In seguito a delle espro-priazioni, Koba-Stalin sarebbe stato, su istanza dei men-scevichi, escluso dal partito per l'organizzazione delCaucaso. I bolscevichi non tennero in nessun conto que-sta sanzione. Nel 1912, la conferenza bolscevica di Pra-ga, attuando una nuova scissione nella socialdemocra-zia, costituiva un Comitato Centrale e vi chiamava Sta-lin, assente, ammettendolo per cooptazione. Vi si trove-rà accanto a Lenin, Zinoviev e l'agente-provocatore Ma-linovski, capo del gruppo parlamentare bolscevico (fuci-

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lato nel 1918). Evaso dalla deportazione a Narym, in-contra poco dopo Lenin a Cracovia.

Stalin non fece all'estero che delle brevi apparizioni.La sua carriera la deve ai servizi in danaro che egli pre-stava al gruppo diretto da Lenin e per i quali è incorsoperfino nell'esclusione. Questo militante non è mai statodelegato da nessuno, non si è mai presentato al suffragiodei compagni, non è nè oratore nè giornalista; la sua at-titudine organizzativa nascosta da azioni dannose e lu-crose, che egli fa compiere agli altri, gli procura un po-sto fra i capi e questo posto l'ottiene per cooptazione,cioè per una decisione presa di ufficio senza che il parti-to venga consultato. È così che Stalin avanzerà tutta lavita: ignorato dalla maggioranza, attraverso gli uffici delpartito.

Come tutti gli altri subisce, ma in condizioni relativa-mente benigne, la persecuzione. Arrestato a Baku nel1908, deportato a Solvytchégodsk, in provincia di Vo-logda, evaso, di nuovo arrestato a Baku nel 1909, ricon-dotto a Solvytchégodsk, di nuovo evaso, di nuovo arre-stato a Pietroburgo.... Egli viene finalmente deportato aTouroukhansk, sullo Iénisséi, nel nord della Siberia, nelcuore della desolata steppa nordica, a più di mille chilo-metri dalla transiberiana.

In questo duro esilio al circolo polare, Stalin vi passaquattro anni, sino alla fine dell'autocrazia. A Cracovia,Lenin e Zinoviev – il Comitato Centrale – preparavanola sua evasione insieme a quella di Sverdlov, suo com-pagno di sventura. La polizia politica, informata

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lato nel 1918). Evaso dalla deportazione a Narym, in-contra poco dopo Lenin a Cracovia.

Stalin non fece all'estero che delle brevi apparizioni.La sua carriera la deve ai servizi in danaro che egli pre-stava al gruppo diretto da Lenin e per i quali è incorsoperfino nell'esclusione. Questo militante non è mai statodelegato da nessuno, non si è mai presentato al suffragiodei compagni, non è nè oratore nè giornalista; la sua at-titudine organizzativa nascosta da azioni dannose e lu-crose, che egli fa compiere agli altri, gli procura un po-sto fra i capi e questo posto l'ottiene per cooptazione,cioè per una decisione presa di ufficio senza che il parti-to venga consultato. È così che Stalin avanzerà tutta lavita: ignorato dalla maggioranza, attraverso gli uffici delpartito.

Come tutti gli altri subisce, ma in condizioni relativa-mente benigne, la persecuzione. Arrestato a Baku nel1908, deportato a Solvytchégodsk, in provincia di Vo-logda, evaso, di nuovo arrestato a Baku nel 1909, ricon-dotto a Solvytchégodsk, di nuovo evaso, di nuovo arre-stato a Pietroburgo.... Egli viene finalmente deportato aTouroukhansk, sullo Iénisséi, nel nord della Siberia, nelcuore della desolata steppa nordica, a più di mille chilo-metri dalla transiberiana.

In questo duro esilio al circolo polare, Stalin vi passaquattro anni, sino alla fine dell'autocrazia. A Cracovia,Lenin e Zinoviev – il Comitato Centrale – preparavanola sua evasione insieme a quella di Sverdlov, suo com-pagno di sventura. La polizia politica, informata

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dall'agente-provocatore Malinovski, mandò Stalin anco-ra più a nord, in un villaggio di pescatori, a Koureika.Egli visse colà giorni di amara solitudine, in una capan-na piena di reti da pesca, ripiegato su sè stesso, tacitur-no, senza evidenti esigenze intellettuali. Gli altri depor-tati cercavano in quel luogo di impiegare il tempoistruendosi, leggendo alla luce della candela fino a tardinella notte polare, discutendo fra loro le grandi idee. Ilgeorgiano «silenzioso e scuro, cacciava la volpe nellataiga siberiana e le anitre selvatiche nella tundra selvag-gia»2. Egli incontrò là quattro bolscevichi: Gaven, Méd-viedev, Choumiatski, Golostchékine (del Comitato Cen-trale): e questi quattro, poco più di vent'anni dopo, eglili farà scomparire...»3.

2 B. SOUVARINE, opera citata.3 Gaven, aveva servito nell'esercito e nell'industria: egli fu

giustiziato come terrorista, senza processo; Médviedev appartene-va all'opposizione cosidetta operaia, scomparve in prigione;Choumiatski, ambasciatore in Persia, poi direttore della cinema-tografia sovietica, disparve senza che si sapesse come; lo stessoavvenne di Golostchékine, il quale, segretario di un comitato delpartito, governò l’Asia centrale durante la collettivizzazione agri-cola (1936-1938).

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dall'agente-provocatore Malinovski, mandò Stalin anco-ra più a nord, in un villaggio di pescatori, a Koureika.Egli visse colà giorni di amara solitudine, in una capan-na piena di reti da pesca, ripiegato su sè stesso, tacitur-no, senza evidenti esigenze intellettuali. Gli altri depor-tati cercavano in quel luogo di impiegare il tempoistruendosi, leggendo alla luce della candela fino a tardinella notte polare, discutendo fra loro le grandi idee. Ilgeorgiano «silenzioso e scuro, cacciava la volpe nellataiga siberiana e le anitre selvatiche nella tundra selvag-gia»2. Egli incontrò là quattro bolscevichi: Gaven, Méd-viedev, Choumiatski, Golostchékine (del Comitato Cen-trale): e questi quattro, poco più di vent'anni dopo, eglili farà scomparire...»3.

2 B. SOUVARINE, opera citata.3 Gaven, aveva servito nell'esercito e nell'industria: egli fu

giustiziato come terrorista, senza processo; Médviedev appartene-va all'opposizione cosidetta operaia, scomparve in prigione;Choumiatski, ambasciatore in Persia, poi direttore della cinema-tografia sovietica, disparve senza che si sapesse come; lo stessoavvenne di Golostchékine, il quale, segretario di un comitato delpartito, governò l’Asia centrale durante la collettivizzazione agri-cola (1936-1938).

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7LA RIVOLUZIONE DEL NOVEMBRE 1917

In tutte le battaglie della grande guerra, l'esercito rus-so mancò di munizioni, le sue ambulanze mancarono dimedicamenti. Questo esercito subì in proporzione le piùelevate perdite in uomini, morti, feriti e prigionieri. Dal1916, dopo tre anni di combattimenti, la Russia si trovòesaurita, in preda ad un malcontento generale. Nicola II,per nominare e dimettere i suoi ministri, consultava unfalso-santo, visionario e dissoluto, Rasputin, che unprincipe Ioussoupov ed il capo del partito monarchicoPourichkévitch finirono per assassinare. Lo Stato Mag-giore, i granduchi meditavano una congiura di palazzo.Tutta la borghesia industriale e commerciale sentiva in-dispensabile un cambiamento di regime e si accingeva aprendere il potere. Le fabbriche e le campagne tacevano,ma niente vi era di più pericoloso del loro silenzio. Lacorte, la sua burocrazia poliziesca e clericale, la sua ari-stocrazia terriera apparivano all'intero paese come degliostacoli che dovevano essere travolti affinchè la Russiapotesse rimarginare le sue ferite. Dal 1912, i colpi tirati

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7LA RIVOLUZIONE DEL NOVEMBRE 1917

In tutte le battaglie della grande guerra, l'esercito rus-so mancò di munizioni, le sue ambulanze mancarono dimedicamenti. Questo esercito subì in proporzione le piùelevate perdite in uomini, morti, feriti e prigionieri. Dal1916, dopo tre anni di combattimenti, la Russia si trovòesaurita, in preda ad un malcontento generale. Nicola II,per nominare e dimettere i suoi ministri, consultava unfalso-santo, visionario e dissoluto, Rasputin, che unprincipe Ioussoupov ed il capo del partito monarchicoPourichkévitch finirono per assassinare. Lo Stato Mag-giore, i granduchi meditavano una congiura di palazzo.Tutta la borghesia industriale e commerciale sentiva in-dispensabile un cambiamento di regime e si accingeva aprendere il potere. Le fabbriche e le campagne tacevano,ma niente vi era di più pericoloso del loro silenzio. Lacorte, la sua burocrazia poliziesca e clericale, la sua ari-stocrazia terriera apparivano all'intero paese come degliostacoli che dovevano essere travolti affinchè la Russiapotesse rimarginare le sue ferite. Dal 1912, i colpi tirati

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sugli scioperanti delle miniere d'oro della Lena avevanosignificato il risveglio del movimento operaio.

L'autocrazia non è travolta, essa cade, essa crolla perle strade di Pietrogrado perché nei sobborghi manca ilpane. Tutti i partiti rivoluzionari sono sorpresi perl'avvenimento. Nicola II abdica, i liberali formano ungoverno provvisorio; i delegati delle fabbriche e dei reg-gimenti si riuniscono in una delle sale del palazzo diTauride, sede della Duma, e ricordandosi del 1905 si co-stituiscono in Consiglio o Soviet. In effetti, nelle sale at-tigue dello stesso palazzo, vi sono due governi, e quellodei Soviet, che d'altronde declina il potere, trasformacon un suo primo decreto il regime dell'esercito.

Dal fondo della Siberia gli esiliati rientrano, impa-zienti di agire. Sverdlov corre in slitta sul ghiaccio delloIénnisséi che sta per fondersi da un momento all'altro.Stalin, Kaménev e Mouranov rientrano insieme perprendere a Pietrogrado la direzione del piccolo giornalebolscevico, la Pravda, la Verità. Al Soviet, Stalin entra-to a far parte dell'Esecutivo come membro del ComitatoCentrale bolscevico, senza essere stato eletto da nessu-no, gioca un ruolo poco in vista; altri Georgiani, gli ora-tori Tséretelli e Tchkhéidzé, menscevichi, vale a diremoderati, vi fanno i tribuni. Alla Pravda, Kaménev eStalin svolgono anch'essi una politica moderata, di aiutocondizionato al Governo provvisorio, dunque di difesanazionale, nettamente contraria a quella di Lenin.

Gli emigrati rientrano da tutti i punti del mondo: Le-nin, Zinoviev ed altri dalla Germania, in vagoni piomba-

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sugli scioperanti delle miniere d'oro della Lena avevanosignificato il risveglio del movimento operaio.

L'autocrazia non è travolta, essa cade, essa crolla perle strade di Pietrogrado perché nei sobborghi manca ilpane. Tutti i partiti rivoluzionari sono sorpresi perl'avvenimento. Nicola II abdica, i liberali formano ungoverno provvisorio; i delegati delle fabbriche e dei reg-gimenti si riuniscono in una delle sale del palazzo diTauride, sede della Duma, e ricordandosi del 1905 si co-stituiscono in Consiglio o Soviet. In effetti, nelle sale at-tigue dello stesso palazzo, vi sono due governi, e quellodei Soviet, che d'altronde declina il potere, trasformacon un suo primo decreto il regime dell'esercito.

Dal fondo della Siberia gli esiliati rientrano, impa-zienti di agire. Sverdlov corre in slitta sul ghiaccio delloIénnisséi che sta per fondersi da un momento all'altro.Stalin, Kaménev e Mouranov rientrano insieme perprendere a Pietrogrado la direzione del piccolo giornalebolscevico, la Pravda, la Verità. Al Soviet, Stalin entra-to a far parte dell'Esecutivo come membro del ComitatoCentrale bolscevico, senza essere stato eletto da nessu-no, gioca un ruolo poco in vista; altri Georgiani, gli ora-tori Tséretelli e Tchkhéidzé, menscevichi, vale a diremoderati, vi fanno i tribuni. Alla Pravda, Kaménev eStalin svolgono anch'essi una politica moderata, di aiutocondizionato al Governo provvisorio, dunque di difesanazionale, nettamente contraria a quella di Lenin.

Gli emigrati rientrano da tutti i punti del mondo: Le-nin, Zinoviev ed altri dalla Germania, in vagoni piomba-

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ti; i socialisti svizzeri hanno organizzato il loro viaggioed il grande Stato Maggiore tedesco si è creduto moltofurbo ad autorizzarlo; Boukharin rientra da New Yorkper la Scandinavia; Trotsky dal Canadà dove era statointernato. Pietrogrado è piena di ex forzati, di vecchicondannati a morte, di emigrati, di esiliati, di deportatiappartenenti a due grandi partiti: al partito socialista-rivoluzionario, in realtà radicale, e al partito socialde-mocratico, scisso in bolscevichi e menscevichi, e ad unamiriade di piccoli gruppi politici. Si constata che il vec-chio regime ha creato a migliaia i suoi affossatori.

Millenovecentodiciassette, anno di speranze illimita-te, meno che per la Russia, in quanto la guerra, prima diterminare con il crollo imprevisto della Germania, siprolunga e si estende. Gli Stati Uniti, il Siam, il Brasileentrano in guerra contro gli Imperi centrali. Battaglie diArras, di Chemin-des-Dames, d'Ypres, di Verdun, batta-glie dell'Isonzo, disastro di Caporetto, conquista di Jeri-co da parte degli inglesi, conquista di Bagdad, conquistadi Samaria, guerra sottomarina ad oltranza, bombarda-menti aerei di Londra e di Parigi. Ma a Pietrogrado,mentre l'imperatore prigioniero nella sua residenza diTsarkoé-sélo vaga tristemente nel suo parco, le folle en-tusiaste, ebbre di libertà, di idee, di attese, di progetti, diincognite sfilano per le strade in dimostrazioni ostili, siriuniscono in congresso, deliberano senza fine e non tra-lasciano di proclamare ciò che vogliono, ciò che essecredono di volere.... Fra le pieghe delle bandiere rosseson sorti dei tribuni, Kérensky, Tséretelli, Tchernov, i

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ti; i socialisti svizzeri hanno organizzato il loro viaggioed il grande Stato Maggiore tedesco si è creduto moltofurbo ad autorizzarlo; Boukharin rientra da New Yorkper la Scandinavia; Trotsky dal Canadà dove era statointernato. Pietrogrado è piena di ex forzati, di vecchicondannati a morte, di emigrati, di esiliati, di deportatiappartenenti a due grandi partiti: al partito socialista-rivoluzionario, in realtà radicale, e al partito socialde-mocratico, scisso in bolscevichi e menscevichi, e ad unamiriade di piccoli gruppi politici. Si constata che il vec-chio regime ha creato a migliaia i suoi affossatori.

Millenovecentodiciassette, anno di speranze illimita-te, meno che per la Russia, in quanto la guerra, prima diterminare con il crollo imprevisto della Germania, siprolunga e si estende. Gli Stati Uniti, il Siam, il Brasileentrano in guerra contro gli Imperi centrali. Battaglie diArras, di Chemin-des-Dames, d'Ypres, di Verdun, batta-glie dell'Isonzo, disastro di Caporetto, conquista di Jeri-co da parte degli inglesi, conquista di Bagdad, conquistadi Samaria, guerra sottomarina ad oltranza, bombarda-menti aerei di Londra e di Parigi. Ma a Pietrogrado,mentre l'imperatore prigioniero nella sua residenza diTsarkoé-sélo vaga tristemente nel suo parco, le folle en-tusiaste, ebbre di libertà, di idee, di attese, di progetti, diincognite sfilano per le strade in dimostrazioni ostili, siriuniscono in congresso, deliberano senza fine e non tra-lasciano di proclamare ciò che vogliono, ciò che essecredono di volere.... Fra le pieghe delle bandiere rosseson sorti dei tribuni, Kérensky, Tséretelli, Tchernov, i

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Page 34: Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti,

quali affermano una nuova repubblica e la riforma agra-ria, Trotsky il quale annuncia la conquista del potere daparte dei Soviet; uomini di Stato e pensatori si scaglianogli uni contro gli altri, Milioukov che vuole la continua-zione della guerra, Dan, Abramovitch, Martov che vo-gliono affermare un regime democratico, Lenin il qualecerca di sfruttare tutte le possibilità rivoluzionarie con-tro la borghesia; i generali preparano dei colpi di forzacontro la rivoluzione. Nè sulla tribuna, nè alla testa dellefolle si vede Stalin.

Il conflitto sociale si aggrava. Quale ordine sta pernascere dal caos? Chi darà la terra ai contadini? Chi faràla pace? Chi farà la repubblica? Quale legge agraria?Quale pace? Quale repubblica?

All'inizio di luglio, avendo Kérensky iniziato una of-fensiva che, naturalmente, fallisce, la guarnigione diPietrogrado scende per le strade. Il Comitato Centralebolscevico pensa che è troppo presto per prendere il po-tere: non sarebbe sostenuto dalla provincia. Il tumultoabortisce nella pioggia; d'importante si registra soltantoqualche dozzina di morti. Stalin va alla fortezza di Pie-tro e Paolo ed assiste alla consegna delle armi da partedei battaglioni bolscevichi battuti. Stalin rende un gran-de servizio organizzando la fuga di Lenin, che si riparain Finlandia, dicendo: «Se non ci fucilano ora, sono de-gli imbecilli». Trotsky si lascia arrestare per assumeresu di sè le responsabilità. (Egli diventa poco dopo mem-bro del partito bolscevico, eletto per acclamazione al C.C.). Stalin, nell'assenza dei due capi, dirige il VI Con-

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quali affermano una nuova repubblica e la riforma agra-ria, Trotsky il quale annuncia la conquista del potere daparte dei Soviet; uomini di Stato e pensatori si scaglianogli uni contro gli altri, Milioukov che vuole la continua-zione della guerra, Dan, Abramovitch, Martov che vo-gliono affermare un regime democratico, Lenin il qualecerca di sfruttare tutte le possibilità rivoluzionarie con-tro la borghesia; i generali preparano dei colpi di forzacontro la rivoluzione. Nè sulla tribuna, nè alla testa dellefolle si vede Stalin.

Il conflitto sociale si aggrava. Quale ordine sta pernascere dal caos? Chi darà la terra ai contadini? Chi faràla pace? Chi farà la repubblica? Quale legge agraria?Quale pace? Quale repubblica?

All'inizio di luglio, avendo Kérensky iniziato una of-fensiva che, naturalmente, fallisce, la guarnigione diPietrogrado scende per le strade. Il Comitato Centralebolscevico pensa che è troppo presto per prendere il po-tere: non sarebbe sostenuto dalla provincia. Il tumultoabortisce nella pioggia; d'importante si registra soltantoqualche dozzina di morti. Stalin va alla fortezza di Pie-tro e Paolo ed assiste alla consegna delle armi da partedei battaglioni bolscevichi battuti. Stalin rende un gran-de servizio organizzando la fuga di Lenin, che si riparain Finlandia, dicendo: «Se non ci fucilano ora, sono de-gli imbecilli». Trotsky si lascia arrestare per assumeresu di sè le responsabilità. (Egli diventa poco dopo mem-bro del partito bolscevico, eletto per acclamazione al C.C.). Stalin, nell'assenza dei due capi, dirige il VI Con-

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gresso del partito. Eccolo per un momento in primo pia-no. Non vi resta, si eclissa.

Tutti i pericoli incombono in una volta: vettovaglia-mento, minaccia tedesca su Pietrogrado, sommosse nel-le campagne dove i contadini occupano la terra che èstata loro promessa senza aver osato darla per legge, in-subordinazione dei Soviet locali che non vogliono piùobbedire al governo provvisorio, formazioni di maggio-ranze bolsceviche nei principali Soviet, a Cronstadt, aPietrogrado, a Mosca; il tentativo del colpo di forza delgenerale Kornilov si trasforma in una pazza impresa, marestituisce ai bolscevichi una popolarità che essi aveva-no perduto con la disfatta di luglio. Invano si fabbricanodei falsi per dimostrare la loro connivenza con la Ger-mania. Dal suo rifugio in una capanna sulla riva delGolfo di Finlandia, Lenin lancia al C. C. i suoi imperiosiavvertimenti: «La crisi è matura!», «Temporeggiare di-venta un delitto!». Vale a dire: occorre fare l'insurrezio-ne e prendere il potere oppure tutto è perduto, oppuresarà la controrivoluzione a prendere il potere per moltotempo. Trotsky, alla testa del Soviet da lui presieduto,prepara l'insurrezione armando le Guardie Rosse ed im-pedendo la partenza dei reggimenti rossi. Zinoviev eKaménev si scagliano, da soli, contro la tesi insurrezio-nale. Il C. C. incarica un Comitato di Sette di prepararela conquista del potere: Lenin, Trotsky, Zinoviev, Kamé-nev, Sokolnikov, Boubnov, Stalin. (Di questo comitato,notiamolo subito, Stalin venti anni più tardi ha fattoscomparire i cinque rimasti: Zinoviev, Kaménev, Sokol-

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gresso del partito. Eccolo per un momento in primo pia-no. Non vi resta, si eclissa.

Tutti i pericoli incombono in una volta: vettovaglia-mento, minaccia tedesca su Pietrogrado, sommosse nel-le campagne dove i contadini occupano la terra che èstata loro promessa senza aver osato darla per legge, in-subordinazione dei Soviet locali che non vogliono piùobbedire al governo provvisorio, formazioni di maggio-ranze bolsceviche nei principali Soviet, a Cronstadt, aPietrogrado, a Mosca; il tentativo del colpo di forza delgenerale Kornilov si trasforma in una pazza impresa, marestituisce ai bolscevichi una popolarità che essi aveva-no perduto con la disfatta di luglio. Invano si fabbricanodei falsi per dimostrare la loro connivenza con la Ger-mania. Dal suo rifugio in una capanna sulla riva delGolfo di Finlandia, Lenin lancia al C. C. i suoi imperiosiavvertimenti: «La crisi è matura!», «Temporeggiare di-venta un delitto!». Vale a dire: occorre fare l'insurrezio-ne e prendere il potere oppure tutto è perduto, oppuresarà la controrivoluzione a prendere il potere per moltotempo. Trotsky, alla testa del Soviet da lui presieduto,prepara l'insurrezione armando le Guardie Rosse ed im-pedendo la partenza dei reggimenti rossi. Zinoviev eKaménev si scagliano, da soli, contro la tesi insurrezio-nale. Il C. C. incarica un Comitato di Sette di prepararela conquista del potere: Lenin, Trotsky, Zinoviev, Kamé-nev, Sokolnikov, Boubnov, Stalin. (Di questo comitato,notiamolo subito, Stalin venti anni più tardi ha fattoscomparire i cinque rimasti: Zinoviev, Kaménev, Sokol-

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nikov e Boubnov...).Breve battaglia il sette novembre, a Pietrogrado, in-

torno alla palazzo d'inverno di cui Antonov-Ovséenkodirige l'assalto (questo Antonov-Ovséenko, Stalin lofarà scomparire nel 1938). Il gabinetto Kérensky si ar-rende ai marinai insorti; Kérensky fugge. A Mosca labattaglia per le strade dura, terribile, otto giorni. Bou-kharine, Mouralov, Vladimir Smirnov alla fine la vinco-no (Stalin più tardi farà fucilare i due primi e farà scom-parire il terzo...). Non si sa molto di ciò che ha fatto Sta-lin in queste giornate decisive. Il suo nome non figuraaffatto nelle testimonianze così dettagliate di JacquesSadoul e di John Reed. Egli stesso un anno più tardi, inun discorso pubblicato, sottolineerà che è a Trotsky chesi deve la vittoria dell'insurrezione.

Nel primo Consiglio dei Commissari del popolo, for-mato la sera dell'insurrezione dal II Congresso dei So-viet e presieduto da Lenin, Stalin assume il portafogliodelle nazionalità. Accanto al suo compaiono i nomi diRykov, Chliapnikov, Krylenko, Dybenko, Antonov-Osvéenko, Glebov-Avilov, Téodorovitch che un giornoegli farà tutti scomparire.... Membro del governo, eglicontinua ad essere sconosciuto dal gran pubblico.

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nikov e Boubnov...).Breve battaglia il sette novembre, a Pietrogrado, in-

torno alla palazzo d'inverno di cui Antonov-Ovséenkodirige l'assalto (questo Antonov-Ovséenko, Stalin lofarà scomparire nel 1938). Il gabinetto Kérensky si ar-rende ai marinai insorti; Kérensky fugge. A Mosca labattaglia per le strade dura, terribile, otto giorni. Bou-kharine, Mouralov, Vladimir Smirnov alla fine la vinco-no (Stalin più tardi farà fucilare i due primi e farà scom-parire il terzo...). Non si sa molto di ciò che ha fatto Sta-lin in queste giornate decisive. Il suo nome non figuraaffatto nelle testimonianze così dettagliate di JacquesSadoul e di John Reed. Egli stesso un anno più tardi, inun discorso pubblicato, sottolineerà che è a Trotsky chesi deve la vittoria dell'insurrezione.

Nel primo Consiglio dei Commissari del popolo, for-mato la sera dell'insurrezione dal II Congresso dei So-viet e presieduto da Lenin, Stalin assume il portafogliodelle nazionalità. Accanto al suo compaiono i nomi diRykov, Chliapnikov, Krylenko, Dybenko, Antonov-Osvéenko, Glebov-Avilov, Téodorovitch che un giornoegli farà tutti scomparire.... Membro del governo, eglicontinua ad essere sconosciuto dal gran pubblico.

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8DURANTE LA GUERRA CIVILE

Quale sarà il nuovo regime e che cosa promette? Èamaro rileggere i documenti del tempo. I primi decretidei Commissari del popolo offrono a tutti i belligerantiuna pace immediata senza annessioni nè indennità, abo-liscono la proprietà fondiaria e danno la terra ai contadi-ni, aboliscono la pena di morte....

La dittatura del proletariato si proclama come la piùvasta democrazia dei lavoratori, annuncia la fondazionedi un nuovo Stato nel quale il popolo eserciterà un pote-re diretto, poichè l'uomo della fabbrica, dell'officina,della terra diviene nel Soviet legislatore e legislatoreprovvisto di potere esecutivo; non si avrà nè polizia, nèesercito, nè burocrazia distinta dal popolo; l'armamentodel popolo in milizie operaie permetterà di sostituire lapolizia e l'esercito; i funzionari saranno posti sotto ilcontrollo del popolo, eletti e revocati ad ogni momen-to....

La Repubblica dei Consigli dei lavoratori sarà federa-tiva e socialista, ma Lenin ed i suoi compagni hanno

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8DURANTE LA GUERRA CIVILE

Quale sarà il nuovo regime e che cosa promette? Èamaro rileggere i documenti del tempo. I primi decretidei Commissari del popolo offrono a tutti i belligerantiuna pace immediata senza annessioni nè indennità, abo-liscono la proprietà fondiaria e danno la terra ai contadi-ni, aboliscono la pena di morte....

La dittatura del proletariato si proclama come la piùvasta democrazia dei lavoratori, annuncia la fondazionedi un nuovo Stato nel quale il popolo eserciterà un pote-re diretto, poichè l'uomo della fabbrica, dell'officina,della terra diviene nel Soviet legislatore e legislatoreprovvisto di potere esecutivo; non si avrà nè polizia, nèesercito, nè burocrazia distinta dal popolo; l'armamentodel popolo in milizie operaie permetterà di sostituire lapolizia e l'esercito; i funzionari saranno posti sotto ilcontrollo del popolo, eletti e revocati ad ogni momen-to....

La Repubblica dei Consigli dei lavoratori sarà federa-tiva e socialista, ma Lenin ed i suoi compagni hanno

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spesso ricordato ai rivoluzionari che la Russia è un pae-se troppo arretrato, il quale non saprebbe darsi immedia-tamente un regime socialista. Il programma bolsceviconon va al di là della nazionalizzazione delle banche edel controllo operaio della produzione. Lenin studia an-che la costituzione di società miste, nelle quali i capitali-sti avranno la metà delle azioni e lo Stato sovieticol'altra metà. La guerra civile, prendendo piede dapper-tutto, imporrà la nazionalizzazione più integrale. Laguerra civile incomincia nelle campagne poichè la ne-cessità di nutrire le città impone il prelevamento forzatodel grano che non si ha più il mezzo di pagare, i bigliettidi banca non valgono quasi niente, l'industria disorga-nizzata non produce i prodotti per lo scambio. Le con-giure degli ufficiali, il clero, gli intellettuali, la borghe-sia, aiutati da interventi stranieri, costituiscono dapper-tutto delle armate e dei governi nazionali, Bianchi in op-posizione ai Rossi, e la Repubblica si dibatterà, accer-chiata, affamata, assalita da tutte le parti, per circa quat-tro anni, ogni volta pronta a cadere, ma sempre salvatadai prodigi di energia compiuti dalla povera gente dispe-rata; dalla democrazia caotica dei primi tempi, essa sitrasformerà all'interno, nel regime sempre più duro dellostato d'assedio e del razionamento: ciò che si chiameràcomunismo di guerra.

Durante questi quattro terribili anni, 1918-1921, gliuomini di primo piano sono: Vladimir Lenin, capo delgoverno e capo del partito; Leon Trotsky, organizzatore

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spesso ricordato ai rivoluzionari che la Russia è un pae-se troppo arretrato, il quale non saprebbe darsi immedia-tamente un regime socialista. Il programma bolsceviconon va al di là della nazionalizzazione delle banche edel controllo operaio della produzione. Lenin studia an-che la costituzione di società miste, nelle quali i capitali-sti avranno la metà delle azioni e lo Stato sovieticol'altra metà. La guerra civile, prendendo piede dapper-tutto, imporrà la nazionalizzazione più integrale. Laguerra civile incomincia nelle campagne poichè la ne-cessità di nutrire le città impone il prelevamento forzatodel grano che non si ha più il mezzo di pagare, i bigliettidi banca non valgono quasi niente, l'industria disorga-nizzata non produce i prodotti per lo scambio. Le con-giure degli ufficiali, il clero, gli intellettuali, la borghe-sia, aiutati da interventi stranieri, costituiscono dapper-tutto delle armate e dei governi nazionali, Bianchi in op-posizione ai Rossi, e la Repubblica si dibatterà, accer-chiata, affamata, assalita da tutte le parti, per circa quat-tro anni, ogni volta pronta a cadere, ma sempre salvatadai prodigi di energia compiuti dalla povera gente dispe-rata; dalla democrazia caotica dei primi tempi, essa sitrasformerà all'interno, nel regime sempre più duro dellostato d'assedio e del razionamento: ciò che si chiameràcomunismo di guerra.

Durante questi quattro terribili anni, 1918-1921, gliuomini di primo piano sono: Vladimir Lenin, capo delgoverno e capo del partito; Leon Trotsky, organizzatore

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dell'Armata rossa, organizzatore della vittoria; Kamé-nev, presidente del Soviet di Mosca; Zinoviev, presiden-te del Soviet di Pietrogrado e presidente della IIIa Inter-nazionale fondata nel 1919; Boukharin e Préobrajenski,economisti e teorici del comunismo, Alexis Rykov, chedirige le industrie nazionalizzate; Christian Racovsky,capo del governo dell'Ucraina; Dzerjinski, presidentedella Ceka; Tchitchérine, Commissario del popolo agliAffari esteri. Stalin continua a rimanere in secondo pia-no, in un'ombra discreta, ignorata dalle folle. Si vede lasua firma apparire accanto a quella di Lenin in calce adun manifesto indirizzato alle nazionalità; si sa che eglipronunciò un discorso al Congresso della socialdemo-crazia finlandese, che egli votò al C. C. per la capitola-zione di Brest-Litovsky. (I tedeschi avevano accettato ilprincipio della pace immediata senza annessioni nè in-dennità; nonostante ciò, alla conferenza di Brest-Litov-sky esigettero immensi territori ed una enorme indennitàdi guerra; Trotsky rifiutò di firmare un simile trattato edichiarò che la Russia cessava la guerra senza firmare lapace; di fronte ad una nuova offensiva tedesca, alla qua-le fu impossibile opporre la minima resistenza poichèl'ex esercito si era interamente disgregato e l'Esercitorosso non esisteva ancora, Sokolnikov delegato dal C.C. firmò il trattato «senza leggerlo»).

Delle missioni che Stalin svolse sui fronti e sulle qua-li non si è fatta luce se non dopo il 1929, noi non riepi-logheremo se non i principali episodi. Tsaritsyne, sulmedio Volga, aveva un grande interesse strategico, poi-

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dell'Armata rossa, organizzatore della vittoria; Kamé-nev, presidente del Soviet di Mosca; Zinoviev, presiden-te del Soviet di Pietrogrado e presidente della IIIa Inter-nazionale fondata nel 1919; Boukharin e Préobrajenski,economisti e teorici del comunismo, Alexis Rykov, chedirige le industrie nazionalizzate; Christian Racovsky,capo del governo dell'Ucraina; Dzerjinski, presidentedella Ceka; Tchitchérine, Commissario del popolo agliAffari esteri. Stalin continua a rimanere in secondo pia-no, in un'ombra discreta, ignorata dalle folle. Si vede lasua firma apparire accanto a quella di Lenin in calce adun manifesto indirizzato alle nazionalità; si sa che eglipronunciò un discorso al Congresso della socialdemo-crazia finlandese, che egli votò al C. C. per la capitola-zione di Brest-Litovsky. (I tedeschi avevano accettato ilprincipio della pace immediata senza annessioni nè in-dennità; nonostante ciò, alla conferenza di Brest-Litov-sky esigettero immensi territori ed una enorme indennitàdi guerra; Trotsky rifiutò di firmare un simile trattato edichiarò che la Russia cessava la guerra senza firmare lapace; di fronte ad una nuova offensiva tedesca, alla qua-le fu impossibile opporre la minima resistenza poichèl'ex esercito si era interamente disgregato e l'Esercitorosso non esisteva ancora, Sokolnikov delegato dal C.C. firmò il trattato «senza leggerlo»).

Delle missioni che Stalin svolse sui fronti e sulle qua-li non si è fatta luce se non dopo il 1929, noi non riepi-logheremo se non i principali episodi. Tsaritsyne, sulmedio Volga, aveva un grande interesse strategico, poi-

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Page 40: Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti,

chè per di là passava il petrolio del Caspio; questa cittàpiù volte assalita dai Cosacchi bianchi fu vittoriosamen-te difesa dalla Xa Armata, alla testa della quale si trova-va Vorochilov, ed in sottordine un ufficiale di carriera,Egorov, che più tardi doveva diventare Maresciallodell'URSS e scomparire nel 1938. Stalin partecipò alladifesa di Tsaritsyne, che per questa ragione si chiamaoggi Stalingrado; egli in questa città fece del suo stato-maggiore un centro di intrighi contro Trotsky. I successisbalorditivi di Trotsky alla testa di un Esercito tratto dalnulla, il suo prestigio personale, che allora eclissavaquello di Lenin, sembrano aver suscitato fin da quel mo-mento, nel duro Georgiano sprovvisto di fascino perso-nale, una gelosia testarda, radicata in qualche divorantecomplesso di inferiorità. L'intrigo di Tsaritsyne presel'aspetto di una opposizione all'impiego, deciso da Tro-tsky e da Lenin, degli ufficiali e dei generali del vecchioregime nel nuovo esercito, sotto il controllo dei Com-missari. Insorgendo contro l'idea che dei rivoluzionaripotessero essere nell'esercito consigliati o comandati davecchi generali, Stalin rivelò forse ancora un altro com-plesso di inferiorità, questa volta sociale. Lenin dovetteintervenire per sanare questi dissidi dando ragione aTrotsky. Questi, essendosi recato a Tsaritsyne come inaltri luoghi, Stalin si era messo in vista per le crudeliproscrizioni: scoperte di complotti, esecuzioni di agentidel nemico, epurazioni a colpi di revolver. Una tracciadi sangue lo segue dappertutto. I suoi biografi ufficialiriferiscono con ammirazione che non sapendo che fare

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chè per di là passava il petrolio del Caspio; questa cittàpiù volte assalita dai Cosacchi bianchi fu vittoriosamen-te difesa dalla Xa Armata, alla testa della quale si trova-va Vorochilov, ed in sottordine un ufficiale di carriera,Egorov, che più tardi doveva diventare Maresciallodell'URSS e scomparire nel 1938. Stalin partecipò alladifesa di Tsaritsyne, che per questa ragione si chiamaoggi Stalingrado; egli in questa città fece del suo stato-maggiore un centro di intrighi contro Trotsky. I successisbalorditivi di Trotsky alla testa di un Esercito tratto dalnulla, il suo prestigio personale, che allora eclissavaquello di Lenin, sembrano aver suscitato fin da quel mo-mento, nel duro Georgiano sprovvisto di fascino perso-nale, una gelosia testarda, radicata in qualche divorantecomplesso di inferiorità. L'intrigo di Tsaritsyne presel'aspetto di una opposizione all'impiego, deciso da Tro-tsky e da Lenin, degli ufficiali e dei generali del vecchioregime nel nuovo esercito, sotto il controllo dei Com-missari. Insorgendo contro l'idea che dei rivoluzionaripotessero essere nell'esercito consigliati o comandati davecchi generali, Stalin rivelò forse ancora un altro com-plesso di inferiorità, questa volta sociale. Lenin dovetteintervenire per sanare questi dissidi dando ragione aTrotsky. Questi, essendosi recato a Tsaritsyne come inaltri luoghi, Stalin si era messo in vista per le crudeliproscrizioni: scoperte di complotti, esecuzioni di agentidel nemico, epurazioni a colpi di revolver. Una tracciadi sangue lo segue dappertutto. I suoi biografi ufficialiriferiscono con ammirazione che non sapendo che fare

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di alcune persone sospette, si esitava, Stalin tagliò corto:«Fucilateli!».

Altri, in questi tempi, rendevano più clamorosi servi-zi. Sul Volga, all'altezza di Kazan, Trotsky, Ivan Smir-nov, Rosengoltz, Raskolnikov capovolsero letteralmentecon le loro mani e sotto il fuoco del nemico una situa-zione disperata: ad Ekatérimbourg, Biéloborodov tenevatesta a tutti (è là che la famiglia imperiale fu fucilata);nell'Ural, Blucher, nel mettere in salvo un piccolo eser-cito si rivelò come uno stratega nato; Toukhatchevski siimpadroniva di Simbirsk. La stampa, le assemblee siesaltavano per tali imprese. Stalin oltraggiato dal valorealtrui, ad ognuna di queste notizie si sentiva discono-sciuto dalla storia. (Venti anni più tardi, dopo averli di-sonorati, farà fucilare Ivan Smirnov, Rosengoltz, Tou-khatchevski; farà scomparire Blucher, Biéloborodov edil suo compagno di Tsaritsyne, Egorov. Raskolnikov,messo fuori legge, morirà in Francia).

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di alcune persone sospette, si esitava, Stalin tagliò corto:«Fucilateli!».

Altri, in questi tempi, rendevano più clamorosi servi-zi. Sul Volga, all'altezza di Kazan, Trotsky, Ivan Smir-nov, Rosengoltz, Raskolnikov capovolsero letteralmentecon le loro mani e sotto il fuoco del nemico una situa-zione disperata: ad Ekatérimbourg, Biéloborodov tenevatesta a tutti (è là che la famiglia imperiale fu fucilata);nell'Ural, Blucher, nel mettere in salvo un piccolo eser-cito si rivelò come uno stratega nato; Toukhatchevski siimpadroniva di Simbirsk. La stampa, le assemblee siesaltavano per tali imprese. Stalin oltraggiato dal valorealtrui, ad ognuna di queste notizie si sentiva discono-sciuto dalla storia. (Venti anni più tardi, dopo averli di-sonorati, farà fucilare Ivan Smirnov, Rosengoltz, Tou-khatchevski; farà scomparire Blucher, Biéloborodov edil suo compagno di Tsaritsyne, Egorov. Raskolnikov,messo fuori legge, morirà in Francia).

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9L'EPISODIO DELLA MARCIA SU LVOV

Nella primavera del 1919 Stalin fece una breve appa-rizione a Pietrogrado, minacciata per il tradimento di unforte della difesa. Gli storici al suo servizio gli attribui-scono la salvezza della seconda capitale. In realtà la si-tuazione di quella città si andò aggravando finoall'autunno; in ottobre, Pietrogrado, governata da Zino-viev, sembrava perduta, ma fu salvata da Trotsky giuntoin tempo per ingaggiare a Poulkovo la battaglia decisi-va. Gli uomini che hanno salvato Pietrogrado in questigiorni di angoscia, Bakaév, Evdokimov, Zorin sono statitutti fucilati nel 1936.

Io abitavo a Pietrogrado e di solito pranzavo allamensa del «Consiglio dei commissari del popolo dellaComune del Nord», dove ci offrivano deliziosi brodi dicavallo frollato. Qui incontrai per due o tre giorni di se-guito un nuovo venuto che portava sul camiciotto bleula piccola bandiera rossa dei membri dell'Esecutivo cen-trale della Repubblica; un uomo piuttosto magro, benfatto, dal viso abbronzato, dagli occhi marrone legger-

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9L'EPISODIO DELLA MARCIA SU LVOV

Nella primavera del 1919 Stalin fece una breve appa-rizione a Pietrogrado, minacciata per il tradimento di unforte della difesa. Gli storici al suo servizio gli attribui-scono la salvezza della seconda capitale. In realtà la si-tuazione di quella città si andò aggravando finoall'autunno; in ottobre, Pietrogrado, governata da Zino-viev, sembrava perduta, ma fu salvata da Trotsky giuntoin tempo per ingaggiare a Poulkovo la battaglia decisi-va. Gli uomini che hanno salvato Pietrogrado in questigiorni di angoscia, Bakaév, Evdokimov, Zorin sono statitutti fucilati nel 1936.

Io abitavo a Pietrogrado e di solito pranzavo allamensa del «Consiglio dei commissari del popolo dellaComune del Nord», dove ci offrivano deliziosi brodi dicavallo frollato. Qui incontrai per due o tre giorni di se-guito un nuovo venuto che portava sul camiciotto bleula piccola bandiera rossa dei membri dell'Esecutivo cen-trale della Repubblica; un uomo piuttosto magro, benfatto, dal viso abbronzato, dagli occhi marrone legger-

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mente accostati, dal sorriso un poco stereotipato. Piccolibaffi neri, una sobria uniforme bleu, l'insieme di un sot-tufficiale vagamente inquietante di qualche cavalleriaorientale. Egli si intratteneva amichevolmente con Zino-viev. «Chi è quel camerata?», domandai al mio vicino ditavola, che mi rispose: «Stalin del C. C., è tutto quelloche so». La sera interrogai una vecchia gregaria la qualeera la finezza, l'intelligenza, la probità in persona.

«Stalin?» mi rispose in sostanza, «troppo forte, scal-tro, di idee nebulose, troppo sangue». Vi era già su di luiuna opinione diffusa tra i dirigenti del partito.

Nel 1920, il maresciallo Pilsudsky gettò le sue armatepolacche sull'Ucraina. Esse conquistarono Kiev, ma bat-tute, si ritirarono in tale disordine che l'Esercito rosso,comandato da Toukhatchevski, con Smilga. commissa-rio politico, arrivò sotto le mura di Varsavia. Lenin vuo-le che sia tentato un supremo sforzo per conquistare lacapitale polacca, mentre lo stesso Toukhatchevski e Tro-tsky sostenevano che l'Armata era troppo stanca. La di-rettiva dell'Ufficio politico fu categorica: un'altra arma-ta, comandata da Vorochilov, Stalin e Boudienni, ope-rante più a sud, in Polonia, doveva appoggiare l'azionedi Toukhatchevski. Ma Stalin e Vorochilov, per mettersianch'essi in mostra con la conquista di una grande città,preferirono di tentare di entrare essi stessi a Lvov (Lem-berg). Ma fallirono come Toukhatchevski e la loro defe-zione aggravò la disfatta di quest'ultimo. Noi riteniamoche Toukhatchevski commise una grave imprudenza nelricordare in alcuni scritti, verso il 1934, tali dettagli

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mente accostati, dal sorriso un poco stereotipato. Piccolibaffi neri, una sobria uniforme bleu, l'insieme di un sot-tufficiale vagamente inquietante di qualche cavalleriaorientale. Egli si intratteneva amichevolmente con Zino-viev. «Chi è quel camerata?», domandai al mio vicino ditavola, che mi rispose: «Stalin del C. C., è tutto quelloche so». La sera interrogai una vecchia gregaria la qualeera la finezza, l'intelligenza, la probità in persona.

«Stalin?» mi rispose in sostanza, «troppo forte, scal-tro, di idee nebulose, troppo sangue». Vi era già su di luiuna opinione diffusa tra i dirigenti del partito.

Nel 1920, il maresciallo Pilsudsky gettò le sue armatepolacche sull'Ucraina. Esse conquistarono Kiev, ma bat-tute, si ritirarono in tale disordine che l'Esercito rosso,comandato da Toukhatchevski, con Smilga. commissa-rio politico, arrivò sotto le mura di Varsavia. Lenin vuo-le che sia tentato un supremo sforzo per conquistare lacapitale polacca, mentre lo stesso Toukhatchevski e Tro-tsky sostenevano che l'Armata era troppo stanca. La di-rettiva dell'Ufficio politico fu categorica: un'altra arma-ta, comandata da Vorochilov, Stalin e Boudienni, ope-rante più a sud, in Polonia, doveva appoggiare l'azionedi Toukhatchevski. Ma Stalin e Vorochilov, per mettersianch'essi in mostra con la conquista di una grande città,preferirono di tentare di entrare essi stessi a Lvov (Lem-berg). Ma fallirono come Toukhatchevski e la loro defe-zione aggravò la disfatta di quest'ultimo. Noi riteniamoche Toukhatchevski commise una grave imprudenza nelricordare in alcuni scritti, verso il 1934, tali dettagli

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Page 44: Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti,

poco conosciuti della guerra di Polonia. Meglio sarebbestato, senza dubbio, per lui non ridestare in Stalin il ri-cordo di questo vecchio conto da regolare.

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poco conosciuti della guerra di Polonia. Meglio sarebbestato, senza dubbio, per lui non ridestare in Stalin il ri-cordo di questo vecchio conto da regolare.

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10IL SEGRETARIO GENERALE DEL

COMITATO CENTRALE...

L'ascesa di un tale uomo non si spiegherebbe se lecircostanze sociali non la spiegassero. Quando terminala guerra civile, Stalin non si distingue per nulla su cen-tinaia di uomini di secondo piano i quali hanno svoltouna grande energia. Il caos di Tsaritsyne, le esecuzioniordinate a sangue freddo, l'intrigo degli stati maggiori, ilgioco disastroso della campagna di Polonia non lascianopresagire per questo silenzioso membro del ComitatoCentrale un alto destino. In una democrazia, nella qualeil maneggio quotidiano delle idee e delle cose dàall'uomo politico il consenso o la disapprovazione, eglisi eclisserà come si è eclissato sotto le luci abbagliantidel 1905 e del 1917. Ma la guerra civile lascia, in unpaese agonizzante, devastato, un regime di stato d'asse-dio fortemente instaurato dai nuovi arrivati, allenati adinfrangere ogni resistenza.

Il comunismo di guerra, se ha permesso di battersi, ècompletamente fallito in quanto all'organizzazione della

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10IL SEGRETARIO GENERALE DEL

COMITATO CENTRALE...

L'ascesa di un tale uomo non si spiegherebbe se lecircostanze sociali non la spiegassero. Quando terminala guerra civile, Stalin non si distingue per nulla su cen-tinaia di uomini di secondo piano i quali hanno svoltouna grande energia. Il caos di Tsaritsyne, le esecuzioniordinate a sangue freddo, l'intrigo degli stati maggiori, ilgioco disastroso della campagna di Polonia non lascianopresagire per questo silenzioso membro del ComitatoCentrale un alto destino. In una democrazia, nella qualeil maneggio quotidiano delle idee e delle cose dàall'uomo politico il consenso o la disapprovazione, eglisi eclisserà come si è eclissato sotto le luci abbagliantidel 1905 e del 1917. Ma la guerra civile lascia, in unpaese agonizzante, devastato, un regime di stato d'asse-dio fortemente instaurato dai nuovi arrivati, allenati adinfrangere ogni resistenza.

Il comunismo di guerra, se ha permesso di battersi, ècompletamente fallito in quanto all'organizzazione della

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produzione e della ripartizione; esso si appoggiava sullerequisizioni nelle campagne, sul razionamento nelle cit-tà e su di una diffusa violenza. Dal 1920 l'opposizioneoperaia ha denunciato in seno al partito la miseria del la-voratore, i privilegi della burocrazia, il soffocamento diogni libertà. Qualche mese più tardi, nel 1921, i marinaidi Cronstadt si sollevano contro la «dittatura del parti-to», la «commissariocrazia», un regime economico chelasciava morire il paese. Si combatte sul ghiaccio, rivo-luzionari contro rivoluzionari, il Soviet di Cronstadtcontro il Kremlino. Cronstadt viene vinta ed i suoi in-sorti sono massacrati un 18 marzo, anniversario dellaComune di Parigi; ed i giornali di Pietrogrado esaltano icomunardi mentre l'armata rossa fucila quelli di Cron-stadt. Questi esigevano «dei Soviet liberamente eletti»,un cambiamento nella politica economica ed avevanotalmente ragione che il X° Congresso del partito, tenen-do una seduta durante l'insurrezione stessa, decideva, suproposta di Lenin, la fine delle requisizioni, la libertàdel commercio e dell'artigianato, in breve ciò che in se-guito venne chiamata la Nuova Politica Economica, laNEP, ma senza il minimo ritorno alla democrazia, cioèalla libertà di opinione e di elezione, completamentespenta.

Dopo aver rifiutato tale libertà ai loro avversari, perragioni di salute pubblica, valevoli prima ma sempre piùdiscutibili in seguito, i dirigenti bolscevichi l'avevano ri-fiutata sempre più sistematicamente al loro stesso parti-to, di cui essi non erano più sicuri, essendo ingrandito,

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produzione e della ripartizione; esso si appoggiava sullerequisizioni nelle campagne, sul razionamento nelle cit-tà e su di una diffusa violenza. Dal 1920 l'opposizioneoperaia ha denunciato in seno al partito la miseria del la-voratore, i privilegi della burocrazia, il soffocamento diogni libertà. Qualche mese più tardi, nel 1921, i marinaidi Cronstadt si sollevano contro la «dittatura del parti-to», la «commissariocrazia», un regime economico chelasciava morire il paese. Si combatte sul ghiaccio, rivo-luzionari contro rivoluzionari, il Soviet di Cronstadtcontro il Kremlino. Cronstadt viene vinta ed i suoi in-sorti sono massacrati un 18 marzo, anniversario dellaComune di Parigi; ed i giornali di Pietrogrado esaltano icomunardi mentre l'armata rossa fucila quelli di Cron-stadt. Questi esigevano «dei Soviet liberamente eletti»,un cambiamento nella politica economica ed avevanotalmente ragione che il X° Congresso del partito, tenen-do una seduta durante l'insurrezione stessa, decideva, suproposta di Lenin, la fine delle requisizioni, la libertàdel commercio e dell'artigianato, in breve ciò che in se-guito venne chiamata la Nuova Politica Economica, laNEP, ma senza il minimo ritorno alla democrazia, cioèalla libertà di opinione e di elezione, completamentespenta.

Dopo aver rifiutato tale libertà ai loro avversari, perragioni di salute pubblica, valevoli prima ma sempre piùdiscutibili in seguito, i dirigenti bolscevichi l'avevano ri-fiutata sempre più sistematicamente al loro stesso parti-to, di cui essi non erano più sicuri, essendo ingrandito,

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dopo la presa del potere, di molte centinaia di migliaiadi nuovi venuti. Secondo una profezia di Trotsky che ri-sale alle sue prime polemiche con Lenin, «la dittaturadel proletariato si era trasformata in una dittatura sulproletariato». Gli uffici del partito e dello Stato intral-ciati, in quanto il partito nominava tutti i funzionari del-lo Stato e assecondato dalla polizia politica prendevatutto in mano. Lo spirito autoritario, statale e burocrati-co che i bolscevichi esprimevano ci appare come una in-fluenza della socialdemocrazia tedesca che aveva contri-buito a questa evoluzione. Dalla fine del 1918 il gover-no non aveva tollerato che le associazioni, i sindacati, lecooperative prendessero la minima iniziativa. Al contra-rio, noi conosciamo, negli sviluppi estremi della statiz-zazione, dei progetti sulla regolamentazione minuziosadel piccolo commercio scritti dalla mano di Lenin, e unvasto progetto di militarizzazione dell'industria formula-to da Trotsky. Ma l'errore più incomprensibile – inquanto è stato voluto – che abbiano commesso questisocialisti così addentro nella esperienza storica, fu quel-lo di creare la «Commissione straordinaria di repressio-ne della controrivoluzione, della speculazione, dellospionaggio e della diserzione», divenuta per abbrevia-zione la Ceka, che giudicava gli accusati ed i semplicisospetti senza nè sentirli nè vederli, di conseguenza sen-za accordare loro nessuna possibilità di difesa, su de-nuncia dei suoi agenti, pronunciava in segreto la suasentenza e provvedeva anche alle esecuzioni. Cos'eraciò se non una inquisizione? Lo stato d'assedio non è

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dopo la presa del potere, di molte centinaia di migliaiadi nuovi venuti. Secondo una profezia di Trotsky che ri-sale alle sue prime polemiche con Lenin, «la dittaturadel proletariato si era trasformata in una dittatura sulproletariato». Gli uffici del partito e dello Stato intral-ciati, in quanto il partito nominava tutti i funzionari del-lo Stato e assecondato dalla polizia politica prendevatutto in mano. Lo spirito autoritario, statale e burocrati-co che i bolscevichi esprimevano ci appare come una in-fluenza della socialdemocrazia tedesca che aveva contri-buito a questa evoluzione. Dalla fine del 1918 il gover-no non aveva tollerato che le associazioni, i sindacati, lecooperative prendessero la minima iniziativa. Al contra-rio, noi conosciamo, negli sviluppi estremi della statiz-zazione, dei progetti sulla regolamentazione minuziosadel piccolo commercio scritti dalla mano di Lenin, e unvasto progetto di militarizzazione dell'industria formula-to da Trotsky. Ma l'errore più incomprensibile – inquanto è stato voluto – che abbiano commesso questisocialisti così addentro nella esperienza storica, fu quel-lo di creare la «Commissione straordinaria di repressio-ne della controrivoluzione, della speculazione, dellospionaggio e della diserzione», divenuta per abbrevia-zione la Ceka, che giudicava gli accusati ed i semplicisospetti senza nè sentirli nè vederli, di conseguenza sen-za accordare loro nessuna possibilità di difesa, su de-nuncia dei suoi agenti, pronunciava in segreto la suasentenza e provvedeva anche alle esecuzioni. Cos'eraciò se non una inquisizione? Lo stato d'assedio non è

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senza rigori, un'aspra guerra civile non avviene senzamisure straordinarie, non v'ha dubbio, ma è proprio deisocialisti il dimenticare che i processi in pubblico sonola sola e reale garanzia contro l'arbitrio e la corruzioneed anche contro il ritorno a procedure speditive comequelle di Fouquier-Tinville? Le conseguenze di tale de-cisione dovevano risultare spaventose e noi lo vedremo.

Stalin diviene nel 1922 segretario generale del Comi-tato Centrale. La carica non comportava alcun particola-re potere, ma gli dava piena autorità sugli uffici del par-tito, ed in un partito gerarchizzato, militarizzato, chenon deliberava più, che non discuteva più, in un partitoche, dopo aver negato agli altri il diritto stesso di esiste-re, si era votato al silenzio ed all'obbedienza passiva enel quale gli uffici esistevano solo per modo di dire. Perforza di cose, il padrone degli uffici doveva diventare,servendoli, il padrone assoluto del partito e padrone as-soluto del paese: un giorno i rivoluzionari si accorsero,tutto ad un tratto, che avevano costruito un dispotismototalitario. Nelle mani di Stalin il segretariato generalediventa lo strumento per la conquista occulta del potere;attraverso la nomina, la rotazione, la evizione di segreta-ri, i quali a loro volta nominano, rimuovono, sostituisco-no altri segretari subalterni, egli popola i posti direttividi creature mantenute nella docilità con una disciplinaelastica e forte. Le migliori qualità degli uomini, la loroconvinzione, la loro devozione serviranno a cementare ilnuovo edificio dello Stato burocratico al quale le vec-chie insegne piene di prestigio della rivoluzione sociali-

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senza rigori, un'aspra guerra civile non avviene senzamisure straordinarie, non v'ha dubbio, ma è proprio deisocialisti il dimenticare che i processi in pubblico sonola sola e reale garanzia contro l'arbitrio e la corruzioneed anche contro il ritorno a procedure speditive comequelle di Fouquier-Tinville? Le conseguenze di tale de-cisione dovevano risultare spaventose e noi lo vedremo.

Stalin diviene nel 1922 segretario generale del Comi-tato Centrale. La carica non comportava alcun particola-re potere, ma gli dava piena autorità sugli uffici del par-tito, ed in un partito gerarchizzato, militarizzato, chenon deliberava più, che non discuteva più, in un partitoche, dopo aver negato agli altri il diritto stesso di esiste-re, si era votato al silenzio ed all'obbedienza passiva enel quale gli uffici esistevano solo per modo di dire. Perforza di cose, il padrone degli uffici doveva diventare,servendoli, il padrone assoluto del partito e padrone as-soluto del paese: un giorno i rivoluzionari si accorsero,tutto ad un tratto, che avevano costruito un dispotismototalitario. Nelle mani di Stalin il segretariato generalediventa lo strumento per la conquista occulta del potere;attraverso la nomina, la rotazione, la evizione di segreta-ri, i quali a loro volta nominano, rimuovono, sostituisco-no altri segretari subalterni, egli popola i posti direttividi creature mantenute nella docilità con una disciplinaelastica e forte. Le migliori qualità degli uomini, la loroconvinzione, la loro devozione serviranno a cementare ilnuovo edificio dello Stato burocratico al quale le vec-chie insegne piene di prestigio della rivoluzione sociali-

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sta danno ancora una bella apparenza.

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sta danno ancora una bella apparenza.

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11NASCITA DELLO

STATO BUROCRATICO

Tutto ciò non era molto difficile a prevedersi el'immenso errore dei socialisti bolscevichi consistettenel rifiutare di prevederlo, nel respingere gli avverti-menti profetici di Rosa Luxembourg che nel 1918, dalfondo di una prigione in Germania, scriveva: «Certa-mente le istituzioni democratiche come tutte le istituzio-ni umane hanno i loro difetti ed i loro limiti, ma il rime-dio inventato da Lenin e da Trotsky consistente nel sop-primere del tutto la democrazia è peggiore del male...».«Senza la libertà illimitata di stampa, senza la libertà diriunione e di associazione, il dominio delle vaste massepopolari è inconcepibile...». «La libertà per i soli parti-giani del governo, per i membri di un solo partito, anchese numerosi, non è libertà. La libertà è sempre quella dicolui che pensa diversamente...». Ma sarebbe stato suffi-ciente ai capi del Comitato Centrale di rileggere i lorostessi articoli dell'anno 1917.

Se si vuole segnare con una data il momento d'inizio

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11NASCITA DELLO

STATO BUROCRATICO

Tutto ciò non era molto difficile a prevedersi el'immenso errore dei socialisti bolscevichi consistettenel rifiutare di prevederlo, nel respingere gli avverti-menti profetici di Rosa Luxembourg che nel 1918, dalfondo di una prigione in Germania, scriveva: «Certa-mente le istituzioni democratiche come tutte le istituzio-ni umane hanno i loro difetti ed i loro limiti, ma il rime-dio inventato da Lenin e da Trotsky consistente nel sop-primere del tutto la democrazia è peggiore del male...».«Senza la libertà illimitata di stampa, senza la libertà diriunione e di associazione, il dominio delle vaste massepopolari è inconcepibile...». «La libertà per i soli parti-giani del governo, per i membri di un solo partito, anchese numerosi, non è libertà. La libertà è sempre quella dicolui che pensa diversamente...». Ma sarebbe stato suffi-ciente ai capi del Comitato Centrale di rileggere i lorostessi articoli dell'anno 1917.

Se si vuole segnare con una data il momento d'inizio

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della evoluzione che trasforma insensibilmente una re-pubblica rivoluzionaria in uno Stato totalitario, bisognarisalire al 1920. Accadono allora avvenimenti che sareb-bero stati impossibili nell'anno precedente – l'anno delgrande pericolo – ed inconcepibili nel 1918. Il partitosocial-democratico (menscevico) che si limita a recla-mare le libertà democratiche è messo fuori legge dalleaccuse fornite dalla Ceka e d'altra parte inverosimili, se-condo lo stesso giudizio dei membri del governo bolsce-vico.... Gli anarchici che sono stati autorizzati a tenereun congresso vengono ad un tratto arrestati in massa.Makhno, capo di una armata nera, con il quale il C. C.ha fatto alleanza per battere in Crimea il barone Wran-gel, è accusato di tradimento e messo fuori legge. I me-todi autoritari in seno al partito comunista fondato daemigrati finlandesi finiscono in uccisioni. Nel 1921 que-sta evoluzione si accentua, i vinti di Cronstadt, che ap-partenevano, anima e corpo alla rivoluzione, sono fuci-lati nelle prigioni, l'opposizione operaia è boicottata, ilpartito è ostacolato dal divieto di formarvi delle tenden-ze. Il Consiglio Centrale dei Sindacati è messo al passoda una mano tanto rude che si manda Tomsky «in mis-sione» nel Turkestan.

La NEP, un anno più tardi, restituisce al paese la paceinterna, gli permette di soddisfare la sua fame e di pen-sare alle sue ferite. L'enorme errore di Lenin è consistitotutto nell'accordare ai contadini, agli artigiani, ai cittadi-ni un regime economico molto libero purchè vi si possavivere, nel rifiutare loro tutte le concessioni politiche:

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della evoluzione che trasforma insensibilmente una re-pubblica rivoluzionaria in uno Stato totalitario, bisognarisalire al 1920. Accadono allora avvenimenti che sareb-bero stati impossibili nell'anno precedente – l'anno delgrande pericolo – ed inconcepibili nel 1918. Il partitosocial-democratico (menscevico) che si limita a recla-mare le libertà democratiche è messo fuori legge dalleaccuse fornite dalla Ceka e d'altra parte inverosimili, se-condo lo stesso giudizio dei membri del governo bolsce-vico.... Gli anarchici che sono stati autorizzati a tenereun congresso vengono ad un tratto arrestati in massa.Makhno, capo di una armata nera, con il quale il C. C.ha fatto alleanza per battere in Crimea il barone Wran-gel, è accusato di tradimento e messo fuori legge. I me-todi autoritari in seno al partito comunista fondato daemigrati finlandesi finiscono in uccisioni. Nel 1921 que-sta evoluzione si accentua, i vinti di Cronstadt, che ap-partenevano, anima e corpo alla rivoluzione, sono fuci-lati nelle prigioni, l'opposizione operaia è boicottata, ilpartito è ostacolato dal divieto di formarvi delle tenden-ze. Il Consiglio Centrale dei Sindacati è messo al passoda una mano tanto rude che si manda Tomsky «in mis-sione» nel Turkestan.

La NEP, un anno più tardi, restituisce al paese la paceinterna, gli permette di soddisfare la sua fame e di pen-sare alle sue ferite. L'enorme errore di Lenin è consistitotutto nell'accordare ai contadini, agli artigiani, ai cittadi-ni un regime economico molto libero purchè vi si possavivere, nel rifiutare loro tutte le concessioni politiche:

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tale è la sua paura della libertà politica, da questo mo-mento. Egli sente che la dittatura del partito non resiste-rebbe alla libertà di critica e teme che la sua caduta sia ilprincipio di una terribile reazione.

Un poco più tardi, Lenin, questo grande onesto uomo,scopre l'altro pericolo ed ha il netto presentimento delruolo funesto di Stalin, che egli fino ad allora aveva fa-vorito. La paralisi generale lo aspetta al varco, lo assale,gli fa perdere ad intervalli tutte le capacità di lavoro, glifa dimenticare l'alfabeto. Egli lotta contro l'angoscia dimorire troppo presto: il suo viso ne era contraffatto.Ogni qualvolta aveva un miglioramento si alzava, si ri-metteva al lavoro, parlava, scriveva. Articoli e discorsi,le sue ultime opere recano l'impronta di una tristezzamortale e del presentimento di nuovi pericoli. Vi sonofrequenti espressioni come queste: «Ne abbiamo com-messe di sciocchezze! La mancanza di idee chiare,l'incapacità, l'illegalità, l'arrivismo ci travolgono. Anchela menzogna e la presunzione». Forgiando nuovi terminiegli dice: la «commensonge», la «com-vantardise».«Noi abbiamo demolito come dei barbari. Noi abbiamotutto da imparare. Noi crediamo di dirigere lo Stato, noisiamo, per la nostra incapacità, guidati da forze nemi-che». È sempre latente l'idea che sia stata una grandesventura il fatto che la rivoluzione socialista sia comin-ciata da questo paese retrogrado, la Russia. «Noi abbia-mo uno stato improntato allo zarismo, appena tinto disovietismo».

Lenin ammalato entra nel frattempo in conflitto con

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tale è la sua paura della libertà politica, da questo mo-mento. Egli sente che la dittatura del partito non resiste-rebbe alla libertà di critica e teme che la sua caduta sia ilprincipio di una terribile reazione.

Un poco più tardi, Lenin, questo grande onesto uomo,scopre l'altro pericolo ed ha il netto presentimento delruolo funesto di Stalin, che egli fino ad allora aveva fa-vorito. La paralisi generale lo aspetta al varco, lo assale,gli fa perdere ad intervalli tutte le capacità di lavoro, glifa dimenticare l'alfabeto. Egli lotta contro l'angoscia dimorire troppo presto: il suo viso ne era contraffatto.Ogni qualvolta aveva un miglioramento si alzava, si ri-metteva al lavoro, parlava, scriveva. Articoli e discorsi,le sue ultime opere recano l'impronta di una tristezzamortale e del presentimento di nuovi pericoli. Vi sonofrequenti espressioni come queste: «Ne abbiamo com-messe di sciocchezze! La mancanza di idee chiare,l'incapacità, l'illegalità, l'arrivismo ci travolgono. Anchela menzogna e la presunzione». Forgiando nuovi terminiegli dice: la «commensonge», la «com-vantardise».«Noi abbiamo demolito come dei barbari. Noi abbiamotutto da imparare. Noi crediamo di dirigere lo Stato, noisiamo, per la nostra incapacità, guidati da forze nemi-che». È sempre latente l'idea che sia stata una grandesventura il fatto che la rivoluzione socialista sia comin-ciata da questo paese retrogrado, la Russia. «Noi abbia-mo uno stato improntato allo zarismo, appena tinto disovietismo».

Lenin ammalato entra nel frattempo in conflitto con

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Stalin. Nel 1921, l'esercito rosso ha messo fine all'esi-stenza della repubblica georgiana, governata dai social-democratici, dove il partito comunista durante le elezio-ni non aveva ottenuto se non una irrisoria quantità divoti. Stalin si è recato a Tiflis; non concependo se nonuna centralizzazione assoluta, egli ha destituito il gover-no dei bolscevichi georgiani e domata la resistenza congli arresti. Invano i Boudou Mdivani, Tsimtsadzé,Okoudjava, Kavtaradzé hanno cercato di difendere con-tro di lui, sul terreno sovietico, l'indipendenza del loropopolo (tutti questi uomini egli li farà fucilare venti annipiù tardi). Lenin assume la difesa dei Georgiani contro ilGeorgiano russificato ed arriva a trattarlo per allusionecome un «brutale mascalzone». Stalin dirigeva anchel'Ispettorato operaio ed agricolo; Lenin constatò senzariguardo il fallimento di tale istituto destinato a combat-tere la burocrazia. Infine sentendo venire la morte, perdue volte, nelle note redatte per il C. C. e che costitui-scono il suo testamento politico egli esprime il suo giu-dizio sugli uomini chiamati a continuare la sua missio-ne, Trotsky, Zinoviev, Kaménev, Boukharin, Piatakov eStalin, che egli giudicava «troppo brutale», trovandodanno «il potere immenso che il segretario generaleconcentrava nelle sue mani», raccomandando caldamen-te di sostituirlo al segretariato generale con «qualcuno»più paziente, più pulito, più leale...». Lenin fu così buonpsicologo da prevedere persino la gravità del conflittoTrotsky-Stalin. Queste note sono del 25 dicembre 1922

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Stalin. Nel 1921, l'esercito rosso ha messo fine all'esi-stenza della repubblica georgiana, governata dai social-democratici, dove il partito comunista durante le elezio-ni non aveva ottenuto se non una irrisoria quantità divoti. Stalin si è recato a Tiflis; non concependo se nonuna centralizzazione assoluta, egli ha destituito il gover-no dei bolscevichi georgiani e domata la resistenza congli arresti. Invano i Boudou Mdivani, Tsimtsadzé,Okoudjava, Kavtaradzé hanno cercato di difendere con-tro di lui, sul terreno sovietico, l'indipendenza del loropopolo (tutti questi uomini egli li farà fucilare venti annipiù tardi). Lenin assume la difesa dei Georgiani contro ilGeorgiano russificato ed arriva a trattarlo per allusionecome un «brutale mascalzone». Stalin dirigeva anchel'Ispettorato operaio ed agricolo; Lenin constatò senzariguardo il fallimento di tale istituto destinato a combat-tere la burocrazia. Infine sentendo venire la morte, perdue volte, nelle note redatte per il C. C. e che costitui-scono il suo testamento politico egli esprime il suo giu-dizio sugli uomini chiamati a continuare la sua missio-ne, Trotsky, Zinoviev, Kaménev, Boukharin, Piatakov eStalin, che egli giudicava «troppo brutale», trovandodanno «il potere immenso che il segretario generaleconcentrava nelle sue mani», raccomandando caldamen-te di sostituirlo al segretariato generale con «qualcuno»più paziente, più pulito, più leale...». Lenin fu così buonpsicologo da prevedere persino la gravità del conflittoTrotsky-Stalin. Queste note sono del 25 dicembre 1922

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e del 4 gennaio 19234. Molte testimonianze ci informa-no che l'ultima lettera dettata da Lenin nella notte dal 5al 6 marzo 1923, prima di cadere in uno stato di semin-coscienza, fu una lettera nella quale rompeva i rapporticon Stalin....

4 Vedi TROTSKY, La Révolution défigurée e B. SOUVARINE, Op.cit.

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e del 4 gennaio 19234. Molte testimonianze ci informa-no che l'ultima lettera dettata da Lenin nella notte dal 5al 6 marzo 1923, prima di cadere in uno stato di semin-coscienza, fu una lettera nella quale rompeva i rapporticon Stalin....

4 Vedi TROTSKY, La Révolution défigurée e B. SOUVARINE, Op.cit.

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12LA SUCCESSIONE DI LENIN

La successione di Lenin si apre mentre egli è vivo;egli finisce di vivere in una poltrona ridotto a battere lepalpebre e a balbettare per tentare di farsi capire dai suoivicini. Il suo testamento politico viene nascosto al parti-to. Mentre Lenin muore, l'ultima speranza di una rivolu-zione europea svanisce con la disfatta del socialismo inGermania. Una inflazione tale da far pagare a miliardi ifrancobolli ha portato il Reich sull'orlo del precipizio.L'Esecutivo della IIIa Internazionale è arrivato fino a fis-sare al sette novembre 1923 la data della conquista delpotere, ma fallisce nel revocare l'insurrezione all'ultimomomento. Alcuni operai comunisti, non avendo ricevutoil contrordine si fanno coraggiosamente ammazzare adAmburgo, il generale von Seekt assume la dittatura dallemani del presidente social-democratico Ebert, e tutto fi-nisce perchè gli operai socialisti, ancora in gran numero,non vogliono una rivoluzione con uno strascico di famee di terrore, perchè la minoranza comunista, ben lungidalla possibilità di trascinarli, è essa stessa paralizzata

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12LA SUCCESSIONE DI LENIN

La successione di Lenin si apre mentre egli è vivo;egli finisce di vivere in una poltrona ridotto a battere lepalpebre e a balbettare per tentare di farsi capire dai suoivicini. Il suo testamento politico viene nascosto al parti-to. Mentre Lenin muore, l'ultima speranza di una rivolu-zione europea svanisce con la disfatta del socialismo inGermania. Una inflazione tale da far pagare a miliardi ifrancobolli ha portato il Reich sull'orlo del precipizio.L'Esecutivo della IIIa Internazionale è arrivato fino a fis-sare al sette novembre 1923 la data della conquista delpotere, ma fallisce nel revocare l'insurrezione all'ultimomomento. Alcuni operai comunisti, non avendo ricevutoil contrordine si fanno coraggiosamente ammazzare adAmburgo, il generale von Seekt assume la dittatura dallemani del presidente social-democratico Ebert, e tutto fi-nisce perchè gli operai socialisti, ancora in gran numero,non vogliono una rivoluzione con uno strascico di famee di terrore, perchè la minoranza comunista, ben lungidalla possibilità di trascinarli, è essa stessa paralizzata

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da una organizzazione burocratica che non fa più nientesenza degli ordini precisi, trasmessi da funzionario afunzionario. Le conseguenze di tale disfatta sarannoenormi per la politica interna dell'URSS. La speranza diuna rivoluzione mondiale gravitava intorno al realisticopunto di vista della possibilità di una rivoluzione socia-lista in Germania. La Germania fortemente industrializ-zata e la Russia agricola si sarebbero completate con unavvenire ormai assicurato, molto forti insieme per nonimpiegare il meglio delle loro energie a fabbricare can-noni. A partire dal giorno in cui la Russia comprendeche bisogna abbandonare tale speranza, si ripiega su sèstessa, teme la potenza industriale della Germania equindi si arma, la vittoria della reazione diventa semprepiù probabile a Mosca e si traduce nella nuova ideologiadel «socialismo in un solo paese».

Prima che Lenin muoia, nell'anno stesso della disfattagermanica, nel partito si forma una opposizione: essa re-clama un cambiamento del regime interno nel senso diun mitigamento della dittatura dell'ufficio del C. C. Lamorte di Lenin, sopravvenuta il 21 gennaio 1924, so-spende per un momento il dibattito. Ma a chi la succes-sione? Se le masse venissero consultate sarebbe Trotsky,il più famoso ed incontestabilmente il più intelligente trai capi del partito che esse porterebbero al potere, ma cisi guarderà bene, proprio per questa ragione di consulta-re il popolo, e Trotsky ha a suo sfavore di essere estra-neo alle vecchie congreghe del bolscevismo, di avere undiversa educazione marxista, più europea, meno rigida,

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da una organizzazione burocratica che non fa più nientesenza degli ordini precisi, trasmessi da funzionario afunzionario. Le conseguenze di tale disfatta sarannoenormi per la politica interna dell'URSS. La speranza diuna rivoluzione mondiale gravitava intorno al realisticopunto di vista della possibilità di una rivoluzione socia-lista in Germania. La Germania fortemente industrializ-zata e la Russia agricola si sarebbero completate con unavvenire ormai assicurato, molto forti insieme per nonimpiegare il meglio delle loro energie a fabbricare can-noni. A partire dal giorno in cui la Russia comprendeche bisogna abbandonare tale speranza, si ripiega su sèstessa, teme la potenza industriale della Germania equindi si arma, la vittoria della reazione diventa semprepiù probabile a Mosca e si traduce nella nuova ideologiadel «socialismo in un solo paese».

Prima che Lenin muoia, nell'anno stesso della disfattagermanica, nel partito si forma una opposizione: essa re-clama un cambiamento del regime interno nel senso diun mitigamento della dittatura dell'ufficio del C. C. Lamorte di Lenin, sopravvenuta il 21 gennaio 1924, so-spende per un momento il dibattito. Ma a chi la succes-sione? Se le masse venissero consultate sarebbe Trotsky,il più famoso ed incontestabilmente il più intelligente trai capi del partito che esse porterebbero al potere, ma cisi guarderà bene, proprio per questa ragione di consulta-re il popolo, e Trotsky ha a suo sfavore di essere estra-neo alle vecchie congreghe del bolscevismo, di avere undiversa educazione marxista, più europea, meno rigida,

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più libera; si teme un poco il suo spirito d'iniziativa, losi crede capace di rischiare troppo; la invadente corru-zione teme la sua dirittura morale. Scartato Trotsky, re-sta Zinoviev, esperto agitatore, ben volentieri demago-go, oratore e giornalista di secondo piano, il più vecchiomembro del Comitato Centrale, collaboratore di Lenindal 1908. È costui un uomo corpulento e pallido, che hauna grossa testa rasata alla proconsole, una voce bassaeffeminata, dei capelli rossi. Kaménev, grande letterato,erudito, il più moderato, il più parlamentare fra i bolsce-vichi, legato a lui da una profonda amicizia, lo comple-ta. Zinoviev presiede l'Internazionale comunista ed ilSoviet di Pietrogrado che egli ha ribattezzato in Lenin-grado; Kaménev presiede il Soviet di Mosca; insiemeessi credono di tenere le due capitali. Se si aggiunge ilsilenzioso Segretario Generale, essi formano, all'Ufficiopolitico, un occulto triunvirato, che più tardi si manife-sterà come «l'irremovibile triunvirato bolscevico» permettere Trotsky in minoranza.

Stalin è ancora uno sconosciuto. Ciò che sappiamo dilui, lo sanno tutt'al più un centinaio di persone dei circo-li dirigenti. Il suo ritratto non è mai stato pubblicato. Maegli ha già fatto un certo numero di nomine. Se Zino-viev e Kaménev se lo associano, è perchè egli non dàombra, è perchè tiene in mano la macchina del partito.Due anni più tardi nel corso di una conversazione conZinoviev, io mi accorsi con sorpresa che egli era domi-nato dalla inquietudine, sentendo che il potere gli sfug-giva invisibilmente dalle mani; tale è stata l'abilità del

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più libera; si teme un poco il suo spirito d'iniziativa, losi crede capace di rischiare troppo; la invadente corru-zione teme la sua dirittura morale. Scartato Trotsky, re-sta Zinoviev, esperto agitatore, ben volentieri demago-go, oratore e giornalista di secondo piano, il più vecchiomembro del Comitato Centrale, collaboratore di Lenindal 1908. È costui un uomo corpulento e pallido, che hauna grossa testa rasata alla proconsole, una voce bassaeffeminata, dei capelli rossi. Kaménev, grande letterato,erudito, il più moderato, il più parlamentare fra i bolsce-vichi, legato a lui da una profonda amicizia, lo comple-ta. Zinoviev presiede l'Internazionale comunista ed ilSoviet di Pietrogrado che egli ha ribattezzato in Lenin-grado; Kaménev presiede il Soviet di Mosca; insiemeessi credono di tenere le due capitali. Se si aggiunge ilsilenzioso Segretario Generale, essi formano, all'Ufficiopolitico, un occulto triunvirato, che più tardi si manife-sterà come «l'irremovibile triunvirato bolscevico» permettere Trotsky in minoranza.

Stalin è ancora uno sconosciuto. Ciò che sappiamo dilui, lo sanno tutt'al più un centinaio di persone dei circo-li dirigenti. Il suo ritratto non è mai stato pubblicato. Maegli ha già fatto un certo numero di nomine. Se Zino-viev e Kaménev se lo associano, è perchè egli non dàombra, è perchè tiene in mano la macchina del partito.Due anni più tardi nel corso di una conversazione conZinoviev, io mi accorsi con sorpresa che egli era domi-nato dalla inquietudine, sentendo che il potere gli sfug-giva invisibilmente dalle mani; tale è stata l'abilità del

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Segretario Generale. La morte di Lenin fa emergere Sta-lin dall'ombra. Si deve a lui l'invenzione del culto di Le-nin, il Mausoleo sotto le mura del Kremlino, l'imbalsa-mazione, le sfilate di folla raccolta davanti alla mummiadipinta, simile ad una figura di cera, assottigliata dal la-voro degli imbalsamatori.

Con l'opposizione del 1923, Trotsky ha preconizzatoun «indirizzo nuovo» nel partito: un po' di democrazia,l'appello ai giovani, che i dirigenti dell'industria sianodesignati in rapporto alla loro capacità e non alla loroappartenenza politica a delle cricche; egli ha chiesto chela tradizione fosse vivificata ed ha lasciato capire che ilpartito bolscevico poteva anche «degenerare» come èaccaduto alla social-democrazia tedesca. Gliene fannouna colpa. Il triunvirato sferra contro di lui delle nuovepolemiche, ben presto frenetiche, nelle quali l'argomen-tazione cede il posto ad una ortodossia foggiata per lenecessità della tesi, opponendo senza fine il leninismo altrotskismo, come la verità rivelata all'eresia, il male albene, la salvezza alla perdizione. Nello steso tempo co-minciano le prime epurazioni delle università, dellaGhepeù – è il nuovo nome della Ceka – dell'esercito. Lafedeltà al partito è così profonda che degli studenti e de-gli ufficiali espulsi si fanno saltare le cervella. La fedel-tà impedisce all’opposizione atterrita di rivoltarsi; e poi-chè non si rivolta, è naturale che essa si demoralizzi.Trotsky è destituito dal Consiglio superiore della guerra;egli perde il controllo dell'esercito. I suoi più influentiamici, nominati ambasciatori, partono per l'estero.

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Segretario Generale. La morte di Lenin fa emergere Sta-lin dall'ombra. Si deve a lui l'invenzione del culto di Le-nin, il Mausoleo sotto le mura del Kremlino, l'imbalsa-mazione, le sfilate di folla raccolta davanti alla mummiadipinta, simile ad una figura di cera, assottigliata dal la-voro degli imbalsamatori.

Con l'opposizione del 1923, Trotsky ha preconizzatoun «indirizzo nuovo» nel partito: un po' di democrazia,l'appello ai giovani, che i dirigenti dell'industria sianodesignati in rapporto alla loro capacità e non alla loroappartenenza politica a delle cricche; egli ha chiesto chela tradizione fosse vivificata ed ha lasciato capire che ilpartito bolscevico poteva anche «degenerare» come èaccaduto alla social-democrazia tedesca. Gliene fannouna colpa. Il triunvirato sferra contro di lui delle nuovepolemiche, ben presto frenetiche, nelle quali l'argomen-tazione cede il posto ad una ortodossia foggiata per lenecessità della tesi, opponendo senza fine il leninismo altrotskismo, come la verità rivelata all'eresia, il male albene, la salvezza alla perdizione. Nello steso tempo co-minciano le prime epurazioni delle università, dellaGhepeù – è il nuovo nome della Ceka – dell'esercito. Lafedeltà al partito è così profonda che degli studenti e de-gli ufficiali espulsi si fanno saltare le cervella. La fedel-tà impedisce all’opposizione atterrita di rivoltarsi; e poi-chè non si rivolta, è naturale che essa si demoralizzi.Trotsky è destituito dal Consiglio superiore della guerra;egli perde il controllo dell'esercito. I suoi più influentiamici, nominati ambasciatori, partono per l'estero.

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Su queste lotte noi conosciamo un dettaglio inedito,divulgato «in un cerchio ristretto», in seguito, da Zino-viev, Kaménev e da Piatakov: temendo il triunvirato diessere messo in scacco dalla popolarità di Trotsky, Sta-lin propose di opprimere discretamente il capodell'armata rossa usando a tale scopo il «metodo fioren-tino», vale a dire il veleno. Esistono su questo episodiodelle curiose lettere. Non sarebbe tempo di pubblicarle?

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Su queste lotte noi conosciamo un dettaglio inedito,divulgato «in un cerchio ristretto», in seguito, da Zino-viev, Kaménev e da Piatakov: temendo il triunvirato diessere messo in scacco dalla popolarità di Trotsky, Sta-lin propose di opprimere discretamente il capodell'armata rossa usando a tale scopo il «metodo fioren-tino», vale a dire il veleno. Esistono su questo episodiodelle curiose lettere. Non sarebbe tempo di pubblicarle?

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13CADUTA DI ZINOVIEV

E DI KAMÉNEV

A confronto dei suoi due colleghi del triunvirato, Ka-ménev, grande politico occidentalizzato, e Zinoviev,grande agitatore, nutrito di socialismo internazionale,Stalin è nettamente un mediocre; ma egli ha su di loro lasuperiorità efficace dell'intrigo, quella di un senso assaibasso delle realtà immediate, quella dell'attitudine a se-lezionare gli uomini facendo leva sulla bassezza morale,con gli strumenti del favore e della paura. Ad un tratto,nel 1925, alla vigilia del XIV Congresso del partito, mi-nuziosamente preparato da Stalin, gli altri due triunviri,onnipotenti agli occhi del paese, si rendono contod'essere stati giocati, vale a dire vinti: in realtà essi han-no perduto il potere senza rendersene conto. Il partitonon discute, nè vota più da molto tempo; il partito nonfa che approvare dei segretari nominati dal ComitatoCentrale in teoria, dal Segretario Generale in pratica, ela gerarchia dei segretari si approva all'infinito da sèstessa. I sette ottavi almeno di delegati del XIV Con-

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13CADUTA DI ZINOVIEV

E DI KAMÉNEV

A confronto dei suoi due colleghi del triunvirato, Ka-ménev, grande politico occidentalizzato, e Zinoviev,grande agitatore, nutrito di socialismo internazionale,Stalin è nettamente un mediocre; ma egli ha su di loro lasuperiorità efficace dell'intrigo, quella di un senso assaibasso delle realtà immediate, quella dell'attitudine a se-lezionare gli uomini facendo leva sulla bassezza morale,con gli strumenti del favore e della paura. Ad un tratto,nel 1925, alla vigilia del XIV Congresso del partito, mi-nuziosamente preparato da Stalin, gli altri due triunviri,onnipotenti agli occhi del paese, si rendono contod'essere stati giocati, vale a dire vinti: in realtà essi han-no perduto il potere senza rendersene conto. Il partitonon discute, nè vota più da molto tempo; il partito nonfa che approvare dei segretari nominati dal ComitatoCentrale in teoria, dal Segretario Generale in pratica, ela gerarchia dei segretari si approva all'infinito da sèstessa. I sette ottavi almeno di delegati del XIV Con-

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gresso saranno in ultima analisi nominati dagli agenti diStalin e si apprende che costui si sta preparando permettere Zinoviev e Kaménev in minoranza. Una nuovasvolta. Zinoviev non può contare che sulla delegazionedi Leningrado, che ha nominato lui.

Zinoviev e Kaménev si presentano al Congresso cari-chi di pesanti responsabilità. Dopo il 1921, il paese si èrisollevato, sotto il regime benefico della NEP. L'agri-coltura è in pieno sviluppo; l'industria socializzata fun-ziona; i salari passano di poco il livello – molto misera-bile – dell'antico regime. Il bilancio della rivoluzione sirisolve dunque in attivo. Ma l'industria è troppo deboleper far fronte ai bisogni delle campagne, ne risulta unacrisi latente. La povertà (non la miseria) è quasi di rego-la, la mancanza di libertà pesa. In Germania, in Italia, inEstonia, in Bulgaria la IIIa Internazionale ha segnatodelle sanguinanti disfatte. È sulla formula bizantina del«socialismo in un solo paese»5 che Stalin, alleato questavolta a Rykov, presidente del Consiglio dei Commissaridel popolo, a Boukharine, il miglior cervello della intel-lighentia sovietica, a Tomski, dirigente dei sindacati,riesce a mettere Zinoviev e Kaménev in minoranza, im-piegando contro di loro i procedimenti che quelli aveva-no insieme a lui impiegato contro Trotsky.

Una lotta confusa si inizia nei circoli dirigenti delpartito. Il paese muto vi rimane completamente assente.

5 La formula ufficiale è che «nell'URSS si può costruire il so-cialismo in un solo paese, ma che non si potrà completarne la rea-lizzazione senza l'aiuto della rivoluzione mondiale...».

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gresso saranno in ultima analisi nominati dagli agenti diStalin e si apprende che costui si sta preparando permettere Zinoviev e Kaménev in minoranza. Una nuovasvolta. Zinoviev non può contare che sulla delegazionedi Leningrado, che ha nominato lui.

Zinoviev e Kaménev si presentano al Congresso cari-chi di pesanti responsabilità. Dopo il 1921, il paese si èrisollevato, sotto il regime benefico della NEP. L'agri-coltura è in pieno sviluppo; l'industria socializzata fun-ziona; i salari passano di poco il livello – molto misera-bile – dell'antico regime. Il bilancio della rivoluzione sirisolve dunque in attivo. Ma l'industria è troppo deboleper far fronte ai bisogni delle campagne, ne risulta unacrisi latente. La povertà (non la miseria) è quasi di rego-la, la mancanza di libertà pesa. In Germania, in Italia, inEstonia, in Bulgaria la IIIa Internazionale ha segnatodelle sanguinanti disfatte. È sulla formula bizantina del«socialismo in un solo paese»5 che Stalin, alleato questavolta a Rykov, presidente del Consiglio dei Commissaridel popolo, a Boukharine, il miglior cervello della intel-lighentia sovietica, a Tomski, dirigente dei sindacati,riesce a mettere Zinoviev e Kaménev in minoranza, im-piegando contro di loro i procedimenti che quelli aveva-no insieme a lui impiegato contro Trotsky.

Una lotta confusa si inizia nei circoli dirigenti delpartito. Il paese muto vi rimane completamente assente.

5 La formula ufficiale è che «nell'URSS si può costruire il so-cialismo in un solo paese, ma che non si potrà completarne la rea-lizzazione senza l'aiuto della rivoluzione mondiale...».

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Trotsky, messo in disparte nella vita politica, ed i suoiamici dell'opposizione del 1923, attendono la loro ora:Racovski è ambasciatore a Parigi, Krestinski a Berlino,Antonov-Ovséenko a Praga; Piatakov dirige le industrie,Preobrajenski lavora all'accademia comunista. Stalin sirivolge a loro, offre la pace, l'alleanza della burocrazia,dei portafogli. Con un voltafaccia appena concepibile,Zinoviev e Kaménev, inventori e persecutori del trotski-smo, si riaccostano egualmente a Trotsky, riconosconoche egli aveva ragione nel denunciare la burocratizza-zione del partito, gli offrono anche l'alleanza e quantoprima la ripartizione del potere. In una riunione di exoppositori, Mratchkovski, coperto delle cicatrici dellebattaglie dell'Ural, si pronuncia da solo contro tuttal'intesa: «Stalin ci tradirà, dice egli; e Zinoviev, presodal timore, ci abbandonerà». (Mratchkovski sarà fucila-to nel 1936). Zinoviev e Kaménev hanno ragione di di-fendere l'internazionalismo socialista soltanto sul terre-no della teoria marxista; ed il peggior fattore della rea-zione è la dittatura del segretariato. L'alleanza Trotsky-Zinoviev viene suggellata. La nuova opposizione rag-gruppa quasi tutto lo stato maggiore di Lenin, il fior fio-re degli intellettuali del partito, ad eccezione di Boukha-rin, Rikov, Tomski. Essa vede infinitamente meglio diStalin i pericoli e le necessità economiche dell'ora. Essaelabora una base di intesa, un effettivo programma per ilraddrizzamento del partito.

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Trotsky, messo in disparte nella vita politica, ed i suoiamici dell'opposizione del 1923, attendono la loro ora:Racovski è ambasciatore a Parigi, Krestinski a Berlino,Antonov-Ovséenko a Praga; Piatakov dirige le industrie,Preobrajenski lavora all'accademia comunista. Stalin sirivolge a loro, offre la pace, l'alleanza della burocrazia,dei portafogli. Con un voltafaccia appena concepibile,Zinoviev e Kaménev, inventori e persecutori del trotski-smo, si riaccostano egualmente a Trotsky, riconosconoche egli aveva ragione nel denunciare la burocratizza-zione del partito, gli offrono anche l'alleanza e quantoprima la ripartizione del potere. In una riunione di exoppositori, Mratchkovski, coperto delle cicatrici dellebattaglie dell'Ural, si pronuncia da solo contro tuttal'intesa: «Stalin ci tradirà, dice egli; e Zinoviev, presodal timore, ci abbandonerà». (Mratchkovski sarà fucila-to nel 1936). Zinoviev e Kaménev hanno ragione di di-fendere l'internazionalismo socialista soltanto sul terre-no della teoria marxista; ed il peggior fattore della rea-zione è la dittatura del segretariato. L'alleanza Trotsky-Zinoviev viene suggellata. La nuova opposizione rag-gruppa quasi tutto lo stato maggiore di Lenin, il fior fio-re degli intellettuali del partito, ad eccezione di Boukha-rin, Rikov, Tomski. Essa vede infinitamente meglio diStalin i pericoli e le necessità economiche dell'ora. Essaelabora una base di intesa, un effettivo programma per ilraddrizzamento del partito.

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14L'OPPOSIZIONE

E LA RIVOLUZIONE CINESE

L'opposizione vi denuncia il pericolo termidoriano; iltermine è senza posa su tutte le bocche. Il ricordo dellafine di Robespierre spaventa tutti questi uomini. Nellastoria, fino ad oggi ogni rivoluzione è stata seguita dallareazione che ha sempre conservato le conquiste essen-ziali del movimento innovatore. Termidoriani! l'opposi-zione lancia il grave termine alla burocrazia che lo riget-ta sulla opposizione. Ma gli autori della base di intesadiscutono il problema da economisti. Essi preconizzanoun vasto tentativo di industrializzazione; ad essi appar-tiene l'idea del piano quinquennale, il C. C. l'ha fattasua, sotto una formula pietosamente ristretta. Dove tro-vare le entrate? Prenderle dai ricchi contadini, per mez-zo di provvedimenti fiscali, dai mercanti approfittatoridella NEP, padroni del commercio al dettaglio, dalla bu-rocrazia, attraverso una stretta economia.... impedire an-che la nascita di una nuova borghesia. Ripulire lo Statoed il partito degli elementi parassitari. Restituire al par-

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14L'OPPOSIZIONE

E LA RIVOLUZIONE CINESE

L'opposizione vi denuncia il pericolo termidoriano; iltermine è senza posa su tutte le bocche. Il ricordo dellafine di Robespierre spaventa tutti questi uomini. Nellastoria, fino ad oggi ogni rivoluzione è stata seguita dallareazione che ha sempre conservato le conquiste essen-ziali del movimento innovatore. Termidoriani! l'opposi-zione lancia il grave termine alla burocrazia che lo riget-ta sulla opposizione. Ma gli autori della base di intesadiscutono il problema da economisti. Essi preconizzanoun vasto tentativo di industrializzazione; ad essi appar-tiene l'idea del piano quinquennale, il C. C. l'ha fattasua, sotto una formula pietosamente ristretta. Dove tro-vare le entrate? Prenderle dai ricchi contadini, per mez-zo di provvedimenti fiscali, dai mercanti approfittatoridella NEP, padroni del commercio al dettaglio, dalla bu-rocrazia, attraverso una stretta economia.... impedire an-che la nascita di una nuova borghesia. Ripulire lo Statoed il partito degli elementi parassitari. Restituire al par-

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tito la parola, la discussione, il diritto di eleggere i diri-genti. Fare all'estero ed anzitutto in seno alla politica ci-nese una politica più conforme alla tradizione bolscevi-ca....

L'URSS va a cercare in Asia la speranza, perdutanell'Europa centrale, di uscire dal suo isolamento? La ri-voluzione cinese, riunendo in un sol blocco un movi-mento di emancipazione nazionale, la lotta dichiaratadalla borghesia contro le sopravvivenze quasi feudali,un movimento contadino, un giovane movimento opera-io sorto in qualche centro industriale e l'attività degli in-tellettuali repubblicani, democratici, socializzanti – tuttociò alla loro maniera – educati alla scuola di Sun-Yat-Sen, questa rivoluzione è in pieno slancio con l’efficaceconcorso dei Russi. Istruttori sovietici hanno costituito aCanton la scuola militare di Wampoo, vivaio di ufficialirepubblicani; là debutta il giovane generale Tchang-Kai-Shek. Il generale rosso Blucher, valendosi del nome diGallen, ha effettivamente diretto la marcia dell'esercitosudista su Sciangai; militanti russi hanno organizzato isindacati di Sciangai i quali, attraverso una insurrezioneperfettamente condotta, si impadroniscono di quel gran-de porto. Borodine è ufficialmente il consigliere del go-verno di Canton: Voytinski dirige nell'ombra il partitocomunista cinese. Dollari e granate, aeroplani e direttivevengono in gran copia da Mosca. Ma i dollari, gli aero-plani, le granate valgono qualcosa, le direttive non val-gono niente: sono di Stalin. Oltre che dell'Ufficio politi-co egli è anche padrone della IIIa Internazionale e qua-

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tito la parola, la discussione, il diritto di eleggere i diri-genti. Fare all'estero ed anzitutto in seno alla politica ci-nese una politica più conforme alla tradizione bolscevi-ca....

L'URSS va a cercare in Asia la speranza, perdutanell'Europa centrale, di uscire dal suo isolamento? La ri-voluzione cinese, riunendo in un sol blocco un movi-mento di emancipazione nazionale, la lotta dichiaratadalla borghesia contro le sopravvivenze quasi feudali,un movimento contadino, un giovane movimento opera-io sorto in qualche centro industriale e l'attività degli in-tellettuali repubblicani, democratici, socializzanti – tuttociò alla loro maniera – educati alla scuola di Sun-Yat-Sen, questa rivoluzione è in pieno slancio con l’efficaceconcorso dei Russi. Istruttori sovietici hanno costituito aCanton la scuola militare di Wampoo, vivaio di ufficialirepubblicani; là debutta il giovane generale Tchang-Kai-Shek. Il generale rosso Blucher, valendosi del nome diGallen, ha effettivamente diretto la marcia dell'esercitosudista su Sciangai; militanti russi hanno organizzato isindacati di Sciangai i quali, attraverso una insurrezioneperfettamente condotta, si impadroniscono di quel gran-de porto. Borodine è ufficialmente il consigliere del go-verno di Canton: Voytinski dirige nell'ombra il partitocomunista cinese. Dollari e granate, aeroplani e direttivevengono in gran copia da Mosca. Ma i dollari, gli aero-plani, le granate valgono qualcosa, le direttive non val-gono niente: sono di Stalin. Oltre che dell'Ufficio politi-co egli è anche padrone della IIIa Internazionale e qua-

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lunque cosa accada a Parigi, a Berlino, a Sciangai, aCanton, niente si fa senza i suoi ordini o quelli dei suoiagenti; è lui che comanda a Borodine, a Voytinski, aGallen-Blucher, al P. C. cinese. Ora costui non è nè ungrande politico nè un rivoluzionario audace, tranne cheper le grandi strade; è un uomo scaltro che vorrebbe in-gannare tutto il mondo a cominciare dai cinesi. Egli sipreoccupa poco dei successi d'una reale rivoluzione po-polare in Cina; egli cerca di costituire laggiù un Gover-no di sinistra il quale attuerà i suoi piani, senza attirarsitroppo addosso l'Inghilterra, il Giappone, l'America.Egli gioca abilmente con Tchang-Kai-Shek che conta dirovesciare dopo essersene servito. La vittoria di Scian-gai mette di fronte il partito comunista ed il partito dellademocrazia borghese, il Koumintang. I comunisti cinesisi sentono minacciati da una dittatura militare, invocanodegli aiuti, domandano che si permetta loro almeno didifendersi. L'opposizione li appoggia. Stalin in una riu-nione a Mosca esclama testualmente: «Tchang-Kai-Shek? Me ne servirò e poi lo getterò fra i rifiuti, come sibutta un limone spremuto!». All'indomani o al mattinodel giorno successivo, mentre questo bel discorso eraalla stampa, Tchang-Kai-Shek inizia a Sciangai la re-pressione del comunismo. A Stalin non rimane che ri-chiedere, per la correzione, le bozze del suo discorso:nessuno le rivedrà mai. E guai ai comunisti russi cherientrano dalla Cina!

Questi lontani avvenimenti e l'avvicinarsi della crisidel grano accendono gli animi. L'opposizione rifiutò di

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lunque cosa accada a Parigi, a Berlino, a Sciangai, aCanton, niente si fa senza i suoi ordini o quelli dei suoiagenti; è lui che comanda a Borodine, a Voytinski, aGallen-Blucher, al P. C. cinese. Ora costui non è nè ungrande politico nè un rivoluzionario audace, tranne cheper le grandi strade; è un uomo scaltro che vorrebbe in-gannare tutto il mondo a cominciare dai cinesi. Egli sipreoccupa poco dei successi d'una reale rivoluzione po-polare in Cina; egli cerca di costituire laggiù un Gover-no di sinistra il quale attuerà i suoi piani, senza attirarsitroppo addosso l'Inghilterra, il Giappone, l'America.Egli gioca abilmente con Tchang-Kai-Shek che conta dirovesciare dopo essersene servito. La vittoria di Scian-gai mette di fronte il partito comunista ed il partito dellademocrazia borghese, il Koumintang. I comunisti cinesisi sentono minacciati da una dittatura militare, invocanodegli aiuti, domandano che si permetta loro almeno didifendersi. L'opposizione li appoggia. Stalin in una riu-nione a Mosca esclama testualmente: «Tchang-Kai-Shek? Me ne servirò e poi lo getterò fra i rifiuti, come sibutta un limone spremuto!». All'indomani o al mattinodel giorno successivo, mentre questo bel discorso eraalla stampa, Tchang-Kai-Shek inizia a Sciangai la re-pressione del comunismo. A Stalin non rimane che ri-chiedere, per la correzione, le bozze del suo discorso:nessuno le rivedrà mai. E guai ai comunisti russi cherientrano dalla Cina!

Questi lontani avvenimenti e l'avvicinarsi della crisidel grano accendono gli animi. L'opposizione rifiutò di

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lasciarsi imbavagliare, fece stampare il suo programmaalla macchia, tenne delle riunioni. Al Comitato centraleZinoviev e Trotsky parlarono per qualche minuto fra leingiurie, i clamori, le minacce. La maggior parte di co-loro che li oltraggiavano in questa seduta sono poi mor-ti, suicidati, fucilati, scomparsi. Trotsky e Zinoviev fu-rono radiati per indisciplina alla vigilia del XV Congres-so, perchè interessava che non vi prendessero la parola.Il Congresso decise la espulsione della intera opposizio-ne (noi vi eravamo): all'ultimo momento Zinoviev e Ka-ménev abiurarono, si inchinarono davanti al Comitatocentrale, e si umiliarono davanti al Segretario generale.Essendo la radiazione considerata come una pena dimorte politica, essi pensarono che era necessario subirela umiliazione per rimanere nel partito in attesa di giornimigliori. Gli arresti e le deportazioni degli espulsi co-minciarono ben presto: da cinque a otto mila comunistifurono imprigionati e deportati. Trotsky partì per Alma-Ata, ai confini del Turkestan cinese.

Questa vittoria Stalin la riportò in collaborazione conla destra del C. C., tendenza moderata, che intendeva la-sciare sviluppare una classe di contadini agiati: Rykov,Boukharine, Tomski (Ordjonikidzé, Vorochilov, Kalini-ne, Iagoda erano anch'essi favorevoli alla destra).

A tal punto notiamo che l'opposizione, nei suoi atteg-giamenti più audaci, si era ritirata in seno al partito, valea dire nei circoli governativi, con una lealtà fanatica edaccanita. Essa non si era mai permesso di fare appello alpaese, ai lavoratori al di fuori del partito. Dimodochè il

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lasciarsi imbavagliare, fece stampare il suo programmaalla macchia, tenne delle riunioni. Al Comitato centraleZinoviev e Trotsky parlarono per qualche minuto fra leingiurie, i clamori, le minacce. La maggior parte di co-loro che li oltraggiavano in questa seduta sono poi mor-ti, suicidati, fucilati, scomparsi. Trotsky e Zinoviev fu-rono radiati per indisciplina alla vigilia del XV Congres-so, perchè interessava che non vi prendessero la parola.Il Congresso decise la espulsione della intera opposizio-ne (noi vi eravamo): all'ultimo momento Zinoviev e Ka-ménev abiurarono, si inchinarono davanti al Comitatocentrale, e si umiliarono davanti al Segretario generale.Essendo la radiazione considerata come una pena dimorte politica, essi pensarono che era necessario subirela umiliazione per rimanere nel partito in attesa di giornimigliori. Gli arresti e le deportazioni degli espulsi co-minciarono ben presto: da cinque a otto mila comunistifurono imprigionati e deportati. Trotsky partì per Alma-Ata, ai confini del Turkestan cinese.

Questa vittoria Stalin la riportò in collaborazione conla destra del C. C., tendenza moderata, che intendeva la-sciare sviluppare una classe di contadini agiati: Rykov,Boukharine, Tomski (Ordjonikidzé, Vorochilov, Kalini-ne, Iagoda erano anch'essi favorevoli alla destra).

A tal punto notiamo che l'opposizione, nei suoi atteg-giamenti più audaci, si era ritirata in seno al partito, valea dire nei circoli governativi, con una lealtà fanatica edaccanita. Essa non si era mai permesso di fare appello alpaese, ai lavoratori al di fuori del partito. Dimodochè il

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dramma si era svolto in una cinta chiusa. Nessuno deicapi dell'opposizione si era sognato di formulare dellerivendicazioni che avessero attirato il consenso del po-polo, dimostrando al paese che si pensava immediata-mente ad esso. A loro sembrava che il sistema dittatoria-le burocratico avesse bisogno di una riforma prudente enon di cambiamenti radicali. Questa fu la lor più grandedebolezza. Dopo sei anni l'URSS era in pace con i suoivicini, in pace con sè stessa. Era dunque impossibile ac-cordare ai suoi cittadini delle garanzie di libertà indivi-duale? Di riconoscere loro la libertà d'opinione? Di sop-primere l'inquisizione sopprimendo la Ghepeu, le peneamministrative, la pena di morte amministrativa e segre-ta? O per mancanza di audacia o per stanchezza, essinon lo pensarono; e la folla restò indifferente quandol'inquisizione che avevano istituito si rivolse contro diloro.

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dramma si era svolto in una cinta chiusa. Nessuno deicapi dell'opposizione si era sognato di formulare dellerivendicazioni che avessero attirato il consenso del po-polo, dimostrando al paese che si pensava immediata-mente ad esso. A loro sembrava che il sistema dittatoria-le burocratico avesse bisogno di una riforma prudente enon di cambiamenti radicali. Questa fu la lor più grandedebolezza. Dopo sei anni l'URSS era in pace con i suoivicini, in pace con sè stessa. Era dunque impossibile ac-cordare ai suoi cittadini delle garanzie di libertà indivi-duale? Di riconoscere loro la libertà d'opinione? Di sop-primere l'inquisizione sopprimendo la Ghepeu, le peneamministrative, la pena di morte amministrativa e segre-ta? O per mancanza di audacia o per stanchezza, essinon lo pensarono; e la folla restò indifferente quandol'inquisizione che avevano istituito si rivolse contro diloro.

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15INDUSTRIALIZZAZIONE, COLLETTI-VIZZAZIONE AGRICOLA, CARESTIA

Il Segretario generale, scosso per la questione cinese,desiderò di presentarsi al XV Congresso nell'aureola diqualche grande vittoria ai limiti del Pacifico. I suoiagenti gliela promettevano. Mentre il Congresso delibe-rava, Lominadzé (che si suicidò nel 1924) ed il tedescoHeinz Neumann (scomparso, probabilmente fucilato nel1937-1938) facevano proclamare la Comune a Canton.La Comune di Canton adottò dei bei decreti e poi, dopotre giorni, i coolies furono massacrati, come era daaspettarsi, in gran quantità. Trascorsero pochi mesi e lacrisi del grano, prevista dagli economisti deportati,scoppiò con immediata violenza. Troppo tardi per porvirimedio. I coltivatori, ai quali lo stato pagava il grano adun prezzo molto basso, mentre vendeva i manufatti dicui non aveva che quantità insufficienti a prezzi altissi-mi, preferivano accantonare i cereali. L'Ufficio politicoimpazzito ordinò la requisizione. Naturalmente i colti-vatori resistettero, gli attentati si moltiplicarono nelle

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15INDUSTRIALIZZAZIONE, COLLETTI-VIZZAZIONE AGRICOLA, CARESTIA

Il Segretario generale, scosso per la questione cinese,desiderò di presentarsi al XV Congresso nell'aureola diqualche grande vittoria ai limiti del Pacifico. I suoiagenti gliela promettevano. Mentre il Congresso delibe-rava, Lominadzé (che si suicidò nel 1924) ed il tedescoHeinz Neumann (scomparso, probabilmente fucilato nel1937-1938) facevano proclamare la Comune a Canton.La Comune di Canton adottò dei bei decreti e poi, dopotre giorni, i coolies furono massacrati, come era daaspettarsi, in gran quantità. Trascorsero pochi mesi e lacrisi del grano, prevista dagli economisti deportati,scoppiò con immediata violenza. Troppo tardi per porvirimedio. I coltivatori, ai quali lo stato pagava il grano adun prezzo molto basso, mentre vendeva i manufatti dicui non aveva che quantità insufficienti a prezzi altissi-mi, preferivano accantonare i cereali. L'Ufficio politicoimpazzito ordinò la requisizione. Naturalmente i colti-vatori resistettero, gli attentati si moltiplicarono nelle

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campagne e poichè si requisiva l'eccedenza dei loro rac-colti, i contadini seminarono di meno, quel tanto cioèche era necessario per pagare le imposte e per vivere.Come obbligarli a seminare di più? Vi era una sola pos-sibilità: inquadrarli nelle organizzazioni così dette col-lettive – i kolkos – sottoposte al controllo dei funzionaridel partito. Ma i contadini che nè le minaccie nè le ri-volte avevano potuto indurre ad accettare la collettiviz-zazione, apparvero ben presto come i più liberi: il loroesempio demoralizzò i collettivizzati o kolkosiani. Alfine di spezzare quest'ultima resistenza si imporrà la col-lettivizzazione totale. Questa è la logica elementare delconflitto che si apre nel 1928 fra i contadini ed il regimestaliniano. I contadini distruggeranno il bestiame, primadi entrare a far parte dei kolkos, nei quali non apparterràpiù a loro; almeno potranno così impinzarsi di carne enascondere del cuoio. Quando ci si rende conto che leesecuzioni sommarie non arrestano la distruzione delbestiame, Stalin, in un memorabile articolo intitolato«La vertigine del successo» – quale successo, infatti, dicui la Russia agonizza tutta intera! e quale strana verti-gine – ordina di fermare la collettivizzazione totale e ladistruzione delle chiese che ne è il corollario (2 marzo1930). I coltivatori recalcitranti sono dichiarati koulaks,vale a dire ricchi, spogliati di tutto e deportati con leloro famiglie nelle fredde regioni del nord e nelle deser-tiche steppe dell'Asia centrale. Ora la dittatura batte supiù di cento milioni di rurali e sono più di cento milionidi rurali che le resistono disperatamente. Quanti furono

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campagne e poichè si requisiva l'eccedenza dei loro rac-colti, i contadini seminarono di meno, quel tanto cioèche era necessario per pagare le imposte e per vivere.Come obbligarli a seminare di più? Vi era una sola pos-sibilità: inquadrarli nelle organizzazioni così dette col-lettive – i kolkos – sottoposte al controllo dei funzionaridel partito. Ma i contadini che nè le minaccie nè le ri-volte avevano potuto indurre ad accettare la collettiviz-zazione, apparvero ben presto come i più liberi: il loroesempio demoralizzò i collettivizzati o kolkosiani. Alfine di spezzare quest'ultima resistenza si imporrà la col-lettivizzazione totale. Questa è la logica elementare delconflitto che si apre nel 1928 fra i contadini ed il regimestaliniano. I contadini distruggeranno il bestiame, primadi entrare a far parte dei kolkos, nei quali non apparterràpiù a loro; almeno potranno così impinzarsi di carne enascondere del cuoio. Quando ci si rende conto che leesecuzioni sommarie non arrestano la distruzione delbestiame, Stalin, in un memorabile articolo intitolato«La vertigine del successo» – quale successo, infatti, dicui la Russia agonizza tutta intera! e quale strana verti-gine – ordina di fermare la collettivizzazione totale e ladistruzione delle chiese che ne è il corollario (2 marzo1930). I coltivatori recalcitranti sono dichiarati koulaks,vale a dire ricchi, spogliati di tutto e deportati con leloro famiglie nelle fredde regioni del nord e nelle deser-tiche steppe dell'Asia centrale. Ora la dittatura batte supiù di cento milioni di rurali e sono più di cento milionidi rurali che le resistono disperatamente. Quanti furono

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spogliati dei loro beni e deportati? Le più esatte versio-ni6 fanno ammontare a circa 5 milioni, nel 1931, i conta-dini d'ambo i sessi, vecchi e lattanti compresi, strappatidai loro casolari e destinati alla miseria e all'abbandono.Uno scrupoloso lavoro compiuto dal prof. Prokopovitchsulle statistiche sovietiche ufficiali stabilisce che fino al1929 il numero delle case aumentò nelle campagne rus-se e che in quell'anno era di 25,8 milioni; ora nel 1936non vi erano più di 20,6 milioni di case; 5 milioni di fa-miglie erano dunque scomparse in sette anni, pari a cir-ca 20 milioni di anime. Aggiungiamo che dati recentipresi dai censimenti della popolazione convalidano que-sto calcolo.

La metà del bestiame è scomparsa. Prendiamo in pre-stito da Stalin stesso le cifre che egli cita al XVII Con-gresso del partito, nel gennaio del 1934, per dimostrare,d'altronde, che la situazione incomincia a migliorare.Bestiame, per milioni di capi:

Cavalli Bovini Capre montoni SuiniNel 1929 34,0 65,1 147,2 20,9Nel 1930 16,6 38,6 50,6 12,2

«Fenomeno paradossale – abbiamo scritto7 – i rovesci

6 Si trovano nel volume di SOUVARINE. In Destino di una rivo-luzione (1917-1937) (Grasset) abbiamo tracciato un quadrod'insieme molto dettagliato di questa epoca e di questa evoluzionepolitica. Ad esso rimandiamo il lettore.

7 Destino d'una rivoluzione, pag. 190 e seg.

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spogliati dei loro beni e deportati? Le più esatte versio-ni6 fanno ammontare a circa 5 milioni, nel 1931, i conta-dini d'ambo i sessi, vecchi e lattanti compresi, strappatidai loro casolari e destinati alla miseria e all'abbandono.Uno scrupoloso lavoro compiuto dal prof. Prokopovitchsulle statistiche sovietiche ufficiali stabilisce che fino al1929 il numero delle case aumentò nelle campagne rus-se e che in quell'anno era di 25,8 milioni; ora nel 1936non vi erano più di 20,6 milioni di case; 5 milioni di fa-miglie erano dunque scomparse in sette anni, pari a cir-ca 20 milioni di anime. Aggiungiamo che dati recentipresi dai censimenti della popolazione convalidano que-sto calcolo.

La metà del bestiame è scomparsa. Prendiamo in pre-stito da Stalin stesso le cifre che egli cita al XVII Con-gresso del partito, nel gennaio del 1934, per dimostrare,d'altronde, che la situazione incomincia a migliorare.Bestiame, per milioni di capi:

Cavalli Bovini Capre montoni SuiniNel 1929 34,0 65,1 147,2 20,9Nel 1930 16,6 38,6 50,6 12,2

«Fenomeno paradossale – abbiamo scritto7 – i rovesci

6 Si trovano nel volume di SOUVARINE. In Destino di una rivo-luzione (1917-1937) (Grasset) abbiamo tracciato un quadrod'insieme molto dettagliato di questa epoca e di questa evoluzionepolitica. Ad esso rimandiamo il lettore.

7 Destino d'una rivoluzione, pag. 190 e seg.

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che portarono alla rovina tutta l'altra classe dirigente, af-fermeranno la nuova. Più essa si sentirà impopolare epiù si mostrerà risoluta a difendersi con tutti i mezzi.Una immensa miseria nascerà dalla sua politica, ma inquesta miseria i più infimi vantaggi materiali acquiste-ranno valore; ormai sarà sufficiente offrire ad un lavora-tore un piatto di minestra anche se poco nutriente ed unricovero appena abitabile d'inverno, per vederlo, nellagenerale miseria, accostarsi ai privilegiati.... Un rigogliodi burocrati subalterni si formerà così nelle imprese,nelle cellule del partito, nei villaggi dove la collettiviz-zazione avrà per risultato una nuova differenziazione fradirigenti e subordinati. Intorno ai primi graviterà unaclientela avida di servirli. La miseria affermerà coloroche l'hanno chiamata».

Il piano quinquennale, rivisto e rimaneggiato, imponed'ora innanzi uno sforzo sovrumano. Anzitutto non pre-vedeva la collettivizzazione dell'agricoltura se non nellamisura del 28%; inoltre bisognava costruire le fabbrichedei trattori per fornire gli attrezzi necessari. La colletti-vizzazione totale sconvolge tutto. Verso il 1931, la pe-nuria di viveri si trasforma nelle città in carestia, e poi infame: la fame signoreggia nelle vaste regioni agricole. Ilgoverno introduce il razionamento dei viveri, dà ai lavo-ratori delle razioni irrisorie, fa appello continuo al loroentusiasmo – non senza abilità e non senza successo –ed adotta nei loro riguardi misure sempre più draconia-ne, sino a decretare la pena di morte per gli attentati allaproprietà collettiva. E si fucila il contadino che ha sot-

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che portarono alla rovina tutta l'altra classe dirigente, af-fermeranno la nuova. Più essa si sentirà impopolare epiù si mostrerà risoluta a difendersi con tutti i mezzi.Una immensa miseria nascerà dalla sua politica, ma inquesta miseria i più infimi vantaggi materiali acquiste-ranno valore; ormai sarà sufficiente offrire ad un lavora-tore un piatto di minestra anche se poco nutriente ed unricovero appena abitabile d'inverno, per vederlo, nellagenerale miseria, accostarsi ai privilegiati.... Un rigogliodi burocrati subalterni si formerà così nelle imprese,nelle cellule del partito, nei villaggi dove la collettiviz-zazione avrà per risultato una nuova differenziazione fradirigenti e subordinati. Intorno ai primi graviterà unaclientela avida di servirli. La miseria affermerà coloroche l'hanno chiamata».

Il piano quinquennale, rivisto e rimaneggiato, imponed'ora innanzi uno sforzo sovrumano. Anzitutto non pre-vedeva la collettivizzazione dell'agricoltura se non nellamisura del 28%; inoltre bisognava costruire le fabbrichedei trattori per fornire gli attrezzi necessari. La colletti-vizzazione totale sconvolge tutto. Verso il 1931, la pe-nuria di viveri si trasforma nelle città in carestia, e poi infame: la fame signoreggia nelle vaste regioni agricole. Ilgoverno introduce il razionamento dei viveri, dà ai lavo-ratori delle razioni irrisorie, fa appello continuo al loroentusiasmo – non senza abilità e non senza successo –ed adotta nei loro riguardi misure sempre più draconia-ne, sino a decretare la pena di morte per gli attentati allaproprietà collettiva. E si fucila il contadino che ha sot-

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tratto un sacco di grano al kolkos, l'operaio del calzatu-rificio che ha rubato un paio di suole alla fabbrica! Il ru-blo-carta scende alla quarantesima parte del valore cheaveva nel 1932. Mentre gli operai abbandonano le offi-cine ed i contadini la terra, le ferrovie vanno in rovina e,per localizzare la popolazione, si stabiliscono i passa-porti interni che dovevano impedire ai cittadinidell'URSS di muoversi liberamente sul loro territorio....

Attraverso tante calamità, attraverso innominabili sof-ferenze, in mezzo ai processi per sabotaggio contro itecnici, alle epidemie che infieriscono nei cantieri, allepersecuzioni politiche «sorgono, tuttavia, grandiosi sta-bilimenti, Mosca avrà la sua metropolitana, la Ghepeu sicostruisce un po' dappertutto delle vere torri, nascononuove città nella steppa boreale, i fiumi regolati mettonoin azione potenti centrali elettriche, si crea una perfettaindustria automobilistica, l'aviazione dell'URSS divieneforse la più formidabile del mondo. Il piano è stato rea-lizzato caoticamente; all'analisi tutte le sue previsioni,prezzi di costo, dilazioni, risultati, si rivelano falsi, falsio sbagliati, ma rimane il fatto che il paese ha avuto unanuova e potente attrezzatura industriale. A prezzo disangue, costruita letteralmente sui cadaveri, come lo zarPietro costruì la sua capitale a Pietroburgo ed iniziò lacostruzione del porto di Rogerwick...».

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tratto un sacco di grano al kolkos, l'operaio del calzatu-rificio che ha rubato un paio di suole alla fabbrica! Il ru-blo-carta scende alla quarantesima parte del valore cheaveva nel 1932. Mentre gli operai abbandonano le offi-cine ed i contadini la terra, le ferrovie vanno in rovina e,per localizzare la popolazione, si stabiliscono i passa-porti interni che dovevano impedire ai cittadinidell'URSS di muoversi liberamente sul loro territorio....

Attraverso tante calamità, attraverso innominabili sof-ferenze, in mezzo ai processi per sabotaggio contro itecnici, alle epidemie che infieriscono nei cantieri, allepersecuzioni politiche «sorgono, tuttavia, grandiosi sta-bilimenti, Mosca avrà la sua metropolitana, la Ghepeu sicostruisce un po' dappertutto delle vere torri, nascononuove città nella steppa boreale, i fiumi regolati mettonoin azione potenti centrali elettriche, si crea una perfettaindustria automobilistica, l'aviazione dell'URSS divieneforse la più formidabile del mondo. Il piano è stato rea-lizzato caoticamente; all'analisi tutte le sue previsioni,prezzi di costo, dilazioni, risultati, si rivelano falsi, falsio sbagliati, ma rimane il fatto che il paese ha avuto unanuova e potente attrezzatura industriale. A prezzo disangue, costruita letteralmente sui cadaveri, come lo zarPietro costruì la sua capitale a Pietroburgo ed iniziò lacostruzione del porto di Rogerwick...».

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16CRISI ALL'UFFICIO POLITICO

La dottrina marxista stabilita da Engels e da Leninvieta la violenza contro i piccoli proprietari. Più che didottrina, si tratta di buon senso. Ma noi abbiamo vistoStalin scivolare di espediente in espediente verso la col-lettivizzazione totale, mosso dal solo pensiero di mante-nere il potere. Dato che la fame, il malcontento genera-le, i torbidi agrari rendono la Russia molto vulnerabileall'interno, ossessionato dalla paura della guerra egli fadel piano di riorganizzazione industriale un piano diriarmo. L'URSS, negando il benessere ai suoi cittadini,diventa una grande potenza militare.

Stalin ha battuto l'opposizione di sinistra, trotskista,che lo accusava di volere revocare la NEP e di imporreuna industrializzazione troppo costosa. Egli ha ripresoin seguito lo stesso programma economico, ma decupli-cato. Per degli anni ci si domanda se qualche catastrofenon getterà, l'indomani, l'intera URSS nel precipizio cheessa non cessa di rasentare. Al Comitato centrale, i mo-derati, Rykov, Tomski, Boukharine, ritengono che è ne-

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16CRISI ALL'UFFICIO POLITICO

La dottrina marxista stabilita da Engels e da Leninvieta la violenza contro i piccoli proprietari. Più che didottrina, si tratta di buon senso. Ma noi abbiamo vistoStalin scivolare di espediente in espediente verso la col-lettivizzazione totale, mosso dal solo pensiero di mante-nere il potere. Dato che la fame, il malcontento genera-le, i torbidi agrari rendono la Russia molto vulnerabileall'interno, ossessionato dalla paura della guerra egli fadel piano di riorganizzazione industriale un piano diriarmo. L'URSS, negando il benessere ai suoi cittadini,diventa una grande potenza militare.

Stalin ha battuto l'opposizione di sinistra, trotskista,che lo accusava di volere revocare la NEP e di imporreuna industrializzazione troppo costosa. Egli ha ripresoin seguito lo stesso programma economico, ma decupli-cato. Per degli anni ci si domanda se qualche catastrofenon getterà, l'indomani, l'intera URSS nel precipizio cheessa non cessa di rasentare. Al Comitato centrale, i mo-derati, Rykov, Tomski, Boukharine, ritengono che è ne-

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cessaria una riconciliazione con i contadini, un cambia-mento radicale nella direzione del partito. Bisognerebbescartare Stalin, ma non osano dirlo ad alta voce. Questisono degli uomini intelligenti, preparati, onesti, devoti;Stalin ha su di loro la superiorità di una volontà di po-tenza senza freni nè scrupoli. Sul momento essi sembra-no sul punto di superarlo per il naturale corso delle vi-cende, alle quali hanno il gran torto di affidarsi: si è alprincipio di una catastrofe totale, l'edificio può crollareda un'ora all'altra. Soltanto la concentrazione del potereè tale che tutto dipende da una mezza dozzina di uominiche Stalin maneggia, gli uni per mezzo degli altri. Ilgeorgiano Ordjonikidzé, suo compagno nelle strademaestre del Caucaso, vecchio forzato di Schlusselbourg,membro dell’Ufficio politico, parla male di lui nell'inti-mità, ma senza osare di resistergli in faccia; Vorochilovdisapprova la sua politica agraria, ma l'appoggia per iltimore del più forte; Kalinin, il più a destra degli espo-nenti di destra, è tenuto non si sa per quale documento.Boukharine, il più chiaroveggente dei teorici, esaspera-to, pedinato passo per passo dai poliziotti, spiato notte egiorno, discute, freme di collera e di angoscia alle sedu-te dell'Ufficio politico. Egli scrive le sue dichiarazionisu cartelle che egli stesso legge, poichè Stalin mutile-rebbe i testi, poichè Stalin falsificherebbe questi fogli segli cadessero fra le mani! Uscendo di là, dopo degli al-terchi con uno Stalin livido, anch'egli dalle labbra tre-manti, Boukharine va a sfogarsi segretamente da Kamé-nev: «È un Gengis-Khan, un sottoprodotto del Comitato

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cessaria una riconciliazione con i contadini, un cambia-mento radicale nella direzione del partito. Bisognerebbescartare Stalin, ma non osano dirlo ad alta voce. Questisono degli uomini intelligenti, preparati, onesti, devoti;Stalin ha su di loro la superiorità di una volontà di po-tenza senza freni nè scrupoli. Sul momento essi sembra-no sul punto di superarlo per il naturale corso delle vi-cende, alle quali hanno il gran torto di affidarsi: si è alprincipio di una catastrofe totale, l'edificio può crollareda un'ora all'altra. Soltanto la concentrazione del potereè tale che tutto dipende da una mezza dozzina di uominiche Stalin maneggia, gli uni per mezzo degli altri. Ilgeorgiano Ordjonikidzé, suo compagno nelle strademaestre del Caucaso, vecchio forzato di Schlusselbourg,membro dell’Ufficio politico, parla male di lui nell'inti-mità, ma senza osare di resistergli in faccia; Vorochilovdisapprova la sua politica agraria, ma l'appoggia per iltimore del più forte; Kalinin, il più a destra degli espo-nenti di destra, è tenuto non si sa per quale documento.Boukharine, il più chiaroveggente dei teorici, esaspera-to, pedinato passo per passo dai poliziotti, spiato notte egiorno, discute, freme di collera e di angoscia alle sedu-te dell'Ufficio politico. Egli scrive le sue dichiarazionisu cartelle che egli stesso legge, poichè Stalin mutile-rebbe i testi, poichè Stalin falsificherebbe questi fogli segli cadessero fra le mani! Uscendo di là, dopo degli al-terchi con uno Stalin livido, anch'egli dalle labbra tre-manti, Boukharine va a sfogarsi segretamente da Kamé-nev: «È un Gengis-Khan, un sottoprodotto del Comitato

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centrale.... Se apriamo la discussione ce ne farà una col-pa e ci strangolerà. Se non l'apriamo, ci strangolerà insilenzio. Se egli persevera, il paese crepa, il partito è tra-volto, noi siamo travolti.... Ci porta direttamente allaguerra civile, attraverso la fame. Egli pensa che bisognatrattare i contadini come dei popoli coloniali conquista-ti...». Queste frasi autentiche che riesumiamo, pubblica-te dalla opposizione di sinistra, provocano la rottura de-finitiva fra Stalin e Boukharine. Dieci anni più tardi essecosteranno la vita a Boukharine ed a molti altri. Bou-kharine, nel 1929, ridotto al silenzio, minaccia di suici-darsi se non smettono di perseguitarlo con tanta perfi-dia; egli lo farà; egli ottiene una tregua. A poco a poco,denunciati al partito come «opportunisti» corrotti, Ry-kov e Tomski sono espulsi dai posti dirigenti insieme atutti i loro amici politici. Si arriva intanto ad un giornoin cui Stalin sembra alla fine. Si scoprono di continuocospirazioni contro di lui da parte dei dirigenti del parti-to, l'odio sale intorno a lui, le responsabilità sonoschiaccianti, la situazione è senza via d'uscita. Sua mo-glie, Nadjéjda Allilouéva, di venticinque anni più giova-ne di lui, una modesta studentessa di una scuola indu-striale, figlia di un vecchio operaio bolscevico, si è sui-cidata con un colpo nel petto; i giornali parlano d'un im-provviso malore, fra gli intimi si racconta che la giovanedonna soffriva di tutto, della carestia, del terrore, deisuoi agi al Kremlino, di vedere i ritratti del Segretariogenerale coprire intere facciate sulle pubbliche piazze:crisi di melanconia l’assalivano. Si comprende. Ecco

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centrale.... Se apriamo la discussione ce ne farà una col-pa e ci strangolerà. Se non l'apriamo, ci strangolerà insilenzio. Se egli persevera, il paese crepa, il partito è tra-volto, noi siamo travolti.... Ci porta direttamente allaguerra civile, attraverso la fame. Egli pensa che bisognatrattare i contadini come dei popoli coloniali conquista-ti...». Queste frasi autentiche che riesumiamo, pubblica-te dalla opposizione di sinistra, provocano la rottura de-finitiva fra Stalin e Boukharine. Dieci anni più tardi essecosteranno la vita a Boukharine ed a molti altri. Bou-kharine, nel 1929, ridotto al silenzio, minaccia di suici-darsi se non smettono di perseguitarlo con tanta perfi-dia; egli lo farà; egli ottiene una tregua. A poco a poco,denunciati al partito come «opportunisti» corrotti, Ry-kov e Tomski sono espulsi dai posti dirigenti insieme atutti i loro amici politici. Si arriva intanto ad un giornoin cui Stalin sembra alla fine. Si scoprono di continuocospirazioni contro di lui da parte dei dirigenti del parti-to, l'odio sale intorno a lui, le responsabilità sonoschiaccianti, la situazione è senza via d'uscita. Sua mo-glie, Nadjéjda Allilouéva, di venticinque anni più giova-ne di lui, una modesta studentessa di una scuola indu-striale, figlia di un vecchio operaio bolscevico, si è sui-cidata con un colpo nel petto; i giornali parlano d'un im-provviso malore, fra gli intimi si racconta che la giovanedonna soffriva di tutto, della carestia, del terrore, deisuoi agi al Kremlino, di vedere i ritratti del Segretariogenerale coprire intere facciate sulle pubbliche piazze:crisi di melanconia l’assalivano. Si comprende. Ecco

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l'uomo di acciaio come egli stesso si chiama, – da Stal,acciaio – di fronte a questo cadavere. È in quest'epocache egli, un giorno, si sarebbe alzato all'Ufficio politicoper rassegnare ai suoi compagni le dimissioni. «Sonoforse diventato, in realtà, un ostacolo ad una buona inte-sa nel partito? Se è così, compagni, sono pronto a scom-parire...». I membri dell'Ufficio politico – già epuratodella destra – si guardarono sgomenti. Chi avrebbe avu-to il coraggio di rispondere: «Sì, vecchio mio, è così, ènecessario che tu te ne vada, tu non hai più niente dimeglio da fare» – chi? Quel tale, evidentemente, avreb-be rischiato molto, abbandonato dagli altri. Nemmenouno esitò, il compare Molotoff disse: «Suvvia! andiamo!tu hai la fiducia del partito...» e l'incidente fu chiuso.Ciò avvenne, se la memoria non ci tradisce, nel 1932.

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l'uomo di acciaio come egli stesso si chiama, – da Stal,acciaio – di fronte a questo cadavere. È in quest'epocache egli, un giorno, si sarebbe alzato all'Ufficio politicoper rassegnare ai suoi compagni le dimissioni. «Sonoforse diventato, in realtà, un ostacolo ad una buona inte-sa nel partito? Se è così, compagni, sono pronto a scom-parire...». I membri dell'Ufficio politico – già epuratodella destra – si guardarono sgomenti. Chi avrebbe avu-to il coraggio di rispondere: «Sì, vecchio mio, è così, ènecessario che tu te ne vada, tu non hai più niente dimeglio da fare» – chi? Quel tale, evidentemente, avreb-be rischiato molto, abbandonato dagli altri. Nemmenouno esitò, il compare Molotoff disse: «Suvvia! andiamo!tu hai la fiducia del partito...» e l'incidente fu chiuso.Ciò avvenne, se la memoria non ci tradisce, nel 1932.

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17IL TERRORE

Come far lavorare gli uomini, come mantenerli nelladisciplina, come impedire agli individui esasperati di farmassa e di dare esca alle grandi rivolte? Ad un certogrado di miseria e di oppressione le leggi perdono tuttala loro efficacia, le misure normali non valgono più, nonresta che il terrore. La sola minaccia che conta è quelladella pena di morte e di una pena di morte applicatagiorno per giorno: o meglio, il governo che ha condottoun popolo a quegli estremi, – e in tempo di pace! – deveandarsene.... I delitti del potere sono all'ordine del gior-no. Nessuna legalità sussiste. In tutte le città la gente so-spettata di possedere qualche vecchia moneta d'oro,qualche gioiello (forse acquistato nei magazzini di Sta-to), qualche dollaro, ciò che è nel loro diritto, viene ar-restata in massa, detenuta, lungamente torturata – noil'abbiamo visto coi nostri occhi – fino a che «consento-no di farne una offerta per l'industrializzazione...». In-tanto si aprono i magazzini chiamati del Torgsin, neiquali sono in vendita prodotti introvabili dappertutto,

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17IL TERRORE

Come far lavorare gli uomini, come mantenerli nelladisciplina, come impedire agli individui esasperati di farmassa e di dare esca alle grandi rivolte? Ad un certogrado di miseria e di oppressione le leggi perdono tuttala loro efficacia, le misure normali non valgono più, nonresta che il terrore. La sola minaccia che conta è quelladella pena di morte e di una pena di morte applicatagiorno per giorno: o meglio, il governo che ha condottoun popolo a quegli estremi, – e in tempo di pace! – deveandarsene.... I delitti del potere sono all'ordine del gior-no. Nessuna legalità sussiste. In tutte le città la gente so-spettata di possedere qualche vecchia moneta d'oro,qualche gioiello (forse acquistato nei magazzini di Sta-to), qualche dollaro, ciò che è nel loro diritto, viene ar-restata in massa, detenuta, lungamente torturata – noil'abbiamo visto coi nostri occhi – fino a che «consento-no di farne una offerta per l'industrializzazione...». In-tanto si aprono i magazzini chiamati del Torgsin, neiquali sono in vendita prodotti introvabili dappertutto,

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medicinali, tessuti, alimenti di qualità, carta, calzature incambio di oro e di valuta estera; cosicchè l'operaio so-vietico il quale fabbrica questi prodotti ne è totalmenteprivato ed i malviventi arrivano al punto di uccidere del-le persone per impadronirsi di una dentiera d'oro.... Su-prema sanzione per tutti i delitti, il colpo di revolvernella nuca sparato nel fondo di un sotterraneo. «Esecu-zioni di contadini spesso qualificati come terroristi peraver offeso il prestigio di un funzionario o come dilapi-datori per aver rubato un sacco di grano. Esecuzioni dioperai qualificati sabotatori e controrivoluzionari. Ese-cuzioni di recidivi nei delitti comuni e di prostitute di-chiarate incorreggibili. Esecuzioni di pope colpevoli diaver protestato per la distruzione delle chiese. Esecuzio-ni di tesaurizzatori di moneta spicciola d'argento. Esecu-zioni di tecnici accusati di sabotaggio. Esecuzioni difunzionari sospetti. Esecuzioni di persone di diversacondizione sotto l'accusa di spionaggio. Esecuzioni diostaggi nei campi di concentramento, in seguito a tenta-tivi di evasione. Esecuzioni di vecchi ufficiali. Esecu-zioni di agenti della Ghepeu.... Nessuna statistica è statapubblicata, nè è pubblicabile. Chiunque conobbe la vitarussa sa che la pena di morte entrò nell'uso e che il san-gue innocente fu versato a fiotti8».

In realtà non vi sono, più, beninteso, nè Soviet, nèsindacati, nè partito comunista, non vi è se non la formi-

8 VICTOR SERGE, Destino di una rivoluzione, pag. 209. (Gras-set).

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medicinali, tessuti, alimenti di qualità, carta, calzature incambio di oro e di valuta estera; cosicchè l'operaio so-vietico il quale fabbrica questi prodotti ne è totalmenteprivato ed i malviventi arrivano al punto di uccidere del-le persone per impadronirsi di una dentiera d'oro.... Su-prema sanzione per tutti i delitti, il colpo di revolvernella nuca sparato nel fondo di un sotterraneo. «Esecu-zioni di contadini spesso qualificati come terroristi peraver offeso il prestigio di un funzionario o come dilapi-datori per aver rubato un sacco di grano. Esecuzioni dioperai qualificati sabotatori e controrivoluzionari. Ese-cuzioni di recidivi nei delitti comuni e di prostitute di-chiarate incorreggibili. Esecuzioni di pope colpevoli diaver protestato per la distruzione delle chiese. Esecuzio-ni di tesaurizzatori di moneta spicciola d'argento. Esecu-zioni di tecnici accusati di sabotaggio. Esecuzioni difunzionari sospetti. Esecuzioni di persone di diversacondizione sotto l'accusa di spionaggio. Esecuzioni diostaggi nei campi di concentramento, in seguito a tenta-tivi di evasione. Esecuzioni di vecchi ufficiali. Esecu-zioni di agenti della Ghepeu.... Nessuna statistica è statapubblicata, nè è pubblicabile. Chiunque conobbe la vitarussa sa che la pena di morte entrò nell'uso e che il san-gue innocente fu versato a fiotti8».

In realtà non vi sono, più, beninteso, nè Soviet, nèsindacati, nè partito comunista, non vi è se non la formi-

8 VICTOR SERGE, Destino di una rivoluzione, pag. 209. (Gras-set).

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dabile macchina burocratica e poliziesca di cui l'Ufficiopolitico tiene le leve di comando. Il problema delle re-sponsabilità si pone però davanti a tutte le coscienze si-lenziose. Stalin lo sente così fortemente che durante ledue più tragiche annate mantiene un riserbo quasi asso-luto. E si designano alla opinione, disarmata in presenzadi una stampa controllata, i capri espiatori. I bassi salarie le miserabili condizioni alimentari hanno disorganiz-zato il lavoro nelle miniere del Donez? Si imbastisce ungrande processo di tecnici, chiuso con cinque esecuzio-ni. Tutta la nascente industria non è in preda ad una in-verosimile anarchia? Si scopre un «partito di ingegneri»,si fucila in segreto qualche noto ingegnere (Paltchinsky,von Meck), si monta un processo spettacolare; degliagenti provocatori (Ramsine) fanno alla sbarra delleconfessioni impressionanti. Il grande piano non è finitonel caos? Vecchi economisti socialisti si sono prodigatiinvano negli avvertimenti; si incolpano tutti, si fa loroconfessare che effettivamente preparavano l'interventostraniero su direttiva dell'Internazionale socialista (casoGroma, Shoukhanov, Guinsbourg).... Ben presto il siste-ma è trovato: coloro che rifiutano di affrettare le confes-sioni imposte dalla ragione di Stato scompaiono persempre (Bazarov, Braunstein). La crisi dell'agricolturafa arrestare tutti i più noti agronomi, ma siccome questidifettano di accondiscendenza scompaiono senza pro-cesso (Kondratiev, Tchajanov, Makarov). La carne man-ca: si fucilano senza processo quarantotto tecnici addettiall'approvvigionamento della carne (Karatyguine, Le-

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dabile macchina burocratica e poliziesca di cui l'Ufficiopolitico tiene le leve di comando. Il problema delle re-sponsabilità si pone però davanti a tutte le coscienze si-lenziose. Stalin lo sente così fortemente che durante ledue più tragiche annate mantiene un riserbo quasi asso-luto. E si designano alla opinione, disarmata in presenzadi una stampa controllata, i capri espiatori. I bassi salarie le miserabili condizioni alimentari hanno disorganiz-zato il lavoro nelle miniere del Donez? Si imbastisce ungrande processo di tecnici, chiuso con cinque esecuzio-ni. Tutta la nascente industria non è in preda ad una in-verosimile anarchia? Si scopre un «partito di ingegneri»,si fucila in segreto qualche noto ingegnere (Paltchinsky,von Meck), si monta un processo spettacolare; degliagenti provocatori (Ramsine) fanno alla sbarra delleconfessioni impressionanti. Il grande piano non è finitonel caos? Vecchi economisti socialisti si sono prodigatiinvano negli avvertimenti; si incolpano tutti, si fa loroconfessare che effettivamente preparavano l'interventostraniero su direttiva dell'Internazionale socialista (casoGroma, Shoukhanov, Guinsbourg).... Ben presto il siste-ma è trovato: coloro che rifiutano di affrettare le confes-sioni imposte dalla ragione di Stato scompaiono persempre (Bazarov, Braunstein). La crisi dell'agricolturafa arrestare tutti i più noti agronomi, ma siccome questidifettano di accondiscendenza scompaiono senza pro-cesso (Kondratiev, Tchajanov, Makarov). La carne man-ca: si fucilano senza processo quarantotto tecnici addettiall'approvvigionamento della carne (Karatyguine, Le-

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vandovski). La crisi dell'agricoltura si trasforma in undisastro: si fucilano senza processo 35 dirigenti e tecnicidel Commissariato dell'agricoltura, di cui la maggiorparte erano membri del governo (Connor, Wolf, Kovar-sky).

Ed il nome di Stalin si circonda dal 1932 al 1934 diuna sinistra luce. Davanti a tante sofferenze inutili, as-surdità, regolamenti sbagliati e funesti, crisi croniche,repressioni atroci di direttive contradditorie, si finisceper domandare se il tradimento ed il sabotaggio non ri-siedano al vertice stesso della dittatura. Cosa potrebberofare di più, in effetto, se vi fossero? Questa idea noi laritroviamo nei colloqui con la gente del popolo, con gliintellettuali, con dei vecchi comunisti. Essa era nell'ariae si imponeva. Nel 1932 scoppiò tutto ad tratto nellesfere dirigenti del partito. Intorno all'ex Segretario delComitato di Mosca, Rioutine, che si era testè distintonella persecuzione del trotskismo, si era formato ungruppo – dopo ben altri avvenimenti – che riuniva gio-vani intellettuali della scuola di Boukharine, vecchi bol-scevichi, giovani burocrati della cricca di Stalin. Riouti-ne redasse un documento politico nel quale preconizza-va «la emancipazione dei contadini», la liquidazionedella collettivizzazione forzata, la democraticizzazionedel partito, l'amnistia in favore delle diverse opposizio-ni, e, prima di tutto, l'eliminazione di Stalin, paragonatoai peggiori agenti provocatori di altri tempi; vi era ancheil nome di Azev. Mai prima di allora era stata formulatacontro il Segretario generale una requisitoria così vio-

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vandovski). La crisi dell'agricoltura si trasforma in undisastro: si fucilano senza processo 35 dirigenti e tecnicidel Commissariato dell'agricoltura, di cui la maggiorparte erano membri del governo (Connor, Wolf, Kovar-sky).

Ed il nome di Stalin si circonda dal 1932 al 1934 diuna sinistra luce. Davanti a tante sofferenze inutili, as-surdità, regolamenti sbagliati e funesti, crisi croniche,repressioni atroci di direttive contradditorie, si finisceper domandare se il tradimento ed il sabotaggio non ri-siedano al vertice stesso della dittatura. Cosa potrebberofare di più, in effetto, se vi fossero? Questa idea noi laritroviamo nei colloqui con la gente del popolo, con gliintellettuali, con dei vecchi comunisti. Essa era nell'ariae si imponeva. Nel 1932 scoppiò tutto ad tratto nellesfere dirigenti del partito. Intorno all'ex Segretario delComitato di Mosca, Rioutine, che si era testè distintonella persecuzione del trotskismo, si era formato ungruppo – dopo ben altri avvenimenti – che riuniva gio-vani intellettuali della scuola di Boukharine, vecchi bol-scevichi, giovani burocrati della cricca di Stalin. Riouti-ne redasse un documento politico nel quale preconizza-va «la emancipazione dei contadini», la liquidazionedella collettivizzazione forzata, la democraticizzazionedel partito, l'amnistia in favore delle diverse opposizio-ni, e, prima di tutto, l'eliminazione di Stalin, paragonatoai peggiori agenti provocatori di altri tempi; vi era ancheil nome di Azev. Mai prima di allora era stata formulatacontro il Segretario generale una requisitoria così vio-

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lenta, così amara, così decisa: ne circolarono dei rias-sunti in qualche fabbrica. Zinoviev e Kaménev, accusatidi essere stati a conoscenza di questi satanici testi, mal-grado il loro pentimento, furono ancora una volta scac-ciati dal partito e deportati. Stalin in seno all'Ufficio po-litico sostenne che Rioutine reclamando la sua «elimina-zione» preannunziava un assassinio; ed egli stesso do-mandò la pena di morte per il libellista, revocando cosìla legge non scritta secondo la quale la pena capitalenon poteva essere applicata fra i bolscevichi. Rioutinenon fu fucilato che molto più tardi.

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lenta, così amara, così decisa: ne circolarono dei rias-sunti in qualche fabbrica. Zinoviev e Kaménev, accusatidi essere stati a conoscenza di questi satanici testi, mal-grado il loro pentimento, furono ancora una volta scac-ciati dal partito e deportati. Stalin in seno all'Ufficio po-litico sostenne che Rioutine reclamando la sua «elimina-zione» preannunziava un assassinio; ed egli stesso do-mandò la pena di morte per il libellista, revocando cosìla legge non scritta secondo la quale la pena capitalenon poteva essere applicata fra i bolscevichi. Rioutinenon fu fucilato che molto più tardi.

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18L'URSS ENTRA NELLA SOCIETÀ

DELLE NAZIONI

Il Segretario generale è duro, molto duro; per nullasuperato dagli avvenimenti; al suo posto ci voleva unuomo di genio per esercitare la dittatura; o, per governa-re diversamente, un gruppo di uomini di buon senso, di-sinteressati, capaci di alternarsi. Egli non ha nè il geniodi un capo di Stato eccezionale nè le capacità pratiche diun accorto presidente di consiglio. Ma non è un pazzo.Coloro che l'avvicinano dicono che è un realista solido,non privo di una certa finezza orientale, più volitivo cheintelligente, provvisto di una cultura rudimentale. Egli siaugura una normalizzazione e vi lavora. Le concessionifatte ai contadini provocano alfine una distensione: lavalorizzazione del rublo – divenuto al primo gennaio1935, per l'abolizione della tessera del pane, equivalentead un chilo di pane di segala – restituisce ai salari un va-lore materiale. Si sussurra che è in esame una amnistia,che la costituzione è allo studio, che i credenti potrannopregare liberamente, che i socialisti stanno per essere

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18L'URSS ENTRA NELLA SOCIETÀ

DELLE NAZIONI

Il Segretario generale è duro, molto duro; per nullasuperato dagli avvenimenti; al suo posto ci voleva unuomo di genio per esercitare la dittatura; o, per governa-re diversamente, un gruppo di uomini di buon senso, di-sinteressati, capaci di alternarsi. Egli non ha nè il geniodi un capo di Stato eccezionale nè le capacità pratiche diun accorto presidente di consiglio. Ma non è un pazzo.Coloro che l'avvicinano dicono che è un realista solido,non privo di una certa finezza orientale, più volitivo cheintelligente, provvisto di una cultura rudimentale. Egli siaugura una normalizzazione e vi lavora. Le concessionifatte ai contadini provocano alfine una distensione: lavalorizzazione del rublo – divenuto al primo gennaio1935, per l'abolizione della tessera del pane, equivalentead un chilo di pane di segala – restituisce ai salari un va-lore materiale. Si sussurra che è in esame una amnistia,che la costituzione è allo studio, che i credenti potrannopregare liberamente, che i socialisti stanno per essere

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scarcerati...D'altronde l'URSS intende avere un rango fra gli Stati

d'Europa, aderisce alla Società delle Nazioni; Eden eLaval sono ricevuti successivamente al Kremlino ed an-che Herbert Wells, Émile Ludwig, Roy Howard, davantiai quali uno Stalin bonaccione si proclama democraticoe disapprova con grave ironia le avventure della rivolu-zione internazionale. A Ginevra, Litvinov comincia in-stancabilmente a difendere quelle che egli ritiene esserele definizioni perfette dell'aggressore e dell'aggressione.Disapprovato l'antimilitarismo dei comunisti francesi,diretti non di meno dai suoi agenti, Stalin fa pubblicareche egli approva le misure di difesa nazionale adottatedalla Francia. Vengono firmati patti di amicizia fra laURSS da una parte e la Francia e la Cecoslovacchiadall'altra. In Cina, le armate comuniste di Mao-Tsé-Dzioum e di Tchou-Dé, sotto il controllo di consiglierirussi, abbandonano i territori popolati e relativamenteindustrializzati dell'est per ritirarsi verso il cuoredell'Asia, nelle regioni delle steppe. Si intravedono i duemoventi di questa politica generale: un desiderio di nor-malizzazione all'interno, un desiderio di sicurezzaall'esterno: e la paura della Germania nazista fa accele-rare gli armamenti9. La propaganda ufficiale intona canti

9 Ci manca lo spazio per esaminare le responsabilità di Stalinnell'avvento del nazismo in Germania. Sotto la sua direzionel'Internazionale comunista faceva una politica tendente a «passaresul corpo della socialdemocrazia socialfascista per vincere il fa-scismo». Mantenendo la candidatura Thaelman, i comunisti favo-

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scarcerati...D'altronde l'URSS intende avere un rango fra gli Stati

d'Europa, aderisce alla Società delle Nazioni; Eden eLaval sono ricevuti successivamente al Kremlino ed an-che Herbert Wells, Émile Ludwig, Roy Howard, davantiai quali uno Stalin bonaccione si proclama democraticoe disapprova con grave ironia le avventure della rivolu-zione internazionale. A Ginevra, Litvinov comincia in-stancabilmente a difendere quelle che egli ritiene esserele definizioni perfette dell'aggressore e dell'aggressione.Disapprovato l'antimilitarismo dei comunisti francesi,diretti non di meno dai suoi agenti, Stalin fa pubblicareche egli approva le misure di difesa nazionale adottatedalla Francia. Vengono firmati patti di amicizia fra laURSS da una parte e la Francia e la Cecoslovacchiadall'altra. In Cina, le armate comuniste di Mao-Tsé-Dzioum e di Tchou-Dé, sotto il controllo di consiglierirussi, abbandonano i territori popolati e relativamenteindustrializzati dell'est per ritirarsi verso il cuoredell'Asia, nelle regioni delle steppe. Si intravedono i duemoventi di questa politica generale: un desiderio di nor-malizzazione all'interno, un desiderio di sicurezzaall'esterno: e la paura della Germania nazista fa accele-rare gli armamenti9. La propaganda ufficiale intona canti

9 Ci manca lo spazio per esaminare le responsabilità di Stalinnell'avvento del nazismo in Germania. Sotto la sua direzionel'Internazionale comunista faceva una politica tendente a «passaresul corpo della socialdemocrazia socialfascista per vincere il fa-scismo». Mantenendo la candidatura Thaelman, i comunisti favo-

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di allegria, poichè vi è del pane nero in tutto il mondo oquasi: «Noi iniziamo una vita felice...». Di nuovo i ri-tratti di Stalin vengono diffusi a milioni: si vede il «Pa-dre del popolo» dal viso sereno abbracciare qualche bru-na bambina del Ouzbeke o della Mongolia. La fame faun passo indietro; il motivo ufficiale del giorno è che«noi entriamo nel benessere».

Non ostante ciò la spaventosa questione delle respon-sabilità rimane nel fondo di ogni coscienza. Si sa, tuttisanno che tutti i compagni di Lenin, i quali avevano ap-partenuto alla opposizione di sinistra o a quella di de-stra, i quali avevano o no abiurato le loro «deviazioni» –tale è il termine impiegato per designare l'eresia – hannodisapprovato e disapprovano ancora la politica crudele eristretta che il Segretario generale ha perseguito permantenere il potere. Nessuno ha fiducia in lui, nessunosi fa illusioni sul ruolo che egli ha avuto nelle calamitàabbattutesi sulla rivoluzione nel momento in cui essasembrava aver riportato una vittoria completa. I vecchidirigenti bolscevichi che egli ha eliminato uno doporirono l'elezione di Hindenburg alla presidenza della Repubblica;in Prussia accadde loro di unirsi ai nazisti, al di fuori del «plebi-scito rosso», per cacciare dal potere il governo socialdemocraticodi Berlino. Tutte queste manovre finirono per creare una massafluttuante di circa due milioni di disoccupati i quali ora votavanoper i comunisti ed ora per i nazisti, assicurando sulle piazze lapreponderanza alle bande hitleriane, mentre la collaborazione sin-cera, se fosse stata possibile, fra i socialisti e i comunisti avrebbepotuto probabilmente sbarrare la strada al nazismo nel 1931-1932.

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di allegria, poichè vi è del pane nero in tutto il mondo oquasi: «Noi iniziamo una vita felice...». Di nuovo i ri-tratti di Stalin vengono diffusi a milioni: si vede il «Pa-dre del popolo» dal viso sereno abbracciare qualche bru-na bambina del Ouzbeke o della Mongolia. La fame faun passo indietro; il motivo ufficiale del giorno è che«noi entriamo nel benessere».

Non ostante ciò la spaventosa questione delle respon-sabilità rimane nel fondo di ogni coscienza. Si sa, tuttisanno che tutti i compagni di Lenin, i quali avevano ap-partenuto alla opposizione di sinistra o a quella di de-stra, i quali avevano o no abiurato le loro «deviazioni» –tale è il termine impiegato per designare l'eresia – hannodisapprovato e disapprovano ancora la politica crudele eristretta che il Segretario generale ha perseguito permantenere il potere. Nessuno ha fiducia in lui, nessunosi fa illusioni sul ruolo che egli ha avuto nelle calamitàabbattutesi sulla rivoluzione nel momento in cui essasembrava aver riportato una vittoria completa. I vecchidirigenti bolscevichi che egli ha eliminato uno doporirono l'elezione di Hindenburg alla presidenza della Repubblica;in Prussia accadde loro di unirsi ai nazisti, al di fuori del «plebi-scito rosso», per cacciare dal potere il governo socialdemocraticodi Berlino. Tutte queste manovre finirono per creare una massafluttuante di circa due milioni di disoccupati i quali ora votavanoper i comunisti ed ora per i nazisti, assicurando sulle piazze lapreponderanza alle bande hitleriane, mentre la collaborazione sin-cera, se fosse stata possibile, fra i socialisti e i comunisti avrebbepotuto probabilmente sbarrare la strada al nazismo nel 1931-1932.

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Page 85: Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti,

l'altro, Zinoviev, Kaménev, Rykov, Tomsky, Boukhari-ne, confinato in funzioni di secondo piano o deportato,hanno ora un prestigio che egli non ha pur essendo alvertice del potere. Invano li ha obbligati per anni e annia sconfessare se stessi, a mettersi in ridicolo con ripetuteabiure, riconoscendo che egli ha avuto ragione rispetto aloro in ogni problema, che quanto ha fatto è perfetto,che nulla potrebbe eguagliarlo. L'abiura non discreditapiù, si sa bene che è forzata, dettata parola per parola.Cos'altro potrebbero fare se non di finire in prigione?Ma essi preferiscono a tal prezzo servire il partito ed ilpaese, ed hanno ragione contro Stalin! La propagandache si fa fare non inganna nessuno. L'eccesso di lodi perlui, l'eccesso di discredito per i suoi rivali nascono dauna situazione di fatto irrimediabile. L'eredità di Lenin ècaduta nelle mani del meno capace; ne ha dato la prova.Esiliato a Costantinopoli, poi in Francia, indi in Norve-gia, Trotsky continua a pubblicare le sue critiche infiam-mate ed ha facilmente ragione di fronte ai catastroficierrori coperti da enormi menzogne. La sua parola arrivanei circoli dirigenti e nelle prigioni, gli unici luoghi neiquali viene compresa; poichè fra i circoli dirigenti e leprigioni è in atto un continuo andirivieni.

Nel 1935, la storia sembra offrire all'uomo della col-lettivizzazione agraria, del terrore e della fame una inau-dita possibilità di riabilitarsi. Ora che ha restituito ilpane nero ai lavoratori, quale grandezza sarebbe la suase aprisse le porte dei campi di concentramento, se am-nistiasse uno o due milioni di innocenti, se ammettesse

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l'altro, Zinoviev, Kaménev, Rykov, Tomsky, Boukhari-ne, confinato in funzioni di secondo piano o deportato,hanno ora un prestigio che egli non ha pur essendo alvertice del potere. Invano li ha obbligati per anni e annia sconfessare se stessi, a mettersi in ridicolo con ripetuteabiure, riconoscendo che egli ha avuto ragione rispetto aloro in ogni problema, che quanto ha fatto è perfetto,che nulla potrebbe eguagliarlo. L'abiura non discreditapiù, si sa bene che è forzata, dettata parola per parola.Cos'altro potrebbero fare se non di finire in prigione?Ma essi preferiscono a tal prezzo servire il partito ed ilpaese, ed hanno ragione contro Stalin! La propagandache si fa fare non inganna nessuno. L'eccesso di lodi perlui, l'eccesso di discredito per i suoi rivali nascono dauna situazione di fatto irrimediabile. L'eredità di Lenin ècaduta nelle mani del meno capace; ne ha dato la prova.Esiliato a Costantinopoli, poi in Francia, indi in Norve-gia, Trotsky continua a pubblicare le sue critiche infiam-mate ed ha facilmente ragione di fronte ai catastroficierrori coperti da enormi menzogne. La sua parola arrivanei circoli dirigenti e nelle prigioni, gli unici luoghi neiquali viene compresa; poichè fra i circoli dirigenti e leprigioni è in atto un continuo andirivieni.

Nel 1935, la storia sembra offrire all'uomo della col-lettivizzazione agraria, del terrore e della fame una inau-dita possibilità di riabilitarsi. Ora che ha restituito ilpane nero ai lavoratori, quale grandezza sarebbe la suase aprisse le porte dei campi di concentramento, se am-nistiasse uno o due milioni di innocenti, se ammettesse

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una specie di libertà di opinione, non facendo rimanerein prigione se non quelli che osano pensare veramente!È forse ciò che si esige da lui nella sua cerchia. Siamoinformati da buona fonte che Kyrov, membro dell'Uffi-cio politico, ed il vecchio scrittore Massimo Gorky, cari-co di gloria ufficiale, ma molto triste e molto stanco, siadoperavano per influenzarlo in tal senso. Un conflittosarebbe sorto fra Stalin e Gorky al quale si rifiutò ancheun passaporto per l'estero e la cui corrispondenza conRomain Rolland fu volgarmente censurata. Il 1° dicem-bre 1934, Kirov, che dirigeva la provincia di Leningra-do, veniva freddato con un colpo di rivoltella alla nucatirato da un giovane comunista di nome Leonida Niko-laév, il quale appartenne o apparteneva ancora alla poli-zia politica. Su questo dramma, che ebbe orribili conse-guenze, si sanno ben poche cose: che l'assassino lascia-va un diario giustificando il suo atto, documento chenon è stato mai pubblicato; che la polizia politica era alcorrente della preparazione dell'attentato (i suoi capi diLeningrado furono severamente condannati per questofatto). Stalin prese immediatamente il treno e si recò aLeningrado per interrogare personalmente l'assassino.

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una specie di libertà di opinione, non facendo rimanerein prigione se non quelli che osano pensare veramente!È forse ciò che si esige da lui nella sua cerchia. Siamoinformati da buona fonte che Kyrov, membro dell'Uffi-cio politico, ed il vecchio scrittore Massimo Gorky, cari-co di gloria ufficiale, ma molto triste e molto stanco, siadoperavano per influenzarlo in tal senso. Un conflittosarebbe sorto fra Stalin e Gorky al quale si rifiutò ancheun passaporto per l'estero e la cui corrispondenza conRomain Rolland fu volgarmente censurata. Il 1° dicem-bre 1934, Kirov, che dirigeva la provincia di Leningra-do, veniva freddato con un colpo di rivoltella alla nucatirato da un giovane comunista di nome Leonida Niko-laév, il quale appartenne o apparteneva ancora alla poli-zia politica. Su questo dramma, che ebbe orribili conse-guenze, si sanno ben poche cose: che l'assassino lascia-va un diario giustificando il suo atto, documento chenon è stato mai pubblicato; che la polizia politica era alcorrente della preparazione dell'attentato (i suoi capi diLeningrado furono severamente condannati per questofatto). Stalin prese immediatamente il treno e si recò aLeningrado per interrogare personalmente l'assassino.

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19TERRORE E PROPAGANDA

Un decreto stabilì contro i «terroristi» una procedurasollecita e sommaria: dieci giorni di istruttoria, processosegreto, esecuzione seduta stante. Il governo si priva deldiritto di grazia. Fra il 5 e il 12 dicembre 114 personearrestate in diverse regioni prima dell'attentato di Niko-laév sono fucilate. Chi erano questi giustiziati e qualicolpe venivano loro attribuite, nessuno lo ha saputo. Il30 dicembre, Nikolaév e 13 giovani comunisti di Lenin-grado che lo frequentavano sono tradotti davanti al tri-bunale segreto. Dietro un tavolo coperto da un drapporosso, tre ufficiali della Sicurezza politica; brevi interro-gatori; esecuzione immediata, forse nella corte vicina.Nel frattempo circa tremila comunisti, noti per il loro at-taccamento a Zinoviev, sono arrestati. In gennaio, Zino-viev, Kaménev ed altri ex membri di Comitati direttivicompaiono a loro volta davanti a un tribunale segreto; leinchieste non permettono di incolparli, si esige che si ri-conoscano responsabili morali del delitto di Nikolaév; leloro cattive idee avrebbero condotto questo giovane al

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19TERRORE E PROPAGANDA

Un decreto stabilì contro i «terroristi» una procedurasollecita e sommaria: dieci giorni di istruttoria, processosegreto, esecuzione seduta stante. Il governo si priva deldiritto di grazia. Fra il 5 e il 12 dicembre 114 personearrestate in diverse regioni prima dell'attentato di Niko-laév sono fucilate. Chi erano questi giustiziati e qualicolpe venivano loro attribuite, nessuno lo ha saputo. Il30 dicembre, Nikolaév e 13 giovani comunisti di Lenin-grado che lo frequentavano sono tradotti davanti al tri-bunale segreto. Dietro un tavolo coperto da un drapporosso, tre ufficiali della Sicurezza politica; brevi interro-gatori; esecuzione immediata, forse nella corte vicina.Nel frattempo circa tremila comunisti, noti per il loro at-taccamento a Zinoviev, sono arrestati. In gennaio, Zino-viev, Kaménev ed altri ex membri di Comitati direttivicompaiono a loro volta davanti a un tribunale segreto; leinchieste non permettono di incolparli, si esige che si ri-conoscano responsabili morali del delitto di Nikolaév; leloro cattive idee avrebbero condotto questo giovane al

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terrorismo. Ne convengono e non si tratta se non di unrinnegamento di più, nella lista dei precedenti. Vengonocondannati a lunghi periodi di prigione, i loro amici par-tono per i campi di concentramento, a migliaia. È finito?Non si finirà mai. Stalin invia al Comitato di Leningra-do un messaggio nel quale gli rimprovera di non averancora pensato ad epurare la popolazione della vecchiacapitale; i «nemici di classe», prima di allora borghesi,ufficiali, funzionari dell'Impero, intellettuali dell'anticoregime non sono forse molto numerosi? Quale pericolo!In tutto ciò l'aberrazione si unisce alla crudeltà, falsandoogni calcolo politico: dopo molti anni è proprio dal senodel partito rivoluzionario che nascono i pericoli di mi-naccia per il tiranno; la pallottola che ha ucciso Kyrov èpartita da una rivoltella della Ghepeu. Non importa. Fa-miglie intiere, da cinquanta a centomila persone partonoda Leningrado per la deportazione nelle lontane tundre,dei vecchi muoiono lungo il viaggio, delle donne parto-riscono per la strada in piccole stazioni sperdute. Noiabbiamo visto arrivare in una città dell'Ural da milledue-cento a millecinquecento persone di questo povero po-polo. La repressione si estende anche a tutti i circoli ri-voluzionari. Si arrestano a centinaia gli ex forzati deibagni penali dello zar i quali potrebbero non aver di-menticato del tutto gli attentati di altri tempi, si arresta-no i socialisti e i trotskisti usciti di recente dalla prigio-ne. Si arrestano le persone di origine tedesca o polacca.Le Associazioni dei Vecchi-Bolscevichi e degli ex-For-zati sono sciolte. I processi segreti si moltiplicano segui-

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terrorismo. Ne convengono e non si tratta se non di unrinnegamento di più, nella lista dei precedenti. Vengonocondannati a lunghi periodi di prigione, i loro amici par-tono per i campi di concentramento, a migliaia. È finito?Non si finirà mai. Stalin invia al Comitato di Leningra-do un messaggio nel quale gli rimprovera di non averancora pensato ad epurare la popolazione della vecchiacapitale; i «nemici di classe», prima di allora borghesi,ufficiali, funzionari dell'Impero, intellettuali dell'anticoregime non sono forse molto numerosi? Quale pericolo!In tutto ciò l'aberrazione si unisce alla crudeltà, falsandoogni calcolo politico: dopo molti anni è proprio dal senodel partito rivoluzionario che nascono i pericoli di mi-naccia per il tiranno; la pallottola che ha ucciso Kyrov èpartita da una rivoltella della Ghepeu. Non importa. Fa-miglie intiere, da cinquanta a centomila persone partonoda Leningrado per la deportazione nelle lontane tundre,dei vecchi muoiono lungo il viaggio, delle donne parto-riscono per la strada in piccole stazioni sperdute. Noiabbiamo visto arrivare in una città dell'Ural da milledue-cento a millecinquecento persone di questo povero po-polo. La repressione si estende anche a tutti i circoli ri-voluzionari. Si arrestano a centinaia gli ex forzati deibagni penali dello zar i quali potrebbero non aver di-menticato del tutto gli attentati di altri tempi, si arresta-no i socialisti e i trotskisti usciti di recente dalla prigio-ne. Si arrestano le persone di origine tedesca o polacca.Le Associazioni dei Vecchi-Bolscevichi e degli ex-For-zati sono sciolte. I processi segreti si moltiplicano segui-

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Page 89: Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti,

ti invariabilmente dalle esecuzioni. La guardia delKremlino è epurata nei sotterranei a colpi di pistola.Una epurazione generale del partito invia, secondo lestatistiche ufficiali, da 150 a 200.000 comunisti neicampi di concentramento. Abbreviamo, poichè le cifreperdono di significato....

Queste proscrizioni si accaniscono in un paese dovenessuno fa resistenza, dove nessuno mormora. Gli uo-mini di buona tempra difendono in silenzio le loro ideemesse fuori legge. I giornali non dicono quasi niente diciò che avviene; si può vivere in Russia ed ignorare tut-to ciò che non si vede con i propri occhi. Nembi di in-censo salgono ogni giorno verso i ritratti del capo con icanti di giubilo delle scolaresche, dei battaglioni rossi,delle assemblee preparate alla perfezione.... La stampapubblica che gli intellettuali all'estero i quali voglionoriunirsi in un «Congresso per la difesa della cultura con-tro la barbarie fascista» approvano con entusiasmo lemisure energiche prese dal governo in seguito all'atten-tato di Nikolaév. All'indomani delle esecuzioni, si pub-blica anche l'approvazione di Romain Rolland, Aragon,Nizan, Malraux, Jean-Richard Bloch. Dal Venezuela,dal Cuba, dalla Bolivia, da Parigi, da Londra, da Bruxel-les, da Stoccolma arriva per telegramma l'approvazionedei Comitati Centrali dei partiti comunisti, i quali loda-no «la giusta e generosa e così umana severità del Capogeniale». La stampa estera accoglie con benevoli com-menti l'annuncio di una nuova costituzione sovietica, lapiù democratica che si possa concepire, fondata sul suf-

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ti invariabilmente dalle esecuzioni. La guardia delKremlino è epurata nei sotterranei a colpi di pistola.Una epurazione generale del partito invia, secondo lestatistiche ufficiali, da 150 a 200.000 comunisti neicampi di concentramento. Abbreviamo, poichè le cifreperdono di significato....

Queste proscrizioni si accaniscono in un paese dovenessuno fa resistenza, dove nessuno mormora. Gli uo-mini di buona tempra difendono in silenzio le loro ideemesse fuori legge. I giornali non dicono quasi niente diciò che avviene; si può vivere in Russia ed ignorare tut-to ciò che non si vede con i propri occhi. Nembi di in-censo salgono ogni giorno verso i ritratti del capo con icanti di giubilo delle scolaresche, dei battaglioni rossi,delle assemblee preparate alla perfezione.... La stampapubblica che gli intellettuali all'estero i quali voglionoriunirsi in un «Congresso per la difesa della cultura con-tro la barbarie fascista» approvano con entusiasmo lemisure energiche prese dal governo in seguito all'atten-tato di Nikolaév. All'indomani delle esecuzioni, si pub-blica anche l'approvazione di Romain Rolland, Aragon,Nizan, Malraux, Jean-Richard Bloch. Dal Venezuela,dal Cuba, dalla Bolivia, da Parigi, da Londra, da Bruxel-les, da Stoccolma arriva per telegramma l'approvazionedei Comitati Centrali dei partiti comunisti, i quali loda-no «la giusta e generosa e così umana severità del Capogeniale». La stampa estera accoglie con benevoli com-menti l'annuncio di una nuova costituzione sovietica, lapiù democratica che si possa concepire, fondata sul suf-

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fragio universale.... Quando il testo viene pubblicato siostenta generalmente nel non rilevare che l'articolo 126di questa legge fondamentale consacra l'egemonia delpartito comunista «strumento direttivo di tutte le orga-nizzazioni dei lavoratori...». La costituzione staliniana,in gran parte redatta dal povero Boukharine, stabilisceall'incirca un regime plebiscitario, senza libertà di opi-nione; sopprime, infatti, i Soviet; rende è vero gli elettidella nazione inviolabili, ma si arriverà ben presto allarealtà che questi inviolabili scompariranno in serie, fuci-lati o gettati a vita nelle prigioni. Il sogno di un ritornodell'URSS alla civilizzazione europea è così suggestivo,e talmente vantaggioso per gli intellettuali d'avanguardiail sostenerlo o il fingere di sostenerlo, che le ecatombenon intaccano punto il prestigio incantatore dell'URSSnel mondo....

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fragio universale.... Quando il testo viene pubblicato siostenta generalmente nel non rilevare che l'articolo 126di questa legge fondamentale consacra l'egemonia delpartito comunista «strumento direttivo di tutte le orga-nizzazioni dei lavoratori...». La costituzione staliniana,in gran parte redatta dal povero Boukharine, stabilisceall'incirca un regime plebiscitario, senza libertà di opi-nione; sopprime, infatti, i Soviet; rende è vero gli elettidella nazione inviolabili, ma si arriverà ben presto allarealtà che questi inviolabili scompariranno in serie, fuci-lati o gettati a vita nelle prigioni. Il sogno di un ritornodell'URSS alla civilizzazione europea è così suggestivo,e talmente vantaggioso per gli intellettuali d'avanguardiail sostenerlo o il fingere di sostenerlo, che le ecatombenon intaccano punto il prestigio incantatore dell'URSSnel mondo....

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20IL PROCESSO DEI TREDICI

Qui comincia la tragedia, unica nella storia, del Capodi uno Stato totalitario alle prese con la riprovazioneinespressa, ma certa, ma inesorabile delle persone che locircondano e di tutti coloro di cui è il presunto rappre-sentante al potere; riprovazione dissimulata sotto il sor-riso servile, il consenso unanime, la lode compiacente,le ovazioni frenetiche... I collaboratori più apprezzati diLenin, Zinoviev suo amico dalla fondazione del partito,Kaménev suo legatario universale, sono in prigione perdieci anni; Trotsky, nel suo esilio di Norvegia, conservauna grandezza simbolica. Il delitto degli imprigionati,nessuno può ignorarlo, è di aver negato ostinatamente,malgrado tutto ciò che si è potuto far dir loro per umi-liarli, «l'indirizzo generale», questa politica spietata edisastrosa degli ultimi dieci anni. I perseguitati sono sta-ti evidentemente più chiaroveggenti del loro persecuto-re. Essi sono in carcere ma non sono responsabili di ciòche è accaduto. Stalin è al vertice del potere, ma è pro-prio lui il responsabile. Potrà egli dormire tranquillo

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20IL PROCESSO DEI TREDICI

Qui comincia la tragedia, unica nella storia, del Capodi uno Stato totalitario alle prese con la riprovazioneinespressa, ma certa, ma inesorabile delle persone che locircondano e di tutti coloro di cui è il presunto rappre-sentante al potere; riprovazione dissimulata sotto il sor-riso servile, il consenso unanime, la lode compiacente,le ovazioni frenetiche... I collaboratori più apprezzati diLenin, Zinoviev suo amico dalla fondazione del partito,Kaménev suo legatario universale, sono in prigione perdieci anni; Trotsky, nel suo esilio di Norvegia, conservauna grandezza simbolica. Il delitto degli imprigionati,nessuno può ignorarlo, è di aver negato ostinatamente,malgrado tutto ciò che si è potuto far dir loro per umi-liarli, «l'indirizzo generale», questa politica spietata edisastrosa degli ultimi dieci anni. I perseguitati sono sta-ti evidentemente più chiaroveggenti del loro persecuto-re. Essi sono in carcere ma non sono responsabili di ciòche è accaduto. Stalin è al vertice del potere, ma è pro-prio lui il responsabile. Potrà egli dormire tranquillo

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fino a che saranno vivi, fintanto che avrà, sempre pron-ta, questa squadra di riserva? Ecco il problema politico,ed il problema morale.

Il terrore scoppia nel partito come se vi fosse cadutoun fulmine, il 14 agosto 1936, con l'annuncio di un pro-cesso che si aprirà fra cinque giorni: nel numero dei tre-dici imputati figurano Zinoviev, Kaménev, tre altri vec-chi membri del Comitato centrale, Evdokimov, Bakaev,Ivan Smirnov – uno dei più vecchi bolscevichi che go-deva nel partito la più alta autorità – le maggiori figuredella guerra civile. Il solo fatto che siano tutti accusatidi terrorismo, li vota alla morte. Contemporaneamente,un po' dappertutto avvengono arresti di giornalisti delpartito, di membri dei governi locali, di alti funzionari edi generali, in Armenia, a Baku, a Stalinabad, a Kjev, aGorki, nel Turkestan, a Leningrado; e, ciò che è signifi-cativo, viene pubblicato. Ci si accorgerà più tardi che gliarresti rivestono l'importanza di un vero colpo di Stato.Il numero dei funzionari bolscevichi appartenenti allavecchia generazione, colpiti dalle repressioni durantequest'anno, sarà valutato, da un noto osservatore, ad unadozzina di migliaia.

Il processo dei tredici si apre il 19 agosto nella Casadei Sindacati, in altri tempi Club della Nobiltà, davantiad un pubblico scelto nel mazzo, pochi giornalisti stra-nieri, pochi diplomatici. Tutto ad un tratto l'atmosfera siappesantisce sino a divenire irrespirabile, ci si sente get-tati fuori della verità, al di là di ogni equilibrio morale,fuori del diritto, fuori del rispetto umano.... Gli accusati

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fino a che saranno vivi, fintanto che avrà, sempre pron-ta, questa squadra di riserva? Ecco il problema politico,ed il problema morale.

Il terrore scoppia nel partito come se vi fosse cadutoun fulmine, il 14 agosto 1936, con l'annuncio di un pro-cesso che si aprirà fra cinque giorni: nel numero dei tre-dici imputati figurano Zinoviev, Kaménev, tre altri vec-chi membri del Comitato centrale, Evdokimov, Bakaev,Ivan Smirnov – uno dei più vecchi bolscevichi che go-deva nel partito la più alta autorità – le maggiori figuredella guerra civile. Il solo fatto che siano tutti accusatidi terrorismo, li vota alla morte. Contemporaneamente,un po' dappertutto avvengono arresti di giornalisti delpartito, di membri dei governi locali, di alti funzionari edi generali, in Armenia, a Baku, a Stalinabad, a Kjev, aGorki, nel Turkestan, a Leningrado; e, ciò che è signifi-cativo, viene pubblicato. Ci si accorgerà più tardi che gliarresti rivestono l'importanza di un vero colpo di Stato.Il numero dei funzionari bolscevichi appartenenti allavecchia generazione, colpiti dalle repressioni durantequest'anno, sarà valutato, da un noto osservatore, ad unadozzina di migliaia.

Il processo dei tredici si apre il 19 agosto nella Casadei Sindacati, in altri tempi Club della Nobiltà, davantiad un pubblico scelto nel mazzo, pochi giornalisti stra-nieri, pochi diplomatici. Tutto ad un tratto l'atmosfera siappesantisce sino a divenire irrespirabile, ci si sente get-tati fuori della verità, al di là di ogni equilibrio morale,fuori del diritto, fuori del rispetto umano.... Gli accusati

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Page 93: Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti,

non si difendono e nessuno li difende: essi si accusanocon passionalità, con frenesia, salvo due trotskisti i qualigiocano con una sfacciata e cattiva volontà un ruolochiaramente convenuto (Ivan Smirnov e Holzman). Sivedono sedersi sul banco degli accusati, al fianco deivecchi capi del partito, loschi sconosciuti, vittime edinetti agenti provocatori.... Tutti si accusano di aver or-ganizzato l'assassinio di Kirov e di aver voluto assassi-nare Stalin e gli altri capi del partito – meno Molotovche non figura nella lista delle presunte vittime perchèin questo periodo i suoi rapporti con Stalin sono moltofreddi e forse perchè si riserva di accusarlo quanto pri-ma lui stesso.... Perchè? Essi dichiarano di non avereidee, nè programmi da opporre al «glorioso indirizzogenerale» di Stalin, davanti al quale ora si inchinanoammirati e pentiti. Soltanto la «sete del potere» li facevaagire.... Sottile psicologia di questi agonizzanti! Questascusa era, noi lo abbiamo saputo, di una estrema abilità:se in realtà la sola sete del potere li spingeva al terrori-smo, non era per tal motivo che il Segretario generale siera attribuito ogni potere? Stalin, preparato il processocon il suo alto commissario alla Sicurezza, Iagoda, se neera andato a riposare in una villa del Caucaso, sotto uncielo di un azzurro perfetto; fra giardini paradisiaci: daqui seguiva ora per ora il dibattito. Egli vede l'accusasotto la confessione, l'oltraggio sotto il pentimento e pertelefono dà ordine di inventare altri motivi. L'indomanigli accusati confessavano dei nuovi motivi, ma talmenteinverosimili da non resistere ad alcuna analisi critica;

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non si difendono e nessuno li difende: essi si accusanocon passionalità, con frenesia, salvo due trotskisti i qualigiocano con una sfacciata e cattiva volontà un ruolochiaramente convenuto (Ivan Smirnov e Holzman). Sivedono sedersi sul banco degli accusati, al fianco deivecchi capi del partito, loschi sconosciuti, vittime edinetti agenti provocatori.... Tutti si accusano di aver or-ganizzato l'assassinio di Kirov e di aver voluto assassi-nare Stalin e gli altri capi del partito – meno Molotovche non figura nella lista delle presunte vittime perchèin questo periodo i suoi rapporti con Stalin sono moltofreddi e forse perchè si riserva di accusarlo quanto pri-ma lui stesso.... Perchè? Essi dichiarano di non avereidee, nè programmi da opporre al «glorioso indirizzogenerale» di Stalin, davanti al quale ora si inchinanoammirati e pentiti. Soltanto la «sete del potere» li facevaagire.... Sottile psicologia di questi agonizzanti! Questascusa era, noi lo abbiamo saputo, di una estrema abilità:se in realtà la sola sete del potere li spingeva al terrori-smo, non era per tal motivo che il Segretario generale siera attribuito ogni potere? Stalin, preparato il processocon il suo alto commissario alla Sicurezza, Iagoda, se neera andato a riposare in una villa del Caucaso, sotto uncielo di un azzurro perfetto; fra giardini paradisiaci: daqui seguiva ora per ora il dibattito. Egli vede l'accusasotto la confessione, l'oltraggio sotto il pentimento e pertelefono dà ordine di inventare altri motivi. L'indomanigli accusati confessavano dei nuovi motivi, ma talmenteinverosimili da non resistere ad alcuna analisi critica;

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Page 94: Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti,

essi dichiarano che hanno obbedito alle direttivedell'esiliato Trotsky «allo scopo – testualmente – di fo-mentare nell'URSS una contro-rivoluzione fascista10». Èimpossibile analizzare in breve tale delirio; tutte le opi-nioni si mescolano, si confondono, si soffoca. Dopo chenel 1926 Zinoviev e Kaménev si sottomisero a Stalin,Trotsky li perseguitò con i suoi sarcasmi; nelle prigioni itrotskisti intransigenti boicottavano i «capitulards» checamminavano servilmente di abiura in diniego. IvanSmirnov, al quale si rimprovera l'assassinio di Kirov, erain prigione da due anni quando quest'attentato fu com-messo! Un tale chiamato Fritz David confessò che egliaveva «pensato» di recarsi un giorno ad un meeting pertirare su questo personaggio; si parla così di almenonove attentati che non erano stati commessi.... Ivan

10 Berlino, scriveva la Pravda il 9 agosto 1936, durante il pro-cesso Zinoviev, «è il centro internazionale dello spionaggio, delterrore e dei delitti compiuti dalla Germania fascista per prepararela guerra. Sarebbe difficile indicare uno Stato i cui tribunali nonsiano venuti a conoscenza di episodi di spionaggio, di corruzione,di Kidnapping, di assassini o di attentati, di falsi e di truffe orga-nizzate dagli emissari di Berlino...». Il 22 febbraio 1938 la Prav-da scriveva per la millesima volta: «la politica del fascismo tede-sco è più che mai orientata verso nuove aggressioni e conquistecoloniali, verso lo scatenamento di una guerra mondiale, versol'assorbimento ed il dominio degli stati deboli, verso l'estensionedelle tenebre, la reazione e l'odio...». Tali sono stati per anni eanni i motivi ripetuti all'infinito dalla propaganda comunista.

Oggi nella stampa sovietica non si trova più una sola riga con-tro il fascismo.

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essi dichiarano che hanno obbedito alle direttivedell'esiliato Trotsky «allo scopo – testualmente – di fo-mentare nell'URSS una contro-rivoluzione fascista10». Èimpossibile analizzare in breve tale delirio; tutte le opi-nioni si mescolano, si confondono, si soffoca. Dopo chenel 1926 Zinoviev e Kaménev si sottomisero a Stalin,Trotsky li perseguitò con i suoi sarcasmi; nelle prigioni itrotskisti intransigenti boicottavano i «capitulards» checamminavano servilmente di abiura in diniego. IvanSmirnov, al quale si rimprovera l'assassinio di Kirov, erain prigione da due anni quando quest'attentato fu com-messo! Un tale chiamato Fritz David confessò che egliaveva «pensato» di recarsi un giorno ad un meeting pertirare su questo personaggio; si parla così di almenonove attentati che non erano stati commessi.... Ivan

10 Berlino, scriveva la Pravda il 9 agosto 1936, durante il pro-cesso Zinoviev, «è il centro internazionale dello spionaggio, delterrore e dei delitti compiuti dalla Germania fascista per prepararela guerra. Sarebbe difficile indicare uno Stato i cui tribunali nonsiano venuti a conoscenza di episodi di spionaggio, di corruzione,di Kidnapping, di assassini o di attentati, di falsi e di truffe orga-nizzate dagli emissari di Berlino...». Il 22 febbraio 1938 la Prav-da scriveva per la millesima volta: «la politica del fascismo tede-sco è più che mai orientata verso nuove aggressioni e conquistecoloniali, verso lo scatenamento di una guerra mondiale, versol'assorbimento ed il dominio degli stati deboli, verso l'estensionedelle tenebre, la reazione e l'odio...». Tali sono stati per anni eanni i motivi ripetuti all'infinito dalla propaganda comunista.

Oggi nella stampa sovietica non si trova più una sola riga con-tro il fascismo.

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Smirnov, l'uomo che nel 1918 salvò la repubblica nellabattaglia di Sviajsk, l'uomo che più tardi sovietizzò laSiberia, compromette per un attimo questo sinistro gio-co con qualche sprezzante contestazione capace di rove-sciare tutto; richiamato alla regola del gioco dai coimpu-tati, si sottomette. Holzman, dirigente industriale e vec-chio rivoluzionario, silura abilmente il processo confes-sando di aver incontrato i figli di Trotsky a Copenaghenin un albergo che non esiste, come verrà in luce all'indo-mani, e facendo altre dichiarazioni del genere. Il procu-ratore Vychinski chiede la pena di morte per questi«cani sanguinari» che insulta per delle ore. Nella im-mensa URSS e nella stampa comunista di tutto il mondonon si leva se non il continuo grido alla morte, alla mor-te contro questi «fascisti», questi «cani schifosi», queste«vipere», questi «vermi», i compagni di Lenin. La serauna manifestazione inonda le vie di Mosca, sotto i pro-iettori del Goskino: «La morte! La morte!». Studenti,poeti, vecchi cacciatori della Tundra siberiana, accade-mici, giovani madri scrivono ai giornali – ed i giornalipubblicano queste lettere – che è necessario «per amoredegli uomini» fucilare «queste iene...». E l'ex presidentedella IIIa Internazionale, Zinoviev ascolta la requisitoria,scuro nel viso, le mani incrociate, la testa bassa, esaspe-rato, immerso in una amarezza inconcepibile. Kaménev,capelli e barba bianca, grida nelle sue ultime parole ilsuo amore per la patria sovietica, dice che è felice dimorire per essa, chiede ai suoi figli di morire per essa seè necessario.... Il verdetto è di morte per i Tredici. Il 25

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Smirnov, l'uomo che nel 1918 salvò la repubblica nellabattaglia di Sviajsk, l'uomo che più tardi sovietizzò laSiberia, compromette per un attimo questo sinistro gio-co con qualche sprezzante contestazione capace di rove-sciare tutto; richiamato alla regola del gioco dai coimpu-tati, si sottomette. Holzman, dirigente industriale e vec-chio rivoluzionario, silura abilmente il processo confes-sando di aver incontrato i figli di Trotsky a Copenaghenin un albergo che non esiste, come verrà in luce all'indo-mani, e facendo altre dichiarazioni del genere. Il procu-ratore Vychinski chiede la pena di morte per questi«cani sanguinari» che insulta per delle ore. Nella im-mensa URSS e nella stampa comunista di tutto il mondonon si leva se non il continuo grido alla morte, alla mor-te contro questi «fascisti», questi «cani schifosi», queste«vipere», questi «vermi», i compagni di Lenin. La serauna manifestazione inonda le vie di Mosca, sotto i pro-iettori del Goskino: «La morte! La morte!». Studenti,poeti, vecchi cacciatori della Tundra siberiana, accade-mici, giovani madri scrivono ai giornali – ed i giornalipubblicano queste lettere – che è necessario «per amoredegli uomini» fucilare «queste iene...». E l'ex presidentedella IIIa Internazionale, Zinoviev ascolta la requisitoria,scuro nel viso, le mani incrociate, la testa bassa, esaspe-rato, immerso in una amarezza inconcepibile. Kaménev,capelli e barba bianca, grida nelle sue ultime parole ilsuo amore per la patria sovietica, dice che è felice dimorire per essa, chiede ai suoi figli di morire per essa seè necessario.... Il verdetto è di morte per i Tredici. Il 25

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agosto, i giornali mettono in mostra sulle prime pagine iritratti sorridenti dei capi del partito, in tunica bianca, sudi una tribuna dall'aerodromo di Touchino. La festadell'aviazione è riuscita, con un tempo splendido. Cin-que righe di corpo piccolo, in ultima pagina, annuncianoche i Tredici hanno subito la pena capitale. Sulla loroesecuzione non si saprà niente di preciso. Il giubilo po-polare si scatena, orchestrato dagli uffici del partito. Ra-gazzi e giovanette delle scuole ringraziano il Capo ado-rato per aver sbarazzato la terra di questi mostri. «Ah!se li avessimo potuto fucilare noi stessi!», scrivono que-sti ingenui. L'editoriale della Pravda sottolinea che «or-mai si respira un'aria più pura...».

Durante le sedute sono stati pronunciati un centinaiodi nomi. Nessuno per caso. È risultato che Rikov, Tom-ski, Boukharine, Piatakov, Radek e molti altri personag-gi, i quali ricoprivano ancora delle cariche governative,erano implicati nella cospirazione; poichè colui il qualedettava queste confessioni non intendeva fermarsi ametà strada e coloro che le facevano avevano interesse adimostrare che tutto il vecchio partito odiava il Capo be-neamato.

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agosto, i giornali mettono in mostra sulle prime pagine iritratti sorridenti dei capi del partito, in tunica bianca, sudi una tribuna dall'aerodromo di Touchino. La festadell'aviazione è riuscita, con un tempo splendido. Cin-que righe di corpo piccolo, in ultima pagina, annuncianoche i Tredici hanno subito la pena capitale. Sulla loroesecuzione non si saprà niente di preciso. Il giubilo po-polare si scatena, orchestrato dagli uffici del partito. Ra-gazzi e giovanette delle scuole ringraziano il Capo ado-rato per aver sbarazzato la terra di questi mostri. «Ah!se li avessimo potuto fucilare noi stessi!», scrivono que-sti ingenui. L'editoriale della Pravda sottolinea che «or-mai si respira un'aria più pura...».

Durante le sedute sono stati pronunciati un centinaiodi nomi. Nessuno per caso. È risultato che Rikov, Tom-ski, Boukharine, Piatakov, Radek e molti altri personag-gi, i quali ricoprivano ancora delle cariche governative,erano implicati nella cospirazione; poichè colui il qualedettava queste confessioni non intendeva fermarsi ametà strada e coloro che le facevano avevano interesse adimostrare che tutto il vecchio partito odiava il Capo be-neamato.

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21SPIEGAZIONE DELLE CONFESSIONI

Questo dramma incomprensibile turbò tutto il mondo.Soltanto pochi iniziati lo compresero. In realtà non offri-va che un relativo mistero. Le confessioni si moltiplica-vano a ritmo comandato, per ordine dell'Ufficio politico,vale a dire del Segretario generale, dato che l'Ufficio po-litico non si era riunito; venivano pretese e consentite innome degli interessi superiori del partito, per la rivolu-zione internazionale. «È necessario che voi rinunciateper sempre al potere disonorandovi, unica maniera effet-tiva per rinunciarvi. Che voi compromettiate Trotsky sulquale non abbiamo più alcuna presa. Il partito lo esigedalla vostra fedeltà. Oserete voi mettere sulla stessa bi-lancia l'ordine del partito ed il pensiero del vostro onore,della vostra vita, di una verità storica di cui non sappia-mo che fare? Se il partito riterrà, in seguito, di dovervifucilare, perchè ciò si ritiene necessario, il partito ne haben il diritto». Zinoviev e Kaménev e la maggioranzadei bolscevichi professavano e vivevano tale teoria dapiù di venti anni. Totalmente fedeli all'Ordine, nel senso

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21SPIEGAZIONE DELLE CONFESSIONI

Questo dramma incomprensibile turbò tutto il mondo.Soltanto pochi iniziati lo compresero. In realtà non offri-va che un relativo mistero. Le confessioni si moltiplica-vano a ritmo comandato, per ordine dell'Ufficio politico,vale a dire del Segretario generale, dato che l'Ufficio po-litico non si era riunito; venivano pretese e consentite innome degli interessi superiori del partito, per la rivolu-zione internazionale. «È necessario che voi rinunciateper sempre al potere disonorandovi, unica maniera effet-tiva per rinunciarvi. Che voi compromettiate Trotsky sulquale non abbiamo più alcuna presa. Il partito lo esigedalla vostra fedeltà. Oserete voi mettere sulla stessa bi-lancia l'ordine del partito ed il pensiero del vostro onore,della vostra vita, di una verità storica di cui non sappia-mo che fare? Se il partito riterrà, in seguito, di dovervifucilare, perchè ciò si ritiene necessario, il partito ne haben il diritto». Zinoviev e Kaménev e la maggioranzadei bolscevichi professavano e vivevano tale teoria dapiù di venti anni. Totalmente fedeli all'Ordine, nel senso

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religioso della parola. Teniamo anche conto della spa-ventosa costrizione morale che subivano questi uomini,oltre la cinquantina, dopo una vita piena di lotta. Diecianni di persecuzioni larvate, di sorveglianza, di sospettocontinuo; la persecuzione dei loro famigliari. L'appelloalla fedeltà bolscevica per questa politica avvilente esuicida non aveva presa del resto se non su questi vecchicapi i quali non concepivano più la vita al di fuori delpartito. La selezione degli accusati lo completava: colo-ro che rifiutavano il mercato sapevano che sarebberostati fucilati senza processo e la maggioranza degli ac-cusati – occorre notarlo – preferiva lasciarsi fucilarenell'ombra. Tredici compiacenti apparvero alla sbarra,ma una quarantina di renitenti si lasciarono massacraresenza processo. I documenti del processo provano, inrealtà che più di cinquanta persone furono coinvolte inquest'affare. Noi conosciamo la frase del vecchio Frid-man, funzionario della Ghepeu, che fu posto sul bancodegli accusati per qualche ragione di ordine tecnico:«Mi si può fucilare una sola volta! – esclamò –. Non sipuò fare di me una puttana!». Non è stato fucilato cheuna sola volta, nella notte.

Il servizio reso al partito dagli accusati stabilì fra diessi e l'Ufficio politico un mercato esplicito o tacito. Gliaccusati dei due grandi processi precedenti, quello deitecnici e degli economisti socialdemocratici, avendoessi stessi consentito ad aggravare la loro situazione persollevare il governo dalle responsabilità del caos econo-mico, non furono fucilati.... I Tredici furono beffati. Un

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religioso della parola. Teniamo anche conto della spa-ventosa costrizione morale che subivano questi uomini,oltre la cinquantina, dopo una vita piena di lotta. Diecianni di persecuzioni larvate, di sorveglianza, di sospettocontinuo; la persecuzione dei loro famigliari. L'appelloalla fedeltà bolscevica per questa politica avvilente esuicida non aveva presa del resto se non su questi vecchicapi i quali non concepivano più la vita al di fuori delpartito. La selezione degli accusati lo completava: colo-ro che rifiutavano il mercato sapevano che sarebberostati fucilati senza processo e la maggioranza degli ac-cusati – occorre notarlo – preferiva lasciarsi fucilarenell'ombra. Tredici compiacenti apparvero alla sbarra,ma una quarantina di renitenti si lasciarono massacraresenza processo. I documenti del processo provano, inrealtà che più di cinquanta persone furono coinvolte inquest'affare. Noi conosciamo la frase del vecchio Frid-man, funzionario della Ghepeu, che fu posto sul bancodegli accusati per qualche ragione di ordine tecnico:«Mi si può fucilare una sola volta! – esclamò –. Non sipuò fare di me una puttana!». Non è stato fucilato cheuna sola volta, nella notte.

Il servizio reso al partito dagli accusati stabilì fra diessi e l'Ufficio politico un mercato esplicito o tacito. Gliaccusati dei due grandi processi precedenti, quello deitecnici e degli economisti socialdemocratici, avendoessi stessi consentito ad aggravare la loro situazione persollevare il governo dalle responsabilità del caos econo-mico, non furono fucilati.... I Tredici furono beffati. Un

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po' se l'aspettavano, conoscendo Stalin ed essendo ad-dentro alla sua politica, ma non ne ebbero la certezza senon nell'ultimo e disperato momento dell'esecuzione.Un alto funzionario staliniano ci diceva: «Se non liavessero giustiziati il processo si sarebbe risolto in unaspecie di meeting i cui effetti sarebbero falliti». E lasquadra di riserva, una volta di più martirizzata, attese ilsuo giorno nel fondo delle prigioni....

Una sola verità nel marasma dei complotti per nullaimpossibili sotto un perfetto regime poliziesco: tutto ilvecchio partito odiava Stalin, il Capo ufficialmente ac-clamato, si augurava la sua eliminazione ed avrebbe vo-luto disfarsene. E che egli lo sapesse, che sentisse l'abis-so esistente fra lui e loro. Se avessero voluto ucciderlo,l'avrebbero ucciso senza esitazione, ma abituati a con-dannare il terrorismo in nome del marxismo, cheall'azione individuale del tiranno oppone l'azione dellemasse, ripugnava loro di fare intervenire la browningnegli affari del Comitato centrale. Stalin, invece, il solodirigente bolscevico che sia stato di professione terrori-sta, è capace, come tutti gli uomini di scarsa immagina-zione, di giudicare gli altri alla sua stessa stregua e diaccusare volentieri gli altri delle intenzioni che avrebbeavuto al loro posto. Per questa ragione, egli ebbe ragio-ne nella tecnica del terrorismo. E si fucilano i capi dellaguardia del Kremlino e si accusano di terrorismo i luci-datori dei pavimenti dei palazzi del governo e si prepa-rano dei nuovi grandi processi.

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po' se l'aspettavano, conoscendo Stalin ed essendo ad-dentro alla sua politica, ma non ne ebbero la certezza senon nell'ultimo e disperato momento dell'esecuzione.Un alto funzionario staliniano ci diceva: «Se non liavessero giustiziati il processo si sarebbe risolto in unaspecie di meeting i cui effetti sarebbero falliti». E lasquadra di riserva, una volta di più martirizzata, attese ilsuo giorno nel fondo delle prigioni....

Una sola verità nel marasma dei complotti per nullaimpossibili sotto un perfetto regime poliziesco: tutto ilvecchio partito odiava Stalin, il Capo ufficialmente ac-clamato, si augurava la sua eliminazione ed avrebbe vo-luto disfarsene. E che egli lo sapesse, che sentisse l'abis-so esistente fra lui e loro. Se avessero voluto ucciderlo,l'avrebbero ucciso senza esitazione, ma abituati a con-dannare il terrorismo in nome del marxismo, cheall'azione individuale del tiranno oppone l'azione dellemasse, ripugnava loro di fare intervenire la browningnegli affari del Comitato centrale. Stalin, invece, il solodirigente bolscevico che sia stato di professione terrori-sta, è capace, come tutti gli uomini di scarsa immagina-zione, di giudicare gli altri alla sua stessa stregua e diaccusare volentieri gli altri delle intenzioni che avrebbeavuto al loro posto. Per questa ragione, egli ebbe ragio-ne nella tecnica del terrorismo. E si fucilano i capi dellaguardia del Kremlino e si accusano di terrorismo i luci-datori dei pavimenti dei palazzi del governo e si prepa-rano dei nuovi grandi processi.

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22SANGUE SU SANGUE

L'esecuzione dei Tredici ha creato in seno al vecchiopartito una situazione insostenibile. Mai fino ad oggi ibolscevichi avevano versato sangue bolscevico. Tutti siconoscevano dalle prigioni dello zar, da più di trent'annidi propaganda. Ma nessuno si poteva permettere, senzaincorrere nella morte, di disapprovare l'assassinio appe-na legale di molti collaboratori di Lenin; al contrario siesige dai sopravvissuti che lo approvino ed essi lo ap-provano in termini disgustosi, sentendo forse che non ri-mane altro se non l'eccesso d'infamia per denunciarel'eccesso di oppressione. Piatakov, l'ex capo del primogoverno sovietico dell'Ucraina, uno dei dirigentidell'industrializzazione, ha scritto alla vigilia del verdet-to: «Il disgustante odore di una morgue si è sparso ad untratto.... Questi esseri non sono più che dei cadaveripuzzolenti. Il sangue si agghiaccia davanti ai loro crimi-ni.... Essi hanno perduto ogni aspetto umano. Bisognaannientarli come delle carogne....». Ha appena finito discrivere ciò, che viene arrestato anche lui. A Karl Ra-

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22SANGUE SU SANGUE

L'esecuzione dei Tredici ha creato in seno al vecchiopartito una situazione insostenibile. Mai fino ad oggi ibolscevichi avevano versato sangue bolscevico. Tutti siconoscevano dalle prigioni dello zar, da più di trent'annidi propaganda. Ma nessuno si poteva permettere, senzaincorrere nella morte, di disapprovare l'assassinio appe-na legale di molti collaboratori di Lenin; al contrario siesige dai sopravvissuti che lo approvino ed essi lo ap-provano in termini disgustosi, sentendo forse che non ri-mane altro se non l'eccesso d'infamia per denunciarel'eccesso di oppressione. Piatakov, l'ex capo del primogoverno sovietico dell'Ucraina, uno dei dirigentidell'industrializzazione, ha scritto alla vigilia del verdet-to: «Il disgustante odore di una morgue si è sparso ad untratto.... Questi esseri non sono più che dei cadaveripuzzolenti. Il sangue si agghiaccia davanti ai loro crimi-ni.... Essi hanno perduto ogni aspetto umano. Bisognaannientarli come delle carogne....». Ha appena finito discrivere ciò, che viene arrestato anche lui. A Karl Ra-

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dek, a Boukharine, a Rakovski si fanno scrivere dei pez-zi del genere e poi si arrestano. Dappertutto non si fannoche arresti. L'esercito stesso non è più risparmiato.L'alto Commissario per la Sicurezza, Iagoda, capo dellaGhepeu da una dozzina di anni, colui che ha istruito ilprocesso dei Tredici, viene anch'esso arrestato. È evi-dente che gli strumenti che hanno servito ad ordire que-sta sanguinosa macchinazione politica debbono scompa-rire, che sia impossibile lasciar vivere gli altri antichi di-rigenti, vecchi bolscevichi, dopo aver fucilato Zinovieve Kaménev non è meno evidente.

Il secondo grande processo di Mosca, quello dei Ven-tuno, ha luogo nelle stesse condizioni del primo, allafine del gennaio 1936. Al banco degli accusati, Piata-kov, di già ricordato, che Lenin raccomanda particolar-mente nel suo testamento; Sérébriakov, uno dei Segreta-ri del Comitato centrale al tempo di Lenin; Mouralov, excomandante militare della regione di Mosca, uno degliuomini che promossero a Mosca l'insurrezione del 1917;Sokolnikov, già membro del Comitato centrale di Lenin,già ambasciatore a Londra; Karl Radek, uno dei fonda-tori dell'Internazionale comunista, uno dei superstitidell'insurrezione berlinese; combattenti della guerra ci-vile, come Drobnis; dirigenti di industria, come Ratait-chak; dirigenti di ferrovia, come Livschitz. La maggiorparte di questi accusati ignorava quale fosse stata la sor-te di Zinoviev e di Kaménev e può darsi che essi sianooggetto dello stesso ricatto. Tutti confessano, confessa-no senza fine, si accusano, si coprono di abiezione senza

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dek, a Boukharine, a Rakovski si fanno scrivere dei pez-zi del genere e poi si arrestano. Dappertutto non si fannoche arresti. L'esercito stesso non è più risparmiato.L'alto Commissario per la Sicurezza, Iagoda, capo dellaGhepeu da una dozzina di anni, colui che ha istruito ilprocesso dei Tredici, viene anch'esso arrestato. È evi-dente che gli strumenti che hanno servito ad ordire que-sta sanguinosa macchinazione politica debbono scompa-rire, che sia impossibile lasciar vivere gli altri antichi di-rigenti, vecchi bolscevichi, dopo aver fucilato Zinovieve Kaménev non è meno evidente.

Il secondo grande processo di Mosca, quello dei Ven-tuno, ha luogo nelle stesse condizioni del primo, allafine del gennaio 1936. Al banco degli accusati, Piata-kov, di già ricordato, che Lenin raccomanda particolar-mente nel suo testamento; Sérébriakov, uno dei Segreta-ri del Comitato centrale al tempo di Lenin; Mouralov, excomandante militare della regione di Mosca, uno degliuomini che promossero a Mosca l'insurrezione del 1917;Sokolnikov, già membro del Comitato centrale di Lenin,già ambasciatore a Londra; Karl Radek, uno dei fonda-tori dell'Internazionale comunista, uno dei superstitidell'insurrezione berlinese; combattenti della guerra ci-vile, come Drobnis; dirigenti di industria, come Ratait-chak; dirigenti di ferrovia, come Livschitz. La maggiorparte di questi accusati ignorava quale fosse stata la sor-te di Zinoviev e di Kaménev e può darsi che essi sianooggetto dello stesso ricatto. Tutti confessano, confessa-no senza fine, si accusano, si coprono di abiezione senza

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la minima verosimiglianza.... Essi hanno formato, sulledirettive dell'esiliato Trotsky, una associazione contro-rivoluzionaria, il cui scopo era di provocare nell'URSSla restaurazione del regime capitalista e l'instaurazionedel fascismo; a tal fine sono diventati agenti della Ger-mania nazista e del Giappone ed hanno preparato conqueste potenze l'invasione e lo smembramentodell'URSS; per distruggere la potenza industriale creatadal geniale capo del partito, essi hanno organizzato il sa-botaggio dell'industria, catastrofi nelle miniere, incidentisulle ferrovie, a migliaia.... Noi non esageriamo niente,lontani di là. Tutto ciò sotto la sorveglianza incessantedella Ghepeu. Grosse corde! Sembra che il fine del pro-cesso sia di spiegare al gran pubblico l'inverosimile si-tuazione dell'industria, il desolante numero delle cata-strofi nelle miniere, il terrificante numero degli incidentinelle ferrovie. Un accusato riferisce che i trotskisti nehanno provocato 3.500. Tutto è opera dei trotskisti, de-gli agenti del Giappone e della Germania. Capite? Ma èassolutamente necessario far risalire tutto il male finoall'esiliato Trotsky, poichè egli è fuori pericolo. E Piata-kov, ascetico, colla sua barba brizzolata e la sua lungapersona curva per l'avvilimento, racconta che trovandosiin missione all'estero si è portato da Berlino ad Oslo inapparecchio per intrattenersi con Trotsky11. All'indoma-

11 L'accusa che ritorna senza tregua in questi processi è direttacontro Trotsky, che si vuole disonorare ad ogni costo, presentan-dolo come un agente del nazismo. Piatakov depose che «Trotskysi era inteso con il governo fascista tedesco dopo aver lungamente

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la minima verosimiglianza.... Essi hanno formato, sulledirettive dell'esiliato Trotsky, una associazione contro-rivoluzionaria, il cui scopo era di provocare nell'URSSla restaurazione del regime capitalista e l'instaurazionedel fascismo; a tal fine sono diventati agenti della Ger-mania nazista e del Giappone ed hanno preparato conqueste potenze l'invasione e lo smembramentodell'URSS; per distruggere la potenza industriale creatadal geniale capo del partito, essi hanno organizzato il sa-botaggio dell'industria, catastrofi nelle miniere, incidentisulle ferrovie, a migliaia.... Noi non esageriamo niente,lontani di là. Tutto ciò sotto la sorveglianza incessantedella Ghepeu. Grosse corde! Sembra che il fine del pro-cesso sia di spiegare al gran pubblico l'inverosimile si-tuazione dell'industria, il desolante numero delle cata-strofi nelle miniere, il terrificante numero degli incidentinelle ferrovie. Un accusato riferisce che i trotskisti nehanno provocato 3.500. Tutto è opera dei trotskisti, de-gli agenti del Giappone e della Germania. Capite? Ma èassolutamente necessario far risalire tutto il male finoall'esiliato Trotsky, poichè egli è fuori pericolo. E Piata-kov, ascetico, colla sua barba brizzolata e la sua lungapersona curva per l'avvilimento, racconta che trovandosiin missione all'estero si è portato da Berlino ad Oslo inapparecchio per intrattenersi con Trotsky11. All'indoma-

11 L'accusa che ritorna senza tregua in questi processi è direttacontro Trotsky, che si vuole disonorare ad ogni costo, presentan-dolo come un agente del nazismo. Piatakov depose che «Trotskysi era inteso con il governo fascista tedesco dopo aver lungamente

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Page 103: Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti,

ni le autorità norvegesi certificano che nessun apparec-chio proveniente da Berlino è arrivato in quel temponella regione di Oslo. Sarà facile mettere in luce ben al-tre cose, ma si ha fretta. Dimostrazioni per le strade diMosca, meeting, telegrammi di comunisti di tutto ilmondo esigono la morte di questi «cani rabbiosi», lemanifestazioni si svolgono a getto continuo. I professo-ri, gli artisti, gli scienziati, i giornalisti esigono che ven-gano fucilati! Marcello Cachin e Vaillant-Couturier, cor-rispondenti de l'Humanité a Mosca inviano al loro gior-nale i resoconti ufficiali del processo; in seguito a ciò«in tutta la Francia le organizzazioni operaie esprimonoil loro furore contro gli assassini trotskisti», scrive laPravda. Diciassette uomini cadono nella fossa dell'ese-cuzione, colpiti alla nuca. Sokolnikov e Radek, rispar-miati, rimarranno in prigione.

Il terrore si è abbattuto su tutto il partito bolscevicodei primi anni della rivoluzione. Una intera generazionedeve scomparire, poichè essa non può comprenderequanto avviene e domani si opporrebbe, in nome degliideali rinnegati, ai disegni del Capo. I vincitori dellaguerra civile di altri tempi mormorano? Noi sappiamoche questi uomini di guerra cominciano ad averne abba-stanza dei sanguinosi intrighi del Segretario generale e

negoziato con Hess...». Ricordiamo che una commissione di in-tellettuali americani, presieduta dal prof. John Dewey, ha studiatoi dati del processo di Mosca, ha lungamente interrogato Trotskynel Messico, consultati i suoi archivi ed ha concluso a sua totalediscolpa: «Not guilty!».

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ni le autorità norvegesi certificano che nessun apparec-chio proveniente da Berlino è arrivato in quel temponella regione di Oslo. Sarà facile mettere in luce ben al-tre cose, ma si ha fretta. Dimostrazioni per le strade diMosca, meeting, telegrammi di comunisti di tutto ilmondo esigono la morte di questi «cani rabbiosi», lemanifestazioni si svolgono a getto continuo. I professo-ri, gli artisti, gli scienziati, i giornalisti esigono che ven-gano fucilati! Marcello Cachin e Vaillant-Couturier, cor-rispondenti de l'Humanité a Mosca inviano al loro gior-nale i resoconti ufficiali del processo; in seguito a ciò«in tutta la Francia le organizzazioni operaie esprimonoil loro furore contro gli assassini trotskisti», scrive laPravda. Diciassette uomini cadono nella fossa dell'ese-cuzione, colpiti alla nuca. Sokolnikov e Radek, rispar-miati, rimarranno in prigione.

Il terrore si è abbattuto su tutto il partito bolscevicodei primi anni della rivoluzione. Una intera generazionedeve scomparire, poichè essa non può comprenderequanto avviene e domani si opporrebbe, in nome degliideali rinnegati, ai disegni del Capo. I vincitori dellaguerra civile di altri tempi mormorano? Noi sappiamoche questi uomini di guerra cominciano ad averne abba-stanza dei sanguinosi intrighi del Segretario generale e

negoziato con Hess...». Ricordiamo che una commissione di in-tellettuali americani, presieduta dal prof. John Dewey, ha studiatoi dati del processo di Mosca, ha lungamente interrogato Trotskynel Messico, consultati i suoi archivi ed ha concluso a sua totalediscolpa: «Not guilty!».

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che pensano ad un colpo di mano. Il 12 giugno 1937, siapprende che il maresciallo Toukhatchevski e sette ge-nerali rossi fra i più illustri, arrestati qualche giorno pri-ma, erano stati fucilati dopo un processo segreto, inven-tato senza dubbio per il comunicato alla stampa. Lametà dei pretesi giudici del maresciallo, nominati inquesto singolare momento, sono per scomparire ancheloro, a breve scadenza. Le Isvestia di questi giorni accu-sano i fucilati d'essere stati agenti della Germania. «Noiconosciamo bene – scrive l'organo governativo – lafame da lupo dei cannibali fascisti.... Essi sognano laconquista dell'Ucraina...». Durante tutta la giornata Mo-sca commenta l'arresto del maresciallo Vorochilov,Commissario del popolo alla guerra, membro dell'Uffi-cio politico, ma egli ricompare, avendo perduto ogni in-fluenza personale in quanto ha lasciato massacrare tuttoil suo grande stato maggiore. Un altro membro dell'Uffi-cio politico, Roukzoutak, è scomparso. Due dei quattromarescialli rimasti, Blucher, comandante in capodell'armata dell'estremo Oriente, ed Egorov, compagnodi giovinezza di Stalin a Tsaritsyne, scompaiono. Nelmarzo 1939 si poteva fare il seguente bilancio approssi-mativo per l'alto comando dell'esercito e della marina:essendo scomparsi, la maggior parte fucilati senza unpubblico processo, 3 marescialli su 5, 27 generali co-mandanti d'armata, 18 ammiragli e controammiragli, inbreve 13 comandanti d'armata su 19; 15 comandanti dicorpo d'armata su 85; 110 generali di divisione su 195;

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che pensano ad un colpo di mano. Il 12 giugno 1937, siapprende che il maresciallo Toukhatchevski e sette ge-nerali rossi fra i più illustri, arrestati qualche giorno pri-ma, erano stati fucilati dopo un processo segreto, inven-tato senza dubbio per il comunicato alla stampa. Lametà dei pretesi giudici del maresciallo, nominati inquesto singolare momento, sono per scomparire ancheloro, a breve scadenza. Le Isvestia di questi giorni accu-sano i fucilati d'essere stati agenti della Germania. «Noiconosciamo bene – scrive l'organo governativo – lafame da lupo dei cannibali fascisti.... Essi sognano laconquista dell'Ucraina...». Durante tutta la giornata Mo-sca commenta l'arresto del maresciallo Vorochilov,Commissario del popolo alla guerra, membro dell'Uffi-cio politico, ma egli ricompare, avendo perduto ogni in-fluenza personale in quanto ha lasciato massacrare tuttoil suo grande stato maggiore. Un altro membro dell'Uffi-cio politico, Roukzoutak, è scomparso. Due dei quattromarescialli rimasti, Blucher, comandante in capodell'armata dell'estremo Oriente, ed Egorov, compagnodi giovinezza di Stalin a Tsaritsyne, scompaiono. Nelmarzo 1939 si poteva fare il seguente bilancio approssi-mativo per l'alto comando dell'esercito e della marina:essendo scomparsi, la maggior parte fucilati senza unpubblico processo, 3 marescialli su 5, 27 generali co-mandanti d'armata, 18 ammiragli e controammiragli, inbreve 13 comandanti d'armata su 19; 15 comandanti dicorpo d'armata su 85; 110 generali di divisione su 195;

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202 generali di brigata su 40612; e dai 20 ai 30.000 uffi-ciali di grado inferiore su un totale di 80.000 ufficiali inservizio attivo....

Eguali ecatombe falcidiavano i quadri dell'industria,dell'agricoltura, della letteratura, della diplomazia,dell'amministrazione. Sangue su sangue, sangue su san-gue...13.

12 Da un articolo del Generale Baratier citato dal Temps nelmarzo 1939.

13 Fra gli scrittori scomparsi notiamo: Boris Pilniak, uno deipiù grandi romanzieri della letteratura sovietica, Voronsky, Lélé-vitch, Gorbatchev, Tarasov-Rodionov, Serge Trétiakov, AlexandreArossev, Galina Sérébriakova, il drammaturgo Meyerhold (suamoglie Zinaida Reich, attrice celebre in Russia, è morta misterio-samente assassinata) e qualche giornalista comprato come Aver-bach e Michel Koltsov.

Ricordiamo i nomi dei diplomatici scomparsi: Michel Rosem-berg, accreditato a Madrid e alla S. D. N.; Krestinski, ambasciato-re a Berlino, fucilato; Karakhane, ambasciatore ad Ankara, fucila-to; Iouréniév, ambasciatore a Berlino, scomparso; Bogomolov,ambasciatore a Nanchino; Beksadian, ambasciatore a Budapest;Davtian, ambasciatore a Varsavia; Oustinov, ministro a Tallin,suicidato; Asmus, ministro a Helsinki, scomparso; Antonov-Ovséenko, console generale a Barcellona, scomparso; Sokolni-kov, già ambasciatore a Londra e Racovski, già ambasciatore aParigi, in prigione; Stomoniakov, Stern, alti funzionari agli Affariesteri, scomparsi; Boutenko, incaricato di affari a Bucarest; Bar-mine, incaricato di affari ad Atene, Raskolnikov, ambasciatore aSofia, si rifugiarono all'estero e furono messi fuori legge. Si igno-ra ciò che è avvenuto di Troyanovski, recentemente ambasciatorea Washington.

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202 generali di brigata su 40612; e dai 20 ai 30.000 uffi-ciali di grado inferiore su un totale di 80.000 ufficiali inservizio attivo....

Eguali ecatombe falcidiavano i quadri dell'industria,dell'agricoltura, della letteratura, della diplomazia,dell'amministrazione. Sangue su sangue, sangue su san-gue...13.

12 Da un articolo del Generale Baratier citato dal Temps nelmarzo 1939.

13 Fra gli scrittori scomparsi notiamo: Boris Pilniak, uno deipiù grandi romanzieri della letteratura sovietica, Voronsky, Lélé-vitch, Gorbatchev, Tarasov-Rodionov, Serge Trétiakov, AlexandreArossev, Galina Sérébriakova, il drammaturgo Meyerhold (suamoglie Zinaida Reich, attrice celebre in Russia, è morta misterio-samente assassinata) e qualche giornalista comprato come Aver-bach e Michel Koltsov.

Ricordiamo i nomi dei diplomatici scomparsi: Michel Rosem-berg, accreditato a Madrid e alla S. D. N.; Krestinski, ambasciato-re a Berlino, fucilato; Karakhane, ambasciatore ad Ankara, fucila-to; Iouréniév, ambasciatore a Berlino, scomparso; Bogomolov,ambasciatore a Nanchino; Beksadian, ambasciatore a Budapest;Davtian, ambasciatore a Varsavia; Oustinov, ministro a Tallin,suicidato; Asmus, ministro a Helsinki, scomparso; Antonov-Ovséenko, console generale a Barcellona, scomparso; Sokolni-kov, già ambasciatore a Londra e Racovski, già ambasciatore aParigi, in prigione; Stomoniakov, Stern, alti funzionari agli Affariesteri, scomparsi; Boutenko, incaricato di affari a Bucarest; Bar-mine, incaricato di affari ad Atene, Raskolnikov, ambasciatore aSofia, si rifugiarono all'estero e furono messi fuori legge. Si igno-ra ciò che è avvenuto di Troyanovski, recentemente ambasciatorea Washington.

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23IL TERZO PROCESSO DI MOSCA

Alexis Rykov, il successore di Lenin alla presidenzadel Consiglio dei Commissari del Popolo, e NicolasBoukharine, il più noto ideologo del partito, ambedue exmembri dell'Ufficio politico, ambedue avversari dellacollettivizzazione agraria, vivono ancora. Il loro amicoTomski, l'antico dirigente dei sindacati sovietici, ha fattouna degna fine tirandosi una pallottola nel cervello.Tratti dalla prigionia per comparire davanti al Comitatocentrale, alla presenza di Stalin, Rykov e Boukharine siumiliano davanti al partito, appellandosi al cuore ed allacoscienza dei loro vecchi camerati, rifiutano di ricono-scersi come traditori.... Stalin interrompe le esortazioniegualmente dannose di Boukharine: «Basta! siano ripor-tati in prigione!» ed il Comitato centrale tronca l'ovazio-ne. Un processo pubblico sembrava indispensabile acausa della grande notorietà di Rykov e Boukharine; maormai i vecchi rivoluzionari, in preda all'inquisizione,gli resistono. Mentre gli interrogatori durano dai tre aiquattro giorni senza che l'accusato possa dormire, gli in-

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23IL TERZO PROCESSO DI MOSCA

Alexis Rykov, il successore di Lenin alla presidenzadel Consiglio dei Commissari del Popolo, e NicolasBoukharine, il più noto ideologo del partito, ambedue exmembri dell'Ufficio politico, ambedue avversari dellacollettivizzazione agraria, vivono ancora. Il loro amicoTomski, l'antico dirigente dei sindacati sovietici, ha fattouna degna fine tirandosi una pallottola nel cervello.Tratti dalla prigionia per comparire davanti al Comitatocentrale, alla presenza di Stalin, Rykov e Boukharine siumiliano davanti al partito, appellandosi al cuore ed allacoscienza dei loro vecchi camerati, rifiutano di ricono-scersi come traditori.... Stalin interrompe le esortazioniegualmente dannose di Boukharine: «Basta! siano ripor-tati in prigione!» ed il Comitato centrale tronca l'ovazio-ne. Un processo pubblico sembrava indispensabile acausa della grande notorietà di Rykov e Boukharine; maormai i vecchi rivoluzionari, in preda all'inquisizione,gli resistono. Mentre gli interrogatori durano dai tre aiquattro giorni senza che l'accusato possa dormire, gli in-

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quisitori si danno il cambio; quando l'accusato sviene,viene medicato (punture), rimesso in piedi e la torturaricomincia. Circola la voce che sotto gli occhi di alcuniimputati si sarebbero fucilati alcuni membri delle lorofamiglie, in altri casi, i loro compagni di accusa.L'ambasciatore ad Ankara, Karakhane, e l'ex segretariodell'esecutivo centrale dei Soviet, un compagno dellagiovinezza di Stalin, Enoukindzé, vengono fucilati insegreto insieme a numerosi altri. Sembra che si sianominacciati gli accusati di una pena di morte peggiore,più lenta dell'abituale esecuzione a colpi di revolver. Ècerto che si è lasciato loro sperare la vita, il ritorno al la-voro, e che si è esaltato il loro patriottismo comunista.Piove sangue. I vecchi bolscevichi georgiani sono mas-sacrati. Boudou Mdivani avrebbe gridato: «Sarò io amettere Stalin in stato di accusa!». L'economista Préo-brajenski scompare. Tutti i capi dei servizi centrali dellaGhepeu sono massacrati: Prokofiev, Moltchanov, Volo-vitch, Pauker, Agranov.... Trattati tutti da «spie naziste»,da traditori e da terroristi, a cominciare da coloro cheavevano vegliato sulla sicurezza personale di Stalin,come Volovitch e Pauker.

Nel marzo 1938 si apre finalmente, secondo i riti co-nosciuti, il terzo grande processo, quello di Rykov, Bou-kharine, Krestinski – già segretario del Comitato centra-le, poi ambasciatore a Berlino – Racovsky, già amba-sciatore a Parigi, Fayçoulla Khodjaév già capo del go-verno dell'Asia centrale, Iagoda ancora di recente mini-stro della polizia, ed altri quindici alti funzionari. Essi

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quisitori si danno il cambio; quando l'accusato sviene,viene medicato (punture), rimesso in piedi e la torturaricomincia. Circola la voce che sotto gli occhi di alcuniimputati si sarebbero fucilati alcuni membri delle lorofamiglie, in altri casi, i loro compagni di accusa.L'ambasciatore ad Ankara, Karakhane, e l'ex segretariodell'esecutivo centrale dei Soviet, un compagno dellagiovinezza di Stalin, Enoukindzé, vengono fucilati insegreto insieme a numerosi altri. Sembra che si sianominacciati gli accusati di una pena di morte peggiore,più lenta dell'abituale esecuzione a colpi di revolver. Ècerto che si è lasciato loro sperare la vita, il ritorno al la-voro, e che si è esaltato il loro patriottismo comunista.Piove sangue. I vecchi bolscevichi georgiani sono mas-sacrati. Boudou Mdivani avrebbe gridato: «Sarò io amettere Stalin in stato di accusa!». L'economista Préo-brajenski scompare. Tutti i capi dei servizi centrali dellaGhepeu sono massacrati: Prokofiev, Moltchanov, Volo-vitch, Pauker, Agranov.... Trattati tutti da «spie naziste»,da traditori e da terroristi, a cominciare da coloro cheavevano vegliato sulla sicurezza personale di Stalin,come Volovitch e Pauker.

Nel marzo 1938 si apre finalmente, secondo i riti co-nosciuti, il terzo grande processo, quello di Rykov, Bou-kharine, Krestinski – già segretario del Comitato centra-le, poi ambasciatore a Berlino – Racovsky, già amba-sciatore a Parigi, Fayçoulla Khodjaév già capo del go-verno dell'Asia centrale, Iagoda ancora di recente mini-stro della polizia, ed altri quindici alti funzionari. Essi

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confessano molto meno bene dei condannati delle primecarrette. Facilmente sfuggono verso l'enorme, l'assurdo.Tutti trotskisti, ciò è naturale, agenti dell'IntelligenceService, agenti della Ghestapo, agenti del Giappone,essi hanno provocato la carestia nelle annate della col-lettivizzazione, hanno preparato l'invasione straniera elo smembramento dell'URSS, hanno commesso degliassassinii.... Siccome si è troppo parlato di terrorismosenza vittime e di attentati non eseguiti, bisogna trovareora degli assassinii e si trovano. Il vecchio MassimoGorki, tubercoloso dalla giovinezza, muore di una pol-monite a 68 anni: è stato il dottore Lévine, il quale altrevolte ha curato Lenin, ad ucciderlo per ordine di Iago-da.... Queste invenzioni sorpassano la più perversa dellefantasie. Si fucilerà il vecchio dottore, si fucilerà il se-gretario dello scrittore, Krioutchkov, un agente dellaGhepeu. Il figlio di Gorki essendosi ubbriacato prese delfreddo e morì: tutto ciò era stato selvaggiamente orga-nizzato. Sappiamo che alla Ghepeu sotto Iagoda esistevaun laboratorio di veleni. Ciò ci fa riflettere sulla morteimprovvisa di due membri dell'Ufficio politico i qualiper la loro carica esercitavano un controllo sulla poliziapolitica, Ordjonikidzé e Kouybikev, e ciò non è altro cheimmaginazione.... Al principio del processo un incidentesignificativo ha rischiato di provocarne il fallimento.Krestinski, molto miope, barbetta a punta, fronte moltoalta e pallida, si è alzato ed ha gridato: «Io sono inno-cente! Io sono fedele al partito! Io non ho fatto niente ditutto ciò che mi si accusa!». Ed il procuratore Vychin-

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confessano molto meno bene dei condannati delle primecarrette. Facilmente sfuggono verso l'enorme, l'assurdo.Tutti trotskisti, ciò è naturale, agenti dell'IntelligenceService, agenti della Ghestapo, agenti del Giappone,essi hanno provocato la carestia nelle annate della col-lettivizzazione, hanno preparato l'invasione straniera elo smembramento dell'URSS, hanno commesso degliassassinii.... Siccome si è troppo parlato di terrorismosenza vittime e di attentati non eseguiti, bisogna trovareora degli assassinii e si trovano. Il vecchio MassimoGorki, tubercoloso dalla giovinezza, muore di una pol-monite a 68 anni: è stato il dottore Lévine, il quale altrevolte ha curato Lenin, ad ucciderlo per ordine di Iago-da.... Queste invenzioni sorpassano la più perversa dellefantasie. Si fucilerà il vecchio dottore, si fucilerà il se-gretario dello scrittore, Krioutchkov, un agente dellaGhepeu. Il figlio di Gorki essendosi ubbriacato prese delfreddo e morì: tutto ciò era stato selvaggiamente orga-nizzato. Sappiamo che alla Ghepeu sotto Iagoda esistevaun laboratorio di veleni. Ciò ci fa riflettere sulla morteimprovvisa di due membri dell'Ufficio politico i qualiper la loro carica esercitavano un controllo sulla poliziapolitica, Ordjonikidzé e Kouybikev, e ciò non è altro cheimmaginazione.... Al principio del processo un incidentesignificativo ha rischiato di provocarne il fallimento.Krestinski, molto miope, barbetta a punta, fronte moltoalta e pallida, si è alzato ed ha gridato: «Io sono inno-cente! Io sono fedele al partito! Io non ho fatto niente ditutto ciò che mi si accusa!». Ed il procuratore Vychin-

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ski, disarcionato, commette la grossa gaffe: «Non affer-merete anche che vi è stata fatta della violenza durantel'istruttoria?». «Sì, dice fermamente il diplomatico, èproprio ciò che io affermo». Si interrompe l'interrogato-rio e il giorno seguente lo stesso Krestinski si confessacolpevole. Qualche cosa era avvenuto nella notte....Come nei precedenti processi, nessuna prova materiale èstata mai prodotta, nessuna citazione precisa è stata maiesposta dettagliatamente, discussa o controllata. Nei ri-guardi delle persone denunciate all'estero, Teodoro Dan,Maddalena Paz, Alfredo Rosmer, Emilio Buré, l'ufficionorvegese dei passaporti, il governo britannico invianosmentite su smentite, senza il minimo risultato. Il deliriocontinua, mescolando dei fatti reali all'assurdo eall'impossibile, come la perdita di centinaia di migliaiadi dollari nei servizi economici all'estero, confessata daRosengoltz; questo denaro è probabilmente servito adalimentare la propaganda ufficiale.... Alcune grossolanespiegazioni politiche del processo saltano agli occhi.Changorovitch, ex segretario del partito nella Russiabianca dove vengono successivamente sostituiti due go-verni per i suicidi e le esecuzioni, si accusa di aver pro-vocato l'epizoozia, raccolti deficenti, la fame.... Ora si èfucilato senza processo Tcheboldave, il quale diresse lacollettivizzazione nel Caucaso settentrionale, e Golost-chékine che la diresse nell'Asia centrale. Postychev, chela dirigeva in Ucraina, scompare come Eikhé che la diri-geva nella Siberia occidentale. In tal modo Stalin rigettala responsabilità della fame su i suoi subordinati e se ne

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ski, disarcionato, commette la grossa gaffe: «Non affer-merete anche che vi è stata fatta della violenza durantel'istruttoria?». «Sì, dice fermamente il diplomatico, èproprio ciò che io affermo». Si interrompe l'interrogato-rio e il giorno seguente lo stesso Krestinski si confessacolpevole. Qualche cosa era avvenuto nella notte....Come nei precedenti processi, nessuna prova materiale èstata mai prodotta, nessuna citazione precisa è stata maiesposta dettagliatamente, discussa o controllata. Nei ri-guardi delle persone denunciate all'estero, Teodoro Dan,Maddalena Paz, Alfredo Rosmer, Emilio Buré, l'ufficionorvegese dei passaporti, il governo britannico invianosmentite su smentite, senza il minimo risultato. Il deliriocontinua, mescolando dei fatti reali all'assurdo eall'impossibile, come la perdita di centinaia di migliaiadi dollari nei servizi economici all'estero, confessata daRosengoltz; questo denaro è probabilmente servito adalimentare la propaganda ufficiale.... Alcune grossolanespiegazioni politiche del processo saltano agli occhi.Changorovitch, ex segretario del partito nella Russiabianca dove vengono successivamente sostituiti due go-verni per i suicidi e le esecuzioni, si accusa di aver pro-vocato l'epizoozia, raccolti deficenti, la fame.... Ora si èfucilato senza processo Tcheboldave, il quale diresse lacollettivizzazione nel Caucaso settentrionale, e Golost-chékine che la diresse nell'Asia centrale. Postychev, chela dirigeva in Ucraina, scompare come Eikhé che la diri-geva nella Siberia occidentale. In tal modo Stalin rigettala responsabilità della fame su i suoi subordinati e se ne

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sbarazza.... Il regime che egli ha inflitto alle nazionalitàmussulmane fa nascere fra quelle delle tendenze separa-tiste: si rigetta la responsabilità sui governi locali forma-ti contro ogni verosimiglianza da agenti dell'IntelligenceService britannico.... Boukharine, pistola alla nuca, dàprova di uno straordinario coraggio e sferra l'ultima bat-taglia della sua vita in modo da permettere agli storici diritrovarvisi. Le sue dichiarazioni sono sensazionali, seb-bene risultino tagliate nei resoconti pubblicati. Beninte-so egli si accusa, facendo fino alla fine il gioco di unpartito che lo uccide, ma che resta il suo, di un regimespaventoso, ma nel quale egli conserva un ultimo avan-zo di fede. «Noi abbiamo subíto, egli dice, una degene-razione che ci ha portato ad una specie di fascismo pre-toriano da contadini arricchiti». I nuovi arrivati della ri-voluzione sono ben questi dei contadini arricchiti dive-nuti pretoriani. «Per quale causa tu morirai?», si doman-da a Boukharine ed egli risponde: «Io vedo di colpo, lu-cidamente, un vuoto nero....». Ed in realtà, se la batta-glia senza pietà per il socialismo ha portato la rivoluzio-ne ad un fascismo da pretoriani, tutto è messo in scacco,le più alte esperienze sono compromesse, non rimane al-tro che «inginocchiarsi egualmente, disperatamente da-vanti al partito e al paese». È il grido di un patriottismocomunista nutrito della sua stessa disperazione. Rykov,Rosengoltz, Boukharine non sollecitano la clemenza.Salvo Sokolnikov e Racovski, condannati a dieci anni direclusione, vanno tutti alla morte.

Stalin non ha più rivali.

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sbarazza.... Il regime che egli ha inflitto alle nazionalitàmussulmane fa nascere fra quelle delle tendenze separa-tiste: si rigetta la responsabilità sui governi locali forma-ti contro ogni verosimiglianza da agenti dell'IntelligenceService britannico.... Boukharine, pistola alla nuca, dàprova di uno straordinario coraggio e sferra l'ultima bat-taglia della sua vita in modo da permettere agli storici diritrovarvisi. Le sue dichiarazioni sono sensazionali, seb-bene risultino tagliate nei resoconti pubblicati. Beninte-so egli si accusa, facendo fino alla fine il gioco di unpartito che lo uccide, ma che resta il suo, di un regimespaventoso, ma nel quale egli conserva un ultimo avan-zo di fede. «Noi abbiamo subíto, egli dice, una degene-razione che ci ha portato ad una specie di fascismo pre-toriano da contadini arricchiti». I nuovi arrivati della ri-voluzione sono ben questi dei contadini arricchiti dive-nuti pretoriani. «Per quale causa tu morirai?», si doman-da a Boukharine ed egli risponde: «Io vedo di colpo, lu-cidamente, un vuoto nero....». Ed in realtà, se la batta-glia senza pietà per il socialismo ha portato la rivoluzio-ne ad un fascismo da pretoriani, tutto è messo in scacco,le più alte esperienze sono compromesse, non rimane al-tro che «inginocchiarsi egualmente, disperatamente da-vanti al partito e al paese». È il grido di un patriottismocomunista nutrito della sua stessa disperazione. Rykov,Rosengoltz, Boukharine non sollecitano la clemenza.Salvo Sokolnikov e Racovski, condannati a dieci anni direclusione, vanno tutti alla morte.

Stalin non ha più rivali.

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24VITTORIA IN CINA,

DISFATTA IN SPAGNA

Alle due estremità dell'Eurasia l'URSS perseguiva, in-tanto, sotto la direzione del «pilota geniale», una politi-ca estera il cui obbiettivo essenziale era quello di allon-tanare la guerra dalle proprie frontiere. Dopo il 1928delle armate rosse cinesi, inquadrate da istruttori russi,difendevano qualche territorio sovietico, specialmentenello Kiangsi. Quasi nello stesso momento in cui laRussia fu ammessa nella Società delle Nazioni e la IIIInternazionale passava alla politica dei «fronti popola-ri», i comunisti cinesi ricevettero da Mosca l'ordine diabbandonare i territori che occupavano e di ripiegareverso l'interno della Cina, nelle regioni delle steppe lun-go le quali passano le strade che vanno dalla Cina a Sin-kiang o Turkestan cinese – in corso di sovietizzazione –e dalla Cina alla Mongolia, apparentemente sovietizzata.Sotto il comando di Mao-Tse-Dzioum, 90.000 uominiiniziarono nel 1924 la straordinaria ritirata attraversotremila chilometri di territorio a volo d'uccello, in realtà

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24VITTORIA IN CINA,

DISFATTA IN SPAGNA

Alle due estremità dell'Eurasia l'URSS perseguiva, in-tanto, sotto la direzione del «pilota geniale», una politi-ca estera il cui obbiettivo essenziale era quello di allon-tanare la guerra dalle proprie frontiere. Dopo il 1928delle armate rosse cinesi, inquadrate da istruttori russi,difendevano qualche territorio sovietico, specialmentenello Kiangsi. Quasi nello stesso momento in cui laRussia fu ammessa nella Società delle Nazioni e la IIIInternazionale passava alla politica dei «fronti popola-ri», i comunisti cinesi ricevettero da Mosca l'ordine diabbandonare i territori che occupavano e di ripiegareverso l'interno della Cina, nelle regioni delle steppe lun-go le quali passano le strade che vanno dalla Cina a Sin-kiang o Turkestan cinese – in corso di sovietizzazione –e dalla Cina alla Mongolia, apparentemente sovietizzata.Sotto il comando di Mao-Tse-Dzioum, 90.000 uominiiniziarono nel 1924 la straordinaria ritirata attraversotremila chilometri di territorio a volo d'uccello, in realtà

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attraverso diecimila chilometri di strade da superare.Nel 1936 arrivarono, in 45.000, nel Chansi, stabilendocosì nel cuore dell'Asia una forza militare magnifica-mente agguerrita a disposizione dell'Ufficio politico.

Nel nord della Cina, il giovane maresciallo Thang-Sue-Liang conduceva la guerra contro i Rossi, per il go-verno di Nanchino. Egli entrò a contatto con il nemico,attrasse il maresciallo Tchang-Kai-Shek nel suo quartiergenerale, nel dicembre del 1936, e lo fece prigioniero....Tchang-Kai-Shek sfuggì da questa prigionia, che potevacostargli la vita, per cambiare radicalmente l'indirizzodella sua politica, per allearsi ai comunisti contro i qualiconduceva una «guerra di sterminio», per accettare laloro collaborazione, per cedere a loro delle posizioniimportanti a fare al Giappone la guerra di «liberazionenazionale», che i comunisti avevano preconizzato14. Il21 agosto 1937 fu firmato fra l'URSS e la Cina un pattodi non aggressione. «È certo, scrive un amico della Cina– Jean Escarra – che l'URSS diede alla Cina un effettivoaiuto in materiali e in munizioni, malgrado che le comu-nicazioni fra i due paesi fossero lunghe e difficili15».Nello scorso novembre, la rivista ufficiale del Comitatocentrale di Mosca, Le Bolchévik presentava Mao-Tsé-Dzioum ed i comunisti come veri animatori della resi-stenza nazionale in Cina. Noi sappiamo d'altra parte che

14 Una relazione dettagliata di questi incidenti e di questi av-venimenti è stata fatta da Edgar Snow, corrispondente del DailyHerald di Londra, in Red Star over China. (Gollancz, edit.).

15 J. ESCARRA, L'honorable paix japonaise. (Grasset, edit.).

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attraverso diecimila chilometri di strade da superare.Nel 1936 arrivarono, in 45.000, nel Chansi, stabilendocosì nel cuore dell'Asia una forza militare magnifica-mente agguerrita a disposizione dell'Ufficio politico.

Nel nord della Cina, il giovane maresciallo Thang-Sue-Liang conduceva la guerra contro i Rossi, per il go-verno di Nanchino. Egli entrò a contatto con il nemico,attrasse il maresciallo Tchang-Kai-Shek nel suo quartiergenerale, nel dicembre del 1936, e lo fece prigioniero....Tchang-Kai-Shek sfuggì da questa prigionia, che potevacostargli la vita, per cambiare radicalmente l'indirizzodella sua politica, per allearsi ai comunisti contro i qualiconduceva una «guerra di sterminio», per accettare laloro collaborazione, per cedere a loro delle posizioniimportanti a fare al Giappone la guerra di «liberazionenazionale», che i comunisti avevano preconizzato14. Il21 agosto 1937 fu firmato fra l'URSS e la Cina un pattodi non aggressione. «È certo, scrive un amico della Cina– Jean Escarra – che l'URSS diede alla Cina un effettivoaiuto in materiali e in munizioni, malgrado che le comu-nicazioni fra i due paesi fossero lunghe e difficili15».Nello scorso novembre, la rivista ufficiale del Comitatocentrale di Mosca, Le Bolchévik presentava Mao-Tsé-Dzioum ed i comunisti come veri animatori della resi-stenza nazionale in Cina. Noi sappiamo d'altra parte che

14 Una relazione dettagliata di questi incidenti e di questi av-venimenti è stata fatta da Edgar Snow, corrispondente del DailyHerald di Londra, in Red Star over China. (Gollancz, edit.).

15 J. ESCARRA, L'honorable paix japonaise. (Grasset, edit.).

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dei pretesi complotti trotskisti sono stati repressinell'esercito rosso della Cina e che gli interventi dellaGhepeu ad Hangoi hanno sollevato, non molto tempo fa,le proteste del consolato di questa città. Si può conclu-dere che la politica di Stalin è largamente riuscita inCina poichè lo stato di guerra tra la Cina ed il Giapponeha distolto dalle frontiere sovietiche la minaccia giappo-nese, ha affermato nella Cina stessa l'influenza del Ko-mintern e dell'URSS, ha assicurato i mercati all'industriadi guerra sovietica, ha permesso alla Russia di continua-re senza difficoltà la sua penetrazione nel Sinkiang.

A partire dall'ottobre 1936, Stalin tenta all'altro capodel continente, a Madrid, a Valencia, a Barcellonaun'altra avventura. Durante i primi due mesi della guerracivile Stalin non pensava di intervenire in Spagna. Il suopartito rimaneva pur sempre insignificante. Fra l'ottobree il novembre il Capo si decise. Una campagna di mee-ting rivela in lui l'uomo provvidenziale chiamato a sal-vare il popolo spagnuolo dal fascismo. Se egli riuscirà,una nuova gloria cancellerà il sangue che egli ha finitodi versare nel proprio paese. Una Repubblica spagnolavassalla del Kremlino lo renderà più forte tanto di frontea Parigi e a Londra, quanto di fronte a Berlino e aRoma. Il progetto non è privo di grandezza, ma la diret-tiva data ai funzionari ed ai generali che partono per lapenisola manca di coraggio: «Tenetevi fuori della porta-ta dei cannoni». L'URSS fornisce alla Repubblica aero-plani, materiale di guerra, viveri, tecnici, generali, poli-ziotti; in contropartita si farà dare una grande riserva di

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dei pretesi complotti trotskisti sono stati repressinell'esercito rosso della Cina e che gli interventi dellaGhepeu ad Hangoi hanno sollevato, non molto tempo fa,le proteste del consolato di questa città. Si può conclu-dere che la politica di Stalin è largamente riuscita inCina poichè lo stato di guerra tra la Cina ed il Giapponeha distolto dalle frontiere sovietiche la minaccia giappo-nese, ha affermato nella Cina stessa l'influenza del Ko-mintern e dell'URSS, ha assicurato i mercati all'industriadi guerra sovietica, ha permesso alla Russia di continua-re senza difficoltà la sua penetrazione nel Sinkiang.

A partire dall'ottobre 1936, Stalin tenta all'altro capodel continente, a Madrid, a Valencia, a Barcellonaun'altra avventura. Durante i primi due mesi della guerracivile Stalin non pensava di intervenire in Spagna. Il suopartito rimaneva pur sempre insignificante. Fra l'ottobree il novembre il Capo si decise. Una campagna di mee-ting rivela in lui l'uomo provvidenziale chiamato a sal-vare il popolo spagnuolo dal fascismo. Se egli riuscirà,una nuova gloria cancellerà il sangue che egli ha finitodi versare nel proprio paese. Una Repubblica spagnolavassalla del Kremlino lo renderà più forte tanto di frontea Parigi e a Londra, quanto di fronte a Berlino e aRoma. Il progetto non è privo di grandezza, ma la diret-tiva data ai funzionari ed ai generali che partono per lapenisola manca di coraggio: «Tenetevi fuori della porta-ta dei cannoni». L'URSS fornisce alla Repubblica aero-plani, materiale di guerra, viveri, tecnici, generali, poli-ziotti; in contropartita si farà dare una grande riserva di

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oro della Spagna; i suoi rappresentanti, serviti da nume-roso personale d'un partito comunista spagnolo sempreinvadente, estenderanno a poco a poco il loro controllosullo stato maggiore, la polizia politica, la censura, lospionaggio, il controspionaggio, le finanze, in breve sututti i centri vitali della sfortunata repubblica. Stakevski,addetto commerciale dell'URSS a Barcellona, controlle-rà le finanze, Berzine l'esercito, Orlov (il suo vero nomeè Nikolski) i servizi segreti dell'esercito, Michele Kol-tsov ispirerà la stampa comunista e comunisteggiante, ilgenerale Kléber (il suo vero nome è Stern, un bukovi-niano) comanderà le brigate internazionali, Antonov-Ovséenko eserciterà la sua influenza sul governo catala-no. Sotto la spinta dei comunisti un potente partito «so-cialista unitario», il PSUC, affiliato alla IIIa Internazio-nale, si forma in Catalogna e partecipa più d'ogni altroal governo locale; il gabinetto Largo Caballero, peravergli resistito, è costretto a dimettersi e si vede sorgereil gabinetto Negrin, in seno al quale i comunisti esercita-no una maggiore influenza; il Partito Operaio dell'UnitàMarxista – il POUM – è messo fuori legge, il suo capo,Andrea Nin, rapito e assassinato dagli agenti di Orlov. Ilpartito comunista ha le sue prigioni segrete, provviste dicamere di tortura; procede a esecuzioni segrete, a rapi-menti misteriosi come quelli del giovane socialista MarcRhein, figlio di un capo menscevico russo, di ErwinWolf e di Kurt Landau i quali collaborarono con Tro-tsky. Dei russi assistono agli interrogatori di antifascistiarrestati e domandano loro cosa pensano dell'alta sag-

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oro della Spagna; i suoi rappresentanti, serviti da nume-roso personale d'un partito comunista spagnolo sempreinvadente, estenderanno a poco a poco il loro controllosullo stato maggiore, la polizia politica, la censura, lospionaggio, il controspionaggio, le finanze, in breve sututti i centri vitali della sfortunata repubblica. Stakevski,addetto commerciale dell'URSS a Barcellona, controlle-rà le finanze, Berzine l'esercito, Orlov (il suo vero nomeè Nikolski) i servizi segreti dell'esercito, Michele Kol-tsov ispirerà la stampa comunista e comunisteggiante, ilgenerale Kléber (il suo vero nome è Stern, un bukovi-niano) comanderà le brigate internazionali, Antonov-Ovséenko eserciterà la sua influenza sul governo catala-no. Sotto la spinta dei comunisti un potente partito «so-cialista unitario», il PSUC, affiliato alla IIIa Internazio-nale, si forma in Catalogna e partecipa più d'ogni altroal governo locale; il gabinetto Largo Caballero, peravergli resistito, è costretto a dimettersi e si vede sorgereil gabinetto Negrin, in seno al quale i comunisti esercita-no una maggiore influenza; il Partito Operaio dell'UnitàMarxista – il POUM – è messo fuori legge, il suo capo,Andrea Nin, rapito e assassinato dagli agenti di Orlov. Ilpartito comunista ha le sue prigioni segrete, provviste dicamere di tortura; procede a esecuzioni segrete, a rapi-menti misteriosi come quelli del giovane socialista MarcRhein, figlio di un capo menscevico russo, di ErwinWolf e di Kurt Landau i quali collaborarono con Tro-tsky. Dei russi assistono agli interrogatori di antifascistiarrestati e domandano loro cosa pensano dell'alta sag-

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gezza di Stalin. Il Console generale dell'URSS a Barcel-lona esige dalla CNT che metta fine alla propagandadell'anarchico Berneri, antistaliniano, e Berneri muoreassassinato. Un decreto interdice alla stampa di fare del-le critiche nei riguardi della Russia; chiunque pensa adalta voce non è più sicuro della sua vita. Al fronte gliantistaliniani rischiano una pallottola alla schiena, inprigione rischiano il plotone di esecuzione, in città ri-schiano i campi di concentramento.... Noi conosciamosu questo tema molti episodi quasi inverosimili, comequelli delle torture inflitte ai prigionieri di Sant'Orsola aValencia, di esecuzioni di combattenti sospetti nelle bri-gate internazionali, di falsi documenti redatti per rovina-re uomini irreprensibili, di fondi rubati. Il capo sociali-sta Indalecio Prieto, ministro della difesa nazionale nelgabinetto Negrin, ha riferito come i comunisti lo scalza-rono dal potere poichè si rifiutava di prendere gli ordinidal loro ufficio politico, come i russi si impadronirono,suo malgrado, del controspionaggio interno per servirse-ne come strumento di governo, come gli tolsero dallemani la direzione dell'aviazione e per un momento dellamarina. Altre testimonianze ce li mostrano in atto di ri-fiutare ostinatamente le armi alla Catalogna che essi nontengono abbastanza in mano. Si può dire senza tema diesagerazione che l'occulta dittatura degli agenti di Stalinsulla Repubblica spagnola è stata per essa il peggior fat-tore di dissoluzione, di demoralizzazione, di disfatta.

A sconfitta avvenuta, Stalin non doveva mancare di

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gezza di Stalin. Il Console generale dell'URSS a Barcel-lona esige dalla CNT che metta fine alla propagandadell'anarchico Berneri, antistaliniano, e Berneri muoreassassinato. Un decreto interdice alla stampa di fare del-le critiche nei riguardi della Russia; chiunque pensa adalta voce non è più sicuro della sua vita. Al fronte gliantistaliniani rischiano una pallottola alla schiena, inprigione rischiano il plotone di esecuzione, in città ri-schiano i campi di concentramento.... Noi conosciamosu questo tema molti episodi quasi inverosimili, comequelli delle torture inflitte ai prigionieri di Sant'Orsola aValencia, di esecuzioni di combattenti sospetti nelle bri-gate internazionali, di falsi documenti redatti per rovina-re uomini irreprensibili, di fondi rubati. Il capo sociali-sta Indalecio Prieto, ministro della difesa nazionale nelgabinetto Negrin, ha riferito come i comunisti lo scalza-rono dal potere poichè si rifiutava di prendere gli ordinidal loro ufficio politico, come i russi si impadronirono,suo malgrado, del controspionaggio interno per servirse-ne come strumento di governo, come gli tolsero dallemani la direzione dell'aviazione e per un momento dellamarina. Altre testimonianze ce li mostrano in atto di ri-fiutare ostinatamente le armi alla Catalogna che essi nontengono abbastanza in mano. Si può dire senza tema diesagerazione che l'occulta dittatura degli agenti di Stalinsulla Repubblica spagnola è stata per essa il peggior fat-tore di dissoluzione, di demoralizzazione, di disfatta.

A sconfitta avvenuta, Stalin non doveva mancare di

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imputarla ai suoi agenti, di metterli in accusa davantialla sua Inquisizione e di farli scomparire. Michel Ro-semberg che era stato ambasciatore dell'URSS a Ma-drid, scomparso. Scomparso Antonov-Ovséenko, conso-le generale a Barcellona; scomparso il giornalista Mi-chel Koltsov; scomparso il generale Kléber, scomparsoStachevski. Scomparso il generale Berzine. Il terminescomparso ha qui il suo senso russo, che è presso a pocol'equivalente di fucilato non si sa dove, non si sa quan-do....

L'oro spagnolo rimane nei sotterranei della Banca diStato di Mosca.

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imputarla ai suoi agenti, di metterli in accusa davantialla sua Inquisizione e di farli scomparire. Michel Ro-semberg che era stato ambasciatore dell'URSS a Ma-drid, scomparso. Scomparso Antonov-Ovséenko, conso-le generale a Barcellona; scomparso il giornalista Mi-chel Koltsov; scomparso il generale Kléber, scomparsoStachevski. Scomparso il generale Berzine. Il terminescomparso ha qui il suo senso russo, che è presso a pocol'equivalente di fucilato non si sa dove, non si sa quan-do....

L'oro spagnolo rimane nei sotterranei della Banca diStato di Mosca.

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25IL PATTO CON HITLER

Durante questi anni l'URSS fa «la politica di pace diStalin». Il Capo ha detto, e lo si ripete senza fine: «Noinon vogliamo un pollice di territorio altrui, non ne cede-remo uno del nostro»; i diplomatici, istruiti dall'Ufficiopolitico, preconizzano nelle capitali dell'Occidente la si-curezza collettiva e la resistenza alle aggressioni fasci-ste.... Quando nel settembre del 1938, scoppia la primacrisi europea, chiusa dagli accordi di Monaco, Moscaosserva una prudente aspettativa, ma i partiti stalinianiin Francia, in Inghilterra, in Cecoslovacchia infiammanol'opinione, spingono alla guerra contro il fascismo. Inseguito copriranno dei loro sarcasmi gli uomini di Statoche hanno mantenuto la pace a Monaco, – i Monachisti,dicono. Dopo la fine della Cecoslovacchia, le propostedi Maiski, ambasciatore dell'URSS a Londra, e di Litvi-nov sono di tale natura che si iniziano dei negoziati peruna alleanza fra Londra, Parigi e Mosca.... Essi sembra-no a buon punto, missioni militari britanniche e francesisi intrattengono a Mosca con il maresciallo Vorochilov,

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25IL PATTO CON HITLER

Durante questi anni l'URSS fa «la politica di pace diStalin». Il Capo ha detto, e lo si ripete senza fine: «Noinon vogliamo un pollice di territorio altrui, non ne cede-remo uno del nostro»; i diplomatici, istruiti dall'Ufficiopolitico, preconizzano nelle capitali dell'Occidente la si-curezza collettiva e la resistenza alle aggressioni fasci-ste.... Quando nel settembre del 1938, scoppia la primacrisi europea, chiusa dagli accordi di Monaco, Moscaosserva una prudente aspettativa, ma i partiti stalinianiin Francia, in Inghilterra, in Cecoslovacchia infiammanol'opinione, spingono alla guerra contro il fascismo. Inseguito copriranno dei loro sarcasmi gli uomini di Statoche hanno mantenuto la pace a Monaco, – i Monachisti,dicono. Dopo la fine della Cecoslovacchia, le propostedi Maiski, ambasciatore dell'URSS a Londra, e di Litvi-nov sono di tale natura che si iniziano dei negoziati peruna alleanza fra Londra, Parigi e Mosca.... Essi sembra-no a buon punto, missioni militari britanniche e francesisi intrattengono a Mosca con il maresciallo Vorochilov,

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che le ombre dei generali rossi fucilati circondano....Nel suo grande discorso al XVIII Congresso del partito,nel marzo 1939, Stalin ha nel frattempo parlato con unagrossolana ambiguità per dire che l'URSS non farà cheil proprio gioco e rimproverare testualmente alla Franciae all'Inghilterra di voler fare piuttosto una politica dicompromesso con l'aggressione fascista che una politicadi resistenza a questa.

In realtà, un complesso di fatti ci porta a credere chedalla primavera, Stalin, pur negoziando allo scopertocon le potenze democratiche, molto più effettivamentenegozia, in gran segreto, all'insaputa dello stesso gover-no sovietico, con il III° Reich. Atterrito dalla paura dellaforza tedesca egli non ha mai rinunciato a conciliarselao a tenderle un tranello. Se i suoi agenti spingono allaguerra ideologica, se eccitano i sentimenti nazionali, sedenunciano in Occidente i «Monachisti», è perchè unconflitto tra il III° Reich e l'Occidente salverebbe Stalinda gravi preoccupazioni. Egli si augura che la guerra eu-ropea si concentri in qualsiasi parte, sul Reno o nelloChampagne, è secondario; allora l'Ucraina sarà tranquil-la. Al confronto della tecnica e dell'organizzazione tede-sca l'URSS staliniana rimane un paese agricolo moltoarretrato, con popolazioni scontente, minoranze nazio-nali tendenti al separatismo, una carestia permanente,dei trasporti inefficenti, un esercito senza generali. Loscopo essenziale della politica di Stalin sarà dunque diallontanare la guerra dalle sue frontiere, evidentementeverso altre frontiere. I negoziati segreti fra il Führer ed il

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che le ombre dei generali rossi fucilati circondano....Nel suo grande discorso al XVIII Congresso del partito,nel marzo 1939, Stalin ha nel frattempo parlato con unagrossolana ambiguità per dire che l'URSS non farà cheil proprio gioco e rimproverare testualmente alla Franciae all'Inghilterra di voler fare piuttosto una politica dicompromesso con l'aggressione fascista che una politicadi resistenza a questa.

In realtà, un complesso di fatti ci porta a credere chedalla primavera, Stalin, pur negoziando allo scopertocon le potenze democratiche, molto più effettivamentenegozia, in gran segreto, all'insaputa dello stesso gover-no sovietico, con il III° Reich. Atterrito dalla paura dellaforza tedesca egli non ha mai rinunciato a conciliarselao a tenderle un tranello. Se i suoi agenti spingono allaguerra ideologica, se eccitano i sentimenti nazionali, sedenunciano in Occidente i «Monachisti», è perchè unconflitto tra il III° Reich e l'Occidente salverebbe Stalinda gravi preoccupazioni. Egli si augura che la guerra eu-ropea si concentri in qualsiasi parte, sul Reno o nelloChampagne, è secondario; allora l'Ucraina sarà tranquil-la. Al confronto della tecnica e dell'organizzazione tede-sca l'URSS staliniana rimane un paese agricolo moltoarretrato, con popolazioni scontente, minoranze nazio-nali tendenti al separatismo, una carestia permanente,dei trasporti inefficenti, un esercito senza generali. Loscopo essenziale della politica di Stalin sarà dunque diallontanare la guerra dalle sue frontiere, evidentementeverso altre frontiere. I negoziati segreti fra il Führer ed il

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Capo geniale non sono mai stati del tutto interrotti: inRussia si sono fucilate parecchie persone che vi hannopartecipato e fra queste l'ambasciatore Ioureniev, com-promesso per una colazione a Berchtesgaden. Assumo-no consistenza nel momento in cui la sconfitta dellaSpagna Repubblicana sembra certa. Mentre gli ultimicombattenti di Castiglia e di Catalogna si fanno ammaz-zare, fra lo stato maggiore sovietico e lo stato-maggioretedesco si svolgono degli scambi di vedute, così beneche in marzo, quando Vorochilov esalta, al XVIII Con-gresso, la potenza militare dell'URSS, viene a conferma-re le informazioni pubblicate su tale argomento da unarivista tedesca, la Deutsche Wehr.

Non ostante ciò la propaganda comunista continua adenunciare in tutte le lingue la barbarie nazista e fasci-sta; in Russia i tedeschi sono perseguitati incessante-mente, si continua a fucilare i pretesi «agenti della Ge-stapo», le pubblicazioni ripetono senza stanchezza, testidi Stalin alla mano, che «il fascismo tedesco è uno scio-vinismo bestiale, un sistema di banditismo politico, unsistema di provocazione e di tortura per la classe opera-ia, per i contadini, per gli intellettuali.... È una barbariemedioevale.... È il sistema dell'aggressione senza vergo-gna e dell’odio bestiale contro gli altri popoli.... Il nazi-smo è il fautore della guerra imperialista...». Testi di talgenere formicolano, sono testi ufficiali, ispirano roman-zi, poemi, film, caricature fino al 23 agosto 1939. Poi-chè in questo giorno compaiono nelle prime pagine ditutti i quotidiani sovietici delle fotografie che mostrano

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Capo geniale non sono mai stati del tutto interrotti: inRussia si sono fucilate parecchie persone che vi hannopartecipato e fra queste l'ambasciatore Ioureniev, com-promesso per una colazione a Berchtesgaden. Assumo-no consistenza nel momento in cui la sconfitta dellaSpagna Repubblicana sembra certa. Mentre gli ultimicombattenti di Castiglia e di Catalogna si fanno ammaz-zare, fra lo stato maggiore sovietico e lo stato-maggioretedesco si svolgono degli scambi di vedute, così beneche in marzo, quando Vorochilov esalta, al XVIII Con-gresso, la potenza militare dell'URSS, viene a conferma-re le informazioni pubblicate su tale argomento da unarivista tedesca, la Deutsche Wehr.

Non ostante ciò la propaganda comunista continua adenunciare in tutte le lingue la barbarie nazista e fasci-sta; in Russia i tedeschi sono perseguitati incessante-mente, si continua a fucilare i pretesi «agenti della Ge-stapo», le pubblicazioni ripetono senza stanchezza, testidi Stalin alla mano, che «il fascismo tedesco è uno scio-vinismo bestiale, un sistema di banditismo politico, unsistema di provocazione e di tortura per la classe opera-ia, per i contadini, per gli intellettuali.... È una barbariemedioevale.... È il sistema dell'aggressione senza vergo-gna e dell’odio bestiale contro gli altri popoli.... Il nazi-smo è il fautore della guerra imperialista...». Testi di talgenere formicolano, sono testi ufficiali, ispirano roman-zi, poemi, film, caricature fino al 23 agosto 1939. Poi-chè in questo giorno compaiono nelle prime pagine ditutti i quotidiani sovietici delle fotografie che mostrano

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il compagno Molotoff in atto di firmare un trattato di«non aggressione» con il III° Reich: dietro di lui, sorri-dente al fotografo, fianco a fianco, il compagno Stalin evon Ribbentrop, inviato straordinario di Hitler. Il patto èconcluso in termini tali che bisogna ben chiamarlo unpatto di aggressione contro la Polonia. Hitler e Stalinhanno seguito la tattica del minimo sforzo: attaccarsi alcomune vicino più debole.

Sembra certo che la firma del patto con Stalin abbiafatto scomparire le ultime esitazioni di Hitler circal'invasione della Polonia e che bisogna, dunque, vederviper l'immediato punto di partenza della guerra europea.Senza dubbio, l'esercito sovietico non doveva entrare,per partecipare allo smembramento della Polonia, senon in un paese già devastato dalla Reichswehr. Ma il31 ottobre 1939, parlando al Consiglio supremodell'URSS, Molotoff disse che era sufficiente «per an-nientare la Polonia, questo mostro creato dal trattato diVersaglia, prima un breve colpo dell'esercito tedesco epoi dell'esercito rosso». E si spiegava che «la nozionedell'aggressione acquistava un senso nuovo...». Se nedubita un poco. Stalin stesso, in marzo, dichiarava da-vanti al Congresso del partito: «Noi siamo per la difesadei popoli vittime di aggressioni e che lottano per l'indi-pendenza della loro patria», mentre, in settembre, eglilascia in balìa dell'invasione nazista l'intera Polonia etni-ca. Il 22 dicembre telegraferà a von Ribbentrop che«l'amicizia dei popoli tedesco e russo è suggellata nelsangue...». In realtà ce n'è voluto molto di sangue per

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il compagno Molotoff in atto di firmare un trattato di«non aggressione» con il III° Reich: dietro di lui, sorri-dente al fotografo, fianco a fianco, il compagno Stalin evon Ribbentrop, inviato straordinario di Hitler. Il patto èconcluso in termini tali che bisogna ben chiamarlo unpatto di aggressione contro la Polonia. Hitler e Stalinhanno seguito la tattica del minimo sforzo: attaccarsi alcomune vicino più debole.

Sembra certo che la firma del patto con Stalin abbiafatto scomparire le ultime esitazioni di Hitler circal'invasione della Polonia e che bisogna, dunque, vederviper l'immediato punto di partenza della guerra europea.Senza dubbio, l'esercito sovietico non doveva entrare,per partecipare allo smembramento della Polonia, senon in un paese già devastato dalla Reichswehr. Ma il31 ottobre 1939, parlando al Consiglio supremodell'URSS, Molotoff disse che era sufficiente «per an-nientare la Polonia, questo mostro creato dal trattato diVersaglia, prima un breve colpo dell'esercito tedesco epoi dell'esercito rosso». E si spiegava che «la nozionedell'aggressione acquistava un senso nuovo...». Se nedubita un poco. Stalin stesso, in marzo, dichiarava da-vanti al Congresso del partito: «Noi siamo per la difesadei popoli vittime di aggressioni e che lottano per l'indi-pendenza della loro patria», mentre, in settembre, eglilascia in balìa dell'invasione nazista l'intera Polonia etni-ca. Il 22 dicembre telegraferà a von Ribbentrop che«l'amicizia dei popoli tedesco e russo è suggellata nelsangue...». In realtà ce n'è voluto molto di sangue per

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suggellarla e non soltanto in Polonia.Ma allora perchè tutte queste esecuzioni di persone

accusate di patteggiare con la Germania? Perchè sonoricominciate senza posa queste stravaganti concessioni,queste pessime requisitorie, questi massacri? La sempli-ce conoscenza del passato permette di concludere cheStalin ha sterminato la vecchia generazione rivoluziona-ria perchè essa si è opposta al voltafaccia che egli hacompiuto in questo momento in nome di un regime tota-litario divenuto fascistizzante.

Nel frattempo i piccoli paesi baltici, Estonia, Letto-nia, Lituania accettavano di accogliere le guarnigionisovietiche. I coloni tedeschi stabilitisi colà da molti se-coli fuggivano a migliaia. Stalin riportò senza tirare unsol colpo di fucile una vittoria di fatto sul suo alleato ilIII° Reich spossessato del Baltico.... Egli offre alla Fin-landia un patto di sicurezza di amicizia, al quale la pre-senza delle sue truppe su qualche punto strategico dellapiccola repubblica scandinava conferisce una particolareconsistenza.... Durante i negoziati al Kremlino egli rive-de un vecchio socialista finlandese, Tanner, che altrevolte lo aveva ospitato, al tempo della illegalità rivolu-zionaria. Si ricordò in quei momenti dei propositi di Le-nin sulla Finlandia, questo piccolo paese, «uno dei piùprogrediti del mondo, in realtà paese repubblicano,»(Lettera da Zurigo 1917) in cui «gli operai marcerannoverso il socialismo alla loro maniera?». Quindi non sot-to lo stivale dello straniero.... Egli dimenticò persino ilsuo motto: «Noi non vogliamo un pollice di territorio al-

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suggellarla e non soltanto in Polonia.Ma allora perchè tutte queste esecuzioni di persone

accusate di patteggiare con la Germania? Perchè sonoricominciate senza posa queste stravaganti concessioni,queste pessime requisitorie, questi massacri? La sempli-ce conoscenza del passato permette di concludere cheStalin ha sterminato la vecchia generazione rivoluziona-ria perchè essa si è opposta al voltafaccia che egli hacompiuto in questo momento in nome di un regime tota-litario divenuto fascistizzante.

Nel frattempo i piccoli paesi baltici, Estonia, Letto-nia, Lituania accettavano di accogliere le guarnigionisovietiche. I coloni tedeschi stabilitisi colà da molti se-coli fuggivano a migliaia. Stalin riportò senza tirare unsol colpo di fucile una vittoria di fatto sul suo alleato ilIII° Reich spossessato del Baltico.... Egli offre alla Fin-landia un patto di sicurezza di amicizia, al quale la pre-senza delle sue truppe su qualche punto strategico dellapiccola repubblica scandinava conferisce una particolareconsistenza.... Durante i negoziati al Kremlino egli rive-de un vecchio socialista finlandese, Tanner, che altrevolte lo aveva ospitato, al tempo della illegalità rivolu-zionaria. Si ricordò in quei momenti dei propositi di Le-nin sulla Finlandia, questo piccolo paese, «uno dei piùprogrediti del mondo, in realtà paese repubblicano,»(Lettera da Zurigo 1917) in cui «gli operai marcerannoverso il socialismo alla loro maniera?». Quindi non sot-to lo stivale dello straniero.... Egli dimenticò persino ilsuo motto: «Noi non vogliamo un pollice di territorio al-

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trui», senza parlare dei riconoscimenti prodigati alla in-dipendenza finlandese, senza parlare di un patto di nonaggressione concluso con Helsinki.... Egli si fece foto-grafare per i giornali, massiccio, con il suo piccolo sor-riso fisso, accanto ad altri personaggi pieni di sussiego,dietro un Kuussinen chino sul trattato di amicizia ch'eglifirmava con l'URSS come se firmasse delle confessioniprima di farsi spedire.... Così non vi saranno guerre conla Finlandia, benchè Helsinki sia coperta di rovine e disangue. Il Capo dei popoli ha trovato questo genialestratagemma che consiste nell'improvvisare un governofinlandese con degli emigrati finnici comunisti, profu-ghi, a dire il vero, nelle prigioni di Mosca. Poichè biso-gna dare a tal punto il seguente dettaglio: egli ha fattofucilare o scomparire nel 1938 la maggior parte dei diri-genti del Komintern, i tedeschi Heinz, Neumann, Rem-mele, Werner Hirsch, Schulte, Schubert, l'unghereseBéla-Kun, i polacchi Warsky Sokhatsky, Jarsky, Vale-tsky, Lensky, Bronkosvky, i finlandesi Manner, Mekki-nen, Hulling – e noi non citiamo se non nomi conosciuti– membri del Comitato centrale, veterani del movimen-to operaio. All'inizio dell'anno 1938 egli aveva fattopronunciare dalla IIIa Internazionale lo scioglimento delpartito comunista di Polonia e verso la stessa epoca fecescomparire tutti i sopravvissuti della rivoluzione finlan-dese del 1918, salvo Otto Kuussinen, segretario del Ko-mintern, vecchio agente della polizia politica, complicedella soppressione di tutti i suoi compagni. Padrone as-soluto di mezzo continente popolato di 183 milioni di

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trui», senza parlare dei riconoscimenti prodigati alla in-dipendenza finlandese, senza parlare di un patto di nonaggressione concluso con Helsinki.... Egli si fece foto-grafare per i giornali, massiccio, con il suo piccolo sor-riso fisso, accanto ad altri personaggi pieni di sussiego,dietro un Kuussinen chino sul trattato di amicizia ch'eglifirmava con l'URSS come se firmasse delle confessioniprima di farsi spedire.... Così non vi saranno guerre conla Finlandia, benchè Helsinki sia coperta di rovine e disangue. Il Capo dei popoli ha trovato questo genialestratagemma che consiste nell'improvvisare un governofinlandese con degli emigrati finnici comunisti, profu-ghi, a dire il vero, nelle prigioni di Mosca. Poichè biso-gna dare a tal punto il seguente dettaglio: egli ha fattofucilare o scomparire nel 1938 la maggior parte dei diri-genti del Komintern, i tedeschi Heinz, Neumann, Rem-mele, Werner Hirsch, Schulte, Schubert, l'unghereseBéla-Kun, i polacchi Warsky Sokhatsky, Jarsky, Vale-tsky, Lensky, Bronkosvky, i finlandesi Manner, Mekki-nen, Hulling – e noi non citiamo se non nomi conosciuti– membri del Comitato centrale, veterani del movimen-to operaio. All'inizio dell'anno 1938 egli aveva fattopronunciare dalla IIIa Internazionale lo scioglimento delpartito comunista di Polonia e verso la stessa epoca fecescomparire tutti i sopravvissuti della rivoluzione finlan-dese del 1918, salvo Otto Kuussinen, segretario del Ko-mintern, vecchio agente della polizia politica, complicedella soppressione di tutti i suoi compagni. Padrone as-soluto di mezzo continente popolato di 183 milioni di

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abitanti, il «Capo beneamato dei lavoratori dell'univer-so, l'uomo il più umano che sia nato nei secoli» getta orail suo esercito motorizzato contro una piccola repubbli-ca di 4 milioni di anime. La notte polare copre le landegelate in cui vivono i Lapponi, allevatori di renne; deiparacadutisti vi cadono dal cielo nero, armi automatichein pugno. Piccoli contadini russi uccidono e si fanno uc-cidere nel freddo inumano per offrire al Capo una vitto-ria, in una qualsiasi parte verso il Golfo di Bothnia, inoccasione dei suoi sessanta anni, il 21 dicembre 1939.Dei generali minacciati di un colpo di pistola alla nuca –ed essi lo avranno... – in seguito ad un risonante comu-nicato, lanciano le loro truppe in un paese senza strade,senza possibilità di rifornimenti e la vittoria sfugge loromalgrado la sproporzione delle forze, poichè gli invasorisono, al pari degli invasi, delle vittime del dispotismo....Non importa; si prenderanno delle sanzioni e si ricomin-cerà. Si imbastisce, nel frattempo, una campagna dimeetings nelle fabbriche per denunciare «l'aggressionefinlandese», si insegna ai soldati che essi sono «i libera-tori della Finlandia»; si nasconde al pubblico sovieticoche il parlamento finlandese ha una maggioranza di so-cialisti e di contadini (85 deputati socialisti e 56 deputaticontadini su 200 rappresentanti) e che è contro il più au-tentico dei «fronti popolari» che l'URSS fa sparare lesue artiglierie. Si nasconde chi è Kuussinen, ufficial-mente chiamato «signor...». Si mente in tale maniera chesi finisce per mentire anche con se stessi. Il «Capo be-neamato» vi si ritroverà sempre.

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abitanti, il «Capo beneamato dei lavoratori dell'univer-so, l'uomo il più umano che sia nato nei secoli» getta orail suo esercito motorizzato contro una piccola repubbli-ca di 4 milioni di anime. La notte polare copre le landegelate in cui vivono i Lapponi, allevatori di renne; deiparacadutisti vi cadono dal cielo nero, armi automatichein pugno. Piccoli contadini russi uccidono e si fanno uc-cidere nel freddo inumano per offrire al Capo una vitto-ria, in una qualsiasi parte verso il Golfo di Bothnia, inoccasione dei suoi sessanta anni, il 21 dicembre 1939.Dei generali minacciati di un colpo di pistola alla nuca –ed essi lo avranno... – in seguito ad un risonante comu-nicato, lanciano le loro truppe in un paese senza strade,senza possibilità di rifornimenti e la vittoria sfugge loromalgrado la sproporzione delle forze, poichè gli invasorisono, al pari degli invasi, delle vittime del dispotismo....Non importa; si prenderanno delle sanzioni e si ricomin-cerà. Si imbastisce, nel frattempo, una campagna dimeetings nelle fabbriche per denunciare «l'aggressionefinlandese», si insegna ai soldati che essi sono «i libera-tori della Finlandia»; si nasconde al pubblico sovieticoche il parlamento finlandese ha una maggioranza di so-cialisti e di contadini (85 deputati socialisti e 56 deputaticontadini su 200 rappresentanti) e che è contro il più au-tentico dei «fronti popolari» che l'URSS fa sparare lesue artiglierie. Si nasconde chi è Kuussinen, ufficial-mente chiamato «signor...». Si mente in tale maniera chesi finisce per mentire anche con se stessi. Il «Capo be-neamato» vi si ritroverà sempre.

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26EGLI È L'AQUILA, LA MONTAGNA E

IL SOLE...

Dopo ogni processo seguito da esecuzioni, dopo ognicalamità pubblica mitigata a forza di spietati sacrifici edi menzogne della propaganda, bisogna fargli delle apo-teosi. Noi abbiamo descritto le ovazioni dei congressi,che si prolungavano per un intero quarto d'ora, per cui cisi domanda come potevano finire? Poichè qualcunodeve pur smettere per primo di battere le mani a cadenzae chi è colui che si permette di farlo in una simile eb-brezza di servilismo? Diamo uno sguardo alla Pravdadel 21 dicembre 1939, dedicata al suo sessantesimocompleanno. Il numero è a 12 pagine di grande formato,72 colonne di testo, delle quali 71 sono consacrate allalode del Capo ed una sola a ciò che avviene nel mondo,l'ultima. Sei righe in colori sulle battaglie della Finlan-dia....

Un editto lo nomina «eroe del lavoro socialista» e gliconferisce l'ordine di Lenin. L'editoriale lo chiama «ilpiù grande uomo del nostro tempo, la nostra bandiera, la

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26EGLI È L'AQUILA, LA MONTAGNA E

IL SOLE...

Dopo ogni processo seguito da esecuzioni, dopo ognicalamità pubblica mitigata a forza di spietati sacrifici edi menzogne della propaganda, bisogna fargli delle apo-teosi. Noi abbiamo descritto le ovazioni dei congressi,che si prolungavano per un intero quarto d'ora, per cui cisi domanda come potevano finire? Poichè qualcunodeve pur smettere per primo di battere le mani a cadenzae chi è colui che si permette di farlo in una simile eb-brezza di servilismo? Diamo uno sguardo alla Pravdadel 21 dicembre 1939, dedicata al suo sessantesimocompleanno. Il numero è a 12 pagine di grande formato,72 colonne di testo, delle quali 71 sono consacrate allalode del Capo ed una sola a ciò che avviene nel mondo,l'ultima. Sei righe in colori sulle battaglie della Finlan-dia....

Un editto lo nomina «eroe del lavoro socialista» e gliconferisce l'ordine di Lenin. L'editoriale lo chiama «ilpiù grande uomo del nostro tempo, la nostra bandiera, la

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nostra fortuna», ciò che è ancora modesto. Il governo loringrazia «d'essere il creatore della costituzione la piùdemocratica del mondo, sotto il cui sole...», eccetera....L'Esecutivo del Komintern lo loda per avere «ben difesola causa della pace!». «Voi incarnate l'amore del po-polo!», esclama il Presidio del Consiglio Supremo. Mo-lotoff mostra in lui «il Capo del bolscevismo, il Capodei popoli dell'URSS nel quale i lavoratori di tutto ilmondo vedono il Capo del comunismo mondiale, degnosuccessore di Lenin». Vorochilov espone in sei colonnemolto fitte come egli supera tutti i grandi capitani dellastoria. Lazare Kaganovitch intitola le sue sei colonne:«Il grande pilota della locomotiva della storia». Il Con-siglio Superiore dell'esercito rosso dichiara: «Al grido diper Stalin! i regggimenti dell'esercito rosso sono andatial combattimento ed hanno vinto i nemici della patria edel socialismo. Al grido di per Stalin! il nostro esercitovincerà sempre il nemico chiunque esso sia». Il magicogrido non è sufficiente? Guai a chi ne dubiterà! Il Comi-tato centrale dell'Ucraina loda la sua «direzione genia-le»; Mikoyan, membro dell'Ufficio politico, cita HenriBarbusse «che espresse i sentimenti ed i pensieri dei la-voratori dell'intera umanità, scrivendo: – È il più grandee famoso uomo della nostra epoca. La sua alta staturadomina l'Europa, l'Asia, il passato e l'avvenire.... Egli hala testa di un sapiente, il volto di un operaio, l'abito diun semplice soldato.... Egli è di ferro.... Egli è di accia-io.... Inflessibile e flessibile come l'acciaio (sic).... È Le-nin vivente –». A nome dei lavoratori dei kolkos An-

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nostra fortuna», ciò che è ancora modesto. Il governo loringrazia «d'essere il creatore della costituzione la piùdemocratica del mondo, sotto il cui sole...», eccetera....L'Esecutivo del Komintern lo loda per avere «ben difesola causa della pace!». «Voi incarnate l'amore del po-polo!», esclama il Presidio del Consiglio Supremo. Mo-lotoff mostra in lui «il Capo del bolscevismo, il Capodei popoli dell'URSS nel quale i lavoratori di tutto ilmondo vedono il Capo del comunismo mondiale, degnosuccessore di Lenin». Vorochilov espone in sei colonnemolto fitte come egli supera tutti i grandi capitani dellastoria. Lazare Kaganovitch intitola le sue sei colonne:«Il grande pilota della locomotiva della storia». Il Con-siglio Superiore dell'esercito rosso dichiara: «Al grido diper Stalin! i regggimenti dell'esercito rosso sono andatial combattimento ed hanno vinto i nemici della patria edel socialismo. Al grido di per Stalin! il nostro esercitovincerà sempre il nemico chiunque esso sia». Il magicogrido non è sufficiente? Guai a chi ne dubiterà! Il Comi-tato centrale dell'Ucraina loda la sua «direzione genia-le»; Mikoyan, membro dell'Ufficio politico, cita HenriBarbusse «che espresse i sentimenti ed i pensieri dei la-voratori dell'intera umanità, scrivendo: – È il più grandee famoso uomo della nostra epoca. La sua alta staturadomina l'Europa, l'Asia, il passato e l'avvenire.... Egli hala testa di un sapiente, il volto di un operaio, l'abito diun semplice soldato.... Egli è di ferro.... Egli è di accia-io.... Inflessibile e flessibile come l'acciaio (sic).... È Le-nin vivente –». A nome dei lavoratori dei kolkos An-

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dréev, membro dell'Ufficio politico, ringrazia il «creato-re della felicità umana, l'ispiratore e l'organizzatore dellanuova vita...». Il Consiglio centrale dei Sindacati loda lasua «geniale perspicacia» e lo ringrazia di aver donatoai popoli sovietici «la gioia, la fortuna, il trionfo del so-cialismo». Khroustchev, segretario del Comitato centra-le dell'Ucraina, enumera le vittorie del Capo e fa stam-pare a grossi caratteri: «Stalin è il padre del popolo nelsuo amore per il popolo. Stalin è il capo dei popoli nellasua saggezza...». Lavrentii Béria, il successore di Iagodafucilato e di E'jov scomparso, alla testa della repressio-ne, scrive su tre colonne: «È il teorico più profondo del-la nostra epoca, lo stratega ed il tattico geniale della ri-voluzione proletaria». Malenkov, ex segretario del Se-gretario generale vanta in lui «l'educatore dei quadri delbolscevismo». Il Comitato centrale dei Giovani scivolanel lirismo: «Grande giorno di gioia.... La giovinezzasovietica libera e felice.... Nostro padre, nostro capo, no-stro maestro!». Ci si scusi se è sempre la stessa cosa, seciò diventa un opprimente discorso privo di senso. «Pi-lota geniale del paese del socialismo, capo saggio dei la-voratori del mondo, il nostro caro Josif VissarianovitchStalin!» (Comitato centrale della Georgia). Messaggi delgenere vengono da tutte le città, dalle scuole, dagliospedali, dai governi locali, dai sindacati, dal C. C. dellaKighisia, dal governo della Turkmenia, dal Comitato deicompositori di musica, dai lavoratori dell'alimentazionedi Oudmourti, dal Comitato Esecutivo dell'Altai, dai la-voratori di Bouriat-Mongolia, dagli ebrei di Birobidjan,

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dréev, membro dell'Ufficio politico, ringrazia il «creato-re della felicità umana, l'ispiratore e l'organizzatore dellanuova vita...». Il Consiglio centrale dei Sindacati loda lasua «geniale perspicacia» e lo ringrazia di aver donatoai popoli sovietici «la gioia, la fortuna, il trionfo del so-cialismo». Khroustchev, segretario del Comitato centra-le dell'Ucraina, enumera le vittorie del Capo e fa stam-pare a grossi caratteri: «Stalin è il padre del popolo nelsuo amore per il popolo. Stalin è il capo dei popoli nellasua saggezza...». Lavrentii Béria, il successore di Iagodafucilato e di E'jov scomparso, alla testa della repressio-ne, scrive su tre colonne: «È il teorico più profondo del-la nostra epoca, lo stratega ed il tattico geniale della ri-voluzione proletaria». Malenkov, ex segretario del Se-gretario generale vanta in lui «l'educatore dei quadri delbolscevismo». Il Comitato centrale dei Giovani scivolanel lirismo: «Grande giorno di gioia.... La giovinezzasovietica libera e felice.... Nostro padre, nostro capo, no-stro maestro!». Ci si scusi se è sempre la stessa cosa, seciò diventa un opprimente discorso privo di senso. «Pi-lota geniale del paese del socialismo, capo saggio dei la-voratori del mondo, il nostro caro Josif VissarianovitchStalin!» (Comitato centrale della Georgia). Messaggi delgenere vengono da tutte le città, dalle scuole, dagliospedali, dai governi locali, dai sindacati, dal C. C. dellaKighisia, dal governo della Turkmenia, dal Comitato deicompositori di musica, dai lavoratori dell'alimentazionedi Oudmourti, dal Comitato Esecutivo dell'Altai, dai la-voratori di Bouriat-Mongolia, dagli ebrei di Birobidjan,

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dall'Associazione degli scrittori sovietici. Continuatepure la lista fin dove volete. Chvernik, del Comitatocentrale dei Sindacati, loda in Stalin «l'amore per gli uo-mini». Grazie a lui, Papanine ed i suoi compagni dellaesplorazione polare sono stati salvati. «Egli circonda ifanciulli della sua tenerezza.... In tutti gli angoli del pae-se i bambini dicono, scrivono, cantano: grazie, o grandeStalin, di averci dato una giocosa infanzia!». Chkiriatovcita il discorso di una contadina di Rovno, territorio an-nesso di recente, la quale ringrazia Stalin «a nome deipopoli liberati»: «Grande capo di un grande popolo checi dona la vita e la felicità, che ci tratta come un padre,come un padre premuroso, che la sua gloria sia grande!Gloria eterna e lunghi anni al nostro caro amico, al libe-ratore dei popoli del mondo intero, il cui nome è glorio-so in tutte le contrade, gloria a colui che si innalza comeuna montagna nel cielo, gloria al nostro compagno Sta-lin». Chkiriatov commenta: «Sì, Stalin si alza simile allapiù alta montagna, ma non vi è al mondo una montagna,una roccia a picco che l'intero universo veda come vedeStalin». Dove si fermerà questa gara di offerte verbali?Due segretari mostrano in Stalin «la guida e l'amicodell'umanità». Essi concludono così: «L'aquila si libra inalto, vedendo ciò che non si vede nella vallata, egli gui-da con ardimento l'umanità verso il comunismo». Egli èl'aquila ed egli è la montagna. Egli è anche il sole,l'aviatore Tchkalov lo ha detto altre volte, le Isvestia lohanno ripetuto. Dimitrov, in una lunga filastrocca chenon è se non una dichiarazione di guerra a morte ai par-

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dall'Associazione degli scrittori sovietici. Continuatepure la lista fin dove volete. Chvernik, del Comitatocentrale dei Sindacati, loda in Stalin «l'amore per gli uo-mini». Grazie a lui, Papanine ed i suoi compagni dellaesplorazione polare sono stati salvati. «Egli circonda ifanciulli della sua tenerezza.... In tutti gli angoli del pae-se i bambini dicono, scrivono, cantano: grazie, o grandeStalin, di averci dato una giocosa infanzia!». Chkiriatovcita il discorso di una contadina di Rovno, territorio an-nesso di recente, la quale ringrazia Stalin «a nome deipopoli liberati»: «Grande capo di un grande popolo checi dona la vita e la felicità, che ci tratta come un padre,come un padre premuroso, che la sua gloria sia grande!Gloria eterna e lunghi anni al nostro caro amico, al libe-ratore dei popoli del mondo intero, il cui nome è glorio-so in tutte le contrade, gloria a colui che si innalza comeuna montagna nel cielo, gloria al nostro compagno Sta-lin». Chkiriatov commenta: «Sì, Stalin si alza simile allapiù alta montagna, ma non vi è al mondo una montagna,una roccia a picco che l'intero universo veda come vedeStalin». Dove si fermerà questa gara di offerte verbali?Due segretari mostrano in Stalin «la guida e l'amicodell'umanità». Essi concludono così: «L'aquila si libra inalto, vedendo ciò che non si vede nella vallata, egli gui-da con ardimento l'umanità verso il comunismo». Egli èl'aquila ed egli è la montagna. Egli è anche il sole,l'aviatore Tchkalov lo ha detto altre volte, le Isvestia lohanno ripetuto. Dimitrov, in una lunga filastrocca chenon è se non una dichiarazione di guerra a morte ai par-

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titi socialisti16, nomina Stalin settanta volte, le abbiamocontate....

...Cosa avverrà quando arriverà l'elogio dell'Oriente!La Pravda del giorno dopo 22 dicembre cita nel suo edi-toriale dei versi del bardo Djamboul:

Il mio cuore ed i miei pensieri vanno alla costellazionedel Kremlino, Stalin, sostegno e luce degli umani, Capodella mia grande potenza dai popoli numerosi....

Noi conosciamo dei poemi nei quali lo si adora per-chè egli ha «creato l'uomo e fecondato la terra», perchèegli «ha fatto crescere i fiori». Dei mongoli scoprono inlui «la fonte della tenerezza» ed il «Saggio Capo Gigan-te» (Pravda del 15 dicembre). «Il tuo pensiero è profon-do e brillante come il baleno! Vivi dunque mille anni,compagno Stalin!», questo è il voto del Comitato cen-trale della Turkmenia.... Da un capo all'altro del conti-nente russo, le assemblee recitano queste stupide ed op-primenti litanie, ricominciate senza fine lungo glianni....

È così che tenacemente si afferma la psicologia ele-mentare del dispotismo. I Cesari – sopratutto quelli del-la decadenza – erano divini; i faraoni figli del sole; gliimperatori di Cina, figli del cielo; gli scià di Persia, redei re; gli autocrati delle Russie si facevano chiamare:«Zar, piccolo padre». Ma essi non avevano a loro dispo-

16 In tutta questa confusione non una riga contro il fascismo!L'antisocialismo succede all'antifascismo.

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titi socialisti16, nomina Stalin settanta volte, le abbiamocontate....

...Cosa avverrà quando arriverà l'elogio dell'Oriente!La Pravda del giorno dopo 22 dicembre cita nel suo edi-toriale dei versi del bardo Djamboul:

Il mio cuore ed i miei pensieri vanno alla costellazionedel Kremlino, Stalin, sostegno e luce degli umani, Capodella mia grande potenza dai popoli numerosi....

Noi conosciamo dei poemi nei quali lo si adora per-chè egli ha «creato l'uomo e fecondato la terra», perchèegli «ha fatto crescere i fiori». Dei mongoli scoprono inlui «la fonte della tenerezza» ed il «Saggio Capo Gigan-te» (Pravda del 15 dicembre). «Il tuo pensiero è profon-do e brillante come il baleno! Vivi dunque mille anni,compagno Stalin!», questo è il voto del Comitato cen-trale della Turkmenia.... Da un capo all'altro del conti-nente russo, le assemblee recitano queste stupide ed op-primenti litanie, ricominciate senza fine lungo glianni....

È così che tenacemente si afferma la psicologia ele-mentare del dispotismo. I Cesari – sopratutto quelli del-la decadenza – erano divini; i faraoni figli del sole; gliimperatori di Cina, figli del cielo; gli scià di Persia, redei re; gli autocrati delle Russie si facevano chiamare:«Zar, piccolo padre». Ma essi non avevano a loro dispo-

16 In tutta questa confusione non una riga contro il fascismo!L'antisocialismo succede all'antifascismo.

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sizione tante rotative messe in moto dall'elettricità perimprimere ciò tutti i giorni nei cervelli di novanta milio-ni di uomini....

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sizione tante rotative messe in moto dall'elettricità perimprimere ciò tutti i giorni nei cervelli di novanta milio-ni di uomini....

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Page 130: Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti,

27ED EGLI HA PAURA...

Noi ci limiteremo ad indicare le cause sociali di que-sto dramma. Esse dominano molto dall'alto il Capo, di-venuto, lo abbia voluto o no, il realizzatore di avveni-menti, che egli contrassegna, senza dubbio fortemente,della sua impronta sanguinosa, ma che a loro volta losospingono e lo sorpassano. È avvenuto che una rivolu-zione, fatta da milioni di diseredati nel clima di uno spi-rito di eguaglianza e con una ideologia socialista, dopoaver riportato una vittoria completa, si è trovata confi-scata dai nuovi arrivati che essa aveva piazzato in tuttigli ingranaggi del nuovo Stato e sopratutto in quelli delpartito rivoluzionario. La mancanza di tradizioni e diistituzioni democratiche, la debolezza numerica dellaclasse operaia, la generale ignoranza e povertà permise-ro al regime dei nuovi arrivati di consolidarsi avvalen-dosi delle nuove forze morali; l'abolizione della proprie-tà privata dei mezzi di produzione, di trasporto e di ri-partizione metteva, in tali condizioni, tutte le leve delcomando dell'economia nelle mani dello Stato: ne risul-

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27ED EGLI HA PAURA...

Noi ci limiteremo ad indicare le cause sociali di que-sto dramma. Esse dominano molto dall'alto il Capo, di-venuto, lo abbia voluto o no, il realizzatore di avveni-menti, che egli contrassegna, senza dubbio fortemente,della sua impronta sanguinosa, ma che a loro volta losospingono e lo sorpassano. È avvenuto che una rivolu-zione, fatta da milioni di diseredati nel clima di uno spi-rito di eguaglianza e con una ideologia socialista, dopoaver riportato una vittoria completa, si è trovata confi-scata dai nuovi arrivati che essa aveva piazzato in tuttigli ingranaggi del nuovo Stato e sopratutto in quelli delpartito rivoluzionario. La mancanza di tradizioni e diistituzioni democratiche, la debolezza numerica dellaclasse operaia, la generale ignoranza e povertà permise-ro al regime dei nuovi arrivati di consolidarsi avvalen-dosi delle nuove forze morali; l'abolizione della proprie-tà privata dei mezzi di produzione, di trasporto e di ri-partizione metteva, in tali condizioni, tutte le leve delcomando dell'economia nelle mani dello Stato: ne risul-

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tava una formidabile macchina totalitaria. Non era piùuna società capitalista, non era e non è nemmeno – nesiamo ben lungi – una società socialista poichè si sco-priva che la proprietà amministrata dai burocrati potevaessere a sua volta uno strumento infinitamente potentedi sfruttamento del lavoro. Ci si permetta di non appe-santire questo saggio di statistiche e di ricordare a talpunto soltanto le conclusioni di altri studi. Oggi su unapopolazione di 183 milioni di anime, l'URSS conta il15% tutto al più di privilegiati che godono di un mediobenessere: funzionari, appartenenti ai quadri dell'eserci-to, della marina, della polizia politica, dirigenti dell'agri-coltura collettivizzata, tecnici ed intellettuali, aristocra-zia operaia altamente qualificata. L'altro 85% della po-polazione vive in una continua indigenza, con dei salariin genere inferiori a quelli dell'antico regime ed a quellidegli anni 1926-1928. Procurarsi un paio di scarpe èsempre un problema; la crisi degli alloggi è tale,nell'intero paese, che la grande maggioranza della popo-lazione non dispone se non di una camera per famiglia.Una lotta sorda che si manifesta in ogni aspetto dellavita quotidiana mette continuamente di fronte l'85% deidiseredati ed il 15% dei privilegiati, i quali si sentonodegli usurpatori, ignoranti del resto, spesso incapaci didirigere ciò che dovrebbero saper dirigere per giustifica-re la loro esistenza. Donde gli innumerevoli casi di sa-botaggio. Il regime vive su dei rapporti forzatamentemenzogneri poichè è proibito di dire la verità; esso im-pone dei piani ineseguibili senza permettere la minima

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tava una formidabile macchina totalitaria. Non era piùuna società capitalista, non era e non è nemmeno – nesiamo ben lungi – una società socialista poichè si sco-priva che la proprietà amministrata dai burocrati potevaessere a sua volta uno strumento infinitamente potentedi sfruttamento del lavoro. Ci si permetta di non appe-santire questo saggio di statistiche e di ricordare a talpunto soltanto le conclusioni di altri studi. Oggi su unapopolazione di 183 milioni di anime, l'URSS conta il15% tutto al più di privilegiati che godono di un mediobenessere: funzionari, appartenenti ai quadri dell'eserci-to, della marina, della polizia politica, dirigenti dell'agri-coltura collettivizzata, tecnici ed intellettuali, aristocra-zia operaia altamente qualificata. L'altro 85% della po-polazione vive in una continua indigenza, con dei salariin genere inferiori a quelli dell'antico regime ed a quellidegli anni 1926-1928. Procurarsi un paio di scarpe èsempre un problema; la crisi degli alloggi è tale,nell'intero paese, che la grande maggioranza della popo-lazione non dispone se non di una camera per famiglia.Una lotta sorda che si manifesta in ogni aspetto dellavita quotidiana mette continuamente di fronte l'85% deidiseredati ed il 15% dei privilegiati, i quali si sentonodegli usurpatori, ignoranti del resto, spesso incapaci didirigere ciò che dovrebbero saper dirigere per giustifica-re la loro esistenza. Donde gli innumerevoli casi di sa-botaggio. Il regime vive su dei rapporti forzatamentemenzogneri poichè è proibito di dire la verità; esso im-pone dei piani ineseguibili senza permettere la minima

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Page 132: Ritratto di Stalin - Liber Liber · STALIN TRADUZIONE DAL FRANCESE 8. 1 VISIONE DELLA GEORGIA Dopo la pianura russa, che si estende per oltre duemi-la chilometri con i suoi avvallamenti,

obiezione, facendo così dei direttori delle aziende deglieterni candidati alla prigione: e vanno in prigione. Ab-biamo la dimostrazione che la produzione socializzataha bisogno, per funzionare normalmente, della libertàumana. Considerato nel suo insieme, questo Stato estre-mamente potente fa pensare ad un atleta colpito da unamalattia di cuore capace di abbatterlo da un momentoall'altro.

Il ritratto fisico di Stalin si conosce bene. Quella fron-te bassa sotto una vigorosa capigliatura, quel viso piut-tosto quadrato, carnoso, sul quale si stagliano dei grossibaffi, in cui gli occhi piccoli, privi di luce, danno unaimpressione di sicurezza testarda: niente di più. Egli hala parola malsicura, l'eloquio monotono, un forte accen-to georgiano. Si è fatto un abito di una semplicità volu-ta, una tunica alla maniera militare, col collo montante,stivali. La tunica è bianca di estate, verde scura nelle al-tre stagioni, come le uniformi: e questa maniera di vesti-re gli dà l'aspetto di un sottufficiale.

Dopo la sua giovinezza, lo abbiamo visto, un insiemedi inferiorità lo domina. Egli si sente, si sa sprovvisto didoti, inferiore in quanto alle capacità a tutti gli uominidi rilievo che egli incontra e per il suo carattere ne è ge-loso, li invidia e li detesta perchè quelli valgono più dilui. L'intrigo lo segue dai suoi primi passi, non si cono-sce una sua amicizia; ma con una perseveranza terribileegli ha mandato alla morte tutti coloro che aveva cono-sciuto da una quarantina di anni, seguíto, ascoltato, invi-

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obiezione, facendo così dei direttori delle aziende deglieterni candidati alla prigione: e vanno in prigione. Ab-biamo la dimostrazione che la produzione socializzataha bisogno, per funzionare normalmente, della libertàumana. Considerato nel suo insieme, questo Stato estre-mamente potente fa pensare ad un atleta colpito da unamalattia di cuore capace di abbatterlo da un momentoall'altro.

Il ritratto fisico di Stalin si conosce bene. Quella fron-te bassa sotto una vigorosa capigliatura, quel viso piut-tosto quadrato, carnoso, sul quale si stagliano dei grossibaffi, in cui gli occhi piccoli, privi di luce, danno unaimpressione di sicurezza testarda: niente di più. Egli hala parola malsicura, l'eloquio monotono, un forte accen-to georgiano. Si è fatto un abito di una semplicità volu-ta, una tunica alla maniera militare, col collo montante,stivali. La tunica è bianca di estate, verde scura nelle al-tre stagioni, come le uniformi: e questa maniera di vesti-re gli dà l'aspetto di un sottufficiale.

Dopo la sua giovinezza, lo abbiamo visto, un insiemedi inferiorità lo domina. Egli si sente, si sa sprovvisto didoti, inferiore in quanto alle capacità a tutti gli uominidi rilievo che egli incontra e per il suo carattere ne è ge-loso, li invidia e li detesta perchè quelli valgono più dilui. L'intrigo lo segue dai suoi primi passi, non si cono-sce una sua amicizia; ma con una perseveranza terribileegli ha mandato alla morte tutti coloro che aveva cono-sciuto da una quarantina di anni, seguíto, ascoltato, invi-

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diato: i compagni della Siberia come quelli del Caucaso,i compagni delle persecuzioni come quelli del potere,tutti, tutti, gli oscuri come gli illustri. Egli ci appare do-minato dall'odio del mediocre per tutti coloro che glisono naturalmente superiori. Ed il motto di Trotsky ciritorna alla memoria: «È la più grande mediocrità delnostro partito». Questa frase pronunciata verso il 1925,il Georgiano non l'ha mai perdonata.

Nel conseguimento dei suoi disegni, a faccia a facciacon gli uomini, egli dà prova di una straordinaria tena-cia, di perfidia, di arrendevolezza ed infine di durezza.Qualità classiche del politico nel dispotismo orientale.Ci è occorso di definirlo, tanto per dare una immagine:«Un grande vizir, che si crede socialista, della Persia delXIII secolo...». Il suo metodo consiste nel collaborareper ingannare, nel mentire con arte fino al momento incui, avendo il doppio gioco condotto in segreto dato isuoi frutti, egli si toglie la maschera e più con brutalitàche con cinismo. Lusinga Zinoviev e Kaménev, incorag-giandoli a soppiantare Trotsky, poi li gioca, li deride, ligetta a terra con uno sgambetto; egli lusinga allora Ry-kov e Boukharine, arrivando perfino a dire al poveroBoukharine: «Tu ed io siamo dell'Imalaia! Gli altri,bah!», poi li manovra, li gioca, li beffa, li vince senzauna vera lotta.... Egli conduce per dei mesi, parallela-mente, amichevoli negoziati con Londra e Parigi – men-tre fomenta nel mondo intero l'agitazione antifascista – enegoziati segreti, del tutto segreti, con Hitler che la suastampa denuncia come «il Bruto fascista». Le trattative

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diato: i compagni della Siberia come quelli del Caucaso,i compagni delle persecuzioni come quelli del potere,tutti, tutti, gli oscuri come gli illustri. Egli ci appare do-minato dall'odio del mediocre per tutti coloro che glisono naturalmente superiori. Ed il motto di Trotsky ciritorna alla memoria: «È la più grande mediocrità delnostro partito». Questa frase pronunciata verso il 1925,il Georgiano non l'ha mai perdonata.

Nel conseguimento dei suoi disegni, a faccia a facciacon gli uomini, egli dà prova di una straordinaria tena-cia, di perfidia, di arrendevolezza ed infine di durezza.Qualità classiche del politico nel dispotismo orientale.Ci è occorso di definirlo, tanto per dare una immagine:«Un grande vizir, che si crede socialista, della Persia delXIII secolo...». Il suo metodo consiste nel collaborareper ingannare, nel mentire con arte fino al momento incui, avendo il doppio gioco condotto in segreto dato isuoi frutti, egli si toglie la maschera e più con brutalitàche con cinismo. Lusinga Zinoviev e Kaménev, incorag-giandoli a soppiantare Trotsky, poi li gioca, li deride, ligetta a terra con uno sgambetto; egli lusinga allora Ry-kov e Boukharine, arrivando perfino a dire al poveroBoukharine: «Tu ed io siamo dell'Imalaia! Gli altri,bah!», poi li manovra, li gioca, li beffa, li vince senzauna vera lotta.... Egli conduce per dei mesi, parallela-mente, amichevoli negoziati con Londra e Parigi – men-tre fomenta nel mondo intero l'agitazione antifascista – enegoziati segreti, del tutto segreti, con Hitler che la suastampa denuncia come «il Bruto fascista». Le trattative

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ufficiali gli servono per far perdere le traccie agli osser-vatori e per far cantare il partner nelle trattative segrete.Egli gioca sulle due scacchiere, raggiunge il suo scopo,si smaschera allora senza scrupoli.

In tutto ciò l'astuzia supplisce l'intelligenza, l'inferio-rità morale il talento. Il baro ha un grande merito a vin-cere nel gioco? Sentendosi incapace di vincere con leregole, che sono quelle della intelligenza, della verità,della lealtà, del disegno politico di grande ampiezza,Stalin bara sempre. È la sua sola risorsa. In predad'altronde ad un empirismo grossolano, che lo porta asaggiare successivamente delle soluzioni contrarie, apresagire nel 1925 la consacrazione della proprietà pri-vata nell'agricoltura, a decretare la collettivizzazione nel1930, a schernire la S.D.N. per poi aderirvi, a denuncia-re la barbarie nazista per poi collaborare con essa. Eglipassa di espediente in espediente incassando i colpicome un pugile incassa uno swing, senza batter ciglio,ma umiliato nel suo intimo; rivoltandosi con odio controi suoi strumenti, dei quali ne fa dei capri espiatori siaper calcolo politico come per punirli dell'intollerabilecrimine di aver visto sovente più chiaramente di lui.

Da ciò una specie di fatalità per lui. La sua andaturanei grandi affari politici ricorda quella dell'uomo ebbroche barcolla tanto a destra quanto a sinistra. Mancandodi immaginazione, di idee, di direttive, egli diviene lozimbello delle circostanze, non trova delle idee se nonnei suoi avversari, non giudica se non col proprio metro,costretto ad applicare nel 1929 il programma di indu-

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ufficiali gli servono per far perdere le traccie agli osser-vatori e per far cantare il partner nelle trattative segrete.Egli gioca sulle due scacchiere, raggiunge il suo scopo,si smaschera allora senza scrupoli.

In tutto ciò l'astuzia supplisce l'intelligenza, l'inferio-rità morale il talento. Il baro ha un grande merito a vin-cere nel gioco? Sentendosi incapace di vincere con leregole, che sono quelle della intelligenza, della verità,della lealtà, del disegno politico di grande ampiezza,Stalin bara sempre. È la sua sola risorsa. In predad'altronde ad un empirismo grossolano, che lo porta asaggiare successivamente delle soluzioni contrarie, apresagire nel 1925 la consacrazione della proprietà pri-vata nell'agricoltura, a decretare la collettivizzazione nel1930, a schernire la S.D.N. per poi aderirvi, a denuncia-re la barbarie nazista per poi collaborare con essa. Eglipassa di espediente in espediente incassando i colpicome un pugile incassa uno swing, senza batter ciglio,ma umiliato nel suo intimo; rivoltandosi con odio controi suoi strumenti, dei quali ne fa dei capri espiatori siaper calcolo politico come per punirli dell'intollerabilecrimine di aver visto sovente più chiaramente di lui.

Da ciò una specie di fatalità per lui. La sua andaturanei grandi affari politici ricorda quella dell'uomo ebbroche barcolla tanto a destra quanto a sinistra. Mancandodi immaginazione, di idee, di direttive, egli diviene lozimbello delle circostanze, non trova delle idee se nonnei suoi avversari, non giudica se non col proprio metro,costretto ad applicare nel 1929 il programma di indu-

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strializzazione che in altri tempi aveva respinto, ridottoa dichiarare la guerra ai contadini pur avendo rifiutatoprima di tassarne alcuni; imputando ai suoi rivali l'inten-zione di ucciderli e facendoli egli stesso assassinare, de-cretando il massacro degli uomini che accusa di patteg-giare con il nazismo poichè egli stesso sogna un pattocon Hitler....

La sua inumanità sconcerta sia che si tratti del sanguedei coolies di Canton, versato al segnale dato, per lastampa o della esecuzione di uomini con i quali fami-gliarizzava da vent'anni e più, o degli inutili bombarda-menti della Finlandia. La spiegazione psicologica è neldisprezzo degli uomini, unico rifugio dell'uomo roso daun complesso di inferiorità il quale vuole sfuggire al di-sprezzo di se stesso. Nessun capo di Stato del nostro se-colo ha ordinato tanti supplizi, massacrato con tanta per-severanza, in così gran numero, i suoi compagni di ieri,i suoi collaboratori, i suoi sostenitori, i suoi fratelli. Nonuno, per quanto noi sappiamo, nemmeno lo stesso Hitlerdel 30 giugno 1934, ha pronunciato una frase simile aquella di Stalin: «Una sera d'estate, nel 1923, parlando acuore aperto con Dzerjinsky e Kaménev, Stalin avrebbedetto: «Scegliere la vittima, preparare minuziosamenteil colpo, saziare una vendetta implacabile e poi andar-sene a dormire... Non vi è niente di più dolce nel mon-do»17. Ma di che cosa si vendica in tal modo se non del-

17 Citato da SOUVARINE, pag. 446, e da TROTSKY in diversi scrit-ti, questa frase fu spesso ricordata dai vecchi bolscevichi.

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strializzazione che in altri tempi aveva respinto, ridottoa dichiarare la guerra ai contadini pur avendo rifiutatoprima di tassarne alcuni; imputando ai suoi rivali l'inten-zione di ucciderli e facendoli egli stesso assassinare, de-cretando il massacro degli uomini che accusa di patteg-giare con il nazismo poichè egli stesso sogna un pattocon Hitler....

La sua inumanità sconcerta sia che si tratti del sanguedei coolies di Canton, versato al segnale dato, per lastampa o della esecuzione di uomini con i quali fami-gliarizzava da vent'anni e più, o degli inutili bombarda-menti della Finlandia. La spiegazione psicologica è neldisprezzo degli uomini, unico rifugio dell'uomo roso daun complesso di inferiorità il quale vuole sfuggire al di-sprezzo di se stesso. Nessun capo di Stato del nostro se-colo ha ordinato tanti supplizi, massacrato con tanta per-severanza, in così gran numero, i suoi compagni di ieri,i suoi collaboratori, i suoi sostenitori, i suoi fratelli. Nonuno, per quanto noi sappiamo, nemmeno lo stesso Hitlerdel 30 giugno 1934, ha pronunciato una frase simile aquella di Stalin: «Una sera d'estate, nel 1923, parlando acuore aperto con Dzerjinsky e Kaménev, Stalin avrebbedetto: «Scegliere la vittima, preparare minuziosamenteil colpo, saziare una vendetta implacabile e poi andar-sene a dormire... Non vi è niente di più dolce nel mon-do»17. Ma di che cosa si vendica in tal modo se non del-

17 Citato da SOUVARINE, pag. 446, e da TROTSKY in diversi scrit-ti, questa frase fu spesso ricordata dai vecchi bolscevichi.

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la superiorità degli altri? della superiorità di coloro cheriprovano la vendetta?

Gli uomini provvisti di doti lo turbano, gli uominimediocri non sono per lui se non del materiale umanoda trattarsi utilitariamente, con indifferenza. Perchè egliconosce a fondo la bassezza umana, prima in se stesso epoi per la sua esperienza di tiranno. Nell'intimità chiamala IIIa Internazionale, con indicibile disprezzo, «questamiserabile bottega». Quando si tenta di fargli notare chei processi di Mosca fanno cattiva impressione sugli in-tellettuali di avanguardia dell'estero, alza le spalle e ri-sponde che questi intellettuali «avalleranno tutto», ciò eben altro se si vuole. Egli rifiuta ai comunisti tedeschidei Sudeti destinati ai campi di concentramento il vistod'entrata nell'URSS. Egli rifiuta l'asilo agli ebrei perse-guitati: l'URSS è il solo paese del mondo che non ne ab-bia accolto alcuno. In quale situazione morale vengonoa trovarsi, quando ottiene l'amicizia del Führer, i comu-nisti tedeschi i quali, da anni, nelle prigioni e nei bagnipenali, resistono al nazismo? Non si sa niente di Thael-man, se non che i suoi collaboratori Werner Hirsch eRemmele sono stati fucilati a Mosca. In quale vicolocieco porta i comunisti ceki e francesi, i quali, sotto lesue direttive, hanno inculcato senza posa la resistenza alnazismo?18. Non si esagererà affermando che li ha pu-

18 GABRIEL PÉRI domandava il 6 luglio nell'Humanité: «Parigi eLondra hanno indicato la strada ed i mezzi per far scomparire laPolonia nel silenzio e nell'indifferenza complici della Francia edella Gran Bretagna?». Ci basta sfogliare questo giornale per con-

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la superiorità degli altri? della superiorità di coloro cheriprovano la vendetta?

Gli uomini provvisti di doti lo turbano, gli uominimediocri non sono per lui se non del materiale umanoda trattarsi utilitariamente, con indifferenza. Perchè egliconosce a fondo la bassezza umana, prima in se stesso epoi per la sua esperienza di tiranno. Nell'intimità chiamala IIIa Internazionale, con indicibile disprezzo, «questamiserabile bottega». Quando si tenta di fargli notare chei processi di Mosca fanno cattiva impressione sugli in-tellettuali di avanguardia dell'estero, alza le spalle e ri-sponde che questi intellettuali «avalleranno tutto», ciò eben altro se si vuole. Egli rifiuta ai comunisti tedeschidei Sudeti destinati ai campi di concentramento il vistod'entrata nell'URSS. Egli rifiuta l'asilo agli ebrei perse-guitati: l'URSS è il solo paese del mondo che non ne ab-bia accolto alcuno. In quale situazione morale vengonoa trovarsi, quando ottiene l'amicizia del Führer, i comu-nisti tedeschi i quali, da anni, nelle prigioni e nei bagnipenali, resistono al nazismo? Non si sa niente di Thael-man, se non che i suoi collaboratori Werner Hirsch eRemmele sono stati fucilati a Mosca. In quale vicolocieco porta i comunisti ceki e francesi, i quali, sotto lesue direttive, hanno inculcato senza posa la resistenza alnazismo?18. Non si esagererà affermando che li ha pu-

18 GABRIEL PÉRI domandava il 6 luglio nell'Humanité: «Parigi eLondra hanno indicato la strada ed i mezzi per far scomparire laPolonia nel silenzio e nell'indifferenza complici della Francia edella Gran Bretagna?». Ci basta sfogliare questo giornale per con-

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gnalati alle spalle. Destinati al ridicolo, all'odio, consi-derati come traditori dopo aver attuato la più grossolanagara di patriottismo e di bellicismo. Egli non se ne cura.Mettendovi un prezzo, saprà sempre – egli pensa – rin-novare il suo materiale umano.

Ancora disprezzo degli uomini, il cinismo che lo faparlare di «successi prodigiosi» quando si trova in pienacatastrofe; che lo fa parlare di aumento di salari quandoi salari cadono nel nulla e la fame prende i lavoratoriallo stomaco; che gli fa ordinare delle apoteosi sullequali non può farsi alcuna illusione....

Qui noi scopriamo nel duro e grossolano realista unostrano bisogno di ingannare se stesso, uno sforzo insen-sato di vedersi negli specchi diverso da quello che è.Egli si sente al disotto del suo compito, si sente limitato,piccolo, si vede le mani rosse, si sente odioso.... Vorreb-be evadere. Allora il Segretario generale, tormentato,sotto il suo calmo istinto di conservazione, ordina chegli cantino delle cantate d'amore, che lo si proclami buo-no, amato, geniale, inobliabile, umano fra tutti, il mi-gliore dei migliori, il più grande dei grandi.... Che deitelegrammi di approvazione entusiastica gli siano imme-diatamente inviati dai partiti comunisti e dagli «Amicidell'URSS» di Sciangai, del Venezuela, delle Filippine,della Norvegia, di Parigi! Così il crimine non sarà piùun crimine ma un atto di umanità. E tutto si compie. Ma

statare che giammai la furberia è stata nè più grossolana nè spintapiù lontano.

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gnalati alle spalle. Destinati al ridicolo, all'odio, consi-derati come traditori dopo aver attuato la più grossolanagara di patriottismo e di bellicismo. Egli non se ne cura.Mettendovi un prezzo, saprà sempre – egli pensa – rin-novare il suo materiale umano.

Ancora disprezzo degli uomini, il cinismo che lo faparlare di «successi prodigiosi» quando si trova in pienacatastrofe; che lo fa parlare di aumento di salari quandoi salari cadono nel nulla e la fame prende i lavoratoriallo stomaco; che gli fa ordinare delle apoteosi sullequali non può farsi alcuna illusione....

Qui noi scopriamo nel duro e grossolano realista unostrano bisogno di ingannare se stesso, uno sforzo insen-sato di vedersi negli specchi diverso da quello che è.Egli si sente al disotto del suo compito, si sente limitato,piccolo, si vede le mani rosse, si sente odioso.... Vorreb-be evadere. Allora il Segretario generale, tormentato,sotto il suo calmo istinto di conservazione, ordina chegli cantino delle cantate d'amore, che lo si proclami buo-no, amato, geniale, inobliabile, umano fra tutti, il mi-gliore dei migliori, il più grande dei grandi.... Che deitelegrammi di approvazione entusiastica gli siano imme-diatamente inviati dai partiti comunisti e dagli «Amicidell'URSS» di Sciangai, del Venezuela, delle Filippine,della Norvegia, di Parigi! Così il crimine non sarà piùun crimine ma un atto di umanità. E tutto si compie. Ma

statare che giammai la furberia è stata nè più grossolana nè spintapiù lontano.

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può egli dimenticare, questo furbo figlio di contadini, dipagare a buon prezzo questi telegrammi ed i servi cheglie li mandano? Che queste ovazioni, queste cantate,questi manuali di storia, questi ditirambi, questi epiteti,questi ritratti è lui stesso che li comanda e li paga? «Di-modochè queste ovazioni coprono un silenzio totale.Non una voce si alza senza ordine. Non un gesto si com-pie, nè un telegramma arriva. È come se fosse solo almondo ed adorasse se stesso. Egli è inquieto»19.

Impossibile fare a meno di questa menzogna rassicu-rante, impossibile credervi. La menzogna che egli hascatenato lo alimenta e lo soffoca. Ed il supremo mo-vente dei suoi atti ora si rivela a noi. Non la paura delvile, poichè il coraggio fisico non gli manca, ma quelladel primitivo superato dagli avvenimenti, che il tuonosconvolge. «Non dubitate, egli scriveva circa dieci annifa, che io non sia pronto a dare tutto il mio sangue, goc-cia a goccia, per la classe operaia...». Sincero, perchèno? Egli sarebbe morto coraggiosamente, come gli altrisu di un patibolo del vecchio regime. La sua disgrazia equella della Russia è proprio nel fatto che egli è sfuggitoa quel destino, salvando tutte le goccie del proprio san-gue, attraverso tutte le guerre e le rivoluzioni, senza unascalfittura, ma versando a fiotti il sangue degli altri, fa-cendosi onorare come l'idolo di un socialismo mostruo-so, poichè egli non può ignorare, di fronte a se stesso,che egli ha ucciso, per tutta un'epoca, il socialismo in

19 VICTOR SERGE, De Lénine à Staline. (Crapouillot, 1936).

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può egli dimenticare, questo furbo figlio di contadini, dipagare a buon prezzo questi telegrammi ed i servi cheglie li mandano? Che queste ovazioni, queste cantate,questi manuali di storia, questi ditirambi, questi epiteti,questi ritratti è lui stesso che li comanda e li paga? «Di-modochè queste ovazioni coprono un silenzio totale.Non una voce si alza senza ordine. Non un gesto si com-pie, nè un telegramma arriva. È come se fosse solo almondo ed adorasse se stesso. Egli è inquieto»19.

Impossibile fare a meno di questa menzogna rassicu-rante, impossibile credervi. La menzogna che egli hascatenato lo alimenta e lo soffoca. Ed il supremo mo-vente dei suoi atti ora si rivela a noi. Non la paura delvile, poichè il coraggio fisico non gli manca, ma quelladel primitivo superato dagli avvenimenti, che il tuonosconvolge. «Non dubitate, egli scriveva circa dieci annifa, che io non sia pronto a dare tutto il mio sangue, goc-cia a goccia, per la classe operaia...». Sincero, perchèno? Egli sarebbe morto coraggiosamente, come gli altrisu di un patibolo del vecchio regime. La sua disgrazia equella della Russia è proprio nel fatto che egli è sfuggitoa quel destino, salvando tutte le goccie del proprio san-gue, attraverso tutte le guerre e le rivoluzioni, senza unascalfittura, ma versando a fiotti il sangue degli altri, fa-cendosi onorare come l'idolo di un socialismo mostruo-so, poichè egli non può ignorare, di fronte a se stesso,che egli ha ucciso, per tutta un'epoca, il socialismo in

19 VICTOR SERGE, De Lénine à Staline. (Crapouillot, 1936).

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Russia e che egli lo disonora in tutto il mondo.... Ed egliha paura per il sistema di cui conosce la straordinariafragilità. Paura della menzogna che legge negli occhi ditutti. Paura dei fantasmi che la sua paura crea, pronti aprendere corpo nella realtà: la guerra, la disfatta, losmembramento dell'Unione, il tradimento, l'attentato.Egli non può più niente: tutto ciò deve nascere necessa-riamente da lui, dai suoi atti, dal suo regime. Quandoegli passa davanti all'uomo scelto del distaccamentospeciale che veglia alla sua porta – e di cui si sono fuci-lati, per precauzione, i predecessori – bisogna bene cheegli si aspetti di ricevere una pallottola alla nuca. Il vec-chio terrorista sa quale sarebbe il suo sogno se egli fosseal posto di quell'uomo. Ed egli va, va, attraverso la pe-nombra di una rivoluzione fucilata, pieno di presenti-menti, portando in sè stesso, sotto la sua fronte bassa edil suo duro e fisso sorriso, il piccolo inferno del suomondo.

Parigi, 12 gennaio 1940.

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Russia e che egli lo disonora in tutto il mondo.... Ed egliha paura per il sistema di cui conosce la straordinariafragilità. Paura della menzogna che legge negli occhi ditutti. Paura dei fantasmi che la sua paura crea, pronti aprendere corpo nella realtà: la guerra, la disfatta, losmembramento dell'Unione, il tradimento, l'attentato.Egli non può più niente: tutto ciò deve nascere necessa-riamente da lui, dai suoi atti, dal suo regime. Quandoegli passa davanti all'uomo scelto del distaccamentospeciale che veglia alla sua porta – e di cui si sono fuci-lati, per precauzione, i predecessori – bisogna bene cheegli si aspetti di ricevere una pallottola alla nuca. Il vec-chio terrorista sa quale sarebbe il suo sogno se egli fosseal posto di quell'uomo. Ed egli va, va, attraverso la pe-nombra di una rivoluzione fucilata, pieno di presenti-menti, portando in sè stesso, sotto la sua fronte bassa edil suo duro e fisso sorriso, il piccolo inferno del suomondo.

Parigi, 12 gennaio 1940.

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