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Luisa Anna Maria Giordani

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Albert Einstein ["Ideas and Opinions" Crown Publishers Inc., 1954]:

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“A volte si considera la scuola come uno strumento per trasferire conoscenze alle nuove generazioni. Ma questo è sbagliato. La conoscenza è morta, la scuola invece serve per vivere. Essa dovrebbe sviluppare nei giovani quelle qualità e capacità che sono importanti per il benessere della società”.

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Elevata differenziazione di risultati di apprendimento nelle aree

geografiche del nostro paese (vedi indagini OCSE PISA e INVALSI)

Disomogeneità degli esiti tra scuola e scuola

Forte dipendenza dei risultati dal contesto di riferimento:

background socio-culturale, ambiente familiare

Necessità di una proposta educativa di qualità che coniughi:

◦ professionalità degli operatori

◦ organizzazione della didattica

◦ clima collegiale positivo dell’istituto

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centralismo

prescrittività dei programmi

uniformità della programmazione (standardizzata, uguale per tutti)

autonomia

curricolo progettato dalle scuole(sulla base di indicazioni nazionali)

progettazione personalizzata(attenzione al successo formativo di ciascuno)

trasmissione dei saperi per la riproduzione sociale

progettazione per competenze, per favorire un apprendimento lungo tutta la vita (apprendere ad apprendere)

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Responsabilità condivisa: garantire a tutti i ragazzi una formazione essenziale, consentendo a ciascuno lo sviluppo dei talenti individuali.

Rafforzare le competenze chiave: lavorando in modo coerente e continuo in direzione di standard di apprendimento condivisi, con esiti attesi nelle varie fasi del percorso, organizzati attorno ad alcuni assi culturali strategici. Attrezzare i nostri ragazzi sul piano culturale: ricomponendo l’approccio tradizionale della scuola italiana, basato sull’acquisizione di conoscenze e di abilità, con quello emergente nel panorama europeo e internazionale (vedi prove OCSE-PISA), focalizzato sull’accertamento delle competenze, intese come risultati formativi di lungo periodo, che persistono anche dopo l’esperienza della scuola.

Guidare i ragazzi a vivere l’apprendimento come una risorsa a disposizione per risolvere problemi ed interpretare la realtà.

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Conoscenze o competenze? La conoscenza non è contrapposta alla competenza.

Conoscere consente di fare. Conoscere serve per fare.La competenza si sviluppa a partire dalle conoscenze pregresse e anche attraverso l’acquisizione di nuove conoscenze.Una conoscenza ricca di senso, non fine a se stessa o meccanica, può anche diventare competenza.Dunque ciò che serve è favorire apprendimenti che abbiano senso.

Occorre il giusto equilibrio per evitare- in difesa del valore unico della conoscenza, il rischio del nozionismo vuoto e non collegato alla realtà;-- come esaltazione, al contrario, del valore esclusivo della competenza slegata dall’acquisizione di saperi, il rischio di una diminuzione progressiva dei livelli di apprendimento, l’approssimazione, la mancanza di approfondimento.

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Fornire una cultura che permetta di distinguere, contestualizzare, globalizzare, affrontare i problemi multidimensionali, globali e fondamentali;

Preparare le menti a rispondere alle sfide che pone alla conoscenza umana la crescente complessità dei problemi;

Preparare le menti ad affrontare le incertezze, in continuo aumento, non solo facendo loro conoscere la storia incerta ed aleatoria dell’universo, della vita, dell’umanità, ma anche favorendo l’intelligenza strategica e la scommessa per un mondo migliore;

E. Morin, “La testa ben fatta”, 1999

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Apprendimento sequenziale

Apprendimento sistemico

(reti concettuali)

Insegnante come

trasmettitore di conoscenze

Didattica basata sulla

programmazione lineare

Insegnante come progettista della formazione

e facilitatore dell’apprendimento

Didattica basata sulla

progettazione formativa e sulla

Progettazione “a rete” (modulare)

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«L’accesso ai saperi fondamentali è reso possibile e facilitato da atteggiamenti positivi verso l’apprendimento. La motivazione, la curiosità, l’attitudine alla collaborazione sono gli aspetti comportamentali che integrano le conoscenze, valorizzano gli stili cognitivi individuali per la piena realizzazione delle persone, facilitano la possibilità di conoscere le proprie attitudini e potenzialità anche in funzione orientativa»*

*( Documento tecnico del decreto 139 del 22Agosto 2007)

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«Una pratica consapevole guidata dalle proprie intenzioni e da una continua riflessione basata sulla percezione dei vincoli e delle risorse interne ed esterne»

David Jonassen

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attivo: allievo responsabile dei risultati; costruttivo :si equilibrano assimilazione e accomodamento; collaborativo: attraverso comunità di apprendimento e sostegno del

docente; intenzionale: coinvolge attivamente e pienamente l’allievo nel

perseguimento degli obiettivi cognitivi; conversazionale :coinvolge i processi sociali , soprattutto quelli

dialogico-argomentativi; contestualizzato : i compiti di apprendimento coincidono con i compiti

significativi del mondo reale; riflessivo : gli studenti organizzano quello che hanno appreso

riflettendo sui processi svolti e sulle decisioni che hanno comportato.

( David Jonassen 1993)

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Dai quesiti proposti dalla C.M. 101/2011 emerge che nel 76% delle scuole (hanno partecipato alla rilevazione 4.436 istituzioni scolastiche tra istituti comprensivi e circoli didattici per un totale di 60.084 classi) la modalità didattica più diffusa è la lezione frontale. ( Fonte Indire www.indire.it)

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ConoscereCapireSentireDecidereAgireTrasferire

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Dimensione logico-cognitivaDimensione affettivo-relazionale della conoscenza, appeal delle disciplineDimensione concreta , conoscenze inerti sono inutilizzabili e presto dimenticate(un sapere è astratto nel senso che è tratto dalla realtà)

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Si può capire senza sapere? Si può sapere senza aver capito?Si può capire senza «sentire»?«L’errore di Cartesio »Nuova dignità all’azione e alle operazioni concrete Esperienza francese «La main à la pâte»

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«Pensare con la mano»Organizzare le conoscenze, comparando a quanto già precedentemente appresoRichiamare in situazione Operare una scelta consapevole Risolvere

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Dimensione cognitiva

Dimensione relazionale

affettivo-motivazionaleDim

ensione metacognitiv

a

Sapere

Saper fare

Sapere come fare

Sapere perchè

Sapere verso dove

Sapere per chi

Sapere con chi

Sapere quale coinvolgimento

personale

Sapere ciò che si sa eciò che c’è ancora da sapere

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Conoscenza: informazioni, mis-conoscenze, pregiudizi , teorie ingenue di cui è in possesso l’individuo.Consapevolezza: il passaggio che consente di «imparare ad imparare» agendo da collegamento tra le conoscenze teoriche ed il loro utilizzo concreto.Controllo : il monitoraggio delle strategie utilizzate di fronte ad un compito cognitivoRiconoscimento delle variabili sottese ai processi di apprendimento : il modo in cui ciascuno interpreta le cause degli eventi che lo riguardano ( attribuzioni) .

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1. Locus of control : esterno o interno?2. Stabilità o instabilità?3. Controllabilità o incontrollabilità?Queste dimensioni influiscono su : Tenacia Abilità Impegno Tono dell’umore Livello di autostima Questo insieme di atteggiamenti dà all’alunno la

consapevolezza di poter affrontare con successo le richieste della scuola, consentendogli di superare contraddizioni e frustrazioni, gestire la complessità , informarsi , capire, creare e comunicare con intraprendenza ed autonomia di azione.

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• curricolo

• competenze

• multidisciplinarità

• unità formative / moduli

• didattica laboratoriale

• nuclei fondanti

• accertamento delle competenze

• valutazione

• certificazione

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Il curricolo è il percorso formativo compiuto da ciascuno studente entro i vincoli e le opzioni previsti a livello nazionale e di singola istituzione scolastica autonoma, ne riflette le scelte e le attitudini oltre che i livelli conseguiti nella preparazione.

Caratteristiche di un curricolo per competenze:

1. verticalità (valorizzando sia gli elementi di continuità che le discontinuità, la

gradualità degli apprendimenti e la graduazione delle competenze);

2. coerenza interna (rapporto fra quota nazionale e quota locale, tutte le discipline e

attività concorrono al raggiungimento delle medesime macrocompetenze trasversali);

3. attenzione alla trasversalità

4. flessibilità (opzionalità, modularità, …);

5. essenzialità (dei contenuti, selezionati e riorganizzati attorno ai concetti portanti delle

discipline in cui sono organizzati convenzionalmente i saperi);

6. orientatività (in ciascun ciclo ed ad ogni snodo significativo);

7. rivedibilità (in base ai risultati osservati, sia a livello nazionale che locale);

8. verificabilità e certificabilità;

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Fanno parte del curricolo:

ContenutiMetodiTempi previstiModalità di organizzazione Clima della classeGestione della routine quotidiana

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Riferimenti per la progettazione di un curricolo verticale:

Primo ciclo

Indicazioni nazionali (Moratti, D. Lgs. 59/04)

Indicazioni per il curricolo (Fioroni, D.M. 31 luglio 2007, allegato tecnico)

Riordino del I ciclo (D.P.R. 89/09)

Atto d’indirizzo (Gelmini, 8 settembre 2009)CM 49/2012Indicazioni nazionali 4 settembre 2012 nate dalle Indicazioni per il curricolo, in vista di una loro compiuta armonizzazione. *“Acquista peculiare rilievo … sia l’azione di ricerca sui temi della continuità e del curricolo verticale, sia le attività di elaborazione sulle conoscenze/competenze di base e sui traguardi da raggiungere al termine della scuola dell’infanzia e dei due segmenti della scuola del primo ciclo … la prospettiva comune è quella di pervenire a definizioni di esiti e curricoli largamente condivisi dall’intera comunità educante”.

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Secondo ciclo: il nuovo assetto ordinamentale

D.p.R 15 marzo 2010, recante revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei, registrato dalla Corte dei Conti il 1° giugno 2010

D.p.R. 15 marzo 2010, recante norme concernenti il riordino degli istituti professionali, registrato dalla Corte dei Conti il 1° giugno 2010

  D.p.R. 15 marzo 2010 recante norme concernenti il riordino degli istituti tecnici. registrato dalla Corte dei Conti il 1° giugno 2010

Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti per i percorsi liceali

Linee guida per gli Istituti Tecnici

Linee guida per gli Istituti Professionali

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Indicazioni nazionali L’esplicitazione dei nuclei fondanti e dei contenuti imprescindibiliLa rivendicazione di una unitarietà della conoscenza, senza alcuna separazione tra “nozione” e sua traduzione in abilità, e la conseguente rinuncia ad ogni tassonomiaL’enfasi sulla necessità di costruire, attraverso il dialogo tra le diverse discipline, un profilo coerente e unitario dei processi culturali.La competenza linguistica nell’uso dell’italiano come responsabilità condivisa e obiettivo trasversale comune a tutte le discipline, senza esclusione alcuna. La possibilità di essere periodicamente riviste e adattate, alla luce dei monitoraggi e delle valutazioni effettuati secondo quanto prescritto.

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Dalle linee guida degli istituti tecnici

Agli istituti tecnici è affidato il compito di far acquisire agli studenti non solo le competenze necessarie al mondo del lavoro e delle professioni, ma anche: le capacità di comprensione e applicazione delle innovazioni che lo sviluppo della scienza e della tecnica continuamente produce.Per diventare vere “scuole dell’innovazione”, gli istituti tecnici sono chiamati ad operare scelte orientate permanentemente al cambiamento e, allo stesso tempo, a favorire attitudini all’auto apprendimento , al lavoro di gruppo e alla formazione continua.

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I percorsi degli IT … “si realizzano attraverso metodologie finalizzate a sviluppare, con particolare riferimento alle attività e agli insegnamenti di indirizzo, competenze basate sulla didattica di laboratorio, l'analisi e la soluzione dei problemi, il lavoro per progetti; sono orientati alla gestione di processi in contesti organizzati e all'uso di modelli e linguaggi specifici; sono strutturati in modo da favorire un collegamento organico con il mondo del lavoro e delle professioni, compresi il volontariato ed il privato sociale. Stage, tirocini e alternanza scuola lavoro sono strumenti didattici per la realizzazione dei percorsi di studio”.(art. 5, c. 2/e)

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Dalle linee guida degli istituti professionali

Gli elementi distintivi che caratterizzano gli indirizzi dell’istruzione professionale all’interno del sistema dell’istruzione secondaria superiore si basano, dunque:sull’uso di tecnologie e metodologie tipiche dei diversi contesti applicativi; sulla capacità di rispondere efficacemente alla crescente domanda di personalizzazione dei prodotti e dei servizi, che è alla base del successo di molte piccole e medie imprese del made in Italy; su una cultura del lavoro che si fonda sull’interazione con i sistemi produttivi territoriali e che richiede l’acquisizione di una base di apprendimento polivalente, scientifica, tecnologica ed economica.

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I dipartimenti I consigli di classe

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Nei regolamenti non vengono date indicazioni sulle modalità organizzative.

Ipotesi possibile: organizzazione per aree oppure per assi

culturali (secondo le indicazioni dell’obbligo di istruzione)

I dipartimenti sono funzionali: alla progettazione per competenze; alla progettazione disciplinare e

multidisciplinare e, per questo, di percorsi per il conseguimento delle competenze di cittadinanza come individuate in sede UE.

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I dipartimenti sono articolazioni disciplinari (e/o di asse) del Collegio dei docenti ed hanno la funzione di definire:

Gli obiettivi delle discipline, tenuto conto degli obiettivi generali dati dal sistema (analisi disciplinare e redazione delle mappe)

I percorsi disciplinari e multidisciplinari da attivare nelle classi

Gli standard minimi (in termini di conoscenze, abilità e competenze) comuni a tutte le classi parallele

Criteri condivisi di valutazione Prove di ingresso per la valutazione della situazione iniziale

degli allievi Prove di valutazione per classi parallele Proposte di acquisti di materiali e strumenti didattici, per

attività di aggiornamento, per attività didattiche non curricolari …

Attività e strumenti di documentazione Proposte per le adozioni dei libri di testo

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Compiti del consiglio di classe : Progettazione dei percorsi didattici della classe:

scelta delle attività disciplinari e multidisciplinari volte all’acquisizione delle competenze, abilità e conoscenze individuate nella progettazione;

Individuazione degli obiettivi comportamentali e cognitivi considerati irrinunciabili per il passaggio alla classe successiva e delle strategie da mettere in atto per il loro conseguimento;

Elaborazione degli strumenti di osservazione, verifica e valutazione;

Organizzazione degli interventi di recupero, sostegno e di approfondimento;

Definizione dei comportamenti da tenersi nei confronti della classe (svolgimento delle verifiche scritte e orali, correzione elaborati, utilizzazione materiale didattico…)…

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per ciascuna delle AREE /ASSI assi sono indicate alcune competenze (che rimandano alle competenze chiave);

ogni competenza è associata alle abilità che sono presupposte per il suo esercizio;

ogni abilità rimanda alle conoscenze di base necessarie per acquisirla ed esercitarla;

alle scuole si richiede un’inversione del processo tradizionale, che si ferma all’accertamento delle conoscenze e dà per presupposto che da queste discendano “automaticamente” abilità e competenze, le quali non vengono misurate.

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Conoscenze: indicano il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche, relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche.

Abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti).

Competenze: indicano la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale; le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia.

Definizioni dal Quadro europeo delle Qualifiche e dei Titoli (EQF)

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Competenza, intesa come consapevole padronanza di conoscenze, abilità, capacità personali, sociali e metodologiche agite attraverso intenti autonomi  e responsabili, attraverso i saperi che hanno principio dai contesti di apprendimento motivanti.

Disciplinarità , ovvero le competenze tipiche di una disciplina, che  sono date da aspetti monocognitivi e metacognitivi .

Strutturati intorno all’alfabeto culturale proprio della disciplina (contenuti, linguaggi, punti di vista interpretativi, dispositivi euristici, metodi) costituiscono gli oggetti di apprendimento.

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• Il modello a shell : irriducibilità disciplinare (intra-disciplinarietà, quale anticipazione dell’integrazione).

• modello di crescita disciplinare che consente di porre il “problema

istruzione” in una prospettiva evolutiva e, quindi, di capire quando, lungo il percorso didattico, si lavora su una stessa disciplina, sviluppandone l’identità, e su più discipline attraverso un lavoro propriamente interdisciplinare.

Il modello a Il modello a shellshell

H.Gardner « Cinque chiavi per il futuro»

curiosità

piacere

passione

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Nell’individuazione dei contenuti occorrerà, quindi, per ogni disciplina, approfondirne lo statuto epistemologico (oggetto, linguaggio, codici, metodi) e la finalità formativa assegnata a ciascun contenuto.

La chiara consapevolezza delle finalità formative, strettamente correlate alle competenze,  che ogni istituto si assegna, è in grado di orientare la scelta delle conoscenze, le quali, devono essere selezionate e strutturate in termini di essenzialità e tenendo conto degli elementi di caratterizzazione tipici di ciascuna disciplina, non trascurando le interconnessioni tra i saperi che agevolano la riflessione sulla pluralità dei linguaggi (verbali, non verbali e della tecnologia).

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Le competenze trasversali devono rappresentare l’esito di un insieme formativo che va pensato senza definire meccanicamente i suoi oggetti costitutivi e le sue parti strutturali: fondato sulla pluralità dei linguaggi e quindi in grado di porre i giovani nella condizione di contestualizzare le conoscenze, facendo loro acquisirne la consapevolezza.

Ri-orientamento dei curricoli , rivisitazione del complessivo impianto dei contenuti in stretta relazione con le tappe relative allo sviluppo formativo degli allievi.

 

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Dall’osservabilità delle competenze conclusive, specifiche e trasversali ai periodi scolastici (livelli di prestazione raggiunti dall’allievo e autovalutazione delle metodologie didattiche attivate dai docenti) di ciascun ordine di scuola si passa alle conoscenze e competenze relative alle discipline che vengono collocate temporalmente in ciascun ciclo configurando un percorso progressivo di competenze intermedie. La definizione delle competenze conclusive ed intermedie permettono l’individuazione dei contenuti essenziali, irrinunciabili e la ricerca delle possibili interconnessioni tra i diversi ambiti del sapere.

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ABILIT

À

CONOSCENZE

STRATEGIE METACOGNITIVE

CHE COSA SI APPRENDE?

COME SI APPRENDE?

“capacità di far fronte ad un compito, o un insieme di compiti, riuscendo a mettere in moto ed a orchestrare le proprie risorse interne, cognitive, affettive e volitive, e a utilizzare quelle esterne disponibili in modo coerente e fecondo”. [Pellerey, 2004]

IMMAGINE DI SE’SENSIBILITÀ AL

CONTESTOCONSAPEVOLEZZA

MOTIVAZIONE RUOLO SOCIALE

IMPEGNO

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Nella fase progettuale è necessario perciò definire il profilo delle competenze attese chiarendo quelle dimensioni nascoste della competenza che rivelano aspetti  fondamentali dei processi di apprendimento che sottostanno all’acquisizione di abilità e conoscenze.

Si tratta di circoscrivere, attraverso l’analisi formativa ,quali concetti, abilità, atteggiamenti, procedure di tipo disciplinare sono desiderate.

I tratti disciplinari, così individuati, vanno intersecati con aspetti fondamentali del processo di apprendimento: la motivazione, l’applicazione, la rielaborazione, la generalizzazione, la dimensione sociale dell’apprendimento.

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Essere competenti Essere competenti

«È competente la persona autonoma e responsabile che ha coscienza dei propri talenti e della propria vocazione, possiede un senso positivo dell’esistenza, entra in un rapporto amichevole con la realtà in tutte le sue dimensioni, di cui coglie i principali fattori in gioco, è inserito in forma reciproca nel tessuto della vita sociale in cui agisce sapendo fronteggiare compiti e problemi in modo efficace. La competenza indica una caratteristica di natura etico-morale della persona, una disposizione positiva di fronte al reale.» Dario Nicoli

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Traguardi formativi e competenzeTraguardi formativi e competenze

Il curricolo è costituito da tute le esperienze e l’ambiente nel suo complesso , in quanto influenza gli apprendimenti. ( Tornatore)

Nella scuola dell’autonomia un doppio legame:Le indicazioni nazionaliIl contesto

I curricoli si allontanano dal tradizionale modello settoriale dei saperi. La progettazione curricolare valorizza il reciproco rinforzo delle discipline.Integrazione delle conoscenze , delle visione e dei linguaggi

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Il curricolo reticolare Il curricolo reticolare

Occorre: connettere il «sistema delle discipline» con l’ecosistema dell’apprendimento; avere una visione più flessibile e poliedrica del rapporto con la realtà;non perdere di vista la profondità del sapere disciplinare;recuperare i saperi diffusi , depositati nelle pratiche di conoscenza.

Un curricolo reticolare è un curricolo in cui le discipline entrano in campo all’interno di percorsi significativi.

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Le esperienze significativeLe esperienze significative

Hanno a che fare con il patrimonio di esperienze e conoscenze degli alunni.

Promuovono competenze , siano integrate flessibili e trasferibili in contesti diversi.

Favoriscono un apprendimento consapevole , dando spazio alla dimensione metacognitiva, soprattutto in termini di motivazione.

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Il passaggio da una classe annoiata e spenta ad una vivace ed entusiasta, che sa collaborare e imparare attivamente, conduce ad un’esperienza che trasforma tutti, insegnanti e alunni

(A .Bernardini 1976)

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“ … la conoscenza di una persona non ha sede esclusivamente nella sua mente, in forma solistica, bensì anche negli appunti che prende e consulta sui notes, nei libri con brani sottolineati che sono negli scaffali, nei manuali che ha imparato a consultare, nelle fonti di informazioni che caricate nel computer, negli amici che si possono rintracciare per richiedere un riferimento o un’informazione, e così via quasi all’infinito … giungere a conoscere qualcosa in questo senso è un’azione sia situata sia distribuita. Trascurare questa natura situazionale e distribuita della conoscenza e del conoscere, significa perdere di vista non soltanto la natura culturale della conoscenza, ma anche la natura culturale del processo di acquisizione della conoscenza"

(Bruner , 1992)

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Gli ambienti di apprendimento devono essere adeguati ad una didattica rinnovata, non tanto o non solo una didattica in laboratorio, ma anche una didattica laboratoriale:

Situata Contestualizzata Partecipata Basata sulla soluzione di problemi

E’ necessario attivare un dialogo all’interno dei gruppi di apprendimento (comunità di pratica) e una dimensione di riflessività individuale che saldi nei singoli il piano cognitivo a quello metacognitivo.

Il modello di riferimento è quello del costruttivismo sociale, in cui il fine è la costruzione di significati condivisi attraverso l’interazione tra gli attori dell’ambiente.

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Una situazione problema è organizzata attorno al superamento di un ostacolo da parte della classe, del gruppo o di un allievo.

Lo studio si organizza attorno ad una situazione a carattere concreto, che permetta effettivamente all’alunno di formulare ipotesi e congetture.

Non si tratta di uno studio già completato, né di un esempio ad hoc a carattere illustrativo

Gli alunni percepiscono la situazione proposta come enigma da risolvere, in cui sono in grado di cimentarsi.

E’ la condizione fondamentale per far funzionare la devoluzione: il problema proposto dall’insegnante diventa il problema degli studenti.

La devoluzione è facilitata se nella fase di progettazione della situazione problema nasce direttamente dagli studenti.

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• crea le condizioni perchè gli alunni apprendano i diversi saperi disciplinari secondo le modalità della costruzione di una rete di conoscenze

• laboratorio come metafora di una pratica in cui si esercitano le operazioni logiche fondamentali della ricerca scientifica

• porge attenzione ai processi, alla complessità dell’apprendimento, alla strumentazione logica di base

• richiede tempi lunghi, quindi rinuncia consapevolmente alla trasmissione enciclopedica dei contenuti, e scommette sulla possibilità di utilizzare quella strumentazione per imparare ad imparare.

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"È il bambino che programma il computer e non il computer che programma il bambino", questa è la sua idea-guida, cioè di un apprendimento che contrappone una didattica fondata "sull'usare per imparare" anziché, di una didattica basata "sull'imparare ad usare" (Papert, 1994).

Papert ci dà un esempio di epistemologia basata non su una logica del vero e del falso, ma sulla "pratica dell'errore", dell'indeterminatezza gestita, su processi per aggiustamenti. In tal modo si costruisce un sapere utile, condiviso, che si adegua allo stile di ciascuno, un sapere pratico ed intenzionale, incorporato in concreti contesti di utilizzo.

L'informatica cognitiva di Papert apre una nuova prospettiva che permette un'utilizzazione attiva, costruttiva, sociale degli strumenti e delle tecnologie informatiche.

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• La conoscenza si acquisisce attraverso processi costruttivi, • è facilitata dalla collaborazione, • viene determinata dal contestoLe principali aree di interesse del ricercatore sono il disegno di ambienti costruttivi di apprendimento, l’apprendimento con le tecnologie, le tecnologie come strumenti cognitivi, il problem solving

“Non si impara dalla tecnologia, come non si impara dall’insegnante. Si impara attraverso il pensiero: pensando a cosa si sta facendo o alle cose in cui si crede, a cosa altri hanno fatto cose in cui altri credono, pensando al processo che il pensiero svolge. Il pensiero media l’apprendimento. L’apprendimento è il risultato del pensiero” .

(Jonassen et altri 1993).

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Gestire il clima:

Comunicazione docente Organizzazione gruppo classe Coinvolgimento Discussione, confronto, condivisione Co-valutazione

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La relazione di gruppo sostiene, rassicura, motiva.

Il tutoring , inteso come aiuto e stimolo di una persona verso l’altra.

Il conflitto socio-cognitivo permette il confronto con punti di vista difformi dai propri.

La co-costruzione di conoscenza avviene attraverso una continua negoziazione e condivisione di significati.

Il gruppo sviluppa abilità sociali ed è un efficace strumento di sviluppo cognitivo, di facilitazione e potenziamento dell’apprendimento

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INFORMAZIONELABORATORIO

VERIFICA

“Che cosa sai?”

“Devi sapere che”

MODELLO ILVMODELLO ILV

“Quel che devi fare”

“E se invece…allora”

“Cosa hai fatto e perché”

“Inventa una regola”

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• come forma della flessibilità organizzativa

ha effetti sulla scansione del tempo, sull’organizzazione e l’uso degli spazi, sull’organizzazione delle classi, sui curricoli delle discipline

DPR 275/99 - articolazione del monte ore annuale di ciascuna disciplina (in funzione della personalizzazione dei percorsi didattici; raggruppamento degli alunni all’interno della classe, o da diverse classi parallele o da diversi anni di corso (gruppi per ‘bisogno’ per il recupero, gruppi di interesse o per l’approfondimento e la cura dell’eccellenza), aggregazione / scomposizione e riaggregazione delle discipline in ambiti disciplinari diversi, selezionando i saperi ‘essenziali’

• come scelta pedagogica

è la ristrutturazione modulare del curricolo o di una sua parte, funzionale allo sviluppo graduale di competenze e capacità negli allievi, che implica una riorganizzazione della struttura e della scansione disciplinare, da impostare non in modo sequenziale, ma secondo una rete logica

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• blocchi autonomi ed omogenei (sia disciplinari che pluridisciplinari)

• componibili fra loro e scomponibili al loro interno

• non privi di propedeuticità dall’uno all’altro

• dotati di relativa compiutezza, autonomia, significato,

verificabilità e certificabilità

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a) titolo

b) indicazione degli aspetti organizzativi   - la/e disciplina/e interessata/e   - i destinatari (fascia d’età o altro raggruppamento)   - la collocazione nel curricolo complessivo    - l’indicazione dei rapporti con altri moduli (precedenti, successivi, paralleli) - le condizioni di fattibilità

c) indicazione degli aspetti interni:   - le tematiche portanti, gli ambiti   - le competenze generali e specifiche implicate ed il loro grado   - la durata e le fasi    - le attività (tipologia)   - gli strumenti e la metodologia   - il livello di competenze atteso in uscita (condizione della certificabilità)   - le modalità e gli strumenti di verifica

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lavagna LIM

Iibro di testo e-book

biblioteca world wide web

aula laboratorio

scrivania desktop…………

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Il 18 dicembre 2006, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato una Raccomandazione ‘ relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente’: documento che si inquadra nel processo, iniziato a seguito del Consiglio europeo di Lisbona del 2000 (‘strategia di Lisbona’), che ha come obiettivo finale quello di fare dell’Europa

«l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo» ...’

Lo sviluppo di competenze chiave, oggetto della Raccomandazione, è uno degli obiettivi che sono stati individuati per ‘rafforzare l’efficacia e la qualità dei sistemi’.

1. Comunicazione nella madrelingua; 2. Comunicazione nelle lingue straniere; 3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia; 4. Competenza digitale; 5. Imparare ad imparare; 6. Competenze sociali e civiche; 7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità; 8. Consapevolezza ed espressione culturale.

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Imparare a imparare Progettare Comunicare Collaborare e partecipare Agire in modo autonomo e responsabile Risolvere problemi Individuare collegamenti e relazioni Acquisire ed interpretare l’informazione

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Presupposti della progettazione per competenze:

Analisi disciplinare

Scelta dei nodi essenziali per il raggiungimento degli standard

Trasformazione delle sequenze del manuale in mappe di conoscenze

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Partire dalle competenze da sviluppare e collegarle a descrittori di abilità (misurabili o comunque verificabili).

Ciascun dipartimento individua ed esplicita le abilità che devono essere accertate nell’ambito di riferimento.

Il collegio dei docenti coordina le proposte in modo che non vi siano “scoperture”; le “sovrapposizioni” sono invece raccomandabili perché le competenze sono trasversali.

Predisporre prove di verifica che accertino non solo il possesso di conoscenze, ma la capacità di utilizzarle in contesti di problem solving (tipo PISA).

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Oggetto, finalità e metodi Di che si occupa? Quali finalità e con quali metodi?

Nuclei fondanti Quali sono i concetti chiave , i nuclei concettuali generatori di conoscenza?

Rapporti con altre discipline Quali incontri consente sul piano disciplinare o multidisciplinare?

Rapporti con campi pratici dell’esperienza

Presenta un uso pratico? è professionalmente spendibile ? ha una riconosciuta importanza sul piano formativo?

Contributi alla formazione Quali «disposizioni permanenti » promuove? Quali traguardi formativi garantisce ?

Esigenze pratiche nell’ambito del curricolo

Quali sono i tempi, le condizioni e le risorse necessarie per un apprendimento utile sul piano formativo?

Problemi aperti Quali sono attualmente i maggiori problemi sul piano didattico e operativo?

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Quei concetti fondamentali che ricorrono in vari punti dello sviluppo di una disciplina e hanno perciò valore strutturante e generativo di conoscenze.

Sono concetti, nodi epistemologici e metodologici che strutturano una disciplina.

I contenuti ne sono l’oggetto, le conoscenze sono il frutto di un processo di costruzione del sapere

Forum delle associazioni disciplinari della scuola 1999

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E’ l’insieme di oggetti, linguaggi, procedure, metodi afferenti ad un dato campo del sapere.

C’è il rischio di occultare questi aspetti più vivi della disciplina , capaci di produrre nuovo sapere o indurre atteggiamenti di ricerca.

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Competenze di fine ciclo ( tratte dalle lndicazioni nazionali ) Obiettivi di apprendimento osservabili riferiti alle

competenze individuate Nuclei fondanti della disciplina ( esito dell’analisi

disciplinare) Ambiente di apprendimento: metodologie, strumenti Criteri della verifica e della valutazione (Individuazione di strumenti per definire i livelli di

padronanza)

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Per impostare la progettazione occorre:

Definire le finalità del processo formativo. Analizzare la valenza formativa della

disciplina. Partire dalla struttura della disciplina

(statuti e mappe concettuali). Definire gli esiti in termini di competenze. Definire gli standard per la certificazione

(delle competenze).

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“Un tempo la mia vita era facile.La terrami dava fiori frutti in abbondanza.Or dissodo un terreno secco e duro.La vangaurta in pietre, in sterpaglia. Scavar devoprofondo, come chi cerca un tesoro”

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La valutazione

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Se si vuole davvero rendere più rigorosa la valutazione e ri-conferire autorevolezza e serietà alla scuola che la esprime…sono necessari:

esplicitazione di criteri di giudizio, definizione di standard di accettabilità, ripensamento delle prove valutative in un’ottica di

competenza, assunzione di responsabilità da parte della scuola sui

risultati di apprendimento conseguiti dai propri alunni.Queste sono le leve su cui i sistemi scolastici degli altri

paesi investono per rafforzare il momento valutativo.

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11/04/23 76

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Michele Pellerey (2000): “…alcune competenze sono della stessa natura dalla prima classe della scuola primaria all’ultima classe del secondo ciclo, ma variano nel loro livello di complessità e adattabilità a situazioni molteplici. Un esempio è dato dalle competenze nella lingua italiana che tradizionalmente sono distribuite secondo quattro categorie: ascoltare, parlare, leggere e scrivere, con l’aggiunta oggi dell’interagire.”

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Principio di triangolazione (Pellerey), tipico delle metodologie qualitative: la rilevazione di una realtà complessa richiede l’attivazione e il confronto di più livelli di osservazione per consentire una ricostruzione articolata e pluriprospettica dell’oggetto di analisi. Non è sufficiente un unico punto di vista per comprendere lo sviluppo della competenza, occorre osservarlo da molteplici prospettive e tentare di comprenderne l’essenza attraverso il confronto tra i diversi sguardi che esercitiamo, la ricerca delle analogie e delle differenze che li contraddistinguono.

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Come attestare la prestazione?

«I compiti di prestazione sono problemi complessi, aperti, posti agli studenti come mezzo per dimostrare la padronanza»

( Glatthorn 1999)

I compiti proposti devono essere significativi per lo studente , agganciati al contesto di vita, in cui sia riconoscibile il contenuto di realtà.

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Hanno rilevanza nel mondo reale Richiedono agli studenti di identificare le proprie strategie

per raggiungere l’obiettivo Contengono compiti complessi che debbono essere

indagati , richiedendo tempo e risorse intellettuali Forniscono l’occasione di collaborare Offrono l’occasione agli allievi di esaminare il compito da

varie prospettive, usando una varietà di risorse Permettono di riflettere e fare scelte Sono integrate con la valutazione Incoraggiano prospettive interdisciplinari Generano un prodotto finale completo Permettono più soluzioni originali

Reeves ,Herrington , Oliver( 2002)

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i compiti devono essere significativi , in modo da stimolare l’interesse;

i compiti devono permettere di effettuare generalizzazioni appropriate circa le abilità complesse da esprimere;

il contesto deve essere vivido, realistico e piacevole

i compiti dovrebbero essere verificati su un piccolo gruppo campione prima di essere estesi a tutti.

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«La rubrica consiste in una scala di punteggi prefissati e in una lista di criteri che descrivono le caratteristiche di ogni punteggio della scala»

Mc Tighe e Ferrara (1996)

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La definizione chiara e sistematica dei criteri di valutazione serve:

agli studenti che hanno punti di riferimento precisi su cui orientare le proprie prestazioni, apprendere dai propri errori e migliorarsi

ai docenti per stabilire una comunicazione più chiara ed orientare la propria azione educativa e didattica

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Le dimensioni: quali aspetti considero nel valutare una certa prestazione?

I criteri: in base a che cosa si possono apprezzare le prestazioni?

Gli indicatori: quali evidenze osservabili mi consentono di rilevare il grado di presenza del criterio di giudizio prescelto?

I livelli: quale grado è stato raggiunto in relazione ai criteri considerati, sulla base di una scala ordinale (numeri o aggettivi)?

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Validità: sono state esplorati gli aspetti più significativi della meta educativa prescelta?

Articolazione: i criteri egli indicatori sviluppano gli aspetti salienti della dimensione?

Fattibilità: i livelli di competenza sono adeguati alle caratteristiche degli allievi?

Chiarezza: i livelli di competenza proposti sono chiari e precisi?

Attendibilità: la rubrica fornisce punti di riferimento che consentono valutazioni omogenee tra i docenti?

Utilità: la rubrica fornisce punti di riferimento utili alla valutazione di studenti e genitori?

Promozionalità: i livelli di competenza proposti evidenziano i progressi? (non solo le carenze!)

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Per la certificazione delle competenze acquisite dell’assolvimento dell’obbligo d’istruzione è stato diffuso un apposito modello nazionale, mediante il DM 9 del 27 gennaio 2010.

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Livello base: lo studente svolge compiti semplici in situazioni note, mostrando di possedere conoscenze ed abilità essenziali e di saper applicare regole e procedure fondamentali.Nel caso in cui non sia stato raggiunto il livello base, è riportata l’espressione “livello base non raggiunto”, con l’indicazione della relativa motivazione

Livello intermedio: lo studente svolge compiti e risolve problemi complessi in situazioni note, compie scelte consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite

Livello avanzato: lo studente svolge compiti e problemi complessi in situazioni anche non note, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità. Sa proporre e sostenere le proprie opinioni e assumere autonomamente decisioni consapevoli

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D.lgs.16 gennaio 2013, n. 13: Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze, a norma dell‘ articolo 4, commi 58 e 68, della legge 28 giugno 2012, n. 92. (GU 15 febbraio 2013 n.39)

Il provvedimento contiene norme generali e livelli essenziali delle prestazioni riguardanti:

l’individuazione e la validazione degli apprendimenti acquisiti dalle persone, in modo intenzionale, in contesti non formali - ovvero al di fuori delle istituzioni scolastiche e formative e dell’università - nelle imprese, nel volontariato, nel servizio civile nazionale, nel privato sociale e, in contesti informali, ovvero nella vita quotidiana e nel tempo libero;

la struttura del sistema nazionale di certificazione delle competenze, con l’indicazione dei soggetti pubblici che ne fanno parte, con funzioni di regolamentazione dei relativi servizi negli ambiti di propria competenza (“Enti titolari”), e dei soggetti pubblici e privati autorizzati o accreditati (“enti titolati”) per l’erogazione di tali servizi;

l’istituzione del Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali, accessibile e consultabile per via telematica. La mancanza del repertorio ha costituito, sino ad oggi, un grave problema anche per l’orientamento dei giovani e degli adulti;

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gli standard degli attestati e dei certificati, in modo che essi siano spendibili a livello nazionale e dell’UE (cosa che oggi avviene solo per i titoli di studio e per le abilitazioni professionali relative a professioni regolamentate);

gli standard delle procedure di identificazione, valutazione e attestazione delle competenze;

gli standard di sistema (misure di informazione, requisiti professionali degli operatori, accesso agli atti, ecc.);

la dorsale informativa unica che assicurerà a ogni persona, attraverso l’interoperabilità dei sistemi informativi, di avere, in rete, “lo zainetto” digitale delle sue competenze;

il monitoraggio e la valutazione del sistema nazionale di certificazione delle competenze.

Il provvedimento completa un “pacchetto di innovazioni” per innalzare i livelli di istruzione e formazione delle persone adulte comprendente anche uno specifico accordo per l’orientamento permanente degli adulti, e un’intesa per la costruzione di reti territoriali per l’apprendimento permanente, di cui faranno parte scuole, università, centri territoriali per l’istruzione degli adulti, camere di Commercio, industria, artigianato e agricoltura, imprese e loro rappresentanze datoriali e sindacali.

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Articolare il collegio in dipartimenti, secondo quanto previsto anche dai regolamenti di riordino della secondaria di 2° ciclo, superando la logica mono disciplinare e individuandoli secondo aree disciplinari (con riferimento agli assi culturali dell’obbligo)

Attivare una progettazione curricolare per dipartimenti partendo dalle competenze in uscita e lavorando a:

• scelta di metodologie condivise• individuazione di contesti problematici• progettazione di situazioni e ambienti di apprendimento• progettazione di attività (problem solving)• scelta di contenuti disciplinari (riferiti a nuclei fondanti e unificanti)• definizione di prove di verifica per l’accertamento delle competenze e di relativi strumenti di valutazione

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Attivare una progettazione per consigli di classe :

• individuare l’apporto di ciascuna DISCIPLINA in relazione alle competenze in uscita dal:1° cicloobbligo di istruzione 2° ciclo

Parole chiave: trasversalità multidisciplinarietà

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Luisa Anna Maria Giordani

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DIRSCUOLA via del Policlinico 129 a

Roma

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