L'UOMO DI PILTDOWN – l' ”Anello Mancante” tra scimmia e...

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L'UOMO DI PILTDOWN – l' ”Anello Mancante” tra scimmia e uomo, ovvero la truffa più longeva della Scienza SECONDA EDIZIONE PREMESSA - le bugie degli scienziati Imbrogliare e ingannare è sempre stata un'arte che la nostra specie ha elevato a livelli mai visti su questa biosfera, un'arte che è diventata anche una scienza. Una disciplina che ormai fa parte integrante del bagaglio non solo dei politici ma anche degli scienziati: consiste nel rendere credibile quello che è poco credibile (o impossibile) verso la gente comune ma sopratutto verso la comunità scientifica. Imbrogliare gli scienziati è però ben più difficile perché occorre conoscere bene la materia e le tecniche di sperimentazione con l'obiettivo di convincere gli altri scienziati, i politici e sopratutto i finanziatori che hanno il potere di decidere quali progetti e ricercatori debbano essere sostenuti economicamente. (1) Il furto dell'idea, la pubblicazione di troppi articoli ripetitivi, la manomissione dei dati di registrazione piuttosto che la rivendicazione del primato delle scoperte servono a fare quadrare i conti per sostenere con rigore apparente e credibilità le proprie scoperte o teorie. Questa tendenza, iniziata dalla fine della 2 a Guerra Mondiale, è legata al sistema di finanziamento adottato nei paesi occidentali e al fatto che la scienza è diventata una professione praticata da milioni di ricercatori e non più soltanto una vocazione per pochi. L'unico strumento di verifica è ancora il criterio della ripetibilità degli esperimenti, il solo mezzo per distinguere le bugie da quello che ci sembra inoppugnabile - almeno entro certi limiti; infatti più approfondiamo le nostre conoscenze e abilità più ci rendiamo conto della complessità che regola i fenomeni dei quali tentiamo una semplificazione comprensibile, sia per la grande massa che per i pochi addetti. In questo articolo, nel suo Primo Capitolo, vedremo la curiosa e bizzarra truffa dei falsi fossili probabilmente operata un secolo fa da Charles Dawson o da altri scienziati sulla ricerca allora molto dibattuta dell' “ anello mancante ” tra scimmia e uomo, svolta al centro della violenta lotta tra evoluzionisti e creazionisti (che non si è ancora placata oggi..nonostante tutto). Come necessario compendio ho pensato di aggiungere altri due Capitoli dedicati alle Grandi Estinzioni di massa e alla storia della nostra specie, cioè l'uomo contemporaneo, l' ultima della lunga serie umana che si è affacciata su questo pianeta. CAPITOLO PRIMO I creazionisti, il vescovo James Ussher e la truffa dell' “anello mancante” Ordinato sacerdote nel 1601 poi professore a Dublino, James Ussher diventa famoso per aver calcolato la data della creazione del mondo; secondo i suoi calcoli Dio creò l'universo (1)Quando leggo articoli e libri scritti da divulgatori e ricercatori stranieri che citano e ringraziano continuamente le Università, i finanziatori e le Fondazioni rimane tristemente evidente che la ricerca in Italia non gode di questo tipo di continui finanziamenti. Il risultato è che l'equazione vincente ricerca-pubblicazioni-brevetti-industria-occupazione = benessere è tristemente disattesa. Siamo al penultimo posto in Europa,i nostri ricercatori a migliaia trovano lavoro e successo all'estero e questo vuol dire aver buttato dalla finestra i costi della loro formazione. I 7 miliardi di euro finanziati con i fondi strutturali europei del PON negli ultimi sette anni, gestiti dai due ministeri, non sempre sono stati assegnati con criteri corretti, né erogati integralmente. Nonostante il portale OpenCoesione giustamente istituito dal governo Monti non è dato sapere se e come i progetti siano stati portati a termine e valutati. L'ufficio stampa dei ministeri tarda a rispondere su questi temi. Considerando le cifre nude dei finanziamenti il paese avrebbe dovuto lanciarsi in una piena innovazione ma invece stiamo tristemente affondando. La magistratura sta indagando su alcune assegnazioni che non presentano attinenze con gli obiettivi dei programmi. La stampa tace. 1

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L'UOMO DI PILTDOWN – l' ”Anello Mancante” trascimmia e uomo, ovvero la truffa piùlongeva della Scienza SECONDA EDIZIONEPREMESSA - le bugie degli scienziatiImbrogliare e ingannare è sempre stata un'arte che la nostra specie ha elevato a livelli maivisti su questa biosfera, un'arte che è diventata anche una scienza. Una disciplina cheormai fa parte integrante del bagaglio non solo dei politici ma anche degli scienziati:consiste nel rendere credibile quello che è poco credibile (o impossibile) verso la gentecomune ma sopratutto verso la comunità scientifica. Imbrogliare gli scienziati è però benpiù difficile perché occorre conoscere bene la materia e le tecniche di sperimentazione conl'obiettivo di convincere gli altri scienziati, i politici e sopratutto i finanziatori che hanno ilpotere di decidere quali progetti e ricercatori debbano essere sostenuti economicamente.(1) Il furto dell'idea, la pubblicazione di troppi articoli ripetitivi, la manomissione dei dati diregistrazione piuttosto che la rivendicazione del primato delle scoperte servono a farequadrare i conti per sostenere con rigore apparente e credibilità le proprie scoperte oteorie. Questa tendenza, iniziata dalla fine della 2a Guerra Mondiale, è legata al sistema difinanziamento adottato nei paesi occidentali e al fatto che la scienza è diventata unaprofessione praticata da milioni di ricercatori e non più soltanto una vocazione per pochi.L'unico strumento di verifica è ancora il criterio della ripetibilità degli esperimenti, il solomezzo per distinguere le bugie da quello che ci sembra inoppugnabile - almeno entro certilimiti; infatti più approfondiamo le nostre conoscenze e abilità più ci rendiamo conto dellacomplessità che regola i fenomeni dei quali tentiamo una semplificazione comprensibile,sia per la grande massa che per i pochi addetti.In questo articolo, nel suo Primo Capitolo, vedremo la curiosa e bizzarra truffa dei falsifossili probabilmente operata un secolo fa da Charles Dawson o da altri scienziati sullaricerca allora molto dibattuta dell' “anello mancante” tra scimmia e uomo, svolta al centrodella violenta lotta tra evoluzionisti e creazionisti (che non si è ancora placataoggi..nonostante tutto).Come necessario compendio ho pensato di aggiungere altri due Capitoli dedicati alleGrandi Estinzioni di massa e alla storia della nostra specie, cioè l'uomo contemporaneo, l'ultima della lunga serie umana che si è affacciata su questo pianeta. CAPITOLO PRIMO I creazionisti, il vescovo James Ussher e la truffa dell' “anello mancante”Ordinato sacerdote nel 1601 poi professore a Dublino, James Ussher diventa famoso peraver calcolato la data della creazione del mondo; secondo i suoi calcoli Dio creò l'universo(1)Quando leggo articoli e libri scritti da divulgatori e ricercatori stranieri che citano e ringrazianocontinuamente le Università, i finanziatori e le Fondazioni rimane tristemente evidente che laricerca in Italia non gode di questo tipo di continui finanziamenti. Il risultato è che l'equazionevincente ricerca-pubblicazioni-brevetti-industria-occupazione = benessere è tristemente disattesa.Siamo al penultimo posto in Europa,i nostri ricercatori a migliaia trovano lavoro e successoall'estero e questo vuol dire aver buttato dalla finestra i costi della loro formazione. I 7 miliardi dieuro finanziati con i fondi strutturali europei del PON negli ultimi sette anni, gestiti dai dueministeri, non sempre sono stati assegnati con criteri corretti, né erogati integralmente. Nonostanteil portale OpenCoesione giustamente istituito dal governo Monti non è dato sapere se e come iprogetti siano stati portati a termine e valutati. L'ufficio stampa dei ministeri tarda a rispondere suquesti temi. Considerando le cifre nude dei finanziamenti il paese avrebbe dovuto lanciarsi in unapiena innovazione ma invece stiamo tristemente affondando. La magistratura sta indagando sualcune assegnazioni che non presentano attinenze con gli obiettivi dei programmi. La stampa tace.1

domenica 23 ottobre del 4004 a.C. a mezzogiorno in punto e l'uomo alle 9.00 del mattinodel 28 ottobre. Questo calcolo, dedotto dagli annali delle Sacre Scritture, anche se inseguito smentito dai teologi, è ancora utilizzato dai creazionisti che sostengono che ifossili e l' espansione dell'Universo siano strumenti per mettere alla prova la fede deicristiani. Grazie alle sue pubblicazioni del 1644 Ussher fu poi incaricato vescovo e inseguito arcivescovo nell'ambito della chiesa anglicana. Oggi solo i creazionisti non si sono rassegnati ad accettare queste lampanti evidenze:- la Terra non è al centro dell'universo ma è un pianeta posto ai margini del braccioestremo di una galassia a spirale (che noi vediamo di taglio e che chiamiamo Via Lattea)una dei miliardi di galassie che compongono questo Universo.- questo Universo ha più di 14 miliardi di anni ed è stato generato dall'espansione di unasingolarità (forse a sua volta generata dai cosiddetti multiversi).- con gli strumenti di oggi possiamo compiere un vero viaggio nel tempo osservandogalassie, stelle e protostelle distanti 14 miliardi di anni agli albori della formazione diquesto Universo, calcolando il tempo che la luce ( la costante universale) ha impiegato adarrivare fino ai nostri occhi. Di fatto quella che vediamo è l' immagine fossile degli eventiaccaduti nell'Universo in 14 miliardi di anni, come del resto la radiazione cosmica di fondovisibile alla lunghezza d'onda delle microonde (CMBR) è il fossile dell'evento (Big Bang)che ha generato questo Universo.- ci sono prove inconfutabili che l'uomo moderno si è affacciato su questa biosfera circa

200.000 anni fa preceduto da molte altre specie umane con le qualisiamo stretti parenti, grazie anche all'esame biomolecolare (DNAnucleare e DNA mitocondriale) dei referti e che abbiamo a lungoconvissuto con alcune di esse. Bisogna comunque ammettere chel'H.sapiens, calcolando il battito di ciglia di 5 milioni di anni trascorsidall'avvento dei primi ominidi (come l'australopithecus afarensis lafamosa “Lucy” - foto del fossile quasi completo), ha superato in talentoadattativo le numerose altre specie di ominidi e uomini che erano quiprima di noi o contemporaneamente a noi. (2)

Per finire, bisogna prendere atto che le conclusioni di Ussher erano legate allescarsissime conoscenze del suo periodo e ai vincoli del dogma stretto della fede. Ciònon toglie che Ussher abbia influenzato negativamente per secoli la percezione del NOIQUI ed ancora adesso l'Uomo contemporaneo venga considerato da molti come uninserto estraneo, una comparsa improvvisa simile agli Dei generata a loro somiglianza(qualcuno ipotizza anche l'intervento di alieni in fase creativa, senza uno straccio di prove)invece che il prodotto del Caso e della Necessità nell'assenza completa di un qualsiasiProgetto maturato da chicchessia. Falsi fossili e anelli mancantiIl professor Ernst Haeckel (1834-1919) nel 1874 pubblica la “Storia dellaevoluzione umana” in cui elenca gli anelli che portano dalla “monera”(nome dato a essere umani primitivi mai esistiti) fino all'uomo moderno,che emerge al 30° stadio dell'evoluzione di una catena tra uomo escimmia (tra cui l'improbabile “Homo stupidus”che io sostengo esista ancora ingran numero...basta guardarsi intorno!).Lo stesso Darwin è molto cauto nel suo “Origine dell'uomo” del 1871 in cuisottolinea l'enorme distanza che separa l'uomo dalle scimmie attuali. Convinto assertoredell'evoluzionismo Haeckel confuta il dogma dell'immortalità dell'anima e la fede in un diocreatore guida di tutte le cose.(2) “Lucy” risale a 3,18 milioni di anni fa, era bipede e aveva perso parzialmente l'abilità diarrampicarsi sugli alberi. Lo scheletro è stato sottoposto recentemente a tomografia e si èscoperto che la morte è stata causata da diverse fratture per caduta dagli alberi. E cosìparadossalmente la ragazza è passata alla Storia fino a noi.2

E' in corso la fase più violenta della lotta tra creazionisti ed evoluzionisti ma il pregio diHaeckel rimane quello di avere rinnovato l'antropologia e la paleontologia e di avereaccreditato i gradi di parentela tra gli esseri viventi che formano alberi genealogici grazieagli adattamenti e mutamenti graduali formulati da Darwin. Oggi abbiamo una più completa comprensione della datazione della vita su questopianeta, della sua evoluzione, dei suoi cambiamenti che difficilmente sono improvvisi masono invece per noi non percepibili essendo graduali attraverso migliaia e migliaia digenerazioni - con l'eccezione delle estinzioni di massa di cui parleremo in seguito - che siadattano abilmente alle circostanze con un opportunismo ed una encomiabile gradualitàsenza stacchi netti (pertanto senza anelli mancanti...).Nessuna delle specie di ominini fossili trovati rappresenta l'anello di congiunzione tral'uomo e le scimmie antropomorfe che non è mai esistito: esse costituiscono le numerosetappe della serie di eventi tracciate da una linea evolutiva diversa che ha portato alloscimpanzé, al gorilla, al gibbone e all'orango, che sono anch'essi mutati nei millenni. Sistima che la separazione tra i due gruppi sia avvenuta tra i 6 e i 7 milioni di anni fa.Oggi la nostra percezione del tempo è cambiata, da un lato si è accorciata perchéabbiamo accelerato la nostra velocità di spostamento sul pianeta, dall'altro lato si èallungata poiché abbiamo gli strumenti per calcolare le centinaia di milioni di anni delleere geologiche: è una asimmetria temporale che ci costa fatica metabolizzare influenzatacom'è ancora da preconcetti superati ma comunque presenti (vedasi per esempio ildogma di Ussher tanto caro ai creazionisti). Per concludere pochi di noi sono attrezzati perpercepire i fatti accaduti nei milioni di anni, la nostra percezione temporale è in fin dei contilegata alla durata delle nostre esistenze, che già non è poca confronto ad altre specie.L' evoluzione intesa come “discendenza con modificazioni”In un certo senso Darwin non era un darwinista, l'uso del termine evoluzione conserva ilsuo senso letterale inteso come dispiegamento intendendo che le creature si manifestanodopo essere partite da inizi molto semplici in un processo sempre più diversificato ecomplesso. Il Grande Vecchio usava il termine “discendenza con modificazione” unascelta più neutrale e non caricata di pesanti connotazioni come “progetto” o “tendenza allaPerfezione”. Ogni creatura passata e presente era ed è in un certo senso perfettaessendosi adattata all'ambiente ove sopravvive brillantemente garantendo la discendenza.Non vi è un senso direzionale o un ordine coreografico da sinistra verso destra tipico dicerte illustrazioni, oggi si parla di selezione naturale e modificazioni tra loro legati

strettamente (grazie alle conoscenze della genetica) in un percorsodavanti alla rigogliosa “riva di Darwin”. Siamo adesso certi chel'albero di famiglia degli esseri umani passati e presenti non ècresciuto nei milioni di anni lungo una linea ma è un fitto cespuglio(che ci riserva ancora scoperte, sorprese e ripensamenti) compostodi tante ramificazioni che si sono estinte con una sola eccezioneattuale: noi il sapiens, partendo probabilmente dall'orrorin tugenensis

di 5 milioni di anni fa fino all'uomo contemporaneo. Ecco un ritratto di famiglia con noi sapiens sullo sfondo, ma non ci sono tutti....ne stiamoscoprendo continuamente altri. Non sarebbe corretto chiudere questo capitolo senza fare riferimento aAlfred Russel Wallace (1823-1913) dimenticato dai più in favore di Darwin.Contrariamente a Darwin, Wallace (foto) è di umili origini – mentre l'altro èricco di famiglia – ed è un naturalista autodidatta: formula la teoriadell'evoluzione contemporaneamente a Darwin. Intraprende alcune spedizioniin Amazzonia e in Malesia durante le quali le sue osservazioni biogeografichelo portano a formulare il concetto di evoluzione delle specie arrivando alle medesimeconclusioni di Darwin, al quale invia il suo manoscritto. Turbato ma non ingelosito, anzi3

rassicurato dalla notevole somiglianza con le sue teorie Charles Darwin si affretta apubblicare nel 1859 il volume che ha cambiato la Storia “L'origine delle specie”. Il “nostro”nel 1871, ancora riluttante per le conseguenze delle sue deduzioni, pubblica “L'originedell'uomo” imponendo la sola e inconfutabile dimensione biologica a quello che era statodefinito per troppi secoli “il mistero della storia della nostra origine”. Da allora l'uomo nonè più il capolavoro della creazione ma “un bruto perfezionato che condivide i suoi antenaticon le scimmie antropomorfe” (Giancarlo Biondi) e purtroppo spesso .. anche “di rozzostampo” (Riccardo III).Il fossile dell'uomo di PiltdownUna capacità che ci distingue è il riconoscimento di schemi regolari negli eventi chetendono a ripetersi, che rimane il fondamento del pensiero scientifico e di conseguenza labase della paleontologia. Senza l'attitudine di classificare gli oggetti questo mondo moltocomplesso sarebbe per noi incomprensibile e in fin dei conti pericoloso o addirittura fatale.Un'altra capacità è quella di intrecciare gli schemi in racconti per dare loro un senso econtinuità, cioè di raccontare storie.I fossili ne sono una lampante dimostrazione, i fossili non raccontano storie bensì siamonoi a raccontarle interpretando gli schemi degli eventi. I fossili non sono gli originali ma icalchi dei tessuti rimpiazzati dai minerali che filtrano nei resti sepolti generando unariproduzione in pietra della forma originale. Ecco perché essi sono così rari, sono spessoproblematici da estrarre e non sempre collocati nell'era geologica originale per la nostracomodità. I fossili non sono lì in attesa con attaccato il loro certificato di nascita, questecreature non sono rimaste in ordine cronologico perfetto su un palcoscenico per noispettatori al fine di raccontarci le loro storie. In casi veramente eccezionali troviamo traccedel DNA che diviene un grande ausilio, ma sono ritrovamenti molto rari.Il rinvenimento che segna l'inizio della paleoantropologia avviene nel 1856 – tre anni primache Darwin pubblicasse l'”Origine delle specie” - è il fossile di un uomo antico diverso danoi nella valle di Neander in Germania, con un grande cranio e la postura eretta come noi.Il fatto che, con riluttanza, venga poi classificato come una specie umana estinta per queltempo fu un evento coraggioso in quanto il concetto di “estinzione” era appena ai suoialbori, contestato come sempre dai creazionisti.Conclusa questa lunga premessa arriviamo finalmente al centro della nostra narrazionesulla truffa del fossile dell'uomo di Piltdown, l'”anello mancante”.La storia inizia nel dicembre 1912 quando Arthur Smith Woodward e Charles Dowsonannunciano presso la Società Geologica di Londra di aver scoperto l'anello mancante trauomo e scimmia. Sono i resti di un antichissimo fossile umano ritrovato in una cava dighiaia vicino al villaggio di Piltdown nel Sussex. Consistono in un cranio chiaramenteumano, un pezzo di mandibola con a fianco denti di ippopotamo e corna di mammiferi;vengono ritrovati inoltre un po' di utensili primitivi e pietre scheggiate rozzamente.L'annuncio è sensazionale e fa il giro del mondo, sembra chiaro che a Piltdown sia vissuto

un individuo con la calotta cranica quasi umana e una mascella discimmia: per giunta abitava in Inghilterra, patria del darwinismo,della paleontologia, della Royal Society e centro dell'Impero piùvasto del mondo ! Si stima sia vissuto 500.000 anni fa segnando l'alba della civiltà(sempre originaria dell'Inghilterra ?). E' il tipico orgoglio britannicodi quei tempi che non poteva vantare altri fossili umani o pre-

umani. Dawson – un avvocato con la passione della geologia (foto) – insieme aWoodward - eminente paleontologo del British Museum – riprendono gli scavi nello stessopunto e trovano una mascella con denti di scimmia adattabile alla calotta cranica di tipoumano.Nonostante un certo scetticismo espresso da studiosi inglesi e italiani, che sostengono si 4

tratti del ritrovamento casuale di una mascella di scimmia vicino a un cranio umano, lepolemiche si placano quando il francese Pierre Teilhard de Chardin – un gesuita teologo-scienziato con la passione della paleontologia – scopre ancora a Piltdown ma distante dalprimo referto un canino scimmiesco ma con l'usura tipicamente umana.Nel 1915 Dawson trova ancora in un campo vicino a Piltdown alcuni frammenti di calottacranica che sembrano appartenere a un secondo esemplare dell'uomo di Piltdown: con unaltro ritrovamento sembra rispettato il criterio della verifica degli eventi confermando leteorie.I protagonisti della scoperta vengono coperti di gloria e di onori, Woodward vienenominato baronetto e a Dowson – deceduto per setticemia nel 1916 – viene dedicata unastele-memoriale eretta nel 1938 proprio a Piltdown.(foto)Il reperto è una truffaI dubbi cominciano a sorgere quando nel 1935 Kenneth Oakley – geologo del BritishMuseum – analizza i resti dell'uomo di Piltdown con il nuovo metodo del contenuto difluoro e scopre che le ossa di antichi animali trovati vicino al reperto non contengono lamedesima quantità dei frammenti del cranio, cioè sono molto più antichi, mentre lamascella appartiene a una femmina di orango vissuta recentemente. I denti, tramitel'analisi ai raggi X, hanno superfici nette e sono stati limati ed abbassati in modo da farlisembrare appartenenti ad una specie con caratteristiche umanoidi, inoltre è stata sparsauna tintura per invecchiare le ossa.Come se non bastasse, alcuni referti animali trovati nella cava sono provenienti dalMediterraneo, probabilmente da un sito archeologico in Tunisia e gli utensili primitivi diselce sono stati lavorati recentemente, anch'essi originari di un altro ritrovamento dimanufatti tipici di Gafsa ancora in Tunisia.La deduzione è molto semplice: l'uomo di Piltdown è soltanto un'abile truffa.Il “Times” pubblica la notizia solo il 21 ottobre 1953 provocando una specie di luttonazionale e soltanto il tipico senso dello humor inglese riesce a coprire l'imbarazzocollettivo.I principali indiziatiCharles Dowson (1864-1916)Fin dall'inizio i sospetti convergono su di lui, avvocato di professione maattratto dalla mineralogia e dalla archeologia, ha dei precedenti di truffatore:come studioso dilettante, ma preparato, ha pubblicato due ponderosi volumicopiati da un manoscritto di William Herbert sulla storia di un antico castello e haletteralmente ricopiato in un suo lungo articolo, pubblicato nel 1908, lo scritto di unarcheologo senza naturalmente citarne il merito. Si scopre che Il canino da lui scoperto èstato importato dalla Francia, infatti trattato con gli acidi dai ricercatori-investigatori perdela sua falsa patina di antichità e si rivela un dente molto più recente limato accuratamente.Nella sua carriera di dilettante si sommano numerose frodi e contraffazioni che fannosospettare il suo unico movente, l'ambizione di far parte della Royal Society, ma questorimane un desiderio inappagato a causa della sua morte prematura per setticemia nel1916.Nella sua collezione privata di reperti almeno 38 si dimostrano dei falsi, tra cui unimprobabile ibrido di mammifero-rettile contraffatto con la stessa tecnica del fossile diPiltdown.Sir Arthur Smith Woodward (1864-1944)Una brillante e meritata carriera caratterizza Woodward, cui si aggiunge unanotevole capacità lavorativa: paleontologo a Manchester, poi conservatore alBritish Museum poi ancora facente parte della Società Geologica e infinemembro della prestigiosa Royal Society. Non si trovano moventi alla suapartecipazione alla truffa se non deboli indizi sulla sua eccessiva attenzione verso ireperti stessi e il luogo del loro ritrovamento, forse giustificabile dal fatto che i fondi5

necessari non sono a carico del British Museum ma di Woodward e Dawson medesimi.In fin dei conti è uno scienziato la cui serietà non è in discussione né sembra credibilel'unico movente possibile: sommare altro prestigio a quello già riconosciutopubblicamente.Teilhard de Chardin (1881-1955)Il sospettato principale della truffa rimane Teilhard grazie alle indagini ancora di KennethOakley: nel 1953 ha una corrispondenza con Teilhard da cui emerge la incoerenza delledate tra la scoperta del presunto fossile e la presenza del gesuita in Inghilterra (arruolatocome barelliere sul fronte del 1915) e l'esatta collocazione dei siti Piltdown 1 e 2 dovesono stati ritrovati in momenti successivi i referti. Dopo la scoperta della beffanaturalmente vengono scritti numerosi libri ed articoli sulla cospirazione da vari autori tracui Frank Spencer, Weiner, S.J.Gould e Louis Leakey.Del resto vi sono alcuni indizi relativi all'origine dei reperti che possono coinvolgere ilgesuita che ha viaggiato in Mediterraneo , ha insegnato al Cairo, è passato per la Tunisiae Malta prima di ritornare in Francia, luoghi che potrebbero essere la provenienza di moltifossili poi ritrovati a Piltdown. Gould sostiene che il tutto sia stato uno scherzo nato da uncomplotto tra Teilhard e Dowson che poi si trasforma in un affare mediatico più grosso diquanto si aspettassero sfuggito al loro controllo; sempre secondo Gould il moventesarebbe stato di prendersi gioco dei noiosi e saccenti studiosi inglesi che ritenevanoDowson un dilettante. Nel frattempo scoppia la Prima Guerra Mondiale, Dowson muore eTeilhard si trova da solo impossibilitato a confessare lo scherzo mettendo fine alla vicenda.Del resto è giovane e saprà solo prima di morire negli anni '50 che il cranio è molto piùrecente. Accusato dalla Chiesa di panteismo viene inviato in Cina ove vive molti anniassistendo al ritrovamento di molti fossili tra cui il cosiddetto sinanthropus. Arthur Conan Doyle (1859-1930) Un'altra ipotesi che sorprende potrebbe essere la partecipazione alla truffa del famososcrittore e medico, Doyle ha sempre viaggiato molto e poteva avere raccoltoi resti fossili in Mediterraneo,in Tunisia, Algeria e Malta forse ottenendoanche i reperti da amici, come il suo vicino di casa Cecil Wray collezionistadi fossili e membro della Royal Anthropological Society. Inoltre lo scrittore passa metà della sua vita a Crowborough, una cittadina apochi chilometri da Piltdown. Il movente: Doyle è un convinto spiritista e conquesto inganno – ordito come un suo romanzo giallo – intende vendicarsi di Edwin RayLankester, acceso evoluzionista che conduce una vera battaglia contro gli spiritisti. Conclusione della vicendaLa distanza tra i referti, cioè i resti e il dente limato avrebbero dovuto insospettire gliscienziati che invece dimostrano una ostinazione e una presunzione incredibili nelsostenere la validità della scoperta e della teoria, una credulità che continua ad essereaccettata per i 40 anni seguenti; appare inoltre poco credibile che fossili così antichivenissero facilmente alla luce in due cave di ghiaia e non inseriti nella stratigrafia.Comunque sia, questa scoperta e la teoria conseguente dell'anello mancante tra scimmia-uomo non confutata per troppi anni, era vantaggiosa, comoda e semplice. Rimane un esempio del nazionalismo radicato nella comunità scientifica britannicadell'epoca e ne riflette anche i pregiudizi sociali: era maschio o femmina ? L'ipotesi chefosse una femmina diventa subito l'occasione per la stampa per deridere con dellevignette le suffragette molto attive a quel tempo.Come era inevitabile, la truffa, una volta svelata, diventa il cavallo di battaglia deicreazionisti e viene indicata come esempio della scarsa credibilità e faziosità deglievoluzionisti.Possiamo concludere questo capitolo con una morale: le scoperte che si fanno quando sicerca di fare luce sulla lunga storia del percorso degli essere umani devono essere6

trattate con estrema obiettività, con apertura alle smentite ed alle revisioni, e sopratuttoignorando i propri preconcetti radicati. Nei tempi attuali sembra che questo principiovenga finalmente rispettato, come vedremo in seguito. O almeno si spera.CAPITOLO SECONDOLe estinzioni di massaTutte le strutture delle creature sono legate alle particolarità chimiche del carbonio epertanto tutti gli organismi viventi trasportano le proprie informazioni genetiche in lunghemolecole di composti di carbonio. Come previsto da Darwin probabilmente la vita “èiniziata in un piccolo e tiepido stagno..” molto tempo fa, circa 4,4 miliardi di anni quandol'acqua su questo pianeta pervenne allo stato liquido, un periodo troppo lontano di cui nontroviamo tracce se non fino a 3,7 miliardi di anni fa grazie all'evidenza dei biomarcatori.(3)Mi è sembrato inevitabile inserire questo breve capitolo per sottolineare l'estremaadattabilità della vita e l'influenza del Caso nella sua variabilità nonché il lungo, travagliatocammino trascorso da quando la biosfera ha faticosamente occupato il pianeta superandomolte peripezie dovute a cause planetarie esterne e interne. L'estinzione di massa – meglio espressa come transizione biotica – è un massicciosovvertimento dell'ecosistema e della biosfera di questo pianeta ove un grande numero dispecie scompaiono mentre altre subentrano diventando dominanti.Fino ad oggi si calcolano ci siano state cinque grandi estinzioni di massa:- 450 milioni di anni fa nel Siluriano-Ordoviciano in cui circa l'85% delle specie diinvertebrati e pesci scomparvero a causa di un surriscaldamento e successiva glaciazioneforse dovuto ai lampi di raggi gamma emessi dall'esplosione di una supernova (GRBGamma Ray Burst il fenomeno più violento che conosciamo dell'Universo)- 377 milioni di anni fa durante il Devoniano Superiore che interessò l'82% delle specie;- 251 milioni di anni fa nel Permiano Triassico che rimane l'estinzionepiù drammatica dovuta a intenso vulcanesimo (verneshot) oppureall'impatto con un asteroide in Antartide;- 203 milioni di anni fa nel Triassico-Giurassico con intense variazioniclimatiche e surriscaldamento del globo;- 65,69 milioni di anni fa durante il Cretaceo-Terziario con l'estinzione del76% delle specie, compresi tutti i dinosauri, causata dall'impatto di unasteroide di 10 km. di diametro nella penisola dello Yucatan a Chicxulub, il cui cratere èstato rilevato negli ultimi anni grazie alle osservazioni satellitari. Un'altra prova è lapresenza di iridio proprio nella stratigrafia di quella esatta era geologica perché l'iridio sigenera soltanto a causa di enormi pressioni. (disegno del luogo dell'impatto)L'asteroide inoltre ha impattato con l'angolo peggiore provocando evidenti linee difrattura nella crosta terrestre fino al nord America.Quest'ultima estinzione ha favorito la diffusione dei mammiferi chepraticamente hanno sostituito su tutto il pianeta i dinosauri, estintivelocemente a causa di un lungo, freddo e buio periodo causato dallaricaduta delle ceneri e delle polveri disperse nell'atmosfera daltremendo impatto cui si sono aggiunte le piogge acide. .Se non ci fosse

stata questa catastrofe, qualche specie di dinosauro si sarebbe evoluta neltempo fino a diventare un sapiens rettiliano? La domanda mi sembracomunque interessante e non fantascientifica, il candidato ideale forse erail velociraptor (dromaeosauride): aveva una stretta vita sociale, buonavisione binoculare, zampe anteriori prensili con mani larghe ed era bipede.Chissà.

(3) Mentre scrivo questa seconda edizione è recentissima la notizia che sull'isola di Isua inGroenlandia – la più antica porzione della Terra - sono stati trovati degli stromatoliti (strutturesedimentarie dovute a microrganismi) che risalgono a 200 milioni di anni precedenti a quellirinvenuti fino ad ora, responsabili della formazione di ossigeno nell'atmosfera.7

Per quanto riguarda l'evoluzione dei primati sono stati scoperti recentemente numerosireperti di quello che viene stimato il capostipite di tutti i primati, il Purgatorius, un piccolomammifero (disegno) che viveva sugli alberi circa 65 milioni di anni fa, l'inizio del ramoevolutivo che ha portato fino all'uomo moderno in un lungo e insidioso cammino moltofortunato visto che non sono accaduti altri eventi apocalittici nel frattempo.Nonostante che la Fortuna e il Caso ci abbiano agevolati non dimostriamo alcunariconoscenza verso questa Biosfera che ha generato i nostri numerosi predecessori e lanostra specie sapiens, considerando che stiamo facendo di tutto per danneggiarla...(conun tocco di sarcasmo, ascoltando certi personaggi alcune volte mi sorgono dei dubbi sulfatto che.. tutti noi siamo veramente dei sapiens ?).Dopo il sopravvento dei mammiferi viene l'ora dei primati e poi quella della lunga serie diominini, ominidi e uomini di cui parliamo nel prossimo capitolo a titolo di completezzasull'argomento.CAPITOLO TERZO L'evoluzione dell'evoluzione - uomini per caso La storia della nostra specie e quella dei predecessoriAll'inizio di questo capitolo è inevitabile fare una proposta: festeggiareil 24 ottobre (data della pubblicazione dell'Origine delle specie”) comeFesta dell'Umanità', una data che ha cancellato il secolareoscurantismo proponendo la nostra storia come fatta di discendenze eascendenze di parentele, cancellando un'epoca buia troppo lunga checi aveva invece vincolati in un artificioso isolamento dal resto diquesta biosfera. La pubblicazione del libro di Darwin (copertina) siabbatte come un tornado sulla comunità scientifica e sull'opinione pubblica – subito vieneattaccata dagli ambienti religiosi ! – è un'idea non tollerabile che l'uomo discenda dallescimmie !Poi lentamente viene accettata poiché essa implica solo una stretta parentela con pochescimmie moderne e che comunque condividiamo i progenitori con le antropomorfe. Oggigrazie all'esame dei dati biomolecolari (DNA) l'idea dell'evoluzione (discendenza contrasformazione tramite il ruolo della selezione naturale) viene integrata dall'evoluzioneper equilibri punteggiati” per effetti casuali (immaginate una nave senza timoniere in baliadelle correnti e dei venti che beccheggia sulla riva di Darwin).L'approccio molecolare si èdimostrato un fantastico scandaglio sul passato e, ci piaccia o meno, le differenze a livellodel DNA con le antropomorfe africane di oggi sono minime: solo il 2,5 %del nostro DNAdifferisce da quello del gorilla e l'1,5 % da quello dello scimpanzé.Di fatto tutte le specie sono inserite in un equilibrio che viene gestito dalla fatalità cioè dalCaso, con la prerogativa che la biosfera si rimodula continuamente anche a causa deicambiamenti climatici e delle catastrofi dovute a terremoti, impatti cometari o altro.Vista da un naturalista un po' taccagno l'evoluzione (discendenza con trasformazione) èla semplice somma delle circostanze che tengono in vita un organismo perché rispondonoai suoi bisogni per accrescere le probabilità di riprodursi in economia di costi purché ilguadagno sia in saldo positivo.Gli stessi fringuelli di Darwin delle isole Galapagos (disegno) sono un esempio dellacontinua produzione e dell'affermazione di quelle varianti che garantiscono unaabbondanza di discendenti invece che una vita più difficile: oggi abbiamo sequenziato igenomi di 120 esemplari evidenziando i fattori trascrizionali che hannoprovocato a loro rapidi eventi evolutivi e una vivace effervescenza genetica: ifringuelli, dopo la visita di Darwin, si sono suddivisi velocemente in più specietra loro diverse per la ragione che un secolo fa le isole subirono unatremenda siccità con condizioni ambientali molto difficili. Così i fringuelli tantocari a Darwin si sono ancora adattati e sono passati due volte alla Storia.8

Occorre considerare che nella paleoantropologia i fatti pur essendo veri non sono maiverità assolute, arrivati a certe conclusioni ci si accorge che è meglio ricominciare, lescoperte dovute ai numerosi scavi in tutto il mondo e ai dati biomolecolari (DNA)determinano incertezze che, contrariamente alle verità presupposte, ci stimolano allaricerca. Infatti spesso accade che ogni volta che tiriamo fuori un fossile dalla terra e neesaminiamo i dati biomolecolari, diventa quasi inevitabile una riscrittura di quello chesappiamo. E' questo il vantaggio della scienza sui dogmi, la scienza non è come lademocrazia, il consenso del pubblico non garantisce affatto la correttezza di una teoria.Le variazioni si accumulano nel momento in cui il DNA copia se stesso, un maggiornumero di duplicazioni implica un aumento degli errori, confermando il concetto che l'“orologio molecolare” esiste ma va rivisto come l' “orologio locale” per ogni gruppo dispecie collegate tra di loro. Forse tutta la storia dei primati risale al Darwinius massillae di cui è stato trovato loscheletro intero di una femmina (battezzata “Ida”) risalente a 47 milioni di anni fa chesembra l'ascendente delle scimmie, dei lemuri e dell' uomo. Il referto è stato presentatospettacolarmente nel 2009 presso l' American Museum of Natural History di New York daJorn Hurum che lo ha definito “il santo graal della paleontologia”. Comunque questaspecie, essendo successiva al Purgatorius, ha destato alcune perplessità nella comunitàscientifica che ha criticato l'eccessiva enfasi pubblicitaria espressa da Hurum. Siamo allesolite diatribe tra scienziati alla ricerca di notorietà e di fondi, però questa pratica è sanaperché produce dei risultati, principio che non viene applicato in Italia come già dettoprecedentemente.

La “profezia” di Darwin (foto) e del suo sostenitore e amico Thomas Huxleyviene confermata nel XX secolo: come da loro sostenuto la nostrasottofamiglia è originaria dell'Africa con una storia che risale fino a 6 milionidi anni fa. L'ultimo antenato condiviso con i gorilla e gli scimpanzé risale a 5-7 milionidi anni fa e la varianza è imputabile al clima: il clima è la componente

primaria dell'ambiente e la sua influenza sul mondo biologico contribuisce a creare nuoveopportunità per le specie che si adattano accumulando le caratteristiche più vantaggiosefino a divenire specie diverse da quelle originarie. L'assestamento della crosta terrestrenella Rift Valley (Etiopia – Kenya – Tanzania) muta il clima nell'altopiano orientale con lascomparsa della foresta sostituita dalla savana in cui avviene l'affermazione degliHominina. Successivamente l'Homo ergaster si evolve in H.erectus colonizzando l'Eurasiadifferenziandosi poi in H.heidelbergensis e successivamente in H.neanderthalensis(avviene la prima migrazione out of Africa) I pochi individui rimasti in Africa danno origineall' H.sapiens che successivamente migra (seconda out of Africa ) colonizzando tutto ilpianeta. Rimangono tracce di ibridazione con H. neanderthalensis in Eurasia occidentale econ altri Homo (Denisoviani in Asia orientale) poi tutti estinti. Risalgono a 3,5 milioni di anni fa i primi utensili in pietra costruiti dagli Australopithecus esuccessivamente dall'Homo habilis, frutto di una variazione permanente e vincente checonsente di chiudere le dita toccando tutti i polpastrelli (la presa di precisione Vi riescesempre ? Io veramente non tutti i giorni...).Nel 1974 avviene un'altra grande scoperta, nell'Afar etiopico uno scheletro quasi completoaffiora dal terreno, è una giovane femmina di australopiteco vissuta 3,5 milioni dianni fa; nonostante la statura un po' bassa si tratta di un adulto la cui andatura è bipede.Viene battezzata “Lucy” passando con questo nome alla Storia perché in quelmomento il gruppo di Donald Johanson stava ascoltando la canzone dei Beatles “Lucy inthe sky with diamonds”. Non è mia intenzione elencare l'intero Almanacco della storia degli uomini, sarebbetroppo lungo, tedioso e da aggiornare continuamente, ma soltanto accennare agli scenari 9

e agli eventi principali della evoluzione a mosaico che ha portato fino all'uomocontemporaneo, uno scenario che non è più composto da rami ma si è esteso a cespuglicomprendenti specie sempre più numerose che stiamo ancora scoprendo e studiando. E' recente la prima stima del tasso di flusso genico (inteso come ibridazione) tra lediverse e numerose specie umane, una stima che ci fa riflettere, anche nel caso di Homo,sul concetto stesso di specie, che al momento è il seguente:“per definizione, una specie è una popolazione chiusa al flusso genico, ma ognipopolazione riceve un apporto genico attraverso la migrazione di elementi estranei eridistribuisce il proprio patrimonio per mezzo di individui che migrano altrove e checambiano nelle centinaia di generazioni”.A partire da meno di 3 milioni di anni fa l'Australopithecus afarensis scompare (ci siamopersi “Lucy” !) e appaiono i i gruppi Homo seguiti da molti altri che erano qui quasicontemporaneamente tra loro e non in una successione scandita nel tempo. Parte delpianeta era abitato da più specie di ominini e di uomini alcune delle quali identificate comeH.heidelbergensis poi evoluto in H.neanderthal e sapiens nonché altre specie migrate inCina. H.heidelbergensis era robusto e alto, con una notevole produzionetecnologica, sono state rinvenuti dei giavellotti di ottima fattura risalenti a 300.000ani fa adatti alla caccia, controllava il fuoco e cuoceva il cibo, costruiva attrezzi dinotevole tecnologia in pietra e lignei. Tecnologia è un termine troppo sfruttato neitempi moderni, ma vuole anche significare produrre asce in pietra, lance benbilanciate, atlatl (propulsore di lance) bifacciali (ascia da pugno detta anche amigdale)scheggiando pazientemente e abilmente per giorni e giorni la pietra o il legno, etramandando l'esperienza per millenni a migliaia di discendenti.Cuocere il cibo è una specie di predigestione che neutralizza le tossine e uccide i

parassiti, fatto che contribuisce all'evoluzione di un grandecervello. L'abitudine di nutrirsi di carne ha permesso aqueste specie e anche a noi di investire di più nei tessuticerebrali che richiedono molte energie (i vegani sonoavvisati...) e di risparmiare energia su altri tessuti.Per concludere è un comodo abbaglio pensare che ci siastata una evoluzione lineare scandita da sinistra verso

destra verso la Perfezione come illustrato da Rudolph Zallinger nella sua “Marcia verso ilProgresso” (il disegno risale a 60 anni fa): è una teoria semplice e comprensibile per tuttima non è stato proprio così.La postura eretta è stata una faticosa conquista, ha enormi vantaggi ma anche difetti e quinon riesco a trattenere questa ultima considerazione ironica : se mi guardo intorno solouna minima percentuale di noi cammina elegantemente, il resto deambula malamente acapo chino, le gambe e le spalle storte....non diamoci troppe arie di essere l'ultima einevitabile incarnazione della Perfezione ! Fuori dall'Africa (out of Africa) – le migrazioni – il primo genocidio della StoriaInsomma, il mondo era pieno di ominini e di Homo di ogni tipo, alcuni dei quali (almenocinque) sono vissuti contemporaneamente alla nostra specie non più di 50.000 anni fa,come i neanderthal e i piccoli floriesensis (i veri hobbit) trovati nell'isola di Flores inIndonesia.Poiché la fossilizzazione è un evento molto raro cui si aggiunge in quei tempi lontani lascarsa densità di popolazione occorre accettare il fatto che poche di queste specie hannolasciato tracce di sé comode e rintracciabili per noi. In fin dei conti prima della produttivitàagricola cioè la rivoluzione verde (poco meno di 10.000 anni fa) si calcola che l'interopianeta ospitasse solamente non più di un milione di H.sapiens. Eravamo 300 milioninell'anno 1.000 D.C. e un miliardo nel 1804; oggi siamo più di 7 miliardi.Mi sembra interessante aggiungere che la migrazione degli esseri umani anatomicamente 10

moderni raggiunge il Vecchio Continente tra 44.000 e 41.000 anni fa dove vi erano stabilitida 200.000 anni i Neanderthal, i nostri parenti più prossimi, collocatierroneamente nella cultura generale come sinonimo di stupido bruto (foto di uncranio). Non è così, nuove prove mostrano che avevano un pensiero simbolico,costruivano reti, trappole e utensili complessi, decoravano le pareti delle grotte,si adornavano con piume e conchiglie colorate, cuocevano orzo e frumento,erano ottimi cuochi, indossavano indumenti, non camminavano curvi ma eretti come noie.... non soffrivano di carie. Gli esseri umani moderni sono stati più abili nello sfruttare inmodo più efficiente l'ambiente affinando le proprie tecniche di sopravvivenza traendone piùvantaggi una volta invasi i territori dei Neanderthal e delle altre poche specie presenti inquel momento e provocando la loro estinzione. E' stato il primo genocidio della Storia.L'analisi del DNA prova che le persone che oggi vivono in Europa e in Asia hanno in mediatra l' 1,5 e il 2,1% di DNA neanderthaliano, eredità degli incontri/ibridazioni durante laconvivenza sul territorio. Tornando all'uomo anatomicamente moderno, le conclusioni che si possono trarre daicalcoli sulla velocità di variazione del DNA mitocondriale segnano una divergenza geneticadatata circa 200.000 anni fa in Etiopia ma non la nascita di un gruppo anatomicamentedecisamente diverso, semplicemente delle mutazioni che sono sopravvissute per moltotempo all'interno di uomini antichi, poi ricomparse migliaia di anni dopo nei discendentiche si sono evoluti in uomini moderni. La differenza nel numero di mutazioni accumulatetrasformata in misura del tempo evolutivo fa risultare che le prime migrazioni dalla RiftValley possano risalire a oltre 65.000 anni fa in armonia con i pochi fossili e repertiarcheologici: probabilmente fu una piccola tribù composta da poche migliaia di baldanzosiesploratori, seguita da molte altre spedizioni. Un esodo che avvenne nel corso di moltisecoli ad opera di gruppi di persone appartenenti a famiglie imparentate alla lontana. E'quanto sappiamo, almeno per il momento, grazie al supporto del Genographic Project cheha esaminato i marcatori genetici di circa 600.000 volontari inseriti in un data base. Domanda inevitabile: esiste un gene dell'esplorazione ? L'ipotesi è interessante e sembralegata al DRD4 che controlla la dopamina con una delle sue varianti 7R: i portatori dellavariante 7R si trovano a proprio agio con i cambiamenti, sono più tenaci, aumentanoabilità e destrezza, sono favorevoli all'avventura. A conferma di questa teoria, questavariante è spesso presente nelle popolazioni originali delle due Americhe i cui antichiantenati (gli evenki) migrarono dall'Asia 16.000 anni fa attraversando coraggiosamente loStretto di Bering quando la terra faceva ancora da ponte, in cerca di cibo e riparo.I nuovi uomini presentano modifiche anatomiche acquisite nel tempo che contribuiscono amodellarlo per il miglior equilibrio tra il grande cervello e l' essere un bipede, permettendoanche un risparmio di energia sul modo di camminare a vantaggio di una scortaenergetica impiegabile per altre attività. La dieta variata e ricca di proteine, gli utensilimeglio lavorati, il buon livello di organizzazione sociale, la costruzione di dimore perimmagazzinare il cibo, la preparazione di indumenti per ripararsi portano alla costruzionedi insediamenti stabili in cui vengono separate le varie attività. Le conseguenze dellaproduzione alimentare, la domesticazione di animali, la dieta non più solo derivante dallacaccia, le tecniche di cottura, la coltivazione (rivoluzione verde) di cereali comefrumento,sorgo e miglio producono veri cambiamenti in ambito socioeconomico: gliagricoltori rimangono vincolati ai loro campi che poi diventano villaggi e paesi. Lapopolazione aumenta in maniera esponenziale e diventa inevitabile la crescenteseparazione tra le attività specializzate con la conseguente stratificazione sociale. Nasce ilconcetto di proprietà che con sé trascina le sue inevitabili contropartite: la suddivisionedei territori, le caste religiose e militari, le monarchie, le città-stato, le guerre, innumerevolimigrazioni. Nulla è poi cambiato nel tempo Qualcuno parla ancora di razze per la nostra specie ? E' un paradigma che ci ha11

ossessionato per secoli e che ha creato false gerarchie tra razze superiori ed inferiorilegittimando lo schiavismo e il colonialismo. E' una visione dell'antropologia che fainorridire i genetisti che provano che la nostra specie è suddivisa solo in quattroraggruppamenti: africani, caucasici, australiani e mongolici distinguibili solo per il coloredella pelle e i tratti somatici. L'unità degli uomini moderni è una realtà biologica compattacon radici molto vicine nel tempo e non è più un pretesto da strumentalizzarepoliticamente; di fatto non abbiamo avuto il tempo di differenziarci geneticamente. Anzi, lostudio di un gene chiamato SLC24A5 che differenzia la pelle più chiara da quella scura, ciha svelato recentissimamente che solo la carenza di vitamina D ha fatto schiarire la pellea una parte di noi, diventati visi pallidi, poche migliaia di anni fa.Le ultime scoperte – i fossili di Naledi (Sud Africa)

Solo pochi decenni fa tutti i fossili appartenenti ai nostri parenti umani eominini entravano in una sola grossa teca a Johannesburg nell'Universitàdi Witwatersrand provenienti dalla Cradle of Humanity (la cosiddetta culladell'umanità). Ora si sono accumulati così tanti fossili dei nostri parenti edelle scimmie antropomorfe che gli spazi non sono più sufficienti. Nel 2013

un geologo trova sul pavimento di una camera sotterranea a Rising Star a 30 metri diprofondità un numero enorme di fossili che mostrano caratteri diversi dall'Homo sapiens,L'accesso alla camera è così stretto che il famoso paleoantropologo sudafricano LeeBerger pubblica un annuncio su Facebook alla ricerca di scienziati con corporatura minutadisposti a lavorare a Johannesburg in cambio solo di una interessante avventura;vengonoselezionate solo donne. Nel 2013 e 2014 diverse spedizioni recuperano moltofaticosamente le ossa di circa 15 individui. Il quadro un po' particolare che emerge è quellodi un ominino gracile e alto con le braccia adatte per usare strumenti, le dita della manocurvate (foto), gli arti inferiori fatti per deambulare eretti e un cervello piccolo come quellodell' Australopithecus afarensis (“Lucy”) trovato in Etiopia. I denti somigliano a quelli diHomo habilis e il cranio richiama quello di Homo erectus, il piede è uguale al nostro. Al momento non è stata ancora determinata l'età dei fossili, si pensa che Homo naledirisalga a più di 2 milioni di anni fa e che sia stata una ulteriore transizione traaustralopitechi e i numerosi rappresentanti del genere Homo. Su questa ipotesi il gruppodi Berger è ancora cauto, sostenendo giustamente che frammenti isolati non sonoesaustivi per comprendere l'albero genealogico di ominidi e umani. Come era inevitabile ilmosaico dei referti al momento sta provocando il solito acceso dibattito tra ricercatoriconcorrenti sull'origine di Homo, chi sostiene sia stata in Africa meridionale e chi proponesia successo invece in Africa orientale cioè l' Etiopia nord-orientale.E qui ci fermiamo in attesa delle novità che a quanto sembra sono in arrivo dalla Cina, cherivendica proprio in questi giorni di essere stata la vera culla dell'umanità (out of China ?)QUARTO CAPITOLOIl Conto alla rovescia – Doomsday clockLa nostra è una specie di esploratori con radicata la pulsione alla radiazione adattativa,abbiamo conquistato velocemente tutto il globo emarginando i concorrenti (come iNeanderthal) siamo curiosi e intraprendenti ma queste attitudini vanno integrate da dosimassicce di modestia nonché dal rispetto per il pianeta che ci hagenerati...forse parole vane visto che il “Conto alla Rovescia” per questabiosfera sta accelerando. Oggi il “Doomsday Clock” (L'orologio immaginariodell'Apocalisse) segna tre minuti alla mezzanotte, l'ora fatale della nostraestinzione, non solo a causa di un possibile olocausto termonucleare masopratutto per i mutamenti climatici provocati dalle attività umane a loro voltacause di conflitti, effetto serra, piogge acide e migrazioni planetarie mai viste prima inmodo così massiccio.L' orologio è una iniziativa promossa dagli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists 12

(tra cui 17 premi Nobel) che dal 1947 aggiornano continuamente il tempo che manca almomento del disastro planetario e all'estinzione della nostra specie; ad esempio la distanza minima è stata raggiunta nel 1953 (2 minuti a mezzanotte) con l'inizio deinumerosi test termonucleari da parte delle due superpotenze contrapposte. I decisoripolitici sono continuamente avvisati ma i ripetuti fallimenti dei vertici mondiali per unaccordo sulle emissioni di gas serra e la proliferazione di armi nucleari non lascianomolte speranze. Noi stiamo cambiando ? Probabilmente si ma in maniera ben pocoevidente: ora abbiamo mediamente una speranza di vita più lunga che comporta peròguai seri come diabete, malattie cardiovascolari, obesità, miopia e altro.Anche in un futuro idilliaco non camperemo 400 anni come losqualo della Groenlandia (foto), lui non si arrende perchéperfettamente sano, invece io... mi annoierei a morte durante tuttiquegli anni. Gli squali sono qui da 300 milioni di anni, sono cambiatipoco e hanno superato brillantemente tutti gli eventi catastrofici, maoggi devono misurarsi con la cupidigia dell'uomo e rischiano l'estinzione insieme aimammiferi marini finendo nelle scatolette...una morte iniqua.Siamo soli ? C'è vita nell'Universo ? Veramente la domanda corretta sarebbe “siamo soli in questo momento nell'Universo?”Probabilmente il “principio di contemporaneità” tra civiltà è sbagliato, il tempo che lanostra specie ha impiegato per arrivare alla rivoluzione industriale è un battito di cigliarispetto alle centinaia di milioni di anni in cui la vita è stata presente su questo pianeta edè improbabile che altre civiltà ne abbiano seguito puntualmente il corso fino a quello chenoi definiamo il nostro adesso. E' possibile che da qualche parte ci siano degli altrisapiens in possesso di tecnologia, piuttosto che altri che si stanno evolvendo, oppure altriche si sono estinti da milioni di anni. Come intuito da Anassagora 2.500 anni fa e poi daLucrezio sulla “pluralità dei mondi e di diverse razze di uomini” miliardi di stelle per ognigalassia e miliardi di galassie aumentano in modo incalcolabile le probabilità di biosfereche potrebbero generare specie intelligenti, delle quali, oggettivamente, non riusciamonemmeno ad immaginare le forme e le società senza peccare di antropocentrismo.Perdonino questa cinica considerazione i credenti dei contatti alieni e dei complotti alienima non c'è uno straccio di prova accettabile in tutta questa moderna mitologia dove solovisionari o millantatori fanno soldi a scapito dei sognatori di creature luciferine.

Avvistamenti UFO e dischi volanti ? Fanno parte della mitologiamoderna frutto della paranoia ricorrente durante la Guerra Fredda; perbuona pace dell'ing. Schriever il disco (trottola) volante a decolloverticale da lui solo disegnato in fretta nel 1944 non può volare perchéingovernabile, esso faceva parte delle tanto decantate “armimeravigliose” disegnate dai progettisti tedeschi quando la situazione

bellica era ormai disperata e gli aeroporti erano resi inagibili dai jabo (jagd bomber) alleati.Dopo l' invenzione della radio i nostri segnali si sono spinti per molti anni luce ma nessunoha risposto “ricevuto!” e forse i segnali emessi da altri sono arrivati qui migliaia di anni faquando nessuno era in grado di riceverli.L'unica cosa certa che sappiamo da appena vent'anni è che in questa galassia vi è unnumero enorme di pianeti, le osservazioni ci dicono che quasi tutte le stelle posseggonoun sistema planetario. Il primo esopianeta scoperto è stato 51 Pegasi b distante 50 anniluce che non è di classe terrestre ma un gigante gassoso come Giove. In questi anni lacaccia agli esopianeti è diventata una gara entusiasmante, infatti al momento abbiamoidentificato con certezza almeno 3.000 pianeti, dei quali pochi di classe terrestre cheorbitano nella cosiddetta “zona abitabile” nella quale l'acqua è allo stato liquido,presupposto per generare la vita. I principali metodi usati dagli astrofisici sono il transitodel pianeta davanti alla stella e quello degli “strattoni” che provocano oscillazioni nel moto 13

della stella dovuti all'attrazione gravitazionale dei pianeti orbitanti intorno. (4)Stiamo sviluppando tecnologie e strumenti sempre più sofisticati per individuare la “firma”di attività biologica su mondi lontani – che comunque non comporta necessariamente lapresenza di intelligenze con tecnologia avanzata – e molto probabilmente la scoperta dibiosfere è solo questione di tempo. Nonostante le sonde inviate con enorme successo intutto il sistema solare fino a Plutone non vi abbiamo ancora trovato tracce di vita,nemmeno di pochi batteri estinti, ma non disperiamo, se ne trovassimo qui intorno (suEncelado o Europa oppure Marte ?) sarebbe la prova del nove che l'Universo èveramente affollato.

(4) E' proprio di questi giorni la scoperta di un pianeta roccioso di classe terrestre che gravita inun'orbita ritenuta prima impossibile intorno al sistema composto da tre stelle, Proxima, Alfa e BetaCentauri distante solo 4,5 anni luce. Battezzato Proxima b è un pianeta più grande della Terra inorbita molto vicino a Proxima, una nana rossa più piccola del Sole. Le osservazioni sono duratecinque anni prima di comunicare con certezza i risultati.

NOTA FINALESe fossimo veramente intelligenti e predittivi come ci vantiamo di essere, porremmorimedio all'effetto serra che minaccia questa biosfera, evento che non solo ha già bussatoalla porta ma si è già accomodato in anticamera. Ilriscaldamento del globo sta accelerando e nonostante vi siainformazione e sensibilità non stiamo facendo tutti gli sforzinecessari per rimediare, vi sono troppi interessi e avidità inballo e, del resto, sette miliardi di persone che aspirano ad unavita migliore pesano sulle decisioni. Tutte le conferenze sulclima si sono rivelate un fallimento. Come se non bastasse, la nostra presenza sul pianetasta minacciando la biodiversità il modo massiccio: il tasso attuale di estinzione è superiore100-1000 volte a quello precedente alla nostra comparsa; molti ricercatori sostengono cheil 10-20% delle specie attuali si estinguerà nei prossimi 20-50 anni e si preannuncia così lasesta grande Estinzione di massa. La nota ottimistica è che, contrariamente ai creazionisti che presentano una visionedistorta della scienza ai loro compagni di parrocchia più sprovveduti e disinformati, stiamofacendo grandi sforzi e investimenti per capire fino in fondo le nostre origini, quelle diquesto Universo e la composizione della materia. La pulsione all'indagine obiettiva e allaconoscenza ereditate da Darwin non è disattesa, queste sono le uniche Grandi Domandesulle quali focalizzare la nostra intelligenza e la nostra cultura e prima o poi avremo delleaccettabili Risposte.Per finire, una citazione del famoso genetista e divulgatore di encomiabile chiarezza LuigiCavalli Sforza “ Ritengo che la parola evoluzione sia molto affine alla parola Storia. Siamoin molti ad essere convinti che la Storia, e quindi l'evoluzione, siano la chiave per capire ilpresente”.

Valter Barretta settembre 2016

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