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SOMMARIO

Presentazione VIII

Prefazione IX

Miti padani 8

Leggende e fiabe viadanesi 10

Cenni storici 14

Cenni di storia religiosa 17

Viadana e le altre 22

Lo stemma del Comune di Viadana 24

I luoghi 26

Guida 30

Indice alfabetico dei luoghi 156

Indice dei nomi 161

Bibliografia 186

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CONFORTI ASSOCIATI

Questa edizione è stata realizzata grazie al sostegno dei seguentiViadanesi, cui va la mia riconoscenza: Ada Baiocchi, Gabriella

Ballasini, Franca Ghinzelli, Norma Saviola, Angelo Amadasi, Piergiorgio,Boldrini, Amedeo Buttarelli, Giuseppe Bongiovanni, Gianni Bottari,Luigi Caramaschi, Dante e Augusto Chizzini, Silvano Farloni, Giuseppe

Flisi, Stefano Frignani, Amedeo Grazzi, Luigi Meneghini, ErcoleMontanari, Giorgio Penazzi, Alberto Rossini, Giovanni Soresini, Angelo

Roberto Tizzi.Comune di Viadana

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Luigi Cavatorta ha portato a termine l’ennesima fatica regalandociuna guida delle bellezze di Viadana.Su un’idea dell’ass.re alla Pubblica Istruzione, Laura Zanoni,è nata questa pubblicazione, che ha lo scopo di delineareuna mappa del patrimonio artistico culturale del nostro Comune.Luigi Cavatorta, mio vecchio amico, a cui mi lega una lungamilitanza comune di “difensore” della storia patria, ha messoinsieme un FRICANDO’, cioè un accumulo di notizie senza unapparente filo conduttore.Non è in verità così, perchè filo conduttore esiste, eccome: èViadana, o meglio la viadanesità. Con semplicità di linguaggioed essenzialità, sono elencati i vari passaggi attraverso cuiuno sprovveduto visitatore potrebbe orientarsi sul nostro territorio.Compaiono innanzi tutto gli spazi, ma anche il tempo, passatoe presente, i suoni, gli odori, le sofferenze (tante) e le gioie(un po’ meno) di una comunità intera, che oggi deve fare iconti con un mondo sempre più globalizzato e quindiinevitabilmente a rischio di perdere in parte la propria identità.C’è chi pensa che questo sia male, chi invece che non lo siaaffatto; io mi limito a constatare che è un processo irreversibilee inevitabile, che va vissuto con buon senso, non dimenticandole proprie radici, ma col cuore sereno disposto a navigare inmare aperto.Nel libro c’è un amore forte, che traspare da ogni parola, perla nostra terra, ma non c’è chiusura o supponenza, c’è orgoglio,questo sì, orgoglio di essere nati e vissuti a Viadana, il paesepiù bello del mondo. Infatti come dice Barzamino “tutto ilmondo è paese, ma il più paese di tutti è quello dove si ènati”. Grazie Luigi.

Gabriele Oseliniass.re attività culturali

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FRICANDO'. Mai titolo è stato più azzeccato, per un'operastorica. Storica, sì, ma non troppo: puntualmente e sinteticamentedocumentata, è anche vivace, condita, qua e là, con aneddoticarichi di quel colore popolare che subito individua i nativi delterritorio viadanese. La vita di un paese, si sa, è sempre un "fricandò" di eventi:il vissuto dell'uomo, i suoi rapporti sociali, le sue attività, la suareligiosità, creano la storia e il Viadanese lo ha fatto. Egli hacostruito vie, canali, chiese, palazzi, corti e Luigi Cavatorta,che si può propriamente definire "lo storico locale", in questepagine, ha tutto documentato, creando un'opera inconsueta,di assoluta originalità e di facilissima consultazione. FRICANDO', infatti, non è soltanto il classico libro di "storianostra", è una vera e propria guida. Turistica? Certamente, manon solo. E' qui riportato tutto ciò che ogni abitante ha il diritto,oserei dire, il dovere di conoscere, ossia le proprie origini, leproprie radici, per giungere, attraverso il passato, a capiremeglio il presente. Perciò, FRICANDO' alla mano, facciamo i turisti a casanostra e percorriamo le strade del paese! Ci sentiremoaccompagnati da questo straordinario "manuale" dove tutti inomi delle vie sono puntualmente riportati, vi è persino il numerocivico degli edifici descritti, non si può sbagliare. Sarà moltopiacevole scoprire ciò che ci circonda, ciò che abitualmentevediamo, ma che non guardiamo e non conosciamo! Finalmente, Luigi Cavatorta, appassionato ricercatore epersona assai discreta, ha "dato alla luce" (dopo insistentipressioni) il frutto di anni ed anni di studio. Lavoro intrapresocon infinita pazienza, riunito e confezionato, "pronto per l'uso",perché, chiunque, possa attraverso la conoscenza, valorizzareil patrimonio culturale e amare di più il proprio paese. Grazie Luigi, sei un benemerito viadanese!

Gabriella Ballasini Frignani

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Miti Padani

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Propongo, con la dignità dei miti, alcune favole che persecoli hanno interpretato i "misteri" del Po e delle sue genti(Araldi, Giardino...).

Dopo essersi ritirate le acque del diluvio universale, il nipotedi Noé, Tubàl, figlio di Iaphet, uno dei dodici capitani venutinella penisola, iniziò a colonizzare le nostre paludi. Tubàl cheera vissuto anni 197, con le sue 60 mogli procreò moltissimimaschi e femmine i cui 13.700 nipoti si dedicarono allacoltivazione, anche della vite, rendendo la nostra terra fruttifera,amena e invidiabile.

Correndo l'anno 2157 dalla creazione del mondo, val adire 1841 prima della venuta di Cristo, nel ventesimo di regnodel sovrano Assiro Armanite o Armatrico, questi mandò nellaGianicola, in oggi Italia, il Capitano Ligure e i figli, Cidno edErìdano assieme ad altri loro parenti. Questi scelsero di abitaremolti luoghi di qua dalle nostre acque fino all'Istro (Danubio)ed oltre. Siccome Erìdano fu il primo ad attraversare il grandefiume, questo prese il suo nome e tale rimase presso i latinicome ne attestano Plinio e Catone. Ligure, fermatosi con le suecolonie di là del fiume, impose nome a tutta la regione cheancor oggi così chiamiamo. Le genti guidate da Erìdano eCidno diedero principio alle contrade di Bergamo, Brescia,Cremona e Trento. Per edificare queste, dovettero scavare moltialvei per bonificare le acque nocenti, così facendo iniziaronoa comparire alcuni pulcini o polesini, vale a dire certi dossidi terra o isole che l'Erìdano ed altri fiumi, senza argini,andavano formando. Questi luoghi, col tempo, si reseroboschivi, mentre le acque del nostro Adda, Oglio ed Erìdanocontinuavano ad essere, corrosive, or chiare, or ferme, orlimacciose.

Circa sessant'anni prima della Guerra di Troia val a dire nel2736 dalla creazione del mondo, cioè 1264 prima dellavenuta di Cristo, a causa della guerra tra i figli incestuosid'Edipo re e di Giocasta, Etéocle e Polinice, morì nelle rovinedi Tebe l'indovino Tiresia, padre di Manto. Questa, che pureera divinatrice, partì dalla Beozia e veleggiò verso le spiaggedel Tirreno. Approdò nel luogo ove regnava Tiberino, da cuiprese nome il Tevere, mentre era detto prima Albula, dal colore

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delle acque. Il re invaghitosi di Manto ne ebbe Ocno Bianoree aumentata la popolazione si dovette pensare a nuove terre.Erano invidiate quelle che giungevano a settentrione fino adun grande fiume detto Erìdano che nasceva nelle Alpi di Ligoneo Vesione sopra il MontVeso dalla Fontana detta da Plinio,Visenda. Re Tiberino mandò oltre l'Appennino e l'Erìdano tresue tribù divise in quattro corti o curie, ciascuna delle qualiaveva un Lucumone, sia Prefetto, Signore, Capitano o Principe.In fine componevano 12 colonie che iniziarono ad impossessarsifaticosamente del terreno paludoso ove costruirono pocheabitazioni su pulcini o isole, poi Modena, Reggio e Parma.Giunti all'Erìdano e constatata la grande profondità el'impossibilità di guadarlo decisero di chiamarlo Bodigono oBotigone, cioè fiume gran profondo, nome che conservaronosino alla venuta dei galli Senoni, Cenomani e Boi. Riusciti poia varcarlo, Ocno fondò nelle vicinanze del Mincio una cittàche denominò Mantova in onore della madre Manto.

Tutto ciò non è sufficiente per conoscere come fosse un tempoquesta pianura, se non bassa che poté alzarsi solo con le terreportate da torrenti scendenti dalle montagne e per i depositilasciati dall'Erìdano, sia Botigono in oggi Po, o dall'Adda odall'Oglio, che l'allagarono in continuazione. Col tempo questaterra bassa, incolta e acquosa a poco a poco si rese asciutta,coltivabile e fruttifera.

Leggende e fiabe viadanesi

I popoli Italici provenienti dalla Lidia, patria d'Omero, portatisinella valle del Po, eressero in Brescello il tempio a Giove oErcole, in Mantova quello a Diana e in un’altra isola, ove fupoi Sabbioneta, a Lamia figlia, di Giove chiamata in linguaafricana Sibilla, che fu tra le prime divinatrici. Tutti questi templifurono edificati dai nuovi coloni in ringraziamento del possessodei nuovi luoghi. Superati gli ostacoli delle acque e creato unpercorso che da Brescello conduceva a Mantova ove si adoravaDiana, col tempo si formò una discreta contrada che fu chiamataVia di Diana poi Viadana.

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Nella notte del Natale di Nostro Signore si videro moltiprodigie tutti gli oracoli dei demoni si ammutolirono ove, prima,solevano dare risposte nei loro Idoli. Così si può presumereche anche il tempio di Diana esistente sull'isola del Po, ove fupoi edificata la Castellanza di Viadana, rimanesse muto comequello della Pace in Roma e rovinasse con i suoi Idoli. Questotempio era eretto ove vi erano le carceri e poi la scena (teatro).

Regnando sul trono di Dania un tal Sirualdo o Silvaldo, figliodi re Unguino, ebbe in moglie una donna di cui non ci èpervenuto il nome. Da questa ebbe tre figli: Sigàro, che successenel regno, Alfo e Olmiro. Alfo voleva sposare Alvilda figlia di Sivaldo re dei Goti,mentre Olmiro voleva impalmare Gilde, giovinetta bizzarraparente di Ermando, aio di Olmiro. Alvilda, cui aspirava Alfo,era di spirito guerriero e rifiutò le nozze. Per evitare una guerraimminente tra la potenza Gota, allora maggiore di quella diDania, Alvilda decise di fuggire dalla reggia per diventarecorsara di mare. Dopo molte scorribande fu catturata nelleacque di Filandia rimanendo prigioniera dello stesso Alfo chela trattò sempre come una regina, perché era sua intenzioneaverla in sposa. Un giorno Alvilda, vedendosela bella, scappòcon sue damigelle: Gilda ed Irene. Vestite tutte e tre dapastorelle, dopo aver girato molti paesi alla fine giunseropresso la Rocca Vitelliana, lungo le rive del Po. Alfo che si eraaccorto immediatamente della scomparsa dell'amata, la inseguìe la raggiunse nel nostro luogo e di bel nuovo l'imprigionò.Procurò tutte le finezze per captivarsi il di lei cuore sino asoggiornare con lei in abito di cacciatore col seguito d'alcunicortigiani. Ma Alvilda perseverando nei suoi rigori costrinseAlfo ad usare gli inganni che sogliono essere le armi più fortiper vincere una donna ostinata e finalmente contrarne lebramate nozze. Il soggiorno di questi personaggi reali intornoalla Rocca Vitelliana si volle, secondo alcuni, fosse il motivodella sostituzione in quello più breve di Viadana per esserestata questa strada che fecero Alfo ed Alvilda nel venire inItalia. Ritornati in Dania fecero uccidere il fratello maggioreSigàro che era re, da un tal Acone, ma quando pensaronodi poter salire al trono vi fu una guerra crudelissima in cuirimasero uccisi con orrido scempio, senza avere un giorno diregno in pace.

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L'ipotesi più accreditata sull'origine del toponimo Viadana,dopole leggende proposte, potrebbe risalire al 69 d.C.. Lasuccessione a Nerone scatenò le guerre civili, prima tra Ottonee Vitellio, poi fra le legioni di questo con quelle di Vespasianoche rimase unico vincitore. Alla fine del Settecento, l'Araldiscriveva sull'argomento, "...Giunto però che fu altresì Vitelliodi rimpetto all'antico Brescello nelle Traspadane rive gli fuindicato come colà appunto in quel luogo, e Città di Brescellol'Imperd. Vitellio al vedere il luogo della via di Diana posto insodo terreno, ed in vasta, ed amena pianura se ben boschiva,disse peccato che qui non vi sia una buona Castellanza perfar fronte a quella di Brescello, questo però bastò aciò poi daquei pocchi invalidi si d'uomini che di donne che lasciò addietrone fosse dato mano a formarsi in codesta contrada di via diDiana una sufficiente Rocca, che poi col tempo si ridusse inrispettabile Castellanza, e la denominarono la Rocca Vitellianada Vitellio, che l'accennò solo in voce, e che poi corrotamentefu detta Viadana se ben in latino ne serbò però mai sempreil nome di Vitelliana come tutt'ora si nomina, e si scrive...".Cesare Baroni precisava, nella prefazione al Frigeri, "In realtà,nei documenti più antichi giunti direttamente o indirettamentefino a noi, soprattutto per tramite del Muratori, troviamo ledenominazioni di Vidaliana, Videliana, Vitaliana, in un periodoche va dal 942 al 1226".

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Cenni storici

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La presenza dell'uomo nelle isole formate dal Po e suoiaffluenti, come Adda e Oglio, è confermata dal rinvenimentodi numerosi reperti archeologici attribuibili al Neolitico, databilialla metà del IV millenio a.C.. Fra questi oggetti l'ossidianaattesta gli scambi commerciali con popolazioni lontane, mentrela cruna di ago osseo con invito, testimonia una produzioneintelligente di manufatti ora custoditi nel Museo dedicato aMons. Antonio Parazzi. E' a questo viadanese, arciprete diS.Maria Ass. e S.Cristoforo e fondatore del Museo Civico nel1879-80, che si deve la scoperta di vari siti archeologici, siadell'Età del Bronzo che del Periodo Romano. I suoi metodi discavo e i rilievi relativi destano stupore anche oggi per laprecisione con la quale furono condotti. Il territorio di Viadana, parte integrante dell'agro cremonese,conserva ancora molte testimonianze dell'antica centuriazioneromana (Consolare 218 a.C., poi Triunvirale 40 a.C.), comelo stesso orientamento della campagna: 14° NE/SO. Situatonella diocesi di Cremona e nel comitato di Brescia, raggiunsel'attuale assetto nel 1397. Nei secoli precedenti i Consignori Cavalcabò, la cuigiurisdizione e podesteria era stata concessa dall'ImperatoreFederico I il 30 luglio 1158, ne avevano acquisito anche idiritti dagli altri condomini di ceppo Obertengo: Malaspina,Pelavicino e Martello. I Cavalcabò, inoltre, a metà del XIV sec.avevano concesso degli statuti che rimasero in vigore fino agliinizi del XIX. Gianfrancesco Gonzaga, Signore di Mantova, dopo averconquistato Viadana nel 1415, ne pretese il giuramento difedeltà da ogni capofamiglia. La cerimonia ebbe luogo sulsagrato della chiesa di S.Pietro il 19 giugno 1415. Da alloraViadana fu sempre legata a Mantova tranne che per un breveperiodo dell'800. Nel tempo si ebbero anche corrosioni ed alluvioni causatedal Po e dall'Oglio che fecero scomparire intere Ville, comeMontesauro, Pleta, Portiolo, ecc., per arrivare all'attuale territorio,di circa 102 Kmq, protetto da possenti arginature rafforzateanche di recente. I nostri fiumi non portarono solo inondazioni e disgrazie, mafurono anche vie di comunicazioni e commerci. Si erano infattisviluppati scambi lungo l'asse del Po fino a Venezia, a tal puntoche Viadana fu sede di un Viceammiraglio nominato da

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Mantova; non solo, una zona un tempo di proprietà dellafamiglia Del Bon, che nella città lagunare possedeva immobili,attività commerciali ed industriali, porta ancora il nome di Villadel Veneziano. Durante il dominio dei Gonzaga, l'8 aprile 1530, Carlo Vnel conferire a Federico II il titolo di Duca, trasferì la dignitàmarchionale da Mantova a Viadana, concedendo che ilprimogenito maschio si fregiasse di quello di Marchese diViadana, elevando così il territorio a Marchesato autonomo,distinto dal Ducato di Mantova (ricerca di D. Chizzini). Appartenendo al ramo principale di Mantova, Viadana nonebbe zecca; mantenne una certa autonomia economica e perle contrattazioni aveva una propria valuta, pesi e misureparticolari. La dominazione gonzaghesca durò fino al 23 luglio 1708,quando fu pubblicata la sentenza con la quale si privava deisuoi stati l'ultimo Duca Ferdinando Carlo, già deceduto aPadova il 5 maggio precedente. Nel frattempo l'amministrazioneimperiale absburgica aveva già preso possesso del territorioil 1° dicembre 1707. L'amministrazione civile era affidata ad un Podestà, designatoda Mantova, che resse il Marchesato fino al 1580; dopoquesta data, in considerazione dell'importanza del luogo,l'amministrazione passò a un Governatore che, citando ilParazzi, doveva essere "... non un solo percettore di dirittifeudali, ma un amministratore politico ed economico...". IlPodestà ed in seguito il Governatore erano coadiuvati nelleloro funzioni da un Luogotenente, scelto quasi sempre fra imaggiorenti viadanesi, penso laureati in legge e da un Consiglionominato, composto da 40 "Uomini di Viadana". Viadana godette della presenza, dal 1591, di MargheritaGonzaga-Guastalla che trascorse la sua vedovanza nel palazzo,ora conosciuto come ex Collegio Benozzi, fatto costruire dopola morte del marito Vespasiano, Duca di Sabbioneta. Un'altracomponente della famiglia Gonzaga, Ippolita, del ramo spuriodi Bozzolo, aveva sposato il patrizio viadanese Pietro AntonioGardani agli inizi del Seicento. Si può ipotizzare che questedue signore, pur non appartenendo al ramo principale quidominante, svolgessero funzioni di rappresentanza. Ma nonfurono le sole Gonzaga che in quel periodo dimoravano inViadana. Aveva palazzo in Borgo S.Maria (ne è certa la

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presenza il 23 agosto 1610), anche Polissena figlia di Carlodi Gazzuolo, maritata con Ferrante Rossi di S.Secondo, Prefecturei bellicae della Repubblica di Venezia. Continuando ildiscorso al femminile, sono da ricordare le visite di CristinaRegina di Svezia, quando fu accolta in Viadana durante i suoiviaggi in Italia. Durante la dominazione austriaca, nel 1761 si accese unarivolta che si sviluppò tra Cogozzo e Cicognara contro la regiaferma generale dei dazi, cioè l'appalto concesso al ConteGreppi di Milano di vendere generi tassati in appositi negozio privative. La sommossa di Cicognara ebbe il suo epilogonel processo, celebratosi in Mantova due anni dopo conpesanti condanne ai rivoltosi. Con editto del 6 aprile 1771 fu soppresso il Marchesatodi Viadana e aggregato allo stato di Milano o LombardiaAustriaca. A questa appartenne, dopo le parentesi francesidella fine del Settecento e degli inizi dell'Ottocento, finoall'armistizio di Villafranca del 1859 (poi pace di Zurigo del10 novembre). Non essendo ancora stata liberata Mantova, nel riordinodel Regno sabaudo del 23 ottobre dello stesso anno, Viadanafu assegnata alla Provincia di Cremona. Dopo la III guerrad'indipendenza e l'accoglimento della domanda diaggregazione alla costituenda provincia, il 1° luglio 1868ritornò ad essere mantovana.

Cenni di Storia Religiosa

Il ritrovamento di un sigillo d'alto rango dei Cavalieri diAltopascio, raffigurante S.Giacomo, ci riporta ai pellegrinaggimedioevali e alla probabile presenza di un ospitale in prossimitàdel Po, che doveva essere attraversato in un senso o nell'altro. Senza pretesa di connessione tra le due cose, a nord delcomune sulle rive del grande fiume, vi è a Cizzolo la chiesadedicata a S.Giacomo Maggiore, unica parrocchia del territorioviadanese non appartenente alla diocesi di Cremona. Come si è accennato, anche ecclesiasticamente si ebberonel tempo diversi aggiustamenti e ridimensionamenti di parrocchiee rettorie che trovarono buona sistemazione proprio a cavallo

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dei secc.XVI-XVII. Fino ad allora il Marchesato, pastoralmente,si presentava con gli stessi limiti di quando era stato unito,come Signoria, nel sec. XIV. La parrocchia plebana matrice diS.Maria Assunta e S.Cristoforo, che comprendeva il Castelloed a settentrione giungeva alla Ceriana, occupava tutto il territorioche più tardi sarebbe stato di S.Maria Annunziata. I confinidi S.Pietro si estendevano da oriente del Castello, poi a nordfino all'Oglio. S.Martino, dal Po fino a lambire Villa S.Maria.S.Giovanni Battista, da Villa Portiolo fino ai borghi meridionalidi Viadana; nel 1654 questa Villa, ridotta a 500 animedall'alluvione del 1595, fu definitivamente ingoiata dal Po eciò che rimaneva della parrocchia fu aggregato a S.Martino.SS.Stefano e Anna in Cavallara, dalla predetta Villa fino alPo, come per S.Giacomo Maggiore di Cizzolo, che appartenneecclesiasticamente al Vescovo di Reggio Emilia fino al 1813-20 poi a Mantova. S.Giulia di Cicognara occupava ancheparte dell'attuale Cogozzo. La rettoria di quest'ultimo, primadedicata ai SS.Giacomo ed Antonio poi mutata nel 1518 inSS.Giacomo e Filippo, dal Po si incuneava tra le Ville Cicognarae S.Maria, per comprendere a nord quella di Manno. Nel1585 l'oratorio di S.Maria Annunziata fuori le mura fu elevatoa rettoria autonoma, lasciando all'arcipretura di S.Maria Assuntae S.Cristoforo il solo territorio del Castello. Dopo la visitapastorale del vescovo Speciano del maggio 1601, seguì losmembramento della grande parrocchia di S.Pietro. Nel 1602furono costituite le rettorie di S.Antonio Abate a Salina e quelladi S.Matteo Apostolo a S.Matteo delle Chiaviche. Nel 1613si distaccò S.Spirito di Buzzoletto. Negli anni venti del Seicentoiniziarono le ricostruzioni delle chiese di S.Maria Annunciatae di S.Pietro che si protrassero per circa un secolo. Le altreparrocchie non menzionate di Casaletto, Bellaguarda e Sabbionisono state create nel Novecento. Le nostre chiese costituiscono una vera e propria pinacotecacon opere locali e di provenienza esterna, giunteci per contatticommerciali e culturali, non ultimo per "collezionismo", nelsecolo XIX, da par te di Mons. Antonio Parazzi. Quattro gli ordini religiosi un tempo presenti: Agostiniani dal25 maggio 1444 con chiesa e convento di S.Nicola daTolentino protettore di Viadana; Minori Osservanti con chiesae convento di S.Francesco dal 1492; Benedettine con monasteroe chiesa di S.Croce dal 1515; Cappuccini con convento e

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chiesa dedicata a S.Maddalena dal 1598. Soppressi dallafine del Settecento agli inizi dell'Ottocento, avevano avutoanche compiti di istruzione ed educazione; coltivavano ancheuna tradizione musicale che, dalla fine del Cinquecento, portògrande fama a Viadana. Si pensi che il Praetorius in una speciedi hit parade della Germania del 1619 poneva in elenco iviadanesi Lodovico Grossi, Berardo Marchesi e GiacomoMoro. Numerose erano le Confraternite vestite, riservate ai laici,che avevano finalità religiose e come si direbbe oggi, divolontariato, non trascurando di dotare povere nubende e didistribuire pane ai poveri. Confratelli Battuti Bianchidell'Annunciata, presenza anteriore al 1513 e approvazionecanonica del 1571, eretti nell'oratorio di S.Rocco propefoveam, con compiti di assistenza a prigionieri e condannatidi cui custodivano il cimitero annesso; nel 1632 BenedettoViani fu eletto cappellano di questa compagnia e proprio inS.Rocco presso la fossa iniziò, nell'ambito della DottrinaCristiana, l'insegnamento ai bambini ed al popolo. ConfratelliTurchini del SS.Sacramento eretti nell'oratorio della SS.Trinità(poi di S.Imerio) che gestivano l'orfanotrofio di S.Pietro. ConfratelliNeri del SS.Crocifisso, presenza anteriore al 1572 annodell'approvazione canonica, eretti nell'oratorio dei SS.Roccoe Sebastiano, con compiti di assistenza ai malati e custodiadel camposanto annesso all'oratorio. Confratelli Sacchi Neridella B.V. Addolorata, eretti nell'oratorio di S.Martino, situatodietro all'omonima parrocchiale. Confratelli Verdi dei SS.Roccoe Martino, eretti nell'oratorio di S.Lorenzo in Cogozzo, che fusede dell'insegnamento della Dottrina Cristiana per quel luogo. Oltre alle Confraternite vi erano le Compagnie istituite nellechiese parrocchiali che avevano scopi prevalentemente religiosi.Da ultima si aggiunse la Dottrina Cristiana, istituita dal nostroBenedetto Viani, sull'esempio di Filippo Neri, che si era resaindispensabile per i nostri giovani dopo lo sconvolgimentodella guerra e della peste del 1630. Cresciuta col tempo,l'istituzione necessitò di maggior spazio e di una sede adeguata,pertanto fu costruito un oratorio, ovviamente dedicato a S.Filippo,all'entrata del ghetto ebraico, rispettando la consuetudine deltempo. In Via Bonomi esiste ancora una sinagoga incompiutaed in museo, affreschi provenienti dall'antica.

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Viadana bresciana, Comune di Calvisano. Accade spessoche venga scambiata con la nostra e che qualche squadra dirugby ci vada in trasferta per errore. Ancora Cesare Baronimi ipotizzava che, rientrando Viadana nella dote dell'Abbaziadi Leno, per analogia il toponimo fosse comune ai due luoghidi pertinenza, cui si poteva aggiungere il nostro Cogozzo equelli bresciani: uno in Comune di Bedizzole e l'altro in Comunedi Villa Carcina.

Viadana nello Zaire. Fu fondata da Libero Acerbi, (Viadana02.04.1870-Bologna 10.11.1938). Dopo aver frequentatol'Accademia Militare, nel 1895 partecipò alla guerra controMenelik ove fu fatto prigioniero. Nel 1902 aderì alla richiestadi cooperazione nella colonizzazione dello Stato Libero delCongo dove era presente un anno dopo a Boma. Nel 1911dopo aver sedato un'ennesima rivolta, fondò un villaggio cuidiede il nome di Viadana che ritroviamo nel Congo nord-orientale, sul Poko, affluente del fiume Bokomandi.

Viadana, veniva spesso posto dopo il nome dei nostricompositori religiosi e ecclesiastici come Lodovico, GiacomoMoro, Berardo Marchesi, Orfeo Avosani, Giacomo Arrighi emolti altri ancora. Secondo G.B Columbro, il nome della nostrapatria era musicalmente così rinomato da diventarne qualificante.L. Meneghini e T. Barzoni, per continuare questa tradizioneviadanese, "inventarono" il Festival Lodoviciano, con lo scopodi proporre in esecuzione moderna composizioni dimenticateo scoperte nell'inesauribile miniera delle note. Per il 2005 èin atto la preparazione del XI Festival Lodoviciano.

Viadana è anche una tela. Il Dizionario EnciclopedicoItaliano, Roma, Treccani, 1961, ad vocem riporta: "sorta ditela usata soprattutto per far vele, così detta dall'omonimacittadina in provincia di Mantova dove veniva fabbricata".Ovviamente alla base vi era la coltivazione della canapa edel lino (da cui la stoppa) e l'allevamento dei bachi da seta.Per colorare la tela Viadana la nostra campagna produceva

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lo "zafferanone" o cartamo, scientificamente CarthamusTinctorius. Questo tessuto era talmente rinomato che anche lastorica Manifattura Linussio di Tolmezzo produsse, dal 1760,"Tele Viadane", tessuto pregiato per vele in canapa e stoppalavorato in origine a Viadana (MN), così si legge in unadidascalia nel Museo Carnico delle Arti Popolari "MicheleGortani" della cittadina cit.. Informazione fornitami da CarlaMelegari.

Viadana, è il nome di un insetto piuttosto raro del genereTettigoniidae che popola la Costa Rica. Il termine esatto èPhaneropterna della specie Viadana. E' un insetto verde pallidocon grandi mandibole e frequenta gli ambienti soleggiati.Notizia fornitami da Riccardo Negri.

Viadana si pronuncia Viadan e si scrive tutto attaccato enon Via Dana come ci chiedono spesso per telefono. Basterebbeche a scuola insegnassero meglio la geografia e che in ambitolocale si promuovessero iniziative per farla conoscere di più.Speriamo che Fricandò contribuisca a questo scopo.

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Questa è la descrizione che si ricava dal Decreto del Capodel governo del 2 giugno 1934: scudo di verde al leoned'oro, su un cuscino di rosso e tenente con le branche anterioriun doppio giglio. Con tale concessione si codificava l'emblemadi Viadana rappresentato da sempre con le figure elencate. Propongo l'interpretazione del nostro stemma comunalededotta dall'araldica e dalla simbologia . Il campo di verde. Questo "colore" o meglio smalto,araldicamente rappresenta la terra verdeggiante fra gli elementi,la speranza che diffondono i campi in primavera nell'attesadi un copioso raccolto, al colore distintivo dei Ghibellini. Ilverde, oltre a confermare questa ultima informazione storico-politica, simboleggia: vittoria, onore, cortesia, civiltà, allegrezza,abbondanza, amicizia. (Di Crollalanza G.), (Guelfi Camajani) Il leone seduto di giallo (oro) con doppio giglio dello stesso.Il leone compariva anticamente sulle porte civiche delle cittàe dal sec.XIII come suggello municipale. Emblema della"Signoria", poi Marchesato di Viadana appare come simbolodella forza e dell'autonomia comunali. Il leone inoltre, significa:potere, giustizia e saggezza. Il doppio giglio, potrebbesignificare alleanza o protezione per analogia con Firenze icui governanti, nella seconda metà del sec.XV, "Allora tenevanocol re di Francia, il quale diede loro un doppio giglio nell'arme"(Bescapè) (Zug Tucci). Il cuscino di rosso filettato d'oro con tre fiocchi dello stesso.Su questo è seduto il leone e ci fa pensare alla comodità perchi vi sta sopra, il che s'intona con lo smalto di rosso che è ilcolore della vita, dell'amore, del calore, della passione e dellafertilità.

Pertanto i colori di Viadana sono dedotti dal metallo e daglismalti che compongono lo stemma: verde, rosso e giallo (oro).

Con Decreto del Presidente della Repubblica del 16.01.1995,Viadana è stata elevata a Città e come tale si è dotata di

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quegli apparati che le competono. Oltre alla riforma dellostemma, del gonfalone, come la corona e la ricomposizionedei colori nel drappo dello stesso, si è pensato anche di fregiareil Comune di Viadana di una bandiera che lo rappresenti,come ente territoriale, su edifici pubblici e privati a fianco diquella Nazionale ed Europea.

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(se la località non è indicata intendasi Viadana)

0. Parco della scultura1. Municipio, un tempo Palazzo della Ragione2. Piazza di Viadana3. Palazzo Ex Monte4. Ex Teatro Sociale5. Palazzo Cavalcabò6. Palazzo Avigni II7. Arco Avigni o Porta Nuova8. Ricetti9. Porte10. Chiesa Arcipretale Plebana S.Maria Assunta e

S.Cristoforo in Castello11. Abbazia di S.Croce e S.Domenico Savio al

Villaggio del Ragazzo,già Chiesa del Monastero delle Monache Benedettine di S.Croce

12. Madonna delle Donne Partorienti13. S.Nicolino14. Palazzo Pilastrina Dalla Pellegrina15. Oratorio di S.Rocco e S.Sebastiano, un tempo dei

Confratelli Neri del SS.Crocifisso16. Chiesa Prepositurale di S.Maria Annunziata17. Palazzo Bedulli18. Palazzo Società Operaia19. S.Luigi Gonzaga20. Giardino della Rimembranza21. Monumento ai caduti della Guerra 1915-1822. Giardino della Rotonda o Rotonda Giardini23. Palazzo Besana24. Palazzo delle ex Scuole Elementari, MuVi (Musei Viadana)25. Biblioteca Comunale "Luigi Parazzi", MuVi26. Museo Civico "Antonio Parazzi", MuVi27. Museo della Città "Adolfo Ghinzelli", MuVi28. Permanente d'Arte Contemporanea, MuVi29. Fototeca Comunale "Dino Carnevali", MuVi30. Palazzo Fabi31. Ex Carceri32. Sinagoga33. Ghetto34. Palazzo del Daziario

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35. Palazzo del Governatore di Cit tà o del Castel lo36. Palazzo Del Buono37. Palazzo Marchesi Gardani I38. Palazzo Conti Gardani II39. Palazzo Cavalli40. Palazzi Vigna Grossi41. Palazzo Avigni I42. Pretura43. Palazzo Melli44. Conservatorio Sorini poi Ospedale45. Palazzo Cantoni46. Casa Maggi47. Palazzo Bonanomi48. Palazzo Avigni III49. Ex Oratorio di S.Paolo50. Palazzo Gonzaga, ex Collegio Benozzi51. Madonna della Concia52. S.Antonio di Padova, Viadana53. Villa Scassa54. Casa natale di Lodovico Grossi55. Madonna degli Angeli o della Scassa56. Villa del Veneziano57. Madonna della Baghella58. Ex Oratorio della Madonnina degli Angeli o di S.Imerio

(già della SS.Trinità) dei Confratelli Turchini del SS.Sacramento59. Chiesa Prepositurale Plebana di S.Pietro Apostolo60. Cimitero61. Oratorio Pubblico del Sacro Cuore al Ricovero,

già Chiesa di S.MariaMaddalena del Convento dei Cappuccini. Canton di Ram

62. Cimitero Israelitico63. Ex Stazione Ferroviaria, poi Dispensario64. Madonna delle Grazie, detta dell'Ugliama o Lugliama o Noliama65. Chiesa Prepositurale dei SS.Martino e Nicola da Tolentino66. Via e Corte Puttina e Vicolo Ciardello67. S.Antonio di Padova, Cicognara68. Monumento a Don Pr imo Mazzolar i , Cicognara69. Chiesa Preposi turale di S.Giul ia V.M, Cicognara70. La Madonna scesa dal tetto, Cicognara71. Madonna Addolorata, Cicognara72. Casa di Grazia Deledda, Cicognara73. Madonna di Lourdes, Cogozzo74. Madonna del Rosario alla Villetta, Cogozzo75. Ex Oratorio di S.Lorenzo dei Confratelli Verdi di S.Rocco e

S.Martino, Cogozzo

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76. Chiesa Parrocchiale dei SS.Filippo e Giacomo Apostoli, Cogozzo77. Casa natale di Prassitele Piccinini, Cogozzo78. Chiesa Prepositurale di S.Spirito, Buzzoletto79. Madonna del Carmine, Buzzoletto80. Corte tre Santi, Banzuolo81. Villa Banzuolo82. Oratorio di S.Giovanni Battista, Banzuolo83. Madonna di Loreto, Banzuolo84. Fossi85. S.Margheri ta da Cor tona alla Cor te di Banzuolo86. Beata Vergine Addolorata, Salina87. Chiesa Parrocchiale di S.Antonio Abate, Sal ina88. La biolca viadanese (b.v.)89. Pavesina e Grotta, campagna di Viadana90. S.Luigi Gonzaga e Immacolata Concezione al Colombarone,

campagna di Viadana91. S.Alessandro Martire alla Bonicella, campagna di Viadana92. Corte Manfrassina, campagna di Viadana93. B.V. del Buon Consiglio, S.Carlo Borromeo e S.Giovanni

Bat t is ta al Casino Mori, campagna di Viadana94. Fenilrosso, campagna di Viadana95. S.Elena alla Corte Motta I, campagna di Viadana96. Corte Codella, campagna di Viadana97. Chiesa Parrocchiale di S.Ignazio Martire, Casaletto98. Ex Asi lo Monumento I e Madonnina, Casalet to99. Via Antonio Madasi, Casaletto100. La Sparata, Bellaguarda101. Chiesa Parrocchiale di S.Maria Maddalena, Bellaguarda102. Squarzanella103. Palazzo Scardua, Squarzanella104. Sabbionare105. Beata Vergine Assunta alle Sabbionare106. La Bogina, Sabbionare107. Bocca Alta, Bocca Chiavica e Bocca Bassa108. Valle dell'Oca109. Ex Asilo Monumento II, Sabbioni110. La Fabbrica, Sabbioni111. Villa Chiavica e Palazzo Gardani III, Sabbioni112. Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora di Lourdes e

S.Ludovico Re, Sabbioni113. Stabi l imento Idrovoro, S.Mat teo del le Chiaviche114. Chiesa Parrocchiale di S.Matteo Apostolo115. Corte di S.Matteo116. Corti Gorna I e II, S.Matteo delle Chiaviche117. Corte Buvoli, S.Matteo delle Chiaviche

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118. Corte Biolcheria, S.Matteo delle Chiaviche119. Corte Bertia, S.Matteo delle Chiaviche120. Corte Correggioli, S.Matteo delle Chiaviche121. Madonna dei Correggioli, S.Matteo delle Chiaviche122. Montesauro, S.Matteo delle Chiaviche123. Torre d'Oglio, S.Matteo delle Chiaviche124. Saliceto di Foce d'Oglio, S.Matteo delle Chiaviche125. Corte Nuova, S.Matteo delle Chiaviche126. Castello dell'Alluvione, Cizzolo127. Madonna dei Barcaioli, Cizzolo128. Chiesa Prepositurale di S.Giacomo Maggiore, Cizzolo129. Beata Vergine Madre Graziosa sull'Argine, Cavallara130. Chiesa Parrocchiale di S.Stefano e S.Anna, Cavallara131. Via Lingua di Passera, Cavallara

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0 - Parco della sculturaVia Emilia, Via al Ponte

Si stende su un terreno "neutro" comepuò essere la golena del Po cheprecede Viadana cui sembra prestato.Pertanto ho ritenuto opportunoidentificare il parco con lo 0, perchéè giusto che l’1 sia del primo edificiodi Viadana: il Municipio.Il parco è stato istituito nel 1999 dalSindaco Luigi Meneghini e ospita alsuo "esterno" opere di Ciussi, Conti,Cordero, Crimella, Gabbiani,Galliani, Legnaghi, Minoli, Occhipinti,Salvatore, Schiavocampo,Siragusa.

1 - Municipio, un tempo Palazzo della RagionePiazza Matteotti, 1-3

Nel lo s tesso luogo es i s tevaanticamente una loggia o porticatoove il Podestà rendeva giustizia epubblicava le grida. Dopo il 1507fu edificato il Palazzo della Ragionead opera del Podestà LodovicoBrugnolo. A testimonianza di questar e a l i z z a z i o n e , s u l c a p i t e l l od’angoloverso la piazza, vi è scolpitoil suo stemma, mentre verso via Grossi,quello di Viadana. A proposito dellacostruzione del Palazzo della Ragioneil Parazzi riporta la lettera del Brugnolo,in da ta 20 se t tembre 1507,indirizzata al Marchese: "il se verifica

il proverbio che al sol dir chi fa la casa in piazza, chi la vuolalta chi la vol bassa, che essendose principiato lo edificio dela rasone, quelli a cui non piaceva, mo terza notte, per unebelle vendetta ne ruvinò una parte, benché piccola". La saladella ragione fu soprelevata ed è la stessa, anche se

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ridimensionata, ove si riunisce il Consiglio Comunale, un tempodetto degli Uomini di Viadana. Recentemente è stato riportatoalla luce un affresco degli inizi del sec.XVI, raffigurante laMadonna con Bambino fra i SS.Rocco e Sebastiano, la Giustiziae lo stemma del Podestà Fiera, lateralmente, altre pitture delsec.XVIII con stemmi Arrivabene, Salvadori o Asburgo ediscrizioni. Sotto questo dipinto sedeva il Podestà o Governatoredi fronte all’assemblea. La parte del portico verso la piazzaè sostenuta da colonne fancelliane con capitelli corinzi, coevealla costruzione, mentre quelle di via Grossi sono state aggiuntenegli anni Quaranta del Novecento durante la ristrutturazione.L’edificio fu ampliato a metà del Settecento dal Maggi allungandola costruzione verso Vicolo Teatro e aggiungendo alla torre,prima merlata, il castello nel quale fu alzata la campanamaggiore. "Al Campanon", con i suoi rintocchi, chiama araccolta il Consiglio Comunale, avvisa la cittadinanza di luttiimportanti, del giorno del patrono S.Nicola da Tolentino e digravi calamità. Il 14 ottobre 1877 fu inaugurata la lapide coneffigie dedicata al compositore Lodovico Grossi il ViadanaM.O., opere rispettivamente degli scultori cremonesi Antonioe Silvio Monti. Alla fine dello stesso sec. furono infissi nellafacciata i busti di Vittorio Emanuele II, dello scultore TommasoGiudici di Lodi e quello di Giuseppe Garibaldi, opera di SilvioMonti di Cremona. Ghinzelli pubblicò in Viadana anni Quarantauna fotografia della facciata con il solo busto di Garibaldi,quello del re era stato atterrato per una bravata notturna nellaseconda metà di febbraio del 1948. Nel porticato sonopresenti anche due lapidi che ricordano i ca. 500 morti delleguerre dell’Ottocento e Novecento. Successivamente negli anniQuaranta del sec. scorso, con l’acquisto di due case, l’interacostruzione fu ampliata nella sua parte orientale. Nelle salesuperiori vi sono tre magnifici armadi, legno di noce primametà sec.XVIII, che suddivisi per mesi, un tempo contenevanoi pegni del Monte di Pietà.Nel cartiglio di quello centrale un’iscrizione tradotta dal latinone ricorda la costruzione: OPERA FATTA/ IN TEMPO DIGUERRA/ PERCHE’ I POVERI NE USUFRUISCANO IN TEMPODI PACE/ GIOVANNI GARDANI/ RETTORE MAGNIFICO.

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2 - Piazza di Viadana, Piazza Matteotti

Fu ampliata nel 1507quando si riedificò il Palazzodella Ragione. Poi fud e n o m i n a t a P i a z z aMaggiore ed era il luogodove venivano pubblicate legrida. Dal 27 aprile 1889per decisione del Consigliofu intitolata a VittorioEmanuele II. Attualmente èd e d i c a t a a G i a c o m oMatteotti. E’ la sede, con lealtre piazze e vie del centro,del grande mercato che ognivenerdì mattino attrae a

Viadana migliaia di avventori. Probabilmente lassù nessuno ciha ancora fatto caso, ma questo è un appuntamento che conle sue 160 bancarelle andrebbe considerato a dovere.

3 - Palazzo Ex MontePiazza Matteotti, 5 poi Via Verdi, 6-8

La costruzione progettatada P.A. Maggi (Viadana3 0 . 0 9 . 1 7 0 9 +15.05.1770) prese avviodopo la sua scomparsaper da re una sededignitosa al Monte diPietà. Questo, fino adallora era stato ospitatoin locali inidonei che sitrovavano nell’attuale viaVittorio Veneto (confinantecon Palazzo Avigni I),dopo essere stato aperto

nel 1535 nel ricetto di S.Maria, poi vicino alle ex carceri. Nel1779 i lavori furono sospesi per riprendere nel 1820 e terminarecinque anni dopo. "La costruzione più grandiosa ed elevata

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del paese", oltre al Monte di Pietà, pare fosse progettata perospitare anche il Ginnasio. Gli armadi precedentemente cit.(cfr.1) vi custodirono i pegni fino al 1929, anno dellasoppressione del Monte. Luigi Parazzi vi aprì nel 1862 laBiblioteca Civica ed il fratello Antonio vi inaugurò, in pochestanze, nel 1880, il Museo Civico, prima di trasferirlo, alcunianni dopo nel Palazzo Verdi, abbattuto negli anni Cinquantadel sec. scorso. Dal 1972 e 1976 è ritornato sederispettivamente della Biblioteca e del Museo poi della Galleria"G.Bedoli" e Archivio Storico Comunale, prima del loro definitivotrasloco nel palazzo delle Ex Scuole Elementari: MuVi. Nellesale che erano del Museo Civico viene ospitata la Scuola diMusica "Giacomo Moro".

4 - Ex Teatro SocialeV.lo Teatro,P.zza Matteotti,Via Verdi

La facciata è ciò cherimane del Teatro Sociale,il cui progetto fu propostoai facoltosi viadanesi il 4marzo 1769 da P.A.Maggi. L’architetto morìl’anno seguente e lacostruzione iniziò nel1772 sotto la direzionedel reggiano FrancescoJori. La platea era acampana e su questa siaffacciavano 37 palchiin tre ordini; il teatro eraprovvisto anche di ridotto.Enrico Cantoni musicistae compositore, assistevasempre agli spettacoli dalsuo pa lco . Quando

riteneva che la rappresentazione fosse mediocre, anticipaval’uscita da teatro coinvolgendo gli altri spettatori che a pocoa poco lo seguivano. L’interno del teatro fu distrutto nei primianni Cinquanta del sec. scorso per ricavarne un cinema. Oraè un condominio, parte commerciale e parte residenziale.

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5 - Palazzo CavalcabòVia Verdi, 13-19

I Cavalcabò avevanocostruito il loro palazzov i c i n o a l l a c h i e s aArcipretale, da cui eras e p a r a t o d a v i c o l oS.Cristoforo percorribile finoalla sistemazione dellachiesa avvenuta nellaseconda metà del sec. XIX.Il palazzo fu danneggiatodurante i bombardamentinella contesa per le isoledel Po tra Mantova eM o d e n a n e l 1 6 6 6 .L’interno era caratterizzatoda soffitti a volto ed altrilignei sostenuti da travi inolmo, travetti in rovere,assito in pioppo o conifera.La maggior parte delletavolette da soffitto (sec.XV) dipinte con soggetti

araldici e bestiario, anche a figure antropomorfe, ora custoditein Museo Civico provengono da questo palazzo. Nella partealta della facciata vi era un’edicola a sesto acuto con unafigurina muliebre affrescata. Una lapide nel portico verso lachiesa ricorda Cesare Vigna, con ritratto, di profilo ed ornatiin bronzo firmati da Davide Calandra (Torino 1865-1915),scultore ed incisore (sue sono anche le monete d’argento da2 e 5 Lire del 1911-14). La lapide fu trasportata dalla casanatale, di via Grossi, nell’attuale posizione in quanto, anchequesto palazzo, nell’Ottocento, era di proprietà della famigliaVigna. Fu sede della Banca Agricola Mantovana, del CircoloRicreativo; attualmente appartiene alla famiglia Penazzi.

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6 - Palazzo Avigni IIVia Verdi,10-14 - Vicolo Ginnasio

Era dimora di uno deirami della nobile, abantiquo, famigliaAvigni. Secondo il Parazziil nostro "Girolamo Bedulliqui tornato nel 1546,vuolsi dipingesse alcunemedaglie a fresco attornoal salone del PalazzoAvigni, respicente lanostra chiesa arcipretale".Aggiungeva "che sullep a r e t i d ’ a l t r e s a l ev e d e v a n s i d i p i n t eposteriormente scene delGoffredo del Tasso e delPastor Fido del Guarino.

Tutti questi affreschi andarono distrutti quando nel 1822 ilpalazzo fu rifabbricato". Apparteneva al ramo del CanonicoCimiliarca Giulio Cesare, precisamente ai suoi fratelli Carloe Gaetano ai quali, ancora nel 1865, era censito. Vi era,oltre alle sorelle, anche un altro fratello, Leonardo, del qualetratteremo in occasione dell’Arco di Porta Nuova o Arco Avigni.Il palazzo fu riedificatoalla data citata da Luigi Malvisi, cui sidevono tante costruzioni viadanesi in stile neoclassico. E’ statosede delle Poste e della tipografia Castello prima Cavalca poiBini. Attualmente è di proprietà e sede della filiale della BancaAgricola Mantovana; ospita anche il Centro Medico S.Nicola.

7 - Arco Avigni o Porta NuovaPiazza Gramsci - Circonvallazione Fosse

Fu edificato nel 1826 dal nob. Leonardo Avigni, a propriespese, per comodità di comunicazione tra l’interno del castelloed i borghi di Viadana. Poco dopo, Porta Nuova,che avevaanche due archi laterali per i pedoni, passò di proprietà dalcostruttore al Comune che si prese l’impegno di conservarlo

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in pe rpe tuo . E’doveroso ricordareche il nob. LeonardoAvigni (Mantova1799+Viadana 10agosto 1870) fuperseguitato dagliaustriaci, esiliato inPiemonte e i suoi beniconfiscati a causa delseguente fatto narratodal Parazzi. Durantel a I g u e r r ad ’ i n d i p e n d e n z a ,l ’ Av i g n i , a l l o r a

Commissario Distrettuale di Pizzighettone, pose agli arrestil’amico Comandante di quella fortezza, costringendolo aconsegnarla all’esercito sardo. Dopo la sconfitta scappò inPiemonte per ritornare in patria solo dopo il 1859. Perduta lalapide che ne ricordava la costruzione dell’Avigni, oggi rimanequella posta dal Consiglio Comunale per l’incoronazione aRe d’Italia dell’Imperatore Ferdinando, avvenuta in Milano il6 settembre 1838. Un’altra targa, posta in ricordo del restauroda parte del Consorzio per lo Sviluppo del Viadanese avvenutonel 1993, contiene dati errati. L’Arco Avigni fu costruito sullastessa area di una torre del perimetro delle mura e doveesisteva, fino al 1822, una cappelletta nella quale venivaposto il SS.Sacramento al ritorno dalla processione del CorpusDomini. Da questo punto l’arciprete impartiva la benedizioneal termine della funzione.

8 - Ricetti

Avendo come riferimento Piazza Gramsci, antistante la ChiesaArcipretale di S.Maria Ass. e S.Cristoforo, tutta l’area a ridossodelle mura, con relativi bastioni, un tempo era adibita a Ricettoe comprendendo Vicolo Quartierino,giungeva fino alla portaOccidentale di S.Maria. Questa area pubblica era destinataad accogliere, entro il castello, gli abitanti di S.Maria in casodi attacchi militari. Mentre la parteorientale, dalla Chiesa del

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Castello fino a via Vittorio Veneto e via Grossi verso le mura,costituiva l’altro Ricetto detto di S.Pietro in quanto era destinatoad accogliere gli abitanti di quella zona.

9 - Porte, abbattute nel 1836

Nel 1407 furono costruite due porte sul decumano, con relativiponti levatoi, che mettevano in comunicazione il castello conl’esterno. Ad occidente, in capo all’attuale via Cavallotti, siergeva Porta di S.Maria; ad oriente, in capo a via Grossi, laPorta detta poi di S.Francesco. Nelle carte catastali dellaseconda metà del Settecento si può rilevare una terza aperturanelle mura che permetteva la comunicazione dell’attuale viaVittorio Veneto con l’incrocio formato dalla CirconvallazioneFosse e Via Roma. Dopo la costruzione dell’Arco Avigni o PortaNuova, l’Amministrazione, con delibera n°12 dell’11 giugno1838, decise la formazione di un tronco di strada fino all’arginedel Po in continuazione di quella doganale, completandonela comunicazione esterna. Dopo il 1881 fu abbattuta ancheparte delle mura.

10 - Chiesa Arcipretale Plebana S.Maria Assunta eS.Cristoforo in Castello unita in parrocchia con la prepositura diS.Maria Ann. e quella dei SS.Martino e Nicola - Diocesi di Cremona.

L’Arcipretale è detta "in Castello" in quanto anticamente erasituata dentro le mura di Viadana. Nel 1522 i maggiorentidel luogo decisero di erigere una nuova chiesa che rimaseincompiuta fino al 1567 quando fu incaricato P. Pedemonte.Questo terminò la costruzione, già a tre navate e sole 4cappellette laterali, aggiungendone altre gentilizie ed unalanterna quadrata sopra la crociera. Giungiamo al 1858quando iniziarono i lavori di ristrutturazione, che durarono finoal 1887. Va ricordato, in questo periodo, il parroco Mons.Antonio Parazzi (Viadana 1823-1899) che, con la nuovasistemazione della chiesa, costituì una vera e propria raccoltad’arte sacra unendo, a quelle già esistenti, opere acquisitedurante le sue ricerche, altre dal mercato antiquario, soppressionidiconventi e oratori. Iniziando la visita da destra sono dasegnalare le seguenti opere. Pala di S.Maddalena, Cosmo

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da Castelfranco,al secolo PaoloPiazza. Pala diS . L u c i a ,Alessandro Bedoli,figlio di Girolamo.L a p i d e c o ncenotafio (1592)d e d i c a t i aB o n a v e n t u r aG a r d a n i ,viadanese medicodei reali polacchi.S . A g n e s e d iBernardino Gatti ilSojaro seguita dalM a r t i r i o d iS.Caterina, operad e l n i p o t eGervasio che nec o n s e r v ò i ls o p r a n n o m e .♦ M a d o n n a ,Bambin Gesu’ ealtri Santi, tavolad i I o a n n e s

Ispanus. Misteri Gaudiosi e Dolorosi, 10 tele di D. Savi.Cattedra lignea composta dal Parazzi usando intagli di F.Pinola detto Rossino e d’altri scultori locali. S.Benedetto Abate,F.A. Chiocchi. S.Luigi Gonzaga, G. Pezzoli. Ecce Homo,affresco di ispirazione mantegnesca, 1530. B.V. con il Bambino,S.Bernardo e l’Arcangelo Michele, tela di E. Procaccini.L’Addolorata, S.Francesco e l’Angelo, statue lignee, attr. a S.Badalino. Crocifisso, legno policromo attr. a F. Pinola.Deposizione nel Sepolcro di N.S., gruppo in terracotta diinfluenza mantegnesca, attr. separatamente ai seguenti artisti:A. de Fondutis detto Padovano, G.M. Cavalli viadanese e"Gio. Prever Mantovano". Le navate e le cappelle, furonoaffrescate con Personaggi biblici, Virtù e Allegorie, da P. Gazzanel 1867. La cupola con Soggetto Eucaristico preceduto dagliEvangelisti, da G. Scherer nel 1876. In presbiterio, Altar

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Maggiore, marmi vari con emblema dei M.O.. Pala dell’Assunta,tela di G. Tassinari. Coro, legno di noce inizio sec.XVIII, G.De Giovanni. Organo, Serassi rifatto dall’Inzani. Trinità,S.Giovanni Battista e S.Francesco ai lati della Croce, tela attr.a E. Procaccini. Dorsali, 2 composizioni lignee con intagli diF. Pinola. Madonna della Cintura, tela centinata di F. Riccio,il Brusasorci. Madonna con Bambin Gesu’, tela centinata, diD. Fedeli Maggiotto. Dalla navata nord verso l’uscita,L’Immacolata e S.Filippo N., statue lignee di V. Savazzi, dipinteda G. Morini, la prima dorata ed inargentata da P. Martinelli.Madonna del Rosario e S.Domenico, tela di F. Borgani.S.Biagio, stendardo dipinto su seta rossa, A. Badile. Politticodei Santi Protettori, tavole attr. a B. Vivarini, reca la data 25dicembre 1449 ed il committente Francesco Granelli. Nei dueordini quattordici tavole, dall’alto: S.Francesco, S.Lucia,S.Genesio(?) col Committente, Crocifissione, S.Agostino,S.Donnino e S.Gerolamo; S.Lazzaro, S.Antonio A., S.Cristoforo,Madonna della Misericordia, S.Giovanni B., S.GiacomoMinore e S.Sebastiano. S.Andrea Avellino, tela di G.Bongiovanni. Madonna con Santi, tela di scuola cremonesedal Boccaccino. S.Cristoforo, tavola di Galeazzo Campi(1477-1535), datata 1516. Pulpito, legno dorato, P. Bottazzi.Incontro di Gioacchino e Anna, tavola di F. Pesenti il Sabbioneta.Madonna col Bambino, S.Gioacchino e S.Anna, tela di B.Cesi. Battesimo di Gesu’, tela di P. Allegri, figlio del Correggio.Annunciazione, tela di I. Andreasi. Sull’ interno della facciata,S.Paolo di G. Gatti e S.Cecilia, altro dipinto di scuolacremonese. S.Ilario con S.Agata e S.Stefano, A. da Pavia,inizi sec. XVI. Visione di S.Tommaso d’Aquino, tela di G.B.Trotti il Malosso. S.Gioacchino S.Anna, statue lignee, S.Badalino.Sacra Famiglia, tela tovagliata di T. Ghisi. In sacrestia, SacraFamiglia con S.Benedetto, tela di F. Borgani in Cornice ligneadi F. Pinola.

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11 - Abbazia di S.Croce e S.Domenico Savio alVillaggio del Ragazzo, già Chiesa del Monasterodelle Monache Benedettine di S.CroceVia Roma, 2-4

Era la chiesa del Monasterodelle Benedettine che fungevaanche da educandato perf a n c i u l l e d i f a m i g l i eimportanti. La prima chiesafu aperta con il monasteronel 1519, cui seguironoampliamenti terminati nel1542. L’attualecostruzioneiniziò nel 1745 ca. ad operadell’architetto P.A. Maggi cheristrutturò anche il convento.Dopo il 1780 la chiesa fu inparte rinnovata da F. Jori. Conla soppressione dei Conventi(1786) passò in proprietà alComune e ospitò anche ilMuseo Civico.Istituito il Villaggio delRagazzo, S.Croce, con

l’aggiunta di S.Doneico Savio, funse da cappella del collegio.Come l’Oratorio di S.Rocco e S.Sebastiano è censita tra lechiese italiane con cupola ellittica.

12 - Madonna delle Donne PartorientiVia Roma, 39

Poco più avanti, subito dopo il gommista Peppino Azzoni, viè questa cappelletta ora inglobata nell’ultima costruzione primadell’argine. Anticamente era un’edicola indipendente detta"B.V. dei Tinelli", probabilmente fatta costruire da questa famigliadi "paroni", cioè di commercianti-navigatori sul Po solitamentecon Venezia. L’affresco, forse scomparso, rappresentava laMadonna ed era veneratissimo dalle donne in attesa di partorire.In un mio sopralluogo del 1976 ho censito numerose attestazionidi grazie (P.G.R.): 3 cuori metallici, 6 ricami, 2 collane e una

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riproduzione della Madonnadella seggiola su carta dorata,pa re dona ta da un exca rce ra to . "Oraz ione aSant’Anna protettrice dellepartorienti e per ottenere lag r a z i a c h e l e v e n g ad o m a n d a t a . S a n t ’ A n n abenedetta, voi che foste Madredella gran Vergine Maria, deh!Degnatevi di rivolgere unosguardo benigno e consolatorea chi soffre, chi stenta chilanguisce in mezzo ai dolorie miserie di questa vita. SieteVoi! presso la OnnipotenteMadre d ’ Idd io , l a miaavvocata, la mia guida, la miap r o t e t t r i c e , l a m i a

consolazione!... A Voi il Cielo concesse grazia e favore sommodi essere preposta al buon andamento dei parti, fate dunquech’io soffra poco, che io non corra pericoli, che la mia persona resti salva e che tutto vada in perfetta regola. Io pregherò faròorazione giacché so che nell’estremo momento Voi Sant’Annabenedetta, mi darete forza e coraggio per superare le dogliedel parto. Gesù Cristo che tanto vi ama, che tanto vi ascolta,vi diede splendore di nascita, chiarezza di mente, donoinsensato di santità! Deh! Dunque assistetemi, illuminatemi,incoraggiatemi!... Fate che io sfugga il peccato la colpa, ognibestemmia. Datemi fede per salvarmi, speranza di ben vivere.Carità nell’aiutare ad essere aiutata. Voi mi raccomando perqualsiasi sventura o disgrazia mi possa cogliere!... salvatemi,soccorretemi, esauditemi!... E sia nei dolori del parto sia inqualunque altra afflizione e doglia, pregate Maria SS. e il suoDivin Figliuolo, onde tenga lontano da me ogni patimento inquesta vita come concedetemi ogni bene nell’altra. E così sia.Avvertenze: chi reciterà devotamente questa pia e santaorazione, se donna incinta, proverà pochi dolori e potràottenere, pregando fervorosamente, figli maschi sani e senzamalattie. Parimenti chi invocherà la Genitrice della beataMadonna otterrà ogni specie di grazia, purché osservi i precetti

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di nostra Santa Religione. Finalmente il Sommo pontefice Leone,ha concesso 100 giorni d’indulgenza ad ogni fedel cristiano,che leggerà e terrà presso di se questa santa orazione. MadasiRosina d’anni 30, 9 ottobre 1927. Avigni Marino Avigni Mariafigli di Avigni Amedeo d’anni 32". "Per segnare i dolori ingenere bisogna dire, dopo aver fatto il segno della croce:<<Quando il nostro Signore nasce sparge tutti i dolori, mandalia Dio e la Vergine Maria che tutti i dolori vada via>>. Sirecitano per tre volte, ogni volta un Pater, Ave, Gloria. In finesi deve fare il segno della croce". Le preghiere mi sono statedettate da Elvira Avigni nell’ottobre 2003.

13 - S.NicolinoCirconvallazione Fosse, 77-79

Costruito di fronte alle fosse, checircondavano le mura di Viadana, eravicino all’imbocco della strada checonduceva al Convento di S.Nicola.Come si può vedere dal quadro postoall’interno della facciata della chiesa diS.Martino, questo stradello è percorsoprocessionalmente dai Padri di S.Nicolamentre entrano in Viadana da Porta diS.Maria provenienti dal convento.Nella cappelletta è presente l’affrescodel nostro protettore: S.Nicola daTolentino.

14 - Palazzo Pilastrina Dalla PellegrinaVia D'Azeglio, 23-35

E’ detto Palazzo Cancarini. Lo Zuccoliinserisce la costruzione fra le probabiliopere del Maggi. Commenta che i pilastrihanno disegni e dimensioni riconoscibilie le proporzioni sono riconducibili a quelledel Conservatorio Sorini, altro progettodel nostro P.Antonio. L’edificio, dopoaggiunte ottocentesche, ha subìtomanomissioni all’interno. La loggia del

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piano superiore è raggiungibile attraverso due scale che partonouna di fronte all’altra prima del cortile, come nel palazzo Fabi.L’intero edificio attualmente in ristrutturazione.

15 - Oratorio di S.Rocco e S.Sebastiano, un tempodei Confratelli Neri del SS.CrocifissoVia D'Azeglio

La devozione a S.Rocco (primaS.Fabiano) e S.Sebastiano haorigini antichissime ed è semprestata legata alla peste. Nel 1513,in occasione di uno dei tanticontagi, l’invocazione ai Santi sidimostrò da parte dei ConfratelliBianchi dell’Annunziata, anchecon la costruzione di un oratorionel luogo di un camposanto.Successivamente, mantenendovicompiti cimiteriali, il complessopassò ai Confratelli Neri, i qualifurono eretti canonicamente il30.11.1572, estendendo il lorovolontariato agli infermi. Nel 1741la Confraternita deliberòlacostruzione del nuovo oratorioaffidandone l’incarico a P.A.

Maggi che nel 1755 portò a termine il più elegante edificioviadanese in stile barocco. Dopo la soppressione dei Neri,divenne sussidiario alla parrocchiale di S.Maria Ann.. Sullafacciata, S.Rocco, affresco F.A. Chiocchi. All’interno, Vasi Sacrie Spargimenti di Sangue di N.S, 2 tele, superstiti di 5, discuola viadanese sec.XVIII. Madonna delle Grazie, bassorilievoligneo sec. XVI. Crocifisso tra S.Rocco e S.Sebastiano, statuelignee policrome, Stefano Badalino. Organo, attr. Antegnatiinizio sec. XVII. Il Convitto in casa di Simone, L’Apparizionedi Gesu’ scena del Tommaso incredulo e Cena di Emmaus, 3tele di 4 di G. Morini. Gli Evangelisti, 4 affreschi, F.A. Chiocchiche subirono un tentativo di furto durante la campagna militarefrancese del 1798, in quanto creduti tele. Nella sala delle

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adunanze dei Confratelli, da cui si accedeva dalla portalaterale di sinistra, sotto le vele che sostenevano il soffitto, vierano collocati 7 lunettoni, olio su tela di Domenico Savi,raffiguranti Scene della Passione di Cristo. Portati in S.MariaAnnunciata, furono venduti regolarmente nel 1961 alla Chiesadi S.Giacomo di Soncino, ove attualmente, ne ornano la cripta.Fra il 12 e 13.10.1989, furono rubatidiversi quadri, tra cuile pale degli altari laterali di F. Araldi.

16 - Chiesa Prepositurale di S.Maria Annunziataunita in parrocchia all'Arcipretale Plebana di S.Maria Ass. e S.Cristoforoin Castello e alla Prepositurale dei SS.Martino e Nicola - Diocesi diCremona.

Anticamente esisteva un oratorio sussidiario dell’arcipretale,col titolo di S.Maria extramoenia , cui fu concessaautonomia parrocchiale nel1585. L’antica chiesa aveva lafacciata rivolta a occidente e latorre che si alzava alla destradell’abside. Nel 1626 se neiniziò la demolizione, ma laricostruzione si protrasse nel sec.successivo a causa di guerre,peste eoccupazioni militari.Terminata la chiesa, per ricordareai posteri le difficoltà, fu scrittasull’ultimo arco verso la facciata:PIETAS PAROCHIANORUMEXUPERAT CRUDELITATEMBELLORUM. Dopo la mortedell’ultimo prevosto residente, laparrocchia di S.Maria Ann.,

come quella di S.Martino, è stata unita in forma ’meno principale’all’Arcipretura di S.Maria Assunta e S.Cristoforo, DecretoVescovile del 06.08.1968. Le opere principali. Decollazionedi S.Giovanni Battista, tela di M.A. Ghislina. S.Lucia eS.Apollonia statue lignee policrome e dorate, attr. a S. Badalino.L’Arcangelo Raffaele e Tobia, seguita da S.Antonio A. eS.Genesio V., 2 tele di F.A. Chiocchi. S.Cecilia, attr. A.

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Mainardi il Chiaveghino. S.Donnino, statua lignea policroma,dorata ed inargentata, attr. S. Badalino. S.Gioacchino e laMadonna Bambina, tela attr. G.A. Savi. Madonna del Pilastro,affresco fram. sec.XV; durante i lavori di ristrutturazione dellachiesa all’inizio del sec. XVIII, la colonna con l’Annunciata fuabbattuta e il giorno seguente la ritrovarono miracolosamentein piedi. Strage degli Innocenti in presbiterio, dal Tintoretto,Il Sogno di S.Giuseppe e Il Ritorno dall’Egitto all’internodellafacciata, 3 tele, ciclo pittorico di D. Savi. Anconadell’Annunciazione, statue lignee policrome e dorate, S.Badalino. Martirio di S.Pietro, D. Savi. Affreschi dell’interno,di G. Tomè (1930). Quattro Evangelisti, tele a vela latina, diE. Barbieri. Cristo Morto, scultura lignea policroma di F. Pinola.S.Omobono, tela di F.A. Chiocchi. Ancona di S.Giuseppe,sculture policrome e dorate, la statua attr. a S. Badalino.S.Agata in carcere, tela D. Savi. Incoronazione B.V. con Santie Profeti, di scuola parmigiana, sec.XVIII. Battesimo di Cristo,M. Callani. Organo, di A. e F. Serassi (1776). L’Annunciazionecopia di I. Mercanti da G. Bedoli. Campanile, ultimato nel1890 su disegno di Nicola Parazzi, padre di Antonio.

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8 - Ricetti9 - Porte

Gino Pelizzola

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17 - Palazzo BedulliVia Mazzini, 6-8-Vicolo Bedulli

L o Z u c c o l iinserisce ancheq u e s t acostruzione fra leprobabili operedel Maggi. Dif o n d a z i o n erinascimentale sinotano alcuniin ter vent i delsec.XVIII che sipossono attribuirea Pietro Antoniocome il portico eil disegno deipilastri. Dimora

dei conti Bedulli fino al 1818, fu venduto con gli altri beni aduna società di tre viadanesi. Del palazzo facevano parte ilgiardino che si estendeva verso nord, affacciandosi sull'attualeVia Aroldi e la cappella gentilizia della S.Casa di Loreto,abbattuta nel 1883, di fronte alla torre di S.Maria Annunciata.E' detto "Palass dal pioc", in Italiano "Palazzo del Pidocchio".Dopo diversi interventi dell'inizio del sec. scorso è statotrasformato in condominio. Le due lapidi applicate sulle facciateorientale ed occidentale sono errate, perciò da sostituire.

18 - Palazzo Società OperaiaVia Mazzini, 10-14

Sorge subito dopo Palazzo Bedulli sullasuperficie dell'Ospitale Grande diViadana che tale rimase fino al suotrasferimento nell'ex Convento deiCappuccini agli inizi dell'Ottocento.L'edificio fu sede della Società Operaiacostituitasi il 23 marzo 1863. Questaistituì anche una Scuola Professionaledi Disegno per gli artigiani. Nel 1904,

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venne trasformata in Scuola Popolare d'Arti e Mestieri, con ilproposito di "sviluppare e divulgare nella classe operaia ilgusto del bello". Primo Direttore fu il pittore Prof. Anselmo Gornicoadiuvato da Vincenzo Zanichelli come insegnante.Successivamente i corsi furono diretti e tenuti dal Prof. EnricoBarbieri fino alla sua morte avvenuta il 18.02.1944. L'annoseguente la scuola chiuse. L'edificio, di proprietà comunale èstato trasformato in abitazioni civili.

19 - S.Luigi GonzagaVia Ettore Sanfelice, 13

L'oratorio fu costruito nel1833 da Luigi Vertovaa p p a r t e n e n t e a dun'impor tante famigliaviadanese che autovantavala nobiltà romana. Il suointerno conteneva un quadroovale con S.Luigi i cui simbolisono affrescati nel catino delpiccolo presbiterio. Oltreall'iscrizione che ne ricordala costruzione "aere proprio"del Vertova, conserva cinquelapidi sepolcrali provenientidalla chiesa del Conventodei Minori Osservanti. Suuna di queste viene ricordatosia i l r icco mercanteEvangelista Blemi sia il

pronipote Evangelista Bonanomi che svolse incarichi importantiper i Gonzaga. Sospettato da Eugenio di Savoia con altriviadanesi, come il Sorini, di collusione con i "Galli-Ispani" parene morisse di crepacuore nel 1702. L'oratorio faceva partedella proprietà della famiglia di Daniele Ponchiroli, il qualediede un importante contributo alla cultura italiana deldopoguerra. Dal momento in cui Ponchiroli da Torino se netornò a Viadana, Giulio Einaudi osservava "Quando è partitosi è creato un vuoto. Non di potere, ma di tessuto connettivo,

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come se fosse venuto a mancare qualcosa di essenziale... unvuoto quindi difficile da colmare". A poca distanza dove ancoranon esisteva Via Sordello, vi era la casa natale di EttoreSanfelice cui è dedicata la strada. Pubblicò numerose raccoltedi poesie e traduzioni; fu collaboratore de "La Favilla". Politicoattivo, ebbe incarichi nella Società Operaia e fondò nel 1889una cooperativa di braccianti. L'oratorio di S.Luigi è attualmenteproprietà della famiglia Reni Saviola.

20 - Giardino della RimembranzaVia Sanfelice-Via Martiri della Prigionia

Realizzato, primadell'inaugurazionedel Monumento aiCaduti, nella fossac h e a n o r dbagnava la roccaantica. Fu aperto alpubblico solo il 17luglio 1931. Ilcance l lo e lacancellata furonod i s e g n a t i d aAntonio Malacarnee costruiti in ferrobattuto dal fabbro

Ernesto Castellani. Il Giardino o Parco della Rimembranza fuprogettato per ricordare i 290 militari morti durante la I guerramondiale, cui vennero dedicati simbolicamente tutti gli alberiche lo ornano. Nell'aiuola centrale, che fu anche campo datennis, sorge il Monumento al Bersagliere.

21 - Monumento ai caduti della Guerra 1915-18Via Sanfelice

Opera dell'Architetto Giuseppe Boni di Milano, in collaborazionecon i nostri geometri Francesco Besana e Martino Panchieri,fu inaugurato il 15 novembre 1925. Eseguito in serizzoghiandone, pietra della Valtellina, presenta al centro un gruppo

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in bronzo dello scultoreAlberto Bazzoni di Parma,con l'Italia generosamente aseno nudo. Il Monumentooccupa la superficie di 144mq. e sorge fra i due giardiniricavati dalle antiche fosse,un tempo a protezione dellerocche. Si dice che nellapa r t e pos t e r i o re de lmonumento, protetta dallostemma bronzeo di Viadana,riposino le ossa di un militeignoto della Grande Guerra.

22 - Giardino della Rotonda o Rotonda GiardiniVia Sanfelice-Via Manzoni

Orna la fossa che circondavala rocca nuova, la cuicostruzione iniziò nel 1471affiancandosi alla roccaantica; la prima fu abbattutanel 1846. Il giardino fuinaugurato negli anni Trentadel sec. scorso come luogodi svago. Al centro è statacostruita una pista da ballorotonda da cui prende nome.

23 - Palazzo BesanaVia E. Sanfelice, 45-51

Nel Settecento era di proprietà della famiglia Fabi in fregioall'ortaglia che si estendeva sulla stessa superficie attualmente

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occupata dai condominiBesana. L 'or to eracircoscritto dalla casa inquestione di fronte alleFosse (oggi Via E.San fe l ice ) , S t radaConfratelli Bianchi (oggiVia Marconi), Viottoladei Cappuccini (ViaOspedale Vecchio) eStrada S.Pietro (ViaC.Aroldi). Agli inizi delsec. scorso, il palazzofu aggiunto nella partesettentrionale, di servizi

con richiami liberty, e della casa per gli ortolani. Su questaanche uno stucco con rebus, la cui soluzione veniva richiestain tutte le cacce al tesoro: NON SED

24 - Palazzo delle ex Scuole Elementari, MuVi(Musei Viadana)Via Manzoni, 2

La costruzionedelle Scuole fuapprovata dalMinistero degliInterni, nota 1081del 26 marzo1904, su progettod e l l ' I n g .Guglielmo Decò.N e l l a s u ar e l a z i o n eproponeva che "Lenuove scuo lee l e m e n t a r i

dovevano sorgere nella zona dove era stata demolita l'anticaRocca, cuore della città antica". Alcuni locali erano già alloradestinati a Biblioteca e Museo interni, poi ancora mensa, salapremiazione "...per tale scopo vennero assegnati gli abbastanza

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vasti locali... ad essi si potrà accedere senza passare peicorridoi e vestiboli". Pertanto la costruzione fu pensata agli inizidel Novecento, oltre che per le aule, anche per tutte quellefunzioni cui una moderna istruzione doveva aprirsi garantendone"complementarietà e quindi un efficiente grado di fruizione".Dopo la costruzione delle nuove Scuole Elementari di ViaVanoni, l'Amministrazione Comunale ha convertito il vecchioedificio per contenere: Biblioteca, Museo Civ., Museo dellaCittà, Galleria d'Arte Contemporanea e Permanente, ArchivioStorico Comunale, Informagiovani, Ludoteca, Fototeca. Il cortile,conclusus ed interiore, continuerà ad essere destinato a esibizionied esposizioni all'aperto, come l'interno del Muvi è attualmenteusato per spettacoli, concerti, mostre e convegni. Un contenitoredunque per tutta la tradizione e cultura viadanese e pensandoalle nuove: radice per un albero che può dare frutti uguali disapori differenti.

25 - Biblioteca Comunale "Luigi Parazzi", MuViVia Manzoni, 2

Fu istituita con delibera del Consiglio Comunale del 10 maggio1861 ed inaugurata il 13 agosto dell'anno successivo con undiscorso di Don Luigi Parazzi (fratello di Antonio) che ne fu,oltre che fondatore, il primo direttore fino al 1913. Il patrimonioiniziale era di 1620 volumi e nel 1870, per la numerosaaffluenza, si rese necessario nominare un aiuto bibliotecario.Nel 1888 il patrimonio librario era salito a 5300 titoli. IlFondo Manoscritti, inventariato da Arnaldo Ganda, è costituitoda numerose carte, il cui nucleo più antico proviene dall'archiviodel convento degli Agostiniani. Da questo importante ordine,presente in Viadana (1444-1786) e dalla biblioteca dei MinoriOsservanti (1492-1786), provengono la maggior parte deilibri del Fondo Antico, editi dal sec.XV-XVIII comprendente 218cinquecentine e 12 incunaboli. I Fondi Speciali, forti di 15000volumi, acquisiti tra il sec. XVII ed il 1950, sono suddivisi permaterie, altri separati per genere e provenienza. Il FondoMedicina consta di 800 volumi (sec.XVII-XX) ed è formato dalledonazioni dei dottori Giuseppe Nicola Petrali (1876) e UmbertoVillani, che fu anche direttore dal 1930-1943. Fondo Giuridicodi 650 volumi ca., sec. XVIII-XX, dall'acquisto nel 1928 della

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biblioteca dell'Avv. G.Gherardini di Mantova.Fondo de l le Soc ie tàOperaia, 2000 titoli ca.(1820-1910) costituenti lalibreria dell'omonima societàdi Viadana (dal 1865) chemetteva a disposizione degliaderenti per promuovernel'istruzione; in questo Fondoconfluirono anche la "LibreriaCircolante Femminile" e del"Casino Sociale". FondoLocale di autori o diargomenti locali, tra cui leopere di Ettore Sanfelicedonate nel 1928. FondoIRAB (Ist i tuti Riunit i diAssistenza e Beneficenza)di 500 volumi, sec.XVI-XX,donazione da parte dellaUSSL 50/52 del 1985;dallo stesso ente nel 1989

furono trasferite le pergamene più antiche dell'archivio storicoIRAB, tra le quali il diploma d'erezione del Monte di Pietà(1535) e la bolla che sancì l'istituzione dell'Ospedale (1518).Fondo Don Guido Tassoni, trasferito dal sottoscritto, cui erastato lasciato in eredità, dopo la morte del parroco di S.Pietro(1996); comprende numerosi studi e genealogie di famigliedel viadanese ricostruite anche su richiesta di emigrati in Brasile.Da ultimo il Fondo Cesare Baroni, formato da libri e documentidel Deputato poi Sindaco di Viadana. Si consideri pure ca.1000 video e 500 CD-Rom e Musicali. La Biblioteca Comunale"Luigi Parazzi" a tutt'oggi ha un patrimonio di 43000 volumi,di cui 15000 ca. del Fondo Antico e 28000 ca. del FondoModerno, con un incremento medio annuo di ca. 1500. Tuttociò è catalogato su supporto informatico ClassificazioneDecimale Dewey (CDD), consultabile in più terminali. Nonmanca una Sezione Ragazzi dall'età prescolare ai 14 annicon ambienti appositamente arredati. Annessa alla Biblioteca,con entrata da Via Rocca, vi è la Ludoteca Comunale. Aperta

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nel 1988 da un'idea dell'Assessore Oselini nel Palazzo ExMonte come servizio della Biblioteca. Il progetto di AntoniettaSantelli era stato formulato come passaggio dal giocattolo allibro, che si trovavano nello stesso ambiente. Ora, disponendodi spazi appositi e separati dalla Sezione Ragazzi, svolgeappieno la sua funzione ludica. Ha al suo interno ca. 500giocattoli e la presenza di due operatrici che svolgono funzionidi animazione.

26 - Museo Civico "Antonio Parazzi", MuViVia Manzoni, 2

Mons. Antonio Parazzipropose nel 1879 l'istituzionedi un p icco lo museoarcheologico, dove esporrei r epe r t i c h e s t a varaccogliendo numerosi. Il 4ottobre 1880 il Museo fuinaugurato in un locale delMonte di Pietà. Dopo la mortedel Parazzi (27.12.1899),primo direttore, assunse lacarica il fratello Luigi che lamantenne fino all'estate del1912. Il Museo ormai privodei primi animatori, dopo aversubito diversi traslochi,impoverimenti e collocazionipoco dignitose, fu riaperto

nel 1976 nell'edificio d'origine ove parte delle raccolte furonoordinate in tre stanze, aumentate a cinque nel 1990. Nelcorso del 2002 è stato trasferito nella nuova prestigiosa sededel centro culturale MuVi, presso le ex Scuole Elementari.Cronologicamente si può aprire la visita con la sezione diPaleontologia, curata da Nicola Pezzoni, costituita da fossiliprepliocenici (fino a ca. 5 milioni di anni fa) di provenienzaveronese e da fossili pliocenici (ca. 5 a 2 milioni di anni fa)probabilmente da Castell'Arquato. I reperti archeologici inizianocol Neolitico della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (V.B.Q.),

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riferibili alle tre fasi (3900 e 3200 a.C.): geometrico-lineare,meandro spiralico e a incisioni e impressioni o Nord Alpina,la più rappresentata. I reperti provengono prevalentemente dascavi stratigrafici (1977-1980) di Belforte (Gazzuolo), RivaroloMantovano e Casatico (Marcaria) eseguiti dai fratelli Anghinelli.Testimonianze Eneolitiche sono le due sepolture la prima, ditipo inumato rannicchiato, da Remedello (BS), mentre la seconda,a inumazione in posizione supina, da Spineda. Benrappresentata è l'Età del Bronzo con reperti di buona qualitàriguardanti la cultura terramaricola (ca. 1500-1330 a.C.). Lamaggior parte è frutto di regolari scavi stratigrafici effettuati daParazzi nell'Ottocento. Di buona qualità sono i reperti delPeriodo Romano rinvenuti nei pressi degli incroci delle direttricidi divisione (centuriazione a partire dal II sec. a.C.) dei terrenidell'agro cremonese, cui il viadanese appartiene. La sezionearcheologica si completa con una collezione egizia di statuette,bronzee nella maggior parte, di epoca tarda o tolemaica eda reperti etrusco-italici comprendenti statuette e ceramiche,tra le quali anche alcuni esemplari attici di notevole interesse.La pinacoteca offre un primo contatto con la "scuola pittoricaviadanese"; affinatasi con il nativo Bedoli che fu ospite alParmigianino, è punto d'incontro dell'arte cremonese, mantovanae parmigiana. La raccolta di opere, attr. ai Savi, al Gognetti,Morini, Araldi, Chiocchi, ecc., è stata recentemente accresciutadi un dipinto di Girolamo Bedoli, offerto dal Notaio FrancescoBesana. Un centinaio di Terrecotte costituisce un vero e propriocorpus di prodotti delle fornaci della nostra pianura. Provengonoda abitazioni civili e da edifici sacri abbattuti agli inizi delsec.XIX. Questa sezione continua con quella delle Ceramichecon pezzi dal sec.XV-XIX. Sono rappresentati esemplari localicon modelli, colori e graffiti comuni anche ad altre fabbrichepadane. Altri pezzi dipinti del sec.XVII di influenza ligure, sonostati realizzati nella nostra Villa di Portiolo. La raccolta di TessutiAntichi (ca. 500 pezze dei sec.XV-XIX) è in parte collegataalla tradizionale produzione della "tela Viadana" e allacoltivazione e commercio del carthamus tinctorius o zafferanone,i cui fiori servivano per colorare i tessuti. Non manca nemmenouna raccolta di Numismatica di epoca romana e medioevale-moderna con monete significative dei Gonzaga dei vari rami.Fra i numerosi altri oggetti si segnala una raccolta di Sfragisticae alcune casse pirografate (sec.XVI-XVII).

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27 - Museo della Città "Adolfo Ghinzelli", MuViVia Manzoni, 2

Oltre a ospitare la Fondazione Daniele Ponchiroli, custodisceanche il Fondo Musicale dedicato al compositore LodovicoGrossi (1570-1627) "il Viadana". Formato negli anni Sessantadel sec. scorso da Federico Mompellio, accoglie, in microfilms,i libri del musicista e la loro quasi intera trascrizione in notazionemoderna. Il Fondo Cartografico Piergiorgio e Almo Federici,ci fornisce la dimensione particolare del nostro territorio neisec. XIX-XX. Fondo Adolfo Ghinzelli, cui è dedicato il Museodella Città, con testimonianze documentarie e fotografiche delsec. XIX-XX. Sono inoltre inseriti reperti e testimonianze attinentialla cultura degli antichi lavori artigianali e domestici. Il Museodella Città ha la presunzione di essere il cuore di Viadana,ovvero la messa in mostra di ciò che l'intelletto dei suoi abitantiha saputo produrre per il progresso culturale e la crescitasociale della comunità.

28 - Permanente d'Arte Contemporanea, MuViVia Manzoni, 2

E' cost i tui ta daopere prodotte dallaScuola d'Ar t i eMestieri e altre, delNovecento, raccoltenegli anni Sessantadel sec. scorsodurante ricerche,c o n c o r s i e desposizioni iniziatidagli Amici dell'Artepoi dalla Scuolad e l l e A r t i .A t t u a lmen t e è

arricchita in continuazione da donazioni opportunamenteselezionate. La Provincia di Mantova vi partecipa con operein comodato. Alla Permanente è affiancata la Galleria Civicad'Arte Contemporanea cui fornisce continuità e nuove proposte.

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Nella Permanente sono esposte opere di Baj, Boldrini, Borettini,Bottari, Della Casa, Fo, Galliani, Gozzi, Leoni, Lodi, Marzot,Mora, Mulas, Nespolo Pescador, Pedrazzoli, Pozzati, Saviola,Schirolli, Tapparini ed altri importanti artisti del Novecento. LaSala Multimediale è dedicata ad Alfredo Saviola, capostipitedella famiglia di industriali che ha contribuito alla realizzazionedella Galleria.

29 - Fototeca Comunale "Dino Carnevali", MuViVia Manzoni, 2

Gestita dal CircoloFotografico "FratelliAzzolini", raccoglietutte le fotografie di"Viadana una volta" ele più significativei m m a g i n ic o n t e m p o r a n e e .C r e a t a c o n l aconsulenza del Circolo

Fotografico Viadanese e di Antonio Tenedini, oggi il tutto èinformatizzato e consultabile in loco e in Biblioteca Civica.Ultimamente la Fototeca si è arricchita di ca. 9000 immaginidonate dagli eredi di Adolfo Ghinzelli.

30 - Palazzo FabiVia Bonomi, 2-4-Via Manzoni

Progettato dal Maggi, secondo Noris Zuccolifu costruito fra il 1756-1759 con i mattoniprovenienti dalla demolizione della vicinarocca, di cui fece richiesta Carlo Filippo Fabialla Regia Ducal Camera proprietaria dellafortezza. Ancora agli inizi del sec. scorso ilgiardino si estendeva, verso nord, fino aibastioni delle mura. All'interno dell'edificio,camini, porte, soffitti (alcuni dipinti e ornati),sono originali. Nell'Ottocento fu dimora del

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basso Ormondo Maini, amico e cantante di Verdi. Questo gliaffidò nella prima di Aida la parte del gran sacerdote, comelo chiamò, tre anni più tardi (1874), nel Requiem. Dal 1870-80 fu ininterrottamente nel cartellone della Scala.

31 - Ex CarceriVia Bonomi, 10-12

Costruzione un tempofacente parte dellaRocca antica o CastelVecchio costruita nel1376. Tutta la zonaera destinata ad usomilitare e fu adibita aprigione fino a qualchedecennio fa. Secondolo storico locale CarloBartolomeo Araldi,sec.XVI I I , i nost r iprogenitori "erressero

un tempio alla dea Diana in un luogo dove al presente sitrovano le carceri communi che anticamente nominavasi laScena, giacché ebbero per tradizione che quel luogodinominavasi sin sotto i Toscani la via di Diana". Pertanto sipuò arguire che nelle vicinanze vi fosse anche un luogo dispettacoli, distrutto, secondo il Parazzi, nel 1591. Il TheatroSenico fu riedificato nel 1614. Le ex carceri, trasformate inalloggi popolari, conservano nella parte interna le celle conporte munite di ferramenta originali, che ne mantengono intattol'aspetto.

32 - SinagogaVia Bonomi, 28-34

Progettata da C. Visioli agli inizi dell'Ottocento rimase incompiuta.Sorge nell'ex ghetto ed è stata per diversi anni laboratorio difalegnameria e magazzino. Il tempio ebraico presenta all'internoun ambiente munito di cupola e vestigia di matroneo al pianoammezzato; all'esterno i segni dell'adattamento a fabbricato

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civi le. F ino alseco lo X IX lasinagoga anticaera si tuata nelpiano superiore diu n a c a s aad iacen te . D iquesta, in MuseoCivico, rimangonof r a m m e n t i d iP r o c e s s i o n eS a c r i f i c a l e ,affreschi attr. B.

Ruberti e C. Motta. Verso l'ottobre del 1943, in pienapersecuzione antisemita, gli arredi dell'ultima sinagoga in uso,contigua alle precedenti, assieme ai valori della ComunitàIsraelitica, furono affidati a Giacomo Delfini che li seppellìsotto le botti della cantina della sua Corte Puttina. Dopo laLiberazione il tesoro fu dissotterrato, gli arredi furono inviati aMantova e il rimanente restituito alla comunità locale. Più tardila sinagoga incompiuta fu venduta a Igino Marcheselli.

33 - GhettoVia S.Filippo-Via Bonomi

La zona destinata allaComuni tà Ebraica èi nd i v iduab i l e da l l ecaratteristiche case basse,schierate lungo la via chep r e n d e i l n o m edall'oratorio di S.Filippo(abbattuto nel 1920),costruito all'inizio delquartiere, a guardia omonito di questo, comeera nella consuetudine deltempo. In questa zona lacomunità israelitica, spesso

oggetto di intolleranza, svolgeva le sue tradizionali attività ditraffici commerciali e finanziari graditissimi ai Gonzaga, per

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i maggiori proventi che portavano alle casse ducali e per ilbenessere che ne derivava alla popolazione locale.

34 - Palazzo del DaziarioVia Cavallotti, 42

Lasciati alle spalle l'anticoghet to e la sinagogaincompiuta si giunge nellavia principale di Viadana,passando sotto il "voltone"della casa che alla destraera abitata nel Settecentodal pittore Francesco AntonioChiocchi. Anche sull'altraporzione di sinistra, nellafacciata ancora merlata,nell'Ottocento, tra i merlisottostanti la tettoia, siscorgeva ciò che rimaneva

di figure dipinte nella prima metà del sec.XV.

35 - Palazzo del Governatore di Città o del Castello(così detto)Via Cavallotti-Vicolo Quartierino

Questa casa, come quella delDaziario, un tempo sorgeva a pochipassi dalla porta Occidentale o diS.Maria ed è l'unica costruzionemerlata rimasta in Viadana. La facciataa mattone nudo mostra delle pregevoliterrecotte contornanti i portici. Comenella casa, precedentemente descritta,i merli erano intervallati da figureaffrescate ora non più presenti.Secondo una descrizione ottocentesca,l'interno presentava, solo nell'andito,un fregio a chiaroscuro in stile delrinascimento.

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36 - Palazzo Del BuonoVia Cavallotti, 29

E' individuabile dalloscudo scolpito sullacolonna quattrocentesca,in marmo di Verona, chene sostiene il portico. Lostemma Del Buonoraf f igura un gigl ioaraldico che separa, incapo, due iniziali L. B.;s o t t o 6 T c h e ,azzardando, si potrebbeindiv iduare con i l"martello" dei Cavalieridi Altopascio, di cui inMuseo esiste un sigillo

d'alta gerarchia. Le descrizioni ottocentesche ricordano chenel palazzo esisteva un salone, al secondo piano, lungo 12m. ornato in stile rinascimentale con soggetti araldici e con unbusto al naturale probabilmente del padrone di casa. Nelsec.XIX fu una delle proprietà dell'importante famiglia ebraicadei Cologna. Questa famiglia ospitò agli inizi di settembre del1843, in occasione delle manovre militari col ducato diModena, l'Arciduca Federico Carlo e il Maresciallo Radetzky.Così il Parazzi scriveva dell'avvenimento. "Ebbe festosaaccoglienza dai Viadanesi una milizia, che portava moltodenaro in paese e faceva gustare ogni sera in piazza maggioreeccellente musica, eseguita come sapevano le bande militariaustriache, davanti allo stato maggiore. Nella casa di SimoneCologna era splendidamente alloggiato l'Arciduca; il Marescialloin quella di Leone Cologna, il quale nell'arredamento, nelleargenterie spendendo lo spendibile, assottigliò di molto leproprie ricchezze. Tutti lesti a festeggiare codesti e altripersonaggi, fortunatamente mai visti."..."Chi dei Viadanesisognò il 48?". Le case citate si potrebbero individuare conquesta e quella di fronte, a metà dell'Ottocento di proprietàdi Simone Cologna.

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37 - Palazzo Marchesi Gardani IVia Cavallotti, 15-23

E' forse il più importantepalazzo di Viadana. Alsuo interno sof f i t t iquattrocenteschi contavolette a soggettiaraldici e bestiariotardomedievale. Lepare t i sono s ta tea f f r e s c a t e n e lQua t t rocen to constemmi di famiglieamiche ed imparentatecoi Gardani, di unsecolo posteriore sonoinvece due cicli pittorici

con Le Fatiche di Ercole e Le Piaghe d'Egitto. Sempre dellostesso periodo vi sono sovrapposizioni di ornati con putti emostri marini. Tutto questo è stato riportato alla luce recentemente,dopo un paziente e intelligente restauro voluto dal NotaioChizzini, adattando l'interno alle nuove esigenze sia abitativeche di servizio, senza intaccare ma valorizzandone l'ambiente.Quando i Gardani probabilmente non si erano ancora divisil'abitazione, in questa vi alloggiò S.Carlo Borromeo mentreera in visita a Viadana nel 1575, essendo Arciprete del CastelloLodovico Gardani. Questo palazzo di una delle tre famiglienobili Gardani, doveva essere veramente splendido tanto daospitare Cristina di Svezia. Il Parazzi così scrive dell'avvenimento."L'anno 1655, a' 26 novembre, i Viadanesi festeggiarono lavenuta di Cristina di Svezia, la quale rinunziando al trono de'suoi padri, abbracciava la fede cattolica. Il Duca Carlo avevainviato qui il Marchese Gianluigi Gonzaga di Novellara connumerosa Guardia d'onore per accoglierla. Il nostro concittadinoConte" poi Marchese "Giambattista Gardani del Castello leaveva apparecchiato sontuoso appartamento nel propriopalazzo appresso la piazza. Sbarcata la Regina con tutto ilseguito alla nostra riva, venne con pompa di musiche, di salved'artiglieria, di suono di campane accompagnata in paese,

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servita d'alloggio, di banchetto, di signorili dimostrazioni dalGardani. Il giorno appresso con sei carrozze di Corte a tirodi sei cavalli; con schiera di gentiluomini e 250 persone diservizio; coll'Ambasciatore di Spagna, Antonio Pimentelli,l'Augusta donna partì per Mantova, e di là per Roma, dovesolennemente abiurò al protestantesimo nelle mani del SommoPontefice". Il Parazzi conclude l'argomento confermando lapropria modernità, "Il povero popolo partecipò alle feste,trascinato da chi comandava per distrarsi dalla profondamelanconia de' suoi mali, e dalla previsione dei nuovisconvolgimenti politici". Secondo il cronista settecentesco CarloBartolomeo Araldi il passaggio da Viadana di Cristina diSvezia sarebbe avvenuto verso la fine d'ottobre del 1656pertanto con un errore di un anno rispetto a ciò che avrebbescritto successivamente il Parazzi. Se confrontiamo Memoriedi Colorno (1618-1674) di C. Canicetti, a cura di A. Aliani,ritroviamo altrettanti passaggi da Colorno: uno avvenuto il 18novembre 1655 e un altro il 31 ottobre dell'anno successivo.Pertanto si potrebbe affermare, analizzando la contiguità delledate, che Cristina Wasa sia venuta a Viadana due volte. Ciòche conteneva il palazzo è stato recentemente pubblicato acura del sottoscritto: Bonini L. L'inventario Gardani 1624,saggio bibliografico di Antonio Aliani, presentazione eintroduzione di Dante Chizzini (cui si deve il ritrovamento).Nell'andito d'entrata da Via Cavallotti è stata recentementeinfissa la lapide, ritrovata in cortile, che ricorda il musicistaLuigi Petrali. Nato a Viadana il 23 novembre 1813 fu allievodel Mercadante a Novara, ove strinse amicizia con MarcelloM. Marcelliano il quale fu poi librettista della sua operaSofonisba, rappresentata il 6 febbraio 1844 al teatro dellaScala. Morì a S.Matteo delle Chiaviche il 31 luglio 1855.

38 - Palazzo Conti Gardani IIVia Cavallotti 9-13

Era la residenza di un'altra famiglia Gardani, insignita deltitolo comitale da cui fiorì il ramo di Ferrara e delle Chiaviche(ora di Venezia ancora virente). Passato nel patrimonio dellaCongregazione di Carità fu venduto a privati. Nellaristrutturazione che ne seguì furono salvati diversi affreschi

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tardoquattrocenteschi, consoggetti araldici, dalGeom. Gerolamo Besana,attualmente custoditi nelMuVi. Nel portico si notauna colonna di st i leprecedente alle altre perornat i e dimensioni.Secondo Augusto Chizzini,da un grafico dei porticidi Via Caval lot t i , s ipotrebbe rilevare che ladelimitazione tra le casesarebbe costituita da lesene

in muratura, mentre nella parte centrale agirebbero colonnein marmo. Pare provenga da questa abitazione nobiliare ilcamino in marmo rosso, ora collocato nel Palazzo Ex Monte,con l'iscrizione (tradotta): GIOVANNI BATTISTA FIGLIO DIFEDERICO GARDANI RESCAZZI.

39 - Palazzo CavalliVia Cavallotti, 5-7

E' facilmente individuabileper lo stemma nel capitellodella colonna, in marmorosso di Verona, raffiguranteun cavallo brigliato eimpennato. Doveva esserel'abitazione della famigliaCavalli che diede i nataliagli zecchieri Giammarcoe Andrea. Il primo fu alservizio dei Gonzaga diMantova ed autore dellemigliori monete degli inizide l sec.XVI . AndreaCanova, r i ce rca to rem a n t o v a n o , h arecentemente scoperto un

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contratto tra Giammarco Cavalli e Andrea Mantegna nel qualeil viadanese si impegnava a trasformare in incisioni i disegnidel maestro. Pertanto si può scrivere che ci sia statacollaborazione tra i due anche per La Deposizione di N.S.nel sepolcro, terracotta coeva di autore ignoto (ora nella chiesadel Castello) e della quale vi sono stampe ad opera dei dueartisti, da cui è stata certamente tratta l'iconografia.

40 - Palazzo Grossi-VignaVia L. Grossi, 10-12

Casa natale di Ce-sare Vigna (Viadana2 4 . 1 0 . 1 8 1 9 -14.10.1892), psi-chiatra e musicologo.Amico di GiuseppeVerdi e di Ricordi chegli dedicò La Traviata.Il palazzo nel sec. XIXera di proprietà diGiuseppe Grossi chelo lasciò in eredità,con un cospicuo pa-trimonio, al parenteGiuseppe Vigna diPonteterra, padre diCesare. Di facciataneoclassica, nellaparte del portico,oggi risultante qua-drato, era infissa lalapide dedicata aCesare Vigna, ora nelpalazzo Penazzi già

Vigna, alias Cavalcabò. Il Palazzo Grossi-Vigna, pervenutoal Comune, ebbe diverse funzioni, ultimamente è stato adibitoa uffici comunali. Da questa abitazione proviene La Madonnadel Rondone, affresco del sec.XV donato al Museo Civico daifratelli Vigna verso la fine dell'Ottocento.

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41 - Palazzo Avigni IVia L. Grossi, 24-26,-Via Vittorio Veneto

"...Pavesino Avigni, detto Prioreverso il 1400 si trasferì (daMantova) con parte della suafamiglia in Viadana, come èriferito nel suo testamento, rogatoa Viadana il 20 Gennaio 1428dal notaio Guido Pellensi. Quidivenuto il capostipite degliAvigni di Viadana, comperòterreni e case, tra cui quella cherifabbricò nel 1405 nello stileogivale presso la porta orientale,in capo all'attuale contradaGrossi. ...Le colonne del porticopresentano nei capitelli lostemma della nobil casa;l'arcata d'ingresso al portico èancora a sesto acuto, le altre

furono ridotte a tutto sesto, ora del Sig. Giuseppe Chizzoni inparte,".... Nel 1415 il Pavesino "è tra i sottoscrittori all'atto didedizione dei Viadanesi al Signore di Mantova GianfrancescoGonzaga; lasciò diversi figliuoli, che composero altrettantefamiglie decorate di nobiltà". Così il Parazzi descriveva ilPalazzo nel sec. XIX, quando era già stato diviso, in dueporzioni, dopo la vendita in epoca imprecisata. La parted'angolo, dopo un recente restauro, presenta l'improntaquattrocentesca, l'altra abbassata, l'intervento settecentesco.L'interno è ricco di decorazioni a fresco con ritratti e stemmidi famiglie imparentate e soffitti lignei dipinti con tavolette asoggetti araldici e bestiario. Nell'Ottocento le due case furono,come già scritto, del Notaio Ferdinando Giani e di GiuseppeChizzoni con farmacia. Quest'ultima porzione, vennesuccessivamente perduta al gioco in una sola notte, dalproprietario certo Buoli e si narra che il fatto divenisse unproverbiale deterrente. Le due parti distinte furono poi dei Tosie dei Beltrami. Attualmente il Palazzo Avigni è riunito in un'unicaproprietà.

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42 - PreturaVia L. Grossi, 28-34

Dagli Stati d'Anime della parrocchia di S.Maria Assunta eS.Cristoforo in Castello del 1686 e successivi, era censitacome l'abitazione che la Comunità metteva a disposizionedella famiglia del Podestà o Governatore. Il palazzo fu risistematodopo il 1836, quando fu abbattuta la Porta Orientale dettadi S.Francesco, per essere adibito a Pretura. Durante laristrutturazione del 1982, nella parte alta destinata a solaio,sono comparsi fregi affrescati della seconda metà del sec.XVIII.Dopo la soppressione della Pretura, è sede del Giudice diPace e del comando della Polizia Locale.

43 - Palazzo MelliVia L. Grossi, 39-41

Posto di fronte aquello della Pretura,fu costruito in stileneoclassico nellaprima metà dels e c . X I X , dopol'abbattimento dellacasa del dazio ed e l l a P o r t aOrientale. M. Moronel raffigurare ilPalazzo, riprodotto

in litografia Brizeghel, Venezia, 1852, disegnò la proiezione,sul lato Est della costruzione, dell'ombra formata dalla cupolae torre dell'oratorio di S.Anna del Conservatorio Sorini, chiesadel Maggi distrutta verso la fine del sec.XIX. Nel centro dellaringhiera del balcone sono presenti le iniziali MM, MoisèMelli, poggianti su sette bracci alludenti all'appartenenzaebraica dei proprietari, nell'Ottocento fra i più facoltosi diViadana. Passato alla famiglia Pomarelli, la parte delle scuderieche lo rendeva conclusus è stata abbattuta negli anni Sessantadel sec. scorso per far posto ad una costruzione civile.Recentemente il Palazzo Melli è stato ristrutturato dai nuoviproprietari ad uso commerciale.

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44 - Conservatorio Sorini poi OspedaleLargo De Gasperi, 1-3-Via Garibaldi, 2-6

Secondo le cronacheantiche, citate dalloZ u c c o l i , l acostruzione fu affidatanel 1761 al Maggiaffinché trasformassein orfanotrofio la casade l beneme r i t ofondatore Fe l iceSorini. Questo, arogito Baruffaldi del1704, aveva lasciatoun'ingente eredità per

la costruzione di un oratorio dedicato a S.Anna e dei localiove accogliere orfane "nate da buona madre e buon padrenon maggiori d'anni 10". Prima fu edificato l'oratorio pare nel1735, successivamente il Conservatorio. Alla fine del sec.XIXS.Anna fu abbattuta e l'orfanotrofio fu trasformato in OspedaleCivile. Ciò che rimane della costruzione originale è attualmenteoccupato dalla Farmacia Comunale e della Croce Verde mentrenel piano superiore, è in atto una ristrutturazione finalizzata adospitare un reparto di Luongodegenza.

45 - Palazzo CantoniVia Garibaldi, 1-3

All'imbocco di Via Garibaldi, 1-3, detto "Borgo" e prima ancoraBorgo di S.Francesco, in quanto portava al Convento deiMinori Osservanti. Anticamente l'edificio era dei Ruberti, la cuiproprietà terriera (ora Quartiere Orefice) si estendeva fino alfosso che dalla chiesa dei Cappuccini (ora del Ricovero)s'immetteva in quello dello "Stradone di S.Pietro" (ora Via XXSettembre), che ne delimitava il confine. Presso i Ruberti,Giuseppe Maggi, padre di Pietro Antonio, prestò servizioappena giunto a Viadana, forse dalla Media Lombardia, allafine del sec.XVII. Successivamente il palazzo Ruberti fu deiCantoni, per eredità degli Orefice, poi dei Grazzi.

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46 - Casa MaggiVia Garibaldi, 5-7

Era la dimora progettata edabitata dal Maggi. Il terreno sucui sarebbe sorta la casa facevaparte dell'ortaglia Ruberti ed erastato concesso dalla stessafamiglia al padre di PietroAntonio, Giuseppe, cui prestavas e r v i z i o i n s t a t o d icollaborazione. P. Antonio, chedivenne il più impor tantearchitetto viadanese, qui vi costruìla propria abitazione. Sotto ilportico si apriva un negozio oapotheca ereditata dal padreGiuseppe. L'architetto mantenne

questa attività vita natural durante coadiuvato, nella gestione,dal socio Giovanni Locatelli. Nel primo pianerottolo delle scalevi sono due affreschi raffiguranti S.Giuseppe e la Beata Vergine.

47 - Palazzo BonanomiVia Garibaldi, 9-17

Detto palazzo Tacchi dagli ultimiproprietari. Fu costruito dairicchissimi Blemi agli inizi delsec.XVII, pare col contributo delpittore mantovano FrancescoBorgani, che disegnò anche icartoni della facciata con iCrociati alla conquista diGerusalemme. Gli affreschifurono poi eseguiti nel 1625 daiviadanesi Camillo Motta eBattista Ruberti. Il palazzo passòper matrimonio ai Bonanomi.Questa famiglia, estintasi a metàdell'800, diede a Viadanaimportantissimi esponenti della

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politica, della chiesa, beneficenza e cultura. Pare che l'edificioabbia ospitato anche Ugo Foscolo. All'interno è ancora intattala sala di rappresentanza dipinta con soggetti mitologici agliinizi del sec.XIX dal viadanese Giovanni Morini. Attualmenteil palazzo è di proprietà comunale e ospiterà alcune associazioniculturali.

48 - Palazzo Avigni IIIVia Garibaldi, 19-33

Stando a quanto riportato daAdelaide Giannini nel 1926nella sua Guida Artistica diViadana, dopo palazzoBonanomi seguirebbe "... ilpalazzo anticamente Avigni,ora Seresini, che conserva lebelle colonne doriche del suoporticato, dalle quali si puòattribuirlo al secolo XVI."

49 - Ex Oratorio di S.PaoloVia Garibaldi, 45

La costruzione fu autorizzatacon Decreto Vescovile del 26maggio 1687, successivo allamorte di Paolo Vincenti. Questoaveva testato lasciando dei beniper l'erezione dell'oratorio nelluogo della sua casa e ortaglia,per la comodità degli abitantidel "Borgo". Pare che la chiesa,secondo il Parazzi, l'annoseguente fosse già pronta,mentre l'Araldi ne data labenedizione del Prevosto diS.Pietro al 1° luglio 1691.Dopo la sopp re s s ionecontinuarono le celebrazioni,

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come oratorio sussidiario alla Parrocchiale di S.Pietro, fino apoco prima della II guerra mondiale. Dopo la vendita a privatiil locale fu anche adibito a officina e deposito di biciclette.Gli arredi furono collocati in S.Pietro e l'ancona lignea vendutaalla parrocchiale di Casalbellotto. Il proprietario Silvano Farloniha intenzione di recuperare la costruzione nel nuovo contestodel Borgo.

50 - Palazzo Gonzaga Ex Collegio BenozziVia Garibaldi, 50-54

Fatto costruire all'inizio delsec.XVI da Margher i taGonzaga-Guastalla vedovadi Vespasiano Gonzaga Ducadi Sabbioneta, quando scelsedi abitare in Viadana. Distruttodai Lanzichenecchi nel 1630,fu acquistato, dopo altripassaggi di proprietà, dalmarchese Giulio CesareGonzaga della linea deiNobili del Poggio nel 1647.

Successivamente passò ai Gardani, Cantoni e Benozzi. Nel1936 fu trasformato in Collegio Vescovile dopo aver subitoun'ulteriore sistemazione, con sacrificio di diverse parti originali.Conserva soffitti a volto e a vela. E' sede della Scuola dellaIAL-CISL, della Radio Circuito 29 e altre istituzioni legate allaCuria Vescovile di Cremona.

51 - Madonna della ConciaVia Garibaldi

La chiesetta è cosi chiamata perché era posta di fronte a unaconceria; attualmente funge da spartitraffico. Durante l'alluvionedel 1595 rimase in piedi, prodigiosamente, un affresco dellaBeata Vergine dipinto sulla muraglia di cinta del Convento deiMinori Osservanti. Questa immagine fu protetta con unacappelletta costruita successivamente. Alcune iscrizioni ricordanoaltre inondazioni in cui la B.V. fu sempre preservata. L'attuale

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oratorio fu eretto nel 1784,pochi anni pr ima del lasoppressione del Convento.Sulla facciata vi è una terracottacon S.Francesco mentre ricevele stigmate mutilo delle mani.Fatto che viene ricordato dallaseguente filastrocca, che narradi un tale arrabbiatissimo consanti, recitatami dall'ottantenne,nel 1976, Deira Germani Busi:Gh'è n'om ca pasa,/ agh dis:te a ta sté lè/ a vardar la gentca pasa,/ a gnarù so me cunla runcasa, ca sarù me col ca'tfarù!/ E alura al g'à taja i bras./L'è gnì sò da la scala/ e'l s'èpiantà in dal cûl la runcasa.

52 - S.Antonio di PadovaVia Ormondo Maini-Argine Maestro

Anticamente la cappella eraleggermente spostata più a nord,sul ciglio della "fuga" che portasull'argine. Dopo l'alluvione del1951, fu abbattuta e ricostruitaper l'alzamento dell'argine dica. 1 m. Le origini di questacostruzione sono legate alleinondazioni. La prima volta cheS.Antonio salvò Viadana dalleacque fu nel 1622. La sua statuafu portata processionalmente daiMinori Osservanti sull'argine ebenedetto il Po, le acque siritirarono. Lo stesso si ripetésuccessivamente anche con lareliquia del Santo e finalmenteil 18 novembre 1725, dopo

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che la funzione si era formata alle 22 davanti al Convento diS.Francesco, salì sull'argine e benedetta l'acqua, si arrestò. Inquel punto fu poi edificata la cappelletta. Vicino a questa il1° febbraio 1817 furono impiccati il mugnaio Pietro Granadi anni 40 e il contadino Paolo Torelli di 32, entrambi diLuzzara. Giudicati dal Tribunale del Regno Lombardo Veneto,dopo aver preso i sacramenti, furono giustiziati e sepolti semprevicino a S.Antonio.

53 - Villa Scassavia omonima

Dal ramo, verso Buzzoletto, del Carrobbio Inferiore, al dugaleescluso Vicolo Cotone. Così l'Araldi nel suo Giardino dilettevole...spiegava l'etimologia del toponimo "trovandosi altro terreno seben più asciuto, ma però tenace, e fangoso qualor irrigatodall'acque piovane per passar il quale a piedi asciuto da piùd'uno ne fu duoppo caminare su piccioli bastoncini che neapellavano volgarmente Scaze onde il luogo poi di lor abitazionene assunse il nome di Scaccia".

54 - Casa natale di Lodovico GrossiVia Villa Scassa, 103

Mons.Parazzi in una letteradel 21 ottobre 1866 aCarlo D'Arco, spiegavacome arrivò ad assegnarealla famiglia Grossi il nostromaggior musicista, cheavendo assunto "daViadana", dopo Lodovico,ha portato lustro alla patria."Nella famiglia Grossipatrizia viadanese esistevaab antico il ritratto delP.Lodovico, e tenevasi

dall'ultimo rampollo di essa in una specie di venerazione. Glieredi Vigna se ne scordarono, e il ritratto andò perduto, l'annoscorso però rovistai nella cascina alias Grossi, e fui felice di

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ritrovarlo: è un bellissimo lavoro di stile Carraccesco; porta lascritta o l'indirizzo nella sopraccarta di una lettera 'Al Rev.ndiss.Pron.o Colendiss. P.Lodovico... e il resto è perduto! Nellacronaca dell'Araldi trovo: 'Il Padre Lodovico Grossi M.Osservante,il cui ritratto si trova in questo Convento di S.Francesco peressere esperto compositore di Musica, fu l'inventore del bassocontinuo'. Ma in fronte alle opere del Grossi non c'è ch'ei fossedella famiglia Grossi; sibbene si dice "Opera di LodovicoViadana...". Una lapide posta sulla facciata ne ricorda lanascita avvenuta nel 1564.

55 - Madonna degli Angeli o della ScassaVia Barilli

Per avvalorare la tesi deln o s t r o P a r a z z isull'assegnazione allafamiglia Grossi di PadreLodovico, ecco unulteriore testimonianza.Secondo Padre Nani,"...In questi autunno fufatto un furto alla SignoraCostanza Negri del Bonda Casalmaggiore alle2e nozze col Sig.Capitano Venturini diBrescello di tutte le sue

vesti e biancheria ed altre cose a lei spettanti; e siccome vivevaseparata dal marito, e trovavasi presso il fratello inCasalmaggiore, ne fu incolpato il marito. Parte di questa robafu venduta dalla serva e a diverse parti colori, e mentre sifaceva il processo in dicembre 1757, fu trovato un sacco dirobba nella maestà del Sig. Grossi alla Scassa". Questo fattodi cronaca, ci fornisce il cognome Grossi dei proprietari delfondo su cui sorge la cappelletta della Madonna degli Angeli.Questa è a poca distanza dalla casa sulla cui facciata vi èla lapide che ricorda la nascita del musicista P.Lodovico, lastessa in cui il Parazzi ne ritrovò il quadro, ora in casa Arcipretaledel Castello. Meritava attenzione la tela, non più presente,

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della titolare in quanto copia anteriore all'Ottocento dell'affrescoquattrocentesco della Madonna degli Angeli, ora in S.Pietro.Questa cappella è anche meta di fedeli che lasciano i loroscritti su biglietti del tipo: "Si sono accese più televisioni perS.Remo che candele alla Madonna".

56 - Villa del VenezianoVia S.Lorenzo

E' compresa tra la via indicata, Vicolo Caleffo e Via Pisacane.Il toponimo deriva dall'antico proprietario del luogo, LorenzoDel Bon detto "Veneziano", in quanto nella città lagunare avevanumerosi interessi e beni. Il 30 maggio 1679 ottenne licenzadi erigere un oratorio pubblico sotto il titolo di S.Lorenzo Martire,a comodo degli abitanti limitrofi distanti dalla parrocchiale. Lachiesa fu costruita vicino al palazzo della famiglia Del Bon eda allora la zona prese nome di Villa del Veneziano e lachiesetta "Oratorio del Veneziano". Lorenzo non avendo figli,testò a favore dei fratelli per cui l'eredità giunse a quel nipote,Pietro Antonio, che fu il primo marito di Costanza Negri,protagonista del fatto precedente. Il fondo con casa ed oratoriopassò successivamente a Luigi Mori protagonista di ciò chesto per raccontarvi. Pare che la chiesa venisse abbattuta versoil 1878 e secondo Ida Zanoni, il motivo era da ricercarsi nelmancato accordo della sua assegnazione. Sempre a memoriadella medesima signora e della famiglia Ottorino Cacciani,ultima proprietaria della Villa del Veneziano, vi rimasero ibanchi e gli arredi sacri che furono bruciati per scaldare l'acquaper la "büg d ". Fu fatto fuoco per tre giorni interi, ma l'acquanella "bronsa" non riuscì a scaldarsi inspiegabilmente. Al chesi dovette ricorrere alla benedizione del parroco. Inoltre sullaterra in cui era stato eretto l'oratorio non vi crebbe mai nulla,in quanto era stato fatto dispetto al Signore col suo abbattimento.Non solo, ma quel Luigi Mori, detto "al mat Mori", che feceabbattere l'oratorio, morì il 3 novembre 1878 in cantinaannegato in una tinozza di vino per castigo ... divino, è proprioil caso di dire così!

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57 - Madonna della BaghellaVia Cagnola-Via Baghella

P r e n d e i l n o m eprobabilmente dallafamiglia Baghelli o dalf o s s o o m o n i m o .Anticamente segnava ilconf ine de l BorgoScutellaro con quello diS . M a r i a e d iconseguenza, comeoggi, quel lo tra leparrocchie di S.MariaAnn. e S.Pietro. GiacomoBorettini padre di "Pedar",al secolo Pietro, gli avevaraccontato da piccolo,

la seguente storia. "Nella notte profonda un uomo stava tornandoalla sua casa dopo una lunga giornata di lavoro. Mancavanocento metri al chiesolino (Maistà) della Cagnola, quando sentìun tintinnio di (metalli): ferri. Si fermò.....ascoltò.....e nel silenziodella notte una voce tuonò dicendo (in italiano): <<Lavoratepur bene che gente non si vede!>>. L'uomo che voleva arrivarea casa riprese in fretta il cammino, ... ma fatti alcuni passi, lavoce ancora risuonò (sempre in italiano): <<Lavorate pur maleche gente mi pare>>. Poi silenzio totale. L'uomo allungò ilpasso e nell'andare intravvide alte figure imbacuccate e immobili.All'indomani la gente che passava di lì vide profonde buchescavate tutt'intorno al chiesolino. Dissero che quelle alte ombreerano di briganti che lì cercavano un tesoro."

58 - Ex Oratorio della Madonnina degli Angeli o diS.Imerio (già della SS.Trinità) dei Confratelli Turchinidel SS.SacramentoVia XX Settembre, 68

La Confraternita dei Turchini aveva il compito istituzionale dimantenere, con i propri beni, un orfanotrofio nella parrocchiadi S.Pietro. Questa Compagnia era, nel Marchesato di Viadana,la seconda per importanza, dopo i Battuti Bianchi

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dell 'Annunziata.L'oratorio fu costruitoa l l a f i n e d e lCinquecen to eded i c a t o a l l aSS.Trinità. Dopo ildono di una statuad i S . I m e r i o ,avvenuto nel 1637,la chiesa ne assunseil titolo. Questocambiò ancoraquando nel 1733,da una cappellettapresso le fosse, fu

trasportato l'affresco della Madonna degli Angeli o dei Mori.L'edificio con ciò che rimaneva dell'antico orfanotrofio, fualienato a privati nel 1967 ca. e la Madonna degli Angeli,dopo essere stata strappata, fu adattata su supporto in tela edora è nella parrocchiale di S.Pietro. L'oratorio ha alcuneanalogie architettoniche, come la finestra laterale "a cipolla"e il finestrone della facciata con lo stesso disegno, ora ridottoa rettangolo, fanno pensare all'intervento di P.A. Maggi. Lachiesa è stata trasformata in locale notturno, pertanto questoarticolo si potrebbe intitolare Destino di una chiesa.

59 - Chiesa Prepositurale Plebana di S.Pietro ApostoloDiocesi di Cremona

Vi sono memorie di un'epigrafe che datava il nucleo originaledella Pieve di S.Pietro, al sec.VI. La chiesa successiva fu volutada Matilde di Canossa nel 1107. Di questa rimane parte delcampanile e al suo interno, due finestre ogive che hanno ornatola cella campanaria fino agli inizi del 1800. Il 5 luglio 1626Margherita Gonzaga, vedova di Vespasiano, pose la primapietra della nuova chiesa progettata da G.A. Cariola. Lacostruzione fu interrotta per guerre e carestie fino agli inizi delsec. successivo. In questo periodo scomparve il Matrimoniomistico di S.Caterina, tavola del Parmigianino ora a Bardi.Nel 1737 G.B. Galli e fratelli stuccarono l'interno con l'aiuto

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di P.A. Maggi. Agli inizidel sec.XIX fu completatal a f a c c i a t a . Da l l aparrocchia di S.Pietrohanno avuto origine, alprincipio del sec.XVII, quelledi S.Matteo delle Chiaviche(da cui successivamenteBellaguarda e Sabbioni),Salina (da cui Casaletto) eBuzzoletto. Iniziando lavisita nella prima cappelladi destra, Madonna delleGraz ie , t e la d i B .Zaffanella, dall'originalesec.XVIII rubato. Madonnadegli Angeli o dei Mori,affresco sec.XV, già pressole fosse, poi nell'oratoriodei Confratelli Turchini.

Madonna delle Grazie, affr. sec. XVI, già nella omonimacappella della chiesa antica. Lapide Sepolcrale di P.A. Maggi,1770. Nell'altare successivo, Ancona del Crocifisso, legnodorato, ardita opera di A. Valentini; al centro ovale conCrocifisso ligneo e su tavola, Madonna e S.Giovanni attr. aG.Morini, come le tre tele sagomate, incastonate in alto:L'Annunciazione e due Religiose. Segue S.Paolo Apostolo,S.Vincenzo Diacono e S.Antonio di Padova, tela di F.A.Chiocchi. ll Sacrificio di Isacco e La seduzione di Iesse o LeFiglie di Lot, tele ovali, scuola viadanese sec. XVIII. In presbiterio,Altare Maggiore, marmi del Belgio da S.Bartolomeo sulNaviglio, Milano. Il Primato di Pietro, tela ovale, scuolaviadanese sec.XVIII in Ancona, stucco del 1736. S.Pietro eS.Paolo, statue lignee di un fiammingo (1643), indorate edipinte da D. Savi. Conversione e Decapitazione di S.Paolotele sagomate, di F. Araldi. Altare del Rosario in stucco e 15Misteri tavolette, sec. XVIII. Ancona con Omenoni stucco sec.XVIII. S.Isidoro Agricoltore in orazione, tela, sec.XVIII. S.Teresadel Bambin Gesu', statua in marmo Antonio Cavalli (1927).S.Lucia, tela sec.XVIII, in Ancona lignea con stemma matrimonialeMori-Bottesini. S.Vincenzo Ferrer, statua lignea policroma.

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S.Pietro liberato dall'angelo e Mosè salvato dalle acque 2 teleovali. Battesimo di Gesu', tela sec.XVIII. All'interno della facciata,Organo, 1741 di A. Boschini, cognato del Maggi, con Cassae Cantoria opere lignee di V. Savazzi. Battesimo di N.S. eOrnati, affreschi attr. C. Isacci. Via Crucis, tele di P. Araldi(1843). Recentemente, durante il restauro della facciata, sonostati tolti i medaglioni raffiguranti gli Apostoli opera di NicolaAroldi e fratelli, prima metà degli anni Trenta del sec. scorso.Secondo la tradizione orale della famiglia Aroldi, questi eranoaffreschi già preesistenti sulla facciata. Sono emerse e restauratedecorazioni, come bucrani e medaglioni, caratteristiche dellostile "impero" come è la facciata, 1804, totalmente estraneial sentimento religioso. Parroco di S.Pietro dal 1978-1996,fu il nostro Don Guido Tassoni. Autore di numerosi studi, fusoprattutto genealogista, come se e io ne sono sicuro, anchein questo seguisse il Vangelo nell'elencare l'ascendenza diGesù secondo Matteo e Luca. Aveva esaudito anche allenumerosissime domande dei figli e dei nipoti dei nostri emigratiin Brasile, aiutandoli, con le sue ricerche ben documentate, ariottenere la cittadinanza italiana, che avevano lasciato colcuore. Tutto ciò è facilmente consultabile nell'omonimo Fondopresso la Biblioteca Civica.

60 - CimiteroVia C. Aroldi

Detto per sdrammatizzare"ai tri rastei" che tradottosarebbe un asettico "ai trecancelli", dalle chiusure deitre portici dell'entrata. Agliinizi dell'Ottocento furonoproibite la sepolture nellechiese e la Prefettura delMincio mandò del leordinanze contenenti dellep r e s c r i z i on i pe r l a

costruzione di un unico Cimitero per le quattro parrocchie. Perragioni climatiche e sanitarie la zona scelta doveva essere anord dell'abitato, per cui la scelta cadde sulla zona tra la

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chiesa di S.Pietro e il fondo Cagnola. Il primo cimitero fubenedetto il 28 agosto 1809 da Mons. Giulio Cesare Avigni,Prevosto di S.Maria Ann. e Vicario Foraneo. Il primo mortosepolto fu una bambina di 3 mesi Maria Antonia Cavalli diBartolomeo della Parrocchia di S.Pietro. Fu successivamenteampliato nel 1896, 1928 e 1973. Secondo una statisticafatta dal compianto Don Guido Tassoni, dal 29 agosto 1809al 31 dicembre 1980 sono stati sepolti ca. 23000 morti. Varicordato che anche in questo cimitero molte tombe sono ornateda statue in marmo ed in bronzo la cui qualità andrebberivalutata.

61 - Oratorio Pubblico del Sacro Cuore al Ricovero,già Chiesa di S.Maria Maddalena del Convento deiCappuccini. Canton di RamVia Ospedale Vecchio

I Cappuccini si stabilironoin Viadana nel 1595 e perla costruzione del conventoe chiesa, usufruirono deiproventi derivanti dalle multe,date nel Marchesato diViadana, fino al 1602, annode l l ' inauguraz ione. I lconvento fu soppressodefinitivamente nel 1798con Decreto della Cisalpinaed i fabbricati convertiti inospedale per gli infermi. Vifinirono opere d'arte comeLa Deposizione di N.S. nelsepolcro, proveniente dagliAgost iniani in quantoacquis ta te dal Conte

Giuseppe Mazzucchini che qui la depositò con le altre. Questaterracotta fu recuperata dal Parazzi assieme alla pala d'altaredi Maria Maddalena del Cappuccino Cosmo da Castelfranco,al secolo Paolo Piazza, ora nella chiesa del Castello. ICappuccini, ridotti di numero ebbero funzione di cappellanidell'ospedale e continuarono a celebrare nella chiesa, divenuta

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sussidiaria a quella di S.Pietro, fino al 1810. L'oratorio, checontiene alcuni dipinti e ornati murali di Marino Aroldi, è statoriaperto al culto nel 2002, dopo un periodo di chiusura, pervolontà della Presidente Mara Azzi e recentemente è statodotato di una Via Crucis in terracotta policroma dello scultorePaolo Conti. L'area su cui sorge la parte nuova della Casa diRiposo corrisponde "al Canton di Ram", ora completamentescomparso. Il terreno è pervenuto da una donazione forzata,cui furono costretti Dario Zanolli (1874-1948) e la moglieCarolina Del Bon (1880-1959) che era una "Tamplina", cioèappartenente a quel matriarcato così definito in rima "Coli dalCanton di ram li marcia in punta/ cun na scusalina clè totavunta/ li ga li scarpetini sensa punta/ li sa sunar la vioela./Beli si, broti no/ li ga i capelli alla ricocò". Dario Zanolli, unodei protagonisti del socialismo viadanese fu costretto duranteil periodo fascista a trasferirsi a Milano, per il suo trascorsodi direttore della cooperativa di consumo proletaria. Ma tuttele volte che ritornava con la moglie a Viadana nel "Canton diRam", alla notte mentre rincasava, dopo aver trascorso alcuneore con i fotografi Azzolini "Fifain", veniva regolarmentebastonato dalle camicie nere. Per sanare questa situazionecedette con atto vitalizio del 19 febbraio 1938 n° 8461/6728del notaio Eugenio Giani, l'ortaglia e le case a nord del"Ricovero". Da quel momento cessarono i pestaggi. Grazie aquesta "donazione" la Casa di Riposo ha avuto modo diampliarsi.

62 Cimitero IsraeliticoVia Paraluppa

Si hanno notizie di uncimitero ebraico antecedenteal 1580 quando perampliarlo fu acquistato unterreno dai Paraluppi. Altrasistemazione si ebbe nel1901 nello stesso luogo oveesiste tuttora. Presentanumerosissime lapidi coniscrizione in ebraico e in

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italiano. Entrando si ha la stessa sensazione che si prova allaMadonna dei Correggioli, cioè di essere in un santuarioall'aperto, pertanto in un luogo a contatto col cielo. Questaattrazione favorendo la costruzione del cimitero ebraico e dellacappella dei Correggioli, come vedremo, li ha resi sacri pergli uomini. Mi ricordo che da bambino, perché sono nato nellacasa vecchia prima del Cimitero, vi era uno stagno che loprecedeva a forma di ferro di cavallo detto "in Palaruar" (forseda Paraluppi) che aveva un fascino speciale a conferma diquanto ho scritto. Il cimitero, di proprietà comunale, un tempoinserito fra orti, è attualmente contornato da abitazioni civili.

63 - Ex Stazione Ferroviaria, poi DispensarioVia Mazzini, 54-Via Cesare Aroldi

Voglia di treno 1. Era lastazione capolinea dellaGuidovia a Vapore, trattaV i a d a n a - M a n t o v a .Secondo un orario estivo,in vigore dal 15.05.1887,i treni, o tram come eranochiamati, partivano daViadana alle 4,32-9,19-13,30-18,20 e dopo lefermate intermedie diCicognara, Casalbellotto,Sabbioneta, Breda Cisoni,

Commessaggio, Gazzuolo, Campitello, Gabbiana, S.Lorenzo,Montanara, arrivavano a Mantova rispettivamente alle 7,06-11,53-15,35-20,36. Le altre fermate erano facoltative, comeCogozzo e Ponte delle Maiocche, dove una tratta arrivavaanche a Casalmaggiore. Nel percorso esistono ancora moltestazioncine intermedie. La ferrovia fu abolita a metà degli anniTrenta del sec. scorso e l'edificio convertito in DispensarioAntitubercolare. Anche questa costruzione di proprietà comunaleè stata trasformata in abitazioni civili.

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64 - Madonna delle Grazie, detta dell'Ugliama oLugliama o NoliamaVia Villa S.Maria

La cappelletta era più famosa quando viera il "tram" perché i binari vi passavanodietro, con una curva che girava versoCogozzo. Per quanto riguarda il nomeLugliama si può azzardare che tale terminederivi dalla famiglia proprietaria del camporetrostante, quale poteva essere Noliamiper cui, a ragione, anche Noliama. Oraè incastonata rispettosamente nel muroperimetrale degli insediamenti industrialidel Gruppo Mauro Saviola.

65 - Chiesa Prepositurale dei SS.Martino e Nicola daTolentino unita in parrocchia all'Arcipretale Plebana di S.Maria Ass.e S.Cristoforo in Castello e alla Prepositurale di S.Maria Ann. - Diocesidi Cremona

La chiesa già nota nel 1442,sorgeva un chilometro ca. a suddell'argine, tra il Po e Mezzanodel Vescovo di Parma. Ingoiatanel 1571 dall'ennesima alluvione,fu ricostruita nel 1589 in unaposizione più protetta, ove sorgel'attuale. Un'altra inondazione,quella del 1654, distrusse lavicina rettoria di S.GiovanniBattista con la sua Villa di Portiolo.A S.Martino furono aggregati gliabitanti superstiti ed i beni mobili.Nel 1751 P.A. Maggi fuincaricato di costruire l'attualepa r r o c c h i a l e . Dopo l asoppressione del Convento diS.Nicola da Tolentino, oltre

all'aggiunta di molte opere d'arte, ne fu abbinato il titolo aS.Martino. Nel 1968 fu unita alla parrocchia del Castello.

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Sulla facciata S.Martino di Tours, affresco di P. Vezzoni. Entrandoda destra, ♦Madonna delle Ciliege, tela di F. Zaganelli ilCotignola, L'Annunciazione, copia da G. Bedoli. Pala dellaMadonna con S.Martino V., scuola cremonese sec.XVII. Altaredell'Addolorata, in marmi diversi, dei Confratelli Neri, MadonnaAdd. statua attr. a F.A. Pinola e Angeli con Rosario attr. a S.Badalino. Nascita di M.V., Adorazione del B. Gesu', Mortedella B.V., ciclo pittorico di F. Borgani. Immacolata, tela sec.XVIIIin Ancona lignea attr. a G. De Giovanni. In presbiterio, Miracolodel Braccio di S.Nicola e Miracolo di Cordova, tele attr. a D.Savi; presenti i panini, distribuiti nel giorno dell'onomastico,perché il Santo fu guarito col pane dopo l'invocazione allaVergine. Morte di S.Martino, pala di A. Maganza. Paliottocon S.Nicola, altar maggiore scagliola, sec.XVIII. PosteriormenteOrgano, A. Montessanti, 1780. Pala delle Quattro Vergini,di F. Borgani in Ancona lignea. Stendardo del Consorzio diS.Nicola su seta rossa, L. da Ponte: recto, MadonnaMisericordia, verso, S.Nicola e S.Monica. ♦♦S.Nicola, statuain legno policromo sec.XVII in Ancona, sempre lignea dipintaa finto marmo, di F. Bianchi (1796). Nella parte interna dellafacciata: S.Nicola e Processione Agostiniani, tela mutila,seconda metà del sec.XVIII. S.Francesca Romana e S.GiulianaFalconieri, 2 tele ovali, sec.XVIII. Santa con croce e Maddalena,2 tele, sec.XVIII.

66 - Via e Corte Puttina, Vicolo Ciardello

Put t ina non è unoscambio di vocale conp... , non deriva dabambina, ma dallaf a m i g l i a P u t t i n iproprietaria della cortee da cui trae origineanche la via che dallachiesa porta all'arginemaestro. Quando gliarredi della Sinagoga ei beni della ComunitàEbraica viadanese furono

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affidati a Giacomo Delfini nella sua corte Puttina, accaddeche in questa, acquartierassero una sessantina di tedeschicomandati al servizio di guardia dei traghetti del vicino Po.Una notte il Delfini fece un buco sotto le botti della cantina evi nascose il tesoro. Furono salvati in questo modo i valori dellaComunità Ebraica. Anche Vicolo Ciardello in dialetto "alSardell", che da via Puttina portava un tempo all'argine difronte a Cogozzo, non trae origine da sarda, bensì dallafamiglia Cerdelli di cui Antonio Maria fu rettore di S.Martinotra il sec.XVI-XVII. Il pesce azzurro cit., sarebbe più legato allazona delle Battelle senonchè "a li doni dli Bateli ach pias puséal salam che li sardeli!".

CICOGNARA67 - S.Antonio di Padovavia omonima

Scendendo dall'argine, laprima costruzione che siincontra è questo chiesolinodedicato a S.Antonio diPadova. Probabilmente fu erettoattorno ad un dipinto muraleritenuto punto di riferimentocontro alluvioni e incidentiverificatisi sull'argine, perchéanche cavalli e carretti unavolta erano pericolosi. DonPrimo Mazzolari, quando eraparroco di Cicognara, vi portòprocessionalmente una vecchiastatua del Santo sostituita dauna nuova in S.Giulia. Durantela II guerra mondiale, inviolazione del coprifuoco, uncamioncino circolava nei pressi

della cappella. Avvistato da un aereo fu fatto segno ad alcuneraffiche di mitraglia. Alcuni proiettili colpirono anche lacostruzione sacra bucando il cancello, come si vede ancora.Il racconto continua, trascurando l'incolumità del conducente,ma ritenendo miracoloso che la statua non venisse colpita,

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facendo aumentare la dedizione a S.Antonio. Pietro Ghizzardiin Mi richordo anchora cita "la salita di santantonio" e la casadei custodi Bellini vicino al chiesolino, in quanto vi abitò pertre anni nel periodo della I guerra mondiale.

68 - Monumento a Don Primo Mazzolaripiazza omonima

Prima di entrare in S.Giulia, sulladestra vicino al Monumento aiCaduti, non manca un ricordoa Don Primo, fatto costruire daiCicognaresi per onorare il loroParroco. Il busto e il bassorilievobronzei sono opera dello scultore,purtroppo ignorato dalla critica,Carlo Pisi che da Brescello sitrasferì a Roma, dove lavorò allarealizzazione dell'Altare dellaPatria, per il Vaticano e numerosipaesi Europei e delle dueAmeriche. Dalla Relazioneriguardante l'odierna situazionedei lavori... datata Cicognara19.06.1960, fornitami da PietroRizzi, si legge "... Il preventivodi spesa ad opera ultimata siaggirerà sulle £ 600.000. Il

costo dell'opera sarebbe stato ben più elevato se lo scultoreamico ed ammiratore di Don Mazzolari, non avessegenerosamente rinunciato a parte del suo compenso. La sommafin qui raccolta tocca le £ 300.000. L'opera sarà a Cicognaraa fine agosto. A giorni verranno esposti al pubblico un primoelenco degli offerenti e le fotografie del bozzetto". Del comitatofacevano parte: Don Giovanni Odi, Francesco Provenghi,Francesco Olivani, Giacinto Bellini, Gerolamo Rosa, CarloGavetti, Abele Gardani, Baldassarre Monti, Giuseppe Rizzi,Primo Ruberti, Giovanni Galanti, Pietro Olivani, FernandoLongari. Il monumento venne completato con le seguentiiscrizioni: DON PRIMO MAZZOLARI/ 1890-1959/ ......NON

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E' L'UOMO CHE/ DIFENDE L'UOMO./ CRISTO SOLO E' ILVOSTRO/ CUSTODE PERCHE' BAGNO'/ COL SUO SANGUEI CONFINI/ DI TUTTE LE SANTE LIBERTA'./ E VI DICE:"LASCIATEVI/ AMARE......! DON PRIMO MAZZOLARI. Difianco a ricordo dell'erezione: A DON PRIMO MAZZOLARI/SACERDOTE SECONDO IL VANGELO IN/ MEZZO AILONTANI TESTIMONE DELLA CHIESA/ CON LE PAROLE ECON LO SCRITTO/ CENSORE DI OGNI FAME E SETE DIGIUSTIZIA/ SERVO DEI POVERI E DEGLI ULTIMI/ NELLALIBERTÀ DEI FIGLI DI DIO/ CICOGNARA SUA PRIMAPARROCCHIA/ DEDICA/ 9.4.1961

69 - Chiesa Prepositurale di S.Giulia V.MDiocesi di Cremona

In S.Giulia fu ritrovato uncippo, ora in Museo Civico,di epoca romana databileintorno al 150 d.C. da cuisi deduce che il luogoapparteneva a Brescia. Diquesta città, Cicognara fuin dote al Monastero diS.Giulia dai tempi di Ansae Desiderio. Localmente ilconvento sorgeva dietro lachiesa, mentre il castello erapos to an te r io rmen te .L'edificio sacro dall'anno1107 al 1251 aveva iltitolo di S.Maria, poi quellodi S.Giulia. Nel 1397 le

Monache permutarono Cicognara con terre del brescianopossedute da Bartolino Cavalcabò, Consignore di Viadana.Le Suore avevano emanato nel 1275 uno statuto che rimasein vigore anche dopo il 1397 fino al 1771. Agli inizi del sec.XIX, iniziarono i lavori di sistemazione dell'antico tempio chel'architetto incaricato L. Voghera definiva "chiesa del principiodel sec.XIV". Va ricordato che S.Giulia fu retta (1922-1932)da Don Primo Mazzolari, che ebbe come parrocchiana Grazia

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Deledda, sposata nel 1900 con il cicognarese PalmiroMedesani. Le opere esposte in S.Giulia. Battesimo di Gesu',L'incontro tra Maria ed Elisabetta, S.Giovanni Evangelista,trittico (6 sett.1511) tavole ridimensionate, attr. area A. Melone.Verso Emmaus e La Cena di Emmaus, tele attr. a D. Savi.Transito di S.Giuseppe, scuola cremonese, sec.XVIII. S.Apolloniafra i Santi Cosma e Damiano, attr. a G.B. Natali. S.Antoniodi Padova con Bambin Gesu', copia da E. Murillo. Martiriodi S.Bartolomeo, attr. D. Savi. Cristo Risorto, "XV stazione ViaCrucis", G. Misani. In presbiterio Annunciazione e Circoncisionedi N.S. copie da C. Boccaccino e da Giulio Campi attr. aG.A. Savi. S.Giulia, pala di F. Chiozzi. Ciborio, marmo estucco (1930 ca). da C. Pisi. Organo, Lingiardi op.249.Madonna in trono col Bambin Gesu' (1490), trasporto su tela,tradizionalmente attr. al Bergognone; nel 1989 il dipinto èstato restituito alla cerchia di Ambrogio Bevilacqua da S.Coppa, P. Marani e J. Shell. ♦ S.Maria Egiziaca, tela del1535 ca., area di A. Melone. Via Crucis, tele attr. a G.Morini. Assunta, copia locale da Rubens. S.Antonio Abate eS.Paolo Eremita, tela con caratteristiche del '600 cremonese.S.Anna e La Madonna Bambina attr. a G. Morini. Decollazionedi S.Giovanni B., tela ovale di autore locale sec. XVIII.

70 - La Madonna scesa dal tettoVia Grazia Deledda, 47

Agli inizi di febbraio 2003, il mioamico Telesforo, dovendo sistemareparte della propria abitazione, michiese informazioni sulla Madonnache fino ad allora aveva dominatodal tetto la sua casa e il giardino.Non sapendo rispondere loconsigliai di rivolgersi a qualcheCicognarese puro sangue peraverne notizie. Chi meglio diGiacomina Bellini, che già mi erastata favolatrice per il chiesolinodi S.Antonio, di cui era custode.Telesforo si recò a S.Giovanni in

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Croce presso l'ospedale "Aragona", ove Giacomina era incura e raccolse la seguente storia che poi Andrea Setti pubblicòsu "La Provincia" del 27 febbraio 2003. Negli anni Venti delsec. scorso la casa di Telesforo era di proprietà di GiovanniRacchelli, fabbriciere di S.Giulia ai tempi di Don Mazzolari.Al Racchelli era stata diagnosticata un'infezione alla gambatanto da rischiarne l'amputazione. Un giorno mentre scendevadalle scale per farsi visitare dal dottore, questo non seppetrattenere una bestemmia forse per rabbia. Il Racchelli, colpitodall'imprecazione, vide molte Madonne e sentì una stranasensazione nel corpo. Sceso a pianterreno fu visitato dal dottoreil quale, con grande stupore, gli disse che la gamba eraguarita. Per questo prodigio le sorelle di Giovanni, Lucia, Luigiae Stefania, andarono al santuario di Fontanellato a piedi insegno di ringraziamento. Giovanni, invece, innalzò una grandestatua della Madonna sopra la casa, da dove proteggevaanche il giardino. Giunsero gli anni pesanti del fascismo eRacchelli, come Don Primo, diventò bersaglio delle camicienere che volevano trattarlo all'olio di ricino. Avvertito il pericolo,riuscì a nascondersi e allora per dispetto, i fascisti gli ricoprironodi catrame la statua della Madonna. Dopo diverso tempo, l'8dicembre 1926, festa dell'Immacolata, a Cicognara facevamolto freddo, forse nevicava e le donne al ritorno da messafurono testimoni di un fatto clamoroso: il gran freddo fececrepare il catrame che cadde dal tetto liberando la statuadall'oltraggio. Da allora in poi la "Madonna del tetto" fu oggettoda parte dei passanti di sguardi in segno di devozione.Attualmente la statua è collocata nel giardino di Carmen,Telesforo e Paolo Vicini, attuali proprietari della casa che untempo era stata di Giovanni Racchelli.

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♦65Pittore Cremonese (Da Altobello Melone)Santa Maria EgiziacaOlio su tela, cm 116x78Cicognara Santa Giulia

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71 - Madonna AddolorataVia Grazia Deledda

Si potrebbe anche intitolare"Madonna del Confine" inquanto segna il limite tra ilComune di Viadana e quellodi Casalmaggiore, vale adire tra le Provincie diMantova e Cremona. Ilpadre di Angelo Monti, intrincea durante la I guerramondiale, fece voto allaMadonna Addolorata chese fosse r i to rna to aCicognara vivo, avrebbefatto restaurare la cappellettadi sua proprietà. Mantennefede al voto e allungò, sult e r r eno pos te r io re epaludoso, la vecchiacostruzione.

72 - Casa di Grazia DeleddaVia Codebruni Levante, 50

Veramente era la casa deiTagliavini-Morini cugini delmarito Palmiro Madesani chela scrittrice sposò nel 1900a Cagliari, mentre erasegretario dell'Intendenza diFinanza. Da allora GraziaDeledda venne spesso aCicognara, dove trasseispirazione per alcuni deisuoi romanzi e racconti. G.

Flisi la inserisce fra gli scrittori viadanesi del Novecento conbibliografia limitata alle opere ambientate a Cicognara:Nostalgie, L'ombra del passato e Annalena Bilsini, che Mazzolaricritica "né bello, né limpido". Poi continua "Aveva promesso

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di mandarmelo, poi dev'essersi accorta che non era un donoper il parroco e non me lo spedì: attenzione di buonaparrocchiana, che m'è piaciuta". Frequenti erano gli incontritra i due che vengono ricordati da Don Primo, specialmentedopo interminabili imprese conviviali "perché da noi quandosi vuol bene a uno lo si fa bere e mangiare, genere di cordialitàtutta mantovana, sopportabile se uno ha buon stomaco e tempoda buttar via. <<Vengo a respirare un po'. Mi tiene?>>. E sibuttava stancamente sopra una sedia di fronte alla Madonnadel Bergognone, dietro la quale rideva in trasparenza unpaesaggio scarno e tenue. Eran discorsi discontinui con lunghepause e riprese lontane: un'anima fuori dal comune che sentivail bisogno d'aprirsi all'ultimo prete di campagna". Sempresecondo Don Mazzolari, trattando del soggiorno di GraziaDeledda, scriveva "Si diceva da qualcuno che essendo a cortodi motivi sardi fosse venuta a razziare sul Po. Infatti era pienadi piccole curiosità: fermava per strada certi tipi, interrogavavolentieri vecchi mugnai di acqua, si faceva portare in barcada Pinon in lunghi giri senza meta; osservava, chiedeva, fissavacose e persone con strana insistenza. C'era chi la schivavaper non farsi fotografare da quei suoi due occhi. Avean pauradi finire sul libro com'era capitato ad altri". Sulla casa è postauna lapide che ricorda la permanenza del Premio Nobel 1927per la letteratura e Cittadina Onoraria di Viadana: IN QUESTACASA OSPITALE/ NELLE FREQUENTI SOSTE/ TRA I SUOI"CICOGNARESI"/ DIMORO' E LAVORO'/ GRAZIA DELEDDA/PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA/ CICOGNARARICONOSCENTE 23 GENNAIO 1972.

COGOZZO73 - Madonna di LourdesViale Europa

Esisteva un tempo, all'inizio dell'attualeVicolo Madonna, nei pressi dell'Arginedel Po, un pilastro su cui era dipintala Beata Vergine. Camillo Rota,proprietario della terra su cui sorgeval ' a l t a r i n o , u n g i o r n o ,malauguratamente, lo fece abbattereed altrettanto disgraziatamente

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impiegò le pietre nella costruzione della stalla nella propriaCorte Valbissara. Per ben tre anni ne seguì una moria di bestiee lo stesso proprietario fu colpito da paralisi. Decise allora,consigliato dagli amici e dal medico, di ristabilire i buonirapporti col cielo facendo costruire l'attuale cappella. Disposeinoltre un lascito alla chiesa parrocchiale di Cogozzo perl'erezione della cantoria. Raccontano inoltre che, sul luogo delpilastro abbattuto, vi fiorisse una pianta anche d'inverno.

74 - Madonna del Rosario alla VillettaVia Pangona

Questa Madonna del Rosario compì ancheun miracolo. L'Elviron non andava d'accordocol marito, stanca per le continue liti eincomprensioni, un giorno si recò al chiesolinoe inginocchiatasi davanti all'altare implorò:<<Madonna, io e mio marito non andiamod'accordo, fammi la grazia, che muoia io omuoia lui!>>. ...Morì il marito. Questacappelletta come la precedente è di proprietàdegli eredi di Carlo Maffini.

75 - Ex Oratorio di S.Lorenzo dei Confratelli Verdi diS.Rocco e S.MartinoVia Interna-Via Don Mazzi

Conteneva affreschi ed alcuni dipintiche attualmente ornano la chiesaparrocchiale dei SS.Filippo eGiacomo; bello il soffitto ligneo,degno di essere conservato. Unalapide sull'interno della facciata citramanda che la chiesa era giàesistente nel 1576. La Confraternitadei Verdi ospitò in questo luogo anchela Dottrina Cristiana per Cogozzo.Queste due Compagnie volevanocelebrare in proprio la processionedel Corpus Domini mentre avevanol'obbligo di partecipare a quella del

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Castello di Viadana. La contestazione toccò il culmine al ritornodalla funzione dell'8 giugno 1730, quando i Confratelli "diederogrande scandalo" e quattro di loro furono addirittura imprigionati.Ebbero torto e due anni dopo si risolse la questione con ilripristino della consuetudine e liberazione degli arrestati. Lacost ruzione è r idot ta at tualmente a magazzino.

76 - Chiesa Parrocchiale dei SS.Filippo e GiacomoApostoli Diocesi di Cremona

La chiesa esisteva già nel 1438col titolo di S.Giacomo e Antonioe i rettori dovevano essere accettatidalla popolazione riunita inassemblea. Dopo una polluzione,la parrocchiale fu riconsacrata nel1518, con S.Filippo e S.Giacomo.La chiesa attuale fu edificata agliinizi del sec. XIX, pare sull'areadell'antica. Del buon patrimonioartistico fanno parte anche dipintiprovenienti dall'ex oratorio diS.Lorenzo. All'interno della facciataI Miracoli di S.Antonio di Padova,due tele, attr. ad un Savi: il miracolodella mula che si prostra dinanziall'eucaristia e quello del neonato

che parla per convincere il padre dell'onestà della madre.L'Assunta con S.Francesco di Paola, S.Giovanni Nepomucenoe le Anime del Purgatorio, tela attr. a F.A. Chiocchi. Il Martiriodi S.Sebastiano, tela tovagliata, attr. D. Savi, in basso ilcommittente con stemma araldico. B.V. col Bambino,S.Domenico, S.Gerolamo e I Misteri del Rosario tela firmatada P.A. Bernabei. B.V. col Bambino, S.Giuseppe, S.AntonioAb. e S.Filippo e Giacomo, tela di G. Bresciani (1599). B.V.col Bambino, S.Lorenzo, S.Martino, S.Rocco e S.Francesco,attr. a un Savi, proviene dall'oratorio di S.Lorenzo, sede dellaConfraternita di S.Rocco e S.Martino. Nella Cappella delRosario, S.Domenico che riceve la corona dalla B.V. e S.VincenzoFerrer, 2 tele sagomate attr. F. Araldi, come gli affreschi dei

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Misteri. L'Immacolata, S.Francesco e S.Andrea Avellino, telaattr. a G. Bongiovanni. Via Crucis, di pittore locale del sec.XVIII.Acquasantiere, 2 in marmo di buona fattura di cui una presentauno stemma araldico, provengono dalla chiesa di S.Giulia diCicognara, per uno scambio di arredi.

77 - Casa natale di Prassitele PiccininiVia Milano, 71

L'abitazione, attualmente deglieredi Piccinini, è prospicientealla fiancata meridionale dellachiesa parrocchiale. La portad'ingresso è ornata da unmascherone in stucco, comunead altre abitazioni di Cogozzo.P r a s s i t e l e P i c c i n i n i(04.03.1876-1950) dopoessersi laureato in medicina, inun primo tempo esercitò laprofessione in condotta neipressi di Milano, poi l'illustreProf. Luigi Mangiagalli, viste lesue propensioni, lo avviò allaricerca farmacologica che diedeimpor tan t i f ru t t i con la

produzione di una nuova medicina la "Forgenina". Per i suoistudi e ricerche ricevette importanti riconoscimenti, fra i qualiil titolo di Conte di Viserbella.

BUZZOLETTO78 - Chiesa Prepositurale di S.Spirito parrocchia condivisacon Salina - Diocesi di Cremona

La tradizione vuole che esistesse da sempre un oratorio persopperire alla distanza dalla parrocchiale di S.Pietro. Da questasi distaccò l'11 ottobre 1613, costituendosi in rettoria autonoma,con dotazione di sei famiglie del luogo. Da allora i capifamigliaGrazzi, Malacarne, Mignoli, Barzoni, Gasapina e Rubertiebbero la facoltà di eleggere il rettore fra la rosa proposta dal

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parroco di S.Pietro. Nellaseconda metà dell'Ottocentorimanevano solo i Grazzi eMalacarne. La chiesa in usofino al 1868, con facciatarivolta ad occidente, fuabbattuta per lasciare postoall'attuale. Il disegno e ladirezione dei lavori furonoaffidati a Mons. Parazzi, incontrasto nel primo periodocol proparroco M. Lazzarini.La costruzione terminò conl ' e rez ione de l nuovocampanile, essendo parrocoA. Corbari. All'interno,S.Agata e S.Margherita(Marina), protettrici dellepuerpere, tela di pittore localedel sec. XIX, forse l'Araldi.Baldacchino Pensile, legno

dorato A. Patuzzi (1853). Altar Maggiore da S.Croce in Asolacome l'Ancona marmorea ornante La Discesa dello SpiritoSanto, tela di F. Araldi. S.Giulio e Immacolata, statue lignee(1868) G. Furlotti. Fonte Battesimale, marmo di Verona sec.XVII.Decorazioni dell'interno (1935 ca.) sono di G. Miolato e U.Barbiani, consuoceri. Parroco di S.Spirito fu per lungo tempoDon Alessandro Corbari (1877+18 gennaio 1918); la suacasa era curata nell'indigenza dalla cognata Antonietta Soldi,aiutata da "Pepa" Giuseppina Gavetti. Questa fu fedeletestimone, dell'apostolato e del grande cuore del parroco,tenendone anche un diario. Don Corbari si dedicò, come sidirebbe ora, alla pastorale della stampa. Polemista, combattevasui giornali di posizione opposta, quelli massoni e d'ispirazionesocialista. Era tollerato dal Vescovo Bonomelli che scriveva alParazzi "Il Corbari... non lo richiamo nemmeno all'ordineperché farebbe qualche sfuriata delle sue... S'ella crede diammonirlo... lo faccia a voce...". Pepa, oltre a registrare iricordi del suo parroco e scandire gli avvenimenti locali finoal 1947, fu anche favolatrice per le pubblicazioni di GiovanniTassoni. Questo nacque a Buzzoletto il 01.03.1905 (+Villafranca

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18.03.2000), Maestro elementare fu Agente consolare inSvizzera. Vanta oltre 250 pubblicazioni, la maggior partedelle quali sono saggi di etno-demologia che sono punto diriferimento per studiosi ed esperti.

79 - Madonna del CarmineVia Codisotto-Via S.Agata

Riporto la seguente storiaaccaduta intorno a questooratorio, raccontatami daGiaele Registri Pagliari, peranni sagrestana di Buzzoletto.Abramo Amadini, devotissimoalla Madonna del Carmine,si era da poco sposato conuna maestra quando dovettepartire per le armi. La fatalitàvo l l e c he l a mog l i es'innamorasse di un ufficialetedesco, distaccato nei dintornie ne rimanesse incinta.Accor tas i de l l 'e r rore econsigliata dalla zia, tanto perconfondere le idee andò atrovare il marito militare. Dopoqualche mese nacque una

bambina che la madre, forse per onestà, registrò col propriocognome da signorina. Passarono diversi mesi, forse anni,quando Abramo Amadini un bel giorno ricomparve a Codisotto,reduce dalla prigionia patita in Germania e vi trovò altridispiaceri. La moglie gli disse bruscamente che la bambinanon era sua e di lasciarla andare per la propria strada. Ilpovero Abramo, colpito da questa cruda realtà, andò a viverecon sua madre, rifugiandosi nella preghiera e nella penitenza.Tutte le volte che passava davanti alla Madonna del Carminesi fermava a recitare diverse avemarie, o stava inginocchiatoper ore assorto nei suoi tristi pensieri. Conduceva una vitaascetica, dormiva su di un materasso "ad scartòs" appoggiandola testa sopra un cuscino di mattoni. Sperava con la sua

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condotta e le sue preghiere di redimere la moglie e di riaverla.In parole povere faceva penitenza per lei. Durante le lungheestasi davanti alla Madonna del Carmine, era giunto alladecisione, nonostante tutto, di adottare la figlia di sua moglie,ma anche questa intenzione rimase tale. Intanto la donna, conla bambina, si era stabilita a Milano, lasciando il poveroAmadini senza speranza. Una sera inginocchiato davanti allaMadonna in preda alla disperazione disse: <<Piuttosto chela bambina cresca con la testa di sua madre, Madonnavenitemela a prendere!>>. Non passarono 24 ore che ricevetteun telegramma che recava la tristissima notizia della mortedella bambina. La disgrazia capitò perché la piccola, lasciataper qualche attimo sola, era caduta in una "bronsa" di acquabollente; vicino al corpo galleggiava la sua bambolina.Trasportata d'urgenza all'ospedale la bambina vi morì pocodopo. Sulla tomba dell'innocente, la madre fece scrivere il suocognome e non quello del marito. L'Amadini emigrò poi aMilano, dove visse fino all'ultimo facendo il custode presso uncollegio. Nella notte fra il 23-24 novembre 2002 è statorubato il quadro della Madonna del Carmine, opera firmatae datata dal pittore viadanese Enrico Barbieri, 1907. Sottola tela scomparsa è rimasto l'affresco originale settecentescoda cui il Barbieri aveva preso spunto per l'iconografia. Lapittura murale è stata recuperata dal 15 ottobre al 20 novembre2003 ad opera di Valeria Fretta, col contributo delle famiglielimitrofe.

BANZUOLO80 - Corte tre SantiArgine maestro

Lasciando Buzzoletto si percorre l'argine verso oriente lungoquella splendida pista ciclabile che si potrebbe definire "naturale"e naturalistica in quanto ci dà una visione soprelevata a destradella golena e a sinistra della campagna viadanese. Laseparazione tra le due realtà uguali, che diventano differentisolo in occasione di alluvioni, non è l'argine, bensì il naso chedeve anche essere perennemente in asse con la ruota dellabicicletta. Così che l'occhio sinistro possa spaziare liberamenteverso la campagna abitata dall'uomo, mentre il destro versole coltivazioni nell'habitat del Po. Dopo non molte pedalate,

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quasi si sorvola Cortetre Santi così chiamataper gli affreschi sullafacciata meridionaledella costruzione; daquel che si può ancorascorgere: S.Giuseppe,S . F r a n c e s c o eS.Nicola da Tolentino.Le costruzioni odierne,secondo i racconti di

Don Guido Tassoni, sono state rifatte agli inizi del sec. scorso,mentre quelle antiche facevano parte dei beni della Corte diBanzuolo dei Mazzucchini Guidoboni.

81 - Villa Banzuolo

E' sempre stata parteintegrante del Marchesatodi Viadana e perciòappartenente ai Gonzagadel ramo principale diMantova, indi all'Impero,mentre ecclesiasticamentesoggetta, come ora, allap a r r o c c h i a d iPomponesco, a sua voltaContea dei Gonzaga diBozzolo, poi di Guastalla.Ha forse la più altacon cen t r a z i o n e d i

immagini sacre e chiesolini del nostro Comune. Posta al confinecol territorio di Pomponesco, da cui è diviso da una strada,anticamente detta "di Meggio" o di Mezzo, che parte dall'arginedel Po. Scendendo da questo, si arriva in Banzuolo, primaperò bisogna porre almeno uno sguardo sulla cappella dellaMadonna del Redentore, incastonata fra un vigneto e unpollaio.

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82 - Oratorio di S.Giovanni Battista, dipendente dall'Arcipr.di Pomponesco - Diocesi di Cremona

Resosi insufficientel'antico oratorio, perl'aumento dei fedeli,questi, nel 1711,incaricarono trefamiglie del luogoC o r n a c c h i a ,Baldani e Caleffi dif o r m u l a r n e l ar i c h i e s t ad 'ampl iamen to.D i p e n d e n t eecclesiasticamente,come ora, dalla

Parrocchia di Pomponesco, ne chiesero anche l'erezione arettoria autonoma. L'istanza fu ripetuta ancora dieci anni piùtardi e naturalmente il parroco Don Pietro Antonio Conca diedeparere sfavorevole alla costruzione, adducendo la mancanzadi garanzie. Queste furono rese dai notabili citati cheassicurarono la disponibilità di 80000 pietre, legname, coppie la somma di lire mantovane 1000, in appresso raddoppiate,più il mantenimento del cappellano. Dopo molte incomprensioninel 1730 la nuova chiesa era pronta ed agibile, mad'indipendenza parrocchiale non se ne parlò mai più. Allefamiglie finanziatrici fu data facoltà di proporre il cappellano.

83 - Madonna di LoretoVia S.Giulio

Varcata con molta attenzione la strada provinciale, si imboccala via che divide il Comune di Viadana da quello di Pomponescoe che ha, ovviamente, due intitolazioni, rispettivamente S.Giulioe S.Antonio. Dopo alcune decine di metri, si incontra a sinistraun chiesolino, recentemente rifatto in quanto pare fosse statoabbattuto da un'errata manovra di un autocarro. La cappellaprecedente fu costruita da Giovanni Danini nel 1921 attornoad un pilastro restaurandone la Madonna di Loreto che vi eraraffigurata. Il pio Giovanni nel 1925 andò a Roma in occasione

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dell'Anno Santo e ritornò conun preziosissimo cuore, tipoP.G.R., tutto d'oro e pietrepreziose del valore di Lit. 6000di allora. Lui così parsimonioso,che in casa lasciava mancaretutto, a dispetto dei parenti siprese la soddisfazione didonare alla Madonna unoggetto di tanto valore e diporlo nel chiesolino, cui nonlasciava mancare nulla. Nel1959 il cuore fu rubato assiemeagli orecchini dla VeciaGabana, che aveva donatoa l l a M a d o n n a c o m eringraziamento. La graziaricevuta era per lo scampatopericolo di morte in cui era

incorso il figlio durante lo scoppio della polveriera di Asti,mentre era di guardia, durante la I guerra mondiale. Poco piùavanti vi era un'altra cappelletta dedicata alla Sacra Famigliache conteneva un bellissimo quadro con l'immagine titolare.Distrutto non so quando, ma dopo il 1990, o caduto naturalmentein quanto costruito a cavallo del fosso come buona parte deichiesolini che si affacciano sulle nostre strade. Esiste un legamestretto col territorio che si rivela anche attraverso il contatto conl'acqua. La costruzione di queste cappelle nei pressi dell'arginemaestro del Po, o a scavalcamento di un fosso fanno pensare,nel primo caso, alla richiesta d'intercessione contro le alluvioni,nel secondo, all'auspicio della fertilità della terra, derivantedai corsi d'acqua sottostanti, quasi contenuti.

84 - FossiVia S.Giulio

Ovviamente il percorso, come penso abbiate capito, andrebbefatto in bicicletta. E' per questo motivo che prima mi sonopermesso di fornire dei consigli utili ai ciclisti che voglianopercorrere l'argine. La stessa cosa devo farla per le strade di

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campagna. I l nasorimane sempre il nostrotimone, collegato esovrastante la ruotaanteriore della bicicletta.L'occhio sinistro dovràguardare la strada,men t r e l ' o r e c c h i oconcomitante presteràattenzione ai rumori deglia u t o m e z z i c h eprovengono alle spalle.L'occhio destro, in questomodo, avrà la possibilità

di dedicarsi all'esplorazione, spesso condivisa da un airone,del fosso che naturalmente corre parallelo alla strada. L'altroorecchio potrà cogliere invece quei piccoli rumori che la faunaacquatica provoca al nostro passaggio, animando questohabitat spesso coperto da fiori splendidi, come quelli di loto,nannuforo, morso di rana, poi "ranina" e agallatici vari. Visono anche dei nuovi ospiti come i grossi gamberi rossi dellaLuisiana d'acqua dolce e un tipo di conchiglia bivalve piùrotonda e più voluminosa di quella locale, che secondo recentistudi, pare abbia subìto questa mutazione per lo sconvolgimentobiologico provocato dal "siluro".Secondo Dario Franchini si tratterebbe di un mollusco bivalveintrodotto negli anni ‘90 con avannotti acquistati all’estero. ilnome scientifico è Anodonta woodiana woodiana che fraqualche millenio si potrebbe inserire fra le probabili origini deltoponimo Viadana cioè da woodiana.

85 - S.Margherita da Cortona alla Corte di BanzuoloVia S.Giulio

Nell'anno 1605 Camillo Guidoboni fece fabbricare nella suavilla, detta di Banzuolo, nel Marchesato di Viadana e nellaparrocchia di Pomponesco, un oratorio sotto il titolo diS.Margherita. La terra, con oratorio, passò in eredità a Dianache nel 1670 sposò il Dottor Giuseppe Mazzucchini, i cuidiscendenti, creati Conti dal Duca di Guastalla, Antonio

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Ferdinando Gonzaga,assunsero anche ilc o g n o m e d iGuidoboni. L'oratoriodi S.Margherita daC o r t o n a v e n n eabbattuto nei primidecenni del sec. XXd a g l i a l l o r aproprietari. Con lepietre di risulta furonofatti i pavimenti dellacorte "Tre Santi" e delles t a l l e i n c u i ,

regolarmente, seguendo la credenza popolare, vi fu una moriadi bestie. Altre disgrazie in famiglia costrinsero il proprietario,per rimediare al castigo divino causato dall'abbattimentodell'oratorio, a ricostruirlo nella medesima posizione dell'antico.Vicinissimo al chiesolino vi è un cippo: IL MUNICIPIO DIPOMPONESCO IL 23-4-45 A ROSSI OSMANO 1926-45AI MARTIRI DELL'ETERNA LIBERTA'. A ricordo di Angelo Bordonalidi Pomponesco, Osmano stava recandosi dagli zii, mezzadrio fittavoli della possessione, quando appena saltato il fossovicino alla chiesa, venne raggiunto al capo, rimanendoneucciso, da un proiettile sparato per divertimento dalla finestradella corte da uno dei tedeschi che l'occupavano.

SALINA86 - Beata Vergine AddolorataBivio Via Volta-Via Marenghino

Lasciati Banzuolo e Codisotto alle spalle si giunge in prossimitàdi Salina. Affidiamo la storia di questa chiesetta a Don GuidoTassoni che fu anche parroco di Salina. "... la notte del 6agosto 1615 -di martedì- in chiesa (S.Antonio Abate di Salina)furono rubati vari oggetti sacri ed anche la pisside colSS.Sacramento dopo aver scassinato il tabernacolo. Il gravesacrilego fatto sconvolse gli animi e furono indette varie funzionidi riparazione per l'orrendo sacrilegio fino a tanto che il 15agosto, dopo nove giorni fu ritrovata la pisside con le particolein una macchia di spine presso l'angolo dove ancora oggi la

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via Volta si immette in quella cheviene da Buzzoletto di proprietàdei Pagliari (u l t imamentecasamento Flisi Anna). Per quattroann i i Con f r a t e l l i de lSS.Sacramento, detti Turchini, diS.Pietro di Viadana, per ordinedi Mons.Vescovo, il giornoanniversario del sacrilegio, 6agosto, vennero in processionealla Chiesa Parrocchiale diSalina, dove confessati ecomunicati, fecero specialifunzioni riparatrici per il furto edi ringraziamento per il ritrovatoSS.Sacramento... Quando nel

1696 l'Arciprete Vicario Foraneo di Viadana, Mons. GuidoFeliciano Avigni, acquistò il 'Beneficio' (ora proprietà diGiuseppe Barzoni), che è in fregio alle due strade di Via Voltae per Buzzoletto, per farne una dote di un Beneficio Ecclesiasticocon diritto di patronato attivo e passivo della sua famigliaAvigni, per tramandare ai posteri la memoria del furto sacrilegoe del ritrovamento, fece ricostruire nell'angolo della pubblicavia una cappella votiva (m.3,20 per m.2,30) dedicata allaBeata Vergine Addolorata come si rileva anche negli atti difondazione del citato Beneficio Avigni del 1726 conservatinell'archivio del Castello di Viadana." Don Guido Tassoni,dopo aver sistemato la cappella, vi collocò una statua in marmodi Carrara della Beata Vergine Immacolata di Lourdes che fusolennemente benedetta il 15 Agosto 1963.

87 - Chiesa Parrocchiale di S.Antonio Abateparrocchia condivisa con Buzzoletto - Diocesi di Cremona

L'autonomia parrocchiale fu concessa il 25 luglio 1602 dalvescovo Speciano, smembrandone territorio e anime dallamatrice di S.Pietro. Con pubblico atto notarile del 26 maggiodel 1602 avveniva l'erezione ufficiale con nomina del primoparroco rettore: Don Salvatore Romanenghi (forse famigliaredello stesso vescovo), dottore in diritto civile e canonico. Fu

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questo a promuovere lacostruzione della chiesapoi benedetta dal vescovodi Cremona Gian BattistaBrivio il 21 agosto del1614. La famiglia Pagliaridopo il 1629 ne contribuìa l l a do t e . P e r l aricostruzione della nuovaparrocchiale, nel 1719furono impiegati 12000mattoni ottenuti dal Ducadi Mantova, l'ImperatoreCarlo VI e risultanti dallademolizione delle mura etorri di Dosolo. La chiesaattuale fu terminata a metàdel lo s tesso secolo,probabilmente su disegnodi P.A. Maggi. All'internosi segnala, una VascaBattesimale, marmo rosso

di Verona con stemma Avigni. Cristo Risorto, affresco di M.Busini (1960). S.Antonio Abate viene invocato anche perguarire il fuoco sacro. Le condizioni per ottenere la grazia,sarebbero le seguenti. L'ammalato e colei che farà da tramitecol Santo, che deve essere la terza di tre sorelle, hanno l'obbligodi essere digiuni: il mattino è il momento migliore. La segnaturadeve essere ripetuta consecutivamente per tre mattine. L'infermonon deve avere indumenti di lana a contatto epidermico. Laparte affetta da fuoco di S.Antonio deve essere priva di creme,pomate o altri medicamenti. Prima o dopo la segnatura sidevono recitare le preghiere che si conoscono: Padre Nostro,Ave Maria, Angelo di Dio ecc. Servono: acqua santa e fogliadi rasa (more) oppure di rosa. Si fa il segno della croce e sirecita parte in dialetto e parte in "lingua", la seguente preghiera:<<San Fasar lè andà a suscar,/ San Mart la fa purtar damangiar./ Acqua sorgente/ foglia pungente/ ad la SantissimaTrinità/ per intercessione ad la Beata Vergine e del Santissimo/al fogo la grazia ad guarir/ al fog sugar./ Sia lodato eringraziato ogni momento al Santissimo Sacramento>>. Si

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dicono la posizione anatomica, il nome, il cognome e dovesi trova la persona; se non presente si aggiungono: la via, ilnumero civ. e la città del malato. Secondo modo; si inizia colsegno della croce e pregando, si intinge nell'acqua santa unpennellino sottile e si forma un cerchietto attorno al male, sisegna con la croce la parte interessata pronunciando INRI pertre o quattro volte sempre con preghiere, si termina col segnodella croce. Dettatami da Elvira Avigni il 27 ottobre 2003.

CAMPAGNA DI VIADANA88 - La biolca viadanese (b.v.)

Probabilmente derivadallo iugero romanodi mq. 2540, già inuso nella centuriazioneromana del 218 a.C.e del success ivo40 a.C..Di quest'assegnazionedi terreno la nostracampagna, comegià ricordato, haconse r va to o l t r el'orientamento, anchenumerose testimonian-

ze archeologiche. Nel Comune di Viadana, Pomponesco eDosolo è in uso come misura di superficie agricola la biolcaviadanese, pari a mq. 2470,896. La b.v. si suddivide in 3pertiche (p.v.); ogni p.v. in 24 tavole (t.v.). Per cui 1 b.v. èdi 72 t.v., ciascuna di mq. 34,32 corrispondente a 12 piedi(pi.v.) di mq. 2,86 ciascuno. Il pi.v. si suddivide in 12 oncedi mq. 0,2383.

89 - Pavesina e GrottaVia Pavesina

I toponimi derivano probabilmente dagli antichi proprietari:Pavesino Avigni e famiglia Grotti o Crotti. La "Pavsina" costituivaquasi una frazione con sua chiesetta, ora distrutta, usata anche

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per la dottrina dei bambini della zona e come centro diaggregazione non solo ecclesiastico. Il pittore Pietro Ghizzardinativo della Pavesina scriveva "mi richordo appena da staresul mio lettino sentivo il suono di una champanélla e proprioquélla champanella compreza la sua chiezetta e dove è pozataquella chiezetta era è anchora proprietà di mio nonno e semprereditaria da suo padre...". Continuando a scrivere di fossi eccodue fatti avvenuti durante la Fera in sla Pavsina. Al mattino,l'arciprete di S.Pietro, sotto la cui giurisdizione parrocchialela Pavesina si trova, vi celebrava la messa solenne conl'intervento della banda "in contrapunt" che suonava di sacro.Nel pomeriggio, seguiva il concerto sempre della banda chesi esibiva nel repertorio profano. Una volta i "Pavesinesi" fecerouno scherzo ai "banditi". Il palco per il concerto veniva costruitosu di un fosso facendolo appoggiare alle piante del rivale.Tagliato uno di questi sostegni, la banda precipitò nel fosso."Brognu" ne uscì col basso pieno di ranina. Un'altra volta ilmaestro disse al solito suonatore "Brognu" :<<Ma suna in la!>>E di nuovo: <<Suna in la>> e il "bandito" continuò a spostarsifino a cadere nel fosso.

90 - S.Luigi Gonzaga e Immacolata Concezione alColombaroneVia Pisacane

Usciti dalla Grotta ePavesina e presa lastrada che porta versonord, c i s i t rovaimmediatamente nellaz o n a i n d u s t r i a l e"Ge r bo l i n a " c o s ìchiamata da una cortep r e e s i s t e n t e .Continuando sulla via siincontra sulla destra laCantina Sociale col suoLambrusco nero chenemmeno l'acqua riesce

a schiarire, mentre alla sinistra, uno dei più importanti sitiarcheologici del territorio, un tempo detto Casale Zaffanella.

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Sembrerà inverosimile ma di entrambi si occupò direttamenteil Parazzi. Poco più avanti ecco il più elegante oratorio dellacampagna viadanese: S.Luigi alla corte Colombarone. Lacostruzione fu eretta da Don Flaminio Bolzoni assieme ai fratelliFerdinando e Stefano. Con rogito del notaio G.F. Vecchi del22 aprile 1745, istituirono ed eressero in Casaletto, allorasotto la parrocchia di Salina, un oratorio nella loro tenuta delColombarone con il titolo di S. Luigi e dell'Immacolata. Forsenon è azzardato scrivere che tale oratorio sia opera di P.A.Maggi. Pianta, stile, eleganza, stucchi, ma soprattutto spaziointerno, potrebbero confermarlo. Parecchi anni fa, si aggiravanei pressi dell'oratorio, nella notte profonda, un lumicino. Gliabitanti dei dintorni cercarono con ogni mezzo di scoprirneil mistero, ma senza risultato. <<Era un fantasma che si aggiravain quel luogo per sotterrarvi un tesoro>>, questa era laspiegazione che la gente dava dell'insolito fatto. Da quandonella terra di fronte a S. Luigi al Colombarone, fu ritrovata,arando, una pignatta di monete, il lumicino non fu più visto.Il Colombarone appartiene alla famiglia Azzolini della qualeFrancesco, quando non è impegnato come basso all'Arena,si occupa del frutteto di peri. Lui sostiene che le sue perefacciano bene alla voce!

91 - S.Alessandro Martire alla BonicellaVia Ottoponti Bragagnina

Proseguendo sempre in biciclettagiriamo a sinistra costeggiando labonifica che si immette più a nord nellaCeriana. Zona questa caratterizzatada fondi agricoli un tempo villeggiaturadi importanti famiglie. La CorteBonicella prende il nome dai Bonicelli,antichi proprietari, estintisi nel sec.XVI.Nel '700 la Bonicella appartenevaal Marchese Alessandro Guerrieri diMantova che vi fece erigere, su licenzadel vescovo di Cremona, AlessandroLitta in data 26 Maggio 1723, unoratorio privato, ma ad uso pubblico,

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sotto il titolo, ovviamente, di S.Alessandro Vescovo. La chiesafunzionò, come le altre che passeremo in rassegna pedalando,fino al 1967 quando la Parrocchia di S.Maria Ann. eraindipendente. Sulla facciata, alla base del timpano, è ancoraleggibile: DEVOTO PASSEGER NON TI SIA GRAVE A FERMARIL PASSO E RECITAR UN AVE. Si racconta che durante l'alluvionedel 1951 fossero state usate statue in legno di Santi, persostenere tavole che servirono ad evacuare il bestiame dallestalle a un luogo sopraelevato.

92 - Corte Manfrassinavia omonima

Un tempo il fondoapparteneva ad unadelle due famigliecomitali Gardani. Nonmancava nemmeno uno r a t o r i o p r i v a t odedicato a S.FrancescoS a v e r i o . M al'importanza di questacorte crebbe quandodopo i l 1863 fuacquistata e sistematasia come abitazioneche dal punto di vistaagricolo, dai fratelli

Francesco e Giovanni Bertolani. Quest'ultimo (1816 o 17+Pavia30 giugno 1899) già 32° Arciprete del Castello, dal 1851al 1853, se ne andò col fratello a Londra dove si divisero.Francesco emigrò in Canada, mentre Giovanni in Turchia.Ritornarono entrambi nel 1863 con una notevole fortuna conla quale acquistarono alcuni fondi tra cui la Manfrassina. Dopoqualche tempo giunse a Viadana una turca che svelò, ricattando,le attività, finanziarie comprese, che Giovanni aveva svoltonel decennio trascorso nel suo paese. La signora fu indennizzatalautamente e pare finisse i suoi giorni a Venezia. Giovanni sisposò civilmente con una maestra direttrice dell'Orfanotrofio,Chiarina Scipiotti, sorella del Pretore e fece sistemare

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splendidamente la corte Manfrassina. L'ex Arciprete fu anchePresidente della Congregazione di Carità dal 17 ottobre1866, Assessore Comunale, facente funzione di Sindaco,Soprintendente delle scuole comunali, carica che scambiò colfratello Francesco. Trasferitosi a Lodi e a Stradella, poi comebibliotecario a Lucca, con lo stesso incarico si stabilìdefinitivamente a Pavia. In questa città sopportò la mortedell'ultima figlia, in quanto le altre tre erano già salite in cielonel periodo viadanese. Il Parazzi, sue sono queste memorie,aggiunge "Faticò quasi da solo a pubblicare un catalogoregolare della biblioteca Pavese; affetto in questi ultimi annida paralisi alle piante e costretto alla sedia, lavorava di continuoa decifrare documenti, a interpretare carte vecchie dellabiblioteca, godendo meritata stima in città da quanti conoscevanola sua perizia in materia". La biografia del Bertolani, ampliatacon ulteriori ricerche da Arnaldo Ganda, ha visto la luce neldicembre del 2004. Agli inizi del sec. scorso una stanza fuadibita a cappella dopo il seguente fattonarratomi dal Sig.raAnna che ha voluto mantenere l’anonimato. La figlia di unfittavolo della Corte fu investita da un carro che con le ruotepassò sul corpicino, lasciandolo incolume. I genitori, per graziaricevuta, fecero dipingere sulla parete della cappella laMadonna di Pompei e la bambina offerente dei fiori. Questacappella fu distrutta durante l'ultima ristrutturazione.

93 - B.V. del BuonConsiglio, S.CarloBorromeo e S.GiovanniBattista al Casino MoriVia Manfrassina

Poche pedalate verso sud e citroviamo "al Casain". Edificatodalla famiglia Mori sul propriofondo nel 1816, fu benedettodue anni più tardi dall'Arcipretedel Castello e Vicario Foraneo,Don Alessandro Gervasi.L'oratorio, in disuso, è ora diproprietà della famiglia Sanfelicidi Viadana, che vi gestisce,

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nelle cave di terra, un'attività di pesca chiamata "la Chiesetta".Ad una famiglia Mori è appartenuto Giacomo, importantemusicista viadanese contemporaneo di Lodovico Grossi.Religioso, pare fosse stato in contatto anche col Tasso a Ferrara."Cinque libri da cantare coperti di peccorina et i suoi chippidi Giacomo Moro da Viad.a" erano nella biblioteca Gardani,inventariati nel 1624.

94 - Fenilrossovia omonima

Ri tornando versoViadana, sulla destrae nelle vicinanze delcardo XIII, in un luogoche denota unatrascorsa bellezzanaturalistica, sorge ilFenilrosso un tempor e s i d e n z a d iCampagna de iG a r d a n i .N e l l ' I n v e n t a r i oG a r d a n i c i t . ,

all'interno del palazzo padronale, era censito anche unchiesolino accanto a un "camarino ... nomato il paradiso", oveoltre al letto, vi era anche una piccola biblioteca. Il Fenilrossoè stato splendidamente sistemato da Franca Ghinzelli.

95 - S.Elena alla Corte Motta IVia Fenilrosso

Un tempo i l fondo Mottaapparteneva alla famiglia Bedulli,per cui i due nomi si accostaronoe la località si chiamò Motta-Bedulli. Questi signori fondaronol'oratorio sotto l'invocazione diS. Elena e dotarono la lorovilleggiatura di uno splendido

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palazzo. Entrambi sono cadenti, meglio scriivere caduti.Proviene da questa chiesa la magnifica cornice, che orna ilquadro del Borgani nella sacrestia della Chiesa del Castello.Pare fosse stata commissionata al Pinola da Don GiovanniBedulli nel 1689 ed il Parazzi la considera l'ultima opera inpatria dell'artista. Il medesimo oratorio viene cit. anche daPadre Nani nella biografia del Venerabile Saverio Bedulli, natoebreo fatto cristiano e vissuto dal 1675 al 1748. Durante lavilleggiatura alla Motta, da piccolo vi serviva la messa, poiordinato sacerdote vi celebrava.

96 - Corte CodellaVia Fenilrosso

Voglia di treno 2. Chivolesse vederlo a Viadana,che è senza ferrovia, vengaalla Codella dove esiste unalocomotiva con alcunivagoni su rotaie, nonv i a g g i a n t i e n o nappartenenti alla LineaVenezia-Viadana. E' metadi diverse scolaresche chele maestre portano fin quiper vedere il treno: frutto

dell'invidiabile spregiudicatezza dell'industriale viadanese UgoMartini.

CASALETTO97 - Chiesa Parrocchiale di S.Ignazio Martireparrocchia condivisa con Bellaguarda - Diocesi di Cremona

Un oratorio esisteva sull'area della chiesa attuale e facevaparte della Corte di Casaletto della quale seguì le sorti. Nelsec. XVIII lo storico locale Carlo Araldi sosteneva che unoratorio, secondo un documento del 1563, esistesse già nel1554. Ferrante II Gonzaga di Guastalla nel 1585 acquistòla Corte che ecclesiasticamente, nel 1602, entrò a far partedella nuova parrocchia di Salina, staccatasi da S.Pietro. Dai

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Gonzaga il tutto fu venduto nel1 6 1 1 a B a r t o l o m e oMarcheselli; quattro anni dopoS.Ignazio fu abbattuto e nellanuova costruzione furono ancheaffrescate le pareti con Santi.Nella seconda metà delSettecento, gli Avigni vicostituirono un legato di messee nel 1832 acquistarono anchela Corte. Nel 1905 Casalettofu elevato canonicamente aparrocchia e civilmente l'annosuccessivo. Da una nota in calcea un disegno del geometra

Martino Panchieri, conservato come promemoria in archivioparr., si apprende che S.Ignazio fu abbattuto nel luglio del1922 e subito riedificato. L'interno fu affrescato successivamenteda Palmiro Vezzoni.

98 - Ex Asilo Monumento I e MadonninaVia Manzarola

L'asilo prende nome dalla lapideche vi è sulla facciata e chericorda i caduti della I guerramondiale. Convertito in mensaper la scuola elementare diCasaletto, è tuttora inutilizzato.Poco più avanti si nota un nuovochiesol ino dedicato al laMadonna. Fu ricostruito dallafamiglia Bini alcuni anni dopoil crollo dell'antico, che eradatato 1745. Agonia lunga lasua come può essere quellaprocurata dal tempo. Da unarticolo-appello apparso su Vita

Cattolica del 6 febbraio 1966, si poteva chiamare "Madonninadelle Macerie". Molto tempo fa quando la costruzione era

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integra, gli zingari si accampavano di fronte, forzavano laporta e vi dormivano dentro. Per questo fatto e per le ruberiefrequenti che avvenivano in Casaletto, il proprietario pensò divendicarsi. Dotato ancora di una notevole prestanza fisica,nonostante l'età avanzata, durante la notte sospinse la carovananel fosso che passava sotto la costruzione sacra. Gli zingariscaraventati dalle loro cuccette durante il sonno, uscirono astento dalla carovana, ma armati di coltelli, pronti a vendicarsidel sopruso. Trovandosi di fronte ad un vecchio che, per giunta,teneva la manina di un bambino, pensarono fosse un curiosoaccorso alle loro grida. Da allora gli zingari non sostarono piùnei pressi della chiesa.

99 - Via Antonio Madasi

Prima di lasciare Casaletto, sulla sinistra si apre questa nuovastrada dedicata al tenore "Toni" Madasi. Dopo i primiinsegnamenti avuti a Viadana da Angela Brighi Boni nel 1938,si perfezionò a Mantova presso Ettore Campogalliani, quindicon tutte le carte in regola per aspirare ad una carriera dignitosa,poi aiutata da Annibale Bozzolini, attualmente nostro"Ambasciatore" a Roma. Il successo del cantante ebbe il suoculmine con la tournée negli Stati Uniti, di cui ci rimane lastorica incisione del Falstaff diretto da Arturo Toscanini, 1-8aprile 1950.

BELLAGUARDA100 - La Sparata

Il Marchese Federico Gonzaga vendette alla Comunità diViadana in data 23 aprile 1479, in risposta delle istanze dellastessa, le 525 biolche della Sparata per 2000 ducati d'oro.Terra bassa, spesso sommersa dalle acque, fungeva da erbaticocomunale. Ai diritti sulla Sparata rinunciarono, il 2 dicembre1664, le Ville di Cogozzo e Cicognara essendosi costituitein Comuni autonomi con Decreto Ducale del 2 aprile. Nelperiodo 1692-95, a causa di occupazioni e movimenti ditruppe nel viadanese, fu necessario pagare un contributo diLire 10 per biolca, da parte dei possidenti e vendere diversi

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appezzamenti del prato comunale della Sparata. Infatti alemanni,alleati a spagnoli e piemontesi, controllavano gli spostamentidei francesi che miravano all'alta Italia col beneplacito delnostro Duca. Il 5 agosto 1869 furono deliberate le vendite dialcuni terreni di ragione comunale. Si acconsentì all'alienazionedella Sparata, ciò che rimaneva del prato della Comunità, diettari 80,9855 ovvero biolche viadanesi 327.2.5.3, stimatoLit. 93236,14 e suddiviso per comodità di vendita in 18 lotti.L'alienazione fu poi sospesa con atto Consolare del 20 aprile1870 in attesa di provvedimenti che permettessero ilprosciugamento di alcuni bassifondi. Il 7 novembre dell'annosuccessivo fu votato un provvedimento di affittanza con obbligodi dissodamento del terreno. Durante la seduta del 22 giugno1889, il consigliere di Cogozzo, Francesco Mantovani, diedele dimissioni e abbandonò la seduta dal momento che non siera deciso sull'affitto della Sparata. Durante la seduta del 26luglio 1895, quando fu discussa la richiesta di un mutuo,presso la Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde per Lit.71600, a garanzia furono ipotecate proprietà comunali frale quali il latifondo Sparata, come già cit. di ettari 80,56,02con l'estimo di scudi 974. Ciò che rimaneva della Sparata fupoi alienato nel sec. scorso.

101 - Chiesa Parrocchiale di S.Maria Maddalenaparrocchia condivisa con Casaletto - Diocesi di Cremona

L a d i s t a n z a d a l l aparrocchiale, S.Pietro primae S.Matteo poi, ha semprefavorito il funzionamento diun oratorio a Bellaguarda.L a p r ima do t a z i o n esignificativa giunse al tempodella terribile peste. Il 22maggio del 1630 PietroRomani, facoltoso del luogo,testando a favore dei fratelli,lasciò un beneficio a S.MariaMaddalena, dipendente,ovviamente, da S.Matteo.

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Contemporaneamente fece studiare un famiglio, MatteoGenovesi, che diventò chierico. L'anno seguente morironoanche i fratelli Romani senza eredi. Il beneficio, non ancoraoperante, passò ai Guidoboni in quanto Francesco, uno deidodici figli di Pietro, premorti al padre, aveva sposato ElisabettaGuidoboni. Da questa il fondo patrimoniale passò al fratelloFabrizio; morto nel 1634 lasciò legatario il proprio figlioCesare, che fece erigere finalmente il beneficio quasi parrocchialecon diritto di nomina del rettore. Il primo di questi fu quelMatteo Genovesi che nel frattempo era stato ordinato sacerdote.Il Guidoboni aveva sposato Laura Vincenzi, di Vincenzo, chegli diede un'unica figlia. Questa unita in matrimonio conBonifazio Di Bagno ebbe a sua volta due figlie: Barbara eCecilia. La prima si accasò nel 1669 col principe Gilbertod'Austria di Correggio e la seconda, con Federico Gonzagadi Luzzara. Il beneficio toccò a Barbara che ebbe, ancora,due figlie, Isabella poi monaca e Margherita che nel 1708abbinò il beneficio alla cappellania della Madonna del Pilastroin S.Maria Ann. di Viadana. Margherita sposò il marcheseFabio Fabri, il quale sembra cedesse il patronato al Vescovodi Cremona. Notizia che contrasta con quella secondo laquale la "Donna d'Austria" di Correggio nel 1763 fosse in litecol parroco di S.Matteo. Il beneficio fu poi soppresso versola fine del secolo XIX. L'oratorio di S.Maria Maddalena fuampliato nella seconda metà dell'Ottocento a spese dellapopolazione. Dopo l'erezione di Bellaguarda a parrocchiaautonoma il 6 dicembre 1919, si costruì la nuova chiesa edil vecchio oratorio fu adibito a scuola, poi ad ambulatoriomedico e a centro giovanile.

SQUARZANELLA102 - Villa Squarzanella

È situata all'intreccio tra la Ceriana e il Navarolo e al confinetra Sabbioneta e Viadana. Infatti la chiavica che sta alla sinistradel ponte sul Navarolo e su cui è affrescato S.GiovanniNepomuceno, protettore dei ponti, è in Comune di Sabbioneta.Gli Statuti di Viadana, concessi nel 1352 dai Cavalcabò,citano la zona che tratteremo, anche nella rubrica 170"Compenso del soldato per i pignoramenti". "...Se il soldato

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pignora uno o piùpersone nelle Ville diCavallara, Cizzolo,Chiavica, Fossola, Boccadi Commessaggio,S a b b i o n a r e ,Squarzanella o S.Matteodeve ricevere per laprima persona dieci soldiimperiali; se due personesedici soldi imperiali; setre persone venti soldiimperiali; da tre in su fino

al numero di dieci per la prima persona dieci soldi imperiali,per le altre due soldi imperiali per ciascuna...". Anche l'Araldinel suo Giardino dilettevole..., riporta "...La duchessa poi diMantova Maria Gonzaga vedova, tutrice e madre del ducaCarlo 2° confirmò a viadanesi il privileggio del mezzo dazioper l'estrazione delle sete dalle gallette, e tutti li altri ancorane furono concessi da' suoi antecessori alla communità diViadana mediante pagamento di 12 mille scudi e di annuelire 1500 da farsi alla camera per l'estrazione dei vini; edaccordò inoltre il privileggio del Ponte di Squarzanella comecosta da suo diploma segnato li 3 Lug.o 1643". Le altre Villevicine sono così localizzabili: Villa Bocca di Commessaggio,situata presso la confluenza della Bogina nell'Oglio (BoccaChiavica), Bocca Alta e Bocca Bassa.

103 - Palazzo Scardua, Corte Scardua-Giani

E' posto sulla riva destra della Bogina, quando questo formauno dei tanti bugni che ne caratterizzano il corso rendendolodi grande importanza naturalistica. Ho sempre ritenuto che ilpalazzo prendesse il nome Scardua dagli antichi proprietaridi cui vi fu anche un Tiberio, Governatore di Viadana (1633-1634) nei terribili anni dopo la peste. Questa mia teoria vienemessa in dubbio dalle notizie che si possono avere dagliZavattini. Infatti, secondo Elio e Clara, un tempo la corte eradenominata "Bernardina" e nel sec. XVIII era intestata ai fratelliGioacchino e Gianfrancesco Scaroni. Per cui si potrebbe

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ipotizzare che Scardova o Scardua derivi da Scaroni. LoZuccoli inserisce la costruzione fra le probabili opere di PietroAntonio Maggi.

104 - Sabbionare

Questo incantevolel embo d i t e r rapadana, circondatodal le acque delNavarolo, Bogina eGariboldello, è parteintegrante del nostroComune e si incuneatra il territorio diS a b b i o n e t a eCommes sagg io .Zona lontanissima daViadana, faceva

parte a sé gravitando attorno a Commessaggio e a BredaCisoni alla cui parrocchia anticamente apparteneva. LeSabbionare erano perciò isolate nel periodo invernale e durantele frequenti alluvioni dell'Oglio. Riporto il seguente fatto dicronaca nera. Carlo Savazzi di Gazzuolo, in una notte delmese di febbraio del 1765 in compagnia di altri "farabutti",entrò nella casa di Francesco Sarzi Bola, alle Sabbionare,derubandolo di denaro e vestiti per il valore di Lire 3827.Catturato, il Savazzi fu sottoposto a processo, istruito in Viadanae celebrato in Mantova, con sentenza d'impiccagione. Questaebbe luogo lunedì mattino 26 gennaio 1767. Ma la punizionenon sarebbe terminata così in quanto doveva essere deterrente.Pertanto la condanna doveva continuare con la decapitazionedel cadavere, il trasporto "pro capite" alle Sabbionare el'esposizione della testa sopra un palo, in una gabbia di ferronei pressi del luogo del furto. In questo modo tutti avrebberovisto inorriditi il macabro spettacolo. Ma l'Imperial RegiaGiustizia non aveva fatto i conti come doveva. L'uomo che erastato deputato a montare la gabbia con la testa mozzata, un"fante di campagna", che aveva le idee chiare e il portamonetevuoto, faceva sapere al Podestà di Viadana che quella

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esposizione avrebbe avuto dei costi. Chi avrebbe pagato ilpalo, la gabbia e la manodopera per istallare tutto l'apparato?Non ho indagato ulteriormente sulla questione per non scaderenella morbosità. Nel sec. XIX, quando sistemarono i canali ecostruiti ponti adeguati, la distanza delle Sabbionare daCommessaggio si accorciò, provocando uno spostamento diinteressi da Breda a quest'ultimo centro.

105 - Beata Vergine Assunta alle Sabbionare, CorteMargonelleVia Argine Bogina, 14

Il fondo anticamentea p p a r t e n e v a a iMarchesi Gardani edè inserito nell'Inventarioc i t . d e l 1624 .Dell'anno seguente sipossiede un contrattodi locazione: Capitoliet patti con li qualis'affitta la possessionedella sabionara da meHip . ta Gonzaga(Gardani), a ms. Batt.aBocaloni, de Barilli

l'Anno 1625. Il Marchese Bonaventura Gardani nel 1710lasciò la possessione al figlio Francesco affinché con i frutti necostruisse un oratorio e lo dotasse per le celebrazioni. La dataprecisa dell'erezione della chiesa della corte Margonelle alleSabbionare dovrebbe essere intorno al 31 luglio 1759, quandoin quell'epoca era già della famiglia Sanfelici Resmini, comelo è tuttora, che se ne era accollata gli obblighi. Successivamente,quando furono costruiti i ponti, per comodità, la zona con lachiesa fu aggregata alla parrocchia di S.Albino diCommessaggio, staccandola da quella di S.Giorgio di BredaCisoni. Questo avvenne nel 1857-58. La chiesetta campestre,ormai abbandonata da tempo, sta rischiando il crollo.

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Francesco di Bosio ZaganelliMadonna col Bambino San Giovanni Battista, San Francesco,San Rocco, San SebastianoOlio su tela, cm 260x168Viadana San Martino e Nicola

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106 - La Bogina

Questa potrebbe essereun ramo dell'antico corsodell'Adda. Al ritorno dalleSabbionare, abbiamo laBogina su l l 'occh ios i n i s t r o , che puòapprezzare ques tamagnifica oasi in cui lanatura ha avuto i lsopravvento sul lavoro dic a n a l i z z a z i o n edell'uomo. L'acqua, bencustodita dai due arginelli

e dal canneto, spesso non si scorge, ma è presente e vitalecome il sangue nel nostro corpo. Il visitatore, oltre ad apprezzarela flora e la fauna visibile e immaginare quella nascosta,proverà delle sensazioni "naturali" soggettive che non si possonotradurre sulla carta. Giunti di nuovo al Palazzo Scardova,l'esplorazione deve proseguire a piedi, dopo aver chiuso labicicletta, perché ogni viadanese ha almeno subìto un furto diquesto veicolo a pedali e si è consolato cantando la canzonedi Pedar I m'à rubà la biciclata. Si percorrerà l'argine destrodella Bogina fino a Bocca Chiavica, ove si getta nell'Oglio.Sarà una visita più lenta e più immersa nella natura conun'angolatura differente cui si può dedicare, in questo caso,tutti gli organi sensitivi, sempre che il visitatore non sia allergicoal troppo verde.

107 - Bocca Alta, Bocca Chiavica e Bocca Bassa

Bocca Alta è in Comune di Gazzuolo, mentre Bocca Chiavicain quello di Commmessaggio. Queste due località sono talmentelimitrofe che spesso si confondono e convergono assieme alconfine comune di Gazzuolo, Commessaggio e Viadana.Bocca Chiavica è il punto ove la Bogina confluisce nell'Oglioe sulle cartine teresiane è detta anche Valle dell'Oca. L'altraBocca, quella Bassa, si scorge con l'occhio destro dall'altodell'argine pedalando verso Sabbioni. Su di un muro dell'abitato

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è infisso un volto diCristo in terracotta ed i f i a n c o l aVeneranda Immaginedi una Madonnaaffrescata. Questaca. 140 anni fa eraposta su una casa neipressi dell'argine.Dovendolo rinforzare,l ' a b i t a z i o n e f uabba t t u t a e l aMadonna inserita nel

fabbricato attuale. Tutta questa zona fu aggregata alla parrocchiadi Sabbioni staccandola da quella di S.Matteo delle Chiaviche,il cui parroco ora ne è ri tornato amministratore.

108 - Valle dell'Ocatra il Navarolo, Sabbioni e Squarzanella

Secondo statistiche dell'Ottocento, in questa parte nord delnostro Comune, comprendente la zona delle Sabbionare edella Bassa Valle dell'Oca, vi era un allagamento persistentedi ettari 680 ca., derivante dalle continue piene ordinarie estraordinarie dell'Oglio, Po, Navarolo e canali vari. Si reseallora necessaria la fondazione di un Consorzio di Bonificacon costruzione di sistemi per aiutare i lavori agricoli divenutiinsostenibili. Giannetto Bongiovanni ricorda questo impiantoin un suo racconto "... E più lontano contro l'argine, concorrentedel campaniletto la ciminiera della Macchina Idrovora dellaValle dell'Oca, candelabro d'oro nei tramonti d'oro". Con lacostruzione degli impianti idrovori del Consorzio di BonificaMantovano-Cremonese alle Chiaviche di S.Matteo ne venneridotta la funzione che comunque continuò fino agli anni 50-60 del secolo scorso, prima di essere demolita. Pare che nellaValle dell'Oca vi avesse un beneficio ecclesiastico FerranteAporti, inventore degli asili per l'infanzia.

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SABBIONI109 - Ex Asilo Monumento II

Anche Sabbioni altermine della I guerramondiale, sentì lanecessità di avere unmonumen to pe rricordare i proprigiovani immolatisi pergli ideali altrui. Nellos tesso tempo s ia g g i u n s el'opportunità di poterriunire dignitosamentei bambini al lora

educati in case private. Per cui sorse l'Asilo Monumento costruitoin memoria dei Caduti e dedicato all'educazione dei fanciulli.Fu opera d'espressione spontanea di unità e solidarietà dellagente di Sabbioni e Bocca Bassa. Iniziato nel 1931 fuinaugurato il 4 novembre 1952. Sulla lapide che ricorda imilitari scomparsi durante la Grande Guerra ne fu aggiuntaun'altra a ricordo dei caduti nella II guerra mondiale. Nelgiardino furono collocati i cippi per ciascun morto. Oggi èutilizzato per finalità socio-sanitarie.

110 - La Fabbrica

Riporto alcune notiziericavate dagli studiattenti di Clara ed ElioZavattini a cui si devebuona par te dellenotizie della zona quipubblicate. "Nel 1717e 1718 altre alluvioni,e certo ci vuole un belcoraggio da parte delConte Gian Gardani a

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edificare, nel 1719 una nuova corte sulle sue terre: La fabbrica".Poi ancora "Su una lapide ancor oggi visibile" purtroppo nondal sottoscritto cui è sfuggita pur essendo ottico, "murata nelportico d'entrata della corte è scritto: NEL 1719 DAL CONTECARLO GARDANI EDIFICATA, IL CONTE GIAN ETTORE,ULTIMO GARDANI RIEDIFICAVA NEL 1869. Quest'ultima datagiustifica lo stile neogotico degli elementi decorativi della stalla.Salarelli, che fra le altre cose ci fa notare questa peculiarità,osserva "...nell'ambito dell'Ottocento, dopo una diffusioneiniziale in ambito religioso, si assiste all'applicazione di questostile anche in architetture civili di ogni ordine e grado, cometestimoniano il palazzo del Parlamento di Londra e la stalla dicorte Fabbriche".

111 - Villa Chiavica e Palazzo Gardani III

Poi "il Gardan" o"Palas dal Gardan"o C h i a v i c h eGardani, dal lafamiglia comitaleviadanese del ramoancora virente inVenezia, che vie r e s s e n e l l aseconda metà delsec.XVI l'attualei m p o n e n t epalazzo. Questo

nel 1622 fu locato, con relativo terreno dipendente, dai fratelliBartolomeo, Paolo Maria e Giovanni Gardani di Giulio allavedova di Vespasiano Gonzaga, Margherita Gonzaga diGuastalla, di cui rimane internamente uno stemma matrimoniale.In periodo recente la località cambiò il toponimo in Sabbioni.Il compianto Dott. Giovanni Delfini, in un articolo pubblicatosulla La Voce di Mantova il 5 settembre 1939, così descriveva"al Palas dal Gardan": "...Il piano terreno è a volta ampia emassiccia e la costruzione è giustificata dalle frequenti inondazionidel fiume Oglio per le quali l'acqua doveva arrivare quasi allivello del primo piano che è veramente principesco per

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decorazione e per ampiezza di sale. Il grande salone centralecon soffitto in legno e tutto decorato nelle pareti conornamentazioni settecentesche domina la verde pianura e leboschine del vicino fiume. Altre sale annesse sono tutte decoratecon lo stesso stile, meno ampie ma notevoli per finitura diparticolari e vivacità di colore. Sono ignoti gli artisti cheabbellirono questo palazzo" che ".....ha una facciata amezzogiorno tutta decorata ed affrescata, molto rovinata perchétroppo esposta, ma con la gradinata che scendeva dal balconedel primo piano ai giardini del palazzo doveva costituire uninsieme molto armonico e maestoso. Il palazzo era ricco dimolti dipinti di notevole valore, trasportati dal conte D'Arconella sua dimora Mantovana, di questi resta una tela muralerappresentante una Madonna con Bambino. Il dipinto è dolcedi espressione di fusione e di colore e meriterebbe una sedepiù ampia e più luminosa. Nell'atrio d'ingresso della villa è unmarmo commemorativo che riguarda le invasioni straniere nellacorte Gardani negli anni 1734-1735, le massime inondazionidegli anni 1803-1823. Vi è inoltre questa dicitura: 1848. 27Luglio - Lombardi - Piemontesi - Sangui diversi - acque - opinioni- vi corsero sopra - questa terra - unita così. Gian Gardani.....".L'ultima domenica di agosto, per S.Ludovico, si teneva la sagracon grande fiera di bestiame. Naturalmente alla festa intervenivatutto il parentado Gardani. Negli ultimi anni di vita dellaContessa Anna Biondi (+20 maggio1884) vedova di Ettore,gli invitati, dopo aver assistito alla messa cantata passavanonel palazzo dove si teneva un pranzo con diverse portate. Aquesto partecipavano: il Parroco di S.Matteo celebrante, il suoCurato come diacono e un seminarista come suddiacono, ilConte Carracci, Pretore, abitante a Gazzuolo, i fratelli Bagozzidi Asola, infine Ettore Piovani. I parenti della Contessa durantei giorni in cui si teneva la fiera, ovviamente venivano ospitatinel "Palas". Il loro riposo notturno purtroppo veniva disturbatoda strani rumori provenienti dalla soffitta. Ogni edificio vetustoe questo è certamente il più importante del Viadanese, dovevaavere il proprio perturbatore notturno: forse un fantasma. Cosamolto strana, la cui spiegazione mi è stata rivelata molto tempodopo la prima stesura di questo articolo, avvenuta nel 1977ca.. La Contessa Anna Biondi Gardani, per suo divertimento,durante la notte mandava una ragazzina a menare una carriolaper tutta la lunghezza del granaio "dal Palas". Il cigolio prodotto

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dalla ruota e il sobbalzo tra una pianella e l'altra provocavanoun pauroso stridore che, nel silenzio della notte, rendeva agitatoe impossibile il sonno dei parenti della Sig.ra Gardani.A conferma di questo racconto, venerdì 14 Aprile 2005,mentre Fricondò era già in tipografia, Maddalena e RenzoGenovesi mi hanno rivelato che era la loro nonna materna,Giulika Mezzadri, ad adempiere a questo compito.

112 - Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora di Lourdese S.Ludovico Reparrocchia condivisa con S.Matteo delle Chiaviche - Diocesi di Cremona

Mons. Franco Gardinazzi,quando era Curato aS.Mat teo ne l 1909,registrava messe celebratealle Chiaviche Gardani,Gardano, Palazzo delGardano, la cui etimologiaderivava dalla famigliacomitale viadanese. Al suoritorno a S.Matteo nel 1935,come Legato Vescovile,costatava che i toponimierano stati sostituiti conl'attuale Sabbioni. Nellemappe teresiane del 1775si rileva l'esistenza di unoratorio in posizione diversa

dalla chiesa attuale. Un cappellano vi celebrava una messasettimanale ed era compensato con Lit. 100 annuali, stralciatedalla rendita di un podere lasciato nel 1687 e amministratodal Monte di Pietà di Viadana. Intanto i Gardani, che si eranotrasferiti da Viadana in questa loro residenza, nel 1804 conil Conte Bonaventura, fecero erigere un nuovo oratorio, semprea titolo di Lodovico Re. Lo dotarono di lire 4000 più la casaper il cappellano, ottenendone il diritto di sepoltura nel sepolcroadiacente la chiesa. Dall'articolo precedente si può intuire chel'ultima sepolta fu la Contessa Anna Biondi, vedova di Ettore.Questa signora, moglie dell'ultimo Gardani residente "al Palas",

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aveva promesso più volte un lascito o una donazione perl'erezione di S.Ludovico Re a parrocchiale del "Gardan". Male cose non andarono per il verso dovuto per la titubanza dellanobildonna di fronte alla decisione finale. Il Vescovo GeremiaBonomelli si recò "al Palas" munito dell'occorrente per ladonazione che doveva essere fatta a lui personalmente poipassata alla curia, perché in quell'epoca non era possibilefarla alla chiesa. La signora, adducendo che il cugino ConteAntonio D'Arco, sottosegretario al Ministero della Giustizia (poiagli Esteri), la pensasse diversamente "...e lui se ne intendeva...!",quando si trattò di firmare l'atto, si ritrasse. Il Vescovo se neritornò con le pive nel sacco in Castello a Viadana, ove erain visita pastorale. Vivente la Contessa, non se ne fece piùnulla. Monsignor Bonomelli si vendicò dell'affronto dicendopiù volte, riferendosi al D'Arco "...non credeva neppur nelpancotto" e che non era giusto prestar fede a un miscredente,anziché al proprio Vescovo". Per completare il quadro delparente Mantovano della signora, nella sua cronistoria diSabbioni, Mons. Gardinazzi aggiungeva "... il conte D'Arcodi Mantova, era eccessivamente immorale a voce comune dipopolo, qualche anno dopo divenne cieco, a soli 40 annicirca dovette rinunziare al sottosegrariato e dopo una quindicinad'anni di cecità moriva, dimenticato a Mantova e che non sisa se sia passato ad altra vita con i conforti religiosi, perchéunito concubinariamente con una donna ...". Nel 1940Mons.Gardinazzi, questa volta parroco di Cavallara, favorìl'erezione canonica della parrocchia di S.Ludovico, confermache giunse il 30 maggio dello stesso anno. Primo parroco fuDon Dante Bongiovanni che vi era stato mandato adexperimentum già dal 10 novembre 1937. Abbattuta la chiesaantica fu riedificata la nuova su progetto dell'architetto OscarSacchetti nel 1963. Sul fianco esterno dell’edificio distruttoverso la corte, vi era la più espressiva iscrizione della miaraccolta Epigrafia Viadanese: PATRES MEI AGRICOLAEFUERUNT/ COLTIVANDO LA TERRA E' PIU' FACILE MERITARSIIL CIELO/ COLUI CHE PIANTA O SEMINA/ E FA PRODURREALLA TERRA DEGLI ALIMENTI/ PER L'UOMO O PER GLIANIMALI/ FA UN'ELEMOSINA/ DI CUI DIO GLI TERRA'CONTO/ NELL'ALTRA VITA IN CIELO. Mi si permetta diricordare Don Amedeo Delfini, ultimo parroco residente dal1974 al 1993, anno in cui morì per le conseguenze di un

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incidente stradale. Con lui finirono i veri preti di campagna.Vissuto nell'allegra indigenza evangelica, contribuì allaformazione dell'identità storica degli abitanti di Sabbioni.

S.MATTEO DELLE CHIAVICHE113 - Stabilimento Idrovoro

Si è calcolato che ilreticolo idrico (canalie f o s s i ) d e lcasalasco-viadensesia di km 1300 ca.Tu t to c iò v ienecontrollato da alcunis tabi l iment i chesovrintendono alprosciugamento eall'irrigazione. Lagrande opera dib o n i f i c a d e lterritorio, fra Oglioe Po, si legge siainiziata nel 1923,

in effetti cominciò con la presenza dell'uomo sulle nostre isolepadane e si concluse con l'inaugurazione dell'impianto idrovoroper il sollevamento delle acque di S.Matteo delle Chiaviche.La Voce del 20 marzo 1940, così riporta "...S.Matteo nonricorda data più gioiosa....se si pensa a tutto il suo passatodi scialba e dolorosa miseria... in cui nelle terre stagnavanoverdi acque paludose e le colture languivano, tra l'invidiadell'acquitrino e la minaccia delle inondazioni, maledette daun destino che sembrava invincibile... Il rito inaugurale... èstato celebrato questa mattina dall'Eccellenza Tassinari, ministrodell'Agricoltura e delle Foreste, che già aveva sostato in questiluoghi durante gli anni della fatica e della realizzazione".Questo impianto è il maggiore del territorio indicato e purlavorando a pieno ritmo possiede degli ambienti dismessi cheandrebbero riutilizzati. Per esempio vi è una centrale termoelettricaannessa, buon modello di architettura industriale prebellica.Su questa struttura gestita dal Consorzio Navarolo, al quale

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paghiamo puntualmente le quote consortili, vi sono grandiprogetti che prevedono un ecomuseo, un archivio storico, salaconvegni. Insomma sarà trasformata in una struttura turistico-culturale, perché oggi è luogo comune che tutto diventi tale.Continuo con le parole contenute in uno splendido depliant,Il grande fiume, edito dall'A.P.T. di Mantova, "La visita allostabilimento... saprà stupire anche i non addetti ai lavori: ilfascino di quegli immensi macchinari, la rara suggestione deiluoghi e il racconto della lunga lotta dell'uomo per imbrigliarele acque, costituiscono un'originale occasione di conoscenza".Può darsi che dopo il blackout nazionale, il modo di pensarepossa rivolgersi al recupero dell’impianto energetico citato.

114 - Chiesa Parrocchiale di S.Matteo ApostoloParrocchia condivisa con Sabbioni - Diocesi di Cremona

Anche questa parrocchia traeorigine dallo smembramentodi quella di S.Pietro. Il 2giugno 1602 il VescovoSpeciano decretò che lachiesa matrice provvedesseal mantenimento del nuovor e t t o r e . S i u n i v a n ol'accettazione di 12 ducatoniannui da parte di Ferrante diGuastalla, proprietario dellaCorte di S.Matteo, più 6biolche dal ret tore diCavallara. Da questa, oltrealla donazione, furonoaggregati anime e una partedel territorio. Ciò si aggiunse

a quanto, nel 1565, il vescovo Nicola Sfondrati avevaconstatato nella visita all'oratorio: una pezza di terra di 16biolche viadanesi e in natura, frumento dagli abitanti. Nelmomento in cui la Corte di S.Matteo fu acquistata da Girolamodella famiglia mantovana dei Bianchi, questo ne dotò la nuovaparrocchia. Quando poi un Giovanni Maria nel 1685 sipropose come garante della riedificazione della chiesa, ottenne

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in cambio il privilegio di nomina del rettore. Agli inizi delsecolo scorso venne creato un comitato per la ricostruzione diun nuovo tempio in quanto il vecchio si era reso pericolante.Nel 1913 venne abbattuta l'antica chiesa ed eretta la nuovanell'arco di un anno. Fra le opere più importanti la B.V. deiCorreggioli e Gesu' Bambino che consegnano i rosari aS.Francesco e a S.Carlo, affresco del sec.XVII. Staccatodall'oratorio omonimo sulla strada di Torre d'Oglio, fu trasportatosolennemente in questa chiesa il 16 settembre 1770. Di questaimmagine Felice Araldi, come disegnatore e Felice Guglielminetti,come incisore, ne ricavarono una stampa. S.Matteo Apostolo,statua lignea policroma; presenta alcune analogie con lastatua di S.Giuseppe in S.Maria Ann. che il Parazzi attr. a S.Badalino, prima metà sec. XVII. S.Giuseppe con Bambino,S.Francesco di Paola e S.Vincenzo Ferrer, olio su tela sec.XVIII. Le Decorazioni dell'interno, affrescate da Palmiro Vezzoni,furono inaugurate nel 1942.

115 - Corte di S.MatteoVia Cadorna, 9

Costruzione della secondametà del sec.XVI, posta amezzogiorno rispetto allachiesa parrocchiale. Comegià accennato, era proprietàdei Gonzaga di Guastallache nel 1566 fecero costruirela splendida villa padronale.Nel sec. XVI I divenneproprietà dei MarchesiBianchi di Mantova, tantoper intenderci quelli che dal1756 abitarono nell'attuale

palazzo vescovile. Girolamo ampliò la corte con altri elementiedilizi essenziali per la produttività della stessa. In riferimentoalle pendenze contrattuali ed economiche, tale proprietà ealtre appartenenti ai Bianchi, nel 1809 vennero assegnate aLuigi Turchetti alla cui famiglia ne erano state affidate leconduzioni. Il complesso, che tuttora appartiene ai Turchetti,

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si può classificare come corte chiusa ad elementi separati.

116 - Corti Gorna I e IIVia Fossola 109-111

Il nome deriva daBattista Del Gorno chene l 1591 avevaacquistato la proprietàdai Padri Agostinianide l Conven to d iS.Nicola da Tolentinodi Viadana. Questonobi le mantovanointestò metà del fondoa i f i g l i O raz io ,Gio.Battista e Carlo. Il

complesso delle due Gorna, viene classificato come corte adelementi congiunti con portico allineato. Su entrambe lecostruzioni, senza elementi di separazione tra abitazione estalla-fienile, esiste oltre il tetto, la continuazione di un "murotagliafuoco", adottato per impedire la propagazione deglieventuali incendi all'interno dell'edificio. In altre costruzioni taleprevenzione è espressa con il "salto del tetto" cioè con differenzadi altezza tra il tetto della stalla-fienile e quello dell'abitazione.

117 - Corte BuvoliVia Fossola, 49

Ritornando verso il centro diS.Matteo delle Chiaviche,ecco che ora abbiamo sulladestra questo complessosettecentesco che vieneclassificato come corte chiusa,ovviamente provvista di tuttiquegli elementi che un temporendevano indipendente lacorte. Oltre all'abitazione deip ropr ie ta r i e le case

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bracciantili, venne dotata di stalle e ricoveri per animali dacortile, forno, cantine, fienili, caseificio, aia, ecc.

118 - Corte BiolcheriaVia Argine Destro Navarolo, 4-8

Mi si permetta una digressioneper accontentare Ada Baiocchiche mi aveva segnalato questacor te. Un supplemento dipedalate ci por ta versoSquarzanel la r isalendo i lNavarolo, che avremo sull'occhiodestro e la Ceriana sul sinistro,anche se andrà cercato oltre gliinsediamenti agricoli fra i qualila cor te dei Sanguaninidenominata Biolcheria. Il terminesecondo l'Arrivabene, avrebbeil seguente significato: "complessodi case rusticali destinate perabitazione de' bifolchi". Mentre,da come si evince da documentidi contabilità agraria, Biolcheria

costituirebbe il complesso dei lavori bracciantili comprensividelle mansioni, come semina, vangatura ecc. e del relativocompenso suddiviso in giornate.

119 - Corte BertiaVia Trieste, 132

Prende il nome dagli antichiproprietari. Infatti un OttavioBertia era menzionato già nel1591 come proprietarioterriero di S.Matteo. Nel sec.XVIII i cinque fratelli Pilastrina(o Palestrina), farmacisti diViadana, arricchitisi conforniture ai contingenti militarifrancesi in zona, nel contesto

foto C. Bologni

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della guerra per la successione polacca 1733-1736,acquistarono terre in S.Matteo ove, Gio.Maria vi costruì questavilla ed altri edifici rurali. Antecedentemente alla I guerrad'indipendenza, S.Matteo ebbe un buon incremento edilizioche coinvolse anche la Bertia con ampliamenti che la portarono,come oggi ad essere classificata: corte chiusa ad elementiseparati. E' forse la più bella villa padronale del viadanese,grazie anche a Bianca Ghinzelli.

120 - Corte CorreggioliVia Torre d'Oglio

Questo toponimo staad indicare una strisciadi terreno emergentedalla palude. Potrebbederivare anche da erbac o r r e g g i u o l a ocen t i don i a de l l af a m i g l i a d e l l eP o l i g o n a c e edall'aspetto di piccolecorregge. Unendoqueste due ipotesi,

azzarderei che il toponimo abbia origine da terra emersacoperta d'erba coreggiuola. La "possessione" le cui costruzioni,sec. XVI-XVIII, si presentano con buon interesse oltre l'argine,a sinistra andando verso l'Oglio, appartenevano fino al 1415ai Cavalcabò, poi ai conquistatori Gonzaga. Da questi laproprietà fu venduta il 10 luglio 1485 a Pietro Ottini. Nel1625 morto G.Battista, della stessa famiglia, passò in ereditàa Marcello Donati, capitano del Duca e dal 1633 Castellanodi Viadana. Fu poi dei Castiglioni, quelli di Baldassarre; nelsec.XVIII da questi, la terra dei Correggioli, fu assegnata indote alla figlia di Secondo che andava sposa a LudovicoMagnaguti. Nel 1905 fu venduta, dalla famiglia di quest'ultimo,a Francesco Mattioli ai cui eredi appartiene tuttora.

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121 - Madonna dei CorreggioliVia Torre d'Oglio

Sostiamo in uno di queiluoghi che, come ilcimitero ebraico diViadana, ci portanoalla sensazione delsantuario all'aperto:comunicazione direttacol cielo. Per questomotivo l'uomo lo resesacro trasformandolo inluogo di culto. Dopo il1610 lungo lo stradellodei Correggioli esistevagià un pilastro su cui

era dipinta la B.V. con S.Francesco, S.Carlo Borromeo e insecondo piano S.Pietro e S.Paolo. L'altarino eretto su di uncocuzzolo, che secondo la leggenda pare costituisse il terrapienodi Torre d'Oglio, apparteneva alla Corte Correggioli. SecondoRenzo Gelati la cappella antica venne edificata in conseguenzaa questo fatto. Dei battelieri, dopo aver imbarcato nei pressidei Correggioli le loro merci per trasportarle via fiume a Rovigo,furono costretti a rimandare la navigazione in quanto ostacolatida uno spaventoso uragano. Colsero l'occasione di questasosta forzata per mangiare una minestra. Una vecchia, che siaggirava nei pressi, chiese più volte ai barcaioli di poter averela carità del cibo. Dopo molta insistenza, generata da continuirifiuti, finalmente un marinaio le diede da mangiare. Poi tuttisi misero a dormire al coperto sulle barche, nell'attesa che iltempo migliorasse. Il giorno successivo, prodigiosamente siritrovarono nel luogo di destinazione senza accorgersi dellanavigazione. Posteriormente al 1750 fu eretta una cappellaattorno a questa immagine cui erano attribuiti numerosi miracoli.La costruzione fu atterrata nel 1770, perché ritenuta luogo diriunioni non autorizzate e l'immagine miracolosa trasportatanella chiesa parrocchiale di S.Matteo, ove esiste tuttora. Altrofatto raccontatomi il 6 giugno 2003 da Renzo Gelati e saputoca. due settimane prima da un pescatore reggiano, mentre

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era in visita alla Madonna dei Correggioli. Questo, sedicentecomunista e ateo convinto, frequentava spesso il luogo comeappassionato di pesca. Sua moglie, da un certo tempo, erasensibilmente deperita a causa di un male cui non si riuscivatrovare rimedio. Il pescatore allora prese la decisione di fermarsinella cappelletta per chiedere alla Madonna di aiutare lamoglie. Durante le preghiere venne distolto e toccato sullaspalla da una signora anziana, elegantemente vestita e di cuinon si era accorto della presenza. Questa l'assicurò che lamoglie, entro breve, sarebbe guarita. Terminato di pregare,nel silenzio si girò per rivolgersi alla signora la quale però erasparita senza provocare rumore o fruscio né, tanto meno,accensione motori d'auto. Il pescatore terminò confermandoche dopo quelle preghiere e quell'incontro la moglie iniziò astar bene. Da allora si è sempre fermato a pregare presso laMadonna dei Correggioli. Alla domanda di presentarsi e dipubblicizzare la cosa, il reggiano ha preferito mantenerel'anonimato. La Madonna dei Correggioli è meta, come quelladegli Angeli della Scassa, di fedeli che lasciano i loro scrittisu biglietti o lettere dedicati alla B.V.

122 - Montesauro

Sorgeva in quella che oggi si può chiamare golena, tra il Poe l'Oglio. Questa località abitata, era munita di castello evenne a far parte della Curia di Viadana, dopo il 12 agosto1346. Sui nostri Statuti, Montesauro era calcolato distante 12miglia. Si estendeva tra S.Matteo e l'Oglio ed era situato sullariva destra di questo (prima che confluisse nel Po) di fronte allaTorre d'Oglio, alla quale doveva essere collegato con un ponte.Dopo il trattato fra i Visconti e Gonzaga del 27 settembre1445, non se ne hanno più notizie.

123 - Torre d'Ogliovia omonima

Munita di fortificazione era detta anche Torre Mantovana inquanto l'Oglio vi scorreva alla destra, prima di entrare nel Po.Era posta di fronte a Montesauro con il quale, secondo ilParazzi, era unita da un ponte. Non prima del 1807, il fiume

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passò alla sinistra dellatorre. Se Montesauror ima se so l o ne idocumenti dei secolipassa t i , la to r remantovana scomparveanch ' e s sa s enzalasciare traccia. Daalcune testimonianzecit. sempre dal Parazzinella sua Storia diViadana, i resti furonodemoliti, nei primi annidell'Ottocento, dagliabitanti di Dosolo perricostruire case e unpenne l lo ne l Po.Esisteva anche un portodi Torre d'Oglio cheagli inizi del Novecento

era ancora in funzione e che veniva appaltato annualmente;dal 1° gennaio 1899 il canone da versare al Comune, daparte dell'assuntore Dacirio Ghizzi, era di Lit. 300. Ancoraadesso la località di golena verso l'ultimo tratto del fiume Oglioe lo stesso ponte sono denominati di Torre d'Oglio. Ghinzellie Chiarini hanno pubblicato un frontespizio di un Progettoesecutivo per la costruzione di un ponte in chiatte in sostituzionedel "Porto natante" esistente sul fiume Oglio in località Torred'Oglio, datato Mantova 18 Luglio 1922. Pertanto ne possiamointuire la fine di un servizio e l'inizio di un altro costituito dalponte. Questo è uno dei pochi in chiatte rimasti in funzione edè meta, come la vicina foce dell'Oglio in Po, di moltissimituristi.

124 - Saliceto di Foce d'Oglio

Dalla Carta Turistica Parco Oglio Sud, a cura del ConsorzioRegionale dell'Oglio Sud, segnalatami da Luigi Gardini, lazona è raggiungibile dopo il ponte di Torre d'Oglio in rivadestra verso Cizzolo. In questa golena, contesa dall'Oglio,

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dal Po e dall'uomo, è presente il bosco di salice bianco piùvasto del Parco, conservatosi dalla coltivazione del pioppo.Questo habitat favorisce la fauna, specialmente avicola, chepredilige le riviere boscose dei fiumi. La foglia di salice vieneusata nella medicina popolare contro "pori" e macchie cutanee.Mentre si segna la croce sulla parte anatomica affetta, bisognadire, passandovi sopra una foglia di salice selvatico, quellodei rivali: <<Foglia marcita, poro e macchie cadute>>. Poi,si mette la foglia in un sacchetto di carta marrone e la si sotterra,lasciandola marcire, un poco lontano dall'abitazione dellapersona malata. Comunicazione orale di Elvira Avigni.

125 - Corte Nuova

Percorrendo l'argine cheda S.Mat teo del leChiaviche por ta aCizzolo, alla nostradest ra s i vede daposizione privilegiata "avolo d'uccello" questacorte chiusa. Costruitadai Peverari nel 1566,dopo qualche annocambiò di proprietàpassando a Francesco

e Giovanni d'Adda che nel 1576 la vendettero ai Gonzagadi Bozzolo. Successivamente la si trova divisa tra il conte CarloMazzucchini e un Fabbi Soldati. Una relazione tra le duefamiglie c'era, infatti Cristina Margherita Mazzucchini Guidoboni(06.11.1721 09.09.1809), già vedova Fabi, si risposò conun Soldati. Alcuni interni sono affrescati sul fare dei nostri Mottao Ruberti sec. XVI-XVII. Vi sono analogie tra la Processionesacrificale, proveniente dalla Sinagoga antica, ora in Museoe la fascia alta di uno dei soffitti della corte.

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CIZZOLO126 - Castello dell'Alluvione

Secondo Luigi Corbetta,cui devo queste notizie,una parte dell'edificio erap r e s e n t e g i à n e lSettecento e dopo varietrasformazioni l ' Ing.Cristofori di Milano,prima del 1938 progettòla portineria, la cappellae alcune comodi tàdomestiche. Il "Castello"a p p a r t e n e v a a i

Dall'Argine cui si aggiunse Vaini in quanto questo casato, unitoin parentela, stava estinguendosi. L'ultimo appartenente aquesta famiglia, Gino Dall'Argine Vaini, sposato con GiuliaAnselmi, non avendo figli, trasmise la facoltà di aggiungereil cognome ai pronipoti, fratelli Corbetta. Solo uno dei treaccettò sentendosi molto legato alla zia, per cui si poté firmareper esteso Gianfranco Corbetta Dall'Argine Vaini. Con la mortedella Signora Giulia, il Castello fu ereditato da quest'ultimo edopo la sua prematura scomparsa, passò al fratello LuigiCorbetta che ne fu amministratore dal 1963-1985. Da questadata la proprietà passò a Luigi Frati. La Signora Giuliaappassionata pittrice e ceramista, in Viadana contribuì allafondazione del Villaggio del Ragazzo.

127 - Madonna dei Barcaiolioltre l'Argine Maestro

Fra le diverse storie che narrano dell'erezione della cappella,racconto le seguenti. Due pescatori, sorpresi in mezzo al Poda una terribile tempesta, riuscirono a stento a porsi in salvosulla riva sinistra. Per grazia ricevuta fecero costruire la chiesettanel punto ove approdarono miracolosamente. Secondo un altroracconto, narratomi da Cesarino Rosa, Cizzolo sorgeva altermine della quindicesima curva del Po e quando nei secoliscorsi il fiume era navigato più di adesso, si riteneva che unavolta doppiato il paese, il pericolo di naufragio fosse scampato.

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Accadde che unbarcone, governato conmolta difficoltà, nonriuscisse a completarela quindicesima curvadel Po, per la grandepericolosità del trattod'acqua. Nel momentopiù critico la Madonnacomparve ai marinaidando loro via libera.Per questo prodigio ibarcaioli fecero erigerela cappella. Il mio

amico Giovanni Bellini mi ha raccontato un altro fatto legatoa questa Madonna. Un cizzolese, tanto per non far nomi,trovandosi a Roma per affari, nel periodo della piena del2000, mentre percorreva un ponte sul Tevere, si ricordò delPo e di una storia del nonno barcaiolo. Questo, che avevatrascorso buona parte della sua vita sul grande fiume, gli avevanarrato che la Madonna della chiesetta non era mai statabagnata dalle acque. L'imprenditore telefonò al figlio affinchéandasse a fotografare il chiesolino in golena che era in quelmomento invaso dalle acque che lambivano l'affresco dellaMadonna. La fotografia poi rimase nella macchina digitaleper diverso tempo. Quando la foto venne visionata tramite ilcomputer, un disco con il volto della Madonna era posizionatosopra la costruzione. Questa immagine, che ripeto digitale,costituirebbe un segnale di ciò che l'acqua non aveva osatobagnare.

128 - Chiesa Prepositurale di S.Giacomo MaggioreDiocesi di Mantova

E' l'unica parrocchiale del nostro Comune non appartenentealla diocesi di Cremona. Le prime notizie della Chiesa sembranorisalire al 1154 quando era soggetta alla pieve di Suzzarae al Vescovo di Reggio. Cizzolo venne a far parte del territoriodi Viadana dal 17 dicembre 1306 in permuta di beni colVescovo della città emiliana che comunque ne conservò la

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giurisdizione ecclesiastica. Nel1803 la chiesa fu rifabbricataed ampliata ottenendone unanavata considerevole comespazio ed eleganza; buoni siagli stucchi che le ancone. Laricostruzione viene ricordatain una lapide inserita nellaparte posteriore dell'altarmaggiore: CON GENEROSAD O N A Z I O N E / D IBERNARDINA BOZIO,/ DEIN I POT I ANTONIO EGERO LAMO F RAT E L L IALDEGATTI/ LA SOCIETA' DELSS. SACRAMENTO/ ILPOPOLO DI CIZZOLO/COSTRUIRONO IN QUESTA

FORMA/ IL 23 LUGLIO/ 1803/ LUIGI ALBERIGHI/ PREPOSTOE VICARIO FORANEO. La facciata fu eretta nel 1888 dall'Ing.Giulio Casali. Nel 1813-20 la parrocchia fu aggregata alladiocesi di Mantova da quella di Reggio Emilia. La torre costruitanel 1913 dall'Ing. De Lorenzo, per iniziativa del parroco DonAnselmo Belloccio, fu finanziata da Mons. Carlo Solci. Fra leopere, Martirio di S.Giacomo, olio su tela dipinto nel 1795da F. Araldi. L'Immacolata, S.Luigi e S.Ignazio di Loyola, duesanti della Compagnia di Gesù di cui il secondo fu il fondatore,olio su tela sagomata attr. a F. Araldi. Ancora del pittoreviadanese, S.Luigi Gonzaga, poi S.Antonio Abate. Banchi inlegno dolce di ottima fattura. Affreschi dell'interno, eseguiti daPalmiro Vezzoni durante la II guerra mondiale, rappresentanoL'ultima Cena nel catino, La Crocifissione e La Resurrezione inpresbiterio, I Patroni d'Italia e della Parrocchia e Condannadi S.Giulia sulla volta.

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CAVALLARA129 - Beata Vergine Madre Graziosa sull'Argine

Sorge a ridossodell'argine maestrodel Po a ricordodell'antichissimaparrocchiale deiSS.Stefano e Anna.Il luogo è chiamato"Chiesa vecchia" o"Madonnina delPo". Nel 1613 ilrettore di CavallaraDon FrancescoC a l e f f i f e c etrasportare nella

nuova parrocchiale la miracolosa immagine della Graziosissima(o delle Grazie) B.V. del Po, situata dove sorgeva la chiesaantica. Secondo la tradizione popolare, il giorno dopo,l'affresco era di nuovo miracolosamente nella posizioneoriginaria, cioè era ritornato dove era stato dipinto su di unmuro della vecchia parrocchiale, lasciato in piedi forse perrispetto dell'immagine sacra. Il 21 settembre di due anni dopo,il nuovo Rettore Cristoforo Fiameni fece costruire, nel luogodella vecchia chiesa, una cappella sotto il titolo della B.V.Graziosa. La costruzione fu terminata nel 1617. Si arriva al1696 quando il Prevosto Antonio Ghirardini fece aggiungereun atrio davanti alla B.V. Graziosa, la soffittò con assito e lachiuse con un cancello di legno. Negli anni 1727-38 ca., ilPrevosto Carlo Faveri fece costruire una camera attigua allacappelletta per comodità degli eremiti che, uno dopo l'altro,vi dormivano. Quando fu ricostruita la nuova chiesa di S.Stefano,consacrata nel 1777, l'immagine della Madonna Graziosafu collocata nell'ultima cappella entrando "a cornu Evangeli"come si può ancora vedere. Nel chiesolino, al suo posto, fudipinta un'altra Madonna. La data "25 Ott. 1829", che sitrova sul retro di questa, secondo i ricordi popolari, sembraessere quella in cui è stata alzata, per renderla accessibiledall'argine.

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130 - Chiesa Parrocchiale di S. Stefano e S. Annaparrocchia condivisa con Villastrada (Dosolo) - Diocesi di Cremona

La chiesa antica sarebbe statafondata nel 620 da Adoaldoe dalla regina Teodolinda, suamadre, vedova di Angilulfo,poi ampliata nel 948 daAdalberto, duca di Mantova.Sembra rientrasse nelladonazione fatta da CarloMagno a Papa Adriano I.Ne l l '816 l ' Impe ra to reLodovico I la donò adApollinare, vescovo di Reggio.Da quest'ultimo passò alladiocesi di Cremona. Nel 997fu elevata a parrocchia bendotata dai Canossa, Signori

del luogo. Matilde, un secolo dopo, contribuì al restauro dellachiesa, resosi necessario per le conseguenze di un'alluvione,lasciandovi una croce ferrea con iscrizione. S.Carlo Borromeofece visita a S.Stefano, nel 1575 e nel 1579. Dopo lacorrosione del Po del 1596, la chiesa antica di S.Stefano furiedificata entro l'argine trasportandovi l'antico affresco dellaB.V. delle Grazie (rivelatosi solo un tentativo), lapidi, la crocematildica cit. e la statua lignea della Concezione donata dalMarchese Francesco Gonzaga nel 1485 (oggi perdute). Nel1744 fu atterrata la seconda chiesa e sullo stesso luogo fueretta l'attuale, consacrata il 29 luglio 1777 dal CardinaleLuigi Valenti Gonzaga col titolo di basilica. Fra le opere d'arte,il Martirio di S.Stefano con La Trinità, tela sagomata, attr. G.Morini. Sagrestia, forse la più bella del viadanese con ambienteottagonale e armadi a muro, sec.XVIII. Lo Sposalizio di M.V.e L'Ultima Cena, affr. del presbiterio, sec.XVIII. B.V. Graziosadel Po, affr. del sec. XV, aggiunte del XVIII. Secondo la tradizione,quando l'immagine sacra fu staccata dal muro della chiesaantica e trasportata in quella costruita alla fine del Cinquecento,il giorno dopo miracolosamente era di nuovo sul muro d'origine.Via Crucis, terrecotte di Guido Germani di Casalmaggiore

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scomparso da pochi anni. Altra tela sagomata, attr. a G.Morini, La Comunione di S.Luigi ricevuta da S.Carlo Borromeo.Di S.Carlo, secondo il Parazzi, alla fine dell'Ottocento, siconservava ancora il pulpito dal quale aveva predicato.

131 Via Lingua di Passera

Non si poteva terminare senza imboccare questa strada.Alberto Panicali mi ha raccontato che tanto tempo fa fu chiestoa Mons. Franco Gardinazzi, parroco di Cavallara, il significatodi Lingua di Passera. La risposta fu la seguente: piccola strisciadi terra appartenente alla famiglia Passera. Anche la passeraha la sua via.

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♦♦ 651305-2005 VII centenario della morte di S. Nicolada Tolentino, protettore di Viadana.

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