L'Uomo Col Magnetofono

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Abrahams J.-J.SartrePontalis Fachinelli

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  • ]. -].

    Abrahams

    L'UO

    MO

    COL M

    AGNETO

    FONO

    Da an

    ni, da decenni, si ripete un

    a sce

    na

    che orm

    ai u

    n rito: n

    ello studio di un

    o psicanalista, qualcuno

    entra e

    si sdraia. Un giorno co

    stui entra e

    no

    n si

    sdraia. Ha con

    s un

    registratore. Succede ... che

    cosa? dialogo im

    previsto e

    cc fuori

    co

    ntratto ,,,

    tragicomm

    edia, irruzione del Terzo Escluso? Lo studio risuona delle grida d'aiuto dello psicanalista.

    Questo breve, straordinario testo, pubblicato an

    ni fa dalla rivista Les Tem

    ps Modernes, n

    on

    viene citato n

    ei volum

    i di psicanalisi, viene an

    zi attivam

    ent

    dimenticato. E

    ppure queste poche pagine,

    infinitamente pi eloquenti di qualritJo lia

    critica teorica della psicanalisi

    (R. Ca t l) \cgnalano u

    na

    lacerazione projon/1 i11t rtJ

    '1tttl '1 11 l!

    situazion a

    nalitica. U

    n a la

    c razion

    h

    al t

    t o (di

    art re,

    Pontali , 1 in'

    'JU l affrontano

    t ntano di

    utu

    r rt

    edizioni L'ER

    BA VOG

    LIO

    Lire 2.000 (1.886)

    f.-]. Abrahams ~UOMO COL M

    AGNETOFONO dramma

    zn un atto con grida

    azu di

    uno ali

    a

    con

    n

    B. Pin

    edizioni

    o

    h '

    L: ERBA VOGLIO

  • J.-J. Abraham

    s

    L'UOM

    O CO

    L MAG

    NETOFO

    NO

    dramm

    a in un

    atto

    co

    n grida

    d'aiuto di un

    o psicanalista

    co

    n n

    ote di J.-P. Sartre, J.-B. Pontalis, B

    . Pingaud e E. Fachinelli traduzione di Pinni G

    alante e Mariolina B

    ertini

    edizioni L'ER

    BA

    VOGLIO

  • edizioni L'ERB

    A V

    OG

    LIO

    via Lanzone da Corte 7, 20123 Milano.

    I testi di Abraham

    s, Sartre, Pontalis e Pingaud so

    no tratti da Les Tem

    ps Modernes,

    n. 274,

    aprile 1969. G

    rafica di Enzo Mari.

    strumenti

    per la produzione editoriale

    Finito di stam

    pare nel

    mese di gennaio 1977.

    Arti G

    rafiche La Monzese

    s.n.c.

    Via T o

    rino 3/5, Cologno Monzese (M

    ilano).

    ,.

    l

    !' .... :' ' . ., l'' l'

    Indice

    Nota

    Dialogo psicanalitico

    Jean-Paul Sartre L

    'uomo c

    ol magnetofono

    Jean-Baptiste Pontalis R

    isposta a Sartre

    Bernard Pingaud

    Risposta a

    Sartre E

    lvio Fachinelli La parola c

    ontam

    inata

    7 9

    43

    52

    54

    58

  • ~'. i l

    NO

    TA

    Il dialogo psicanalitico

    di l.

    -l. Abrahams

    apparve co

    me

    testim

    onianza, insieme agli

    interventi di l. -P

    . Sartre, l. -B

    . Pontalis e B.

    Pingaud, nel n

    um

    ero

    di aprile 1969 della rivi-sta

    Les Tem

    ps Modernes. L'insiem

    e era

    prece-duto dalla seguente n

    ota: Il testo

    qui pubblicato, dopo gli articoli di

    Sartre, Pontalis

    e Pingaud, sta

    to inviato a

    u

    no

    dei mem

    bri del co

    mitato di direzione di

    Les Tem

    ps Modernes a

    cco

    mpagnato da questa

    lettera: ((Caro C., ecco

    mi

    sca

    mpato

    al m

    io o

    spedale psichiatrico, evadendo da

    un

    terzo piano c

    on

    soltanto un

    a m

    an

    o ro

    tta -

    e la po-lizia alle c

    alcagna ... M

    a n

    on

    tan

    to rotta, la

    ma

    no

    : v. il testo qui allegato che piuttosto

    incisivo, pare -

    c' e

    videntemente u

    na

    perdi-ta abbastanza grossa rispetto ai r

    um

    ori di fon-

    do della registrazione. E pubblicabile? Pu in-teressare Les T

    emps M

    odernes? E facile, di-verten

    te da leggere e

    svelto.

    Se decidete di pubblicarlo, bisognerebbe fornire alcune pre-cisazioni: ho 33 a

    nni,

    son

    o e

    ntra

    to in a

    nalisi

    col dottor X

    all'et di 14 an

    ni. Ci so

    no

    state

    diverse interruzioni, ma

    ho preso la decisione di so

    spendere definitivamente, co

    ntro

    il pare-re

    del dottor X,

    soltanto all'et di 28

    an

    ni. N

    el no

    vem

    bre 19

    67

    -tre a

    nni d

    op

    o-

    ho pro-7

  • posto al dottor X l'incontro di cui qui ripro-

    dotta la fine. Credevo di dovergli far parte del

    risltato delle mie riflessioni, fatte

    nell'inter-

    vallo,

    sullo sc

    acco

    di ci

    che era

    stata 'que-

    sta interm

    inabile relazione

    an

    alitica... Com

    e titolo propo11:go: ((Dialogo psicanalitico". Ve-drai

    che termino il

    colloquio

    co

    n u

    n ((conti-

    nu

    a", perch spero in questo m

    odo di far scat-

    tare la co

    ntinuazione, indispensabile visto che ci so

    no

    molte altre c

    ose

    da rivelare. Ma finora

    per va

    ri tentativi per ottenere un

    nu

    ovo

    in-co

    ntro

    so

    no

    stati lasciati

    sen

    za

    risposta da parte del dottor X. Tienm

    i al co

    rrente. Ti ab-

    braccio A.

    Nel 1976 il

    dialogo sta

    to ristam

    pato in volum

    e, insiem

    e ad

    altri testi precedenti

    e su

    ccessivi (Jean-Jacques Abraham

    s, L'hom

    me

    au

    magntophone, Editions Le Sagittaire, Pa-

    rigi). N ella ristampa v

    engono dati i n

    om

    i degli interlocutori,

    precedentemente indicati

    co

    n

    D

    r X

    e A

    . Li abbiam

    o riportati a

    nche

    nella presente traduzione.

    8

    DIA

    LOG

    O PSIC

    AN

    ALITIC

    O

    per O.

  • l l

    Abraham

    s V

    oglio che qualche c

    osa

    sia m

    esso

    final-m

    ente a punto. H

    o seguito le sue regole fin

    qui, bisogner adesso

    che lei tenti. .. d'altra

    parte no

    n v

    edo perch ...

    Dr V

    an Nypelseer

    Adesso se

    lei vu

    ole ... Siam

    o d'accordo; ec-co; ci ferm

    eremo qui, peccato per lei.

    Abraham

    s M

    a lei ha dunque paura di questo regi-

    stratore?

    Dr V

    an Nypelseer

    Non lo desidero;

    no

    n m

    i va.

    Abraham

    s M

    a perch? Alm

    eno me lo spieghi; ha pau-

    ra di questo registratore?

    Dr V

    an Nypelseer

    Tagliam

    o co

    rto!

    Abraham

    s Lei taglia? O

    h guarda, interessante, lei riprende il

    taglio

    ; poco fa parlava del ta-glio del pene; dunque lei che v

    uole tagliare

    di colpo.

    Dr V

    an Nypelseer

    Ascolti! Facciam

    ola finita co

    n questo regi-

    stratore!

    Abraham

    s M

    a che co

    sa finito?

    11

  • Dr V

    an Nypelseer

    O lo m

    ette fuori dalla stanza, oppure l'in-co

    ntro

    finito l Siamo d'accordof Sono a

    nco

    ra

    disposto a spiegarle quello che volevo spiegar-

    le; m

    a per adesso, o

    questo registratore sta

    fuori o

    io no

    n dir pi n

    ulla; m

    i dispiacer m

    olto, ma n

    on

    lo far.

    Abraham

    s Io c

    redo che lei abbia pauraf Credo che ab-

    bia paura e che abbia torto

    perch quello che sto

    facendo nel su

    o interesse; facendo finta

    di niente,

    mi

    assu

    mo

    un

    grosso rischio e lo

    faccio per lei e per molta altra gente, m

    a v

    o-

    glio andare fino in fondo

    a questa mistifica-

    zione e ho intenzione di proseguire.

    Dr V

    an Nypelseer

    Bene, allora .

    ..

    Abraham

    s N

    o l Rim

    anga l, dottore l Rim

    anga l e no

    n

    vada a toccare il su

    o apparecchio, rim

    anga l e n

    on

    tenti s

    oprattutto di farmi lo scherzo del

    ricovero.

    D

    r Van N

    ypelseer N

    on le far lo scherzo del ricovero se la-

    scia questa stanza.

    Abraham

    s N

    on lascio questa stanzaf Lei ha dei co

    nti da re

    ndermi, dei c

    onti im

    portanti e lei mi ri-

    sponder. Non glieli dom

    ando solam

    ente a

    mio n

    om

    e, m

    a a n

    om

    e di. .

    . V

    ia, sia gentile e si sieda;

    no

    n se

    la prendaf Vedr .

    .. questo n

    on

    le far

    male;

    no

    n si tratta di incularlaf A

    n-

    12

    ,

    ,

    \~

    diamo, si c

    almi f Si sieda .

    .. n

    on

    si vu

    ole sedere? V

    a bene, restiam

    o in piedi. Benef A

    llora dun-que, il

    taglio del pene

    . E

    h, no

    n questo?

    Mio padre m

    i voleva .

    .. n

    o? Di c

    osa

    si trattava

    an

    co

    ra?

    Dr V

    an Nypelseer

    Ascoltif Per il m

    om

    ento lei n

    on

    in grado di discutere.

    Abraham

    s M

    a s. lei che no

    n v

    uole discutere. lei

    che no

    n in grado.

    Dr V

    an Nypelseer

    Le ho chiesto di mettere via quel registra-

    tore.

    Abraham

    s M

    a il mio registratore n

    on

    mica u

    n caz-

    zo

    , sa. u

    n a

    scoltatore che ci a

    scolta c

    on

    mol-

    ta benevolenza.

    Dr V

    an Nypelseer

    Stavo per spiegarle un

    a c

    osa

    ...

    Abraham

    s A

    h s, bene, c

    ontinui.

    Dr V

    an Nypelseer

    E in quel mo

    mento, lei, invece di ten

    tare di c

    apire, ha ...

    Abraham

    s Perch ha v

    oluto lasciar perdere un

    a c

    osa

    che e

    ra fondam

    entale e che lei m

    i ha ficcato n

    ella testa per an

    ni, adesso io vo

    rrei proprio che n

    on

    tentasse di cav

    arsela schivando il pro-13

  • blema, cio, a

    nco

    ra u

    na v

    olta, il problema del-

    la su

    a re

    sponsabilit.

    Dr V

    an Nypelseer

    Della su

    a!

    Ahraham

    s C

    osa?

    Dr V

    an Nypelseer

    Per adesso, lei vu

    ole renderm

    i responsabi-

    le di ci di cui lei re

    sponsabile.

    Ahraham

    s N

    ient'affatto! In questo m

    om

    ento

    sto fa-cendo u

    n lavoro, u

    n lavoro scientifico!

    Dr V

    an Nypelseer

    possibile.

    Abraham

    s B

    ene, allora co

    ntinuiamo; lei

    sa che i la-

    vo

    ri scientifici van

    no

    molto m

    eglio quando li si

    registra, co

    s siam

    o liberi, n

    on

    dobbiamo

    prendere appunti. Andiam

    o av

    anti!

    Dr V

    an Nypelseer

    Qui no

    n si tratta di lavori scientifici!

    Ahraham

    s S!

    Io credevo di e

    ssere

    da un

    uo

    mo

    di scienza! In ogni c

    aso

    mi so

    no

    affidato a un

    uo

    -m

    o di scienza e v

    orrei sapere in definitiva di

    che si tratta, perch n

    on

    son

    o pi del tu

    tto

    co

    nvinto che questa

    scienza n

    on

    sia roba da ciarla t a

    ni.

    14

    r. l~

    Dr V

    an Nypelseer

    Ma io, io ho il diritto di n

    on

    parlare davan-ti a

    un

    registratore.

    Ahraham

    s C

    erto, lei ha il diritto e no

    n rinuncia a dir-

    lo; la ringrazio ... lei si se

    nte accu

    sato e parla co

    me u

    n a

    mericano che parler soltanto da-

    vanti al su

    o a

    vv

    ocato .

    .. Si sieda!

    Dr V

    an Nypelseer

    Sono pronto a parlare co

    n lei e a spiegarle.

    Ahraham

    s B

    ene, co

    ntinuiamo!

    Dr V

    an Nypelseer

    Ma n

    on

    son

    o pronto a parlare davanti a u

    n

    registratore.

    Ahraham

    s M

    a perch stava andando a telefonare?

    Dr V

    an Nypelseer

    Perch le av

    ev

    o chiesto di u

    scire nel c

    aso

    av

    esse

    tenu

    to il registratore.

    Ahraham

    s E allora? M

    a perch? Perch voleva a

    nda-re

    a telefonare?

    Dr V

    an Nypelseer

    Perch le av

    ev

    o chiesto di u

    scire se lei te-

    nev

    a il registratore;

    no

    n v

    oglio farla interna-re

    , ma ...

    Ahraham

    s M

    a perch lei ha ... lei n

    on

    potrebbe farmi

    15

  • internare, lo sa! Perch se

    c' qualcuno che

    deve farsi internare, quello sa

    rebbe proprio lei, n

    el caso

    si dovesse stabilire chi lo squi-librato.

    Dr V

    an Nypelseer

    Io ... io .

    .. ad ogni m

    odo ...

    Abraham

    s M

    a asc

    olti, io le voglio bene, n

    on

    le voglio

    fare alcun male;

    al co

    ntrario .

    ..

    Dr V

    an Nypelseer

    Va bene, siam

    o d'accordo; metta gi quel-

    l'apparecchio.

    Abraham

    s A

    desso ci stiamo divertendo m

    olto; tutta-via v

    orrei che lei sm

    ettesse di av

    er paura .

    ..

    Dr V

    an Nypelseer

    Io, io no

    n m

    i diverto.

    Abraham

    s M

    a lei ha paura. E la libido, co

    sa n

    e fa

    della libido? Crede che le v

    oglia tagliare il p i-sellino?

    Ma

    no! V

    engo a dargliene

    un

    o ve-

    . ro; u

    no

    vero

    ... form

    idabile! Finalmente! Lei

    ha atteso

    tan

    to

    tempo

    questa festicciola!

    Ascolti, c

    onfessi che se

    la cav

    a m

    olto elegan-tem

    ente. Dottore!!! D

    ottore io le voglio bene,

    ma lei, lei n

    on

    vu

    oi bene a se stesso.

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei per il mo

    mento .

    ..

    Abraham

    s Io le v

    oglio bene, ma, m

    a ... m

    i sem

    bra che

    16 '/

    lei abusi! S, lei abusa, lei ha abusato molto di

    me; le dir a

    nche che m

    i ha un

    po' truffato, se

    si dovessero mettere le c

    ose

    sul piano giuri-dico, perch lei n

    on

    ha mantenuto i su

    oi obbli-ghi, lei n

    on

    mi ha affatto guarito; lei d'altra

    parte n

    on

    pronto ad

    assolvere i

    suoi

    ob-blighi perch n

    on

    sa guarire la gente; lei n

    on

    sa che re

    nderla un

    poco pi pazza. Lei sa ... N

    on c' che da interrogare gli altri su

    oi malati, i

    suoi

    m

    alati

    , insomm

    a, quelli che lei chia-m

    a i m

    alati, quelli che vengono a c

    erc

    are

    un

    po' d'aiuto e che n

    on

    ne ricevono, che ricevono

    solo attesa .

    ..

    allora si

    sieda! Stiamo

    calm

    i! Stiam

    o calm

    i! Andiam

    o! un

    uo

    mo

    o u

    na pap-

    pamolla?

    un

    uo

    mo?

    Dr V

    an Nypelseer

    Ancora u

    na v

    oi ta glielo dico, un

    a v

    oi ta per tu

    tte, lei ha l u

    n

    registratore, n

    on

    m

    i v

    a

    questo su

    o atteggiam

    ento.

    Abraham

    s M

    i dispiace, le ripeto che se ho tirato fuori

    questo registratore, per usare

    la sua e

    spressio-n

    e tirar fuori

    , che n

    on

    apprezzo affatto il m

    odo co

    n c

    ui mi ha chiesto d'un tratto

    di la-sciar perdere il problem

    a della castrazione .

    Dr V

    an Nypelseer

    Sono disposto a parlarle del problema del-

    la castrazione, se

    questo il vero

    problema,

    ma n

    on

    desidero parlare davanti a

    un

    regi-

    stratore.

    Abraham

    s B

    ene, bene, no

    n se

    ne parler, a

    spetteremo

    che abbia cam

    biato idea; in trappola.

    17

  • Dr V

    an Nypelseer

    Cosa ci guadagna a intrappolarm

    i?

    Ahraham

    s Per m

    e, io n

    on

    ho niente da perdere!

    Dr V

    an Nypelseer

    possibile.

    Abraham

    s Lei ha paura!

    ...

    Suvvia, minchione!

    Non

    stringere il culo! C

    osa? No? N

    on vu

    oi?

    Dr V

    an Nypelseer

    Non le pare che sia u

    na situazione se

    ria?

    Abraham

    s T

    erribilmente se

    ria! per questo che sa-

    rebbe molto m

    eglio che tu facessi u

    n'altra fac-

    cia al posto di quella che fai ... B

    isogna che io abbia u

    na bella faccia to

    sta per permetterm

    i u

    na c

    osa

    simile! C

    erto, bisogna che io mi s

    en

    ta v

    era

    men

    te sicuro ...

    Dr V

    an Nypelseer

    Ma n

    o! Non bisogna che lei sia sicuro. Se

    lei fosse sicuro no

    n agirebbe c

    os! A

    desso mi

    'lasci uscire, u

    na situazione m

    olto pericolosa!

    Ahraham

    s Pericolosa?

    Dr V

    an Nypelseer

    S, lei pericoloso.

    Abraham

    s M

    a niente affatto, lo dice lei! Lei n

    on

    la sm

    ette di tentare di farm

    i credere che io sia

    18

    pericoloso, ma io n

    on

    son

    o per niente perico-

    loso!

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei pericolo perch misconosce la re

    alt!

    Ahraham

    s Per niente!

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei misconosce la re

    alt.

    Ahraham

    s Sono u

    n agnellino! Sono se

    mpre stato

    un

    agnellino!

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei misconosce la re

    alt!

    Ahraham

    s lei che pericoloso! quello che lo dice

    che lo .

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei misconosce la re

    alt!

    Abraham

    s L

    a realt, che c

    os'?

    Dr V

    an Nypelseer

    Per il mo

    men

    to lei pericoloso perch m

    i-sc

    on

    osc

    e la re

    alt.

    Abraham

    s M

    a che co

    s' la re

    alt? Bisognerebbe che

    prima c

    'intendessimo. Io so

    un

    a c

    osa

    , dal pun-to

    di vista della sua re

    alt, lei molto in colle-

    ra, fa.una fatica pazzesca a dom

    inarsi e sta si-19

  • cu

    ram

    en

    te per esplodere; sta per sc

    oppiare, so

    tto pressione, si sta sn

    erv

    ando, e questo n

    on

    se

    rve a niente: n

    on

    le voglio del m

    ale, no

    n c

    ' alcuna ragione, n

    on

    son

    o m

    ica suo

    padre!

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei ha l il registratore!

    Abraham

    s N

    on son

    o su

    o padre!

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei ha il registratore.

    Abraham

    s E

    allora?

    Dr V

    an Nypelseer

    Smettiam

    ola!

    Abraham

    s M

    a insomm

    a, no

    n le fa m

    ica del male, il

    registratore! Le fa paura? Non u

    na rivoltella.

    Dr V

    an Nypelseer

    Smettiam

    ola!

    Abraham

    s H

    a paura?

    Dr V

    an Nypelseer

    Smettiam

    ola.

    Abraham

    s C

    osa v

    uoi dire

    smettiam

    o la? Smettiam

    o co

    sa?

    20

    J,l;

    i/11" ~'i' l''. l ~:tl;.: l, lf' ~ .. '11'[1, i' t ' l l 't" . . . ! ' f

    Dr V

    an Nypelseer

    Non desidero u

    ri colloquio di questo ge-

    nere

    .

    Abraham

    s M

    i dica, vu

    ole un

    a sc

    ulacciata?

    Dr V

    an Nypelseer

    Vede che pericoloso!

    Abraham

    s V

    uole un

    a sc

    ulacciata?

    Dr V

    an Nyp.elseer

    Vede che pericoloso!

    Abraham

    s M

    a no

    , faccio un

    a dom

    anda : la vu

    ole smet-

    tere di fare il ragazzino?

    Dr V

    an Nypelseer

    Le dico che pericoloso.

    Abraham

    s M

    a io le dico che lei fa il bambino!

    Dr V

    an Nypelseer

    E me lo v

    orr dim

    ostrare, temo.

    Abraham

    s N

    o, no

    n glielo dim

    ostrer.

    Dr V

    an Nypelseer

    Smettiam

    o la.

    Abraham

    s M

    a che co

    sa v

    uoi dire:

    Sm

    ettiamola ? 21

  • Dr V

    an Nypelseer

    Non ho n

    ulla da dirle; lei pericoloso.

    Ahraham

    s C

    ome, n

    on

    ha niente da dirmi? M

    a lei mi

    deve rendere dei c

    on

    ti.

    Dr V

    an Nypelseer

    La invito ad u

    scire.

    Ahraham

    s M

    i scu

    si. Si sbaglia!

    Dr V

    an Nypelseer

    Lo v

    ede che lei pericoloso!

    Ahraham

    s Lei ha dei c

    on

    ti da renderm

    i.

    Dr V

    an Nypelseer

    Vede che pericoloso !

    Abraham

    s N

    on son

    o pericoloso; alzo s

    olamente lavo-

    ce, m

    a lei n

    on

    lo sopporta; se

    grido ha paura, n

    on

    vero? Se se

    nte gridare, no

    n c

    apisce pi quello che s

    uccede; spaventoso, o

    rribile; il pap che grida (da alcuni istanti, i due in-terlocutori so

    no

    a 20 c

    m u

    no

    dall'altro), ma io,

    minchione, grido solo per m

    ostrarti che que-

    sta volta n

    on

    grave; lo vedi, adesso hai gi

    supera t o

    la paura ; ecco

    ! ci siamo ! Superi la

    paura! Ci siam

    o, co

    s v

    a m

    eglio, ti stai

    abi-tu

    ando, ecco

    , perfetto. Cos v

    a m

    eglio. Lo ve-

    di, no

    n poi c

    os grave; n

    on

    son

    o tu

    o padre;

    e io posso gridare an

    co

    ra, m

    a n

    o! Ecco, basta!

    22

    Dr V

    an Nypelseer

    Sta imitando su

    o padre in questo m

    om

    en

    -to?

    Abraham

    s M

    a no

    , via, il suo! Quello che v

    edo nei su

    oi o

    cchi.

    Dr V

    an Nypelseer

    Sta tentando di a

    ssu

    mere

    il ruolo .

    ..

    Abraham

    s N

    on voglio prendere n

    essu

    n ru

    olo nei su

    oi co

    nfronti; voglio se

    mplicem

    ente liberarmi del-

    le sue a

    ngosce! lei che se la fa s

    otto

    per il m

    om

    ento! C

    erto! Guardi, perch incrocia le

    braccia co

    s? lei che si difende! Crede v

    era

    -m

    en

    te che la voglia picchiare? M

    a dove ha pe-sc

    ato l'idea che la voglia picchiare! Sono trop-

    po saggio! Mi trattengo, n

    on

    voglio fare quello

    che lei v

    orrebbe facessi :

    sarebbe

    molto pi

    sem

    plice: la picchierei, sa

    rei in torto, av

    rei co

    mm

    esso

    un

    atto che le darebbe il potere di .

    ..

    no

    n sq io .

    .. d'essere il dottore, di giocare al

    dottore, eh .

    ..

    allo psichiatra. Se

    so

    no

    pericoloso, n

    on

    so

    no

    pericoloso per il piccolo m

    inchione, son

    o pericoloso per

    il dottore, per il dottore sadico, no

    n per il pic-

    colo m

    inchione; an

    che lui ha sofferto; no

    n ho

    nessu

    na v

    oglia di picchiarlo ... m

    a il dottore, lo

    psichiatra, colui che ha preso il posto del pa-

    dre, questo tnerita dei calci in c

    ulo. A

    desso mi lasci spiegare; si sieda; n

    o? no

    n

    vu

    ole?

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei pu parlare. Io n

    on

    parler, gliel'ho detto che io n

    on

    parler ...

    23

  • Abraham

    s D

    'accordo, parler io, alla fine! Tanto m

    e-

    glio! D'altra parte stav

    o per dirglielo quando

    ho tirato fuori il registratore, no

    n l'ho tirato

    fuori che per parlare, perch io stesso

    stavo

    per parlare. Evidentem

    ente, an

    che lei se v

    uole

    pu venir registrato; d'altra parte le far u

    na

    copia se

    lo desidera; questo dovrebbe interes-sarla e

    ccezionalm

    ente ... infine pu e

    ssere

    ... lo

    spero per lei ... bene .

    .. e

    cco! N

    on si pu guarire l s

    opra (con u

    n c

    en

    no

    del capo indica il di-

    va

    no

    professionale). impossibile! E lei stes-

    so, lei n

    on

    guarito perch ha passato troppi an

    ni l sopra. Lei n

    on

    osa guardare la gente in

    faccia. Poco fa av

    ev

    a co

    minciato

    a dirmi di

    guardare in faccia i

    miei

    fantasmi

    .

    Non

    av

    rei mai potuto guardare in faccia n

    ulla! Lei m

    i ha obbligato a voltar le le spalle e n

    on

    co

    s che si pu guarire la gente. im

    possibile per-. ch di fatto,

    vivere co

    n gli altri

    significa sa-

    perii guardare in faccia. Cosa v

    uole che im

    pari l s

    opra? Al c

    on

    trario! Lei m

    i ha fatto disim-

    parare perfino il gusto di cerc

    are

    di vivere

    co

    n gli altri o

    di affrontare la gente faccia a faccia, e questo il su

    o problem

    a ! per questo che lei m

    ette la gente co

    s, perch no

    n la pu

    guardare in faccia, e no

    n la pu guarire, n

    on

    pu che

    rifilarle i su

    oi problemi di padre da

    cui lei n

    on

    esc

    e; e di seduta in s

    eduta trascina delle vittim

    e co

    s, co

    n il problem

    a del padre ...

    Hm

    ! Capisce c

    osa

    voglio dire? H

    o fatto molta

    fatica a

    capirlo

    e u

    scirne

    e v

    oltarmi. C

    erto lei

    mi ha fatto fare

    della ginnastica m

    en

    -tale,

    almeno

    un

    pachino, m

    a bisogna

    rico-n

    oscere

    che se si tratta di questo, e

    ra u

    n po'

    caro! M

    a c' di peggio: m

    i ha fatto disimparare

    a guardare in faccia facendomi

    sperare, e io m

    i son

    o affidato a lei, solo che, dato che n

    on

    24

    l.

    potevo vederla, n

    on

    potevo imm

    aginare quan-do m

    i av

    rebbe dato quello che venivo a c

    erc

    a-

    re ... A

    spettavo l'autorizzazione. S, si tratta di questo! Sarebbe stato

    proprio stupido a dar-m

    ela eh l'autorizzazione di v

    oltarmi, di libe-

    ' '

    rarm

    i, dal mo

    men

    to che io la n

    utrivo, lei vi-v

    ev

    a

    alle m

    ie spalle,

    mi

    pompava, io

    ero

    . il

    m ala t o

    , lei

    era

    il dottore ;

    lei ha

    alla fine c

    apovolto il suo

    problema infantile, e

    ssere

    il bam

    bino faccia a faccia co

    n il padre. lei

    che av

    ev

    a tu

    tti i diritti, s, il diritto di far in-tern

    are ev

    entualm

    ente, per

    ese

    mpio,

    forse n

    on

    rne,

    ma insom

    ma ha il diritto di far in-

    ternare altre persone .

    ..

    Dr V

    an Nypelseer

    Telefonavo al609 per farla u

    scire di qui, al 609, alla polizia, per farla e

    spellere.

    Ahraham

    s A

    lla polizia? questo il pap? Suo pap u

    n agente di polizia! E lei stav

    a per telefona-re

    a su

    o pap per farm

    i venire a prendere.

    .Dr V

    an Nypelseer

    Perch a m

    io parere ...

    Ahraham

    s M

    a sen

    ta, la co

    sa diventa interessante; per-

    ch voleva chiam

    are la polizia? Avrebbe perso

    tutto

    questo, riconosca quanto men

    o ...

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei dottore in legge ...

    Ahraham

    s che ho fatto bene a im

    pedirle ...

    25

  • Dr V

    an Nypelseer

    Quando qualcuno no

    n v

    uole lasciare la ca-

    sa degli altri alla polizia che ci si rivolge.

    Ahraham

    s A

    h s! Ecco la v

    erit! lei m

    i ha portato qui lei m

    i ha attirato nella s

    ua c

    asetta, n

    ella su~ cav

    ern

    a ...

    Dr V

    an Nypelseer

    Le a

    vev

    o chiesto di a

    ndarsene.

    Ahraham

    s A

    sco l ti ! se lei prende la parola per dire co

    -se

    simili, allora tan

    to v

    ale che mi lasci

    co

    n-

    tinuare perch se n

    o ci innervosiam

    o, perdia-m

    o del tem

    po, eh, d'accordo? s.e lei ha v

    era

    mente delle c

    ose

    importanti

    da dire, allora bisogna che le dica d'accordo bisogna che le tiri fuori, certame~te;

    vero;

    lei pieno di rimozioni. .

    . m

    a se

    per dirmi che

    chiama la polizia o

    che a

    vrebbe v

    oluto chia-m

    arla, e

    cco

    qualche co

    sa che bisogner che lei

    an

    alizzi. B

    ene, allora ... c

    os v

    a m

    eglio? (tono estre-

    ma

    men

    te dolce e calm

    o) co

    s va m

    eglio?

    Dr V

    an Nypelseer

    Ma n

    o (si alza) o

    ra lei a

    ndr ad ascoltare

    il su

    o registratore.

    Ahraham

    s N

    o, no

    , no

    , no

    , questo per adesso no

    n m

    i interessa, guardi u

    n po' c

    om

    e ha re

    agito, che sto

    ria da pazzi! Lei si innervosito, eccitato,

    solo perch tiro fuori u

    n apparecchietto

    che ci perm

    etter di capire

    co

    sa

    accade qui.

    assu

    rdo, via, d'altra parte lei no

    n ha potuto

    26

    l .

    spiegarmi alla fine perch n

    on

    voleva la regi-

    strazione. Vuole alm

    eno dirmi perch

    co

    s arrabbiato? Perch d'un tratto

    prendevo il co-

    mando di qualche c

    osa! Fino ad oggi lei avev~

    l'abitudine di co

    ntrollare c

    om

    pletamente la SI-

    tuazione e bruscamente, e

    cco

    l'estraneit che si introduce e

    si installa qui da lei.

    Dr V

    an Nypelseer

    Non ho l'abitudine alla violenza fisica.

    Ahraham

    s C

    osa, la violenza fisica ?

    Dr V

    an Nypelseer

    u

    na violenza tirar fuori questo registra-

    tore adesso.

    Ahraham

    s U

    na violenza fisica? (grande stupore)

    Dr V

    an Nypelseer

    E d'altra parte, lei lo ha ben intuito ... n

    on

    c' che da guardare dov' il telefono per v

    ede-re

    che si tratta di violenza fisica (il telefono in

    effetti per terra dopo l'incidente ini~iale: N

    on vada a

    toccare il su

    o apparecchto .

    .. )

    Ahraham

    s M

    a asc

    olti: parla sul serio? Le fa piacere

    dire ci che sta dicendo? co

    nten

    to per il m

    o-

    mento? V

    orrei assicurarm

    i del su

    o benesse~

    re! in forma? Si s

    en

    te bene? Uh, uh .

    .. (tono

    am

    ichevole co

    n c

    ui ci si rivolge a u

    n bam

    bino) D

    ottore! (molto basso e dolce) Cuc .

    .. V

    ia, l~i n

    on

    mi v

    uole rispondere, n

    on

    me lo v

    uole di-

    re? Suvvia! Guardi

    un

    po' la situazione!

    ridicolo! Cerchiam

    o di esse

    re all'altezza.

    27

  • Dr V

    an Nypelseer

    Guardi u

    n po': quello che adesso m

    i sta di-cendo, ci che m

    i sta spiegando ...

    Abraham

    s S? C

    osa?

    Dr V

    an Nypelseer

    Le sarebbe utile riascoltarlo.

    Abraham

    s C

    ertamente, e a

    nche per lei a

    scoltare il su

    o

    silenzio ... lei che represso, visto che n

    on

    pu parlare. V

    ien fuori un

    registratore e ad un

    tratto

    lei taglia co

    rto; proprio quello che lei ha detto :

    io taglio

    . M

    a lei si taglia t o da

    solo, v

    ero

    , co

    me l'assassino

    che d

    un

    ta-glio

    e si

    autodenuncia. Io

    no

    n ho tagliato

    niente, an

    zi voglio c

    on

    tinuare e voglio che si

    proceda an

    co

    ra di pi v

    erso

    la verit .

    ..

    Dr V

    an Nypelseer

    Il tempo che le ho riservato trascorso, bi-

    sogna smettere.

    Abraham

    s M

    a no! Il tem

    po no

    n e

    siste.

    Dr V

    an Nypelseer

    S, esiste!

    Abraham

    s N

    o, no

    n e

    siste ... A

    desso incominciano tem

    -pi m

    igliori, glielo assicuro.

    Dr V

    an Nypelseer

    Ma lei ha

    spiegato qualche co

    sa,

    ebbene,

    28

    ~

    no

    n ha che da trarn

    e la lezione: lei ha spiegato qualche c

    osa

    ...

    Abraham

    s S'?

    l.

    Dr V

    an Nypelseer

    ... che a

    vrebbe dovuto c

    om

    prendere da mol-

    to tem

    po.

    Abraham

    s C

    osa?

    Dr V

    an Nypelseer

    Il suo

    atteggiamento.

    Abraham

    s C

    ome il m

    io atteggiamento?

    Dr V

    an Nypelseer

    Ma s, quello che lei ha spiegato .

    ..

    Ahraham

    s lei che a

    vev

    a l'atteggiam

    ento ... (rumore

    di un

    ca

    mpanello d'ingresso)

    ... di tagliar c

    orto.

    Dr V

    an Nypelseer

    Quello che sta spiegando adesso il suo

    at-teggiam

    ento. Ascolti, o

    ra c

    ' qualcun altro che m

    'aspetta.

    Abraham

    s M

    e ne frego! L

    a prossima vi t t im

    a no

    n ha

    fretta.

    Dr V

    an Nypelseer

    Io no

    n m

    e n

    e frego.

    29

  • Abraham

    s (tono

    categorico e

    ma

    rtellante) Non u

    sci-re

    mo

    da questa stanza chiusa fino a che le c

    ose

    n

    on

    sara

    nn

    o chiarite s

    u ci che a

    ccaduto, e

    sul problem

    a dei su

    oi impegni e s

    ul loro no

    n

    adempim

    ento. Soprattutto

    no

    n parliam

    o di violenza fisica, perch lei che obbligandom

    i a v

    oltarmi s

    ul divano ha incominciato c

    on

    la vio-lenza fisica, lei m

    i ha reso

    storto

    , mi ha m

    es-

    so la

    testa al

    co

    ntrario.

    lei che ha fal-

    sato

    le co

    ndizioni, n

    on

    si

    rende

    co

    nto

    di

    questo? Non si re

    nde co

    nto

    tutt'a

    un

    tratto di

    essere

    ridicolo? C

    ' qualche co

    sa che s

    upera il

    mo

    men

    to presente! C

    ' qualcosa di v

    ergo-

    gnoso e di infantile nel s

    uo

    attuale c

    om

    porta-m

    en

    to!

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei lo v

    ede che pericoloso, glielo av

    ev

    o

    detto che era

    pericoloso.

    Ahraham

    s D

    ottor V a

    n N

    ypelseer lei un

    buffone !. .. u

    n

    bieco buffone! Lei s

    can

    ton

    a ... Sono v

    en

    uto

    da lei per m

    olti an

    ni due o tre v

    olte alla settim

    a-n

    a, e c

    osa n

    e ho ricavato? Se io s

    on

    o pazzo e

    pericoloso co

    me

    dice adesso,

    lei n

    on

    sta

    che ra

    ccogliendo ci che ha s

    em

    ina t o, ci che

    ha investito co

    n la s

    ua ingannevole teo

    ria. Si re

    nda co

    nto

    di questo. E in fondo se la c

    av

    e-

    rebbe a buon merc

    ato c

    on

    quel po' di fifa che ha in questo m

    om

    en

    to e la piccola riflessione

    che le chiedo di fare, un

    piccolo dovere che le si im

    pone, un

    dovere piccolo piccolo, no

    n

    co

    s grave! no

    n fa poi c

    os m

    ale! Via, s

    orrida,

    no

    n faccia quel viso im

    bronciato ! m

    olto im-

    portante, sa, o

    ccuparsi di guarire la gente, e

    s-sere

    dottore; e la Psicoanalisi, si scrivono m

    ol-

    30

    ti libri sulla Psicoanalisi; questo

    merita che

    ci si

    rifletta e che ten

    tiarno di spiegare e d i

    co

    mprendere francam

    ente ci che accaduto

    tra di n

    oi, perch forse possiam

    o ricavarne

    qualcosa per delle altre persone e io no

    n s

    on

    o

    pericoloso, dunque no

    n m

    i dica questo tutto

    il tem

    po, lei tenta di s

    viarci! Lei ha intascato il beneficio di u

    na situazione a

    mbientale, lei u

    n

    privilegiato: lei ven

    uto

    dopo Freud, le hanno

    pagato gli studi, ed riuscito a m

    ettere un

    a

    targa sulla porta ! E adesso ro

    mpe le palle a u

    n

    sacco

    di persone co

    n il diritto di farlo e

    co

    s crede di c

    av

    ars

    ela. Lei un

    fallito e no

    n far

    altro nella s

    ua vi t a che rifilare i su

    oi problemi

    ad al tre persone ...

    Bene .

    .. B

    eh, adesso finito tutto

    , capisce!

    Lei s

    ar m

    olto co

    nten

    to di quello che le faccio

    subire per il

    mo

    men

    to, perch in fa t ti

    no

    n le

    faccio subire niente, proprio niente.

    Dr V

    an Nypelseer

    S, lei mi fa s

    ubire la su

    a presenza.

    Abraham

    s Io

    no

    n le faccio

    subire la

    mia presenza,

    vo

    rrei che lei rimanesse

    seduto.

    Dr V

    an Nypelseer

    Violenza fisica!

    Ahraham

    s V

    orrei che si sedesse.

    Dr V

    an Nypelseer

    Violenza fisica! V

    iolenza fisica!

    Ahraham

    s N

    ient'affatto; v

    orrei che c

    on

    tinuasse a ri-

    man

    ere

    seduto.

    31

  • Dr V

    an Nypelseer

    Violenza fisica!

    Ahraham

    s Si sieda, via!

    Dr V

    an Nypelseer

    Violenza fisica!

    Ahraham

    s M

    a no

    (tono paterno e ra

    ssicurante) D

    r Van N

    ypelseer V

    iolenza fisica!

    Ahraham

    s M

    a no

    , si tratta di teatro.

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei m

    i fa subire delle violenze fisiche.

    Ahraham

    s N

    ient'affatto, io no

    n le faccio s

    ubire alcuna violenza fisica.

    Dr V

    an Nypelseer

    Le ho dato l'occasione di spiegarsi.

    Abraham

    s Io v

    orrei che adesso lei si spiegasse.

    Dr V

    an Nypelseer

    Le ho dato l'occasione di spiegarsi e le ho

    proposto di. ..

    Ahraham

    s N

    ient'affatto, lei mi ha fatto tagliar c

    orto

    , m

    i ha interrotto la spiegazione che volevo c

    o-

    minciare a darle.

    32

    Dr V

    an Nypelseer

    Nella m

    isura in cui n

    on

    volevo parlare di

    fronte a u

    n registratore.

    Ahraham

    s M

    a all'inizio no

    n le a

    vev

    o chiesto di parla-

    re, le a

    vev

    o chiesto di !asciarm

    i parlare.

    Dr V

    an Nypelseer

    No, lei m

    i ha chiesto di parlare.

    Ahraham

    s Lei m

    i ha interrotto, co

    s che succes-

    so; ad un

    tratto lei m

    i ha parlato della polizia.

    Dr V

    an Nypelseer

    Adesso il c

    olloquio terminato.

    Ahraham

    s Scherziam

    o! M

    iserabile! Io

    dico di

    no!

    E adesso? C

    hi far il primo passo

    verso

    la violenza fisica?

    Dr V

    an Nypelseer

    lei che lo sta facendo.

    Abraham

    s N

    ient'affatto, sto benissimo qui! Sono co

    -m

    e u

    n s

    en

    atore s

    udista che no

    n lascia il su

    o

    banco.

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei vera

    men

    te pericolosissimo, s, lei si-

    cu

    ram

    en

    te molto .

    .. (il dottore v

    a v

    erso

    la fine-stra

    , l'ufficio a u

    n piano terra sopraelevato;

    ru

    mo

    re m

    olto forte di imposte che si aprono)

    Abraham

    s Si sta buttando dalla finestra?

    straordi-33

  • nario! Lo sta facendo v

    era

    men

    te? (nuovo ru-

    mo

    re di im

    poste che Abrahams v

    a a

    richiudere ridendo)

    Vede che si tratta v

    era

    mente di teatro.

    Dr V

    an Nypelseer

    Qui va a finir m

    ale.

    Abraham

    s Qui v

    a a finire in u

    n dram

    ma! U

    n dran1ma

    di' sangue! Qui ci si sc

    an

    na!

    Dr V

    an Nypelseer

    S, ci si scan

    na.

    Abraham

    s C

    hi scan

    na?

    Dr V

    an Nypelseer

    Qui ci si scan

    na.

    Abraham

    s M

    a no

    , no

    n ci si sta sc

    an

    nando, n

    on

    va a fi-

    nire co

    s! La c

    osa

    finisce m

    olto dolcemente!

    Ci si diverte m

    olto.

    . D

    r Van N

    ypelseer S finir

    co

    n delle violenze.

    Abraham

    s M

    a no

    , no

    n si finir c

    on

    delle violenze, in n

    essu

    n c

    aso

    .

    Dr V

    an Nypelseer

    Mi lasci aprire la porta e u

    scire ...

    Abraham

    s M

    a lei ha paura? Ricom

    incia? Uuh!

    34

    Dr V

    an Nypelseer

    Lo vede che pericoloso.

    Abraham

    s M

    a no

    , ho bisogno di rilassarmi.

    Dr V

    an Nypelseer

    Che stran

    a maniera di

    rilassarsi, lei ha paura.

    Abraham

    s Lei v

    uole farm

    i paura.

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei pericoloso perch ha paura.

    Abraham

    s Pericoloso? C

    osa vu

    oi dire pericoloso?

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei agisce fisicamente re

    stando qui.

    Abraham

    s E questo che pericoloso?

    Dr V

    an Nypelseer

    questo .

    Abraham

    s E la to

    rtura m

    orale ! C

    ome la m

    ette, co

    n

    la tortu

    ra mo

    rale?

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei agisce sul piano fisico.

    Abraham

    s A

    scolti, gli

    schiavi quando

    si rivoltano

    spargono evidentem

    ente qualche volta u

    n po'

    35

  • di sangue e tu

    ttavia, lo vede, adesso n

    on

    san

    -guina a

    nco

    ra n

    essu

    no

    .

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei agisce sul piano fisico.

    (bisogna precisare che Abraham

    s o

    ccupa

    un

    a posizione

    strategica, addossato alla sola

    porta della stanza) A

    hrahams

    Lei s

    e la fa sotto.

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei v

    orrebbe che io m

    e la facessi sotto.

    Abraham

    s N

    ient'affatto, solamente c

    on

    stato che lei se

    la fa s

    otto

    .

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei ha l'im

    pressione di av

    ere

    il bandolo ...

    lei crede di ro

    mperm

    i le scatole.

    Ahraham

    s Io n

    on

    le rom

    po le scatole; n

    on

    ho nessu

    na

    intenzione di ro

    mperle le

    scatole, v

    orrei che

    lei co

    minciasse a parlare s

    eriam

    ente.

    Dr V

    an Nypelseer

    Ah bene, io le parlo s

    eriam

    ente: ora

    .

    Ahraham

    s C

    osa?

    Dr V

    an Nypelseer

    o

    ra e ho al tre persone da ricevere.

    Ahraham

    s

    ora? M

    a co

    sa? l'ora dei co

    nti! Certa-

    36

    1 , . . ~,, ~ ,.

    mente! L

    'ora arrivata.

    Dr V

    an Nypelseer

    Mi dispiace m

    olto.

    Ahraham

    s C

    osa, le dispiace molto? M

    a scu

    si! a m

    e

    che dispiace molto, lei n

    on

    si rende v

    era

    men

    -te

    co

    nto! Lei

    mi ha fatto

    diventar m

    atto,

    lei mi ha re

    so pazzo per degli a

    nni! degli a

    n-

    ni! e ora

    no

    n v

    uole fare u

    n passo in a

    vanti!

    Dr V

    an Nypelseer

    Aiuto!

    ... A

    iuto! (a partire da adesso, il dottore grida aiuto

    un

    a decina di v

    olte, sem

    pre pi forte, co

    n u

    na

    vo

    ce sem

    pre m

    eglio m

    odulata da porco sod-

    disfatto che viene sgozzato)

    All'assassino! A

    iuto! Aiuuto! A

    iuuuto! Aiu-

    uu

    uto!

    Ahraham

    s T

    accia e si sieda.

    Dr V

    an Nypelseer

    Aiuuuto! A

    iuuuto!

    Ahraham

    s Taccia! la im

    bavaglio!

    Dr V

    an Nypelseer

    Aiuuuuto! (urlo lungo)

    Ahraham

    s Povero c

    oglione! Povero idiota! Si sieda!

    Dr V

    an Nypelseer

    Aiuuto! (borbottio

    molto debole)

    37

  • Ahraham

    s D

    i che co

    sa ha paura?

    Dr V

    an Nypelseer

    Aiuuuuto! (riprendono gli ululati) Lo v

    ede che pericoloso.

    Ahraham

    s M

    a no

    , n

    on

    son

    o pericoloso.

    Dr V

    an Nypelseer

    Aiuuuuto!

    Ahraham

    s H

    a paura che le tagli il pisello?

    Dr V

    an Nypelseer

    Aiuuuuuuto! (questo grido il pi bello di

    tutti)

    Ahraham

    s C

    he registrazione divertente!

    Dr V

    an Nypelseer

    Sar m

    olto divertente! A

    iuuuto! Aiuto!

    (questa volta il grido lugubre finale quello di

    un

    a v

    escica che si sgonfia, c

    om

    e u

    na

    bestia am

    -. m

    azza

    t a -

    seguito da un

    lungo silenzio) A

    hrahams

    Andiam

    o brav'uom

    o, prenda i

    suoi

    oc-

    chiali.

    Dr V

    an Nypelseer

    Rotti (cosa n

    on

    vera) (nuova pausa)

    Ahraham

    s A

    h bene! Non m

    i aspettavo che si s

    arebbe

    co

    mporta t o

    co

    me u

    n coglione

    simile !

    V e

    ra-

    38

    .

    l t

    mente n

    o! v

    era

    mente u

    n bam

    bino! stato

    proprio lei che ha incom

    inciato la zuffa. Si sie-

    da. E lei un

    uo

    mo

    di scienza! Ah bene! bel-

    la la sua scienza! B

    ella roba, sarebbe c

    ontento

    Freud! A lui n

    on

    mai c

    apitato di arrivare ad

    un

    a situazione da pazzo furioso c

    om

    e questa.

    Dr V

    an Nypelseer

    Adesso, per

    co

    rtesia, sm

    ettiamola. Fuori

    son

    o a

    vv

    ertiti, s

    ar m

    eglio che se n

    e v

    ada.

    Ahraham

    s Io, invece, sa

    rei co

    ntento che lei andasse

    fino in fondo.

    Dr V

    an Nypelseer

    Lei rischia l'internamento m

    a questo n

    on

    sar c

    olpa mia.

    Abraham

    s B

    enissimo, n

    e so

    no

    felice, aspetto a pi fer-

    mo

    questo internamento, so

    no

    cu

    rioso di sa-pere se

    arriver fino a questo, per il m

    om

    en

    -to

    stiamo sc

    rivendo un

    eccellente c

    apitolo del-la psicoanalisi.

    Dr V

    an Nypelseer

    Che v

    uole che le dica d'altro?

    Ahraham

    s M

    a allora sediamoci e a

    spettiamo la poli-

    zia, l'arrivo di suo

    padre. Si sieda, si calm

    i, terribilm

    ente innervosito,

    dottor Jeckyll .

    ..

    Eh .

    .. Il signor H

    yde no

    n m

    ai troppo lontano. H

    mm

    m ... e dire che le v

    olevo bene ... (pausa)

    no

    n so

    no

    pericoloso, son

    o m

    olto gentile.

    Dr V

    an Nypelseer

    S, certam

    ente, lo creda pure.

    .39

  • Abraham

    s N

    o, n

    o ... co

    mincerem

    o adesso il processo agli psicanalisti e v

    edremo u

    n po' quello che

    su

    ccede e quello che fanno n

    ei loro studi e a

    che punto so

    no

    co

    n i loro

    clienti, v

    edremo;

    credo che s

    ar appassionante, c

    om

    e sc

    operta, sapere chi ha la z

    ucca sto

    rta. Cosa, lei v

    uole

    andarsene?

    vu

    ole squagliarsela di. c

    ors

    a? Fi-fone!

    (si sen

    te da lontano il dottore rivolgersi a su

    a

    moglie:

    Lul, per favore, telefona al 609

    )

    Abraham

    s (imitando la v

    oce e il to

    no

    del dottore) Di

    grazia fai presto ... B

    ene, me n

    e v

    ado ...

    Non ha pi niente da dire, dottore, prim

    a che m

    e n

    e v

    ada ...

    Dr V

    an Nypelseer

    La prossim

    a volta .

    ..

    Abraham

    s S'?

    l.

    Dr V

    an Nypelseer

    Oggi, n

    on

    parler pi, voglio a

    nco

    ra parla-

    . re

    co

    n lei, m

    a la prossim

    a voi ta parler solo

    di fronte

    a delle

    persone che

    sara

    nn

    o

    ca-

    paci di limitare le s

    ue violenze.

    Abraham

    s B

    enissimo!

    Dr V

    an Nypelseer

    Ma s

    on

    o pronto a

    spiegarmi c

    on

    lei sen

    za

    registratore e davanti a persone capace di trat-

    tenerla.

    40

    Abraham

    s B

    enissimo! N

    on ha pi niente da dire? finito allora? Sm

    ettiamo allora? Interrom

    pia-m

    o la s

    eduta?

    Dr V

    an Nypelseer

    S'l l.

    Abraham

    s B

    enissimo, interrom

    piamo la s

    eduta allo-ra

    , la prima s

    eduta, alla prossima allora. A

    r-rivederci, dottore. (continua)

    41

  • ,,

    JEAN-PAUL SAR

    TRE

    L'uom

    o col

    magnetofono

    Il testo di A

    brahams ci ha profondam

    ente divisi. In

    seguito ci

    siamo

    rappacificati sul-

    la base di u

    n

    co

    mprom

    esso che

    spero dure-r:

    io dir

    perch, fin

    dal prim

    o giorno,

    son

    o stato

    dell'idea che bisognava pubblicar-lo; Pontalis e Pingaud, che so

    no

    dell'idea con

    -traria, diranno i

    motivi della loro opposizio-

    ne. L

    a testimonianza di A

    brahams sta in m

    ez-zo

    ai due no

    stri articoli.

    Prima di tu

    tto alcune parole per e

    vitare un

    probabile m

    alinteso: no

    n so

    no

    un

    falso am

    i-co

    della psicoanalisi,

    ma u

    n

    co

    mpagno di

    strada critico e

    no

    n ho

    nessu

    na v

    oglia -

    e d'altra parte n

    essu

    n m

    ezzo

    -per ridicolizzar-

    la. Questo dialogo far so

    rridere: a tutti pia-

    ce v

    edere il burattino che picchia il carabinie-

    re. Personalm

    ente no

    n lo trovo divertente, n

    per l'analista, n per l'ex an

    alizzato. E

    videntemente c

    ostui ha la parte pi bella e

    dir dopo perch la trovo

    eccezionale;

    l'a-n

    alista, dopo tutto

    , se la c

    av

    a se

    nza gloria (chi

    riuscirebbe a far di m

    eglio se

    nza s

    aper fare judo ?)

    ma n

    eppure disastrosamente:

    no

    n ha

    parlato. Inoltre am

    metto

    v

    olentieri che l'in-

    co

    ntro

    av

    viene nell'am

    bito di

    un

    a relazione

    an

    alitica: ci che in gioco, in prim

    o luogo, sem

    bra esse

    re u

    na c

    erta interpretazione che,

    seco

    ndo Abraham

    s, il dottor V an

    Nypelseer

    av

    rebbe imposto per a

    nni al su

    o paziente e rin-

    negato poi bruscam

    ente (va da s che no

    n ci

    pronunceremo n sull'interpretazione, n sul-

    la palinodia, poich il magnetofono n

    on

    ha re-gistrato l'inizio della

    co

    nv

    ersa

    zione). D'altra

    parte Abraham

    s il primo a riconoscerlo inti-43

  • tolando questa testimonianza: D

    ialogo psica-n

    alitico. Titolo ironico:

    esso

    ci

    vu

    ole far in-tendere che

    spesso, c

    om

    e dice M

    erlino, chi crede di a

    nalizzare gli altri a

    nalizza se

    stesso. Il dottor V

    an

    Nypelseer a

    vrebbe proiettato s

    u

    Abraham

    s i propri problemi d'infanzia. Que-

    sta co

    ncezione im

    pegna soltanto A

    b:rahams

    e d'altra parte no

    n ci che ci interessa: se

    la so

    ttolineo perch essa m

    ostra l'aspetto pro-

    blematico del dialogo. A

    brahams si riferisce a

    Freud due v

    olte co

    n sincero rispetto;

    egli la-scia indeciso se

    la pratica an

    alitica in quanto tale ha fallito,

    o

    se u

    n an

    alista m

    igliore lo av

    rebbe guarito. In ogni caso

    , per noi questo

    no

    n il problem

    a: an

    che se u

    n e

    rrore

    stato

    co

    mm

    esso

    capiam

    o bene che Abraham

    s, che n

    e ha sofferto, possa indignarsi, m

    a ai n

    ostri

    occhi la psicoanalisi n

    on

    pu essere

    rimessa in

    cau

    sa da u

    n c

    aso

    isolato, co

    s co

    me il c

    rimine di

    Uruffe n

    on

    mette la C

    hiesa in pericolo di fron-te

    agli o

    cchi di

    un

    credente : l'analisi

    un

    a

    disciplina che mira al

    rigore e il cui sc

    opo di guarire; per il re

    sto n

    on

    un

    co

    rpo unico,

    ma m

    olteplice. Quando si sollevano delle obie-zioni

    -che d'al tra parte n

    on

    verto

    no

    sui prin-cipi, m

    a s

    u c

    erti a

    spetti della pratica -

    biso-gnerebbe e

    ssere

    t an

    t o rigorosi n

    ella discussio-. n

    e quanto i m

    edici che la rivendicano lo son

    o

    nella pratica clinica e terapeutica.

    Perch allora questo dialogo m

    i ha affascina-to? Perch m

    ette in luce, co

    n abbagliante e

    vi-denza, l'irruzione del

    soggetto n

    ello studio

    dell'analista, o

    m

    eglio il capovolgim

    ento del rapporto u

    nivoco che lega il soggetto all'ogget-to. E per soggetto qui n

    on

    intendo l'Io o l'E

    go, questo quasi-oggetto della riflessione, m

    a l'a-

    gente: in questa breve av

    ven

    tura A

    brahams

    soggetto nel s

    en

    so

    in cui M

    arx dice del proleta-

    44

    ~i a t o che ~,soggetto_ ,della stori~: In tendiam

    o- ci: A

    brahams

    riconosce-che

    av

    ev

    a

    bisogno

    d'aiuto ,

    e rim

    provera al dottor Van N

    ypel-seer di

    no

    n a

    verlo guarito

    , di av

    erlo tenu-

    to in

    stato di dipendenza

    prom

    ettendogli

    di dargli un

    giorno l'autorizzazione a ritor-

    nare

    san

    o. A

    brahams parla dei clienti del dot-

    tor V

    an

    Nypelseer c

    om

    e di

    m

    alati

    , tra vir-golette, intendendo in questo m

    odo coloro ch

    gli an

    alisti ritengono

    malati,

    ma n

    on

    coloro

    che essi hanno

    resi tali. A

    brahams dice : lei

    ha aggravato il

    . m

    io aso.

    Dunque

    no

    n

    si presenta

    co

    me

    un

    soggetto

    perfettamente

    libero e . sa

    no

    -

    e chi lo ?

    -oppure

    co-

    me quellf cheJones chiam

    a gli adulti ,paro-

    la terribile se si pensa che la signora F

    reud ai su

    oi occhi

    era

    un

    'adulta e che F

    reud no

    n lo

    era

    , ma c

    om

    e u

    n soggetto ferito, o

    se si prefe-

    risce co

    me il soggetto delf. propria ferita, co

    -m

    e l'unit to

    rmen

    tata di gravi problemi inaf-

    ferrabili di cui chiede agli altri di aiutarlo a

    '

    trov

    are la soluzione. D

    etto questo, che

    co

    sa;,; rim

    provera Abraham

    s al dottor V

    an Nypel-

    seer? L

    asciamo lo parlare:

    N

    on si pu guarire l sopra (indicando il di-va

    no

    dell'analista) ... Lei

    no

    n o

    sa guardare la

    gente in faccia. Poco fa av

    ev

    a c

    om

    inciato a dir-m

    i di "guardare in faccia i

    miei fantasm

    i". N

    on av

    rei mai potuto guardare in faccia n

    ulla! Lei m

    i ha obbliga t o a v

    oltar le le spalle, e no

    n

    co

    s che si pu guarire la gente. impossibi-

    le perch ... vivere c

    on

    gli altri significa saperli guardare in faccia

    . Si c

    on

    testa il metodo, il

    divano, il mu

    tismo diligente dei grandi a

    scol-

    tatori professionisti? S e n

    o: per a

    nni A

    brahams ha m

    esso

    tutto

    il

    su

    o

    zelo

    ad esprim

    ersi, ad

    esporsi,

    sen

    za

    ignorare che i su

    oi discorsi, apparentemente

    45

  • liberi e casu

    ali, rimandavano ad u

    n testo

    osc

    u-

    ro e

    nasco

    sto che a

    ndava co

    struito piuttosto che s

    coperto e che e

    ra c

    on

    tenu

    to n

    ella parola detta, n

    el sen

    so

    in cui E

    luard dice: V

    i un

    altro mo

    ndo ed co

    nten

    uto

    in questo. C

    i che c

    olpisce in questo breve framm

    ento: "guar-

    dare in faccia ... v

    oltare le spalle", ci co

    nfida la su

    a

    esperienza profonda:

    attraverso

    la sola

    presenza, l'invisibile e silenzioso testimone del

    su

    o discorso

    -v

    ale a dire, di ci che egli dice e di ci che si fa dire attrav

    erso l'indispensa-

    bile mediazione di

    un

    soggetto

    -trasform

    a n

    ella bocca stessa del paziente la parola in og-getto per la se

    mplice ragione che n

    on

    ci pu essere

    , tra le

    spalle voltate e l'uom

    o seduto,

    invisibile, inafferrabile, alcuna reciprocit .

    . Lo

    so: il

    malato

    deve e

    man

    ciparsi da solo, de-v

    e s

    coprirsi poco a poco. L

    a noia, ci dice A

    bra-ham

    s, che chiaro sin dall'inizio che egli si scoprir c

    om

    e u

    na passivit, attrav

    erso quello

    sguardo che no

    n pu c

    aptare e

    che lo v

    alu-ta. L

    'uomo c

    on

    il magnetofono c

    on

    vinto che la strada che porta all'indipendenza (guarda-re

    in faccia i su

    oi fan t asm

    i, gli uo

    mini)

    no

    n

    pu passare attraverso

    la dipendenza assoluta

    ( transfert e frustrazione, prom

    essa tacita -

    io vi guarir

    -a t tesa di

    un

    permesso ).

    ' Abraham

    s deluso, v

    ero

    , risentito n

    ei co

    n-

    fronti del medico e alcuni parleranno di tran

    -sfert m

    al liquidato, ma che c

    osa rispondergli

    se ci dice che la guarigione del

    m

    alato

    deve incom

    inciare dal guardarsi in faccia e divenire u

    na im

    presa co

    mu

    ne dove ciascuno a

    ccetta i

    propri rischi e si a

    ssu

    me le proprie re

    sponsa-bilit? L

    o si castrato? Sia pure, m

    a v

    uole che

    glielo si dica guardandolo negli o

    cchi. C

    he si proponga a lui, A

    brahams, questa interpreta-

    zione, nel c

    ors

    o di u

    na lunga a

    vv

    en

    tura a due,

    46 ' ~,. r!. ).:..-;

    nell'interiorit, e n

    on

    che gli accada

    , a

    no

    ni-m

    a, im

    personale, co

    me u

    na parola di pietra.

    Questo soggetto

    desidera co

    mprendersi

    in quanto soggetto ferito, deviato; in a

    ssen

    za di ~na c

    ollaborazione intersoggettiva, passa al-

    l atto

    , per parlare co

    me gli a

    nalisti: questo

    significa capovolgere la prassi

    e n

    ello stesso

    tem

    po la situazione. Nel D

    ialogo psicanalitico i

    ruoli

    si capovolgono

    e l'analista divent~

    oggetto. Per la s

    eco

    nda volta l'appuntam

    ento dell'uom

    o co

    n l'uom

    o m

    an

    cato

    . Questa sto-ria che alcuni giudicheranno buffa la trage-dia dell'im

    possibile re

    ciprocit. V

    i violenza, dice il dottor V a

    n N

    ypelseer, e

    ci fuori dubbio. Ma n

    on

    piuttosto un

    a

    co

    ntro

    violenza? Abraham

    s pone am

    mirevol-

    men

    te il problema: questa

    interm

    inabile re-

    lazione psicoanalitica

    ,

    questa dipendenza,

    questo transfert

    sco

    ntato

    , provocato, questa feudalit, questo lungo parto dell'uom

    o pro-strato

    sul divano, rim

    andato ai balbettamenti

    infantili, sen

    za c

    alzoni, no

    n forse questa la

    prima form

    a di violenza. So quello che il dot-to

    r Van N

    ypelseer gli risponderebbe

    -gli

    av

    rebbe risposto sen

    za la presenza del m

    agne-tofono : N

    on facciamo m

    ai uso

    della co

    strizio-n

    e,

    ognuno viene

    e se

    n

    e

    va quando

    vu

    ole; quando u

    n paziente v

    uole !asciarci ci c

    apita di dissuaderlo, s

    appiamo che questa ro

    ttura gli

    dannosa, ma se

    insiste ci inchiniamo; la pro-

    va che io vi ho lasciato a

    ndare a malincuore

    tre an

    ni fa

    . v

    ero

    e

    seco

    ndo m

    e gli ana~

    listi no

    n s

    on

    o in c

    au

    sa. M

    a Abraham

    s no

    n si

    riterrebbe battuto; ce lo dice:

    se si s

    cartan

    o

    gli uo

    mini e n

    on

    si co

    nsidera che la situazione

    l'abdicazione settim

    anale o bisettim

    anale del~ l'analizzato a favore dell'analista diviene u

    n bi-47

  • sogno s

    em

    pre pi imperioso; questo significa

    che la co

    ndizione d'oggetto ha i su

    oi vantag-

    gi; la violenza o

    vu

    nque latente, insinuante: essere

    soggetto c

    os faticoso e s

    ul divano tut-to

    invita a

    so

    stituire l'angosciante re

    sponsa-bilit di e

    ssere

    un

    o solo c

    on

    la so

    ciet an

    oni-

    ma delle pulsioni. Il

    capovolgim

    ento della prassi dimostra

    chiaramente che la relazione a

    nalitica di per

    s .stessa violenta, qualunque sia la c

    oppia me-

    dico-paziente che co

    nsideriam

    o. Di fatto, quan-

    do la violenza capovolge la situazione, l'anali-

    sta diviene imm

    ediatamente a

    nalizzato o

    piut-to

    sto a

    nalizabile: in questa situazione il c

    olpo di m

    an

    o e la s

    ua im

    potenza lo metto

    no

    artifi-

    cialmente in u

    na situazione di n

    ev

    rosi. A

    bra-ham

    s av

    ev

    a c

    alcolato giusto durante i tre an

    ni in c

    ui rin1uginava il colpo. A

    scoltatelo:

    Fino ad

    oggi lei av

    ev

    a l'abitudine di

    co

    ntrollare

    co

    mpletam

    ente la situazione

    e bruscamente,

    ecco

    l'estraneit che si introduce e si installa

    qui da lei ...

    E la risposta dell'analista prova che divenuto d'un tratto

    paziente. Il suo

    di-sco

    rso

    val la pena di

    essere

    decifrato: N

    on so

    no

    ab i tua t o

    alla violenza fisica. C

    he frase stran

    a, perch no

    n dire s

    em

    plicemente, allora:

    no

    n s

    on

    o abituato alla violenza. A

    lla violenza

    mo

    rale ha dunque l' abHudine? E

    co

    me m

    ai per dare u

    n e

    sem

    pio di violenza fisica ci t a il

    fatto di

    tirar fuori adesso questo registrato-re

    ? N

    on v

    oglio fare u

    n processo

    a qualche parola pronuncia t a in

    un

    m

    om

    en

    to di tu

    rba-m

    en

    to, del tu

    tto legittim

    o : voglio solo far c

    a-

    pire che la violenza

    spezza il discorso e

    che ogni parola diventa

    oltremodo

    significante a

    questo punto, perch significa troppo o troppo

    poco. La trasform

    azione brusca del dottor V a

    n

    Nypelseer,

    soggetto dell'analisi,

    agente della

    48

    terapia, in.oggetto gli cre

    a u

    na c

    risi d'identifi-cazione: c

    om

    e riconoscersi?

    il m

    otivo dell'estraneit

    - e

    strange-m

    en

    t direbbe L

    acan, traducendo il termine

    freudiano U

    nheimlichkeit

    -

    provata di colpo e della re

    sistenza disperata che oppone ad A

    brahams il dottor V

    an Nypelseer:

    no

    n

    parler davanti

    al registratore.

    Il m

    otivo bisogna

    cerc

    arlo prim

    a di tutto

    n

    ella deon-tologia professionale. M

    a basta questa a dare l'idea dell'orrore

    che prova davanti al

    regi-:-strato

    re? Non s

    copre forse, c

    om

    e l'oggetto di

    un

    a a

    nalisi, che le s

    ue parole, di c

    ui era

    co

    s av

    aro

    e che si perdevano talvolta co

    s legger-m

    en

    te nel silenzio dello studio

    -u

    n m

    ala-to

    n

    on

    un

    testim

    on

    e-v

    an

    no

    ad imprim

    er-si, ad e

    ssere

    inscritte per sem

    pre: n

    on

    era

    no

    che l'allegro

    mo

    rmo

    rio del su

    o pensiero

    so-

    vra

    no

    , ora

    rischiano di diventarne la pietrifica-zione. Inerti, porteranno testim

    onianza. Que-sto

    registratore fa a

    rrabbiare le persone pi dolci poich c

    orrisponde all'avvertim

    ento del-la giustizia inglese v

    ers

    o gli a

    ccu

    sati: a partire da questo m

    om

    en

    to, tu

    tto ci che v

    oi dite pu essere

    usato

    co

    ntro

    di voi. Il dottor V

    an Ny-

    pelseer tenta

    un

    'ultima

    volta

    di intim

    idire A

    brahams trattandolo c

    om

    e u

    n oggetto, ricor-

    dandogli la su

    a dipendenza :

    Siete pericoloso

    perch misconoscete la

    realt

    . Ma si attira

    questa risposta geniale: L

    a "re

    alt", che co-

    s'?. S: che c

    os' la re

    alt quando an

    alista e paziente si tro

    van

    o a guardarsi in faccia, quan-

    do, co

    n l'aiuto della

    violenza, l'analista n

    on

    pu pi decidere solo e

    so

    vra

    nam

    en

    te di ci che il re

    ale, e cio privilegiare un

    a c

    erta c

    on

    -cezione del m

    ondo? C

    he co

    s' la realt quando

    orm

    ai il paziente rifiuta di andarsene? Quando

    in un

    co

    mico m

    ovim

    ento di re

    ciprocit anta-49

  • gonistica ognuno dei due fa la psicoanalisi del-l'altro o

    meglio quando si applicano u

    no

    sul--l'altro gli stessi schem

    i: lei imita su

    o padre;

    no

    , il suo; lei fa il bam

    bino; no

    , lei. Quando il linguaggio a

    nalitico, sdoppiato, riecheggia-

    to, an

    onim

    o, sem

    bra impazzito?

    Questa situazione-limite-in c

    ui altri an

    a-

    listi si son

    o trovati e che c

    ostituisce u

    n rischio

    professionale -

    permette di porre il v

    ero

    pro-blem

    a: si deve sc

    egliere tra l'essere-soggetto del

    m

    alato

    e la

    psicoanalisi? G

    uardate l'uom

    o on il magnetofono.

    Guardate c

    om

    e ha riflettuto in quei tre a

    n-

    ni-

    che si sia sbagliato o n

    o ha poca im

    por-ta

    nza-

    guardate co

    me gli m

    aturato

    in testa il su

    o piano, c

    om

    e ha c

    om

    binato il colpo, c

    om

    e

    l'ha eseguito, a

    scoltatelo parlare, se

    ntite la su

    a

    ironia e an

    che la su

    a a

    ngoscia ( B

    isogna che abbia u

    na bella faccia to

    sta per permetterm

    i u

    na c

    osa

    simile .

    .. )

    e la disinvoltura co

    n c

    ui gioca c

    on

    co

    ncetti

    'usati

    su

    di lui per lungo tem

    po. Adesso vi dom

    ando chi co

    stui? Chi

    questo Abraham

    s che parla? Un cieco proces-

    so o

    il superam

    ento di questo processo m

    e-

    diante un

    gesto? Non m

    etto in dubbio che ogni

    su

    a parola e c

    om

    portamento possa e

    ssere

    in-terpretato a

    naliticam

    ente, a patto di ricondur-. lo al su

    o statu

    to di oggetto a

    nalitico. Ci che

    sco

    mparir c

    on

    il soggetto la qualit inimita-

    bile e singolare della scen

    a: la s

    ua o

    rganizza-zione

    sintetica, detto altrim

    enti l'azione

    in quanto tale. E n

    on

    mi si v

    enga a dire che u

    n

    m

    alato che l'organizza: n

    e c

    on

    vengo, c

    on

    -. v

    engo

    che l'organizza co

    me m

    alato. Ci n

    on

    im

    pedisce che l'organizzi. Gli a

    nalisti possono

    dare le motivazioni del

    passaggio all'atto

    ,

    ma l'atto, che interiorizza, s

    upera e co

    nse

    rva

    le motivazioni m

    orbose n

    ell'unit di un

    a tat-

    50

    tica, l'atto che d un

    sen

    so al se

    nso

    che a noi

    giunto, gli an

    alisti no

    n si so

    no

    preoccupati fino ad o

    ra di re

    ndercene co

    nto. B

    isognerebbe infatti reintrodurre la no

    zio-n

    e di soggetto. Iri Inghilterra, in Italia, A

    bra-ham

    s, soggetto incontestabile di questa breve storia, troverebbe dei v

    alidi interlocutori : un

    a

    nu

    ov

    a generazione di psichiatri c

    erc

    a di stabi-

    lire co

    n le persone che c

    ura

    un

    legame di re-

    ciprocit. Senza rinunciare

    all'imm

    enso ap-

    porto psicoanalitico, questi psichiatri rispet-

    tano

    prima di tu

    tto in ogni m

    al a t o l'agente, il

    soggetto, la libert deviata di agire. 1 Non m

    i sem

    bra impossibile che u

    n giorno gli psicoana-

    listi di

    stretta o

    sserv

    an

    za li

    raggiungano. A

    spettando, presento qui questo Dialogo

    a titolo di sc

    andalo benefico e benigno.

    l Non vogl1io

    misconoscere le difficolt che incontre-

    ran

    no

    : la psicologia del profondo,

    co

    me dice Laga-

    che, neo

    essita il rilassam

    ento, l'abbandono, un

    a c

    erta ab-

    dicazione, quindi il divano; il guavdarsi in faccia esige,

    al co

    ntr:ario, ,la vigilanza, la ~sovranit, u

    na c

    erta tensio-

    ne. M

    a no

    n si a

    ndr av

    anti s

    e n

    on

    si prende la catena

    dalle due estrem

    it.

    51

  • JEAN-BAPTISTE PON

    TALIS

    Risposta a Sartre

    Tutti

    co

    mprenderanno,

    spero, che

    no

    n

    mia intenzione c

    om

    mentare il

    docum

    ento

    che Sartre ha preso la responsabilit di pub-

    blicare. Aggiunger solo due parole alla pre-

    sentazione che a

    vete appena letta.

    Il fatto che m

    i interessa, che Sartre ci

    dica di esser stato

    affascinato

    dal re

    soco

    n-

    to dell'exploit co

    ntestatorio di Abraham

    s er-

    gentesi a far fronte al suo

    oppressore feudale. Sartre si pu riconoscere in questo specchio, bench deform

    ante. Vi v

    ede proiettate le sue

    coppie di opposti preferite e le ritrova c

    on

    par-ticolare facilit in quanto A

    brahams pare c

    on

    -form

    arvisi. Ma dedurre da questo fram

    mento

    tragicomico

    che per gli an

    alizzati sia giunta

    l'ora di seguire la parola d'ordine letta a Cen-sier

    Analyss, levez-vous!

    -a

    men

    o che

    no

    n e

    migrino in Ita

    lia-

    e, per gli psicoana-

    listi, quella di an

    nu

    nciare ai loro pazienti la

    buona n

    ov

    ella:

    Siete stati

    castrati

    , guar-

    dandoli nei loro o

    cchi di soggetti, m

    i pare un

    a

    risposta un

    po' av

    ventata. Sottoscriverla equi-

    , v

    arrebbe, in ogni c

    aso

    , a mio a

    vviso, a c

    onfes-

    sare

    di misconoscere tu

    tto della psicoanalisi.

    Com

    e se n

    e potrebbe riconoscere l'im

    menso

    apporto

    e,

    nello

    stesso tempo,

    rifiutare la relazione analiti~a

    nel

    suo

    stesso principio?

    Non

    si tratta forse, qui co

    me altrove, della

    prassi che rende possibile l'em

    ergere dell' og-getto teorico? U

    n giorno bisogner scrivere la

    storia del rapporto a

    mbiguo, fatto di u

    n'attra-

    zione e di un

    a reticenza ugualm

    ente profonde, che Sartre m

    antiene da tren

    t'anni c

    on

    la psi-

    52

    co

    an

    alisi, e m

    agari rileggere la s

    ua opera in

    questa prospettiva. o

    .uanto alle virt salvifiche del dialogo, c

    re-

    do d1 no

    n a

    verle m

    ai viste celebrare da Sartre

    -ed u

    na fortuna! A

    ltrimenti, n

    on

    av

    rebbe saputo dar testim

    onianza, co

    me ha fatto, dello

    scacco

    di ogni reciprocit n c

    onferire a quelle

    che ha definito situazioni lim

    ite

    -

    tra le altre, la follia

    -il loro v

    alore ese

    mplare. Ri-

    co

    rdiamoci di H

    uis Clos, di La Cham

    bre e so-

    prattutto, in questa occasione, del protagoni-

    sta di Les Squestrs d'Altana dramm

    a mira-

    bile nel quale, s

    u di u

    n altro te~tro, u

    n m

    agne-tofono gi se

    rviva a fissare le tracce di un

    dia-logo interiore

    .

    53

  • BE

    RN

    AR

    D PIN

    GA

    UD

    R

    isposta a Sartre

    Non e

    ssendo n psicoanalista n psicoana-

    lizzato no

    n m

    i sento obbligato alla stessa riser-

    vatezza di Pontalis. C

    ercher quindi di dire perch questo testo

    ci ha profondamente di-

    visi

    . Chi si lim

    itasse a leggere il prologo di Sartre se

    ne potrebbe stupire. M

    a se si legge

    parallelamente il testo

    di Abraham

    s, gi si mi-

    su

    ra la distanza che li separa. del tu

    tto evi-

    den

    te-

    almeno per m

    e, che rivendico qui la

    mia piena libert di

    soggetto

    -che quello

    che Sartre vede n

    el dialogo parzialmente tra-

    seri tto

    da Abraham

    s no

    n vi c

    om

    pare, o vi c

    om

    -pare solo in filigrana.

    altrettanto evidente

    che Sartre no

    n v

    ede quello che vi co

    mpare o

    m

    eglio fa co

    me se

    no

    n lo v

    edesse. Si tratta in-fatti di tin c

    olloquio che si svolge

    n

    el qua-dro

    del rapporto

    an

    ali tic o

    e

    del quale

    noi

    co

    no

    sciamo

    soltanto la fine,

    dato

    che il

    magnetofono

    no

    n

    ha registrato

    l'inizio della

    co

    nv

    ersa

    zione .

    Non

    c'

    bisogno di

    esse

    re

    grandi esperti

    di psicoanalisi

    per capire

    che questo

    passaggio

    all'atto fa

    parte di quella stessa cu

    ra che si s

    uppone co

    n-

    . testi radicalm

    ente, e che pubblicandolo qui in-terveniam

    o co

    n m

    olta leggerezza in u

    n

    rap-porto tra

    m

    edico e

    m

    alato di c

    ui no

    n

    sappiam

    o n

    ulla o quasi. L

    a prima dom

    anda che ci dovevam

    o porre era

    dunque questa: A

    chi e

    a che

    co

    sa servir la pubblicazione di

    questo colloquio?

    L

    a risposta mi pare, a dir

    poco, incerta. V

    ediamo o

    ra il c

    ontenuto. A

    mm

    ettiamo pu-

    re che Sartre n

    on

    abbia nulla c

    on

    tro la psico-

    an

    alisi. Ma che c

    os'altro fa, dopo a

    ver affer-

    54

    mato

    le sue buone intenzioni, se

    no

    n denun-

    ciare no

    n soltanto la pratica psicoanalitica, m

    a

    an

    che la teoria sulla quale questa si fonda? Sostenere che il rifiuto del faccia-a-faccia equi-v

    ale a trasformare il paziente in oggetto u

    n

    argom

    ento troppo grossolano e troppo logoro perch Sartre stesso n

    on

    vi risponda subito: Lo so

    : il malato deve e

    man

    ciparsi da s, spet-ta a lui sc

    oprirsi poco_ a poco. M

    a leggiamo

    quel che segue: La n

    oia, ci dice Abraham

    s, che chiaro sin dall'inizio che egli si sc

    oprir co

    me u

    na passivit, attraverso quello sguardo

    che no

    n pu c

    aptare e che lo valuta

    . A

    mm

    i-ro

    quel ci dice A

    brahams

    e m

    i piacerebbe proprio sapere se

    bisogna intenderlo co

    me u

    n

    ci dice Sartre

    . Perch ci so

    no

    due possibi-lit: o

    Sartre fa propria la tesi di Abraham

    s, e ci propone quindi u

    n'altra psicoanalisi, fon--

    data su

    di un

    'altra co

    ncezione dell'uom

    o, che im

    pieghi altri

    metodi terapeutici, quelli,

    ad : ese

    mpio, di quegli psichiatri italiani o

    inglesi : che

    c

    erc

    an

    o di instaurare

    co

    n le persone

    ~he cu

    ran

    o u

    n rapporto di re

    ciprocit. Op-

    pure Sartre lascia ad A

    brahams la

    respon-

    sabilit della su

    a interpretazione,

    ed il pro-blem

    a quello di

    sapere che

    co

    sa

    signifi-chi,

    in u

    na

    cu

    ra,

    questo tipo

    di interpre-

    tazione, perch

    nasc

    a,

    se

    perch la

    cu

    ra

    era

    co

    ntroindicata o

    perch stata mal diretta

    -o se

    il rov

    esciam

    ento del rapporto no

    n fac-

    cia sem

    pre parte, in un

    mo

    mento o

    nell'altro,

    della cu

    ra stessa. Parlo qui da profano e quindi

    eviter di dare risposte decisive. M

    a leggendo il testo di Sartre, v

    edendo in quali termini de-

    scrive quella

    abdicazione

    settimanale o

    bi-settim

    anale che paragona ad u

    na droga, n

    on

    posso fare a m

    en

    o di pensare che egli chiam

    i in

    cau

    sa l'intera psicoanalisi, in

    no

    me della

    5.5

  • su

    a

    personale co

    ncezione

    del soggetto.

    :E n

    orm

    ale, d'altronde, che il dibattito verta s

    u

    questo punto, dato che la scoperta e

    ssen

    ziale di F

    reud no

    n

    stata, co

    me alcuni afferm

    ano u

    n po' frettolosam

    ente, quella di negare l'esi-

    stenza del soggetto, m

    a quella di spostarlo, di

    decentrarlo, facendo apparire il no

    n .sogget-

    to a partire dal quale esso

    si co

    stituisce in un

    a

    posizione sem

    pre derivata. Il problema sol-

    tanto

    quello di sapere se

    il colloquio trascrit-

    to da A

    brahams si presti ad u

    n sim

    ile dibat-tito. Per parte m

    ia no

    n lo c

    redo. Anche suppo-

    nendo che se

    ne possa trarre la lezione che n

    e

    trae Sartre (come se si trattasse effettivam

    ente di u

    na m

    essa in c

    au

    sa della psicoanalisi, e n

    on

    di u

    na m

    essa in c

    au

    sa dell'analista), u

    na se

    m-

    plificazione abusiva delle co

    se il decretare che,

    nella c

    ura

    , il paziente ridotto ad un

    a passivi-

    t totale e che l'analista decide, da solo e so

    -v

    ran

    am

    en

    te, di quel che il reale

    . Non sa

    -rebbe infatti difficile far

    co

    mparire qui

    un

    a

    quantit di testimoni che potrebbero afferm

    a-re

    il co

    ntrario, e dire in che m

    odo questa alie-n

    azione iniziale li abbia precisam

    ente aiutati a diventare, in m

    isura maggiore, soggetti. M

    i sem

    bra che

    la n

    on

    -reciprocit

    criticata da

    S

    artre -

    e che l'analista

    stesso ha subto a

    su

    o te

    mp

    o-

    sia la co

    ndizione stessa della sco

    -perta o

    della ricostituzione di un

    esse

    re-sog-

    getto c

    om

    promesso, o

    scu

    rato,

    alienato da quel che chiam

    iamo m

    alattia. E che il rappor-to

    no

    n possa m

    ai esse

    re paritario, re

    ciproco, se

    no

    n n

    el mo

    men

    to in c

    ui cessa

    -

    quel mo

    -m

    en

    to ideale che chiam

    iamo, invece,

    guari-

    gione

    . Questo no

    n privilegia affatto lo psico-

    an

    alista in quanto individuo. Questo privilegia l'A

    ltro per m

    ezzo

    del quale si

    effettua quel

    56

    riassestam~n.to che, incerto modo, viene se

    m-pre~lroppotardi, o

    , co

    me diceva Freud, n

    ach-

    traglich

    , a

    -posteriori. Non c

    ' dunque co

    n-

    traddizione n necessit di sc

    egliere tra l'es-

    sere

    soggetto del malato

    e la psicoanalisi: in u

    n c

    erto

    sen

    so, il soggetto s

    em

    pre presente, in u

    n altro s

    em

    pre da co

    nquistare. L'uom

    o pi

    m

    alato , v

    ero

    , o

    rganizza la propria m

    alattia. La psicoanalisi quindi n

    on

    gli forni-sc

    e il m

    odo di organizzarsi. M

    a neppure glielo

    toglie. Essa pu soltanto, quando ha su

    cces-

    so, aiutarlo a m

    odificare un

    a situazione in c

    ui egli si aliena. E

    d proprio il soggetto stesso a m

    odificarla s

    coprendo se

    stesso attrav

    erso

    il rapporto an

    alitico. facile per Sartre c

    riticare la co

    ncezione

    di Freud in n

    om

    e di u

    n'altra, ed opporre u

    na rt~rapeutica.della re

    ciprocit ad un

    a terapeuti-

    j\ca della violenza

    . Ma a questo punto biso-~gnerebbe im

    pegnarsi in un

    dibattito a fondo. Il principale

    merito del

    c

    om

    promesso

    a

    cui siam

    o pervenuti, in questa faccenda, sar

    stato quello di a

    verci c

    ondotti a porre il pro-

    blema. Io c

    on

    tinuo tuttavia a pensare che il te-

    sto di A

    brahams, proprio perch n

    on

    va oltre il

    passaggio all'atto

    ,sia stato, a questo scopo,

    il pi mal sc

    elto dei pretesti.

    57

  • EL

    VIO

    FAC

    HIN

    ELLI L

    a parola co

    ntam

    inata

    Leggendo i

    co

    mm

    en

    ti preposti (nell'edi-zione

    originale di

    L

    es Tem

    ps Modernes

    ,

    1969), al testo di A

    brahams, si ha o

    ra il se

    nso

    di

    un

    a cu

    riosa imm

    obilit. Sartre pone u

    na

    domanda, parziale se

    si vu

    ole, ma pungente:

    quella della violenza (o del poter~)

    che sta

    dentro la relazione psicanalitica; Pontalis

    e Pingaud rispondono in m

    odo generale e co

    me

    di lato: sc

    acco

    della reciprocit, testim

    oniato n

    ell'opera stessa di Sartre (Pontalis); recipro-

    cit co

    me esito finale,

    co

    me co

    nquista (Pin-gaud). L

    e spade si so

    no

    incrociate, sen

    za dub-

    bio, m

    a i duellanti

    no

    n so

    no

    andati

    oltre la prim

    a mo

    ssa. E il testo

    di Abraham

    s risulte-rebbe

    co

    s u

    n exploit

    solitario, fermo

    co

    me

    un

    sasso

    n

    ello sto

    maco

    della psicanalisi -

    che ne ha digeriti ben altri. Senonch alcuni

    mesi fa u

    scita u

    na ra

    ccolta di v

    ari s

    critti di

    Abraham

    s (L'homme a

    u

    magntophone, L

    e Sagi ttaire, Paris, 197 6)

    che a m

    io parere ria-pre il problem

    a e permette, forse, di far m

    uo

    -v

    ere

    quel sa

    sso.

    I re

    so

    co

    nti

    clinici di Freud, co

    m'

    noto,

    furono paragonati a ro

    man

    zi. Non c

    ' dubbio che, a u

    na lettura im

    mediata e