Luna? Sì, ci siamo andati! Paolo Attivissimo

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Luna? Sì, ci siamo andati! Paolo Attivissimo

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  • ba1200Paolo Attivissimo

    LUNA?S, ci siamo andati!

    Le risposteLe risposteai dubbi pi frequentiai dubbi pi frequentisugli sbarchi lunarisugli sbarchi lunariper riscoprire un'avventura per riscoprire un'avventura straordinariastraordinaria

  • 1

    Paolo Attivissimo

    LUNA?S, ci siamo andati!

    Le risposte ai dubbipi frequenti

    sugli sbarchi lunari

    Quarta edizioneLedizione digitale aggiornata di questo libro

    disponibile pressohttp://complottilunari.info.

    In copertina: Gene Cernan durante la sua terza escursione sulla superficie della Lunanel corso della missione Apollo 17, dicembre 1972. Limmagine tratta dalla foto NASAAS17-140-21391. La porzione superiore del cielo stata aggiunta dallimpaginatore peresigenze grafiche. Credit: NASA.

    In quarta di copertina: lautore insieme a Buzz Aldrin, uno dei due protagonisti del primosbarco sulla Luna. Credit: Andrea Tedeschi Photography (www.andreatedeschi.ch). Sullosfondo: fotografia della Luna di Fabrizio Mele.

  • 2 Luna? S, ci siamo andati!

    Permesso dautoreIl testo originale di questo libro 2009-2013 by Paolo Attivissimo. Alcuni dirittisono riservati. Some rights reserved.

    ISBN 978-1-291-47464-0

    Questopera distribuita alle seguenti condizioni, basate sulla licenza CreativeCommons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia. I dettaglilegali di questa licenza di distribuzione sono disponibili in italiano presso

    http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/legalcode.

    In sintesi, chiunque libero di riprodurre, distribuire, tradurre, comunicare al pub-blico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare pubblicamente, pur-ch senza lucro o profitto, questopera alle seguenti condizioni:

    Attribuzione. La paternit dellopera va attribuita a Paolo Attivissimo e si deveindicare il sito http://complottilunari.info come fonte. Non si deve fare nulla chesuggerisca che lautore avalli il modo in cui viene usata lopera o chi la usa.

    Senza lucro o profitto. Senza lautorizzazione scritta esplicita dellautore, non permesso usare questopera per fini commerciali. Non permesso stamparla,duplicarla o distribuirla per venderla a terzi o per trarne un vantaggio economi-co. invece permesso stamparla, duplicarla e distribuirla a titolo gratuito.

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    Questa licenza lascia impregiudicati i diritti morali.

    Gli usi consentiti dalla legge sul diritto dautore e gli altri diritti non sono in alcunmodo limitati da quanto sopra. specificamente consentita la libera citazione, an-che di ampi brani, purch siano indicati fonte e autore.

    ________

    Questopera si avvale del diritto di citazione a scopo accademico e di critica previstodallArticolo 10 della Convenzione di Berna sul diritto dautore.

    Photo credits: All photographs of Apollo hardware and missions are courtesy ofNASA unless otherwise noted. PA designates the author (Paolo Attivissimo). Car-toons are Moise and are used with permission. All pictures are believed to be usedto the extent allowed by fair use. Should any copyright issues arise, please contactthe author, Paolo Attivissimo, by e-mail at [email protected] or by postat the following address: via Prati Botta 16B, CH-6917 Lugano Barbengo, Switzer-land.

  • Introduzione 1

    Introduzione

    Sono ormai trascorsi pi di quarantanni da quando luomo mise pie-de per la prima volta sulla Luna. Molti di noi, me compreso, visseroquel momento straordinario come cronaca che riemp i giornali e ciregal una notte insonne e indimenticabile di fronte alle immagini,in diretta da un altro mondo, che ci arrivavano in casa attraverso ilnebuloso bagliore del teleschermo. Ma per un numero crescente dipersone quellimpresa storia: sbiadita, confusa, lontana, conosciutaper sentito dire, riportata superficialmente dai media. Se lidea di an-dare sulla Luna gi di per s incredibile, mitica e irreale nella suagrandiosit, pensare di averlo fatto negli ormai lontani anni Sessantadel secolo scorso e di non averlo pi fatto da allora per molti comprensibilmente difficile da accettare.

    Questo libro dedicato a chi vuole capire come andarono realmentele cose e vuole risposte ai propri dubbi, alimentati magari dalle insi-nuazioni di chi, per proprio tornaconto economico o per brama di smi-nuire la grandezza altrui e sopperire alle proprie pochezze, si dichiararabbiosamente sicuro che fu tutta una messinscena. A questi ultimi, ailunacomplottisti, impermeabili a ogni argomentazione, gi convinti disapere tutto, dedico invece il mio sereno compatimento, perch sonoincapaci di gioire di unavventura esaltante che una delle poche im-prese di pace per le quali il ventesimo secolo ha speranze di essere ri-cordato dalle generazioni future come qualcosa di pi che unsusseguirsi di guerre, devastazioni e genocidi.

    Ma queste pagine non sono semplicemente una pedante confutazionedi tesi eccentriche. Sono anche una celebrazione di un istante irripetibi-le. Perch ci saranno altri traguardi, altre missioni, altri atterraggi sumondi remoti, ma lo sbarco sulla Luna del luglio del 1969 e restersempre il primo contatto delluomo con un altro mondo. Sar sempre ilprimo momento in cui lumanit ha dimostrato, sia pure per un istante,di saper lasciare la propria fragile culla.

    Che incredibile privilegio vivere proprio in quellunica, minuscola fra-zione della Storia nella quale questo avvenuto e poter stringere lamano e dire grazie a chi ha compiuto unimpresa che per millenni stata puro sogno, al di l delle possibilit del pi potente dei re, degliimperatori e dei faraoni. Camminare sulla Luna. Questo libro il miopiccolo omaggio al coraggio e allingegno di tutti coloro che hannotrasformato quel sogno in realt. In pace, per tutta lumanit.

  • 2 Luna? S, ci siamo andati!

    RingraziamentiVorrei ringraziare tutti i lettori e autori del blog Complotti Lunari e inparticolare Luca Boschini, Epsilon, Cesare Guariniello, Hammer, Massy,Naomi, Papageno, Claudio Severi, Trystero e Tukler per laiuto nelle ri-cerche, per la verifica dei dati e per aver snidato molti miei errori e re-fusi. Quelli che restano sono esclusivamente colpa mia.

    Un grazie speciale va a Terry Watson (GNC Apollo), a Eric JonesdellApollo Lunar Surface Journal e ai membri del forum Project Apollo,per la disponibilit nel ricercare e verificare le informazioni tecnichepi stravaganti; a Nicola Colotti, Fabio Letta, Milco Margaroli, Rodri VanClick, Andrea Tedeschi, Luigi Pizzimenti, Roberto Crippa e Lukas Vi-glietti, che mi hanno dato modo di conoscere e intervistare Buzz Al-drin, Charlie Duke e Walt Cunningham e di incontrare molti altriastronauti e protagonisti del progetto Apollo; a Diego Cuoghi, per avercondiviso le sue indagini; a Massimo e Giuliano, per le scansioni depo-ca della rivista Fotografare; a Elena Albertini, per la sincronizzazionedelle versioni cartacee e digitali; e alle mie figlie Lisa e Linda, che han-no collaborato alla conversione in formato e-book.

    Dedico questo libro ai miei genitori, che mi svegliarono per farmi assi-stere alla diretta RAI dello sbarco sulla Luna, e a mia zia Iris, che mi re-gal negli anni Settanta una copia del meticoloso resoconto dellemissioni Apollo scritto da Peter Ryan, The Invasion of the Moon 1957-70.Questi due eventi mi hanno contagiato per sempre con la passioneper lepopea spaziale. Quel libro ancora qui con me mentre scrivoqueste pagine: il tempo ne ingiallisce i fogli ma non il fascino.

    Distribuzione libera e gratuitaQuesto libro liberamente duplicabile e distribuibile nelle sue edizio-ni digitali in formato PDF ed EPUB, purch venga distribuito tale equale. Non avete per il permesso di spacciarlo per vostro o di stam-parlo per rivenderlo: il diritto dautore resta in vigore. I dettagli della li-cenza duso sono allinizio del testo nella sezione Permesso dautore.

    Non ho scritto Luna? per diventare ricco, ma per offrire unoccasionedi conoscere i fatti e sbugiardare i contaballe spaziali. Tuttavia scrivereun libro tecnico costa tempo e fatica, e comperare manuali, DVD e do-cumentazione costa soldi. Quindi se vi va di darmi una mano, non dicocerto di no: potete farlo segnalando errori o frasi non chiare, contri-buendo con indagini per ampliarlo oppure offrendomi un trancio di

  • Introduzione 3

    pizza e una birra tramite una donazione via Paypal come incentivo perscrivere altri libri. I dettagli sono su Complottilunari.info.

    Indirizzi Internet abbreviatiAlcuni degli indirizzi Internet delle fonti citate sono indicati con la for-ma abbreviata generata con Tinyurl.com e Bit.ly per renderli pi leggi-bili e agevolarne la digitazione per chi adopera ledizione cartacea diquesto libro. Sul sito Complottilunari.info c inoltre una pagina apposi-ta che contiene un elenco cliccabile di questi indirizzi, in ordine di ap-parizione nelle note a pi pagina.

    Commenti, correzioni e aggiornamentiQuesto libro un progetto in continua lavorazione. La documentazio-ne delle missioni Apollo tuttora oggetto di studio scientifico e lenuove missioni lunari automatiche ci offrono dati aggiornati e riscontriche verranno aggiunti man mano che si rendono disponibili.

    Inoltre i lunacomplottisti sinventano una tesi nuova ogni giorno, per cui possibile che non troviate qui lo sbufalamento di una loro specifica asser-zione. In tal caso, avvisatemi scrivendo a [email protected]. Setrovate errori, segnalatemeli allo stesso indirizzo; correzioni e aggiorna-menti verranno introdotti nella prossima edizione.

    Immagini, filmati e documenti di supportoIl formato cartaceo e, in misura minore, quello elettronico limitano laquantit, qualit e risoluzione delle immagini e non permettono di in-cludere filmati, molto utili per chiarire alcuni concetti. Cos ho prepara-to una raccolta di immagini, documenti e video come supplemento aquesto libro. Le istruzioni per ottenere questo materiale sono su Com-plottilunari.info.

  • 4 Luna? S, ci siamo andati!

    In memoriamQuesto libro vuole onorare coloro che hanno pagato il prezzo pi altoper esplorare la nuova frontiera, a volte in segreto e spesso senza avereneanche una nota a pi pagina nella storia. Le vicende tragiche legate aciascuno dei nomi elencati qui sotto sono descritte nel capitolo In ricor-do dei caduti.

    Non dimentichiamo mai che chi nega gli sbarchi sulla Luna infanga lamemoria di queste persone, delle loro famiglie e di tutti coloro che han-no lavorato alle imprese spaziali.

    Michael J. AdamsMichael P. AndersonCharles A. Bassett II

    Valentin BondarenkoDavid M. BrownRoger Chaffee

    Kalpana ChawlaLaurel B. Clark

    Georgi DobrovolskiTheodore C. FreemanEdward G. Givens, Jr.Virgil "Gus" Grissom

    Rick D. HusbandGregory Jarvis

    Vladimir KomarovRobert H. Lawrence, Jr.

    Christa McAuliffeWilliam C. McCool

    Ronald McNairEllison OnizukaViktor Patsayev

    Ilan RamonJudith Resnick

    Francis "Dick" ScobeeElliot McKay See, Jr.

    Michael J. SmithVladislav Volkov

    Ed WhiteClifton C. Williams, Jr.

    Ad astra per aspera.

  • 1. La corsa alla Luna 5

    1. La corsa alla Luna

    Siamo negli anni Cinquanta delsecolo scorso. Gli Stati Uniti elUnione Sovietica sono acerri-mi nemici. Si puntano addossoa vicenda migliaia di bombeatomiche, secondo la dottrinadella distruzione reciproca ga-rantita o Mutual Assured De-struction, che non a caso siabbrevia in MAD, ossia paz-zo: entrambi sanno che chi de-cidesse di attaccare verrebbesicuramente devastato dallarappresaglia nucleare dellaltro.

    Questo fragile equilibrio delterrore durer quarantacinqueanni e terminer con la dissolu-zione dellUnione Sovietica nel1991. Ma allepoca della corsaalla Luna lUnione Sovietica un superstato le cui frontierechiuse isolano dal resto delmondo i paesi che oggi si chia-mano Federazione Russa, Ar-menia, Azerbaigian, Bielorussia,Estonia, Georgia, Kazakistan,Kirghizistan, Lettonia, Lituania,Moldova, Tagikistan, Turkmeni-stan, Ucraina e Uzbekistan.

    Le due superpotenze nucleari si sfidano anche nel cosmo: ciascunavede nella realizzazione di voli spaziali una tecnica pi efficiente perbombardare il nemico e una dimostrazione potente della superioritdella propria tecnologia e del proprio sistema sociale, utile per convin-cere gli altri paesi del mondo a scegliere con chi allearsi. Lo spazio propaganda.

    Il 4 ottobre 1957 lUnione Sovietica stupisce lopinione pubblica mondialelanciando il primo satellite artificiale della storia: lo Sputnik 1. Non passa

    Figura 1-1. Unione Sovietica e Stati Uniti.Fonte: Wikipedia (bit.ly/usa-wiki;

    bit.ly/urss-wiki).

  • 6 Luna? S, ci siamo andati!

    inosservato il fatto che lo Sputnik sorvola impunemente gli Stati Uniti egli altri paesi del mondo ed stato lanciato modificando uno dei missiliintercontinentali che la Russia, come gli USA, sta costruendo per recapita-re bombe nucleari in pochi minuti sulle citt avversarie.

    Gli Stati Uniti avviano un piano federale demergenza per riprendersidallo smacco politico di essere stati battuti da quello che ritenevanoessere un paese arretrato. Accelerano il proprio embrionale program-ma spaziale, che aveva gi raccolto alcuni successi, come le prime fotodallo spazio,1 e cercano di recuperare il divario accademico, militare etecnologico che lo Sputnik ha rivelato cos eloquentemente. Ma ini-zialmente collezionano soltanto ulteriori umiliazioni.

    Un mese dopo il volo dello Sputnik 1, il 3 novembre 1957, i sovieticistabiliscono un altro record con lo Sputnik 2: il primo essere viventelanciato in orbita, la cagnetta Laika, destinata a morire dopo poche oreperch non previsto il rientro a terra.

    Il 6 dicembre arriva finalmenteil primo tentativo statunitense.Ma il missile Vanguard TV3 sisolleva solo di qualche decinadi centimetri e poi esplode mi-seramente sulla rampa di lan-cio, in diretta TV (Figura 1-2).

    Gli Stati Uniti riescono finalmen-te a collocare in orbita un satelli-te, lExplorer 1, il 31 gennaio 1958,usando un razzo militare Juno I(Redstone) progettato e modifi-cato da Wernher Von Braun, crea-tore dei famigerati missili nazistiV-2 usati per bombardare Londrae altre citt durante la SecondaGuerra Mondiale e passato poi alservizio dei militari americani. Mai quattordici chili dellExplorer 1 sono nulla in confronto ai cinquecentodello Sputnik 2 e ai 1300 dello Sputnik 3, lanciato il 15 maggio successivo.

    1 Alla fine degli anni Quaranta gli Stati Uniti avevano modificato missili tedeschi V-2 percompiere brevi voli verticali fino a 160 chilometri di quota, portando nello spazio stru-menti scientifici e fotocamere, e nei primi anni Cinquanta avevano sviluppato missili peril trasporto di bombe atomiche, come i sovietici. Tuttavia nel 1957 gli Stati Uniti nonhanno un lanciatore potente quanto quelli russi perch le loro armi nucleari sono moltopi leggere di quelle sovietiche. Paradossalmente, i successi spaziali dellUnione Sovieti-ca sono in parte merito della sua tecnologia bellica inferiore.

    Figura 1-2. Kaboom.

  • 1. La corsa alla Luna 7

    1.1 Il vantaggio sovieticoAd agosto del 1958 gli Stati Uniti tentano il sorpasso provando a rag-giungere per primi la Luna con una sonda automatica, Able 1, ma illancio fallisce dopo 77 secondi di volo e falliscono anche i tre tentativisuccessivi (Pioneer 1, 2 e 3).

    Invece il 2 gennaio 1959 i sovietici lanciano la sonda Lunik 1, che duegiorni dopo passa a 6000 chilometri dalla Luna e diventa il primo vei-colo ad andare in orbita intorno al Sole. Il quinto tentativo lunare ame-ricano, Pioneer 4, entra in orbita solare, ma arriva a non pi di 60.000chilometri dalla Luna il 4 marzo dello stesso anno.

    I sovietici ottengono anche altriprimati: colpiscono per primi lasuperficie della Luna con la son-da Lunik 2 il 13 settembre 1959 eneanche un mese dopo mostra-no al mondo, grazie alla sondaLunik 3, le primissime immaginidella faccia nascosta del nostrosatellite naturale (Figura 1-3).

    Gli americani tenteranno altrenove volte di raggiungere laLuna con una sonda, ma vi riusci-ranno solo cinque anni dopo. Sidevono accontentare di missioniscientifiche in orbita terrestre,come lExplorer 6, che fornisce una mappa quasi completa delle fasce diVan Allen e le prime immagini televisive della Terra dallo spazio. Inoltre lescimmiette Able e Baker rientrano indenni dopo due voli suborbitali. Male missioni di prestigio internazionale sono tutte sovietiche.

    1.2 La rincorsa statunitenseNel 1960 gli Stati Uniti riescono a conquistare alcuni primati: il primosatellite meteorologico che produce immagini (TIROS-1, 1 aprile), ilprimo satellite per intercettazioni radio (GRAB-1, 5 luglio), il primo re-cupero di un satellite rientrato dallorbita terrestre (Discoverer 13, 11agosto) e il primo satellite-spia fotografico (Discoverer 14, 18 agosto).

    Sono record di natura prevalentemente militare, motivati dalla neces-sit di rimpiazzare urgentemente con satelliti-spia i segretissimi aereiricognitori U-2 che, con enorme imbarazzo diplomatico, si sono rivelati

    Figura 1-3. La faccia nascosta della Luna,fotografata dalla sonda sovietica Lunik 3

    nel 1959.

  • 8 Luna? S, ci siamo andati!

    improvvisamente vulnerabili il primo maggio dello stesso anno, quan-do uno di essi stato abbattuto mentre sorvolava senza autorizzazio-ne il territorio sovietico e ne fotografava le installazioni militari pisegrete.

    E cos, ancora una volta, il primato prestigioso e spettacolare spettaallUnione Sovietica: ad agosto lo Sputnik 5 porta in orbita piante eanimali (due cani, Belka e Strelka, quaranta topi e due ratti) e, a diffe-renza dei voli precedenti, li riconduce sani e salvi a terra.

    1.3 Il primo uomo nello spazioNel 1961 arriva un nuovo cla-moroso record sovietico: il 12aprile Yuri Gagarin diventa ilprimo uomo ad andare nellospazio, e lo fa oltretutto com-piendo unorbita intorno almondo con un volo di 108 mi-nuti a bordo della Vostok 1.

    Gli americani, scioccati e battutisul tempo ancora una volta (Fi-gura 1-4), rispondono comepossono, con un quarto doradi volo umano suborbitale da parte di Alan Shepard il 5 maggio, per-ch i loro missili che permetterebbero voli orbitali umani continuano aesplodere in volo durante le prove, mentre quelli russi si dimostranostraordinariamente affidabili. Almeno in apparenza, perch i fallimentivengono tenuti segreti.

    con soli quindici minuti di volo spaziale umano al proprio attivo chegli Stati Uniti lanciano la sfida lunare allUnione Sovietica. Il 25 maggio1961 il presidente John Fitzgerald Kennedy fa questa dichiarazione uf-ficiale:

    Credo che questa nazione debba impegnarsi a raggiungere il traguardo, prima dellafine di questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e riportarlo sano e salvosulla Terra. Nessun singolo progetto spaziale di questo periodo susciter altrettantaemozione nellumanit o sar pi importante per lesplorazione spaziale a lungo rag-gio; e nessuno sar altrettanto difficile o costoso da realizzare.2

    2 I believe that this nation should commit itself to achieving the goal, before this decade isout, of landing a man on the moon and returning him safely to the earth. No single spaceproject in this period will be more impressive to mankind or more important for the long-range exploration of space; and none will be so difficult or expensive to accomplish.

    Figura 1-4. Shock in USA.

  • 1. La corsa alla Luna 9

    La strategia statunitense semplice quanto ambiziosa: definire un tra-guardo grandioso, che faccia colpo sul mondo intero, rilanci limmagi-ne del paese e sia sufficientemente lontano da dare allindustriaaerospaziale nazionale il tempo di recuperare il divario che la separada quella sovietica. Kennedy, per, non vivr abbastanza da vederelesito della sua sfida: verr assassinato a Dallas due anni pi tardi, il 22novembre 1963.

    I russi, intanto, procedono inesorabili con i propri successi. Prima anco-ra che gli americani riescano a compiere un singolo volo umano orbi-tale, Gherman Titov ripete ed estende limpresa di Gagarin,effettuando ben 17 orbite ai primi di agosto del 1961 nella Vostok 2.

    Gli Stati Uniti effettuano un altro volo suborbitale (Gus Grissom, 21 lu-glio 1961) e finalmente il 20 febbraio 1962, quasi un anno dopo il pri-mato russo, riescono a mettere un americano in orbita (John Glenn,nella capsula Friendship 7).

    Ma lUnione Sovietica rilancia: ad agosto fa volare due capsule spazialicontemporaneamente (Vostok 3 e 4). I cosmonauti Nikolayev e Popo-vich si trovano brevemente a meno di cinque chilometri lunodallaltro e Nikolayev stabilisce il record di durata (quattro giorni nellospazio) mentre due telecamere lo mostrano ai telespettatori russi.

    Nel giugno del 1963 Valentina Tereshkova, a bordo della Vostok 6, di-venta la prima donna a volare nello spazio. La Tereshkova anche ilprimo civile a compiere una missione spaziale, dato che tutti gli astro-nauti americani e cosmonauti sovietici precedenti erano membri dellerispettive forze armate. Da solo, il suo volo di 48 orbite dura pi di tuttii voli umani statunitensi effettuati fino a quel momento. Nessunaltradonna voler nello spazio per altri diciannove anni.3

    Il 12 ottobre 1964 lUnione Sovietica realizza la prima missione conequipaggio plurimo: la Voskhod 1 porta in orbita ben tre cosmonauti(pigiati e senza tuta, con rischio altissimo, per pura propaganda) primaancora che gli americani riescano a farne volare due insieme.

    Anche la prima passeggiata spaziale un record russo: lo stabilisce il18 marzo 1965 Alexei Leonov sulla Voskhod 2. Gli Stati Uniti si devonoaccontentare del primo volo di una sonda verso Marte effettuato consuccesso (Mariner 4).

    Il primo allunaggio morbido di una sonda automatica e le prime im-magini trasmesse dalla superficie della Luna sono anchesse un suc-cesso russo, con la sonda Luna 9, nel febbraio del 1966.

    3 La seconda donna sar la russa Svetlana Savitskaya, nel 1982, a bordo della Soyuz T-7; laprima americana sar Sally Ride, nel 1983, con lo Shuttle Challenger nella missione STS-7.

  • 10 Luna? S, ci siamo andati!

    Ma intanto gli americani hannoacquisito esperienza con i volispaziali umani e con le tecnichenecessarie per lo sbarco sullaLuna: fra il 1965 e il 1966, lecapsule del programma Gemini(Figura 1-5) portano coppie diastronauti a compiere cambi diorbita, voli di lunga durata (finoa 14 giorni), passeggiate spazia-li e rendez-vous con attracco,stabilendo anche il record di di-stanza dalla Terra: nella missio-ne Gemini 11 (12-15 settembre 1966), Charles Pete Conrad e Richard F.Gordon raggiungono unaltitudine di 1374 km e diventano i primi uo-mini a vedere la Terra come una sfera.

    Inoltre le sonde automatiche Lunar Orbiter eseguono rilievi fotograficidella Luna e le Surveyor vi atterrano, saggiando la consistenza del suo-lo. Il ritardo rispetto ai sovietici sostanzialmente recuperato.

    Invece il programma Apollo,che deve portare lAmerica acamminare sulla Luna, in crisiprofonda. Il 27 gennaio 1967Gus Grissom, Ed White e RogerChaffee periscono nellincendiodella propria capsula duranteunesercitazione sulla rampa dilancio (Figura 1-6). uno shocknazionale che impone la drasti-ca riprogettazione del veicolo.

    Il 1967 vede anche una perditasovietica: il 24 aprile si verifica laprima morte di un uomo duranteun volo spaziale. La Soyuz 1, ap-prontata frettolosamente per ap-pagare la fame di propaganda delgoverno russo, si schianta al suolodurante il rientro, uccidendo il co-smonauta Vladimir Komarov.4

    4 Alcuni ricercatori (per esempio i fratelli Judica Cordiglia) affermano di aver intercettatocomunicazioni di altre missioni russe terminate in modo fatale e tenute tuttora segrete.Tuttavia le verifiche incrociate degli storici dellastronautica (James Oberg e altri) nonconsentono, per ora, di ritenere sufficientemente fondate queste affermazioni.

    Figura 1-5. La capsula Gemini 7.

    Figura 1-6. La capsula devastata dellApollo 1.

  • 1. La corsa alla Luna 11

    1.4 Apollo, il sorpasso americanoI massicci investimenti statunitensi iniziano a dare frutti. Dalle paludidella Florida emerso a tempo di record il colossale centro spazialeKennedy di Cape Canaveral. Una serie di voli senza equipaggio mettea punto le capsule Apollo, il gigantesco vettore lunare Saturn V pro-gettato da Wernher Von Braun, le infrastrutture di lancio e il personaledi supporto.

    Intanto i russi si aggiudicano un altro pri-mato: il 18 settembre 1968 la sonda auto-matica Zond 5 porta intorno alla Luna iprimi esseri viventi (tartarughe, mosche,tarme della farina e altri) e li fa tornare in-denni sulla Terra. Cosa ancora pi impor-tante, il veicolo indubbiamente grandeabbastanza da poter trasportare un uomo.

    L11 ottobre gli Stati Uniti effettuano il pri-mo volo della capsula Apollo con equipag-gio: Walter Schirra, Donn Eisele e WalterCunningham collaudano lApollo 7 in orbi-ta terrestre per undici giorni.

    il primo volo della capsula riprogettata afondo dopo la tragedia dellApollo 1, la pri-ma missione statunitense con tre membri dequipaggio e il primo lan-cio con uomini a bordo del vettore Saturn IB (pi piccolo del Saturn Vlunare). Occorre bruciare le tappe: la CIA sa che i russi stanno tentandoin segreto di battere sul tempo lAmerica anche nella corsa alla Luna.

    Due mesi dopo, la missione Apollo 8 la prima di un Saturn V conequipaggio a bordo. soltanto il terzo lancio di questo vettore, eppurelobiettivo gi ambiziosissimo: andare trecento volte pi lontano diogni volo umano precedente e portare tre americani a circumnavigarela Luna.

    Il 24 dicembre 1968, per la prima volta nella storia, luomo vede con ipropri occhi la Luna da vicino, orbitandovi intorno dieci volte a 110 chi-lometri daltezza e sorvolandone anche la faccia perennemente nasco-sta allosservatore terrestre.

    Limpatto emotivo sullopinione pubblica mondiale enorme, grazieanche al fatto che la missione avviene in diretta televisiva: questo per-mette a gran parte del mondo di vedere la superficie della Luna scor-rere fuori dai finestrini della capsula insieme agli astronauti FrankBorman, James Lovell e William Anders, che leggono un passo dellaGenesi. la diretta pi seguita della storia fino a quel momento.

    Figura 1-7. La copertina dellarivista Time, 6 dicembre 1968.

  • 12 Luna? S, ci siamo andati!

    Gli astronauti scattano inoltrefotografie straordinarie dellaTerra che si staglia contro loriz-zonte della Luna e il nero ostiledellinfinito cosmico, rendendochiara la fragile bellezza dellanostra piccola oasi di vita (Figu-ra 1-8).

    Il trionfo dimmagine americano,amplificato dalla censura media-tica sulle condizioni disastrosedella missione (vomito e diarreadegli astronauti, perdite di sigil-lante dei finestrini che offuscanola visuale, accumuli dacqua con-densata in cabina), sancisce almeno agli occhi dellopinione pubblica ilsorpasso della tecnologia spaziale statunitense su quella sovietica.

    Ma la gara lunare non ancora conclusa: resta da effettuare lo sbarcovero e proprio, e dietro le quinte lUnione Sovietica non ha affatto ri-nunciato allidea di togliere al rivale questo primato.

    1.5 Il progetto segreto N1-L3LUnione Sovietica ha avviatosegretamente il progetto N1-L3per realizzare un missile, lN1(Figura 1-9), che grandequanto il Saturn V americano ecapace di lanciare due cosmo-nauti verso la Luna in un veico-lo, denominato L3, che includeun modulo lunare concepitoper far scendere un singolo co-smonauta sulla superficie sele-nica mentre laltro lo attende inorbita intorno alla Luna.

    LN1 si rivela per un pantanodi rivalit fra progettisti, finanziato inadeguatamente e tecnicamenteinaffidabile. I trenta motori del suo primo stadio sono un incubo dacoordinare. osteggiato dai militari russi perch un costoso stru-mento di propaganda privo di applicazioni belliche, diversamente daimissili spaziali precedenti, che sono di derivazione militare.

    Figura 1-9. Preparazione dellN1.

    Figura 1-8. Noi. Foto AS8-14-2383.

  • 1. La corsa alla Luna 13

    Il primo volo dellN1 avviene sen-za equipaggio nel febbraio del1969 ed un fallimento: il missileesplode 66 secondi dopo il de-collo. Ma non se ne parla in pub-blico: anzi, a maggio lUnioneSovietica dichiara ufficialmenteche non ha alcuna intenzione dimandare cosmonauti sulla Lunaperch, a differenza degli ameri-cani, non vuole rischiare viteumane nellimpresa e quindiuser solo veicoli robotici perquestesplorazione.

    Il secondo lancio dellN1, sem-pre senza equipaggio, un di-sastro ancora peggiore: il 3luglio 1969, pochi giorni primadello sbarco americano sullaLuna, lenorme missile russo ri-cade pochi istanti dopo essersi librato dalla rampa. Lesplosione dellesue 2600 tonnellate di propellente la pi violenta della storia dellamissilistica. Anche questo fallimento viene tenuto segreto. Ufficial-mente, per i russi il progetto N1-L3 non mai esistito; proseguir, sem-pre in segreto, per qualche anno, collaudando in orbita terrestre ilmodulo lunare (Figura 1-10), ma dopo altri due lanci falliti lN1 verrabbandonato. Nessun russo andr sulla Luna.

    Di tutto questo non si sapr nul-la pubblicamente per oltreventanni, ma il governo USA ne al corrente: i suoi satelliti spiahanno fotografato lN1 e le suegrandi basi di lancio a Baikonur(Figura 1-11) e hanno immorta-lato anche la loro devastazionedopo il secondo lancio fallito delvettore gigante sovietico.

    Il governo americano, insomma,sa bene che lUnione Sovietica fuori dalla corsa, ma non lo an-nuncia per non rivelare le capa-cit osservative dei propri satelliti e non smorzare leffetto propagandi-stico della competizione.

    Figura 1-10. Il modulo lunare russo (LunniyKorabl).

    Figura 1-11. Foto dellN1 presa da un satellitemilitare KH-4 Corona. Credit: C. P. Vick.

  • 14 Luna? S, ci siamo andati!

    Segretamente non c pi fretta di battere i russi, ma pubblicamentec da mantenere una promessa fatta al mondo da un presidente as-sassinato, e per lopinione pubblica, ignara del disastro dellN1, la gara ancora assolutamente aperta.

    1.6 Le prove generali, poi lallunaggioLa scadenza posta da Kennedy si avvicina rapidamente e il progettoApollo procede a tappe serrate. Nel marzo del 1969 la missione Apollo9 prova in orbita terrestre il modulo lunare, i sistemi di navigazione, letute lunari e le manovre di attracco.

    A maggio lApollo 10 vola verso la Luna e collauda tutte le fasi di unosbarco tranne lallunaggio vero e proprio. Il modulo lunare si sganciadalla capsula Apollo e porta due astronauti fino a soli 14.400 metri dal-la superficie della Luna.

    La missione successiva, lApollo 11, porta lumanit sulla Luna, in diret-ta televisiva planetaria, il 20 luglio 1969. Lallunaggio avviene alle 22:17ora italiana; Neil Armstrong posa cautamente il piede sinistro sul suolodella Luna quando in Italia sono le 4:57 del 21 luglio.

    Armstrong e il collega EdwinBuzz Aldrin camminano sulsuolo lunare (Figura 1-12), vipiantano la bandiera america-na, effettuano esperimentiscientifici, raccolgono campionidi roccia lunare e scattano foto-grafie che diverranno storiche,mentre il terzo astronautadellequipaggio, Michael Col-lins, li attende in orbita per por-tarli a casa ed entrare con loro nei libri di storia.

    C un ultimo colpo di coda russo: il tentativo di riportare sulla Terracampioni di suolo lunare, usando il veicolo automatico Luna 15, appe-na prima del ritorno della spedizione umana americana. Ma la sondarussa si schianta sulla Luna proprio mentre Armstrong e Aldrin si ap-prestano a ripartire con circa 22 chili di rocce seleniche.5

    5 Alcune fonti ipotizzano che anche le missioni sovietiche Luna 1969B e 1969C, in aprile egiugno del 1969, furono tentativi di recupero di campioni di suolo lunare (TentativelyIdentified Missions and Launch Failures, Nasa.gov, 2005).

    Figura 1-12. Buzz Aldrin sulla Luna.Dettaglio della foto AS11-40-5946.

  • 1. La corsa alla Luna 15

    Fra il 1969 e il 1972 gli Stati Uni-ti effettuano sei sbarchi lunari,progressivamente pi sofisticatie complessi, nel corso dellemissioni Apollo 11, 12, 14, 15, 16e 17, portando sulla Luna dodiciuomini e raccogliendo oltre382 chilogrammi di rocce lunariaccuratamente selezionate euna quantit immensa di datiscientifici la cui analisi prose-gue tuttora.

    Anche lApollo 13 una missio-ne lunare, ma viene interrottaper lo scoppio di un serbatoio dossigeno durante il viaggio verso laLuna. Gli astronauti James Lovell, John "Jack" Swigert e Fred Haise sisalvano fortunosamente, grazie alla loro preparazione e alla compe-tenza dei tecnici che li assistono sulla Terra. La loro odissea intorno allaLuna cattura lattenzione del mondo intero e sottolinea i pericoli deiviaggi spaziali che i successi delle missioni precedenti avevano fattodimenticare a molti troppo frettolosamente.

    Inizialmente erano previste treulteriori missioni lunari, ma linci-dente dellApollo 13 e varie con-siderazioni politiche portaronoalla loro cancellazione quando iveicoli erano gi stati costruiti.

    Dal 14 dicembre 1972, quando ilgeologo Harrison Schmitt e ilcomandante Eugene Cernan ri-salirono a bordo del propriomodulo lunare dopo tre giornidi esplorazione nel corso dellamissione Apollo 17, nessun essere umano ha pi visitato il suolo dellaLuna.

    1.7 Esplorazioni post-ApolloDopo le visite degli astronauti statunitensi la Luna stata oggetto dinumerose altre esplorazioni di vari paesi, ma soltanto da parte di veicolisenza equipaggio.

    Figura 1-13. Lequipaggio dellApollo 11: NeilArmstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin.

    Foto ufficiale, marzo 1969.

    Figura 1-14. Aldrin, Armstrong e Collins nel2009, in visita al museo Smithsonian.

  • 16 Luna? S, ci siamo andati!

    Fra il 1970 e il 1976 le sonde automatiche della serie Luna dellUnioneSovietica vi atterrarono, ne riportarono sulla Terra piccoli campioni diroccia e ne percorsero la superficie per vari chilometri, conducendo ana-lisi del terreno e trasmettendo a Terra migliaia di immagini.

    A parte Russia e Stati Uniti, nessun altro paese, finora, riuscitonellimpresa di un allunaggio morbido con o senza equipaggio. Tutta-via Giappone, Stati Uniti, Europa, Cina e India hanno effettuato e tutto-ra effettuano dettagliate esplorazioni della Luna mediante sondeautomatiche collocate in orbita intorno al nostro satellite (Muses-A,Clementine, Lunar Prospector, Smart 1, Selene/Kguya, Change, Chan-drayaan, Lunar Reconnaissance Orbiter).

    Giappone, India e Stati Uniti hanno inoltre fatto precipitare intenzio-nalmente sulla Luna dei veicoli automatici (Selene/Kguya, Chandra-yaan, LCROSS), creando cos crateri artificiali e sollevando nubi dipolvere in modo da poter analizzare a distanza le propriet del suololunare.

    Grazie allenorme quantit di dati scientifici raccolta da queste sonde,oggi disponiamo di una cartografia altimetrica estremamente dettaglia-ta dellintera superficie lunare e ne conosciamo in buona parte la geolo-gia. in questo modo, per esempio, che si scoperto che c acqua sullaLuna, diversamente da quanto si riteneva in precedenza.

    Lesplorazione della Luna continua: per i prossimi anni sono previstevarie missioni nazionali e private con veicoli robotici in grado di allu-nare. Ma non ci sono piani concreti per un ritorno delluomo sullaLuna.

    Dopo le missioni lunari Apollo, la presenza umana nello spazio stataassidua, con frequenti voli russi, statunitensi e cinesi che hanno coin-volto astronauti di molti altri paesi e con veicoli sofisticati come loSpace Shuttle statunitense, ma rimasta confinata nelle immediate vi-cinanze della Terra.

    Passando dalla competizione alla cooperazione, Russia, Stati Uniti, Ca-nada, Europa e Giappone hanno effettuato missioni congiunte e co-struito la Stazione Spaziale Internazionale, abitata ininterrottamenteormai da dieci anni e orbitante intorno alla Terra a circa quattrocentochilometri di quota. Nessun volo spaziale con equipaggio, per, si pi spinto lontano quanto le missioni Apollo.

    I sei sbarchi lunari umani delle missioni Apollo, visti allepoca comepreludio a unesplorazione spaziale sempre pi ampia da parte diastronauti, oggi sembrano essere destinati a restare unici nel loro ge-nere ancora a lungo: straordinari balzi in avanti la cui promessa statapoi abbandonata.

  • 2. Come ci siamo andati 17

    2. Come ci siamo andati

    Per capire le tesi di messinscena lunare e soprattutto le relative smen-tite occorre conoscere per sommi capi la terminologia, la tecnologia elo svolgimento di una missione lunare Apollo. Questo capitolo basa-to sulla missione Apollo 11, la prima a portare luomo sulla Luna.

    2.1 Il lanciatore Saturn VIl missile Saturn V, insieme alveicolo Apollo (Figura 2-1), for-ma un colosso alto 111 metri epesante circa 3000 tonnellate. tuttora il veicolo spaziale pipotente mai realizzato.

    composto da tre stadi, sopra iquali c lApollo, contenentetre astronauti. In cima al missilec poi un razzo, il Launch Esca-pe System, da usare per salvarela capsula con gli astronauti incaso demergenza al decollo.

    Il primo stadio, denominato S-ICe fabbricato dalla Boeing, alto42 metri, ha un diametro di die-ci metri ed dotato di cinqueenormi motori F-1 della Rocket-dyne, che al decollo consumano13,3 tonnellate di cherosene(RP-1) e ossigeno liquido al se-condo per portare lintero Sa-turn V a una quota di circa 68chilometri e a una velocit dicirca 9900 km/h.

    Questarrampicata avviene in poco pi di due minuti e mezzo, dopo iquali lo stadio viene sganciato e ricade per distruggersi nellOceanoAtlantico.

    Figura 2-1. Il Saturn V dellApollo 11 sullapiattaforma di lancio. Dettaglio della foto

    S69-38660.

  • 18 Luna? S, ci siamo andati!

    Il secondo stadio, denominato S-II, usaidrogeno e ossigeno liquidi per alimenta-re i suoi cinque motori J-2 e proseguire lacorsa verso lo spazio, raggiungendo unavelocit di quasi 25.000 chilometri lora euna quota di circa 182 chilometri noveminuti dopo il decollo, per poi esseresganciato e distrutto come lo stadio pre-cedente. Da soli, questi due stadi rappre-sentano i nove decimi del pesocomplessivo del Saturn V.

    Per raggiungere la velocit di 28.000km/h necessaria per orbitare intornoalla Terra a 188 km di quota occorre an-che la spinta del terzo stadio, lS-IVB, ilcui unico motore J-2, a differenza deiprecedenti, riavviabile a comando.

    Poco meno di dodici minuti dopo il lan-cio, gli astronauti sono in unorbita diparcheggio terrestre, dove effettuanovari controlli dellefficienza dei sistemidi bordo.

    Dopo unorbita e mezza, a due ore e 44minuti dalla partenza dalla Florida, vie-ne riavviato per quasi sei minuti il mo-tore del terzo stadio, che accelera ilveicolo fino a 39.000 km/h in direzionedella Luna, lontana circa 400.000 chilo-metri (la distanza Terra-Luna varia ogni27,3 giorni da 363.100 a 405.700 km dacentro a centro).

    Il veicolo a questo punto ha la configu-razione mostrata in Figura 2-3 e proce-de per inerzia, a motori spenti, verso lapropria destinazione, rallentando pro-gressivamente per via dellattrazionegravitazionale della Terra per poi riac-celerare avvicinandosi alla Luna.

    Durante i tre giorni di viaggio gli astro-nauti, assistiti dai computer di bordo edalle osservazioni e misurazioni effet-tuate da Terra, compiono lievi correzioni Figura 2-2. Un Saturn V.

  • 2. Come ci siamo andati 19

    di traiettoria e una manovra estrema-mente delicata di sgancio, rotazione eriaggancio per predisporre il veicoloApollo alla missione lunare e abbando-nare il terzo stadio del Saturn V.

    2.2 Il veicolo ApolloI tre astronauti viaggiano nel modulo dicomando (Command Module o CM, laparte conica in alto in Figura 2-3), largoquattro metri e alto tre e mezzo, conuno spazio abitabile di circa sei metricubi: meno del vano di carico di un fur-gone.

    A bordo non ci sono servizi igienici: perraccogliere i rifiuti solidi vengono usatispeciali sacchetti, mentre lurina vienescaricata attraverso un tubo.

    Il CM dotato di piccoli razzi di mano-vra, di uno scudo termico per dissipareil calore prodotto dal rientro nellatmo-sfera terrestre e di tre paracadute: in-fatti lunica parte dellintero veicolo chetorna a Terra.

    Al modulo di comando collegato ilmodulo di servizio (Service Module o SM,la parte cilindrica in alto in Figura 2-3),che contiene il propellente per il motoreprimario a ugello orientabile e per i sedi-ci motori di manovra (quattro gruppi diquattro, disposti a croce) e gran partedellossigeno, dellacqua, dellalimenta-zione elettrica e dei sistemi di comunica-zione radiotelevisivi e di trasmissionedati necessari per lo svolgimento dellamissione.

    Allinterno di una carenatura aerodina-mica (mostrata in trasparenza in Figura2-3) che lo raccorda allo stadio S-IVB cil modulo lunare (Lunar Module o LM),

    Figura 2-3. Dallalto: CM, SM, LM eS-IVB.

  • 20 Luna? S, ci siamo andati!

    ossia il veicolo utilizzato da duedei tre astronauti per scenderesulla Luna e ripartirne.

    Dato che viene utilizzato soltan-to nel vuoto dello spazio, il mo-dulo lunare non ha bisogno diavere una forma aerodinamica eper ridurre il propellente neces-sario stato privato di ognipeso superfluo: sono stati sacri-ficati persino i sedili degli astro-nauti, che infatti pilotanostando in piedi.

    Il modulo lunare alto settemetri, pesa complessivamentecirca quindici tonnellate ed di-viso in due stadi, mostrati sepa-rati in Figura 2-4.

    Lo stadio di discesa (Descent Sta-ge) la parte inferiore ottagona-le: ha un motore orientabile perfrenare la discesa verso la Luna,quattro zampe datterraggio am-mortizzate e vani per contenerestrumenti scientifici, acqua, pro-pellente e, dallApollo 15 in poi,lautomobile elettrica Rover.

    Lo stadio di risalita (Ascent Sta-ge) contiene la stretta cabinapressurizzata degli astronauti(4,5 metri cubi), anchessa privadi servizi igienici, le provviste(ossigeno, cibo e una riservadacqua), i computer di bordo,gli impianti radio e TV, il motoredi risalita, i sedici motori di ma-novra, (disposti a gruppi diquattro come nellSM) e i relativiserbatoi di propellente.

    Sul lato anteriore del modulo di risalita, gli astronauti hanno due fine-strini triangolari per vedere il suolo lunare durante la discesa e un por-tello da attraversare carponi, indossando uningombrante tuta spaziale,

    Figura 2-4. Spaccato del modulo lunare.

    Figura 2-5. Un LM mai utilizzato, custoditoal National Air and Space Museum di

    Washington. Credit: Wikipedia(tinyurl.com/wikip-lm).

  • 2. Come ci siamo andati 21

    per raggiungere la superficie della Luna usando una scaletta collocatasu una zampa dello stadio di discesa, come mostra in Figura 2-5 lesem-plare inutilizzato che conservato al National Air and Space Museum diWashington, D.C.

    A fine escursione, gli astronauti ripartono dalla Luna a bordo dello sta-dio di risalita, utilizzando lo stadio di discesa come rampa di lancio. Laparte inferiore del veicolo rimane cos sulla superficie lunare.

    2.3 Manovre e rendez-vous vitaliIl successo della missione e lasopravvivenza degli astronautidipendono da alcune manovremolto delicate di sgancio eriaggancio durante il viaggio edi rendez-vous (incontro in orbi-ta) intorno alla Luna.

    Come mostra la sequenza di Fi-gura 2-6, durante il viaggio ver-so la Luna, circa tre ore dopo ildecollo, il modulo di comandoe quello di servizio (denominaticomplessivamente CSM, Com-mand and Service Module) sisganciano dal resto del veicolo(il terzo stadio e il modulo luna-re) usando i razzi di manovra elo precedono di alcuni metri.

    La carenatura del modulo lunare, divisa in quattro pannelli, viene espulsa,scoprendo il modulo stesso. Gli astronauti ruotano il CSM di 180 gradi,puntandone il muso verso il modulo lunare (LM). Poi pilotano il CSM inmodo da agganciare il LM ed estrarlo dal terzo stadio.

    Il CSM e il LM proseguono verso la Luna, mentre il motore del terzostadio viene riacceso per fargli cambiare traiettoria: viene mandato aorbitare intorno al Sole oppure, nelle missioni Apollo dalla 13 in poi, aschiantarsi sulla Luna per creare un sisma artificiale, registrabile dai si-smografi collocati dalle missioni precedenti e utile per sondare lastruttura interna del corpo celeste.

    A questo punto il CSM e il modulo lunare sono collegati da un tunneldi passaggio, che nei giorni successivi viene aperto e pressurizzato. Il

    Figura 2-6. Estrazione del modulo lunare.

  • 22 Luna? S, ci siamo andati!

    LM viene attivato, verificato e preparato per la discesa sulla Luna. Manmano che il veicolo si avvicina alla sua destinazione, leffetto frenantedella gravit terrestre si attenua e la velocit aumenta grazie allattra-zione gravitazionale lunare.

    Gli astronauti devono puntare di nuovo allindietro il veicolo Apolloper accendere pi volte il motore principale del modulo di servizio efrenare la caduta, mentre sono dietro la Luna, collocando gradualmen-te il veicolo in unorbita quasi circolare intorno al satellite, a una quotavariabile fra 114 e 138 km e a una velocit di circa 5900 km/h.

    I due astronauti che dovranno camminare sulla Luna si trasferiscononel modulo lunare, lasciando nel modulo di comando il loro collega, esganciano il LM. Dopo una breve ispezione visiva e una prova finaledei sistemi di bordo, puntano il LM in modo che lo stadio di discesa siaorientato in avanti e ne accendono il motore.

    Sulla Luna non c atmosfera che permetta planate o luso di paraca-dute: la manovra dipende dal perfetto funzionamento dellunico mo-tore di discesa, che deve ridurre la velocit da 5900 km/h a zero nelcorso di dodici minuti e poi consentire al modulo lunare di restare li-brato sopra la superficie per il tempo necessario per trovare un puntosicuro per latterraggio. I margini di riserva sono ridottissimi.

    Raggiunta la superficie lunare,gli astronauti compiono una opi escursioni per effettuare at-tivit scientifiche (la Figura 2-7mostra Aldrin durante la mis-sione Apollo 11), seguiti da unatelecamera che trasmette in di-retta verso la Terra. Usano tutespaziali dotate di un sistema disopravvivenza autonomo e,nelle missioni pi sofisticate, unveicolo elettrico che consentespostamenti di vari chilometri.Il record di durata spetta allequi-paggio dellApollo 17, con oltre22 ore in tre escursioni.

    Gettando fuori tutta la zavorra possibile, i due astronauti ripartonousando il modulo di risalita: devono farlo in un istante ben preciso perpoter incontrare il CSM che sta orbitando intorno alla Luna e aggan-ciarlo. Se lunico motore di risalita non si accender al momento esat-to, resteranno intrappolati sulla Luna. Se il motore non erogher laspinta giusta o i calcoli della manovra risulteranno errati, orbiteranno

    Figura 2-7. Buzz Aldrin sulla Luna. Dettagliodella foto AS11-40-5872.

  • 2. Come ci siamo andati 23

    con la traiettoria sbagliata o sischianteranno. Se il rendez-vousfallir, saranno condannati aperire mentre il loro collega ri-masto in orbita li abbandonerper tornare da solo sulla Terra.

    Completato con successo il ren-dez-vous (Figura 2-8), gli astro-nauti lunari ritornano nelmodulo di comando insieme alproprio carico di rocce, fotogra-fie e riprese cinematografiche esganciano lo stadio di risalitadel modulo lunare, che ricadesulla Luna, mentre gli strumenticollocati sulla superficie selenicatrasmettono i propri dati agliscienziati sulla Terra.

    Dopo un periodo di riposo everifica dei sistemi del veicolo,gli astronauti ordinano al mo-dulo di comando e servizio diriaccendere il proprio motoreprincipale per accelerare e la-sciare lorbita lunare, tornandoverso la Terra, dove arrivanodopo circa tre giorni di viaggio.

    2.4 Rientro roventePoco prima di raggiungere latmosfera terrestre anche il modulo diservizio viene sganciato. Del colosso alto 111 metri partito pochi giorniprima resta a questo punto soltanto una piccola capsula conica altatre metri e mezzo, che precipita a circa 38.000 km/h e non ha motoridi frenata.

    Per rallentare pu sfruttare esclusivamente lattrito con laria: la capsu-la si dispone con lo scudo termico in avanti e lapice allindietro, persopportare temperature fino a 2700C, e deve infilare una traiettoria ilcui angolo deve essere compreso fra 5,5 e 7,5 gradi.

    Se langolo di rientro troppo basso, la capsula trapasser solo glistrati alti dellatmosfera e si perder nello spazio; se troppo alto, il ca-

    Figura 2-8. Il LM dellApollo 11 risale dallaLuna. Dettaglio della foto AS11-44-6643.

  • 24 Luna? S, ci siamo andati!

    lore sar eccessivo e distrugge-r prematuramente lo scudotermico, trasformando veicolo eastronauti in una meteora in-candescente.

    Questa fase del rientro sottopo-ne inoltre gli astronauti a unadecelerazione violenta (fino a 7g, equivalenti ad avere settevolte il proprio peso normale) egenera un muro daria ionizzatache per alcuni minuti blocca lecomunicazioni radio: da terranon c modo di conoscerelesito della manovra fino aquando la capsula rallenta tan-to da poter aprire i propri para-cadute stabilizzatori, a circa7000 metri di quota, e le comu-nicazioni radio riprendono. I tre paracadute primari si aprono a 3000metri daltezza.

    La capsula ammara (Figura 2-9) nellOceano Pacifico, dove rimane finoa quando viene raggiunta in elicottero dalle squadre di recupero. Gliastronauti vengono caricati sullaeromobile con un verricello e trasferi-ti su una portaerei; un altro elicottero recupera la capsula e il suo pre-zioso carico scientifico.

    Per le prime missioni Apolloche sbarcano sulla Luna, al ri-torno gli astronauti indossanotute sigillate non appena uscitidalla capsula e vengono messiin quarantena in camere erme-tiche per paura di eventualigermi lunari (Figura 2-10). Que-sta precauzione verr abbando-nata a partire dalla missioneApollo 15 e gli astronauti saran-no liberi di partecipare subitoai festeggiamenti organizzati inloro onore.

    Figura 2-10. Armstrong, Collins e Aldrininsieme al presidente Richard Nixon.

    Figura 2-9. Ammaraggio dellApollo 16. FotoAP16-S72-36293 (dettaglio).

  • 2. Come ci siamo andati 25

    2.5 I costi del programma ApolloPortare luomo sulla Luna fu unimpresa molto costosa. I rendicontidellamministrazione statunitense pubblicati nel 19736 indicarono chela spesa complessiva per il programma Apollo era stata di 25,4 miliardidi dollari distribuiti su dieci anni. Espresso in dollari del 2005,questimporto equivale a circa 170 miliardi.7

    La percezione di unimpresa faraonica ed economicamente insosteni-bile fu molto comune allepoca (nonostante il fatto che lintera cifraveniva spesa sulla Terra e permetteva di formare unintera generazionedi scienziati e tecnici e di sviluppare innumerevoli tecnologie tuttorain uso), contribu alla chiusura anticipata del programma Apollo unavolta raggiunto il suo obiettivo politico primario e persiste ancoraoggi a proposito di tutta lesplorazione spaziale.

    Da decenni lopinione pubblica sovrastima erroneamente e di granlunga i costi delle missioni Apollo e dei viaggi spaziali in generale. Peresempio, un sondaggio del 1997 indic che i cittadini americani stima-vano in media che la NASA assorbisse il 20% dellintero bilancio fede-rale degli Stati Uniti, mentre la percentuale reale sempre statainferiore all1%, ad eccezione degli anni dellApollo, quando raggiunseun picco massimo del 2,2% nel 1966.8

    A titolo di paragone, la spesa annuale statunitense per la difesa am-montava nel 2005 a 493,6 miliardi di dollari, quella per la previdenzasociale a 518,7 miliardi e quella per lassistenza sanitaria a 513 miliardi,secondo il Congressional Budget Office. In altre parole, gli Stati Unitispendono per la difesa ogni anno circa tre volte il costo dellintero pro-gramma Apollo.

    Dividendo il costo del programma per la popolazione americanadellepoca (202 milioni di abitanti nel 1969), risulta che andare sullaLuna cost circa 84 dollari (del 2005) a ogni americano per dieci anni:lequivalente di una ventina di pacchetti di sigarette lanno. I consu-matori americani spendono in prodotti basati sul tabacco 90 miliardidi dollari lanno:9 quanto basta per ripagare il programma Apollo ognidue anni.

    6 House Subcommittee on Manned Space Flight of the Committee on Science and Astronau-tics, 1974 NASA Authorization, Hearings on H.R. 4567, 93/2, Part 2, pag. 1271.

    7 A Budgetary Analysis of NASAs New Vision for Space, Congressional Budget Office, settem-bre 2004.

    8 Public Opinion Polls and Perceptions of US Human Spaceflight, Roger D. Launius (2003);The Manhattan Project, Apollo Program, and Federal Energy Technology R&D Programs: AComparative Analysis, Deborah D. Stine (2009).

    9 Economic Facts About U.S. Tobacco Production and Use, Centers for Disease Control andPrevention, Cdc.gov (2012).

  • 26 Luna? S, ci siamo andati!

    Ma la percezione, in politica e nellopinione pubblica, spesso contamolto pi della realt.

    * * *

    Questo, in sintesi, lo svolgimento di una missione lunare con le tec-nologie degli anni Sessanta: costi elevati, margini derrore minimi, altepossibilit di fallimento, senza alcuna possibilit di salvataggio, contutto il mondo che osserva in diretta TV e il prestigio di una nazione ingioco. anche per questo che nessuno ha pi messo piede sulla Luna.

  • 3. Le prove degli sbarchi 27

    3. Le prove degli sbarchi

    Le presunte prove presentate dai sostenitori delle tesi di messinscena sononumerosissime e in una discussione spesso non ci si pu soffermare a smon-tarle una per una come far invece la seconda parte di questo libro. Ma si puusare un altro approccio, che taglia la testa al toro: presentare le prove pichiare e schiaccianti del fatto che siamo andati davvero sulla Luna.

    Se abbiamo dimostrazioni semplici e inoppugnabili della realt dellemissioni lunari, evidente che qualunque argomentazione portata dailunacomplottisti per forza sbagliata. Perch sia sbagliata lo si potrvedere poi, ma almeno si partir da questo dato di fatto.

    Esistono argomentazioni che rendano evidente la realt delle missionilunari anche a un profano? A prima vista sembra difficile poter dimo-strare un evento accaduto quarantanni fa, su un corpo celeste a400.000 chilometri di distanza da noi, visto che non possiamo andare la verificare di persona e che la maggior parte delle pezze dappoggio,per cos dire, arriva da una fonte unica e oltretutto di parte: la NASA.

    Ma la risposta s: le prove esistono, anche se non sono quelle che vie-ne spontaneo immaginare, e sono unottima occasione per conosceremeglio il mondo affascinante dellesplorazione spaziale.

    3.1 La documentazioneIl programma spaziale statunitense ha generato una quantit smisura-ta di manuali tecnici e schemi di progetto per ogni pi piccolo com-ponente dei veicoli, migliaia di articoli e dati scientifici, checklist,procedure, misurazioni, bilanci, contratti, ordini dacquisto, rapportidispezione, cartelle esplicative per la stampa, resoconti di missione,referti medici, analisi di campioni, trascrizioni integrali delle comunica-zioni radio e molto altro ancora (Figure 3-1 e 3-2). Questa documenta-zione include fotografie di altissima qualit, dirette radio e televisive,riprese cinematografiche, telemetrie e registrazioni audio di bordo.

    Le sei missioni lunari Apollo scese sulla Luna produssero oltre 6500 foto-grafie, insieme a decine di ore di riprese TV e filmati a colori: e questo soltanto il materiale girato sul suolo lunare, al quale si aggiunge tutto quel-lo realizzato durante il viaggio di andata e quello di ritorno.

  • 28 Luna? S, ci siamo andati!

    Tutto questo materiale pubbli-camente disponibile da decennia chiunque su semplice richiestae dietro rimborso dei costi deisupporti, secondo le norme ditrasparenza del Freedom of In-formation Act. Inoltre oggi an-che liberamente scaricabile daInternet o acquistabile su sup-porto digitale o in volumi carta-cei, come indicato nellabibliografia in fondo a questo li-bro. Risulta coerente e senzacontraddizioni, salvo gli inevita-bili refusi ed errori minori diqualunque grande progetto.

    Questa vastissima documenta-zione viene studiata da oltrequarantanni dai migliori spe-cialisti di tutto il mondo, perchcostituisce un riferimento fon-damentale per le missioni luna-ri moderne di vari paesi. allabase di innumerevoli innova-zioni scientifiche e di tecnolo-gie di uso quotidiano, dainavigatori GPS ai telefonini, percui se fosse falsa questi disposi-tivi non funzionerebbero o lacontraddirebbero.

    Oggi, inoltre, viene analizzatacon tecniche che non esisteva-no allepoca e contro le qualinon era quindi possibile pre-munirsi fabbricando un falso sumisura.

    Se questa immensa massa didati fosse fasulla, insomma, gliesperti dei vari paesi del mon-do se ne sarebbero accorti. Fal-sificare in modo perfettamentecoerente e a prova di futuro tutte queste informazioni sarebbe statopi difficile che andare sulla Luna per davvero.

    Figura 3-1. Un esempio della vastissimadocumentazione delle missioni: uno studio

    sulla scelta dei siti di allunaggio.

    Figura 3-2. Un altro esempio delladocumentazione tecnica pubblicamente

    consultabile.

  • 3. Le prove degli sbarchi 29

    Controlli incrociatiNei quarantanni che ormai ci separano dalle imprese lunari, lerroretecnico pi grave trovato finora che la NASA sbagli nel dichiararecon disappunto che non cerano foto del primo uomo sulla Luna, NeilArmstrong, scattate durante la storica escursione dellApollo 11, e chetutte le fotografie del primo sbarco mostravano invece Buzz Aldrin, ilsecondo uomo a mettere piede sul nostro satellite nel corso della me-desima missione, pochi minuti dopo Armstrong.

    Nel 1987 il controllo incrociato fra immagini, trascrizioni delle comuni-cazioni radio e resoconti degli astronauti, effettuato dai ricercatori in-dipendenti H. J. P. Arnold e Keith Wilson e pubblicato nella rivistaSpaceflight,10 rivel che alcune foto in realt ritraevano Armstrong an-zich Aldrin. Lequivoco era stato facilitato dal fatto che le tute dei dueastronauti non avevano i segni distintivi adottati in seguito (dallApol-lo 13 in poi, la tuta del comandante fu dotata di bande rosse) e che ilprogramma dellescursione sulla Luna prevedeva esplicitamente chefosse soltanto Armstrong a fotografare il compagno e non viceversa.

    Grazie a questa ricerca, oggisappiamo che ci sono in tuttosei fotografie a figura intera oparziale di Armstrong sullaLuna: la migliore la AS11-40-5886 (la Figura 3-3 ne mostraun dettaglio). Certo, non ungranch, ma meglio di niente,e soprattutto dimostra che icontrolli incrociati indipendentieffettuati sui dati delle missionisono meticolosi ed efficaci eche la parola dellente spazialestatunitense non viene presacome oro colato ma sottopostaa continue verifiche.

    Va sottolineato, inoltre, che lascoperta dellerrore commessodalla NASA non merito dei lu-nacomplottisti ma dei ricerca-tori esperti di storia dellastronautica e del loro paziente lavoro di veri-fica, consultazione delle fonti e riscontro.

    Purtroppo questerrore rimasto senza rettifica per diciottanni, per cuiha fatto in tempo a diffondersi. Anche fonti solitamente rigorose ripor-10 Spaceflight, agosto e dicembre 1987; AS11-40-5886, di Eric M. Jones, Nasa.gov (1995).

    Figura 3-3. Neil Armstrong sulla Luna.Dettaglio della foto AS11-40-5886.

  • 30 Luna? S, ci siamo andati!

    tano tuttora che non vi sono foto di Armstrong scattate sulla Luna du-rante lescursione, arrivando a dire talvolta che il suo compagno Aldrinsi rifiut di fotografarlo per ripicca per non essere stato scelto come pri-mo uomo a mettere piede sul suolo lunare.11

    Le altre immagini lunari di Armstrong sono etichettate AS11-40-5894 (inombra, sottoesposta), AS11-40-5895 (solo le gambe), AS11-40-5896 (an-cora le gambe), AS11-40-5903 (riflesso nella visiera di Aldrin) e AS11-40-5916 (parziale, di spalle). Armstrong comunque ben presente nelle ri-prese televisive in bianco e nero e in quelle cinematografiche a colori.

    Gi qui si pu fare una riflessione: se le foto del primo sbarco sullaLuna fossero state realizzate in studio a scopo di propaganda, perchmai la NASA non avrebbe creato neanche unimmagine iconica delprimo uomo sulla Luna da dare in pasto ai media, fornendo invece sol-tanto immagini del secondo?

    Le fotografieMolti pensano che le missioni lu-nari, soprattutto le prime, abbia-no scattato soltanto qualche fotodi bassa qualit perch i mediapubblicano sempre le solite im-magini e spesso attingono a vec-chie copie analogiche, chehanno subito numerosissimi pas-saggi di duplicazione, invece diusare scansioni digitali moderne.

    In realt la prima missione lu-nare, lApollo 11, scatt ben 340foto sulla Luna, usando pellico-le sia in bianco e nero sia a colori di grandi dimensioni (70 mm, Figura3-4) caricate su speciali fotocamere motorizzate della Hasselblad, do-tate di obiettivi Zeiss di altissima qualit (Figura 3-5): in altre parole, ilmassimo della tecnologia fotografica portatile dellepoca.

    I viaggi successivi ne scattarono ancora di pi: la missione Apollo 17,per esempio, torn sulla Terra con un bottino di ben 2237 foto lunari.

    Tutte queste pellicole, tuttora conservate a -17C negli archivi NASA delJohnson Space Center a Houston, in Texas, sono state digitalizzate: le im-magini corrispondenti sono disponibili presso www.apolloarchive.com

    11 Lo ha fatto, per esempio, il programma Ulisse, condotto da Alberto Angela, nella puntatatrasmessa da Raitre il 22/9/2007 e replicata il 23/5/2009.

    Figura 3-4. Armstrong, Collins e Aldrinesaminano i rullini in formato 70 mm. Foto

    NASA AP11-69-H-1247.

  • 3. Le prove degli sbarchi 31

    ed eol.jsc.nasa.gov con risolu-zioni fino a 4400 x 4600 pixeloppure in libri come Full Moondi Michael Light o Moonfire diNorman Mailer.

    Queste scansioni di altissimaqualit restituiscono alle imma-gini i colori e dettagli originali,offrendo una visione assai picompleta, fresca e spettacolaredelle escursioni lunari di qua-rantanni fa. Oltre ad essere unasplendida testimonianza, permettono di verificare la coerenza delladocumentazione delle missioni lunari attraverso una serie di controlliincrociati.

    Per esempio, limmagine AS11-40-5903 (la celeberrima foto del turista,scattata da Neil Armstrong a Buzz Aldrin durante la missione Apollo11) circola spesso nella forma e con la qualit mostrate in Figura 3-6.Ma se si consulta la scansione diretta della pellicola originale (Figura3-7) emergono colori ben diversi e pi vivi e uninquadratura moltopi ampia, che include una zampa del modulo lunare e una delle asteutilizzate dal veicolo come sensore di contatto con il terreno, situatesotto le zampe e piegatesi dopo lallunaggio.

    La fotografia originale, inoltre, storta: la fotocamera lunare dellApol-lo 11 non aveva un mirino e gli astronauti inquadravano alla buona,confidando nellampio angolo di ripresa dellobiettivo e traguardandolungo lasse dellapparecchio fotografico. Di solito il metodo funziona-va, ma in questo caso manc poco che Armstrong decapitasse Aldrinnella migliore tradizione delle foto turistiche (infatti lantenna radiocollocata sullo zaino troncata dallinquadratura). Per tutte queste ra-gioni, questa fotografia spesso viene pubblicata nei media raddrizzan-dola e aggiungendo una fetta di cielo finto.

    La scansione di alta qualit rivela molti dettagli del suolo che primaerano cancellati dalleccessivo contrasto e dalle ripetute duplicazioni emette in luce la nitidezza dellimmagine fino allorizzonte, senza trac-cia delloffuscamento atmosferico tipico delle foto scattate sulla Terra:segno di una ripresa effettuata nel vuoto. La direzione delle ombre ela visibilit dellasta e della zampa del modulo lunare permettono inol-tre di collocare Aldrin rispetto al veicolo.

    Si nota inoltre che lastronauta ha il sole alle spalle, ma comunque il-luminato dalla luce solare che rimbalza sul suolo e sulla pellicola pro-tettiva riflettente che riveste il modulo lunare.

    Figura 3-5. Una fotocamera lunareHasselblad 500EL.

  • 32 Luna? S, ci siamo andati!

    Emerge anche un particolare prezioso che poco visibile nella versio-ne di bassa qualit che viene solitamente presentata. Nella visiera diAldrin, infatti, c il riflesso deformato del modulo lunare e dellastro-nauta che sta scattando la foto, Neil Armstrong.

    Ingrandendo questa scansione, rovesciandola per togliere leffettospeculare e correggendola digitalmente per toglierne la dominantedorata si ottiene il dettaglio di Figura 3-8, che mostra nitidamentequello che stava davanti ad Aldrin dalla sua visuale: il modulo lunare asinistra, Armstrong al centro, la bandiera americana sopra lombra diAldrin e il telo verticale dellesperimento sul vento solare a destra.

    Figura 3-6. La classica immagine di Buzz Aldrin sulla Luna, AS11-40-5903, come lamostra la JSC Digital Image Collection.

  • 3. Le prove degli sbarchi 33

    Si nota, inoltre, che la porzione di zampa del modulo lunare che sivede nella foto complessiva corrisponde esattamente allimmagine vi-sibile nel riflesso della visiera.

    Falsificare cos bene non una, ma ben 340 fotografie, rendendole per-fettamente coerenti fra loro e rispetto alle comunicazioni radio e alleriprese TV e cinematografiche non sarebbe stato certo banale, soprat-tutto usando le tecnologie analogiche dellepoca e considerando chesecondo alcune tesi lunacomplottiste sarebbe poi stato necessario fal-sificare perfettamente anche tutte le fotografie delle missioni successi-ve. Ma non tutto.

    Nellingrandimento della foto di Aldrin emerge un dettaglio invisibilenelle versioni a bassa qualit: un puntino azzurro nel cielo nero. la

    Figura 3-7. Una scansione migliore e integrale della stessa immagine, AS11-40-5903.Fonte: Eol.jsc.nasa.gov.

  • 34 Luna? S, ci siamo andati!

    Terra. Il puntino sta esattamente nella posizione del cielo lunare, vistodal luogo dello sbarco, in cui si trovava il nostro pianeta fra il 20 e il 21luglio 1969.12 Lo si pu verificare facilmente con un buon programmadi astronomia o chiedendo il consulto di un astronomo.

    Questo il livello meticoloso di dettaglio che una falsificazione avreb-be dovuto ottenere su circa 6500 fotografie e su ore di riprese video esu pellicola cinematografica, e questo il genere di controllo incrocia-to che possibile effettuare sui dati pubblici delle missioni lunari.Quanto sarebbe stato difficile creare una messinscena tenendo tracciaperfettamente di tutti questi particolari?

    12 I dettagli del calcolo sono in Apollo 11 Image Library di Eric M. Jones e Ken Glover, Nasa.gov(2013). In uno specifico punto della Luna, la Terra sempre nella stessa posizione in cielo, aparte lievi spostamenti prodotti dalla cosiddetta librazione, per cui la data ha unimportanzarelativa. Vista dalla Luna, la Terra ha un diametro quattro volte maggiore di quello della Lunavista dalla Terra: nella foto di Figura 3-8 la Terra appare come un puntino perch riflessa dauna superficie sferica, che rimpiccolisce gli oggetti, specialmente verso il proprio bordo.

    Figura 3-8. Il riflesso nella visiera di Aldrin, rovesciato e corretto cromaticamente,mostra quello che vedeva lastronauta fotografato. Credit: NASA, Kipp Teague, Apollo

    11 Image Library.

  • 3. Le prove degli sbarchi 35

    La diretta TVIl controllo incrociato si estendeanche alle riprese televisive in-viate in diretta dalla Luna (Figu-ra 3-9). Le foto furono scattatequasi sempre mentre gli astro-nauti erano inquadrati dalla te-lecamera portata sulla Luna, percui sono confrontabili con le im-magini TV. Finora tutti i riscontrihanno dato esito positivo.

    Le riprese TV coprono quasi in-tegralmente ciascuna delle pas-seggiate lunari (eccetto quella dellApollo 12, la cui telecamera si guastpochi minuti dopo linizio dellescursione): per le missioni pi lunghe cisono quindi decine di ore, con lunghissime sequenze ininterrotte, tuttea colori (tranne quelle della prima missione) e tutte disponibili al pubbli-co, per esempio tramite gli ottimi DVD della Spacecraft Films.

    Nelle dirette, inoltre, si osservano ripetutamente vari fenomeni chepossono verificarsi soltanto in un ambiente privo daria e con gravitridotta ed erano impossibili da realizzare con gli effetti speciali cine-matografici dellepoca, come descritto in dettaglio pi avanti.

    Le riprese cinematograficheGli astronauti portarono anchecineprese professionali con pel-licola a colori in formato 16mm. La Figura 3-10, per esem-pio, mostra Armstrong mentrescende lungo la scaletta delmodulo lunare per compiere ilprimo passo sulla Luna.

    La prima ora e mezza della suaescursione insieme ad Aldrin quindi documentata nitida-mente a colori su pellicola cinematografica oltre che nelle foto e nelladiretta TV. Anche queste riprese permettono controlli incrociati. Peresempio, la Figura 3-11 un dettaglio del fotogramma della ripresa ci-nematografica del saluto di Aldrin alla bandiera: lo stesso istante cat-turato, da unaltra angolazione, dalla celebre foto di Figura 3-12.

    Figura 3-9. Un fotogramma della direttatelevisiva dellApollo 11.

    Figura 3-10. Armstrong scende sulla Luna.

  • 36 Luna? S, ci siamo andati!

    Come le dirette televisive, anche questo materiale filmato (tutto pub-blicamente disponibile) mostra fenomeni che si verificano soltanto inassenza daria e in bassa gravit, e lo fa con la nitidezza e la ricchezzadi colori della pellicola cinematografica.

    Un conto, infatti, nascondere trucchi (per esempio gli ipotetici filiche secondo alcuni lunacomplottisti renderebbero leggeri i movimen-ti degli astronauti) in unimmagine televisiva sgranata; un altro celarliallocchio ben pi acuto della cinepresa.

    Inoltre si pone comunque il problema di dover realizzare questi pre-sunti trucchi in lunghe sequenze senza interruzioni e senza gli stac-chi e i cambi dinquadratura che il mondo del cinema usa pernascondere i limiti dei suoi effetti speciali.

    Altre fonti informativePer dare unidea di quanto sia ricca la documentazione riguardante lemissioni lunari, va segnalato che la cronologia completa delle escursio-ni, con le registrazioni e le trascrizioni commentate di ogni singola frasepronunciata, foto scattata e azione effettuata sulla Luna dagli astronauti, consultabile nellApollo Lunar Surface Journal (www.hq.nasa.gov/alsj).

    Figura 3-11. Apollo 11: Aldrin saluta la bandiera mentre Armstrong lo fotografa.Dettaglio tratto dalla ripresa cinematografica su pellicola 16 mm.

  • 3. Le prove degli sbarchi 37

    Oltre alla manualistica NASA vi sono numerosissimi libri tecnici dedicatialle missioni Apollo e scritti da esperti di astronautica, come lApollo Defi-nitive Sourcebook di Orloff e Harland, How Apollo Flew to the Moon di Da-vid Woods e A Man on the Moon di Andrew Chaikin, e le biografie degliastronauti lunari e dei direttori del Controllo Missione a Houston (Failureis not an Option di Gene Kranz, Flight di Christopher Kraft); di quasi tuttiquesti testi, per, manca una traduzione italiana (la bibliografia in fondo aquesto libro elenca alcuni testi tecnici disponibili in italiano).

    Esiste anche unenorme quantit di materiale filmato riguardante ogniaspetto della progettazione e costruzione dei veicoli e della realizzazio-ne dei lanci spaziali, disponibile sia in forma grezza integrale (presso sitiInternet come Archive.org e Footagevault.com e in DVD) sia nella vestedi grandi documentari come When We Left Earth, In the Shadow of theMoon e For All Mankind, alcuni dei quali sono stati tradotti in italiano.

    Figura 3-12. Apollo 11: Aldrin saluta la bandiera. Foto AS11-40-5874.

  • 38 Luna? S, ci siamo andati!

    Internet offre anche molti siti specialistici dedicati alla documentazionee catalogazione minuziosa della storia dellastronautica, come la vastis-sima Encyclopedia Astronautica (in inglese, presso Astronautix.com) elitaliano ForumAstronautico.it. Anche le tesi di messinscena lunare ven-gono esaminate e smontate in dettaglio dagli esperti in siti come Abo-veTopSecret.com, Clavius.org, SiamoAndatiSullaLuna.com e molti altrielencati nella bibliografia in fondo a questo libro.

    3.2 Verifica incrociata: il ritardo radioUno splendido esempio di come tutto questo materiale tecnico siaesaminabile, verificabile e coerente, anche in maniere impreviste epoco intuitive, arriva da una ricerca condotta proprio in Italia da LucaGirlanda, dellINFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) di Pisa, insie-me agli studenti del Liceo Scientifico E. Fermi di Massa e del LiceoScientifico A. Vallisneri di Lucca.13 Girlanda e gli studenti hanno scari-cato dal sito Internet della NASA le registrazioni delle comunicazioniradio delle missioni lunari e hanno notato che nelle registrazioni cleco della voce del Controllo Missione sulla Terra.

    Laudio del segnale radio dallaTerra, infatti, arrivava nelle cuffiedegli astronauti e veniva capta-to anche dai loro microfoni (Fi-gura 3-13) e quindi ritrasmesso aTerra. Gli studenti hanno misura-to la durata di questandata e ri-torno alla velocit della luce:circa 2,6 secondi per lApollo 11.Hanno poi calcolato che perprodurre questo ritardo, la Lunadoveva trovarsi a circa 393.000chilometri di distanza.

    Ma la Luna varia mensilmentela propria distanza dalla Terra,nel corso dellorbita, da 363.100a 405.700 chilometri. Una varia-zione non da poco, grazie alla quale il ritardo di andata e ritorno oscil-la fra 2,4 e 2,7 secondi. Quanto distava la Luna il 21 luglio 1969? Ce lo

    13 Echoes from the Moon, Luca Girlanda, INFN Sezione di Pisa, in American Journal of Physics, set-tembre 2009, vol. 77, Issue 9, pagg. 854-857. La ricerca tiene conto delle variazioni dovute allarotazione terrestre e del fatto che trasmittente e ricevente non erano nel centro geometricodei rispettivi corpi celesti.

    Figura 3-13. Neil Armstrong nel LM, stancoma felice dopo la prima escursione umana

    sulla Luna. Foto AS11-37-5528.

  • 3. Le prove degli sbarchi 39

    dicono i calcoli degli astronomi: 393.300 chilometri. Quindi il ritardoradio presente da quarantanni nella documentazione sonora dellaNASA proprio quello giusto.

    Fin qui, direbbe un lunacomplottista, non ci sarebbe voluto molto perfabbricare un falso: sarebbe stato sufficiente inserire un ritardo fisso. Mac di pi. Gli studenti hanno ripetuto lesperimento con le conversazionidelle missioni che rimasero sulla Luna per pi giorni (Apollo 17) e hannoscoperto che nelle registrazioni originali della NASA il ritardo varia inmodo esattamente corrispondente al variare della distanza Terra-Luna inquel periodo. Se si trattasse di un falso, sarebbe incredibilmente ben fatto.

    3.3 Omert perfettaNei decenni trascorsi dallo sbarco sulla Luna, non uno dei circa 400.000tecnici civili delle varie aziende aerospaziali che lavorarono al progettoApollo ha mai spifferato qualcosa, magari per sbaglio o durante unmomento dubriachezza molesta. Nessuno ha mai confessato nulla,neanche in punto di morte.

    Nessuno, in oltre quarantanni,ha mai fatto trapelare qualchedossier dimenticato o una fotocompromettente che rivelassela messinscena. Per contro, il se-gretissimo progetto lunare so-vietico N-1 e il suo umiliantefallimento, raccontati nel capi-tolo La corsa alla Luna, divenne-ro pubblici nel giro diventanni, nonostante fosseroavvenuti in un regime totalita-rio chiuso e dotato di tentacolari apparati di censura e sorveglianza.Neanche la Mafia riesce a ottenere unomert cos perfetta come quel-la attribuita agli americani dai lunacomplottisti.

    Alcuni sostenitori della falsificazione delle missioni lunari talvolta an-nunciano di aver scovato documenti, fotografie o filmati ufficiali che,secondo loro, sarebbero stati falsificati o dimostrerebbero le loro tesi.Ma sempre emerso che i falsificatori erano in realt i cospirazionistilunari o che questi segugi dilettanti avevano preso un granchio.

    Inoltre gli omertosissimi tecnici del progetto Apollo non sono persone ano-nime e non sono militari, ma civili, poco avvezzi a tenere segreti. I loro nomie cognomi sono pubblici. Molti sono ancora vivi e ben disposti a parlare

    Figura 3-14. Alcuni dei tecnici cherealizzarono i moduli lunari. Credit:

    Lawrence A. Feliu, Northrop GrummanHistory Center.

  • 40 Luna? S, ci siamo andati!

    delle proprie esperienze e anzihanno scritto libri che le descrivo-no in dettaglio, con dovizia diparticolari. Eppure nessun luna-complottista osa accusarli perso-nalmente di falso: laccusa sempre rivolta genericamente eimpersonalmente alla NASA.

    Per esempio, qualcuno se la sen-te di dire che litaloamericanoRocco Petrone (Figura 3-15), di-rettore delle operazioni di lanciodelle missioni Apollo, fu parte delcomplotto? O che lastronautaitaliano Umberto Guidoni, che haavuto come docenti gli astronau-ti Apollo (in particolare Neil Arm-strong), si sia fatto fregare?

    3.4 Il silenzio dei sovieticiCome raccontato nel capitolo Lacorsa alla Luna, anche i sovieticitentarono segretamente di porta-re un uomo sulla Luna e di farloprima degli americani. Cera ingioco il prestigio politico sullascena mondiale e occorreva sfog-giare tecnologia per far capire aipaesi non allineati che lUnioneSovietica era uno stato potente,moderno e agguerrito con il qua-le conveniva allearsi. Ma limpresafall e il disastro fu messo a tacere:il governo sovietico finse di nonaverci mai provato. Unumiliazio-ne cocente, costata cifre enormi.

    Quindi se lUnione Sovieticaavesse scoperto che limpresalunare americana era una messinscena e aveva la tecnologia e lespie per farlo avrebbe avuto ottime ragioni per rivelarlo al mondo eumiliare pubblicamente il proprio nemico.

    Figura 3-15. Rocco Petrone (1926-2006).

    Figura 3-16. Corriere della Sera, 21 luglio1969, pagina 2. Credit: PA.

  • 3. Le prove degli sbarchi 41

    Invece non lo fece: anzi, con un gesto senza precedenti, la televisionedi stato sovietica annunci lo sbarco americano pressoch immediata-mente (Figura 3-16) e trasmise brani della diretta lunare dellApollo 11.

    3.5 Le rocce lunariCapita spesso di sentir citarecome prova degli sbarchi umanisulla Luna il fatto che le missioniApollo riportarono sulla Terra ol-tre duemila campioni di roccialunare, per un totale di circa 382chilogrammi. Lorigine non terre-stre di questi reperti conferma-ta dagli esami effettuati daigeologi di tutto il mondo nelcorso di quattro decenni.

    La Figura 3-17 mostra una di queste rocce aliene: pesa 269 grammi ed lunga circa nove centimetri. Fu raccolta da Dave Scott e James Irwindurante la missione Apollo 15 e battezzata Pietra della Genesi perchha circa 4 miliardi di anni. una delle rocce pi antiche esistenti.

    Ma bisogna fare attenzione con questasserzione: infatti un lunacom-plottista duro e puro pu ribattere che anche le missioni sovietiche au-tomatiche Luna 16, 20 e 24 riportarono sulla Terra campioni di suololunare, fra il 1970 e il 1976 (Figura 3-18). Volendo essere pignoli, quindi, lerocce dimostrano che gli Stati Uniti mandarono dei veicoli sulla Luna,ma non sono una prova inoppugnabile dello sbarco di astronauti.

    Andando ad analizzare in detta-glio i fatti, per, emergono diffe-renze importanti che consentonocomunque di includere le roccelunari statunitensi fra gli elementia supporto degli sbarchi di astro-nauti sul nostro satellite.

    Innanzi tutto c la quantit: icampioni recuperati dalle sondeautomatiche russe ammontanoin tutto a meno di 500 grammi,contro i quasi 400 chili di quelliApollo, a testimonianza delgrande divario prestazionale.

    Figura 3-18. Una sonda sovietica della serieLuna, attrezzata per raccogliere campioni

    di suolo lunare.

    Figura 3-17. Una roccia lunare.

  • 42 Luna? S, ci siamo andati!

    Questo dimostra perlomeno che la NASA era capace di far arrivare sul-la Luna e di riportare intatto sulla Terra un carico molto pi grande ri-spetto ai russi: anche 110 chili di rocce in una sola volta, con lApollo 17.Quindi vengono notevolmente indebolite le argomentazioni di chi so-stiene che il Saturn V era in realt un vettore lunare insufficiente. Se ilSaturn V e i veicoli Apollo erano in grado di arrivare sulla Luna e ripor-tarne oltre un quintale di reperti, ragionevole presumere che fosseroanche in grado di portarvi almeno un astronauta.

    Poi c la qualit: le rocce sovie-tiche sono in realt granellicome quello di Figura 3-19, chemisura due millimetri e mezzo(meno di un chicco di riso), esono poco differenziate. Quelleamericane, invece, pesano fino a11 chili luna e sono molto varie,segno che furono selezionate eraccolte in punti differenti.Come sarebbe stato fatto tuttoquesto? Con la rudimentale tec-nologia robotica degli anni Ses-santa o mandandoci qualcuno?

    Va aggiunto, inoltre, che men-tre gli astronauti statunitensi effettuarono trivellazioni e carotaggi finoa tre metri di profondit, lUnione Sovietica riusc a fare altrettanto conuna sonda automatica (Luna 24) soltanto nel 1976, e anche inquelloccasione raccolse soltanto 170 grammi di suolo.

    C ancora una cosa. Paradossalmente, il lunacomplottista che dovessecitare i campioni lunari sovietici si tira la zappa sui piedi, perch le roc-ce riportate sulla Terra dalle varie missioni automatiche sovietichesono geologicamente uguali a quelle delle missioni Apollo e sono dif-ferenti da quelle terrestri. Questo significa che le rocce lunari russe au-tenticano quelle americane e quindi impedisce di argomentare che icampioni di Luna riportati dagli astronauti sono dei falsi.

    3.6 Specchi sulla LunaUn altro esempio citato spesso come prova degli allunaggi quello deiretroriflettori laser. Le missioni Apollo 11, 14 e 15 collocarono sulla superfi-cie della Luna questa sorta di catarifrangenti di precisione (Figura 3-20). Sitratta di dispositivi passivi, che non richiedono energia per funzionare.

    Figura 3-19. Un campione di superficielunare riportato sulla Terra dalla missioneautomatica sovietica Luna 20 nel febbraio

    del 1972.

  • 3. Le prove degli sbarchi 43

    Di conseguenza, nonostante sia-no trascorsi oltre quarantanni tuttora possibile colpirli da Terracon un raggio laser molto po-tente, puntato su coordinateestremamente precise dellaLuna (se si manca il bersaglionon si ottiene un segnale signi-ficativo), e ottenere un riflessorilevabile. Il tempo che passa fralinvio del raggio e il ritorno delsuo riflesso permette di misura-re la distanza Terra-Luna conuna precisione dellordine deicentimetri.

    Tuttavia anche i sovietici fecero altrettanto, e senza usare astronauti, conle missioni automatiche Luna 17 e Luna 21, rispettivamente nel 1970 e nel1973. Quindi i retroriflettori statunitensi non sono una prova rigorosa dellapresenza di astronauti sulla Luna, perch potrebbero essere stati collocatiusando veicoli automatici: dimostrano per che gli Stati Uniti nel 1969 enel 1971 riuscirono davvero a piazzare con precisione degli apparati neipunti dove dichiarano di aver effettuato gli sbarchi umani.

    3.7 Foto di oggetti e veicoli sulla LunaUna delle domande pi frequenti e spontanee, quando si discute ditesi di complotto lunare, Ma non si pu semplicemente puntare un te-lescopio e vedere se sulla Luna ci sono i veicoli Apollo?

    La risposta, purtroppo, no: non esiste ancora un telescopio terrestresufficientemente potente, come spiegato in dettaglio nel capitolo Pre-sunte anomalie tecnologiche. Per si pu mettere un telescopio a bor-do di una sonda automatica che si avvicini alla Luna e fotografi iluoghi dove la NASA dice di aver fatto allunare gli astronauti.

    Infatti questo gi stato fatto. A partire dal 2009, la sonda Lunar Re-connaissance Orbiter della NASA (Figura 3-21), lanciata per produrreuna mappatura pi precisa della Luna, ha fotografato i siti degli allu-naggi dei veicoli Apollo e di altre sonde spaziali, inizialmente da 50chilometri di quota e poi scendendo a soli 22 chilometri nel 2011. Que-sto le ha consentito di vedere dettagli di soli 25 centimetri sulla Luna.Le sue immagini hanno confermato che lass, esattamente nelle posi-zioni descritte e documentate fotograficamente dalla NASA qua-

    Figura 3-20. Il retroriflettore della missioneApollo 11. Dettaglio della foto AS11-40-5952.

  • 44 Luna? S, ci siamo andati!

    rantanni fa, ci sono oggi, ades-so, gli inconfondibili resti deiveicoli Apollo e delle attrezza-ture usate dagli equipaggi.

    Nelle foto dellLRO si vedonoanche le tracce parallele delleruote dellauto elettrica usata inalcune missioni dagli astronautie le file di impronte degli astro-nauti stessi, lasciate nella polve-re superficiale. Sulla Luna nonc vento o pioggia che le can-celli, per cui sono ancora l.

    Figura 3-21. Disegno del LunarReconnaissance Orbiter.

    Figura 3-22. Immagine del modulo lunare dellApollo 17, scattata dalla sonda LRO nel2011. Credit: NASA/GSFC/Arizona State University.

  • 3. Le prove degli sbarchi 45

    Le Figure 3-22 e 3-23, per esem-pio, sono immagini del luogo diallunaggio della missione Apollo17, scattate dallLRO nel 2011. Sivede la chiazza chiara dello sta-dio di discesa del modulo lunareChallenger, con lombra che te-stimonia la sua elevazione rispet-to al suolo circostante. Il suolostesso, intorno al modulo lunare, scuro perch smosso dal calpe-stio degli astronauti Gene Cer-nan e Harrison Schmitt.

    La sonda LRO ha fotografato ri-petutamente anche gli altri sitidi allunaggio delle missioniApollo e continua a farlo perio-dicamente.

    La Figura 3-24 mostra, in condi-zioni dilluminazione differenti(rispettivamente con il sole bassoe alto sullorizzonte locale, quindicon ombre lunghe e corte), labase del modulo lunaredellApollo 11, che la macchiabianca pi grande, accompagna-ta dai quattro puntini corrispon-denti alle zampe del veicolo.

    Le frecce indicano la telecame-ra che riprese in diretta la pri-ma escursione sulla Luna (TV), ilretroriflettore citato prima(LRRR), il sismografo (PSE) e lascia dimpronte lasciate da NeilArmstrong per correre al crate-re Little West, situato a circa 60metri dal modulo lunare, e scat-tare la fotografia AS11-40-5961mostrata in Figura 3-25, comerisulta dalle registrazioni dellecomunicazioni radio e dai reso-conti di missione.

    Figura 3-23. Lo stadio di discesa del modulolunare dellApollo 17, fotografato dalla

    sonda LRO nel 2011. La sigla PLSS indica glizaini degli astronauti; MESA indica il

    ripiano ribaltabile alla base del modulolunare; Pallet indica il pallet per il trasportodi esperimenti. Credit: NASA/GSFC/Arizona

    State University.

    Figura 3-24. La base del modulo lunaredellApollo 11, fotografata dalla sonda LRO

    nel 2011 con il sole radente (sopra) e nel2009 con il sole alto (sotto). Credit:

    NASA/GSFC/Arizona State University.

  • 46 Luna? S, ci siamo andati!

    I controlli incrociati, insomma, confermano la coerenza dei dati pre-sentati. E si pu fare di pi.

    Per esempio, le foto del sito dellApollo 11 scattate dalla sonda LROpossono essere confrontate con la mappa dello stesso sito pubblicatanel 1969 dalla NASA (Figura 3-26): risulta che gli oggetti e i dettagli delterreno osservati oggi sono quasi esattamente nelle posizioni dichia-rate allora.

    Le Figure 3-27 e 3-28 mostrano immagini di altri siti dallunaggio dellemissioni Apollo, scattate dal Lunar Reconnaissance Orbiter nel 2011.