Lunedì11ottobre2010 Speciale Franchising · 2010-10-12 ·...

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Tutto il settore in viaggio a Milano Investire negli scaffali All’interno E ora tocca anche al condominio Un vero affare Per tutti La fiera La tendenza Cimmino: i segreti per sfondare La novità Leggi e affiliazioni A pagina 7 Raffaele Nespoli A pagina 15 Fuani Marino Speciale Franchising A pagina 14 Mariella Accardo A Pagina 4 Paolo Cuozzo di RAFFAELE NESPOLI Meglio affidarsi ai marchi più forti, che possono garantire puntualità e un know-how consolidato nel tempo Le eccellenze Ci vogliono idee chiare sin da subito Per evitare errori di valutazione è bene farsi seguire da agenzie specializzate Lunedì 11 ottobre 2010 C INQUE REGOLE PER IL SUCCESSO A pagina 2 Anna Paola Merone I n un contesto economico che offre scenari in continua evoluzione anche il mondo della moda, e dell’abbiglia- mento in generale, ha dovuto far ri- corso negli ultimi tempi a soluzioni e idee innovative per smorzare gli effetti negativi della crisi. E la settimana della moda mila- nese, tra tante luci e qualche piccola om- bra, sembra ormai essersi adattata alle nuove dinamiche del mercato, avvicinan- dosi (non solo in senso metaforico) al cuo- re pulsante della city. Dopo anni di sfilate in Fiera, la moda torna infatti nel centro storico di Milano, fra il Parco Sempione, il Castello Sforzesco e Palazzo dei Giurecon- sulti anche con l’obiettivo di trovare nuovi modi per proporre al pubblico e rilanciare con forza le diverse eccellenze del settore. In questo scenario, non sempre di facile comprensione, sono tanti i commercianti che cercano una via più sicura per dare nuovo impulso agli affari, e i nuovi im- prenditori che puntano su una valida pos- sibilità di investimento. La soluzione? Una delle chiavi possibili, e sempre più utilizzata, è certamente quel- la del franchising, anche se non tutti han- no in partenza la giusta competenza e la consapevolezza per aprirne uno di succes- so. Ecco allora qualche semplice regola che può tornare utile a chi ha in mente di intraprendere questa strada nel campo del- l’abbigliamento. Prima di tutto, attenzione al contratto che si sottoscrive. Quello del- l’abbigliamento in franchising è un settore che offre grandi opportunità ma che può celare, ai meno esperti, qualche brutta sor- presa. Insomma, prima di lanciarsi è bene conoscere le regole del gioco, studiando at- tentamente i proprio doveri ma anche quelli della casa madre che dovrebbe fare altro rispetto alla semplice fornitura della merce. Per evitare errori di valutazione me- glio farsi seguire da legali o società specia- lizzate nella cura del retail e degli utenti. Regola numero due, al momento dell’in- contro con un rappresentante di una casa madre proponente un format franchsing di abbigliamento occorre avere una previ- sione più possibile precisa, in termini ma- tematici, dei pezzi che occorrerà vendere per ottenere dignitosi margini di guada- gno. Non meno importante è poi la loca- tion e al metratura del negozio. In que- st’ambito, l’equazione spazio e ambito merciologico è alla base del successo o del- l’insuccesso. Franchising di abbigliamen- to donna, intimo, scarpe o borse hanno re- quisiti specifici e diversi tra loro. Ancora, grande attenzione al prodotto. Chi sta per scegliere la soluzione del franchising do- vrà poter contare su un marchio forte e su un prodotto innovativo rispetto alla con- correnza, con previsioni positive di cresci- ta del mercato di appartenenza. Infine, l’aspetto pubblicitario. Per il suc- cesso della propria attività in franchising si tratta di un concetto fondamentale. Oc- corre infatti utilizzare i principali strumen- ti di comunicazione in sinergia con le cam- pagne di livello nazionale del brand, tenen- do presente che non tutti gli strumenti of- frono la stessa resa. Le strategie più utiliz- zate sono senza dubbio cinque, dalle rivi- ste di settore, che hanno solitamente costi abbastanza elevati, ai siti specialistici. An- che in questo caso il costo è elevato ma la resa è ottima. Ancora siti di annunci commmerciali, gratuiti o a basso costo, ma con una resa non quantizzabile, pubbli- cità sui motori di ricerca con un buon equi- librio tra costo e resa. Non dimenticando i tradizionali media come tv e radio. © RIPRODUZIONE RISERVATA ❜❜ ❜❜

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Tutto il settorein viaggio a Milano

Investirenegli scaffali

All’interno

E ora tocca ancheal condominio

Un vero affarePer tutti

La fiera La tendenza

Cimmino: i segretiper sfondare

La novitàLeggi e affiliazioni

A pagina 7 Raffaele Nespoli A pagina 15 Fuani Marino

Speciale Franchising

A pagina 14 Mariella AccardoA Pagina 4 Paolo Cuozzo

di RAFFAELE NESPOLI

Meglio affidarsi ai marchi più forti,che possono garantire puntualitàe un know-how consolidato nel tempo

Le eccellenze

Ci vogliono idee chiare sin da subitoPer evitare errori di valutazione è benefarsi seguire da agenzie specializzate

Lunedì 11 ottobre 2010

CINQUE REGOLE PER IL SUCCESSO

A pagina 2 Anna Paola Merone

In un contesto economico che offrescenari in continua evoluzione ancheil mondo della moda, e dell’abbiglia-mento in generale, ha dovuto far ri-

corso negli ultimi tempi a soluzioni e ideeinnovative per smorzare gli effetti negatividella crisi. E la settimana della moda mila-nese, tra tante luci e qualche piccola om-bra, sembra ormai essersi adattata allenuove dinamiche del mercato, avvicinan-dosi (non solo in senso metaforico) al cuo-re pulsante della city. Dopo anni di sfilatein Fiera, la moda torna infatti nel centrostorico di Milano, fra il Parco Sempione, ilCastello Sforzesco e Palazzo dei Giurecon-sulti anche con l’obiettivo di trovare nuovimodi per proporre al pubblico e rilanciarecon forza le diverse eccellenze del settore.In questo scenario, non sempre di facilecomprensione, sono tanti i commerciantiche cercano una via più sicura per darenuovo impulso agli affari, e i nuovi im-prenditori che puntano su una valida pos-sibilità di investimento.

La soluzione? Una delle chiavi possibili,e sempre più utilizzata, è certamente quel-

la del franchising, anche se non tutti han-no in partenza la giusta competenza e laconsapevolezza per aprirne uno di succes-so. Ecco allora qualche semplice regolache può tornare utile a chi ha in mente diintraprendere questa strada nel campo del-l’abbigliamento. Prima di tutto, attenzioneal contratto che si sottoscrive. Quello del-l’abbigliamento in franchising è un settoreche offre grandi opportunità ma che puòcelare, ai meno esperti, qualche brutta sor-presa. Insomma, prima di lanciarsi è beneconoscere le regole del gioco, studiando at-tentamente i proprio doveri ma anchequelli della casa madre che dovrebbe farealtro rispetto alla semplice fornitura dellamerce. Per evitare errori di valutazione me-glio farsi seguire da legali o società specia-lizzate nella cura del retail e degli utenti.

Regola numero due, al momento dell’in-contro con un rappresentante di una casamadre proponente un format franchsingdi abbigliamento occorre avere una previ-sione più possibile precisa, in termini ma-tematici, dei pezzi che occorrerà vendereper ottenere dignitosi margini di guada-gno. Non meno importante è poi la loca-tion e al metratura del negozio. In que-st’ambito, l’equazione spazio e ambito

merciologico è alla base del successo o del-l’insuccesso. Franchising di abbigliamen-to donna, intimo, scarpe o borse hanno re-quisiti specifici e diversi tra loro. Ancora,grande attenzione al prodotto. Chi sta perscegliere la soluzione del franchising do-vrà poter contare su un marchio forte e suun prodotto innovativo rispetto alla con-correnza, con previsioni positive di cresci-ta del mercato di appartenenza.

Infine, l’aspetto pubblicitario. Per il suc-cesso della propria attività in franchisingsi tratta di un concetto fondamentale. Oc-corre infatti utilizzare i principali strumen-ti di comunicazione in sinergia con le cam-pagne di livello nazionale del brand, tenen-do presente che non tutti gli strumenti of-frono la stessa resa. Le strategie più utiliz-zate sono senza dubbio cinque, dalle rivi-ste di settore, che hanno solitamente costiabbastanza elevati, ai siti specialistici. An-che in questo caso il costo è elevato ma laresa è ottima. Ancora siti di annuncicommmerciali, gratuiti o a basso costo,ma con una resa non quantizzabile, pubbli-cità sui motori di ricerca con un buon equi-librio tra costo e resa. Non dimenticando itradizionali media come tv e radio.

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Q uesta è la storia di un grande successo im-prenditoriale e commerciale. Anzi, di unsuccesso moltiplicato per due e «firmato»dal una sola famiglia, quella dei Cimmi-

no. Che è dietro l’affermazione internazionale deibrand Yamamay e Carpisa.

Gianluigi Cimmino è l’amministratore delega-to delle due aziende che hanno avuto una espan-sione capillare proprio attraverso una rete di ne-gozi in franchising, che sono praticamente in tut-to il mondo. E’ un manager giovane, con le ideemolto chiare e innovative. Con la capacità di sa-per prendere decisioni controcorrente e valutarein corsa progetti rivoluzionari.

Partiamo dalle boutique. Su quanti negozipossono contare i due brand a livello interna-zionale?

«Yamamay ha circa 600 punti vendita. Carpisaarriva a 550 negozi. Siamo in tutto il mondo, conuna prevalenza in Europa».

Una presenza che passa attraverso la formu-la del franchising?

«La formula della franchising è alla base del no-stro sviluppo nazionale ed internazionale. Anchese negli ultimi tempi stiamo puntando su negozidiretti nelle posizioni più importanti. A Milano alcorso Vittorio Emanuele, a Barcellona, a Londra,a Roma in via del Corso abbiamo scelto di esserepresenti con boutique molto grandi — laddovec’erano i 40 metri quadrati, siamo saliti a 150 -200 — che fanno capo direttamente all’azienda.L’evoluzione che stiamo avendo, per entrambi imarchi, è questa. Il franchising resta una base so-lida per la provincia e per i centri commerciali diprimaria importanza».

Ritiene che, dunque, questa essere ancorauna garanzia di successo?

«Lo è, certo. Ma ha tanto senso senso solo per icasi in cui l’attività sia seguita direttamente dal-l’investitore, che deve curare il suo punto vendi-ta. Non può essere considerato un investimentoper chi vuole mettere su più negozi per realizzarereddito. In questo tipo di attività occorre un im-pegno reale».

Come spiega le ottime performance raggiun-te in poco tempo dai vostri marchi?

«C’è innanzi tutto un posizionamento di mer-cato centrato in termini di rapporto prezzo quali-tà. Assolutamente giusta è poi l’immagine e la co-municazione del prodotto. Yamamay e Carpisa,pur essendo merceologie diverse, hanno un posi-zionamento nella testa del consumatore abba-stanza simile. Logicamente abbiamo una grandis-sima velocità di proposte e di offerta di prodotto:ogni settimana rinnoviamo completamente i ne-gozi proponendo nuove collezioni e questo favo-risce una visita praticamente quotidiana dellacliente».

Quali sono le caratteristiche del franchiserideale?

«Ovviamente la solidità economica per fare uninvestimento del genere. Che è poi sempre la ba-se per aprire qualunque discorso di questo tipo.Ma, come ho già detto, è importante che ci sia ladisponibilità per dedicarsi. Non ha alcun sensoinvestire prima e poi seguire il negozio in manie-ra disataccata».

Occorre anche conoscere il prodotto.«Noi offriamo una formazione a 360 gradi sul

prodotto, comprese tecniche di vendita e nuovimodi di comunicare. Formiamo con corsi fatti inazienda e permanenze in negozio: insomma si ar-riva preparati alle aperture. Chi decide di entrarea far parte della nostra rete in franchising, dun-que, può anche non venire da precedenti espe-rienze commerciali».

Ed è supportato da una serie di campagnemediatiche forti.

«Sì, è la nostra politica. Il negozio va avanti at-traverso il prodotto, attraverso una serie di cam-pagne decisamente incisive ed iniziative conti-nue. Ci sono novità che lanciamo continuamentoe che creano un continuo interesse intorno allanostra attività».

Un interesse creato anche da testimonial digrande appeal. Come è nata l’idea di Bob Sin-clar per Yamamay?

«E’ nata dalla considerazione dell’obiettivo cheintendevano perseguire. E cioé far salire la quotadi mercato dell’uomo. Fino ad ora ci siamo sem-pre molto concentrati sulla donna, ora siamopronti a scoprire e prendere un nuovo mercato. ESinclar ci è sembrato il giusto testimonial. Nellasua Love Generation è facile ritrovarsi. E per noiè stato semplice pensare a lui. Internazionale, no-tissimo fra il popolo dei giovani e sul web. Il vol-to ed il fisico giusto — peraltro assolutamentenon ritoccato al photoshop — per dare un forteimpulso all’intimo maschile sul quale abbiamoscelto di puntare con forza. Un nome di fama in-ternazionale all’altezza di Jennifer Lopez, con laquale abbiamo avuto una collaborazione moltointeressante. Resta confermato il nostro interes-se ed il nostro legame con il mondo dello sport».

Un interesse che coinvolge anche Carpisa.«Marchio con il quale abbiamo prodotto una

linea per la Federazione italiana nuoto, ma attra-verso il quale abbiamo anche scelto un testimo-nial molto differente — il danzatore Joaquin Cor-tes — che è stato protagonista di una campagnamolto insolita che metteva la robustezza del pro-dotto al centro del messaggio. Perché il segreto èsempre quello di non nascondere il prodotto die-tro un testimonial, ma di enfatizzarlo, raccontar-lo, farlo conoscere».

Anna Paola Merone© RIPRODUZIONE RISERVATA

Testimonial di grido per Yamamay e Carpisa, da Jennifer Lopez a Joaquin Cortez. E ora, «in mutande», c’è Bob Sinclar

CIMMINO: IMPEGNOTANTA VELOCITÀE COMUNICAZIONE

U n ideale red carpet. E, a sfi-lare — poco vestiti o conbagaglio al seguito — una

serie di star della musica interna-zionale, dello showbitz, dellosport.

Sono nomi molto interessantiquelli che compaiono nella campa-gne Yamamay, Carpisa, Jaked. No-mi che fammi rumore eppure nonconvenzionali. Ci sono gli sportivi— in testa Federica Pellegrini eMassimiliano Rosolino — le star in-ternazionale come Joaquin Corteslanciato in un appassionato flamen-co intorno ad un bagaglio rigido,che resiste anche alle sollecitazionidi una danza così ritmata. E ci so-no i signori del rock: Jennifer Lo-pez prima e Bob Sinclar ora.

Due volti, due fisici, due fenomi-ni planetari che hanno sceltoYamamay non solo per posare da

testimonial, ma anche per firmareproprie linee di abbigliamento inti-mo in linea con una certa filosofiadi vita, uno stile che i due racconta-no attraverso il proprio lavoro. Edecco allora seta, raso, georgette perla collezione JLo. Ammiccante,sexy, audace.

E dopo Jennifer Lopez, la «Lovegeneration» di Bob Sinclar, in que-sti giorni protagonista della campa-gna Yamamay della nuova collezio-ne uomo.

Sinclar, produttore discograficofrancese e dj famosissimo, ha pre-stato il suo volto ed il suo fisicoscolpito — lui non è un teen agerginnasticato e le foto non sono ri-toccate, dunque è davvero un beltipo — per il lancio delle collezioni2010: inverno, Natale, e basic.

L’unione Bob Sinclar-Yamamaysi consoliderà nel 2011 con una col-

lezione a lui dedicata, che prende-rà spunto dalle sue stampe, dallasua musica e dalle sue grafiche.Bob Sinclar sarà in Italia a novem-bre per il lancio della campagnapubblicitaria e per rendere ufficia-le la collaborazione con Yamamay.Il servizio fotografico è stato scatta-to a Londra da uno dei fotografipiù famosi nel mondo della musi-ca, il britannico Rankin che nellasua carriera ha fotografato tutti igrandi cantanti e musicisti dellastoria: da Michael Jackson ai Rol-ling Stones, dagli U2 a David Gil-mour dei Pink Floyd.

Fra le altre collaborazioni di ran-go, firmate Yamamay, c’è da ricor-dare un memorabile catalogo dise-gnato per Yamamay da Milo Mana-ra.

A. P. M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

TANTE STAR PER DUE GRIFFE

Bob Sinclar, nuovo testimonial di Yamamay

LE ECCELLENZE

Gianluigi Cimmino, ad di Yamamay e Carpisa, con una delle sue testimonial più celebri: Jennifer Lopez

2 Lunedì 11 Ottobre 2010 Corriere del MezzogiornoNA

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3Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Ottobre 2010

NA

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Per avere successotutto va pianificato

N ell’intraprendere una attività infranchising, sarà bene averechiare tutte le normative che di-

sciplinano e regolamentano il campodell’affiliazione commerciale in Italia,secondo la legge 129 del 6 maggio 2004.Il franchising, infatti, altro non è che ilcontratto fra due soggetti giuridici eco-nomicamente indipendenti, in base alquale una parte (detta affiliante) conce-de la disponibilità all’altra (detta affilia-ta), dietro corrispettivo economico, diun insieme di diritti di proprietà indu-striale o intellettuale relativi a marchi,denominazioni commerciali, insegne,modelli di utilità, disegni, diritti di auto-re, know-how, brevetti, assistenza oconsulenza tecnica e commerciale, inse-rendo l’affiliato in un sistema costituitoda una pluralità di affiliati distribuitisul territorio, allo scopo di commercia-lizzare beni o servizi. Di norma, nel con-tratto di affiliazione commerciale si in-tende, per know-how, un patrimoniodi conoscenze pratiche non brevettatederivanti da esperienze e da prove ese-guite dall'affiliante, patrimonio che è se-greto, sostanziale ed individuato; per se-greto, che il know-how, considerato co-me complesso di nozioni o nella precisaconfigurazione e composizione dei suoielementi, non è generalmente noto néfacilmente accessibile; per sostanziale,che il know-how comprende conoscen-ze indispensabili all’affiliato per l’uso,per la vendita, la rivendita, la gestione ol’organizzazione dei beni o servizi con-trattuali; per individuato, che ilknow-how deve essere descritto in mo-do sufficientemente esauriente, tale daconsentire di verificare se risponde aicriteri di segretezza e di sostanzialità;per diritto di ingresso, si intende una ci-fra fissa, rapportata anche al valore eco-

nomico e alla capacità di sviluppo dellarete, che l’affiliato versa al momentodella stipula del contratto di affiliazionecommerciale; le royalties sono inveceuna percentuale che l’affiliante richiedeall’affiliato commisurata al giro d’affaridel medesimo o in quota fissa, da ver-sarsi anche in quote fisse periodiche; ibeni dell’affiliante, infine, sono i beniprodotti dall’affiliante o secondo le sueistruzioni e contrassegnati dal nomedell’affiliante.

Qualora il contratto sia a tempo deter-minato, l’affiliante dovrà comunque ga-rantire all'affiliato una durata minimasufficiente all’ammortamento dell'inve-stimento e comunque non inferiore atre anni, fatta eccezione per l'ipotesi dirisoluzione anticipata in caso di inadem-pienza di una delle parti. Per motiovi direciproca trasparenza, il contratto deve

inoltre indicare espressamente l’am-montare degli investimenti e delle even-tuali spese di ingresso che l’affiliato de-ve sostenere prima dell’inizio dell’attivi-tà; le modalità di calcolo e di pagamen-to delle royalties, e l’eventuale indicazio-ne di un incasso minimo da realizzareda parte dell'affiliato; l’ambito di even-tuale esclusiva territoriale sia in relazio-ne ad altri affiliati, sia in relazione a ca-nali ed unità di vendita direttamente ge-stiti dall’affiliante; la specifica delknow-how fornito dall’affiliante all’affi-liato, le eventuali modalità di riconosci-mento dell’apporto di know-how daparte dell’affiliato; le caratteristiche deiservizi offerti dall’affiliante in terminidi assistenza tecnica e commerciale,progettazione ed allestimento, forma-zione; le condizioni di rinnovo, risolu-zione o eventuale cessione del contrat-

to stesso. Esistono poi dei reciproci ob-blighi. L’affiliato non potrà trasferire lasede, qualora sia indicata nel contratto,senza il preventivo consenso dell’affi-liante, se non per causa di forza maggio-re. Sempre l’affiliato, si impegnerà inol-tre ad osservare e a far osservare ai pro-pri collaboratori e dipendenti, anche do-po lo scioglimento del contratto, la mas-sima riservatezza in ordine al contenu-to dell’attività oggetto dell’affiliazionecommerciale. Per le controversie relati-ve ai contratti di affiliazione commercia-le, le parti possono convenire che, pri-ma di ricorrere all’arbitrato, dovrà esse-re fatto un tentativo di conciliazionepresso la camera di commercio, indu-stria, artigianato e agricoltura nel cuiterritorio ha sede l’affiliato.

Fuani Marino© RIPRODUZIONE RISERVATA

FRANCHISING, UN AFFARE

Una legge disciplina il rapporto fra affiliante e affiliato. Fra obblighi reciproci e accordi contrattuali sull’attività che s’intraprende

Mettersi in proprio e avviare unanuova attività è sempre un passoimportante e, anche se non tutto puòessere calcolato da prima, stilare unbuon business plan aiuterà certamentead evitare brutte sorprese e chiusurelampo. Al contrario, stabilire sin dasubito obiettivi chiari e ragionevolipuò essere il modo migliore peravviare con successo la propria attivitàe raggiungere in breve buoni livelli diguadagno. Ma cos’è un business plan?In stretta sintesi si tratta di unarappresentazione degli obiettivi e delmodello di business di un’attivitàd’impresa. E si usa utilizzato sia per lapianificazione e gestione aziendale cheper la comunicazione esterna. Tuttaviaperché un business plan possacondurre agli effetti sperati occorre chesegua alcuni requisiti specifici, per fareun esempio serve una descrizione delprogetto d’investimento, indicazionisul mercato, sulle caratteristiche dellaconcorrenza e su fattori critici (puntidi forza e punti di debolezza rispetto almercato). Non meno importante è poila definizione di obiettivi di vendita euna buona organizzazionecommerciale. Stilare, o nella maggiorparte dei casi farsi stilare, un businessplan è dunque un primo passoimportante ma non per questo si deveabbassare la guardia su altri aspetti.Nell’avviare una nuova attività infranchising, altrettanto importante èanche la scelta del brand al quale ci silegherà. Serve infatti un marchiosolido e conosciuto, che garantiscatutta una serie di impegni nellagestione quotidiana del business. Nonsolo la fornitura di materiali emerchandising ma, possibilmente,anche supporto di tipo gestionale eburocratico. Il resto, naturalmente,spetta alla propria creatività e voglia diemergere.

Raffaele Nespoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

ECCO TUTTE LE NORMATIVE

I consigli

LEGGI & REGOLE

F ranchising. Ovvero, sinoni-mo di modernità e di busi-ness, spesso a basso costo:Un fenomeno che in Italia

sta esplodendo con forza. Il franchi-sing, infatti, per chi avvia una nuovaimpresa, può rappresentare una me-todologia interessante, una nuova op-portunità da prendere in considera-zione con attenzione.

Il franchising, infatti — o, se lo sivuol dire in italiano affiliazione com-merciale — è una forma di collabora-zione continuativa per la distribuzio-ne di beni o servizi fra un imprendito-re (affiliante o franchisor) e uno opiù imprenditori (affiliati o franchi-see), giuridicamente ed economica-mente indipendenti uno dall'altro,che stipulano un apposito contrattoattraverso il quale: l’affiliante conce-

de all’affiliato l’utilizzazione della pro-pria formula commerciale, compren-siva del diritto di sfruttare il suoknow-how (l’insieme delle tecnichee delle conoscenze necessarie) ed ipropri segni distintivi, unitamentead altre prestazioni e forme di assi-stenza atte a consentire all’affiliato lagestione della propria attività con lamedesima immagine dell’impresa af-filiante.

L’affiliato si impegna quindi a farproprie politica commerciale e imma-gine dell’affiliante nell’interesse reci-proco delle parti medesime e del con-sumatore finale, nonché al rispettodelle condizioni contrattuali libera-mente pattuite.

Il franchising si presenta oggi sot-to tre tipi diversi: franchising di di-stribuzione, di servizi e industriale.

Il franchising di distribuzione pre-suppone che l’affiliante abbia messoa punto e sperimentato delle tecni-che e dei metodi commerciali costi-tuenti il know-how che egli trasferiràal suo affiliato. A fronte dell’uso deimarchi, dei servizi resi e dei beni for-niti l'affiliante chiede all'affiliato uncorrispettivo sotto forma di diritto dientrata e/o di canoni periodici (royal-ties).

Il franchising di servizi. E’ un siste-ma nel quale l’affiliato non vende al-cun prodotto, ma offre la prestazionedi servizi inventati, messi a punto esperimentati dall’affiliante. Il campodi attività di questo sistema è moltovario, andando dalla ristorazione (ri-storanti, pizzerie, rosticcerie, gelate-rie, bar, ecc.) alle attività turistiche edel tempo libero (alberghi, villaggi di

vacanze, agenzie di viaggi, campeggi,centri sportivi) dalla stampa e riprodu-zione rapida agli istituti di bellezza eai parrucchieri, dai servizi di consulen-za professionale agli istituti di istruzio-ne e formazione, dalla intermediazio-ne immobiliare all’autonoleggio.

Infine, il franchising industriale. Inquesto sistema i partner affiliante eaffiliato sono due imprese industria-li. Il primo concede all’altro la licenzadei brevetti di fabbricazione ed i mar-chi, gli trasmette la sua tecnologia,gli assicura un’assistenza tecnica co-stante. Il secondo, cioè l’affiliato, fab-brica e commercializza le merci pro-dotte dal proprio stabilimento appli-cando il know-how e le tecniche divendita dell’affiliante.

P. C.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Importanteè la definizionedi obiettividi venditaE una buonaorganizzazionecommerciale

Tre modelli di affiliazione:nel campo industrialenei servizi e nella distribuzione

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5Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Ottobre 2010

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Caterina BalivoSerena Autieri

Entro due mesi opening anche a Napoli, dove è pronto un nuovo store di 100 metri quadrati in via Chiaia, e ad Agrigento

L a scelta delle testimonial — Serena Au-tieri prima, Caterina Balivo oggi — rac-conta bene la storia di un marchio chevuole diventare punto di riferimento

per donne diverse fra di loro. Ma accomunatedalla voglia di piacere senza eccessi modaioli.La giovane e bruna conduttrice Rai è interpretedello stile Made in Italy del brand di abbiglia-mento che interpreta per questa nuova stagio-ne autunno-inverno e per i prossimi due anni.

Per questa stagione la proposta è quella diun total look completo — come sempre nelletaglie che vanno dalla 42 alle 54 — con capi edaccessori pensati per dar vita ad un guardarobamoderno e pratico, ma sobrio. Misurata è, infat-ti, la palette cromatica che usa le nuances di ne-ro, grigio, fango, testa di moro, amaranto ecashà illuminate con le tonalità di bianco, bei-ge e rosso per i tessuti di stagione: cotoni, lanecotte, jersey, tessuti tecnici, pellicce di mongo-lia, lapin, volpe argentati e murmasky. Stilebon-ton per gli abitini dal taglio sagomato daindossare con i cappotti classici con inserti inpelliccia, proposti anche per la maglieria in la-na, eleganza informale per le stampe jacquard efantasie floreali per la linea da cerimonia. E, in-fine, jeans stone-washed, piumini lucidi, detta-gli metallici ed in stile military e folk. E, per fini-re, una nuova collezione di gioielli ed orologi.

Cannella svolge al suo interno l’intera fase diprogettazione e modellistica, mentre la produ-zione è affidata all’80 per cento a terzisti e per il20 per cento ad aziende che collaborano inesclusiva con il brand. Il modello di business dicui si avvale l’azienda è un semi-programmato.Questa scelta consentedi impiegare dai 3 ai 6mesi per l’intera fase creativa e produttiva peril Programmato e 30/40 giorni per il Pronto.

Lusinghieri i successi ottenuti dal brand. At-tualmente l’azienda conta 98 dipendenti ed unfatturato che si è attestato sui 19.000.000,00 dieuro nell’ultimo anno e che ha fatto registrareun incremento del 48,7 per cento nel periododal 2003 al 2009. Con una rete distributiva capil-

lare e diversificata, Cannella è presente sia inItalia che all'estero con punti vendita monomar-ca diretti ed in franchising e presso rivenditoriautorizzati sia monomarca che multibrand. Adoggi, Cannella conta 18 punti vendita diretti,46 franchising, 200 rivenditori autorizzati ed800 rivenditori multibrand. Una rete in conti-nua crescita, che per il 2011 si avvarrà di altre10 nuove aperture, tra cui Napoli e Agrigento.Oltre i confini italiani, invece, il brand è presen-te in numerosi paesi esteri tra cui Giappone,Grecia, Tunisia, Portogallo, Spagna, Belgio, Re-pubblica Ceca, Irlanda, Malta e Canada.

Il franchising rappresenta una formula vin-cente di business grazie alla grande attenzioneed alla consulenza che l’azienda dedica costan-temente ai suoi partner in tutte le fasi, quindiprima, durante e dopo l’apertura del punto ven-dita. Inoltre, l’affiliato può avvalersi di tutti ivantaggi connessi al brand. Il contratto in fran-chising prevede un bacino di utenza in esclusi-va ed uno studio preliminare di fattibilità edanalisi di mercato condotto da personale quali-ficato.

L’azienda dispone di una struttura completa-mente dedicata alla gestione della sua rete infranchising, che assicura il costante monitorag-gio del punto vendita e l’assistenza continua. Asupporto dell’affiliato Cannella mette a disposi-zione uno stage formativo, la progettazione gra-tuita del punto vendita, un software di gestio-ne che permette il costante e semplice collega-mento degli store con la sede centrale e la con-sulenza periodica di personale qualificato per ilvisual merchandising per curare al meglio l’im-magine globale del punto vendita e la vetrinisti-ca.

Infine, la formula di affiliazione prevede ri-fornimenti continui senza obblighi di budget,pertanto è assicurata un’altissima rotazione dimagazzino che consente di raggiungere elevativolumi di affari con una bassissima giacenza equindi scarso rischio di invenduto.

A. P. M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PIACERE DI PIACERE

La conduttrice televisiva e giornalista Caterina Balivoè la più recente testimonial su cui Cannella ha investitoNapoletana come l’Autieri, Caterina incarna nella pubblicitàun tipo di donna semplice ma anche sofisticata

La qualità (e la quantità) dell’offerta è uno dei tratti distintivi dei negozi Cannella

A BEIRUT E TUNISI LE PROSSIME APERTURE

Serena Autieri, attrice e cantante, è stata la penultimatestiomonial di Cannella. Nelle immagini della campagnapubblicitaria, spesso indossava abiti di un vago stile etnico,nei quali si trovava perfettamente a suo agio

Cannella, un successo ormai mondialeNegozi in Giappone, Grecia, Portogallo,Spagna, Belgio, Irlanda e Canada

Q uattro nuove aperture entro fi-ne 2010 tra Italia, Libano e Tu-nisia per il brand di abbiglia-

mento femminile Cannella. Espan-sione retail per l’azienda che per ilbiennio 2010-2011 ha varato un pia-no di sviluppo che porterà ad incre-mentare la sua presenza sia sul ter-ritorio nazionale, con particolare at-tenzione all'area settentrionale, chesu quello estero con nuove vetrine.

L’rganizzazione Grimaldi -l’azienda italiana cui fa capo ilbrand che ha fatto registrare un in-cremento del 48,7% nel periodo dal2003 al 2009 con un fatturato di 19milioni - conferma anche per leprossime aperture la formula vin-cente che vede il retail Cannella svi-lupparsi a livello internazionalecon una rete distributiva capillare ediversificata, attraverso punti ven-dita monomarca diretti ed in fran-chising e presso rivenditori autoriz-zati sia monomarca che multi-brand.

Ad oggi, il brand conta 18 puntivendita diretti, 46 franchising, 200rivenditori autorizzati ed 800 riven-ditori multibrand: una realtà conso-lidata e forte che si avvale di un pro-dotto interamente made in Italy po-sizionato in una fascia di mercatomedio alta, con un elevato stan-dard qualitativo, prezzi competitivied un’immagine femminile e ricer-cata.

Le prime opening del piano diespansione avranno luogo già neiprossimi due mesi, con le nuove ve-trine italiane di imminente apertu-

ra a Napoli - dove Cannella si prepa-ra ad inaugurare nel cuore della cit-tà, in via Chiaia uno store di 100metri quadrati - e ad Agrigento,con 70 metri quadrati in via Etnea.

Oltre i confini nazionali, invece,il brand - già presente in numerosipaesi esteri e si appresta a rafforza-re la propria presenza in Libano edin Tunisia, dove il suo stile è già co-nosciuto e molto apprezzato dalledonne che cercano collezioni madein Italy.

In particolare, in Libano, che ve-de il brand già presente con duepunti vendita, Cannella aprirà unnuovo store di 120 metri quadratinella città di Beirut in Verdun, men-tre in Tunisia inaugurerà nella capi-tale Tunisi uno spazio di 80 metriquadrati in Rue Ahmed Tlili El Men-zehu. A seguire, le quattro apertureestere previste nel 2011, che an-dranno ad incrementare del 10 percento il fronte export dell’azienda.

Le nuove aperture, fedeli al con-

cept essenziale dei punti venditadel brand, presenteranno al pubbli-co sia le collezioni di abbigliamen-to sia la nuovissima linea di acces-sori che propone gioielli ed orologiper completare il look della donnaCannella, entrambe interpretatecon dalla conduttrice italiana Cate-rina Balivo, testimonial del brandper questa stagione, con una opzio-ne per i prossimi due anni.

A. P. M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

MODA MADE IN NAPLES

La galleria di un grande store di Cannella

6 Lunedì 11 Ottobre 2010 Corriere del MezzogiornoNA

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IL FRANCHISINGFA TAPPA A MILANO

Si puntasu qualitàe formazione

Uno studio americano traccia limiti e potenzialità delle catene commerciali. A differenza dei piccoli privati non creano il senso di comunità

Quattro giorni per vivereal meglio una delle fierepiù importanti del settore

Elogio dei piccoli esercizi

GRANDI MARCHI, QUEL FASCINO DISCRETO

Q uattro giorni per vivere al me-glio una delle più importantirassegne dedicate al mondodel Franchising. Dal 15 al 18

ottobre prende vita a Milano «Fran-chising & Trade» che festeggia que-st’anno i suoi 25 anni con l’obiettivodichiarato di coinvolgere una fettapiù ampia di pubblico e dare nuovoimpulso ad un mercato che ha già di-mostrato di saper reagire positiva-mente alla crisi. Tanto per fare qual-che numero, il 2009 si era chiusocon un giro d’affari di circa 22 miliar-di (in crescita dell’1,7 per cento), incontrotendenza con l’andamentoeconomico generale, e una crescitadi brand italiani nell’anno appenaconcluso. «Vogliamo essere vicini achi fa business— spiega Marco Serio-li, direttore esecutivo di Rassegne, lasocietà del gruppo Fiera Milano cheorganizza l’evento in collaborazionecon Rds Consulting — . La crisi si su-pera creando legami sempre piùstretti tra i vari operatori della filierae offrendo opportunità di businessadatte a tutte le esigenze».

Per questo motivo «Franchising &Trade» offre l’opportunità di entrarein contatto con le realtà più afferma-te sul mercato, con l’obiettivo di ac-crescere il proprio business o aprireuna nuova attività d’impresa. Il tut-to con il vantaggio di minimizzare icosti per l’avvio dell’attività e conta-re sull’esperienza commerciale e ilknow-how della casa madre, propo-nendo al pubblico marchi noti e con-solidati. Veramente tante le aziendeche hanno già annunciato la loro par-tecipazione all’evento fieristico, atti-ve in settori che vanno dall’abbiglia-mento al food, ai prodotti per la casae la bellezza. E ancora, articoli per

l’infanzia, servizi, tecnologia e comu-nicazione sino ad arrivare alla consu-lenza e finanza. Il tutto con il precisoscopo di potenziare le relazioni com-merciali, e anche per questo l’orga-nizzazione ha messo a punto «Opera-zione recruiting franchesee», cheparte dalla ricerca di potenziali fran-chesee in collaborazione con Mrco-munication (azienda specializzatanel settore), per poi selezionare le fi-gure idonee con le quali organizzareun calendario di appuntamenti in fie-ra, che avverranno in un’area dedica-ta. Inoltre sarà garantita anche la pre-senza di investitori esteri, presenzache permetterà agli espositori di svi-luppare più rapidamente il loro busi-ness anche a livello internazionale.

Al Salone saranno presenti investi-tori esteri provenienti da Asia, Emi-rati, Brasile, Bulgaria, Croazia, Polo-nia e Slovenia. Selezionati secondoprecise profilazioni, gli operatori in-vitati avranno agende di appunta-menti mirati e pre-stabiliti con leaziende presenti in fiera. Una salaspecifica sarà a disposizione degliespositori per gli incontri con glioperatori italiani e esteri al fine dipoter usufruire di un’area comoda e

accessoriata dove poter discutere dibusiness in tutta tranquillità. E perfacilitare il business tra espositori evisitatori, oltre a questi strumentiF&T mette anche quest’anno a dispo-sizione il Matching Program. Si trat-ta in sostanza di una piattaformaon- l ine access ib i le da l s i towww.franchising.fieramilano.it, incui gli espositori possono inserire of-ferte e parametri relativi alla ricercadi franchisee, e i potenziali affiliatipossono comunicare le loro richie-ste, quali la tipologia di attività cheinteressa, l'investimento che si in-tende realizzare, e l’area geograficain cui si vuole operare. L’incrociodei dati è finalizzato a creare una co-municazione diretta fra le due partie un’agenda di appuntamenti miratiin fiera.

Insomma, l’obiettivo di «Franchi-sing & Trade 2010» è proseguire coni risultati positivi registrati nell’edi-zione 2009, che si è chiusa con 170espositori su una superficie netta di6.300 metri quadrati e 12mila visita-tori qualificati, in crescita del 12 percento rispetto all’anno precedente.

Raffaele Nespoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’attenta analisi dell’urbanistaStacy Mitchell è un elogio dei piccoliesercizi indipendenti in grado dirafforzare la comunità, attraverso il lorocontributo alla vita civica e culturale

La manifestazione«Franchising & Trade» haraccolto nelle scorseedizioni un numerocrescente di visitatori,sino a stabilire un vero eproprio record dipresenze, a testimoniarel’interesse crescente per ilbusiness improntato allapartnership distributiva.La tradizione di«Franchising & Trade» èoramai ventennale e sifonda su una offertaarticolata nei settoridell’abbigliamento, degliarticoli per la casa, deigeneri alimentari, delcommercio specializzato.Ma anche delladistribuzione, dei media,dell’ospitalità e deiservizi. Spazio ancheall’offerta formativa,attraverso seminariprofessionali.

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La formula

I l dibattito sulle grandi catene di distri-buzione è spesso presentato come unalotta fra i nostri cuori e i nostri portafo-

gli. Possiamo piangere la perdita del dro-ghiere dell’angolo, un’istituzione del quar-tiere per tre generazioni, o la libreria indi-pendente della zona, ma alla fin fine credia-mo che, come consumatori, stiamo me-glio senza. Tendiamo a ritenere scontatoquanto detto dalle grandi catene, ovveroche ci portano prezzi più bassi e una piùampia varietà. Ma nel lungo termine il con-sumatore è meglio servito quando sono inmolti a competere sul mercato. Le grandicorporations del commercio, così, in Ame-rica sono ribattezzate come «category kil-lers». Il nome ha un suo senso. Questo ti-po di commercio non ha intenzione dicompetere con i negozi locali: mira ad esse-re la sola offerta in città.

Normalmente, una grande catena entranel mercato locale esibendo grossi sconti emolte catene utilizzano prodotti in perditaper attirare clienti. Questo scatena una bat-taglia che i commercianti locali non posso-no vincere dal momenti che se non si ade-guano ai prezzi delle grandi compagnie ri-schiano di perdere clienti mentre se vi siadeguano, perdono denaro su ogni vendi-ta. Se una grande compagnia può permet-tersi di gestire un nuovo punto vendita inperdita per un tempo indeterminato, è so-lo questione di tempo prima che un eserci-zio locale sia costretto a chiudere. Una vol-ta eliminato il concorrente locale la grandecatena tende ad alzare i prezzi. Uno studioamericano dell’urbanista Stacy Mitchell te-stimonia come i prezzi salgono nei merca-ti dove nel commercio ci sono pochi con-correnti. Sempre secondo quest’analisi, iconsumatori dovrebbero stare particolar-mente in guardia riguardo alle dichiarazio-ni delle grandi compagnie. I commerciantiindipendenti di solito sono i primi e mette-re in vendita i prodotti delle imprese piùpiccole. Al contrario, le grandi catene rifiu-tano di avere rapporti commerciali con leaziende piccole e medie. Preferiscono ave-

re a che fare solo con grossi produttori. Ilrisultato è che i piccoli produttori — an-che quelli che fanno prodotti innovativi,pubblicano grandi libri, o distribuisconofilm d’avanguardia — stanno vivendo tem-pi di crescenti difficoltà a raggiungere iconsumatori. Da un punto di vista econo-mico, ci sono molti argomenti per sostene-re che le grandi compagnie non siano lacosa migliore. Ma forse, più significativi diqualunque considerazione economica, so-no i benefici qualitativi della proprietà lo-cale. Gli esercizi a gestione locale infatti,rendono forti le comunità. Forniscono labase per la rete di relazioni e fiducia che laricercatrice Jane Jacobs riteneva tanto es-senziale per una sana vita di quartiere. Cisono molti motivi, per questo. Il primo èche i negozi indipendenti tendono a loca-lizzarsi in distretti commerciali a dimen-

sione umana, orientati alla mobilità pedo-nale, tutto l’opposto dell’esperienza di vuo-to e isolamento del parcheggio di una gran-de catena. La seconda ragione è che i nego-zi locali creano un senso del luogo e dellaidentità comunitaria, riflettono la culturalocale, danno al quartiere quell’atmosferaparticolare, sono spesso fonte di orgogliocollettivo e attraggono visitatori. Al contra-rio, le grandi catene sfrondano la comuni-tà delle sua caratteristiche individuali e illoro arrivo può in alcuni casi comportarela distruzione di importanti caratteristichelocali. Il terzo modo in cui gli esercizi indi-pendenti rafforzano la comunità, è attra-verso il loro contributo alla vita civica eculturale.

I commercianti locali sono qualcosa dipiù che fornitori di beni e servizi. Spessoassumono un ruolo guida nelle cose della

comunità: molti presiedono organizzazio-ni di quartiere, ospitano eventi culturali,organizzano festival locali. Secondo laSmall Business Administration, i piccolinegozi danno più denaro alle organizzazio-ni caritatevoli, di quanto non facciano i lo-ro concorrenti più grandi. Visto che vivo-no nei luoghi dove fanno affari, i negozian-ti locali tendo ad essere molto più impe-gnati nel benessere della comunità, e nellasua stabilità a lungo termine, di quantonon facciano le distanti corporations. Que-sto impegno di manifesta in vari modi. ASt. Paul, Minnesota, per esempio, la localecooperativa di consumo ha recentementeaperto un nuovo negozio in un quartiere abasso reddito, su una proprietà che era sta-ta inutilizzata per anni. Come accade inmolti progetti edilizi, la cooperativa ha in-contrato costi più alti di quanto non ci sifosse aspettati. Infine, il passaggio dallaproprietà locale ad una lontana e assentesignifica che le decisioni d’impresa non so-no più prese sul posto, da membri della co-munità. Chi decide se chiudere o no un ne-gozio in difficoltà in un quartiere in crisi,mettere in vetrina un libro discusso, ven-dere prodotti delle campagne locali, paga-re un contributo perpetuo, o versare fondia un’associazione di beneficenza? Nel casodelle grandi catene, queste decisioni ven-gono prese in lontane stanze riunioni, do-ve i valori della comunità locale hanno po-co o nessun peso. La perdita di un sistemadecisionale locale, e il crescente potere diun piccolo numero di grandi compagnie,ha implicazioni democratiche. Nel 1952 ilsenatore Hubert Humphrey si chiedeva:«Vogliamo un’America dove il mercatoeconomico sia occupato da pochi Franken-stein e giganti? O vogliamo un’America do-ve ci siano migliaia e migliaia di piccoli im-prenditori, uomini d’affari indipendenti epiccoli proprietari immobiliari, che posso-no girare a testa alta e parlare al Governo oa chiunque altro?». Il quesito è ancora aper-to.

Fuani Marino© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN GIRO PER L’ITALIA

All’interno di un centro commerciale

«Franchising & Trade» alla Fiera di Milano

7Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Ottobre 2010

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La campagna

Il brand prevede un’organica integrazione tra aziende di diverso livello distributivo, unicamente indirizzate e operativamente coordinate

Geometrie degli interni curatissime per un’offerta che mette a proprio agio il pubblico

Il brand ha unanuova campagnadi comunicazioneautunno-invernocon soggettiinediti e unastrategiaarticolata.Si tratta di unacampagnaoutdoor, stampa,circuiticinematografici,web site,promozioniin-store,materiale Pope una campagnadi telepromozionisulle reti televisivenazionali.

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S barca il monomarca Kocca nelpanorama del fashion italiano. Ilprocesso di consolidamento e ri-

posizionamento del marchio di puntadel gruppo Germani ha condottol’azienda verso la pianificazione di unformat solido per l’apertura di negozimonomarca sull’intero territorio ita-liano.

Un’organica integrazione contrat-tuale tra aziende di diverso livello di-stributivo e funzionalmente comple-mentari, unicamente indirizzate e ope-rativamente coordinate. Pur costituen-do due entità autonome, l’affiliante el’affiliato finiscono, infatti, per costrui-re un’unica realtà funzionale di tipoaziendale. L’attività di franchising sibasa su di un rapporto di fiducia reci-proca in cui l’affiliante è in grado difornire le basi strutturali e funzionali,procedure gestionali uniformate e tec-niche di controllo sofisticate con gran-de spirito imprenditoriale.

Punto di partenza, la nuova colle-zione autunno-inverno che proponequattro stili accattivanti: glam rock,romantic e grunge, il tutto in chiaveestremamente femminile per unadonna che interpreta con personalitàle nuove tendenze. Qualità e garanziamade in Italy per un look disinvolto eoriginale. A definire il piano di svilup-po monomarca è la Outstore srl, socie-tà del gruppo Germani, titolare delmarchio Kocca, che garantirà albrand un posizionamento nei miglio-ri centri commerciali, factory outlet enelle principali città italiane, monito-rando obiettivi e risultati e operandosulla sinergia tra prodotto e location.«Il progetto si svilupperà in diverse fa-si - spiega Claudio Miranda, ceo diOutstore - per assicurare al marchio

una crescita bilanciata. Ritengo moltostimolante il progetto Kocca retailche è una delle nuove strategie per ilgiusto posizionamento del marchio».

A sostegno della nuova politica re-tail un piano pubblicitario strategicoe aggressivo. La massiccia presenzadel brand sulle principali testate disettore ed un’aggressiva campagnad’affissione sono volti a garantire unsell out solido ed in continua evolu-zione. Non a caso c’è già una nuovapromozione. «In un momento così de-licato del mercato - sottolinea ArturoDe Luca, responsabile marketing del

gruppo Germani - vogliamo concreta-mente contribuire allo sviluppo deinostri punti vendita, dando un forte echiaro messaggio di ottimismo; l’inve-stimento che ci accingiamo a fare con-tribuirà al sell-out dei nostri clienti,aiutandoli a vendere meglio». Edito-ria, pubblicità esterna e marketing vi-rale, strategicamente utilizzati, perconfermare la leadership di mercatodel brand Kocca nelle top ten di acqui-sto nazionali. Partner della pianifica-zione sono, dunque, Mondadori, Con-dè Naste, Rcs per pubblicità cartaceaed in rete, mentre per l’imponente

campagna outdoor, l’intera pianifica-zione è stata affidata alla società Clearchannel su tutto il territorio naziona-le. L’advertising realizzato e pianifica-to dall’agenzia Medias (la produzioneè affidata interamente alla filiale spa-gnola) porta la firma creativa di LuigiCriscuolo e le immagini della fotogra-fa Roberta Pagano. Un format estre-mamente pulito ed internazionale,con l’utilizzo della top model DewinDrigen, in un suggestivo deserto di sa-le del sud Africa.

Ma. Acc.© RIPRODUZIONE RISERVATA

KOCCA, L’ELEGANZA DELL’OTTIMISMO

DAL PASSATO AL PRESENTE

Dalle prime maglie per i marinaisino al debutto del total look,sempre a prezzi competitivi

L inee d’abbigliamento dallo sti-le casual e sportivo per uomo,donna e bambino. È questo ilcore business di Original Mari-

nes, brand che oggi è presente sul terri-torio con ben 489 punti vendita in fran-chising, 65 tra punti vendita diretti eCartoon Village ma anche nel resto d’Eu-ropa, in Asia, Africa e America del sudcon 77 negozi.

Un gruppo ormai storico, che in Italiaconta oltre 500 addetti, ed è compostoda tre società: la Imap Export, proprieta-ria del marchio Original Marines, che ge-stisce la rete in franchising, la Trader,che gestisce i punti vendita diretti e laCommerciale Campana, che produce ecommercializza calzature. Quanto allestrategie di sviluppo che hanno permes-so a Original Marines di mantenere ne-gli anni un notevole vantaggio competi-tivo rispetto ai concorrenti, sono dasempre focalizzate sulla continua ricer-ca e sulla costante innovazione di tessu-ti, design dei modelli, temi delle colle-zioni, così da realizzare prodotti di quali-tà, con una particolare attenzione aiprezzi, che risultano sempre estrema-mente competitivi.

Altro fattore di successo è poi quellodella priorità che viene data allo svilup-po dei punti vendita e alla formazionedei franchisee, con l’obiettivo di garanti-re servizi di qualità, accrescendo il sen-so di appartenenza al mondo Original

Marines e la condivisione ai valori delgruppo. Il tutto all’insegna di una storiainiziata circa trent’anni fa, agli inizi de-gli anni ’80, grazie a cinque imprendito-ri campani che allora decisero di dar vi-ta ad un’azienda specializzata nella pro-duzione e nella vendita di abbigliamen-to casual e sportivo a prezzi estrema-mente competitivi.

Nella prima fase Original Marines pro-pose semplici t-shirt bianche (25 milio-ni di pezzi venduti in pochi anni), le«magliette originali indossate dai mari-nes», da cui il gruppo ha preso il nome,alle quali si è poi affiancata nel tempouna linea completa di abbigliamento.

Dopo 10 anni di attività di vendita al-l’ingrosso i soci fondatori decisero poidi scommettere sulla vendita al detta-glio; nel 1993 la nascita del primo nego-zio monomarca Original Marines. Dal1994 i punti vendita, sviluppati dal-l’azienda attraverso un processo di affi-liazione, passarono da una decina a cir-ca cento nell’arco di quattro anni. Nel2004 la rete di negozi in franchising sispinse sino a 350 unità, alle quali si ag-giunsero i 50 punti vendita diretti Carto-on Village, e i 28 sparsi in Europa, Asia,Africa e America del Sud. Nel 2005l’apertura di una società in Libano cheattualmente gestisce direttamente i 20negozi della zona, 1 negli Emirati ArabiUniti, i 3 del Marocco e 1 in Sud Africa.Per quanto riguarda l’affiliazione, il

gruppo concede in uso gratuito e tempo-raneo i marchi Original Marines e Fami-ly Store. Il contratto prevede una durataminima di 5 anni, l’informatizzazionedel punto vendita, la copertura assicura-tiva, la possibilità di acquistare la quan-tità di capi che si stima di poter vende-re, senza minimi prefissati. Non sonopreviste Royalties sul fatturato, c’è inve-ce la possibilità di accedere al program-ma di finanziamento di «Sviluppo Ita-lia». In più i franchisee vengono costan-temente seguiti da consulenti esperti, fi-gure il cui obiettivo principale è quellodi essere il punto di contatto tra negozie azienda. Per questo negli ultimi tre an-ni Original Marines ha registrato un tas-so di crescita medio annuo del 9 per cen-to, a fronte di un mercato complessiva-mente stabile, generando direttamentee indirettamente oltre 1500 posti di lavo-ro solo in Italia. Il 2009 si è chiuso conun fatturato pari a 172 milioni di euro,in crescita del 8,6 per cento rispetto al2008, ed è stato caratterizzato da unaforte crescita del segmento baby.

Anche i punti vendita continuano acrescere, infatti il piano d’espansioneprevede nel 2010 l’apertura di altri 33negozi tra diretti e franchising in Italiache andranno ad aggiungersi ai puntivendita attualmente esistenti e 10 al-l’estero.

Raffaele Nespoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

UN TRENTENNIODI ORIGINAL MARINES

L’esterno di uno store Kocca

Sopra, uno store Original Marines. Sotto, un immagine pubblicitaria

10 Lunedì 11 Ottobre 2010 Corriere del MezzogiornoNA

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CAMOMILLA, UN VERO MUST

L’ideaIl progetto si avvale della formula vincentedel conto vendita, che elimina il problemadelle giacenze, abbinato a punti venditamonomarca, altamente identificativi

FEMMINILITÀ

L a parabola felice del marchioCamomilla Italia è sicuramen-te legata alla nascita della pro-posta franchising, che si è af-

fiancata a quella di moda nel 1997,consentendo una distribuzione seletti-va della distribuzione nel panoramanazionale. Il progetto si avvale dellaformula vincente del conto vendita,che elimina il problema delle giacen-ze, abbinato a punti vendita mono-marca, altamente identificativi. Camo-milla Italia offre ai propri affiliati, ol-tre il diretto utilizzo del marchio, unacostante assistenza sia in fase di startup - con la valutazione della locatione della profittabilità dell’investimento- sia nella fase successiva all’apertura.

Ad oggi il brand può contare su unposizionamento ottimale che riesce a

soddisfare un’ampia fetta di mercato.Ma l’obiettivo di Camomilla, lineaprincipale e storica della CompagniaManifatture Tessili è quello di cresce-re ancora di più per raggiungere unlivello sempre più competitivo e alpasso con i tempi e le generazioni. Sa-per far squadra è una delle condizionifondamentali per essere vincenti incasa Camomilla. È per questo chel’azienda chiede ai suoi partner moti-vazione, entusiasmo e spirito di colla-borazione; e per una sempre maggio-re trasparenza nei confronti dell’affi-liato, quest’ultima, è entrata nel 2009a far parte dell’associazione di catego-ria Assofranchising. La concezione distore, esclusivamente monomarca,rappresenta uno strumento di imme-diata riconoscibilità del marchio e un

veicolo di comunicazione indispensa-bile nel relazionarsi con il pubblico.All’interno di ogni negozio, lo spaziodi vendita viene seguito da esperti vi-sual merchandiser per dare ampia vi-sibilità al prodotto, sia di abbiglia-mento che accessorio: l’obiettivo èquello di consentire alla cliente di vi-sionare facilmente tutta l’offertaaziendale. Ogni elemento del puntovendita è studiato per essere espres-

sione dello stile Camomilla Italia:un’attenzione speciale è data agli arre-di, progettati secondo criteri di fun-zionalità e con grande cura dei parti-colari.

Il risultato è un punto vendita acco-gliente e confortevole, nel quale lacliente può muoversi a proprio agio.Le collezioni si rivolgono a donne ve-re, dinamiche e con una spiccata per-sonalità e femminilità. È sulle loro esi-genze che il marchio modella buonaparte della sua produzione, median-do tra carriera e tempo libero. Un te-am di giovani talenti e designer, atten-ti alle tendenze e sempre alla ricercadi concept innovativi, lavora costante-mente per la realizzazione di un vastoassortimento di articoli, che possasoddisfare molteplici esigenze. Una li-

nea da sempre contraddistinta daun’accurato e continuo searching deimodelli e mood più attuali, che crea-no una silhouette classica.

Protagonista delle collezioni è il ca-pospalla, vero must in casa Camomil-la Italia, presentato sempre in chiaveinedita, preziosa e sartoriale. Lo af-fiancano il tailleur, la maglieria e icomplementi, che giocano un ruolo ri-levante impreziosendo i capi. Una pro-posta aziendale chiaramente identifi-cabile, che si basa su alti criteri qualiqualità, prezzo interessante, articolialtamente competitivi, packaging cu-rato; fattori che hanno determinatodi certo il successo del brand negli ul-timi anni.

Mariella Accardo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il marchio modellabuona parte della sua produzionesulle esigenze del pubblico

11Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Ottobre 2010

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EXTYN ORA È TOTAL LOOK

Ecco una piccola guida on-line per aprire il proprio franchising nel mondo delle profumerie evitando i problemi più comuni

Le potenzialità

LA TUA «IDEABELLEZZA»

Già dal secondo anno di attivitàun punto vendita di medie dimensioni(100 metri quadrati circa)può incassare 500 mila euro

FASCINO

V oglia di mettersi in affari con uno deipiù grandi marchi di profumerie in Ita-lia? Niente paura, ecco la guida on line

di IdeaBellezza per aprire il proprio negozio infranchising.

IL CONTRATTO Dal punto di vista contrat-tuale IdeaBellezza non prevede una fee di in-gresso nè alcuna royalty a favore dell’azienda,non richiede cioè all’affiliato alcuna percentua-le sul venduto da versare all'azienda madre.IdeaBellezza offre una formula sicura nel rispet-to delle norme di legge in materia.

PUNTO VENDITA L’idea è quella di esaltareil valore della partnership. Il gruppo pone alcentro della strategia aziendale lo sviluppo del-l’affiliato. In sede viene sviluppato lo studio difattibilità, le analisi di mercato, la progettazio-ne totale del punto vendita. Aiuta a selezionaresolo negozi in posizione centralissima, pedona-le o ad alto traffico, inseriti in comuni di alme-no 20.000 abitanti. Inoltre controlla con cura ladistribuzione dei punti vendita sul territorio inmodo da evitare casi di spiacevole concorrenzae falicitare la veloce lievitazione del fatturato.

L’INVESTIMENTO Per aprire un negozio èsufficiente un solo piccolo investimento in fun-zione alla dimensione del negozio scelto. Idea-Bellezza è in grado di studiare formule persona-lizzate per agevolare con ogni franchisee l'atti-vazione dell’investimento. Un investimentoche nel breve tempo si trasforma in affare se sipensa che già dal secondo anno un punto ven-dita di medie dimensioni (100 metri quadrati)può incassare 500.000 euro.

LA FORMAZIONE La società garantisce laformazione teorico-pratica necessaria per apri-re ed avviare il punto vendita. Un programmache prevede un periodo di tirocinio da svolge-re nella profumeria IdeaBellezza più vicina, se-

guono un corso mensile dedicato all’analisi deidati e alle attività di trade marketing svolteogni mese oltre a due corsi al mese dove appro-fondire le tematiche relative alla gamma degliarticoli dell’area make up e cosmetica selettiva.Periodicamente IdeaBellezza organizza inoltremeeting di aggiornamento professionale chesi svolgono all’estero nei quali è possibile unuteriore confronto con l'azienda e con gli altrifranchisee.

ATTIVITA’ DI SUPPORTO Con il suo staff diprofessionisti, IdeaBellezza accompagna l’im-

prenditore passo passo nel periodo che prece-de l’apertura del negozio, fornendo l’aiuto ne-cessario per la progettazione e per l’allestimen-to, oltre ad un pacchetto di iniziative mirate asuscitare interesse verso la profumeria (adesempo volantini, pubblicità radio, masterbus, buoni omaggio ecc.). Ma anche dopol’apertura, consulenti di zona IdeaBellezza sa-ranno presenti settimanalmente nel negozioper confrontarsi con i titolari , sempre pronti asupportarli in ogni evenienza.

LA COMUNICAZIONE Oltre a fornire mate-riale fotografico, oggettistica per la vetrina, ca-taloghi, poster, ed altro materiale di supportoalla profumeria, IdeaBellezza provvede allo stu-dio e alla realizzazione di campagne pubblicita-rie a livello nazionale, per cui gli affiliati posso-no concentrarsi sulla vendita, lasciando al-l’azienda le questioni relative al marketing.

Raffaele Nespoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

T ra le realtà più dinamiche nelpanorama dell’abbigliamen-to donna, Extyn Italia si rive-la un gruppo imprenditoriale

fiero della propria storicità, forte diun bagaglio acquisito con l’esperienzamaturata nel segmento fashion fem-minile, affascinante e di successoquanto le donne a cui si rivolge il mar-chio. Extyn presidia direttamente tut-te le aree della filiera moda: progetta-zione, produzione, commercializzazio-ne e distribuzione sono i punti cardi-ne della catena che hanno reso ilbrand un punto di forza del gruppoAmbrosio Retail.

Stretto controllo del ciclo produtti-vo, forti investimenti in tecnologia, lo-gistica dedicata ai punti vendita e unmodello di gestione delle risorse uma-ne teso a mantenere rapporti di lungo

periodo con gli affiliati; tutto ciò haconsentito all’azienda di costruire unsolido e duraturo percorso di crescita.Oggi, l’obiettivo di Extyn è di rafforza-re sempre più il successo del gruppo acui appartiene nel campo della modae dell’abbigliamento femminile, co-struendo una relazione forte, maturaed emozionale con le sue clienti, ami-che e prime portavoce.

In particolare, quest’anno, il brandha lanciato in esclusiva una nuova li-nea di accessori e calzature, amplian-do la gamma di offerta total look. Lamissione è quella di sviluppare una se-lezionata e qualificata rete distributi-va attraverso l’espansione nazionaleed internazionale del marchio, me-diante il consolidamento e l’espansio-ne di un solido network di imprendi-tori affiliati, sia in Italia che all’estero.

Aprire un negozio franchising èun’opportunità alla portata di tutti;per tutelare l’imprenditore affinchèl’investimento sia di sicuro successovi sono dei requisiti che il punto ven-dita deve rispettare. Principalmentel’ubicazione del negozio deve esserenelle vie centrali delle città o nei cen-tri commerciali e lo store deve essereesteso almeno per una superficie di ot-tanta metri quadrati con un depositoannesso. Con un contratto per la dura-ta di cinque anni, Extyn garantiscel’invio di capi nuovi e il riassortimen-to di quelli più venduti tutte le setti-mane in conto vendita. Inoltre l’azien-da supporta i franchisee e la propriarete sul mercato attraverso una cam-pagna di comunicazione olistica chevede l’utilizzo di mezzi direct marke-ting (per esempio la carta fedeltà) in-

tegrati a campagne stampa sulle prin-cipali riviste moda femminili, affissio-ni outdoor, fino ad arrivare al web. In-fine, grazie ad un prezzo competitivoed ai nuovi arrivi flash settimanali, Ex-tyn è in grado di costruire un rappor-to fidelizzante con la cliente che vedenel negozio, e nel marchio stesso, unluogo dove poter acquistare a modi-che cifre senza rinunciare ad uno stiletrendy e alla moda.

Maxicardigan, pull tricot dai colliinsoliti, spesso con inserti di pelo. Epoi ancora piumini e giacche di pelle,capi che possono sostituire il classicocappotto; il tutto accompagnato dacinture ed accessori importanti. Ilmust? Mescolare tutto. Colori e tessu-ti per un inverno frizzantino, alternatida pezzi easy chic e jeans dal tagliounico ed imperdibile. Entrare in uno

store Extyn significa, infatti, farsi tra-scinare in un’esplosione di nuance ef-fetto arcobaleno. Qualche tocco di cre-ma qua e la ma, i toni sono tutti deci-samente grintosi ed ottimisti. Pantalo-ni in tessuti morbidi alternati a ma-glie lineari e vestiti da cocktail fannoda liaison a tessuti corposi, in partico-lare per i capospalla e le maxi sciarpe.Mini dress con taglio slim ed avvita-to, pellicce con maniche ampie, tubi-ni con micro balze, tute di maglia ade-renti corte e lunghe, leggins ed abitida sera leggeri con silhouette asciuttasottolineati da ricami di paillettes eimpunture. Pantaloni fuseaux di pel-le, inserti di merletti e chiffon traspa-rente per regalare ad ogni donna ilgiusto nel proprio gusto.

Mariella Accardo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il brand ha lanciatouna nuova lineadi accessori e calzature

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13Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Ottobre 2010

NA

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Strumentisemprepiù sofisticati

La società Sinteg mira a raggruppare anche i compiti degli amministratori. Con «una interpretazione completamente nuova del ruolo»

I l franchising si allarga alle ammini-strazioni immobiliari e condominiali.Sinteg, il primo network di servizi im-

mobiliari integrati d’Italia, sbarca ora aNapoli. Il progetto, presentato a Prato nel2005 proprio dopo la sentenza della Cas-sazione che ha legittimato le società adassumere amministrazioni, nell’arco dipochi mesi ha incontrato l’interesse diprofessionisti ed aziende di tutta Italia edha visto accrescere velocemente il nume-ro dei propri affiliati (attualmente oltreduecento, tra amministratori e fornitori).Ora approda in Campania, forte dell’espe-rienza di questi anni e con un bagaglioaltamente produttivo.

«La strategia societaria ha puntato, sindall’inizio, all’erogazione di servizi esclu-sivi e moderni e ad una interpretazionecompletamente nuova del ruolo e delleprerogative dell’amministratore - spiegaRoberto Scarano, coordinatore Sinteg perla Campania - il nostro network è un pro-dotto di fatti ed esperienze maturate daimembri fondatori in oltre quindici annidi attività, molti dei quali condotti in ma-niera tradizionale». Non è un inizio damanuale ma, è stata la propria insoddisfa-zione e quella dei propri clienti, a portarei fondatori di Sinteg a condividere questoprogetto. Da una parte gli amministratoriavvertivano una allarmante precarietà(tutti nella condizione di perdere in pocotempo il frutto di sacrifici in caso di infor-tunio, malattia o, più semplicemente,soggetti al logorio determinato dal volu-me di lavoro necessario per generare unintroito che dovesse giustificare la moledi responsabilità ed incombenze). Poi-

ché il rapporto era cresciuto e consolida-to grazie ad un rapporto personale e con-fidenziale, al minimo segno di cedimen-to o di disattenzione, i clienti si sentiva-no trascurati tornavano a guardare almercato e ad altri professionisti.

Dall’altra parte i clienti, nonostante glisforzi dell’amministratore, percepivanoun servizio approssimativo ed inadegua-to, tanto da essere portati a pensare che

un amministratore valesse l’altro e chel’unico differenziale fosse il prezzo e, tut-talpiù, la disponibilità personale, finchépotesse essere prestata. A completarequesto quadro desolante contribuiva lacarenza normativa che, incredibilmente,vedeva gestire i condomini italiani conuna manciata di articoli del codice civile,introdotti con Regi Decreti nel 1942. Inquesto contesto, Sinteg è nato come labo-

ratorio di idee per il rinnovamento diquesto ambito, individuando da subito lapropria strategia per uscire dal circolo vi-zioso che vedeva i clienti lamentare scar-sa qualità. «Il nostro programma - conti-nua Scarano - prevede attenzione nel con-tenere i costi di esercizio per i clienti, af-finché le quote condominiali siano infe-riori rispetto ad altri stabili con analoghecaratteristiche, lasciando inalterata la

qualità dei servizi». Demagogia? «No af-fatto, grazie alla forza del gruppo Sintegche con i suoi oltre centottanta ammini-stratori di condominio affiliati, ha per-messo di conseguire convenzioni su sca-la nazionale, da parte di noti fornitori dibeni e servizi operanti nel settore banca-rio, assicurativo, energetico e di prontointervento, con sconti dal 22 al 30%. I for-nitori, di cui ci avvaliamo, sono stati sele-zionati per la qualità del servizio offerto,garantendo il loro intervento anche neigiorni festivi».

E per quello che riguarda la contabili-tà, tutto avviene attraverso metodi ultra-moderni. Le spese e gli incassi vengonoregistrate in modo giornaliero al fine diessere in grado di conoscere la situazionedi cassa in tempo reale. Con i software dimoderna generazione di cui Sinteg si av-vale, il network (e nello specifico l’ammi-nistrazione affiliata) è in grado di soddi-sfare qualsiasi esigenza da parte dellaclientela, sopratutto in merito alla certifi-cazione degli sgravi fiscali e ripartizionedelle spese tra proprietari ed inquilini. Latrasparenza della gestione viene garanti-ta mettendo a disposizione dei clienti, inqualsiasi momento previa prenotazione,i giustificativi di spesa con relativi estrat-ti conto bancari, visionabili anche primadella chiusura dell’esercizio finanziario.Difatti esiste un conto corrente dedicatoper ogni singolo condominio, evitandola confusione patrimoniale tra i vari stabi-li amministrati. Quando si dice, l’unionefa la forza.

Mariella Accardo© RIPRODUZIONE RISERVATA

IN FRANCHISING ANCHE IL CONDOMINIO

Tanti i gruppi di riferimentoche offrono opportunitàper avviare un’attività di successo

QUANDO IL BUSINESSÈ IMMOBILIARE

L’importanza che oggi staassumendo la gestione delsettore immobiliare hadeterminato per glioperaratori del settore lanecessità di mettere incampo capacitàimprenditoriali egestionali sempre piùavanzate con laconseguente necessità daparte del mercato dirichiedere figureprofessionali e strumentidi analisi molto sofisticati.Anche in questo settore ilfranchising rappresentauna formula dicollaborazione traimprenditori per ladistribuzione di servizi obeni, indicata per chivuole emergere eottimizzare la propriaattività e preferisceaffiliarsi a un marchio giàaffermato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il mercato

N el mondo del franchisingalcune tra le più grandi eaffermate realtà sono quel-le del settore immobiliare.

E anche se i brand in questo camposono veramente tanti, certi più di al-tri sono delle vere e proprie pietremiliari per il mercato di riferimento.Per citarne alcuni tra i più noti si pen-si ad esempio a Gabetti, Pirelli Re,Tecnocasa o Toscano. Tutte grandis-sime realtà che offrono oggi ottimepossibilità d’impresa grazie a reti estrutturate innovative. Si distingue,ad esempio, la Gabetti FranchisingAgency che offre l’opportunità diaprire una nuova agenzia in una del-le grandi città italiane o di avere lapossibilità di una soluzione «chiaviin mano». La rete propone una for-mula di affiliazione di successo gra-zie al know-how di un marchio stori-co dell’immobiliare in Italia che si co-niuga con il dinamismo di Tree RealEstate, (nuova grande realtà di fran-chising immobiliare di cui fa partedal 31 marzo 2008). Tree Real Estateè una società partecipata al 51 percento da Gabetti Property SolutionsAgency e al 49 per cento da GruppoUbh. In questa confluiscono i marchiGabetti Franchising, ma anche Pro-fessione Casa e Grimaldi, dando vitacosì ad una nuova grande realtà checonsolida i punti di forza dei singolimarchi e sfrutta nuove sinergie.

Insomma, una visione del franchi-sing a 360 gradi con la cessione nonsolo del marchio ma anche di tuttal’esperienza dell’azienda. In più,l’unione di un team di professionistiin grado di affrontare le crescenti sfi-de del mercato immobiliare per pro-porre sempre ai clienti le soluzionipiù adatte. E nell’ambito di un nuo-vo processo di espansione e svilup-po, Gabetti Franchising Agency hapianificato l’apertura di nuove agen-zie in diverse realtà, con buone op-

portunità sia per chi opera già nel set-tore, sia per gli imprenditori che cer-cano un partner importante per svi-luppare il business immobiliare.

Tra i gruppi storici c’è poi Tecnoca-sa, tra le prime aziende italiana spe-cializzate nel franchising immobilia-re. Una storia, quella del gruppo, ini-ziata nel 1986 e che oggi conta agen-zie sparse in tutta Italia con circa3300 aziende, e con molte aziendesparse in tutto il mondo: 313 in Spa-gna, 13 in Messico, 10 in Polonia, 11in Ungheria, 4 in Francia, 1 a San Ma-rino, 1 in Romania, 3 nella Repubbli-ca Ceca, 1 in Svizzera, 1 in Belgio, e,dal 2010, 1 in Tunisia. Tra i marchiche fanno parte di Tecnocasa Groupci sono Tecnocasa e Tecnorete perl’intermediazione immobiliare.

Altre grandi apportunità sono poiquelle offerte da Pirelli Re Agency(parte del gruppo Pirelli Re) e Tosca-no. Andando con ordine, la missiondella rete Pirelli re è quella di offrireai clienti un servizio fortementeorientato a soddisfare le esigenze delpubblico con competenza, affidabili-tà e tempestività. In concreto la Pirel-li Re Agency assiste i clienti in tutte

le fasi della compravendita immobi-liare e nell’ottenimento di mutui per-sonalizzati. Cultura del servizio, cen-tralità del cliente, innovazione, com-petenza e professionalità sono i valo-ri condivisi da tutte le agenzie chefanno parte della rete.

Infine, sempre parlando di marchileader del settore e di grandi oppor-tunità imprenditoriali, come dettonon si può tralasciare il gruppo To-scano. Infatti, nel corso degli ultimianni il mercato immobiliare italianoha registrato un momento di grandevivacità, richiedendo agli operatorisempre maggiore professionalità.Proprio in questo contesto nasce l’of-ferta di franchising del gruppo Tosac-no. Grazie a questa rete si ha l’oppor-tunità di ottenere subito un marchioconosciuto e riconoscibile. Insommaun metodo vincente per avviare ilproprio business grazie anche allaformazione professionale continua,a servizi e tecnologie all’avanguar-dia. Ma anche consulenza commer-ciale e legale e campagne pubblicita-rie a livello nazionale sui media piùimportanti.

Raffaele Nespoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

CASE & PALAZZI

Palazzi in costruzione nel Salernitano

Un punto immobiliare della Gabetti

14 Lunedì 11 Ottobre 2010 Corriere del MezzogiornoNA

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Se gli amanti dei libriscelgono la sicurezzadel franchising

Da La Feltrinelli che aprirà nuovi pointanche nei piccoli centri cittadini,ai casi delle librerie Guida e Mondadori

I GRUPPI EDITORIALISU CUI INVESTIRE

Il dato

È recente la notizia in Feltrinelli, la notacasa editrice titolare di 98 librerie in tut-ta Italia, di passare al franchising. La for-

mula sarà quella dei Feltrinelli Point, nuovipunti vendita in franchising che debutteran-no sul mercato a breve con lo scopo di porta-re Feltrinelli anche nei centri più piccoli, dovelibrai indipendenti chiedono maggiore autore-volezza. Alla vigilia dell’e-book e dei dispositi-vi e-reader che a Natale ne sanciranno il suc-cesso o il fallimento qui nel Belpaese, la Feltri-nelli quindi entra nel mercato editoriale conuna novità assoluta: «la nostra partenza è am-biziosa ma non aggressiva - dichiara il dg del-la Feltrinelli Stefano Sardo - e pensiamo al-l’apertura di otto-dieci franchising all’annoper cinque anni, naturalmente fuori dalle cit-tà principali dove ci sarebbe la diretta concor-renza delle Feltrinelli già esistenti».

Nell’attesa di portare a compimento la leg-ge sugli sconti al libro, che verrà discussa anovembre in Senato, non si sbilanciano i rap-presentanti dell’Ali (Associazione Librai Indi-pendenti), per i quali il franchising è solo«l’ultimo dei problemi». Nel panorama cam-pano anche Guida, divenuto sinonimo di libried editoria non solo a Napoli ed in Campaniavanta, con una storia che affonda le sue radicinel lontano 1920, un circuito primo in Sud Ita-lia con sette librerie dirette (due a Napoli: Por-tAlba e Vomero, una a Salerno, Caserta, Bene-vento ed Avellino), tre sigle editoriali (Alfre-do Guida Editore, Guida Editori e Lettere Ita-liane) e cinque franchising distribuiti fra No-la, Sant’Angelo dei Lombardi, Ariano Irpino,Capua ed Ischia. Una scelta importante per il

gruppo editoriale punto di riferimento nellacultura meridionale.

Per chi coltiva il sogno di aprire una libre-ria, esiste anche l’alternativa di Mondadorifranchising. Con un investimento limitato sipotrà entrare dalla porta principale nell’affa-scinante mondo dei libri, assicurandosi l’assi-stenza di professionisti sia in fase di aperturache per l’intera durata del contratto, oltre adagevolazioni finanziarie, fornitura di softwa-re, pubblicità multicanale, organizzazione dieventi di grande richiamo e formazione conti-nua a cura del franchisor. I vantaggi di unascelta del genere, l’operare con un marchioprestigioso, avvalendosi del know-how e del-la credibilità di un’azienda affermata, acqui-sendo in breve tempo una professione e l’indi-pendenza economica. Così recita sul sito Mon-dadori la sezione riservata all’affiliazione com-merciale per l’apertura di nuove librerie delmarchio: «La tua libreria sarà immediatamen-te riconoscibile dall’arredo essenziale, la se-gnaletica chiara e la varietà della gamma diprodotti disponibili che contraddistinguono ipunti vendita a marchio Mondadori. Libri del-le più importanti case editrici, prodotti audioe video, cartoleria: il tuo negozio Mondadoridiventerà presto un punto di riferimento irri-nunciabile per la tua città». L’offerta non è ri-servata a quanti intraprendano per la primavolta l’esperienza di aprire una libreria e an-che chi ne possiede già una come privato po-trà incrementare il proprio fatturato con unapolitica di marketing di sicuro successo.

Fuani Marino© RIPRODUZIONE RISERVATA

SCAFFALI E DINTORNI

Le librerie esistono da secoli e nonrappresentano un’attività nuova e originale.Tuttavia, se spinti dalla passione e dall’amoreper il libro, è possibile dare alla propria attivitàdei caratteri di novità e originalità, in variedirezioni. Ma procediamo per gradi. Come si faad aprire una libreria? La procedura da seguireper poter aprire un negozio è facile, e laburocrazia è stata notevolmente snellita con ilpassare degli anni. È fondamentale la posizionedel negozio, anche perchè l’investimento inizialeper aprire un’attività commerciale è di decine dimigliaia di euro. Bisogna procedere con cautela,calcolare quante librerie sono presenti nella cittàin rapporto al numero di abitanti, e vedere se cisono effettive possibilità di sopravvivere in unmercato non certo di massa come quello deilettori in Italia. Ultimamente hanno avuto unacerta diffusione librerie specializzate, soprattuttoquelle sul mondo dei viaggi. È vitale puntaresulla «proposta», cercare di differenziare ilservizio e rendere originale la propria offerta.Sempre più privati scelgono, in vista di unamaggiore tutela e sicurezza, di aprire una libreriain franchising, aderendo al progetto di qualchegrande gruppo. In questo modo è senz’altro piùsemplice e meno dispendioso dare il viaall’attività, ma gli spazi per proporre il proprio«tocco» e i propri gusti al negozio sirestringono. Naturalmente, aprire conun’affiliazione commerciale lascerà meno spazioall’autonomia e all’iniziativa personale,uniformando un po’ proposte e modalità digestione, ma garantirà una maggiore sicurezza.

F. M.© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’interno del nuovo store della Feltrinelli in piazza Garibaldi a Napoli

La soc. Muccinvest sas con sede in Torre del Greco (NA) diintermediazioni finanziarie, per ampliamento organico enuove apertura di punti vendita, nella esigenza di rilevarecollaboratori iscritti all’albo di agenti in attività finanziariae dei mediatori creditizi propone in vendita anche quotesocietarie, con annessa: Struttura già ben avviata con pro-prie convenzioni bancarie, beni strumentali.

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15Corriere del Mezzogiorno Lunedì 11 Ottobre 2010

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