LUnione europea e loccupazione: la Strategia Europea per lOccupazione (SEO)

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L’Unione europea e l’occupazione: la Strategia Europea per l’Occupazione (SEO)

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L’Unione europea e l’occupazione:

la Strategia Europea per l’Occupazione (SEO)

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Politica dell’occupazione: • Contenuto: Mercato del

lavoro (creazione di nuovi posti di lavoro o mantenimento di quelli esistenti, formazione)

• Metodo: Misure più di carattere politico che giuridico: soft law, più autorevolezza e persuasione che decisione

Politica sociale• Contenuto: Diritti collettivi

ed individuali dei lavoratori subordinati (regolazione dei rapporti individuali e collettivi di lavoro)

• Metodo: più misure di carattere legale che politico (direttive ecc.). L’approccio comunitario classico basato sulla hard law

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La politica dell’occupazione in quanto tale non è presa in considerazione dall’originario

Trattato di Roma

sono pochi i precedenti riferimenti testuali alla promozione dell’occupazione: vecchio art. 123

(ora 146) sul Fondo sociale europeo con il “compito di promuovere all’interno della

Comunità le possibilità di occupazione” oltre alla mobilità geografica e professionale dei lavoratori

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Trattato di Maastricht: art. 2 TUE

la promozione di un “elevato livello di occupazione” rientra

fra gli obiettivi dell’Unione

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Le politiche occupazionali dell’UE: il contesto in cui nascono

• La disoccupazione diventa in Europa un problema che impone strategie urgenti

• Fra il 1991 e il 1996 l’economia europea registra i risultati peggiori dal dopoguerra per quel che concerne sviluppo e occupazione. mentre il tasso di occupazione in Europa crolla dal 62% al 60,5, il tasso corrispondente negli USA e nel Giappone tocca il record del 75%. Si registrano forti disparità tra i paesi membri: dal 3% nel Lussemburgo al 22.1% in Spagna

• Il Consiglio europeo di Essen (1994) delinea, per la prima volta, le linee di una SEO

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Il Trattato di Amsterdam:

• l’inserimento del titolo VIII nel TCE (artt. 125-130)

• gli artt. 2 TCE e 3, lett. i, TCE

l’obiettivo di “un elevato livello di occupazione”

(cfr. l’art. 2 del TUE)

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Qual è la principale novità?

«La Comunità risulta formalmente legittimata a dispiegare la propria

influenza con riguardo ad un’area, le politiche dell’occupazione e del mercato

del lavoro, sino ad allora di competenza esclusiva dei singoli Stati membri»

(Roccella, Treu, 2007)

(art. 127, § 1, TCE:) Sono (…) rispettate le competenze degli Stati membri benchégli Stati membri abbiano concordato di considerare la promozione dell’occupazione

una questione di interesse comune (art. 126 TCE)

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Il Trattato di Lisbona

La competenza in materia occupazionale diventa

competenza “di coordinamento” (come quella in materia di politica

economica) (art. 5 TFUE)

una competenza da esercitarsi secondo i principi di sussidiarietà e di proporzionalità

(art. 5 TCE)

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Il cd. “processo di Lussemburgo”

La Strategia europea per l'occupazione (SEO) è stata avviata dal Consiglio straordinario sull'occupazione di

Lussemburgo nel novembre del 1997: per mettere in atto quanto disposto dal

Trattato di Amsterdam si decise di farne applicazione immediata nonostante che il Trattato di Amsterdam non fosse ancora

entrato in vigore

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Le misure di incentivazione: art. 129

analisi comparative dei modelli e delle soluzioni praticati nei singoli Stati (social benchmarking); ricerca ed emulazione delle migliori prassi (best

practices) «scambi di informazioni e delle migliori prassi»

IMP: le misure di incentivazione «non comportano l’armonizzazione delle

disposizioni legislative e regolamentari degli stati membri»

incentivazione e coordinamento armonizzazione

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Il comitato per l’occupazione (art. 130)

• composizione

• funzioni:• Il comitato è incaricato di:— seguire la situazione dell'occupazione e le

politiche in materia di occupazione negli Stati membri e nella Comunità,

— (…) formulare pareri su richiesta del Consiglio o della Commissione o di propria iniziativa, e contribuire alla preparazione dei lavori del Consiglio di cui all'articolo 128.

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L’EVOLUZIONE DEGLI ORIENTAMENTI PER

L’OCCUPAZIONEGli Orientamenti hanno subito una notevole

evoluzione a partire dal 1997, sviluppandosi, nell’arco di ormai un

decennio, attraverso tre distinte fasi.

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La I fase (1998-2002): i cosiddetti 4 pilastri SEO:

• occupabilità: accrescere le capacità di trovare lavoro attraverso misure di politica attiva e, soprattutto, attraverso al formazione (iniziale e continua); obiettivi quantificati (con misure di politica attiva devono essere raggiunti almeno il 20% dei disoccupati)

• imprenditorialità: sviluppare lo spirito imprenditoriale ed il lavoro autonomo;

• adattabilità: favorire l'adeguamento ai mutamenti del mercato del lavoro; significato controverso: deregolazione o flexicurity?

• pari opportunità: rafforzare le politiche di uguaglianza delle opportunità per tutti.

All’interno di questi 4 pilastri si sviluppano 22 linee- guida

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La II fase (2003-2004)

Nel 2003 (Orientamenti per l’occupazione del 2003 (adottati con decisione del Consiglio n. 2003/578/CE/22 luglio 2003 e successivamente riproposti nel 2004), in seguito al bilancio dei suoi primi cinque anni (v.COM

416/2002 Bilancio di cinque anni della strategia europea per l’occupazione ), e alla Comunicaione della

Commissione sul Futuro della strategia europea per l’occupazione  (v. COM 6/2003), la SEO è stata

riformata e in sostituzione dei quattro pilastri iniziali sono stati individuati tre nuovi grandi obiettivi strategici e

dieci priorità di azione• raggiungere la piena occupazione; • migliorare la qualità e la produttività del lavoro; • rinforzare la coesione e l'inclusione sociale.

scompaiono i “pilastri”

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La III fase (2005-2008)

• Un'ulteriore revisione (e semplificazione delle linee-guida) è stata compiuta nel 2005, nel contesto del

rilancio della Strategia di Lisbona (COM 24/2005). Si è stabilito, fra l'altro, che le Guidelines vengano presentate congiuntamente a quelle economiche (cdd. linee guida

integrate) • Ciò è stato messo in pratica con le Guidelines integrate

per la crescita e l'occupazione 2005/2008. Constano di: 1) una raccomandazione del Consiglio contenente gli indirizzi di massima per le politiche economiche (ex

art. 99 TCE Titolo VII “Politica e economica e monetaria”); 2) una decisione del Consiglio

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Diversamente da quanto è accaduto nella prima fase, nella quale i parametri contenuti negli Orientamenti erano più “stringenti” e, come tali, vincolanti per gli Stati membri,

gli Orientamenti delle ultime due fasi – e soprattutto quelli assunti nella cd. “fase Barroso” – non contengono “obiettivi quantificati” paragonabili a quelli compresi nel

“pilastro” della occupabilità della prima fase. In generale, si è assistito ad una progressiva riduzione

quantitativa e ad una semplificazione delle linee-guida, anche per effetto dell’invito rivolto, in tal senso,

dalla Commissione nelle due Comunicazioni, dei correttivi proposti dal Consiglio europeo di Barcellona del

2002 e dal Summit di Bruxelles del 2005.Per effetto di tale evoluzione, le attuali linee-guida

integrate sono state ridotte ad otto rispetto alle ventidue dell’inizio (1999) e alle tredici del periodo

intermedio (2003-2004).

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• Or. 17: Attuare strategie volte alla piena occupazione, a migliorare la qualità e la produttività sul posto di lavoro e a potenziare la coesione sociale e territoriale.

• Or. 18: Promuovere un approccio al lavoro basato sul ciclo di vita.

• Or. 19: Creare mercati del lavoro inclusivi e rendere il lavoro più attraente e proficuo per quanti sono alla ricerca di impiego e per le persone meno favorite e inattive.

• Or. 20: Migliorare la risposta alle esigenze del mercato del lavoro.

• Or. 21: Favorire al tempo stesso flessibilità e sicurezza occupazionale e ridurre la segmentazione del mercato del lavoro, tenendo debito conto del ruolo delle parti sociali.

• Or. 22: Garantire un’evoluzione del costo del lavoro e meccanismi per la determinazione dei salari favorevoli all’occupazione.

• Or. 23: Potenziare e migliorare gli investimenti in capitale umano.

• Or. 24: Adattare i sistemi di istruzione e formazione ai nuovi requisiti in termini di competenze.

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SEO e Metodo Aperto di Coordinamento (MAC)

Il coordinamento aperto è un metodo di lavoro, definito a livello comunitario, per rafforzare la cooperazione,

diffondere le buone pratiche e conseguire una maggiore convergenza verso le finalità principali dell'Unione.

New Governance - Libro Bianco sulla Governance della Commissione (2001): esprime, comunque, una preferenza per il “metodo comunitario classico”

il coordinamento per obiettivi: alternativa alla armonizzazione e al metodo comunitario classico

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Il MAC: unica alternativa di regolazione o “deriva regolativa”?

A seguito dell’allargamento dell’U.E. l’applicazione del metodo comunitario classico risulta sempre

più difficoltosa – Il MAC rappresenta una tecnica di regolazione che consente una qualche azione di coordinamento sovra nazionale laddove essa

sarebbe, altrimenti, del tutto preclusa

Ma, per gli scettici si tratta di una vera e propria “deriva regolativa”

Di fatto, la SEO e il MAC hanno prodotto, sin dall’inizio,

significativi effetti di convergenza delle politiche dell’occupazione nazionali

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PROBLEMA

gli atti adottati all’interno del MAC (ed in particolare, gli orientamenti) sono diritto

comunitario?la loro attuazione da parte dei singoli Stati costituisce attuazione del diritto comunitario?

In ogni caso, l’effetto dell’azione di indirizzo e di coordinamento esercitata dal Consiglio, su

impulso della Commissione, è quello di vincolare gli Stati ad un esercizio delle loro competenze, in

materia occupazionale, conforme alla “cornice comune” fornita dalla Comunità

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La giustiziabilità degli atti inerenti la SEO

Ѐ possibile che la CGCE eserciti un controllo di legittimità sulle misure di attuazione degli

Orientamenti approntate in ambito nazionale?

è possibile esperire ricorso per infrazione (ex artt. 226-228 TCE) nel caso di totale omissione

dell’attuazione delle linee-guida o nella ipotesi di loro difettosa implementazione?

cfr. pure l’art. 10 TCE Lettura consigliata: D. Strazzari, Tra soft e hard law: prime riflessioni in favore

della giustiziabilità degli atti emanati nell’ambito del Metodo Aperto di Coordinamento, in Barbera M. (a cura di), Nuove forme di regolazione:

il Metodo Aperto di Coordinamento delle politiche sociali, Giuffrè, 2006, p. 317

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Lettura consigliata:

Ravelli F., Il coordinamento delle politiche comunitarie per l’occupazione e i suoi strumenti, Dir.lav.merc., 2006, p. 67